Dir. resp. Roberto Gabellini Red. via A. Costa 28 - FORLÌ tel. 0543 35929
118 marzo 2019
Buon compleanno a tutti noi! I primi quarant’anni di un popolo chiamato IOR
in questo numero Immunoterapia: la sfida dell’IRST L’opinione del prof. Martinelli
L’eccellenza romagnola conquista gli USA I casi del dott. Fabbri e della dott.ssa Conteduca
Paxman: casco che scalda il cuore La testimonianza di Francesca, paziente di Lugo
Assaporare il presente, al di là del tumore La potenza della mindfulness, servizio IOR
Il sorriso nella malattia La storia di Susi, Mario e Marica
Dalle sedi IOR Cesena: Comunità in festa Faenza: A canestro contro il cancro Forlì: Charity Dinner Imola: un dicembre di solidarietà Lugo: la Stanza del Silenzio Meldola: Amo la Vita Ravenna: Una Piega per lo IOR Riccione: Cronache Arciunesi Rimini: Lotteria Solidale Santarcangelo: Natale di Ricerca
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INDICE Editoriale
www.ior-romagna.it
Ricerca e innovazione 6 Immunoterapia: la sfida dell’IRST
Forlì via A. Costa 28 telefono 0543 35929 info@ior-romagna.it
8 L’eccellenza romagnola conquista gli USA
Meldola c/o IRST via P. Maroncelli 40 telefono 0543 739110 meldola@ior-romagna.it
Le vostre lettere Cesena via Montalti 48 10 Il Paxman salva i capelli e scalda telefono 0547 24616 il cuore cesena@ior-romagna.it Eventi 11 “Sua Maestà Anatomica: Morgagni oggi”
Organo Ufficiale dell’Istituto Oncologico Romagnolo Lo scopo di questo magazine è quello di tenervi aggiornati sullo stato dell’arte della lotta contro il cancro, specialmente in Romagna. Una lotta portata avanti da medici, ricercatori, volontari ma anche semplici persone: persone come voi, con una storia che vale la pena di raccontare e condividere Direttore responsabile Roberto Gabellini Redazione Paolo Grillandi Comunicazione - Ufficio Stampa p.grillandi@ior-romagna.it Marketing e pubblicità Luca Nadiani Responsabile fundraising l.nadiani@ior-romagna.it ior@pec.ior-forli.it Grafica Lisa Camporesi Ufficio centrale Istituto Oncologico Romagnolo ONLUS Forlì - corso Mazzini 65 tel. 0543 35929 fax 0543 21467 info@ior-romagna.it
SEDI IOR -----------------------------------------------------------------
12 Crowdfunding: due esempi di successo 13 Colonna laparoscopica: un aiuto hi-tech per Faenza Aziende in campo 14 A Natale abbiamo ricevuto i vostri regali 20 La ricerca nel DNA Le nostre storie 16 Assaporare il presente, al di là del tumore 18 Il sorriso nella malattia Dalle sedi IOR 22 Cesena 23 Faenza 24 Forlì 25 Imola 26 Lugo 27 Meldola 28 Ravenna 29 Riccione 30 Rimini 31 Santarcangelo
Ravenna via Salara 36/38 telefono 0544 34299 ravenna@ior-romagna.it Faenza via Agostino Tolosano 6/b telefono 0546 661505 faenza@ior-romagna.it Imola via Emilia 34 telefono 0542 011600 imola@ior-romagna.it Lugo via Tellarini 96 telefono 0545 32033 lugo@ior-romagna.it Rimini viale Matteotti 43/A telefono 0541 29822 rimini@ior-romagna.it Riccione c.so f.lli Cervi 172 telefono 0541 606060 riccione@ior-romagna.it Santarcangelo p.zza Gramsci 7 telefono 0541 623946 santarcangelo@ior-romagna.it
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LO IOR: UN “POPOLO” CHE COMPIE 40 ANNI Sono ormai trascorsi quaranta anni dal giorno in cui, nel Luglio 1979, alcuni amici si recarono nello studio del Notaio dott. Eugenio De Simone per fondare una cooperativa contro i tumori, alla quale fu dato il nome di Istituto Oncologico Romagnolo e della quale, dopo un breve periodo di una mia presidenza “tecnica”, fu eletto presidente l’Avvocato Salvatore Lombardo. Chiunque oggi potrebbe legittimamente chiedersi, oltre al perché di quella iniziativa, anche il perché della denominazione molto ambiziosa di Istituto Oncologico Romagnolo. Prof. Dino Amadori Presidente IOR Non è difficile rispondere al perché quell’iniziativa sia stata presa, né al perché fu chiamata Istituto Oncologico Romagnolo. In quegli anni, i tumori maligni avevano assunto dimensioni epidemiologiche rilevanti e le possibilità di controllo del cancro erano molto limitate, tanto che la sopravvivenza di malati di cancro a cinque anni dalla diagnosi era appena del 40%. A fronte della drammatica situazione epidemiologica, in Romagna le strutture dedicate all’oncologia erano a dir poco inadeguate. L’unico reparto di degenza era quello del Dott. Marangolo, a Ravenna; l’ospedale di Forlì era dotato di un servizio di oncologia da me diretto senza posti letto, mentre a Cesena e a Faenza esistevano due centri oncologici con funzioni esclusivamente di diagnosi precoce dei tumori dell’utero e della mammella, diretti rispettivamente dal Dott. Lidio Rocchi e dal Dott. Vittorio Tison. A Cesena era presente già allora un importante reparto di medicina nucleare diretto dal Dott. Pietro Riva. Rimini era del tutto sprovvista di presidi oncologici. Ad aggravare la situazione rispetto la possibilità di fare ricerca in oncologia, la legge di riforma sanitaria del 1978 escludeva gli ospedali dal circuito della ricerca clinica e di base, riservata alle università e agli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS). Non fu difficile rendersi conto che soltanto con una iniziativa forte, condivisa e partecipata si sarebbe potuto garantire al “Sistema oncologico” della Romagna un futuro di efficienza e di qualità, non solo nella cura e nell’assistenza, ma anche nel campo della ricerca biomedica.
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Fu questa consapevolezza che mi spinse a fondare lo IOR. Ci fu subito chiaro che per raggiungere l’obiettivo di superare lo stato di fatto, obiettivo che poteva essere considerato “utopico”, era necessaria una strategia ben definita e, per quei tempi, innovativa. Pertanto l’Istituto si propose di intervenire nel settore della prevenzione, della cura, dell’assistenza e della ricerca con consistenti investimenti tecnologici e di risorse umane. È stato grazie agli investimenti dello IOR che il sistema oncologico della Romagna raggiunse ben presto livelli di qualità tra i più elevati del nostro Paese. Ci si rese conto che, partendo proprio da questo dato, un ulteriore salto di qualità sarebbe stato possibile solo con la realizzazione di una struttura totalmente dedicata alla ricerca e alla cura in oncologia. Nacque così l’idea di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che portasse nel sistema sanitario oncologico l’energia vitale della ricerca con appellativo IRST. Questa idea, nata, coltivata, cresciuta nel “grembo” dello IOR, è oggi una prestigiosa realtà realizzata in forma di SRL e della quale lo IOR è socio con una quota pari al 12,50%. L’IRST non sarebbe esistito se non fosse esistito lo IOR. Purtroppo non siamo ancora riusciti a dare all’Istituto una “dimensione organizzativa” a valenza romagnola perché alcune strutture oncologiche della Romagna non ne fanno ancora parte. L’obiettivo che ci siamo proposti, tuttavia, è quello della realizzazione di una rete oncologica della Romagna che possa fregiarsi del titolo di IRCCS-Romagna grazie alla integrazione, anche gestionale, delle strutture oncologiche romagnole riunite in un “Comprehensive Cancer Care and Research Network” potenzialmente accreditabile come struttura di ricerca Europea. Lo IOR ha dato altresì un importante contributo in campo socio-sanitario dove i bisogni dei malati oncologici in fase critica di malattia non trovavano risposta adeguata in programmi assistenziali istituzionali. Fu varato un poderoso programma di assistenza domiciliare gratuita ai pazienti in fase terminale di malattia che possiamo a buon diritto sostenere essere stata la prima esperienza di cure palliative non solo in Romagna ma anche in Regione. Fu chiaro che l’intervento nel sociale richiedeva una presenza capillare nel territorio, che soltanto una forte azione di volontariato avrebbe potuto garantire. Il volontariato, la più nobile fra le componenti coinvolte nel progetto IOR, attivato fin dall’inizio dell’attività dell’Istituto, divenne, in breve, una formidabile realtà grazie all’impegno e all’intelligenza di Graziella Salaroli, che ne guidò l’attività e ne favorì lo sviluppo in tutta la Romagna. A quaranta anni di distanza, l’obiettivo dello IOR di favorire e di contribuire anche economicamente alla realizzazione di un “sistema oncologico” di eccellenza (sono stati investiti ad oggi circa 75.000.000 di euro nel progetto) e di permeare, con il volontariato, la popolazione di questa splendida e generosissima terra di Romagna del valore della solidarietà può considerarsi raggiunto? La risposta sta nei fatti. Oggi, il “Sistema oncologico” Romagnolo è riconosciuto dalla comunità sanitaria e scientifica,
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come uno dei più efficienti e più innovativi del nostro Paese, per diversi indicatori: la presenza di strutture ospedaliere di diagnosi e cura di elevati standard operativi; la presenza di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, l’IRST, fra i migliori nel nostro Paese; la maturazione di una cultura sanitaria della popolazione unica nel nostro Paese, formatasi e cresciuta proprio grazie ai programmi educazionali rivolti alle scuole e ai diversi ambiti sociali e lavorativi che lo IOR ha progettato e svolto con continuità. C’è un dato molto incoraggiante che conferma i progressi avvenuti negli ultimi 40 anni nella lotta contro i tumori e nel controllo del cancro nel mondo, in Italia e ancor più in Romagna. Oggi, in Italia e nel mondo, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei tumori maligni è del 70-75% contro il 40-45% degli anni ’70. In Romagna si registrano i valori più elevati di tassi di sopravvivenza per tutti i tumori in Italia e fra i più elevati nel mondo. Il dato dipende senz’altro dall’efficienza del Sistema Sanitario Regionale nel suo insieme, ma il contributo dello IOR è stato sicuramente determinante. Ma c’è un elemento che considero rivoluzionario: lo IOR non è soltanto una associazione come ve ne sono tante in Italia e nel mondo, che raccoglie fondi per la ricerca e a sostegno delle strutture sanitarie oncologiche del territorio. Lo IOR è ormai un “popolo”, un “movimento di opinione” che sta crescendo e contribuisce a uno sviluppo di una cultura che oltre ai valori della tutela della salute in termini tecnici e assistenziali; rivolge la propria attenzione ai bisogni dell’uomo nella sua interezza. Questa è la vera rivoluzione che lo IOR ha realizzato: l’avere introdotto nel sistema sociale della Romagna, grazie alla forza e alla presenza di volontariato e alle numerose iniziative educazionali, culturali e scientifiche, il valore della solidarietà, favorendo l’affermarsi di una cultura nuova fondata sulla persona umana sofferente e sull’attenzione a tutti i suoi bisogni fisici e spirituali. Su questi valori può nascere un nuovo umanesimo che si appoggia alla visione di un mondo dominato dai non valori della conflittualità, dell’egoismo e dell’indifferenza, quella indulgenza che Papa Francesco ha definito “il virus che contagia gravemente i nostri tempi”. Non posso concludere questo mio contributo senza rivolgere un pensiero ai cari amici che ci hanno lasciato e a tutti coloro che con la loro opera, la loro intelligenza, la loro passione hanno contribuito a rendere grande lo IOR e, fra questi, in particolare a Roberto Pinza e a Sergio Mazzi, i presidenti che mi hanno preceduto, e a Vincenzo Erroi, che per lunghi anni è stato Direttore Generale, oggi sostituito da Fabrizio Miserocchi al quale va la mia stima e la mia amicizia. Un ringraziamento e una gratitudine particolare va ai dipendenti, ai collaboratori e a tutti i piccoli e grandi donatori che nel tempo hanno avuto fiducia nello IOR e nel suo operato. Ma il ringraziamento più grande va ai nostri magnifici volontari: grazie di cuore! Prof. Dino Amadori
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Immunoterapia: la sfida dell’IRST Intervista al prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico IRST IRCCS Il prof. Giovanni Martinelli è, dal 1 gennaio 2018, il nuovo Direttore Scientifico dell’IRST IRCCS di Meldola, succedendo così al prof. Dino Amadori che ha ricoperto la stessa carica durante i 10 anni di esistenza dell’Istituto. Classe 1960, si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Verona nel 1985 conseguendo successivamente specializzazioni in Ematologia Generale e Genetica Medica. Professore associato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna e docente alla Scuola di specializzazione in Ematologia, è autore di oltre 465 pubblicazioni su importanti riviste e membro di società scientifiche e gruppi di lavoro nazionali e internazionali. È considerato tra i massimi esperti di ematologia a livello nazionale e internazionale. Prof. Martinelli, le prime terapie immunologiche con tecnologia car-T hanno dato risultati molto importanti, soprattutto dal punto di vista della cura dei tumori liquidi. Ma cosa sono i car-T? I car-T non sono altro che linfociti ingegnerizzati. I linfociti sono delle cellule che abbiamo normalmente dentro il nostro sangue e sono di due tipi: quelli coinvolti nella nostra difesa immunitaria, ovvero i moniciti; e quelli che hanno la capacità di conservare una memoria di quanto è successo. Questi ultimi sono linfociti speciali, che vengono in qualche modo coinvolti nella risposta al cancro in generale e alle leucemie in particolare. Non dimentichiamo infatti
che ogni giorno all’interno del nostro corpo possono svilupparsi delle anomalie che portano allo sviluppo di neoplasie: ma loro riconoscono queste anomalie e ci difendono da esse. Tuttavia può capitare che il cancro si mimetizzi talmente bene da sfuggire al controllo di questi linfociti, denominati linfociti killer; oppure, può succedere che queste cellule riconoscano il tumore ma siano in realtà tolleranti nei suoi confronti. Oggi, grazie alle nuove tecnologie a nostra disposizione, possiamo estrarre questi linfociti dal corpo di una persona e addestrarli a riconoscere la malattia che per qualche motivo non stanno combattendo. In particolare con la tecnologia car-T, approvata recentemente dalla Food and Drugs Administration americana e dalla EMA europea, siamo in grado di istruirli a riconoscere l’antigene CD19, proteina che sta sulla superficie delle cellule tumorali. In questo modo, una volta che li immettiamo nuovamente nel paziente, il nuovo linfocita riconosce la neoplasia ed è pronto a combatterla. Una cosa molto bella dei car-T è che ogni volta che trovano una
cellula CD19-positiva si espandono e sviluppano dei cloni: questo significa che più tumori incontrano sulla loro strada, più si moltiplicano. Dopodiché si disattivano una volta che non trovano più l’antigene, mantenendo però la capacità di conservare in memoria la battaglia che hanno combattuto. Di conseguenza con la strategia car-T abbiamo un duplice vantaggio: una terapia che può essere altamente specifica che va a colpire solo le cellule tumorali ed elimina anche quelle che si sono nascoste da qualche parte nell’organismo; e un trattamento che vigila a protezione della vittoria ottenuta. Le persone che vengono in IRST avranno la possibilità di sottoporsi a questa terapia? Innanzitutto va chiarito che si tratta di una strategia che risponde in particolare a due tipi di neoplasie: la leucemia linfoblastica B CD19 positiva e il linfoma a grandi cellule CD19 positiva. Occorre quindi verificare la presenza dell’antigene di cui parlavo in precedenza: ma attualmente non ci è stata ancora rilasciata l’autorizzazione
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alla rimborsabilità di questo test, che almeno per il momento risulta quindi abbastanza oneroso. Tuttavia, a breve verranno identificati dei centri specializzati da parte del Ministero che potranno erogare questa procedura gratuitamente. L’indirizzo prevalente al momento è che queste strutture verranno scelte sulla base di due criteri: che abbiano l’autorizzazione JACIE e che possano fare sperimentazioni di tipo 1. In tal caso, l’IRST di Meldola sarebbe sicuramente uno degli istituti in Italia che potranno attuare la procedura car-T senza spese per il paziente. L’auspicio è che questo percorso decisionale si concluda rapidamente. Esistono delle controindicazioni a questa terapia? I linfociti, espandendosi, potrebbero creare un ingorgo improvviso di cellule tumorali che si sono rotte contemporaneamente: si chiama sindrome da lisi tumorale. Oppure la tecnica potrebbe dar luogo a febbre alta a causa del rilascio di citochine, che un organismo già in difficoltà potrebbe mal sopportare. Più in generale, occorre una certa esperienza per fermare la crescita esponenziale di linfociti che abbiamo descritto in precedenza: noi l’abbiamo maturata e siamo in grado di intervenire. Per questi motivi la linea guida del Ministero è quella, al momento, di somministrare questa terapia a pazien-
ti relativamente giovani, evitando possibili tossicità alle persone anziane che magari presentano comorbilità come diabete, ipertensione o cardiopatie in genere: ma stiamo portando avanti degli studi affinché questa tecnica possa essere ben sopportata anche da questo secondo tipo di malato. Questo significherà espandere le cure da un numero ridotto di pazienti ad un numero sempre più grande. L’Istituto è pronto a questa sfida? L’IRST si sta sicuramente attrezzando. Sono tanti i malati che un giorno potrebbero beneficiare di queste cure, anche perché presso la nostra struttura ne stiamo studiando l’efficacia applicata anche a tumori solidi come melanoma, cancro al colon, carcinoma prostatico e alla mammella. Noi confidiamo che queste ricerche abbiano un grande sviluppo e ci proponiamo di produrre, un domani, una quantità importante di questi linfociti per dare una risposta positiva al maggior numero di pazienti. Pensa che quindi abbiamo trovato la chiave di volta per vincere la battaglia contro il cancro? Partiamo intanto dal presupposto che
oggigiorno i tumori sono sempre meno incurabili: ce lo dicono le statistiche. Prendiamo per esempio la leucemia: non è più lo spauracchio che rappresentava un po’ di anni fa. Ormai siamo in grado di curare più del 60% delle leucemie mieloblastiche e più del 50% di quelle linfoblastiche. Tuttavia la battaglia contro il cancro non finisce certo qui, e non si esaurisce alla strategia car-T. Per esempio, un’altra tecnica su cui l’IRST si sta concentrando e che già può somministrare gratuitamente è quella che va a colpire il meccanismo di tolleranza che a volte si instaura tra linfociti e cellule tumorali, grazie a farmaci denominati checkpoint inhibitors che stanno dando ottimi risultati. In futuro potremo essere il primo istituto in Italia a sviluppare virus oncolitici, virus indirizzati cioè a colpire le neoplasie; o, addirittura, grazie alla terapia genica, arrivare non solo a uccidere le cellule tumorali, ma a ripararle. Certamente occorrono grandi sforzi sia da parte dei nostri ricercatori che in termini economici: ma la Romagna ha già dimostrato di essere una terra meravigliosa, molto sensibile alla salute dei propri cittadini e in particolare alla lotta contro il cancro, grazie al grande lavoro svolto dallo IOR in questi anni.
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L’eccellenza romagnola conquista gli USA Intervista al dott. Muller Fabbri e alla dott.ssa Vincenza Conteduca
Dott. Fabbri, di cosa si occupa il laboratorio che dirige? Studiamo il microambiente tumorale, ovvero la relazione tra le cellule tumorali e quelle circostanti. In passato si pensava che, maggiore il numero di cellule del sistema immunitario che circondano la neoplasia, migliore la prognosi. In realtà abbiamo scoperto che il tumore impacchetta piccoli segmenti di micro-RNA all’interno di vescicole e le sparge nell’ambiente circostante, come se fossero messaggi all’interno di una lettera. Il sistema immunitario riceve questi telegrammi e non solo smette di combattere la malattia, ma inizia a rilasciare ulteriori segnali che promuovono la disseminazione delle metastasi. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare sistemi che impediscano a queste lettere di giungere a destinazione, o quanto meno creare farmaci che anticipino il tumore e mettano in guardia la cellula immunitaria. Forse tale strategia non arriverà a sostituire la chemioterapia, ma ne aumenterà l’efficacia prevenendo la resistenza alle cure.
L’argomento dei suoi studi era il medesimo anche presso il Children’s Hospital di Los Angeles: come mai ha deciso di cambiare? Per prima cosa in California studiavamo principalmente i tumori pediatrici, mentre ora ho la possibilità di lavorare su tutti i tipi di neoplasie. In secondo luogo, la University of Hawaii ha forti competenze immunologiche, cosa che ci permette di creare interessanti sinergie tra gruppi di lavoro. Infine, presso il nostro Ateneo abbiamo la possibilità di studiare ed estrarre farmaci da una ricca libreria di prodotti naturali da piante autoctone. Il Cancer Center delle Hawaii è riconosciuto dal governo americano e due dei miei studi sono sovvenzionati direttamente dallo stato federale. In più ho trovato uno dei background culturali più ricchi, le persone sono estremamente ospitali e, sebbene il lavoro di laboratorio non permetta di godersi più di tanto la vita locale, uscire dall’ufficio e trovarsi di fronte a paesaggi mozzafiato aiuta. Quali sono le principali differenze tra la ricerca che si fa in Italia e quella negli USA? La ricerca italiana è di altissimo livello, soprattutto nella preparazione delle professionalità. Non dimentichiamo che l’università, a confronto delle spese che deve affrontare uno studente americano, da noi è praticamente gratuita e a livello di formazione non abbiamo nulla da invidiare loro, anzi: penso sia
La ricerca scientifica oncologica condotta presso l’IRST IRCCS di Meldola e sostenuta dall’Istituto Oncologico Romagnolo si è imposta a livello internazionale come eccellenza riconosciuta. A testimonianza di ciò abbiamo intervistato il dott. Muller Fabbri e la dott.ssa Vincenza Conteduca. Il primo, romagnolo doc, dopo varie esperienze negli Stati Uniti ricopre attualmente il ruolo di Associate Professor presso la University of Hawaii Cancer Center; la seconda, nativa di Barletta ma “adottata” dall’IRST, dopo alcune esperienze a Londra e New York che le sono valse la menzione dell’ASCO tra i ricercatori più promettenti del mondo, è oggi di stanza a Boston, presso il Dana-Farber Cancer Institute della Harvard Medical School.
questo uno dei motivi per cui veniamo poi selezionati. Il problema sono i fondi, la ricerca è costosa e richiede tempistiche lunghe. Basti pensare che dal momento in cui si scopre un trattamento a quello in cui questo arriva al letto del paziente, quando va bene, passano dieci anni; ed è giusto che sia così per accertarsi di somministrare sostanze sicure. La presenza di maggiori sovvenzioni crea un circolo virtuoso in America, per cui puoi ritrovarti a collaborare con i biologi che hanno scritto i testi su cui ti sei preparato o, addirittura, con gli scienziati che hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina. A proposito del Premio Nobel, cosa ne pensa dell’immunoterapia? Ed è convinto anche lei, come il prof. Amadori, che questo sia il secolo in cui gran parte dei tumori verranno sconfitti?
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Ho sempre creduto nell’immunoterapia e, visti i grandi risultati che sta dando, è giusto che venga identificata come la direzione da intraprendere. Negli USA, dove questo trattamento è stato sviluppato, cominciamo a registrare le prime forme di resistenza, ma proprio per questo è importante registrare gli insuccessi, capirne i motivi e provare a giocare d’anticipo. Sono convinto che siamo molto più vicini alla cura di quanto pensiamo: l’importante è non perdere di vista le basi della nostra preparazione. Spesso l’oncologo tende a super-settorializzarsi per somministrare la cura più personalizzata possibile: è una strategia che può dare i suoi frutti sull’individuo, ma penso che la cura definitiva andrà ricercata nell’essenza della malattia-cancro. È vero che ogni neoplasia ha le sue caratteristiche, ma ci sono pochi meccanismi riconosciuti che sono comuni ad ogni forma: come, appunto, il dialogo che si instaura tra cancro e ambiente circostante. È su questi meccanismi che, secondo me, si giocherà la partita chiave. Dott.ssa Conteduca, l’abbiamo intervistata a fine 2017 in occasione del primo Merit Award attribuitole dall’ASCO come una tra le ricercatrici più promettenti del mondo. Un anno dopo, ne ha vinto un altro. È stata un’esperienza incredibile, ancora più emozionante della prima volta. Già non è facile partecipare al congresso di oncologia più importante del mondo; vincere il Merit Award è molto complicato, ma conquistarlo per due anni consecutivi, visti i tempi della ricerca scientifica, era qualcosa di assolutamente inaspettato. Se possibile ero ancora più emozionata, nonostante sapessi già cosa aspettarmi. A che ricerca si deve questo duplice riconoscimento? Lo studio che ho portato avanti in questi anni si concentra sulla presenza di
biomarcatori per quel che concerne il tumore alla prostata. La ricerca in particolare si focalizza sulla presenza o meno nel sangue del paziente di un’alterazione genetica a carico del recettore degli androgeni: in base a questo semplice test ematico, siamo in grado di predire a quale trattamento risponderà meglio la malattia, se la chemioterapia o la terapia ormonale. In questo modo possiamo evitare tossicità inutili, garantire una buona qualità di vita e allungare la sopravvivenza. Si tratta di una ricerca che ha coinvolto più di 500 pazienti italiani, spagnoli, inglesi e americani, e che si avvale del contributo di numerose collaborazioni internazionali. Una giovane ricercatrice italiana nella società più competitiva del mondo: è stato difficile farsi accettare? Non nascondo che all’inizio ho dovuto superare un po’ di diffidenza. Ricordo che appena arrivata a New York mi è stato dato ufficio e scrivania, dopodiché sono stata lasciata a me stessa per i primi trenta giorni: ne ho approfittato per rimboccarmi le maniche, recuperare campioni, capire le professionalità di cui avrei avuto bisogno. Terminato il mese partecipai alla mia prima riunione: dopo aver preso posto mi dissero di spostarmi a capo del tavolo perché quella era la mia riunione, quella in cui avrei dovuto presentare i dati della ricerca. Fortunatamente mi ero preparata durante quel primo mese, altrimenti probabilmente sarei stata rimandata a casa subito. Invece dopo un’ora avevo il mio team di ricerca, con sette professionisti che lavoravano per me. I risultati sono stati talmente buoni che il mio capo mi ha chiesto di seguirla presso il Dana-Farber di Boston: il miglior coronamento dei sacrifici fatti in questi anni. Quindi i ricercatori italiani non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi
americani. Al contrario: io ritengo che abbiano una marcia in più. Penso che siamo più pronti e abbiamo maggior spirito di sacrificio, anche perché non disponiamo delle risorse economiche che all’estero spesso danno per scontate: noi dobbiamo rimboccarci le maniche, spesso lasciare famiglia e affetti, per portare avanti i nostri studi. In Italia la ricerca a volte è considerato un campo “perdente”, perché non sempre si arriva ai risultati sperati: in una società estremamente competitiva come gli USA qualsiasi scoperta biologica possa fare la differenza nella lotta contro il cancro è il più grande vanto. Quindi per fare ricerca di qualità bisogna per forza emigrare? Assolutamente no: la ricerca portata avanti in IRST, per esempio, è di primissimo livello. Tuttavia penso che tutti i professionisti, soprattutto i giovani, debbano fare esperienza all’estero: è qualcosa di estremamente arricchente, anche dal punto di vista personale. Le collaborazioni che si stringono, le facility di cui si può disporre, gli incentivi economici sia privati che pubblici su cui si può contare, sono tutti aspetti che fanno crescere il professionista. L’Italia, semmai, deve fare di tutto perché i ricercatori bravi, disposti a sacrificarsi e a spostarsi per portare avanti gli studi in cui credono, poi tornino nel proprio Paese portando con sé tutto il bagaglio di esperienza maturato all’estero, con la possibilità di lavorare in un ambiente meritocratico che li valorizzi.
10 Le vostre lettere
Il Paxman salva i capelli e scalda il cuore La testimonianza di Francesca, paziente dell’Umberto I di Lugo «La mia bimba lo disse subito alle sue amichette e alla sua maestra preferita: mia mamma ha il cancro, dovrà fare una terapia pesante, forse perderà i capelli, di sicuro guarirà. Ha dieci anni, conosce il significato della parola “tumore” e tutto il carico di sconcerto e preoccupazione che porta. Venne con me allo IOR a scegliere la parrucca e insieme provammo tagli e colori per me inusuali, cercando di vincere l’angoscia che avevamo dentro. Alla prima visita il dott. Dazzi mi ha chiesto: “i capelli… li vogliamo salvare?”. Ero a conoscenza dell’esistenza del Paxman, ma non avevo preso in considerazione l’idea di utilizzarlo. Accettai, con riserva e qualche incertezza. Pensavo solo a riprendermi
Dott. Dazzi, a poco più di un anno di distanza dalla donazione dello IOR del Paxman Scalp Cooler al reparto di Oncologia dell’Umberto I che dirige, qual è il bilancio? Finora abbiamo trattato 62 donne: di queste, 35 pazienti sono riuscite a portare a termine il trattamento senza dover ricorrere alla parrucca. Questo significa che il casco refrigerante ha funzionato nel 56% dei casi, una percentuale in linea con gli altri istituti dove l’apparecchiatura viene utilizzata. Solo 5 donne sono state costrette ad interrompere il
dall’intervento e alle terapie da affrontare, non credevo che salvaguardare i capelli sarebbe stato importante, ed ero certa che con me non avrebbe funzionato. Mi dicevo: morirò dal freddo per tre mesi e poi cadranno comunque. Invece sono rimasti attaccati, ostinati e resistenti. Il Paxman è impegnativo: per le infermiere è un lavoro in più, devono calcolare i tempi e coordinarli a quelli delle infusioni. Ma non c’è stata mai una seduta in cui abbiano mostrato insofferenza: anzi, ogni volta mostravano entusiasmo e fiducia nella sua efficacia. È un po’ impegnativo anche per il paziente, soprattutto per il freddo. Ma nel pacchetto sono compresi generi di conforto, quali coperte e bevande calde, che sgelano il corpo e scaldano il cuore. Quando perdi i capelli tutti ti guardano come un malato terminale. Tutti
sanno che sei malato e si comportano di conseguenza. Io invece ho potuto vivere la mia malattia con discrezione ed estrema libertà. Non mi sono mai sentita in dovere di dare spiegazioni o subire sguardi curiosi o compassionevoli. Guardandomi allo specchio, nonostante le cicatrici e il colorito tendente al verde, mi vedevo “normale”: questo ha contribuito a rendere tutto più facile. Ora posso solo ringraziare per aver potuto utilizzare il caschetto. La mia amica Cinzia, parrucchiera, ci aveva creduto tanto fin dall’inizio: credo che per lei vedere i capelli resistere caparbiamente fosse un segno che anch’io avrei resistito con loro, al dolore, alla stanchezza, allo sconforto e allo sgomento. Non è certo finita qui, ora comincia una nuova fase, ma questa è un’altra storia.»
trattamento per intolleranza: problemi più che altro legati a sensazioni di freddo o cefalea.
graziano comunque per averci provato e aver avuto una motivazione in più per affrontare il trattamento nella maniera più serena possibile.
Quindi possiamo affermare che il casco refrigerante rappresenta un valore aggiunto per la vostra struttura. Assolutamente, è la riprova dell’attenzione con cui il nostro reparto si prodiga nel voler non solo guarire il tumore ma anche curare la persona. Abbiamo testimonianze di grossa soddisfazione soprattutto da parte delle ragazze più giovani, che sono riuscite a salvare i capelli e mantenere un’attività sociale del tutto simile a quella pre-diagnosi. Anche laddove non siamo riusciti ad ottenere il risultato che volevamo, le pazienti ci rin-
Come procede invece la collaborazione tra il suo reparto e lo IOR? Con lo IOR abbiamo in essere molti altri progetti, l’ultimo dei quali il servizio d’accompagnamento per le persone che non hanno la possibilità di recarsi qui da noi in autonomia per sottoporsi alle cure. È un’attività partita alla grande, molto utile per tutti i nostri pazienti, dunque ringrazio personalmente tutti coloro che hanno già dato la propria disponibilità, o che daranno la propria disponibilità, come autisti volontari.
11 Eventi
“Sua Maestà Anatomica: Morgagni oggi” A Forlì la premiere nazionale della docu-fiction Lunedì 28 gennaio, presso la Sala Zambelli di Forlì, si è tenuta la première della docu-fiction “Sua Maestà Anatomica – Morgagni oggi”, film girato dal regista Cristiano Barbarossa e realizzato grazie alla collaborazione di Istituto Oncologico Romagnolo, AUSL Romagna, Gruppo Cultura e realtà imprenditoriali come Estados Cafè e Formula Servizi. L’evento è stato solo il primo di una serie di appuntamenti che lo IOR organizzerà nel corso del 2019 su tutto il territorio in occasione delle celebrazioni del proprio quarantennale: la nascita della non-profit è infatti datata 1979, figlia di un’intuizione del suo attuale Presidente, il prof. Dino Amadori. La docu-fiction nasce da un’idea del gruppo AUSL Romagna Cultura. Per l’occasione è stato anche realizzato un sito internet dedicato (www.morgagnipatologo.it), a cura del Liceo Scientifico e Classico di Forlì; e una piccola rappresentanza degli studenti di entrambi gli istituti, circa 70 ragazzi, era presente nella platea della Sala Zambelli per assistere al racconto della vita di quello che è a tutti gli effetti uno dei personaggi più famosi della storia forlivese, la cui fama si ripercuote tutt’oggi. G.B. Morgagni è stato infatti il patologo che ha rivoluzionato la medicina
e ha fondato la patologia moderna, tanto che lo storico Francesco Puccinotti scrisse di “Sua Maestà Anatomica” che, «se tutte le scoperte anatomiche fatte da lui dovessero portare il suo nome, forse un terzo delle parti del corpo umano si nominerebbe da lui». «Siamo molto felici che il primo degli eventi del nostro quarantennale sia coinciso con la presentazione di un progetto che abbiamo sposato e in cui abbiamo creduto molto – ha spiegato il Presidente IOR, prof. Dino Amadori. L’eco mediatica dell’evento e la risposta delle persone sono state sorprendenti, segno che il forlivese non dimentica la propria storia: molto probabilmente riproporremo la visione della docu-fiction in eventi aperti nel prossimo futuro, affinché tutti la possano apprezzare. Il primo evento del nostro quarantennale non poteva non tenersi nella città dove tutto è iniziato nel 1979, un cammino che ci ha portato ad avere circa 5.000 volontari, aiutare circa 50.000 pazienti e investire qualcosa come 70 milioni di euro nella lotta contro il cancro in Romagna, un investimento che ci ha portato dall’essere una delle zone più colpite dalla malattia ad area d’eccellenza con i tassi di sopravvivenza tra i più alti d’Europa. Per tutti questi motivi,
il 2019 sarà per lo IOR un anno speciale: un modo per dire grazie a tutti quelli che hanno reso questa grande storia possibile, e per ribadire il nostro impegno a fare sempre di più nei quarant’anni a venire.» Il regista Cristiano Barbarossa ha spiegato così il progetto: «Abbiamo sfruttato tanto il linguaggio del documentario per raccontare il Morgagni che oggi è presente nelle strutture e nei medici della sua terra, quanto quello della docu-fiction, per illustrare le varie fasi della sua vita di scienziato, in un viaggio ideale tra presente e passato. La riuscita di “Sua Maestà Anatomica – Morgagni oggi” è da individuare nel legame tra IOR, AUSL, Estados, Formula Servizi e il sottoscritto, che non ha vestito i soli panni del regista/autore, ma ha indossato soprattutto quelli del produttore. Ritengo che il lavoro svolto non abbia prezzo, ma abbia comunque un valore importante. La passione di coloro che hanno partecipato penso traspaia in maniera molto chiara dal film: dall’attore protagonista Riccardo Mei al direttore delle musiche Roberto Costa, fino allo scenografo e costumista Carlo Del Giudice, il fotografo Alessandro Galluzzi e il direttore del suono Daniele Ingrati, tutti, hanno dato il loro prezioso contributo.»
12 Eventi
Crowdfunding: due esempi di successo
Grandi risultati per “Il sogno di Dano” e “La mia mamma è bellissima” Si sono concluse con un successo le due campagne di crowdfunding organizzate dall’Istituto Oncologico Romagnolo a cavallo tra il 2018 e il 2019 e infatti sia “Il sogno di Dano” che “La Mia Mamma è Bellissima” hanno raggiunto e superato l’obiettivo prefissato. Per la natura stessa delle raccolte fondi online si può dire che la vittoria sia stata ancora una volta del popolo romagnolo, che si è mosso in maniera decisa comprendendo l’importanza di queste iniziative, ciascuna con le sue peculiarità. “Il sogno di Dano” vede come protagonista Daniele Nasole, ragazzo di 35 anni nato a Taranto ma residente a Forlì che, dopo aver sconfitto un tumore raro, coltiva un’ambizione: quella di prendere parte alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, gareggiando sui 200 metri di canoa. Un obiettivo non facile a causa degli strascichi che la malattia ha lasciato sul suo corpo, e soprattutto un percorso non privo di ostacoli e imprevisti, come quello accaduto il 22 gennaio scorso, quando durante un allenamento l’ex paziente si è rotto una delle viti in titanio che ne stabilizzano la schiena. Tuttavia l’Istituto Oncologico Romagnolo ha continuato a credere in lui e nella forza dell’esempio che può rappresentare per tutti i ragazzi che attraversano la sua medesima disavventura, per dimostrare che i sogni che coltiviamo prima di una diagnosi di cancro possono essere anche riposti in un cassetto momentaneamente, ma, una volta sconfitto il tumore, si può ritrovare la forza per riprenderli in mano e realizzarli.
Assieme allo IOR ha dimostrato di crederci anche Credit Agricole, che nell’ambito dell’iniziativa “Un dono lungo un mese” ha contribuito per un totale di 1.580 euro; ma soprattutto Axterisco, Web Agency con sede a Forlì da sempre molto attiva nel mondo dello sport, che ha elargito 3.000 euro per raggiungere e superare l’obiettivo della campagna. Alla fine sono stati 6.180 gli euro raccolti, somma che ha già portato a un risultato concreto: l’acquisto di un pagaiergometro, per allenarsi e tenersi in forma anche durante l’inverno, quando il freddo e il Fenomeno di Raynaud, effetto collaterale dovuto alla chemioterapia, impediscono a Daniele di scendere in acqua. “La Mia Mamma è Bellissima” si è invece rivelato una straordinaria conferma, con pochi eguali in Italia. La campagna di raccolta fondi caricata sulla piattaforma Idea Ginger è nata a fine 2017 con l’obiettivo di acquistare le parrucche gratuite sufficienti per ampliare il Progetto Margherita dello IOR dalle sole sedi di Forlì, Ravenna e Rimini a quelle di Cesena e Imola, in modo che tutte le donne che ne potranno avere
bisogno possano usufruire del servizio gratuito il più possibile vicino a casa. Partita con l’obiettivo di 10.000 euro, il crowdfunding ha più che raddoppiato le aspettative arrivando a un incasso di quasi 26.000 euro, frutto della generosità di 692 sostenitori. Numeri davvero incredibili che nessuno avrebbe immaginato di poter replicare: invece la mobilitazione per questa seconda edizione è stata ancora più sbalorditiva, grazie anche alle varie iniziative personali dei veri protagonisti, assieme ai pazienti, di questa attività, ovvero i parrucchieri volontari. La campagna si è conclusa nei primi giorni di febbraio 2019, arrivando a circa 38.000 euro grazie alla generosità di oltre 1.200 sostenitori. Una somma davvero importante, che contribuirà non solo ad aiutare sempre più pazienti, ma anche a rendere gli spazi in cui viene erogato il Progetto Margherita i più accoglienti e riservati possibile. D’altronde sempre più donne hanno compreso l’importanza di curare la propria bellezza a dispetto del cancro e come il preservare la propria femminilità e la propria identità sia il primo passo verso la vittoria di questa grande sfida. Solo nel 2018, infatti, sono state ben 451 le donne che hanno usufruito del servizio: ben più di una al giorno. Un ringraziamento in particolare a coloro che hanno scelto di donare 100 euro, scegliendo così di attivare il “benefit” della citazione su queste pagine: Francesca Borghi, Rita Cipolla, Carlo Marchetti, Manila Muraccini, Francesca Padovani, Virgilio Renzetti.
13 Eventi
Colonna laparoscopica: un aiuto hi-tech per Faenza Donata una strumentazione all’avanguardia all’Ospedale “degli Infermi” L’11 dicembre 2018 è stata inaugurata, presso l’Ospedale “degli Infermi” di Faenza, la nuova colonna laparoscopica “4K ultraHD Olympus”, macchinario dalla tecnologia innovativa del valore di circa 157 mila euro, donato all’equipe della U.O. di Chirurgia diretta dal prof. Giampaolo Ugolini, grazie a un grande lavoro di squadra che ha coinvolto terzo settore, istituzioni, aziende e privati cittadini. Nello specifico tale strumentazione permetterà di avere una definizione di immagine impensabile fino a pochi anni fa, consentendo una valutazione più accurata della perfusione intestinale e una più chiara identificazione di alcune strutture anatomiche. A beneficiarne saranno soprattutto i pazienti colpiti da patologie come cancro del colon-retto e malattie infiammatorie intestina-
Il taglio del nastro con colonna laparoscopica
li, che potranno essere sottoposti a interventi sempre più precisi e sempre meno invasivi, cosa che comporta una riduzione dei tempi di ricovero e di recupero della funzionalità. Per l’occasione l’Istituto Oncologico Romagnolo non si è fatto solo donatore, con 20.000 euro investiti nell’acquisto della macchina, ma anche “collettore” delle offerte che man mano sono arrivate dai vari enti pubblici e privati. «Di fronte a tanta generosità sentiamo tutta la responsabilità di accrescere sempre di più la qualità del trattamento chirurgico che offriamo ai nostri concittadini e a quanti si rivolgono all’Ospedale di Faenza, – ha spiegato il prof. Ugolini nel corso della cerimonia – una qualità comunque già alta testimoniata dai dati in nostro possesso. Solo nel 2018 sono stati eseguiti oltre 250 in-
terventi di chirurgia colo-rettale con tecnica laparoscopica e la maggior parte dei pazienti è stata dimessa a quattro giorni di distanza dall’intervento. Questo è forse il miglior indicatore di qualità del nostro lavoro, sebbene non sia certo l’unico. Delle 450 procedure maggiori colon-rettali svolte presso la nostra struttura, negli ultimi due anni l’84% si è concluso per via mini-invasiva; mentre la media in Italia varia tra il 30% e il 40% e anche nei Paesi europei coi più alti standard, come l’Olanda, si attesta sull’80%. Per questo motivo, sebbene alcuni potrebbero pensare che una apparecchiatura di tale livello sia sproporzionata per una realtà limitata come la nostra, in realtà ricordo che molto spesso i ristoranti stellati sorgono in città piccole: l’Ospedale di Faenza, dati alla mano, si è già imposto come uno dei principali centri di riferimento in Emilia-Romagna per la chirurgia dell’apparato digerente, e grazie a questa donazione potremo mantenere e, auspicabilmente, migliorare il nostro servizio.»
14 Aziende in campo
A Natale abbiamo ricevuto i vostri regali UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Ala Ricambi Lugo Amitek Poggio Torriana Atl Group Faenza Boldrini Pesaresi e Associati Rimini Boscolo Imola Cam Impianti Industriali Ravenna Cediss Villanova di Castenaso Centro Petroli Baroni Santarcangelo di Romagna
Conserve Italia San Lazzaro di Savena Curti Costruzioni Meccaniche Castel Bolognese Foris Index Conselice Free Forlì Gel Frigor Cesena Golfera in Lavezzola Conselice Granfrutta Zani Faenza Gruppo Pritelli Cattolica
Icel Lugo Ima Service Cesena Infia Bertinoro Linea Persona Moda Capelli Lugo Omaf Faenza Omgm Imola Plasfor Forlì Plastica Cesena Forlimpopoli
Prosit Forlì Ravaioli Legnami Villanova di Bagnacavallo Romagna Acque Società delle Fonti Forlì Saeg Gambettola Schiumarini Predappio Siron Faenza Smurfit Kappa Italia Unità di Capocolle Bertinoro
Smurfit Kappa Unità di Massa Lombarda Massa Lombarda Teapak Imola Tif di Malavolti e Tabanelli Snc Faenza Tubozeta Forlì Union Ricambi Rimini Urbinati San Mauro Pascoli Vincenzo Sospiri Racing Forlì
Buscaroli Giancarlo Massa Lombarda C & G Servizi Ravenna C.A.I.E.C. Cesena C.A.M. Ravenna Canario Forlì Capri Imola Casadei e Pellizzaro Forlì Centro Servizi Doganali Pievesistina di Cesena Chiadini Cristina Forlì Ciclat Trasporti Ambiente Ravenna Cna Forlì-Cesena Forlì Co.Na.Se Conselice Colas Pulizie Industriali Ravenna Colas Pulizie Locali Ravenna Columbia Transport Ravenna Con.Eco Trasporti Ravenna
Concorde Snc Forlì Consorzio Frutteto Spa Cesena Coop. Arte Muraria Forlì Coop. Bagnini di Riccione Riccione Coop. Facchini Cotignola Cotignola Costamp Forlì Cristyle di Borghini Cristina San Michele (RA) Croce Verde Novafeltria Novafeltria Di Girolamo Mirella Imola Diag Investigazioni Ravenna Dibimont San Giorgio Jonico Dipendenti Pieri Group Cesena Dolcetti Loredana Forlì Duravit Italia Fornace Zarattini - Ravenna Ecologia Edile Faenza
Eltec Forlì Euroclean Forlì Fabbri Costruzioni San Leo Fabbri Giordano Forlì Fabo S.I. Massa Lombarda Fam Batterie Meldola Farolfi Alberto Prom. Finanz. Fineco Bank Forlì Fattoria Fonfetto Società Agr. Novafeltria Fiuzzi David Agente di Commercio Cesena Focaccia & Minguzzi Russi Fornasari Fabio Forlì Fosfitalia Spa Ravenna Franco System Fusignano Gemar Cervia Graziani Roberto Packaging Mercato Saraceno
UN RINGRAZIAMENTO ANCHE A A.L.A.C. Gattolino di Cesena A.R.Co. Cotignola Ably Funo di Argelato Agenzia La Villa Faenza Agriflex Forlì Ali Longiano Alqua Taranto Andrea Gonnella Forlì Antonelli Cesena Aqua Plus Faenza Ar-Fer Castrocaro Terme Argelli Fusignano Aristide Brini Lugo Art Campenter Rocca San Casciano Artigiana Legno Russi Asita Faenza
Astolfi Riccardo Santarcangelo di Romagna Astra Faenza Atlanta Stretch Poggio Torriana Autocarrozzeria Mentana Lugo Baldini Riccardo Forlì Batani Matteo e Barbara Melchiorri Cervia Belgradi Renata Cotignola Beltrami Sergio Dott. Ing. Imola Bersani Otello Alfonsine Bianchi Mauro Forlì Bipres Rocca San Casciano Boghi Serena Morciano di Romagna Bortolotti Sergio Filo Argenta Bragagni Farolfi Forlì Brighi Santarcangelo di Rom.
15 Aziende in campo
Group Service Energy Ravenna GSM Cesena Ideato Cesena Impresa Edile Muceli Gian Paolo S. P. in Trento (RA) Inspecta Forlì Iron Tech Faenza Italmont Taranto La Base Revisioni Forlì La Splendida Cesena Laurenti Maria Luisa Bagnacavallo Lnt Sea Terminal Ravenna L’Ortolano Cesena M.G. Coriano M.I. Tech Imola Macelleria Bertoni Gianluca Ravenna Maini Roberta Bagnacavallo
Maxisald Bertinoro Mengozzi Torneria Lavorazioni Meccaniche Forlì Metal Service Forlì Milani Massimo Alfonsine Morelli Luisa e Franco Ravenna Morigi Roberto Forlì Moroni Geom. Nerio Faenza Nanni Silvia (Fideuram) Fusignano Nemo Industrie Mercato Saraceno Nitrocolor Faenza Nuova Cei Santarcangelo di Romagna Nuova Me.G.A. Ravenna Officina Dell’Ambiente Conselice Ogf Plastica di Olivieri Rimini Olivieri Andrea e Mirka Fusignano Omega Engineering Imola
Optima Forlì Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Rimini Oremplast Massa Lombarda Pagliaccio Annamaria Lugo Pagliarani Stefano Cesenatico Pansecchi Dott. Davide Ravenna Paresa Cesena Parisi Sabrina Forlì Pazzaglini Lino & C. S. Giovanni in Marignano Petra Ravenna Bassette Pieri Daniele Bertinoro Pisanelli Giuseppe Forlì Polienergie Surl Faenza Pro.Pa.R Fornace Zarattini (RA) R.B.M. Massa Lombarda Rebuffi Architettura Ravenna
Resina Forlìvese Forlì Riminibanca Rimini Riviera Congressi Rimini Rondinelli Gino Lugo Salvatori Lionella Lugo Si.Ver. Costruzioni Massa Lombarda Sintoni Guido Ravenna Siroli Corrada Voltana - Lugo Sirotti Laura Ravenna Soleado Bertinoro Stella Marina Cattolica Studio Cirilli Ravenna Bassette Studio Commerciale Focaccia e Tarroni Ravenna Studio Economisti Associati Bologna Studio Lmb Commercialisti Associati Rimini
Studio Notarile Associato Alessandro Torroni, Silvia Defiorian Forlì Studio Reno e Samoggia Forlimpopoli Studio Rivalta Lugo Studio Scialdone Lugo Studio Tecnico Geom. Tellarini Lugo Succi Claudio Rappresentanze Forlì T.B.T. Sas di Caroli Riccardo & C. Ravenna Tecnoteam Ravenna Torrefazione Canario Forlì Tropical Lane Coriano Vaccari Enrico Fusignano Vertaglia Porte Santarcangelo di Romagna Zoli Wainer Forlì
Fcf Ravenna Gencantieri Magenta Gusberti Marcello Monza Hermes Genova Isolfin Ravenna Italmet Ravenna Ksb Italia Concorezzo Linear Form Ravenna Manuten Co.M.I.C. Ravenna Maya Tecnologie per l’Ambiente Ravenna
Menotti Poverini Ravenna Montanari Andrea Ravenna Nuova Olp Ravenna O. M. G. Marina di Strongoli Omc Montaggi Oria Orsanigo Riccardo (Det-Tronics) Regno Unito Precision Fluid Controls Sr Milano Prosider Ravenna Quality Test Ravenna Sandvik Italia Milano
Secom Service Ravenna Siderflange Cesena Siderurgica Ravennate 2.0 Ravenna Solving Italia Lesa T.A.L. Tubi Acciaio Lombarda Fiorenzuola d’Arda Team Engineering Ravenna Tecnosald Ravenna Ravenna Tecnova Ht Pregnana Milanese Tifernogas Città di Castello Verlicchi Romano Ravenna
FORNITORI ROSETTI MARINO SPA 3B Technology Ravenna Amedea Servizi Sasso Marconi Axo Construction Ravenna Baglietto La Spezia Be.Ta. Mercato Saraceno Bergo Impianti Taglio Di Po Biesse Sistemi Ravenna Bullonerie Riunite Romagna Forlì C.R.A. Inox Piobbico Camerani & Meldolesi Ravenna
Cm-Ts Taranto Coibent Plastic Forlì Coiver Cormano Consorzio Blue Line Group Monfalcone Consorzio Rmb Ravenna Dafram Urbisaglia E.Qu.A. Ravenna Edilgrid Torriana Elios Digital Print Ravenna Fase Service Forlì
16 Le nostre storie
Assaporare il presente, al di là del tumore La storia di Chiara, paziente libera da malattia Pioviggina a Rimini, la mattina del 18 gennaio 2019, di quell’acqua da cui non riesci a ripararti neppure con ombrello e impermeabile: il modo di penetrarti nelle ossa e farti stringere le spalle in un brivido tremolante, lo trova comunque. Ma Chiara, nella sede IOR, entra comunque con un sorriso; e un raccoglitore enorme sottobraccio. Sembra l’album di fotografie dove stipare i momenti più importanti di una vita intera: il giorno del matrimonio, le foto del viaggio di nozze, la nascita delle figlie Giorgia e Giada. All’interno di quel pesante plico Chiara ha stipato invece tutti i risultati di tutte le visite di controllo fatte da novembre 2014, la data della prima mammografia su cui è stata riscontrata una fatidica opacità. Nulla che valga la pena di essere ricordato con affetto: nulla che possa essere dimenticato, nemmeno col massimo sforzo. Eppure Chiara ha deciso, per qualche ragione, di portarselo dietro; probabilmente per consultarlo nel caso in cui, durante il racconto della sua sventura, dovesse avere qualche incertezza. Neanche a dirlo, quel raccoglitore non verrà mai aperto: rimarrà una presenza, silenziosa e pesante, a margine della scrivania. Chiara non ha bisogno di suggerimenti: ha tutto perfettamente in testa. «Il destino ha voluto che, quando mi hanno chiamato dall’ospedale, io fossi al lavoro e avessi lasciato il telefono a
casa», spiega. Così a rispondere è il marito, ma la voce all’altro capo del ricevitore lo informa che, quello che ha da dire, può riferirlo solo alla diretta interessata. Una necessità di discrezione che rivelava molto di quello che avrebbe dovuto comunicare l’operatore. «Pensai subito che la frittata era fatta: corsi in bagno per asciugare le lacrime e rendermi presentabile per il resto del turno.». Il lavoro si rivela l’assoluta priorità di Chiara, che addirittura decide di rimandare biopsia e agoaspirato di ventiquattro ore per potersi sottoporre ai test durante la giornata di riposo. «Esami più approfonditi rivelarono tre noduli al seno. Accettai la diagnosi impassibile: ormai le lacrime che avevo, le avevo già piante. Mi sentivo ovattata, come se mi guardassi dall’esterno, come se quella diagnosi appartenesse a una persona che non ero io: mi chiesero di scegliere tra tentare una quadrantectomia o optare per una mastectomia, così decisi di prendermi un weekend per pensare.».
Dopo attenta riflessione Chiara opta per l’intervento più radicale: la prospettiva di poter forse evitare quella chemioterapia, tanto importante quanto temuta, si rivela decisiva. «Dopo l’intervento i linfonodi sentinella hanno dato esito negativo, quindi mi ritengo molto più fortunata di tante persone che hanno vissuto la mia stessa disavventura. Certo, la cura ormonale è stata pesante: ne ho sentito ogni controindicazione, fino ad arrivare a sentirmi molto più vecchia della mia età. Tuttavia dopo l’intervento ho trovato la forza di reagire, di uscire da quello stallo in cui ero piombata con la diagnosi. Ho sorpreso me stessa.». L’interruttore è proprio Giada, la figlia minore, a spingerlo: una bimba che all’epoca ha solo otto anni, e che affronta la malattia della madre con tutta la fragilità e l’ingenuità di cui è capace una fanciulla. «Inizialmente si rifiutava di vedermi, aveva troppo timore di quello che avrebbe visto: ma due settimane di ricovero si sono rivelate troppe anche per lei. Appena mi ha visto ha esclamato: “Mamma, ti manca un seno!”. Non so come abbia fatto a notarlo.». Chiara adesso non è solo libera da malattia, ma anche dalle paure che la paralizzavano: ed è forse per dare una scossa alle altre donne che stanno vivendo la medesima esperienza che ha deciso di abbracciare il volontariato.
17 Le nostre storie
«Dopo la malattia ho conosciuto sia il Punto Rosa che l’Istituto Oncologico Romagnolo. Ho trovato delle amiche con cui parlare la stessa lingua: per noi qualsiasi cosa, anche un mal di testa, ha un significato ben diverso da chiunque non abbia affrontato il cancro. Abbiamo una chat in cui ci scambiamo continui suggerimenti, consigli, esperienze: io le chiamo le mie pink sisters.». Chiara appena trova un minuto dal lavoro va a casa delle sue nuove sorelle, per far loro compagnia e tirarle su nei momenti di difficoltà. «Mi porto dietro gli ingredienti e cucino: faccio pasta fatta in casa, ma anche dolci e torte. È un modo per distrarci e non parlare sempre della malattia: in certe occasioni è davvero complicato, soprattutto quando siamo consapevoli che il quadro clinico non è dei migliori. Ultimamente alcune delle ragazze non ce l’hanno fatta: è stata davvero una brutta botta, che mi ha fatto capire ancora di più quanto sia stata fortunata.». Ed è forse proprio per elaborare questi lutti che Chiara ha deciso di accettare la sfida della dottoressa Elisa Ruggeri, psicologa che ha appena attivato presso lo IOR un percorso di mindfulness. «Quando mi ha spiegato di cosa si trattava, ho accettato di partecipare con un bel carico di sana curiosità mista a scetticismo.». «E’ in assoluto la maniera migliore di approcciarsi a questa pratica», interviene la psicologa, che durante tutta la chiacchierata
rimane sempre al suo fianco. Chiara si presta agli esercizi come fossero i numeri di magia d’uno strano prestigiatore, col sorriso distaccato di chi sa che sotto sotto c’è il trucco: poi si scioglie e comprende. Guardando fisso un muro bianco mentre mangia capisce che l’eccessiva frenesia della vita moderna l’ha portata a cibarsi, a nutrirsi, mai a gustare veramente ciò che porta alla bocca. Osservando in silenzio gli occhi di una compagna sente il suo corpo pervaso da un calore mai provato in precedenza, che l’ha portata a sciogliersi in un pianto di gioia liberatorio, condiviso con l’amica. Concentrandosi sulla respirazione ha imparato a dar maggior
importanza al qui ed ora. «Grazie alla mindfulness ho molta più attenzione e consapevolezza. Prima passeggiando per strada guardavo le cose ma non le osservavo veramente: era come se fossi perennemente distratta. Anche a livello interpersonale mi ha aiutato molto a gestire l’impulsività, specie in famiglia. Essendoci passata penso che sia di grande aiuto anche per le pazienti, per fare in modo che l’angoscia di una diagnosi e di un futuro incerto non prenda il sopravvento.». Chiara sorride: il futuro non è più un problema; il passato è chiuso nella sua mente e in un pesante raccoglitore che non apre mai; il presente, un qualcosa da assaporare, senza distrazioni.
LA MINDFULNESS
UN PERCORSO DI NUOVA CONSAPEVOLEZZA Migliorare l’offerta psicologica a favore delle pazienti, per stare a contatto con le emozioni che emergono dalle cattive notizie e accogliere la sofferenza in modo consapevole: è questo lo scopo del percorso di mindfulness dell’Istituto Oncologico Romagnolo, attivato a Forlì e Rimini e presto anche a Imola, Faenza e Ravenna. Mindfulness è una parola inglese traducibile con il termine italiano “consapevolezza”: tuttavia presuppone risvolti che il nostro vocabolo non possiede. Nelle parole di Jon Kabat-Zinn, pioniere della tecnica, significa «prestare attenzione, ma in un modo particolare, con intenzione, al momento presente; in modo non giudicante». Si tratta dunque di un modo per dare maggior valore al qui e ora, per non darla vinta alle angosce e alle preoccupazioni verso il futuro, proprio e dei propri cari, che una diagnosi di cancro fa scaturire. «La pratica della mindfulness offre, in questo mare in tempesta, un’opportunità – spiega la dott.ssa Ruggeri –; è importante allenare le persone a portare un’attenzione gentile e non giudicante all’esperienza momento per momento, offrendo una maggiore consapevolezza, un grado di auto-comprensione e la capacità di riconoscere le emozioni senza esserne schiacciati. Il progetto si pone come obiettivo quello di offrire alle partecipanti una serie di competenze che possano essere integrate nella quotidianità, al fine di gestire efficacemente lo stress, il dolore, la malattia e i cambiamenti che questi portano nella vita di chi soffre. A ciascuna partecipante viene data la possibilità di seguire l’intero percorso assieme a un accompagnatore. D’altronde, il tumore è una malattia che colpisce non solo la singola persona, ma tutto il sistema famiglia.». Per maggiori informazioni contattare il numero della sede di riferimento.
18 Le nostre storie
Il sorriso nella malattia
La storia di Mario, Susi e Marica, operatrice socio-sanitaria dell’assistenza domiciliare IOR «Faccio la pipì, faccio la pupù, ma con la mia mente sto costantemente a Marica.». Chi segue Checco Zalone non può non riconoscere la sua dissacrante ironia in questa piccola citazione, e magari finirà col canticchiare la canzone che compare nel suo film campione d’incassi «Cado dalle Nubi»: un pezzo che il suo personaggio dedica amorevolmente a colei che gli ha rubato il cuore, ma che è oramai diventato una specie di simpatica condanna per tutte le donne che rispondono a quel nome. Mario e Susi, per esempio, accoglievano in questa maniera la nostra operatrice socio-sanitaria per il territorio di Rimini e Riccione, Marica Innocenti, ogni qualvolta lei si recava al loro domicilio: e mentre cantavano indossavano buffi occhiali arancioni, di dimensioni smisurate, per rendere il tutto ancora più comico. La canzone di Checco Zalone rappresentava solamente l’innesco per quella che diventò ben presto una sorta di
intima, amorevole routine tra loro, ripetuta per due o tre volte a settimana, a seconda delle esigenze. Dopodiché Marica si prendeva cura dell’igiene di Mario, e tutti insieme andavano in giardino per la colazione, seguiti dal cagnolino della coppia e dalla gallina, Gina. «Si è instaurato da subito un rapporto di grande complicità tra loro due – ci spiega Susi – cosa affatto scontata trattandosi di una ragazza giovane e inizialmente sconosciuta. Mario e Marica hanno da subito scherzato tanto: quante risate ci siamo fatti! Abbiamo riso e pianto, tutti insieme.». Già, i pianti. Le lacrime non erano infrequenti, a causa di una malattia che stava rapidamente progredendo, nonostante le terapie, nonostante l’intervento. «Il 14 settembre 2017, mentre andavo al lavoro, ho ricevuto una chiamata da mio marito – afferma Susi – che era stato vittima di un attacco epilettico e non riusciva più a muovere un braccio. Un autentico
fulmine a ciel sereno: Mario non aveva mai avuto alcun sintomo, ad eccezione di qualche sporadico mal di testa che lui stesso attribuiva alla cervicale.». Al Pronto Soccorso gli esami evidenziano una massa nel cervello di Mario, e test ulteriori riveleranno che si tratta di gliosarcoma. «La neurochirurga che l’ha poi operato ci ha da subito preventivato un percorso lungo e difficoltoso, per cui Mario avrebbe dovuto dar fondo a tutta la sua determinazione e pazienza. Lui era una persona forte, tutta d’un pezzo, e ha reagito da subito con grande combattività. A chiunque gli chiedesse della malattia, rispondeva che tanto avrebbe vinto lui.». Tuttavia Susi sapeva che in quella situazione la vittoria non era un’opzione. Lo sapeva perché gliel’aveva spiegato in privato l’oncologo che avrebbe seguito il trattamento di suo marito all’indomani dell’intervento. «Mi ha da subito confermato che si tratta di un
19 Le nostre storie
male che si può curare, ma da cui purtroppo non si guarisce: le terapie possono aumentare la sopravvivenza e far stare meglio il paziente, ma è questione di tempo prima che prenda il sopravvento.». Lo spirito combattivo di Mario gli ha donato momenti meravigliosi. «È stato un periodo bruttissimo ma anche bellissimo: eravamo circondati da amici, affetti, persone che venivano tutti i giorni a farci visita. Ho ricordi splendidi di quelle giornate, tanto è vero che ho fatto sin da subito, e fino all’ultimo giorno, tantissime foto, per cercare di immortalare tutto l’amore che c’era in casa nostra.». Ciò nonostante la malattia procedeva nel suo inesorabile percorso distruttivo: ben presto Mario si è trovato costretto a letto, perché non più in grado di camminare. «Fu in quella situazione che la psicologa che seguiva mio marito mi fece conoscere il servizio d’assistenza domiciliare dello IOR. Già dalla prima telefonata ricordo che avvertii nitidamente il senso d’accoglienza che traspariva da questa realtà: in una situazione completamente nuova, e personalmente molto complicata, mi sono sentita presa per mano dai volontari e soprattutto dalla psicologa, la dott.ssa Elisa Ruggeri. Ed è proprio da lei che mi è arrivato il contatto di Marica, l’operatrice socio-sanitaria dello IOR per il territorio di Rimini e Riccione.». L’intesa tra le due è immediata. «Marica ha contribuito a portare normalità in una situazione in cui, per una coppia di 45 anni, di normale non c’era nulla. È una ragazza socievole, aperta: ogni volta che veniva portava il sole nelle nostre giornate grigie. E comunque, al di là del rapporto personale che si è creato tra noi, fornisce un servizio indispensabile. Quando hai una persona inferma, a casa, che non può muoversi, avere una mano soprattutto per le questioni legate all’igiene è qualcosa di impagabile, che aiuta il malato ad affrontare la propria quotidianità con
maggiore serenità. Inoltre, l’assistenza domiciliare dello IOR non ha limiti di orologio: Marica rimaneva da noi per tutto il tempo necessario, e spesso anche oltre. È normale che, in una situazione del genere, si sia instaurata una relazione che va al di là di ciò che abbiamo vissuto, e che prosegue tuttora: oramai la sento come una persona di famiglia.». Nonostante una lotta strenua e coraggiosa, Mario è stato costretto ad arrendersi: come preventivato, la vittoria non era un’opzione. «Ricordo che il giorno del funerale Marica è stata sempre accanto a me: so che di norma è una cosa che non fa, per evitare di
farsi coinvolgere troppo emotivamente, ma per Mario ha sentito di dover fare un’eccezione.». Alla fine della cerimonia le due amiche si abbracciano e cantano insieme, per l’ultima volta, il motivetto di Checco Zalone: il loro modo per salutare, col sorriso, una persona speciale, che ha avuto un sorriso per chiunque lo andasse a trovare fino all’ultimo giorno in cui è stato cosciente. Susi e Marica ancora oggi si vedono, si sentono, si sorreggono. Sorridono di cuore ripensando agli occhialoni arancioni, a Gina la gallina, al passato che li lega e al futuro che le vede comunque accanto.
L’assistenza domiciliare è uno dei servizi che l’Istituto Oncologico Romagnolo offre ai pazienti in difficoltà e alle loro famiglie in maniera del tutto gratuita, grazie alla generosità di chi lo sostiene. Destinare a noi il tuo 5x1000 è un modo concreto per aiutarci a fornire questa opportunità a sempre più persone, come Susi, che ne hanno bisogno. E’ un gesto che non costa nulla, ma che può fare davvero la differenza. Al momento della dichiarazione dei redditi ricorda di donare il tuo 5x1000 apponendo la firma nel riquadro “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale…” e aggiungendo il codice fiscale: 00893140400. Se vuoi saperne di più, vai sul sito: www.ior-romagna.it/5xmille. Grazie!
20 Aziende in campo
La ricerca nel DNA
Dal Gruppo Eurovo 100.000 euro per l’immunoterapia
Lunedì 30 gennaio, presso il Circolo Sersanti di Imola, è stato presentato il primo progetto di Gruppo Eurovo per la valorizzazione della ricerca scientifica. Per l’occasione sono state identificate tre solide realtà del territorio, che hanno fatto della spinta verso l’innovazione applicata alla cura del paziente e della persona un cavallo di battaglia: AIL Ferrara, Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e Istituto Oncologico Romagnolo. Gruppo Eurovo ha identificato, per ciascuno di questi enti, uno specifico progetto di ricerca scientifica da sostenere con una donazione di ben 100.000 euro ognuno. Per quanto attiene allo IOR, l’azienda leader in Europa nella produzione e distribuzione di uova e ovoprodotti ha scelto di supportare lo studio riguardante l’immunoterapia cellulare avanzata portato avanti presso l’IRST IRCCS di Meldola dal dott. Massimo Guidoboni: una nuova opportunità terapeutica che è già realtà, e che rappresenta una speranza concreta per i pazienti che soffrono, tra le altre cose, di melanoma, tumore del rene e colon-retto. «Possiamo dire che la ricerca è nel
DNA della nostra azienda – ha spiegato Ireno Lionello, Direttore Generale del Gruppo Eurovo nel corso della conferenza stampa – perché fa parte da sempre del nostro modo di fare impresa. Siamo nati sessant’anni fa da un’idea imprenditoriale di mio nonno e sin da allora abbiamo investito in ricerca. La ricerca è ciò che ha favorito lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e così, in tre generazioni, sia la passione, ma anche l’innovazione e l’automazione dei processi, hanno reso una piccola impresa basata sulla sgusciatura manuale di uova il grande gruppo che siamo adesso. L’innovazione ci ha permesso di crescere e di assicurare prodotti di alta qualità e che rispondono alle richieste dei consumatori. Ma siamo ben consapevoli che l’innovazione, riguardando ogni impresa e ogni settore, richiede continui investimenti: crediamo che le imprese debbano creare sinergie con la medicina per aiutarla a fare passi avanti nella ricerca di nuove cure.». «Abbiamo individuato questi tre enti per il valore delle esperienze che da
decenni promuovono – ha aggiunto Silvia Lionello, Direttore Servizi del Gruppo Eurovo, che ha fortemente voluto questa iniziativa – non soltanto dal punto di vista dei traguardi conseguiti e degli avanzamenti che ne sono scaturiti, ma anche per il legame di solidarietà che nel tempo sono stati capaci di costruire tra il territorio e la ricerca. Per la nostra azienda guardare al futuro significa sostenere quei progetti che concretamente aspirano al miglioramento della salute. Crediamo che le aziende debbano dimostrare con fatti concreti, anche con un orizzonte più ampio del ristretto ambito aziendale specifico, l’attenzione alle persone. La malattia è un aspetto umano che purtroppo può far parte della vita di ogni persona e di ogni famiglia: avere un ruolo nel sostegno a progetti come quelli che ci vedono di fianco ad AIL, IOR e Rizzoli è un modo per essere concretamente vicini alle famiglie dei dipendenti e del territorio in cui operiamo. La nostra collaborazione non termina con la donazione attuale: oggi facciamo solo un primo passo.».
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CESENA Alimentiamo la salute
Lo IOR, grazie al prezioso sostegno del Mercato Ortofrutticolo di Cesena, ha rinnovato il suo impegno nel sensibilizzare i più giovani ad una sana alimentazione, promuovendo il consumo quotidiano di frutta e verdura. Così, l’11 e 12 ottobre scorsi sono stati coinvolti oltre 200 alunni tra le scuole primarie di Gattolino e il Sacro Cuore di Cesena nell’ambito del progetto di prevenzione “Alimentiamo la salute”. Attraverso divertenti laboratori è stato trasmesso il concetto della stagionalità di frutta e verdura; la mattinata si è poi conclusa con una gustosa merenda.
Comunità in Festa - Conad Ottantamila visitatori, 30 associazioni coinvolte e più di 5.000 partecipanti
agli oltre 200 eventi che hanno animato la rinnovata Piazza della Libertà: sono alcuni dei numeri di “Comunità in Festa”, l’iniziativa organizzata da Conad nel periodo natalizio. Non poteva ovviamente mancare lo IOR che, oltre ad aver allestito nei weekend un mercatino natalizio, ha realizzato importanti momenti di prevenzione rivolti alle scuole elementari e medie di Cesena, con la collaborazione delle biologhe IOR e della dott.ssa Annamaria Acquaviva.
IOR e Confartigianato Mercoledì 14 dicembre, presso ICOOK Taste&Share, si è svolto un importante incontro sulle corrette abitudini alimentari a tavola, promosso da Donne Impresa Confartigianato di Cesena assieme allo IOR. La dott.ssa Patrizia
Serra, Coordinatore Data Manager della U.O. di Biostatistica e Sperimentazioni Cliniche dell’IRST IRCCS di Meldola, è intervenuta spiegando l’importanza di una sana e corretta alimentazione e di come il cibo influisca sulla nostra salute. A seguire, degustazione e show cooking a cura dello Chef Thomas Marfella.
Mercatini di Natale Come da tradizione, i Volontari IOR di Cesena si sono impegnati nel lungo periodo antecedente il Natale nei consueti mercatini natalizi, presso l’Ipercoop del Savio, il Famila di Torre del Moro e gli spazi concessi da Conad in Piazza della Libertà. La distribuzione in cambio di offerte di prodotti artigianali, capi realizzati a mano e mazzi di vischio ha reso possibile un incasso di oltre 5.800 euro.
Ringraziamenti Desideriamo ringraziare sentitamente la Cangini Benne SRL per la serata organizzata presso l’ex sala dei Mecenati di Sarsina, lo scorso 14 novembre. In tale occasione, il Presidente IOR prof. Dino Amadori ha presentato la sua autobiografia “Anima e Coraggio” davanti ad una folta platea di imprenditori dell’alta Valle del Savio.
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FAENZA Mercatini Solidali
Si è concluso domenica 25 novembre il mercatino organizzato dai volontari di Faenza presso la ex Chiesa di San Vitale; l’edizione 2018 ha raccolto la somma di 16.876 euro a sostegno dell’importante progetto di ricerca sull’immunoterapia cellulare avanzata portato avanti dal dott. Massimo Guidoboni e dalla sua equipe. Anche il gruppo volontarie casolane, durante il periodo natalizio, ha realizzato un mercatino di solidarietà partecipando anche all’iniziativa “Casola è un Presepe”. Anche quest’anno il risultato è stato ottimo, l’incasso totale devoluto allo IOR è stato di 1.250 euro. Le volontarie ringraziano di cuore tutti i concittadini per la grande generosità che sempre dimostrano verso le iniziative dello IOR.
II Charity Dinner Venerdì 30 novembre si è svolta la seconda edizione della cena di raccolta fondi di Faenza presso il ristorante Casa Spadoni. Una serata esclusiva di solidarietà e beneficenza, il cui format è rimasto il medesimo dello scorso anno e gli ospiti hanno passato una piacevole serata alla presenza dei responsabili dei reparti di chirurgia e di oncologia dell’ospedale manfredo, i
dottori Giampaolo Ugolini e Stefano Tamberi. Grazie alle aziende partner dell’iniziativa: Granfrutta Zani e Gruppo Nitrocolor.
Anima e Coraggio Continua il viaggio di presentazione del libro autobiografico del prof. Amadori dal titolo “Anima e Coraggio”. Nel pomeriggio di sabato 12 gennaio l’autore è stato ospite del Molino Scodellino di Castel Bolognese, antico e suggestivo manufatto attualmente sede di molteplici iniziative. Dopo i saluti istituzionali del sindaco castellano Daniele Meluzzi e della presidentes-
sa dell’Associazione Amici del Molino Scodellino Rosanna Pasi, la parola è passata al nostro prof. Amadori che con la sua consueta verve ha intrattenuto il pubblico accorso numeroso.
Raggisolaris Faenza I nostri volontari saranno presenti alla partita Rekico Faenza vs Orva Lugo in programma lunedì 18 marzo alle ore 20.30 presso il PalaCattani sito in Piazzale Tambini 5 a Faenza. Ringraziamo di cuore la società Raggisolaris per averci accolto dandoci la possibilità di poter raggiungere tanti spettatori in questo importante derby romagnolo.
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FORLÌ Festività solidali
Anche quest’anno la Scuola di Ballo Son Cubano ha destinato l’incasso del suo saggio natalizio, 910 euro, a favore dello IOR: un grazie particolare per questo splendido esempio di regolarità e costanza nel sostegno dei nostri progetti. Inoltre, per il secondo anno Radames e il Club De Pasador di Forlimpopoli hanno organizzato a Forlimpopoli la festa della Befana, una festa gratificata da una splendida giornata di sole, grazie alla quale è stata devoluta una generosa donazione a favore dello IOR pari a 1.000 euro. Ringraziamo di cuore infine tutti i Volontari di Forlì e dei nostri Punti IOR di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Dovadola, Forlimpopoli, Meldola, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano e San Piero in Bagno per la discreta ma fedele dedizione con la quale si dedicano ogni giorno dell’anno a sostegno delle attività a favore del nostro Istituto. Soprattutto nel periodo natalizio la loro solerzia è preziosa per la gestione ed organizzazione dei mercatini, grazie ai quali sono stati raccolti oltre 12.000 euro.
Charity Dinner di Forlì Grande successo per il Secondo Cha-
rity Dinner IOR di Forlì tenutosi presso Eataly in piazza Saffi lo scorso 10 dicembre 2018. Un ringraziamento particolare a Michela di Eataly e a tutto il suo staff per la professionalità e l’accoglienza, alla Pasticceria Flamigni che anche quest’anno ci ha regalato le sue golosità, agli sponsor Idrotermica Coop e Ortomio, agli amici di Assicoop e a tutte le persone che con la loro partecipazione ci hanno consentito di raccogliere in una sola serata ben 7.915 euro. Il ricavato andrà a sostenere gli studi riguardanti l’immunoterapia cellulare avanzata portati avanti
presso l’IRST IRCCS di Meldola dalla squadra del dott. Massimo Guidoboni. Ringraziamo per la preziosa collaborazione i ragazzi dell’Istituto Tecnico Commerciale Carlo Matteucci, che ci hanno aiutato nell’accoglienza durante l’evento grazie al progetto di Alternanza Scuola Lavoro promosso dalla scuola.
San Piero in Bagno Un ringraziamento particolare e speciale per il gruppo di volontari del Punto IOR di San Piero in Bagno, il paese più lontano alla sede di Forlì ma legato da un filo speciale che ha importanti radici nel passato del nostro Istituto. Nel corso del 2018 l’instancabile lavoro dei volontari IOR, nelle varie attività di raccolta fondi come le esequie, i mercatini e la Festa della Mamma ha portato l’importante contributo di 20.167 euro.
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IMOLA Dicembre ricco di solidarietà
«Uno studio scientifico recente ha stabilito come ogni giorno, nel corpo di ciascuno di noi, si formano circa cento cellule potenzialmente in grado di dar luogo a una neoplasia: ma il nostro sistema immunitario risulta solitamente molto efficiente nel riconoscerle e ucciderle prima che possano svilupparsi. Tuttavia, di tanto in tanto, qualcosa può eluderne la sorveglianza, a causa delle controffensive che la malattia mette in atto. Sotto la definizione di immunoterapia ricadono quindi una serie di modalità terapeutiche che vanno a colpire meccanismi diversi adottati dal cancro, a seconda dei farmaci utilizzati; ciò che hanno in comune è la caratteristica di voler utilizzare il sistema immunitario per sconfiggere e uccidere le cellule tumorali.». Parola del dott. Massimo Guidoboni, Responsabile Immunoterapia e Terapia Cellulare Somatica dell’IRST di Meldola. Sono questi i progetti che gli imolesi hanno sostenuto durante il mese di dicembre; un mese all’insegna della solidarietà e della lotta contro il cancro. Ha aperto le danze la seconda edizione dell’Aperitivo Solidale dello IOR, svoltasi giovedì 13 presso la “Pasticceria La Rocca”: un appuntamento pensato per un pubblico giovane ma
sensibile, cui ha preso parte anche il dott. Massimo Guidoboni, che ha permesso una raccolta di 1.400 euro. Hanno seguito sabato 15, martedì 18, giovedì 20 e sabato 22, giornate in cui il centro storico ha ospitato il mercatino solidale a cura dei volontari della sede IOR di Imola con le tradizionali stelle di Natale, che hanno incassato oltre 1.700 euro. Sempre sabato 15 il Centro sociale di San Prospero ha raccolto oltre 700 euro servendo più di 80 piatti di polenta al ragù e ospitando un Torneo di Beccaccino Solidale che ha visto sfidarsi 21 coppie premiate grazie alla generosità di aziende, quali la Coop. Ceramica di Imola, l’azienda vitivinicola Prantoni, la Cooperativa Trasporti Imola, la CLAI e DECO industrie che hanno donato i premi per questa serata.
Prevenzione al Bar Minimo Domenica 16 dicembre il Bar Minimo ha organizzato una giornata dedicata interamente alla prevenzione e alla sensibilizzazione delle nuovissime generazioni sui temi di un corretto stile di vita quale arma per minimizzare il più possibile il rischio di sviluppare malattie, tra cui le neoplasie. La giornata ha visto coinvolti bambini e genitori in un’avvincente caccia al tesoro: un modo divertente per imparare tutti assieme, giocando, alcune fondamentali prassi per mantenersi in salute. Per poi proseguire con un “aperitivo con i baffi” a sostegno della campagna social #movemberromagnolo, con cui lo IOR sensibilizza gli uomini sul tema dell’importanza di atteggiamenti di prevenzione ed autodiagnosi contro i tumori maschili.
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LUGO Inaugurata la stanza del silenzio
Progetto Margherita
Il 6 dicembre scorso, in occasione della cerimonia dei nove anni dell’Hospice “Benedetta Corelli Grappedelli” di Lugo, è stata inaugurata la stanza del silenzio, nata dall’esigenza di mettere a disposizione dei famigliari un’ambiente in grado di offrire loro un momento di privacy. Lo IOR ha potuto finanziare i lavori grazie anche al contributo dell’Associazione “In Chiave Cristiana” e dell’Associazione Mercatino della Solidarietà “Riciclare si può” di Villanova di Bagnacavallo; inoltre le ditte Lectron e “Tutti colori + uno” hanno effettuato i lavori totalmente a loro carico. L’ing. Alberto Pezzi e l’arch. Silvana Capanni hanno prestato la loro opera gratuitamente.
Il 30 novembre al Ristorante “La Rosa dei Venti” di Ca’ di Lugo il Rotaract ha organizzato una cena per sostenere la campagna “La mia mamma è bellissima”. Il ricavato della serata è stato di 1.300 euro. Domenica 20 gennaio dalle ore 9 alle ore 18 presso i locali della Formart in Corso Garibaldi 80, in collaborazione con Confartigianato, i parrucchieri hanno organizzato l’iniziativa “Una Piega per lo IOR”; hanno dato la loro disponibilità anche sette estetiste per la manicure. La partecipazione, grazie al passaparola, è stata straordinaria, a dimostrazione che la sensibilità della popolazione ha superato ogni più rosea previsione. All’even-
Mani di donna Anche nel 2018 il mercatino “Mani di Donna” ha dato buoni frutti. Le volontarie di Massa Lombarda, grazie ad un lavoro costante e puntuale, hanno prodotto tantissimi manufatti, che sono stati esposti per raccogliere fondi in occasione del Mercatino di San Paolo, della Sagra del Cappelletto Invernale e a Natale. Sono stati raccolti 5.480 euro.
to hanno partecipato 222 persone, per una raccolta di 4.081 euro.
Il gabbiano di Conselice A gennaio una rappresentanza dei circa cento volontari de “Il Gabbiano di Conselice” ha portato, presso la sede IOR di Lugo, un contributo di 530 euro in favore dei progetti di assistenza gratuita dei pazienti oncologici e di sostegno della ricerca. La generosa donazione è il frutto di una cena di beneficenza svoltasi lo scorso 23 novembre in cui lo IOR era uno dei beneficiari, assieme all’AIDO e all’AVIS. La serata si è rivelata un successo di solidarietà: i presenti sono stati circa 200, per un ricavato di 1.590 euro, che sono stati suddivisi in parti uguali tra IOR, AIDO e AVIS.
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MELDOLA Impegni di Natale
È veramente encomiabile lo spirito col quale i nostri volontari si adoperano per il buon esito delle manifestazioni destinate a sostenere le attività di lotta contro il cancro. I recenti mercatini natalizi hanno ottenuto un successo sicuramente superiore alle edizioni precedenti. Il nostro banco presso l’IRST quest’anno ha letteralmente superato ogni aspettativa di guadagno grazie soprattutto all’impegno di Emanuela, che lo ha allestito e sempre gestito proponendo i cento piccoli alberi di Natale da lei stessa addobbati e le numerosissime confezioni preparate nella sua abitazione, divenuta, durante il periodo natalizio, un vero e proprio laboratorio. Complimenti anche alla perfetta manualità di Maria: gli oltre quaranta presepi di corteccia di legno allestiti venivano immediatamente esauriti non appena esposti. Tante amiche, inoltre, non hanno fatto mancare il loro sostegno offrendo simpatici oggetti da esse stesse creati: per questo esprimiamo la nostra sentita riconoscenza ad Annamaria, Cesarina, Ida, Lisa, Nancy, Valentina. Anche in piazza Orsini i nostri Volontari capitanati da Mario hanno, come sempre, sfidato freddo e intemperie per garantire la loro presenza nell’ormai tradizionale banco allestito nel centro di Meldola, dove an-
che quest’anno l’immagine dello IOR è stata sapientemente messa in risalto nell’arco creato fra le due colonne di via Cavour abilmente addobbate da Mario e Maria, Sergio e Maria, Daniela e Alfiero. Un caloroso abbraccio, quindi, a tutti i nostri amici che in occasione delle varie iniziative promozionali sono sempre pronti all’appello, oltre a naturalmente tutti i volontari che quotidianamente accolgono i pazienti che arrivano in IRST o li trasportano sulle nostre auto. Un sentito augurio di buon lavoro, infine, a chi sta già preparando i mercatini pasquali che aspettiamo con grande curiosità.
Amo la Vita Negli anni si è creato uno splendido rapporto di simpatia e gratitudine fra i nostri volontari e i pazienti, i loro famigliari, gli operatori e tutte le persone che ogni giorno affollano l’Istituto Tumori di Meldola. Ne è una tangibile testimonianza la poesia che Ughetta, ormai nota amica, ci ha inviato:
Amo la vita Amo la vita e oggi ancor di più perché... l’ho incontrato. E’ lui ... un mostro! Si nasconde si muove in sordina. Oggi il suo nome è sulla bocca di tanti. Lo si pronuncia con fatica, con dolore ma ... non si cede alla paura! Lo si combatte con armi potenti, distruttive. E’ il tempo della battaglia della sofferenza delle ferite delle cicatrici. Poi... La guarigione tanto desiderata la vittoria la gioia di riconoscersi allo specchio. Il mostro non c’è più se ne è andato. Con te i ricordi: i tuoi compagni di viaggio chi ti è stato vicino... chi non ce l’ha fatta. E pensi... Arriverà quel giorno! Il mostro sarà sconfitto sempre! Io voglio crederci: amo la vita e oggi ancor di più.
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RAVENNA A tavola per la solidarietà
Il 27 ottobre, al circolo ANSPI, si è tenuto un pranzo solidale a Pezzolo: la grande partecipazione ha permesso un ricavato di 2.842 euro. Qualche settimana dopo, il 17 novembre, è stato il turno dei volontari di Cervia, che si sono ritrovati presso il ristorante “Il Moro” di Cervia per gli auguri di Natale. Anche in questo caso numerosi i commensali, e un incasso di 1.584 euro a favore del servizio d’accompagnamento dei pazienti del territorio. Infine, il 29 novembre i volontari di Piangipane hanno organizzato una serata conviviale presso la Sala Rotondi per sostenere la ricerca con un ricco buffet, offerto da Romagna Piada.
immunoterapia cellulare avanzata.
Gran Varietà Presso la Scuola Don Minzoni di Ravenna si è tenuto l’evento Gran Varietà con l’Orchestra/Coro dei ragazzi, accompagnati dai prof. L. Loreta e F. Emaldi. Nel corso dello spettacolo c’è stato spazio anche per il gruppo Unotango, mentre Osiride Guerrini ha presentato il coro “A voi cantè neca me” diretto da Patrizia Strocchi. Le interpretazioni del coro, alcune in dialetto, hanno espresso momenti del nostro vivere, come la recita delle “Azdore della poesia” che, fra ironia e satira, ci hanno accompagnato in piacevoli momenti. Recitate in pubblico da Anna Bicocchi e da Luciano Ghinassi, come in un momento di conversazione partecipata, altre poesie dialettali. Il ricavato finale è stato di 1.900 euro, dedicati al Progetto Margherita.
Natale Gala di Ravenna
Il 9 novembre si è tenuta la quarta edizione del Gala di Ravenna, presso la Prefettura di Piazza del Popolo. Presenti le autorità locali, i rappresentanti delle aziende e molte persone che hanno deciso di aderire per sostenere la finalità della serata. Il ricavato di oltre 10.000 euro è stato finalizzato al progetto di
I volontari dei mercatini di Natale sono stati come sempre grandi protagonisti per Ravenna, Russi e Piangipane: 5.400 euro il frutto derivato dal loro instancabile lavoro. Un grazie particolare per aver ospitato i nostri stand a Villanova di Ravenna; a Pievequinta dagli amici dell’Ass. Amici della Pieve; a CNA nell’ambito della serata “Regali a Palazzo” a Palazzo Rasponi; al Cen-
tro Commerciale ESP di Ravenna; e al Comune di Russi. A Palazzo Rasponi l’Associazione Love Emilia Romagna ha organizzato l’1 e 2 dicembre Giocando&Giocando, evento dedicato ai bambini al quale hanno partecipato i nostri volontari, raccogliendo 300 euro a fronte di offerte per palloncini e gadgets. Il 30 dicembre, invece, alla Scuola San Pancrazio si è tenuta la tradizionale tombolata a favore dello IOR. Numerosi i partecipanti, per un incasso di circa 1.000 euro. Grazie infine a tutti i pittori che hanno aderito alla tradizionale manifestazione “Ravenna incontra l’arte” per la generosità dimostrata anche quest’anno.
Una Piega per lo IOR
Anche quest’anno, in occasione della Campagna “La mia mamma è bellissima”, si è svolta “Una piega per lo IOR”. Un grazie particolare allo IAL di via Vulcano a Ravenna per aver concesso i suoi spazi, a Tonina-Parrucchieri che ha ben gestito il coinvolgimento delle undici parrucchiere che hanno aderito, nonché ai fornitori che hanno regalato il materiale per il lavoro delle nostre professioniste, per il buffet e per i fiori con cui sono state omaggiate le oltre 70 signore che sono venute a farsi belle, per un ricavato di oltre 1.000 euro.
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RICCIONE Nuova sede IOR
Il 24 novembre, alla presenza del Sindaco Dott.ssa Renata Tosi, del Presidente Prof. Dino Amadori e del Direttore Generale IOR Fabrizio Miserocchi, è stata inaugurata la nuova sede IOR di Riccione, intitolata alla memoria di Anna Marina Giannini. Grande partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, unitamente ai soci del Lions Club Riccione che, in memoria di Marina, hanno donato un’auto QUBO per il servizio d’accompagnamento pazienti. In quella stessa occasione l’artista Prof. Lorenzo Canducci ha donato una scultura intitolata alla “Solidarietà”. Un ringraziamento particolare al Bar Pepper e alle volontarie che hanno offerto il rinfresco.
Iniziative di solidarietà
Nelle domeniche 18 e 25 novembre le volontarie di Coriano sono state presenti alla Fiera dell’Oliva, raccogliendo 765 euro. In occasione del Movember, campagna di prevenzione dei tumori maschili, la ditta Amarcord ha consegnato un assegno di 1.000 alla nostra sede di Riccione. Infine, il 20 dicembre, i volontari di Cattolica si sono recati in Day Hospital per un omaggio a tutti i pazienti presenti in corsia.
Un Natale di Ricerca
Sono state numerose le iniziative a favore del progetto di immunoterapia cellulare avanzata, portati avanti in Romagna dalla squadra del dott. Massimo Guidoboni. Nella zona di Cattolica e Valconca sono stati raccolti 7.000 euro grazie agli eventi
“Cena d’Autunno”, tenutosi presso il Ristorante il Mulino di Misano Adriatico, e “Nel Blu”, seconda edizione del concerto direttore dal Maestro Fabio Masini presso il Padiglione Fieristico di Morciano. 850 euro invece è stato il ricavato della Cena degli Auguri dei 200 volontari, tenutasi presso il Ristorante Taca Banda il 5 dicembre. La serata è stata anche l’occasione per ricordare con commozione Barbara Bonfiglioli, scomparsa prematuramente, e per ringraziare in particolare Carlo e Renata Vanni di Coriano per il loro impegno. Infine, per il terzo anno consecutivo, il Centro di Buon Vicinato “Parco 7 Nani” ha elargito un’offerta di 1.000 euro a sostegno della ricerca.
Cronache Arciunesi
Grande successo per il libro “Cronache Arciunesi”, scritto da Roberto Casadei. Il ricavato della vendita dell’opera, stampata e distribuita su 670 copie e pari a 13.000 euro, è stato dedicato a due importanti servizi gratuiti per i pazienti del territorio: il Progetto Margherita e l’assistenza domiciliare. Il libro è stato distribuito in sede e durante le serate di lettura con attori presso l’Azienda di Soggiorno e Biblioteca Comunale di Riccione; presso lo Spazio Tondelli; e con la Compagnia “Quei dal Funtanele” nel corso di un evento organizzato dal Club Round Table 49 di Riccione, che ha portato 4.320 euro.
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RIMINI Lotteria solidale
Anche quest’anno la Lotteria IOR, “A Natale vinci per aiutare”, si è conclusa in occasione dell’Epifania, con l’estrazione tenutasi presso il Centro Commerciale Le Befane. I biglietti venduti sono stati circa 14.000, di cui più di mille donati a tutti i pazienti dell’Ospedale “Infermi” da parte della Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Rimini e dalla Scuola “Federico Fellini” Istituto Comprensivo Alighieri tramite le maestre Alessandra Rosolani e Francesca Fabbri. L’incasso di circa 38.000 euro è stato devoluto alla ricerca dell’immunoterapia cellulare avanzata.
hanno voluto contribuire alla causa pur non potendo essere presenti. Il ricavato è stato di circa 11.000 euro. Numerosi gli interventi di massimi esperti in materia, come il prof. Dino Amadori (Presidente IOR), il dott. Eduardo Pinto (Presidente AIL Rimini), il prof. Giovanni Martinelli (Direttore Scientifico IRST IRCCS), la dott.ssa Patrizia Tosi (Direttore della U.O. di Ematologia dell’Ospedale Infermi di Rimini) e la dott.ssa Roberta Pericoli (Responsabile della U.O. di Oncoematologia Pediatrica della medesima struttura), i quali hanno contribuito a fare il punto della situazione e mostrare future suggestioni della lotta alle leucemie.
Charity Dinner di Rimini
Servizio Civile
Il 23 novembre 2018 il Grand Hotel di Rimini ha aperto le sue porte ad una grande serata di solidarietà: il Charity Dinner, un evento che vedeva unite due grandi realtà no-profit del territorio, l’Istituto Oncologico Romagnolo e l’AIL Rimini. Erano 165 le persone che hanno risposto all’appello di una manifestazione il cui scopo era quello di raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica contro le leucemie acute. Una missione che ha mosso in maniera determinante le coscienze del tessuto sociale ed imprenditoriale del riminese: oltre ovviamente ai partecipanti molti
L’11 dicembre 2018 è partito il progetto del Servizio Civile Universale. Nella sede dello IOR di Rimini le new entry sono Laura Dominici ed Erika Di Giacomo, due ragazze classe 1996, neolaureate in Infermieristica. «E’ un’esperienza che può farci maturare a livello personale e professionale
– spiegano – approfondendo temi e ambiti di nostro interesse. Inoltre, è un’occasione per arricchire il nostro bagaglio culturale e introdurci a piccoli passi nel mondo lavorativo.».
Prossimi appuntamenti Il 6, 7 e 8 marzo vi aspettiamo presso la nostra sede per le mimose solidali: una splendida idea regalo per la Festa della Donna, a favore del Progetto Margherita. Sempre a sostegno del servizio di fornitura gratuito di parrucche il 10 marzo sbarcherà anche a Rimini l’iniziativa “Una Piega per lo IOR”, presso i locali di Formart in via Nabucco 70. Le parrucchiere volontarie aspettano chiunque voglia farsi bella e voglia far sentire bellissime anche le donne che lottano contro il cancro, dalle 9.30 alle 18.30. Infine, a Pasqua non dimenticate che un uovo non vale l’altro: scegliete il nostro cioccolato a favore della ricerca scientifica e del progetto di immunoterapia.
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SANTARCANGELO Un fine anno intenso e straordinario
Il Natale è il periodo dell’anno in cui tradizionalmente i Volontari IOR dimostrano quanto instancabile sia il loro impegno. Anche quest’anno infatti il Mercatino Solidale di Santarcangelo ha proposto i suoi affascinanti lavori creativi, diventati ormai un punto di riferimento per chi desidera unire un forte valore sociale al consueto cadeau natalizio. Presenti anche in piazza e di fronte ai principali supermercati di Santarcangelo, Verucchio, Villa Verucchio, San Leo e Pietracuta, hanno distribuito le Stelle di Natale solidali IOR, sfidando per tanti giorni il rigido inverno. Il risultato è stato però incredibile e ha ripagato di ogni sforzo. Grazie al loro impegno e alla generosità di tutta la popolazione, la nostra Sede è riuscita a incassare quasi 5.000 euro in appena venti giorni di intensa attività. Non contenti di questo, mantenendo la promessa fatta in estate a sostenitori e amici, la Sede IOR di Santarcangelo ha organizzato la tradizionale Cena di raccolta fondi, per il primo anno nel periodo invernale. Nell’incantevole cornice della Locanda Antiche Macine, si è svolta una serata indimenticabile, fatta di convivialità, ottima cucina e importanti ospiti presenti, che sono riusciti a
rendere evidente il valore profondo del loro supporto. Protagonista d’eccezione della serata è stato infatti il dott. Massimo Guidoboni, titolare del progetto di ricerca sull’immunoterapia, a cui erano destinati i fondi raccolti. «Questo progetto ha per noi un’importanza cruciale, strategica, per cercare di dare qualcosa di più ai nostri pazienti – ha spiegato di fronte ai presenti – per rendere il sistema immunitario del paziente stesso in grado di combattere ad armi pari con il tumore. Si tratta quindi di un progetto ambizioso ma che, al tempo stesso, sta già dando ottimi risultati.» L’evento si è dimostrato un successo di solidarietà. L’incasso ha infatti superato
gli 11.000 euro, risultato reso possibile dalla straordinaria generosità del tessuto sociale ma soprattutto imprenditoriale della Valmarecchia. Nonostante la grande nevicata che ha anticipato la serata in moltissimi non hanno voluto far mancare il loro supporto, sia partecipando direttamente sia contribuendo all’evento come sostenitore o sponsor. Un enorme grazie da parte di tutta la Sede IOR di Santarcangelo a tutti i partecipanti, i sostenitori e ai partner, storici e nuovi, dell’evento: Banca Malatestiana, RomagnaBanca, RoboPac, Impresa Edile F.lli Vignali e Vertaglia Porte, Denver, RiminiBanca, Vertaglia Infissi, Etichettificio LGL, Paglierani, F.lli Anelli e l’Antico Forno Urbinati.
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IL TUO
Dalle sedi
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