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ECCELLENZE

AUTOMAZIONE FA RIMA CON PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La società per azioni ha adottato una soluzione di Sap che ha permesso di velocizzare il lavoro amministrativo e di ridurre gli errori.

Anche nel mondo dello sport c’è bisogno di automazione robotica. Sport e Salute, la ex Coni Servizi, è una società per azioni della Pubblica Amministrazione incaricata di fornire servizi di vario genere, di portare avanti progetti di promozione ed educazione sui valori dello sport, di vigilare sul lavoro di enti e associazioni del settore. In seguito a un intervento normativo che impone agli enti pubblici di verificare la regolarità contributiva dei propri fornitori prima di procedere al pagamento delle fatture, per la società è sorta l’esigenza di trasformare il proprio modo di lavorare. “A seguito dell’introduzione del nuovo adempimento”, racconta Marco Sacco, responsabile controllo di gestione Sport e Salute, “abbiamo dedicato le risorse della struttura amministrativa a tale e scopo, ma parallelamente abbiamo iniziato un’indagine di mercato volta a individuare un tool che permettesse di eliminare le attività ripetitive e a basso valore aggiunto, così da indirizzare l’impegno delle risorse amministrative a compiti a maggior valore aggiunto, come attività di analisi, attività che richiedono alto livello empatico eccetera. Oltre al reperimento del dato, la società sentiva il bisogno di semplificare la fruibilità dello stesso da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo e azzerare, attraverso un processo automatizzato, i potenziali errori umani insiti in ogni attività ripetitiva”. Nel sondare il mercato sono state vagliate varie proposte, poi scartate perché non totalmente in linea con le esigenze o con il budget. Si è però distinta in positivo la proposta presentata da PA Abs, divisione del gruppo Retelit specializzata in consulenza per la reingegnerizzazione dei processi e l'implementazione di soluzioni Sap: Sap Irpa (l’acronimo sta per Intelligent Robotic Process Automation). Una soluzione che fino a quel momento non era ancora stata adottata da alcun ente della Pubblica Amministrazione italiana. “Sap Irpa”, illustra Roberto Vozzi, sales & account manager di PA Abs, “è una suite di automazione completa in cui i robot software sono progettati per imitare le azioni umane sostituendo i clic manuali, interpretando le comunicazioni a elevato contenuto di testo o fornendo suggerimenti di processo agli utenti finali per processi aziendali definibili e ripetibili. Il progetto, il prototipo e l’offerta economica presentati da PA Abs hanno soddisfatto tutte le esigenze espresse da Sport e Salute, e inoltre tra i fattori che hanno influenzato la scelta ci sono state “la grande chiarezza e la precisione nel presentare una soluzione che si è subito materializzata nel nostro immaginario come perfettamente calzante”, precisa Sacco. “Inoltre PA Abs ha sottolineato l’e-

LA SOLUZIONE

Sap Irpa viene usato per verificare i Durc (documento unico di regolarità contributiva) prodotti in formato Pdf dal sistema Inps. Il download dei documenti e l’estrapolazione dei dati necessari ai fini delle verifiche richiede un tempo compreso tra cinque e sette minuti. norme potenziale evolutivo della soluzione, che avrebbe potuto quindi trasformarsi nel tempo di pari passo con le nostre esigenze. Abbiamo voluto credere nella soluzione e abbiamo collaborato in prima linea con PA Abs per raggiungere l’obiettivo, trovando insieme soluzioni innovative e compatibili per il superamento di problemi tipici delle procedure tecniche della Pubblica Amministrazione”. Nel giro di un semestre (un tempo leggermente più lungo del previsto, ma giustificato dal fatto che si trattasse di una “prima volta” per la PA italiana) la soluzione basata su Sap Irpa è stata avviata e finora ha già permesso di velocizzare i processi di interrogazione e scrittura del documento unico di regolarità contributiva (Durc). Le figure che in precedenza erano addette a tempo pieno al download dei Durc e altre che venivano impiegate in fase di fruizione delle informazioni possono ora dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto. Il programma in pochi minuti esegue il download di tutti i Durc dei fornitori, estrapola e mette a disposizione degli utenti in modo automatico le informazioni funzionali al processo dei pagamenti. “In futuro le competenze acquisite ci permetteranno di applicare la stessa tecnologia sia ad altri processi aziendali sia di allargare tale funzionalità ad altre strutture aziendali”, assicura Sacco.

IL LIVESTREAM SHOPPING AIUTA A CONOSCERE I CLIENTI

La tecnologia di Radicalbit permette di ottenere una visione d’insieme dei consumatori durante gli eventi di vendita in diretta.

Una storica catena italiana di profumeria e cosmesi è oggi anche una tra le realtà del retail e del commercio elettronico più al passo con i tempi, in un’epoca in cui gli acquisti sono trainati anche dal passaparola online e dalla forza attrattiva degli influencer. Pinalli, insegna nata 35 fa in Emilia-Romagna e oggi ramificata su una cinquantina di negozi, ha abbracciato questo mondo per farne una leva di vendita e fidelizzazione. In particolare, l’azienda si è tuffata nel cosiddetto livestream shopping, cioè la proposta di esperienze di acquisto online “in diretta”, che per gli appassionati di un certo genere di prodotto (o di un influencer che lo sponsorizza) diventano veri e propri eventi da segnare in calendario. “Durante la pandemia abbiamo capito che non potevamo più essere il tradizionale retail”, racconta Giovanna Baratello, digital project manager di Pinalli. “Dovevamo fare qualcosa in più, proporre un nuovo modo di fare e-commerce. Il fenomeno di shopping in live streaming in Cina stava registrando numeri davvero impressionanti: era arrivato il momento di pensarlo anche per la nostra piattaforma di e-commerce”. L’azienda ha quindi scelto di rivolgersi alla società milanese Radicalbit per dotarsi di una piattaforma capace di combinare il livestream shopping con la raccolta e l’analisi dei dati in tempo reale e con l’intelligenza artificiale. GoLive di Radicalbit permette di fare proprio questo ed è stata usata da Pinalli per avere una visione d’insieme, ma dettagliata, sui comportamenti degli utenti collegati al suo primo evento di shopping in diretta streaming. Ciascuno dei cinque influencer reclutati, cioè Paolo Stella, Cristina Fogazzi (alias Estetista Cinica), Paola Turani, Giulia Valentina e Stefano Guerrera, ha proposto un kit di prodotti personalizzato: articoli che sono andati sold out in breve tempo, con centinaia di unità vendute. Hanno assistito alla diretta circa 7.500 persone, a cui vanno sommate le 17.000 che hanno riguardato l’evento in differita nelle quarantotto ore successive. La piattaforma GoLive ha analizzato e correlato le azioni compiute dagli utenti durante la diretta (messaggi in chat, visualizzazioni di prodotti, acquisti e altro ancora), estraendo insight grazie alle analisi compiute dagli algoritmi e rilevando, fra le

LA SOLUZIONE

GoLive è stata sviluppata da Radicalbit attorno a Helicon, una piattaforma che permette di applicare algoritmi di intelligenza artificiale a flussi di dati in tempo reale. Sono state sviluppate una Web application per la gestione dei live show e per la visualizzazione dei dati e una app (iOS e Android) per la generazione di video. Inoltre è stato integrato in GoLive un servizio esterno di video streaming. La soluzione permette di analizzare le azioni dell’utente durante le vendite “live”, dai messaggi in chat alle interazioni con i prodotti. altre cose, che l’83% dei messaggi aveva un tono molto positivo. “L’e-commerce, così come eravamo abituati a conoscerlo, non poteva più soddisfare le esigenze del mercato”, sottolinea Leo Pillon, Ceo e fondatore di Radicalbit. , ed è in questo contesto che si è sviluppato il live commerce, una modalità di vendita ibrida che prevede un maggior coinvolgimento del pubblico. Noi siamo intervenuti per andare oltre e portare un’ulteriore evoluzione, quella dell’Advanced Stream Commerce, sfruttando i dati in real-time e l’intelligenza artificiale, core business di Radicalbit”. L’evento non soltanto è servito a Pinalli per incrementare le vendite e per attirare traffico sul proprio sito, a tutto vantaggio della notorietà del marchio, ma soprattutto è stato utile per ottenere una visione complessiva del comportamento dei consumatori. “Per il futuro”, annuncia Baratello, “ci piacerebbe dare alla Pinalli Tv un taglio più televisivo-editoriale, coinvolgendo il nostro personale: abbiamo moltissime colleghe addette alla vendita che sono esperte assolute nel campo della cosmesi e che potrebbero davvero fare la differenza”.

IL DIGITALE MIGLIORA L’ESPERIENZA BUSINESS E CONSUMER

Le nuove tecnologie aiutano il gruppo agroalimentare a raggiungere obiettivi di sostenibilità, ma anche a integrare le comunicazioni lungo la filiera e a migliorare la logistica.

Granarolo nasce nel 1957 con la fondazione della cooperativa che sarebbe diventata Granlatte, la più grande realtà di produttori di latte in Italia, che controlla la società per azioni Granarolo. Oggi il Gruppo conta oltre 2.500 dipendenti e 20 stabilimenti (di cui 12 in Italia) e lavora 850 milioni di litri di latte all’anno. È una filiera italiana, nata dalla passione di contadini e allevatori, basata su un sistema integrato di produzione, dove l’intero processo è controllato e gestito in stretta collaborazione con le migliori realtà locali. Il Gruppo segue tutte le fasi del processo: dalla lavorazione della materia prima alla distribuzione del prodotto finito ai punti vendita, per garantire la massima qualità e sicurezza e la ricerca costante di una sostenibilità a trecentosessanta gradi. Questa si traduce in benessere animale, meno farmaci, meno acqua, meno emissioni, meno plastica, più trasparenza sull’origine, più tutela del lavoro. “Abbiamo avviato diversi progetti di digitalizzazione”, racconta Marco Albino, direttore supply chain del Gruppo Granarolo, “in particolare alcuni sono rivolti all’ottimizzazione e all’integrazione della pianificazione, che con un numero così alto di stabilimenti non è banale, anche perché la domanda più frequente e allo stesso tempo complessa che ci pone il cliente è sempre relativa alla disponibilità dei prodotti” . Tra i principali obiettivi c ’ e-rano il miglioramento dei processi di spedi-zione verso l’estero (che nel settore del food sono complicati da una gestione documen-tale sottoposta a numerose e severe norme) e l’integrazione dell’Erp in modo da facili-tare gli stadi successivi della lavorazione, a partire dalle consegne per gli spedizionieri e verso gli utenti finali (soprattutto all’estero i clienti sono grossisti e catene retail, comun-que b2b). “Il reparto di demand planning e customer service, per l’Italia e per l’estero, può contare su un team di una decina di persone”, spiega Albino, “poi ovviamente c’è tutta l’infrastruttura: i magazzini (cinque piattaforme attive) e tutti i trasporti, quindi qualche centinaio di persone. Tutto questo è gestito attraverso Zero4 Logistica, la società del Gruppo che è rientrata nel perimetro di Granarolo dopo essere stata esternalizzata anni fa”. Particolarmente da sviluppare è l’infrastruttura della supply chain, dove è necessario uno strumento di Distribution Requirement Planning (DRP) che invia alle diverse fabbriche gli ordini di produzione. La scelta di Granarolo per la costruzione di un’ottimale customer experience, sia sul fronte B2B sia B2C, è stata quella di affidarsi a portali Web integrati, connessi con l’Erp del Gruppo: MyZero4.it, MyGranarolo.it e Spacciogranarolo.it. “Il tema della sostenibilità”, precisa Albino, “è stato tenuto in considerazione anche nella costruzione dei portali. Nello spaccio, ad esempio, c’è una sezione dedicata agli acquisti di prodotti con date corte, in modo da minimizzare gli sprechi e offrire un’occasione di risparmio al cliente. Molta attenzione è stata data anche ai percorsi di navigazione e ai profili degli utenti. Nel primo caso guidano le occasioni di consumo: cena, snack, colazione, menu vegani, eccetera. Nel secondo la tipologia di cliente B2B: hotel , bar, gelateria e così via”. L’obiettivo di Granarolo è quello di essere sempre più vicino ai clienti, e contemporaneamente trovarsi sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza. Per questo l’utilizzo del cloud e l’integrazione dei portali con l’ambiente Sap giocano un ruolo fondamentale. “Stiamo cercando le migliori tecnologie che permettono una pianificazione integrata del ciclo produttivo”, conclude Albino, “dal Demand Planning fino al manufacturing, e tutte dovrebbero essere integrate con l’Erp”.

LA PRODUZIONE PRENDE IL VOLO CON LA STAMPA 3D

La divisione del gruppo Delechaux utilizza una macchina HP Jet Fusion 4200 per fabbricare circa 150mila pezzi l’anno, ottenendo risparmi e maggiore flessibilità.

In campo industriale la stampa 3D viene usata da anni nella prototipazione, ma ha potenzialità ben più ampie. Caso esemplare è quello di Conductix Wampfler, divisione del Gruppo multinazionale Delachaux, nato nel 1902 e oggi attivo in 40 Paesi con numeri importanti (quattromila dipendenti, 30 sedi commerciali, 12 stabilimenti e centri d’eccellenza) che ne fanno un protagonista mondiale della movimentazione di materiali, dell’automazione, dei trasporti e dei macchinari per la produzione di cavi elettrici e in fibra ottica. Con i suoi 1.400 dipendenti, Conductix Wampfler opera nella produzione di apparecchiature per il trasferimento di energia e dati tra componenti in movimento traslatorio e rotatorio. Nello stabilimento di Agrate Brianza vengono prodotti per tutto il Gruppo, tra gli altri componenti, i collettori rotanti, dispositivi elettromeccanici che assolvono al compito di trasferire energia elettrica in sistemi con parti in rotazione, come le giostre dei parchi di divertimento. L’azienda sperimenta costantemente nuove soluzioni per realizzare gli stampi dei componenti plastici che vengono poi impiegati nei collettori. “Ci siamo accorti a un certo punto del nostro percorso”, spiega Fabio Breviario, responsabile ricerca e sviluppo, “che iniziavamo a perdere opportunità commerciali a causa di un rapporto volumi/costi non più sostenibile. Abbiamo così scelto la stampa 3D per rendere più flessibili ed economiche le piccole produzioni”. Tra le soluzioni valutate, quelle di HP sono apparse le più adatte sia per il loro rapporto costo/ capacità sia per l’impiego della tecnologia a letto di polvere, che permette di ottenere oggetti privi degli strati tipici della stampa a filo. L’azienda ha sfruttato gli incentivi del programma Industria 4.0 per acquistare una macchina HP Jet Fusion 4200 e installarla nella sede brianzola. “Per usare al meglio la stampante e adattarla alle nostre esigenze”, sottolinea Breviario, “abbiamo dovuto sperimentare molto, e in questa fase i tecnici di HP hanno fatto un grande lavoro insieme ai nostri. Grazie ai modelli matematici forniti dagli esperti di HP possiamo realizzare, con la tecnologia a letto di polvere, componenti con lo stesso grado IP e con la certificazione UL che avevamo con i processi a iniezione”. Oltre a realizzare prototipi, la stampante è in grado di fabbricare componenti che in precedenza venivano commissionati a fornitori esterni, mentre i vecchi metodi sono ancora in uso solo per produzioni superiori ai diecimila pezzi. I risultati ottenuti spaziano dai vantaggi economici alla trasformazione dei metodi produttivi. Il ricorso agli

LA SOLUZIONE

Conductix usa una macchina HP Jet Fusion 4200 per produrre circa 150mila pezzi l’anno, con 3.000 diversi codici prodotto (con produzione unitaria di centinaia o migliaia di esemplari). Nei componenti non destinati a sostenere particolari sforzi viene usato il polimero PA12, che in alcuni casi è in grado di sostituire sia l’alluminio sia l’acciaio. stampi per la fabbricazione di componenti si è ridotto di circa il 50%, inoltre è stato possibile semplificare strutture come quelle di morsettiere e collettori, che prima erano composte da decine di parti e oggi vengono stampate come singolo componente. “In molti casi”, dice Breviario, “abbiamo potuto semplificare il disegno dei componenti, eliminando ad esempio piastre, viti ed elementi angolari, riuscendo anche rendere più lineari i percorsi dei passaggi cavi. Possiamo progettare forme che con la tecnologia tradizionale non erano possibili, bypassando i vincoli tipici della tornitura e fresatura, migliorando quindi le prestazioni dei prodotti finiti che proponiamo al mercato”. L’azienda ha notevolmente accorciato il time to-market (di 12-16 settimane) e può offrire una produzione personalizzata, apportando modifiche ai pezzi su richiesta dei clienti (cosa che prima era possibile fare solo modificando gli stampi, a fronte di notevoli costi). “Dopo aver ammortizzato molto velocemente l’investimento nella nuova macchina, stiamo ampliandone l’utilizzo al nostro interno ma stiamo anche pensando di operare come service per tutto il nostro Gruppo”, conclude Breviario.

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