112 SETTEMBRE 2017
Sempre più vicini a te
Cresce la presenza dello IOR in tutta la Romagna in questo numero Per il paziente romagnolo, le migliori cure ‘sotto casa’ L’opinione del dott. Davide Tassinari
Le esigenze del paziente oncologico anziano Intervista al prof. Giampaolo Ugolini
Assieme allo IOR alla Maratona di Ravenna La storia di Loris Cappanna, campione paralimpico
Il peso della malattia sul famigliare A cura della dott.ssa Elisa Ruggeri
Dalle sedi IOR Cesena: parte il Progetto Margherita Faenza: presto la Walk&Run for Health Forlì: Notte Verde dei Bambini Imola: 41° Mostra Scambio Lugo: i Volontari e le azalee Meldola: la storia del paziente inglese Ravenna: un saluto al nostro Gianfranco Riccione: in spiaggia contro il melanoma Rimini: al via l’assistenza domiciliare Santarcangelo: cena a Verucchio
Desideri ricevere informazioni sulle manifestazioni, sui progetti e, in generale, sulle attività dell’Istituto Oncologico Romagnolo? Abbonati, riceverai a casa la tua copia de L’informatore IOR. Manda una e-mail con il tuo indirizzo a informatore@ior-romagna.it oppure telefona allo 0543 35929
INDICE
www.ior-romagna.it
Organo Ufficiale dell’Istituto Oncologico Romagnolo Lo scopo di questo periodico è quello di tenervi aggiornati sullo stato dell’arte della lotta contro il cancro, specialmente in Romagna. Una lotta portata avanti da medici, ricercatori, volontari ma anche semplici persone: persone come voi, con una storia che vale la pena di raccontare e condividere Direttore responsabile Roberto Gabellini Sede Legale Istituto Oncologico Romagnolo Cooperativa Sociale ONLUS Forlì - via Andrea Costa 28 tel. 0543 35929 info@ior-romagna.it P.IVA: 00893140400 Redazione, marketing e inserzioni Paolo Grillandi Ufficio stampa, comunicazione p.grillandi@ior-romagna.it informatore@ior-romagna.it Progetto grafico Maddalena Fabbri
SEDI IOR ----------------------------------------------------------------Forlì
Editoriale via Andrea Costa 28 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ telefono 0543 35929 info@ior-romagna.it L’esperto risponde Meldola c/o IRST 4 Il peso della malattia sul famigliare via P. Maroncelli 40 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ telefono 0543 739110 Ricerca e innovazione meldola@ior-romagna.it Cesena 6 Per il paziente romagnolo, via Montalti 48 le migliori cure ‘sotto casa’ telefono 0547 24616 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------cesena@ior-romagna.it Prevenzione Ravenna 8 La consulenza genetica come via Salara 36/38 telefono 0544 34299 arma di prevenzione ravenna@ior-romagna.it -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Faenza Ricerca e innovazione via Agostino Tolosano 6/b 10 Le esigenze del paziente telefono 0546 661505 faenza@ior-romagna.it oncologico anziano Imola -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------via Emilia 34 Trasparenza telefono 0542 011600 12 Bilancio IOR imola@ior-romagna.it ------------------------------------------------------------------------------------------------------------Lugo via Tellarini 96 13 Festa della Mamma 2017, telefono 0545 32033 i numeri della solidarietà lugo@ior-romagna.it ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Rimini Eventi viale Matteotti 43/A telefono 0541 29822 14 Good Sun Good Skin: IOR e IRST rimini@ior-romagna.it contro il melanoma Riccione ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ p.zza Matteotti 5 Aziende in campo telefono 0541 606060 riccione@ior-romagna.it 15 Salvare la pelle: una questione Santarcangelo di ricerca p.zza Gramsci 7 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ telefono 0541 623946 Alimentazione santarcangelo@ior-romagna.it 17 Tataki di spada al miele salato con rosmarino e verdure croccanti ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Eventi 18 Alla Maratona di Ravenna per il Progetto Margherita -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Le nostre storie 20 Un taglio alla sofferenza -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Dalle sedi IOR 22 Cesena 27 Meldola 23 Faenza 28 Ravenna 24 Forlì 29 Riccione 25 Imola 30 Rimini 26 Lugo 31 Santarcangelo
3 Editoriale
LE NOVITÀ IN ARRIVO
Lo IOR è sempre vicino alle esigenze del territorio
Cari amici, dopo la breve pausa estiva riprendono con rinnovata energia le attività e i progetti dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Si riparte con una nuova sede centrale a Forlì che, con questo passaggio storico, consolida in modo definitivo e permanente le sue radici nella città della Romagna da cui tutto è cominciato 38 anni fa. È un patrimonio prezioso Fabrizio Miserocchi Direttore Generale IOR costruito da volontari, medici, persone semplici che nel tempo hanno condiviso con lo IOR missione e operatività. Sarà un luogo di servizi, di attività, di incontro a disposizione di tutti i cittadini che desiderano partecipare al percorso di speranza e di sostegno all’oncologia del territorio, un luogo al servizio dei pazienti e delle loro famiglie. Riprendiamo dunque e siamo già intensamente al lavoro per programmare le tante iniziative dell’autunno-inverno 2017. Quest’anno abbiamo fatto una scelta molto legata al territorio: cercheremo di rispondere, con le diverse iniziative che metteremo in campo, alle richieste che dai nostri volontari, dalle nostre sedi e dai medici della Romagna vengono portate all’attenzione dello IOR. Senza abbandonare il tema della ricerca che continuerà ad essere, grazie all’intensa e qualificata attività dell’IRST di Meldola, uno dei filoni più finanziati dall’Istituto, abbiamo in cantiere una serie di interventi per implementare e migliorare i servizi gratuiti alla persona: assistenza domiciliare, trasporto, psiconcologia, tutte attività che vedranno nuovi mezzi e nuovi professionisti dedicati. Altri investimenti saranno dedicati a dotare i presidi ospedalieri di strumenti moderni di diagnosi e cura offrendo così una qualità in campo oncologico sempre più elevata e di prossimità ai cittadini della Romagna. È un impegno forte, che richiede uno sforzo notevole sia economico che logistico: ma è nelle grandi sfide che l’Istituto Oncologico Romagnolo si esalta. I suoi volontari, i professionisti e tutti i collaboratori anche questa volta sono pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, perché per noi non esiste altro modo per rispondere alla nostra vocazione. Vi aspetto nelle piazze, alle tante iniziative che metteremo in campo nei prossimi mesi. Intanto potete seguirci sui social e sul nostro rinnovato sito www.ior-romagna.it.
Con affetto Fabrizio Miserocchi
4 L’esperto risopnde
Il peso della malattia sul famigliare A cura della dott.ssa Elisa Ruggeri, Psiconcologa IOR
Salve, sono una ragazza di 33 anni ed abito nella provincia di Rimini. Da pochi mesi sono andata a convivere col mio ragazzo: la nostra storia è relativamente breve, abbiamo avuto normali alti e bassi, ma siamo felici. O forse è meglio dire eravamo: pochi mesi fa, come un fulmine a ciel sereno, durante quella che doveva essere una normale visita di controllo a lui è stato diagnosticato un tumore. La nostra vita da quel momento è profondamente cambiata: purtroppo ha un rapporto particolare con la famiglia, quindi sento che il peso dei suoi nuovi bisogni ricade tutto sulle mie spalle… il problema è che non so se sono pronta a reggerlo. D’altronde non siamo sposati, non abbiamo figli, vedo il nostro futuro molto più incerto, lui è cambiato così tanto, sia nel carattere che nell’aspetto… insomma, per dirvi la verità a volte avrei voglia di scappare, ma mi sento in colpa. Cosa devo fare? Grazie per qualsiasi consiglio possiate darmi…
Carissima, innanzitutto permettimi di dirti che i tuoi dubbi sono leciti: non devi sentirti egoista se hai dilemmi di tipo etico, al contrario è assolutamente normale. La vostra relazione è nata da poco, eppure ha subito una profonda frattura dovuta alla diagnosi che ha ricevuto il tuo partner proprio in uno dei momenti più delicati: quello della convivenza, in cui una coppia deve trovare gli equilibri adatti a stabilizzarsi. Sarebbe un banco di prova non di poco conto già di per sé, figuriamoci ora che è subentrata anche la malattia. È normale provare sentimenti contrastanti di fronte ai grandi eventi della vita, soprattutto se questi stessi eventi provocano sofferenza. La cosa più matura che possiamo fare di fronte ai sentimenti è quella di accettarli, accoglierli: solo in questo modo potrai capire davvero cosa vuoi per te e per la tua relazione. Se al contrario deciderai di nascondere ciò che provi, di accantonarlo, in un qualche
modo di nasconderlo sotto al tappeto, il rischio è che poi rimangano in sospeso e tornino a galla, ripresentandosi in seguito. In questo momento mi pare di capire che il focus sia tutto spostato su di lui, sui suoi bisogni: so che non è facile ma prova a spostarlo su di te. Fai i conti con i tuoi sentimenti. In questo modo probabilmente capirai che, per quanto lui sia cambiato nell’aspetto e nel carattere, per quanto possa sembrare che malattia e trattamenti abbiano stravolto la persona che hai imparato a conoscere, in realtà non è lui ad essere mutato: probabilmente sei tu, con i tuoi dubbi e le tue incertezze, a non sapere più come rapportarti a lui. In queste situazioni, infatti, il rischio è che il senso di protezione nei confronti dell’altro faccia finire la coppia in una sorta di attendismo, di cristallizzazione, in cui il dialogo è ridotto al minimo per paura di risultare inadeguati e calcare la mano. Sicuramente ti sarà capitato di evitare l’argomento malattia o relazione, pur sentendone la necessità, per paura
di appesantire ulteriormente una situazione complicata e rendere il difficile processo di guarigione di una persona a cui vuoi bene ancora più gravoso. Magari ti sei detta: meglio non affrontare questo argomento proprio ora che lui non ci sta pensando. Sappi che molto probabilmente anche lui vorrebbe parlarti ma evita per pesare ulteriormente su di te: ma così facendo finirete per affidare i pensieri più importanti al vostro cuscino, mentre fate finta di vivere una normalità che purtroppo, al momento, non può esistere. L’incertezza che stai provando è assolutamente comprensibile perché, ovviamente, non sai se investire la tua parte emotivo-affettiva all’interno di una relazione il cui futuro, al momento, è messo in forte dubbio. Non è facile aiutarti senza conoscere te e i tuoi trascorsi: tuttavia mi sentirei di dirti che, molto probabilmente, questo non è il momento più adatto a compiere determinate scelte di vita. Innanzitutto occorre che ti fermi un attimo a ripensare a quelli che
5 L’esperto risopnde
potevano essere i progetti che avevate all’inizio della relazione. L’evoluzione della vostra storia al momento ha subito un arresto inevitabile: ma a che punto eravate? Quali aspettative, quali progetti, quali obiettivi vi eravate immaginati di raggiungere quando avete iniziato a frequentarvi, e a che punto sono? Il tumore è una malattia che non grava solo sul paziente, ma che ha forti ripercussioni anche sulle persone che gli stanno vicine. In questo momento è come se stessi guidando in mezzo alla nebbia: puoi prendere una direzione, tenendo le dita incrociate e sperando che sia quella giusta; oppure puoi fermarti, fare chiarezza, e aspettare che la nebbia si diradi, rivelando qual è la strada da intraprendere. Per fare questo, però, devi ritagliarti degli spazi che siano solo tuoi. Conosco bene il senso d’urgenza che provoca la situazione in cui ti trovi: è come il fiocco di neve che cadendo e rotolando provoca una piccola slavina, che in men che non si dica si trasforma in una valanga. Tuttavia, l’urgenza è sinonimo di ansia: non è certo lo stato d’animo migliore per prendere decisioni di vita. Capisco che tu abbia bisogno di aiuto qui ed ora: per questo motivo, ti suggerisco di delegare un po’ il peso che al momento grava tutto sulle tue spalle
a qualcun altro, lasciando andare il senso di colpa che ti affligge. Non devi sentirti egoista a scaricare le tue spalle di certe incombenze per ritagliare del tempo piacevole per te: al contrario, può essere un modo per ricaricare le batterie e tornare a star vicino al tuo partner nel miglior modo possibile, non da persona esausta ma da persona proattiva. Meglio una presenza forte nei momenti più importanti, che una presenza sbiadita garantita 24 ore su 24. Il tuo supporto può essere fondamentale, per esempio, quando il tuo partner si trova a parlare col medico che lo segue: spesso un paziente è troppo preso dall’angoscia della diagnosi per prestare attenzione ed ascoltare tutto quello che un oncologo ha da dirgli, così il caregiver diventa il prezioso custode delle informazioni sulla malattia e sul percorso di guarigione. Nel tuo caso ci può essere anche un problema di timore reverenziale a causa della vostra giovane età: sappi che il tuo partner in quei momenti non può disporre della lucidità necessaria per porre domande e rispondere ai propri dubbi. Aiutalo nel suo rapporto con l’oncologo a sviluppare fiducia verso colui che lo cura, cercando di capire quanto vuole sapere riguardo la sua condizione, fin dove lui effettivamente vuole arrivare. Al contrario, puoi delegare certe incom-
benze ad altri, per evitare il rischio di accollarti tutto il peso dell’assistenza del partner sulle tue spalle e finire in una condizione che definiamo di burnout. Ad esempio, la sede di Rimini dell’Istituto Oncologico Romagnolo mette a disposizione gratuitamente una serie di opportunità che potrebbero aiutarti a ritagliarti quello spazio necessario per spostare il focus su di te, sui tuoi sentimenti, per uscire da quella nebbia in cui ti trovi e contribuire a prendere la decisione giusta. Attività come il servizio d’accompagnamento, con cui i nostri autisti volontari trasportano il paziente da casa ai luoghi di cura e ritorno; il servizio di compagnia e ascolto, grazie al quale il tuo partner potrebbe trascorrere dei momenti di svago con un’altra persona mentre ti dedichi alle passioni che magari hai un po’ accantonato; il servizio di supporto psicologico dedicato non solo a chi affronta direttamente la malattia, ma anche a chi gli sta accanto. Chiamaci al numero 0541.29822: per esperienza posso dirti che sapere di poter contare su qualcuno in certi momenti di profonda solitudine è fondamentale. In conclusione, per venire alla tua domanda, io non posso sapere cosa devi fare: nemmeno lo psicologo ha la risposta. Ma sono sicura che se ti fermerai a riflettere, se invece di dare ascolto all’urgenza e farti carico di ogni singolo aspetto pratico della sua malattia comincerai un po’ ad alleviare questo peso, delegando qualcosa a persone che possano permetterti di ritagliarti gli spazi necessari a fare chiarezza senza farti offuscare dal senso di colpa, riuscirai a trovare la tua strada. Ti auguro di cuore che sia quella giusta: anzi, sono sicura che lo sarà. Un abbraccio, dott.ssa Elisa Ruggeri Psiconcologa IOR
6 Ricerca e innovazione
Per il paziente romagnolo le migliori cure ‘sotto casa’ Intervista al dott. Davide Tassinari, Direttore U.O. Oncologia Medica, Ospedale Infermi, Rimini Dott. Tassinari, essendo nato a Santarcangelo di Romagna, lei è espressione del territorio in cui si trova ad operare. Un vantaggio o uno svantaggio? Un vantaggio: il rapporto diretto col territorio è fondamentale per interpretare al meglio le sue esigenze. Avendo studiato e lavorato prima a Roma e poi a Ferrara, all’inizio della mia carriera le offerte di lavoro venivano soprattutto da fuori: devo dire grazie allo IOR se sono rimasto, grazie ad una borsa di studio che mi ha permesso di crescere personalmente e professionalmente su Rimini. Assieme ad altri miei colleghi, che hanno fatto il mio stesso percorso, penso che abbiamo contribuito a far crescere il livello assistenziale, di cura e di ricerca dell’Ospedale Infermi. Quali sono le caratteristiche che rendono l’Oncologia di Rimini unica sul territorio? Offriamo attività assistenziale nei confronti di tutte le neoplasie, approfondendo il discorso soprattutto per quel che riguarda la senologia con la Breast Cancer Unit e il paziente oncologico geriatrico. Per quest’ultimo aspetto è stata fondamentale una metodologia multidisciplinare, attraverso la collaborazione con altri professionisti che venivano da realtà molto diverse, come per esempio la geriatria e le case di riposo. Siamo stati anche
Nato e sempre vissuto in Romagna, il dott. Davide Tassinari è Direttore della Unità Operativa di Oncologia di Rimini, Cattolica e Novafeltria dal 2012, ove ha peraltro lavorato in maniera pressoché continuativa dal 1993. Nel corso della sua esperienza professionale, oltre all’Oncologia, ha curato gli aspetti assistenziali al paziente fragile e anziano, le cure palliative e la sostenibilità dei sistemi sanitari in oncologia attraverso la ricerca di modelli basati sulle evidenze di letteratura. A sostegno di queste ultime ha contribuito a creare un nucleo per la ricerca secondaria e la ricerca di esito, finalizzato appunto all’assistenza del paziente oncologico anziano, ed un modello di cure simultanee bidirezionale tra Oncologia ed Hospice. Da anni impegnato a livello regionale nei processi regolatori che portano alla registrazione dei farmaci per l’intero territorio dell’Emilia Romagna, è membro e partecipa continuativamente ai lavori del Comitato Medico-Scientifico dell’IRST IRCCS di Medola.
tra le prime strutture in Italia a testare dispositivi che scongiurassero la caduta dei capelli nelle pazienti in chemioterapia, un aspetto che incide molto sulla qualità della vita della donna sotto trattamento e, di conseguenza, sulla sua risposta alle terapie. Infine, abbiamo anticipato quella che è stata la riorganizzazione regionale delle cure palliative, sviluppando un nuovo tipo di approccio che prevedesse la presenza del palliativista già in oncologia e, allo stesso modo, la presenza di un oncologo in Hospice, di modo che il paziente non soffrisse troppo il passaggio dall’una all’altra. Dal punto di vista della ricerca, invece, in cosa si distingue la realtà riminese? Al giorno d’oggi è difficile sviluppare filoni di ricerca da soli: l’Ospedale Infermi ha varie collaborazioni che lo legano ad altre grandi realtà nazionali, come l’IRST IRCCS di Meldola e l’Istituto Mario Negri
di Milano, e internazionali. Ferme restando queste importanti partnership, ci siamo concentrati sullo sviluppo di modelli che coniugassero la massima efficienza terapeutica alla sostenibilità economica: un tema molto sentito anche a livello nazionale, visto che quelle oncologiche sono cure purtroppo molto costose per il sistema sanitario. Il nostro ambito principale, che ci distingue un po’ dalle altre realtà del territorio, è quello della ricerca secondaria e di esito. Cosa si intende per ricerca secondaria e di esito? Si tratta di un filone che attinge ai dati già messi a disposizione dalla ricerca clinica per arrivare ad una sintesi che possa identificare linee guida e modelli da seguire. L’oncologo, molto spesso, si trova a dover scegliere tra varie ipotesi di cura: i dati di cui disponiamo non sempre ci aiutano a comprendere quale sia
7 Ricerca e innovazione
il percorso terapeutico più efficace da intraprendere. La ricerca secondaria e di esito mira dunque ad elaborare questi dati già presenti in letteratura medica, per andare a definire alcune linee guida che aiutino a decidere quale strada intraprendere. Lei è uno dei grandi veterani dell’oncologia romagnola: come ne giudica lo sviluppo, e quali potrebbero essere gli scenari futuri? Sicuramente rispetto a venti, trent’anni fa il salto di qualità dal punto di vista assistenziale, della ricerca e della prevenzione è stato enorme. L’Area Vasta Romagna può disporre oggigiorno di grandi eccellenze, sia dal punto di vista delle professionalità che di quello delle strutture. Al momento siamo alla prova di maturità, nel senso che per compiere il definitivo salto di qualità che ci porterebbe allo stesso livello delle realtà europee più quotate occorre mettere da parte gli individualismi e imparare a far lavorare queste belle realtà singole di concerto. In questo senso quello del Comprehensive Cancer Care Network è un tema che ci sta molto a cuore, a noi come all’IRST IRCCS e alle altre strutture romagnole. Cosa si intende per Comprehensive Cancer Care Network? Si tratta di un passaggio ulteriore rispetto a quello importante già compiuto con la riorganizzazione dell’Area Vasta Romagna. Il tema è quello della creazione di una rete di professionisti che collaborano attivamente e mettono a disposizione le proprie competenze e le proprie strumentazioni per raggiungere un sistema di integrazione dei servizi al cui interno il paziente si può muovere in maniera quasi automatica. I concetti principali sono quello dell’eccellenza e della prossimità: al romagnolo che si trova ad accedere alla rete sanitaria oncologica dev’essere garantita la miglior qualità terapeutica a prescindere dal punto di accesso a questa rete. Non
è ipotizzabile un modello in cui il paziente del piccolo centro ha meno possibilità di quello di Rimini, Ravenna o Forlì: occorre portare le migliori cure sotto casa sua. Allo stesso tempo anche il professionista del piccolo centro deve poter usufruire delle medesime opportunità dal punto di vista dell’assistenza, della prevenzione e della ricerca. Questo ovviamente non significa che anche il piccolo centro deve avere, per esempio, una macchina per la tomoterapia: è normale ed è giusto che certe strumentazioni si concentrino in strutture specializzate. Quello che serve è un modello di collaborazione per cui tutto è a disposizione di tutti, e per cui il paziente debba percorrere la minor strada possibile senza per questo vedersi privato di determinate possibilità. L’esempio può essere quello che già succede per quel che riguarda i test genetici: una paziente di Rimini può usufruire di questa opportunità di prevenzione direttamente qui all’Ospedale Infermi, assieme alla dottoressa Valentina Arcangeli, grazie alla collaborazione con l’IRST IRCCS di Meldola che dispone dei laboratori attrezzati per questo tipo di analisi. In questo modo il romagnolo non deve fare troppi chilometri per accedere a questa opportunità, e il professionista ha la possibilità di sviluppare le proprie competenze disponendo di quello che la nostra ricca realtà offre. C’è ancora qualcosa da sistemare per arrivare alla realizzazione di questo modello, ma sono molto ottimista. Come si inscrive in questo contesto il ruolo del volontario, e come il volontariato può aiutare questo modello a realizzarsi? Il terzo settore è fondamentale: basti pensare a quello che ha fatto lo IOR in tutti questi anni per l’Ospedale Infermi di Rimini. Quello che auspico è che anche il ruolo del volontario si sviluppi in questo contesto di collaborazione. Mi spiego meglio: il volontario classico, finora, è sempre stato colui che si impegna per la
raccolta fondi o colui che dona una parte preziosa del suo tempo all’assistenza dei pazienti. Si tratta di una figura fondamentale, di cui si sente grande necessità: la speranza è che ci siano sempre più persone disposte a farlo. Tuttavia, un ulteriore passaggio che auspico è che il volontario, come espressione principe del territorio in cui è fortemente inserito, diventi sempre più un supporto anche per l’oncologo. La collaborazione tra professionisti è fondamentale per la crescita della nostra offerta sanitaria: ma anche il dialogo tra il professionista e il territorio lo è. Il volontario spesso conosce molto bene quello di cui il contesto in cui vive ha bisogno, e dev’essere pronto a discuterne con il medico, per cui se il medico ritiene che per esempio serva una determinata apparecchiatura lui possa confermare questa esigenza, e quindi spalleggiare attivamente il professionista, o al contrario smentirla. In questo modo può diventare sia termometro sia giudice di quanto qualcosa abbia effettivamente avuto un influsso positivo: il suo ruolo così può essere ancora più utile e, giustamente, apprezzato.
8 Prevezione
La consulenza genetica come arma di prevenzione Intervista al dott.ssa Valentina Arcangeli, Genetista Medico, U.O. Oncologia, Ospedale Infermi, Rimini Dott.ssa Arcangeli, è oramai riconosciuta l’importanza che rivestono i test genetici per quantificare il rischio di ammalarsi. Tuttavia, non tutti sanno come funzionano. Ci può spiegare il suo lavoro? Il mio ruolo è duplice. In primo luogo, gestisco due volte a settimana l’ambulatorio di consulenza genetica: vengono invitati donne e uomini che hanno già avuto una diagnosi di neoplasia, in particolare tumori alla mammella, al colon o endocrini. Lo scopo è quello di valutare sia la predisposizione dei famigliari del soggetto alla medesima malattia, sia il rischio della persona che si sottopone all’esame di soffrire in futuro di ulteriori patologie oncologiche. Questi test sono generalmente compiuti a partire dal pezzo tumorale recuperato dall’intervento chirurgico o dai linfociti di sangue periferico, reperiti tramite un semplice prelievo. Il campione viene inviato ai laboratori dell’IRST IRCCS di Meldola che, essendo l’unico ente in Romagna a godere della qualifica di Hub, è anche il solo deputato alle attività di consulenza genetica secondo le disposizioni regionali. Tuttavia l’accordo in essere tra IRST e AUSL Rimini permette ai pazienti della nostra provincia di sottoporsi per comodità agli esami direttamente in loco. In secondo luogo, dal 2012 è partito a livello regionale un percorso
La dott.ssa Valentina Arcangeli lavora dal 2002 presso l’Ospedale Infermi di Rimini, dove ricopre l’incarico di Dirigente Medico per l’AUSL Romagna presso l’Unità Operativa di Oncologia diretta dal prof. Davide Tassinari. Ex borsista IOR, ha ottenuto nel 2009 la specialità in Genetica Medica. Attualmente ricopre l’incarico professionale di base diagnostica e terapia delle neoplasie a origine genetica.
che coinvolge le donne con familiarità significative, in particolare per quel che riguarda le neoplasie a mammella ma anche all’ovaio: un unicum a livello nazionale di cui, al momento, possono godere solo le donne dell’Emilia-Romagna. In cosa consiste questo percorso? Le donne con familiarità vengono invitate a sottoporsi ad un primo test di valutazione genetica, in cui calcoliamo il profilo di rischio in base ad un modello statistico. A seconda del livello di rischio riscontrato, i soggetti vengono poi indirizzati verso percorsi diversi che possono comprendere esami a cadenza più frequente del normale screening, test aggiuntivi che prevedono comunque l’esenzione dal ticket. In questo modo, possiamo svolgere un’attività di prevenzione molto più accurata e personalizzata. Per quale ragione questo percorso è previsto esclusivamente per le donne dell’Emilia-Romagna? La decisione di seguire questo iter è stata particolarmente discussa nelle altre regioni. Il motivo del contendere era se valesse la pena un dispiegamento di forze così massiccio tra senologia e
laboratorio per individuare sostanzialmente pochi casi in più. Le mutazioni BRCA1 e BRCA2 sono infatti molto rare nella popolazione, ma presentano dei rischi di tumore alla mammella talmente elevati per la singola persona che risulta fondamentale riuscire ad individuare anche quei pochi casi, in modo da effettuare diagnosi sempre più precoci e attuare le misure di prevenzione primaria fondamentali. Per questo motivo, molto presto anche le altre regioni italiane probabilmente si adegueranno al nostro modello. Lei è stato uno dei medici che, in occasione della campagna di comunicazione IOR 2016 “vicino a chi soffre, insieme a chi cura”, ci ha “messo la faccia” per il territorio di Rimini. Come la maggior parte dei medici romagnoli della generazione cui appartengo, la mia carriera è iniziata con una borsa di studio dello IOR. Per i dottori della mia generazione esiste una corrispondenza totale tra IOR e Oncologia in Romagna; una simbiosi che ha dato ottimi risultati in passato e che, dai progetti che abbiamo in cantiere, promette di dare sempre di più al nostro territorio.
‘Questo sarà il secolo in cui oltre l’80% delle forme tumorali verranno sconfitte’ prof. Dino Amadori Molto è già stato fatto, ma molto possiamo ancora fare. Grazie anche al tuo lascito a favore del nostro territorio e dei suoi abitanti potremo avvicinarci alla scoperta di una cura definitiva per il cancro, una corsa contro il tempo che non può e non deve rallentare. Puoi decidere di lasciare ai tuoi cari non solo il frutto del tuo lavoro e della tua vita, ma anche un’impronta indelebile per l’avvenire, quella dei valori nei quali hai creduto. Ad oggi, oltre settanta persone hanno dimostrato in questo modo di credere che un futuro libero da tumori sia possibile. Scegliendo di fare testamento solidale a favore dello IOR, l’Istituto Oncologico Romagnolo, ci aiuterai anche tu a renderlo più vicino. Per informazioni e materiale informativo: Manuela Palareti, m.palareti@ior-romagna.it Istituto Oncologico Romagnolo Onlus • Sede Centrale: via Andrea Costa 28 Forlì (FC) • tel. 0543 35929 • www.ior-romagna.it
visual designer: Maddalena Fabbri
La domanda per ognuno di noi è: cosa vorrei lasciare?
10 Ricerca e innovazione
Le esigenze del paziente oncologico anziano Intervista al prof. Giampaolo Ugolini, Primario Chirurgia, Ospedale di Faenza Dott. Ugolini, dal Sant’Orsola a Faenza, passando per gli Stati Uniti. Che impatto ha avuto con la Romagna? Molto buono. Qualcuno potrebbe vedere il passaggio da realtà riconosciute a livello internazionale, come il Sant’Orsola e la Harvard University, all’Ospedale di Faenza come una sorta di scelta al ribasso, ma commetterebbe un errore. Qui ho trovato un ambiente di lavoro che ha superato ogni più rosea aspettativa, con un clima molto favorevole tra colleghi ed infermieri: cosa che ha un impatto positivo sulla qualità delle cure che forniamo. All’equipe medica già presente a Faenza, si sono aggiunti due giovani chirurghi, il dott. Montroni e il dott. Zattoni, che hanno svolto lunghi periodi di lavoro all’estero ed hanno arricchito in maniera significativa le nostre competenze professionali. A Faenza abbiamo la fortuna di poter collaborare con specialisti di altissimo livello in tutti i settori cruciali. Oggi più che mai la collaborazione multidisciplinare è fondamentale in medicina e in particolare nell’oncologia; il tumore infatti è una patologia che necessita un approccio integrato tra vari professionisti che agiscono di concerto per comprendere quale sia il trattamento più adeguato per il singolo paziente. Una cosa particolarmente vera soprattutto quando parliamo di pazienti anziani, giusto?
Il prof. Giampaolo Ugolini ricopre l’incarico di Primario del Reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Faenza da settembre 2016. Riminese di nascita ma residente a Bologna, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1990, è specialista in chirurgia generale e dottore di ricerca (PhD) in Chirurgia Oncologica dell’Apparato Digerente. Dopo aver conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione medica negli Stati Uniti, ha lavorato per due anni presso i prestigiosi atenei della Harvard University di Boston (Massachusetts General Hospital) e della Brown University di Providence (Rhode Island Hospital). Prima di sbarcare in Romagna ha prestato servizio per oltre quindici anni nel capoluogo emiliano presso il Policlinico Universitario Sant’Orsola Malpighi e l’Università di Bologna dove ricopre il ruolo di Professore Associato. Il suo principale campo di interesse clinico e scientifico è rappresentato dal trattamento chirurgico mini-invasivo dei pazienti affetti da patologie oncologiche del colon-retto e da malattie infiammatorie croniche intestinali. Un altro settore di interesse è anche rappresentato dall’oncologia geriatrica e partecipa attivamente alla Società internazionale di Oncologia Geriatrica (SIOG) di cui è membro della Task Force Chirurgica. Nel 2016 è stato uno dei 25 esperti europei che ha partecipato al gruppo di lavoro della European CanCer Organisation (ECCO) per la definizione dei requisiti essenziali per fornire cure di qualità ai pazienti affetti da cancro del colon retto.
Assolutamente. L’anziano è un particolare tipo di paziente estremamente eterogeneo e la sola età anagrafica non può rappresentare il criterio per stabilire i trattamenti oncologici che possiamo offrire. Oggi circa il 50% degli anziani a cui viene diagnosticato un tumore sono attivi e in buona salute, mentre altri hanno elementi di fragilità legati alla presenza di patologie come il diabete, l’ipertensione, problemi a cuore e polmoni, per non parlare di disturbi cognitivi quali il morbo di Alzheimer. La sfida che abbiamo di fronte è quella di utilizzare strumenti scientificamente validati per misurare le varie componenti che carat-
terizzano una persona anziana in modo da predisporre trattamenti oncologici personalizzati. A questo si aggiungono le peculiari esigenze e preferenze della singola persona, di cui un medico deve tenere conto. Per la maggior parte di questi pazienti, infatti, è molto più importante l’aspetto del decadimento o, viceversa, della ripresa funzionale rispetto alla possibilità di sopravvivenza a dieci anni. Nella mia esperienza, la principale preoccupazione di una persona ultraottantenne colpita da tumore è quella di essere ancora in grado di accompagnare il nipotino all’asilo o di tornare al circolo frequentato dagli amici
11 Ricerca e innovazione
L’equipe del prof. Ugolini in sala operatoria
nel più breve tempo possibile. Spesso abbiamo più di un’opzione terapeutica ad un problema oncologico: per scegliere quale sia la migliore è cruciale capire chi abbiamo di fronte. I dati statistici indicano che oramai il cancro è una patologia che interessa prevalentemente la terza età. Lo confermo, si tratta della vera epidemia odierna. Il motivo è molto semplice: l’aspettativa di vita si è allungata grazie al decremento della mortalità per patologie cardiovascolari. In base alle statistiche ISTAT del 2017, gli individui con età maggiore di 65 anni rappresentano il 22,3% della popolazione totale. Nella nostra regione l’aspettativa di vita è stimata in media a 81,1 anni per gli uomini e a 85,6 anni per le donne. Da un lato è sicuramente una buona notizia, ma aumentando l’età aumenta anche il rischio che una cellula, replicandosi, possa modificarsi e trasformarsi in un tumore. Oltre il 50% dei 300.000 nuovi casi di tumore in Italia viene diagnosticato in pazienti con più di 70 anni. I più comuni sono quelli a carico di polmone, prostata, mammella e colon-retto. Ciò nonostante, un recente articolo comparso su Repubblica ha evidenziato
come solo il 20% dei pazienti over 70 riceverebbe le cure migliori. È corretto parlare di pazienti ‘sottovalutati’? Il problema è reale. Da una parte, il quadro clinico del paziente anziano presenta delle difficoltà aggiuntive rispetto a quanto abbiamo già affermato in precedenza: basti pensare che i trials quasi sempre escludono le fasce d’età superiori, non tenendo quindi conto delle loro peculiarità. Questo significa che molto spesso seguire le linee guida dei trattamenti standard per una determinata neoplasia in un paziente anziano può portare ad ottenere risultati non ottimali. In secondo luogo, a volte la comunità medica cade in una sorta di pregiudizio verso questo tipo di pazienti, considerati meno resistenti agli effetti collaterali delle comuni terapie e degli interventi chirurgici e per questo vengono ‘sottotrattati’ anche pazienti in buona forma fisica che potrebbero tollerare le terapie. Un altro fattore da tenere presente è che, dopo una certa età, gli screening per tumore non vengono più svolti aumentando il rischio di diagnosi tardiva. A causa di tutti questi aspetti, secondo Eurocare-5 (l’istituzione europea che raccoglie i dati di sopravvivenza per tumore provenienti dai registri tumori nazionali), la curva di sopravvivenza
delle fasce d’età più elevate, a parità di stadio della malattia, è quella che presenta i peggiori risultati.Per migliorare la qualità delle cure nei pazienti anziani è necessario uno sforzo comune per aumentare i progetti di ricerca in questo settore, allo scopo di capire come le cure possano migliorare l’aspettativa di vita mantenendone intatta la qualità. La nostra equipe di chirurgia a Faenza, in collaborazione con l’AUSL Romagna, l’IRST IRCCS di Meldola e col prof. Dino Amadori in persona, si è fatta capofila di uno studio internazionale, denominato GO SAFE (acronimo di Geriatric Oncology Surgical Assessment and Functional Recovery after surgery), che indagherà gli esiti dei nostri trattamenti medici e chirurgici, in particolare l’impatto che hanno sulla qualità della vita di chi li riceve. L’obiettivo è quello di raccogliere dati preziosi che vadano a fornire una valutazione del decadimento e della ripresa funzionale del paziente, aspetti come abbiamo visto che risultano spesso più importanti delle prospettive di sopravvivenza a cinque o dieci anni. Allo studio partecipano anche il prof. Ercolani con l’equipe chirurgica dell’Ospedale di Forlì, il dott. Garulli con l’equipe chirurgica dell’Ospedale di Riccione, oltre ad altri 20 centri in Italia e nel mondo.
12 Trasparenza
Bilancio IOR Schema sintetico al 31/12/2016 Per un’organizzazione nonprofit la trasparenza dev’essere sempre un valore fondamentale, perché è proprio da questa che dipende la sua credibilità come organizzazione con finalità di utilità sociale. Per rendicontare come quanto riceviamo dal territorio venga poi effettivamente restituito alla Romagna sotto forma di assistenza ai pazienti, di sostegno della ricerca scientifica, di progetti di prevenzione e di migliorie delle varie strutture oncologiche, tutte sfaccettature della lotta contro il cancro, abbiamo pubblicato sul nostro sito l’Annual Report 2016: è a disposizione di chiunque voglia vedere le tante attività che abbiamo realizzato coi fondi dei nostri donatori, all’indirizzo http://www.ior-romagna. it/report_annuale.html. Qui di seguito pubblichiamo, come ogni anno su L’Informatore, una versione sintetica del nostro bilancio, affinché anche chi riceve il periodico possa avere un’idea dell’impatto del lavoro quotidiano dei nostri volontari sul territorio.
Bilancio Cooperativa Stato Patrimoniale Attività A) Crediti verso soci B) Immobilizzazioni C) Attivo Circolante D) Ratei e risconti Totale Attivo
31/12/2016 2.808.451 2.324.555 36.982 5.169.988
31/12/2015 2.641.519 1.910.759 42.706 4.594.984
Passività A) Patrimonio netto B) Fondi per rischi ed Oneri C) T. F. R. D) Debiti E) Ratei e risconti Totale Passivo e Patrimonio
31/12/2016 4.014.381 196.924 936.451 22.232 5.169.988
31/12/2015 3.656.618 175.802 743.397 19.166 4.594.984
Conto Economico A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza (A-B)
31/12/2016 3.297.030 2.845.655 451.375
31/12/2015 3.137.304 2.938.388 198.916
C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari. Risultato prima delle imposte
(2.014) 0 0 449.361
(341) 0 0 198.575
22) Imposte sul reddito d'esercizio 23) Utile (perdita) dell'esercizio
(85.320) 364.041
(28.000) 170.575
Attività A) Crediti verso soci B) Immobilizzazioni C) Attivo Circolante D) Ratei e risconti Totale Attivo
31/12/2016 48.107 246.381 294.489
31/12/2015 59.270 148.519 207.789
Passività A) Patrimonio netto B) Fondi per rischi ed Oneri C) T. F. R. D) Debiti E) Ratei e risconti Totale Passivo e Patrimonio
31/12/2016 53.998 239.510 980 294.489
31/12/2015 47.284 160.505 207.789
CONTO ECONOMICO A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza (A-B)
31/12/2016 768.145 759.554 8.592
31/12/2015 678.107 639.807 38.300
C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari. Risultato prima delle imposte
322 0 0 8.914
444 0 0 38.744
22) Imposte sul reddito d'esercizio 23) Utile (perdita) dell'esercizio
(2.200) 6.714
(2.000) 36.744
Bilancio Associazione Stato Patrimoniale
13 Trasparenza
Festa della Mamma 2017 I numeri della solidarietà romagnola Sede di Forlì Forlì Meldola (Piazza) e San Colombano Forlimpopoli Castrocaro, Terra del sole Dovadola Bertinoro Rocca San Casciano Galeata, Santa Sofia, Civitella Predappio Premilcuore San Piero in Bagno Totale:
Anno 2017 20.186 2.671 2.009 3.799 610 695 680 3.587 2.868 407 2.725 40.237
Anno 2016 24.671 3.979 2.639 4.041 680 555 827 3.370 3.165 300 3.650 47.877
Sede di Meldola IRST Totale:
Anno 2017 525 525
Anno 2016 945 945
Sede di Cesena Cesena Milano Marittima Cesenatico Gatteo San Mauro Pascoli Savignano, Sogliano Iper Savignano Gambettola, Longiano, Sant'Angelo di G. Totale:
Anno 2017 8.386 850 1.613 426 1.684 915 2.880 6.594 23.348
Anno 2016 9.623 360 499 655 1.723 1.000 3.425 7.030 24.315
Sede di Ravenna Ravenna Porto Corsini Sant'Alberto Russi Mezzano, Savarna San Zaccaria Marina di Ravenna S.Pietro in Vincoli Piangipane Porto Fuori Punta Marina Pinarella/Cervia Totale:
Anno 2017 20.318 1.095 840 3.345 1.725 639 1.200 735 230 482 540 4.020 35.169
Anno 2016 19.180 1.070 855 3.325 2.130 795 975 746 500 596 415 4.963 35.550
Sede di Faenza Faenza Castelbolognese Riolo Terme Casola Valsenio Brisighella Modigliana Tredozio Solarolo Marzeno Marradi Totale:
Anno 2016 10.735 3.163 1.593 1.180 2.066 1.869 750 555 560 990 23.461
Anno 2016 10.120 3.267 1.493 1.550 2.130 1.675 540 525 / 805 22.105
Sede di Imola Imola Totale:
Anno 2016 9.217 9.217
Anno 2016 10.420 10.420
Sede di Lugo Lugo Alfonsine Bagnacavallo Bagnara Barbiano Belricetto Bizzuno Conselice Cotignola Filo D'Argenta Fusignano Giovecca Masiera Massalombarda Lavezzola S. Agata sul Santerno S. Maria Fabriago San Bernardino San Lorenzo San Patrizio San Potito Traversara Villa San Martino Villanova Voltana Totale:
Anno 2017 11.656 4.072 4.168 666 590 105 495 1.840 1.161 1.620 2.749 436 335 2.870 845 750 1.700 375 430 1.170 475 675 300 860 1.175 41.518
Anno 2016 12.606 3.704 4.263 585 655 215 585 2.400 1.045 1.560 2.767 480 305 3.134 1.025 805 1.335 240 400 1.370 455 670 300 772 1.420 43.096
Sede di Rimini Rimini Miramare Bellaria Viserba Sant'Agata Feltria Torre Pedrera Totale:
Anno 2017 14.384 1.110 792 1.831 1.551 1.545 21.213
Anno 2016 16.108 1.430 1.075 1.110 573 1.800 22.096
Sede di Riccione Riccione Cattolica Misano Adriatico Coriano San Giovanni in Marignano Morciano Totale:
Anno 2017 7.741 5.594 1.288 1.820 520 1.591 18.554
Anno 2016 8.798 4.838 1.548 1.595 640 1.612 19.031
Sede di Santarcangelo Santarcangelo Villa Verucchio Totale:
Anno 2017 4.660 4.646 9.306
Anno 2016 4.418 4.652 9.070
Totali Distribuzione Azalee Sponsor Costi Utile Netto:
Anno 2017 222.548 1.000 -86.481 137.067
Anno 2016 234.505 / -89.839 144.666
14 Eventi
Good Sun Good Skin: IOR e IRST contro il melanoma L’estate è terminata e con essa è passata agli archivi anche la prima edizione di “Good Sun Good Skin”, l’iniziativa che ha visto l’Istituto Oncologico Romagnolo e la Skin Cancer Uniti dell’IRST IRCCS di Meldola uniti per la sensibilizzazione della popolazione sui tumori della pelle. Il progetto si è sviluppato in due parti distinte. La prima ha visto le biologhe dello IOR, le dottoresse Claudia Monti e Franca Gentilini, impegnate nelle scuole secondarie della Romagna assieme alla squadra del prof. Ignazio Stanganelli, dermatologo, tra i massimi esperti internazionali di tumore alla pelle. L’obiettivo era quello di sensibilizzare i nostri giovani su una corretta esposizione solare in vista dell’estate. Uno studio recente ha dimostrato infatti come un bambino su quattro, in Italia, abbia riportato almeno una scottatura solare durante la propria vita, ma sono proprio le scottature patite durante l’infanzia ad essere il principale fattore di rischio per il melanoma. Sono stati coinvolti gli insegnanti e gli studenti di quattro scuole della Romagna, per un totale di 650 persone sensibilizzate. La seconda parte dell’iniziativa ha visto invece i professionisti della prevenzione dello IOR e dell’IRST IRCCS impegnati in un tour sulle spiagge della Riviera Romagnola. Da nord a sud del litorale, da Marina di Ravenna a Cattolica, sono stati otto gli appuntamenti svolti in altrettante stabilimenti delle nostre principali località balneari. Nel corso di questi incontri sono stati forniti ai bagnanti indicazioni pratiche su come valutare e riconoscere i rischi derivanti da un’esposizione errata al sole e su come adottare tutte le precauzioni possibili. A tale scopo
sono stati distribuiti strumenti informativi per guidare le persone durante tutta la giornata, dai depliant realizzati ad hoc fino alla donazione ai bambini presenti di braccialetti fotosensibili per riconoscere le ore della giornata in cui è meglio restare sotto l’ombrellone. I più piccoli sono stati anche coinvolti attraverso un percorso ludico, animato dai nostri volontari e denominato ACCA2IOR: un gioco pensato appositamente per sensibilizzarli anche sull’importanza di una corretta alimentazione per uno stile di vita che minimizzi il rischio di sviluppare neoplasie. Alla fine sono state circa 200 le persone accorse in totale alle conferenze, 1.500 i depliant informativi distribuiti nelle varie strutture e 400 i braccialetti fotosensibili donati. Un ottimo risultato per una iniziativa di prevenzione alla sua prima edizione, che ha ricevuto il patrocinio di tutti i Comuni
“Good Sun Good Skin” nelle scuole della Romagna
coinvolti ed è stata resa possibile dalla partnership con aziende del territorio e non. Il contributo di imprese come Mercato Ortofrutticolo di Cesena, Apofruit, Romagna Acque e BioNike si è infatti rivelato fondamentale non solo per la realizzazione del progetto e per il suo successo, ma anche per fornire a tutti i partecipanti, grandi e piccini, un kit di prevenzione completo e ricco di prodotti di qualità. Oltre ai braccialetti e ai depliant informativi, infatti, sono stati distribuiti frutta fresca e creme solari. Insomma, la speranza è che l’iniziativa possa alla lunga fare la differenza e invertire i preoccupanti dati odierni sul melanoma, una neoplasia che sta vedendo un numero sempre crescente di casi diagnosticati: l’incidenza rispetto a dieci anni fa, infatti, è raddoppiata, passando da 6.800 nuovi casi l’anno a circa 13.000.
15 Aziende in campo
Salvare la pelle: una questione di ricerca Intervista a Davide Errico Agnello, Marketing Manager di BioNike Dott. Errico Agnello, come nasce la collaborazione tra BioNike, azienda di Milano, e l’Istituto Oncologico Romagnolo? La partnership con lo IOR sorge dalla volontà della nostra azienda di portare avanti progetti di informazione e sensibilizzazione del consumatore su uno dei temi più importanti per noi che è ovviamente quello della prevenzione. Il nostro obiettivo è quello di stringere collaborazioni con poche organizzazioni nonprofit ben selezionate, che possano aiutarci a diffondere la cultura di una esposizione solare corretta, utilizzando prodotti di protezione di qualità. In particolare, la collaborazione con lo IOR ci ha dato la possibilità di lavorare con una organizzazione profondamente radicata sul territorio, sensibilizzando l’importante bacino d’utenza delle persone che vengono da tutta Italia e da tutto il mondo per godere delle attrazioni della Riviera Romagnola: persone appartenenti a culture e fototipi diversi. IOR e BioNike sono unite da un tema molto importante: la ricerca scientifica. Quanto è importante per voi? Fare ricerca è fondamentale per garantire al consumatore prodotti di qualità. Attualmente abbiamo in essere anche una collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, in cui offriamo borse di studio ai ricercatori che por-
BioNike è un brand di ICIM International, azienda italiana di estrazione farmaceutica fondata a Milano negli anni ’30, leader nel mercato della dermocosmesi. Il suo marchio deriva dall’unione delle parole greche “bio” (vita) e “nike” (vittoria): una denominazione appropriata per un’impresa che già dagli anni ’90 ha portato avanti collaborazioni con importanti laboratori internazionali per minimizzare la presenza di residui chimici e nickel nei suoi prodotti, in modo da diminuire il rischio di reazioni allergiche anche per la cute più sensibile. tano avanti studi sulla prevenzione del melanoma. In generale è stato proprio il grande lavoro svolto in laboratorio che ha permesso ai nostri prodotti di migliorare nel tempo, non solo diminuendo la loro pastosità per renderne più piacevole l’utilizzo, ma anche applicando una formulazione tale da poter abbattere di circa il 37% la quantità di filtri chimici al loro interno, con vantaggi tangibili dal punto di vista della sensibilità della cute. Non nego che la collaborazione in essere tra IOR e IRST IRCCS, istituto d’eccellenza in Italia proprio nel campo della ricerca scientifica, ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione di stringere questa partnership e partecipare al progetto “Good Sun Good Skin”: il coinvolgimento di grandi professionisti come il prof. Ignazio Stanganelli e la sua equipe ha fornito una sorta di marchio di qualità fondamentale alla buona riuscita dell’iniziativa. Sarà sicuramente a conoscenza dei dati preoccupanti sul melanoma. Quali sono le possibili strategie per diminuirne l’incidenza? BioNike è in prima linea nella lotta ai tumori alla pelle e continuerà a portare avanti campagne di sensibilizzazione e prevenzione. Sappiamo come il mela-
noma oggigiorno sia una delle forme tumorali che presenta la crescita maggiore, dunque l’auspicio è che le iniziative come “Good Sun Good Skin” siano sempre più frequenti per cercare di invertire questa tendenza. L’obiettivo è quello di continuare a portare avanti partnership con organizzazioni nonprofit d’eccellenza, come appunto lo IOR: d’altronde si tratta di qualcosa di innato nella nostra azienda, di scritto nel DNA, come recita il nostro motto “salute e bellessere”.
ACCA2IOR, il gioco della prevenzione per i bimbi
16
Eventi Bomboniere Solidali
Scegli una Bomboniera Solidale IOR e donerai, con una piccola offerta, una grande e concreta speranza a chi vive la malattia oncologica.
matitegiovanotte.it
Contatti e informazioni: Sede IOR ForlĂŹ tel. 0543 35929 (Daria) d.valmori@ior-romagna.it Oppure consulta il catalogo completo www.ior-romagna.it/come_aiutarci.html
17 Alimentazione
Tataki di spada al miele salato con rosmarino e verdure croccanti La Ricetta dello Chef Luca Zannoni
Il pesce spada è un alimento estremamente proteico e particolarmente magro: apporta ottime quantità di vitamina B6, vitamina B12, vitamina PP e minerali come selenio, fosforo e potassio.
Ingredienti per 4 persone: • Trancio di pesce spada già abbattuto • Sesamo bianco • Miele di acacia • Sale di Cervia • Rosmarino • Salsa di soia • Verdure di stagione
Preparazione: lavare e mondare le verdure, scottarle leggermente in padella e regolarle di sapore. Passare lo spada in semi di sesamo e scottarlo in padella in tutte le sue parti, scalopparlo e abbinarlo alle verdure. Terminare il tutto con il miele salato, ottenuto miscelando pari quantità di miele e salsa di soia con abbondante rosmarino tritato. Aggiungere infine i germogli freschi.
18 Eventi
Alla Maratona di Ravenna per il Progetto Margherita Intervista a Loris Cappanna, campione nazionale paralimpico di maratona A cosa serve una corda? È una domanda a cui potrebbe rispondere anche un bambino: serve a tenere unite due cose che non lo sono o che si separerebbero. In altre parole, serve a creare un legame. Funziona così anche per le persone. E sebbene la maggior parte dei nostri legami sia affidata a corde invisibili ad occhio nudo, pur ben presenti nel profondo della nostra anima, ne esistono anche di concrete e di tangibili. Lo sa perfettamente il nostro amico Loris Cappanna che, proprio grazie al legame che una piccola corda è capace di creare, può continuare a correre, veloce come il vento, nonostante abbia perso la vista per sempre. Certo, Loris è un tipo particolare di non vedente. Ti invita nella sua casa di Forlimpopoli e ti fa accomodare, mentre ti prepara il caffè con gesti misurati e precisi. “Prima o poi lo denuncio – scherza un suo amico – non può essere cieco”. D’altronde, quando pratichi running da non vedente, ogni passo dev’essere necessariamente calcolato. “Lo sport, il podismo in particolare, è stata la mia medicina: quella cosa che mi ha permesso di reagire ad un periodo di depressione e smarrimento, seguito al momento in cui sono divenuto cieco totale”. Sì, perché Loris non è nato senza l’uso della vista: lo è diventato a 37 anni, nel 2009. In precedenza, una vita
per sua stessa ammissione vissuta col pedale sull’acceleratore. Nato in Svizzera nel 1972 è tornato poi in Italia, prima a Pesaro, luogo di nascita del padre, infine a Forlimpopoli per amore di Denise, la sua compagna. Nel mezzo, la nascita di Giulia, di 17 anni, e Sofia, di 8; oltre a tantissimo sport, soprattutto calcio, ma anche basket, pallavolo, tennis. Tutto ciò che è competizione, Loris lo approccia con entusiasmo e solitamente con risultati più che discreti. Fino al 2009, anno in cui la degenerazione della sua vista è divenuta tale da non permettergli più di praticare alcuna disciplina. Eppure, da persona estremamente combattiva, Loris ha lottato strenuamente per i suoi occhi. Cheratocono a base bilaterale, cataratta congenita, glaucoma, patologie che l’hanno portato a sottoporsi a ben diciassette operazioni, non sono bastate per privarlo della vista: è dovuta intervenire anche la mano del destino, sotto forma di incidente domestico. “Mi è crollato addosso il tetto del solaio dell’appartamento sopra il mio, a causa di lavori fatti male. Nell’urto mi si ruppero gli occhiali: le schegge di vetro mi penetrarono negli occhi, di fatto annullando ogni miglioramento che i trattamenti cui mi ero sottoposto avevano prodotto”. “C’è un tempo in cui un uomo deve lottare e un tempo in cui accettare la sconfitta: quando la nave è salpata solo un matto può continuare ad insistere. Ma la verità è che io sono sempre stato un matto!”, afferma Ed Bloom, il protagonista di “Big Fish. Le storie di una
vita incredibile” di Tim Burton. E quella di Loris Cappanna è davvero una vita incredibile. “Lo sport è sempre stato per me fondamentale: era logico che fosse proprio lo sport a risvegliarmi, a convincermi a riprendere in mano la mia vita. Lo sport e la mia compagna Denise, che ha vissuto accanto a me la fase più critica spronandomi a non mollare”. Dopo un lungo periodo di inattività, Loris decide di approcciarsi al running grazie all’esempio di una grande campionessa paralimpica: Annalisa Minetti. “Mi sono detto: se ce la fa lei, ce la posso fare anch’io. All’inizio avevo grandi perplessità: in primo luogo perché il running non mi era mai piaciuto. In seconda battuta, i primi allenamenti sono stati davvero faticosi: un po’ perché non praticavo alcuno sport da tanto tempo, un po’ perché dovevo abituarmi alla corsa con una guida”. Ritorniamo un secondo all’inizio di questa storia. I podisti paralimpici sono in grado di coprire le distanze che si prefiggono grazie a due cose fondamentali: un atleta guida, e il cordino che li lega a loro. Una stringa brevilinea, che permette ai due runner di correre gomito a gomito. Uno strumento piccolo se vogliamo: ma l’importanza di una corda non si misura certo dalla sua lunghezza, bensì dal legame che riesce a creare. “Per correre in questo modo occorrono due cose fondamentali: un incredibile affiatamento e una grande sicurezza da parte dell’altro. Se la mia guida è titubante lo avverto subito e non riesco a correre perché so che, prima o poi, ci faremo male. Piano piano si sviluppa
19 Eventi
un rapporto di simbiosi, che si esplica anche nell’utilizzo di un vocabolario tutto nostro. Dosso; dossino; un due tre per i gradini: sono tutti avvertimenti in codice che mi avvisano di eventuali ostacoli, e mi fanno capire in tempo come superarli”. Il risultato è che oggi Loris, quando corre, non sembra affatto non vedente: il suo passo è sicuro e spedito, tanto che diversi partecipanti alle competizioni cui prende parte sovente equivocano il significato del cordino. “La domanda che mi viene rivolta più spesso è: correte così perché siete gay? A volte mi è capitato durante una corsa di fermarmi, ignorare la competizione e il tempo in cui avrei voluto tagliare il traguardo, di modo da spiegare le cose. Ora va un po’ meglio: da quando abbiamo deciso di utilizzare il pettorale con scritto ‘atleta guida’, la gente ha cominciato a capire. È stato un
sollievo, non tanto per una questione di equivoci imbarazzanti quanto per mere ragioni di sicurezza: vedendo questa cosa, gli altri runner stanno più attenti e ci lasciano maggiore spazio”. A cinque mesi da quel primo, incerto tentativo di allenamento, Loris tenta la sua prima maratona. “Guarda caso è stata proprio la Maratona di Ravenna. Non sapevo cosa volesse dire correre per 42 km: ero arrivato al massimo ai 20 km dell’allenamento. L’ho chiusa in 4 ore e qualche minuto. Qualche mese dopo, a Firenze, ho vinto la mia prima maratona per atleti paralimpici col tempo di 3 ore e 40 minuti. Alcune settimane successive, a Pisa, ho ab-
bassato ulteriormente il mio personale a 3 ore e 30 minuti: così ho deciso di iscrivermi ad una società di Faenza e tentare di correre i campionati italiani paralimpici, dopo nemmeno un anno di allenamenti”. Neanche a dirlo: primo posto, medaglia d’oro, sia nella mezza maratona di Palermo, sia sul traguardo della maratona di Padova. Il tempo? 3 ore e 8 minuti: una prestazione proibitiva anche per molti runner normodotati, tanto che oramai le guide che lo seguono arrivano al termine delle gare stremate. “Ma si tratta di una stanchezza più psicologica che fisica: al di là del passo che gli impongo, loro devono stare attenti ad ogni pericolo si trovi sul nostro cammino. Per questo mi piace condividere ogni successo con loro: sono i miei angeli custodi”. Loris, oggi, quando indossa le scarpette da running, non corre: vola. Grazie alla corsa ha sconfitto la paura del buio. E il 12 novembre 2017 tornerà laddove tutto è iniziato: laddove ha capito che nemmeno 42 km possono spaventarlo. Loris correrà assieme allo IOR la Maratona di Ravenna: il suo primo tentativo di maratona. E lo farà per una buona causa. “Sarà una grande festa: spero di spingere quante più persone a superare i propri limiti, oltre a partecipare all’evento e sostenere il Progetto Margherita dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Non bisogna pensare che sia una distanza impossibile: se i 42 km spaventano, si può sempre fare la mezza maratona, o i 10 km di camminata. Come successe a me quando scoprii la storia di Annalisa Minetti, il mio auspicio è che chi leggerà questo racconto dica: se ce la fa lui, ce la posso fare anch’io. Ci vediamo a Ravenna!”, termina con una battuta. Ha perso la vista, ma mai il senso dell’umorismo. E nemmeno il coraggio. Prossimo step: il triathlon. Verso nuove sfide, che potete seguire anche sul suo sito internet ufficiale: www.loriscappanna.it.
Dopo il successo della collaborazione del 2016, l’Istituto Oncologico Romagnolo e il Ravenna Runners Club, ente organizzatore della “Maratona Internazionale Ravenna Città d’Arte” che si terrà domenica 12 novembre 2017, hanno rinnovato la loro partnership anche per il 2017: ogni iscrizione effettuata porterà ad una donazione di un euro a favore del Progetto Margherita, il servizio pensato per le donne sottoposte a chemioterapia. Per sensibilizzare le persone all’importanza del movimento per la prevenzione e la cura dei tumori, lo IOR ha deciso anche di partecipare all’evento assieme a dei testimonial d’eccezione: Stefania Buldrini per la camminata non competitiva di 10 km; Sara Gruppioni per la mezza maratona; e Loris Cappanna per la maratona. Puoi effettuare l’iscrizione in ogni sede IOR o tramite il sito internet ufficiale di Maratona di Ravenna: www.maratonadiravenna.com
20 Le nostre storie
Enrico Chillon, parrucchiere volontario del Progetto Margherita
L’ossimoro è una figura retorica della lingua italiana che consiste nell’accostamento di due termini di senso opposto. Nonostante spesso se ne abusi è davvero complicato trovare un ossimoro, che per sua stessa natura tende ad unire concetti fortemente antitetici, che si realizzi. Serve una specie di magia. Magari una persona particolare. Enrico, per esempio, rappresenta la riuscita di cui questa specie di magia: una personalità in cui vecchio e nuovo cessano d’essere vicendevolmente esclusivi e trovano una coincidenza. Il gusto per l’antico è la cosa che colpisce per prima: mentre parla puoi notare i suoi baffi col fiocco all’insù incorniciargli i sorrisi generosi, sottolineati da un pizzetto che ha qualcosa di luciferino. Nel bagno del suo esercizio il lavandino poggia su un pianale di legno ricavato da una vecchia altalena indiana, scovata un giorno nel guazzabuglio d’un bazar. “Una volta, ad una fiera dell’antiquariato, ho trovato un paio di rasoi per barba e capelli – ci racconta – all’interno di una fessura nascosta nell’astuccio di legno ho scoperto una piccola pergamena nascosta, scritta in francese antico”. Un
Un taglio alla sofferenza manoscritto oramai fortemente usurato dal tempo, sistemato da Enrico alla bell’e meglio con abbondante scotch, prima di affidarlo alle mani di un’esperta traduttrice. Quella coppia di rasoi erano il regalo di un fidato generale alla vigilia di una battaglia a Napoleone Bonaparte. “Ho svolto delle ricerche: questo ufficiale era talmente fedele all’Imperatore che si fece seppellire in piedi, fronte alla statua del grande condottiero, in posa sull’attenti per l’eternità. La traduttrice mi ha anche sgridato: non si trattano con lo scotch simili reperti!”. Magia, si diceva: la stessa che ti sorprende di tanto in tanto passeggiando tra le vele e i colori della Riviera romagnola, magari al tramonto. “Ho deciso di aprire il mio negozio da parrucchiere a Cesenatico in cerca di nuovi stimoli. Un esercizio commerciale in una cittadina come Cesena ti impone una routine fatta di clienti fissi a giorni fissi, che alla lunga finisce per farti sedere. L’idea, quando ho aperto ormai 24 anni fa, era quella di un negozio che lavorasse soprattutto d’estate per tener chiuso d’inverno”. Arriva dicembre: il Natale porta con sé la magia del presepe galleggiante e delle luci sul porto canale leonardesco, ma il negozio “estivo” di Enrico non ha ancora chiuso un giorno. Merito di quelli che lui stesso definisce “turisti residenti”: persone che magari hanno un appoggio e approfittano delle giornate più miti per appagare la nostalgia delle ferie, riempire i polmoni di salsedine, lo stomaco delle nostre specialità di pesce e gli occhi di azzurro mare. Quello stesso mare i cui fondali Enrico, subacqueo provetto, conosce a menadito. “Cesenatico è una città che ti permette
di non sederti – spiega – merito dei continui stimoli che derivano anche da turisti appartenenti ad altre culture. Ricordo per esempio che una volta venne da me una ragazza musulmana: aveva deciso di sposarsi proprio in Riviera e scelse il mio negozio per prepararsi. Decidemmo per un’acconciatura molto particolare, con un inserto di pavone e di strass meraviglioso: poi la coprimmo interamente con lo chador, stando attenti a non rovinare il prodotto finale”. L’avrebbe scoperta solo al termine della cerimonia, solo la sera, lontana da occhi che non appartenessero esclusivamente al marito. A Enrico il compito di custodire gelosamente il segreto. Il continuo contatto coi turisti, oltre ad una fortissima propensione per la ricerca e lo sviluppo, permette al parrucchiere amante dell’antico di essere sempre al passo coi tempi: anzi, ad anticiparli. “Nel mio mestiere è fondamentale saper cogliere quei dettagli che annunciano lo stile che andrà per la maggiore l’anno successivo. Per fare questo seguo
21 Le nostre storie
le sfilate dei brand di moda più famosi, che lanciano particolari ben visibili ad un occhio esperto ed allenato. Tuttavia, la ricerca passa anche dallo studio di artisti emergenti e dei loro profili Instagram”. Instagram? Cosa c’entra Instagram con una persona che colleziona rasoi d’epoca napoleonica? Che presto aprirà un’ala del suo negozio in via Trento per ospitare un “barber shop” all’inglese, un negozio di barba e capelli per soli uomini, un angolino privilegiato il cui motto sarà “come a casa tua, ma senza tua moglie”? Che ancora frequenta il primo datore di lavoro, colui che quando aveva 14 anni non gli ha solo insegnato un mestiere, ma l’ha forzato ad uscire dall’imperforabile guscio di timidezza che lo avvolgeva? C’entra, perché essere affascinato dall’antico non significa non esser preparato ad accogliere, se possibile a forgiare, il nuovo. Passato e futuro; baffo col fiocco e Instagram. Enrico è tutto questo, e anche di più. Presto infatti metterà a disposizione dell’Istituto Oncologico Romagnolo e delle pazienti trattate con chemioterapia il suo gusto artistico: è uno dei volontari che permetterà al Progetto Margherita di espandersi anche alla sede IOR di Cesena a partire da settembre. “Ho aderito con entusiasmo – spiega – avevo già avuto esperienze di lavoro con pazienti oncologiche. Ricordo una cliente: aveva ricevuto una parrucca durante uno degli incontri, ma una volta a casa non se la vedeva addosso. Il suo sconforto era percettibile, perché aveva anche dei figli piccoli a cui nascondere, per quanto possibile, se non proprio la malattia, la sua parte più visibile e traumatica. Venne da me per chiedermi di adattare la parrucca al suo viso”. Pochi colpi di forbice; una frangia che si accorcia; ed un sorriso che si allarga. “La vidi grata, rinata. Mi disse che le persone che conosceva la fermavano per strada e, ignare del problema di salute che la affliggeva, le facevano i complimenti per
il taglio ed il colore che si era fatta. Una sua amica venne in negozio a chiedermi esattamente lo stesso stile. Questo la dice lunga sulla qualità della parrucca che l’Istituto Oncologico Romagnolo mette a disposizione delle pazienti. Siamo portati a pensare che le gratuità debbano per forza essere anche cose scadenti, ma in verità sono rimasto stupito anch’io della pregevole fattura di questi prodotti”. Qualità e gratuità: a proposito di ossimori, di concetti antitetici che si realizzano. “Aderire al Progetto Margherita – prosegue – è stata per me una cosa normale. È un servizio che già svolgevo in negozio, un ambiente non adatto ad un’attività tanto delicata: non offre quella riservatezza di cui una paziente ha bisogno. D’altronde solo tre categorie di professionisti possono permettersi di toccare il cliente: l’estetista, il medico e il parrucchiere. Lasciare che un altro ci tocchi significa farlo entrare nella nostra sfera più intima: entrare nella nostra sofferenza, nel caso di un paziente oncologico”. L’aggettivo che utilizza Enrico per descrivere il momento della caduta dei capelli a causa del trattamento, per una donna, colpisce per l’accuratezza con cui viene scelto. “E’ bestiale: sai che può succedere, quindi in un certo senso sei preparata, eppure quando accade ti travolge. In questo senso è preziosissimo l’aiuto della psicologa: non solo per le pazienti, ma anche per noi volontari. Per esempio, ho capito che è sempre meglio consigliare alla donna
una parrucca dal taglio medio-corto: più corto il taglio, più breve il tempo che occorre ai capelli veri di raggiungere quella lunghezza. Si tratta di una piccola accortezza che permette alla donna di togliere la parrucca prima possibile e tornare alla vita di tutti i giorni”. “L’esperienza del volontariato – conclude – mi ha fatto comprendere quanto donare qualcosa come poche ore del tuo tempo possa arricchirti: ricevi una marea di cose in termini di esperienze, felicità, benessere. Non vedo l’ora di iniziare. La gratuità mi permetterà di svolgere il mio lavoro con maggiore tranquillità: perché no di sperimentare, per far emergere il lato più puramente artistico”. Nella sofferenza trovare attimi di felicità: a proposito di ossimori. A partire dal 2 ottobre potrai sostenere il Progetto Margherita anche tramite la piattaforma di crowdfunding Idea Ginger, cercando la campagna “La mia mamma è bellissima”. Effettuando una donazione ci permetterai non solo di aumentare le pazienti che possiamo aiutare nelle sedi in cui il servizio è attivo - 358 solo nel 2016 - ma anche di espanderlo alle sedi IOR in cui ancora non si svolge. In questo modo, le donne in chemioterapia potranno usufruirne direttamente sotto casa.
22 Dalle sedi
CESENA Festa di San Giovanni
Dal 22 al 25 giugno, in occasione del patrono San Giovanni, i volontari di Cesena hanno distribuito una vasta gamma di grembiuli e articoli per la casa realizzati a mano, oltre agli immancabili mazzi floreali decorati con i simboli di questa festa: il grano, l’aglio e la lavanda. L’ incasso è stato di oltre 3.000 euro.
Parte il Progetto Margherita
A partire da settembre, il Progetto Margherita sarà attivo anche a Cesena. Questo importante servizio, rivolto a pazienti in trattamento oncologico, è già
presente a Ravenna, Forlì e Rimini: le signore che vi accedono possono scegliere gratuitamente una parrucca offerta dallo IOR, grazie al prezioso supporto di parrucchieri volontari. A tal proposito il Comitato Consorti del Rotary Club Cesena ha donato ben 3.000 euro a sostegno del progetto, mentre Confartigianato Cesena ha raccolto le adesioni di ben 10 parrucchieri volontari. Grazie di cuore a realtà così sensibili.
Good Sun Good Skin
Il Progetto IOR “Good Sun Good Skin”, volto a diffondere l’abitudine ad una
I parrucchieri volontari del Progetto Margherita di Cesena
Le volontarie al Bagno Romeo di Cesenatico
consapevole esposizione solare, è andato in scena nei mesi scorsi anche a Cesena. A maggio è stato promosso un incontro nella succursale della scuola media A. Frank di Cesena, nel quale le volontarie IOR hanno offerto a circa 80 bambini frutta fresca offerta dal Mercato Ortofrutticolo di Cesena, mentre la dermatologa IRST dott.ssa Serena Magi ha fornito utili consigli. Il 29 e 30 giugno scorso, invece, si sono svolti presso il Bagno Romeo di Cesenatico ed il Fantini Club di Cervia incontri informativi condotti dai dermatologi della Skin Cancer Unit IRST. Al termine, merenda a base di frutta per tutti ed il percorso-gioco della salute ACCA2IOR per i bambini, ai quali è stato consegnato un kit con strumenti quali il braccialetto fotosensibile, per vivere la spiaggia e il sole estivo in tutta sicurezza.
23 Dalle sedi
FAENZA Faenza Walk&Run 4 Health
Dopo il successo della prima edizione, dove sono stati raccolti circa 1.500 euro, sabato 7 ottobre 2017 torna la “Faenza Walk&Run 4 Health”, un’iniziativa che combina il piacere di fare movimento in compagnia e la corretta alimentazione. Facente parte del progetto “La salute in movimento”, l’evento offre l’opportunità a tutti gli sportivi e non di cimentarsi in un pomeriggio di sana attività fisica. I partecipanti potranno scegliere tra una camminata di 5 km, dove saranno accompagnati da uno specialista che spiegherà loro come svolgere nel modo corretto l’attività, e un percorso di 8 km, dove affronteranno una corsa podistica non competitiva tra le strade della cittadina manfreda. Alla fine dell’evento sarà offerto un ristoro a tutti i partecipanti, per sottolineare l’importanza della sana alimentazione abbinata all’attività fisica. Il contributo minimo da versare per prendere parte all’evento è di 10 euro. Iscriversi è semplice: basta recarsi alla sede IOR di Faenza, in Via Tolosano 6/b, aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 oppure direttamente prima dell’inizio della giornata, previsto per le ore 16.00. Per info: 0546 661505.
Mercatino di San Vitale
Anche quest’anno presso i locali della Chiesa di San Vitale (Corso Mazzini 107) i nostri volontari allestiranno il noto “Mercatino dello IOR”. Dal 12 al 26 novembre sarà possibile acquistare in cambio di una piccola offerta beni di ogni genere, usati e non: abbigliamento, borse e accessori, casalinghi e giocattoli, libri, bigiotteria e molto altro ancora. Un’occasione da non perdere per fare un buon gesto in occasione del Natale, o anche solo per trovare un regalo originale da fare ad amici o parenti. Il Mercatino sarà aperto dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Giuliano Bettoli, figura di riferimento del faentino
In ricordo di Giuliano Bettoli
I volontari del Mercatino di San Vitale
Venerdì 2 giugno si è spento Giuliano Bettoli, memoria storica faentina e punto di riferimento per il Borgo Durbecco e per i borghigiani. Bettoli è stato uno studioso, un narratore, un mattatore della Filodrammatica Berton ma soprattutto è stata una figura di riferimento. Con lui se n’è andato un pezzo di storia di Faenza e un pezzo di cuore del Borgo Durbecco. Si ringrazia la moglie Maria Nives Bosi per aver devoluto la somma di 1.100 euro all’Istituto Oncologico Romagnolo.
24 Dalle sedi
FORLÌ Prima dell’estate
Un grazie particolare ai volontari del punto IOR di Predappio, coordinati da Vittorio Borghini, che in occasione della 14° edizione di “Insieme per la Speranza” del 7 aprile hanno devoluto a sostegno delle attività dello IOR circa 6.650 euro. I volontari di Predappio sono stati anche impegnati nel corso del “Mototagliatella” del 14 maggio, evento i cui organizzatori ci hanno generosamente concesso uno spazio gratuito. 843 euro il ricavato dell’iniziativa. Grazie anche al Punto IOR di Galeata che all’interno della “Fiera dello Stridolo” del 30 aprile con un piccolo mercatino di bigiotteria ha raccolto 284 euro. Infine grazie a tutti i volontari di Forlì e di tutti i Punti IOR che per la Pasqua Solidale hanno raggiunto la cifra di 11.206 euro e ben 40.237 euro in occasione della Festa della Mamma.
Movimento, allegria e salute
Desideriamo ringraziare di cuore chi ci ha sostenuto organizzando nel periodo estivo eventi sportivi e di danza a favore dello IOR, in particolare: la Scuola di Ballo New Dance CLUB per la donazione di 500 euro e la Palestra New Dance Studio per la donazione di 260 euro; il Bagno Benvenuti n. 20 di Tagliata di Cervia per l’incasso di 450 euro, ricavo del Torneo
di Beachtennis organizzato il 29 luglio. R ingraziamo la signora Francesca Sansoni che ha pensato in ricordo del suo caro padre, Venerando Sansoni, ad una serata romagnola dedicata allo IOR insieme all’Orchestra Mirco Gramellini alla Taverna Verde. L’ incasso della serata di 500 euro è stato devoluto interamente a nostro favore. Ringraziamo infine la Federazione Italiana della Caccia e Gruppo Cinofilo Forlivese per avere scelto di devolvere anche quest’anno l’incasso della manifestazione cinofila organizzata a Fratta Terme il 22 e 23 luglio a sostegno delle nostre attività istituzionali. Giuliano Billi si è incaricato di portarci personalmente il generosissimo contributo di 2.980,52 euro.
Cena dei volontari
Mercoledì 5 luglio una cinquantina di volontari di Forlì e Meldola si sono trovati insieme al direttore Fabrizio Miserocchi e al presidente dell’Associazione Amici e volontari dello IOR Mario Pretolani per trascorrere una piacevole serata estiva insieme nella splendida cornice di un agriturismo immerso nelle campagne forlivesi di Carpena. Grazie a tutti gli intervenuti per la bella e numerosa partecipazione, a Massimo per l’accompagnamento musicale alla chitarra e a tutti per i canti finali.
Notte verde bambini
Dopo il grande successo dell’edizione Notte Verde dei Bambini 2016 con ACCA2IOR, l’Istituto Oncologico Romagnolo ritorna in Piazza Saffi a Forlì all’interno della Settimana del Buon Vivere insieme ai più piccini con “IO2R: alla ricerca della formula del benessere: liberiamo aria e polmoni dal fumo”. Nell’edizione 2017 dedicata all’aria l’obiettivo è quello di proporre uno spazio per affrontare l’importante tema della prevenzione al fumo rivolgendosi ai più piccoli, grazie al sostegno di Assicoop Unipol SAI che anche per questa edizione ha scelto di sostenere il nostro progetto. Sotto i gazebo le biologhe IOR dott.ssa Claudia Monti e dott. ssa Franca Gentilini accompagneranno bambini e genitori attraverso simpatici laboratori alla ricerca della formula del benessere. In un preciso percorso studiato in base all’età ci faranno capire in modo divertente e curioso i gravi danni che il fumo provoca in noi e nelle persone che ci stanno vicino. Alla fine del “viaggio educativo” i bambini riceveranno materiale informativo sulla prevenzione al fumo da portare a casa e un piccolo premio in ricordo dell’evento. Invitiamo tutti a partecipare numerosi con i propri figli e nipoti.
25 Dalle sedi
IMOLA Il Mercoledì di Imola
In un’atmosfera di festa, tra colori, mercatini, musica, cibo e giochi, ha fatto capolino anche il color magenta dello IOR. I volontari di Imola hanno partecipato all’evento con materiale informativo e preziosi gadget, mossi dal desiderio di far conoscere e trasmettere ai concittadini lo spirito solidale che ci anima. I primi nuovi volontari iniziano ad arrivare in sede, ma manchi ancora tu: unisciti al nostro gruppo, una grande famiglia mossa da sentimenti di vicinanza e solidarietà. Donando ciò che di più prezioso hai, il tuo tempo, contribuirai alla lotta contro il cancro in Romagna. Contatta la sede per informazioni: tel. 0542 011600.
Grande partecipazione di pubblico durante i Mercoledì di Imola
41^ Mostra scambio
Organizzato dal Club Romagnolo Auto e Moto d’Epoca, il più importante e tradizionale appuntamento per tutti gli appassionati per lo scambio di auto, moto, bici, accessori e ricambi d’Epoca si svolgerà anche quest’anno nella prestigiosa cornice dell’Autodromo di Imola “Enzo e Dino Ferrari” dal 15 al 17 settembre. I volontari IOR di Imola vi aspettano col merchandising ufficiale dei più svariati motoclub imolesi e non solo. I volontari di Imola presso lo stand della Mostra Scambio
26 Dalle sedi
LUGO
Festa della Mamma
Un grazie di cuore ai 90 volontari presenti in 40 punti a distribuire 2.697 azalee e a raccogliere oltre 41.000 Euro
27 Dalle sedi
MELDOLA Il Paziente Inglese
Le storie di amicizia che nascono con i pazienti accolti dai nostri volontari in IRST o trasportati dai volontari Autisti IOR sono sempre più frequenti e gratificanti per tutti noi.
Ne è una dimostrazione il racconto riportato qui a fianco: un messaggio di speranza per chi deve intraprendere un percorso di terapie oncologiche, scritto e donato da Anthony Dewhurst, un paziente inglese residente a Rimini che ha usufruito del nostro servizio trasporto ed è subito diventato amico di tutto il gruppo. Attraverso una brillante metafora in cui vengono presi in prestito vari momenti della vita contadina, Anthony ci parla del percorso verso la guarigione: la battaglia contro la malattia è definita come una “lotta contro le brutte erbacce infestanti”, un cammino difficile e faticoso che però sta affrontando con grande coraggio e col supporto di tutti i nostri volontari.
Meldola, maggio 2017 L’orto e il percorso oncologico Sospettando già a febbraio di avere qualcosa di seriamente guasto dentro di me, ho cominciato a pianificare le cose nell’orto per tempo. Non ho fatto nuove seminature dopo le fave, i piselli, le cipolle e l’aglio dell’autunno, a parte qualche piantina d’insalata per ogni evenienza. E non ho neanche messo la rete ai piselli. Da quando poi sono stato ricoverato, il giorno della Pasquetta, tutto è rimasto fermo, o piuttosto, tutto è continuato, crescendo secondo il programma stabilito. Adesso lascerò il tutto montare a seme – il cavolo nero, le varie rape e le pastinache, quel che rimane delle cicorie e le insalate, dei ravanelli e di tutte le bietole rosse, verdi e argentee, e anche i topinambur – e quando i semi saranno ben formati fra circa un mese, chiederò a qualcuno di darci dentro con un decespugliatore, per ben sminuzzare il tutto, dopo aver sparso per terra un paio di chili di piselli secchi, favini e semi di canapa per far crescere una fitta copertura mista pronta per il sovescio. Poi chiederò a Fausto di inondare il tutto per bene una volta ogni settimana, in modo che le piante potranno crescere forti e rigogliose e, quando sarò finalmente in grado di zappare di nuovo, con il PICC rimosso e non più necessario per le terapie, spero di poter riprendere in mano tutto quanto, magari in autunno, dopo che l’orto si sarà goduto il relax totale di un’estate di maggese, a riposarsi soltanto, con nient’altro da fare se non lottare senza sosta contro tutte le brutte erbacce infestanti. Tutto sommato, un po’ come me. Un abbraccio, Anthony Dewhurst
28 Dalle sedi
RAVENNA Iniziative per Villa Adalgisa
Il 21 aprile scorso è stata organizzata una cena di beneficenza all’Osteria I Passatelli di Ravenna. La generosità e sensibilità dei numerosi partecipanti hanno permesso di realizzare la bella somma di 1.400 euro. Il 29 giugno si è tenuto presso l’Almagià l’evento “L’Orologio Senza Lancette”, uno spettacolo fatto di musica, danza, poesia e street art con il quale la Famiglia Alessandri ha voluto ricordare il loro Federico. Tanta emozione e sensibilità che hanno permesso di raccogliere 2.100 euro. Domenica 9 luglio presso il campo da calcio di Porto Corsini Gloria e Silvano, in collaborazione con la società sportiva di Porto Corsini ed altri volontari, hanno organizzato un pranzo a base di paella. Anche in questo caso il forte senso di vicinanza all’Istituto ha consentito di raccogliere ben 2.100 euro. Sabato 29 luglio in Darsena Pop Up a Ravenna si è svolta la terza edizione di “Coprimidiluce”, evento organizzato dalla Famiglia Fanara e da un gruppo di amici, a seguito all’esperienza diretta di congiunti ricoverati nella struttura. Con il denaro raccolto si contribuirà all’allestimento di due nuove stanze nella struttura di Villa Adalgisa per accogliere i malati in fase terminale che necessitano
di cure palliative e terapia del dolore. Negli spazi di Darsena Pop Up la cucina di Akami è stata apprezzata dagli ospiti, e la musica della band “Siamo con Voi” creata da Matteo Dalmonte ha allietato la serata. Anche quest’anno, all’evento è stato abbinato un contest fotografico di Instagram promosso dal gruppo Igers Ravenna. Il successo dell’iniziativa è testimoniato dalla partecipazione di oltre 250 persone: il ricavato, grazie anche che alle offerte di varie aziende e di alcune banche, ha raggiunto i 6.100 euro.
Eventi a favore dello IOR
Al Bagno Kamala di Punta Marina, lo scorso mese di giugno, si è svolta un’altra bella serata in ricordo di Mauro Miserocchi. La famiglia e tanti amici sono intervenuti raccogliendo quasi 1.400 euro. Un rinnovato e sentitissimo grazie al Circolo ENDAS G. Mazzini di Villanova di Ravenna per la cena organizzata per lo IOR lo scorso 6 maggio. Tantissime le persone che hanno aderito, contribuendo alla raccolta di 5.200 euro. Un ulteriore ringraziamento al gruppo volontari di Piangipane che, con la loro oramai consolidata attività legata ai Mercatini, lo scorso mese di giugno ha devoluto la bella cifra di 1.000 euro. Un grazie anche alla Federcaccia Sez.
Comunale di Ravenna per la rinnovata manifestazione che si è svolta a Lido Adriano: tantissimi i partecipanti e sostenitori, per un incasso di ben 4.155 euro. Un ringraziamento infine anche alla Cooperativa Capannisti Tempo Libero per la consueta “Salsicciata”: 1.200 euro la donazione.
Ciao Gianfranco
Grazie per il tuo sorriso; per essere sempre stato il primo ad impegnarsi con passione ed entusiasmo nel volontariato; per la tua calda accoglienza riconosciuta dai tanti pazienti che hanno goduto del tuo servizio come volontario IOR. Sei e resterai sempre uno di noi.
Gianfranco Frisoni con la gerbera dello IOR
29 Dalle sedi
RICCIONE
Feste coi palloni IOR
Ogni occasione è buona per divertirsi con i palloni colorati dello IOR. Il 22 e 23 aprile per la Festa del Beato Alessio; il 17, 19 e 21 maggio per il Saggio di fine anno dell’Istituto Musicale di Riccione; il 15 giugno per la Festa dei Bagnini; e durante le serate organizzate dal Comitato Tasso di Riccione. 1.000 gli euro totali raccolti.
I nostri volontari con l’azalea della Romagna
5 e 11 luglio, grazie all’ospitalità dei Bagni Battarra 93-94 di Riccione e dei Bagni Regina Beach 9-11 di Cattolica, si sono svolti gli incontri “Good Sun Good Skin”, momento molto apprezzato sia dagli adulti che hanno potuto ricevere preziosi consigli da esperti dermatologi sulla corretta esposizione solare, sia dai bambini che hanno potuto giocare con le volontarie ad ACCA2IOR, per finire con una merenda salutare.
Dal punto IOR di Cattolica
Grazie di cuore a tutti i volontari riccionesi e dei vari Punti che come sempre si sono resi disponibili nella distribuzione delle Uova Solidali, delle azalee per la Festa della mamma e magliette, palloncini e tanti gadget rosa realizzati dalle preziose mani delle volontarie per la Notte Rosa raccogliendo 27.567 euro.
I volontari non potevano mancare con il loro banchetto a Cattolica in Fiore e all’Acquario Le Navi per la Festa della Famiglia: 842 gli euro raccolti.
Notte magica delle vongole
Il 29 luglio al porto di Cattolica si è svolta la “Notte Magica delle Vongole”, evento in cui sono stati raccolti a favore dello IOR ben 3.000 euro. La serata è stata organizzata dal Comune di Cattolica in collaborazione con la Casa del Pescatore e del Consorzio Vongole di Pesaro e Rimini.
11° Torneo di Basket Babbi e Mamme over 35
Grande successo anche quest’anno per il Torneo di Basket, organizzato da IBR Rimini e dalla Sede IOR di Riccione con il Patrocinio del Comune. Le squadre riminesi e toscane si sono sfidate al Palazzetto Nicoletti di Riccione.Un grazie doveroso a Stefano Conti e Rita Seriacopi che ci hanno consegnato 1.400 euro.
Good Sun Good Skin
Momenti da ACCA2IOR, il gioco della prevenzione
30 Dalle sedi
RIMINI Good Sun Good Skin
Ottimo il risultato ottenuto il 4 luglio scorso a Bellaria/Rimini dall’evento in spiaggia “Good Sun Good Skin” facente parte di un progetto IOR più ampio contro il melanoma. In questa occasione il dott. Luciano Brighi ha parlato ad un nutrito pubblico di oltre 40 persone dei rischi e dei benefici dell’esposizione al sole per grandi e piccini. Subito dopo l’intervento del dott. Brighi i nostri volontari hanno organizzato il gioco ACCA2IOR: una quarantina di bambini si sono cimentati in un percorso a tappe dove, divertendosi, hanno potuto scoprire i corretti stili di vita e una sana alimentazione per il proprio benessere.
Strarimini
Come sappiamo lo IOR non è solo informazione ma anche incoraggiamento al corretto stile di vita e alla pratica sportiva, anche agonistica. Infatti da quest’anno lo IOR è stato presente alla gara podistica Strarimini. Ringraziamo calorosamente tutti i runners che hanno partecipato e chi, generosamente, ha dato il suo contributo alla causa. Sono stati incassati più di 300 euro.
Il Capitano deve morire
Lo IOR coglie l’occasione per ringraziare il suo Consigliere Nevio Monaco che, grazie al suo libro “Il Capitano deve Morire” presentato in varie occasioni sul
territorio, ha donato parte del ricavato all’Istituto per un totale di 1.000 euro, che saranno destinati ai progetti della sede di Rimini.
Nuovi servizi alla persona
Da settembre a Rimini arriverà l’assistenza domiciliare IOR per i pazienti oncologici che ne avranno bisogno. Il servizio sarà completamente gratuito: basterà chiamare per fissare l’appuntamento con un volontario, che devolverà il proprio tempo per attività di compagnia e ascolto direttamente a casa del paziente. Un ringraziamento a chi sostiene lo IOR e garantisce questi importanti servizi per chi soffre.
Cena dei volontari
L’11 luglio si è svolta nei colli riminesi la cena dei volontari IOR. Presente il direttore generale Fabrizio Miserocchi, il presidente dell’Associazione Amici e volontari dello IOR Mario Pretolani, i collaboratori e tanti volontari. Il direttore ha concluso la serata con un ringraziamento a tutti e ha anticipato i nuovi progetti che ci attendono. Al termine della serata il consueto momento del taglio della torta, offerta dalla pasticceria artigianale Raimondi & Gardini di Rimini. Il dott. Luciano Brighi durante “Good Sun Good Skin”
31 Dalle sedi
SANTARCANGELO La Cena dei volontari alla Rocca Malatestiana
Cena dei volontari
Venerd ì 7 Luglio la Sede IOR di Santarcangelo e Verucchio ha organizzato la sua ormai tradizionale cena di raccolta fondi, tenutasi per il secondo anno consecutivo all’interno della suggestiva Rocca Malatestiana di Verucchio. In collaborazione con comune e Pro Loco di Verucchio e curata dallo staff del Ristorante la Rocca, la cena ha visto tante nuove aziende che hanno deciso di supportare lo IOR ed in particolare il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini. L’utile netto dell’iniziativa, che quest’anno ha raggiunto la quota record di quasi 10.000 euro, sosteneva infatti l’importantissima presenza di una psicologa,
la dott.ssa Samanta Nucci, all’interno del reparto. “Quando ho iniziato non avrei mai voluto entrare nell’ambito oncologico – ha spiegato la dott.ssa Nucci durante la serata – poi i piccoli pazienti mi hanno conquistata ed oggi, dopo oltre anni di lavoro coi bambini, sono sempre più convinta che le loro storie, la loro forza e la loro dolcezza siano la cosa più bella del mio lavoro”. Le ha fatto eco la dott.ssa Pericoli, responsabile di reparto che, ringraziando personalmente tutti i presenti, ha ricordato come grazie anche al lavoro dello IOR, l’Oncoematologia Pediatrica è stata in grado di crescere, di avere strumenti moderni e personale altamente specializzato per diventare un punto di eccellenza del nostro territorio. Impegno sottolineato anche dal direttore generale IOR Fabrizio Miserocchi,
Il momento più atteso: il taglio della torta
che ha ricordato gli investimenti fatti e soprattutto i tanti progetti futuri già in cantiere a favore dei piccoli pazienti. Alla presenza dei volontari della Sede IOR, degli sponsor della serata (IGF, Romagna Banca, Banca Malatestiana, Impresa edile F.lli Vignali, Rimini Banca, Paglierani, Denver, Gnoli Lino Costruzioni, Laboratorio Sammaurese, Aethna Group, Robopac, Vici Vision, Edilgrid, Cofer, Vivaio Fabbri, Azienda agricola Fungar, F.lli Anelli e GBC Funghi) e del sindaco di Verucchio Stefania Sabba, tutti i presenti hanno partecipato alla Lotteria finale con in palio oltre 30 preziosi premi offerti dalle aziende e dagli esercizi commerciali locali.
Un grazie particolare da parte di tutta la Sede a tutti coloro che ancora una volta hanno creduto e supportato questa magica serata e la sua importante finalità.
COSA POSSO FARE IO PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO?
Alessandra Bollini ex-paziente
Puoi sostenere le attività dell’Istituto Oncologico Romagnolo in molti modi:
Siamo qui, con i nostri volontari, medici e ricercatori perchè da sempre crediamo nella Solidarietà e nella Ricerca Oncologica Con il vostro aiuto continueremo a farlo Per avere ulteriori informazioni è possibile consultare il nostro sito www.ior-romagna.it oppure telefonare allo 0543 35929
graphic design: Maddalena Fabbri
1. con una donazione nel C.C. postale 10839470 2. con un lascito o un legato 3. devolvendo i proventi di un evento/manifestazione 4. aderendo alle nostre occasioni speciali (bomboniere, strenne natalizie, ecc.) 5. aderendo alle nostre iniziative dedicate alle aziende 6. collaborando come Volontario 7. destinando il Tuo 5 per mille allo IOR C.F. 00893140400