diritto - economia - cultura
Magazine - 04 - 2011
Evasione o elusione Soluzioni anti crisi A colazione con Audrey Via, piĂš veloce della luce
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e immagini devono fare da metafora agli articoli!” ho sentito sentenziare il nostro direttore di redazione intento ad inchiodare sul palo più alto un giornalista che, coi fogli del suo scritto accartocciati fra le dita, osava lagnarsi della rigidità dei termini di consegna degli articoli, per lui troppo anticipati rispetto all’uscita del nuovo numero. Nessuno, in un gruppo di lavoro, può ritenere il proprio compito superiore a quello degli altri. Un articolo, anche il migliore, resta inchiostro su un foglio, come un vuoto a perdere se non viene intitolato, impaginato, illustrato, stampato e alla fine soprattutto letto. Coordinarsi con gli altri, dare ciascuno il meglio per un risultato comune è un’impresa che presuppone autodisciplina e rispetto per il lavoro altrui. Anche nella professione, tralasciare i personalismi, dialogare e armonizzarsi per un obiettivo comune ci consente di dare sempre al Cliente la migliore performance possibile. Un corpo umano che si muove in armonia, è ovvio, non può avere gambe o braccia indipendenti e capricciose. Ed eccomi qua, ligio ai tempi assegnati, penna e calamaio - direbbero i progenitori - maniche rimboccate, ora nuovamente pronto a scrivere l’Editoriale, quello del giorno dopo, quello che segue l’uscita del “NUMERO UNO”. Già, il fatidico “Primo” è passato, guida e non facile sfida per il “NUMERO DUE”. Il successo ottenuto ha riacceso il nostro entusiasmo ed anzi, ha coinvolto proprio tutti, adesso più convinti di prima della bontà dell’opera. Ma a parte la gloria effimera, l’emozione di tenere tra le mani il nostro &Magazine, così bello, più di quanto osassimo immaginare, ricco di argomenti complessi ma di agevole lettura, che odora di carta stampata, piacevolmente liscio sotto i polpastrelli, ben rilegato e accattivante nella sua elegante confezione, ci ha ripagato di tanti sforzi e difficoltà affrontate. Cosa dire di questo numero autunnale, forse posso cominciare col sottolineare che l’informazione sul diritto e l’economia questa volta si è concentrata su vicende che hanno visto direttamente coinvolti tutti noi, professionisti dello Studio Spinapolice&Partners. Questioni che meritano una riflessione in più per gli esiti dei giudizi, per i mutati o rinnovati orientamenti giuri-
GIOVANNI SPINAPOLICE
sprudenziali, oppure semplicemente perché interessanti anche e soprattutto per i nostri lettori. Pezzi come: “Per il fatto illecito del promotore risponde sempre la Banca intermediaria”, descrivono uno spaccato di vita vissuta dentro e fuori i tribunali volta alla difesa dell’investitore raggirato. Inoltre, i titoli “Evasione o Elusione fiscale: il contribuente - infedele - nel mirino del fisco” e “Sequestrabile il Fondo Patrimoniale strumentale all’evasione”, ci vedono cronisti di nuove mosse nella scacchiera, palcoscenico della lotta tra fisco ed evasori. Il settore cultura della rivista, poi, si è arricchito di una rubrica dal titolo: “Ti consiglio di leggere…”. E’ la recensione di un libro che abbiamo deciso di inserire nella nostra bacheca dei “libri sacri”. Testi che non sono sempre “di successo”, anzi, che a volte restano dimenticati o sconosciuti ma meritano un posto d’onore tra quei libri che vale la pena possedere. Un’ultima e meritata menzione va all’intervista del regista teatrale, Edoardo Torricella, che più di altri ha saputo dare forza espressiva e dignità di rappresentazione classica al teatro “uderground”, ovvero di strada o meglio, come ama definirlo lui stesso, “delle periferie”. Infine, come tralasciare di citare il nostro appuntamento con tutte quelle notizie che credevamo appartenere solo alla fantascienza e che invece sono già realtà. “Via, più veloce della luce”, è l’articolo che ci spiega come Einstein è stato messo in discussione da una scoperta occasionale ma sensazionale che ci pone un interrogativo: un giorno, nel futuro, sarà possibile il viaggio interstellare oltre la velocità della luce? Buona lettura a tutti.
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sommario
diritto Evasione o elusione
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Il contribuente “infedele” nel mirino del fisco
Locazione e estorsione
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Cassazione: il proprietario che chiede i soldi “in nero” all’inquilino è un estorsore
Fondo patrimoniale
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Sequestrabile il fondo patrimoniale strumentale all’evasione
economia Soluzioni anti-crisi
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Le idee che contano nel Private Equity
Promotori, banche e investitori, chi garantisce cosa Per il fatto illecito del Promotore risponde sempre la Banca intermediaria
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sommario
La rete che salva il business dai rischi
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Le nuove frontiere del Risk Management Aziendale
Stop alle chiamate indesiderate
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Istituito il Registro Pubblico delle Opposizioni contro le telefonate indesiderate
Bestiario fiscale - 2° parte
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In Italia si tassa di tutto
cultura A colazione con Audrey
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Un’icona di stile e umanità celebrata per il cinquantesimo del film culto dell’immaginario femminile
Il teatro del nonsenso e le periferie metropolitane
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Intervista a Edoardo Torricella
Via, più veloce della luce
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La chimica dell’incontro
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diritto
EVaSiONe O eLuSiONe Il contribuente “infedele” nel mirino del fisco. di Paola Lucia CARELLA e Giovanni SPINAPOLICE
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uò come minimo disorientare il principio secondo cui, pur rispettando la legge il contribuente può essere ritenuto comunque responsabile di un comportamento illecito, perchè teso ad un risparmio fiscale. Prima di tutto va chiarito che evasione ed elusione fiscale sono due concetti di Diritto Tributario sostanzialmente diversi. L’evasione è un vantaggio d’imposta ottenuto tramite la violazione di una norma di legge. L’elusione, invece, è un risparmio d’imposta derivante dall’uso di una o più disposizioni di legge. Ed è proprio riguardo a quest’ultima che, in dottrina e giurispru-
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L’Amministrazione finanziaria avrebbe la facoltà di disconoscere il risparmio fiscale ottenuto contestando l’uso distorto delle norme tributarie.
denza, si discute addirittura sulla configurabilità o meno di una responsabilità penale a carico del contribuente. Nella categoria dell’elusione fiscale rientrano tutte le operazioni ex art. 37 bis, D.P.R. n.600/1973, nonché il c.d. “transfer pricing”, consistente nel trasferimento infragruppo di beni o servizi, finalizzato all’ottimizzazione dei risparmi fiscali derivanti da diversi regimi fiscali nazionali. L’Amministrazione finanziaria non potrebbe mai dichiarare nulle tali operazioni, ma avrebbe la facoltà di disconoscere il risparmio fiscale ottenuto dal contribuente, contestando l’uso distorto delle norme tributarie e il conseguente abuso del diritto, dal momento che, le norme tributarie non hanno lo scopo di generare un risparmio fiscale. Sulla stessa linea teorica si muovono le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione che, con le sentenze nn.30055, 30056 e 30057 del 23 dicembre 2008, ricavano il principio anti-elusivo dal divieto di abuso del diritto. Le fondamenta
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si rinvengono nei principi costituzionali di capacità contributiva e di progressività, soggiacenti alla base dell’ordinamento tributario. La Suprema Corte chiarisce, inoltre, che non c’è alcun limite all’applicazione retroattiva, da parte del giudice tributario, di norme sanzionatorie entrate in vigore dopo il compimento delle operazioni elusive. Nonostante ciò, il divieto di abuso del diritto non può tradursi nell’introduzione di nuovi obblighi, poiché sarebbe necessaria l’emanazione di vere e proprie leggi formali, in virtù della riserva di legge che copre la materia tributaria. Bisogna tener conto anche dell’impossibilità di identificare la condotta elusiva con la violazione di una disposizione di legge. Ne discende l’incompatibilità con l’illecito penale, avente alla base il principio di tassatività, in forza del quale non si può prescindere dalla violazione di una specifica dispo-
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sizione di legge. In dottrina, la questione è stata affrontata partendo dallâ&#x20AC;&#x2122;art. 4, D.Lgs. n.74/2000, che prevede la responsabilitĂ penale nei casi dâ&#x20AC;&#x2122;infedeltĂ nella dichiarazione da parte del contribuente. Alcuni sostengono che sia possibile sanzionare ogni difformitĂ tra lâ&#x20AC;&#x2122;imposta pagata e quella effettivamente dovuta, altri circoscrivono tale ipotesi alla dichiarazione di componenti positivi mai conseguiti e componenti negativi mai
sostenuti, ma che il contribuente ha comunque portato in deduzione. Tuttavia, per la mancanza di un preciso obbligo da rispettare, per definizione non potrebbe mai realizzarsi tale infedeltĂ . Sulla base di queste argomentazioni, le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione hanno, quindi, ritenuto opportuno escludere lâ&#x20AC;&#x2122;incriminazione per elusione fiscale, ma resta ferma, ovviamente, la responsabilitĂ per lâ&#x20AC;&#x2122;illecito civile.
43 (Yž &1(:3 1.2.9* 3*11Y&551.(&?.43* 7*974&99.;& )*11* 3472* sanzionatorie.
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LOCaziONe e eStORSiONe Cassazione: il proprietario che chiede i soldi “in nero” all’inquilino è un estorsore. di Walter SCOTT
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onfermando la tendenza di questi ultimi anni, il 2011 è stato turbolento dal punto di vista giuridico perchè interessato da tante e corpose novità. Un susseguirsi di interventi legislativi e di interpretazioni giurisprudenziali ci ha impegnati, non poco, quali operatori del diritto.
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Ebbene, tra le altre, in ambito penale va segnalata, per il suo particolare impatto sociale, la sentenza n. 24437, emessa dalla II Sezione della Cassazione Penale. Essa ha confermato l’ipotesi del reato di estorsione, di cui all’art. 629 c.p., ogni qual volta il proprietario di un immobile dato in locazione chieda dei soldi “in nero” al conduttore. In altri termini, il Supremo Collegio questa volta si è spinto fino a ravvedere nel comportamento del locatore, che
nel perseguire i propri interessi si comporta contra ius, la deprecabile fattispecie del reato di estorsione, condannandolo. Il caso all’attenzione dei giudici, in particolare, ha riguardato il proprietario di un locale commerciale che, coartando la volontà del conduttore, gli aveva chiesto di corrispondergli “in nero” una somma di denaro per ottenere la proroga del contratto in scadenza. E’ ovvio che ogni conduttore, trovandosi di fronte a tale
Ogni conduttore pagherebbe quanto richiesto dal locatore senza obiettare, e ciò per evitare di subire lo sfratto e quindi il maggior onere che un trasloco comporterebbe alla propria attività. 18
57457.*9&7. ). .224'.1. 3*1 9*254 -&334 &)499&94 ;&7. stratagemmi approfittando della propria posizione di forza rispetto al conduttore.
proposta senza avere alternative, pagherebbe quanto richiesto dal locatore senza obiettare, e ciò per evitare di subire lo sfratto e quindi il maggior onere che un trasloco comporterebbe alla propria attivitĂ . La sentenza però precisa che per potersi realmente configurare la grave fattispecie penale dellâ&#x20AC;&#x2122;estorsione, occorre esaminare le modalitĂ con cui il locatore abbia esercitato il proprio diritto ad ottenere il pagamento del canone. I giudici continuano, evidenziando che è vietata lâ&#x20AC;&#x2122;ipotesi in cui vengano richieste somme diverse ed ulteriori rispetto a quelle corrisposte per il canone e ciò, aggiungono, quando il contratto è ancora in essere. CosĂŹ, anche la semplice richiesta â&#x20AC;&#x153;in neroâ&#x20AC;?, una tantum, di
una somma di denaro sarebbe sanzionabile penalmente, perchĂŠ finalizzata ad ottenere illeciti profitti, ove il contratto, ovviamente, disponga diversamente. Tale approccio del Collegio fa riflettere anche perchĂŠ siamo di fronte ad un caso di locazione ad uso commerciale e non abitativo. A tale proposito, è bene ricordare che il nostro sistema giuridico, in tema di locazioni è abbastanza restrittivo giĂ da parecchi anni (v. legge dellâ&#x20AC;&#x2122;equo canone n.392/78), tanto da aver incentivato, senza volerlo, comportamenti elusivi delle norme in materia da parte dei proprietari di immobili. Costoro, nel tempo hanno adottato vari stratagemmi, non
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da ultimo il pagamento anticipato di somme non dichiarate, tali da coprire le differenze meno redditizie del canone equo e/o dichiarato. Quel che si è voluto sempre evitare, da legislatore e giudici, è che il locatore, approfittando della propria posizione di forza rispetto al conduttore, possa cedere alla tentazione di coartare la volontà dell’inquilino per ottenere benefici in danno di quest’ultimo, ritenuto il contraente più debole. Tale maggior tutela, però, storicamente è sempre stata di appannaggio del conduttore-famiglia (parte debole), mentre, con la pronuncia in commento, si allarga anche
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in favore delle posizioni del conduttore-commerciante, finora lasciato praticamente libero nelle trattative e quindi nelle scelte imprenditoriali e contrattuali. Per un orientamento, per certi versi condivisibile, la decisione dei giudici sembrerebbe in contrasto con il libero esercizio del diritto di proprietà del locatore e “farebbe a pugni” col nostro sistema, che si definisce di libero mercato. Il comportamento del locatore rientrerebbe, perciò, nel lecito esercizio dei suoi diritti, derivanti dal principio dell’autonomia contrattuale e dalla proprietà che lo stesso vanta sull’immobile.
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La decisione dei giudici sembrerebbe in contrasto con il libero esercizio del diritto di proprietà del locatore e “farebbe a pugni” col nostro sistema, che si definisce di libero mercato.
Si obietta infine: se è vero che, nell’ipotesi di contratto di locazione scaduto, sul proprietario non grava alcun vincolo in ordine alla libera determinazione del canone (che addirittura potrebbe essere sottoposto a condizioni più gravose) tanto che nessun illecito potrebbe ravvisarsi a suo carico, perché mai il medesimo proprietario sarebbe imputabile di estorsione per il solo fatto che il contratto è in scadenza? Dobbiamo, però, anche riflettere sulla necessità di scoraggiare tutti quei comportamenti contrari alla buona fede, alla correttezza e alla lealtà contrattuali, principi basilari
del nostro ordinamento. Di qui può dirsi equa la censura dei giudici al locatore che si comporti come nel caso esaminato. Pertanto, possiamo infine riassumere la notizia dicendo che, per il Supremo Giudice Penale, il locatore che chieda l’esecuzione di prestazioni ulteriori rispetto a quelle previste dal contratto è perseguibile penalmente per il reato di estorsione.
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soLuZioNi ANti-cRiSi Le idee che contano nel Private Equity di Salvatore INICORBAF
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l mercato italiano del capitale di rischio ha ormai da alcuni anni raggiunto i livelli tipici dei paesi finanziariamente più avanzati, facendo registrare una continua crescita sia dal punto di vista quantitativo, cioè in termini di numero di operatori e risorse investite, che sotto il profilo qualitativo, quindi con riferimento alla professionalità degli investitori e al loro livello di specializzazione. Al tempo stesso, sul fronte delle imprese, è necessario continuare a diffondere una corretta cultura del capitale di rischio, insieme alle indicazioni necessarie per poter
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instaurare un proficuo rapporto con gli investitori, finalizzato alla nascita, alla crescita e al rafforzamento competitivo del nostro sistema imprenditoriale.
VENTURE CAPITAL O PRIVATE EQUITY? L’attività di investimento istituzionale nel capitale di rischio viene generalmente definita con i termini anglosassoni venture capital e private equity. Pur essendo spesso utiliz-
zati come sinonimi, il venture capital vero e proprio si riferisce al finanziamento dell’avvio di nuove imprese, mentre il private equity comprende le operazioni di investimento realizzate in fasi del ciclo di vita delle aziende successive a quella iniziale. È bene comunque precisare che, tra gli operatori del settore e sulla stampa specializzata, private equity è divenuto il termine utilizzato più frequentemente per indicare, in modo generale, “il mestiere” dell’investitore nel capitale di rischio. Gli operatori attivi in tale mercato vengono spesso definiti, genericamente, venture capitalist, indipendentemente dalla tipologia di operazioni
che pongono in essere, o, meno frequentemente private equity investors, qualora ci si riferisca a soggetti focalizzati sulle fasi avanzate del ciclo di vita delle imprese. L’obiettivo dell’investitore è quello di realizzare, nel medio termine, un importante guadagno di capitale (capital gain) attraverso la cessione della partecipazione acquisita. Per guadagno di capitale si intende l’incremento di valore della partecipazione maturato dal momento dell’assunzione della partecipazione a quello della cessione e monetizzazione della stessa. In generale, il buon esito dell’intervento è determinato dalla capacità dell’investitore di contribuire a creare valore all’interno dell’impresa, generando, così, nella maggior parte dei casi, ricchezza al tessuto economico del contesto territoriale dell’impresa e in alcuni casi del Paese.
LE CARATTERISTICHE DEL VENTURE CAPITAL Si tratta del tipico intervento di venture capital in senso stretto: per rendere concreta una nuova idea imprenditoriale, aspirante imprenditore e investitore privato o istituzionale entrano in società fin dalle prime fasi di vita della nuova attività. L’intervento può realizzarsi sia al momento in cui esiste solo un’idea circa il nuovo prodotto o servizio da mettere sul mercato (seed capital), sia quando è già stata superata una prima fase di sperimentazione ed esistono le premesse per potere avviare un’impresa (start up). Generalmente, in entrambi i casi, l’imprenditore apporta la propria idea e un ridotto ammontare di capitali, mentre
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lâ&#x20AC;&#x2122;investitore finanzia gli studi di fattibilitĂ (qualora non siano ancora stati realizzati), e lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione della struttura produttiva, organizzativa e commerciale. Entrambi i tipi di intervento implicano un elevato grado di rischio, dovuto allâ&#x20AC;&#x2122;assenza di una storia dellâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ di impresa. Il finanziamento costituisce perciò quasi una scommessa, da parte dellâ&#x20AC;&#x2122;investitore, sulla bontĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;idea e del progetto e sulle capacitĂ e volontĂ di affermazione dellâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa, dimostrate dal portatore dellâ&#x20AC;&#x2122;idea e rappresentate dal business plan. In questo caso lâ&#x20AC;&#x2122;unica certezza deriva dalla storia personale delle persone coinvolte, che
viene perciò analizzata e verificata attentamente attraverso unâ&#x20AC;&#x2122;approfondita analisi delle motivazioni e delle competenze nella specifica area di business. Soprattutto a causa della ridotta disponibilitĂ di capitale da parte del nuovo imprenditore, spesso lâ&#x20AC;&#x2122;investitore assume, in tali operazioni, almeno transitoriamente una posizione di maggioranza. Le condizioni per presentarsi con successo a un venture capitalist sono di primaria importanza.
Y4'.*99.;4 )*11Y.3;*89.947* ž 6:*114 ). 7*&1.??&7* :3 importante guadagno di capitale.
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Sebbene non esista un imprenditore ideale, alcuni aspetti legati al suo carattere e alla sua esperienza costituiscono dei requisiti indispensabili per attrarre l’attenzione dell’investitore: t MB DSFEJCJMJUË EFM QSPQPOFOUF M JOJ[JBUJWB t JM LOPX IPX NBUVSBUP OFM TFUUPSF JO DVJ WVPMF PQFSBSF t MB DBQBDJUË EJ MFBEFSTIJQ t JM DPNNJUNFOU OFM QSPHFUUP JNQSFOEJUPSJBMF t MB UFOEFO[B BE VO EJTDPSTP MFBMF BQFSUP e trasparente.
L’INTERVENTO FINALIZZATO DEL PRIVATE EQUITY Le imprese già esistenti possono ricorrere all’investimento in capitale di rischio per espandere il proprio business, con l’obiettivo, ad esempio, di aumentare la capacità produttiva o di consolidare l’immagine del proprio prodotto/servizio attraverso l’ampliamento della propria quota di mercato e al fine di rimanere competitive in Europa e globalmente. L’ampliamento della pressione competitiva, anche a livello geografico, richiede, infatti, sempre più il raggiungimento di dimensioni adeguate al contesto internazionale. In questi casi (expansion financing), l’investitore sarà interessato ad intervenire solo se ritiene che esistano buone prospettive per tale espansione in termini economicamente interessanti. In questa fase, l’azienda ha già dimostrato di riuscire a competere sul mercato con profitto, perciò il rischio di insuccesso, quantomeno totale, è più basso. È quindi più facile “convincere” l’investitore, offrendogli
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informazioni di tipo storico, oltre che previsionale, utili per meglio capire e valutare le potenzialità dell’azienda nella quale egli si accinge a effettuare l’investimento. Le esigenze finanziarie dell’impresa in funzione di un
progetto di sviluppo, determinano la necessità di procedere ad un aumento di capitale sociale, sottoscritto, in tutto o in parte, dall’investitore privato o istituzionale.
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P roMotori, Ba Nc he e iN veSitORi, Chi GaRaNtiSCe CoSa Per il fatto illecito del Promotore risponde sempre la Banca intermediaria di Giovanni SPINAPOLICE
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vevo appena finito di esporre la mia relazione sulla tutela giuridica degli investitori retail e congedato i presenti, che si erano dati appuntamento numerosi nella grande sala dellâ&#x20AC;&#x2122;Hotel, allestita allo scopo. Con un gomito pendevo da un lato in piedi, appoggiato al tavolo conferenze, piantato sulla sua pedana, e ascoltavo frastornato coloro che si erano accalcati attorno a me per salutarmi o per fare la mia conoscenza diretta.
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Finché: “Avvocato, gli abbiamo dato tutti i nostri risparmi a quel farabutto, quelli che avevamo messo da parte in tutta una vita di duro lavoro. Li avevamo destinati per l’Università di nostra figlia, poverina, e adesso io e mio marito siamo in pensione e non abbiamo più un soldo. Se li è presi tutti, eppure sembrava così una brava persona quel promotore, ci prometteva che avremmo... e noi gli abbiamo dato retta. Avvocato, ci aiuti!”. Una piccola figura brizzolata, una donna che non doveva essere anziana, ma con i segni del tempo ben visibili, a fare da contorno a due occhi azzurri e tondi che mi fissavano,
intensi e supplichevoli, si era fatta strada fra gli altri e mi parlava tenendomi la mano tra le sue. Non avevo il coraggio di sottrarmi a quella presa decisa ma benevola, ma ero visibilmente a disagio. A ben riflettere, mi sentivo gravato di una responsabilità che non avevo, se non per il recupero del maltolto se e quando ci sarei riuscito. Alla fine il problema non era il mio, mi dicevo. Ma quella sana freddezza, il proverbiale, a volte provvidenziale distacco professionale non riuscivo proprio a provarlo in quel frangente. Mi sentivo responsabile del pesante
”Gli abbiamo dato tutti i nostri risparmi a quel farabutto”
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compito di dare risposte certe, che come addetto ai lavori so sempre di non poter dare. Ancora di più avrei voluto fare giustizia o quanto meno dare una speranza a tutta quella gente che aspettava solo un minimo sollievo dal rimorso alimentato dal sentirsi colpevoli, come succede, purtroppo, alle vittime delle truffe. Quel promotore o quella Società Finaziaria, che promettevano miraggi, avevano fatto sparire i risparmi di parecchia gente, troppa! Ed io sentivo che avrei dovuto proteggerne i diritti a tutti i costi. Ebbene, nelle intermediazioni mobiliari, il Dlgs 24/2/98 n.58 (TUF), all’art.31 comma 3, reiterando il disposto del più generale art. 2049 c.c., stabilisce che a capo dell’intermediario – Banca - vi sia una responsabilità oggettiva indiretta per il fatto illecito del promotore finanziario cui abbia conferito l’incarico. Il Tribunale di Prato con sentenza del 23/3/11 n. 211, che qui vale la pena richiamare, precisa l’estensione della norma nel senso di far sorgere la detta responsabilità a prescindere dalla sussistenza di un nesso causale tra le mansioni affidate al promotore dall’Istituto bancario e l’evento dannoso risarcibile. Perciò, per il Tribunale è sufficiente l’insorgenza di una situazione conseguente all’incarico affidato, anche se soltanto occasionale, tale da aver agevolato o reso possibile il fatto illecito del promotore e quindi il danno. Tale responsabilità solidale, poi, sussiste anche se l’incaricato – promotore – abbia agito al di là delle proprie incombenze e pure se egli abbia violato le prescrizioni impartite, purché abbia agito nell’ambito delle proprie mansioni. A nulla rileverebbe, poi, la condotta poco accorta o colpevole dell’investitore che potrebbe aver agevolato e in qualche modo reso possibile il fatto illecito del promotore. La responsabilità solidale che coinvolge la Banca resta ferma, senza che il comportamento disinvolto del cliente possa influire sulla diminuzione del risarcimento del quale ha diritto. Già in precedenza e in modo costante la Suprema Corte (fra tutte la n. 20137/2005) si era espressa nel ritenere che in tema di responsabilità per fatto illecito doloso, la norma dell’art. 1227 cod. civ. (richiamata dall’art. 2056, 1 c, cod. civ.), che prevede la diminuzione della misura del risarci-
Quel promotore o quella Società Finaziaria, che promettevano miraggi, avevano fatto sparire i risparmi di parecchia gente, troppa! Ed io sentivo che avrei dovuto proteggerne i diritti a tutti i costi.
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Un altro passo avanti nell’interpretazione giurisprudenziale, un motivo in più per la tenera pensionata che mi parlava alla riunione di avere la concreta speranza di mandare la figlia all’Università.
mento in caso di concorso del fatto colposo del danneggiato, non è applicabile nell’ipotesi di provocazione da parte della persona offesa del reato, in quanto la determinazione dell’autore del delitto va considerata causa autonoma del danno subito dalla medesima persona offesa. Il principio appena esposto, in breve, si ripercuoterebbe anche sulla Banca, seppur responsabile oggettiva indiretta del fatto (truffa o appropriazione indebita) del promotore.
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Questa garanzia bancaria, se così impropriamente possiamo definirla, aumenta le possibilità di recuperare il maltolto a tutti quegli investitori che in buona fede si sono rivolti a promotori finanziari scorretti. Un altro passo avanti nell’interpretazione giurisprudenziale, un motivo in più per la tenera pensionata che mi parlava alla riunione di avere la concreta speranza di mandare la figlia all’Università.
AUDREY HEPBURN - A passeggio per via Bissolati, Roma - 1968 Elio Sorci Š Camera Press/Photomasi
cultura
coLaZioNe coN AuDrey
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Un’icona di stile e umanità celebrata per il cinquantesimo del film culto dell’immaginario femminile di Letizia STRAMBI
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icercata come una star di Vogue e redenta come Madre Teresa di Calcutta. Audrey Hepburn resta un’icona unica per questo binomio unico di fragilità spirituale, divenendo simbolo del lusso, star ambita da ogni stilista, ma al tempo stesso donna perennemente memore del significato della fame, dopo un’infanzia passata a mangiare bulbi di tulipani e erba nel pane duro.
“Sono nata con un enorme bisogno di affetto, e un altrettanto terribile bisogno di darne al prossimo” Audrey Hepburn
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cultura
Nessuna è stata elegante come lei. Comprese appieno lo splendore insito in un diamante, l’orario e il luogo consentiti ad un cappello a tesa larga, l’indispensabile necessità di un tubino nero. Fu bellissima con una 38 di taglia e un fisico spigoloso che tutt’oggi esprime “lo” stile nella sua essenza più profonda. Prese quello che le venne dalla vita, e la vita la premiò con più di un colpo di fortuna. Una bellezza rimasta
AUDREY HEPBURN - Roma - 1960 Pierluigi Praturlon © Reporters Associati
“Per labbra attraenti parla con parole gentili. Per uno sguardo amorevole, vedi il buono nelle persone. Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l’affamato. Per bei capelli, lascia che un bambino vi intrecci le sue dita una volta al giorno” Audrey Hepburn
AUDREY HEPBURN E MEL FERRER - Musei Capitolini, Roma - 1958 Elio Sorci © Camera Press/Photomasi
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immutata grazie a un segreto palese. Il mondo la celebra in questo periodo e la ricorda. In Italia si tiene una grande festa a Cinecittà, per presentare la copia restaurata di “A Colazione da Tiffany” che giunge al suo cinquantesimo compleanno, mentre all’Ara Pacis troviamo la mostra “Audrey a Roma”, con materiale inedito dell’attrice nella città dove visse per molti anni. Momenti di pausa di una diva che non volle essere mai diva, basta guardarla negli occhi.
AUDREY HEPBURN E PETER FINCH NEI GIARDINI DI CINECITTA’ - 1960 Girani © Reporters Associati
“La bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nella sua ϔ ǣ la bellezza di una donna è nei suoi occhi, perché sono la porta per il suo cuore, il luogo dov’è l’amore. La bellezza di una donna, non è nel viso, la vera bellezza in una donna ° ϔ ǡ ° cura in cui dona amore; la passione che mostra è la bellezza di una donna, e con il passare degli anni può soltanto crescere” Audrey Hepburn AUDREY HEPBURN E IL MARITO ANDREA DOTTI - 1970 © Photomasi
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cultura
A COLAZIONE DA TIFFANY Era il 5 ottobre del 1961 quando ci fu la prima cinematografica che ha cambiato la vita di moltissime donne. Per questo l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha deciso di restaurare “A Colazione da Tiffany” e poi presenUBSMP JO BOUFQSJNB BM 4BNVFM (PMEXZO 5IFBUFS EJ #FWFSMZ Hills a Los Angeles. *M öMN EJSFUUP EB #MBLF &EXBSET Ò USBUUP EBM SPNBO[P EJ Truman Capote che uscì nel 1958.
L’autore si infastidì molto per la scelta dell’attrice protagonista: lui avrebbe preferito Marilyn Monroe nel ruolo di ragazza facile come Holly. E Audrey Hepburn era dello stesso parere: “Ero troppo introversa per un personaggio tanto estroverso, niente di più lontano da me” dichiarò a fine riprese. Tuttavia, pur intuendo di non avere nulla in comune con Holly, l’attrice aveva voluto lo stesso la parte. “A quel tempo dovevo essere anche un po’ impudente. Ma come neo mamma mi sentivo più selvaggia che mai”. E infatti
AUDREY HEPBURN E IL FIGLIO SEAN - Piazza Fiume, Roma - 1972 Girani © Reporters Associati
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AUDREY HEPBURN SUL SET DEL FILM “GUERRA E PACE” - 1955 Pierluigi Praturlon © Reporters Associati
la sua interpretazione è perfetta. Una ragazza svampita, eccentrica, vestita con i tubini neri e improbabili cappelli, con occhialoni entrati ormai nella storia della moda. Il film vinse un Oscar per colonna sonora composta da Henry Mancini. La canzone “Moon River” (musica di Mancini testo di Johnny Mercer) fu scritta appositamente per questo capolavoro e lo stesso compositore disse che fu la Hepburn ad ispirarlo “per la sua dote di malinconia e di sommessa tristezza”. Il figlio dell’attrice, Luca Dotti, racconta che la madre partecipò al film “con grande gioia: imparò persino a fischiare per fermare il taxi, scena irresistibile. Sapeva che si trattava dell’ultimo capitolo di una carriera vissuta in un certo modo. Audrey dopo si sarebbe dedicata al suo ruolo di madre a tempo pieno. Per lei quel film è stato come guardare un tramonto. Bellissimo”. Un sole mai sceso, visto che, ancora oggi, il momento topico della serie tv femminile più vista al mondo “Sex and the City” cita apertamente la scena della colazione davanti alla vetrina del gioielliere più famoso del mondo. Holly è stato il primo mito della sindrome di Peter Pan, di tutti coloro
che vogliono sembrare qualcuno, ma sono un’altro, di tutti quelli che hanno paura di vivere. Impossibile non riconoscersi nel personaggio evolutosi e reso più popolare rispetto al romanzo. Una figura universale, con la stessa tenerezza e follia implacabile in tutte le donne, che se non possono permettersi un gioiello non mancano di sognare davanti a una vetrina, che se non hanno un abito firmato alla fine risolvono con un tubino nero le serate più impegnative. Le donne che si inteneriscono per un gatto cui non hanno dato un nome per far finta che nulla di vivo conti per esistere. Gli occhiali scuri e i capelli raccolti, l’abito di velluto e le perle, le ballerine e il sorriso aperto. Holly non fu solo un personaggio, ma lo specchio riflettente una gioventù eterna e un’eleganza innata. Con Holly, Audrey rappresentò la parte migliore di sé stessa e del femminino: un’icona di eleganza, capace di mettere da parte tutto, persino una carriera all’apice del successo per dedicarsi anima e corpo alla sua famiglia e a chi una famiglia non ce l’aveva.
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cultura
“Il successo è come raggiungere un importante compleanno e accorgerti che sei esattamente la stessa persona” Audrey Hepburn
Audrey a Roma Per la prima volta la capitale celebra Audrey Hepburn, attraverso una mostra-tributo. Un omaggio alla grande star nella “sua” Roma che servirà a raccogliere fondi per i progetti dell’Unicef di lotta alla mortalità infantile, cui la stessa Audrey ha dedicato una parte importantissima della sua vita in qualità di Ambasciatrice di Buona Volontà. “Audrey a Roma” è Museo dell’Ara Pacis dal 26 ottobre al 4 dicembre. Vi si trovano foto, video e abiti che raccontano le sue tre vite vissute a Roma: diva del cinema, mamma e Ambasciatrice Unicef. Infatti, in 25 anni, Audrey ha condiviso con Roma momenti cruciali della sua carriera artistica, da “Vacanze Romane” a “Guerra e Pace”, ma soprattutto nella capitale ha vissuto moltissimi anni di vita familiare, a stretto contatto con la città e con i suoi abitanti.
“Qualsiasi cosa accada la cosa più importante è invecchiare con grazia. E non puoi farlo sulla copertina di una rivista” Audrey Hepburn
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AUDREY HEPBURN ARRIVA A CIAMPINO - 1958 Elio Sorci © Camera Press/Photomasi
cultura
Una selezione di scatti inediti, in movimento, anche irriverenti - provenienti dagli archivi di Barillari, Pizzi, Reporters Ass., Willy Rizzo, Photomasi e della Audrey Hepburn Children’s Fund -colgono Audrey Hepburn in momenti di vita quotidiana nella città. Video inediti rivelano momenti della vita di Audrey nella città, tra cui il Super8 del matrimonio e della luna di miele con Andrea Dotti. Visto il cruciale legame tra la “storia” di Audrey e la moda, le foto sono accompagnate da alcuni abiti/accessori: creazioni di Fendi, Sorelle Fontana, Gattinoni, Givenchy, Gucci, Valentino, Ferragamo, Vuitton. Insieme all’haute couture TBSË SBQQSFTFOUBUP BODIF MP TUSFFUXFBS EJ RVFM QFSJPEP con vestiti utilizzati da Audrey nella vita di tutti i giorni. Uno spazio sarà anche dedicato alle foto dall’archivio Unicef che documentano i viaggi della Hepburn tra i bambini di Bangladesh, Vietnam, Somalia, Sudan, Etiopia ed America Latina. “Questa mostra – racconta il figlio Sean Hepburn Ferrer – è anche un omaggio a Roma che mia madre adorava. Molti sono ancora convinti che ci passò per poco. Invece “Audrey a Roma”, ha immagini inedite e paparazzate raccolte da mio fratello, Luca Dotti, tra ottomila foto mai viste prima. Ma ci sono anche video privati familiari, noi in vacanza, lei al mercato”. “Amici di Audrey – prosegue - che ha promosso l’iniziativa, devolverà l’incasso all’Unicef. Siamo un gruppo di donatori che si fanno promotori anche di eventi benefici. E in gran parte si tratta di gente del cinema”.
Curiosità
t &TDPOP RVFTU BOOP CBNCPMF EB DPMMF[JPOF EFMMB Integrity Toys sul tema “A Colazione da Tiffany” vestite come Audrey Hepburn. t "VESFZ )FQCVSO IB JTQJSBUP MB öHVSB EJ +VMJB ,FOEBMM protagonista della serie a fumetti “Julia - Le avventure di una criminologa”, creata da Giancarlo Berardi e pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore.
L’Unicef Nel 1988 Audrey Hepburn fu nominata ambasciatrice ufficiale dell’Unicef, nel 1992 ricevette la Medaglia presidenziale della libertà e l’anno dopo il Premio Umanitario Jean Hersholt. Il percorso umanitario dell’Hepburn è portato avanti da uno dei suoi figli, Luca Dotti e da Désirée Colapietro, ambasciatrice Unicef, creatrice del gruppo “Amici di Audrey”. Sean Hepburn Ferrer l’altro figlio dell’attrice ha dichiarato: “Audrey non ci lascia in eredità solo l’immagine di Sabrina o di Holly ma il potere che ha messo al servizio del bene”.
“Ricorda se avrai bisogno di una ϔ del tuo braccio . Quando crescerai scoprirai che ǣ te stesso e l’altra per aiutare gli altri” Audrey Hepburn
t &TTFSF iMB TFDPOEB TDFMUBw QFS VO öMN QPSUFSË GPSUVOB B Audrey Hepburn, la quale prese il posto di Liz Taylor nel film “Vacanze Romane”, per il quale vinse l’Oscar come migliore attrice. t *M UVCJOP OFSP EJ (JWFODIZ JOEPTTBUP OFM öMN DIF Ò stato venduto all’asta nel 2006 per 467.200 sterline (oltre 687.000 €).
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La Re te c He SaLva iL BuSiNeSS Dai RiSc Hi -F OVPWF GSPOUJFSF EFM 3JTL .BOBHFNFOU "[JFOEBMF di Laura VAIME
N
el novembre del 2003 la banca Wells Fargo decise di assegnare un premio di 100.000 US$ per chi avesse dato informazioni utili all’idenUJöDB[JPOF EFMM IBDLFS SFTQPOTBCJMF EFM GVSUP EFJ EBUJ EFJ DMJFOUJ EFMMB CBODB F EFMMF informazioni relative alla loro Sicurezza Sociale. Il furto riguardava alcune migliaia di nominativi fra i più importanti della banca e rappresentava un danno considerevole per l’azienda, soprattutto in termini di immagine.
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Ma quando il colpevole fu trovato si scoprĂŹ che aveva operato con una metodologia decisamente piĂš tradizionale: si era introdotto rompendo il vetro di un ufficio ed aveva portato via il PC di un dirigente (Tim Greene /FUXPSL 8PSME HFOOBJP -B TUPSJFMMB DIF FCCF fortunatamente un lieto fine per la banca e per i suoi clienti, fu colta al volo da coloro che sostenevano che non câ&#x20AC;&#x2122;è ĂśSFXBMM P *%4 *OUSVTJPO %FUFDUJPO 4ZTUFN DIF UFOHB MB vera sicurezza non può prescindere da guardie armate e cani bene addestrati. La considerazione è senzâ&#x20AC;&#x2122;altro â&#x20AC;&#x153;di parteâ&#x20AC;? ed avrĂ certamente fatto felici le aziende americane fornitrici di sicurezza
fisica. Ma i media ci hanno abituati ad associare mentalmente i rischi solo a situazioni di questo genere. Ciò che emerge dallâ&#x20AC;&#x2122;episodio della Wells Fargo è che la sicurezza non può essere soltanto quella contro le intrusioni e non è neppure soltanto quella fisica, ma deve tenere in considerazione tutti i rischi a cui è soggetta lâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;azienda. Giorno per giorno il management delle aziende si trova a far fronte alla necessitĂ di valutare ed affrontare rischi che possono avere un impatto sostanziale sullâ&#x20AC;&#x2122;andamento dellâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione e del business. I rischi sono intesi come tutti quegli eventi che possono
1 (415*;41* +: 974;&94 * 8. 8(457Ă (-* 8. *7& .3974)4994 rompendo il vetro di un ufficio ed aveva portato via il PC di un dirigente. 48
Quando si instaura un processo di monitoraggio continuo dei rischi, si riesce a modellare l’organizzazione predisponendo strumenti e metodologie per rendere i processi organizzativi più controllabili e facilmente adattabili al cambiamento.
ostacolare l’abilità di un’organizzazione a raggiungere i propri obiettivi ed attuare le proprie strategie con successo. Quando si instaura un processo di monitoraggio continuo dei rischi, si riesce a modellare l’organizzazione predisponendo strumenti e metodologie per rendere i processi organizzativi più controllabili e facilmente adattabili al cambiamento. Conoscere i rischi che si stanno affrontando è quindi un elemento fondamentale per strutturare il controllo ed il governo della propria organizzazione. 3JTL NBOHFNFOU TJHOJöDB BEFSJSF BE VO NPEFMMP EJ comportamento che struttura e disciplina l’allineamento
di strategie, processi, risorse, tecnologie e conoscenze con l’obiettivo di valutare e gestire le incertezze da affrontare nel processo di creazione del valore. L’obiettivo dell’impresa che aderisce ad una gestione integrata dei rischi è quello di creare, proteggere e sviluppare il valore affidato dagli shareholders, gestendo le incertezze che potrebbero influenzare sia negativamente sia positivamente il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione. Nel nuovo modello di gestione integrata dei rischi si passa dal vecchio paradigma nel quale gli stessi venivano gestiti in forma frammentata o dipartimentale (nelle unità di
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amministrazione, tesoreria o controllo interno, per esempio) ad un modello nel quale l’intero management vede la gestione del rischio come parte del proprio compito operativo. Un processo che diviene da confinato temporalmente in alcuni momenti dell’anno a continuo, e si apre da un contesto strettamente legato agli aspetti finanziari ad una visione più allargata dei rischi: di sicurezza certamente, ma anche organizzativi e di business. Ma cosa vuole dire approcciare la gestione dei rischi in forma integrata? Da dove si comincia? Non esiste una ricetta che vada bene per tutte le aziende perché molto dipende dalla cultura dell’organizzazione e dagli agenti interni ed esterni che la influenzano. Ogni unità operativa deve svolgere un esercizio iniziale per identificare i rischi più significativi che sta affrontando. Le tecniche disponibili sono molteplici e il processo di valutazione, qualitativa e quantitativa, deve diventare dinamico e continuativo.
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Ogni rischio sarà quindi censito, classificato in importanza e probabilità di accadimento e dovrà essere valorizzato finanziariamente. Le aree che verranno analizzate saranno quelle della relazione con i partner esterni, i clienti, i collaboratori interni, le unità operative, l’information technology, e le aree di gestione degli assets fisici e la loro protezione. Fondamentale sarà infine la valutazione di quale sia la propensione al rischio che la Proprietà è disposta ad affrontare. Elemento conduttore per la messa in opera delle opportune misure di controllo e la predisposizione di eventuali correttivi. Il risultato ottimale si otterrà quando si riuscirà a diffondere una cultura aziendale per la quale ogni processo decisionale è supportato anche dall’analisi del rischio. Questi modelli, se ancora poco comuni alle nostre latitudini, sono invece conosciuti e già adottati da parecchio tempo da società americane quali per esempio la Chase
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*1 3:4;4 24)*114 ). ,*89.43* .39*,7&9& )*. 7.8(-. 8. apre da un contesto strettamente legato agli aspetti +.3&3?.&7. &) :3& ;.8.43* 5.a &11&7,&9& )*. 7.8(-.L ). sicurezza certamente, ma anche organizzativi e di business.
Manhattan Corporation, Microsoft Corporation, DuPont Chemical, ecc.. In Europa chi lavora da tempo alla gestione di alcune tipologie di rischio sono le banche e tutte quelle aziende che presentano allâ&#x20AC;&#x2122;interno del proprio modello di business la necessaria identificazione di elementi di rischio (pensiamo alle utilities per esempio o alle case farmaceutiche, e cosĂŹvvia). Nomi che evocano aziende molto grandi che hanno di conseguenza incontrato difficoltĂ dimensionali nellâ&#x20AC;&#x2122;adozione di questo tipo di modelli. Eâ&#x20AC;&#x2122; ovvio che nel caso di aziende di piĂš piccole (PMI) lâ&#x20AC;&#x2122;adozione di tali processi presenta difficoltĂ minori portando risultati senzâ&#x20AC;&#x2122;altro interessanti.
diversa: e qui un breve inciso per accennare ai nuovi dettami di Basilea II e Basilea III. Oggi, i rapporti finanziari e creditizi banca-azienda sono sempre piĂš regolati in modo chiaro, basandosi solo - haimĂŠ - su parametri di valutazione finalizzati a definire una classificazione, ovvero un rating dellâ&#x20AC;&#x2122;impresa, per collocarla allâ&#x20AC;&#x2122;interno di una forbice di solvibilitĂ . In parole povere, la valutazione della bontĂ di un creditore domani si baserĂ - oltre che sullo stato patrimoniale e sulla capacitĂ di generare liquiditĂ - su parametri di gestione dei rischi operativi, intesti come il controllo di processi organizzativi, sicurezza ed efficiacia dei sistemi informativi, capacitĂ di gestione delle risorse umane.
Ma perchĂŠ adeguarsi ad un nuovo modo di valutare e gestire i propri rischi in azienda? In fondo abbiamo giĂ tanto da fare per stare a galla in un panorama economico sempre piĂš difficile e complesso â&#x20AC;&#x201C; ed haimè è la veritĂ come ci resta il tempo di pensare anche allâ&#x20AC;&#x2122;introduzione di processi di monitoraggio dei rischi? E poi la parola rischio genera ansia, e quindi meglio evitarne il solo pensiero, senza dimenticare infine che noi italiani, con la nostra creativitĂ ed intelligenza, siamo bravissimi a tirarci fuori dalle situazioni piĂš difficili... magari allâ&#x20AC;&#x2122;ultimo momento. Ce lo dimostrano gli eventi della storia recente quando abbiamo affrontato lâ&#x20AC;&#x2122;introduzione dellâ&#x20AC;&#x2122;Euro.
E ancora: un sistema per prevenire e controllare situazioni che potrebbero mettere a rischio lâ&#x20AC;&#x2122;immagine e lâ&#x20AC;&#x2122;operativitĂ stessa della societĂ , la quale dopo lâ&#x20AC;&#x2122;introduzione del decreto legge 231/2001 è divenuta penalmente perseguibile, insieme alle persone fisiche che la conducono. Ci riferiamo allâ&#x20AC;&#x2122;utilitĂ di procedere con lâ&#x20AC;&#x2122;analisi dei rischi e con lâ&#x20AC;&#x2122;introduzione di modelli di organizzazione, gestione e controllo ai fini della prevenzione di reati societari quali aggiottaggio, falso in bilancio, illecite operazioni su azioni o quote sociali, false comunicazioni sociali, e tutte quelle violazioni contemplate dalla legge di riforma dei reati societari (L.336/2002). Se poi torniamo al discorso sicurezza, ambito nel quale solitamente si percepiscono le maggiori vulnerabilitĂ , qui possiamo prevenire una serie di rischi reali che toccano la sicurezza dei collaboratori, degli asset fisici ed informativi, come pure dei processi organizzativi. Se partiamo con il piede giusto, lâ&#x20AC;&#x2122;approccio pragmatico e strutturato allâ&#x20AC;&#x2122;adeguamento alle disposizioni di legge - come quella sulla privacy (d.lg 196)
Cerchiamo quindi delle buone ragioni per intraprendere un esercizio del genere. In primo luogo il raggiungimento di obiettivi di ordine, controllo, riduzione di costi e ricerca dâ&#x20AC;&#x2122;efficienza - e scusate se è poco - In secondo luogo un modo per presentarsi al proprio investitore o al proprio istituto di credito con una professionalitĂ ed unâ&#x20AC;&#x2122;immagine
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o quella sulla protezione dei lavoratori (lg. 626) - possono essere l’embrione di un sistema di monitoraggio integrato dei rischi, e visto che siamo obbligati ad adeguarci tanto vale far divenire l’esercizio uno strumento di miglioramento per la nostra operatività. Prima tessera di un mosai-
co che si potrà completare nel tempo fino ad ottenere il massimo dell’efficienza e del controllo. Chi ben comincia è a metà dell’opera, dicevano i nostri nonni. E quanto avevano ragione...!
La valutazione della bontà di un creditore domani si baserà - oltre che sullo stato patrimoniale e sulla capacità di generare liquidità - su parametri di gestione dei rischi operativi, intesti come il controllo di processi organizzativi, sicurezza ed efficiacia dei sistemi informativi, 52
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STOP aLLe c Hia Ma te iNDeSiDeRate Istituito il Registro Pubblico delle Opposizioni contro le telefonate indesiderate. di Marcello BARTOLI
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ono oltre 7 mila i cittadini che ogni giorno si iscrivono nel Registro Pubblico delle Opposizioni, il servizio gratuito istituito il 1° febbraio per tutelare gli abbonati presenti negli elenchi telefonici dalle chiamate pubblicitarie indesiderate. Nella prima settimana di settembre 2011, il Registro Pubblico delle Opposizioni ha superato i 700 mila abbonati iscritti: circa il 5 per cento dei cittadini aventi diritto al
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servizio e cioè al totale delle utenze telefoniche presenti nel Data Base contenente tutti i numeri di telefono pubblicati negli elenchi pubblici. Basta dunque alle telefonate pubblicitarie che ci propongono prodotti da acquistare, contratti e servizi da sottoscrivere, e quantâ&#x20AC;&#x2122;altro il consumismo moderno possa offrire e che, puntualmente, arrivano quasi sempre nei momenti piĂš inopportuni e sacrosanti. Oggi questo calvario può essere evitato, e anche molto facilmente.
Basta alle telefonate pubblicitarie che arrivano quasi sempre nei momenti piĂš inopportuni e sacrosanti.
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Innanzitutto, cosa è il Registro Pubblico delle Opposizioni? Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un nuovo servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici (anche i cellulari possono essere iscritti al Registro, purchĂŠ le utenze mobili siano presenti negli elenchi telefonici pubblici), che decide di non voler piĂš ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato e, in pari tempo, è uno strumento per rendere piĂš competitivo, dinamico e trasparente il NFSDBUP USB HMJ PQFSBUPSJ EJ NBSLFUJOH UFMFGPOJDP Dal 1° febbraio scorso è stato istituito un elenco che le aziende devono tenere sotto controllo prima di impostare RVBMTJBTJ DBNQBHOB EJ UFMFNBSLFUJOH PWWFSP EJ QVCCMJcitĂ attraverso il telefono. Eâ&#x20AC;&#x2122; infatti vietato telefonare alle persone che si sono iscritte in tale registro. Il Registro delle Opposizioni è nato con la riforma del â&#x20AC;&#x153;Codice per la protezione dei dati personaliâ&#x20AC;?. Il servizio è gratuito ed è stato introdotto con lâ&#x20AC;&#x2122;art. 20 bis della legge n.166/2009 e con il Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010 per salvaguardare la privacy del cittadino. Ed è stato subito un boom di iscrizioni, con un trend decisamente rialzista come evidenziato nella tabella sottostante. Rispetto al precedente impianto normativo basato sullâ&#x20AC;&#x2122;opt-in â&#x20AC;&#x201C; che permetteva il contatto telefonico per DBNQBHOF EJ UFMFNBSLFUJOH TPMP B DPMPSP DIF BWFTTFSP preventivamente fornito il proprio consenso â&#x20AC;&#x201C; il legislatore ha privilegiato il sistema dellâ&#x20AC;&#x2122;opt-out: lâ&#x20AC;&#x2122;abbonato dovrĂ iscriversi nel â&#x20AC;&#x153;Registro Pubblico delle Opposizioniâ&#x20AC;? per non ricevere piĂš chiamate a fini promozionali e pubblicitari da QBSUF EFHMJ PQFSBUPSJ EJ UFMFNBSLFUJOH Si tratta di un ritmo di crescita assolutamente in linea con
1 *,.8974 :''1.(4 )*11* 5548.?.43. ž (43(*5.94 & 9:9*1& )*1 (.99&).34 *N .3 5&7. 9*254N ž :34 897:2*394 5*7 7*3)*7* 5.a competitivo il mercato del marketing telefonico.
i principali paesi europei che hanno adottato il sistema di PQU PVU OFM NBSLFUJOH UFMFGPOJDP Il passaggio dal sistema normativo dellâ&#x20AC;&#x2122;opt-in a quello dellâ&#x20AC;&#x2122;optout ha consentito allâ&#x20AC;&#x2122;Italia di adeguarsi alla normativa prevalente in Europa â&#x20AC;&#x201C; direttiva EU del 2002 58/CE, art. 13 comma 3 â&#x20AC;&#x201C; dove lâ&#x20AC;&#x2122;opt-out è ormai adottato da Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Olanda, Norvegia, Regno Unito e Spagna. Mentre nel resto del mondo lâ&#x20AC;&#x2122;opt-out è stato privilegiato da Usa, Australia, Nuova Zelanda. La Commissione Europea ha quindi chiuso il procedimento dâ&#x20AC;&#x2122;infrazione (IP/10/64) contro lâ&#x20AC;&#x2122;Italia avviato nel gennaio 2010, dovuto al fatto che le banche dati istituite in passato per creare elenchi telefonici erano accessibili a TPDJFUĂ&#x2039; FTUFSOF DIF QSBUJDBWBOP UFMFNBSLFUJOH TFO[B DIF gli abbonati interessati ne fossero al corrente. Infatti le disposizioni Ue sullâ&#x20AC;&#x2122;ePrivacy (Direttiva 2002/58/ CE) obbligano gli Stati membri a garantire che, prima di
essere inseriti in un elenco pubblico, gli abbonati siano informati degli scopi dellâ&#x20AC;&#x2122;elenco e di qualsiasi uso che potrĂ esserne fatto. Gli abbonati devono inoltre poter decidere se permettere che i loro dati personali siano inseriti in un elenco pubblico e in che misura i loro dati siano pertinenti per gli scopi di tale elenco. Con il DPR 178/2010 lâ&#x20AC;&#x2122;Italia si è allineata alle disposizioni della direttiva UE sulla privacy e sulle comunicazioni elettroniche introducendo un nuovo sistema di opt-out, che garantisce ai cittadini italiani il cui numero figura negli elenchi telefonici pubblici di non ricevere chiamate pubblicitarie indesiderate. Le autoritĂ italiane hanno reagito al procedimento di infrazione introducendo nuove norme a salvaguardia della facoltĂ degli abbonati di rifiutare telefonate a fini commerciali non richieste ed effettuate contro la loro volontĂ . Le misure adottate riguardano: lâ&#x20AC;&#x2122;istituzione di un pubbli-
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co registro che raccoglie i nominativi degli utenti che si PQQPOHPOP BMMF UFMFGPOBUF EJ UFMFNBSLFUJOH M BEP[JPOF di una regolamentazione sullâ&#x20AC;&#x2122;utilizzo dei registri di utenti emessa dalle autoritĂ preposte alla protezione nazionale dei dati e la campagna di sensibilizzazione dellâ&#x20AC;&#x2122;opinione pubblica sulla nuova regolamentazione. Il Ministero dello Sviluppo economico e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, come prescritto dallâ&#x20AC;&#x2122;art. 11 del DPR 178/2010, hanno promosso la campagna informativa sul Registro Pubblico delle Opposizioni nel primo semestre dallâ&#x20AC;&#x2122;istituzione del servizio. La campagna si poneva lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di favorire la piena consapevolezza dei diritti dei cittadini il cui numero è presente nellâ&#x20AC;&#x2122;elenco telefonico e delle modalitĂ di opposizione al trattamento dei dati personali per chiamate pubblicitarie. I canali per la diffusione del messaggio sono stati scelti in ottemperanza dei criteri dettati dallâ&#x20AC;&#x2122;art. 41 del Testo Unico Radiotelevisivo (D.lgs. 31 luglio 2005,
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n.177) e della Direttiva del 28 settembre 2009 della Presidenza del Consiglio. La campagna informativa ha interessato Tv e Radio circuito RAI, Radio locali private, quotidiani di informazione online, Settimanali, quotidiani free press e siti istituzionali.
COME FUNZIONA? Il sistema è chiaro, di facile accessibilitĂ e semplice fruizione. Il cittadino può accedere al servizio tramite cinque modalitĂ : compilando il modulo elettronico sul sito XXX SFHJTUSPEFMMFPQQPTJ[JPOJ JU DIJBNBOEP JM OVNFSP verde 800.265.265, inviando il modulo predisposto allâ&#x20AC;&#x2122;indirizzo di posta elettronica abbonati.rpo@fub.it, inviando la raccomandata al gestore del registro pubblico delle opposizioniâ&#x20AC;&#x201C;abbonati, ufficio Roma Nomentano, casel-
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la postale 7211, 00162 Roma, spedendo il fax allo 06.54224822. Ad Agosto 2011 è stato rilevato che la modalità più largamente utilizzata per iscriversi al Registro è stata l’iscrizione via Web (59,6%), seguita dalla modalità numero verde (32,9%). La modalità via Mail (5,8%) si pone in terza posizione, mentre le modalità tradizionali, fax e raccomandata, hanno ormai perso il loro fascino raccogliendo, rispettivamente, solo l’ 1,5% e lo 0,2%. (MJ 0QFSBUPSJ EJ NBSLFUJOH UFMFGPOJDP MF B[JFOEF DIF intendono contattare gli Abbonati presenti negli elenchi telefonici pubblici per attività commerciali, promozionali o per il compimento di ricerche di mercato tramite l’uso del telefono, sono tenuti a registrarsi al sistema e a comunicare la lista dei numeri che intendono contattare. Il Gestore del Registro (FUB Fondazione Ugo Bordoni) mettendo a confronto le informazioni contenute nel Registro delle Opposizioni e la lista dei numeri fornita dall’Operatore, cancellerà da quest’ultima tutti i numeri degli Abbonati che hanno richiesto di non essere contattati.
COME VERIFICARE L’AVVENUTA ISCRIZIONE L’iscrizione nel Registro è effettuata entro il giorno lavorativo successivo alla richiesta. Affinché l’iscrizione sia completamente efficace potrebbero trascorrere sino a 15 giorni dalla richiesta: dopo questo periodo, consentito dalla legge, gli operatori di telemarLFUJOH EFWPOP OFDFTTBSJBNFOUF SFDFQJSF MF PQQPTJ[JPOJ espresse dai cittadini Il modo più immediato per verificare l’avvenuta iscrizione del proprio numero di telefono nel registro pubblico delle opposizioni è chiamare il numero verde 800.265.265 dalla numerazione telefonica per cui è stata fatta la richiesta di inserimento nel Registro. (MJ PQFSBUPSJ EJ UFMFNBSLFUJOH DIF FòFUUVBOP DIJBNBUF pubblicitarie sono tenuti a rispettare degli obblighi.
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/FM DPSTP EFMMB DIJBNBUB HMJ PQFSBUPSJ EJ UFMFNBSLFUJOH devono: t DPOTFOUJSF M JEFOUJöDB[JPOF NPTUSBOEP JM QSPQSJP numero telefonico al cittadino contattato, la cui VUFO[B Ò QSFTFOUF TVMM FMFODP UFMFGPOJDP t JOEJDBSF DPO QSFDJTJPOF BMM BCCPOBUP DIF J TVPJ EBUJ personali sono stati estratti dagli elenchi telefonici QVCCMJDJ P EB MJTUF QSJWBUF t JOGPSNBSF HMJ BCCPOBUJ EFMMB QPTTJCJMJUË d’iscrizione nel Registro Pubblico delle Opposizioni al fine di non essere più contattati.
COSA FARE SE SI RITIENE DI RICEVERE IN MODO ILLEGITTIMO TELEFONATE PUBBLICITARIE Se si è certi di ricevere chiamate commerciali in modo illegittimo è opportuno: t BDDFSUBSTJ EFMM BWWFOVUB JTDSJ[JPOF t DPOUSPMMBSF DIF TJBOP USBTDPSTJ HJPSOJ EBM momento dell’iscrizione: l’opposizione diviene effettiva dopo questo periodo massimo, al fine di consentire agli operatori di verificare il Registro e recepire le opposizioni iscritte dagli abbonati ai TFSWJ[J EJ UFMFGPOJB öTTB t WFSJöDBSF DIF OPO TJB TUBUP EBUP JM DPOTFOTP BM trattamento dei propri dati per finalità di telemarLFUJOH B TJOHPMJ TPHHFUUJ QFS FTFNQJP B[JFOEF dalle quali sono stati acquistati prodotti o servizi oppure tessere di fidelizzazione cliente eccetera) che effettuano operazioni commerciali o promozionali via telefono da fonti diverse dagli elenchi telefonici pubblici (di cui art. 2, comma 2 del Codice) purché ciò sia avvenuto nel rispetto delle norme vigenti sulla privacy. Nel caso in cui si sia accertata l’avvenuta iscrizione al Registro e si è sicuri che i propri dati siano stati trattati in modo illecito, è possibile segnalare l’inadempienza all’Autorità (BSBOUF QFS MB 1SJWBDZ F P t TQPSHFSF EFOVODJB BMM "VUPSJUË giudiziaria.
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In caso di violazione del diritto di opposizione verrĂ applicata la sanzione prevista dallâ&#x20AC;&#x2122;art. 162, comma 2-quater del Codice in materia di protezione dei dati personali (sanzione da 30.000 a 180.000 euro e, nei casi piĂš gravi, fino a 330.000 euro). Ma attenzione: se inavvertitamente prima del 31 gennaio 2011 abbiamo firmato un modulo che acconsentiva allâ&#x20AC;&#x2122;invio di informazioni pubblicitarie, ebbene quella nostra firma ha liberato lâ&#x20AC;&#x2122;azienda dal vincolo dellâ&#x20AC;&#x2122;opposizione e ci può telefonare anche se ci siamo iscritti al Registro. In sostanza occorre cancellarsi da ogni singolo elenco se non si vuole piĂš ricevere pubblicitĂ . Lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizione dura per un tempo indeterminato, ma dal Registro si può anche uscire seguendo le stesse modalitĂ utilizzate per iscriversi.
IL DECRETO SVILUPPO INTRODUCE Lâ&#x20AC;&#x2122;OPT-OUT POSTALE Il Registro delle Opposizioni è stato esteso anche al settore della pubblicitĂ cartacea: il punto sulla normativa. -B SJGPSNB EFM 5FMFNBSLFUJOH JO QBSUJDPMBSF EJ RVFMMP UFMFfonico) ha introdotto in Italia lâ&#x20AC;&#x2122;adozione del poco intuitivo principio dellâ&#x20AC;&#x2122;opt-out: se prima bisognava fornire il consenso per essere contattati a scopi pubblicitari (opt-in), ora bisogna iscriversi nellâ&#x20AC;&#x2122;apposito Registro delle Opposizioni, allo scopo di dichiararsi contrari alle chiamate promozioOBMJ TJ SJFTDF BE FWJUBSF M BTTBMUP EFM 5FMFNBSLFUJOH TPMP TF si è iscritti negli elenchi pubblici ma non si è mai acconsentito ad essere contattati da singoli operatori (es.: fornitori Internet, gestori telefonici, ecc.). In pratica, oggi si presume, per legge, che un cittadino consenta a ricevere comunicazioni commerciali telefoniche con criterio del silenzio-assenso, salvo che non compia espressa manifestazione del proprio dissenso attraverso iscrizione al Registro delle Opposizioni, tenuto dalla Fondazione Ugo Bordoni. Il Decreto Sviluppo prevede delle importanti novitĂ per il settore della pubblicitĂ cartacea. Le modifiche riguardano lâ&#x20AC;&#x2122;aggiornamento dellâ&#x20AC;&#x2122;articolo 130, comma 3-bis del Codice in materia di protezione dei dati personali.
Il D.L. n. 70 del 13 maggio 2011 è stato approvato dal Parlamento lo scorso 7 luglio e in seguito convertito in legge n. 106, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2011. In seguito verrĂ stabilito un piano di attuazione del servizio (realizzazione e gestione) per lâ&#x20AC;&#x2122;opt-out postale. Con le modalitĂ e i tempi che verranno stabiliti, bisognerĂ iscriversi nel Registro Pubblico delle Opposizioni per non ricevere posta promozionale indesiderata. Lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizione sarĂ gratuita e riservata ai cittadini il cui indirizzo è presente negli elenchi telefonici pubblici.
REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI PER INDIRIZZI POSTALI 5BMF QSJODJQJP Ă&#x2019; TUBUP FTUFTP BODIF BM NBSLFUJOH QPTUBMF HMJ PQFSBUPSJ NBSLFUJOH QFSUBOUP QPUSBOOP VUJMJ[[BSF HMJ indirizzi degli abbonati telefonici per inviare comunicazioni commerciali senza necessitĂ di alcun consenso, almeno fin quando questi ultimi non chiederanno lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizione del proprio indirizzo postale presso il Registro delle Opposizioni. Lâ&#x20AC;&#x2122;articolo 6, comma 2, numero 6 del Decreto Sviluppo, infatti, prevede che ÂŤallâ&#x20AC;&#x2122;articolo 130, comma 3-bis, dopo le parole: â&#x20AC;&#x153;mediante lâ&#x20AC;&#x2122;impiego del telefonoâ&#x20AC;? sono inserite le seguenti: â&#x20AC;&#x153;e della posta cartaceaâ&#x20AC;? e dopo le parole: â&#x20AC;&#x153;lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizione della numerazione della quale è intestatarioâ&#x20AC;? sono inserite le seguenti: â&#x20AC;&#x153;e degli altri dati personali di cui allâ&#x20AC;&#x2122;articolo 129, comma 1â&#x20AC;?Âť. Lâ&#x20AC;&#x2122;articolo 130 del Codice della Privacy, cosĂŹ come modificato dallâ&#x20AC;&#x2122;articolo 20 bis della legge n. 166 del 20 novembre 2009, prevede infatti che ÂŤin deroga a quanto previsto dallâ&#x20AC;&#x2122;articolo 129, il trattamento dei dati di cui allâ&#x20AC;&#x2122;articolo 129, comma 1, mediante lâ&#x20AC;&#x2122;impiego del telefono per le finalitĂ di cui allâ&#x20AC;&#x2122;articolo 7, comma 4, lettera b), è consentito nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione, con modalitĂ semplificate e anche in via telematica, mediante lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizione della numerazione della quale è intestatario in un registro pubblico delle opposizioniÂť. Lâ&#x20AC;&#x2122;Esecutivo in questo modo capovolge, anche per gli indirizzi postali, la normativa previgente dellâ&#x20AC;&#x2122;opt-in che, secondo il Garante Privacy, era stata efficace nellâ&#x20AC;&#x2122;imporre
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maggiore rispetto per gli utenti da parte delle aziende. Tale normativa è stata ritenuta troppo penalizzante per le aziende, e quindi si è scelto un diverso regime, consentendo alle imprese di inviare agli indirizzi postali tutta la pubblicità che vogliono, finché i cittadini non si iscriveranno al Registro delle Opposizioni.
FUNZIONAMENTO GENERALE DEL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI L’utilità di tale scelta è stata peraltro fortemente criticata alla luce del funzionamento del Registro delle Opposizioni in ambito telefonico. Lo stesso Garante per la protezione dei dati personali ha osservato che il Registro funziona con estrema difficoltà e viene ampiamente violato dalle aziende. Peraltro, molti utenti segnalano di ricevere telefonate pubblicitarie indesiderate anche se hanno negato il consenso. Ciò accade a causa della normativa esistente che non impedisce, nonostante l’iscrizione presso il Registro delle Opposizioni, di contattare l’utente se i dati sono stati ricavati da fonti diverse dall’abbonamento telefonico, quale ad esempio, altro albo pubblico, un contratto di fornitura di servizi, oppure un modulo firmato in un supermercato che acconsente la cessione ad altri dei dati. Il Registro delle Opposizioni, infatti, mette in “salvo” l’abbonato dalle sole chiamate indesiderate degli operatori di
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NBSLFUJOH F EB PHHJ EBMM JOWJP EJ QVCCMJDJUË DIF VUJMJ[[BOP come fonte dei propri contatti gli elenchi telefonici, non escludendo il trattamento dei dati ogni qual volta questi siano stati “pescati” in altri elenchi o si abbia fornito il consenso. L’iscrizione è pertanto un atto necessario ma non risolutivo, poiché nei casi sopra indicati sarà necessario contattare l’azienda per ottenere, nei termini di legge, la cancellazione dei propri dati. Peraltro, l’esistenza del Registro delle Opposizioni è ancora sconosciuta ai molti e le modalità di iscrizione non sempre collimano con le necessità degli strati sociali più deboli, si pensi agli anziani.
FUNZIONAMENTO DEL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI PER IL MARKETING POSTALE Il decreto di attuazione dell’estensione del Registro delle Opposizioni al settore postale verrà emanato nei prossimi mesi: dovrà prevedere le modalità e i tempi per l’iscrizione nel Registro Pubblico delle Opposizioni. Secondo le prime indiscrezioni, si provvederà a creare una sezione dedicata BM NBSLFUJOH QPTUBMF QPUFOEP M BCCPOBUP EFDJEFSF MJCFSBNFOUF TF NBOJGFTUBSF JM QSPQSJP EJTTFOTP TJB QFS JM NBSLFting telefonico sia per quello postale, ovvero solo per uno dei due.
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iL FONDO PatRimONiaLe NON Si SaLva Sequestrabile il fondo patrimoniale strumentale all’evasione di Giovanni e Walter SPINAPOLICE
E’
recentissima la pronuncia della Corte di Cassazione Penale (sez. III
15/6/11 n.23986), che ha dato un altro scossone alle operazioni di tutela
e occultamento del patrimonio da parte del contribuente nei confronti del Fisco, in particolare sotto il profilo della riscossione dei tributi.
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4 897:2*394 7.9*3:94 1*(.94 )&. ,.:).(. ž 6:*114 )*1 8*6:*8974 preventivo dei beni riservati al Fondo Patrimoniale.
Lo strumento ritenuto lecito dai giudici per arginare le dette operazioni in frode è quello del sequestro preventivo dei beni riservati al Fondo Patrimoniale ) (il FP è il complesso di beni, siano essi immobili, mobili registrati o titoli di credito, costituito ai fini di soddisfare i bisogni della famiglia e non aggredibile dai creditori). Nel caso in esame il Fondo Patrimoniale era stato costituito da un soggetto indagato (non imputato e neanche
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condannato) per la violazione degli artt. 4 (â&#x20AC;&#x153;Dichiarazione infedeleâ&#x20AC;?), 5 (â&#x20AC;&#x153;Omessa dichiarazioneâ&#x20AC;?) e 11 (â&#x20AC;&#x153;Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposteâ&#x20AC;?) del D. Lgs. n. 74/2000. Chiamata a decidere, su ricorso proposto dallâ&#x20AC;&#x2122;indagato avverso il sequestro di quei beni da questi destinati al Fondo, la Corte ha ritenuto infondate le motivazioni del ricorrente e legittimo il sequestro preventivo dei beni,
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proprio in applicazione della citata normativa del 2000. Da ciò possiamo ricavare questa massima: chi in seguito ad una verifica fiscale costituisce un fondo patrimoniale senza valide ragioni, può subirne il sequestro, perché atto fraudolento finalizzato a sottrarre garanzie patrimoniali alla pretesa erariale. La costituzione del Fondo Patrimoniale, perciò, può essere ritenuta strumentale all’evasione, in quanto atto idoneo
ad ostacolare il soddisfacimento dell’obbligazione tributaria (in senso conforme già Cass., 18/12/2007-6/2/2008, n. 5824), e la diretta conseguenza è che la costituzione stessa integra il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 D.Lgs. 74/2000). Seguendo tale punto di vista, i beni del Fondo sottratti all’esecuzione, a norma dell’art. 170 c.c., diventano profitto del reato e come tali oggetto di sequestro preventivo (che è il procedimento cautelare finalizzato a congelare i beni a garanzia della successiva confisca per equivalente ex art. 322 ter c.p.). Orbene, la questione merita qualche riflessione. La volontà del legislatore, che con l’art. 1, co. 143, L. 244/2007 ha esteso la confisca di cui all’art. 322 ter c.p. ai reati tributari, ha senz’altro il merito di aver accentuato gli strumenti puntivi e rafforzato la repressione degli illeciti tributari più gravi assicurando l’aggredibilità del profitto del reato. Occorre però fare attenzione a non sacrificare le esigenze di tutela del diritto di difesa del contribuente. Questi evidentemente subisce danni rilevanti con il sequestro, ancor prima di aver definito la propria posizione fiscale ed in presenza di atti istruttori o impositivi ancora in itinere. Ciò significa che il sequestro può essere concesso prima che abbia avuto inizio l’azione esecutiva o che vi sia un danno attuale alla riscossione (è pacificamente irrilevante che la procedura di riscossione sia in atto o meno, come confermano le più risalenti Cass. 10/1/2007, n. 7916, e 4/4/2006, n. 17071). Per la Suprema Corte è sufficiente l’idoneità dell’atto ritenuto simulato o fraudolento a rendere in tutto o in parte inefficace la futura ed eventuale procedura di riscossione da parte dell’Erario per concedere la misura cautelare (conforme Cass. 38925/2009). E’ evidente che in tal modo il fondo patrimoniale diventa inopponibile allo Stato nella sua funzione sanzionatoria di matrice penale.
Chi costituisce un fondo patrimoniale senza valide ragioni, può subirne il sequestro.
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Occorre però fare attenzione a non sacrificare le esigenze di tutela del diritto di difesa del contribuente.
NOTE DI APPROFONDIMENTO Se volessimo inoltrarci ancora più nei dettagli della questione tecnico-legale, dovremmo distinguere perlomeno tre differenti ipotesi. 1) Fondo patrimoniale costituito dopo il controllo fiscale: in tal caso i beni del fondo saranno sequestrabili poiché potrà ragionevolmente presumersi l’intento fraudolento volto a sottrarre i beni alla futura azione esecutiva, che potrà seguire al termine dell’attività di controllo o accertamento, con incriminazione ai sensi dell’art 11 D.Lgs. 74/2000 (è la fattispecie esaminata da Cass. 23986/2011 in commento). 2) Fondo patrimoniale costituito prima del controllo fiscale, ma contestualmente o successivamente agli anni d’imposta oggetto di evasione: qui ricorre la stessa sottrazione
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fraudolenta al pagamento delle imposte dovute, di cui al punto precedente (art. 11). Se poi anche i beni furono acquistati nello stesso periodo interessato dall’evasione, e non prima, non potrà escludersi che questi derivino proprio dall’illecito risparmio fiscale e che, ricorrendone gli ulteriori elementi e varcate le soglie di punibilità penale, potrebbero costituire il profitto di altri reati tributari, come quelli di cui agli artt. 4 e 5 D.Lgs. 74/2000, con conseguente sequestrabilità e confiscabilità come nella precedente ipotesi. 3) Fondo patrimoniale costituito prima del controllo fiscale e degli anni d’imposta oggetto di evasione: sarebbe intangibile in quanto andrebbe escluso ogni intento fraudolento a danno dell’erario ed altresì il rapporto pertinenziale dei beni col diretto profitto del reato, in quanto acquistati con denaro - lecito -.
Eppure, la Cassazione si è spinta ad affermare che “l’assenza di nesso pertinenziale tra il reato commesso e i beni confiscabili - per equivalente - non altera la natura sanzionatoria della confisca, che colpisce il reo in quanto la giustificazione dell’intervento penale, con il simultaneo travolgimento dei vincoli civilistici, risiede unicamente nell’appartenenza del bene sequestrato al patrimonio del reo” (Cass. 6290/2010). Tale orientamento sancirebbe la sequestrabilità anche di beni che nulla hanno a che fare con il profitto dell’evasione fiscale, ma che possono essere aggrediti per il solo fatto che essi sono riconducibili al reo. Pur tuttavia, nella medesima pronuncia si chiarisce la necessità di “un particolare rapporto… di derivazione tra la cosa e il reato…”. La questione resta perciò aperta e sicuramente lontana dalla necessaria certezza di cui il diritto
ha bisogno. A tale proposito, sempre in tema di “certezza” e nell’alveo del penal-tributario, si deve anche registrare un “empasse” normativa ed un conseguente “buco” interpretativo di non poco conto nell’applicazione dei suddetti principi. Lo Stato ha qui un doppio ruolo, in sede penale di confisca per equivalente e prodromico sequestro preventivo, ed in sede amministrativa quale soggetto attivo d’imposta. L’art. 13 d.lgs. 74/2000 attribuisce al pagamento delle imposte natura di circostanza attenuante e non di causa di estinzione del reato. Perciò è sempre possibile la confisca, quale sanzione penale, anche se in presenza dell’intervenuto pagamento del debito di imposta prima del dibattimento. Ciò significa che se il contribuente avesse già pagato la pretesa erariale prima del processo, potrebbe comunque
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essere condannato a pagare per la seconda volta perché ritenuto colpevole del reato tributario commesso (come si è detto, il reato non si estingue con il pagamento delle somme richieste, è prevista la sola attenuazione della pena). Se questo avvenisse, a ben vedere, sarebbe un ingiustificato arricchimento per l’Erario. Perciò, riteniamo che il giudicante che condanni il contribuente che ha già assolto alle pendenze erariali, non dovrebbe disporre la confisca dei beni, pur se potrebbe legittimamente farlo. Infatti, il pagamento delle imposte avrebbe estinto il debito tributario ed eliminato l’offesa arrecata agli interessi
economici dello Stato. In merito al profilo psicologico del reato di cui all’art. 11, in una pronuncia gli ermellini hanno precisato che “in questa fase del giudizio i giudici non devono stabilire l’effettiva sussistenza del reato e quindi dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio la simulazione nelle sue diverse forme, ma solo accertare l’astratta configurabilità di un comportamento fraudolento diretto a sottrarre garanzie al Fisco… L’accertamento del dolo è riservato al giudice del merito, in quanto in questa fase, connotata da una valutazione sommaria dei fatti, la carenza dell’elemento psicologico del reato può essere apprezzata solo quando è palese e nella fattispecie non lo è” (Cass. 38925/2009).
E’ sempre possibile la confisca anche se in presenza dell’intervenuto pagamento del debito di imposta prima del dibattimento.
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1 +43)4 (-* 8*,:& &) :3& ;*7.+.(& +.8(&1* ž 5*7(.` 89*884 fraudolento e privo di giustificazione lecita.
Si osservi, poi, che sul versante penale il soggetto può trovarsi in posizione di mero indagato e subire un sequestro sine die, in presenza di un fumus commissi delicti basato spesso, tra lâ&#x20AC;&#x2122;altro, sul meccanismo tipicamente tributario di ricostruzione indiretta della base imponibile, JODFOUSBUP TVMMF QSPWF QSFTVOUJWF DJĂ&#x203A; DPO UVUUJ J SJTDIJ JOTJUJ nellâ&#x20AC;&#x2122;affidarsi, in fase di applicazione del sequestro preventivo, ad una semplice delibazione sommaria dei rilievi contestati e del presupposto impositivo. Ancora una considerazione comune allâ&#x20AC;&#x2122;istituto del trust: andrebbe sempre provato, con compito che grava sulla pubblica accusa e sugli uffici finanziari, che i beni del patrimonio separato, sottoposti a sequestro, siano nella effettiva disponibilitĂ del soggetto incriminato (Cass., 11/5/2011, n. 18527). In assenza di una prova specifica e puntuale sulla
fittizietĂ della destinazione dei beni a bisogni della intera famiglia e/o sul potere di gestione diretto ed assoluto del debitore/reo in questione, dovrebbe concludersi per la promiscua riferibilitĂ dei beni anche allâ&#x20AC;&#x2122;altro coniuge e quindi, salve le ipotesi di concorso nel reato, per la loro intangibilitĂ , anche a mezzo del solo sequestro finalizzato alla conservazione della garanzia patrimoniale dellâ&#x20AC;&#x2122;obbligazione tributaria. La questione viene facilmente superata dalla decisione in rassegna con lâ&#x20AC;&#x2122;argomento temporale, per cui il fondo che segua ad una verifica fiscale è perciò stesso fraudolento e privo di giustificazione lecita: se ne deduce che la fittizia destinazione dei beni comporta la sicura riferibilitĂ degli stessi al costituente.
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iL TeATro DeL
NoNSeNSo e Le peRiFeRie meTroPoLiTANe Intervista a Edoardo Torricella di Alessandra BALDASSARI
L
e periferie delle metropoli moderne troppo spesso coincidono con luoghi votati al degrado sociale e culturale. Parti della città dove si concentrano e si amplificano tutti i problemi scottanti che la città stessa sembra allontanare dal suo centro, per respingerli e circoscriverli tra i palazzi e i palazzoni, simbolo del tentativo di un’urbanizzazione alternativa e migliore.
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Ma davvero le periferie sono condannate e relegate al degrado, nella migliore delle ipotesi palestre per esercitazioni di architetti artistoidi, abbandonate e tradite dalle amministrazioni? Noi siamo convinti che le periferie possano e debbano essere luoghi alternativi per la costruzione di una società abitante nuova, con un approccio culturale tale da consentire un superamento della concezione di “terra di confine” per approdare ad una sorta di città satellite, nella quale vivere sia piacevole e a misura umana. Tra i miei amici più cari ho la fortuna di annoverare una persona davvero speciale, un artista contro corrente, “un idealista concreto”, come è stato giustamente definito, un uomo che da tanti anni dedica la sua vita al Teatro, inteso soprattutto come strumento di cultura e di risveglio sociale per i giovani, particolarmente quelli abitanti la periferia di Roma. Edoardo Torricella, classe 1935, è regista, attore, ricercatore e autore di cinema, teatro e televisione, nonché scrittore e guida per le nuove generazioni di appassionati di teatro. Nell’arco della sua lunga carriera, passa dal teatro classico, al cinema, alla televisione, alle trasmissioni radiofoniche e fonda anche un nuovo tipo di teatro: il Teatro del Nonsenso. Tra le sue interpretazioni cinematografiche più importanti lo ricordiamo nel ruolo di San Paolo ne “Gli Atti degli Apostoli” di Roberto Rossellini, “Don Milani” di Ivan Angeli e “La Vita Nova”, film da lui scritto, diretto e interpretato. Con il passare degli anni, si dedica sempre più alla “Compagnia Teatrale Il Gruppo” di cui, oltre ad essere fondatore, è anche il Direttore Artistico. Fuori dai soliti schemi, attraverso una continua sperimentazione e usando un linguaggio nuovo ed immediato porta il Teatro, e con esso un nuovo messaggio culturale, in periferia, quella periferia romana troppo spesso dimenticata e abbandonata a se stessa. Seduti su un comodo divanetto nell’accogliente spazio della Libreria Faggiani Next Door di Roma, tra una tazza di tè e qualche gustoso pasticcino, ho posto ad Edoardo Torricella alcune domande, con l’intento di far conoscere meglio questo interessante personaggio e la sua storia artistica.
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Edoardo carissimo, ci racconti qualcosa della tua formazione negli anni di studi accademici e gli incontri che maggiormente hanno segnato il tuo percorso artistico? L’ incontro con Roberto Rossellini, è stato fondamentale: un maestro col quale, oltre il lavoro, ho avuto la fortuna di avere lunghissime conversazioni. Si parlava sui più svariati argomenti, artistici, sociali, di spettacolo, religiosi, storici, etc. La sua grande curiosità lo portava ad interessarsi dei comportamenti dei giovani. Voleva ad esempio conoscere, nei dettagli e attraverso me, quello che allora era il cosiddetto “Teatro d’Avanguardia”, le finalità e soprattutto i nuovi aspetti di questa esperienza. Era anche molto interessato al Teatro del Nonsenso che stavo rappresentando alla fine degli anni Sessanta. Lo stuzzicava il fatto che si basasse sul gioco. “Ha letto il saggio di Huizinga?” mi chiedeva. Un altro incontro importante fu quello con Peppino De Filippo: rimasi con la sua Compagnia diversi anni e con lui imparai il “ritmo” nel Comico. Peppino mi voleva molto bene e mi stimava. Nello spettacolo “Le metamorfosi di un suonatore ambulante” recitai con lui anche al Teatro delle NazioOJ B 1BSJHJ BMM "MEXZDI EJ -POESB F BMMB UPVSOÏF JO 6OJPOF Sovietica a Mosca, Leningrado, Tallin , Riga, Varsavia, Praga. Un giorno gli proposi di fare uno specifico Laboratorio Teatrale rivolto ai giovani in modo da trasmettere la sua esperienza teatrale. La cosa purtroppo non andò in porto per questioni finanziarie. L’esperienza del Teatro d’Avanguardia, invece, mi ha fatto incontrare, collaborare e partecipare agli spettacoli con Carmelo Bene - compagno di corso all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma frequentata dal 1957 dopo la Scuola del Teatro Drammatico di Milano -, e successivamente con Carlo Quartucci. Questi, unitamente alla mia particolare ricerca con la Compagnia Teatrale Il Gruppo, mi permise di sperimentare diversi aspetti e forme teatrali. Come ben sai, la mia personale e indimenticabile esperienza nella Compagnia Teatrale Il Gruppo mi ha legata profondamente al tuo progetto culturale, così originale
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da potersi definire unico nel suo genere. Puoi parlarci di come nasce l’idea della Compagnia e di quali sono gli obiettivi principali? Ufficialmente la Compagnia Teatrale Il Gruppo nasce nel 1968 con gli insoliti, originali spettacoli di ricerca del Teatro del Nonsenso. In realtà la sua attività nasce quattro anni prima con delle rappresentazioni (spettacolo “Libertà ?” al Teatro $FOUSBMF TV UFTUJ EJ &WUVTFOLP OFM SFDJUBM BM 1JQFS EJ Torino nel 1967 sui poeti Beat), incontri culturali, letture sceniche etc., sempre nell’intento di avvicinare i giovani al teatro. Nel 1984 ci fu una grande svolta perché decisi di portare la Compagnia e il suo teatro di ricerca nella peri-
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feria, dove a mio avviso, questa esperienza forse serviva maggiormente. Dicevo che il Teatro come l’acqua va portato dove manca, non dove già c’è! Cosa può fare il Teatro in periferia? Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato e che incontri ancora per portare avanti questa sfida in un contesto di degenerazione culturale? Il teatro nella periferia può far molto per i giovani. Può contribuire non alla loro formazione accademica, come avviene nel cosidetto Teatro Ufficiale, ma alla loro formazione umana e artistica. Don Milani insegna! L’obiettivo della Compagnia Teatrale Il Gruppo era quello di combattere il degrado presente e operante nella
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periferia, attivando le varie realtà positive: lo abbiamo fatto costituendo una insolita formazione teatrale di livello composta da giovani del territorio decentrato e abbiamo inaugurato il Teatro Tor Bella Monaca nell’aprile del 1991. Ma quando è stato il momento del riconoscimento e del sostegno finanziario, la politica e le istituzioni - rivolte più a se stesse e alle loro clientele - preferirono i finanziamenti “a pioggia” che forse procuravano voti, o anche finanziando gli “amici” di Partito, dimenticando che i soldi della cultura sono per la cultura. Al Ministero infatti, ancora oggi, non esiste una casella adatta a formare un vero teatro per la periferia. Per questo nel decentramento, a mio avviso, vi è poca identità! Mentre lottavi alla guida della Compagnia, hai portato avanti un altro progetto altrettanto importante e affascinante, peraltro sempre nelle periferia di Roma: Gabii. Ci parleresti un po’ anche di come è nata questa idea e delle difficoltà che hai incontrato strada facendo? Al confine del Municipio Ottavo di Roma vi è un TEATRO ROMANO ANTICO del primo secolo, in attesa di essere portato alla luce. Con grande sorpresa mi accorsi che nel progetto del costituendo Parco Archeologico di Gabii, questo teatro non veniva neppure menzionato. Allora inventai “OTTOBRATA A GABII” visite guidate con eventi di spettacolo che, recuperando l’antica tradizione romana delle ottobrate e snodandosi nel territorio, raccontavano il territorio stesso e la sua affascinante, millenaria storia. Queste visite terminavano con una scena della “Medea” di Euripide realizzata proprio nel luogo del Teatro-Tempio di Giunone Gabina dove gli attori, nei tempi antichi, recitavano. Va anche detto che la Città di Gabii nell’antichità era un centro culturale e di studio importantissimo situato proprio nella periferia! Quarantasette statue trovate a Gabii sono permanentemente esposte al Louvre… Le difficoltà?... enormi ! Basti pensare che, dopo aver richiesto alle istituzioni e ai ministri, dopo aver fatto petizioni e solleciti, ancora oggi la situazione è rimasta come 15 anni fa, quando iniziammo Ottobrata a Gabii. Abbiamo spedito la documentazione e la stampa al Sottosegretario Giro, dei Beni Culturali e anche alla 79
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trasmissione televisiva “LE IENE”. Finora, che io sappia, tutto ancora tace. Qualche mese fa, proprio in questa libreria, hai presentato il tuo libro “NonSenso Italiano” edito da Albatros. Vuoi spiegarci come nasce questo libro? Il Teatro del Nonsenso nasce come esperienza nel 1962 al Teatro Laboratorio lasciatomi da Carmelo Bene ed è stato perfezionato nel 1967-1968. Ho scritto anche un manifesto su questo teatro basato sull’improvvisazione e rappresentato anche nel Circuito E.T.I. di Ricerca in varie piazze italiane. Il libro racconta questa originale ed insolita esperienza presentando degli esempi di Nonsenso scritto, che poi viene rappresentato dagli attori. Ho già pronto un nuovo libro: aspetto che venga pubblicato. Prossimi progetti? Alcune rappresentazioni teatrali nel Municipio VIII, la quindicesima edizione di “OTTOBRATA A GABII” (ad ingressso gratuito previa prenotazione - tel. 06. 215.30.42 - 349. 6396813) e spero, finalmente, l’attivazione del Teatro Romano del Tempio di Giunone Gabina. Un ultima domanda: oggi se ne parla molto, è anche un po’ di moda; ma per te il vegetarianesimo è stato una scelta di vita da tanti anni, quando molti non sapevano neppure cosa fosse. Quali sono i motivi più importanti per arrivare a questo tipo di scelta? Il Vegetarianesimo non è solo una alimentazione: è una scelta di vita. Motivi più importanti? E’ mai possibile che, mentre oggi la tecnologia fa dei passi evolutivi giganteschi, ancora l’uomo - senza averne alcun bisogno e a scapito delle popolazioni del Terzo e Quarto mondo - utilizza molti animali come fossero non esseri “senzienti” ma li schiavizza rendendoli cibo per sé? “Sei ciò che mangi” diceva Feuerbach. Con il Vegetarianesimo ed il BIOCENTRISMO, da cui discende, vi sarebbe sulla Terra una alimentazione e una vita meno violenta, anche nelle periferie...
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viA, più
veLoCe DeLLA Lu Ce La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi, per questo gli scienziati mantengono la massima cautela. Ma già per renderla nota avranno fatto molti calcoli di verifica. Il rischio è che Einstein vada in soffitta e con lui molto di ciò che sappiamo. di Marco GALLIANI
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n fondo in fondo, ci speravamo un po’ tutti. Semplici curiosi di scienza, trasognati amanti della fantascienza e dei “balzi iperspaziali”, ma probabilmente più di qualche fisico. Tutti a pensare che forse, un giorno, qualcuno avrebbe dimostrato che quelle “colonne d’ercole” della fisica contemporanea, quella insuperabile velocità della luce, si sarebbe potuta valicare.
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Una speranza, un sogno, una follia allo stato puro. Ognuno può giudicarla secondo il proprio punto di vista e le proprie conoscenze. Ma di certo apprendere che sarebbero stati registrati neutrini viaggiare a velocitĂ superiore a quella della luce è una notizia davvero sensazionale. A comunicarlo sono stati gli scienziati di OPERA(Oscillation 1SPKFDU XJUI &NVMTJPO U3BDLJOH "QQBSBUVT VO QSPHFUUP internazionale a guida italiana che ha il suo â&#x20AC;&#x153;cuoreâ&#x20AC;? nelle viscere di una montagna in Abruzzo,allâ&#x20AC;&#x2122;interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dellâ&#x20AC;&#x2122;INFN. LĂŹ si trova il gigantesco rivelatore alto come una casa di tre piani e del peso di 4000 tonnellate che in quasi tre anni di attivitĂ ha registrato lâ&#x20AC;&#x2122;arrivo di oltre 16.000 neutrini lanciati dai laboratori del CERN a Ginevra. Un viaggio sotterraneo di 730 chilometri percorsi in poco piĂš di due millesimi di secondo. Lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo principale dellâ&#x20AC;&#x2122;esperimento era quello di capire la natura di questo tipo di particella subnucleare, priva di carica elettrica e che interagisce pochissimo con la mate-
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ria ordinaria. Oltre gli interessanti risultati giĂ ottenuti in questo senso, gli scienziati della collaborazione hanno però notato unâ&#x20AC;&#x2122;anomalia nel tempo di percorrenza dei neutrini tra la sorgente e il rivelatore. In pratica queste particelle arrivano prima di quanto impiegherebbe un raggio di luce nel vuoto per coprire la stessa distanza. Stiamo parlando di una differenza infinitesima, solo qualche miliardesimo di secondo in meno. Ma comunque sufficiente per mandare in fibrillazione i fisici di tutto il mondo e non solo. Questo perchĂŠ la Teoria della RelativitĂ di Eistein, uno dei pilastri della nostra conoscenza delle leggi che regolano lâ&#x20AC;&#x2122;Universo,stabilisce che nulla può viaggiare a velocitĂ superiore a quella della luce. Negli ambienti scientifici câ&#x20AC;&#x2122;è molta attenzione nei confronti di questi dati e, allo stesso tempo, molta ma molta cautela. Gli stessi scienziati di OPERA hanno ammesso di sentirsi â&#x20AC;&#x153;scioccatiâ&#x20AC;? dai loro risultati, che hanno appena pubblicato in un articolo on line sul sito arxiv.org. â&#x20AC;&#x153;ChissĂ cosa è successo davvero tra Ginevra e il Gran Sasso, di certo è ancora
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difficile da capire” commenta Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Se questa scoperta verrà confermata da ulteriori prove ed esperimenti vorrà dire che la Teoria della Relatività andrà in qualche modo corretta”. Eppure un altro evento avvenuto nel cosmo nel 1987, ovvero l’esplosione di una supernova, aveva permesso agli astrofisici che avevano seguito l’evento con i loro strumenti di calcolare con estrema precisione la velocità dei neutrini prodotti in quell’immane deflagrazione. Un valore comunque inferiore alla velocità della luce. “Le misure del tempo di volo dei neutrini prodotti dalla supernova 1987a sono nettamente più precise di quelle dell’e-
sperimento OPERA” dice Matteo Viel, ricercatore dell’INAFOsservatorio Astronomico di Trieste. “Bisogna sottolineare però la differente energia delle particelle misurate nei due casi. Quelle provenienti dall’esplosione cosmica erano circa mille volte meno energetiche. C’è dunque molto lavoro da fare per verificare questi nuovi risultati. Certo è che se venisse confermata l’esistenza di questi neutrini tachionici, che cioè viaggiano a velocità superiori a quella della luce, le conseguenze nell’ambito dell’astrofisica sarebbero notevoli e coinvolgerebbero ad esempio gli effetti della materia oscura o i processi di formazione delle strutture nell’Universo, solo per citarne alcuni”.
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Le recensioni del “Faggiani Next Door” di Alessandra BALDASSARI
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e Figaro littéraire lo ha giustamente definito uno dei romanzi di quest’anno da leggere assolutamente. Edito da Salani, “La chimica dell’incontro” di Arthur Dreyfus, giovanissimo talento che, a soli 24 anni, è scrittore, sceneggiatore e regista, è davvero un libro da non perdere. Questo suo primo romanzo, infatti, sorprende piacevolmente il lettore per originalità, intensità ed emozioni forti. Presente e passato si alternano e si sovrappongono di continuo. Ernest e suo nonno Felix: attraverso uno scambio di posta elettronica e i ricordi terribili di un sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, emergono due esistenze in ognuna delle quali c’è un incontro importante, fondamentale per il proprio percorso umano e il cui comune denominatore è l’amore. Guerra, patriottismo, orrori nazisti, ma anche solidarietà e l’arrivo improvviso, quanto provvidenziale, di un giovane soldato americano che porta in salvo il coetaneo deportato francese, promettente chimico neolaureato, ormai allo stremo delle forze. Sullo sfondo dei ricordi della dolorosa esperienza umana vissuta da Felix oltre mezzo secolo prima nasce e si alimenta una storia d’amore moderna: un rapporto virtuale, un amore omosessuale tra due ragazzi adolescenti, uno francese l’altro americano, anch’essi legati da internet attraverso l’oceano che li divide. Se sul passato pesa l’ombra della guerra, del nazismo e della deportazione, sul presente gravano, oltre la distanza, una terribile malattia e un torbido sospetto. Ma la chimica dell’incontro ha le sue regole e fatalmente, virtuale o reale che sia, qualcuno arriva d’improvviso a interrompere l’isolamento e la solitudine esistenziale, a dare un senso alla vita e un messaggio di speranza.
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BeSTiaRiO FiScaLe (II PaRte) In Italia si tassa di tutto.
di Marcello BARTOLI
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e tasse, retaggio di epoche oscure, sono tanto più odiose quanto sono ridicole, soprattutto quando colpiscono indiscriminatamente i cittadini, “utenti finali” e, fin dalla nascita senza l’esclusione del periodo post mortem, destinatari unici di ogni tassazione selvaggia, imposta da Stato, Regioni, Province, Enti locali. Proprio nel momento in cui i posti di lavoro vengono falcidiati a causa della “crisi”, mentre i salari prendono la connotazione di mere elemosine, la tassazione a carico dei cittadini vive una stagione di innaturale vigore. E’ evidente che la pressione fiscale sia legata alla spesa pubblica specie in un Paese dove è alto il debito pubblico come,
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oggi più che mai, ci viene fatto osservare da più parti. Ma tant’è. Nel 1986 si contavano in Italia già 100 tasse. Nel frattempo si è passati a 200, e il processo continua. E l’assurdo non è nella quantità di queste, ma nella “qualiUËw EFMMF TUFTTF JOGBUUJ DF OF TPOP BMDVOF DIF WFSBNFOUF fanno riflettere, a volte per l’arguzia a volte per la deficienza. In ogni caso, le abbiamo catalogate, in dettaglio, seguendo lo schema utilizzato dalla Confesercenti, associazione delle imprese del commercio, turismo, servizi, dell’artigianato e delle PMI dell’industria, affinché ognuno di noi possa valutarle come crede. Tra il serio ed il faceto (meglio riderci sopra, in modo tale da evitare il rischio di contrarre un’epatomegalia dovuta a rabbia repressa), l’elencazione di questa raccolta ci conduce alla scoperta delle miriadi di tributi, tasse, imposte, gabelle, o gravami polimorfi, nascosti tra i “prelievi fiscali”, stabiliti dalle normative.
LE TASSE SOTTERRANEE L’imposta sui tubi (o del tubo). Imposta ambientale introdotta nel 2006. La tassa ha un precedente poco illustre nella “tassa sul tubo”, introdotta nel 2002 dalla Regione Sicilia sotto le mentite spoglie di un tributo ambientale, ma che si qualificava in realtà come un’imposta in somma
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fissa di tipo patrimoniale (tubatico), avendo come base imponibile il volume delle condotte della rete di trasmissione nazionale e regionale del gas naturale situate in Sicilia. Oggi l’imposta sui tubi e sulle condotte è racchiusa nella imposta occupazione suolo pubblico. Colpisce anche condutture sotterranee per la distribuzione di acqua potabile, gas, energia elettrica, linee telefoniche sotterranee, camerette di ispezione, intercapedini, manufatti e simili, contenitori sotterranei di cavi, condutture e linee elettriche e telefoniche. La tassa sulle botole. Si chiama “canone non ricognitorio” (per distinguerlo da quello ricognitorio (sic!) ed è un’imposta patrimoniale dei comuni che colpisce pozzetti, botole, tombini, griglie e qualsiasi altro manufatto posto sul suolo pubblico. Il rischio per gli esattori è di precipitare nel manufatto durante un’ispezione. La tassa sulle fogne (anche se mancano). Una sentenza della Corte Costituzionale (335/ 8 ottobre 2008) ha stabilito l’illiceità a pretendere il pagamento di un servizio non erogato, nel caso specifico su “fognature e depurazione”. Un balzello “illegittimo” cospicuo: si stima 350 milioni di euro annui relativi al 25% di famiglie e imprese italiane. La sentenza ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale” delle normative (art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n.36 - disposizioni in materia di norme idriche, legge Galli - e dell’art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) “nelle parti in cui si prevede che
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la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”. Niente paura, con un decreto-legge del 2009 si è stabilito che le società idriche possono inserire nella bolletta le note di pagamento relative a “fognature e depurazione”, anche se queste sono in fase “progettuale” (sic!).
LE PALEO TASSE La tassa sui gradini. Un tempo si pagava assieme ai ballatoi dei palazzi. E’ tornata di moda vista l’esigenza dei ComuOJ EJ öOBO[JBSF JM TFSWJ[JP EJ QVMJ[JB EFMMF TUSBEF B EPWFSMB pagare tutti i proprietari di case che hanno i gradini d’ingresso sulla pubblica via. L’imposta sulle immagini. Sconosciuta negli altri paesi evoluti, l’imposta di pubblicità riguarda tutti i mezzi
pubblicitari affissi per la pubblica via. L’imposta si applica sulla pubblicità esterna ed a quella diretta, vale a dire ogni forma di pubblicità diversa da quella editoriale, radiofonica e televisiva. La tassa sulle paludi. Nasce nel 1904 da un regio decreto che prevedeva il pagamento di un contributo per la bonifica delle paludi che diventavano terre coltivabili. Quando però negli anni 60 gran parte delle terre furono abbandonate e sulle ex paludi furono costruite città, i proprietari che andavano ad abitare le case cominciarono a ricevere cartelle esattoriali con una strana tassa: il contributo di bonifica, che pagano molti milioni di italiani. Sono sorte da allora molte liti giudiziarie, e due sentenze della Corte di Cassazione (n. 8957/96 e 8960/96) hanno stabilito che la tassa è dovuta soltanto nel caso in cui le opere di bonifica abbiano determinato un effettivo incremento di valore dell’immobile, con un beneficio diretto e specifico, che, in caso di contestazione, deve essere provato dal Consorzio di bonifica. Intanto si continua a pagare.
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Imposta sui cani. Alcuni Enti locali hanno o sono in procinto di istituire nuovamente la tassa sul possesso dei cani introdotta dal Regio decreto n. 1393 del 1918 reso poi obbligatorio definitivamente nel 1931. La tassa consiste nel pagamento di un corrispettivo annuale per il possesso di ogni singolo cane custodito. Gli importi? Variano dai 20 euro ai 50 euro per ogni cane di proprietĂ a seconda della taglia.
TASSE SUL MOVIMENTO Rotaie da asporto. Con la risoluzione 30 marzo 1998, n.22/E del Ministero delle Finanze è stato chiarito che, ai fini dellâ&#x20AC;&#x2122;imposta sul valore aggiunto, gli acquisti di rotaie e di traversine di cemento, pur incorporandosi nella costruzione, appaiono dotate di una propria individualitĂ funzionale e vanno comunque tassate con lâ&#x20AC;&#x2122;IVA in quanto teoricamente asportabili. Auto in acquisto. Su ogni acquisto di automobile incombe una grandinata di tasse. A pesare sulle nuove immatricolazioni è soprattutto lâ&#x20AC;&#x2122;imposta provinciale di trascrizione, che si aggira in media intorno ai 200 euro. Allâ&#x20AC;&#x2122;imposta provinciale si aggiunge una lista infinita di altre tasse: lâ&#x20AC;&#x2122;imposta di bollo sulle formalitĂ PRA, il costo della targa, i diritti del Dipartimento dei Trasporti terrestri, lâ&#x20AC;&#x2122;imposta di bollo sulle formalitĂ del Dipartimento e i costi di esazione postale per le somme del Dipartimento. In una cittĂ come Milano, per unâ&#x20AC;&#x2122;auto di media cilindrata, si arriva cosĂŹ a circa 297 euro, di cui 196 per lâ&#x20AC;&#x2122;imposta provinciale. Niente a che vedere con gli appena 26,3 euro totali che fa pesare sulle immatricolazioni il fisco tedesco o i 71 euro del Regno Unito e il 151 dellâ&#x20AC;&#x2122;Austria. Le tasse sullâ&#x20AC;&#x2122;acquisto di unâ&#x20AC;&#x2122;auto nuova sono molto inferiori anche in Portogallo (86 euro per una vettura di media cilindrata) o in Spagna (69 euro). Anche nel caso di un passaggio di proprietĂ la situazione non migliora affatto. Nel caso di Milano lâ&#x20AC;&#x2122;imposta provinciale di trascrizione arriva addirittura a 246 euro, cui si aggiungono 20,92 euro di emolumenti Pra, 12,40 euro di diritti del Dipartimento dei Trasporti e 58,48 euro di imposta di bollo per lâ&#x20AC;&#x2122;autentica dellâ&#x20AC;&#x2122;atto di vendita. Il totale è cosĂŹ di 337,80 euro.
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Tasse sulla targa. Incredibili gli oneri che gravano su una UBSHB BVUPNPCJMJTUJDB &NPMVNFOUJ "$* FVSP *NQPTUB EJ CPMMP QFS JTDSJ[JPOF BM 13" FVSP %JSJUUJ .$5$ FVSP *NQPTUB EJ CPMMP QFS JNNBUSJDPMB[JPOF FVSP $PTUP UBSHB *M DPTUP EFMMB UBSHB OVPWB Ă&#x2019; TUBCJMJUP EBM Dipartimento dei Trasporti Terrestri. Tre tasse in una. Si tratta dellâ&#x20AC;&#x2122;imposta relativa ai premi assicurativi incassati dalle imprese del settore e di due contributi introdotti, con fini specifici, dovuti anchâ&#x20AC;&#x2122;essi dalle societĂ assicurative. In particolare, di questi ultimi, uno è destinato a ripagare le spese sostenute dal Servizio sanitario nazionale, dalle Regioni e da altri enti in seguito a incidenti con auto o natanti (articolo 334 del Dlgs 209/2005), lâ&#x20AC;&#x2122;altro è diretto al Fondo per le vittime delle richieste estorsive e dellâ&#x20AC;&#x2122;usura, ed è calcolato sugli importi relativi alle polizze stipulate per incendi, responsabilitĂ civile diversi, auto rischi diversi e furto (articolo 18, comma 1, legge n. 44/1999). La gabella sullâ&#x20AC;&#x2122;auto. Gli automobilisti italiani sono tartassati da tasse e balzelli vari sui carburanti. Due terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo è in tasse: ogni â&#x201A;Ź
10,00 di benzina pagate al distributore circa € 7,00 derivano da tasse, tra accise ed Iva. Ogni centesimo di aumento sul carburante comporta un maggiore introito di circa 20 milioni di euro al mese per le casse dello Stato. Insomma senza le tasse gli automobilisti italiani pagherebbero meno 50% circa sul Gpl auto, meno 65% sul Gasolio e meno 70% sulle Benzine. Benzina d’Abissinia. Dal 1935 al prelievo sulla benzina vengono annesse imposizioni fiscali per far fronte ad un impegno militare o ad un disastro civile. Troviamo la prima accisa sulla benzina di 1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia, quella di 14 lire per la crisi di Suez nel 1956, quella di 10 lire per il disastro del Vajont nel 1963, 10 lire per far fronte all’alluvione di Firenze nel 1966, le 10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968, 99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976, 75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980, 205 lire per la missione in Libano (1983), 22 lire per la missione in Bosnia nel 1996. La penultima accisa la ritroviamo nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L’ultima accisa, decisa
nel febbraio 2005, per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico. Ancora oggi nel fare benzina ben 0,25 euro sono pagate per questi motivi. L’inventiva fiscale non ha limiti, come dimostrano anche gli esempi passati. Una volta c’erano la tassa sui pianoforti e quella sulle banane. Oggi queste antiche imposte sono state abolite. Ma sotto mentite spoglie operano altri antiquati balzelli, tipo le “tasse aeree” (su gru e tralicci), le “tasse in maschera”, senza dimenticare le “tasse macabre”, che riguardano defunti e cimiteri, fino al balzello sui lumini. Non mancano inoltre le cosiddette “imposte spietate”, cioè tasse che magari all’insaputa del legislatore colpiscono chi è già in difficoltà (disoccupati, invalidi, studenti fuori sede, famiglie numerose, sfrattati). Non mancate di seguirci. Nel prossimo numero potremo dirvi tutto questo e scoprirete anche il mondo inesplorato delle “imposte burocratiche”, cioè dei prelievi relativi a funzioni pubbliche già finanziate per altra via, e quello ancor più affascinante e surrealista del “fisco lunare”!
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