Dir. resp. Roberto Gabellini Red. via A. Costa 28 - FORLÌ tel. 0543 35929
117 dicembre 2018
Immunoterapia: un’opportunità da Premio Nobel Nuove speranze per tutti i pazienti oncologici in questo numero Tumore al polmone: una rivoluzione in atto L’intervento del dott. Lucio Crinò
Multidisciplinarietà: dalla teoria alla pratica L’opinione del dott. Stefano Tamberi
La mia mamma è bellissima Il crowdfunding per le donne della Romagna
Il sogno di Dano Da una diagnosi di cancro a Tokyo 2020
All’inferno e ritorno, grazie alla ricerca La storia di Silvia Graziani
Dalle sedi IOR Cesena: La Fiera di San Crispino Faenza: Memorial Francesca Cacciari Forlì: Notte Verde dei Bambini Imola: Prevenzione nelle scuole Lugo: Sagra del Cappelletto Meldola: Appuntamenti natalizi Ravenna: Il ricordo di Gianfranco Riccione: Il lutto per Barbara Rimini: Corsi di Mindfulness Santarcangelo: Serata di Gala
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INDICE Editoriale Le vostre lettere 4 La testimonianza di Irene
SEDI IOR ----------------------------------------------------------------Forlì via A. Costa 28 telefono 0543 35929 info@ior-romagna.it
Eventi Meldola c/o IRST 5 La mia mamma è bellissima via P. Maroncelli 40 12 Vicino ai bambini che soffrono 13 Dallo IOR un aiuto ad ospedali e pazienti di Cesena e Rimini www.ior-romagna.it
20 A Ravenna i km di corsa diventano km di vita 21 Un approccio globale all’oncologia
Organo Ufficiale dell’Istituto Oncologico Romagnolo Lo scopo di questo magazine è quello di tenervi aggiornati sullo stato dell’arte della lotta contro il cancro, specialmente in Romagna. Una lotta portata avanti da medici, ricercatori, volontari ma anche semplici persone: persone come voi, con una storia che vale la pena di raccontare e condividere Direttore responsabile Roberto Gabellini Ufficio centrale Istituto Oncologico Romagnolo ONLUS Forlì - corso Mazzini 65 tel. 0543 35929 mobile 349 8638886 fax 0543 21467 info@ior-romagna.it Redazione Paolo Grillandi Comunicazione Ufficio Stampa p.grillandi@ior-romagna.it Marketing e pubblicità Luca Nadiani Responsabile fundraising l.nadiani@ior-romagna.it ior@pec.ior-forli.it Grafica Lisa Camporesi
Ricerca e innovazione 6 L’immunoterapia: una opportunità da Premio Nobel per i pazienti della Romagna 8
Tumore al polmone: rivoluzione in atto
10 Multidisciplinarietà: dalla teoria alla pratica Le nostre storie 14 All’inferno e ritorno, grazie alla ricerca (e a un sorriso) 18 Il sogno di Dano Trasparenza 16 Commemorazione dei defunti Alimentazione 17 Polpette di quinoa e zucchine Dalle sedi IOR 22 Cesena 23 Faenza 24 Forlì 25 Imola 26 Lugo 27 Meldola 28 Ravenna 29 Riccione 30 Rimini 31 Santarcangelo
telefono 0543 739110 meldola@ior-romagna.it Cesena via Montalti 48 telefono 0547 24616 cesena@ior-romagna.it Ravenna via Salara 36/38 telefono 0544 34299 ravenna@ior-romagna.it Faenza via Agostino Tolosano 6/b telefono 0546 661505 faenza@ior-romagna.it Imola via Emilia 34 telefono 0542 011600 imola@ior-romagna.it Lugo via Tellarini 96 telefono 0545 32033 lugo@ior-romagna.it Rimini viale Matteotti 43/A telefono 0541 29822 rimini@ior-romagna.it Riccione c.so f.lli Cervi 172 telefono 0541 606060 riccione@ior-romagna.it Santarcangelo p.zza Gramsci 7 telefono 0541 623946 santarcangelo@ior-romagna.it
3 Editoriale
Lotta contro il cancro:
un periodo di grandi cambiamenti Care Amiche, cari Amici, Negli ultimi 39 anni gran parte dell’attività dell’Istituto Oncologico Romagnolo e dei suoi tanti volontari è stata dedicata alla raccolta fondi a sostegno della ricerca scientifica. L’amorevole assistenza gratuita al malato è importantissima e rappresenta la radice su cui la nostra organizzazione si è sviluppata, tuttavia tali attività entrano in campo quando la patologia ha già colpito, per aiutare i Fabrizio Miserocchi Direttore Generale IOR pazienti in difficoltà e sostenerli nel loro percorso di cura. Ecco, se ci fossimo dedicati solo a questo aspetto della nostra mission, avrebbe significato arrendersi al cancro quale dato di fatto immutabile senza possibilità di una ragionevole speranza. Invece da qualche tempo stiamo assistendo ad un grande fermento nel mondo della ricerca scientifica oncologica, e questo ci fa comprendere come i nostri sforzi in termini di tempo, di energie, di investimenti, siano stati lungimiranti e cominciamo ad intravedere i frutti tanto attesi. I dati che troverete all’interno del nostro Informatore riguardanti gli studi dedicati all’immunoterapia sono estremamente significativi. Per la prima volta nella storia vediamo pazienti con carcinoma al polmone avanzato liberi da malattia prima di sottoporsi ad intervento chirurgico, dopo un trattamento che prevedeva la combinazione dei nuovi farmaci con le terapie standard. Tumori rari, per cui negli ultimi anni non si erano registrati sostanziali sviluppi, cominciano a rispondere alle cure. Persino nel carcinoma alla mammella triplo negativo metastatico, la forma più aggressiva di cancro al seno, l’impiego dell’immunoterapia ha portato ad un aumento della sopravvivenza considerevole. Non vogliamo fare del facile trionfalismo, la battaglia è ancora aspra e tutt’altro che vinta ma ci conforta veder confermata la strada della ricerca come quella principale per dar più vita a tutte le persone colpite da malattia. Il prof. Amadori l’ha sempre ripetuto con convinzione: questo è il secolo in cui gran parte dei tumori verrà sconfitto. Potrebbero sussistere forme ancora complicate da trattare: ma anche per quelle la strada della cronicizzazione di malattia è un’opzione che regalerà tanti anni di vita degni di essere vissuta. Non c’è dubbio che sia un periodo rivoluzionario per la lotta contro il cancro, quella che si combatte nei laboratori. Noi abbiamo la fortuna di viverlo, di esserne testimoni. Di più: di esserne grandi protagonisti, di esserne parte attiva. Per questo motivo abbiamo deciso che i nostri eventi di raccolta fondi del periodo natalizio andranno a sostenere i progetti sull’immunoterapia sviluppati presso l’IRST IRCCS di Meldola: il cambiamento è in atto, dobbiamo fare tutto il possibile per accelerarlo. Siamo sicuri che vi avremo al nostro fianco in questa battaglia, il Natale è un momento di speranza, e una speranza più è condivisa, più è forte. Vi auguro di tutto cuore delle splendide festività. Un abbraccio, Fabrizio Miserocchi
4 Le vostre lettere
La testimonianza di Irene Una lettera di coraggio e speranza Da quando ho iniziato il percorso, non solo lavorativo, presso Lilly Cappelli, parrucchiera volontaria dello IOR, e il suo Salone “Event Color” ho imparato tantissime cose sulla sua persona. Ho imparato a conoscerla nelle sue debolezze, a scoprirla nei suoi pregi e difetti, a viverla per le sue qualità. La cosa che mi ha colpito di lei è il suo grande cuore, l’attenzione e la dedizione che mette in tutto quello che fa: anche e soprattutto nella sua attività di volontaria. Quando mi parlò per la prima volta del Progetto Margherita rimasi basita, non riuscivo a comprendere come una piccola donna riuscisse a regalare così tanti sorrisi alle persone che avevano bisogno di un sostegno. Dentro di me pensai: «Io non avrei il coraggio di portare avanti un’attività tanto impegnativa». Tuttavia il destino ha deciso di sorprendermi e dimostrarmi, nella maniera più cruda, quanto avevo torto, per ben due volte. Un giorno entrò in negozio una cliente che porterò sempre nel cuore. Si sedette e davanti allo specchio che ne rifletteva l’immagine, senza dire una parola, si sfilò la parrucca, cercandomi in silenzio con lo sguardo. Io non dissi una parola: non riuscii proprio a ricambiare quella sua occhiata. Dentro di me provai un dolore immenso, di fronte al quale l’unica cosa che mi sentii in grado di fare fu quella di scappare in bagno e piangere. Piansi perché in quel momento sono stata una codarda, e soprattutto non sono riuscita a dirle che la trovavo bellissima, nonostante tutto, nonostante la stanchezza, nonostante la malat-
tia che l’affliggeva. Tuttora, quando la guardo e le accarezzo i capelli, mi torna in mente quel giorno, quando probabilmente sarebbe bastato un mio sorriso per renderla più felice, per restituirle quella sicurezza che aveva perduto e che, forse, cercava al di fuori di sé, nel mio sguardo. Ma quel brutto ricordo mi ha dato una nuova consapevolezza. Ora, ogni volta che entra in negozio e mi racconta le avventure che vive, la guardo con profonda ammirazione e non riesco a non sorriderle. Ma come avevo detto in precedenza, il destino ha bussato due volte alla mia porta: la seconda in maniera molto più violenta, perché molto più personale. Il cancro, stavolta, ha deciso di colpire un mio affetto, una persona a me molto cara. Da quel giorno, dentro di me, si è scatenata una rivoluzione. Vedere negli occhi di mio marito la serenità nell’affrontare la sua malattia ha tirato fuori in me quel coraggio, quella forza che mi mancavano e che nemmeno io sapevo di avere. Adesso non abbasso
più lo sguardo: adesso riesco a regalargli sorrisi ogni giorno, e guardandolo negli occhi posso dirgli che per me è sempre bellissimo. E vedo che da questo lui trae l’energia necessaria a combattere questo male orrendo, con la consapevolezza che questa battaglia sarà difficile, come mai nella vita, ma che si può vincere. Con impegno. Con costanza. Con amore. Questa mia testimonianza è frutto di emozioni che messe insieme creano un unico messaggio nei confronti di chi lotta, di chi sostiene e di chi crede in quello che fa. Ed è anche grazie a Lilly, ai volontari del Progetto Margherita, a voi dell’Istituto Oncologico Romagnolo che avete creato questo servizio e a chi tutt’oggi lo supporta tramite offerte che ho capito che basta veramente poco per rendere felici e donare speranza alle persone: anche quelle che, in questo momento, si trovano nella situazione più difficile. Grazie di cuore, Irene
5 Eventi
La mia mamma è bellissima Riparte il crowdfunding a favore delle donne Nessuno deve affrontare il cancro da solo, tanto meno una mamma. È per tutte le donne che lottano che l’Istituto Oncologico Romagnolo ripropone anche per il 2018, a partire dal 5 novembre, in collaborazione con la piattaforma Idea Ginger, l’iniziativa di crowdfunding “La mia mamma è bellissima”: campagna di raccolta fondi a sostegno del Progetto Margherita e della fornitura di parrucche gratuite per quelle pazienti che affrontano l’effetto collaterale più temuto delle terapie, la caduta dei capelli. La calvizie rappresenta una questione molto più che estetica. Sono tante le donne che temono più le terapie che potrebbero salvar loro la vita della malattia stessa, cosa che le rende meno collaborative nei confronti del percorso di cura, con effetti negativi su prognosi e qualità di vita. La caduta dei capelli rappresenta un momento difficile da accettare, che possiede ripercussioni sul benessere psico-emotivo: riflettersi allo specchio e vedersi calve significa guardare sé stesse e scorgere solo la malattia; identificare la propria persona con il cancro; perdere femminilità e identità. Per questo è tanto importante, e tanto apprezzato, il Progetto Margherita. Fornire gratuitamente alle pazienti una parrucca e la consulenza di un parrucchiere volontario significa comprendere le loro paure ed essere al loro fianco. Il Progetto Margherita è uno dei servizi più richiesti: solo nella prima parte del 2018 ne hanno usufruito ben 239 donne, più di una al giorno. «Secondo un articolo comparso
di recente su L’Espresso – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – il costo di una parrucca oncologica varia dai 500 euro per un modello sintetico a ben 1.500 euro per un toupet organico con capelli veri: un vero e proprio lusso, in un momento in cui la famiglia è gravata dal costo di terapie salvavita costose. Per questo il Progetto Margherita è tanto importante e per questo dobbiamo cercare di espandere la sua portata il più possibile: una donna non può vedersi costretta a scegliere tra la propria bellezza e una cena, una gita, tutte quelle piccole cose che dovrebbero rappresentare la normalità». Il lancio della campagna di crowdfunding “La mia mamma è bellissima”, avvenuto lo scorso anno, era pensato proprio per far fronte alla crescente richiesta: l’obiettivo fissato, di 10.000 euro, serviva a fronteggiare i costi dell’apertura dell’iniziativa anche presso le sedi di Cesena e Imola, oltre a quelle di Forlì, Ravenna e Rimini. Il successo è stato tale che la somma ricevuta ha superato di gran lunga le attese: grazie alla generosità di ben 692 donatori, al termine della campagna sono stati quasi 27.000 gli euro ricevuti. Un risultato ottenuto anche grazie all’impulso dei parrucchieri del territorio, veri promotori dell’iniziativa. «Sono stati proprio loro i primi a chiederci di riproporre “La mia mamma è bellissima” anche nel 2018 – continua Miserocchi – d’altronde, i parrucchieri sono i primi ad avvertire l’esigenza di un servizio come il Progetto Margherita. Molti ci hanno raccontato di come
le pazienti si rivolgano ai loro saloni non solo per tagliare in maniera radicale una chioma già minata dalle terapie, ma anche per dare una sistemata alle parrucche, quando non riescono a vedersele indosso. Si tratta di momenti delicati, che necessitano di spazi adeguati a proteggere il bisogno di privacy: un bisogno che un esercizio commerciale non può logicamente garantire. Il rilancio della campagna di crowdfunding anche per il 2018 sarà utile non solo a mettere a disposizione il Progetto Margherita a quante più donne che lottano contro il cancro, ma anche a rendere ancora più accoglienti e ospitali gli ambienti in cui avvengono gli incontri». Chiunque potrà contribuire facendo un’offerta all’indirizzo https://www. ideaginger.it/progetti/la-mia-mamma-e-bellissima-2018.html. Anche quest’anno sono previsti dei premi per i donatori: le cosiddette “ricompense”, che spettano a chi aiuterà lo IOR a portare a termine con successo l’obiettivo. Tra esse, è confermata anche per il 2018 quella del messaggio lasciato alle pazienti che affrontano la loro battaglia, da inserire all’interno delle parrucche donate: una possibilità messa a disposizione per donazioni dai 75 euro in su, che ha dimostrato di essere molto apprezzata. Perché nessuno deve affrontare il cancro da solo: tanto meno una mamma.
6 Ricerca e innovazione
L’immunoterapia: una opportunità da Premio Nobel per i pazienti della Romagna
Intervista al dott. Massimo Guidoboni Dottor Guidoboni, lei è riconosciuto come uno dei massimi esperti nazionali ed internazionali di immunoterapia. Ma di cosa si tratta, nello specifico? Nel suo senso più ampio, sotto la definizione di immunoterapia ricadono una serie di modalità terapeutiche che vanno a colpire meccanismi diversi a seconda dei farmaci utilizzati; ciò che hanno in comune è la caratteristica di voler utilizzare il sistema immunitario per sconfiggere e uccidere le cellule tumorali. Occorre infatti ricordare che uno studio scientifico recente ha stabilito come ogni giorno, nel corpo di ciascuno di noi, si formano circa cento cellule potenzialmente in grado di dar luogo a una neoplasia: ma il nostro sistema immunitario risulta solitamente molto efficiente nel riconoscerle e ucciderle prima che possano svilupparsi.
Il dott. Massimo Guidoboni, dal 2013, è Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Immunoterapia e Terapia Cellulare Somatica dell’IRST IRCCS; coordina inoltre il Centro di Risorse Biologiche dello stesso Istituto. Laureato e specializzato presso l’Università di Ferrara, prima di sbarcare in Romagna ha lavorato per dieci anni presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Dal 2009 in forza all’Istituto Tumori di Meldola, nel 2012 ha ricoperto il ruolo di visiting scientist della Sezione di Malattie Infettive e Immunogenetica del Dipartimento di Medicina Trasfusionale del National Institute of Health di Bethesda, negli Stati Uniti.
Tuttavia, di tanto in tanto, qualcosa può eluderne la sorveglianza, a causa delle controffensive che la malattia mette in atto. A quel punto possiamo intervenire con varie strategie. Siamo in grado, ad esempio, di insegnare al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali con farmaci specifici, che sono anche in commercio, o grazie ai vaccini a cellule dendritiche, che vengono prodotti direttamente all’interno della nostra struttura. Ciò nonostante, i meccanismi con cui il tumore si difende da questi attacchi sono molteplici, tanto
da essere persino in grado di “tirare il freno” anche al sistema immunitario capace di riconoscerlo. Per questo motivo esiste un’altra classe di farmaci immunoterapici che vanno ad intervenire su tale aspetto. L’immunoterapia ultimamente è balzata agli onori delle cronache grazie al conferimento del Premio Nobel per la Medicina a due ricercatori che hanno contribuito in maniera determinante al suo sviluppo: James Allison e Tasuku Honjo. Si tratta forse dell’endorsement più prestigioso per questa nuova branca. Nuova fino ad un certo punto: sebbene venute alla ribalta solo negli ultimi anni, le prime sperimentazioni con anticorpi immunomodulanti in Romagna, nello specifico presso l’Oncologia Medica di Forlì prima e l’IRST di Meldola poi, risalgono agli anni ’90, e continuano tutt’oggi. Sicuramente, comunque, il lavoro dei due ricercatori è stato molto prezioso, avendo individuato due meccanismi fondamentali che, come spiegavo in precedenza, “frenano” la risposta immunitaria con-
7 Ricerca e innovazione
tro i tumori. Tale scoperta ha infatti portato alla creazione di farmaci appositi che hanno permesso di sviluppare in maniera eclatante l’immunoterapia in ambito oncologico. Gli studi svolti successivamente dai tanti ricercatori che in tutto il mondo si interessano di questo aspetto non solo hanno mostrato risultati sorprendenti, ma che tali risultati si applicano ad un ampio spettro di neoplasie. Finora i tumori liquidi sembrano quelli che rispondono meglio: un’altra notizia di questi mesi è l’approvazione, da parte della European Medicines Agency, di due terapie cellulari per il trattamento di linfomi e leucemie di tipo B. In questo caso parliamo di immunoterapia cellulare con tecnica Car-T. La strategia alla base è la seguente: si prelevano direttamente dal paziente i linfociti T; grazie all’ingegneria genetica insegniamo loro a riconoscere determinate strutture che altrimenti non verrebbero identificate e, di conseguenza, ad uccidere in modo selettivo le cellule tumorali che presentano tali strutture; infine questi linfociti T “potenziati” vengono re-iniettati all’interno dell’organismo del malato. Tale tecnica, che rappresenta forse la terapia più personalizzata che attualmente possiamo offrire - in quanto, in un certo senso, è come se fosse il paziente a curare sé stesso -, si è dimostrata particolarmente efficace sui tumori liquidi perché hanno una struttura molto omogenea: una volta che addestriamo i nostri linfociti a riconoscerla, siamo sicuri che essi saranno in grado di colpire la stragrande maggioranza delle cellule di cui è composta la patologia. Discorso diverso per i tumori solidi, la cui struttura al contrario è molto eterogenea: un solo bersaglio non è sufficiente a risolvere il problema. In che modo pensate di superare il problema dell’applicazione dell’immu-
noterapia cellulare sui tumori solidi? In IRST abbiamo attualmente quattro protocolli attivi di vaccinazioni con cellule dendritiche in diverse patologie, quali melanoma e neoplasie a carico di colon-retto e rene. Tuttavia, queste terapie vanno ad agire solo su uno dei meccanismi con cui il tumore disinnesca la risposta immunitaria: alla lunga, la malattia mette in campo delle contromisure che ne diminuiscono l’efficacia. Proprio per questo, nell’ambito delle nostre ricerche, abbiamo in corso di programmazione alcuni studi che prevedono la combinazione tra vaccino personalizzato del paziente e le terapie immunologiche che tolgono il freno alla nostra risposta immunitaria. In questo modo, noi pensiamo di poter aumentare in maniera drastica l’efficacia dei nostri trattamenti, grazie anche all’interazione tra i due farmaci. Il primo ambito in cui andremo a testare tale teoria è quello del mesotelioma pleurico, patologia rara ma molto invalidante legata all’esposizione da amianto, la cui prognosi è decisamente infausta: speriamo di dare così nuove speranze a pazienti attualmente orfani di terapie. Quali sono i risultati degli studi svolti in IRST a riguardo? Abbiamo recentemente pubblicato su una rivista scientifica internazionale i dati sull’attività dei vaccini con cellule dendritiche condotti su circa ottanta
soggetti. Tale ricerca retrospettiva ha dimostrato come anche a distanza di oltre quattordici anni abbiamo numerosi pazienti vivi e liberi da malattia. Uno di questi, per esempio, ha meno di 40 anni: trattato oltre sei anni fa col nostro vaccino, si è recentemente sposato e ho avuto il piacere e l’onore di essere presente al suo matrimonio. Alla luce di questi dati l’Istituto Oncologico Romagnolo ha deciso di sostenere in maniera decisa la ricerca portata avanti dalla sua equipe nell’ambito dell’immunoterapia, rendendola il focus di tutte le attività di raccolta fondi natalizie che porta avanti. Si tratta di una notizia molto importante: se la ricerca in Romagna ha raggiunto le vette eccezionali che ci riconoscono a livello nazionale e internazionale molto si deve al sostegno dello IOR, che ha fatto nascere e crescere l’IRST elevandolo a Istituto Scientifico d’eccellenza. Le terapie cellulari in oncologia rappresentano sicuramente uno dei fiori all’occhiello di questa attività. Grazie al sostegno di tutti quanti riusciremo a sviluppare nuove opportunità terapeutiche sempre più efficaci che, speriamo, troveranno applicazione in ancora più pazienti. Questo è sicuramente il mio auspicio: conoscendo la generosità dei romagnoli, non posso che prevedere un futuro di speranza per la lotta contro il cancro.
8 Ricerca e innovazione
Tumore al polmone: rivoluzione in atto L’opinione del Prof. Lucio Crinò Si è tenuto a Toronto il Congresso Mondiale della Lung Cancer Association (IASLC) durante il quale sono stati presentati vari studi che hanno ribadito l’importanza dell’immunoterapia nel trattamento del tumore al polmone. In particolare, due ricerche hanno documentato un vantaggio in sopravvivenza libera da progressione di malattia nel carcinoma non microcitoma localmente esteso non operabile. La somministrazione di un farmaco denominato durvalumab in aggiunta al trattamento classico ha portato a un aumento statisticamente rilevante di persone potenzialmente guarite. Inoltre, ben due ricerche hanno dimostrato come la risposta alla combinazione di immunoterapia e chemioterapia nella fase avanzata del carcinoma squamoso del polmone e in neo-adiuvante, fase in cui si cerca di ridurre la dimensione della neoplasia per renderla operabile, sia superiore alla sola chemioterapia. Uno studio in particolare si è rivelato promettente, mostrando come l’impiego di nivolumab in aggiunta alle cure standard per il trattamento pre-chirurgico abbia portato al 60% di risposte complete. Un risultato mai ottenuto prima che dimostra quanto la sinergia di immunoterapia e chemioterapia possa risultare utile per un numero enorme di pazienti: il tumore al polmone rimane infatti la prima causa di morte per cancro nel
Il prof. Lucio Crinò è stato Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale di Perugia e Professore Straordinario dell’Università della città umbra. Autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, da due anni ricopre il ruolo di Consulente Scientifico del Gruppo di Patologia Toracica dell’IRST IRCCS di Meldola. mondo occidentale. Sempre durante il Congresso sono stati presentati due ulteriori studi che segnalano la possibilità di un miglioramento dei risultati clinici derivanti dalla combinazione di immunoterapia e chemioterapia. Il primo riguarda il microcitoma polmonare, per cui la somministrazione di un farmaco denominato atezolizumab ha portato a significativi miglioramenti: cosa importante tenendo in considerazione che si tratta di una patologia per la quale, negli ultimi 30 anni, non erano stati registrati progressi. Per quel che riguarda la medicina personalizzata è stato documentato il vantaggio dell’utilizzo di brigatinib in neoplasie che prevedono alterazioni molecolari specifiche, come ad esempio quella caratterizzata dal riarrangiamento del gene ALK. Tale malattia rappresenta solo il 7% della casistica polmonare, tuttavia colpisce anche persone giovani e non fumatori. In conclusione, il tumore al polmone si riconferma una delle patologie più rispondenti all’immunoterapia: probabilmente perché, come il melanoma, la differenza delle cellule della neoplasia rispetto a quelle che compongono il tessuto sano è rilevante, a causa dell’esposizione a carcinogeni riconosciuti come fumo o radiazioni. L’evidenza che si riconferma è che maggiore il numero delle mutazioni che si registrano all’interno della cellula, maggiore la
probabilità che queste terapie abbiano risultati: più sono estranee all’organismo, più tali molecole rappresentano un bersaglio facile da colpire. Questo è solo l’inizio: abbiamo scoperto solo pochi meccanismi con cui il tumore è in grado di bloccare la risposta dei linfociti. La strada da percorrere è quella della combinazione di diversi tipi di immunoterapia, opzione che probabilmente in alcuni casi potrà arrivare addirittura a sostituire la chemioterapia: per il momento possiamo dire che dalla loro combinazione otteniamo risultati sorprendenti. Vorrei infine citare un progetto presentato durante il Congresso di cui la ricercatrice dell’IRST di Meldola Paola Ulivi è l’investigatore principale. Lo studio vedrà il coinvolgimento delle Università di Barcellona e di Strasburgo, e ha come obiettivo quello di identificare all’interno del sangue periferico tracce anomale di micro-RNA: tale ritrovamento potrebbe rappresentare un fattore predittivo della probabilità di una persona di subire una ricaduta di malattia dopo l’intervento chirurgico. In questo modo potremmo identificare le persone maggiormente a rischio e sottoporle a test più approfonditi. Si tratta di un bel riconoscimento per il lavoro che viene svolto presso le strutture di Meldola, e che l’Istituto Oncologico Romagnolo supporta con determinazione.
9 Ricerca e innovazione Alimentazione
‘Questo sarà il secolo in cui oltre l’80% delle forme tumorali verranno sconfitte’ prof. Dino Amadori Molto è già stato fatto, ma molto possiamo ancora fare. Grazie anche al tuo lascito a favore del nostro territorio e dei suoi abitanti potremo avvicinarci alla scoperta di una cura definitiva per il cancro, una corsa contro il tempo che non può e non deve rallentare. Puoi decidere di lasciare ai tuoi cari non solo il frutto del tuo lavoro e della tua vita, ma anche un’impronta indelebile per l’avvenire, quella dei valori nei quali hai creduto. Ad oggi, oltre settanta persone hanno dimostrato in questo modo di credere che un futuro libero da tumori sia possibile. Scegliendo di fare testamento solidale a favore dello IOR, l’Istituto Oncologico Romagnolo, ci aiuterai anche tu a renderlo più vicino. Per informazioni e materiale informativo: Manuela Palareti, m.palareti@ior-romagna.it Istituto Oncologico Romagnolo Onlus • Sede Centrale: via Andrea Costa 28 Forlì (FC) • tel. 0543 35929 • www.ior-romagna.it
visual designer: Maddalena Fabbri
La domanda per ognuno di noi è: cosa vorrei lasciare?
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Multidisciplinarietà: dalla teoria alla pratica
Il dott. Stefano Tamberi è, dal 2010, Direttore della U.O. di Oncologia dell’Ospedale Infermi di Faenza. Laureato in Medicina e Chirurgia a pieni voti presso l’Università di Bologna, ha ottenuto la specializzazione in Oncologia presso il medesimo ateneo prima, per poi conseguire il Dottorato di Ricerca in Oncologia Gastrointestinale all’Università di Modena. I suoi campi di interesse specifici sono i tumori del tratto gastroenterico ed epatobiliopancreatico: per questo tipo di neoplasie ricopre il ruolo di Responsabile di ricerca in Romagna, con mansioni di coordinamento. Intervista al dott. Stefano Tamberi Dott. Tamberi, oggi in oncologia la parola d’ordine sembra essere: multidisciplinarietà. La comunità scientifica è concorde sulla necessità dell’integrazione tra diverse figure professionali, per fornire al paziente la miglior presa in carico possibile, che tenga conto non solo di una valutazione a 360° del malato, ma anche della sua funzionalità e qualità di vita. L’integrazione tra i professionisti fondamentali è indispensabile per una corretta e personalizzata terapia: l’oncologo, il chirurgo, il radioterapista radiologo, l’anatomo-patologo. Questo è soprattutto vero in virtù del fatto che l’età media della popolazione si è allungata: anche l’aspettativa di vita del soggetto oncologico, grazie ai progressi delle terapie e della ricerca scientifica, è incrementata. Ne consegue che il cancro è sempre più una malattia che attiene alla terza età: più del 50% dei pazienti che entrano presso la nostra struttura ha più di 70 anni, dunque presentano delle comorbilità importanti come diabete e patologie cardiovascolari. Per questo motivo, l’oncologo da solo non è più sufficiente a garantire il miglior percorso di cura: occorre
una grande collaborazione tra figure professionali diverse, che possano valutare la situazione del malato da un punto di vista globale. Quanto meno, questa è la teoria: la pratica spesso però è diversa. In che senso? Sebbene ci sia un generale consenso su quello che dovrebbe essere l’approccio di cura più corretto, le strutture che mettono in pratica la multidisciplinarietà non sono poi così numerose. La nostra realtà ha cercato al contrario di realizzare concretamente tale aspetto, anche grazie al prezioso sostegno dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Da anni a Faenza la patologia mammaria, gastroenterica e urologica vengono strutturalmente affrontate in modo multidiscplinare: rimaneva aperta la sfida di curare al meglio i pazienti anziani. In che modo avete trasformato la teoria in pratica? Abbiamo condiviso con lo IOR un progetto pilota che prevede la presenza di una geriatra, la dott.ssa Anna Garutti, con elevate competenze in ambito oncologico, di modo da valutare in maniera costante e appropriata quale sia l’approccio terapeutico migliore,
tenendo in considerazione non solo la neoplasia che presenta la persona che si rivolge a noi, ma anche la sua funzionalità, le altre patologie di cui soffre, le sue passioni, la situazione famigliare e molti altri aspetti. Questa figura professionale permetterà di avere per ciascun paziente una valutazione di secondo livello, attraverso screening e test appropriati, che misurino con criteri oggettivi i suoi bisogni e le sue caratteristiche, di modo da preservarne il più possibile la qualità di vita. Una delle domande più frequenti che ci vengono rivolte dai famigliari della persona anziana è se valga la pena tentare terapie che presentano effetti collaterali di un certo tipo: ebbene, per dare una risposta a questi dubbi dobbiamo disporre di test che certifichino il rapporto tra costi e benefici di un determinato trattamento. Una cosa è comunque certa: l’anziano non dev’essere considerato un paziente “di serie B” solo a causa dell’età anagrafica. Pensa che sia un atteggiamento molto comune, quello di evitare determinate terapie al paziente della terza età? È un pregiudizio che ritengo ancora diffuso. Tuttavia la Romagna è una delle
11 Ricerca e innovazione
aree in cui risulta maggiormente lampante l’esigenza di saper distinguere tra età anagrafica e età biologica: i nostri anziani vanno ancora in bicicletta, hanno passioni, conducono una vita in totale autonomia. Per questo motivo hanno diritto non solo alle migliori cure: questo è addirittura scontato. Il paziente anziano ha diritto ad un percorso terapeutico che tenga conto e preservi la qualità di vita che è in grado di condurre. Grazie alle nuove scoperte scientifiche molte neoplasie sono oramai guaribili: e quelle non guaribili sono comunque cronicizzabili. Ciò significa che le terapie garantiscono molti di anni di vita anche in presenza di malattia: anni di vita degni di essere vissuti. La cronicizzazione della malattia non presuppone una criticità per le strutture oncologiche di ricovero e cura? Maggiori anni di vita, d’altronde, si traduce anche in un tempo prolungato di presa in carico del paziente. È vero: con l’aumento dei pazienti, di pari passo all’incremento dell’aspettativa di vita, e l’aumento degli anni di sopravvivenza anche per quelle malattie non guaribili, il carico di lavoro si è sicuramente intensificato. All’Ospedale di Faenza abbiamo cercato di porre rimedio a questo aspetto adottando tre criteri fondamentali. Il primo presuppo-
ne la figura del medico di riferimento: sballottare il paziente da un professionista all’altro non fa che aumentare la sfiducia della persona nelle nostre capacità. Occorre un interlocutore unico che possa non solo stringere un’alleanza terapeutica col malato, ma che conoscendone le caratteristiche velocizzi i tempi di risposta a determinate criticità. Il secondo criterio è appunto quello della multidisciplinarietà: il medico di riferimento dev’essere supportato nel suo lavoro da percorsi assistenziali e figure professionali come quella del chirurgo, del geriatra, del nutrizionista, del case manager. Questo permette che l’aumento del numero di pazienti da prendere in carico non pregiudichi la qualità delle cure. Efficienza: di fronte a una diagnosi di malattia oncologica “non si può perdere tempo”. Di qui l’assoluta necessità di percorsi preferenziali che rendano coordinato ed efficace l’iter diagnostico-terapeutico. Per finire la ricerca, che significa anche spinta al miglioramento tramite idee innovative. Anche in questo senso la figura della geriatra ci darà una grande spinta, per portare avanti degli studi prospettici che coinvolgano non solo IOR e IRST, ma anche vari altri centri nazionali ed internazionali. Non solo nuove idee ma anche
nuove tecnologie: l’Ospedale Infermi di Faenza si sta dotando di un macchinario innovativo, la colonna laparoscopica 4k, donata grazie all’impegno dello IOR assieme ai partner del territorio. L’arrivo del dott. Giampaolo Ugolini, cui mi lega una lunga conoscenza personale e professionale, come Primario del Reparto di Chirurgia, ha accelerato il processo di concretizzazione di quella multidisciplinarietà di cui parlavamo in precedenza. I progetti che proponiamo sono sempre condivisi e volti a migliorare gli standard di cura della nostra struttura. In particolare, quello che porterà all’acquisizione di una strumentazione all’avanguardia come la colonna laparoscopica 4k sarà fondamentale per tutti i pazienti colpiti da neoplasia del tratto gastroenterico, una delle più frequenti nell’anziano. Ho avuto modo di vedere in azione questa strumentazione: la qualità dell’immagine è impressionante, quasi meglio che a occhio nudo. Nelle mani giuste, quelle del dott. Ugolini, permette un’incredibile precisione, individuando aspetti chirurgici e di vascolarizzazione che altrimenti potrebbero passare inosservati. La comunità sta facendo davvero un grande regalo a noi e a tutti quelli che saranno costretti ad usufruirne.
12 Eventi
Vicino ai bambini che soffrono L’Istituto Oncologico Romagnolo ha rinnovato l’impegno nei confronti dell’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini. Nel mese di novembre si sono tenute due cerimonie importanti: la consegna dell’ecografo per venipuntura VIVO 500S; e l’inizio ufficiale del percorso di pet therapy che, dopo l’esperienza positiva del 2017, si ripete grazie anche al contributo di Nove Colli. Venerdì 9 una delegazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo ha consegnato all’equipe della dott.ssa Roberta Pericoli una nuova strumentazione che faciliterà il percorso di cura dei ragazzi. L’ecografo per venipuntura è stato acquistato grazie al progetto di crowdfunding “Schiacciamo il Cancro!”. L’iniziativa promossa dalla trasmissione “Panorama Basket” ha coinvolto la maggior parte delle squadre di pallacanestro del territorio in una gara di solidarietà: partita con l’obiettivo di raggiungere 5.000 euro, la generosità di chi ha sposato la causa è stata tale che la campagna ha chiuso con un incasso maggiore agli 8.000 euro, cifra che ha permesso di acquistare un top di gamma. L’ecografo VIVO 500S si basa sul principio che l’emoglobina umana possiede una maggiore capacità di assorbimento dei raggi infrarossi rispetto ad altri tessuti: la tecnologia che utilizza questa strumentazione permette quindi di evidenziare i vasi dei piccoli pazienti, rendendo così più semplice il compi-
to del personale sanitario che deve effettuare i prelievi o somministrare le terapie necessarie. Le vene dei bimbi risultano spesso stressate e difficili da reperire: questo comporta che anche l’infermiera più esperta possa sbagliare. «Il momento della puntura è sempre un trauma, come tutti noi ricordiamo benissimo dalla nostra infanzia – ha spiegato il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – e sottoporre questi ragazzi, già stressati da una diagnosi inattesa, a un dolore fisico inutile, non aiuta ad instaurare quella fiducia che deve nascere tra medico e paziente, necessaria alla buona riuscita delle terapie. L’ecografo che abbiamo donato aiuterà non solo a ovviare a questo problema, ma in certi casi può permettere al bimbo di evitare un intervento chirurgico in anestesia generale per il posizionamento di un catetere venoso centrale. Un grande successo, ottenuto grazie ad una squadra che si è dimostrata imbattibile: quella del basket romagnolo.» La settimana dopo, mercoledì 14, si è tenuto un appuntamento sicuramente apprezzato da pazienti e staff: Giotto ed Eddie, i cuccioli della Dog Galaxy, sono tornati in corsia per giocare
coi loro piccoli amici, aiutandoli ad affrontare le terapie con meno stress. Il percorso di pet therapy proseguirà a cadenza settimanale grazie al successo dell’iniziativa #NoveColli4Children, che ha visto il comitato organizzatore della Granfondo più antica del mondo donare 10.000 euro allo IOR, poi raddoppiati grazie al contributo di Sportful. In questo modo i ragazzi dell’Oncoematologia Pediatrica hanno potuto riabbracciare i loro “medici” preferiti: quelli a quattro zampe. «Attraverso il contatto con il cucciolo il paziente può rilassarsi e distogliere l’attenzione dalle terapie, affrontando meglio i suoi aspetti più dolorosi – afferma la dott. ssa Samanta Nucci, psiconcologa IOR –. Inoltre la pet therapy aiuta a sviluppare un approccio più partecipativo e collaborativo nei confronti dei trattamenti, che così risultano più efficaci. La risposta è stata tale che uno dei nostri pazienti ha addirittura protestato quando l’abbiamo dimesso per tornare a casa: sapendo che i suoi amici a quattro zampe torneranno presto in reparto non voleva assolutamente mancare.»
13 Eventi
Dallo IOR un aiuto ad ospedali e pazienti di Cesena e Rimini Sin dalla sua nascita l’Istituto Oncologico Romagnolo cita come parte fondamentale della sua mission quella di affiancare le strutture pubbliche a sostegno delle varie Oncologie del territorio, per garantire a tutti i nostri cittadini opportunità terapeutiche di livello il più possibile in prossimità della loro abitazione. Tale impegno è stato reso ancora più esplicito dal motto adottato: vicino a chi soffre, insieme a chi cura. Parole che non rappresentano soltanto uno slogan ma che si traducono in gesti concreti, in modo che le donazioni dei generosi cittadini romagnoli vengano restituite sotto forma di servizi di qualità nel momento in cui loro stessi, o i loro cari, presentino la necessità di usufruirne. Il mese di ottobre si è dimostrato quanto mai esemplificativo, con due consegne destinate a marcare una differenza effettiva per quel che riguarda la presa in carico dei pazienti. Andando in rigoroso ordine cronologico, venerdì 12 ottobre si è tenuto l’evento celebrativo della donazione dell’ecografo Edge II alla Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena. La cerimonia si è svolta a San Carlo presso il factory store di Campomaggi & Caterina Lucchi Spa. La serata è servita per mostrare le specificità del macchinario. «Queste nuove tecnologie risultano utilissime per la cura del malato», ha spiegato il dott. Vanni Agnoletti, responsabile del Reparto. «Lo strumento che
abbiamo ricevuto sarà utilizzato per eseguire tecniche antalgiche che consentiranno ai pazienti di non sentire dolore dopo l’intervento o addirittura prima dell’intervento. Un ambito di ricerca per cui la nuova apparecchiatura risulterà molto utile è infatti quello della terapia antalgica: l’età media della popolazione sta aumentando, e con essa gli accessi legati a sofferenze croniche e difficilmente controllabili. L’ecografo permette di far sparire questo dolore o, nei casi più gravi, di tenerlo sotto controllo». «L’apparecchiatura è facilmente trasportabile, di dimensioni contenute e di rapida accensione, caratteristiche che la rendono particolarmente utile nell’ambito delle emergenze», gli ha fatto eco il dott. Emanuele Gamberini, della medesima Unità Operativa. «L’Edge II si distingue per la qualità dell’immagine, pari se non superiore a quella degli ecografi con cui noi specialisti abbiamo iniziato la nostra attività, di dimensioni notevolmente più grandi.» A pochi giorni di distanza, martedì 16 ottobre, all’Ospedale Infermi di Rimini, presso l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria guidata dal dott. Valerio Fornasari, si è tenuta la cerimonia ufficiale di taglio del nastro per la conse-
gna di un altro strumento fondamentale: il video endoscopio con tecnologia NBI, utile per identificare i tumori delle vie aero-digestive superiori in una fase iniziale o addirittura di lesioni in fase pre-neoplastica. «Le neoplasie di testa e collo rappresentano un’importante fetta dell’oncologia – ha spiegato il dott. Nello Montalbano nel corso della cerimonia – e a causa dell’incidenza del papillomavirus si tratta di un tipo di patologia in forte aumento anche tra i giovani. Questi tumori, se diagnosticati in fase avanzata, risultano estremamente invalidanti, poiché costringono ad interventi demolitivi che vanno ad intaccare in maniera pesante le funzionalità deglutitoria, fonatoria e respiratoria». La donazione ha rappresentato un meraviglioso gioco di squadra tra lo IOR e altre realtà del terzo settore del territorio, come LILT Rimini, Mutilati della Voce UIMdV Rimini, AOVAM di Novafeltria, Associazione Crisalide e AROP. «Questo è quello che significa essere vicino a chi soffre e insieme a chi cura – conclude il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – vicino a chi soffre: perché queste nuove tecnologie rappresentano un’opportunità in più di preservare la qualità di vita dei pazienti che si rivolgono alle varie realtà sanitarie della nostra Romagna. Insieme a chi cura: perché macchinari di questo tipo permettono ai professionisti del territorio di svolgere al meglio il loro delicato lavoro.»
14 Le nostre storie
All’inferno e ritorno, grazie alla ricerca (e a un sorriso)
La storia di Silvia, affetta da melanoma metastatico A dicembre 2015 la piccola Emma, 7 anni, sta affrontando il saggio di ginnastica ritmica. È nervosa, ma si è preparata duramente ed è determinata a non deludere la mamma Silvia, che ne segue ogni passo dalla platea. Appena terminata l’esibizione la bimba non aspetta nemmeno che si chiuda il sipario, ma corre a cercare la sua prima ammiratrice tra il pubblico. L’applauso degli altri genitori le interessa il giusto: quello che vuole è leggere l’orgoglio profondo negli occhi della persona che più conta per lei. Solo in questo modo potrà capire d’essere stata brava. Emma corre tra le braccia della madre ma quello che scorge non è solo fierezza: c’è qualcos’altro negli occhi di Silvia. Sono lacrime: per quanto lei si sforzi di nasconderle ed asciugarle, non smettono di scendere. La bimba è stupita e preoccupata: le è stato raccontato che la mamma ha una malattia un po’ complicata, ma ha promesso che farà di tutto per venirne fuori. «Perché piangi?», domanda Emma. «Sono fiera di te», risponde la mamma, carezzandosi la strana cicatrice che ha sull’avambraccio, simile ad una brutta scottatura, quasi come se volesse nasconderla. Il pianto di Silvia non è solo commozione e orgoglio. In quel momento ha 37 anni, un lavoro da psicoterapeuta avviato, un marito, due figlie e una convinzione: quella a cui ha appena assistito sarà l’ultima esibizione che vedrà della sua Emma. Poche settimane prima ha scoperto che lo strano
neo comparso sul suo avambraccio sinistro non è un semplice inestetismo, ma un melanoma di quattro millimetri. Qualche giorno addietro si era sottoposta a svuotamento ascellare e 18 linfonodi su 21 erano risultati positivi alle metastasi. «A quanto sapevo io – spiega Silvia – nel momento in cui il melanoma si diffonde, non c’è più nulla da fare». Silvia è frastornata, affranta, spaventata. Istintivamente pensa a Paco, il dalmata che ha salvato da morte certa: le sue crisi epilettiche, cui era soggetto anche dieci volte al giorno, erano talmente gravi che l’unica soluzione sembrava essere l’eutanasia, a soli tre mesi di vita. Lei si è opposta a quel destino e l’ha preso con sé: «Inizialmente lo facevo persino dormire nel mio letto, in modo da intervenire tempestivamente col valium per placare le violente convulsioni». Dopo il primo anno le crisi epilettiche diminuiscono fino a diventare sempre
più saltuarie: Paco si spegnerà placidamente, a 15 anni, dopo aver vissuto una lunga e serena esistenza. Anche Silvia necessita di qualcuno che si opponga al suo destino: ha bisogno, se proprio non di speranza, di capire quali sarebbero stati i passi successivi. «Il 30 dicembre 2015 avviene quella che io definisco “la visita del sorriso”: ho incontrato all’IRST di Meldola il dottor Massimo Guidoboni, che guida l’equipe di medici che si sarebbe presa carico del mio caso. Da subito mi ha colpito il suo modo di fare: conoscendone il curriculum, temevo di trovarmi di fronte il classico professore tanto preparato alle terapie quanto approssimativo a livello umano. Invece mi colpì da subito: mi ha spiegato le possibilità terapeutiche; mi ha fornito percentuali e informazioni con chiarezza e tranquillità; mi ha reso partecipe del processo decisionale riguardante le cure che avrei dovuto affrontare. Terminava ogni frase con un sorriso, come se non fossi semplicemente una cartella clinica: ho sentito la sua vicinanza e quanto gli importasse che io vivessi non come paziente, ma come persona e come madre». «La speranza è quella cosa con le ali che dimora nell’anima: canta melodie senza parole, e non si ferma mai», scriveva la poetessa statunitense Emily Dickinson. Già, ma a volte può anche travestirsi nella peggiore delle beffe. «Al termine della prima parte delle terapie a base di interferone, un medicinale che mi ha procurato effetti collaterali
15 Le nostre storie
consistenti portandomi a perdere 8 chili in 3 settimane, la tac di controllo mostrò delle metastasi cerebrali». Silvia sale le scale che portano al primo piano dell’Istituto di Meldola col referto in mano: non si aspetta più sorrisi, solo sentenze. In quel momento incrocia la dottoressa Laura Ridolfi dell’equipe di Immunoterapia, ed è come se le leggesse nella mente. Non guarda nemmeno il referto: ne ha letto il contenuto sullo sguardo impietrito della paziente. «Non è finita, Silvia – le dice – abbiamo ancora tante armi, e le utilizzeremo tutte». La prima di queste armi ha un nome strano: si chiama Gamma Knife. Utilizza radiazioni che servono a distruggere le cellule tumorali senza compromettere il tessuto cerebrale sano. «La prima volta che mi sono sottoposta a Gamma Knife avevo quattro metastasi: lo strumento impiega circa 20’ per ciascuna di esse. Questo significa che, essendo un’apparecchiatura ad alta precisione, ho dovuto rimanere immobile per quasi un’ora e mezza. In quel lasso di tempo non ho potuto fare a meno di pensare a tutto ciò che avevo letto in precedenza, quando ho firmato il modulo di consenso informato. Rimuginavo su quello che poteva andare storto: mentre sentivo manovrare sul mio cranio, pensavo che ogni momento potesse essere quello fatidico in cui sarebbe insorta un’emorragia cerebrale». Silvia dall’inizio del suo percorso di cura si è sottoposta tre volte al Gamma Knife: ma nonostante gli umani timori, non ha sofferto di alcuna complicazione. «L’ultima risonanza cerebrale era perfettamente pulita. Si vedono solo alcune piccole zone d’ombra a forma di moneta, corrispondenti al tessuto necrotizzato laddove erano presenti le metastasi: le chiamo “le mie medaglie”. A volte le utilizzo come scusa: se faccio qualcosa di pazzo, posso dire che la colpa è loro». Silvia, effettivamente, ha fatto qualcosa
di pazzo: quanto meno, per i suoi canoni. Ha voluto sfidare la sua fobia delle altezze, provando il parapendio. «Ho pensato: se non mi ha ucciso il melanoma, non mi ucciderà neanche questo». La malattia non l’ha uccisa, ma non l’ha nemmeno abbandonata: grazie alle terapie sperimentali cui l’ha sottoposta il dottor Guidoboni il suo tumore si è cronicizzato. Questo significa che deve imparare a conviverci, e a convivere con gli effetti collaterali dei medicinali che assume ogni giorno. Gonfiore, pressione bassa, astenia: tutte complicazioni fastidiose, ma che passano in secondo piano di fronte alla bellezza di essere vivi. E se è comunque difficile sentirsi una persona normale, a causa della imposta routine di terapie ed esami di controllo, c’è sempre l’aperitivo con le amiche per sentirsi un po’ più simile agli altri. Inoltre ci sono nuovi progetti lavorativi da affrontare con l’entusiasmo che prima le mancava, perché «quando ero sana pretendevo solo la perfezione da me stessa, finendo col darla per scontata: ora terminare un turno di sei o sette ore anche quando sono stanca mi dà quella carica che solo essere sorpresi positivamente da quello che
sei in grado di fare, nonostante tutto, può darti». Giugno 2018, quasi tre anni dopo il saggio di Emma. Stavolta sul palco c’è Silvia: è stata scelta come protagonista della recita dei genitori, in occasione del termine della scuola materna della figlia più piccola, Arianna. Nello spettacolo interpreta la parte di una ballerina che si prepara per una recita assieme al suo inseparabile cagnolino. A un certo punto della trama Silvia si infortuna ed è costretta a rinunciare al saggio. La sostituirà proprio il suo fedele cucciolo, che nel frattempo ha studiato i passi della padroncina e ha imparato a ballare come lei. Alla fine la protagonista si rivolge alla platea e dice: «Avete visto? Non bisogna mai smettere di credere ai propri sogni, perché tutto è possibile». Cala il sipario: gli applausi scrosciano. A Silvia interessa il giusto: vuole solo correre ad abbracciare le sue prime ammiratrici tra il pubblico. Ha le lacrime agli occhi: ma questa volta non si sforza di nasconderle ed asciugarle. In quel momento ha 40 anni, un lavoro da psicoterapeuta avviato, due figlie e una convinzione: che ha ancora una vita da vivere.
16 Trasparenza
Commemorazione dei defunti SEDI DI FORLÌ E MELDOLA Forlì - Monumentale Forlì - Monumentale (via Tripoli) Forlì - Bussecchio Forlì - Ronco Forlì - San Varano Forlì - Coriano Forlì - Vecchiazzano Forlì - Villanova Forlì - Fioristi (Copif, Il Mughetto) San Martino in Strada Forlimpopoli Castrocaro/Terra del Sole Rocca San Casciano Meldola Bertinoro/S.Maria Nuova/Fratta Santa Sofia/Galeata Dovadola Predappio e Fiumana Oggettistica Ufficio Totale Forlì
2018 4.085,62 527,94 1.461,98 273,58 1.360,91 710,83 686,70 493,15 175,71 2.185,72 50,00 999,79 181,00 819,10 99,63 536,59 1.608,81 205,00 431,00 16.893,06
2017 4.975,95 478,63 1.896,74 697,09 1.248,73 1.073,77 556,51 676,38 181,67 2.425,67 511,00 1.334,55 185,87 902,00 1.613,10 143,60 642,78 1.560,30 370,00 21.474,34
SEDE DI CESENA Cesena San Vittore Borello Gambettola/Longiano/Gatteo San Mauro Pascoli Cesenatico/Ruffio/Sala Cervia Savignano/Sogliano Ufficio Totale Cesena
2018 12.426,67 1.688,30 1.901,60 11.700,30 2.850,00 4.820,13 1.675,30 5.050,00 90,00 42.202,30
2017 12.190,30 1.931,60 1.904,00 13.395,32 3.334,00 5.786,40 2.934,80 5.542,39 32,00 47.050,81
SEDE DI RAVENNA Ravenna Marina di Ravenna Duecenta Mezzano Ufficio Cervia (vedi sede di Cesena) Totale Ravenna
2018 2.292,45 238,33 500,25 1.733,58 738,90 5.503,51
2017 3.972,87 949,40 598,04 2.168,43 824,00 8.512,74
2018 6.209,57 1.610,36 1.985,00 2.415,24 534,25 579,31 230,00 290,81 290,00 14.144,54
2017 6.808,44 2.057,27 2.300,00 2.749,26 291,65 549,22 566,37 261,30 287,04 215,46 16.086,01
SEDE DI FAENZA Faenza Brisighella Casola Valsenio Castel Bolognese Modigliana Reda Riolo Terme Solarolo Tredozio Ufficio Totale Faenza
SEDE DI IMOLA Imola Ufficio Totale Imola
2018 1.904,19 110,00 2.014,19
2017 2.963,94 40,00 3.003,94
SEDE DI LUGO Lugo (ufficio) Conselice Massalombarda S.Patrizio Giovecca Totale Lugo
2018 2.350,10 2.124,50 6.336,02 2.252,90 386,00 13.449,52
2017 1.983,50 1.983,10 7.907,69 2.826,50 335,00 15.035,79
SEDE DI RIMINI Rimini Casalecchio Bellaria Bordonchio San Lorenzo in Correggiano San Lorenzo Monte Santa Maria in Cerreto Sede Totale Rimini
2018 6.526,46 99,93 658,68 207,92 322,54 405,86 130,00 8.351,39
2017 6.323,34 842,31 1.084,10 685,79 215,80 513,61 26,41 263,20 9.954,56
SEDE DI SANTARCANGELO Santarcangelo Verucchio Santa Giustina Sant'Ermete Poggio Berni San Martino Pietracuta Montecopiolo San Leo Ufficio Totale Santarcangelo
2018 984,29 2.281,28 63,70 59,40 12,90 233,12 124,50 412,50 29,50 195,00 4.396,19
2017 2.530,72 3.158,45 142,56 267,31 414,50 6.513,54
SEDE DI RICCIONE Riccione - Cimitero Nuovo Riccione - Cimitero Vecchio Cattolica San Giovanni in Marignano Misano, Morciano Coriano Ufficio Totale Riccione
2018 1.232,10 1.678,67 1.114,07 86,20 758,00 1.436,69 206,00 6.511,73
2017 2.423,81 2.251,26 1.277,60 301,48 1.038,70 1.485,35 258,00 9.036,20
TOTALE GENERALE
113.466,43 136.667,93
17 Alimentazione
Polpette di quinoa e zucchine Le ricette di #IORmangiosanoconpiùgusto
Ingredienti per 4 persone 2 zucchine grandi 2 patate 2 carote 1 tazza da tè di quinoa Pangrattato q.b. Curcuma Sale
Procedimento Cuocere in abbondante acqua la quinoa. Grattugiare le carote e le zucchine, queste ultime dopo averle lavate accuratamente. Mettere le patate a lessare nell’acqua. Cuocere in padella le zucchine e le carote insieme, con una piccola aggiunta di acqua: una volta ammorbidite, tagliuzzare con le forbici. Scolare la quinoa e schiacciarla con i lembi della forchetta: una volta cotte, fare la stessa cosa con le patate. Riporre il tutto in un recipiente capiente. Amalgamare il più possibile, aggiungendo sale, curcuma, due cucchiai di pan grattato e due di olio. Lasciar riposare un’oretta in frigorifero: dopodiché, formare con le mani delle polpette che saranno ripassate nel pangrattato e poste in forno per 15’ a 180°. Questa ottima ricetta della salute è stata proposta per il concorso #IORmangiosanoconpiùgusto da mamma Gloria e dai figli Irene e Nicola!
18 Le nostre storie
Il sogno di Dano
La storia di Daniele Nasole, atleta paralimpico ed ex paziente oncologico
Estate 1996. Ligabue emoziona le piazze di mezza Italia dando appuntamento da Mario, prima o poi; il mondo è sotto shock per la nascita della pecora Dolly, primo mammifero frutto di clonazione; i sogni di gloria della Nazionale Azzurra ai Campionati Europei si sciolgono nell’afa d’una notte tutt’altro che magica con un rigore sbagliato da Gianfranco Zola. Dalle ceneri di quella cocente delusione nascono invece i sogni di gloria di un ragazzo di 13 anni: si chiama Daniele, e all’ombra del Castello Aragonese di Taranto scopre il suo amore verso la canoa, grazie ad un pomeriggio di svago coi cugini. Passano quasi 20 anni. Daniele, per tutti Dano, oramai si è fatto uomo: ha 32 anni, è fidanzato con Ilenia ed è sottufficiale sommergibilista della Marina Militare di stanza a Chiavari. Va tutto a gonfie vele, non fosse per un fastidio alla schiena che, ben presto, si trasforma in male insopportabile. «Soffrivo di una lombosciatalgia persistente – spiega – che non guariva con le classiche cure antinfiammatorie. Una notte in particolare ho cominciato ad avvertire delle forti scosse alla gamba destra, tipiche dell’ernia discale: così sono andato al Pronto Soccorso».
Ed è lì che Daniele, a 32 anni, scopre che quello che lo affligge non è il classico, banale mal di schiena. «Quando hanno deciso di sottopormi ad agoaspirato, ho capito: ho studiato Scienze Infermieristiche, ero consapevole di quello che stavano cercando i medici con quell’esame». La tac evidenzia delle metastasi che gli hanno fratturato due vertebre e compromesso la parte destra del midollo: test più approfonditi scoprono che la malattia primitiva da cui derivano è un raro tumore di 4 centimetri per 2 che colpisce il mediastino, e che si era oramai diffuso in tutte le ossa del corpo. «Ovviamente la notizia ti sconvolge, facendo crollare in un secondo la tua solidità e i tuoi progetti per il futuro: ma lo smarrimento è durato lo spazio di pochi minuti. Ho sempre affrontato le avversità con un sorriso e tanta forza: e così ho deciso di fare anche stavolta».
I momenti difficili non mancano: l’intervento è particolarmente demolitivo, la chemioterapia successiva fortemente debilitante. Dano, giovane sportivo con mille interessi, è costretto a imparare la sacra virtù della pazienza. «Sono rimasto immobile per un mese a letto, dopodiché mi sono sottoposto a cicli di chemioterapia che duravano anche 4 o 5 ore. Ciò nonostante non ho mai smesso di sorridere: in quei pochi momenti di nervosismo vedevo le persone intorno a me in difficoltà, non sapevano come approcciarsi a me. Si creava un silenzio insopportabile, così ho capito che dovevo essere io in primis a dare forza a chi mi stava accanto». Daniele stringe i denti, lotta e alla fine ha la meglio. «Mi mancano due vertebre lombari, caratteristica che mi ha reso rigido in qualsiasi movimento. Non ho torsione, e la gamba destra è molto più debole della sinistra. La
19 Le nostre storie
chemioterapia ha dato origine a un disturbo conosciuto come Fenomeno di Raynaud, che mi fa perdere sensibilità e dà luogo a spasmi nelle mani, specie d’inverno. Ma mi ritengo comunque una persona fortunata: è stata una partita difficilissima, come mai nella vita, ma ce l’ho fatta». Dano esce da questa esperienza con una determinazione che prima non conosceva: si trasferisce a Forlì per lavorare presso il Comando dei Carabinieri in qualità di assistente amministrativo, e decide di riprendere in mano i sogni di quel ragazzo di 13 anni che, al caldo del sole tarantino, giocava con una spilla immaginando fosse la medaglia d’oro delle Olimpiadi di Atlanta, che proprio in quei giorni lontani vedevano la propria fiaccola accendersi grazie alla mano granitica ma oramai tremolante di un anziano Muhammad Alì. «Quando sono tornato in canoa partivo da una condizione fisica molto debili-
tata, a causa dei due anni di stop e dell’intervento. Tuttavia il mio preparatore, Andrea Dante, sin dalle prime uscite ha intravisto la possibilità di fare qualcosa di importante nella disciplina paralimpica». Qualcuno ha scritto che un buon allenatore mostra ai suoi giocatori quello che possono essere, piuttosto che quello che sono, e Daniele può essere un campione paralimpico: anzi, Daniele diventa un campione paralimpico. In un anno di allenamenti abbassa i suoi tempi sui 200 metri di quasi 10’’: e ai campionati italiani del 2018 vince sei medaglie. Medaglie vere, mica spille: tre d’oro, una d’argento e due di bronzo. «Non lo ritengo un punto d’arrivo – spiega – ma di partenza: dopo aver sconfitto il cancro, penso di essere pronto per un’altra missione impossibile: quella di gareggiare a Tokyo 2020». Un grande obiettivo, che l’Istituto On-
cologico Romagnolo ha deciso di sostenere tramite un progetto di crowdfunding sulla piattaforma Eticarim: perché per essere competitivo a Dano servono strumentazioni per allenarsi anche d’inverno, quando il Fenomeno di Raynaud e il freddo gli impediscono di scendere in acqua; servono fondi, per poter affrontare trasferte lunghe; servono attrezzature, per poter gareggiare alla pari con i grandi campioni della canoa paralimpica. Ma il suo esempio, laddove il suo sogno riuscisse ad avverarsi, sarebbe troppo importante, troppo significativo per tutti quelli che stanno affrontando la sua stessa sfida: soprattutto per quei giovani costretti a mettere in pausa ogni progetto per concentrarsi esclusivamente sulla propria sopravvivenza. Non sarà semplice, ma Dano non sarà solo: ogni persona che dona aiuterà a spingere la sua canoa un po’ più in là.
20 Eventi
A Ravenna i km di corsa diventano km di vita
Si rinnova per il terzo anno consecutivo la partnership tra Maratona di Ravenna e Istituto Oncologico Romagnolo, collaborazione che vede unite due eccellenze del territorio in nome della lotta contro il cancro. Anche quest’anno, per ogni iscrizione alla corsa, Ravenna Runners Club riserverà una quota da dedicare ai servizi gratuiti che lo IOR offre ai pazienti bisognosi: un contributo che, negli ultimi due anni, ha portato ad una cifra superiore ai 10.000 euro. Se nelle prime due edizioni a beneficiarne erano soprattutto le donne che lottano contro il tumore, visto che le donazioni andavano al Progetto Margherita, quest’anno Maratona di Ravenna sosterrà il servizio d’accompagnamento dello IOR, iniziativa di cui hanno usufruito nel solo 2017 654 pazienti soli o che non hanno la possibilità di recarsi presso i luoghi di cura in autonomia per sottoporsi alle terapie che potrebbero salvare loro la vita. L’anno passato i 64 volontari autisti hanno percorso quasi 180.000 km, restando al fianco dei malati in più di 4.500 visite. Al fine di aumentare il più possibile il contributo che Maratona di Ravenna elargirà nel 2018, lo IOR ha istituito
una vera e propria gara di beneficenza tra quattro realtà del running: Passo Capponi, 9.92, Corri Forrest e Io non ho paura del buio APS. La squadra che avrebbe percorso più chilometri l’11 novembre avrebbe vinto il premio più importante: quello di team più solidale. Qualunque runner poteva contribuire a questa speciale graduatoria, anche chi non è iscritto a nessuna delle quattro compagini selezionate: per farlo bastava dichiarare, al momento della registrazione, la squadra a cui “devolvere” i propri km, contribuendo così ai vari avvicendamenti della classifica. L’iniziativa si è dimostrata un successo, anche per la competizione bonaria tra gli atleti, fatta a colpi di sfottò sui social: la ventesima edizione di Maratona di Ravenna ha battuto così ogni record di partecipazione, facendo registrare il tutto esaurito. Alla fine ad aggiudicarsi il premio messo a disposizione da Annafietta.it sono stati i 9,92, ma tutti i gruppi si sono distinti per l’impegno: i km totali portati alla Maratona sono stati più di 21.000. Per rendere la manifestazione ancor più significativa, lo IOR ha ospitato anche una ventina di sportivi “speciali”: gli
atleti italiani degli Oncology Games, iniziativa internazionale riconosciuta dal CONI e ispirata all’esperienza e al vissuto del grande Leonardo Cenci, il paziente di Perugia a cui cinque anni fa fu diagnosticato un tumore ai polmoni al quarto stadio. Teoricamente una sentenza da pochi mesi di vita: in pratica una grande sfida combattuta a suon di traguardi raggiunti, come le due edizioni della Maratona di New York portate a termine. «Lo sport aiuta a non sentirsi isolati e malati – spiega la dott.ssa Chiara Bennati, Responsabile Degenza Oncologia Medica dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna – di fatto un paziente con una malattia metastatica, come sono la maggior parte dei pazienti degli Oncology Games, si sente spesso un paziente ‘a scadenza’. In realtà anche con una diagnosi simile si può avere una qualità di vita assolutamente sovrapponibile a quella delle persone sane. Non solo: l’esercizio fisico aiuta chi ha avuto una compromissione importante della propria capacità funzionale a recuperare molto più rapidamente e a prefiggersi un obiettivo, in maniera tale che il cancro diventi non più una sentenza ma una sfida da affrontare in maniera più coraggiosa.»
21 Eventi
Un approccio globale all’oncologia
L’intervento della dott.ssa Patrizia Serra
L’Associazione Vittorio Tison Cultura e Solidarietà, impegnata da quasi venti anni nel promuovere in Africa iniziative culturali e scientifiche nel settore dell’assistenza sanitaria e sociale in campo oncologico, ha organizzato a Mwanza (Tanzania) lo scorso ottobre un convegno internazionale dal titolo: “Global Cancer Control in the 21st Century: a Multidisciplinary Approach”. L’evento realizzato in collaborazione con l’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) e l’Istituto Tumori della Romagna (IRST), ha affrontato il tema dell’approccio globale al malato di cancro avvalendosi del contributo scientifico di importanti relatori africani e italiani. Particolarmente apprezzati sono stati i contributi di Lucio Crinò, Laura Forni, Alessandra Gennari, Oriana Nanni e Antonino Romeo. Il convegno si è svolto nell’ambito territoriale di competenza dell’U.O. di Oncologia del Bugando Medical Center, diretta dal dott. Nestory Masalu. Il Centro oncologico tanzanese sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel territorio per l’impatto altamente significativo sulle condizioni socio-sanitarie di quelle popolazioni. Quattro le sessioni di lavoro che hanno occupato la tre giorni del convegno, affrontando temi quali prevenzione, diagnosi e patologia dei tumori, i trattamenti locoregionali e sistemici del cancro, l’approccio alla malattia avanzata, la
ricerca traslazionale e le cure palliative in oncologia. L’evento, rivolto a medici africani impegnati nella cura dei pazienti oncologici, ha richiamato più di cento professionisti da tutta l’Africa sub-sahariana. Nella sessione sulla prevenzione si è discusso del ruolo delle malattie infettive come fattore di rischio per il cancro. In particolare è stato presentato il recente programma nazionale di vaccinazione contro l’HPV iniziato ad aprile 2018 diretto ad abbattere l’incidenza e la mortalità del carcinoma della cervice che attualmente in Tanzania, con il 53% di mortalità, è la prima causa di morte per tumore nella donna. Un altro importante aspetto ha riguardato l’approccio terapeutico chirurgico e radiante dei tumori solidi. Ampio spazio è stato dato al ruolo delle terapie mediche di tutte le neoplasie auspicando che possano essere disponibili al più presto anche in queste popolazioni i farmaci più innovativi. È stata inoltre riconosciuta e riconfermata l’opportunità di sviluppare contestualmente all’attività assistenziale anche un’attività di ricerca traslazionale volta a comprendere meglio le caratteristiche dei tumori di un’area così diversa da quella dei paesi occidentali, perché queste neoplasie possano essere meglio prevenute e curate. A questa missione, oltre al prof. Dino Amadori, Patrizia Serra e Carla Masini, hanno partecipato anche il dott.
Giorgio Martelli e Fabrizio Miserocchi, rispettivamente Direttore Generale IRST e IOR, e il prof. Giovanni Martinelli, nuovo Direttore Scientifico dell’IRST, che hanno potuto anche apprezzare i progressi logistici e organizzativi della nuova struttura dedicata all’oncologia e alla radioterapia, di recente realizzata presso il Bugando Medical Center. Di particolare importanza assistenziale e terapeutica è l’attivazione e la messa in piena attività di due settori radioterapici come la cobalto e la brachiterapia. Tutto ciò è propedeutico alla messa in funzione dei due acceleratori lineari già disponibili, uno dei quali donati dall’IRST e dall’Associazione Vittorio Tison. La piena attivazione della radioterapia in questo territorio può essere considerato un evento epocale in quanto fino ad ora vi erano milioni di persone prive di questo presidio terapeutico. L’Associazione Vittorio Tison sta già programmando ulteriori eventi educazionali nell’intento di favorire la crescita culturale e scientifica degli operatori della sanità della Tanzania per i quali fino a pochi anni fa si può dire che il cancro fosse quasi completamente sconosciuto.
22 Dalle sedi
CESENA
re come la prevenzione passi da stili di vita corretti e da un’alimentazione sana. I bimbi si sono dimostrati come sempre interlocutori attenti, interessati e sensibili, apprezzando particolarmente la macedonia a base di frutta messa a disposizione dagli amici del Mercato Ortofrutticolo di Cesena.
Ringraziamenti Gran Gala IOR
Giovedì 6 dicembre, presso il Teatro Verdi di Cesena, si è svolto il Gran Gala IOR, giunto quest’anno alla decima edizione. Un grande traguardo che si è riflettuto nel sostegno di un’eccezionale buona causa, ovvero uno dei più avanzati progetti di ricerca realizzati presso l’IRST di Meldola nell’ambito dell’Immunoterapia Cellulare Avanzata. Il successo è stato il consueto, con tante aziende del territorio che hanno deciso di sposare la causa della lotta contro il cancro in Romagna.
Festa del Latte
Domenica 23 settembre si è svolta la tradizionale Festa promossa dalla Centrale del Latte, presso la rinnovata Fiera di Cesena. Come da tradizione, i
nostri volontari erano presenti per diffondere materiale istituzionale e supportare lo staff organizzatore. L’incasso della giornata ha così reso possibile una donazione di 900 euro. Grazie di cuore al Presidente Ginaldo Tontini ed al Direttore Daniele Bazzocchi.
L’Istituto Oncologico Romagnolo desidera ringraziare sentitamente Paolo Manuzzi e Loretta Righi che, in occasione dei festeggiamenti del 50° anniversario di matrimonio, hanno chiesto a parenti e amici un gesto di solidarietà in luogo dei tradizionali regali. Ne è scaturita una generosa donazione di 1.500 euro, che verrà utilizzata a sostegno dei progetti di ricerca e per lo sviluppo dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola.
Fiera di San Crispino Prevenzione nelle scuole
L’11 e 12 ottobre scorso i nostri volontari sono stati ospitati dalle Scuole Primarie Gianni Rodari di Gattolino e Sacro Cuore di Cesena, per insegna-
Dal 21 al 25 Ottobre, a San Mauro Pascoli, si è svolta la consueta Fiera di San Crispino. La manifestazione è stato come di consueto un successo di solidarietà e beneficenza: la tradizionale pesca organizzata dalle nostre instancabili volontarie ha permesso un incasso di 4.450 euro.
23 Dalle sedi
FAENZA Pensione solidale
Ringraziamo Massimo Venturini, Mauro Faggioli e Riccardo Ricci, ex dipendenti del Gruppo Unicredit, che in occasione del loro pensionamento hanno scelto, in luogo dei tradizionali omaggi, di indirizzare al nostro Istituto le donazioni dei colleghi, permettendo di raggiungere la cifra di 1.115 euro a sostegno del nostro servizio gratuito di assistenza domiciliare dedicato ai pazienti oncologici e alle loro famiglie.
Pizzata di beneficenza Venerdì 14 settembre è stata organizzata da C.I.L.A. Consorzio Idraulici Lattonieri e Affini una pizzata di beneficenza. La serata, allietata dal gruppo “ALIS” di Imola, ha visto la
partecipazione di numerose persone e ha permesso di devolvere a favore dei nostri progetti l’importante somma di 2.200 euro. In rappresentanza dello IOR è intervenuto il consigliere Maurizio Pelliconi che ha ringraziato di cuore il Presidente di C.I.L.A., Stefano Bassi, e i due Vice Presidenti, Nicola Spada e Stefano Gordini.
Anima e Coraggio La tappa di Faenza di presentazione dell’autobiografia professionale del prof. Dino Amadori, dal titolo “Anima e Coraggio. La mia vita contro il cancro”, ha avuto come cornice la splendida sala d’ingresso della Pinacoteca Comunale. Mercoledì 17 ottobre erano tutti in fila per una dedica firmata
dall’autore, ad iniziare dai nostri storici amici Isabella Bonini Tison ed Alberto Vigna. Un sentito ringraziamento al giornalista Maurizio Marchesi di DI.TV che ha moderato in maniera impeccabile e volontaria questo incontro. Ricordiamo a chiunque non abbia ancora acquistato il libro che può trovarlo recandosi direttamente presso le 11 sedi presenti sul territorio romagnolo.
1° Memorial Francesca Cacciari
Domenica 28 ottobre alla Piscina Comunale di Faenza si è tenuto il Primo Memorial Francesca Cacciari, gara di nuoto dedicata all’allenatrice faentina scomparsa nell’agosto 2017. I protagonisti sono stati gli Esordienti A e B (ragazzi dai 10 ai 13 anni) di tante società sportive della regione, categoria che Francesca allenava con grande passione e dedizione. È stato un pomeriggio di festa e un’occasione per sensibilizzare i giovani sull’importanza della prevenzione e della ricerca scientifica.
24 Dalle sedi
FORLÌ Cittadinanza Onoraria
Sabato 15 settembre, alle 10, il Consiglio Comunale di Predappio si è riunito in seduta solenne nel Teatro Comunale per conferire la Cittadinanza Onoraria al prof. Dino Amadori, Presidente IOR. Il Comune di Predappio – nelle motivazioni del conferimento, votato all’unanimità – sottolinea la gratitudine al professore «per l’attività profusa nell’arco di una vita per lo studio e la ricerca in ambito sanitario ed oncologico, che tanto ha contribuito al bene comune e dato lustro alla nostra Romagna.»
Anima e Coraggio Venerdì 21 settembre, presso il Teatro Garibaldi di San Piero in Bagno, organizzato dal locale punto IOR il cui referente è Fosco Barchi e dal gruppo dei Guerrieri della Ricerca capitanati da Massimo Bardi e Lorella Rossi, si è tenuta la presentazione dell’autobiografia del prof. Amadori dal titolo “Anima e Coraggio”. Ha condotto la serata il giornalista Mario Russomanno. Tanti i cittadini, gli amici e i volontari dello IOR che hanno ascoltato con grande attenzione l’appassionante vita personale e professionale dell’autore, facendo poi la fila per una dedica.
Forlì International Horse Fair
Gli Organizzatori della Forlì International Horse Fair, Giampaolo Gubiotti e Omar Selvi della ditta CLS di Forlì, hanno devoluto una generosa offerta a favore dei progetti di ricerca sull’immunoterapia condotti dal dott. Massimo Guidoboni presso l’IRST IRCCS di Meldola. All’evento era presente anche la famosa attrice inglese Susan George in rappresentanza dell’Associazione Lasting Life.
Notte Verde dei Bambini
Sabato 22 settembre, all’interno della Settimana del Buon Vivere, i nostri volontari sono tornati in Piazza Saffi insieme ai bambini e alle loro famiglie. Quest’anno il tema della giornata era la Terra e lo IOR ha scelto di legarsi alla proposta attraverso il progetto “Seminiamo la prevenzione e raccogliamo salute” creando un orto molto speciale, coinvolgendo oltre 250 bimbi dai 4 ai 10 anni all’interno di un preciso percorso educativo per comprendere giocando l’importanza del prenderci cura
della nostra salute con alimenti sani e di stagione. Grande l’entusiasmo dei partecipanti, grazie anche all’allestimento realizzato col contributo di Assicoop Unipol SAI. Al termine del percorso educativo tutti i bambini hanno ricevuto un segnalibro contenente i semi da piantare a casa insieme ai genitori e ai nonni, per coltivare così il loro personale orto della salute.
Ringraziamenti
Ringraziamo il Gruppo Cinofilo Forlivese e la Federazione Italiana della Caccia per avere scelto di devolvere anche quest’anno l’incasso della manifestazione organizzata a Fratta Terme lo scorso 15 luglio a sostegno delle nostre attività istituzionali. Un ringraziamento particolare a Giuliano Billi e a tutti i partecipanti per il contributo di 2.700 euro.
Dai Punti IOR Come da tradizione Donatella Graziani è stata presente sabato 14 ottobre alla Sagra dei Frutti del Sottobosco a Portico con un punto informativo in cui si distribuivano anche palloncini. Ringraziamo Donatella per la sua dedizione e il signor Gianni Cameli del Ristorante Vecchio Convento per la generosa ospitalità.
25 Dalle sedi
IMOLA Aperitivo Solidale di Natale
Torna anche per il 2018 l’Aperitivo Solidale della Sede di Imola, evento il cui ricavato va a sostenere i progetti di raccolta fondi natalizi dello IOR. Posto e data sono gli stessi: la serata è infatti in programma per giovedì 13 dicembre, dalle ore 19, presso la Pasticceria La Rocca di via Togliatti 21.
colare sull’immunoterapia: l’incasso risulterà determinante per supportare gli importanti studi portati avanti presso l’IRST IRCCS di Meldola dal dott. Massimo Guidoboni e dalla sua equipe. Tali sperimentazioni possono marcare infatti una differenza netta, in termini di sopravvivenza e di qualità di vita, per moltissimi pazienti.
Prevenzione nelle scuole
Il format è quindi rimasto il medesimo, apprezzato, che ha portato nel 2017 ad un ricavato di circa 1.500 euro grazie alla folta partecipazione di un pubblico giovane ma sensibile alle tematiche della lotta contro il cancro. L’anno scorso la causa a cui era stato dedicato l’evento era quella di sostenere le donne del territorio costrette a confrontarsi con gli effetti collaterali più riconoscibili delle terapie tramite l’apertura del Progetto Margherita anche per la sede di Imola: un servizio di fornitura di parrucche per preservare bellezza, identità e femminilità delle pazienti. L’edizione 2018 sposterà invece il focus sulla ricerca scientifica, in parti-
Nell’ambito della convenzione che l’Istituto Oncologico Romagnolo ha con l’Azienda USL di Imola per la diffusione nelle scuole dei progetti regionali di promozione ed educazione alla salute anche in questo anno è iniziata l’attività di programmazione con le scuole del territorio per implementare in collaborazione con i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie percorsi che promuovano sani stili di vita nelle giovani generazioni. Dalle scuole dell’infanzia e primarie che lavorano nell’ambito del programma “Infanzia a colori” e che più numerose hanno aderito, ad alcune secondarie di primo grado che nell’ambito dell’Istituto comprensivo assicurano una continuità al programma approcciando i primi comportamenti a rischio dell’adolescenza, soprattutto prevenzione del fumo e abuso di alcol, per arrivare alle scuole secondarie di
secondo grado in cui la presa in carico dei comportamenti a rischio si fa più stringente e utilizza con successo la metodologia della peer education, che vede il coinvolgimento attivo di giovani opportunamente formati, nella sensibilizzazione dei loro coetanei a stili di vita salutari. Un Istituto ormai veterano in questa programmazione è l’Istituto Alberghiero “Scappi” di Castel S. Pietro Terme che ormai da anni collabora con gli operatori dell’Ausl e dello IOR per la promozione della salute e del benessere tra i giovani studenti, in tutto il contesto della scuola e con iniziative rivolte anche alle famiglie e a tutto il territorio.
La mia mamma è bellissima
Anche quest’anno i parrucchieri di Imola sosterranno attivamente la campagna di crowdfunding dello IOR dal titolo “La mia mamma è bellissima”. L’obiettivo per il 2018 non sarà solo quello di aumentare il più possibile l’offerta di parrucche per le donne in chemioterapia, ma anche provvedere all’adeguamento degli spazi in cui avvengono gli incontri, affinché possano essere il più accoglienti e riservati possibile. Grazie quindi ai saloni Nuova Immagine Parrucchieri di Cristiano Suzzi; Contrasti di Valeria Bambina; Essere Bella di Emanuela Sentimenti; e al Salone di Mara Samaritani.
26 Dalle sedi
LUGO Pedalata Rosa
Il Pedale Bianconero e gli “Amici della bicicletta” hanno organizzato il 27 maggio la Pedalata Rosa ed hanno devoluto allo IOR più di 300 euro. Lo IOR ringrazia sentitamente i ragazzi del Pedale Bianconero per la vicinanza e l’amicizia, dimostrata più volte e rinnovata ad ogni manifestazione.
Donazione del Rotaract
La sezione giovani del Rotary di Lugo ha versato 1.995 euro al reparto di Oncologia di Lugo per l’acquisto di due poltroncine, due televisori e un casco refrigerante piccolo in dotazione al Paxman Scalp Cooler, un nuovo dispositivo per evitare la caduta dei capelli alle donne in chemioterapia donato dallo IOR in occasione della scorsa campagna natalizia. Il dott. Claudio Dazzi ha sottolineato come, «sebbene sia ancora presto per tracciare un bilancio sulla sua efficacia, già 35 donne hanno utilizzato il dispositivo, con un bassissimo tasso di effetti collaterali.»
Sindaci e Forze dell’Ordine per lo IOR
Il 16 giugno al campo sportivo di Fruges a Massa Lombarda la Nazionale italiana dei Sindaci ha svolto una partita di calcio di beneficenza contro
la rappresentanza delle Forze dell’Ordine. Il ricavato dell’iniziativa, di oltre 700 euro, è stato devoluto alle nostre attività per sostenere i servizi gratuiti a favore dei pazienti oncologici.
Mercatino della Solidarietà
L’associazione “Mercatino della Solidarietà – Riciclare si può” di Villanova di Bagnacavallo, dal 2007 al 2018, con le sue attività ha donato allo IOR un totale di 59.000 euro. Ogni anno l’associazione dedica il mese di giugno al nostro Istituto. Il ricavato di 5.000 euro di questa edizione hanno voluto destinarlo all’Hospice “Benedetta Corelli Grappadelli” di Lugo.
Sagra del Cappelletto Invernale
Sull’onda degli eccellenti risultati del-
la Sagra svoltasi nello scorso mese di luglio, i volontari di Massa Lombarda sono già all’opera per organizzare la 5a Sagra invernale del Cappelletto per lo IOR che si svolgerà nelle giornate del 26 e 27 gennaio 2019 nelle sale dell’Associazione polisportiva massese. Durante la cena di sabato 26 e pranzo e cena di domenica 27 si potranno gustare ottimi cappelletti, ma anche altre specialità della cucina romagnola. La manifestazione rappresenta la versione invernale della tradizionale sagra che si tiene a luglio, e che anche quest’anno ha fatto registrare il tutto esaurito: circa 4.000 persone hanno gustato il ricco menu proposto dal ristorante, per un ricavato netto pari a 19.000 euro.
27 Dalle sedi
MELDOLA Casa Accoglienza San Giuseppe: un’eccellenza del territorio
Sono sempre più frequenti le espressioni di sentita gratitudine che gli utenti della Casa Accoglienza San Giuseppe, struttura dedicata alla memoria di Antonio Branca, ci manifestano: grazie anche all’efficenza e alla professionalità degli operatori la struttura, inaugurata oltre due anni fa, offre ai pazienti, ai loro famigliari e a coloro che per professione si recano presso l’Istituto Tumori della Romagna un ambiente confortevole e famigliare.
Citando le parole di uno degli addetti alla gestione della struttura, «per noi che lavoriamo qui il coinvolgimento emotivo è sempre molto forte, perché ci si immedesima inevitabilmente nelle storie delle persone che frequentano la casa di accoglienza. Siamo come
una valvola di sfogo per i pazienti ma soprattutto per i loro famigliari, desiderosi, molto spesso, di trovare una persona amica disposta ad ascoltarli. Condividiamo con loro le buone notizie e, purtroppo, anche quelle tristi. Si creano, pertanto, rapporti di amicizia vera basata sulla fiducia reciproca, che sono sicuramente un forte arricchimento interiore per tutti, utenti e operatori.» La Casa Accoglienza San Giuseppe rappresenta, quindi, un luogo dove potersi sentire a proprio agio e protetti. A testimonianza di ciò, le parole scritte sui questionari di gradimento compilati al termine del soggiorno a Meldola sono chiare: «è rassicurante sapere di avere un posto in cui alloggiare mentre ci si sottopone a terapie e visite in IRST. La vostra accoglienza rende più facile l’esperienza dell’ospedale. Per chi ha necessità di usufruire dei servizi dell’IRST è il non plus ultra.»
bisogno di manifestare la loro riconoscenza e lo fanno in vari modi: alcuni, come Guerrino, Livia, Eloise, Nancy e molti altri, ci fanno spesso dono di loro creazioni per il banco IOR della nostra sede. Ringraziamo di cuore tutti e rivolgiamo un pensiero particolare a Nancy, una paziente romana che frequenta periodicamente l’Istituto, per la sua recente simpatica iniziativa a sostegno delle iniziative IOR che sta riscuotendo grande successo. Si tratta di teli da bagno col nome della persona che li richiede ricamato a mano.
Grazie a Nancy e a tutti i noAppuntamenti Natalizi stri amici Rapporti di amicizia nascono anche all’interno dell’IRST fra i pazienti trasportati in auto o accompagnati lungo il loro percorso terapeutico e i nostri volontari. Sono tante le persone che sentono il
A partire dai primi giorni di dicembre sarà allestito il nostro tradizionale banco natalizio presso la sede IOR all’interno dell’IRST e saremo in Piazza Orsini nelle seguenti date: 11-15-1618-22-23 dicembre.
28 Dalle sedi
RAVENNA Un sorriso per Gianfranco
Il 9 maggio Vania e Mascia, moglie e figlia di Gianfranco Frisoni, hanno voluto onorare la sua memoria organizzando una piacevole serata al Ristorante Pizzeria da Silvio a Marina di Ravenna. Chi ha conosciuto Gianfranco sa quanto sapesse trasmettere gioia anche nei momenti più delicati e difficili. La serata ha permesso di raccogliere 600 euro, di cui 200 a favore dell’Hospice Villa Adalgisa.
Eventi per lo IOR Domenica 8 luglio, a Porto Corsini, si è tenuta la Paella Solidale, organizzata dai volontari in collaborazione con la Proloco, la Società Sportiva e la Merceria Gloria: l’incasso è stato di 2.600 euro a sostegno di Villa Adalgisa. Il 28 luglio, invece, è stato il turno della Salsicciata di Casal Borsetti, organizzata da Cooperativa Capannisti Tempo Libero: circa 200 le persone partecipanti, 1.530 euro il ricavo. In più di un’occasione, per tutto il pe-
riodo estivo, i nostri volontari di Piangipane hanno proposto il loro mercatino a sostegno del Progetto Margherita: 400 euro l’incasso. L’attività non si ferma qui: si realizzano anche lavori su richiesta, contattando Domenica al 331.9732258. A settembre a Cervia si è tenuta l’iniziativa Rimessa del Sale, che ha visto la presenza dei volontari della cittadina adriatica. Un rinnovato e sentito ringraziamento al Gruppo Culturale Civiltà Salinara di Cervia per aver offerto la preziosa somma di 1.500 euro. Sempre a settembre si è svolto presso il Bagno Kontiki di Marina di Ravenna il Torneo di Beccaccino, il cui ricavato di 300 euro ci è stato donato in beneficenza. Venerdì 7 settembre, presso il Chiostro Antico del Convento di Bagnacavallo, oltre 100 persone hanno partecipato alla serata organizzata da Lilly, parrucchiera volontaria. Un sentito ringraziamento va a lei per l’impegno, e ai gestori del Chiostro per l’ospitalità e la preziosa collaborazione. Per merito anche dell’aiuto dei volontari che hanno partecipato e dato una mano nel corso della serata, il ricavato dell’evento è stato di oltre 1.200 euro per il Progetto Margherita. Mercoledì 3 ottobre si è tenuta la Tombola per lo IOR, presso il Centro So-
ciale Porta Nova di Russi. Il contributo finale è stato di 610 euro. Il 6, 7 e 8 ottobre è stato il turno della Sagra di Paese di Godo: i nostri volontari, ospiti dell’evento, hanno distribuito materiale per un totale di 1.200 euro di donazioni. Sabato 27 ottobre, infine, presso il Circolo ANSPI di Pezzolo di Russi, siamo stati ospiti e beneficiari della “Festa de Mutor”: quasi 3.000 euro la somma raccolta.
Il Mercatino di Natale
Dal 15 al 22 dicembre, nella Piazzetta tra il vecchio e il nuovo ESP di Ravenna, le volontarie del “gruppo Mercatini” di Ravenna e Piangipane vi aspettano per proporvi idee regalo per le festività. Sarà l’occasione per scegliere il dono solidale più prezioso per i propri cari, tra una ricca esposizione di articoli Natalizi ma non solo. Il Mercatino aprirà nei seguenti orari: sabato e domenica dalle 10 alle 19, e nei giorni feriali dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.
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RICCIONE Una Giornata per la Ricerca
In tanti hanno deciso di fare festa in uno dei tre Parchi Costa in occasione di domenica 16 settembre, sostenendo la ricerca oncologica. Le presenze che si sono registrate col coupon dell’iniziativa sono state 745 così suddivise: 80 ad Italia in Miniatura, 199 all’Acquario Le Navi di Cattolica e 466 al Parco Oltremare di Riccione, per un incasso totale di 5.700 euro a favore della lotta contro il cancro in Romagna. Il momento istituzionale si è svolto presso la Laguna dei Delfini. A dare il benvenuto ai presenti Paola Risso, Responsabile Eventi del Parco Oltremare, che ha accolto il Sindaco di Riccione Renata Tosi, il Presidente IOR prof. Dino Amadori, il Direttore dell’U.O. di Oncologia di Rimini dott. Davide Tassinari, il Direttore Generale IOR Fabrizio Miserocchi e la Responsabile Eventi di
Riccione Ilva Melotti. Presente anche il campione di nuoto Simone Sabbioni, da sempre vicino alla causa della lotta contro il cancro. Grazie di cuore alle Famiglie Costa che hanno rinnovato per il quinto anno consecutivo questa importante collaborazione.
Pranzo della Solidarietà
Tanti i volontari, amici e sostenitori che si sono ritrovati domenica 21 ottobre al Ristorante Il Mulino per il Pranzo della Solidarietà organizzato dal Punto IOR di Misano Adriatico. Molto apprezzato l’intervento del dott. Lorenzo Menghini, Responsabile della Breast Unit di Rimini, che ha ringraziato il nostro Istituto per la recente donazione del nuovo ecotomografo che permette una diagnosi sempre più precisa e tempestiva del carcinoma mammario. Presenti anche il Direttore IOR Fabrizio Miserocchi, il Sindaco di Misano Avv. Stefano Giannini e l’Assessore Maria Elena Malpassi, che hanno sottolineato l’importanza del ruolo dei Volontari IOR nel tessuto sociale del territorio. Durante il pranzo è stato presentato anche il libro del prof. Amadori, “Anima e Coraggio”. Ad allietare i presenti il poeta comico dialettale Emilio Melchiorri ed una ricca lotteria, che ha permesso di realizzare un importo pari a 6.275 euro.
VI Memorial Giancarlo Barnabè Anche quest’anno la Famiglia Barnabè ha deciso di donare l’incasso del Memorial Giancarlo Barnabè, giunto alla sesta edizione, a sostegno dei nostri progetti, per un incasso di 786 euro.
Cioccopaese I volontari riccionesi non potevano mancare, nel secondo weekend di ottobre, alla Festa più dolce di Riccione. La distribuzione dei tradizionali palloncini colorati ha permesso di incassare quasi 400 euro.
Ciao Barbara I volontari della Sede IOR di Riccione e dei vari Punti del territorio desiderano ricordare con affetto Barbara Bonfiglioli, ex membro del CDA e Vicepresidente IOR, scomparsa prematuramente all’età di 58 anni.
30 Dalle sedi
RIMINI Race for the Cure
Il 23 settembre Bologna ha ospitato la dodicesima edizione della “Race for the Cure”, manifestazione contro il tumore al seno. Quest’anno anche lo IOR ha partecipato con un pullman partito proprio da Rimini, che ha raccolto tutti i volontari del territorio romagnolo per poi nella mattinata di domenica giungere ai Giardini Margherita, per prendere parte alla corsa assieme alle “Donne in Rosa”.
Mindfulness L’Istituto Oncologico Romagnolo promuove un corso di Mindfulness rivolto a donne in trattamento oncologico. Si tratta di una pratica volta a combattere lo stress durante le cure. Il corso è iniziato il 23 ottobre e si terrà tutti i martedì dalle 9,30 alle 11,30 presso il seminario vescovile di Rimini, in via Covignano, 259. Per informazioni e colloquio informativo, contattare la sede IOR.
Lotteria Solidale
Anche quest’anno lo IOR dà a tutti la possibilità di vincere ricchi premi sostenendo al contempo un progetto di ricerca che farà la differenza per tutti i pazienti: quello dell’immunoterapia cellulare avanzata, studiata presso l’IRST IRCCS dall’equipe del dott. Massimo Guidoboni. La distribuzione dei biglietti è iniziata a metà novembre grazie al supporto dei nostri partner Le Befane Shopping Center, Concessionaria auto Piraccini, Società Gas Rimini e Banca Malatestiana, che come di consueto copriranno tutte le spese dell’iniziativa. Ciò significa che nemmeno un centesimo del valore di ciascun biglietto, pari a 2,50 euro, sarà sottratto al sostegno della ricerca. Agli inizi di dicembre i volontari IOR inaugureranno lo stand, situato presso la Piazza Unieuro del Centro Commerciale, che rimarrà aperto tutti i giorni fino all’Epifania, 25 dicembre escluso. Chiunque parteciperà alla nostra lotteria avrà quindi non solo la possibilità di vincere la Renault New Twingo messa a disposizione con la collaborazione di Ren-Auto Piraccini Rimini, ma anche di contribuire alla lotta contro il cancro. Ricordiamo anche alle aziende del territorio che i biglietti della nostra
lotteria rappresentano sempre un graditissimo regalo per clienti e dipendenti: un dono il cui valore va ben oltre al mero dato economico. Vi aspettiamo presso le nostre sedi di territorio, per acquistarne il più possibile e avere maggiori chance di vincere.
Eventi
Il 28 settembre si è tenuta la seconda edizione dello spettacolo teatrale della Compagnia “Cambiamenti” al Cinema Tiberio. Il ricavato della serata è stato di 780 euro a favore del Progetto Margherita.
Per tutto il mese di ottobre i nostri volontari sono stati presenti col banchetto e i palloncini alla Sagra del Tartufo di Sant’Agata Feltria. Il contributo è stato pari a 1.025 euro. Domenica 11 novembre è stato invece il turno del Burraco Solidale IOR: tanti i partecipanti, tantissima la voglia di giocare e di fare del bene. Ringraziamo il “Circolo Sempre Giovani” di via Pintor per l’ospitalità.
31 Dalle sedi
SANTARCANGELO Natale in Valmarecchia
Il Natale a Santarcangelo, Verucchio e San Leo rappresenta da anni l’occasione per sensibilizzare la popolazione sulla causa della lotta contro il cancro in Romagna, grazie al mercatino natalizio realizzato dalle volontarie del laboratorio creativo e alla distribuzione delle Stelle di Natale IOR in piazza. Un dono solidale rappresenta il miglior regalo per tutti coloro che, in alta Valmarecchia, vogliono unire al tradizionale cadeau natalizio un profondo senso solidaristico. I nostri volontari sono presenti anche quest’anno con il mercatino permanente presso la Sede in piazza Gramsci 7 e sulle piazze di Santarcangelo, Verucchio e San Leo.
Fira di Bech
Dopo il consueto impegno per la commemorazione dei defunti, che ha visto i nostri volontari presenti negli abituali cimiteri di Santarcangelo, Villa Verucchio, San Leo, Pietracuta e quest’anno per la prima volta all’ingresso di quello di Montecopiolo, la nostra Sede ha partecipato ad un altro appuntamento tradizionale del territorio: la Fiera di San Martino. La famosa “Fira di Bech”, appuntamento irrinunciabile per santarcangio-
lesi e non solo, ha ancora una volta visto i Volontari IOR presentare in anteprima i lavori natalizi del laboratorio creativo.
Cena solidale
Novità assoluta di questo Natale 2018 sarà l’appuntamento con la cena di raccolta fondi della nostra Sede IOR. Diventato un evento di richiamo per privati ed aziende e un’iniziativa attesa da molti per la sua vena informale ma curata nei dettagli, quest’anno la Cena di Primavera si trasformerà in Cena so-
lidale di Natale, sostenendo il progetto di immunoterapia cellulare avanzata finanziato dallo IOR presso i laboratori dell’IRST IRCCS di Meldola. Nella nuova ed incantevole cornice della Locanda Antiche Macine vi accoglieranno, domenica 16 dicembre alle ore 20, i medici dell’IRST e del nostro territorio, gli amici, le aziende, i sostenitori ed i volontari della Sede IOR di Santarcangelo, per passare una piacevole serata ma soprattutto per fare, anche in questo Natale, la differenza nella lotta contro il cancro in Romagna.
lotteria ior 2018 32
Dalle sedi
25 GRANDI PREMI IN PALIO 6 Gennaio 2019 Centro Commerciale Le Befane
Biglietti disponibili presso le SEDI IOR di Rimini, Riccione e Santarcangelo e nel POINT IOR all’interno del Centro Commerciale Le Befane.
Ore 15.00 Festa della Befana IOR Ore 17.00 Estrazione Premi PREMI 1° Automobile RENAULT New Twingo 2° Bicicletta elettrica Old Town 3° Ombrellone e due lettini Bagno 26 Rimini per stagione 2019
4° TV LED HITACHI 43’’ 5° Cellulare SAMSUNG S7
La lotteria sostiene il progetto di immunoterapia cellulare avanzata, uno tra i percorsi della ricerca oncologica più promettenti, che permette di addestrare le cellule del sistema immunitario del paziente a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali, garantendo un basso tasso di tossicità e una totale personalizzazione della cura.
Per informazioni: Sede IOR Rimini, Viale Matteotti 43/A - Tel. 0541 29822 - Sede IOR Riccione, C.so F.lli Cervi 172 - Tel. 0541 606060 Sede IOR Santarcangelo, Piazza Gramsci 7 - Tel. 0541 623946 www.ior-romagna.it