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I gusci di cozze e vongole assorbono la CO2
FERTILIZZANTE ORGANICO DAGLI IMPIANTI DI BIOGAS
L’economia circolare può contribuire a superare la crisi che sta colpendo l’agricoltura. Davanti a una carenza di fertilizzante, con conseguente aumento dei prezzi, arriva la risposta del Greenway Group. La realtà friulana, che raccoglie la Greenway Agricola, la San Daniele Bioenergie – entrambe con sede a Codroipo (UD) – e la Greenfirm di Pordenone, ha concretizzato da tempo i principi di quella transizione ecologica diventata oggi linea guida di sviluppo. Come? “Avviando una vera economia circolare a carattere territoriale”, spiega il presidente Marco Tam alla guida del gruppo insieme con Gabriele Gardisan. “Dalla coltivazione dei campi alla produzione di biogas, fino a ottenere il digestato: un residuo della fermentazione delle biomasse vegetali agricole che è ad altissimo valore agronomico e viene utilizzato nei campi in sostituzione dei concimi cimici”. Attraverso i propri impianti di Bertiolo e San Daniele del Friuli, il Greenway Group riesce ad arrivare a una produzione di circa 28 mila tonnellate di digestato all’anno “che ci permette di sostituire quasi interamente il ricorso ai concimi chimici per la coltivazione di quasi 700 ettari di terreno”, prosegue Tam. “Questo ci consente ad oggi di non essere dipendenti dai fertilizzanti e dalle materie prime necessarie, come l’azoto, per la concimazione che provengono dall’est Europa e i cui costi, a causa del conflitto russo-ucraino e delle tensioni internazionali, sono aumentati esponenzialmente negli ultimi mesi”.
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I GUSCI DI COZZE E VONGOLE ASSORBONO LA CO2
Il segreto è nei gusci di vongole e cozze, in grado di assorbire anidride carbonica e che pertanto possono essere considerati un pozzo netto di carbonio. La molecola di CO2 biocalcificata nel guscio è intrappolata in forma insolubile e rimossa dall’ecosistema marino al momento della raccolta dei molluschi. In tutta la fase di accrescimento vongole e cozze sottraggono più CO2 di quella che rilasciano, risultando carbon negative. Nieddittas, il brand che gestisce la filiera della mitilicoltura nel Golfo di Oristano, attenta ai temi green e alla sostenibilità, ha accolto con piacere l’esito dello studio “Manila clam and Mediterranean mussel aquaculture is sustainable and a net carbon sink”, condotto dall’Università di Ferrara. Utilizzando un approccio ecosistemico, la ricerca ha analizzato la capacità di immagazzinare CO2 da parte di vongole e mitili nella Sacca di Goro, il principale sito di produzione in Europa, nell’area del Delta del Po. Ne è emerso che ogni chilo di vongole veraci è in grado di “mangiare” 254 grammi di CO2, mentre le cozze ne assorbono 146 grammi. L’anidride carbonica emessa per allevare i molluschi è minore di quella che viene catturata. Allevare un chilo di vongole, infatti, genererebbe 22 grammi di CO2 (con una differenza di 232 grammi), quello di cozze 55 grammi (con una differenza di 91 grammi per ogni chilo). Come dimostrano i dati dello studio l’impatto ambientale della produzione di queste due specie è dunque davvero basso. Secondo la ricerca “solo pochi settori alimentari hanno il potenziale di servire come attività di stoccaggio del carbonio per diminuire le emissioni antropogeniche di CO2 e l’acquacoltura dei molluschi è potenzialmente uno di questi”. Nello studio si legge che nel 2020 sarebbero 12.800 le tonnellate di vongole veraci allevate nella Sacca di Goro e avrebbero abbattuto 3.000 tonnellate di anidride carbonica. Inoltre, calcolando che in tutta Italia vengono prodotte circa 27 mila tonnellate di vongole e 72 mila tonnellate di cozze, ogni anno grazie ai molluschi verrebbero eliminate dall’ambiente in modo permanente quasi 13 mila tonnellate di uno dei gas più difficili da contrastare nella lotta all’inquinamento. Secondo questi calcoli anche le cozze Nieddittas sottraggono più CO2 di quello che rilasciano, quindi l’azienda che ogni anno produce circa 13.000 tonnellate di cozze contribuisce anch’essa al contrasto della crisi ambientale. “Se vogliamo agire sull’inquinamento atmosferico e sui cambiamenti climatici, allora dobbiamo puntare a obiettivi efficaci e perseguibili”, dice Caterina Murgia, amministratore delegato di Nieddittas. “La produzione alimentare ha una grande responsabilità sui livelli di gas serra nell’atmosfera. Per questo Nieddittas è attenta alla sostenibilità e in particolare all’economia circolare in tutti i processi aziendali, dalla produzione all’imballaggio, dai controlli alle certificazioni, prediligendo una filiera a impatto zero o addirittura, come nel caso di vongole e cozze, carbon negative”.