Disegno per la Rappresentazione dello Spazio - Lezione n. 1

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CORSO DI STUDI TRIENNALE IN DESIGN A.A. 2020/21

DISCIPLINA DISEGNO PER LA RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO DOCENTE

ALESSANDRA CAPPONI

DATA

29/10/2020


Lo scopo di questo corso è di rendervi capaci di tradurre velocemente in immagini le vostre idee.

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Attraverso la vista noi esseri umani percepiamo un mondo tridimensionale, cioè un mondo composto di oggetti più o meno solidi distribuiti nello spazio, tuttavia le immagini che si formano sulla superficie retinica sono immagini bidimensionali. Come è possibile avere una visione tridimensionale del mondo a partire da due immagini piatte?

A. Il nostro sistema visivo utilizza le differenze tra i due segnali provenienti dalle due retine per conferire tridimensionalità alle cose che vediamo. Il nostro cervello fonde le due immagini retiniche dando come risultato la visione stereoscopica. B. Esistono altri indizi di cui ci avvaliamo in modo più o meno consapevole per valutare la collocazione di un oggetto nello spazio.

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Ci troviamo di fronte ad un problema simile anche quando cerchiamo di riprodurre su una superficie bidimensionale, come un foglio da disegno, uno spazio tridimensionale.

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prospettiva Rappresentazione degli oggetti nello spazio (nel disegno, nella pittura ma anche nella scultura in bassorilievo o altorilievo), in modo da raggiungere l’effetto della terza dimensione su una superficie bidimensionale. Fonte: Enciclopedia Treccani prospettiva s. f. [dall’agg. prospettivo]. – 1. Parte della geometria descrittiva che si propone di elaborare le regole grafiche per costruire di un qualunque oggetto reale un’immagine bidimensionale analoga a quella data dalla visione diretta; anche, la tecnica di realizzazione di tale immagine, nonché l’immagine stessa, che è tracciata in genere su una superficie piana (quadro della p.), ma che può essere disegnata anche su una superficie curva (come negli affreschi su volte, cupole, ecc.). […] Fonte: Dizionario Treccani

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Quando si tratta di rappresentare la realtà semplificando si può affermare che esistono due approcci: A. Il sistema concettuale, che tende a rappresentare le cose così come sono astraendo da ogni deformazione dovuta all’accidentalità della visione (simbolico) B. il sistema ottico, che vuole riprodurre l’immagine percepita con tutte le distorsioni di forma e dimensioni che tale scelta comporta (mimetico)

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LA RAPPRESENTAZIONE PROSPETTICA NEL MONDO ANTICO

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Prendiamo ad esempio l’arte dell’antico Egitto (considerazioni simili si possono fare anche per quanto riguarda l’arte delle civiltà mesopotamiche) - Gli antichi egizi rappresentavano la realtà attraverso un sistema concettuale con la precisa intenzione di rendere chiaramente comprensibile la forma degli oggetti rappresentati, evitando per quanto possibile ogni effetto di scorcio. - si servono di convenzioni figurative per rappresentare gli oggetti: per esempio uno stagno verrà rappresentato dall’alto, gli alberi che lo circondano ribaltati sul piano orizzontale e i pesci di profilo - Anche la rappresentazione della figura umana avviene attraverso un’altra convenzione secondo cui il volto è disegnato di profilo (ma l’occhio è disegnato frontalmente), il torso di fronte, mentre gambe e braccia sono disegnate nuovamente di profilo - Quando invece il significato della scena esigeva che gli oggetti fossero disposti nello spazio si ricorreva a degli artifici detti scaglionamento orizzontale e scaglionamento verticale, disponendo quindi le figure una sopra l’altra o una accanto all’altra (anche contemporaneamente) - Per quanto riguarda la dimensione delle figure ricorrevano a quella che viene chiamata prospettiva gerarchica, cioè le figure più grandi erano quelle più significative nella scena.

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Il primo passaggio dal sistema concettuale a quello ottico si ha in occidente con l’affermarsi della cultura greca. La ricerca di una imitazione naturalistica della realtà visibile rappresentò una vera rivoluzione figurativa. - Già a partire dal VI sec. a.C. fanno l’apparizione i primi scorci, li ritroviamo nella pittura vascolare - Questa attenzione alla tridimensionalità nella pittura vascolare ci fa supporre che anche nella pittura tradizionale (non essendoci però arrivate testimonianze dirette, cfr. pittura romana) gli antichi greci usassero qualche forma di prospettiva. Teoria avvalorata anche da ciò che scrive Vitruvio nel sui De Architectura, in cui parla di una tecnica che chiama Scaenographia usata per far si che gli oggetti dipinti su vari piani verticali potessero sembrare, a seconda dei casi, avanzare o retrocedere. - Nel De Architectura troviamo anche un’altra testimonianza della grande attenzione che gli antichi greci prestavano alla percezione visiva del mondo reale. Nel trattato di Vitruvio troviamo infatti descritti tutti gli accorgimenti visivi che gli architetti greci usavano per correggere le «illusioni ottiche» per cui gli edifici sarebbero apparsi diversi da come sono nella realtà.

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scórcio s. m. [der. di scorciare]. – 1. a. Nella prospettiva e nelle arti figurative, rappresentazione di una figura, di un oggetto, i cui elementi sono posti su un piano obliquo, anziché normale, nei rispetti del nostro occhio, di modo che alcuni si avvicinino e altri si allontanino nello spazio, non secondo i suoi normali rapporti ma con espedienti prospettici che consentono allo spettatore di ricostruire la figura nelle sue esatte proporzioni; […] Fonte: Dizionario Treccani

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ELENCO DEI MATERIALI • FOGLI DA DISEGNO FORMATO A3 (TIPO DI CARTA DA DECIDERE IN BASE ALLA TECNICA UTILIZZATA) • MATITE DA DISEGNO (DURE E MORBIDE) • SQUADRE E RIGA • CARTELLA IN CUI RIPORRE LE TAVOLE (TUTTE LE TAVOLE PRODOTTE DURANTE IL CORSO DOVRANNO ESSERE PRESENTATE ALL’ESAME QUNDI NON VANNO PIEGATE) • MATERIALI PER IL COLORE (VERRANNO STABILITE VOLTA PER VOLTA IN BASE ALLA TAVOLA) • COMPUTER (IN CASO CI SIA LA NECESSITA’ DI FARE DELLE RICERCHE)

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Alessandra Capponi

alessandra.capponi@gmail.com Telefono: 3405292197

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