Nella seconda metà del ‘500 un autorevole francescano scriveva in una lettera al Papa che i monasteri napoletani
erano ridotti a “case di meretrici”. Esagerazioni? In realtà in quell’epoca le monache di origini nobiliari, costrette
dalla famiglia alla scelta conventuale, conducevano una vita di fasti: uscivano dalle mura del convento, ricevevano
ospiti, svolgevano attività commerciali. Insomma, autogestivano la propria vita e le proprie sostanze economiche. Con
la riforma tridentina il papato tentò di arginare questi costumi, imponendo rigide regole per la vita monacale. Da qui larivolta. Le monache non potevano rassegnarsi alla perdita di decennali privilegi e contestarono, anche con asprezza, le
nuove regole che volevano imporre la rinuncia al loro stile di vita. Alla fine, alcune di esse decisero di abbandonare ilmonastero, altre furono costrette a sottomettersi. Questo libro costituisce la singolare cronaca di quell’epoca con unoscritto di straordinaria modernità di suor Fulvia