Tributo a Messer Tulipano 2017

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La mia dedica a Messer Tulipano nel giorno dell'inaugurazione Aprile 2017 di Ippolito Ostellino 1


Quale miglior inizio per un evento/progetto come Messer Tulipano se non quello di partire dalle pagine di un vero grande delle Scienze della Natura. "Quando confrontiamo gli individui di una stessa varietà o sottovarietà delle piante o degli animali da più tempo coltivate o allevate dall'uomo, una delle prime cose che colpisce la nostra attenzione è che essi generalmente differiscono l'uno dall'altro più di quanto non differiscano gli individui della stessa specie e varietà allo stato di natura. (....) Appare evidente che gli organismi devono essere sottoposti a nuove condizioni di vita per diverse generazioni, perché posa prodursi una qualche variazione di una qualche notevole entità e che un certo tipo di organizzazione, quando abbia cominciato a variare, continua a farlo nel corso di molte generazioni." E' Charles Darwin all'inizio del primo capitolo dell'Origine delle Specie. Ecco che il pensatore dell'evoluzione inizia a riflettere nel 1859 sulla variabilità degli organismi viventi partendo proprio

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dalle coltivazioni, e dal tema della diversità che queste trattano. E a Messer Tulipano di questo si parla con i suoi 90.000 bulbi che costellano il Parco. Un evento che quest'anno sboccia all'interno di un territorio che è stato classificato da UNESCO parte delle Riserve della Biosfera nel programma Man and Biosphere (MaB). Un riconoscimento che viene concesso a quei territori dove si assume la responsabilità a far sì che la Natura faccia i conti con la Società, e la Società a farli con la Natura, in un approccio e visione di incontro tra la specie umana e il pianeta in cui vive, per tentare una strada di convivenza. Dovremmo tenere a mente sempre chi siamo noi sula Terra: il 97,3 della massa di organismi viventi che vive sul pianeta sono vegetali, mentre del restante 2,7% i 2/3 sono insetti, e 1/3 vertebrati. Di questi noi siamo solo lo 0,01 %. Una minoranza infinitesimale. Eppure stiamo depauperando il pianeta. Forse un alieno tenterebbe di dialogare prima di tutto con le piante che rappresentano una maggioranza schiacciante, ma dominata dalla tecnologia umana. E se la qualità conta, la quantità quando si esprime con questi 3


numeri, agli occhi di altri dai sensi meno appannati di noi, forse fa ancora la differenza. Fanno riflettere a questo proposito le parole che si leggono nella raccolta che il Senato della Repubblica italiana pubblicò nel 1971, "Problemi dell'Ecologia" nel saggio introduttivo dell'allora Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche prof. Vincenzo Caglioti: "Pochi si erano posti sino ad oggi il problema della limitatezza delle risorse naturali, presi come erano dalla certezza che l'uomo, una volta comprese le leggi della natura, potesse utilizzarle e conseguire qual si voglia meta senza limitazioni di sorta. Orbene, le prime immagini della terra rilevate dai satelliti hanno portato nelle nostre case la visione del nostro pianeta che appare di una bellezza incomparabile, ma anche limitato nelle sue dimensioni e quindi nelle sue risorse vitali, sospeso com'è nell'immenso vuoto che lo circonda". Allora si scrivevano queste parole: ma ad oggi quanti noi possono dire di praticare questa consapevolezza ogni giorno?

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Ecco, i Parchi e le Riserve della Biosfera comunicano un messaggio di attenzione e ci dicono che esistono Cattedrali della Natura sul nostro pianeta, qui nel territorio di CollinaPo rappresentate dai boschi di Castagneto Po, dai prati delle Vallere, dai Campi di Borgo Cornalese o dalla bellezza armonica che si respira al Castello di Pralormo: templi della Natura dove si dedica agli esseri viventi il nostro tributo, non per chiuderli in una campana, ma per poter riflettere e mettere a punto modelli di evoluzione sostenibile. Abbazie di lettura della Natura. Per queste ragioni una area MaB è un progetto innanzi tutto culturale, che ci ricorda che non esistono solo le Galleria di Diana, ma anche le Gallerie di Cloride, la Dea della Flora: sono architetture fatte di volte azzurre di cieli, pareti di alberi e, al posto di freddi pavimenti di marmo, tappeti di fiori profumati a variopinti nei quali il nostro occhio si perde. Buona fioritura Messer. Ippolito Ostellino 5


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