Ischia News ed Eventi - Aprile - Ciao Susana

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Anno 1 - numero 1 - aprile 2010 - periodico a distribuzione gratuita

Ciao Susana


VOLAVIAMARE

Anzio

NAPOLI

una lunga storia di mare

Mergellina e Beverello

Golfo di Napoli - Penisola Sorrentina Costiera Amalfitana Isole Eolie - Isole Pontine - Fiumicino - Anzio

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Sommario 6 9 22 In copertina: Lady Susana Walton foto di Enzo Rando

08 18 EDITORIALE Ciao Susana

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“E’ una grande storia d’amore: un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’ a Buenos Aires.”

TURISMO Quando Truman Capote

La felicita’ non è fare tutto quello che vuoi bensì volere quello che fai.

TURISMO L’isola d’Ischia Che Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi

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TRADIZIONI La corsa dell’angelo

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CURIOSITA’ L’invenzione dell’uovo di Pasqua

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A Forio, lungo il corso principale della cittadina, nella tarda mattinata del giorno di Pasqua

Scopri le origini della dolce tradizione


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Direttore responsabile: Enrico Deuringer Redazione: Maurizio Orlacchio Agostino Di Lustro Francesca Novelli Alessandra Vinciguerra Luisa Cuomo Rossella Guarracino Aniello Di Iorio Tiziana Di Iorio Anna Mazzella Gerardo Calise Hanno collaborato: Anna Parlato Massimo Pilato Grafica: Katia Serio Impaginazione: Mariasilvia Patalano Foto: Enzo Rando Malvarosa edizioni Dmitri Tereshchenko Mauro Galligani Archivio Aniello Di Iorio Editore:

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Registrazione Tribunale di Napoli R.G. 8733/09 Printed in: Tipografia Monti - (LT) Copyright Ischia News S.r.L 2010 Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione dell’uso anche parziale di testi, illustrazioni e foto.

12 26 CULTURA Le torri di Forio

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La Mortella

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Il territorio ischitano nel tempo: le difese urbane e la loro affascinante storia I Giardini La Mortella sono stati creati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso musicista Sir William Walton

CUCINA La sorpresa celata nei sapori della tradizione pasquale

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Ricette per festeggiare la Pasqua

NATURA I sentieri dell’isola d’Ischia Passeggiate nella natura

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TERME Cava Scura

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Giardini Poseidon

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Terapie del benessere

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Le terme più antiche di Ischia

Un’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura

L’energia chiama energia. La rivoluzione tecnologica che rende più efficace la vostra terapia

RUBRICHE Il punto di vista

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Calendario 39 eventi Centri 57 benessere e cure termali Forastera D.O.C. 2009 59 Ristoranti Numeri utili

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CIAO SUSANA

di Enrico Deuringer

E’ una grande storia d’amore: un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’ a Buenos Aires. Lui, inglese, musicista e compositore già affermato. Lei, argentina di ottima famiglia, laureata in Economia e Lingua inglese, con un lavoro a tempo pieno al British Council. Ed è proprio qui, a Buenos Aires, che Susana incontra il suo futuro marito William Walton. “Malandrina” fu una conferenza Internazionale della Società per Autori, da lei organizzata, alla quale partecipavano numerosi musicisti e compositori, dove William le propose subito di sposarlo. Si sposarono in un mese, era il 1947, e fino alla morte di William, nel 1983, vissero la maggior parte di quei 35 anni, fianco a fianco, sull’isola d’Ischia, a la “Mortella”. Una meravigliosa villa circondata da un lussureggiante giardino, famoso per la varietà delle sue piante, che Susana aveva creato proprio per il marito William. La villa, disposta ad anfiteatro sul mare di Forio, domina con il suo giardino incantato un piccolo laghetto, immerso nel verde e popolato di piante acquatiche. Sono presenti numerosissime specie di piante, appartenenti alla flora tipica mediterranea e a quella tropicale, godendo Ischia di un clima temperato che favorisce la coltura e la crescita di moltissime varietà arboree. Dopo la morte del marito, Lady Susana Walton impegna gran parte del suo tempo

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a promuovere le opere del marito, interpretando, come voce recitante, “Façade” in tutto il mondo. Crea le due Fondazioni, intitolate a William Walton, quella britannica, fondata nel 1985, e quella italiana, riconosciuta nel 1989, che si propongono di aiutare, nella formazione, i giovani musicisti, italiani e inglesi, con corsi annuali che si svolgono sullo sfondo del magnifico scenario della “Mortella”. La Fondazione Walton è sotto l’alto patronato del Principe di Galles. E fu proprio il Principe Carlo ad intervenire, personalmente, ad Ischia, alla giornata di chiusura del corso del 1991, intrattenendosi con gran interesse nei viali della villa con Lady Walton. Poi dal 1992, con l’apertura al pubblico del suo meraviglioso giardino, a cui per oltre 50 anni ha dedicato il suo entusiasmo, la sua passione e la sua competenza botanica, Lady Susana ha coronato un altro sogno quello di poter diffondere tra i numerosi visitatori l’amore per la natura e per il giardinaggio. Abbiamo quindi voluto dedicare questo numero del nostro magazine ad una grande ischitana per amore, a Lady Susana Walton, che il primo giorno di primavera di quest’anno ha raggiunto in cielo il suo amato William, lasciandoci come eredità, indelebile, il suo amore per la natura e per la nostra Ischia.


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Quando Truman Capote di Maurizio Orlacchio


8 Quando Truman Capote sbarcò ad Ischia, nel lontano 1948 durante il suo Grand Tour, il periodo era esattamente lo stesso: la primavera ischitana! Scendendo gli scalini del battello gli cadde l’orologio e il suo commento fu: “Non è esattamente il posto per la furia delle cose…….” Il profumo del gelsomino ci avvisa che ci siamo. Dopo il letargo invernale ci apprestiamo a dare il benvenuto ad una nuova stagione turistica con la speranza di poterVi emozionare fin dal vostro sbarco ma… attenti agli scalini! Ischia, è un isola che si identifica in un offerta tanto particolare quanto unica: mare – montagna - benessere termale - enogastronomia! Un po di numeri? 69 bacini idrotermali, fumarole naturali in diversi angoli dell’isola, antiche torri saracene riconvertite in musei, giardini botanici meta di appassionati, baie e calette emozionanti, una sentieristica di montagna che collega i 6 comuni che offrono all’ospite la propria originale tradizione: dai tramonti mozzafiato di Forio, alla magia del Castello Aragonese di Ischia, i bacini termali di Casamicciola Terme, Serrara Fontana e il borgo di S.Angelo, LaccoAmeno per quel tocco di jet-set, Barano per la spiaggia più bella dell’isola: i Maronti. Tutto bello? L’amore che abbiamo verso questo “paradiso unico e brullo” come lo chiamò il commendatore Angelo Rizzoli ci porta ad esaltarne le bellezze con mor-

bosità affettiva ma siamo ben coscienti che abbiamo ancora tanto da fare. Questo è il periodo del “maquillage” estetico, come la primavera accompagna la fioritura cosi noi ci adoperiamo per presentarvi il nostro fiore più bello: Ischia. Imbianchini all’opera per esaltare il blu e bianco del mediterraneo, operatori ecologici che sia adoperano per la messa in ordine della sentieristica, ma la cosa che possiamo garantirvi è che anche da parte loro non mancherà mai un sorriso. Ed è con lo stesso sorriso che vorrei ricordare il compianto Domenico Di Meglio (Direttore e fondatore del quotidiano Il Golfo) da sempre in prima linea per esprimere uno slogan che deve diventare il nostro slogan: Il turismo siamo tutti!! Dall’albergatore al cameriere passando per il taxista fino al fruttivendolo abbiamo tutti un solo obiettivo, e cioè quello di regalarvi l’emozione di visitare l’isola dai mille colori. La felicita’ non è fare tutto quello che vuoi ma bensì volere quello che fai, e il nostro volere è regalarvi un’ospitalità genuina da non dimenticare, un’ospitalità “isolata” quindi unica. Fatevi guidare dai consigli dell’ischitano che vive l’isola, lasciatevi indirizzare dai profumi di una fragrante pastiera pasquale, seguite il sole che nasce ad Ischia Porto e si addormenta a Forio….. vivete l’isola da isolati e un consiglio, appena arrivati in camera togliete l’orologio: questo non e’ il posto per la furia delle cose!!!! Benvenuti ad Ischia!


L’isola d’Ischia di Enrico Deuringer


10 L’Isola beata e la sua storia La luce e i colori di Ischia, che, con i suoi 46 kmq., è la più grande delle tre isole beate che chiudono a cerchio il golfo di Napoli, non sono che un aspetto della vacanza meravigliosa che si annuncia al turista, appena egli sbarca nel delizioso porto naturale isolano, affollato di barche, e sulla riva di caratteristici locali. Egli nemmeno potrà immaginare, nel successivo primo suo giro per le strade ischitane, quale varietà di attrattive Ischia tenga in serbo per chi vi giunga ad ogni età della vita. Soltanto quando la conoscerà più a fondo, Ischia gli si rivelerà realmente un’isola per tutti i gusti, un’isola per tutte le stagioni. E’ un approdo importante il porto di Ischia, il principale dell’isola, e può vantare una storia affascinante. Un secolo e mezzo fa, al suo posto c’era un lago vulcanico incastonato in un paesaggio di rara bellezza. Fu re Ferdinando II di Borbone a decidere di creare il porto, che fu inaugurato nel 1854. Il panorama cambiò, ma il fascino di quel luogo non fu scalfito. E la lussureggiante vegetazione delle colline circostanti rappresenta ancora il primo colpo d’occhio per chi giunge sull’Isola Verde. Che Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi. Lo testimoniano i ritrovamenti dei primi insediamenti greci e con maggiore evidenza, le rovine del Castello Aragonese, una vera e propria città, sorta dove già Gerone Siracusano aveva edificato la sua formidabile rocca. Verdi colline avvistarono i primi marinai greci che sbarcarono sull’isola, nella baia di San Montano, otto secoli prima di Cristo. Venivano da lontano, dall’Isola di

Eubea, ma quella terra apparve loro subito familiare. Sul promontorio di Monte Vico e nella pianura sottostante, i greci costruirono la loro nuova città, Pithecusa, che divenne punto nevralgico dei commerci tra la Grecia e le popolazioni italiche. Fu quello il primo insediamento greco nel Mediterraneo occidentale, l’inizio della Magna Grecia. E proprio alla Magna Grecia è dedicato il museo archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno. Lì sono ospitati i preziosi reperti rinvenuti dall’archeologo Giorgio Buchner, in trent’anni di scavi nella necropoli di San Montano. E in primo piano la cosiddetta coppa di Nestore, su cui è inciso il più antico testo scritto rinvenuto in Occidente: “E’ gradevole bere dalla Coppa di Nestore, ma chi da questa coppa beve, subito prenderà desiderio di Afrodite dalla bella corona.” Un graffito di tre righe, in versi esametri, inciso con uno stilo di bronzo durante una cerimonia funebre, che allude alla famosa coppa dell’eroe epico Nestore, descritta da Omero nell’Iliade. Una testimonianza inequivocabile della conoscenza che dell’Epos omerico avevano i coloni greci. L’antica Pithecusa era un crocevia internazionale di scambi tra l’oriente e l’occidente. Si può dire che la storia documentata della scrittura nasce proprio a Ischia.


11 Da qui, attraverso i coloni greci e i loro scambi, la scrittura alfabetica si è diffusa tra i popoli italici e gli Etruschi. Già da qualche anno, sempre a Lacco Ameno, sotto la bella Basilica di Santa Restituta, nel centro della cittadina, sono venute alla luce vestigia antichissime che, insieme a interessanti reperti, fanno parte di un museo visitato ogni anno da migliaia di persone. La zona di Lacco Ameno rimase il maggiore centro abitato dell’isola fino al Medio Evo, quando le invasioni barbariche convinsero la popolazione a rifugiarsi sull’isolotto su cui doveva poi sorgere il Castello. Lì si sviluppò la città, mentre sull’Isola Grande, come era chiamata, non erano che piccoli villaggi, dove la popolazione viveva tra il pericolo delle invasioni straniere e la paura per terremoti ed eruzioni, allora piuttosto frequenti. L’ultima eruzione, nel 1301, sommerse di lava un’ampia superficie nella parte nordorientale dell’isola, fino alla costa, dove oggi è la pineta d’Ischia. Intanto sulla rocca del Castello la popolazione aumentava. Nel ‘400 Alfonso d’Aragona la trasformò così come è ancora oggi e fu collegata da un ponte all’isola, dove, proprio ai piedi della fortezza, si era sviluppato un piccolo borgo. Il XVI secolo coincise con il periodo di massimo splendore del Castello, dove arrivò la cultura del Rinascimento, grazie alla castellana, la poetessa Vittoria Colonna, che ospitò tra quelle mura alcuni dei più insigni letterati del tempo. Intanto l’isola subiva le incursioni dei pirati

saraceni. E lungo le coste sorsero imponenti torri di difesa. Quello di Forio era il versante più esposto e la popolazione vi costruì ben 14 torri con il tipico tufo verde dell’Epomeo. Tra queste il famoso Torrione, simbolo della cittadina, che ospita oggi un museo dedicato a un artista isolano. Il settecento segnò lo sviluppo dei principali centri abitati dell’isola. A quel tempo risalgono le chiese più belle, da visitare per i tesori artistici che custodiscono. Se il Castello andava spopolandosi, il borgo ai suoi piedi cresceva. Accanto alle case dei pescatori, furono costruiti palazzi signorili e le chiese furono abbellite con dipinti di famosi artisti. Anche a Forio, cessate le incursioni, sorsero palazzi e chiese, scrigni per pregevoli opere d’arte. Nel 1809, durante il conflitto tra inglesi e francesi, il Castello, ormai quasi disabitato, subì danni irreparabili. Così il maniero fu abbandonato e utilizzato solo come prigione per qualche decennio. Poi, nei primi anni del ‘900 tornò ad essere abitato e oggi è aperto al pubblico, che può visitarlo e godere di uno straordinario panorama del golfo. All’ombra di quel Castello, i pescatori di Ischia Ponte continuano a costruire nasse e a rammagliare reti, trascorrendo una vita serena e longeva, nella casta e feconda umanità del loro borgo marinaro, aperti a scambiarsi le umili e sapienti notizie nel prevedere il mutarsi dei venti e delle condizioni del mare. E al mare è dedicato il caratteristico Museo ubicato nel palazzo dell’Orologio dove la storia della marineria isolana attraverso i secoli è la testimonianza inequivocabile dell’indissolubile legame degli ischitani con il loro mare. Così come sulle pendici del Monte Epomeo, la cui vetta raggiunge i 789 metri e rappresenta, al centro dell’Isola, una


specie di Pandizucchero ischitano, i contadini continuano a scambiarsi le altrettanto umili e sapienti notizie della conduzione della terra e del maturare dei vini nei cellai, scavati nel tufo della montagna. Dalla vetta dell’Epomeo è facile spaziare con lo sguardo su tutte le località isolane. Sul nuovo porto di Casamicciola Terme, la ridente cittadina ben nota per la ricchezza delle sue sorgenti e per la riposante tranquillità del soggiorno nelle sue ville in collina, di cui ampiamente si giovarono Giuseppe Garibaldi, curandosi i postumi delle ferite dell’Aspromonte, e Enrico Ibsen che a Casamicciola riuscì finanche a sorridere, dando all’arte il “Peergent”. O sullo specchio d’acqua di Lacco Ameno, anch’essa celeberrima stazione termale, nel quale campeggia il caratteristico scoglio del “Fungo” mentre le campagne circostanti completano la visione di un paesaggio che giustamente ha guadagnato ad Ischia l’appellativo di “Isola verde”. O ancora su Forio, la bianca cittadina mozaraba, dove anche il sole, talvolta, tramonta con un insolito, fantastico “raggio verde”. Anch’essa ricca di vasti arenili, di un porto, di stradine caratteristiche, recanti

vestigia di antiche architetture mediterranee e delle sue torri, sorte tutte a difesa dalle numerose incursioni barbaresche del XVI secolo. A Forio, una candida chiesa, protesa sul mare e dedicata alla Madonna del Soccorso, ricorda ancora una volta la vocazione e le tradizioni marinare degli abitanti dell’Isola. Ma basterà allontanarsi di pochi chilometri per riscoprire subito sulla vicina spiaggia di Citara un’Ischia del tutto diversa. È l’Ischia in cui ha trovato il suo pieno sviluppo all’aperto, in giardini tra i più attraenti ed attrezzati del mondo, un tipo di modernissimo termalismo, che integra e completa quello già praticabile nei numerosissimi stabilimenti isolani ed anche in tanti alberghi dotati di appositi reparti. Un termalismo che ha, da un lato, reso piacevoli e, talvolta, perfino divertenti le cure di cui taluni hanno bisogno e ha, dall’altro, esteso ad altri settori, primo tra tutti a quello estetico, l’uso delle balneazioni e dei fanghi. L’isola oggi è divisa in sei Comuni : Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana. E prediletta per le sue bellezze e atmosfere dagli artisti di ogni epoca, l’isola visse un


13 periodo di particolare fervore culturale nel dopoguerra, quando a Forio si stabilì una folta colonia di intellettuali di ogni parte del mondo. E Ischia fu per tutti musa prodiga d’ispirazione.

L’isola e il suo mare Per gli antichi questo era il mare delle sirene. Cullate dal ritmo infinito dell’onda, lanciavano il loro irresistibile richiamo ai naviganti, inducendoli a dimenticare la loro meta e a perdersi nella magica bellezza di questi luoghi. E l’incantesimo si perpetua. Lo spettacolo delle coste ischitane è maestoso. Specie lungo il versante meridionale, dove imponenti pareti rocciose si ergono a picco sul mare. Le complesse vicende geologiche dell’isola sono tutte incise in quei fitti strati di roccia vulcanica dalle più varie sfumature di colore, testimonianze delle eruzioni che nei millenni modellarono la terra ischitana. La costa varia di continuo: ai severi promontori coperti di vegetazione seguono magnifiche insenature in cui il mare assume colorazioni stupefacenti. Ischia sfoggia su quel versante due dei suoi più preziosi gioielli: Sant’Angelo, il caratteristico paesino presepe proteso sul mare. Che è ancora, con le sue piccole case aggrappate alla roccia, dai vivaci colori pastello, con la sua popolazione semplice ed attiva, un’autentica oasi di pace incontaminata. Si gira tranquillamente a piedi all’interno del paese che è profondamente umano, perché nelle case e nelle cose si intravede la misura che le ha create e proporzionate. Subito dopo il villaggio, ecco presentarsi la spiaggia dei Maronti, la più grande dell’isola. Più volte bandiera blu dell’Unione europea, il lido dei Maronti è rinomato tra l’altro per l’alta temperatura della sua sabbia, utilizzata

anche a scopo terapeutico. La costa torna alta e frastagliata procedendo a oriente. Altri promontori e insenature disegnano il profilo dell’isola, fino alla spiaggia di Cartaromana, frequentata fin da tempi antichissimi. Qui ci si imbatte in uno degli scenari più affascinanti dell’isola; la baia di Sant’Anna con i suoi enormi scogli e l’isolotto del Castello Aragonese, che possente emerge dal mare. Oltre il ponte, che lo collega da cinquecento anni all’isola, la costa cambia repentinamente aspetto. Si susseguono la Spiaggia dei Pescatori, di Punta Molino, di San Pietro: lidi ben noti ai turisti che frequentano il mare di Ischia da maggio ad ottobre. Al di là del porto ischitano, la costa si alza di nuovo, protendendosi verso il mare con altri splendidi promontori che si alternano a spettacolari insenature. Dopo il porto di Casamicciola, tornano le spiagge attrezzate. A Lacco Ameno, dopo il celebre Fungo, il caratteristico scoglio di tufo verde simbolo della ridente cittadina. Tra i promontori di Monte Vico e Zaro, si apre la magnifica baia di San Montano, dove sbarcarono i primi coloni greci dell’isola. Panorami di rara bellezza contraddistinguono anche il litorale di Forio. Le ampie spiagge di San Francesco, di Cava dell’Isola e di Citara sono amatissime da quanti scelgono l’isola Verde per un soggiorno all’insegna del mare e del sole.


14 Se l’isola offre ai suoi visitatori splendidi paesaggi al di sopra del livello del mare, il mondo sommerso che la circonda non è meno prodigo di bellezze e di emozioni. Oggi Ischia è un’area marina protetta, un luogo ideale per gli appassionati di attività subacquee in quanto i suoi fondali presentano ovunque una grande varietà di specie vegetali e animali. Le miti temperature dell’acqua favoriscono anche la sopravvivenza di specie non tipiche del Mediterraneo. Le pareti rocciose sommerse sono un vero paradiso per i fotografi. Crescono i frequentatori dell’isola che praticano sport legati al mare. I velisti sono stati i primi a verificare che Ischia è un’isola che ha molto da offrire.

L’isola verde A guardarla dalla cima dell’Epomeo, nell’incanto che l’ha resa famosa nei secoli, ben si comprende perché Ischia si sia guadagnata l’appellativo di Isola Verde per eccellenza. Una fitta coltre di vegetazione fascia i fianchi dei monti, si insinua nelle gole più impervie, ricopre i dolci declivi delle colline e si spinge fin sulla costa, lì dove la terra s’incontra col mare. Maestoso e imponente il monte Epomeo sembra vegliare sull’isola come un nume tutelare. Dalla sua vetta si offre allo sguardo una visione unica del golfo di Napoli cantato dai poeti fin dall’antichità. Per godere di quello spettacolo tanti s’inerpicano per i ripidi sentieri lungo le pendici del monte, tra i boschi di castagni, fino ad un antico rifugio scavato nella roccia. I castagni dominano le alture ischitane, dove proteggono con la loro ombra un esuberante sottobosco di essenze spontanee. Ritrovare le suggestioni di una natura davvero incontaminata non è poi cosa difficile a Ischia, neppure oggigiorno. Basta seguire gli antichi sentieri per incontrare luoghi di ineguagliabile bellezza. Non meno ricca di fascino è la campagna ischitana, model-


15 lata dal lavoro millenario di generazioni di uomini. Il suolo vulcanico ricco di minerali, fertilissimo, è stato da sempre il grande alleato del contadino ischitano, fin da quando i primi colonizzatori greci, otto secoli prima di Cristo, introdussero le coltivazioni dell’ulivo e della vite E proprio la vite era destinata a diventare la coltura principale dell’isola, sui rari terreni pianeggianti come sui rilievi, fino a dove la pianta resisteva. E con i vitigni, mise salde radici anche la cultura del vino. Del resto, le tradizioni vinicole sono tuttora vive sull’isola e si manifestano soprattutto nel rito della vendemmia. Fin da settembre e per tutto ottobre procede la raccolta e la spremitura dell’uva nelle campagne ischitane. Tanti i piccoli coltivatori che vinificano per la famiglia, mentre aziende vinicole di consolidata tradizione producono i famosi vini doc ischitani, apprezzati dagli intenditori ed esportati in tutto il mondo. E sulle tracce della cultura del vino ci si imbatte nell’Ischia meno conosciuta, che custodisce le tipiche case rurali, le antiche cantine e i cellai scavati nel tufo, i muri a secco di pietra. Gli itinerari prediletti per queste passeggiate nel verde toccano zone di alto valore ambientale che si affacciano spesso sui panorami più belli dell’isola. E la più genuina ospitalità ischitana è pronta ad accogliere i visitatori, con degustazione del vino appena spillato dalla botte, accompagnato dai piatti tipici della cucina locale. Una cucina semplice, dai sapori genuini, esaltata dagli aromi delle erbe che crescono spontanee nei campi o tra le pietre di tufo. Immancabile la specialità tipica dell’isola, il coniglio all’ischitana, preparato secondo una ricetta che si tramanda fedelmente da secoli. L’isola si è rivelata ambiente ideale per le specie vegetali più varie. Uno straordinario esempio di armoniosa convivenza tra piante originarie dei cinque continenti è il giardino della “Mortella”, sopra Punta Caruso, creato dal compositore inglese William Walton e da sua moglie Susana con la consulenza


del paesaggista Russel Page. Un angolo paradisiaco, incorniciato in un panorama da cartolina che, dopo la morte del musicista, è stato aperto al pubblico. La “Mortella” è anche sede della Fondazione Walton posta sotto l’alto patronato del Principe di Galles. Immaginare Ischia senza le sue splendide pinete sembra oggi impossibile. Eppure il pino domestico con l’inconfondibile chioma a ombrello, è entrato a far parte del paesaggio isolano solo verso la metà del secolo scorso. Merito di un botanico, che piantò semi di pino per rivitalizzare l’enorme distesa di lava depositata nel cuore di Ischia dall’eruzione del 1301. Gli alberi crebbero rigogliosi e nacque la prima pineta, sul mare. Oggi trasformata in un grande parco pubblico nel centro d’ Ischia. Un miracolo della natura che, ancora una volta, l’Isola Verde deve alla feracità della sua terra ed alla straordinaria mitezza del suo clima.

L’Isola e le sue terme Miniere d’oro, così il medico Giulio Jasolino aveva ribattezzato le sorgenti termali dell’isola d’Ischia in un celebre volume del 1588. E non poteva essere! giudizio più

attendibile, visto che lui a quelle acque benefiche aveva dedicato lunghe ed approfondite ricerche per anni. Queste gli avevano consentito di individuare i 29 bacini termali da cui scaturiscono le 103 sorgenti ed i 69 campi fumarolici diffusi sul territorio isolano. Già Jasolino aveva dimostrato che ogni sorgente presenta proprie peculiarità e proprietà curative, come poi sarebbe stato verificato anche dai ricercatori nostri contemporanei, con la scoperta di Jasolino si riaccese l’interesse intorno alle acque termali, dopo secoli di oblio. Erano stati per primi i Romani, grandi fruitori delle terme, ad accorgersi di quella particolare ricchezza dell’isola, conseguenza della sua origine vulcanica. Ma proprio l’intensa attività sismica ed eruttiva che raggiunse il suo acme a quell’epoca, impedì che i Romani costruissero delle Terme. Comunque dei benefìci delle acque usufruivano gli abitanti dell’isola, che frequentavano la sorgente di Nitrodi, nel territorio di Barano. Una fonte miracolosa immersa in una natura selvaggia, rimasta intatta fino ad oggi, che gli antichi identificavano con la dimora delle Ninfe Nitrodi, cui dedicarono dei bassorilievi votivi. E c’era poi Cava Scura, sempre nella zona di Barano. Un luogo che ancora oggi evoca profonde suggestioni, con le vasche scavate nella roccia, dove scorre l’acqua che acquista le sue qualità curative dal contatto col fuoco che cova nelle profondità dell’isola. Scende l’acqua piovana sulla terra d’Ischia e, scorrendo vicino alle fumarole si riscalda, rubando alle rocce i minerali che


17 l’arricchiscono donandole la capacità di guarire. L’acqua curativa può essere bevuta, come nel caso di Nitrodi, e giovare alle malattie dell’apparato digerente, dei reni e delle vie urinarie, del ricambio. Oppure si possono fare i bagni, particolarmente indicati per le malattie della pelle, reumatiche, del sistema nervoso, degli apparati circolatorio e urogenitale. Ma Ischia è famosa soprattutto per i fanghi, utili nelle forme reumatiche e in ginecologia. L’argilla viene messa a maturare per sei mesi in vasche contenenti acqua minerale, rigorosamente controllata nella sua purezza, e il fango così ottenuto viene poi applicato sulla parte bisognosa di terapia. Sempre le acque termali vengono utilizzate per cure inalatorie che curano le infiammazioni croniche delle vie aeree. Lo sfruttamento delle acque termali sull’isola risale ai primi decenni del Seicento, a Casamicciola, dove si trovano due dei migliori bacini termali, quello de La Rita e soprattutto quello di Gurgitello, a poca distanza dalla costa. Sorsero in quella cittadina, decretandone una veloce crescita, le prime pensioni per accogliere i curandi, che già allora venivano numerosi da diverse nazioni europee. Fu l’inizio del turismo sull’isola, che doveva svilupparsi soprattutto nel secondo dopoguerra. Rizzoli rilanciò il termalismo ischitano negli Anni ‘50, costruendo grandi alberghi dotati di terme sul litorale di Lacco Ameno, lì dove sgorga

la sorgente della Regina Isabella. Da allora la capacità ricettiva di Ischia è cresciuta senza sosta. Oltre 300 strutture alberghiere, in gran parte dotate di proprie terme e di piscine di acqua calda, rappresentano una realtà d’avanguardia in Europa. Testimoniata dalla modernità degli stabilimenti termali. Notevole il livello dei servizi offerti alla clientela nelle strutture ischitane. Le cure tradizionali si accompagnano ormai a massaggi, fisioterapia, ginnastica correttiva e riabilitativa, sauna. Secondo una tendenza sempre più accentuata, le terme sono diventate luoghi di recupero del benessere psico-fisico dell’individuo. Così anche sull’isola sono nate presso le strutture alberghiere più attrezzate beauty farm che coniugano i bagni termali con la fitness, la cura dell’alimentazione, i trattamenti estetici. Il tutto sfruttando i vantaggi di un ambiente salubre e ecologicamente sano, in grado di favorire un soggiorno tranquillo e piacevole. L’isola d’Ischia è l’unico luogo al mondo in cui la natura e l’impegno dell’uomo hanno saputo creare quelle meraviglie che sono i parchi termali. Nei luoghi più panoramici dell’isola, offrono ai loro visitatori piscine termali di diverse gradazioni incastonate in lussureggianti giardini, spiagge private, reparti per le cure termali tradizionali e servizi di alto livello. I fanghi e le straordinarie acque di Gurgitello sono la componente primaria di una linea di prodotti termali e cosmetici in vendita nelle migliori profumerie, che nasce dall’esperienza millenaria dei termalisti ischitani. Così l’isola provvede anche da lontano alla salute e al benessere dei suoi ospiti.


La corsa dell’angelo a Forio del Prof. Agostino Di Lustro


19 A Forio, lungo il corso principale della cittadina, nella tarda mattinata del giorno di Pasqua, si svolge la sacra rappresentazione chiamata “la Corsa dell’Angelo”, organizzata dall’antica arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri che ha sede nella chiesa omonima a Piazza Municipio. Di essa si ha notizia fin dal 1618, sorta nel clima spirituale del periodo della riforma cattolica quando la religiosità popolare è caratterizzata da un complesso di pratiche che si esplicano in atti, gesti, parole e con la diffusione di rappresentazioni di argomento religioso quale il Natale, la Passione, la Resurrezione. Questa sacra rappresentazione è pervasa da un alto valore poetico, quasi una lauda uscita della potente fantasia poetica di “Iacopone da Todi”. Essa presuppone solo l’evento storico e teologico della resurrezione di Cristo, mentre il resto è liberamente rielaborato dall’anonimo “poeta”che l’ha creata. I protagonisti sono quattro: Gesù risorto, la Madonna, S. Giovanni Apostolo resi presenti da tre statue lignee realizzate da un ignoto scultore napoletano negli anni 1756-57, e da un Angelo, anch’esso una statua di legno dorato uscita dalla bottega dello scultore Francesco Mollica intorno al 1620. Oggi la statua originale non corre più, e si può ammirare nella chiesa dell’Arciconfraternita. Il suo ruolo lo svolge una copia realizzata circa venti anni fa. La scena si svolge, durante la processione, lungo i corsi Matteo Verde e Francesco Regine ed è scandita dal canto dell’antifonia liturgica “Regina Coeli” secondo la solenne e toccante melodia propria di Forio. Le immagini di S. Giovanni e della Madonna, che ha il volto coperto da un velo bianco, avanzano lentamente lungo il corso Matteo Verde verso Piazza Matteotti, mentre l’anglo dopo il canto del “Regina Coeli” e tre inchini eseguiti con tecnica tutta particolare, compie tre corse dalla statua del Cristo fino al quadrivio e viceversa. Quindi si apparta sotto il campanile della basilica di S. Maria di Loreto. Le statue della Madonna e di S. Giovanni intanto avanzano

lentamente fino all’altezza di Vico Piazza. Qui vien fatto cadere il velo dal volto della Madonna che subito corre fino a sistemarsi alla sinistra della statua del Cristo risorto, mentre dai balconi vengono lanciati coriandoli colorati, suonano le campane, scoppiano i mortaretti e dalla folla si leva un forte grido di gioia e un fragoroso applauso. Intanto la statua di S. Giovanni indietreggia fino all’altezza del campanile. A questo punto l’Angelo spicca l’ultima corsa fino a raggiungere il Cristo e la Madonna; si ripete il “Regina Coeli”, l’Angelo fa i tre inchini ed indietreggia fino al campanile. Avanza allora lo stendardo dalla lunga asta con sulla punta un ciuffo di penne di struzzo. Si ripete il canto, quindi, lo stendardo viene calato per tre volte fino quasi a toccare terra, ma facendo attenzione che non la sfiori neppure. Se tutto riesce secondo il protocollo, la folla applaude alla forza dei muscoli e alla perizia del reggitore dello stendardo. Quindi si ricompone la processione. Questa sacra rappresentazione segue un canovaccio che rievoca liberamente il testo evangelico, la cui trama potrebbe essere la seguente: Gesù è risorto ed invia il suo Angelo ad annunziarlo alla Madre che, accompagnata da Giovanni, si sta recando al sepolcro di Gesù. L’Angelo fa la spola tra Gesù e Maria per ben tre volte per annunziarle la resurrezione, così come nel corso della veglia pasquale la Chiesa annunzia nella liturgia della luce o del cero per ben tre volte che Cristo è la luce del mondo e tre volte canta Alleluja, l’inno della resurrezione e della vita. Lo scoprimento del volto della Madonna sta a significare il momento in cui la Chiesa viene illuminata dalla luce radiosa della resurrezione di Cristo che ha vinto la morte e ha riconciliato l’uomo con Dio. Questa sacra rappresentazione, nonostante in questi ultimi decenni abbia perso un poco della sua spiritualità per diventare un tantino folklore, costituisce il momento culminante della Pasqua per il vero foriano che rivive un momento di profonda fede religiosa e, al tempo stesso, le gloriose tradizioni della sua Terra e della sua forianità.



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La tradizione dell’uovo di Pasqua di Francesca Novelli

Come e quando nasce la tradizione dell’uovo di Pasqua? L’uovo, oggetto misterioso dalla forma irregolare, proposto in tante varianti durante l’arco delle festività pasquali, è solo il frutto di un sempre più dilagante consumismo o ha origini antiche? Valori e simbologie radicate nella cultura arcaica che, arricchendosi e forse anche un pò deformandosi nel corso dei secoli, hanno portato l’uovo, in un cammino temporale lunghissimo, ad essere punto di riferimento indiscusso nelle nostre case e sulla nostra tavola nei giorni odierni di festa. Ebbene, curiosando qua e la, si apprende che già nelle antichissime popolazioni Egizie e Persiane il dono e lo scambio dell’uovo dipinto era considerato un rituale propiziatorio e un gesto di buon auspicio. L’uovo infatti è per eccellenza da sempre il simbolo dell’origine della vita, della Rinascita, del mistero, della Primavera, della vittoria della vita stessa e, nella cultura Cristiana in particolare, della Resurrezione. Rinascita spirituale dunque, “passaggio”, nuova vita!

Anche in tavola le uova sode si affiancano all’agnello, simbolo di dolcezza e sacrificio, e si propongono come cibo umile, ma nello stesso tempo simbolicamente” irrinunciabile”. Delle uova si conoscono ormai tantissime varianti; quelle con il guscio variopinto ci riportano ad una leggenda antica che può spiegarci dove e quando nasce questa usanza, particolarmente amata dai più piccini. La leggenda narra infatti che Maria Maddalena, recatasi al sepolcro di Gesù ed avendolo trovato vuoto, corse dai discepoli, annunciò loro la straordinaria novità, ma Pietro la guardò e disse: crederò a quello che dici solo se le uova contenute nel cesto diverranno rosse! E subito le uova si colorarono di un rosso intenso! Alla variante “artistica” ed estrosa si affianca la più golosa, amata veramente da tutti, irrinunciabile momento di dolcezza ed allegria, di sorpresa e di gioco, sono loro le festosissime uova di cioccolato, le protagoniste assolute delle festività pasquali! Pare che la loro invenzione avesse come patria d’origine la Francia dove un re, e chi se non il Re Sole, scialacquone, amante del lusso, dello sfarzo e delle leccornie, fu il primo a divulgarne la diffusione, che dalla produzione elitaria della sua corte pian piano si espanse anche oltre i confini della Francia stessa, trovando riscontro soprattutto nei paesi dell’Europa centrale, importatori dei semi di cacao, e già abili maestri nell’arte dolciaria del cioccolato. E le uova d’oro? Hanno inventato anche quelle! Nel lontano 1883 lo Zar Alessandro le commissionò al maestro orafo Peter Carl Fabergè, che realizzò manufatti di straordinaria preziosità e grandissimo valore artistico. Di cioccolato, di terracotta, variopinte e di cartapesta, di ceramica o di minerali preziosi, per tutti i gusti e per tutte le tasche, l’uovo insomma per eccellenza oggetto porta fortuna, simbolo di vita, di Primavera tanto attesa, di ricchezza per la casa e per lo spirito, di speranza e abbondanza per tutti! Buona Pasqua e tanta … meraviglia!!!


Le torri di Forio

di Francesca Novelli

Forio: le peculiarità del sito “Alla parte occidentale dell’isola d’Ischia, quel paese bagnato dal mare per tutta la sua sinuosa estensione; circondato da pianure verdeggianti; spalleggiato dal monte che si asside su i suoi colli nella positura più voluttuosa e comoda, fiancheggiato da due correnti vulcaniche, l’uno a settentrione, l’altro a mezzogiorno; quel paese chiamasi Forio capoluogo di Mandamento.” Così nel lontano 1867, il D’Ascia comincia la descrizione, curata in ogni particolare, del Comune di Forio, da sempre carat-

terizzato dalle bianche pareti delle case, dal violento azzurro del mare e del cielo, dal colore ferrigno del Monte Epomeo che sembra incendiarsi con i suoi verdi vigneti e i suoi orti profumati, sotto la luce rossastra dei suoi unici tramonti. Bagnata lungo tutto il versante occidentale dal mare, confina a mezzogiorno col comune di Serrara Fontana, a greco con quello di Casamicciola e a settentrione con quello di Lacco Ameno. Forio, immortalata da celebri vedusti, ricordata da poeti e letterati, è, più di ogni altro comune isolano, celebrata per l’amenità dei


23 suoi colli e per la ricchezza e la prosperità delle sue terre generose. Non a caso lo Iasolino chiamerà Forio: Fiorio, poiché dopo la distruzione di ville e castelli, ad opera dei saraceni, “rifiorì” diventando il maggiore comune per produzione di vino e di “frutti eccellenti”, grazie ad uomini forti e bellicosi, pronti a risorgere dopo i pericolosi e repentini assalti dei corsari. Il suo nome, quindi, potrebbe derivare con ogni probabilità dal greco phoros (ferax), ossia fertile. Lasciando l’opinione degli scrittori, più o meno scientifica, si riscontra anche quella, pur sempre autorevole, della tradizione popolare che rimanda a due diverse etimologie il nome di questo comune: l’una riconduce a fiorito, in base allo stemma, all’emblema del paese, ovvero un fiore in campo azzurro, come si osserva sul frontespizio delle principali chiese. Il nome fiorito, dato alla contrada, dai coloni che vennero a dissodare questa terra ricoperta interamente da fiori e da piante silvestri, si corruppe poi in fiorino - fiorio - forio. L’altra derivazione, più romanzesca, fa derivare il nome da un particolare episodio. Si racconta che per l’accresciuta moltitudine degli abitanti del castello e per l’esigenza di espandersi verso terre più produttive e generose, un abitante di questa, prese commiato da amici e parenti con le parole fuori - io cioè io vado fuori, così il motto di congedo, pronunziato prima di lasciare definitivamente il castello, diede nome al villaggio adagiato sul fianco occidentale dell’isola. Le vicende della storia plurisecolare dell’isola, dal primo insediamento di colonizzazione greca alla pax romana, fino ai secoli difficili dell’alto medioevo, diventano più immediatamente riscontrabili durante i regni angioino e aragonese. Durante il viceregno spagnolo l’isola attraversa un periodo di gravi difficoltà a causa principalmente della pirateria del Barbarossa (22.06.1544). La fatale invasione spopolò principalmente il paese di Forio, lasciandolo incolto e disabitato.

Questi drammatici episodi lasceranno un segno duraturo soprattutto nelle scelte edilizie che, connotando il territorio in maniera peculiare, mostreranno sempre vivo, nel corso dei secoli, questo stretto legame tra “terra e storia”.

Il territorio ischitano nel tempo: le difese urbane L’isola d’Ischia, segnata nel suo sviluppo da due eventi storici che hanno inciso profondamente sull’evoluzione e sulla crescita dei centri urbani isolani, le scorrerie piratesche e il disastroso terremoto del 1883, ci appare come una sorta di mosaico costituito dalle diverse storie dei suoi comuni, un tempo chiamati “ville” o casali”. I suoi tre centri principali, Lacco, Ischia Ponte e Forio, dislocati a breve distanza tra loro, risultano estremamente diversificati sia nell’evoluzione architettonica sia negli indirizzi storico culturali che hanno finito per connotare i luoghi stessi nel corso del tempo. Così il Comune di Lacco occupa il tassello importante della storia grecoromana e delle grandi scoperte archeologiche effettuatesi nel corso degli anni, grazie alle quali la sinergica collaborazione tra studiosi e archeologi ha dato luce ad uno dei periodi più significativi della colonizzazione greca lungo le coste del mediterraneo. Ischia, invece, è particolarmente interessante per la storia medievale e per l’enorme importanza che costituì il Castello quale luogo preminente rispetto al resto dell’Isola anche se, ricordiamo non rappresentò assolutamente l’unico polo urbano del tempo. Di Forio potremmo dire che la sua storia è testimonianza dell’accanita lotta contro i pirati che, come ogni lotta, valse a fortificare la cittadina; così, “la prima specialità” del Comune di Forio è costituita appunto dalla presenza sul territorio di un numero notevole di torri e case torre di diversa forma e dimensione che, dislocate su una linea interna ed una esterna, ottemperavano la duplice necessità di difesa dai corsari sulla costa e dai briganti nelle zone interne.


24 Non a caso in una relazione del 1574, Antonio Stinca, funzionario della Regia Camera della Sommaria, inviato nell’Isola d’Ischia per svolgervi un’indagine conoscitiva, precisa che “in lo casale di Forio si vedevano edificata sette torre di particolari cittadini, ben munite d’arme, ne le quali si ponno salvare la gente di detto casale, quando è correria di Turchi”. Le sette torri, documentate nella seconda metà del ‘500, diventano dodici, con la costruzione quindi di altre cinque, attestate dallo Iasolino e un’ultima ripresa che, agli inizi del ‘700, accresce il numero degli episodi fortificati dell’impianto difensivo al punto che Forio sarà denominata la “Turrita”. Un’accurata ricognizione sul territorio rileva oggi la presenza di ben dieci complessi fortificati e aggiorna un precedente elenco redatto nel 1980. A pianta circolare: 1) Il Torrione, di proprietà comunale; 2) La Torre di Vico Costantino; proprietà privata; 3) Il Torone, proprietà privata; 4) La Torre in Vico Schiano, proprietà privata. A pianta quadrata: 1) la Torre detta “Quattrocchi”, proprietà privata; 2) La Torre detta di “Nacera”, proprietà privata; 3) La Torre di Via Baiola, proprietà privata; 4) La Torre in Via Casa Patalano, proprietà privata; 5) La Torre in Via San Vito, proprietà privata; 6) La Torre in Via Gaetano Morgera, proprietà privata. Con l’esigenza di difendere le coste inizia così, intorno al IX sec. la storia delle fortificazioni ischitane. Il primo appello d’aiuto, (occasione in cui, per la prima volta, fu attribuito all’Isola il nome di “Ischia”) risale al Papa Leone III che, denunciando il devastante saccheggio effettuato dai Saraceni nell’812 su tutto il territorio ischitano, chiese a Carlo Magno un aiuto concreto. Dopo questo drammatico episodio, che si ripeterà nell’833 e nell’847, il problema della difesa locale diventa urgente ed irrimandabile, non basta più cercare riparo sulle alture o nelle zone im-

pervie, bisogna attuare un piano difensivo capace di dar sicurezza principalmente alle zone costiere che, già intorno all’anno mille sono soggette, come nel caso della marina di Citara, ad uno spopolamento in favore di zone più alte e lontane dal mare, al tempo sinonimo di pericolo e “sorpresa”, come la collina che attualmente prende il nome dalla Basilica di San Vito che ivi si erge.


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Dal XIII secolo si ha, grazie all’iniziativa Angioina, un incremento notevole del sistema difensivo lungo tutta la costa tirrenica. Questo slancio coinvolgerà anche l’Isola d’Ischia che, sotto la reggenza di re Carlo, vede la costruzione del Maschio nel Castello, di un porto con relativo arsenale e navi a presidio dei tratti di spiaggia più esposti agli attacchi esterni.

A Forio non risultano costruzioni angioine. Un momento di grave crisi politica locale nel XIV secolo segnerà una fase di stasi nelle iniziative precedentemente intraprese, al quale supplirà parzialmente lo sforzo della Chiesa. Nel XV secolo si ritorna invece al vecchio sistema di vedette. La svolta definitiva, nella storia delle fortificazioni litoranee, nel sud Italia, si avrà nel XVI secolo, questo periodo vedrà infatti l’arrivo, non più di pirati isolati o sporadiche scorrerie, bensì di flottiglie organizzate ed abilissime nello sbarco e nella conquista; dopo i Saraceni sarà la volta del più temibile e feroce Kaireddin detto il “Barbarossa”. A partire dal 1563, recuperando l’antico piano di difesa proposto dal viceré spagnolo Don Pedro da Toledo, fu edificato ex novo un primo nucleo di torri costiere e attuato un sistema difensivo più capillare che investì, solo parzialmente, l’Isola d’Ischia con la costruzione della fortificazione del Castello, della Torre a pianta quadrata di Monte Vico e con l’unica torre regia di Forio nei pressi di Punta della Cornacchia, della quale si fa ulteriore menzione in un documento che nel 1741 la cita insieme ad altre torri bisognose di riparazioni. Il programma finanziario dello Stato prevedeva che “l’onere ricadesse sulle Università in proporzione del maggior pericolo che le zone costiere correvano e del maggior beneficio che da esse traevano”. Questa clausola aggravò la situazione, infatti buona parte del territorio rimase indifeso, inoltre, problemi economici impedirono, non solo la costruzione stessa delle torri, ma principalmente il mantenimento finanziario del corpo di guardia. L’intervento offerto dagli ordini religiosi e dai privati fu indispensabile, e grazie al contributo di quest’ultimi, il Comune di Forio vide sorgere numerose torri di difesa al servizio, non solo di coloro che a proprie spese provvidero alla costruzione, ma della popolazione intera. Purtroppo queste strutture non riuscirono a contenere il problema delle incursioni e dei saccheggi, i cittadini


si abituarono a convivere con la paura al punto che un emblematico detto popolare diceva: A Santa Restituta, le fave so’ venute le quaglie so’ fernute, le turche so’ partute.

Torri e case-torre Le torri si distinguono per dimensioni e per tipo di pianta. Le torri circolari riflettono la forma più antica ed, erigendosi su massi rocciosi, ancor oggi emergono dal resto del tessuto urbano con grande imponenza, dislocate non solo in vista del mare, ma anche all’interno del centro abitato, come piccoli baluardi aventi lo scopo di respingere con i propri mezzi i tentativi di conquista e di saccheggio. Le torri quadrate, invece, per via soprattutto della loro forma e delle dimensioni leggermente inferiori a quelle dei fortilizi a pianta circolare, già al momento della loro costru-

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zione risultano strategicamente inglobate nei nuclei abitati di più antica formazione, con lo scopo di ospitare i cittadini in fuga durante le invasioni. Oggi risulta difficile individuarle in mezzo ad altri gruppi di case, a causa dei notevoli cambiamenti che hanno stravolto i nuclei insediativi originari e le relative preesistenze. Lo schema adottato trova origine nell’architettura fortificata di epoca medievale e rinascimentale: altezza a due piani con terrazzo superiore adibito a piazza d’armi e piani inferiori con pareti inclinate a “scarpa”, ovviamente i diversi livelli sono inaccessibili dall’esterno e adibiti a magazzino dei viveri e deposito dell’artiglieria. In alcuni casi questo tipo di torre viene posto come derivazione delle case - torre della costa laziale realizzate dallo Stato dello Chiesa. Anche in Sicilia ed in alcune zone della costa del Regno napoletano si trovano fabbriche che seguono questa particolare tipologia: con un corpo di fabbrica parallelepipedo (su due piani) che si innalza su una base scarpata


a pianta quadrata con coronamento di beccatelli, comici, tori che e finestre ad arco. In effetti tale tipologia rappresenta una “involuzione formale e tattica”, le strutture più alte ed emergenti che si distinguono dalle costruzioni a rocca bassa con pianta allargata, sono infatti maggiormente vulnerabili dalle artiglierie. La ragione di tale scelta è da attribuire allo scopo per cui tali torri venivano realizzate cioè proteggere il Paese, avvistando il nemico proveniente dal mare sfruttando l’altezza vantaggiosa. La guarnigione, affidata al “torriere” , era composta da due a dieci uomini a seconda delle dimensioni delle torri, della posizione, del ruolo strategico che queste rivestivano. In ogni caso il compito fondamentale era quello di allarmare con fuochi, segnalazioni di fumo o suono di campane, gli abitanti del paese e i contadini nelle campagne vicine, facendo in modo che il segnale passasse di torre in torre al fine di raggiungere i luoghi dove si ipotizzava un danno maggiore. Seguendo l’itinerario delle torri tracciato sulla planimetria del centro di Forio, ci addentriamo, lasciando il Torrione nei pressi della Marina, verso i nuclei di più antica formazione, notando che le torri di

Corso Umberto, di via Casa Patalano, di Vico Costantino (leggermente spostato più a ovest) e di San Vito, seguono una stessa direttrice che si conclude, nella zona più a sud, fuori dall’antica maglia medievale, con il così detto “Torone”. Parlare di un vero e proprio piano difensivo, elaborato strategicamente su una mappa, è un’ipotesi da scartare, in effetti i cittadini foriani di fronte al pericolo, si adoperarono a costruire, sostenendone le spese, torri di difesa per tutelare la libertà delle loro famiglie da sempre minacciate dai saccheggi e dai più temuti rapimenti. Così la formazione di questo piccolo presidio difensivo non nasce da un disegno scientificamente curato per quel che riguarda la dislocazione globale e strategica sul territorio, come accadde per la costruzione delle torri lungo la costa sorrentina designate sulla carta dai “Regi Ingegneri” e l’una posizionata obbligatoriamente in vista dell’altra, ma da un sentimento animatore di paura forte e costante che unì, in un momento di autentica solidarietà, il popolo foriano indirizzandolo verso una specifica tipologia architettonica, in simbiosi col territorio e indicativa di un lungo e drammatico periodo storico.


La Mortella

di Alessandra Vinciguerra


29 DAL 1°APRILE RIAPRONO AL PUBBLICO I GIARDINI LA MORTELLA Sarà la prima apertura senza Lady Walton, scomparsa nel primo giorno di Primavera. Dal 1°Aprile prossimo i Giardini La Mortella si apriranno nuovamente al pubblico con i loro colori e le infinite essenze arboree che ne fanno uno dei giardini più eclettici d’Europa. I Giardini quest’anno non potranno contare sulla presenza di Lady Walton che dopo una lunga malattia ci ha lasciati nel primo giorno di Primavera. La “Signora dei Fiori” come tanti ad Ischia amavano chiamarla , verrà ricordata nel modo più semplice e a lei più caro: proseguendo il suo lavoro e le sue volontà. La Fondazione William Walton e La Mortella, cui la signora Walton aveva passato già da anni la proprietà e la gestione dei giardini, proseguirà il suo lavoro nel segno della continuità, portando avanti programmi e progetti per la valorizzazione della struttura e per promuovere i giovani talenti musicali. In occasione del lungo week end di Pasqua al via anche la stagione concertistica 2010 - particolarmente cara a Lady Walton - che quest’anno si aprirà con gli studenti del Royal Welsh College of Music and Drama di Cardiff, che come consuetudine inaugurano la stagione da camera alla Mortella. Due gli appuntamenti: il 3 e 4 Aprile entrambi alle 17,00 nella Sala ConcertiMuseo. I Giardini quest’anno sono aperti dal 1 aprile al 31 ottobre, il martedì, giovedì, sabato e domenica, dalle 9 alle 19. Il costo del biglietto è 12 euro. Grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche, fortemente voluto da Lady Walton, gran parte del Giardino è accessibile anche alle persone diversamente abili. All’interno della struttura si trova un Bar, per una piacevole sosta nel cuore della Mortella per un pranzo o una degustazione di tè inglesi, ed un museo dedicato a William Walton.

La Storia del Giardino I Giardini La Mortella sono stati creati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso musicista Sir William Walton (1902-1983). Considerato fra i più grandi compositori inglesi del 20° secolo, William era di origini modeste, ma ebbe una carriera brillante e notevole fama grazie anche al patronato di una famiglia di aristocratici mecenati, i Sitwell. Scrisse concerti, sinfonie, un’opera lirica, musica per la famiglia reale inglese, e colonne sonore per film storici. A 45 anni, durante un viaggio in Argentina egli incontrò Susana, di ben 22 anni più giovane; si sposarono dopo pochi mesi. La coppia si trasferì nell’ottobre 1949 a Forio d’Ischia dove acquistarono un terreno e costruirono la propria casa. Per disegnare un giardino in quello spazio selvaggio e costellato di rocce vulcaniche si rivolsero al famoso architetto paesaggista Russell Page, che impostò la planimetria generale del giardino. Tuttavia la realizzazione pratica del progetto di Russell Page , la supervisione di tutti i lavori, la scelta delle piante, la loro composizione, la creazione insomma di quel giardino meraviglioso che è oggi La Mortella - il luogo dei mirti-, si deve interamente a Lady Walton che per più di 50 anni ha dedicato la sua leggendaria energia, il suo infaticabile entusiasmo, la sua passione e competenza botanica al proprio giardino. I Walton acquistarono un terreno assolato e pietroso, con poca terra e niente acqua; oggi è un giardino tropicale ed esotico rinomato in tutta Europa. La Mortella è divisa in due zone principali: la Valle e la Collina. La parte inferiore, detta appunto la Valle, è la più matura, impostata su disegno di Page; il giardino superiore, che si estende sulla collina, è invece più recente ed è tutto opera di Lady Walton. L’area, complessivamente circa 2 ettari, ospita una raccolta straordinaria di piante esotiche subtropicali, grazie alla ricchezza di esposizioni e di condizioni climatiche


30 che il giardino offre. Si passa dall’ambiente tipicamente sub-tropicale nella Valle, con un microclima umido ed ombroso, alle zone più esposte al sole, sulla collina, tipicamente mediterranee, alle zone boscose sul retro della stessa. Tutto il giardino è progettato sfruttando magistralmente il suggestivo ambiente roccioso ed i panorami sul mare, ed è arricchito da fontane e corsi d’acqua che permettono la coltivazione di numerose piante acquatiche, come papiro, fior di loto, ninfee. Nella serra tropicale ‘Victoria House’ viene coltivata in una vasca di acqua dalla temperatura costante di 28° la Victoria amazonica, la più grande delle ninfee. Anche la rarissima rampicante dalle Filippine Strongylodon macrobotrys cresce in questa serra e produce in primavera una cascata di fiori verde giada. Sono famose le collezioni di felci arboree dall’Australia e Nuova Zelanda; la ricca raccolta di camelie, le Agavi, un notevole insieme di palme – più di 120 esemplari-, alcune delle quali raramente sono coltivate in piena terra alle nostre latitudini: Bismarkia nobilis, Dypsis decarii, Arenga, enormi Caryota, Brahea. La collezione di cycadaceae – più di 80 esemplari- annovera alcuni esemplari degni di ammirazione, come i grandi Encephalarthos altenstenii, la Macrozamia moorei, l’enorme Lepidozamia peroffskyana.. Di recente si è aggiunta una collezione di 150 fra specie e varietà di Aloe, dono di un collezionista. Fra gli esemplari insoliti ricordiamo Spathodea campanulata dall’ Africa tropicale, che fiorisce regolarmente tutti gli anni; le molte Erythrina e le Bahuinia, i grandi Metrosideros dalla Nuova Zelanda che fanno da frangivento, la Puya berteroniana dal Cile. Fra le piante più care a Lady Walton ci sono quelle che ha fatto crescere lei stessa dai semi portati dall’Argentina, come la Chorysia speciosa, la Jacaranda mimosifolia, l’Eucalytus ficifolia. Il giardino presenta ovunque un disegno fluido ed armonioso; sia per varietà e ricchezza delle collezioni La Mortella può es-


31 Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1983, Susana ha trasformato la proprietà in un monumento perenne alla memoria del marito, creando la Fondazione William Walton e La Mortella che ha due obiettivi: promuovere la cultura musicale e occuparsi del futuro del giardino. La Mortella è stata aperta al pubblico nel 1992, ed il numero dei visitatori è andato crescendo di anno in anno. La Fondazione, oggi proprietaria del giardino, gestisce il tutto, organizza visite al giardino, corsi di perfezionamento per giovani musicisti e concerti per il pubblico nella Sala Recite, con musica da camera, e nel Teatro greco, in cui si svolgono concerti all’aperto con orchestre sinfoniche giovanili. sere considerata alla stregua di un orto botanico, le piante non sono state collocate basandosi su criteri sistematici o illustrativi, ma in base a considerazioni culturali, artistiche e scenografiche. L’effetto finale è lussureggiante ed esotico, con la vegetazione rigogliosa che accompagna le grandi rocce vulcaniche e a tratti sembra inghiottirle. Nel giardino superiore ci sono angoli tematici, come la Sala Thai, un giardino di gusto orientale, circondato da fiori di loto, peonie, bambù ed aceri giapponesi, il Tempio del Sole, decorato da bassorilievi mitologici; la Cascata del Coccodrillo, la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del compositore. Domina il giardino superiore il Teatro Greco, affacciato sul mare.


Visite guidate

La Platypus Itinerary cura per i giardini La Mortella le visite guidate e un entusiasmante itinerario didattico per le scolaresche. Oltre alle informazioni inerenti la storia del giardino e la vita dei Waltons, il percorso è una conoscenza delle piante attraverso i sensi. I partecipanti verranno invitati a riconoscere alcuni esemplari servendosi solo del senso tattile e olfattivo, per aiutarli a percepire la vitalità delle piante. Questa vitalità potrà inoltre essere osservata con le strategie di cattura delle piante insettivore… E’ implicito il messaggio d’amore e rispetto della natura e dell’inscindibile legame con l’uomo, che attraverso questo percorso didattico si vuole indicare ai giovani partecipanti per ritrovare quel linguaggio perduto tra uomo e natura, fatto di colori e odori.

La Mortella, via Francesco Calise, 39 tel 081986220 - www.lamortella.org

Il Ninfeo

Nella zona più remota del giardino, in linea d’aria con la Roccia di William, si trova il Ninfeo, che appare come un elemento a sorpresa nel dipanarsi del racconto del giardino. Laddove il paesaggio della Mortella è esuberante, colorato, asimmetrico, lussureggiante, il Ninfeo è basato su un disegno geometrico, su siepi ben modellate, su un gioco coloristico raffinato di toni di verde, giochi di luce ed ombra, chiaroscuri. Gli spazi minuti sono controllati da un equilibrio rigoroso, in un fitto dialogo fra roccia, vegetazione ed acqua, con la continua sorpresa di elementi decorativi – un bassorilievo mitologico, una panchina, un balcone che si affaccia sul panorama mozzafiato. Il disegno formale del Ninfeo è declinato con piante spontanee: alaterno, mirto, e ricavato quasi a fatica dalla roccia della montagna e dalla vegetazione che lo sormonta, esuberante, frenata a stento. Cuore del Ninfeo è una fontana lucida, che riflette la luce: Lady Walton l’ha chiamata “lo specchio dell’anima”, in ricordo di antichi riti di iniziazione ed è in effetti un invito alla meditazione. Intorno alla fontana c’è una iscrizione:

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Questo rifugio verde è dedicato a Susana, che ha vissuto con passione, ha amato teneramente ed ha creduto nell’immortalità. L’acqua che alimenta la fontana scorre da una piccola grotta, ricavata dalla roccia della montagna, e la sorgente è sorvegliata da una statua di Venere reclinata. Qui, accompagnate dal mormorio delle acque, riposano le ceneri di Lady Walton.


La sorpresa celata nei sapori della tradizione pasquale di Rossella Guarracino


Casatiello (foto nella pagina precedente)

Per 12 persone INGREDIENTI: + 800 g di farina + 50 g di lievito di birra + 100 g di pecorino + 100 g di provolone piccante + 100 g di caciocavallo + 80 g di parmigiano + 6 uova + 200 g di sugna + sale, pepe

Fellata Con Uova Rosse Simbolo per eccellenza della Pasqua e protagoniste assolute dell’antipasto, le uova a Ischia si colorano di rosso e vengono offerte in dono a parenti ed amici in segno beneaugurale di prosperità. Per uno squisito antipasto, disponete su un piatto da portata diversi salumi affettati, insieme con la ricotta salata, tocchetti di caciocavallo e uova sode colorate di rosso. E servite con fette di casatiello e fave fresche appena sgusciate. PER COLORARE DI ROSSO LE UOVA Mettete due litri d’acqua in una pentola, aggiungete il succo di 4 rape rosse e portate a bollore; dopo circa 30 minuti, togliete dal fuoco e fate intiepidire. Aggiungete due cucchiai di aceto e immergetevi le uova, poi fate cuocere per 10 minuti. Lasciate le uova in immersione per qualche ora. Al momento di utilizzarle saranno perfettamente colorate.

PROCEDIMENTO: Fate un lievitino stemperando il lievito di birra con 100 g. di farina, 50 g. di sugna e circa 2 dl di acqua. Amalgamate il composto con una forchetta, poi copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare finché in superficie cominceranno a comparire delle bollicine. Con la restante farina, fate la fontana e mettetevi al centro il lievitino, 80 g. di sugna, il sale e il pepe; lavorate bene il composto aggiungendo l’acqua tiepida necessaria. Coprite e lasciate lievitare ancora per circa 2 ore. Riprendete la pasta, staccatene un pezzetto grande quanto un’arancia e tenetelo da parte. Stendete la restante allo spessore di 1 cm formando un rettangolo regolare; ungetelo generosamente di sugna e cospargetelo con uno strato di formaggi grattugiati. Ripiegatelo a metà e copritelo ancora di sugna e formaggio. Ripetete quest’operazione per tre volte utilizzando tutta la sugna e tutti i formaggi; infine, arrotolate la pasta a ciambella su se stessa e disponetela in una teglia da forno di 24 cm di diametro con il buco centrale unta di sugna. Fate lievitare ancora per circa 2 ore. Lavate accuratamente le uova, asciugatele e disponetele sul casatiello con la punta rivolta verso il buco centrale. Con la pasta tenuta da parte, formate 12 bastoncini di ½ cm di diametro e disponeteli a croce su ciascun uovo fissandoli bene. Mettete il casatiello in forno freddo e accendete a 220°. Dopo circa 35 minuti, abbassate la temperatura a 180° e lasciate cuocere per altri 30 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire prima di togliere dallo stampo.


INGREDIENTI: + 500 g di pasta frolla PER IL GRANO: + 600 g di grano ammollato + ½ l di latte + 20 g di sugna + la buccia di 1 arancia + 1 baccello di vaniglia + un pizzico di sale PER IL RIPIENO DI RICOTTA: + 500 g di ricotta + 250 g di zucchero + 4 uova + 2 tuorli + 150 g di canditi a pezzetti + 1 cucchiaino di cannella + 50 ml di acqua di fiori d’arancio + la buccia grattugiata di 1 limone

Pastiera PROCEDIMENTO: Mettete il grano in una casseruola con il latte, la sugna, la vaniglia, la buccia dell’arancia e un pizzico di sale; avviate la cottura a fuoco lento e lasciate andare per circa 20 minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Toglietelo dal fuoco e fermate la cottura,

immergendo immediatamente la pentola in acqua ghiacciata. Passate la ricotta al setaccio facendola cadere in una capace ciotola, unite lo zucchero e tutti gli aromi, poi incorporate le uova e, per ultimo, il grano. Amalgamate bene tutto.

Imburrate e infarinate uno stampo per pastiera di 26 cm di diametro e rivesti telo con i 2/3 della pasta frolla stesa allo spessore di 3 mm, poi versatevi il ripieno di grano e ricotta. Con il resto della pasta preparate delle striscioline larghe circa 2 cm e

disponetele a griglia sul ripieno. Mettete in forno già caldo a 160° per circa 90 minuti. Se necessario, a metà cottura, coprite con un foglio di carta argentata. Fate raffreddare completamente, poi servite spolverizzando di zucchero a velo.


Crostata di tagliolini INGREDIENTI PER LA GLASSA: + 500 g di noce di manzo + 100 g di pancetta a fette + 1 bicchiere di vino bianco + 1 l di brodo + 1 mazzetto (cipolla, carota, sedano, prezzemolo) + 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro + olio extravergine + sale, pepe

PER IL RIPIENO: + 500 g di tagliolini all’uovo + 200 g di mozzarella + 150 g di parmigiano + 100 g di prosciutto crudo + 20 g di burro + 30 g di pangrattato PER I PISELLI: + 250 g di piselli freschi + ¼ di cipolla + 50 g di pancetta + 50 g di prosciutto crudo + sale, pepe + 1 dl di bechamel

PROCEDIMENTO: Avvolgete la carne nella pancetta e legatela bene; unitela, in un tegame di rame, al mazzetto aromatico e all’olio necessario. Coprite e lasciate cuocere a fiamma bassissima, mescolando di tanto in tanto; quando la carne risulterà ben dorata, aggiungete il vino bianco e un cucchiaino di concentrato di pomodoro, alzate la fiamma e lasciate evaporare; continuate la cottura per almeno un’ora unendo il brodo necessario. Togliete la

carne dal tegame e filtrate la salsa ottenuta. Rosolate in un filo d’olio la cipolla tritata finemente, la pancetta e il prosciutto a dadini; unite i piselli e stufateli per qualche minuto a fuoco lento. Per la béchamel: frullate il latte con la farina, il sale, il pepe e la noce moscata. In una casseruola sciogliete il burro a fuoco molto lento e versateci il composto di latte portando a bollore e mescolando di continuo


con un cucchiaio di legno. Lasciate cuocere per circa 3 minuti quindi spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. Lessate al dente i tagliolini e conditeli con la béchamel e qualche cucchiaio di sugo di carne. Imburrate una teglia da forno del diametro di 24 cm, cospargetela di pangrattato e disponetevi metà dei tagliolini con abbondante parmigiano. Ricoprite prima con uno strato di prosciutto e di mozzarella tagliati a pezzettini, poi con il ripieno di piselli ed infine con i rimanenti pezzetti di prosciutto e mozzarella. Chiudete con gli altri tagliolini e rifinite con la glassa, il parmigiano grattugiato e qualche cucchiaio di béchamel. In forno già caldo a 200°, lasciate gratinare per circa 45 minuti e servite la crostata solo dopo averla fatta riposare.

Timballo di vermicelli con polpettine di palamito INGREDIENTI: + 800 g di vermicelli + 800 g di frutti di mare misti + 400 g di polpettine di palamito + 20 g di concentrato di pomodoro + 100 g di pisellini novelli + 25 g di funghi secchi + 50 g di acciughe salate + 3 spicchi d’aglio + prezzemolo + peperoncino + 2 dl d’olio extravergine + sale, pepe + 500 g di pasta frolla + burro e farina per gli stampini

PROCEDIMENTO: Fate aprire i frutti di mare con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio; sgusciateli e filtrate il liquido di cottura. Rosolate in poco olio un altro spicchio d’aglio; unite il concentrato di pomodoro, diluite con l’acqua dei frutti di mare e fate addensare. Incorporate i funghi ammollati e tagliuzzati, i piselli, i frutti di mare e le polpettine di palamito, e fate insaporire. Infine, verificate di sale e pepe. Dorate l’ultimo spicchio d’aglio e il peperoncino nell’olio restante,

scioglietevi le acciughe salate e mantecatevi i vermicelli lessati al dente, pepate generosamente e profumate con il prezzemolo tritato. Foderate con la pasta frolla 10 stampini di 7-8 cm di diametro imburrati e infarinati e riempiteli a strati con i vermicelli e il ripieno; mettete in forno a 170° per 30 minuti. Per realizzare un unico timballo occorre uno stampo a bordi alti 15 cm del diametro di 24 cm. Il tempo di cottura è di 50 minuti.


Il punto di vista

di Luisa Cuomo

Quando comincia la primavera e soprattutto si avvicina la Pasqua, l’isola entra in una fase di frenetico movimento, che ci fa entrare tutti in un concetto comune: “ il lavoro comincia”. Pochi sono gli ischitani che possono godersi a pieno la bella stagione, se dedicarsi a sole e mare non è possibile, quello che sicuramente noi giovani non ci lasciamo scappare è la vita notturna. Dopo aver passato i sabato sera di questo piovoso inverno chiusi in locali adesso vogliamo “aria pura”. Il FRIENDS CLUB si sposta all’esterno con i suoi fantastici aperitivi estivi al ritmo di musica. Poi la RIVA DESTRA in quella sua bella atmosfera romantica ci fa saltellare da locale a locale come cavallette dai ristoranti esclusivi per palati più fini come DA GENNARO, O’PORTICIULLO, LA BAIA DEL CLIPPER, MEZZANOTTE che vantano una buona cucina marinara agli after dinner come Il CAPPUCCINO.

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Per visualizzare il calendario degli eventi aggiornato in tempo reale su qualsiasi applicazione-calendario che supporti il formato iCal (es.i-Phone, laptops, PC etc.) digita il seguente indirizzo: http://www.ischianews.com/index. php?option=com_eventlist&view=eventlist&form at=ical

Non possiamo non menzionare come meta della movida notturna ischitana, la suggestiva Ischia ponte, splendido centro storico - e se permettete uno dei luoghi più incantevoli dell’intera isola - immersa nella magnifica cornice del Castello Aragonese, eccellente caffè accompagnato da deliziosi dessert. Alcuni si sposteranno nel comune di Forio, non troppo caotico ma ugualmente movimentato, tra THOMAS, TIRA TARDI e LA LUNA BUSSO’ c’è il materiale necessario per un’allegra serata tra amici. Insomma tutti ci aspettiamo la solita estate calda e festosa, speriamo in serate ricche di divertimento e spensieratezza dai temi nuovi ed originali, che stimolino sempre di più la nostra curiosità (se volete qualche idea contattateci!). Per i turista tutto è più semplice, si gode la nostra fantastica isola nel momento migliore dell’anno, beato lui! Il mio punto di vista…? Voglio venire in vacanza ad Ischia!


Calendario eventi aprile Giovedì 1° aprile 2010

Ore 09:00 Forio – Giardini Ravino Fino al 26 aprile Mostra Fotografica: Caleidocactus di Giuliano Montieri. (aperta nei giorni lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica ) Ore 10:00 Casamicciola - Chiesa Cattedrale. S. Messa Crismale presieduta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Filippo Strofaldi Ore 20:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena S. Messa in Coena Domini Ore 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio S. Messa in Coena Domini Ore 22:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio Adorazione Eucaristica

Venerdì 2 aprile 2010

Ore 03:30 Casamicciola - Congrega di Santa Maria di Pietà Processione dell’effige della Beata Maria Vergine Addolorata per le strade di Casamicciola Terme ”Madonna di Notte” Ore 12:30 Forio – Regata internazionale x-35 “Il Raggio Verde” Ore 19:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena Azione liturgica in Passione et Morte Domini. Al termine, processione del Cristo morto e della Beata Vergine Maria Addolorata verso la Chiesa del Purgatorio al Majo Ore 18:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio Azione liturgica in Passione et Morte Domini. Al termine, Via Crucis per le strade di Perrone Ore 18:00 Ischia - Biblioteca Antoniana Tavola rotonda sul tema “Ischia, Luci e Ombre sullo Sviluppo”

Dalle ore 19:30 alle 23:30 Forio Actus Tragicus, via crucis in costumi d’epoca: tradizionale rappresentazione vivente della passione e morte di Cristo ore 21:30 Ischia Jazz Spring Alchemie – Friends Club - Rosalia De Sousa in concerto

Sabato 3 aprile 2010

Ore 12:30 Forio – Regata internazionale X-35 “Il Raggio Verde” Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella Ensemble of the Welsh College of Music and Drama Ore 19:00 Forio – Parrocchia di S. Sebastiano Incoronazione della Madonna Addolorata Ore 22:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio Veglia Pasquale Ore 23:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena Veglia Pasquale

Domenica 4 aprile 2010 (Pasqua) Ore 10:30 Forio Corsa dell’Angelo: rappresentazione che riproduce il momento dell’incontro della Madonna con il figlio risorto. Ore 10:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena S. Messa Solenne. Al termine processione per Piazza Marina Ore 12:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena Sacra Rappresentazione della Resurrezione di nostro Gesù Cristo con la partecipazione delle due Parrocchie e delle Congreghe di Casamicciola Terme Ore 12:30 Forio – Regata internazionale X-35 “Il Raggio Verde”

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Ore 18:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena - S. Messa Ore 08:30 - 10:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio: Messa Solenne. Al termine processione per Piazza Marina Ore 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio S. Messa Ore 17:30 Forio – Giardini la Mortella Ensemble of the Welsh College of Music and Drama

Lunedì 5 aprile 2010 (Lunedì in Albis)

Sabato 17 aprile 2010

Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella Concerto del pianista Pietro Ceresini

Domenica 18 aprile 2010

Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella Concerto del pianista Pietro Ceresini

Lunedì 19 aprile 2010

Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior Farina di Bue, commedia scritta e diretta da Eduardo Cocciardo.

Ore 09:00 Casamicciola Processione della “Perdonanza” dalla Basilica di S.M. Maddalena alla Basilica – Santuario di S. Resituta V. e M. All’arrivo, celebrazione della S. Messa Ore 19:30 Forio - Basilica S.Maria di Loreto Concerto per organo e violino a cura dei Maestri Peppino Iacono e Mauro Rossi.

Sabato 10 aprile 2010

Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella Concerto della pianista Patrizia Salvini.

Domenica 11 aprile 2010

Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella Concerto della pianista Patrizia Salvini.

Mercoledì 14 aprile 2010

Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior Taxi a due piazze, commedia brillante in due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo Teatrale Uomini di Mondo

Giovedì 15 aprile 2010

Ore 09:00 Ischia - 3° ISCHIA FOTO WORKSHOP - 15-18 aprile Un entusiasmante “viaggio” nel mondo dei GURU della Fotografia Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior Taxi a due piazze, commedia brillante in due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo Teatrale Uomini di Mondo

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Venerdì 23 aprile 2010

Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rare

Sabato 24 aprile 2010

Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rare Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella Concerto del pianista Giulio Biddau

Domenica 25 aprile 2010

Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rare Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella Concerto del pianista Giulio Biddau



I sentieri dell’isola d’Ischia di Aniello di Iorio


43 Anche se da anni lavoro per i sentieri dell’Isola d’Ischia, devo dire che scrivere su di essi non è facile! La natura che circonda l’Isola è fantastica, i sentieri per andarci un po’ meno. Infatti, la maggior parte dei sentieri esistenti termina sempre in una proprietà privata. Sono i cittadini che si occupano di curare il sentiero fino a dove arrivano le loro proprietà. Generalmente i comuni non si occupano di tenere in ordine i sentieri in quando non ritenuti importanti per la comunità e poi c’è sempre qualcun’altro che lo fa! In montagna vi sono comunque diversi sentieri accessibili a tutti, sono tenuti liberi per lo più dai cacciatori che vogliono sempre raggiungere i punti più idonei alla caccia che sono poi sempre i più panoramici! Questo, ci porta alla semplice conclusione che bisogna seguire la scia di cartucce, lasciate cadere lungo i percorsi, per raggiungere dei punti con vedute meravigliose. Poiché ognuno fa per sé, non vi sono sull’Isola d’Ischia delle cartine geografiche affidabili che tracciano i percorsi di montagna.

Passeggiare sull’Isola d’Ischia non è solo salutare, ma è anche un buon integratore della cura termale. Le passeggiate nei boschi, nelle pinete, per i vigneti, danno al corpo armonia e serenità! Ci sono alcuni sentieri che sono stati segnalati con targhette o punti colorati percorribili anche senza guida, ma come già detto, la segnaletica e la pulizia del sentiero non sono curate regolarmente, e quindi oggi sono ben accessibili, domani forse no! Comunque in montagna è sempre consigliabile, andare in gruppo. In ogni caso andare in gruppo è più piacevole e divertente e si vedono cose interessanti che difficilmente si riescono a scoprire da soli. Unendosi ai gruppi, organizzati da guide locali, si viene generalmente condotti su posti incantevoli e non bisogna neanche scervellarsi per trovare la strada. I posti da vedere ad Ischia sono tantissimi. A farla da padrone, tra gli amanti del trekking è certamente l’Epomeo, ci sono diversi sentieri che conducono in cima, dalla quale, si domina l’Isola d’Ischia ed il Golfo di Napoli.


44 Oltre all’Epomeo vi sono diverse altre aree, degne di essere visitate: • I Frassitielli - Falanga con le fosse della neve e le case medioevali scavate nella roccia. • La zona di Buceto - Piano San Paolo con le sorgenti e i fossili marini a quota 400m. • Piano Liguori con i paesaggi rurali e panorami mozzafiato sul Golfo di Napoli. • Capo Buttavento con le fantastiche vedute su Ischia, i Campi Flegrei e Procida. • Il sentiero che da St. Angelo porta a Serrara con la magnifica vista sui Maronti. L’Epomeo e le aree interne e montagnose dell’isola hanno una vegetazione variegata, passeggiando per le sue verdi colline, si trovano giardini fioriti, vigneti, castagneti, mari di felci, boschi di acacie, ginestre fiorite, e tanto altro, ma anche le aree costiere invitano a passeggiate incantevoli, con magnifici panorami e con il mare che assume diversi colori nell’arco della giornata. Diversi sentieri e passeggiate lungo la costa si trovano per esempio a Punta Imperatore a Forio, a Zaro, a Casamicciola Terme, ad Ischia Porto e Ponte ed ai Maronti. Andando per i sentieri lungo la costa la possibilità di perdersi è minima e si arriva sempre a una strada che porta a casa.

In ogni caso, è facile trovare, in edicola diverse cartine che indicano percorsi accessibili, anche se non sempre precise e dettagliate, sono in ogni caso utili per potersi orientare in campagna e per i paesi, ma conviene, non fidarsi ciecamente in montagna. Ciò che si scopre lungo i sentieri ha a che fare con la formazione dell’isola stessa e gli agenti atmosferici che agiscono su di essa. Qui di seguito Vi riporto un po della storia geologica dell’Isola per aiutarvi a capire cosa di interessante potreste incontrare lungo i sentieri.

Storia geologica dell’isola d’Ischia

L’isola d’Ischia si è formata ca. 150.000 anni fa. I primi crateri si formarono nelle vicinanze della collina di Campagnano non lontano dal Castello Aragonese. La roccia sulla quale è stato costruito il Castello Aragonese è essa stessa un vulcano che risale a 132.000 anni fà ed è il terzo vulcano più antico dell’isola d’Ischia. Fino a circa 55.000 anni fà l’attività vulcanica era concentrata nella zona di Campagnano, Monte Vezzi, Monte Cotto fino a St. Angelo e nella zona di Monte Vico a Lacco


45 Ameno ed a Punta Imperatore, al Rione Bocca e alla Scarrupata di Barano. All’epoca, si formò una gigantesca camera magmatica sotto all’odierna Isola d’Ischia. Attraverso spaccature e crepacci nella crosta terrestre il magma fu scagliato nell’atmosfera e la camera magmatica si svuotò. Il coperchio della camera magmatica sprofondò e la conca che si creò nella crosta terrestre, chiamata “Caldera” è dove oggi si trova l’isola d’Ischia. Poiché ca. 55.000 anni fa la superficie del mare si trovava ca. 150-200 m più in basso di oggi, questa “Conca-Caldera” era terra emersa. In seguito all’innalzamento del livello del mare questa conca fu successivamente sommersa, quindi l’attuale isola d’Ischia fu completamente immersa sotto il livello del mare, per svariati anni. Nuovo magma conflui nella vecchia camera magmatica, sotto all’odierna isola d’Ischia, il coperchio della camera magmatica cominciò a sollevarsi dal mare e a formare l’isola d’Ischia. Questo innalzamento ha dato origine al Monte Epomeo che oggi emerge per circa 787 m sopra del livello del mare. Testimoni del passato sottomarino dell’isola d’Ischia si trovano ancora oggi a ca. 400500 m sul livello del mare nei pressi della fonte di Buceto sotto forma di detriti di spiaggia e fossili marini. Questo prova che lì prima c’era una spiaggia che più tardi fu spinta verso l’alto da movimenti del suolo. Ma non solo lì in diverse altre parti dell’isola d’Ischia si trovano testimonianza del passato sottomarino dell’isola: alla Fundera, ai Pizzi Bianchi, poco al disotto della cima dell’Epomeo, ecc. Per il sollevarsi della massa magmatica il coperchio della camera magmatica si ruppe in più zolle che furono sollevate in maniera diversa. L’Epomeo è la zolla più alta. Le zolle sono delimitate da faglie (tagli nella crosta terrestre) e le faglie, essendo punti deboli della crosta terrestre, fanno si che l’acqua piovana scorre lungo di esse e forma dei burroni molto profondi che sull’isola d’Ischia vengono chiamate “Cave”. Lungo questi burroni riescono a risalire fluidi e gas che formano le acque Termali sull’isola d’Ischia.

A poco a poco si sono formati altri vulcani ai bordi dell’Epomeo. I vulcani più giovani, che si sono formati negli ultimi 2000 anni, sono: l’Arso nel 1301; il Rotaro, il Vatoliere, la Molara e Cava delle Nocelle, tutti del III sec. d.C; Monte Trippodi del II sec. d.C; Montagnone/ Maschiata del I sec. d.C. L’attività vulcanica si arrestò su tutta l’isola d’Ischia nel 1301 dopo l’eruzione del vulcano Arso. Una colata di lava si verso da Fiaiano, a monte di Ischia Porto, finendo nel mare e dando origine alla lingua di terra di Punta Molino. Ancora oggi questo tracciato è ben visibile, esso è delimitato dalla “Pineta” che fu piantata sulle rocce laviche del 1301. In questa pineta sia a monte che a valle si trovano, ben conservate, creste della lava solidificata. Non si può dire che l’attività vulcanica sull’isola d’Ischia sia finita, segni dell’attività vulcanica odierna sono: le numerose sorgenti termali, le fumarole, la sabbia calda riscaldata da vapori risalenti, ecc.


46 Le sorgenti termali si trovano dappertutto sull’isola fino a 200 m dalla costa. Le fumarole sono distribuite su tutta l’isola e quelle di maggior effetto si trovano a Forio, ma anche a Lacco Ameno, Sant’Angelo, nella parte alta di Casamicciola Terme sul cratere del Rotaro e dell’Arso. Il vulcano Rotaro ha iniziato la sua attività nell’anno 700 a.C. e l’ha terminata per ora nell’anno 305 d.C. Si tratta della struttura vulcanica meglio conservata dell’isola d’Ischia, raggiunge circa 250 m sul livello del mare, ha un diametro di 350 m ed il cratere è profondo 125 m. Poco dopo la sua origine si formò in esso un lago di acqua dolce che oggi non è più presente. Ai suoi piedi sorge il Comune di Casamicciola Terme. Sentieri ben costruiti dentro e intorno al cratere del vulcano invitano alla scoperta del vulcano stesso. Sentieri anche ben percorribili si disbrigano sulla lava dell’Arso sia a monte che a valle. Su questa lava vi fu piantata nel 1854 una pineta. Un cratere vulcanico molto ben conservato e il Porto di Ischia. Altri crateri vulcanici ben conservati si trovano nel Comune di Barano, nelle zone di Testaccio, Vatoliere, Molara, Fondo Ferraro, a Forio nella zona di Campotese e a Citara.

Sulla lava di Zaro a Forio vi sono anche bellissimi sentieri che si disbrighino in boschi di lecci. Qui si trovano oltre ai panorami mozzafiato su Forio e sul mare anche le case dei VIP, come la villa che fu di Luchino Visconti. In una cava ove venivano estratti i blocchi di lava per pavimentare strade e costruire case è stato insediato il più bel Giardino Botanico dell’isola, la Mortella. Per chi fosse interessato, oltre a fare trekking, anche sapere di più su come si è formata l’Isola d’Ischia, non deve fare nient’altro che partecipare alle escursioni con il geologo Aniello Di Iorio. Andando per magnifici sentieri con panorami mozzafiato si possono vivere i fenomeni naturali, come la fuoruscita di acqua termale a 90°C direttamente dalle sorgenti, le fumarole, le forme bizzarre di erosione, villaggi medioevali, fosse della neve, scendere nei crateri di vulcani, ecc. Il programma escursione è reperibile presso l’ufficio informazione, qualsiasi hotel dell’Isola d’Ischia, oppure online: www.eurogeopark.com. Aniello Di Iorio Tel.: 081 90 31 936 oppure 348 766 92 01


Cava Scura di Tiziana Di Iorio


48 Cavascura è un bacino idrologico allo stato naturale, dov’è possibile rivivere le epoche antichissime; scavata nella viva pietra di un vallone, non è stata trasformata col passare degli anni ma conserva ancora le sue grotte, le sue piccole cascate, le sue sorgenti bollenti che continuano a venire giù dal monte all’incredibile temperatura di 90°. La sorgente si trova a circa 300 metri dalla spiaggia dei Maronti, e vi si accede seguendo un rivoletto di acqua calda che si apre su un piccolo letto fra le pareti tufacee della collina. Interessante e pittoresco è il gioco di colori che si osservano man mano che ci si addentra: il violetto vi predomina; si intravede un piccolo corridoio dalle alte pareti di tufo con delle cellette scavate nella roccia. E’ una sala termale a cielo aperto, con delle ginestre fiorite, folti cespugli, alberi di castagno e querce, le cui foglie passano dal verde al violetto. In alto sulla cresta, la vite distende i viticci abbarbicandoli ovunque

e in basso, sotto i vostri piedi, accanto al rivoletto formato dalle acque della sorgente, tanto muschio verde. Nel fondo della valle, dove finisce la parete tufacea gorgoglia la sorgente termale esalando i salutiferi vapori. Nelle grotte scavate nella roccia, le acque caldissime sgorgano naturali. Nella penombra riposante degli antri, i pazienti fanno il bagno assaporando l’autentico contatto con la natura non mediato dall’intervento dell’uomo. Ci sono poi anche delle docce bollenti che vengono giù dalla montagna come delle cascate e delle saune naturali. In una grotta satura di vapori i pazienti praticano le antichissime stufe, inalando esalazioni gassose che provengono direttamente dalla profondità del bacino idrotermale. C’è poi una doccia bollente che viene giù dalla montagna a forma di cascatella. Sotto il getto di questa acqua termale non si può resistere che pochi minuti perchè la temperatura raggiunge 70-80°.


Cenni storici

Le Terme di Cavascura affondano le loro radici in un epoca in cui la Storia faceva tutt’uno con la Religione e la Natura. Infatti, già dal periodo della colonizzazione greca era vivissimo il culto per le fonti salutari, giacché gli Antichi attribuivano a queste acque un valore divino perché simbolo di vitalità e vigore inspiegabili. Anche negli scritti di Pindaro, Omero, Strabone e Plinio si possono trovare dei riferimenti a queste sorgenti; essi scrivevano che tutte le sorgenti appartenenti ai Comuni di Barano e Serrara Fontana erano assiduamente frequentate da antiche popolazioni. Anticamente questa fonte veniva chiamata “Aratro”, forse perché aveva la virtù di raddrizzare e sollevare le persone con problemi di reumatismi, sciatiche e fratture. Infatti, per millenni gli uomini sono andati alle sorgenti termali per riattivare i meccanismi delle loro articolazioni ma anche della loro respirazione, ed infine per recuperare attraverso l’acqua termale, gli sbiaditi valori estetici. Il termine Cavascura deriva, infatti, da due parole greche “causos” e “coure” che stanno proprio a significare il “calore estremo” dell’acqua di queste sorgenti. Stradone esaltava a suo tempo le virtù curative delle acque di Cavascura, attribuendo a queste ultime la proprietà di curare anche i dolori biliari. Nel periodo Romano, la sorgente di Cavascura conobbe un grandissimo splendore. Are, cappelle e piccoli templi furono eretti in prossimità di questa sorgente a testimonianza di un culto religioso molto spiccato presso queste popolazioni. Lo stesso Cicerone ricordando il suo soggiorno nell’isola di Ischia parla della spiaggia dei maroniti “dove sotto la sabbia e in fondo al mare brucia il cuore di un vulcano e nella valle di Cava Scura scorre un’acqua bollente”. In un documento del Trecento, conservato attualmente presso la Biblioteca Angelica di Roma, il medico personale di Carlo D’Angiò, Giovanni da Casamicciola scriveva che la fonte di Cavascura era “fonte di salute e giovinezza e utile in tutti i dolori delle membra e valevoli per la digestione”.


Dal 1700 ad oggi

Nel Settecento vi fu un rinnovato interesse per le Terme dopo un secolo di dimenticanza. Il merito fu di Gian Andrea D’Aloisio che analizzò le acque al microscopio e confermò le molteplici virtù curative. Nel 1769 a causa di grosse frane i Bagni di Cavascura erano rimasti sepolti per un lungo periodo sotto un grande ammasso di fango e detriti. Ma grazie al generale napoleonico Giorgio Corafà, viceré di Palermo, che soggiornava al Testaccio per lunghi periodi dell’anno, dopo mesi di lavoro, il materiale tufaceo fu rimosso e l’acqua termale ad elevate temperature sgorgò nuovamente dalla roccia, ripristinando così il normale funzionamento della sorgente. La fama di queste acque raggiunse nel secolo scorso i luoghi più lontani. Da ogni parte d’Europa gli ammalati si portavano a Cavascura per sperimentare le virtù curative delle sue acque e dei suoi fanghi applicati sui corpi doloranti. La curiosità spinse Ferdinando II ad interessarsi di questa sorgente facendo analizzare le acque presso il “Reale Gabinetto Chimico di Napoli”. Una seconda frana verso la metà dell’Ottocento fece sospendere per molti anni le cure. La lontananza dai centri abitati, il disagio del percorso contribuirono a relegare nell’abbandono un patrimonio ideologico di eccezionale valore terapeutico. Fu per merito del medico di Serrara Fontana, Lorenzo Fiore, se verso il 1850 Cavascura venne nuovamente riattivata. Nel 1933 la sorgente e i terreni circostanti vennero donati all’Arciconfraternita di Serrara Fontana con l’intestazione “Opera Pia Beneficenza Fiore” che a sua volta la concedeva in affitto a Vincenzo Migliaccio. Dopo una gestione quarantennale il complesso venne chiuso per alcuni anni. Passarono circa 10 anni nei quali, questo meraviglioso parco archeologico romano, venne lasciato completamente abbandonato e degradato.

Attualità

Nel 1988 venne ristrutturato e riaperto dai fratelli Di Iorio, che fecero di tutto per mantenerlo allo stato naturale senza apportarvi alcuna modifica o aggiunta. Attualmente è aperto al

pubblico da aprile ad ottobre. Qui si possono fare trattamenti di cosmesi con applicazione di fango naturale rinvenuto sul posto e messo a maturare nell’acqua termale che sgorga dal sottosuolo, massaggi, fanghi e cure inalatorie. Da una decina di anni, utilizzando come base l’acqua termale, è stata creata una linea cosmetica (che prende il nome da queste Antiche Terme) con la volontà di offrire a uomini e donne fuori dall’ambito termale i benefici e la forza dermoterapica che da millenni sono propri della sua acqua e dei suoi fanghi. Per questo è stato creato un trattamento cosmetico completo in cui di volta in volta all’azione equilibratrice , mineralizzante e purificante dell’acqua salso-bromo-iodica, del fango termale è associata l’azione fortemente idratante dei principi attivi come: il collagene, l’acido iarulonico, tutte le vitamine, gli oli essenziali, la proteina della seta e della soia e l’elastina. Se per millenni i nostri avi si sono mossi dalle più disparate zone del mondo per venire a curarsi presso questa miracolosa fonte, oggi è possibile ottenere i desiderati benefici estetici di quest’acqua utilizzando questa linea di prodotti che è formata da: linea viso, linea corpo, linea benessere, linea uomo, solari, saponi e profumi.

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Giardini Termali

POSEIDON Un’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura

a cura di Massimo Pilato


Un parco naturale e Termale situato a Forio, nell’isola d’Ischia, affacciato sulla splendida baia di Citara e incorniciato da uno dei panorami più sontuosi dell’isola. Un complesso di 20 piscine con temperature che variano dai 28 ai 40 gradi. Di queste, tre sono alimentate con acqua di mare riscaldata, mentre tutte le altre con acqua termale attinta dal sottosuolo. Un gruppo di quattro piscine è collocato all’interno di una struttura coperta. A completamento del percorso termale, ci sono l’attrezzato centro benessere, la sauna naturale scavata nella roccia e il bagno giapponese, un percorso disseminato di ciottoli sui quali camminare per riattivare la circolazione e donare un senso di benessere generale.

I tre ristoranti all’interno del parco interpretano la migliore tradizione culinaria mediterranea. Il più suggestivo di tutti è La Grotta del Vino, ricavato all’interno di un’antichissima cantina completamente scavata nella roccia. A disposizione degli ospiti del giardino c’è anche la lunghissima spiaggia di Citara, e una boutique, per l’acquisto di giornali, tabacchi, cuffie, costumi e abiti griffati.


Il parco si estende per oltre 60.000 metri quadri, ed è modellato a gradoni, secondo il tradizionale sistema dei terrazzamenti, collegati mediante un affascinante sistema di scalinate e viali sinuosi circondati dal verde. Grandissima è l’attenzione dedicata alle piante, da quelle spontanee ai fiori, presenti ovunque e curati assiduamente. I Giardini Poseidon, portano avanti un impegno ecologico atto a far convivere l’attività termo-balneare con la tutela dell’ambiente, dalla scelta di nuove piante, tipiche della macchia mediterranea, a quella dei lettini per il sole e degli ombrelloni, realizzati con rafia del Madagascar.

Ubicazione

I Giardini Poseidon Terme si trovano nei pressi della spiaggia di Citara, nel versante sud-occidentale dell’isola d’Ischia. Attraverso le navi traghetto è possibile raggiungere l’isola in auto, sia dal porto di Napoli che da quello di Pozzuoli. Dall’aeroporto di Capodichino e dalla stazione di Napoli ci si imbarca dal porto di Mergellina o dal molo Beverello, da dove partono aliscafi alla volta di Ischia Porto, Casamicciola e Forio. Una volta giunti a Ischia bisogna seguire le indicazioni per Forio e successivamente quelle per la spiaggia di Citara. Dal porto d’Ischia è altresì possibile usufruire del servizio bus, direzione Forio-Citara, che ferma a pochi passi dal Poseidon. Aperto tutti i giorni dal 03/04/2010 sino al 31/10/2010 www.giardiniposeidonterme.com Foto di Mauro Galligani


Terapie del benessere

L’energia chiama energia. La rivoluzione tecnologica che rende più efficace la vostra terapia Cos’è la Tecarterapia… La Tecarterapia® (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) è un metodo di cura semplice e non invasivo di notevole efficacia che consente di trattare il tessuto biologico in modo innovativo: Un meccanismo d’azione che induce il paziente stesso ad “autoguarirsi”. In sostanza, si tratta di un sistema che crea una forte stimolazione a livello cellulare di energia all’interno dei tessuti stessi,così da riattivare e accellerare i naturali processi autoriparativi e antinfiammatori del corpo umano, esercitando un’azione antidolorifica e curativa in maniera molto più rapida: è questo che la rende una tecnologia così rivoluzionaria.

di Anna Mazzella

Sono queste le tre azioni fondamentali della Tecar®, le stesse che compirebbe il nostro organismo e che vengono potenziate e ricevono una forte accelerazione: stimolare la microcircolazione Aumentare la vasodilatazione Innalzare la temperatura Infatti la stimolazione dei tessuti,anche negli strati più profondi, produce già dalla prima applicazione una sensibile diminuzione del dolore,aumenta il metabolismo cellulare, incrementa la circolazione venosa e il drenaggio linfatico, migliora l’ossigenazione nella zona trattata, genera una vasodilatazione, riduce le contratture muscolari, facilita il riassorbimento degli edemi.


55 In funzione della problematica da trattare, l’azione può essere prevalentemente mirata alle fasce muscolari, al sistema circolatorio e linfatico, o si può esercitare più in profondità e dunque su tendini, articolazioni, legamenti, cartilagini e tessuto osseo. Ogni patologia osteo-articolare e dei tessuti molli rallenta e modifica i processi biologici che stanno alla base della riparazione del danno subito. L’idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie elettromedicali (radar e Marconi terapia usano l’effetto antenna, la magnetoterapia l’effetto Faraday-Neumann ecc.), ma tutte somministrano energia proveniente dall’esterno. A differenza, la Tecarterapia® non proietta dall’esterno energia e quindi la corrente non è presente per contatto diretto, ma richiama nella zona da trattare le cariche elettriche già presenti in tutto il corpo,e quindi l’energia viene generata dall’interno dell’organismo dalle cosiddette “correnti di spostamento”, cioè dal movimento alternato di attrazione e repulsione delle cariche elettriche naturali che si trovano nelle cellule sotto forma di ioni e che generano energia all’interno dei tessuti stessi da riparare con un’attivazione metabolica ed un effetto termico endogeno (cioè che nasce dall’interno). Rispetto ad altre terapie che utilizzano energie e frequenze elevatissime ma di poca efficacia in profondità,il vantaggio della Tecarterapia® di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, permette di trattare anche strati profondi, non trattabili con trasferimenti esterni di energia che causano surriscaldamento e danni alla cute. Ogni seduta di Tecarterapia® ha una durata media di 30 minuti; in genere, per un ciclo completo di cura, sono necessarie da 5 a 10 sedute. Non è però necessario rispettare una tabella di marcia: dato che la pelle non è in alcun modo sensibilizzata né è sottoposta a traumi dovuti al surriscaldamento,è applicabile immediatamente dopo un trauma o durante la fase acuta di un processo infiammatorio, è possibile effettuare anche più di una seduta nel corso della stessa giornata,senza controindicazioni né effetti collaterali, accelerando notevolmente i tempi di recupero,garantendo risultati immediati e soprattutto stabili,e può essere associata ad altre terapie,come anche la terapia manuale. Da un’analisi di alcune ricerche universitarie

risulta che i tempi di recupero sono all’incirca dimezzati, rivoluzionando così il modo di fare fisioterapia e riabilitazione: attraverso una tecnologia all’avanguardia, che in breve tempo e senza sofferenza restituisce la normale funzionalità e permette di recuperare la corretta articolarità.Rende i muscoli più elastici e reattivi, meno soggetti a stiramenti e strappi, ne aumenta la potenza ed ha un’azione defaticante. Gli effetti positivi si possono constatare già dopo la prima applicazione,infatti il paziente avverte un istantaneo sollievo dal dolore grazie al potente effetto analgesico sulle terminazioni nervose,un’azione profonda, omogenea e localizzata e risultati immediati e stabili grazie alla stimolazione e al rafforzamento delle capacità di autoriparazione dei tessuti. Tecar® è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi le patologie dovute ad eventi traumatici riguardanti ginocchio, spalla, anca, caviglia, colonna vertebrale, mani e muscoli, come pure le patologie dolorose infiammatorie osteoarticolari e muscolari quali artrosi, lombalgie e sciatalgie. La riabilitazione Tecarterapica integra l’intervento terapeutico nelle patologie osteoarticolari sia acute che croniche. La Tecarterapia® ha come uniche controindicazioni l’applicazione su soggetti portatori di pace-maker e su donne in gravidanza. E’ invece possibile e senza effetti collaterali l’utilizzo nei pazienti portatori di mezzi di sintesi metalliche, protesi vascolari.Viene impiegata nelle terapie riabilitative per il recupero di: • distorsioni • lesioni tendinee • tendiniti e borsiti • esiti di traumi ossei e legamentosi • distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti è attiva in: • diverse forme di osteoporosi • programmi riabilitativi post chirurgici • artralgie croniche di varia eziologia • in particolare dopo interventi di artroprotesi La Tecarterapia® ha trovato ottimi riscontri non solo in medicina dello sport, nell’ambito fisioterapico e riabilitativo, nella terapia antalgica, garantendo buoni e duraturi risultati in tempi molto rapidi,ma si sta sempre più diffondendo anche nella flebolinfologia , grazie alla sua azione


di drenaggio emolinfatico molto efficace,di ripristino del microcircolo e ossigenzazione tissutale. Non ha effetti collaterali e può essere associata senza problemi ad altre terapie, come la terapia manuale.Consente di ottenere risultati positivi in tempi rapidi anche in campo estetico: grazie alla sua capacità di indurre la riattivazione dei sistemi linfatico e circolatorio, è una metodica realmente efficace nella cura della cellulite, agendo sul microcircolo, sulle formazioni nodulari fibrosclerotiche, e sugli adipociti, riattivando i naturali processi di lipolisi. Utilizzata con successo nei trattamenti viso anti-aging, migliora la circolazione linfatica, favorendo lo smaltimento dei cataboliti tossici, primi fra tutti i radicali liberi.

La pelle acquista levigatezza e luminosità, diventa più turgida e distesa, le rughe si attenuano e l’aspetto estetico complessivo appare visibilmente migliorato. Nel campo della chirurgia estetica è un ottimo supporto sia prima che dopo di un intervento perché rivascolarizza i tessuti ed aiuta a prevenire la formazione di edemi ed ematomi del post-operatorio grazie alla capacità di stimolare l’autoriparazione dei tessuti. Utilizzata in particolar modo per i cavalli da corsa e da competizione, Tecar® è a disposizione anche della medicina veterinaria per la soluzione di molte sindromi dolorose che colpiscono gli animali di grande o piccola misura.


Centri benessere e cure termali Forio Centro benessere Zi Carmela

via Mons. Filippo Schioppa, 27 Tel. (+39)081998423 www.zicarmela.com

Al centro benessere dell’hotel Zì Carmela, la filosofia è “Attenzione totale alla persona”. Alle terme, i massaggi trasmettono il calore e l’empatia che soltanto un essere umano sa dare. Niente macchinari, se non quelli necessari alla riabilitazione ed alla cura di artriti e reumatismi, come l’apparecchio degli ultrasuoni o quello per la magnetoterapia. Al centro estetico dell’hotel Zì Carmela tutti i prodotti sono naturali ed assolutamente sicuri. Un personale altamente specializzato garantisce la idonea applicazione delle cure ed inoltre è possibile integrare il ciclo con trattamenti di relax e benessere che aiutano a risolvere problemi derivanti dallo stress e dal superlavoro.

riale, sauna finlandese, frigidarium, bagno turco, doccia jet, doccia emozionale con aromaterapia, piscina benessere termale con idromassaggio, zona relax), il tutto spesso abbinato con acque e fanghi termali rigorosamente naturali. Agli Ospiti è riservato l’utilizzo gratuito di sauna e palestra. -Centro Benessere Venus Cytarea Parco Hotel Teresa - Baia di Citara Tel. 081907126 www.villateresa.it Il nome Citara è indissolubilmente legato alla ricchezza e rigogliosita delle sorgenti di acque minerali che sgorgano naturalmente in numerosi punti della baia. Quale riconoscimento delle proprietà curative e rivitalizzanti delle sue acque minerali i romani diedero alla baia il nome di Cytherea ereggendo un tempio in onore alla Venus Cyterea, dea dell’amore e della bellezza. Dopo millenni le acque della baia di Citara mantengono inalterate le proprie virtù e ne abbiamo fatto il fiore all’occhiello dei nostro nuovo ed accogliente centro “Terme e Benessere Cyterea”. Un’ampia gamma di applicazioni di estetica offrirà l’integrazione ideale per sentirsi a proprio agio e, perché no, soddisfare la propria vanità.

Lacco Ameno Centro Benessere Negombo

Baia di San Montano, Lacco Ameno

Elisir Thermae & SPA

Località Cuotto

Tel. (+39)081907227/081908163 www.sorrisoresort.it Il nuovissimo reparto Elisir, fiore all’occhiello del Sorriso Thermae Resort & SPA, offre agli Ospiti una vasta gamma di trattamenti estetici e curativi, massaggi e percorsi benessere (doccia senso-

Tel. (+39)081986152/ 081986295 benessere@negombo.it www.negombo.it Il Centro Benessere del Negombo è pensato e gestito come luogo delle delizie: racchiude dentro di sè i piaceri e i benefici che danno le sorgenti termali abbinate al mare e al giardino che li avvolge, potenziandoli con i flussi di energia dei massaggi e dei trattamenti che uilizzano sia le più moderne terapie sia le antiche pratiche curative.

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Le Terme della Regina Isabella P.zza Santa Restituta Tel (+39)081994322 www.reginaisabella.it

Le Terme della Regina hanno un’origine antichissima e virtù terapeutiche uniche al mondo; il nostro quotidiano impegno mira a fornire un servizio all’altezza di questa unicità, affinchè i benefici dei trattamenti termali siano duraturi nel tempo, ed il soggiorno presso le nostre strutture si traduca in un’esperienza indimenticabile. Scegliere di soggiornare al Regina Isabella significa sposare una filosofia nuova nel panorama della salute e del benessere. Il Regina Isabella non è solo la promessa di un ritrovamento del proprio equilibrio psicofisico, non è solo un luogo piacevole dove dedicarsi a delle cure estetiche, ma è principalmente un grande sì alla vita, all’energia e alla bellezza.

Sant’Angelo Parco termale Tropical Via Comandante Maddalena, 15 (S.Angelo) Tel. (+39)081999242 www.lapalmatropical.it

Il complesso termale Tropical, un incantevole parco stracolmo di fiori e piante esotiche e tropicali d’ogni specie, da cui si può ammirare uno dei panorami tra i più famosi di Ischia, sorge nella meravigliosa Baia S.Angelo a breve distanza dall’incantevole spiaggia di “Cava Grado”. Il parco comprende nove piscine di cui una con acqua di mare, una con idromassaggio termale, una coperta termale, con temperature che vanno da 26° a 40°. Il parco termale Tropical dispone di un centro di cure termali sotto controllo medico, fango e cure inalative, con convenzione con il S.S.N, cure fisioterapiche, ginnastica correttiva, cure estetiche, curative e di bellezza, saune naturali, grotte romane e discesa diretta sulla spiaggia.


Forastera Doc 2009 di Gerardo Calise

Sabato 20 marzo 2010, alla vigilia dell’entrata ufficiale della primavera, le Cantine Pietratorcia hanno presentato presso il ristorante-degustazione del Cuotto, dove erano poste le vecchie cantine dei Micho, la nuova creatura della ormai rinomata azienda vitivinicola foriana, Forastera Doc 2009. Questa nuova gemma va ad arricchire il già nutrito bouchet della vetrina dei vini di Pietratorcia, e rappresenta un significativo motivo di orgoglio, rimarcando, la nuova tendenza delle Cantine Pietratorcia verso un vino mono vitigno, come già accaduto l’anno scorso con il Biancolella Doc 2008, che ha ottenuto un successo che è andato oltre ogni più rosea previsione. Le Cantine Pietratorcia con questa nuova bottiglia confermano uno standard qualitativo buono, contribuendo a rinverdire, attraverso l’enogastronomia, i successi del nostro turismo, rivitalizzandolo e creando nuove opportunità. Il futuro delle cantine per la prossima vendemmia è rosso, e quasi certamente sarà il Per’ e Palummo o Piedirosso, già presente al 45% nell’affermato Janno Piro, che è stato tra le prime scommesse vinte dell’Azienda del pesce di Eubea, che a suo tempo mise in commercio questo nettare molto versatile sopratutto nella cucina di terra. Il forastera, è un vitigno, di origine sconosciute, forestiero appunto, ma che è diventato nostro dalla metà dell’800, in seguito ad un periodo molto critico della fillossera, dimostrandosi molto più resistente alla malattia. Il vino che ne vien fuori è fresco e delicato con sentori di frutta bianca, con una buona struttura che dà al prodotto una gradevole persistenza. Ci auguriamo che Forastera Doc 2009 abbia lo stesso successo

59 riscontrato da Biancolella Doc 2008. Stiamo parlando del vitigno principe dell’Isola d’Ischia, il Biancolella in questo caso, proveniente dagli assolati terrazzamenti, che hanno reso famoso in tutto il mondo questo vino intenso aromaticamente, pieno di freschezza e di grandi note aromatiche. Noi, da buoni ischitani Doc, non possiamo che augurarci che questi prodotti Pietratorcia siano sempre più presenti sulle nostre tavole imbandite e che accompagnino la nostra buona e rinomata cucina ischitana, che negli ultimi tempi è diventata anche “stellata”, confermando ancora di più il suo già quotato nome in campo mondiale.


Ristoranti Oggi, forse, più che a mangiar tanto, si pensa a mangiar prelibato. Così, gli chef dell’isola si sono adoperati per realizzare dei menù di Pasqua che, pur strizzando l’occhio alla tradizione, rispettano le moderne evoluzioni del gusto.

Forio 1. Trattoria Da Peppina di Renato Via Montecorvo, 42 Tel. 081998312 www.trattoriadapeppina.it Ambiente rustico ed elegante. Sulla collina digradante, ai piedi dell’Epomeo, con la stupenda visione della baia di Citara. Serate a lume di candela, nella magica atmosfera creata da Rita con le sue specialità della cucina tradizionale secondo il ritmo delle stagioni. Si respira un’atmosfera di tradizione ischitana che mette in mostra l’arte e gli oggetti della millenaria cultura contadina.

2. Piano Bar Ristorante Pizzeria Oasis Baia di Citara Tel.: +39 081907227 / Fax:+39 081907290 www.ristoranteoasis.it Un panorama unico, un ambiente piacevole e ricercato al tempo stesso ed una cucina basata sulla più antica e consolidata tradizione mediterranea, il sapore dell’esclusivo, quello che l’Oasis, a picco sulla Baia di Citara e teatro ineguagliabile di tramonti mozza�ato, offre da sempre e in ogni occasione ai propri Ospiti.

3. Ristorante il Saturnino Via Marina Tel. 081998296 - 3331056719 email:malavisiello@libero.it Ciro e Stefania sono i proprietari del ristorante, hanno impostato una carta dei vini Campani ed un menù di poche portate dove il pesce selvaggio

sempre fresco fa da padrone. Il locale si specchia nella rada dei diportisti del porto di Forio. Nel periodo natalizio il locale sarà aperto, il 25 a pranzo, il 26 a pranzo, il 27 a pranzo, dal 28, aperti sia a pranzo che a cena. Il 31, San Silvestro, è nostra tradizione fare il cenone come in famiglia. Avendo solo 25 posti (questa è la capienza massima del ristorante)si prega di telefonare per prenotare il tavolo.

4. Ristorante da Gisella Loc. Sorceto (Panza Ischia) Tel. 3474440571 Aperto Tutto l’anno a pranzo e cena Sull’incantevole baia di Sorgeto, un’ampia sala con un bel panorama sul paesino di Sant’Angelo, cucina casareccia e porzioni molto abbondanti. Un’ampio parcheggio da sfruttare anche per una discesa alle vasche di acqua calda della baia fruibili tutto l’anno.

5. Ristorante tutto pizza da Luca Panza Centro Tel.:+39 081907846 Se avete voglia di mangiare pizza a volontà, pagando sempre lo stesso prezzo, allora dovete assolutamente andare a mangiare al Ristorante Pizzeria Luca, uno dei luoghi di culto, per la pizza, presenti sull’Isola d’Ischia. Da Luca, apre �nalmente anche un nuovo locale per GIOVANI che piace anche a mamma e papà: "TUTTO PIZZA SHOW" Buona musica, mangi tutte le pizze che vuoi e paghi sempre 10,00 , e gli alcolici restano FUORI (eccetto la birra).


PASQUA Pasc vo’ ‘a mnestella ‘mmaretata cu a gallenella, ‘a ‘nnoglia e ‘ e sasiccelle, ‘ll anìello a ‘o furno, ‘o ppoco ‘e spezzatiello, ‘a felluccia ‘ e ricotta e ‘a suppressata. Quatt’ove toste, na cimm ‘ e nzalata, na carcioffola e o’ fiasco ‘e maraniello; po’, se sape, ‘a pastiera, ‘o casatiello, ‘a presa ‘ e roce e na pres ‘ arraggiata. G.Fico

Barano d’Ischia 6. Trattoria il Focolare Via Cretajo al crocefisso, 3 Tel.: +39 081902944 www.trattoriailfocolare.it Il verde è la tonalità dell’isola per via dei vigneti, ma soprattutto per il tufo verde, pietra che la caratterizza nella sua unicità. Ed è proprio il patrimonio dei sapori terragni che la famiglia d’Ambra ha deciso di valorizzare, contro quanti identificano l’isola con il blu del mare e una gastronomia legata esclusivamente al pesce. Tutto iniziò quando Riccardo d’Ambra, la moglie Loretta e la numerosa famiglia fondarono un locale le cui proposte erano controcorrente rispetto a quelle di altri locali ischitani. A Pasqua, menu Tradizionale pasquale.

Ischia 7. Ristorante Da Coco' Piazzale Aragonese Ischia Ponte Tel. 081981823 Non esiste un signor Cocò, ma un Salvatore Di Meglio che faceva, il pescatore. Da un pò ha smesso ma è importante che continui a conoscere i pescatori. Capelli a spazzola, faccia grintosa da lottatore bulgaro, ha inaugurato il ristorante nel ’63, in uno degli scorci più belli dell’isola, proprio ai piedi del castello Aragonese. Facciamo le cose che fanno, un po’ tutti sull’isola, spaghetti con le vongole, con le cozze, pesce all’acquapazza, frittura

di paranza, e questa è proprio buona, non che siano cattivi gli spaghetti, o i pesci all’acquapazza, lo diciamo per esperienza. Ma la frittura è il vero piatto forte, da Cocò.

8. Ristorante La Ninfea Via Nuova Cartaromana 135 Tel e Fax 081984140 www.hotellaninfeaischia.com Per cenare al chiarore della luna sulla panoramicissima terrazza, allietati dal piano bar con musica dal vivo. Abbina una cucina classica e tradizionale, a conduzione familiare, fatta di specialità marinare e base di pesce fresco e frutti di mare, alternata alle antiche tradizioni quali appunto il piatto tipico dell’isola: il bucatino al sugo di coniglio, le grigliate miste e per finire, la vera pizza napoletana cotta nel forno a legna da esperti pizzaioli.

Serrara Fontana 9. Ristorante Olimpo Via Falanga, 7 Tel.:+39 081 999566 (chiuso il 25 ed il 31/12) Nella parte alta dell’isola d’Ischia, nel Comune di Serrara - Fontana, Eugenio e Flora vi aspettano nell’atmosfera cordiale e familiare delle trattorie di campagna. Il Ristorante Olimpo offre la cucina tipica ischitana, principalmente casereccia con pasta fresca fatta in casa ed una ottima carne alla griglia. Chi ama la cucina vegetariana troverà pietanze ricche di verdure e ortaggi.


Numeri Utili TAXI >>Ischia Porto Piazza Antica Reggia tel. 081984998 Via De Luca Alfredo tel. 081992493 Piazza degli Eroi tel. 081992550 Via Mirabella tel. 081991067 Piazzetta S.Girolamo tel. 081993720 >>Forio Via Porto tel. 081997482 >>Casamicciola Terme Piazza Marina tel. 081900369 >>Lacco Ameno Piazza Girardi tel. 081995183 Piazza Pontile tel. 081994310 >>Serrara Fontana Piazzetta S.Angelo tel. 081999899 OSPEDALI Ricordate che per chiamare un’ambulanza bisogna comporre il numero 118. L’unica struttura ospedaliera pubblica a Ischia si trova a Lacco Ameno in via Fundera, 2. Centralino: 0815079111 GUARDIA MEDICA Di seguito sono riportati i numeri della Guardia Medica dei rispettivi comuni: >>Barano / Ischia Porto / Serrara Tel. 081 983292 >>Casamicciola / Forio /Lacco Ameno Tel. 081998655 - 081998855 CLINICHE Centro emodialisi via A.de Luca, 20 Tel. 081983164 Guardia Medica Assistenza anziani via prov.le Panza, 68 Tel. 0813332013

Guardia medica turistica via prov.le Panza, 68 Tel 081998989 FARMACIE >>Ischia Porto Sant’Anna.Via M. Mazzella -Tel 081991624 - 081985089 Internazionale. Corso Vittoria Colonna, 179 - Tel. 0813331275 Mirabella Via M. Mazzella. Tel. 081991237 Dott.ssa Tiziana Costabile. Via Acquedotto, 83 - Tel. 081902634 >>Casamicciola De Luisa Piazza Marina, 1 - Tel. 081994060 >>Lacco Ameno Cantone Corso Angelo Rizzoli, 77 -Tel. 081900224 >>Forio Migliaccio Corso Regine Francesco, 61 Tel. 081989355 Dr. Lobosco Michele Via G. Castellaccio, 53 Monterone -Tel 0815071489 - 0815071577 S.Leonard Via Prov. Panza, 1 -Tel. 081907064 >>Serrara Fontana Della Fonte Dr. Castagliuolo Giuseppina, Piazza Pp. Iacono, 8 - Tel. 081999320 Sant’Angelo Di Mario Foroni, Via Chiaia Delle Rose, 10 Tel. 081999973 >>Barano Garofalo, Piazza S.Rocco, 15 -Tel. 081990012 Isola Verde, Via di Meglio, 8 -Tel. 081906516 cell. 3476535608 AZIENDA SANITARIA LOCALE >>Ischia Azienda Sanitaria Locale Via De Luca Antonio, 20 Tel. 800.284270 Assistenza Integrata Di Psichiatria Via Fondo Bosso, 20 Tel. 081.985156 Centro Di Salute Mentale Via Mazzella Michele, 11 Tel. 0815070711


63 >>Casamicciola Terme Azienda Sanitaria Locale Via De Gasperi, 23 Tel. 081980292

Carabinieri Via Casciaro, 22 -Tel 081991065 - 081991001 - 081981062 - 081992145

Ufficio Sanitario Rione De Gasperi, 23 Tel 081980204

Pronto intervento 112 Polizia di Stato Via delle terme, 80 Tel 0815074711 - 0817941111 0817941729 Polizia di stato soccorso pubblico 113 Guardia di Finanza Comando di Tenenza Centralino Via L Mazzella - tel 081991109 Capitaneria di Porto Ufficio Circondariale Marittimo Via Iasolino, 10 Tel 081991417 - 081982845 Casa del cane Via acquedotto Tel. 081901140

>>Lacco Ameno Laboratorio Analisi Primario Via Fundera, 2 Tel. 081980439 >>Forio Medicina Legale Via provinciale Panza, 68 Tel. 081997730 >>Barano d’Ischia Dist.57 Ass.pscichiatrica Via Corrado Buono, 39 Tel. 081906392

AMBULATORI VETERINARI >>Ischia Porto Dott. Maio Mariani via Quercia, tel 081982529

>>Casamicciola Terme Municipio, Vicolo Paradisiello, 1 - tel 0815072511 Carabinieri Via Pozzillo, 1 - tel 081994480 Corpo Forestale Corso Garibaldi,95 - tel 081995117 Approdo Turistico Cala degli Aragonesi - Tel 081980686 Approdo Turistico Marina di Casamicciola -Tel 3338887975

>>Forio Dott.ssa Lucia Cigliano Strada Statale 270 Forio Panza, 11 - Tel. 081 988249 Dott. Alessandro Impagliazzo Via Statale, 278 - Tel. 081909057

>>Lacco Ameno Comune p.zza S. Restituta tel 0813330811 Comando VV. UU. - tel 081900185 Ospedale Anna M. Rizzoli centralino - tel. 0815079111

>>Barano Dott. Pasquale Sbrogna, via Starza, 22 Tel. 081905193

>>Forio Municipio P.za Municipio Tel 0813332911 N° verde 800258151 Comando VV. UU. tel 081997542 Giardini “La Mortella” tel 081986220

Ufficio Sanitario Via Corrado Buono, 1 Tel. 081905781

NUMERI UTILI >>Isola d’Ischia Soccorso stradale (A.C.I.) -Tel 081984038 Eliporto - Tel. 0815072545 SEPSA Servizio autobus. Via M. Mazzella tel 081991808 >>Ischia Comune d’Ischia centralino. Via Iasolino,1. - Tel. 0813333111 U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) Via De Luca, 153 - Tel 081983335 Protezione Civile. Via De Luca, 50 tel 081982397

>>Serrara Fontana Municipio Via Roma - Tel. 081999626 Comando VV. UU. Via Roma 1 Tel 081999136 >>Barano Municipio Via Corrado Buono, 1 081906711 Polizia Municipale Via Corrado Buono,10 - tel. 081905764 Stazione Carabinieri Salita Municipio, 1 - Tel 081906463


Ischia

isola del mare, delle terme, del verde e del vino. Vieni nella nostra splendida isola: ogni cantina racconta la storia del suo prezioso nettare. La degustazione dei nostri vini è una esperienza irrinunciabile.


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