Roma in salita e discesa

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Roma in salita e discesa 9788895178950 © Edizioni Intra Moenia 2014 isbn

Il Distico Srl Via Costantinopoli 94, 80138 – Napoli www.intramoenia.it – info@intramoenia.it Progetto grafico e impaginazione di Luca Mercogliano


Roma

in salita e discesa

alla scoperta di scalinate, colli e clivi della Capitale a cura di

Cecilia Caperna foto di

Claudio Corrivetti e Sirio Gori



int roduzione

Dove adesso si trova Roma c’era un tempo il Septimontium così chiamato per il numero di montes che in seguito la città incluse all’interno delle sue mura. Varrone De lingua latina, V, 41.

La storia di Roma comincia sulla cima di un colle. La nascita dell’Urbe, secondo la tradizione mitico-letteraria e le testimonianze archeologiche, si identifica infatti con la formazione di un nuovo nucleo abitativo sul Palatino (la cosiddetta Roma quadrata, data la conformazione quadrangolare del colle) con due appendici: il Campidoglio, come rocca difensiva, e il Foro a valle. L’acquisizione degli altri cinque tradizionali colli la si deve a un lento, ma costante processo di graduale espansione che andò ad aggregare una parte consistente del territorio della valle del Tevere, un territorio che alternava zone collinose 5


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e pianeggianti con un contrasto molto più marcato di quello odierno. L’erosione ha infatti nel tempo attutito l’asprezza dei rilievi, ma in origine il dislivello tra colli e pianura era di oltre 30 metri. Segni della configurazione originaria del luogo si possono ancora oggi osservare nelle pendici scoscese di roccia che digradano verso il fiume, ad esempio a sud ovest del Campidoglio e a ovest del Palatino e dell’Aventino. All’epoca di Servio Tullio, nel VI secolo, la città ha già inglobato tutti e sette i leggendari colli: oltre al Palatino e al Campidoglio, l’Aventino, il Quirinale, il Viminale, il Celio e, infine, l’Esquilino. Ma è solo l’inizio. Conclusa la parentesi medievale, Roma vive una fase di rinascita urbanistica tra XVI e XVII secolo che ha come protagoniste le colline, sede privilegiata per la costruzione delle residenze delle famiglie più in vista della città che abbandonano i loro palazzi nel centro storico a favore della campagna circostante e delle zone più elevate: è il caso, ad esempio, di villa Pamphilj, acquistata da Panfilo Pamphilj nel 1630, di villa Ludovisi sul Pincio o, ancora, di villa Sciarra sul Gianicolo. Del resto il perimetro della città era destinato ad ampliarsi costantemente fino a raggiungere gli attuali 1285,31 km², per un totale di 22 rioni e 35 quartieri suddivisi in venti circoscrizioni. Detto in altre parole, significa che oggi il territorio del comune di Roma è grande quanto la somma di quelli di Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania. Durante questo inesorabile processo di espansione, e considerata la conformazione collinare del territorio, la città ha incorporato anche altre alture oltre ai leggendari sette colli originari: il Gianicolo, il Vaticano, il Pincio, Monte Antenne, Monte Brianzo, Monte Mario e i Monti Parioli, solo per citarne alcune. 6


i n t ro d u z i o n e

In alcuni casi, l’orografia del territorio è stata sacrificata a favore di opere di sbancamento necessarie allo sviluppo urbanistico della città. Per guardare all’epoca più antica, il Foro di Traiano, ultimo, ma solo in ordine cronologico (di certo il più grandioso), dei fori cittadini, fu edificato lì dove si trovava una sella montuosa che congiungeva il Campidoglio al Quirinale, a memoria della quale rimane solamente la colonna Traiana. Questa è alta 100 piedi romani (e cioè circa 40 metri), tanto quanto il mons cui si allude nell’epigrafe posta alla base: «Il Senato e il Popolo Romano all’Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto, figlio del Divo Nerva, conquistatore in Germania e Dacia, Pontefice massimo, investito della potestà tribunizia diciassette volte, proclamato Imperatore sei volte, eletto console sei volte, Padre della Patria: per far conoscere di quanta altezza il monte e il luogo siano stati ridotti con così grandi lavori». Opere di sbancamento che però non hanno stravolto la fisionomia del territorio dell’Urbe, che tutt’oggi presenta una varietà di caratteristiche ambientali e di paesaggi: rilievi montuosi e colline alternati ad aree in pianura, il fiume Tevere e l’Aniene e la campagna che circonda la zona urbana. Oltre, i laghi di Bracciano e di Albano a chiudere la città ai due poli opposti. Va da sé che una tale struttura morfologica fatta anche di dislivelli, di colli e di valli ha reso necessaria la costruzione e la presenza di scale, rampe, salite e discese che, oltre a svolgere la funzione di collegamento, hanno contribuito a caratterizzare il volto di Roma. La natura scoscesa del territorio dell’Urbe è del resto testimoniata anche dalla topografia cittadina. Già una prima, superficiale, analisi della toponomastica delle strade romane evidenzia infatti la presenza di 11 vie intitolate ad una salita (salita del Buon Pastore, salita di Sant’Onofrio, la salita del Gril7


La salita dei Borgia all'Esquilino


i n t ro d u z i o n e

lo, salita dei Crescenzi, ecc.) mentre i quartieri di Monte Mario, Monte Sacro e Monteverde, per fare qualche altro esempio, portano evidente nel loro nome i segni dell’orografia cittadina. Anche le vie intitolate a scale di vario genere arricchiscono la nomenclatura stradale della capitale: a Trastevere, ad esempio, esiste ancora un vicolo della Scalaccia che deve il suo nome ad una lunga e malmessa scalinata che conduceva in un’abitazione di infimo rango (come già il dispregiativo poteva fare intuire). Oggi non esistono più né la casa né la scala, ma il toponimo è rimasto a loro ricordo. Sempre a Trastevere, presso porta Settimiana, esisteva anche un vicolo delle Scalette, detto anche vicolo delle Scalelle (il nome fa riferimento a dei piccoli gradini che conducevano sulla riva del Tevere). Piazza, vicolo e via della Scala, via dello Scalone, via della Scalinata e una via della Cordonata chiudono infine il cerchio.

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Indice pag. 5

introduzione

roma città eterna, città su sette colli

Le origini di Roma: Palatino Campidoglio Viminale Quirinale Aventino Celio Esquilino

cent ro storico

Trinità dei Monti Pincio Rione Monti San Giovanni e la Scala Santa

Trastevere Gianicolo Prati

Monte Mario Valle Giulia Parioli

Testaccio Garbatella Eur bibliografia

dall’alt ra parte del tevere

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roma nord

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a sud di roma

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finito di stampare nel maggio 2014 per conto delle edizioni Intra Moenia presso TipolitoGiglio Srl - Napoli


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