JEAN NOUVEL
PROGETTO : UFFICIO DA ABITARE
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PROGETTO: UFFICIO DA ABITARE PROJECT: OFFICE FOR LIVING
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Amo le emozioni. Trovo che senza di esse la vita non sia tale, o perlomeno incompleta. Le emozioni possono arrivare da qualsiasi cosa, in qualsiasi momento: da una parola, da un sorriso, da un sapore, da un colore, da una forma. E quindi anche da un oggetto, da un pezzo d’arredo e dallo spazio che lo contiene. Magari anche da entrambi, allora l’emozione è più forte, più intensa. “Delle emozioni” potrebbe anche essere il secondo titolo del progetto di Jean Nouvel, a cui Cosmit ha voluto affidare il racconto dell’ufficio di domani. Le non-emozioni sono esattamente quello che la mano, la mente e il ventre dell’architetto francese vogliono archiviare, mettere via per sempre. Jean Nouvel propone dunque scenari di lavoro dove il lavoro significa vita, nello specifico la piacevolezza del vivere e la giusta ispirazione per lavorare al meglio. E mettere chi lavora nella situazione ideale, creare uno spazio multidimensionale dove accanto agli aspetti “aziendalistici” convivono tecnica, funzionalità, estetica e aspetti umani è quello in cui si impegnano con determinazione e costanza le aziende espositrici di SaloneUfficio a cui questo inedito evento desidera fare omaggio, unitamente al settore stesso. Un comparto che ha visto sicuramente momenti più felici ma che non ha perso le proprie capacità produttive e di competitività e che deve continuare a diffondere la qualità dell’arredo italiano nel mondo. Claudio Luti, Presidente Cosmit _ I love emotions. Without them life seems worthless, or incomplete at the very least. Emotions can be triggered by anything, at any time: by a word, a smile, a taste, a colour, a shape. Also, therefore, by an object, an item of furniture and by the space surrounding it. By both, perhaps, which only serves to render the emotion more powerful, more intense. “Emotionally-triggered” could well be an alternative title for French architect Jean Nouvel’s Cosmitcommissioned project, which maps out the office of the future. Non-emotions are precisely what Jean Nouvel’s hand, mind and belly retaliate against and strive to stamp out. The upshot, therefore, is a series of work scenarios illustrating that work means life, enjoyment in living, providing the most conducive inspiration for giving of one’s best. Ideal work situations, multidimensional spaces that enable technique, functionality, aesthetics and the human dimension to flourish alongside the strictly “commercial” aspects, is just exactly what the firms exhibiting at SaloneUfficio – to whom this original event pays homage, along with the sector as a whole – work towards with such determination and perseverance. This is a sector that has undoubtedly seen happier times, but has lost none of its creative and competitive edge and which must continue to perpetuate the quality of Italian furniture throughout the world. Claudio Luti, Cosmit President
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JEAN NOUVEL E' la nozione del piacere di vivere quello che vorrei trasmettere. I want to instil the notion of taking pleasure in life.
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Jean Nouvel. È la "nozione del piacere di vivere" che vorrei infondere nell'"ufficio da abitare": lavorare è anche vivere e spesso si passa più tempo in ufficio che non a casa propria; il luogo di lavoro non è una fatalità, si può lavorare in posti piacevoli, sentirsi bene anche a casa. Dal momento in cui ci si libera da tutti i sistemi clonati e alienanti, si nota che vi sono parecchie soluzioni. Sono sempre stato colpito dalla ripetizione e dall'anonimato del mondo dell'ufficio: interi palazzi di uffici costruiti in serie, dovunque nel mondo. Le facciate vetrate e ripetitive accolgono gli stessi spazi, gli stessi mobili, gli stessi computer, le stesse luci livide appese a soffitti tecnici. Un dispositivo architettonico totalitario e vuoto di senso, risultante da una produzione industriale e tecnica scollegata dalla storia urbana, associato alla globalizzazione sfrenata, porta all'annichilimento massiccio di tutte le culture e di tutte le differenze. Rinchiude tutti i lavoratori del mondo in un sistema seriale e standardizzato. Presto si ammetterà che le condizioni di lavoro caricaturali proposte da questi uffici sono invivibili, analoghe a quelle che Charlie Chaplin denunciava in Tempi Moderni. In altre parole, mi oppongo a tutti i fenomeni di clonazione e di imposizione. È urgente cambiare i comportamenti, progettare e pensare il lavoro in modo alternativo: un ufficio, dovunque si trovi, deve essere uno spazio a se stante, ossia identificabile, appropriabile, trasformabile, carico di umanità, pieno di strati di storia e di oggetti, un luogo semplicemente piacevole. Lavorare significa vivere, abitare. Ho immaginato questa mostra come un piccolo quartiere, una piccola città: l'"ufficio da abitare" come proposta di scenari di lavoro diversi e singolari. Non è né un'utopia né uno showroom né una mostra di pezzi d'eccezione: gli uffici esposti sono presentati in situazioni ordinarie, spesso esistenti, e mettono in scena mobili da ufficio, prodotti in maggior parte da aziende che espongono al Salone. Mobili mescolati sia con le icone della nostra storia del design sia con mobili di recupero. Ho sempre pensato che i mobili da ufficio fossero perfettamente adatti agli appartamenti e, inversamente, che i mobili domestici potessero integrarsi negli uffici. In questo piccolo quartiere, spero di convincere che uno spazio di lavoro deve essere capace, per la sua singolarità, di proporre piacere del vivere e ispirazione per il lavoro. Questa mostra, che parla di prospettive e di desideri, illustra altre vie da esplorare per i visitatori e gli industriali del SaloneUfficio.
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Jean Nouvel. It is the “notion of taking pleasure in life” that I have sought to instil in “office for living:” working also means living and we often spend more time in the office than we do at home; there does not have to be an inevitability about where we work, we can work in pleasing places, even at home. Once we reject cloned and alienating spaces, it becomes clear that there are many possible solutions. I have always been struck by the repetitiveness and the anonymity of the office world: serried ranks of identical office blocks, all over the world. Their repetitive, glass facades enclose the same spaces, the same furniture, the same computers, the same glaring lights suspended from industrial ceilings. Totalitarian and senseless architectural contrivances, industrial and technical creations dissociated with urban history, triggered by unstoppable globalisation, making for the annihilation of all the different cultures and all the differences on a massive scale. Workers the world over are stuck in a serial, standardised system. It won’t be long before these grotesque working conditions are declared unliveable, like those Charlie Chaplin denounced in Modern Times. In other words, I am anti all forms of cloning and enforcement. We need urgently to change our mindsets and think outside the box when it comes to work: offices, wherever they are, should be spaces in their own right, identifiable, appropriable, transformable, imbued with humanity, layers of history and objects, pleasing places, in short. Working means living, inhabiting. My concept of this exhibit takes the form of a small district, a small town: “office for living” as a series of diverse and individual work scenarios. Neither a utopia nor a showroom nor a collection of exceptional pieces: the offices represent ordinary, often existing situations, containing office furniture produced in the main by manufacturers exhibiting at the Salone. A mix that includes icons of the design past and salvaged furniture. It has always been my belief that office furniture is entirely suitable for apartments and, equally, that domestic furniture can easily be absorbed into a work context. I hope that this installation will prove that, by dint of its own individuality, a workspace needs to instil enjoyment in life and provide inspiration for work. This exhibition, animated by prospects and desires, will hopefully inspire visitors and manufacturers at the SaloneUfficio to explore different directions.
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QUATTRO SAGGI E L’UFFICIO 4 SAGES AND THE OFFICE Dicono in Giappone che gli artisti sono tesori viventi. Vivono sognando un mondo migliore In Japan they say that artists are living treasures. They live their lives dreaming of a better world
AGNES B
ELLIOTT ERWITT ALAIN FLEISCHER MICHELANGELO PISTOLETTO
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AGNES B
FASHIoN dESIgNEr ...oppure dove l'arredamento non disturba, in modo che la mente possa sognare, riprendersi. Penso che questo sia molto importante. Deve succedere qualcosa che rigeneri, che faccia scordare la realtà, anche se si vede solo il soffitto o la parte superiore dei muri. A Parigi abbiamo la fortuna di avere un cielo che cambia molto. Questo cielo deve in qualche modo penetrare nei luoghi, o piacevolmente filtrato o così come è, dipende anche dall'umore. Per la luce tutto conta, ovviamente. ...if things are not immaculate, or if the furniture isn’t intrusive, then people can dream or take stock. I think that’s very important. They need to have a revitalising effect, take people out of themselves, even if all they can see are ceilings or the tops of walls. In Paris we’re lucky enough to have a constantly-changing sky. This sky needs to be brought into these spaces, either pleasurably filtered or just as it is, it depends from your mood. Light is of prime importance, obviously.
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ELLIOTT ERWITT pHoTogrApHEr
Penso che l’ufficio dovrebbe essere vicino a dove si abita, di fatto per me è proprio così. Abito all’ottavo piano e il mio studio è a pianoterra, risparmio sui taxi e risparmio tempo, che è la comodità più importante. Dunque, se si sa usare il tempo in modo intelligente piuttosto che “perderlo” nel traffico, penso che si raggiunga una certa libertà, e in fondo il tempo è veramente tutto quello che si ha. My idea of an office is that it should be very close from where I live ; in my own place. I live in the eight floor and I have a studio on the ground floor, it saves on taxis and it saves on time, that, so if you can use your time intelligently rather than in traffic, then I think you have achieved some measure of freedom. it makes your time more efficient, and after all time is really all we have.
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MICHELANgELo PISTOLETTO ARTIST
Nell’ufficio abbiamo l’artificio e abbiamo la tecnologia. La tecnologia sta invadendo il nostro mondo e rischiamo di essere robot, diventare robot.La cosa che noi dobbiamo fare per il terzo paradiso é quella di riacquistare umanità, di ridiventare esseri naturali. Allora, unendo la natura con l’artificio, noi possiamo creare una nuova società, proprio partendo dall’ufficio. offices contain artificiality and technology. Technology is taking over our world and we are in danger of being robots, becoming robots. In order to create the Third Paradise, we have to rediscover humanity; we need to become natural beings again. Thus, by bringing artifice and nature together, we will be able to create a new society, with offices as our starting point.
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ALAIN FLEISCHEr
WrITEr ANd FILM dIrECTor Sotto la superficie vi sono delle riserve, delle memorie, dei misteri... la superficie della scrivania è una pista d’atterraggio ; la mia scrivania mi piace come mi piace la mia auto, e vi è una certa analogia fra i due oggetti: servono tutti e due a viaggiare, l’auto nello spazio e la scrivania nei progetti, nelle fantasticherie. Secrets, memories, mysteries lie beneath it... the surface of a desk is a kind of landing strip –I am fond of my desk, just as I am fond of my car, and there is a certain analogy between the two objects: both provide an opportunity for travel - my car enables my physical self to travel through space and my desk enables my mind to travel, plan, daydream.
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UN QUARTIERE DI UFFICI AN OFFICE DISTRICT
per arredare degli uffici, non vi è mai una sola soluzione, bensì infinite soluzioni. La mostra, come un quartiere della città, propone varie situazioni per l'allestimento degli uffici. Si tratta di spazi abitati ma fittizi, situati in un determinato contesto storico, geografico e architettonico. Vi sono stati ambientati, in luoghi diversi, delle società e degli uomini, ognuno con la propria cultura e la propria personalità. L'obiettivo è quello di dimostrare che, dando a ognuno la capacità di identificare e personalizzare il proprio ambiente di lavoro, la vita diventa più piacevole. There is never just one single way of furnishing offices, there is an infinite variety of ways. The exhibition, like a part of a city, illustrates several workplace situations. They are inhabited yet fictitious spaces, located in particular historical, geographical and architectural contexts. They have been occupied by different societies and different people, each with their own cultures and their own personalities. The aim is to show that, by giving everyone the opportunity to mark out and personalise their own workspace, life becomes more enjoyable.
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L’UFFICIO IN UN VECCHIO APPARTAMENTO WORK IN AN ANCIENT APARTMENT È un appartamento classico, nel centro città, in cui tutto è rimasto immutato: saloni, camera, cucina, con le modanature sui muri, i camini e i pavimenti originali. Gli abitanti scelgono di svolgervi le proprie attività tenendo conto delle volumetrie e delle tracce del passato. Selezionano mobili che si armonizzano con l'architettura originale. Decidono di creare in questo spazio di lavoro e di rappresentanza un'atmosfera paradossale, calorosa e intima. Hanno scelto i mobili come lo avrebbero fatto per il loro appartamento. Ne apprezzano la comodità, la singolarità di ogni spazio e la capacità di viverci e di esprimersi attraverso i loro oggetti. Lavorare in questa cornice piacevole pur conservando la logica funzionale dell'ufficio non suscita le stesse emozioni.
This is a classic, city-centre apartment, in which nothing has been altered: the reception rooms, bedroom, kitchen, mouldings, fireplaces and floors are all original. The inhabitants have chosen to tailor their activities to the volumes and echoes of the past, with furniture selected to chime with the original architecture. They have decided to create a paradoxical, warm and intimate environment in this office and reception space. They have chosen the furniture in the same spirit as they would for their apartment. They appreciate the comfort and individuality of all the spaces, their liveability and the scope for self-expression through their objects. Working within this sort of pleasing framework yet preserving the functional ethos of the office yet without prompting the same resonance.
Scenario: un centro studi economici e di settore 190 m2: una sala di documentazione, una sala riunioni, 3 uffici, una cucina, un bagno. Team: due ricercatori, un sociologo, un economista, un archivista, un responsabile della comunicazione, un direttore, un webmaster, un contabile.
Scenery: a centre for research into office economy and trends 190 m2: a document room, a meeting room, 3 offices, a kitchen and a bathroom. Team: two documentalists, a sociologist, an economist, a researcher, a communications manager, a director, a webmaster and an administrator.
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L’UFFICIO IN UN VECCHIO APPARTAMENTO -
WORK IN AN ANCIENT APARTMENT
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CAIMI, libreria/bookshelves Big, Marc Sadler KASTEL, pouf/puff Kuadra VITRA, tavolini/coffee tables,Tray Table, George Nelson DANESE, lampada/lamp Una Pro 75 Track, Carlotta de Bevilacqua rAJA, scatole/boxes NATURTEX, tappeto/carpet, Jean Nouvel
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TECNo, tavolo/table, T334, Centro progetti;poltrone/armchairs pS142, Eugenio gerli TroLL, Flying surface, Jean Nouvel SAVIo FIrMINo,caminetto/chimney NATURTEX, tappeto/carpet, Jean Nouvel
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PALLUCCO , Micro telescopic, Jean Nouvel KARTELL, porta abiti/coat stand Segmenti, Michele De Lucchi PLANNING SISPLAMO pannello/board Zenit
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ArCHIUTTI, scrivanie, cassettiere, mensole/desks, chests of drawers, shelves Fattore Alpha ARESLINE, sedie/chairs zero7 CAIMI, sedia/chair Kaleidos cuoio, Michele De Lucchi e/and Sezgin Aksu LUCEpLAN, lampade/lamps Costanza, paolo rizzatto; Fortebraccio, Alberto Meda e/and paolo Rizzatto CAIMI, pannelli acustici/acoustic panels Mitesco, Michele de Lucchi; cestino/waste basket 411, Caimi Lab dANESE, accessori/desk accessories Bruno Munari, Enzo Mari; STILE, pavimento in rovere BOISERIE ITALIA, porte/doors OIKOS, vernici/paints
B LINE, cassettiera su ruote/chest of drawers, Boby, Joe Colombo KASTEL, sgabello/stool Kat UNIFor, tavoli, scaffali, librerie/ tables, shelves, bookshelves, Less Less, Jean Nouvel VITRA, sedie/chairs, Pivot, Antonio Citterio ArTEMIdE, lampade/lamps Talak Tavolo, Veio,Neil poulton; demetra, Naoto Fukasawa, DANESE, lampada/lamp Una Pro Terra, Carlotta de Bevilacqua DANESE, tappeto/carpet Quadrichromia, Jean Nouvel DANESE, accessori da tavolo/desk accessories Koro, Sumatra, Enzo Mari, Mendip, Theo Williams, Neil Poulton
ARTEMIDE , lampada/lamp Tolomeo Terra, Michele De Lucchi LUCEPLAN, lampada/lamp Costanza Terra, Paolo Rizzato CAIMI, portariviste/magazine rack, Stil DEVON&DEVON, sanitari/sanitary ware
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FoNTANAArTE, tavolino/low tableTavolo con route, gae Aulenti GALLOTTI&RADICE, libreria/bookshelf, Drizzle, Luca Nichetto poLTroNA FrAU, poltrone/armchairs Brooklyn, Jean Marie Massaud TECNO, tavolo/table T90, Osvaldo Borsani ArTEMIdE, lampade/lamps Itis, Naoto Fukasawa; Aqua Cil Terra, ross Lovegrove; Firefly Lettura, Emmanuele Ricci DANESE, accessori scrivania/ desk accessories Ameland, Ventotene, Enzo Mari ErIC roUCHoN, specchio/mirrorTriptyque, Jean Nouvel NATURTEX, tappeto/carpet Jean Nouvel poLTroNA FrAU, tende/curtain; tappeto/carpet
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DADA, cucina/kitchenTrim ErIC roUCHoN, tavoli e panche/tables and benches Essences, Jean Nouvel KARTELL, tavolini/coffee tables Prince Aha, Philippe Starck INGO MAURER, lampada/lamp Zufall T, Ingo Maurer DAVIDE GROPPI, lampada/lamp Movie DANESE, vassoio/tray Elizabetta, Enzo Mari PLANNING SISPLAMO, accessori/accessories FLorIM CErAMICHE, pavimento ceramic/floor tiles
SAMSUNg, Monitors 23’, Monitors 75’, Ultra portable, galaxy note, telefoni/telephones, stampanti/printers BTICINO
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LAVORARE A CASA WORKING FROM HOME
Esplorazione di una forte tendenza che consiste nel lavorare a casa propria. Di giorno la casa si trasforma in ufficio, di sera e nei giorni festivi ritrova le sue funzioni domestiche. Coniugando le due funzioni, abitazione e lavoro, i segni della domesticità si mescolano e traspaiono nello spazio dell'ufficio: i mobili da ufficio si adattano alle funzioni della vita familiare e viceversa. Ogni situazione porta a differenziare le proposte. I produttori di mobili da ufficio non possono ignorare che gli oggetti da loro creati possono anche avere una doppia vita...
Exploring a growing trend in working from home. during the day the house is used as an office and in the evening and on days off it reverts to being a domestic space. By combining these two functions - living and working - the signs of domesticity meld and seep into the workspace: the office furniture adapts to family life and vice versa. Every situation generates different ideas. office furniture manufacturers cannot but be aware that the objects they create can also serve dual functions...
Scenario: un'agente immobiliare e un commercialista 74 m2, un salotto-sala da pranzo/studio e reception di giorno, uno studio, una cucina; sul soppalco una camera da letto e uno studio Lei giapponese gestisce la locazione e la vendita di patrimoni immobiliari giapponesi in Europa, lui, italiano, è commercialista. Entrambi ricevono i loro clienti in casa. Lei mantiene le tradizioni orientali: anche nelle ore di lavoro si tolgono le scarpe, si pratica la cerimonia del tè e l'ikebana … Lui si divide tra lavoro e attività sportive.
Scenery: a real estate agency, an accountant’s office 74 m2, a sitting room-dining room/office and reception area by day a study, a kitchen on the mezzanine, a bedroom, a study A couple: she is from Japan and sells and lets Japanese property in Europe, he is Italian and an accountant. They both see their clients at home. She keeps up Oriental traditions at work too: shoes must be removed, the tea ceremony is observed and there are examples of ikebana... He has a more traditional attitude to work and is a keen sportsman.
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LAVORARE A CASA -
WORKING FROM HOME
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4 MARIANI, divano/sofa Klub, Mauro Lipparini dANESE, seduta/chair Xarxa, Marti guixé FANToNI, tavolo/table Quaranta5, sedie/chairs Cinnamon gALLoTTI&rAdICE, tavoli bassi/low tables Taffy, Luca Nichetto; specchio/mirror Frame, ricardo Bello Dias IVM, sedie/chairs, Kappa MOLTENI, libreria/bookshelf Graduate, Jean Nouvel THUT MÖBEL, armadi/wardrobes Alucobond Sideboard nr. 460, Kurt Thut; Werkzeugschrank nr. 490, Benjamin Thut FLoS, lampade/lamps Toio, Achille e pier giacomo Castiglioni; Noce T, Achille Castiglioni; piani, r&E Bouroullec; NATURTEX, tappeto/carpet, Jean Nouvel
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VArENNA, cucina/kitchen, Matrix KArTELL sedie/chairs Audrey, libreria/bookshelf one piero Lissoni; sedie/chiars Victoria, Philippe Starck CAIMI, pattumiera/garbage can Swing, Claudio Bellini FLoS, lampada/lamp gibigiana, Achille Castiglioni
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BRALCO, scrivania e cassettiere/desk and drawers Glider System KARTELL, tavolo e sedie/table and chairs Spoon FLoS, parentesi, Achille Castiglioni e pio Manzù; d’E light, Long & Hard, philippe Starck HUMANSCALE, purificatore/air purifier Zôn PLANNING SISPLAMO, pannelli/boards Osaka SOPPALCO/MEZZANINE FLoU, letto/bed Sommier, design Flou KARTELL, sedie/chairs Dolly, Antonio Citterio FLoS, KTribe T1 glass; Tab F, Edward Barber & Jay osgerby CAIMI, paravento/screen Arianna BTICINO BOISERIE ITALIA, porte/doors BoLoN pavimento pvc/pVC floor DANESE, accessori vari/various accessories OIKOS, vernici/paints SAMSUNg, Monitors 23’, Monitors 75’, Ultra portable, galaxy note, telefoni/telephones, stampanti/printers
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IL CAPANNONE, NUOVI SPAZI PER LAVORARE -
WAREHOUSES, THE NEW LOFT WORKSPACES Si tratta di semplici capannoni, di contenitori in lamiera, senza qualità, che ricoprono terreni nelle periferie urbane di tutto il mondo. Questi cubi costruiti con tavolati, spesso vuoti, suggeriscono nuovi utilizzi. In questi spazi di immagazzinaggio i volumi sono sempre troppo alti, troppo stretti o troppo larghi, troppo luminosi ... insomma fuori norma. La loro qualità sta proprio nel fatto che non rientrano nella normalità, che offrono una grande libertà di arredamento. La loro singolarità spaziale consente qualsiasi forma di appropriazione e di differenziazione. Suggeriscono ed ammettono risposte specifiche, non sistematiche, impreviste e totalmente flessibili, sia per i mobili che per le luci e gli oggetti presenti. La libertà di riconversione permette una visione più prospettica, un'altra percezione in uno spazio libero e senza vincoli.
These are simple warehouses, basic steel containers of the kind found in city suburbs the world over. These often-empty panelled cubes bring different solutions to mind. The volumes are always too high, too narrow, too wide, and too bright... out of the norm. Their appeal lies precisely in the fact that they are outwith the bounds of normality, offering huge interior design scope. Their particular spatial quality affords each and every form of appropriation and differentiation. They make for and absorb specific non-methodical, unexpected and totally flexible furnishing, lighting and decorating solutions. The scope for unfettered conversion allows for a more rounded perception of a free and unrestricted space.
Scenario: gli uffici di marketing e comunicazione di un’industria motociclistica - 190 m2: postazioni di lavoro, sale riunioni, studio fotografico, centro di documentazione, stoccaggio archivi, pezzi tecnici e cataloghi, spazio per lo sport. Team: un direttore, tre disegnatori, un designer, un segretario di redazione, un direttore della fotografia, due grafici, un web designer, un contabile.
Scenery: communication and marketing offices for a motorcycle company - 190 m2: editing rooms, meeting rooms, photographic studio, centre for documents, archives, technical pieces and catalogues, sports area. Team: a director, three technical editors, a translator, an editors’ secretary, a photographic director, two graphic artists, a web designer, an administrator and two maintenance people.
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IL CAPANNONE, NUOVI SPAZI PER LAVORARE WAREHOUSES, THE NEW LOFT WORKSPACES
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dIEFFEBI, armadietti/ lokers; libreria/bookshelves Système primo, Takiro Yuta KARTELL, pouf/puff Plastic, Piero Lissoni VITrA, tavolo/table Nes, Jasper Morrison; alcove cabin, tavolo/table Joyn, E&r Bouroullec; sedia/chair 04 Maarten Van Severen NEMo, lampada/lamp projecteur 365 Terra, Le Corbusier NATURTEX, tappet di feltro/felt carpet
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ArCHUITTI, tavolo/table fattore Alpha, Ambostudio e/and grazia Azzolin FANToNI, poltrona/armchair p1.3 operative KASTEL, sedie/chairs Kalea, Kat LUCEpLAN, lampade/lamps otto Watt, Fortebraccio, Alberto Meda e/and paolo rizzatto
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CAIMI, tavolo/table Jolly, Caimi Lab dANESE, tavolo/table 100% AL, ross Lovegrove LASVIT, parete/ walls Liquid Kristal, Ross Lovegrove MASCAGNI, sedie/chairs Stay, Lucci e Orlandini TECNO, sedia/chair Modus,Centro Progetti USM HALLEr, Living Essentials dANESE, lampade/lamps Bincan Light, Naoto Fukasawa; 100% Suspension, ross Lovegrove
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MArTINI, lampade/lamps Suspension Novi 620, Marco Casamonti & Alessandro papotti, DAVIDE GROPPI, lampada/lamp Q, Alberto Zattin SOPPALCO/MEZZANINE KARTELL, libreria/bookshelf Polvara, Giulio Polvara TECHNogYM, run personal, Cross personal, recline personal, Technogym & Antonio Citterio patricia Viel and partners; Wellness Ball Active Sitting, Centro stile Technogym CAIMI, oggetti da scrivania e accessori vari/desk accessories and various pLANNINg SISpLAMo : portaombrelli/umbrella stand Feel; pannello di sughero/cork board, tableau Zenit HUMANSCALE, purificatore/air purifier Zon NATURTEX, tappet di feltro/felt carpet SAMSUNg, Monitors 23’, Monitors 75’, Ultra portable, galaxy note, telefoni/telephones, stampanti/printers Lo spazio è stato allestito con/the set up is by DUCATI
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4 DESIGNER IN UFFICIO 4 DESIGNERS IN THE OFFICE Un punto d’incontro in cui ci si dà appuntamento per rilassarsi e conversare. Vi sono stati invitati in video quattro amici designer, Ron Arad, Michele de Lucchi, Marc Newson e Philippe Starck, che ci mostrano il loro studio e parlano della loro visione del lavoro. Hanno definito inoltre il progetto e scelto i mobili del loro «corner». A communal space, for hanging out, relaxing and chatting. Four designer friends, ron Arad, Michele De Lucchi, Marc Newson and Philippe Starck introduce us by video link to their studios and discuss their visions of work. The planning and selecting of furniture for their “corners” is all down to them.
RON ARAD
MICHELE DE LUCCHI MARC NEWSON PHILIPPE STARCK
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RON
ARAD Chiamiamo il nostro Ufficio studio, ma è piuttosto un asilo progressista! ormai è assolutamente chiaro che lo strumento principale in un ufficio è il computer. Quando fissiamo lo schermo, vediamo il mondo, vediamo quello che è stato fatto prima, quello che non abbiamo ancora fatto e quello che stiamo facendo. Io, ad esempio, ho una tavoletta Wacom e la penna. prima avevamo un fantastico laboratorio. Facevamo delle cose, con incudine e martello. Solo recentemente abbiamo messo un tavolo al piano inferiore perché avevamo bisogno di un piano d’appoggio per incollare e tagliare, anche se ciò avviene di rado… preferiamo piuttosto mandare un’email in Italia o in Cina e così riceviamo quello di cui abbiamo bisogno.Siamo molto caotici, non siamo organizzati e non vogliamo esserlo. Ci piace la confusione. Quando vado negli uffici degli altri per un attimo sono invidioso poi mi sento sollevato... Non potrei vivere così… Questo non sono io! Non potrei sbarazzarmi delle mie cattive abitudini o comandare la vita degli altri. Mi piace venire qui di lunedì. da dove sono seduto posso sentire gli architetti discutere cosa succede nel mondo : cosa c’era in TV ieri, che cosa hanno sognato… a volte è come un sottofondo a volte silenzioso… è divertente osservare le dinamiche in ufficio. Niente di strutturato. In dieci minuti possono ridere tutti. Poi c’è la musica. Per noi il business è sempre stato necessario ma non è mai stata la cosa principale. Non progettiamo per fare business. Facciamo business per il lavoro, e uno dei modi per mantenere questa condizione è rimanere un piccolo gruppo.
NANIMARQUINA, tappeto/carpet do-Lo-rez, 2008 MOROSO, pouf/puff do-Lo-rez, 2008; sgabello/stool Nuns 2013 RON ARAD STUDIO tavolo-scaffale/table-Shelf, 2013
We call our office a studio, it’s rather a progressive kindergarten! it’s absolutely clear now that the main equipment in our office is the computer. When we look at the screen we see the world, we see what has been done before, what we haven’t it done yet and what we are doing now. .In my case I have à Wacom tablet and a pen . We had a fantastic workshop here before. .We used to make things here, we used to hammer and perch. It’s only recently that we started to have a big table-desk downstairs because we need a place where we can glue something or cut something, but very little ... we rather send an email to Italy or China and we get what we need back …We are very chaotic, we are not organised and we don’t want to be organised. We like the mess. When I go to other people offices there’s one minute where I am jealous and then I’m so relieved … I could not live like that … That’ s not me! I could not get rid from my bad habits, or dictate about people’s life ...I like coming here on Mondays. From where I’m sitting I can hear the architects discussing the world : what was on television yesterday, what they dreamed ... sometimes it’s very low, sometimes it’s quite. It’s very funny to watch the ups and down of the office … For us business was always necessary but it was not the main thing. We don’t design for the business. We do the business for the work and one of the ways to guard it is to stay a small group.
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MICHELE
DE LUCCHI Oggi i tavoli, le scrivanie, i computer e la carta sono falsi problemi. Non è cambiare la forma dei tavoli o il colore dei computer che ci farà più contenti. Possiamo essere paradossalmente più contenti in un polveroso vecchio ufficio che non in quello più ultramoderno colorato cosmico super interattivo e tecnologico : piuttosto è più importante l’atmosfera, quello che si vede dalla finestra, la pulizia e il decoro delle toilette e la strada che si percorre per arrivare da un collega o un amico o un cliente che ci aspetta. Qui nel mio studio ho realizzato un’atmosfera calma e tranquilla perché non sono capace di lavorare in un clima aggressivo e violento. Non è una casa né il mio appartamento, che sarebbe alla fine troppo triste per tutti venire a lavorare a casa mia. Così come per molti è triste rimanere a lavorare a casa tutto il giorno senza vedere nessuno e sempre nello stesso ambiente e con le stesse cose. Un ufficio è come un organismo vivente che deve essere cambiato in continuazione, trasformando lo spazio anche banalmente in ragione delle stagioni, del tempo, delle tendenze, delle aspirazioni, delle passioni. Magari è difficile da governare ma entusiasmante da gestire : ho ingrandito le foto e i disegni dei nostri lavori per averli davanti agli occhi e anche per stimolare l’immaginazione che è l’energia più vitale che possediamo. Funziona molto bene il concetto di permacultura che si applica all’agricoltura ma che funziona molto bene anche applicata alla cultura dell’umanità. Lo stesso effetto di ibridazione e contaminazione che hanno le piante e gli animali nelle siepi lasciate incolte avviene anche nei pensieri e nella fantasia in quelle aree non direttamente coperte da discipline o categorie di conoscenza e questi spazi incolti, seppur magari brutti da vedere (ma che brutti non lo sono proprio!) sono vivi e ricchi. Un ufficio potrebbe essere una cosa del genere, uno spazio da lasciare incolto per far germogliare le sementi più fertili.
Tables, desks, computers and paper are false problems. It isn’t by changing the shape of a table or the color of a computer that will make us happier. paradoxically, we can be happier in a dusty old office than in the most ultra-contemporary cosmic colored super- interactive technological hyper-office : what matters is the atmosphere, what you see from the windows, the cleanliness and decor of the bathroom, the street you travel to reach a colleague or a friend or a client. Here in my studio I’ve created a calm and tranquil atmosphere, because I’m incapable of working in an aggressive or violent climate. It is not my home or apartment, which in the end would be too sad for everyone to come to my house to work. Just as for many it’s depressing to stay home all day working, without ever seeing anyone, always in the same environment surrounded by the same things. An office is like a living organism that needs to change continuously, transforming the space in function of the seasons, the weather, trends, aspirations, passions. It may be difficult to manage, but exciting nonetheless : I blew up photos and drawings of our work to have them always right there in front of us, and also to stimulate the imagination, which is the most vital energy we possess. The concept of Permaculture works very well when applied to agriculture, but it works equally well when applied to human culture. The same effect of hybridization and contamination that we see in plants and animals in uncultivated brush happens in the thought and creativity in those areas that don’t fall directly under specific disciplines or categories of knowledge, and these uncultivated spaces, though perhaps ugly to look at (I would maintain that they’re not ugly at all!), are vibrant and rich. An office could be something along these lines, a space left deliberately uncultivated in order to make the most fertile seeds germinate. prodUZIoNE prIVATA, tavolo/table Benedetto, 2007; sgabello/stool Bisonte, 2005; lampada/lamp Metafisica, 2009; sedia/chair Sedia, 200
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MARC
NEWSON Il mio studio è come la mia casa. Arrivo mentre ognuno lavora a progetti differenti e mi siedo a lavorare con ciascuno, ma in realtà non passo il tempo che vorrei a progettare. Siamo molto rilassati qui, ma anche molto silenziosi. Non sentiamo musica e penso sia un bene perché ciascuno si può concentrare su quello che fa. Abbiamo traslocato in quest’ufficio 4 anni fa, non c’è nessun concept dietro, è comodo, pulito e semplice. È uno degli uffici più piccoli che abbia mai avuto. per dirla tutta non sono molto contento di quello che abbiamo, va bene ma probabilmente ci sposteremo in un ufficio più grande, nello specifico uno spazio con più laboratori dove poter sviluppare più prototipi. È piuttosto razionale ma è razionale perché è logico e semplice, apprezzo veramente la semplicità. Ho già abbastanza complessità nella mia vita, la mia vita ruota tutta intorno alla complessità: è quindi fantastico avere uno spazio dedicato alla semplicità e alla razionalizzazione. Il 90% delle sedute per ufficio e degli oggetti per ufficio è veramente orribile, molto triste. Sto disegnando arredi per ufficio per un grande progetto con un’azienda americana chiamata Knoll… La seduta per ufficio è un oggetto molto specifico, una macchina molto speciale, con requisiti particolari, ma io cerco semplicemente di progettare qualcosa che mi piacerebbe comprare. Progetto sempre oggetti per me stesso: sono anche un consumatore, quindi progetto prodotti per i quali spenderei dei soldi.
MAGIS, sedia/chair Nimrod CAppELLINI, sedia/chair Felt, 1993; tavolo/table orgone, 1998; chaise longue orgone, 1991 FLoS, lampada/lamp New Flos Light, 2013
I feel my studio is like my home. I come here where everyone is working on different projects and I’m there sitting, working with each one, but really I’m not spending as much time as I would like designing. We are very relaxed here, but very quiet. We don’t play music in the office, which I think is good because everyone is concentrating : people are very focused on what they are doing. We moved into this office space 4 years ago, there is no concept behind it ; it’s just easy, clean and simple. This is one of the smallest offices I have ever had. Honestly speaking I’m not very happy with what we have here ; I think its ok but we’ll probably move in to a bigger space, one specifically with more workshop space where we can develop more prototypes. It’s quite rational but it’s only rational because it’s logical and easy, frankly speaking I appreciate simplicity ; I have enough complexity in my life, my life is all about complexity, so it is great to have a space that is all about simplicity and rationalization. 90% of office chairs, things for offices environment are really horrible, very sad. I’m presently designing office furniture for a very big project with an American company called Knoll … The office chair, is a very specific object, a very specific machine, with special requirements but I’m simply trying to design something I’d like to buy ; I am always designing things for myself : I’m also a consumer, so I design things I would spend my money on.
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PHILIPPE
STARCK Secondo il dizionario, la parola « lavoro « è un’azione forzata che in alcune accezioni traduce addirittura la sofferenza. È per questo che, in modo intuitivo, ho trascorso tutta la via a evitare materiali o ambienti di lavoro… Ho veramente l’impressione che i luoghi di lavoro destinati a essere funzionali sono solo palcoscenici su cui le persone fanno finta di lavorare. In realtà, fanno solo passare il tempo. Sarebbe meglio lavorare a casa. Si è nel proprio elemento e non si perde tempo nei trasporti, né tantomeno ad ambientarsi ; è sempre possibile incontrare di tanto in tanto le persone con cui si lavora, quando necessario. Un lavoro creativo, può essere compiuto solo di mattina, relativamente presto, ossia dalle 7 alle 11. Tre ore di concentrazione creativa non sono poche... È importante fare un pisolino, altrimenti il lavoro non rende. È interessante leggere una pratica e poi andare a coricarsi. Quindi, al risveglio, stampare il risultato del lavoro che è stato fatto durante il pisolino... Il lavoro inconscio è molto più serio e importante del lavoro conscio. Innanzitutto va riformato a poco a poco il sistema di urbanità della vita di lavoro. Non abbiamo bisogno di persone che fanno finta di lavorare, ma di persone che pensano. Non credo nel luogo di lavoro e, personalmente, seguo perfettamente i miei precetti. Non vado mai in ufficio, ma due o tre volte al mese vado a vedere il mio nanoteam, con cui lavoro da sempre. Altrimenti lavoro da solo, in mille luoghi semplici, adatti al livello di concentrazione necessaria...Essere confortato e consigliato dalla persona amata, fare l’amore, è fondamentale, altrimenti il cervello si arrugginisce. La qualità del lavoro dipende innanzitutto dalla vita in generale. Vivo in full immersion con la musica, leggo, vado a letto prima di mezzanotte per potermi alzare presto e per poter rispettare il mio contratto. Non sopporterei di fare un errore che mi porterebbe all’insuccesso. KArTELL, sedia/chair Mr Impossible, 2007; tavolo pranzo/dining table Top Top, 2005 FLoS, lampada/lamp gold Lounge gun, 2005
According to the dictionary, the word « work « means a forced activity, and can sometimes even signify distress. That is why I have intuitively spent my entire life avoiding materials or working environments... I really get the impression that efficiency-driven working environments merely serve as stages on which people pretend to be working. In actual fact, all they are doing is passing time. We would do better to work from home, where we are in our own element ; this would mean no time wastage on travel or on settling in ; we will still be able to meet up with our work colleagues from time to time, when necessary. Creative work, however, can only be achieved fairly early in the morning, between the hours of 7 and 11. Three hours’ concentrated creative work is not a bad stretch... Naps are important for efficient working. It is interesting to read up on something and then lie down. On waking, we should print out the results of the work that has been achieved during the nap... unconscious work is much more serious and significant than conscious work. First and foremost, work systems must be gradually refined and reformed. We do not need people who pretend to work. What we need are people who think. I do not believe in workplaces and I stick rigorously to my own precepts. Otherwise I work alone, in thousands of different simple places that offer the requisite level of concentration... Being comforted and counselled by the person one loves, making love, is fundamental - otherwise our brains get rusty. Quality of work is primarily dependent on life in general. I live in full immersion with music, I read, I go to bed before midnight so that I can rise early and respect my own contract. I couldn’t bear to make the kind of mistakes that might lead to failure.
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DAL RAZIONALE ALL' UMANO FROM THE RATIONAL TO THE HUMAN proposta di sistema adatto a edifici per uffici high-tech a pianta aperta. Obiettivo: ricreare le possibilità di trasformazione e di appropriazione pur rimanendo nella normalità e nel quadro razionale standardizzato. La pianta, in apparenza statica e ripetitiva, è in realtà libera: le pareti sono mobili e smontabili. ognuno può riconfigurare e riappropriarsi del proprio posto di lavoro (14 mq): modificare le pareti, aprirsi sullo spazio contiguo, sul corridoio, o al contrario isolarsi. Le porte sono a fisarmonica, le persiane consentono di gestire la luminosità, i vetri serigrafati di proteggere l'intimità. Questo sistema offre l'estetica elegante e calda di una barca a vela, con rifiniture in legno e cromo e componenti di estrema raffinatezza come i tavoli high-tech telescopici o il sistema di ripiani e contenitori che si spostano secondo necessità. Consente la libertà e la personalizzazione con affissioni multiple, tavolette fissate sulle pareti per organizzare il proprio universo o raccogliere immagini personali e professionali. È lo spirito di una programmazione totale ma generosa, e del piacere di vivere. Una via aperta per un'ipotesi detta razionale e umanista.
A proposal for high-tech and open plan offices. Aim: to recreate transformation and appropriation possibilities while conforming to normality and to rational standardisation. The footprint, which may seem static and repetitive, is in fact free-form: the walls are sliding and collapsible. Everyone can build and make their office their own (14 m2): change the walls, open out into the adjacent space or the corridor or contrive isolation. The doors are sliding or folding, there are blinds for light regulation, with frosted glass for intimacy. A luxurious and warm environment is achieved, with sophisticated wood and chrome finishings imparting the feel of a super yacht: a high-tech telescopic table, shelves fixed to glass walls. Freedom and appropriation are achieved: lots of things pinned up, boards fixed to the walls for organisational purposes and personal and professional pictures. It conveys a total yet generous mindset, geared to enjoyment in life. A vehicle for a rational and humanist vision.
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La società Tecno, fedele alla tradizione di sperimentazione avviata dal suo fondatore Osvaldo Borsani all'inizio degli anni cinquanta, ha sviluppato per Jean Nouvel le qualità tecniche di una parete di vetro facendone un elemento divisorio e portante, ultrasottile e a elevate prestazioni, a cui possono essere integrati ripiani, scaffali, monitor e binari elettrici. Le qualità di trasformazione e l'eleganza dei primi prototipi dovrebbro aprire nuove prospettive per l'allestimento degli open office.
True to its founder osvaldo Borsani’s experimental ethos as of the early fifties, Tecno has manufactured what is technically a glass wall for Jean Nouvel, which serves as a dividing and load-bearing structure. It is ultra-thin and high-performance, and can be fitted with work surfaces, cabinets, shelves, monitors and power connectors. The scope for modification and the elegance of these early prototypes are likely to ignite an entirely new spin on open office design.
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Scenario: Uffici sperimentali di una società di assicurazione dove sono previste piattaforme open plan con decine di postazioni di lavoro. Ogni impiegato gestisce il proprio spazio e definisce il suo universo visuale.
Scenery: Experimental open plan offices of an insurance company with many work stations. Here everyone can organize his own working space and his visual universe.
FANToNI, sedia/chair, Elle executive chair
LENoX, pavimento di teak/teak flooring BoLoN, pavimento pvc/pVC floor
FLoS, lampade/lamps, Kelvin LEd , Antonio Citterio with Toan Nguyen; glo-ball basic, Jasper Morrison; Miss Sissi, philippe Starck DANESE, lampada/lamp Una Pro binario, Carlotta de Bevilacqua
SAMSUNg, Monitors 23’, Monitors 75’, Ultra portable, galaxy note, telefoni/telephones, stampanti/printers
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PROGETTARE IL PROPRIO SPAZIO DESIGNING ONE’S OWN SPACE Un altro modo per vivere in unospazio aperto con l'intento di rompere con l'abituale sistema totalitario e ripetitivo dell'ufficio. E’ un sistema di mobili industriali che si compongono su basamenti, si accatastano, si smontano e si rimontano. Questi mobili ridisegnano lo spazio sovrapponendosi e accogliendo anche altre tipologie: si mescolano con altri mobili di epoche diverse, con altri oggetti venuti da altri mondi. È uno scenario aperto, che permette a ciascuno di esprimersi e di definire il proprio spazio: proteggersi dal vicino o avvicinarsi, avere comportamenti diversi come coricarsi, sedersi o arrampicarsi sulla scrivania. È anche la negazione del total design grazie alla coesistenza di legni differenti, di cartone, di pelle, di plastica colorata. Oggetti atipici e inattesi dominano le torri: nella loro irregolarità e imprevedibilità compongono una sor di città e ne disegnano lo skyline.
Another way of open space living, breaking with the usual totalitarian and repetitive nature of office systems. The reception area contains a baseline series of industrial pieces of furniture; these can be stacked, taken apart and reassembled. Put together to reconfigure the space, they are not mutually exclusive: they combine with furniture from different eras, with other objects from different spheres. It is an open space, enabling everyone to express themselves freely, to build their own workspace: cut off from their neighbours or in close proximity, and to adopt different behaviours, such as hunkering down, sitting at or climbing on their desks. It is also a negation of total design: different varieties of wood, cardboard, leather and coloured plastic coexist, crowned with atypical and unexpected objects, marking out an irregular and astonishing cityscape.
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La società Unifor basandosi su elementi da ufficio standard, industriali e metallici, ha sviluppato una serie di variazioni e di combinazioni che consentono di esplorare un sistema di mobili da ufficio semplice da montare e da trasformare. Gli zoccoli di queste composizioni sono costituiti da scaffali metallici rinforzati, dotati di finiture martellate, per poter essere facilmente scalati. Questi basamenti sostengono inoltre i piani di lavoro, sono sopraelevati con cassoni in legno di varie essenze e possono accogliere altre tipologie di mobili.
Based on standard industrial and metal office fixtures, Unifor has come up a series of variations and combinations to create an easily-assembled office furniture system with tremendous scope for transformation. The pedestals are made up of reinforced metal shelves with a hammered finish, making them simple to mount. The pedestals can also be fitted with work surfaces, be raised with cabinets made of various types of woods and can house other types of furniture.
Scenario: gli uffici di una società di tour operator 178 m2. Team: un direttore, una receptionist, un direttore amministrativo, tre organizzatori di viaggi, tre viaggiatori, un responsabile commerciale un web designer. Il team è internazionale e multilingue, e l'ufficio è composito non solo per la sua architettura ma anche per l'espressione delle esperienze e dei ricordi di viaggio che vi si aggiungono.
Scenery: a tour operator’s offices 178 m2. Team: a director, a switchboard operator/receptionist, an administrative director, three travel consultants, a commercial manager and a web designer. The team is international and multilingual, the office is arranged not just according to the architecture but also so as to provide a backdrop for travel experiences and memories.
ArTEMIdE , lampade/lamps Hoshigame, Mogura, Mendori, Issey Miake CAIMI, accessori da ufficio/office accessories desk-up, Acropoli e Caimi Lab CoNEX, contenitori metallici/metal boxes Flight-cases dANESE, sgabello/stool Kada, Yves Béhar; letto/bed Luoto, Sami rintala; contenitore multifunzionale/multifunctional furniture Smith, Jonathan olivares; piano mobile/mobile shelf Tano, Andrea Branzi; tavolo/table Eleuthera Massimo Mariani; lampada/lamp Una pro binario, Carlotta de Bevilacqua EMECO, sgabello,stool chair SoSo, Jean Nouvel EMU, sedia/chair Mia, Jean Nouvel ESTEL, libreria/book case Cube, Jean Nouvel FABBIAN, lampade/lamps F05 Angle, pamio design; F11 paddle, Benjamin Hubert FoNTANAArTE, lampade/lamps Falena, Alvaro Siza; Yumi, Shigeru Ban FoSCArINI, lampade/lamps Binic, Ionna Vautrin, Tua, Marco Zito HUMANSCALE, sedia/chair diffrient World Chair; tavolo/table Height Adjustable Table; accessori/accessories JAKE dYSoN, Csys Task, Csys Tall KArTELL, sedia/chair Audrey, piero Lissoni; sedia/chair Maui Soft; sedia/chair Moorea, Vico Magistretti; sedia/chair; appendiabiti/coat stand Alta Tensione, Enzo Mari; scalette/ladders
Tiramisu, Andries Van onck, Upper, Alberto Meda; porta ombrelli/umbrella stand; cestino/waste basket, gino Colombini; Thalya, patrick Jouin; elementi Componibili, Anna Castelli Ferrieri; sistema/system Mobil, Antonio Citterio KNoLL, sedia/chair generation, Formway design pLANNINg SISpLAMo,accessori da ufficio/office accessories poLTroNA FrAU poltrona/armchair Touch, Jean Nouvel USM, tavolo/table, Fritz Haller & paul Schärer VAgHI, sedia/chair Linea 3, Avila Bursa VITRA, sedia/chair Panton Chair Classic, Verner Panton ZANoTTA, sgabelli/stools Mezzadro, Sella, Achille Castiglioni; pouf/puff Sacco, piero gatti, Cesare paolini, Franco Teodoro CITTErIo, pareti acustiche/acoustic walls C-SS, Franco Mirenzi, Vittorio parigi e U.T Citterio SAMSUNg, Monitors 23’, Monitors 75’, Ultra portable, galaxy note, telefoni/telephones, stampanti/printers 2tec2 : pavimento pvc/pVC floor rebel Lo spazio è stato allestito con/the set up is by VENTANA GROUP
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IL LABORATORIO DI LUCE A LIGHT LABORATORY
Proposta destinata a sostituire la tradizionale e standardizzata monotonia dell’illuminazione da ufficio; suggerimento di una luce artistica e pittorica, completata da diversi punti luce individuali. La luce ha una doppia natura: il controsoffitto diventa essenzialmente un supporto colorato e riflettente, ossia un cielo, un misterioso tetto luminoso i cui colori variano a seconda del punto di vista di ciascuno, dell'intensità e delle sfumature degli oggetti presenti sui tavoli che vi si riflettono. Le superfici di lavoro sono illuminate individualmente. In questo spazio immaginato come un laboratorio di luce sono esposti prototipi di lampade dotate di funzioni di illuminazione inedite.
A proposal and study geared to breaking with the monotony of traditional, standardised office lighting; suggestions for artistic and pictorial lighting, complemented by a number of individual light sources. Light has a dual character: the suspended ceiling essentially becomes a coloured, reflecting support, a sky, a mysterious luminous roof in which the colours vary depending on where they are seen from, according to the intensity and nuances of the reflected objects on the ground. The work surfaces are individually lit by lamps either atop them or suspended from the ceiling, this imaginary light laboratory also contains prototype lamps, providing hitherto undreamt-of lighting solutions.
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Fluid Shaping light: fluida, omogenea, definisce precisamente il piano di lavoro generando intervalli di luce e ombra. Fluid Shaping light: fluid, homogeneous, shapes the work surface by generating spells of light and shadow
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Eco Emotional light: un progetto ecoefficiente dove la luce favorisce operatività, emozione, relazione e decompressione interpretando un nuovo rapporto fra spazio e tempo del lavoro. Eco Emotional light: an eco-friendly design in which light fosters efficiency, emotion, rapport and decompression by explicating a new relationship between space and time at work.
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Personal Multilight Performance: tre light performance in un solo progetto/oggetto personale: una luce ambientale soft, una operativa professionale regolabile, un proiettore luminoso mobile che mette in scena lo spazio circostante. Personal Multilight Performance: three performance lights in a single personal project/object: soft ambient lighting, regulawble professional performance, a mobile light projector that illuminates the surrounding space.
4
Free Interactive light:favorisce la libertà di scegliere l’intensità della propria luce in uno spazio collettivo; è interfaccia luminosa con i dispositivi tecnologici. Free Interactive light: enables people to control their own lighting in a collective space; it provides luminous interface through technological devices.
5
Proxemic light: definisce la territorialità individuale rispettando la prossemica relazionale. proxemic light: marks out the space between individuals while respecting relational proxemity
Artemide, Diaphgram, Carlotta de Bevilacqua
danese, 100% Suspension, ross Lovegrove
Artemide, Objective, Jean Nouvel
Artemide, Null Vector, Carlotta de Bevilacqua and Laura Pessoni
Artemide, Algoritmo, Carlotta de Bevilacqua and Paola di Arianello
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L’ATTUALITÀ DEI MAESTRI THE CURRENCY OF THE MASTERS
Vi sono dei passati che non passano mai. Più che mobili sono oggetti legati alla memoria: iconici, creati quasi tutti per luoghi specifici, segnati dalla storia dei luoghi, delle personalità, dei costruttori. Non bisogna dimenticare questi pezzi straordinari, che sono stati realizzati nel passato e che, secondo me, sono sempre di attualità. Li riunisco perché mi ricordano le basi del design: non solo perché mi fanno risalire nel tempo, ma perché sono stati pensati con una visione sintetica e poetica dello spazio e dei suoi oggetti. Sono presentati davanti alle foto dei luoghi per i quali sono stati creati, con la loro storia personale.Non è un caso se i loro "creatori" sono anche nell'elenco dei maestri che, con gli anni, hanno composto il museo immaginario a cui mi ispiro.
The past unconfined to the past. objects rather than pieces of furniture trigger memories: iconic, almost all of them conceived for specific places, marked by the history of those places, by personalities, by their creators. These extraordinary pieces must not be allowed to languish, forgotten – I believe them to be eternally relevant. I bring them together because they remind me of the basics of design: not just because they take me back in time, but because they were crafted with a concise, poetic vision of the space and its objects in mind. They are shown in front of photographs of the places for which they were created, with their own personal history. It is no coincidence that their “creators” all belong to the list of masters who, over the years, have contributed to the imaginary museum that inspires me.
55 1949, CharLeS anD ray eaMeS
KNOLL, Barcelona table Courtesy : Knoll
Seagram Building, New York, USA
Prototype, Maison Kwikset, USA
HERMAN MILLER, Storage Unit Courtesy : Vitra
1936, Frank LLoyD WrIght
1949, CarLo MoLLI no
©DR
©Riccardo Moncalvo
KNOLL, Brno chair Courtesy : Knoll
©DR
©Ezra Stoller © Esto
1930, MIeS Van Der rohe
Johnson Wax Headquarters, Racine, USA
1943-1950, Jean ProuVé
Metropole chair n° 305 Courtesy : Galerie Patrick Seguin, Paris
1952-56, PIerre Jeanneret ©Centre G.Pompidou, bibliothèque Kandinsky, fonds Jean Prouvé
Standard BS desk, curved variation Courtesy : Galerie Patrick Seguin, Paris
Casa Orengo, Turin, Italy
ZANOTTA, Cavour Courtesy : Zanotta
©DR
STEELCASE, 617 Johnson Wax 1 Courtesy : Cassina
Bay’s Desk Courtesy: Galerie Patrick Seguin, Paris
« Conference « Courtesy : Galerie Patrick Seguin,Paris
Chandigarh, India
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Vi sono dei passati che non passano mai. The past unconfined to the past.
BoLoN, pavimenti pvc/pVC floor MArTINI, lampade/lamps Sax 130, Alessandro papotti OIKOS vernici/paints
57 1973, ettore SottSaSS
©Tecno
1956, oSVaLDo BorSanI
ENI Building, San donato (MI), Italy
OLIVETTI, Série Synthesis 45 Courtesy: Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea - Italy
1967, gIo PontI
1980, CInI BoerI
©Tecno
© Archivio Arflex
TECNO, T96 executive desk Courtesy: Tecno
TECNO, Triposto bench Courtesy: Tecno
Eurodomus,1970, Milan, italie
ARFLEX, double Face Courtesy : Arflex
1968, ettore SottSaSS
Casa Orengo, Turin, Italy
OLIVETTI, Valentine Courtesy : Spazio900 - Modernariato e Vintage design - Milano
©Donatella Brun
©manifesto di Adrianus Van Der Elst
1994, gaetano PeSCe
Chiat Day Desk Courtesy: Galleria Luisa Delle Piane, Milan
Chiat day, New York, USA
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COSMIT Presidente/President CLAUDIO LUTI Direttore Generale/General Manager MARCO SABETTA Direttore Commerciale/Commercial Director ANDREA VAIANI Responsabile Tecnico/Technical Director ELISABETTA GAIASCHI Comunicazione e Immagine/Image & Communications SILVIA LATIS con CHIARA BANCONE, FEDERICA QUAGLIA, VLATKA ZANOLETTI Grafici/Graphics VALERIA RAVIZZA, RODOLFO GAVAZZI Ufficio Stampa Italia/Press Office Italy RAFFAELLA POLLINI Ufficio Stampa Estero/International Press Office MARVA GRIFFIN WILSHIRE Produzione/Production WAY Stampa/Print Ticom
Un projet de JEAN NOUVEL Réalisé par JEAN NOUVEL DESIGN Direction artistique : ERNESTO MISTRETTA, architecte Avec NICOLAS PERICCHI, JULIA SCHULTS, HYOJIN SEONG, AKASHI TSUJI, MATHILDE GULLAUD Laboratoire lumière : MARTINE BEDIN, avec MARIONA GALAN, et la direction artistique de CARLOTTA DE BEVILACQUA Conception graphique, signalétique : GABRIELLE BALSAN, ALINE CARREL Installations Videos : ODILE FILLION, assistants techniques THOMAS LALLIER ( AGNÈS B, ALAIN FLEISHER ), ERNESTO MISTRETTA ( ELIOTT ERWITT ), MICHELANGELO PISTOLETTO ( NIELS STOLTENBORG ) Conception catalogue : ODILE FILLION Coordination générale : LÉO CHAPUIS Administration : VALENTINE MONTERAN Et la participation de CHARLOTTE KRUK, assistante de JEAN NOUVEL www.jeannouveldesign.fr
59 A tutte le aziende che hanno contribuito con i loro prodotti e la loro esperienza alla realizzazione del progetto, grazie. / grateful thanks to all the companies whose products and experience have helped to make the project possible. In particolare a / Particular thanks are due to:
BOISERIE ITALIA, porte e finestre/doors and windows BOLON, pavimenti in pvc/ pVC flooring BTICINO, linee civile e domotica/wiring devices and home automation FLorIM CErAMICHE, pavimento ceramico/ceramic flooring LENOX, pavimento di teak/teak flooring OIKOS, vernici/paints SAMSUNG, monitor, tv, portatili, tablet /monitors, TVs, laptops, tablets STILE, pavimento di rovere/ oak flooring 2TEC2, pavimento in pvc / pVC flooring TECNO per “dal razionalismo all’umano”/for “From rationalism to human” UNIFor per “Progettare il proprio spazio”/for “Designing one’s own workspace”
Archiutti Aresline Arflex Artemide B Line Bleu De Paname Bralco Caimi Brevetti Cappellini Cassina Citterio Conex Dada
Danese Davide Groppi Devon & Devon Dieffebi Ducati Emeco Estel Fabbian Fantoni Flos Flou FontanaArte Foscarini
Galerie Patrick Seguin Galleria Luisa Delle Piane Gallotti & Radice Humanscale I 4 Mariani Ingo Maurer Jake Dyson Kartell Kastel Knoll Lasvit Luceplan Magis
Martini Mascagni Molteni Naturtex Nemo Pallucco Planning Sisplamo poltrona Frau Raja/Rajapack Italy Eric Rouchon SA Möbler Savio Firmino Spazio900
IVM con TCC Technogym Thut Troll USM Vaghi Varenna Ventana Vitra Zanotta