Due secoli di Napoli

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due secoli di napoli La storia della città per immagini: cronaca, politica, cultura dal’Ottocento ai giorni nostri a cura di Attilio Wanderlingh e Ursula Salwa


copertina e impaginazione: Luca Mercogliano archivi fotografici

Archivio Centrale dello Stato, Archivio Fratelli Alinari, Archivio Fotografico Stato Maggiore dell’Esercito

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione,

Aerofototeca dell’ICCD, Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, Archivio l’Unità, International Photos, L’Illustrazione Italiana, Combat Film, L’Europeo, Farabolafoto, Olycom, Ansa, Contrasto, Corbis, Archivio Mario Carbone,

Claudio Bassi, Claudio Corrivetti, Tano D’Amico, Stefano Montesi, Sergio Siano

© 2014 edizioni Intra Moenia – via Costantinopoli, 94, 80138 Napoli Tel. 081290988 ‑ 0815571190 – Fax 0814420177 Internet: www.intramoenia.it | e‑mail: info@intramoenia.it I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Si ringraziano tutti gli archivi che hanno permesso la pubblicazione delle immagini. In ogni caso l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti delle fotografie riprodotte nel presente volume.


pr e sen ta z ion e

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ibri fotografici su Napoli ve ne sono già tanti. Ma gran parte di essi non sfugge ad una ripetitiva impostazione: bei panorami, pescatori, scugnizzi, mangiatori di pasta e abbondanza di stereotipi. Questo volume vuole invece offrire qualcosa di diverso. Intende infatti raccogliere un vero e proprio racconto storico della città, una cronaca visiva in cui vedute e trasformazioni urbane s’intrecciano con i comportamenti della popolazione, con gli avvenimenti nel corso degli anni. Insomma, la città reale che perciò va oltre l’iconografia e incontra invece le foto di cronaca conservate in vari archivi della città. Nelle foto che il lettore scorrerà colpisce innanzitutto un dato: i volti della gente comune sembrano quelli di sempre, gli atteggiamenti appaiono immutati e immutabili, le manifestazioni dei disoccupati dei nostri giorni sono eguali a quelle del lontano passato, i morti di camorra o i drammi sociali sembrano fotocopie di immagini già pubblicate nei lontani decenni. È la città che non cambia e non cambierà mai volto? Non è così. Perché accanto a queste immagini che era giusto pubblicare, abbiamo anche dato spazio a foto che documentano una città in trasformazione: sono i volti dei giovani che affollano concerti di musica o manifestazioni culturali, angoli di città che cambiano look passando dal degrado a nuove funzioni sociali, artisti e gente comune che testimoniano l’esistenza di una mai arresa “società civile”. In questa descrizione in chiaroscuro della città avremmo dovuto scegliere e far prevalere, nelle immagini, uno dei due colori? Non lo crediamo. Ci sembra che Napoli sia ancora esattamente così: una città duale, dove ogni decennio lo si può registrare come un significativo passo in avanti, ma anche come l’avvitamento nelle tristi condizioni di sempre; e dove in ogni quartiere trovi sia l’esempio della innovazione positiva, sia la testimonianza della persistenza dei drammi sociali del passato. Spetta dunque al giudizio del lettore valutare e scegliere la più giusta chiave di lettura, quella che consente di interpretare questi due secoli di storia della città. Ma quale che

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sia il progresso fatto e quello da compiere, quali che siano le trasformazioni avvenute, un dato emerge con forza dalle immagini: periodicamente la città registra un forte desiderio di partecipazione della gente che fa sperare in “rinascimenti”, ahimè sempre effimeri e di breve durata. Talché proprio questa potrebbe essere la conclusione: il grande limite storico della città è il non aver mai visto consolidato un processo di continuativa partecipazione popolare al processo di trasformazione della città. Limite della società civile o perenne impermeabilità della classe politica? Oppure, ancora, difetto di entrambi? Perciò, la scommessa sta tutta qui. Quella di rischiare: rendere le figure, i gesti, i bisogni, i sorrisi e la rabbia che emergono da queste foto non spettatori del possibile futuro, ma protagonisti di un progetto di città condiviso da tutti. Senza tutto ciò, per i più pessimisti sconteremo una separazione tra classe politica e ceti sociali. Per i più ottimisti, saremo in una eterna metà strada. Come che sia, alla fine di questa carrellata di foto, difficile sfuggire ad una sensazione: la strada da compiere resta tutta ancora in salita. a. w.


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Studenti provenienti da ogni parte del Meridione si radunano nell’ottobre del 1991 a Napoli per una grande manifestazione contro il racket e la camorra. Passano gli anni ma la città resta vittima di degrado e criminalità diffuse: killer della mala che insanguinano interi quartieri, racket e usura che stringono il commercio in una morsa infernale. I giovani, che rappresentano l’unica speranza di un futuro diverso per la città, tentano di opporsi a questo destino con l’entusiasmo e l’energia che gli è propria.


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La rivendicazione di un “lavoro per tutti” appare in questa immagine drammatica, ma anche tristemente ironica. Sotto la scritta, seduta a terra con i suoi figli una giovane donna chiede l’elemosina. La città si avvita intorno ai suoi annosi problemi: disoccupazione e miseria. Intanto nel ‘92 una serie di inchieste della magistratura faranno emergere la realtà di una classe politica corrotta fino al cinismo, dedita solo all’arricchimento personale.


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Giovani volenterosi puliscono piazza Bellini per l’ormai tradizionale manifestazione del “Maggio, monumenti porte aperte”. L’iniziativa culturale, che ogni anno richiama tantissima gente, viene organizzata dall’associazione “Napoli 99” e dalla Soprintendenza. Alla fine del maggio del ‘93 saranno più di 500 mila i napoletani e i turisti ad aver visitato le chiese e i monumenti del centro storico. Oltre duecento i siti monumentali dimenticati, per l’occasione riaperti al pubblico.


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Nel ‘92 si apre in Italia la caldissima stagione politico-giudiziaria di “Mani pulite”. Dopo le prime inchieste seguono per molti mesi decine di arresti. La classe politica campana, tra le altre, ne risulterà duramente colpita. Nella foto, il momento dell’arresto del socialista Giulio Di Donato. Nel terremoto che sconvolge il mondo politico partenopeo, tra i tanti arresti per corruzione, finisce in manette anche l’ex sindaco di Napoli, Nello Polese.


Ecco un altro imputato eccellente: l’ex ministro liberale ed ex ministro della sanità Francesco De Lorenzo nelle aule del tribunale in occasione del processo per tangenti che lo vede coinvolto. La corruzione che viene imputata a “Sua Sanità”, come con amara ironia viene soprannominato, riguarda un consistente giro di miliardi, mentre proprio nello stesso periodo la gente viene costretta a pagare un ticket più salato per i farmaci.

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Degrado e speranza nei vicoli di Napoli. Il sorriso semplice di due ragazzine impegnate a fare i compiti risalta su uno sfondo ben piÚ squallido, quello dei vicoli sporchi e della vistosa miseria in cui da sempre vivono immersi. Mentre la classe dirigente viene travolta da scandali e malgoverno, in cui la costante è la sottrazione indebita di denaro pubblico, la gente vive quotidiani problemi di sopravvivenza.


Tantissima gente accorre ad ammirare la statua del Nilo finalmente ristrutturata. Altri tesori della città, rimasti praticamente sconosciuti al grande pubblico, vengono offerti alla visione dei cittadini con lo slogan “Non sbirciate, entrate!”. La risposta della gente è davvero entusiastica, alberghi e ristoranti registrano il tutto esaurito un po’ ovunque. Centomila visitatori per la prima edizione, nel 1992, e ben 11 itinerari di visita nel centro antico della città.

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Una giovane Alessandra Mussolini all’epoca del suo lavoro come attrice di cinema. Nel ‘93 verrà candidata a sindaco di Napoli dal Movimento Sociale Italiano. Nell’agosto di quell’anno il prefetto aveva sciolto il Consiglio comunale per “paralisi amministrativa” in conseguenza del terremoto politico derivante dall’inchiesta di “tangentopoli”. Si va al voto e i partiti si preparano per la contesa elettorale. Il Pds schiererà come suo candidato sindaco Antonio Bassolino.


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È Antonio Bassolino il nuovo sindaco di Napoli. Il candidato della sinistra prevale nel dicembre del 1993 al ballottaggio sulla rivale Mussolini con il 55,6% dei voti. È una svolta storica per la città: dopo anni di amministrazioni di altro colore e idea politica, il Comune torna al fronte dei progressisti. Pur essendo il leader storico del Pci prima e del Pds poi, in campagna elettorale Bassolino era riuscito a trovare i toni giusti per parlare all’intera città che per questo poi lo premierà in sede di voto.


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Il Comune nel 1994 dichiara guerra al contrabbando. I “bancarellari delle biondeâ€?, alcuni dei quali ritratti in questa foto, inscenano una vivace protesta con scontri anche pesanti al centro storico. I venditori non autorizzati lamentano la mancanza di un’alternativa alla vendita delle sigarette di contrabbando e giurano di esser disposti a rinunciare a questa attivitĂ illecita se avessero un posto di lavoro.


Donne della camorra che protestano davanti al Tribunale contro il regime carcerario duro istituito dall’articolo 41 bis. Quest’ultimo porta i mariti, i papà e i fidanzati lontano dalla propria terra e riduce i colloqui. La denuncia delle donne della camorra si rivolge anche contro il pentitismo che molte pentole scoperchierà provocando terremoti all’interno delle famiglie della malavita organizzata.

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Piazza San Gaetano affollata di gente accorsa in visita a chiese e monumenti in occasione della nuova edizione del Maggio dei Monumenti nel 1994. Grande successo anche quest’anno per l’operazione “Napoli porte aperte”: ogni fine settimana del mese tesori nascosti e dimenticati della città vengono aperti al pubblico, divenendo il perno di una grande festa di civiltà.


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Lutto per la città di Napoli: muore improvvisamente per infarto il 5 giugno 1994, a soli 41 anni, l’amatissimo Massimo Troisi, uno degli interpreti più attenti e intelligenti della napoletanità. L’attore e regista, che con i suoi memorabili film aveva fatto ridere e commuovere napoletani e non, aveva appena finito di girare a Procida gli esterni del suo ultimo film “Il postino”. Grande folla in lacrime ai suoi funerali nella natia San Giorgio a Cremano.


Finito di stampare per conto delle Edizioni I ntra Moenia 2014 presso «Vulcanica Print» di Torre del Greco (NA)

nell’ottobre


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