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Katia Paracchini
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KATIA PARACCHINI CI RACCONTA LA STORIA DI ELKA, SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE DI RUBINETTERIA PER IMBARCAZIONI, E DI COME, INSIEME A LUCA DOSSO, HA REALIZZATO UNA VERA E PROPRIA BOUTIQUE TAILOR MADE KATIA PARACCHINI TELLS US THE STORY OF ELKA, WHICH SPECIALISES IN MAKING TAPS AND BATHROOM FITTINGS FOR THE NAUTICAL INDUSTRY, AND ABOUT HOW SHE AND LUCA DOSSO HAVE CREATED A REAL TAILOR-MADE BOUTIQUE by Francesco Michienzi
viene vissuto solo come mera attività per sostentarsi, ma come espressione di una passione per realizzare qualcosa che sia fatto bene, studiato e curato nel dettaglio. Saper riconoscere la bellezza in tutte le sue espressioni e plasmare il lavoro secondo i suoi canoni sempre vecchi e sempre nuovi, saper affrontare con un’intelligenza creativa e appassionata problemi che sembrano irrisolvibili, sono capacità così profondamente umane da sfuggire a una trasmissione semplicemente meccanica o solo nozionistica. Occorre riguadagnarle attraverso un lavoro che diventa esperienza in una immedesimazione con chi, a sua volta, è riuscito a possedere l’eredità del senso del bello e della passione per il lavoro. Tutte cose che abbiamo trovato a San Maurizio d’Opaglio, un comune con poco più di 3.000 abitanti della provincia di Novara, in Piemonte, noto per essere il cuore del distretto industriale del rubinetto, dove nel 1920 si insediò la prima officina, presto seguita da altri laboratori. Nel secondo dopoguerra l’industria incontra una fase di forte crescita che porta il paese ad essere la capitale italiana del rubinetto per il L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa, è numero di imprese operanti nel settore. Tra queste c’è la Elka, una realtà che riconosciuta come nessun’altra al abbiamo seguito sin dai primi passi mondo per la qualità particolare dei fatti nell’industria nautica. Elka nasce suoi prodotti e la flessibilità risolutiva nel mondo dei camper, dove i suoi dei suoi imprenditori. Si tratta rubinetti hanno da sempre un enorme essenzialmente di fattori generati in successo. Nel 2006 si affaccia al mondo una storia millenaria e trasmessi lungo della nautica, grazie anche all’enorme le generazioni nei quali c’è il gusto del entusiasmo che pervade da sempre bello e del buono che caratterizzano Katia Paracchini, titolare dell’azienda. Katia è una persona che mette veramente il cuore e tutta sé stessa nei la cultura produttiva italiana. A questo si aggiunge quella del lavoro che non passionExtraordinary
suoi progetti, basta ascoltare le sue parole nei ricordi della prima esperienza in campo nautico dalle quali, a distanza di 16 anni, traspare ancora l’emozione provata dopo un’uscita in mare a bordo dell’imbarcazione dove aveva installato i suoi rubinetti. La sua determinazione l’aveva portata, all’inizio della sua attività, a creare dei prodotti custom per i camper che hanno riscosso da subito molto successo. Nel 2008, con l’arrivo in azienda di Luca Dosso, sono iniziate le produzioni fatte su misura per le specifiche esigenze dei cantieri nautici.
Qual è stato il primo prodotto custom?
Il primo prodotto custom è stata la colonna doccia realizzata per un 43 piedi di Airon Marine, con tutti i vari accessori, i particolari, soffioncini, ecc. Per me è stato un passo importante in quanto si trattava di un mercato completamente nuovo, con esigenze simili ma anche molto più legate alla sartorialità di prodotto rispetto alla produzione in serie. E, nel 2008, abbiamo iniziato la nostra collaborazione con Riva del Gruppo Ferretti. Il 2008 è stato l’anno di inizio della arcinota crisi mondiale che ha portato a doversi confrontare con eventi inaspettati e inimmaginabili fino a qualche mese prima, ma Katia e Luca hanno trovato il modo di far conoscere ai cantieri il loro valore aggiunto. Ci potete spiegare meglio? Laddove gli altri vedevano la crisi noi abbiamo colto la possibilità di farci conoscere, specializzandoci in quel prodotto nautico customizzato che oggi rappresenta il 90% del nostro business. E da subito abbiamo messo il Cliente al centro del nostro lavoro: prima il cliente doveva scegliere tra quello che c’era sul mercato, dopo poteva chiedere quello che gli serviva senza dover snaturare il proprio progetto oppure dover scendere a compromessi. A questo aggiunge Luca Dosso: Il mercato nautico arrivava da un’esperienza che era molto stantia, molto standardizzata, gli architetti, o chi lavorava in un cantiere, erano abituati ad avere un catalogo o diversi cataloghi tra i quali scegliere. Il catalogo era mandato per posta, una cosa molto fredda. Noi ci ponevamo come persone che cercavano il contatto umano, anche con i progettisti ai quali chiedevamo cosa avevano bisogno, se potevamo farlo e che con noi hanno trovato la novità. Noi siamo riusciti a porci come veri interlocutori per la realizzazione di un prodotto in grado di adattarsi ai loro progetti, alle loro necessità. Ascoltandoli ero in grado di disegnare ciò che realmente avevano bisogno, trattando anche tutte le problematiche tecniche che si incontrano a bordo. Anche perché nel 2010 si vendevano solo nuovi modelli. Usciti dalla crisi, l’armatore era alla ricerca di una barca originale, anche più curata nei dettagli che prima venivano trascurati. A questo proposito interviene ancora Luca: Esatto, alla fine più che un prodotto davamo un servizio. Il servizio che è proprio quello che mettevamo tra l’armatore e il progettista. Noi fornivamo un prodotto che andava bene sia al cantiere per il prezzo, per la qualità e la facilità di installazione grazie anche a delle piccole innovazioni tecniche che gli permettevano di velocizzare il montaggio oppure di avere una flessibilità rispetto ai prodotti che solitamente andavano ad acquistare, sia all’armatore che trovava qualcosa di più appetibile, un design più curato. Non abbiamo mai voluto imporre il nostro stile, abbiamo sempre cercato di metterci in secondo piano assecondando lo stile del progettista che disegnava la barca in quel momento.
Avete prodotti in
esclusiva? Ci sono prodotti per Riva nati da un’idea riportata su un foglio di carta da parte di alcuni loro progettisti che ci hanno dato l’onere e l’onore di svilupparli, come il tientibene del Riva 100 e Riva 110 che diventa anche una doccia di poppa. Per questo progetto abbiamo lavorato a stretto contatto con il loro fornitore di acciai, seguendo la parte idrica ed è così nato un prodotto fatto in esclusiva. Noi abbiamo cercato di sviluppare dei prodotti, come ad esempio la colonna estraibile e removibile da esterno che può essere montata su imbarcazioni da 20 piedi in su.
Quali altri prodotti vi danno così tante
soddisfazioni? I prodotti che realizziamo sono la summa di tutte le esperienze fatte fino ad oggi e non solo in ambito lavorativo. Come è capitato con il rubinetto Cellini realizzato nel 2012 in collaborazione con Davide Maule, maestro orafo di Valenza.
Katia Paracchini per i 10 anni di attività ha fatto realizzare da un giovane artista emergente del novarese una serie di collage nei quali si racconta sintetizzando con estro i momenti più significativi della sua storia imprenditoriale. I quadri sono poi andati in scena nel 2014 durante il gala night della Camera di Commercio di Miami in Florida.
To celebrate the company’s tenth anniversary, Katia Paracchini had a young emerging artist from Novara create a series of collages that tell her story by summarising the most significant moments of her business’ history with great flair. The paintings were displayed in 2014 during the Chamber of Commerce gala night in Miami, Florida.
La sua incredibile abilità nel plasmare il metallo prezioso secondo i dettami dell’arte etrusca ha letteralmente trovato supporto nella tecnologia della stampa 3D. Il risultato è stato un prodotto a dir poco innovativo sia per la forma, sia per le modalità di realizzazione. Probabilmente oggi quell’idea di lusso ostentato è venuta meno, adesso il lusso è qualcosa di intimo, riguarda più la sfera personale, il tempo che si ha a disposizione… A questo proposito interviene Katia: Sì, è vero anche se quel rubinetto poteva essere visto come un’opera d’arte, dove si vede il bello, il diverso, il particolare. È nato così per far toccare con mano le nostre capacità, che cosa siamo stati in grado di fare e sviluppare sull’idea del cliente e che tipo di lavorazione possiamo fare. In questo senso, vorrei che non arrivasse solo il messaggio dell’ostentazione, ma quello di avere un rubinetto diverso da quello che il mercato mi propone e che piace perché è stato realizzato e personalizzato in base ad una specifica richiesta. Potrebbe poi essere d’argento, titanio o di altri materiali, ma è sul tipo di lavorazione che dobbiamo soffermarci, come l’incastonatura dei diamantini rompi goccia che fanno di una particolarità il bello. Continua Luca Dosso: Ci ha dato molta soddisfazione anche il rubinetto che poi è finito nel film Prometheus. Poi tante altre realizzazioni arrivate su suggerimenti di clienti, come la doccetta a scomparsa a forma di bitta da installare a filo coperta. All’inizio eravamo un po’ perplessi, perché era un articolo molto semplice, ma siamo riusciti a dargli un tocco estetico capace di renderlo un oggetto che svolge una funzione, semplice come una doccia, con gusto. Posso affermare che la nostra fonte di ispirazione e successo sono i clienti, che ci raccontano le loro esigenze e quelle degli armatori perché altrimenti ci limiteremmo a fare dei prodotti in ottone come il 90% delle aziende che ci sono in questa zona e sarebbe difficile entrare in un settore come quello della nautica a testa alta. Invece il rapporto che ci lega ai nostri clienti ci permette di andare a sviluppare anche prodotti che sono già richiesti, ma con un tocco in più.
Pensate di rimanere sempre nell’ambito idraulico o di allargare il campo anche ad altri prodotti,
ad esempio le luci? A noi piace la contaminazione. Abbiamo pensato ad una colonna doccia con una luce quando a bordo abbiamo visto aumentare gli spazi esterni. Abbiamo così fatto un upgrade ad una doccia che già è già presente e che funziona molto bene. Ho voluto solo aumentare il periodo del suo utilizzo trasformandola anche in un punto luce. Non ci siamo però limitati a mettere una lampadina o una luce, ma abbiamo creato una colonna doccia che non ha fili, non ha batterie, non ha un impianto solare, funziona con la stessa tecnologia dei telefonini: ecco la contaminazione di cui parlavo prima. La cosa che ci ha dato soddisfazione è vedere come le persone rimanevano stupite dal fatto che solo inserendo o togliendo la colonna dalla base, la luce si spegneva o accendeva.
Luca, quanto tempo impiega a sviluppare quello che le viene richiesto dagli armatori e dai clienti?
Dipende dall’accuratezza di informazione che ci viene passata. Ad esempio, il tientibene per Riva è nato in meno di un mese di tempo, la colonna doccia con la luce è nata in una sera, guardando una vecchia pubblicità di un iPhone. Quindi è molto difficile quantificare in quanto tempo arriva l’estro creativo, poi dipende dalla difficoltà dell’articolo, ma rimaniamo sempre nei termini dati dal cliente.
Voi parlavate di barche fino a una certa misura, perché non di mega e
superyacht? Perché sarà lo step successivo, ci stiamo preparando. Noi siamo sempre andati per gradi, dal mercato del camper fino alle imbarcazioni piccole, poi le medie e adesso con le più grosse. Sottolinea Katia. Abbiamo commesse per le suite di navi da crociera. Se riusciremo a far capire che i nostri prodotti facilitano il loro lavoro, soprattutto in termini di installazione, allora avremo sicuramente un nuovo mercato.
Come vedete la Elka fra dieci anni?
Spero in tanti altri campi, dalle navi da crociera alle case mobili, alle case galleggianti. Vorrei che vedessero la luce tutte le idee che abbiamo in mente: una di queste è stata completata proprio in questi mesi realizzando una showroom che non
Nel 2013, Elka partecipa al Dubai Boat Show negli Emirati Arabi Uniti dove presenta Cellini, un rubinetto realizzato a mano in oro 18 carati e diamanti.
In 2013, Elka participated in the Dubai Boat Show in the UAE where it presented Cellini, a handcrafted tap made of 18-carat gold and diamonds.
vuole essere una semplice sala espositiva oppure un luogo di incontro clientefornitore. È un ambiente esclusivo, elegante, informale, ma soprattutto un acceleratore di idee. Non ci troverete rubinetti o meglio, li troverete ma posizionati in maniera discreta, quasi nascosta. Troverete invece tanti spunti creativi, tanta ispirazione e libertà di movimento. È il nostro concetto di servizio 2.0. Afferma senza alcuna esitazione Katia.
Italy is Europe’s second biggest manufacturing country, renowned around the world for the high quality of its products and the problem-solving flexibility of its entrepreneurs. These are essential factors generated throughout an age-old history and handed down through the generations, revealing a taste for the beauty and the good that characterises Italian manufacturing culture. To this, we can add the culture of work, which is not experienced merely as an activity to support oneself, but as an expression of a passion for producing something that is well made and carefully designed, featuring great attention to detail. Knowing how to recognise beauty in all its expressions and to shape work according to its old and new canons, as well as knowing how to tackle seemingly unsolvable problems with creative and passionate intelligence, are skills so profoundly human that they cannot be passed on in a purely mechanical or notional fashion. They need to be reacquired through a kind of work that becomes an experience of oneness with those who, in turn, have managed to inherit this sense of beauty and passion for work. We found all of this in San Maurizio d’Opaglio, a municipality with just over 3,000 inhabitants in the province of Novara, Piedmont, known for being the heart of the tapmanufacturing industry. Here the first workshop in the sector was established in 1920, soon followed by others. After the Second World War, the industry experienced a phase of strong growth that turned this area into the “tap capital” of Italy in terms of the number of companies operating in the sector. They include Elka, a firm that we’ve been following ever since it took its first steps in the nautical industry. Elka began life by catering to the world of motorhomes, where its taps and fittings have always enjoyed huge success. In 2006 it entered the nautical world, thanks in part to the great enthusiasm that has always pervaded the company’s owner Katia Paracchini. Katia is someone who puts her heart and soul into her projects. You simply have to listen to her recall her first experience in the nautical field. Even now, sixteen years later, the emotion she felt after a trip out to sea aboard the boat where she had installed her taps still shines through. When she first set up her business, her determination led her to create customised products for motorhomes that proved an instant hit. In 2008, with Luca Dosso’s arrival in the company, her firm began tailor-made production to meet the specific needs of boatyards.
What was your first custom product?
The first custom product was the shower column made for a 43-foot Airon Marine, with all the various accessories, details, showerheads, etc. It marked an important step as this was a completely new market with similar needs but also much more
related to product tailoring than to mass production. Then, in 2008, we started our collaboration with Riva a brand of Ferretti Group. In 2008 we saw the start of the infamous worldwide crisis that presented the firm with unexpected events that would have been unimaginable a few months earlier, but Katia and Luca succeeded in convincing yards that they were able to offer real added value. Can you tell us more about it? While others suffered from this crisis we seized the opportunity to make a name for ourselves, specialising in the custom nautical product that accounts for 90% of our business today. Right from the start, we put customers at the center of our work: previously customers had to choose from what was already on the market, but with us, they could ask for what they needed without having to distort their design or compromise. Luca Dosso adds: The nautical market was accustomed to a very stale and standardised experience. Architects, or those working in a shipyard, were used to having one or more catalogues to choose from. The catalogue was sent out by post, which is a very cold approach. We put ourselves forward as people seeking out human contact, including with the designers themselves. We asked them what they needed and whether we could do it, offering them something new. We succeeded in putting ourselves forward as key players in the development of a product able to adapt to their designs and requirements. By listening to them, I was able to design what they needed, dealing with all the technical issues encountered on board. This was also because only new models were being sold in 2010. Having left the crisis behind, owners were looking for original boats, featuring greater attention to detail – something that had been overlooked previously. Luca once again chips in: Exactly. Ultimately we provided a service rather than a product. The service that we put in place between the owner and the designer. We provided a product that suited the shipyard in terms of price, quality, and ease of installation thanks to small technical innovations that allowed them to speed up assembly or to be more flexible than the products they usually bought. It also suited the owner, who found something more attractive, with a more refined design. We’ve never wanted to impose our style. We’ve always sought to put ourselves in the background, going along with the style of the designer who was designing the vessel at the time.
Do you manufacture any exclusive
products? There are many products for Riva that were developed based on an idea jotted on a piece of paper by some of their designers, who then tasked us with making them. They include the Riva 100 and Riva 110 handrail, which also becomes a stern shower. We worked closely with their steel supplier for this project, taking care of the plumbing aspect, and this resulted in an exclusive product made just for them. We’ve tried to develop products, such as the extractable column that can be removed externally and is designed for boats from 20 feet upwards.
Which other products have been that
satisfying? The products we make are the sum of all the experience we have gained so far, and not only in the field of work. This was the case with the Cellini tap made in 2012 in partnership with Davide Maule, a master goldsmith from Valenza. His incredible ability to shape precious metal according to the dictates of Etruscan art found support in our 3D printing technology. The result was a product that was, to say the least, innovative both in its form and in the way it was made. That idea of ostentatious luxury has probably disappeared today. Nowadays, luxury is something intimate and more about the personal sphere, free time...
Progettare, produrre e vendere rubinetteria esclusivamente per la nautica ha spinto Elka a rivedere quello che è l’impianto di bordo, la cui concezione prende origine dall’idraulica domestica, ma senza dimenticarsi che una barca non è una casa.
Designing, manufacturing and selling taps and fittings exclusively for the nautical sector has prompted Elka to revise on-board plumbing, originally based on a concept deriving from domestic plumbing, while always remembering that a boat is not a house.
Katia intervenes in this regard: Yes, it’s true, although that tap could be seen as an artwork, in which you can see beauty, something different and exquisite detail. This is how we came up with the idea of showcasing our capabilities, what we have achieved and developed based on the customer’s ideas, and what kind of work we can do. In this sense, I don’t see it as mere ostentation, but having a tap that is different from what the market offers makes it special because it has been made and customised according to a specific request. It could then be made of silver, titanium, or other materials, but what makes the difference is the type of workmanship, such as the careful setting of the diamond tap aerator. These are the little things that make the product a thing of beauty. Luca Dossi continues: We were also very happy with the tap that ended up featuring in the film Prometheus. Then many other creations came about at the suggestion of customers, such as the concealed bollard-shaped hand shower to be installed flush with the deck. We were a bit puzzled at first because it was a very simple item, but we managed to give it an aesthetic touch that makes it an object that performs a simple function, such as a shower, tastefully. Our customers are our source of inspiration and success. We listen to their needs and those of the owners because otherwise we would just be making brass products like 90% of the companies in this area and it would be difficult to enter an industry like yachting with our heads held high. Instead, the relationship that binds us to our customers allows us to go ahead and develop products that are already in demand, but with an extra touch.
Do you plan to remain in the
L’ampia gamma di articoli, che include miscelatori in ottone, miscelatori in alluminio, miscelatori e soffioni doccia in acciaio inox, colonne doccia e accessori per il benessere, è disegnata da Luca Dosso e dai tecnici dell’ufficio ricerca e sviluppo combinando abilmente i principi di qualità, design, sicurezza e rispetto per l’acqua.
The wide range of articles, which includes brass mixers, aluminium mixers, stainless steel mixers, shower heads, shower columns, and wellness accessories, is designed by Luca Dosso and the technicians in the research and development department, skilfully combining the principles of quality, design, safety, and respect for water.
plumbing field or expand the field
to other products, e.g. lights? We like fusion. We thought of a shower column with light when we saw an increase in outdoor spaces on board. We, therefore, upgraded an existing shower that works very well. I simply wanted to increase its period of use, transforming it into a light source too. However, we didn’t limit ourselves to adding a bulb or light but instead created a shower column with no wires, batteries, or solar power system. Instead, it works using the same technology as mobile phones. This is the fusion I was talking about earlier. The thing that gave us satisfaction was seeing how people were amazed by the fact that just by inserting or removing the column from the base, the light would turn off or on.
Luca, how much time do you spend developing what owners and clients
have asked for? It depends on the level of detail in the information that is passed on to us. For example, the handrail for Riva was developed in less than a month, while the shower column with the light was created in one evening, watching an old iPhone advert. It’s therefore very difficult to quantify how quickly the creative flair will arrive, and then it depends on the complexity of the product, but we always stick to the deadline set by the customer.
You’ve spoken about boats up to a certain size. Why not mega and
superyachts? Because that will be our next step. We’re getting ready for it. We’ve always gone step by step, from the motorhome market to small boats, then to medium-sized ones, and now to larger vessels. Katia emphasises: We’ve received orders for cruise ship suites. If we can make people realise that our products make their work easier, especially in terms of installation, then we’ll have a new market.
Where do you see Elka in ten years?
In lots of other fields, I hope, from cruise ships to mobile homes and houseboats. I’d like all the ideas we have in mind to see the light of day: one of them has been completed over the last few months. We’ve created a showroom that isn’t intended to be a mere display case or a place for customers and suppliers to meet. It’s an exclusive, elegant, and informal environment, but above all an ideas accelerator. You won’t find taps there, or better still, you will find them but placed discreetly, almost hidden away. Instead, you’ll find a lot of creative ideas, a lot of inspiration, and a lot of freedom of movement. This is our concept of service 2.0. So states Katia without a moment’s hesitation.