CORSO DI STUDI TRIENNALE IN DESIGN A.A. 2020/21
DISCIPLINA
SEMIOTICA
DOCENTE
MARTA MUSSINI
DATA
10/26/2020 – 02/11/2020
COMUNICAZIONE MODELLI TEORICI Teorie, scenari e ambiti di riferimento
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DEFINIZIONI COMUNICARE vs INFORMARE Il termine comunicare è storicamente collegato alla parola comune, che deriva dal verbo latino communicare = “condividere”, “rendere comune”; a sua volta correlato alla parola latina communis (“comune”). Quando comunichiamo, incrementiamo la nostra conoscenza condivisa, cioè il “senso comune”, la precondizione essenziale per l’esistenza di qualsiasi comunità. (Rosengren, 2001, p. 11)
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Watzlawick LA COMUNICAZIONE é uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
DIMENSIONI DELLA COMUNICAZIONE La comunicazione è caratterizzata, da due dimensioni principali: •la funzione proposizionale, in quanto le conoscenze sono organizzate e trasmesse sotto forma di proposizioni e quindi si ricorre al linguaggio per poter concettualizzare, significare e comunicare il proprio pensiero (semantica della logica proposizionale); •la funzione relazionale, in quanto la comunicazione genera e rinnova le relazioni generando quell’intersoggettività dialogica che consente di negoziare significati e condividere scopi. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
CARATTERI DELL’ATTO COMUNICATIVO Gianfranco Bettetini in “Semiotica della comunicazione d’impresa” (1993) ci dà un elenco degli elementi individuabili a vario livello nella comunicazione, al di là dei singoli ambiti disciplinari: •caratterizzazione aperta o bidirezionale (a volte pluridirezionale) dello scambio; •possibilità di inversione dei ruoli fra emittente e destinatario; •valorizzazione dell’attività partecipativa del destinatario, anche nei casi in cui ricopre il semplice ruolo di ricettore; •attenzione agli effetti dell’azione comunicativa; •tendenziale disponibilità a considerare il rapporto di comunicazione come un’interazione paritetica e, quindi, come una forma di conversazione almeno potenziale. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
CARATTERI DELL’ATTO COMUNICATIVO LA COMUNICAZIONE: GLI ELEMENTI Emittente (A) E’ il soggetto che ha l’obiettivo di comunicare, di informare, di influenzare, direttamente o indirettamente, le persone presenti nell’ambiente (ricevente) Ricevente (B) Sono i componenti del “pubblico”: lettori, spettatori, ascoltatori, consumatori, clienti, un famigliare, un amico, etc. Canale (C) La sua funzione è quella di fornire le informazioni al pubblico “B” e di agire da intermediario tra quest’ultimo e “A”. Un classico esempio è il ruolo ricoperto da un giornalista che fa parte di un media Messaggio (D) Il messaggio è ciò che viene trasmesso nel processo comunicativo e ha tre valenze. Una di tipo “linguistico” (testo, soprattutto, ma anche immagini). Una seconda lettura è quella che ne da l’emittente/comunicatore (obiettivi, aspettative, vissuti) – FINE PRIMA LEZIONE ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
CARATTERI DELL’ATTO COMUNICATIVO La terza valenza è relativa ai significati che al messaggio viene attribuito da chi lo riceve. Molto spesso tra emittente e ricevente vi può essere discordanza, soprattutto quando la comunicazione contiene “ambiguità” o quando è centrata sull’emittente e non sul ricevente. La comunicazione orientata sull’emittente rende spesso inefficace e autoreferenziale la comunicazione stessa. Una singola unità di comunicazione si chiama messaggio. Una serie di messaggi scambiati tra persone producono un’interazione.
Nota ‐ La massima di Watzlawick: «la comunicazione è più nelle orecchie di chi ascolta che nella bocca di chi parla» Nota ‐ Watzlawick, insieme a Janet Beavin Bavelas e Don D. Jackson nel Mental Research Institute di Palo Alto, sviluppò la teoria della comunicazione umana, pietra miliare per la terapia familiare. In quest’ultima, la comunicazione non si applica come un processo interno che sorge dal soggetto, ma come il frutto di uno scambio di informazioni che ha origine in una relazione. Se prendiamo in considerazione questa prospettiva, non è importante tanto il modo di comunicare tra di noi o se quest’ultimo sia cosciente o meno, bensì come comunichiamo nel momento presente e il modo in cui ci influenziamo l’un l’altro. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE di Watzalawick: Non si può non comunicare; anche il
silenzio è comunicazione. La comunicazione è insita nella vita. Con questo principio Paul Waztlawick e i suoi colleghi si riferivano al fatto che tutti i comportamenti sono una forma di comunicazione, sia a livello implicito che esplicito. Persino stare in silenzio trasmette un’informazione o un messaggio, di conseguenza risulta impossibile non comunicare. La non‐comunicazione non è esiste
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione
(metacomunicazione); questo assioma fa riferimento al fatto che nella comunicazione non è solo importante il significato del messaggio in sé (livello di contenuto), ma è altrettanto rilevante come vuole essere compresa la persona che parla e come pretende che gli altri la capiscano (livello di relazione). Quando ci relazioniamo con gli altri, trasmettiamo delle informazioni, ma la qualità della nostra relazione può dare un significato diverso a tali informazioni. L’aspetto del contenuto corrisponde a ciò che trasmettiamo verbalmente, l’aspetto relazionale fa riferimento alla modalità in cui comunichiamo il messaggio, vale a dire il tono di voce, l’espressione facciale, il contesto, etc. Essendo quest’ultimo aspetto quello che determina e influenza il primo dato che il messaggio sarà ricevuto in un modo o nell’altro in base al tono o all’espressione che utilizziamo ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE di Watzalawick: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti; con questo concetto si fa riferimento al fatto che ciascuno di noi costruisce sempre una versione di quello che osserva e sperimenta, e in base a essa stabilisce la relazione con altre persone. Questo principio risulta fondamentale nel momento in cui ci relazioniamo con gli altri e dovremmo tenerlo in considerazione ogni volta che interagiamo. Tutta l’informazione che ci giunge viene filtrata a seconda delle esperienze, delle caratteristiche personali e delle conoscenze acquisite, questi elementi fanno sì che uno stesso concetto, come per esempio, l’amore, l’amicizia o la fiducia, abbia diversi significati. In aggiunta, un altro aspetto chiave della comunicazione è che ciascun interlocutore crede che la condotta altrui sia la causa della propria condotta, quando in realtà la comunicazione è un processo molto più complesso e non può essere ridotto alla semplice relazione causa‐ effetto. La comunicazione è un processo ciclico nel quale ciascuna parte contribuisce in modo unico alla moderazione dello scambio. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE di Watzalawick: Un esempio di punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti Tipica dinamica da relazione di coppia: un marito che si chiude in se stesso e una moglie che diventa ostile e brontolona perché incapace di scalfire i silenzi del marito. Dal punto di vista dell’uomo, la dinamica avrà questa ‘punteggiatura’: lei mi brontola addosso (stimolo), io perdo la voglia di aprirmi (risposta), lei diventa ancora più nervosa (rinforzo). Dal punto di vista della donna, invece, la dinamica verrà composta in questa sequenza: lui si chiude in se stesso (stimolo), io divento brontolona (risposta), lui si chiude ancora di più in se stesso (rinforzo). ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE di Watzalawick: Gli
esseri umani comunicano sia con il modulo verbale (Digitale) che con quello non verbale (Analogico); Modalità digitale. Questa forma si riferisce a ciò che viene detto attraverso le parole, le quali sono il
veicolo del contenuto della comunicazione. Modalità analogica.
Comprende la comunicazione non verbale, vale a dire, la forma di esprimersi e il veicolo della relazione Tutti
gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari; con questo assioma si intende dare importanza al modo in cui ci si relaziona con gli altri: talvolta in condizioni di uguaglianza, mentre altre, di disuguaglianza. Quando la relazione che manteniamo con un’altra persona è simmetrica, ci muoviamo sullo stesso livello; in altre parole, vi è una condizione di uguaglianza e un potere equo durante lo scambio comunicativo. Se la relazione è complementare, come per esempio, nelle relazioni padre‐figlio, maestro/alunno o negoziante/cliente, ci troveremo in condizioni di disuguaglianza, ma accettando le differenze e permettendo, così, che l’interazione venga completata. NOTA ‐ Se prendiamo in considerazione tutti questi principi, giungeremo alla conclusione che in tutte le situazioni comunicative è importante la relazione stessa; ovvero il modo di interagire di tutte le persone coinvolte nella comunicazione e non tanto il ruolo individuale
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La linguistica Moderna: Saussure e le basi dello Strutturalismo IL TRIANGOLO SEMIOTICO
«In questo contesto, la costruzione del rapporto tra l'oggetto reale osservato (referente) ed il suo significato (cioè l'immagine concettuale che si forma nella mente dell'osservatore) è mediato da un artefatto concettuale in forma segnica (significante); dove per forma segnica si intenda sia l'immagine acustica (parola verbalizzata da fonemi), che quella scritta (parola significata da lettere, ideogrammi o altra forma di rappresentazione scritta)»
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LA COMUNICAZIONE POSSIEDE Nel messaggio funzionalmente costruito per Bettetini (1993) vi sono tre aspetti in richiamo alla retorica Aristotelica: • Ethos, inteso come credibilità di chi parla; • ethos, significa “carattere, comportamento” e proviene dalla parola greca ethikos, che significa morale e capacità di mostrare la propria personalità che si basa sulla morale. Per oratori e scrittori, l’ethos è formato dalla credibilità e dalla similitudine con il pubblico. L’oratore deve essere degno di fiducia e deve essere rispettato in quanto esperto della tematica trattata. Affinché gli argomenti siano efficaci, non basta fare un ragionamento logico. Per poter diventare credibile, il contenuto deve essere anch’esso presentato in modo da trasmettere fiducia. Secondo la retorica di Aristotele, l’ethos è particolarmente importante per stimolare l’interesse di chi ascolta (o di chi legge). Il tono e lo stile del messaggio diventano la chiave dell’interesse. Inoltre, il carattere è influenzato dalla reputazione dell’oratore, che dipende dal messaggio. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
LA COMUNICAZIONE POSSIEDE •Pathos, inteso come stimolo delle passioni; • questo concetto si traduce nell’abilità dell’oratore o dello scrittore di evocare emozioni e sentimenti nel pubblico. Il pathos viene associato all’emozione, mira a simpatizzare con il pubblico e fa appello all’immaginazione di quest’ultimo.
•Logos, inteso come ordinamento delle ragioni. • Logos significa parola, discorso o ragione. Nell’arte della persuasione, il logos è il ragionamento logico che si cela dietro le argomentazioni dell’oratore. Fa riferimento a qualunque tentativo di fare appello all’intelletto, ad argomentazioni logiche. In questo senso, il ragionamento logico è di due tipi: deduttivo e induttivo. • Aristotele sosteneva che l’induzione fosse «il procedimento che dai particolari porta all’universale». Stando a quanto afferma il filosofo, la conoscenza umana può articolarsi in due direzioni: • Avere una prima conoscenza sensibile del particolare e da questa risalire all’universale, attraverso l’induzione • Partire dall’universale per andare al particolare, attraverso la deduzione. ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
LA COMUNICAZIONE POSSIEDE Per Aristotele la differenza sostanziale fra induzione e sillogismo (o ragionamento deduttivo) sarebbe insita nel termine medio del ragionamento stesso. Esso infatti nel primo caso (induzione) è un semplice fatto, mentre nel caso della deduzione funge da perché sostanziale. Cerchiamo di rendere tutto più chiaro con un esempio. • DEDUZIONE: Immaginiamo che in dei sacchi sia riportata l’etichetta «Fagioli Bianchi», dedurremmo che: ‐ I fagioli estratti da questo sacco sono bianchi ‐ Questi fagioli provengono da questo sacco ‐ Questi fagioli sono tutti bianchi La regola è nota grazie all’etichetta e la applico a quel sacco che me ne da conferma
• INDUZIONE: Immaginiamo che nei sacchi NON sia riportata nessuna etichetti, ed estraiamo i fagioli: ‐ Questi fagioli provengono da questo sacco ‐ Questi fagioli sono bianchi ‐ Tutti i fagioli in questo sacco sono bianchi Non sapendo all’origine il colore dei fagioli ci muoviamo dal risultato della nostra esperienza per costruire un caso poi generalizzato in una regola sempre e solo probabile. FINE SECONDA LEZIONE ISTITUTO ITALIANO DESIGN | www.istitutoitalianodesign.it | Corso di Studi Triennale in Design a.a. 2020/21 | Docente Marta Mussini
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