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ECCELLENZE
AGILITÀ E PRESTAZIONI CON L’IPERCONVERGENZA
Il dicastero ha rinnovato i suoi due data center con le tecnologie di Nutanix, servite anche per supportare lo smart working.
In tempi di smart working, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non può che essere agile e flessibile. Il cloud, le infrastrutture iperconvergenti, la virtualizzazione dei desktop, le applicazioni eseguite all’interno di container e strutturate in microservizi sono gli ingredienti del progetto di trasformazione intrapreso dal dicastero già a partire dal 2014 e portato avanti negli anni, così da poter stare al passo con l’incremento dei servizi erogati (come previsto dalle riforme del Jobs Act prima, e poi con il riconoscimento del Reddito di Cittadinanza e con le misure di sostegno del Decreto Ristori). Questo rinnovamento, incentrato sui due data center “gemelli” di Roma e Reggio Calabria, mirava ad abbandonare le infrastrutture legacy e a realizzare un’architettura resiliente, agile e scalabile. I principali strumenti usati sono stati l’iperconvergenza e le applicazioni cloudnative, associate all’adozione di procedure di disaster recovery. “Quando è nata l’idea di costruire una soluzione iperconvergente”, racconta Daniele Lunetta, dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “ci siamo dovuti confrontare con il mondo del cloud e con le sue molteplici sfaccettature. Il nostro obiettivo era di snellire e rendere efficienti le nostre infrastrutture, per avvicinarci a una configurazione di private cloud, aperta anche al public, che avesse un impatto positivo sull’erogazione dei servizi ma anche sui costi di gestione”. Dopo un’analisi delle alternative disponibili e una serie di benchmark, la scelta è ricaduta su Nutanix. “Tra tutte le alternative”, prosegue Lunetta, “quella offerta da Nutanix ci garantiva i minori costi aggiuntivi, grazie alla presenza di un hypervisor già incluso nella soluzione e alla possibilità di continuare a utilizzare anche i sistemi precedenti. Più in generale, pur avendo scelto di acquistare nuove macchine Nu-
LA SOLUZIONE
I due data center del Ministero sono stati rinnovati con infrastrutture iperconvergenti. Su trenta nodi Nutanix vengono usati i software Nutanix Aos (sistema operativo), Nutanix Ahv (hypervisor per la virtualizzazione), Nutanix Karbon (per l’orchestrazione dei container), Nutanix Prism Pro (gestione centralizzata dell’infrastruttura), Nutanix Flow (gestione e sicurezza della rete) e Nutanix Era (gestione database). tanix, abbiamo riconosciuto nel software il vero valore aggiunto della loro tecnologia, un software che garantisce una gestione ottimale di tutta l’infrastruttura e che ci permette di erogare i servizi con facilità e con le giuste performance”. A questi vantaggi si è aggiunta, allo scoppiare della pandemia, una importante conferma della flessibilità e della scalabilità dell’architettura informatica realizzata: durante il primo lockdown il telelavoro (fino ad allora adottato solo parzialmente) è stato esteso rapidamente a tutti i mille dipendenti del dicastero, senza che sorgessero intoppi o problemi di sicurezza. Il rinnovamento dei data center ha permesso di ricavare una riduzione del 25% dello spazio occupato dalle macchine e un taglio dei costi energetici del 35%, ma il principale vantaggio ottenuto è stata la possibilità di adottare lo smart working in tempi rapidi. “Il progetto nasce dall’esigenza di rinnovare le infrastrutture”, sottolinea Lunetta, “non tanto dalla necessità di tagliare i costi. Avevamo bisogno di un’architettura più moderna e flessibile, che alla prova dei fatti si è resa indispensabile anche durante la pandemia. Ad agosto 2020, infatti, già tutti i dirigenti del Ministero potevano accedere ai loro desktop da qualsiasi luogo e device, grazie alle Virtual Desktop Infrastructure implementate su tecnologia Nutanix”. Ora il Ministero continua a puntare sull’iperconvergenza, oltre che sulla tecnologia dei container, anche per il rinnovamento dello strato di middleware (in particolare gli ambienti open data) e delle architetture software per l’erogazione di servizi (Service Oriented Architecture). Entro la fine del 2021, inoltre, sarà completata la migrazione di tutte le attività di gestione e analisi dei dati, dal cloud pubblico al cloud privato basato architetture iperconvergenti.
L’OCCHIO VIGILE DELLA LAGUNA È DIGITALE
La tecnologia Avigilon di Motorola Solutions aiuta le forze dell’ordine a proteggere i residenti, i turisti e il patrimonio artistico veneziano.
Che Venezia sia un luogo unico al mondo, nessuno può metterlo in discussione. Ma la città lagunare è anche unica in merito alle sue necessità di sicurezza, sia per la sua conformazione territoriale (che comprende la terraferma e 118 piccole isole) sia per l’altissimo afflusso turistico, con una media di 50mila visitatori al giorno. Il Comune di Venezia aveva la necessità di un nuovo sistema di videosorveglianza a supporto delle forze dell’ordine, un sistema efficace per garantire la sicurezza di residenti e turisti tra la laguna e il territorio di Mestre, ma anche per proteggere un immenso patrimonio artistico e culturale fatto di edifici storici, rilevando infrazioni e atti di vandalismo. L’apparato di videosorveglianza analogico in uso da diversi anni era ormai diventato obsoleto e del tutto inadatto in un contesto complesso come quello veneziano. L’amministrazione comunale ha quindi selezionato la tecnologia Avigilon di Motorola Solutions per realizzare un nuovo sistema più al passo con i tempi, digitale e connesso in rete. In particolare, le telecamere di Avigilon sono state scelte in virtù della qualità e del grado di dettaglio delle immagini catturate (con un massimo di 8K di risoluzione), per le efficienti funzionalità di archiviazione del software che gestisce le registrazioni e, ancora, per gli strumenti di analisi e di intelligenza artificiale applicati ai dati video. Usare telecamere di elevata qualità per le forze dell’ordine non significa soltanto “vederci meglio”, ma permette anche di ingrandire e analizzare nel dettaglio le immagini per cogliere elementi utili nelle attività di vigilanza e di indagine: basti pensare che la risoluzione 8K consente di riconoscere volti da persone inquadrate anche
LA SOLUZIONE
Il sistema comprende videocamere, encoder, registratori di rete (Network Video Recorder, che archiviano un minimo di sette giorni consecutivi di riprese) e software Avigilon Control Center. I feed video vengono osservati su 12 monitor dal centro operativo di telecomunicazioni e videosorveglianza della polizia locale, a cui si affiancano altri centri di controllo di polizia di Stato e Carabinieri. Il sistema è connesso tramite rete in fibra ottica MPLS (Multiprotocol Label Switching) di proprietà del Comune di Venezia. a centinaia di metri di distanza. Inoltre gli algoritmi di intelligenza artificiale incorporati nel software di Avigilon aiutano nella ricerca a posteriori di eventi e permettono di identificare attività inconsuete, oggetti abbandonati, flussi di movimento e altro ancora. Al contempo, la tecnologia precedentemente in uso non è stata smantellata: gli encoder di Avigilon convertono in alta definizione le immagini catturate dalle vecchie videocamere analogiche. Il Comune utilizza, inoltre, i registratori video in rete per archiviare le riprese, così da poter analizzare a posteriori questo materiale in caso di necessità come indagini su crimini, atti vandalici o persone scomparse. In seguito all’adozione del nuovo sistema è stato possibile ottenere prove inconfutabili, risolvere diversi casi e prevenire crimini in zone specifiche della città. La possibilità di individuare i colpevoli di reati o atti vandalici, proteggendo sia le persone sia il patrimonio artistico veneziano, è stata uno dei principali vantaggi ottenuti dal Comune, ma vanno citati anche il risparmio sui costi per il personale e il miglioramento delle relazioni con le forze dell'ordine.
IL CANALE ONLINE SPINGE LE VENDITE IN NEGOZIO
Per la catena specializzata in pavimentazione e arredamento, i punti di forza sono il sito Web e il Crm. Il digitale è parte di una strategia di marketing omnicanale.
Dalle piastrelle al parquet, passando per l’arredo bagno: il nome Iperceramica è noto al grande pubblico, grazie alle decine di negozi che tappezzano tutte le regioni italiane ma anche grazie alle attività di comunicazione pubblicitaria portate avanti negli ultimi anni. Il marchio appartiene a BayKer Italia, azienda del distretto della ceramica di Sassuolo. Nel 2020 la chiusura forzata dei punti vendita, dettata dalla pandemia di covid-19, ha portato scompiglio nel modello di business, ma non necessariamente in senso negativo. “Siamo stati in grado di convertire in una relazione remota ciò che prima si svolgeva in modo fisico nei nostri negozi”, racconta Michele Neri, Ceo di Iperceramica. “Per questo, alla riapertura dei cantieri abbiamo constatato di non aver perso il nostro potenziale di vendita e, quindi, abbiamo accelerato in direzione di una strategia omnicanale di rapporto con la clientela”. Il digitale è importantissimo all’interno della strategia di marketing e di relazione con il cliente, benché le vendite in ecommerce siano meno del 5% del totale. Per Iperceramica l’acquisizione dei nuovi clienti tipicamente parte dall’online (utente che si reca sul sito Web per informarsi e consultare il catalogo) e termine nel punto vendita tradizionale. Dunque il sito Web funziona soprattutto come punto di contatto e di ingaggio, che poi porta clientela nei negozi fisici, e inoltre è un collettore di dati sui quali vengono costruite le campagne di marketing. Nel giro dell’ultimo anno il traffico del sito è raddoppiato, arrivando a una media di 120mila accessi al giorno. “I comportamenti sono cambiati e oggi tutti si informano su Internet prima di tutto”, conferma Neri. “Anche noi ci facciamo conoscere così e pertanto abbiamo investito su tutto ciò che può orientare e supportare le scelte di arredo e ristrutturazione”. Un punto di forza del sito Web è la presenza di un catalogo riccamente illustrato e interattivo e di un configuratore virtuale, che permette di partire dalla pianta dell’ambiente da arredare per ottenere un rendering dell’effetto finale. Se questa è la vetrina di Iperceramica, nel dietro le quinte c’è il sistema di Crm adottato dall’azienda, ovvero Salesforce .“È per noi importante accogliere il cliente in ogni fase della sua interazione con noi, sapendolo riconoscere e concentrando l’attenzione sulle informazioni che ci ha già fornito. Elaboriamo milioni e milioni di record e per farlo ci vogliono risorse computazionali adeguate”, precisa il Ceo. Oggi Iperceramica può già definirsi come un’azienda cliente-centrica e omnicanale, che sa gestire le vendite e la relazione con l’utente sia nella dimensione digitale sia in quella fisica. Recentemente l’azienda ha iniziato ad analizzare a fini statistici i dati di navigazione del suo sito Web, per migliorare il modello dei consumi e fare previsioni sui materiali da acquistare. “Abbiamo anche in previsione una profilazione più spinta del cliente, partendo dalla sua registrazione”, anticipa Neri, “per arrivare a mettere a punto strumenti di dialogo e interazione più sofisticati. Lavoriamo anche su questo fronte con Salesforce, riconoscendo il suo ruolo di leader, in linea con le scelte da noi effettuate in altre aree aziendali, sempre orientate ai vendor di riferimento in ogni settore”.
PERSONALIZZAZIONE E BELLEZZA CON LA STAMPA 3D
Con la stampa 3D di HP, l’azienda bolognese può realizzare in tempi rapidi montanture per occhiali da vista altamente personalizzabili in base ai gusti del cliente.
Il made in Italy nel settore manifatturiero significa tecnica, esperienza e anche un particolare gusto estetico che ci viene invidiato nel mondo. Grazie alla stampa 3D, tutto ciò può coniugarsi con nuove possibilità di sperimentazione creativa e di personalizzazione dell'offerta. Questi erano gli obiettivi di Raleri, impresa bolognese nata nel 2008. “Siamo un’azienda a guida tecnica, specializzata nel trovare soluzioni per proteggere la vista di chi fa sport e non solo”, spiega il fondatore, Francesco Rambaldi. Le competenze verticali e tecniche di Raleri vengono usate anche per progettare e fabbricare visori per i caschi antisommossa, maschere protettive per uso industriale e maschere da rugby. “La pandemia ha rappresentato per noi un momento di discontinuità”, racconta Rambaldi, “ma anche un’opportunità, perché ci ha consentito di mettere a disposizione degli operatori sanitari del Servizio Sanitario Nazionale visiere di protezione anti covid-19 particolarmente efficaci e leggere”. L’anno scorso le risorse ottenute con le grandi forniture agli ospedali della regione Emilia-Romagna sono state immediatamente investite nell’acquisto di nuove tecnologie, tra cui una macchina per la stampa 3D a colori di HP, modello Jet Fusion 580, destinata alla seconda sede produttiva dell’azienda (ubicata in Toscana). Raleri già impiegava stampanti 3D di HP per la fabbricazione di piccoli oggetti e per la realizzazione di prototipi, ma con il nuovo acquisto ha potuto entrare in un diverso territorio: quello degli occhiali da vista. In precedenza l’azienda aveva già operato in questo campo, producendo in modo artigianale modelli particolari (per esempio, con montature galleggianti in bambù destinate ai surfisti), ma non aveva ancora presidiato il mercato dell’occhialeria di fascia alta. Installata a fine 2020, la Jet Fusion 580 ha permesso in pochi mesi, dopo i necessari test di resistenza, di lanciare sul mercato la prima collezione di occhiali di design. “Il materiale usato dalla stampante”, illustra Rambaldi, “è il polimero PA12, che nel nostro caso viene poi trattato con un processo di smoothing a nuvola di vapore che, chiudendo i pori del materiale, lo rende più gradevole al tatto, elastico e resistente”. Gli occhiali arrivano a pesare meno di 20 grammi, un record inarrivabile con altre tecnologie. Inoltre la macchina può sfornare una sessantina di montature nel giro di una notte, fatto che “ci consentirà di aprire una nuova e importante linea di business ma anche di incrementare note-
LA SOLUZIONE
La stampante HP Jet Fusion 580 permette a Raleri di produrre montature leggerissime, colorate e personalizzate, senza la necessità di ricorrere al passaggio della verniciatura. La tecnologia a letto di polvere, tipica delle stampanti HP, consente di stampare forme complesse e molto precise anche nei dettagli. volmente l’awareness del nostro brand”, sottolinea il fondatore dell’azienda. La stampante, inoltre, permette di realizzare componenti altrimenti non fabbricabili con i metodi tradizionali, come un nuovo tipo di innesto morbido per le montature che permette di evitare l’utilizzo di viti, brevettato da Raleri. Accanto questi vantaggi, c’è quello della possibilità di customizzazione: la macchina permette di creare montature con colori, texture e dimensioni diverse, che il cliente può personalizzare in fase di ordine. “Vedere il prodotto che esce dalla stampante già a colori”, dice Rambaldi, “ha provocato anche in noi addetti ai lavori il classico ‘effetto wow’. Siamo quindi molto ottimisti sul successo commerciale che questa nuova linea di occhiali potrà avere presto sul mercato”. Oltre a poter scegliere da campionario una prima collezione disegnata dall’azienda, ciascun cliente potrà creare le proprie combinazioni di colori, disegni e dimensioni. Anche gli ottici e i punti vendita che aderiranno all’iniziativa potranno ordinare occhiali progettati direttamente dal cliente.