Riccardo Siano
NAPOLI VISTA DAI GABBIANI la città, se volassimo Naples through the eyes of a seagull • the city, if we fly testi di / text by Attilio Wanderlingh
PREFACE • PRESENTAZIONE The theme of the book is indicated entirely in the title and in the explicative subtitle. For it is truly thus that a seagull sees the city: gorgeous in its breath taking views, that not even the overindulged oleography could tarnish; still full of greenery, in spite of all those who think of it as completely destroyed by the abusive urban speculation; rich in monuments, cloisters, piazze that together sketch a scenery worthy of a great European capital; but - and it’s only fair to admit it - it is also a city penalised by a barbarity that confines historic sites to a guilty neglect. It is from this last consideration that the subtitle is born: “The city, if we fly”. It stands for a vision of Naples not as much from the height of the sky, but rather from the height of a political, cultural and social commitment that we have certainly fallen short of. Let’s face it: we are not seagulls, and we didn’t fly. This book is not only a collection of photographs with an absolutely innovative point of view; not just, thanks to its captions, a guide to sights and locations; it is also a whispered, poetic denunciation. Indeed, the photographs of Riccardo Siano document, as only the sensitive artist can do, the immense disparity between the beauty of the city and the absence of a regulatory human intervention. The seagull’s eye, or better, the drone that Siano so skilfully employs, presents us with a Naples whose very beauty depends on the absence of the human element, the lack of daily life, the suspension of social contradictions. This publication is, therefore, an invitation to get to know these places, to plunge into the actuality of its streets and things - falling in love with them once more and learning, at last, to fly.
Il senso del libro è tutto nel titolo e nella precisazione del sottotitolo che l’accompagna. Perché davvero un gabbiano la città la vede così: splendida nei suoi panorami che nemmeno l’abusata oleografia è riuscita a scalfire; ancora piena di verde a dispetto di quanti se l’immaginano ormai totalmente distrutta dalla speculazione edilizia; piena di monumenti, chiostri, piazze che disegnano uno scenario di grande capitale europea; ma - giusto dirlo - anche penalizzata da una barbarie che ha relegato straordinari luoghi storici ad un colpevole degrado. Da quest’ultima considerazione ne deriva il sottotitolo: “La città, se volassimo”. Che è la visione di Napoli non tanto dall’alto del cielo, ma dall’alto di un impegno politico, culturale e sociale che è certamente mancato. Ammettiamolo: non siamo gabbiani e non abbiamo volato. Questo libro non è solo una raccolta di foto da una visuale assolutamente inedita; non è solo, con le sue didascalie, una guida alla conoscenza di luoghi e quartieri; è anche una poco gridata, anzi poetica denuncia. Le foto di Riccardo Siano infatti documentano, nel modo che solo un sensibile artista può fare, l’immenso scarto tra la bellezza della città e l’assenza dell’intervento della mano regolatrice degli uomini. L’occhio del gabbiano, o meglio il drone sapientemente usato da Riccardo Siano, ci propone Napoli di una bellezza che per essere tale presuppone una assenza di persone, una mancanza di vita quotidiana, una parentesi dalle contraddizioni sociali. Questa pubblicazione è perciò un invito: a conoscere questi luoghi, a tornare ad innamorarcene, ad immergerci nella realtà delle strade e delle cose, ed imparare finalmente a volare.
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indice e mappa dei luoghi table of contents and map of locations 135 Camaldoli
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Complesso di S. Lorenzo Teatro romano dell’Anticaglia Chiostro di S. Marcellino Monastero di S. Gregorio Armeno Piazza Dante Piazza Bellini Porticciolo di Mergellina Castello di Lamont Young Castel dell’Ovo Via Partenope Via Caracciolo Piazza Amedeo Villa Pignatelli Piazza della Vittoria Pizzofalcone Piazza dei Martiri Villa Comunale San Martino Castel Sant’Elmo Via Scarlatti Piazza Vanvitelli Villa Lucia Villa Floridiana Ospedale Cardarelli Rione Materdei Moiariello - Torre del Palasciano Reggia e bosco di Capodimonte Parco del Poggio Eremo dei Camaldoli Marechiaro Villa di Pausilypon Isolotto della Gaiola Baia di Trentaremi Parco Virgiliano e Nisida Bagnoli Fuorigrotta e Stadio S. Paolo Mostra d’Oltremare
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Maschio Angioino pag. 11 Quartieri Spagnoli 14 Porto 16-20 Molosiglio 18 Piazza Garibaldi 21 Piazza del Plebiscito 22 Palazzo Reale 24 Via Acton 25 Piazza Municipio 30 Piazza Trieste e Trento 31 Chiostro di S. Maria la Nova 32 Chiostro di Donnalbina 35 Via Sedile di Porto - Cerriglio 37 Piazza Montesanto 39 Chiesa di Sant’Eligio 40 Piazza Mercato 41 Centro Direzionale 45 Porta Capuana 46 Castel Capuano 47 Porta Nolana 48 Porta S. Gennaro 51 Chiesa S. Giovanni a Carbonara 52 Palazzo Fuga 54-55 Via Foria 56 Orto Botanico 57 Corso Amedeo di Savoia 58 Ponte della Sanità 61 Tondo di Capodimonte 62 Complesso di Santa Chiara 67-68 Piazza del Gesù 70-72 Piazza S. Domenico 73 Duomo 75-76 Obelisco di S. Gennaro 77 Chiesa e chiostro dei Girolamini 75-78-79 San Pietro a Majella 80 Campanile della Pietrasanta 81 Chiesa di S. Paolo Maggiore 82
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CENTRO STORICO historic centre
It’s the largest area in Europe to keep memory of its past: twenty-seven centuries of history on a surface of 17 km2, or 14% of the entire urban area. Although a precise line of demarcation would be difficult to draw, the historic centre roughly extends, obliquely, from Porta Capuana to Chiaia and, vertically, from the first spurs of the Vomero hill to the sea. It would be difficult to document thoroughly the wealth of monuments, art and architecture that lies within these imaginary boundaries. The city has retained, in fact, extraordinary records of all its historical periods: from the founding of the Greek colony of Parthenope in the 8th century BC to the subsequent arrival of the Romans; from the Swabian period to the fine Angevin kingdom; from the Aragonese domination to the Naples of the Viceroys and, later, of the Bourbons; from the strenous process of modernisation that followed the Unification of Italy to the late 19th and early 20th-century buildings in the distinctive architectural style known as Umbertino. But more than any description of Naples will do this quote from the UNESCO World Heritage Site declaration of 1995: “It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves a selection of outstanding elements of its long and eventful history. Its street pattern, its wealth of historic buildings dating back to its many diverse periods, lend this site an unmatched historical value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond”.
È l’area più vasta d’Europa che conserva la memoria del suo passato: ventisette secoli di storia in una superficie di 17 chilometri quadrati e cioè circa il 14% dell’intero spazio urbano. Sebbene sia difficile una linea di demarcazione precisa, l’area del centro storico va, in linea trasversale, da porta Capuana fino a Chiaia; e poi in senso verticale, dalle prime propaggini della collina del Vomero fino al mare. Difficile documentare la ricchezza monumentale, artistica e architettonica racchiusa in questi confini. La città infatti conserva incredibili testimonianze di tutte le sue epoche storiche: dalla fondazione della colonia greca Partenope nell’VIII secolo a.C. fino alla successiva presenza romana; dal periodo svevo e normanno fino al raffinato regno angioino; dalla dominazione aragonese fino alla Napoli dei Vicerè prima e dei Borbone poi; dalla faticosa modernizzazione dopo l’Unità d’Italia fino allo stile umbertino dei palazzi di fine Ottocento e inizi Novecento. Ma più di ogni altra descrizione, basta citare le frasi con cui nel 1995 l’Unesco l’ha dichiarata “patrimonio dell’umanità”: “Si tratta di una delle più antiche città d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell’Europa e al di là dei confini di questa”.
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MASCHIO ANGIOINO
MASCHIO ANGIOINO
The Maschio Angioino [’Angevin stronghold’] is one of the city’s best known monument, also called Castel Nuovo [’New Castle’] to distinguish it from the older Castel Capuano and Castel dell’Ovo. It was built in 1266 by Charles I, who modified the city planning by shifting its focal point from the decumani of the old town centre to the new castle, conceived as a majestic royal palace. The current appearance of the castle, however, dates back to 1453, when king Alfonso of Aragon rebuilt the fortress with five round towers, more suitable to sustain military attacks.
Il Maschio Angioino è uno dei monumenti più noti della città. Viene denominato anche Castel Nuovo per distinguerlo dai più antichi Castel Capuano e Castel dell’Ovo. Fu edificato nel 1266 da Carlo I d’Angiò che cambiò l’urbanistica della città: mentre prima il fulcro era nei decumani del centro antico, con il nuovo re il polo urbanistico si spostò intorno al nuovo castello concepito anche come una grandiosa reggia. Ma l’aspetto attuale del castello risale al 1453 ad opera del re Alfonso d’Aragona che ricostruì la fortezza con cinque torri rotonde più adatte a sostenere gli attacchi militari. 11
PANORAMICA DEL CENTRO STORICO
Orientiamoci nel Centro Storico. Quasi al centro, il tetto verde di Santa Chiara col chiostro a destra e il campanile a sinistra. Lambisce il campanile la sottile linea trasversale di Spaccanapoli. Ancora più dietro, i grattacieli del Centro direzionale. Poi, nel lato destro della foto, l’inconfondibile sagoma del Maschio Angioino che davvero sembra controllare l’area del porto. E il groviglio di tetti al centro della foto? Sono, a partire da sinistra, il quartiere di Montesanto, poi Montecalvario ed infine, a scacchiera, i Quartieri Spagnoli. PANORAMA OF THE HISTORIC CENTRE
Let’s get to know the Historic Centre. Almost at the centre is the green roof of the religious complex of Santa Chiara, with its cloister on the right and bell tower on the left. The thin transversal line almost brushing the bell tower is Spaccanapoli. Further back, the skyscrapers of Naples civic centre - the Centro Direzionale. Then, on the left side of the photograph, the unmistakable shape of the Maschio Angioino, which truly seems to be keeping watch on the port area. And the tangle of roofs in the middle of the picture? They are, from the left, the districts of Montesanto, Montecalvario and, in a checker-board pattern,Quartieri Spagnoli.
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ALLE PENDICI DELLA COLLINA DI SAN MARTINO
In basso, la stretta maglia dei Quartieri Spagnoli, area a ridosso di via Toledo utilizzata nel XVI secolo come accampamento per le guarnigioni spagnole destinate alla repressione di eventuali rivolte popolari. La foto però ci consente di ammirare a destra un grande edificio in tenue colore avorio: è l’ex convento di Santa Lucia Vergine al Monte, ubicato in corso Vittorio Emanuele. L’enorme struttura religiosa si estendeva anche in alto, lungo il verde della collina sulla cui sommità spicca San Martino. Ora una parte del complesso è adibita ad Hotel e un’altra ala ospita l’istituto universitario “Suor Orsola Benincasa”. AT THE FOOT OF SAN MARTINO HILL
Below, the tightly knit fabric of the Quartieri Spagnoli, an area above Via Toledo which, in the 18th century, housed the military camp of the Spanish troops designated to repress potential uprisings. The photograph also allows us to appreciate, on the left, a large building in a soft nuance of ivory: it is the ex-monastery of Santa Lucia Vergine al Monte, situated on Corso Vittorio Emanuele. The enormous religious complex once extended upwards too, along the greenery of the hill on top of which stands San Martino. Today part of the complex is used as a hotel and part houses the Suor Orsola Benincasa University.
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IL PORTO
Una veduta notturna del porto di Napoli che si estende per molti chilometri dal centro verso l’area orientale della città. Ancora più in lontananza, sotto le pendici del Vesuvio oscurato dalle nuvole, si estendono le luci di Ercolano e Portici. L’arteria in primo piano è la litoranea di via Nuova Marina, mentre alla sua sinistra s’intravedono, quasi in parallelo, prima via Depretis e poi il lungo rettilineo di corso Umberto che i napoletani conoscono come “Rettifilo”. Da notare, in basso a sinistra, la facciata del teatro Mercadante. PORT
A nighttime view of the port of Naples, which stretches for several miles from the city centre to the east side. Further away, at the foot of Mount Vesuvius obscured by clouds, stretch the lights of Ercolano and Portici. The arterial road in the foreground is the coastal Via Nuova Marina, while to its left, almost in parallel, are Via Depretis and the long straight stretch of Corso Umberto, known in Naples as the Rettifilo (literally ’Straight Line’). Notice, below on the left, the façade of Teatro Mercadante.
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Finito di stampare nel settembre 2015 per conto delle edizioni Intra Moenia presso Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli S.p.A