Agenzie sul territorio percorsi

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Agenzie sul territorio ‌ uscite ed esperienze.


“…. L’educazione non può essere confinata né solo tra le mura scolastiche né solo tra le pareti domestiche. Essa avviene in più luoghi…”

I bambini hanno diritto a percorsi dove i luoghi della sua educazione si conoscano e si mettano in dialogo. La scuola ha il compito di dare valore a questi diversi percorsi educativi, stabilire trame, intrecci,interconnessioni,dialoghi, incontri e confronti in modo da creare legami tra gli accadimenti educativi e il territorio circostante.

“Il mondo è costituito da una danza creativa tra tutti i punti di vista” M. Cervi


Prima uscita col pulmino Falco Magico e …Piazza “Ieri siamo stati in biblioteca”Cristian “Ci siamo andato con un pulmino, che andava forte forte!” Christian G. “Siamo arrivati in piazza…” Cristian. “La mia piazza, la piazza di Carpi” Isabel “E’ la piazza dove si va in biblioteca e dove vanno tutti. La biblioteca è dove si gioca bene senza far rumore!” Riccardo R. “In biblioteca non si gioca si legge!” Anna “EH, si, ci sono i libri!!” Riccardo R.



“Il piacere della lettura si può conquistare molto presto nella vita, come quello della musica. Lettura e ascolto nella prima infanzia possono essere considerati sinonimi: sta all’adulto però coltivare e affinare la naturale predisposizione del bambino al piacere del suono della parola in funzione della lettura individuale che verrà poi.” ( Valentino Merletti)



Si salvi chi può Laboratorio di lettura al Falco Magico

L’esperienza della lettura comincia per tramite di una voce, il libro raccolto fra le mani, l’occhio che segue il tracciato invisibile, il lettore da corpo, con il fluire ritmico della sua voce, alla presenza misteriosa che abita le pagine, il testo, così, è un evento tattile e sonoro, che parla attraverso il sapere corporeo della vocalità


LA MAGIA DEL TEATRO

“Per conservare un’idea viva di teatro, penso che bisogna trattenere,

quanto più possibile, l’immagine che il palcoscenico esercitò su noi bambini: un luogo di delizie e d’incontri, uno spazio vuoto colorato da riempire di luci, di ritmi misteriosi e anche di gesti buffi e meccanici che esaltano la vita, offuscata nel tempo grigio e smorto di tutti i giorni. Ancora oggi il teatro agisce in me come una forma d’infanzia ritrovata, che ha un suo tempo e un suo spazio proprio.” Giovanni Macchia

(scrittore autore drammatico)


Il teatro per i bambini è sempre molto creativo, usa e mescola i generi dello spettacolo con una libertà sconosciuta al teatro “adulto”. Troviamo negli spettacoli una grande varietà di stimoli diversi sia per quanto riguarda le storie sia per i linguaggi scelti per rappresentarle: il melodramma, il mimo, i pupazzi, le ombre, le narrazioni, l’animazione di oggetti… Il teatro e chi fa teatro richiede un rispetto e un’attenzione ai quali non siamo più abituati, perché spesso abbiamo di fronte una televisione che possiamo disturbare, interrompere, rivedere e spegnere a nostro piacimento tenendo conto solo del nostro personale interesse del momento. Questa esperienza si contraddistingue per le sue peculiari caratteristiche: Il teatro si svolge dal vivo ed è sempre un fatto irripetibile. Ogni replica è sempre un po’ diversa dall’altra. Le rappresentazioni non sono fatte solo dagli attori ma anche dagli spettatori che interagiscono con loro. Il teatro non propone messaggi pubblicitari che interrompono la tensione e la concentrazione Il teatro consente ad ogni bambino di diventare protagonista delle storie che racconta. Il teatro ti fa emozionare.


Spettacolo teatrale «Lulù» Teatro Storchi di Modena «Quando eravamo a teatro ho visto un uomo che si traveste da mostro» Riccardo R «era blu e ha mangiato la coperta» Christian «NO!!! Lulù ha mangiato lo stregone … era bravo!» Sandro «Lulù dalla sua pancia faceva nascere le lucciole!» Anna «E raccontava le storie!» Riccardo R. «Raccontava le storie di tre fratelli , la mamma stava piangendo e anche il papà… aveva i capelli blu, il cuore blu e il pisello …. No l’ombelico blu! Ma la lingua era rossa grossissima!!!» Riccardo L. «Quando Lulù usciva dalle scatole la foresta cambiava colore…» Alexandra «SI, diventava come di sole! Splendente!»Isabel «ecco io guardavo il cielo il lampadario e anche gli angeli» Anna


Spettacolo teatrale «Ranocchio» Teatro Gioco Vita -Teatro Stabile di Innovazione

LA STORIA

Candido e ingenuo, Ranocchio guarda il mondo con gli occhi sempre aperti, anzi, spalancati. Tutto intorno a sé lo sorprende, lo riempie di stupore, lo incuriosisce. Ranocchio ha tanti amici: Anatra, una dolce e amorevole compagna di giochi; Porcellino, un placido amante della casa e della buona cucina; Lepre, un intellettuale che ha sempre una risposta a tutto; eTopo, un avventuriero tanto intraprendente quanto generoso. Insieme affrontano le grandi domande che i piccoli drammi di ogni giorno pongono loro. A tutti questi dilemmi esistenziali Ranocchio e i suoi amici riescono sempre a trovare una risposta positiva. Un merlo trovato nel prato è l’occasione per interrogarsi sul mistero della morte e la necessità di celebrare la gioia di essere vivi. Il mal d’amore provato da Ranocchio è lo spunto per riflettere sul dolore e sulla felicità che da esso ne scaturisce. Uno spavento notturno rende inevitabile un’indagine sul tema della paura vera e della paura di aver paura. Con parole e immagini di grande forza ed essenzialità le vicende di Ranocchio e dei suoi amici, grazie a uno humour gentile, ci confortano e ci trasmettono una grande voglia di vivere. Lo fanno parlando di sé ma nel fare questo ci parlano anche di noi. Di noi che siamo grandi e ancora non sappiamo sempre accettarci ma, anche e soprattutto, di chi grande lo deve diventare e si misura ogni giorno con i problemi che il proprio crescere nel mondo comporta. Queste piccole storie dal cuore grande sono tratte dai libri illustrati di Max Velthuijs, uno dei più celebrati autori e illustratori per l’infanzia al mondo. Le sue figure e le sue parole sono state staccate dal loro contesto originario per farle vivere sullo schermo del teatro d’ombre, trasformate con leggerezza e poesia in delicate storie animate.


CON LO SGUARDO DEL BAMBINo Avete mai visto voi un bambino mentre assiste, rapito, ad uno spettacolo teatrale? Ha un modo di tenere il busto in avanti, tutto proteso verso la scena. Gli occhi sono sbarrati, fissi. L'espressione è spesso seria, concentrata, anche quando ride. Perché tutto va preso sul serio, anche la finzione. E lui lo sa che solo se si finge sul serio, fingere ha senso. La bocca poi, la bocca è tutto. E' aperta, quando non è addirittura spalancata. Sulla bocca la meraviglia, negli occhi, la rivelazione, in quello sguardo lo stupore. Ecco, lo stupore impresso nello sguardo di un bambino è lo stesso che accompagna sempre Ranocchio (anche lui bambino) nella scoperta delle cose del mondo. Uno stupore che è sorpresa, curiosità e incredulità ma è anche voglia di scoprire, di capire, e di lasciarsi coinvolgere dall’infinita ricchezza della vita. E non c’è avventura più bella che vivere. Perché la vita è, come dice proprio Ranocchio: “una cosa meravigliosa”. E lo è anche quando vivere vuol dire affrontare una tristezza che ci prende senza ragione o quando ci dobbiamo confrontare con una paura della quale non conosciamo il motivo.


Anche quando vivere ci impone di superare la scoperta dolorosa della morte o ci porta ad apprezzare la gioia che l’incontro con l’altro ci trasmette. Per godere della vita insomma bisogna viverla, bisogna farne “esperienza”. Come il teatro. Per questo abbiamo cercato di far sì che questo piccolo momento di teatro, Ranocchio appunto, potesse essere, per il nostro piccolo pubblico, “un’esperienza”: vera, sentita e condivisa. E per realizzare questo abbiamo pensato ad un unico spazio contenente scena e pubblico, un microcosmo intimo e suggestivo, dove meglio e con più intensità si potesse realizzare, da parte dei bambini, l’incontro con Ranocchio e il gruppo di animali suoi amici. Sono loro, i personaggi della nostra storia, che vivono nel nostro mondo o siamo noi che viviamo nel loro? Il confine è labile e, scena dopo scena, la percezione cambia. Ma sicuramente i bambini, posti dentro la scena, vivono lo stesso spazio e lo stesso tempo dell’azione e si sentono maggiormente coinvolti nelle esperienze che lì vi si consumano. Nulla è pertanto celato in questo microcosmo teatrale: ombre, figure e attori abitano lo spazio della scena con la naturalezza di chi è di casa di chi vive nel presente. Gli schermi non separano, anzi, uniscono. Tutto l’artificio scenico è svelato: sagome e animazioni a vista, proiezioni frontali, ombre che si fanno oggetto e oggetti che si fanno ombre. Tutto serve a darci il senso di un’unica realtà, un mondo a cui tutti apparteniamo e in cui tutti possiamo riconoscerci. Un Mondo di incontri importanti e di eventi intensi, di momenti tristi e grandi paure ma dove tutto, nell’insieme, ci restituisce un piacere di vivere contagioso e confortante. Perché le storie di Ranocchio donano davvero profondo conforto. Ma non nel senso di comfort, comodità, ma nel senso originario di cumfortis: rendono forti e vigorosi, consolano e sollevano dal dolore, colmano di speranza.


CONVERSAZIONE A SCUOLA DOPO LO SPETTACOLO.

“Siamo andati al teatro con l’autobus” Riccardo R. “con un autobus grande…” Giovina “si chiama pullman!” Angelo “No, pulmino grande!!!” Giovina “ E c’era da stare seduti” Anna “Quando siamo arrivati è successo che una tata è venuta a portarci a vedere Ranocchio” Riccardo R. “ C’era un ranocchio e una paperella femmina” Rebecca “C’erano le panchine piccole…” Rebecca “ e anche delle sedie” Cristian R. “C’era una volta …. un ranocchio… ha detto…” Thomas “e un topo che faceva felice il ranocchio” Cristian R. “Il ranocchio era disperato perché sentiva il cuore che sbatteva” Lorenzo “Il topo allora suona la chitarra…” Giovina “no, era un violino…” Lorenzo “.. e allora il topo dice: - forse ti sei innamorato!!- “ “Innamorati vuol dire abbracciarsi” Beatrice” ”Essere innamorati vuol dire che si abbraccia e si bacia” Riccardo R. “Essere innamorati si dice ti voglio bene…”Angelo “si dice anche ADORATI!...” Anna “…si dice AMORE…” Beatrice “…si può dire bello” Thomas “…si può dire che sei bello…” Rebecca “…e poi dico che mi devo sposare…” Riccardo R. “…si dice:-sono felice-“ Beatrice “Ranocchio incontra un coniglietto, un maialino e la papera” Thomas “Quando incontra la papera sono diversi perché uno vola e l’altro non vola” Beatrice “Ranocchio ha anche paura dei fantasmi.” Giovina


“…e non si sente tanto bene”Riccardo R. “…io ho paura dei lupi” Anna “…io ho paura di Rosy perché graffia” Cristian R. “…io ho paura dei fantasmi” Beatrice “…io ho paura del buio” Rebecca “… io no!!! Però le tarantole velenose se ci vai vicino tirano fuori i tentecoli e ti pizzicano…” Lorenzo “Io ho paura del buio e il papà mi lascia una luce.” Thomas “Io ho una luce che mi protegge!” Cristian R. “Trovano anche un merlo morto e lo hanno seppellito!” Anna “Vuol dire che muore e va in cielo…” Riccardo R. “…vuole dire che ci sono i fiori” Giovina “…quando uno muore ti senti male” Anna “…i suoi amici si sentono male” Beatrice “…malissimo!!!” Lorenzo “…e anche un po’ tristi” Anna “Poi vedono un altro uccellino che cantava e sono felici” Riccardo R. “Poi hanno fatto una festa con tutti i suoi amici” Anna


Al cinema Il film “ERNEST E CELESTINE” è la storia di una bellissima e tenera amicizia tra un orso e una topolina. I bambini sono stati bravissimi e hanno seguito incantati. Un’esperienza da ripetere.

http://www.mymovies.it/film/2 012/ernestandcelestine/trailer /


Al Borgogioioso per acquisti! Mancano alcuni ingredienti per cucinare le torte per i compleanni. Decidiamo di andare tutti insieme ad acquistarli ‌.


Oh,oh c’è Froozen! Megaschermo… la coop tutta per noi… Ok ci fermiamo e ci facciamo anche alzare il volume!!!

Ok, capito! Andiamo a fare la spesa!


Che fatica !!! E allora ci fermiamo per l’happy haor

Vivere in modo diverso e con gli amici un luogo conosciuto nella pratica famigliare non ha prezzo!


Ci vediamo !

Ok alla prossima!!


Mirtillo del bosco.

Libreria

Radice Labirinto

Cari bambini, mi chiamo Mirtillo e vivo nella foresta Radice-Labirinto. Tutti i giorni porto alla città fragole, more,menta selvatica e funghi. Ho anche un altro compito molto speciale: consegno i libri dei miei amici librai in tutte le città d'Italia e viaggiando arrivo anche in Francia e in Africa. Ultimamente nella foresta "Radice- Labirinto" si è parlato molto di voi, cari bambini della scuola Agorà, e di quanto amiate ascoltare le storie. Ho saputo dal magico uccellino che sempre mi accompagna nei miei viaggi che vi è piaciuta molto la storia di Cipì, un altro uccellino simpatico e curioso che qui nella foresta conosciamo molto bene. Ho pensato che sia per voi venuto il momento di conoscere personalmente i miei amici librai. Che ne dite? I miei amici librai si chiamano Dario e Alessia e hanno nella vostra città una bellissima libreria che si chiama "RadiceLabirinto" come la foresta in cui vivo. E' per questo che ci siamo conosciuti. Alessia e Dario vi aspettano nella loro libreria per trascorrere insieme una bella mattina leggendo fiabe, storie e racconti. Accettate l'invito? In serbo per voi un libro che ho scelto personalmente per accompagnarvi durante i prossimi mesi. Vi accorgerete entrando che un po' di foresta è entrata anche in libreria! Io purtroppo non potrò esserci perché sarò in viaggio per consegnare frutti di bosco e libri, ma sono certo che presto ci incontreremo... nella vostra immaginazione!


Siamo andati alla libreria Radice-Labirinto come ci aveva indicato Mirtillo nella sua lettera e ad attenderci c’era Alessia e Dario. Alessia ci ha accolto e invitato ad entrare in libreria. In libreria c’era uno spazio predisposto per l’ascolto di un racconto.

“…Un muro di ossa di bambini, una strega e un bimbetto intelligente in una spaventosa favola resa ancor più paurosa, ma anche più intrigante…”


Dopo la lettura ci ha donato un mentone e un vero regalo‌


Com’è il pacco? “è fatto quadrato” Riccardo R. “forse è un dvd” Cristian R. “una lampada” Simone “per me è sempre un libro” Riccardo R. “ve lo avevo detto che era un libro, avevo ragione io” Riccardo R.

E con questo libro? Cosa potremmo fare?

Conversazione

C’è da aprire un regalo che ci hanno dato in biblioteca” Riccardo R. “una specie di biblioteca. Era a forma di bosco” Christian G. “era in piazza” “era dove davano le caramelle” Matilda “si chiama Radice” Cristian R. “perché sono delle piante che sono lì e le foglie… perché ci sono tanti libri” Riccardo R. “in libreria i libri si portano a casa” Simone “Mirtillo ci ha detto che dovevamo andare da lui. Ha saputo che noi siamo bravi ad obbedire alle maestre. Nel suo bosco ha conosciuto le storie di Cipì” “Ci ha letto il libro della strega” Matteo G. “Denti di Ferro” Rebecca “Come braccio di ferro che mangiava gli spinaci” Alex “Prima il sapone e si è insaponato, poi il pettine e si è trasformato in un bosco fitto fitto … ma ha tirato il coltello e ci è venuto burrone profondo e lei c’è caduta dentro…”


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