Revisione ragionata dei venti anni dell’Istituto Italiano Design
20IID Revisione ragionata dei venti anni dell’Istituto Italiano Design
[ presidente ]
[ progetto di allestimento ]
AnnaMaria Russo
Monica Pioggia Marta Toni
[ direttore scientifico ]
Walter Risolo
[ progetto grafico ]
Gianluca Sandrone [ relazioni internazionali ]
Benedetta Risolo
[ testi e recupero materiali di archivio ]
[ corpo docenti ]
AnnaMaria Russo Monica Pioggia Marta Toni
Paolo Bardelli Laura Patricia Barbieri Cristina Bevilacqua Laura Biancalana Marcello Cannarsa Isabella Cascianelli Stefano Chiocchini Stefano Coviello Lorenzo Dogana Anna Fornari Andrea Frenguelli Eleonora Granieri Marco Leonbruni Serena Logozzo Francesco Lupattelli Giuseppe Marazzita Maura Moretti Daniele Pampanelli Nicola Palumbo Elisa Pietrelli Monica Pioggia Francesco Pecorari Angela Riccardi Walter Risolo Nella Rosi Gianluca Sandrone Walter Sbicca Simone Spaccia Marta Toni Adriana Velazquez
[ ufficio comunicazione ]
Nicola Palumbo [ stampa ]
Skill press, Portogruaro (VE) Italia
[ patrocinio ]
© Istituto Italiano Design, 2019 Tutti i diritti riservati. © L’immagine di Copertina è gentilmente concessa dalla Galleria Nazionale dell’Umbria. Pietro Vannucci, L’Adorazione dei Magi, Galleria Nazionale dell’Umbria, 1476 circa.
20��D Revisione
ragionata dei venti anni dell’Istituto Italiano Design
LA QUALITÀ DELLA DIDATTICA — La qualità della didattica ed il valore umano e professionale dei docenti rifuggono l’omologazione a vantaggio dell’unicità, della creatività, della sensibilità di ogni singolo studente. [ annamaria russo e walter risolo ]
I bisogni dell’uomo sono condizione primaria del Design. Da questo concetto nasce l’idea di creare un “centro studi” per trasformare la creatività in servizi. Servire le aziende, servire il territorio, essere strategico: questo è da sempre il caposaldo che guida la mia interpretazione di design, nonché il suo significato. Dopo venti anni, da quello che per molti aspetti era un sogno individuale, l’Istituto Italiano Design diventa una realtà condivisa da tanti professionisti che hanno contribuito in maniera sostanziale alla sua crescita. La qualità della didattica ed il valore umano e professionale dei docenti rifuggono l’omologazione a vantaggio dell’unicità, della creatività, della sensibilità di ogni singolo studente. La scelta di apertura, di ascolto, di sperimentazione sono cardini fondamentali del nostra offerta didattica. Credo che per essere ottimi designer sia necessario essere ottime persone mettendo al servizio della società il proprio talento. Il Design non è mai un concetto statico. La società si evolve e cambia, il progresso che me consegue ci regala, o sarebbe meglio dire che “baratta”, nuove soluzioni a prezzi più bassi si traducono di riflesso in progettazione attiva e mutevole. Il Designer deve di conseguenza essere sempre immerso nel contesto sociale e tecnologico del momento. Egli deve capire le nuove tecnologie al punto da poterle interpretare ed utilizzare. Deve altresì, essere attento alle nuove condizioni sociali del tessuto urbano, carpendone le esigenze, le aspettative ed i sogni. Assorbire il progresso tecnologico, combinarlo con le morbide forme organiche e proporlo agli utenti permette al progettista di reinventare. Permette di ridisegnare vecchi oggetti cui è però stata aggiunta una nuova ed attuale anima tecnologica, che apre nuove funzionalità al loro utilizzo, possibilmente a prezzi contenuti e tendenzialmente a basso consumo delle risorse naturali. Gli oggetti diventano “smart”, ovvero “intelligenti”. Utili per tutti, specialmente per i più bisognosi e i più deboli. Le nuove tecnologie
4 — 5 producono processori sempre più veloci, ovvero li fanno sempre più complessi ma maledettamente piccoli consumando solo un goccio di energia, e soprattutto si collegano alla wi-fi, al bluetooth e a internet. Ecco quindi il moltiplicarsi di applicazioni sfruttando algoritmi vecchi, bellissimi, ma rimasti finora accantonati per mancanza di processori adeguati: le reti neurali, la fuzzy logic, l’intelligenza artificiale, il riconoscimento e la sintesi vocale, la visione artificiale. Con la possibilità di trasferire la mole di calcolo sui server lontani, ma in veloce collegamento internet. Nasce l’ «IoT» ovvero l’internet delle cose (internet of things). Nascono e proliferano così gli assistenti vocali, la guida autonoma, i droni, i robot domestici, gli elettrodomestici a controllo domotico vocale. Gli smartphone sono potentissimi computer e alla portata di un pubblico vastissimo, diventano terminali di interazione con gli oggetti che ci circondano. Il nuovo Designer è il Leonardo dei nostri tempi: adsorbe, cogita, propone, riformula forme e prestazioni. Le sue conoscenze sono orizzontali, in controtendenza al mondo dei super-specializzati. Capire un po’ di tutto: meccanica, tecnologia, materiali, ergonomia, psicologia, arte, mercato. La sua potenza non sta nella conoscenza acuta e monocromatica, ma nella forza dei legami tra conoscenze diverse, nel connessionismo, e diventa polimorfica ma soprattutto multi-spettrale, come i colori dell’arcobaleno. Il designer assume responsabilità economiche, perché può muovere montagne di denaro e contribuire significativamente al PIL di uno Stato, e responsabilità sociali promuovendo benessere della vita di tutti, rispetto per l’ambiente e per la natura, con meno sprechi e più riciclo.Il designer protagonista, ormai “Deus Ex machina”, lavora divertendosi, pensa al suo mestiere come il più bello del mondo e ci guarda tutti con un po’ di commiserazione dal suo olimpo dorato! Come dargli torto? AnnaMaria Russo e Walter Risolo
CORSO DI INDUSTRIAL DESIGN
Birra in fermento......16
Bench........................18
Bocchette..................20
Builiding Light.........22
Canyon......................24
Cristal Plant.............26
Concetti....................28
Ettore.......................30
HiNature...................32
Infradito...................34
Jewell Collection.......36
Moby..........................38
Nest to me.................40
Perla Nera.................42
Tappi.........................44
Termintator4............46
Wonderchef...............48
Zed............................50
Zumthor....................52
Attic.........................60
BBBeer......................62
Casa Cantoniera........68
Casina Rossa............70
Landscape.................76
Leroy Merlin.............78
CORSO INTERIOR DESIGN
12 Doghe....................54
Best Before................64
Burrasca...................66
03/ RENDER "PONTE"
30
Ecoproduction..........72
Formula....................74
DIANA FULGA Istituto Italiano Design Tesi di Laurea Corso: Progettazione Architettonica A.A. 2017/2018
Riqualificazione e Riconversione di uno Stabile Adibito ad Autorimessa e Sistemazione dell'Area Urbana Adiacente
Disegno n.
D300
Light House...............80
Fontebella Palace.....82
Monteluce.................84
One57.........................86
Perugia Brewery........88
Private House............90
Safety Lounge...........92
Sibilla.......................94
CORSO DI FASHION DESIGN
Sibilla.......................96
Umbria Nature..........98
Charm of a. Greek...108
Image......................110
Dulcis in Dress........104
Dandy Sport............114
Val rio.....................116
Like a Dandy............118
Another Man............120
Vegetables................124
Rennaissance..........126
Collezione Ice...........130
Natural Rustic.........132
Japanese Dress.........134
3D Clothing..............136
Sweet Rebel.............138
Raffaello..................140
London Calling........142
3D Clothing..............144
CORSO DI COMMUNICATION DESIGN
Sweet Rebel.............146
Feel Free.................148
Feel Free..................150
CIOCCOLATO FONDENTE PEPERONCINO
160 mm
211 mm
124
Van personalizzato per catering
CIOCCOLATO FONDENTE PEPERONCINO
SII BOP, SII RIBELLE, RIVOLUZIONARIO. LASCIATI ANDARE ALLA TUA ISTINTIVA PARTE CREATIVA. ATTINGI A TE STESSO, IL CANTO DI TE STESSO. SOFFIA!
JACK KEROUAC
My packaging portfolio
A. Naming
E. Idea
H. Progetto
B. Logotipo
F.
I. Mockup
Elisabetta Enrietti
C. Fustelle
G. Mockup
Acron Wars...............156
Fustelle
D. Mockup
BEBOP
Bebop.......................158 DIZZY GILLESPIE
Best Before..............160
Dulcinea..................162
le icone merceologiche TAVOLETTA DI CIOCCOLATO FONDENTE E PEPERONCINO Peso netto confezione: 100g
È stato studiato un sistema iconologico ad hoc per identificare le sei attività che faranno parte del progetto “Mercato Coperto”. Il segno esprime i concetti di semplicità, artigianalità e familiarità. Etichette d’Autore...164 Etichette d’Autore...166
. La scelta
Informazioni nutrizionali per 100g di prodotto: Energia 2350KJ / 563Kcal (VNR* 28%) tot Grassi 36g (VNR* 51%) di cui saturi 19g (VNR* 97%) Carboidrati 51g (VNR* 20%) di cui zuccheri 49g (VNR* 54%) Proteine 9g (VRN* 17%) Sale 0g (VNR* 0% ) VNR*: Assunzione giornaliera di riferimento di un adulto. Medio 8400KJ / 2000Kcal
c
Ingredienti: cioccolato al latte (zucchero, burro di cacao, LATTE in povere, pasta di cacao, siero di LATTE in polvere, emulsionante: lecitina di SOIA.), 6% NOCCIOLE intere tostate. Solidi del cacao: 31% minimo.
Lost inDI ALTRA Woods...........170 Euřibio.....................168 Avvertenze: PUÒ CONTENERE TRACCE FRUTTA A GUSCIO. DULCINEA PERUGIA srl via togliatti 73B, 06073 Corciano (PG) IT www.dulcinea.it
La pasta Euribio è pensata per il mondo dei bambini, che adorano giocare e viaggiare con la mente. Per questo motivo ogni pack è accompagnato dall’illustrazione di un personaggio (marinaio, aviatore, astronauta) accompagnato con dei motivi del relativo mondo. La scatola è pensata per poter essere riutilizzata come astuccio per le matite, come segnalato sul fondo della confezione. Lotto: 130419 Da consumare pref. entro: OTT - 19
Moonlight................172
Nero Fumo...............174
NYC Pride 19............176
Non Voglio una.........178
Packaging Communication design II
Pasta biologica
Celeste Stellini
Olimpiadi del Mare..180
Pathos.....................182
Series.......................184
SopraMercato..........186
bran
METAPONTO
o3.
presentazione logo
O È UN Soprattutto.............188
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
32
Comune di Perugia
Trasimeno Future....190
Bench.......................192
Connubio..................194
Tav. 43
Andrea Rasca all’IID
Bagno del Futuro
Bagno le Iene
Forest for Fashion
Green Hear Quality
Premio video 2000k
Mercato coperto
Dulcis in Dress
Moda e Musica
Rinascimento
Targa Bonetto
Un po’ di Noi
�NDU STR� AL DE S�GN UNA CONVERSAZIONE CON MARCELLO CANARSA — Partirei leggendovi una citazione, presa da un libro di Robert Maynard Pirsig, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta. [ MC ]
Forse il direttore era un ‘tecnico’, parola con la quale Fedro indicava un autore così immerso nella propria materia da aver perso la capacità di comunicare con chi ne fosse al di fuori.
Molte volte i progetti universitari vengono discussi vis a vis tra studente e docente, o al massimo in sede di commissione di tesi tra studente ed un gruppo di docenti, ma pur sempre tra persone che hanno obiettivi, finalità simili, o più semplicemente condividono un linguaggio comune. In questo senso, il rapporto con il committente rappresenta il tassello mancante nel passaggio tra università e professione? Per voi il percorso
Se il problema di una mancata committenza aleggia nei corsi universitari di design, nelle materie di progetto settoriali (esempio la progettazione editoriale), questo tema è ancora maggiormente enfatizzato. Negli ultimi anni in Italia, ma non solo, abbiamo assistito alla nascita di varie rassegne incentrate sul tema dell’autoprogettazione o della progettazione indipendente. Di fatto, esiste tutta una corrente legata all’autoproduzione o “DIY” che non trovano un pubblico di acquirenti ed interessati, se non negli stessi studenti
12 — 13
universitario e quello professionale devono percorrere binari paralleli, oppure è possibile che si verifichino possibili intrecci tra i due mondi? Nei vostri corsi come affrontate o introducete la tematica della committenza? [ MC ] Non esiste progetto senza committenza, la committenza determina in maniera profonda sia il risultato e gli obiettivi che il linguaggio, oltre alle tecniche e ai materiali. Durante il mio corso si inizia progettando per se stessi, cercando di esplorare il mondo interiore di ciascun individuo e tirandolo fuori. Come fase cerco di far individuare agli studenti i segni distintivi di una determinata azienda o di un determinato processo produttivo. Questi linguaggi così individuati si mescolano con quelli del progettista. Per questo motivo vedo essenziale che i due mondi si intreccino, anche se con modalità e tempistiche differenti dalla vita lavorativa. È comunque vero che nel panorama italiano manca una apertura del mondo dell’impresa verso quello scolastico, questa differenza pesa in molti ambiti e favorisce il trauma che gli studenti possono provare nello scontrarsi con il lavoro. Le più grandi differenze che tento di comunicare ai miei studenti sono legate alle tempistiche di consegna di un progetto o di un’idea e alle competenze tecniche oramai fondamentali. Un punto dove cerco di premere molto con i miei studenti è quello dover essere in quest’epoca informati in ogni campo. La settorializzazione trova sempre di più ostacoli nel mondo della progettazione, esclusi alti livelli e ambiti molto specifici. È invece importante conoscere il più possibile e approfondire in caso sia necessario nell’affrontare un progetto.
Conversazione con Marcello Canarsa
Questa citazione decontestualizzata, offre a mio avviso, molteplici spunti di riflessione sul tema di questo incontro. Forse, in senso più in generale sulla figura stessa del progettista, perché coglie appieno le difficoltà che si incontrano al momento dell’uscita dal mondo universitario e l’approdo nella professione. Traslando questo concetto sulla nostra professione, ovvero il settore delle arti applicate, vi siete anche voi scontrati con difficoltà di questo genere? Ovvero su un problema di natura comunicativa legato ad un eccesso di tecnicismo accademico? [ MC ] Nella progettazione teorica si percorrono in maniera razionale e scientifica tutte le tappe che portano alla nascita di un prodotto. Questo percorso razionale tende a regolamentare il processo creativo che è influenzato da moltissimi fattori esterni e che è per sua natura una commistione di ragionamento e casualità. Per forza di cose si tende ad un tecnicismo accademico nell’insegnamento della progettazione che è però bilanciato dall’atto pratico dello studente nell’affrontare la nascita di una nuova idea. Nella progettazione del prodotto affronto alcuni metodi di progettazione elaborati da importanti progettisti applicandoli successivamente a progetti reali. Dalla teoria alla pratica il salto è spesso traumatico, ci si trova a contatto con la crisi del foglio bianco e soprattutto all’istinto di cercare una soluzione. È importante invece far passare l’idea che esiste una fase iniziale di apertura dell’angolo di vista costruendo un bagaglio di esperienze e conoscenze che andrà poi a focalizzarsi in quei punti più convincenti e salienti. Una volta affrontato questo percorso di ricerca ed errore si saranno individuate le risposte da cui scaturiranno i progetti. Questo processo di sedimentazione fa si che sarà sempre più facile nella vita del designer progettare.
ed ex-studenti. Voi come interpretate questo fenomeno per molti versi autoreferenziale? [ MC ] Il DIY è la base di ogni oggetti prodotto dall’uomo. È sicuramente più naturale di acquistare oggetti prodotti da altri, cosa avvenuta storicamente in fasi successive. Non va confuso però l’autoproduzione al DIY, almeno nell’ambito del design sono due realtà ben distinte. Il DIY come lo interpreta Enzo Mari nel suo libro “autoprogettazione?” È uno stimolo alla produzione da parte dell’utente degli oggetti di cui a bisogno, è in se uno dei primi progetti di design dei servizi, un design cioè che non si esprime in oggetti ma in comunicazione, fornendo dei mezzi per realizzare il progetto. Con l’arrivo di internet è iniziata una nuova tendenza della produzione, il neo-DIY, dove i prodotti diventano ancor di più semplici istruzioni per costruire o produrre. La cosa più importante di questo ambito, come per il movimento Hacker Ikea, è che la materia prima non è più il legno o il metallo o i semilavorati, ma prodotti finiti come soprammobili o lampade che possono essere assemblati, scomposti, reinterpretati. In un mondo pieno di oggetti come il nostro questa fase evolutiva del progetto è in qualche modo naturale. L’autoproduzione autoriale è una cosa molto diversa, si cerca di produrre in piccolissima serie progetti di autori non famosi e trova tre grandi ostacoli che non credo potrà mai superare: La distribuzione, la pubblicizzazione, il prezzo finale. Dei diversi tentativi di autoproduzione in Italia e all’estero nessuno ha avuto una vita lunga vita, questo è dovuto anche al fatto che i grandi marchi sono ancora importanti e si è disposti a spendere cifre elevate in cambio anche della semplice firma famosa, nella moda come nel prodotto. Se il passaggio da accademia e professione si scontra con le tematiche della committenza e dell’autoreferenzialità, è anche vero che queste condividono tra di loro uno step metodologico fondamentale. Ovvero quello della ricerca e della conseguente produzione di contenuti. Possiamo dunque comprendere le esigenze formative delle scuole, che cercano di fornire allo studente strumenti “esponenzialmente”
universali per affrontare la professione in modo “autoriale” e non con un atteggiamento da problem solver. In quest’ottica, la ricerca svolge un ruolo essenziale nella professione; obbligando ciascun progettista ad un costante aggiornamento e ad un continuo processo di apprendimento che sembra non terminare mai. Basti pensare all’evolvere della tecnologia, dei media e dei mezzi di diffusione della comunicazione visiva. Quali sono, secondo voi, gli strumenti fondamentali per affrontare una ricerca per un nuovo progetto? Possiamo considerarli orizzontali ai due ambiti? [ MC ] La ricerca è la fase immediatamente successiva al chiarimento degli obiettivi, essa deve rispondere a tutte quelle domande che dividono la creazione del brief dalla soluzione. Ci sono delle conoscenze tecniche da acquisire, sui materiali, il tipo di produzione, finiture, resistenze e utilizzo del prodotto. Delle conoscenze di mercato di analisi dell’esistente, di ciò che già è stato fatto e perché. Delle conoscenze stilistiche ed estetiche date dalla tipologia di target a cui i prodotti sono rivolti. Rispetto al passato la velocità e l’interconnessione di idee fa si che ogni nuovo stile venga presto bruciato, al tempo stesso la lampada Arco ha più di sessanta anni ed è ancora considerata una lampada moderna. Se ci fate caso negli ultimi decenni pochi progetti sono diventati archetipi, questa stessa tendenza è riscontrabile in tanti altri ambiti, come ad esempio la musica. Per concludere se per un verso internet ci permette di essere influenzati da una miriade di informazioni in tempo reale, rischia di appiattire le esperienze personali che diventano così condivise da risultare identiche. Sono sicuro che vincerà la sfida chi riuscirà nonostante tutto questo a creare linguaggi e contaminazioni nuove. Concludendo vorrei fare con voi un’ultima riflessione più generale sulle finalità dell’insegnamento della comunicazione visiva. Calandoci completamente nella realtà odierna, che purtroppo deve fare i conti con aumento statistico del tasso di disoccupazione dei giovani. È giusto continuare a formare studenti riconducendoli ad un unico settore professionale oppure è giusto fornire loro competenze e abilità sul piano strategico, obbligandoli ad una presa di coscienza
14 — 15
maggiore ed anticipata già in sede accademica? [ MC ] Nella bellissima presentazione al TED “Do schools kill creativity? ” di Ken Robinson egli afferma che ci sono più laureati vivi adesso che in tutta la storia, e per dare uno scopo a questi laureati che si sono create le specialistiche, i master, i dottorati, post dottorati e così via. Questo deve farci riflettere sullo scopo dello studio, tornare all’idea primordiale di condividere conoscenza. Lo scopo della università è quello di dare forma alla mente, ancora di più la progettazione può fornire un metodo per indagare il mondo ed inventare nuovi lavori o affrontare in maniera innovativa i lavori tradizionali. Questo non vuol dire che si possa salvare il mondo con la progettazione, ma sicuramente è uno strumento per aprire la mente e fornire punti di vista nuovi e inesplorati.
Designer freelance, si occupa di Industrial Design e di tutto ciò che ruota intorno al Progetto. Formato all’ISIA di Roma e per un lungo periodo tra Barcellona, Milano e Roma ha collaborato con importanti studi e aziende in ambito internazionale. Si è occupato di design del prodotto nel campo dell’elettronica e del ‘furniture’ confrontandosi con le nuove tecnologie di produzione e con nuove tecniche di progettazione. Ha ricoperto diversi ruoli nel processo produttivo, dalla ricerca di trend e di mercato alla applicazione di nuovi materiali, colori e finiture, agli sketch e 3d fino ad arrivare al prodotto finale.
1 - Enzo Mari, Autoprogettazione?, Corraini, Design & designers, Mantova, 2002 2 - Hacker Ikea (www.ikeahackers.net) 3 - Sir Ken Robinson, Do schools kill creativity?, TED Conference, 2006
Conversazione con Marcello Canarsa
Marcello Canarsa
BIRRA IN FERMENTO Design in fermento è una linea di bottiglie per la birra che attraverso forma, colore e identità vuole rappresentare i valori contemporanei ed il legame con il territorio umbro. Il progetto comprende anche l’identità visiva del marchio, il progetto cartotecnico di labeling e packaging.
Design in fermento è stato incluso dal Centro Estero Umbria (della Camera di Commercio) nei progetti ad alto coefficiente innovativo che mediante il format Casa Umbria, testimoniano il valore e le eccellenze umbre nel mondo, presentandolo all’Expo 2015 di Milano.
[ docente ]
Industrial design
Marta Toni - Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Exhibit
2015
R. Angeletti F. Capuano G. Ciannavei C. Costanza D. Disperati A. Korolkova J.P. Modaffari G. Santocchi M. Stucchi
[ dipartimento ]
16 — 17
BENCH
Studio per l'applicazione di materiali lignei e materiali compositi in ambiente bagno.
18 — 19 [ docente ]
Industrial design
Elisabetta Furin
[ corso ]
[ anno accademico ]
Render per il progetto
2015
Damiano Disperati
[ dipartimento ]
BOCCHETTE Partendo dal gruppo ottico della Citroen C3 e ripetendo la sagoma della medesima su una base circolare, si è realizzato il progetto per una stufa a bioetanolo, caratterizzata da un design moderno e funzionale. La particolarità di questo elemento di arredo è la sua capacità
di diffondere calore a 360 gradi. La circolazione dell’aria è garantita da bocchette ellissoidali poste alla base della stufa, ed avviene sfruttando i naturali moti convettivi dell’aria riscaldata dalle lampade, permettendo una rapida diffusione nell’ambiente.
20 — 21 [ docente ]
Industrial design
Fabrizio Carloncelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Concorso Young & Design
2007
Maurizio Barabani
[ dipartimento ]
BUILDING LIGHT
Stefano Chiocchini
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione complementi d’arredo
2011
Builiding Light è un punto luce che nasce dall’idea di riprodurre il fascino dei grattacieli durante la notte. Nonostante il disegno complesso ed intersecato, l’assemblaggio della lampada è molto semplice grazie alle sue
piastre sagomate che determinano l’incastro dei tasselli. La lampada è modulabile, come per i palazzi delle metropoli, basta infatti aggiungere dei moduli o piani per aumentarne la sua altezza.
22 — 23
[ docente ]
Industrial design
Noemi Bardelli
[ dipartimento ]
CANYON
Elisabetta Furin
[ corso ]
[ anno accademico ]
Render per il progetto
2011
Il progetto si ispira alle gole del grand canyon, e diventa una scultura materica che trova il giusto collocamento nelle strutture ricettive di lusso.
24 — 25
[ docente ]
Industrial design
Mattia Trinari
[ dipartimento ]
CRISTALPLANT CONTEST Progettazione di una serie di vasche per il concorso proposto da Cristalplant. Azienda produttrice specializzata in marmi sintetici.
Il progetto prevedere due differenti tipologie di vasca da bagno, la prima ispirata alle forme marine e la seconda alle forme della donna.
26 — 27 [ docente ]
Industrial design
Marcello Canarsa
[ corso ]
[ anno accademico ]
Metodologia progettuale
2017
Carlo Perra
[ dipartimento ]
CONCETTI STAND
28 — 29
Lo studio del design per lo stand dell’azienda Concetti ha puntato sin da subito alla realizzazione di una struttura funzionale ed esteticamente interessante, che potesse esser riutilizzata recuperando in parte la struttura progettata per Ipack Ima 2018 Milano.
[ dipartimento ]
[ docente ]
Industrial design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Metodologia progettuale
2018
Michal Dembiski
Il progetto ha rispettato il budget previsto ed ha permesso di recuperare gran parte del materiale impiegato.
ETTORE “Ettore” è un oggetto dalla filosofia ironica. La sua storia racconta di come il vecchio interruttore a pulsante, “ribellandosi” alla lampadina, da sempre protagonista di luce, decide di diventare protagonista luminoso di
se stesso illuminandosi dall’interno. Ettore allude al risveglio di risorse e capacità umane da ricercare dentro e non fuori da sè. L’origine dell’ idea prevede quindi che il mezzo diventi “fine” e l’oggetto si trasformi in “soggetto”.
30 — 31 [ docente ]
Industrial design
Sandro Gonnella
[ corso ]
[ anno accademico ]
Lucky Strike Designer Award Italy
2007
Jacopo Begani Enrico De Candia
[ dipartimento ]
HI-NATURE Il bagno, uno spazio dove tecnologia e natura dovrebbero convivere in equilibrio e armonia, per garantire un ambiente famigliare. Usando questa dicotomia come punto di forza, abbiamo progettato un habitat dove si vive
immersi in un ambiente rilassante e fresco grazie ai materiali naturali, integrando le tecnologie innovative che facilitano la prassi e l’utilizzo, una di routine di gesti, di tutti i giorni.
32 — 33 [ docente ]
Industrial design
Francesco Pecorari
[ corso ]
[ anno accademico ]
Concorso Leroy Merlin
2018
Alfredo Fuschiotto Giulia Murru Carlo Perra
[ dipartimento ]
INFRADITO
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione dell’Oggetto d’uso
2010
Il progetto di un design ergonomico ed allo stesso tempo fashion per un oggetto che è di utilizzo prettamente comodo e riposante diventa quasi una sfida che l’azienda Sensi raccoglie consapevolmente.
34 — 35
[ docente ]
Industrial design
Mario Sisillo
[ dipartimento ]
JEWELL COLLECTION
Marta Toni
[ corso ]
[ anno ]
Progettazione dell’oggetto d’uso
2017
Lo studio delle forme pulite ma con un’attenzione ai dettagli che ne esaltano il materiale prezioso è stato realizzato per una giovane azienda romana di gioielli.
36 — 37
[ docente ]
Industrial design
Michal Dembiski
[ dipartimento ]
MOBY Progetto di un casco per il corpo dei vigili del fuoco, in collaborazione con l’azienda di Terni, CMD.
La versione industrializzata è stata acquistata da diversi corpi dei vigili a livello internazionale.
38 — 39 [ docente ]
Industrial design
Francesco Guarino
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione oggetto d’uso
2004
Maurizio Barabani
[ dipartimento ]
NEST TO ME “Nest to me” è un prodotto in grado di svolgere cinque funzioni fondamentali per le necessità del bambino, attraverso tre moduli e un’unica
base. Un nido avvolgente e confortevole per il neonato in continua evoluzione in grado di accompagnarlo durante le sue fasi di crescita.
40 — 41 [ docente ]
Industrial design
Marcello Canarsa
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2019
Giulia Murru
[ dipartimento ]
PERLA NERA La libreria ideata e progettata per l’azienda Calligaris prende il nome di “Perla Nera”. Gli scaffali sono mobili grazie al fissaggio tramite corde metalliche, si rifanno concettualmente alle vele di una nave. Il telaio è in legno
travertino a richiamare l’albero sulla quale veniva esposta la bandiera pirata. La base è in pietra nera, omaggio al maestro Achille Castiglioni che di conseguenza da il nome alla libreria stessa.
47
42 — 43 47 210 10
41
45
45
60
60
140 159 191
[ dipartimento ]
[ docente ]
Industrial design
Marcello Canarsa
140
10
140
[ corso ]
[ anno accademico ]
Metodologia progettuale
2018
SCALA 1:5
140 159 191
Alberto Fuschiotto
41
SCALA 1:5
TAPPI Anche i tappi possono diventare oggetti di design: il progetto nasce in collaborazione con un’azienda del territorio.
44 — 45 [ docente ]
Industrial design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione oggetto d’uso
2018
Federico Russo Carlo Perra
[ dipartimento ]
TERMINATOR 4 terminator4 è la seduta multipla, articolata configurabile.· I suoi materiali spazionia dall’ acciaio alla pelle per arrivare al nylon. In grado di assumere le FUNZIONI e forme che servono per catturare l’uomo.
Imbottita e cucita in naylon rivestita in pelle con le gambe in d’acciaio. Ipnotica e multi-performante attrae inevitabilmente l’essere umano che finisce per sedersi.
46 — 47 [ docente ]
Industrial design
Fabrizio Carloncelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione complementi
2004
Rayan Al-Hidari
[ dipartimento ]
WONDERCHEF Il progetto realizzato per l’azienda internazionale Wonderchef è la ricerca di un equilibrio tra forme, colori. Questo è il risultato dell’applicazione dello stile italiano, attraente e accattivante, unito al mondo della natura.
Il progetto si basa su studi ergonomici e funzionali dove le forme sono progettate per l’uomo e si adattano ad esso in maniera naturalmente intuitiva. Gli elementi messi insieme creano un “ecosistema” coerente.
48 — 49 [ docente ]
Industrial design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione oggetto d’uso
2019
Alfredo Fuschiotto Giulia Murru Carlo Perra
[ dipartimento ]
ZED
e per carrello e lettino con due cassetti scala 1:5
560
Da un confronto con la BioService (azienda di macchinari per centri benessere) si è riscontrata una mancanza di coerenza progettuale. Da questo scaturisce la ricerca di tesi, che prevede la progettazione di una
nuova “esperienza sensoriale” per i loro clienti, rendendo piacevole la terapia e accoglienti i luoghi. Tutto ciò si traduce nella progettazione modulare di alcuni prodotti per l’allestimento degli ambienti.
50 — 51 [ docente ]
Industrial design
Elisabetta Furin
[ corso ]
[ anno accademico ]
Metodologia progettuale
2013
Domenico D’Amico Adriana Sgaramella
[ dipartimento ]
ZUMTHOR Zumthor è un progetto che prende il nome dall’architetto che ne ha dato l’ispirazione. Pur con la sua forma materica e sensoriale, il progetto risulta lineare e quasi minimalista.
Il cristalplant infatti è un materiale che segue perfettamente le linee del disegno e ne interpreta in modo perfetto le forme.
52 — 53 [ docente ]
Industrial design
Elisabetta Furin
[ corso ]
[ anno accademico ]
Metodologia progettuale
2011
Benedetta Moretti
[ dipartimento ]
12 DOGHE
[ docente ]
Industrial design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione dell’oggetto d’uso
2011
concetto di tavolo, enfatizzando l’eleganza e la resistenza del legno curvato. Il tavolo è nato per il progetto CameraCantina: arredo per un Hotel con all’interno un’enoteca per la degustazione dei vini. Il prototipo è visibile all’interno di una delle suite di Hotel Giò Wine e Jazz Area a Perugia
Mattia Trinari
Tavolo realizzato con l’utilizzo del legno curvato proveniente dalle barrique delle botti per il vino, ormai giunte al termine del loro utilizzo. Il tavolo è composto da due strutture composte da 6 doghe di rovere curvato unite tra loro da un tubo in acciaio e un piano di vetro temperato. La disposizione delle doghe è stata ideata allontanandosi dal classico
54 — 55
[ dipartimento ]
�NTE R�OR DE S�GN A PROPOSITO DELLO ZEN E DELLA MOTOCICLETTA LA RIFLESSIONE DI LAURA BIANCALANA — Le strade migliori non collegano mai niente con nient’altro e c’è sempre un’altra strada che ti ci porta più in fretta. [ LB ]
Molte volte i progetti universitari vengono discussi vis a vis tra studente e docente, o al massimo in sede di commissione di tesi tra studente ed un gruppo di docenti, ma pur sempre tra persone che hanno obiettivi, finalità simili, o più semplicemente condividono un linguaggio comune. In questo senso, il rapporto con il committente rappresenta il tassello mancante nel passaggio tra università e professione? Per voi il percorso universitario e quello professionale devono percorrere binari paralleli, oppure è possibile che si verifichino possibili intrecci tra i due mondi? Nei vostri corsi
Se il problema di una mancata committenza aleggia nei corsi universitari di design, nelle materie di progetto settoriali (esempio la progettazione editoriale), questo tema è ancora maggiormente enfatizzato. Negli ultimi anni in Italia, ma non solo, abbiamo assistito alla nascita di varie rassegne incentrate sul tema dell’autoprogettazione o della progettazione indipendente. Di fatto, esiste tutta una corrente legata all’autoproduzione o “DIY” che non trovano un pubblico di acquirenti ed interessati, se non negli stessi studenti ed ex-studenti. Voi come interpretate questo fenomeno per molti versi autoreferenziale? [ LB ] Se da una parte appare come tale - progetti che nella gran parte dei casi faticano a uscire da una cerchia forse ristretta - dall’altra questo sembra uno sbocco da tenere nella massima considerazione: è infatti sempre positivo quando gli studenti decidono di muoversi con intraprendenza verso il “do it yourself”. Va da sé che questo non può essere uno schema sempre valido, e che vale la regola del giudicare caso per caso. Tuttavia si tratta di pattern
56 — 57
come affrontate o introducete la tematica della committenza? [ LB ] L’intreccio tra il mondo del lavoro e quello accademico è sempre auspicabile, non solo in un’ottica prettamente propedeutica alla professione ma anche in un contesto di sempre maggiore scambio e collaborazione tra entità con scopi diversi ma con background simili. Nella mia esperienza ho avuto la fortuna di toccare con mano innumerevoli situazioni di sostegno reciproco, contesti che hanno avuto un duplice vantaggio: da una parte hanno permesso agli studenti un primo approccio al mondo del lavoro e alle problematiche della sua quotidianità; dall’altra agli insegnanti un continuo e costante aggiornamento su quelli che sono i temi più “caldi” della professione. Uno scambio quanto mai proficuo, a patto di ricordare e mantenere centrale l’importanza di una formazione che non sia solo pratica ma che sia in grado di formare lo studente a una forma mentis il più elastica possibile, che possa nel suo futuro professionale accompagnarlo in contesti anche diversi tra loro.
Conversazione con Laura Biancalana
Questa citazione decontestualizzata, offre a mio avviso, molteplici spunti di riflessione sul tema di questo incontro. Forse, in senso più in generale sulla figura stessa del progettista, perché coglie appieno le difficoltà che si incontrano al momento dell’uscita dal mondo universitario e l’approdo nella professione. Traslando questo concetto sulla nostra professione, ovvero il settore delle arti applicate, vi siete anche voi scontrati con difficoltà di questo genere? Ovvero su un problema di natura comunicativa legato ad un’eccesso di tecnicismo accademico? [ LB ] La questione credo travalichi il solo settore delle arti applicate e anzi si trovi in una posizione di particolare centralità per tutto il mondo professionale. La discrasia che spesso si trova tra tecnicismo accademico e “vita reale” è una delle prime problematiche in cui il professionista si imbatte una volta entrato nel mondo del lavoro. Un mondo per certi versi nuovo, fatto di pratiche e di consuetudini che nella grande maggioranza dei casi non sono mai state affrontate in ambito accademico. Al tempo stesso, e questo è un bene, la preparazione, il background universitario di molti studenti permette loro uno spiccato atteggiamento di problem-solving capace di andare oltre la singola problematica. Un’altra bella citazione di Pirsig richiama proprio questo aspetto: “le strade migliori non collegano mai niente con nient’altro e c’è sempre un’altra strada che ti ci porta più in fretta”. Proprio questa capacità, derivante speso da una formazione di carattere umanistico, permette a chi si occupa di arti applicate di sostenere prove non direttamente riconducibili al proprio percorso tecnico e di affrontare ogni sfida con il migliore atteggiamento.
da incoraggiare anche allo scopo di una condivisione il più diffusa possibile di esperienze di questo tipo. Non solo: in particolare nel settore del design la progettazione indipendente rappresenta da molti anni uno straordinario serbatoio da cui sono emersi alcuni dei più brillanti talenti di oggi. Una condizione resa possibile da un tessuto particolarmente attento a situazioni di questo tipo: un pubblico fatto non solo di addetti ai lavori ma anche di giornalisti e in generale di appassionati capaci di alimentarlo in un continuo circolo virtuoso. Se il passaggio da accademia e professione si scontra con le tematiche della commitenza e dell’autoreferenzialità, è anche vero che queste condividono tra di loro uno step metodologico fondamentale. Ovvero quello della ricerca e della conseguente produzione di contenuti. Possiamo dunque comprendere le esigenze formative delle scuole, che cercano di fornire allo studente strumenti “esponenzialmente” universali per affrontare la professione in modo “autoriale” e non con un atteggiamento da problem solver. In quest’ottica, la ricerca svolge un ruolo essenziale nella professione; obbligando ciascun progettista ad un costante aggiornamento e ad un continuo processo di apprendimento che sembra non terminare mai. Basti pensare all’evolvere della tecnologia, dei media e dei mezzi di diffusione della comunicazione visiva. Quali sono, secondo voi, gli strumenti fondamentali per affrontare una ricerca per un nuovo progetto? Possiamo considerarli orizzontali ai due ambiti? [ LB ] Una spiccata curiosità, prima di tutto. Negli anni ho notato che solo chi si presenta di fronte a ogni i nuova sfida con questa particolare attitudine riesce a superarla non solo con facilità ma anche con slancio, andando oltre i problemi più ostici senza particolari difficoltà. Non si tratta naturalmente di un unico fondamentale, è però condizione che è alla base di tutte le possibili successive conoscenze. Una solida preparazione, inoltre, è sempre necessaria; motivo per cui insisto sempre nell’approccio teorico anche nelle discipline più pratiche. Due strumenti orizzontali ma che potrebbe essere stimolante considerare come diagonali, attitudini che devono
necessariamente coesistere al fine di affrontare ogni problematica dal miglior punto di vista possibile. Concludendo vorrei fare con voi un’ultima riflessione più generale sulle finalità dell’insegnamento della comunicazione visiva. Calandoci completamente nella realtà odierna, che purtroppo deve fare i conti con aumento statistico del tasso di disoccupazione dei giovani. È giusto continuare a formare studenti riconducendoli ad un unico settore professionale oppure è giusto fornire loro competenze e abilità sul piano strategico, obbligandoli ad una presa di coscienza maggiore ed anticipata già in sede accademica? [ LB ] Una certa multidisciplinarietà è sempre necessaria, non senza approfondimenti di carattere verticale sulle materie oggetto di studio. Finalità ultima di ogni insegnamento credo debba essere fornire il miglior background possibile in un clima costruttivo e aperto, capace di spiegare il passato in una continua interpretazione del presente. Una certa abilità strategica fa poi parte dell’attitudine dei singoli, peculiarità che non è sempre possibile trasmettere nello stesso modo a tutti gli studenti. È interessante notare che una certa presa di coscienza è più o meno sempre presente, soprattutto con l’avvicinarsi dei traguardi accademici, dimostrazione di quanto gli studenti, per quanto poco esperti, sappiano cogliere il clima che li attenderà una volta concluso il loro percorso di apprendimento.
Laura Biancalana
58 — 59 Conversazione con Laura Biancalana
Laureata nel 2009 in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, svolgo attività di libero professionista collaborando con diverse realtà umbre, italiane e internazionali. Sono particolarmente interessata all’architettura d’interni su cui concentro gran parte del mio lavoro. Alla professione affianco un’intensa attività di promozione delle imprese umbre all’estero divenendo spesso portavoce nel mondo del Made in Umbria e del suo territorio. Docente di Storia dell’Architettura, Storia dell’Arredamento, Antropologia dell’Abitare e Progettazione.
ATTIC Studio di ambientazioni residenziali in 3D.
60 — 61 [ docente ]
Interior design
Silvia Capoccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione residenziale
2010
Francesca Montalboldi
[ dipartimento ]
BBBEER Il format ‘Bbbeer - Restaurant & Market’ nasce dalla volontà di creare un luogo dove sia visibile l’intero processo produttivo della birra. Tematiche quali la filiera corta ed il conseguente consumo consapevole,
sono alla base di questo progetto, che nasce dalla riqualifica di un vecchio stabilimento industriale. Il quale essendo di grande metratura ha permesso l’inserimento di due macro aree dedicata alla vendita, ristorazione.
62 — 63 [ docente ]
Interior design
Marta Toni - Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione commerciale
2016
Roberta Libertella
[ dipartimento ]
BESTBEFORE BEST BEFORE – save a good food. Ideazione e progettazione di un franchising per il recupero e riutilizzo di frutta e verdura vicine alla scadenza o non conformi ai canoni estetici prestabiliti. Ăˆ stata curata la progettazione
di spazi adibiti al consumo di questa merce che altrimenti andrebbe al macero, con una attenzione focalizzata alla campagna di sensibilizzazione.
64 — 65 [ docente ]
Interior design
Marta Toni - Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Laboratorio di progettazione
2018
Francesca Fausti
[ dipartimento ]
BURRASCA La filosofia che soggiace dietro a questo progetto di franchising è legata alla reintroduzione della canapa nel mondo marittimo. Prodotto che inizialmente può sembrare estraneo a questo mondo, ma che in
realtà veniva impiegata per la produzione di vele e corde per le navi. L’obiettivo del progetto è dunque quello di comunicare questo legame, riscoprendolo sia a livello culinario che di ambienti progettati.
66 — 67 [ docente ]
Interior design
Marta Toni - Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione commerciale
2018
Federico Russo
[ dipartimento ]
CASA CANTONIERA Il progetto di tesi prende ispirazione da un bando di concorso indetto nel 2018 dall’Anas, sulla riqualificazione delle Case Cantoniere. Il questo caso il recupero della Casa Cantoniera di Pian di Massiano, con annessa riconversione
in Bed&Breakfast. Il concept che ha guidato il progetto di recupero e la valorizzazione ha come punti chiave tematiche contemporanee quali lo “slow travel” e “l’esperienza wellness”.
68 — 69 [ docente ]
Interior design
Francesco Pecorari - Simone Spaccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Ilaria Loiaco
[ dipartimento ]
CASINA ROSSA Il progetto “La Casina Rossa” si è classificato terzo alla terza edizione del concorso “La Casa di domani” indetto da Leroy Merlin (2017). Per preservare parte della memoria storica della fabbrica abbiamo deciso che tutte le nuove addizioni avrebbero avuto la finitura in acciaio. Collegandoci alla tradizione della produzioni di cime e zavorre tipiche della Sturla storica si è deciso di virare certe scelte
verso un gusto “marinaro”. Questo, oltre a fornire spunti fantasiosi per una atmosfera piacevole (vedasi l’uso del bricolage creativo) ha anche a che fare con l’esigenza di arrivare ad una identità architettonica capace di essere assorbita positivamente da una comunità di utenti non radicata ed in continuo ricambio. La “nave” si presta ad essere simbolo di viaggio, quindi di transitorietà, ma anche di sicurezza e speranza.
70 — 71 [ docente ]
Interior design
Francesco Pecorari
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Residenziale
2016
Aa.Vv.
[ dipartimento ]
ECOPRODUCTION
02/ PROSPETTO NORD 1:200
Il progetto prevede sia la riqualificazione Il progetto si pone l’obiettivo di ampliare e trasformare il sito di Ponte Rio in un nuovo della facciata che l’ideazione di un’area polo in cui il tema della sostenibilità diventi verde didattica dedicata ai bambini. L’intero traino per promuovere e manifestare i valori progetto evolve attorno alle tematiche aziendali che da sempre caratterizzano la delll’eco-sostenibilità , coscienza condivisa Gesenu S.p.A. e rispetto per la natura.
72 — 73
03/ RENDER "PONTE"
[ dipartimento ]
[ docente ]
Interior design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Tesi di Laurea
2017
Arianna Egidi
300
275
Soffione RGB
220
Regolazione Temperatura Ambiente
342
141
MusicLight
60
48 0.0
210 300
275 220
141
342
La perfezione e la bellezza delle figure regolari, sia bidimensionali che tridimensionali, ha sempre stimolato suggestioni e fantasie. Mentre la filosofia tentava di attribuire un significato a queste affascinanti forme, la scienza e la tecnica cercavano i metodi per riprodurre questi solidi nella maniera più corretta possibile. Esiste una grande differenza tra le figure regolari e i solidi regolari. Le figure regolari sono bidimensionali (triangolo, quadrato, pentagono, esagono, ecc) e sono infinite. E’ quindi possibile costruire una figura piana regolare con infiniti lati, a patto di rispettare la regola che tutti i lati e gli angoli che la compongano siano uguali. Aumentando progressivamente il numero dei lati, ci si avvicinerà sempre più a al cerchio. Per costruire un solido regolare (tridimensionale) la regola consiste nell’utilizzare come facce di questo solido figure piane regolari uguali tra loro (triangolo, quadrato, pentagono, esagono,ecc), e fare in modo che tutti gli angoli formati da queste facce siano uguali. Rispettando questa regola si possono costruire solamente cinque poliedri rego210 lari: il tetraedro, il cubo, l’ottaedro, l’icosaedro e il dodecaedro. Quindi la differenza tra le figure piane regolari e i solidi regolari è che, mentre le prime sono infinite, i solidi regolari invece possono essere solamente cinque. I matematici greci erano già al corrente di questa limitazione. Platone (427-348 a. C.) si occupò in larga misura dei solidi regolari, attribuendo loro un significato preciso, e mettendoli in relazione con l’ordine dell’universo. Il Timeo è il libro di Platone, volume che contiene la più antica descrizione dei solidi regolari che, per questo motivo, sono conosciuti oggi come solidi platonici. L’ Icosaedro per Platone è il simbolo dell’acqua. Esso è composto da 20 facce, 30 spigoli e 12 vertici.Le facce che lo compongono sono triangoli equilateri.
342
FORMULA
one e la bellezza delle figure rensionali che tridimensionali, ha suggestioni e fantasie. Mentre la i attribuire un significato a querme, la scienza e la tecnica cerper riprodurre questi solidi nella etta possibile. Esiste una grande figure regolari e i solidi regolari. sono bidimensionali (triangolo, ono, esagono, ecc) e sono infinite. costruire una figura piana regoti, a patto di rispettare la regola angoli che la compongano siano do progressivamente il numero cinerà sempre più a al cerchio. solido regolare (tridimensionaiste nell’utilizzare come facce di ure piane regolari uguali tra loro ato, pentagono, esagono,ecc), e tutti gli angoli formati da queste li. Rispettando questa regola si solamente cinque poliedri regocubo, l’ottaedro, l’icosaedro e il di la differenza tra le figure piane regolari è che, mentre le prime idi regolari invece possono esseue. I matematici greci erano già sta limitazione. Platone (427-348 larga misura dei solidi regolari, un significato preciso, e mettenon l’ordine dell’universo. Il Timeo e, volume che contiene la più anei solidi regolari che, per questo osciuti oggi come solidi platonici. Platone è il simbolo dell’acqua.
210
La perfezione e la bellezza delle figure regolari, sia bidimensionali che tridimensionali, ha sempre stimolato suggestioni e fantasie. Mentre la filosofia tentava di attribuire un significato a queste affascinanti forme, la scienza e la tecnica cercavano i metodi per riprodurre questi solidi nella maniera più corretta possibile. Esiste una grande 300 tra le figure regolari e i solidi regolari. differenza Le figure regolari sono bidimensionali (triangolo, quadrato, pentagono, esagono, ecc) e sono infinite. 275 Soffione RGB E’ quindi possibile costruire una figura piana rego220 lare con infiniti lati, a patto di rispettare la regola che tutti i lati e gli angoli che la compongano siano Regolazione Temperatura uguali. 141 Aumentando progressivamente ilAmbiente numero dei lati, ci si avvicinerà sempre più a al cerchio. Per costruire un solido regolare (tridimensionale) la regola consiste nell’utilizzare come facce di questo 60 solido figure piane regolari uguali tra loro (triangolo, quadrato, pentagono, esagono,ecc), e 48 fare in modo che tutti gli angoli formati da queste 0.0 facce siano uguali. Rispettando questa regola si possono costruire solamente cinque poliedri regolari: il tetraedro, il cubo, l’ottaedro, l’icosaedro e il dodecaedro. Quindi la differenza tra le figure piane regolari e i solidi regolari è che, mentre le prime sono infinite, i solidi regolari invece possono essere solamente cinque. I matematici greci erano già al corrente di questa limitazione. Platone (427-348 a. C.) si occupò in larga misura dei solidi regolari, attribuendo loro un significato preciso, e mettendoli in relazione con l’ordine dell’universo. Il Timeo è il libro di Platone, volume che contiene la più antica descrizione dei solidi regolari che, per questo motivo, sono conosciuti oggi come solidi platonici. L’ Icosaedro per Platone è il simbolo dell’acqua. Esso è composto da 20 facce, 30 spigoli e 12 vertici.Le facce che lo compongono sono triangoli equilateri.
Studio di una doccia “design for all”.
60
48
27
AromaLight
MusicLight
180
114
41
0.0
74 — 75 [ docente ]
Interior design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2015
Roberta Libertella
[ dipartimento ]
LANDSCAPE
06/03 01/41
02/05
03/04
02/07 07/06
04/10 08/01
10/08
09/03
08/05
07/09
06/06
05/11
LEGENDA ALBERI
CODICE
ESSENZA
01
OLEA EUROPAEA
03
LIRIODENDRON
05
HALESIA TETRAPTERA
02
04
06
ALTEZZA (CM) 2000
NR. 41
CHIONANTHUS VIRGINICUS
1000-1100
PRUNUS AVIUM
1500-3200
10
3000 1000
13 4
11
FICUS CARICA
1000
19
08
PYRUS CALLERYANA
500-800
6
10
PYRUS COMMUNIS
07 09
PRUNUS DULCIS
500
15
ACER PLATANOIDES
2000-3000
ESSENZA
ALTEZZA (CM)
NR.
AZALEA
150
16
03
BUDDLEJA DAVIDII
200-400
18
05
CEANOTHUS THYRSIFLORUS
600
6
VIBURNUM OPULUS
400
28
WEIGELA
100-500
19
HYDRANGEA PANICULATA
100-500 100
21
HYDRANGEA MACROPHYLLA
200-250
38
50
10
THYMUS VULGARIS
15-30
10
CODICE 01 02 04
06 07 08 09 10 11 12 13 14 15
Le competenze dell’Interior Designer si estendono anche agli spazi aperti, come piccoli terrazzi o giardini estesi. L’esterno deve colloquiare in modo armonico con gli spazi della casa.
SPIRAEA
PHILADELPHUS CORONARIUS
LONICERA NITIDA JASMINUM
IBERIS SEMPERVIRENS
SANTOLINA CHAMAECYPARISSUS ROSMARINUS officinalis
2000
200 300
700 250
150
8 8
6
15
67 14 24
12
3.
76 — 77 [ docente ]
Interior design
Stefano Chiocchini
[ corso ]
[ anno accademico ]
Landscape design
2016
Eline Versonnen
[ dipartimento ]
CONCORSO LEROY MERLIN
PLANIMETRIA
A
D
INGRESSO B C
B C
A
Il progetto segue la filosofia del “Design for All” utilizzando l’insegnamento del maestro Enzo Mari, che affermava che l’aspetto funzionale di un oggetto doveva
D
essere imprescindibile. Il progetto si basa sulla creazione di nuovi elementi di arredo con diverse modalità d’uso, che soddisfano qualsiasi tipo di esigenza ed utente.
78 — 79 [ docente ]
Interior design
Francesco Pecorari
[ corso ]
[ anno accademico ]
Concorso Le Roy Merlin
2018
Leila Rampa Ilaria loiacono Federico Russo
[ dipartimento ]
LIGHTHOUSE Scegliere di progettare un faro per introdurre un nuovo concept di casa suggestiva. Una multiproprietà estiva capace di rendere emozionante il soggiorno degli ospiti. Caratterizzata da un design in stile nordico,
in totale contrasto con il territorio; Soffitti vetrati per l’osservazione delle stelle e la maestosità del faro; uno spazio studiato nel dettaglio per non modificare la morfologia interna dell’edificio.
80 — 81 [ docente ]
Interior design
Francesco Pecorari - Simone Spaccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Leila Rampa
[ dipartimento ]
FONTEBELLA PALACE Il Fontebella Palace Hotel Assisi è un progetto di tesi sviluppato per una struttura ricettiva esistente. Trattasi di palazzo di origini seicentesche situato nel centro storico di
Assisi. Ricreare un’atmosfera familiare è stato l’obiettivo principale, utilizzando arredi e colori che rimandano alla storia e tradizione, ma in chiave del tutto moderna.
82 — 83 [ docente ]
Interior design
Marta Toni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Commerciale
2018
Federico Russo
[ dipartimento ]
MONTELUCE DIANA FULGA Istituto Italiano Design Tesi di Laurea
[ dipartimento ]
[ relatori ]
Interior design
Laura Biancalana - Mario Solinas
[ corso ]
[ anno ]
Progetto di Tesi
2018
Riqualificazione e Riconversione di uno Stabile Adibito ad Autorimessa e Sistemazione
Disegno n.
D300
84 — 85
progressivamente svuotata per renderne possibile la riqualifica urbana. In questo spazio, prende forma la ristrutturazione e conversione in moduli abitativi e parchi urbani.
Prospetto 1, Viste Frontali
C001
Sol.1
C200
Diana Fulga
Con la realizzazione del nuovo complesso, le funzioni ospedaliere della struttura di Monteluce sono trasferite nella nuova sede di San Sisto, all’immediata periferia della città. La zona di Monteluce è quindi
ONE57 SEZIONE A - A
SEZIONE A - A
SEZIONE B - B
SEZIONE B - B
One57 èSEZIONE un Cprogetto di interior pensato per -C la torre Carnagie 57, di Manhattan a New York, ideata dall’architetto Christian de SEZIONE C - C Portzamparc e assieme al designer Thomas Juul-Hansen. La committenza, una coppia
quarentenne di New York, senza figli e con una vita sociale molto intensa. Lo stile è chiaramente definito: un incontro tra minimal e industrial ma nello stesso tempo capace di essere accogliente.
SEZIONE D - D SCALA 1:100
86 — 87 [ docente ]
Interior design
Francesco Pecorari
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2017
Irene Patricia Minguillón Gala
[ dipartimento ]
PERUGIA BREWERY Progettazione “Tap Room” per l’azienda locale Birra Perugia. Uno spazio/vetrina per il Birrificio Artigianale che potrà così realizzare un “marketing esperenziale”.
88 — 89 [ docente ]
Interior design
Laura Biancalana
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Delia Simona Drilea
[ dipartimento ]
PRIVATE HOUSE Studio di ambientazioni residenziali.
90 — 91 [ docente ]
Interior design
Simone Spaccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Render per il progetto
2019
Giulia Campisi Arbi Delishi Beatrice Fedeli Denny Palazzi
[ dipartimento ]
SAFETY LOUNGER
Laura Biancalana
[ corso ]
[ anno accademico ]
Antropologia
2017
Safety Lounger è una seduta concepita per tutte quelle persone che viaggiando vogliono potersi rilassare senza doversi preoccupare costantemente del proprio bagaglio. Safety Lounger con le sue linee morbide e sinuose, presenta, nella parte inferiore, due aperture
in cui poter riporre comodamente il proprio bagaglio a mano, eliminando questo problema. Le aperture possono essere chiuse o da un lato o dall’altro in base alle diverse composizioni che si possono creare.
92 — 93
[ docente ]
Interior design
Federico Russo Giulia Murru
[ dipartimento ]
SHELLY La prima poltrona apparve in Francia nel XVI sec; fu un simbolo universale di comodità e relax. Analogamente alla poltrona Proust progettata da Alessandro Mendini; Shelly è la riedizione di uno dei pezzi iconici del design
italiano, aggiornata in chiave contemporanea tramite con tessuti colorati, materiali plastici (policarbonato - velluto - tessuto) Molti elementi sono stati mantenuti come la posizione della seduta e la struttura portante.
94 — 95 [ docente ]
Interior design
Laura Biancalana
[ corso ]
[ anno accademico ]
Storia dell’arredamento
2018
Ester Pruiti
[ dipartimento ]
SIBILLA “Norcia una destinazione lontana dai luoghi comuni, va scoperta e vissuta per essere apprezzata. Un franchising che si basa sul voler far ripartire il territorio di Norcia, basandosi sulla cultura, sulle origine del posto stesso. Da questo ne consegue un prodotto
stagionale che ascolterà l’esigenza della terra, dando vita ad un locale che farà della semplicità la sua ricchezza. Nel menù sarà presente la norcineria ed il pane cotto a legna, accompagnate da zuppe di legumi stagionali, tartufo, birre artigianali e vino.
96 — 97 [ docente ]
Interior design
Marta Toni - Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Arianna Egidi
[ dipartimento ]
UMBRIAN MALGA Schizzi progettuali per il recupero e la riqualificazione ad uso abitativo di un appartamento ubicato in alta quota.
Il progetto architettonico si è concentrato sul rinnovamento delle facciate, che permettono la continuità tra il paesaggio esterno e i caldi ambienti dell’interno.
98 — 99 [ docente ]
Interior design
Fabrizio Carloncelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Storia dell’arredamento
2005
Andrea De Luca
[ dipartimento ]
FAS H�ON DE S�GN A PROPOSITO DELLO ZEN E DELLA MOTOCICLETTA LA RIFLESSIONE DI SERENA LONGOZZO — Si ripropone qui di seguito [ SL ]
Molte volte i progetti universitari vengono discussi vis a vis tra studente e docente, o al massimo in sede di commissione
Se il problema di una mancata committenza aleggia nei corsi universitari di design, nelle materie di progetto settoriali (esempio la progettazione editoriale), questo tema è ancora maggiormente enfatizzato. Negli ultimi anni in Italia, ma non
100 — 101
di tesi tra studente ed un gruppo di docenti, ma pur sempre tra persone che hanno obiettivi, finalità simili, o più semplicemente condividono un linguaggio comune. In questo senso, il rapporto con il committente rappresenta il tassello mancante nel passaggio tra università e professione? Per voi il percorso universitario e quello professionale devono percorrere binari paralleli, oppure è possibile che si verifichino possibili intrecci tra i due mondi? Nei vostri corsi come affrontate o introducete la tematica della committenza? [ SL ] Appare evidente che il percorso universitario, se non orientato a quello professionale, si tradurrebbe in un percorso di mera conoscenza autoreferenziale, alquanto sterile e altamente limitante. In una materia specifica come quella della modellistica, è fondamentale saper conciliare competenza e professionalità. Risulta altresì basilare adeguare, conoscenza ed esperienza, al fine di inquadrare con maggiore trasparenza il ventaglio di opportunità lavorative. I nuovi designer e professionisti operanti nell’ambito del fashion, in corso di formazione, devono sempre focalizzare il loro sguardo sulla potenziale spendibilità, in uno scenario lavorativo in continua evoluzione, delle abilità ottenute nel campo della ricerca di contenuti e dell’acquisizione di capacità tecnico/metodologiche. La modellistica è un settore che comunica tra il design e la confezione, è molto importante, perciò, incoraggiare lo studente a creare collegamenti interdisciplinari. Questa materia permette di migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti e al problem solving, qualità assai ricercate in ambito lavorativo. Ogni progetto proposto allo studente è sempre discusso come fosse una committenza conto terzi, in cui il fattore economico e quello di customer satisfaction concorrono a sviluppare prestazioni professionali adeguate ed efficaci e creano ottimi spunti di riflessione sul comportamento etico/ lavorativo.
Conversazione con Serena Longozzo
Questa citazione decontestualizzata, offre a mio avviso, molteplici spunti di riflessione sul tema di questo incontro. Forse, in senso più in generale sulla figura stessa del progettista, perché coglie appieno le difficoltà che si incontrano al momento dell’uscita dal mondo universitario e l’approdo nella professione. Traslando questo concetto sulla nostra professione, ovvero il settore delle arti applicate, vi siete anche voi scontrati con difficoltà di questo genere? Ovvero su un problema di natura comunicativa legato ad un’eccesso di tecnicismo accademico? [ SL ] Scontrarsi con un problema di registro comunicativo, tra produttore e consumatore, è assai comune in ogni settore lavorativo; specialmente in ambito creativo. Come in campo medico si trova la necessità di approcciare al paziente con parametri linguistici in linea con il suo grado di cultura, anche per il progettista è importante sviluppare una coscienza su ciò che è nozione prettamente specifica, e ciò che invece è concetto di dominio pubblico. Nel caso della produzione nell’eclettico universo del Fashion, soprattutto per ciò che concerne le consulenze concesse a startup operanti nella filiera del tessile e abbigliamento, più volte ho riscontrato una vera e propria barriera comunicativa di natura linguistico/culturale e tecnico/ operativa. Tale limite è spesso derivante da una scarsa conoscenza, da parte di queste nuove realtà imprenditoriali, dell’intero iter produttivo di questo settore. La semplicità e la sintesi, così come un’ottima esposizione descrittiva, sono la chiave vincente per ridurre al minimo queste barriere comunicative. Difatti, anche nell’approccio con i consumatori, uno dei vantaggi competitivi su cui ho dovuto puntare negli anni, è stato proprio quello di “educare”, in maniera semplice e dimostrativa, il cliente ad un consumo consapevole. Nell’insegnamento, distinguo sempre, il linguaggio tecnico nella trasmissione dei concetti e delle nozioni specifiche ai miei studenti da quello fruibile nei riguardi di terzi che potrebbero in un prossimo futuro rivolgersi ai professionisti che formiamo ogni giorno.
solo, abbiamo assistito alla nascita di varie rassegne incentrate sul tema dell’autoprogettazione o della progettazione indipendente. Di fatto, esiste tutta una corrente legata all’autoproduzione o “DIY” che non trovano un pubblico di acquirenti ed interessati, se non negli stessi studenti ed ex-studenti. Voi come interpretate questo fenomeno per molti versi autoreferenziale? [ SL ] L’apporto delle ICT (Information and Communications Technology) e in particolar modo il loro sviluppo, dalla metà degli anni novanta, ha riformulato completamente i fondamenti della società dell’informazione. Con l’evoluzione delle piattaforme online di informazione e divulgazione sempre più specifiche e settoriali si è ristrutturato completamente il concetto di conoscenza e apprendimento. Uno dei parametri principali caratterizzanti il docente, nella nuova era digitale, è certamente quello esperienziale che gli conferisce anche un valore di unicità e affidabilità. La corrente di pensiero legata al “DIY” affonda le sue radici proprio su questa disponibilità di informazione libera. Nel campo della moda questo fenomeno si è largamente diffuso attraverso video tutorial di amatori e professionisti, e ha creato una vera e propria stirpe di “dilettanti professionisti” che, non dovendo né tutelare un’immagine aziendale né salvaguardare i fondi da un possibile fallimento, risultano essere in tante occasioni più liberi nella sperimentazione. D’altronde l’idea che chiunque possa essere in grado di diventare un professionista senza una preparazione accademica è utopica. Infatti il mondo del lavoro è esigente, soprattutto in tempi di forti tensioni economiche come l’epoca in cui drammaticamente viviamo, e richiede sempre più personale formato e “con esperienza”: un connubio imprescindibile. Un’ulteriore spunto di riflessione è dettato dalla distinzione tra Artista/ Designer e Artigiano. Per tutto ciò che riguarda l’ambiente creativo in ambito fashion, all’esigenza della committenza si affianca l’esigenza del designer di esprimere la propria arte incanalandola in quelli che sono i dettami dell’acquirente. L’espressione come dote esclusiva, originale e caratterizzante il lavoro di ogni artista costituisce il valore aggiunto ad ogni commissione e fa la differenza sul
mercato globale. La semplice, per quanto perfetta, esecuzione della committenza rimane in un ambito di artigianalità non secondaria all’ambito artistico ma senz’altro differente. Per questo motivo la progettazione indipendente in molti casi è il luogo in cui la potenza artistica riesce ad esprimersi al meglio e, tante volte, anche con una discreta risposta di mercato. Se il passaggio da accademia e professione si scontra con le tematiche della commitenza e dell’autoreferenzialità, è anche vero che queste condividono tra di loro uno step metodologico fondamentale. Ovvero quello della ricerca e della conseguente produzione di contenuti. Possiamo dunque comprendere le esigenze formative delle scuole, che cercano di fornire allo studente strumenti “esponenzialmente” universali per affrontare la professione in modo “autoriale” e non con un atteggiamento da problem solver. In quest’ottica, la ricerca svolge un ruolo essenziale nella professione; obbligando ciascun progettista ad un costante aggiornamento e ad un continuo processo di apprendimento che sembra non terminare mai. Basti pensare all’evolvere della tecnologia, dei media e dei mezzi di diffusione della comunicazione visiva. Quali sono, secondo voi, gli strumenti fondamentali per affrontare una ricerca per un nuovo progetto? Possiamo considerarli orizzontali ai due ambiti? [ SL ] Essendo la modellistica “Moulage” una tecnica utilizzata per la prototipazione e sperimentazione può, per sua stessa natura, essere annoverata tra gli strumenti più utilizzati in fase di ricerca nel Fashion. Come docente e professionista del settore, trovo essenziale affrontare il tema della ricerca su due fronti: quello del metodo didattico e quello dei contenuti ed applicazioni. Per quanto concerne gli strumenti di ricerca in campo didattico è bene tenere a mente che le metodologie di insegnamento e della comunicazione sono in continua evoluzione, conoscerne gli sviluppi risulta fondamentale nel processo di trasmissione di competenze tipico del rapporto docente/studente. L’autocorrezione, per esempio, è una delle nuove frontiere dell’insegnamento, ha come suo assunto di base la possibilità di commettere errore e imparare da esso; è una strategia
Concludendo vorrei fare con voi un’ultima riflessione più generale sulle finalità dell’insegnamento della comunicazione visiva. Calandoci completamente nella realtà odierna, che purtroppo deve fare i conti con aumento statistico del tasso di disoccupazione dei giovani. È giusto continuare a formare studenti riconducendoli ad un unico settore professionale oppure è giusto fornire loro competenze e abilità sul piano strategico, obbligandoli ad una presa di coscienza maggiore ed anticipata già in sede accademica? [ SL ] Come già espresso in precedenza, uno dei cardini su cui regge l’insegnamento della mia materia è proprio l’interdisciplinarità. Il settore della modellistica è altamente specifico, ma il suo studio offre allo studente una competenza fortemente strategica in ambito professionale. A questo proposito, spesso ripeto ai miei studenti: “Se sai come si realizza sai disegnarlo e progettarlo meglio e, al contempo, se non sai come disegnarlo, sperimenta direttamente in 3D; la risposta sarà immediata e lampante”. Durante il corso gli studenti si trovano a vivere alcuni momenti forti, il cui apice creativo è rappresentato dalla fase realizzativa del loro “Final Work”, la sfilata di fine corso. Il risultato finale costituirà in futuro un ottimo biglietto da visita per potenziali
102 — 103
candidature professionali. Durante questo “teamwork” si attiva una straordinaria sinergia tra gli studenti che approcciano a diversi settori con un atteggiamento da professionisti; questa esperienza li porta inevitabilmente a destreggiarsi tra gli ‘step’ produttivi dei vari ambiti che traducono il progetto grafico di un capo in un prodotto finito. La scarsa disponibilità di posti di lavoro in Italia è una piaga che i futuri professionisti si troveranno inevitabilmente ad affrontare. Tuttavia la moda è un fenomeno globale in continua espansione e sebbene l’Italia sia ancora considerata da molti un’eccellenza in questo settore, sarebbe riduttivo pensare di contemplare solo il nostro Paese come opportunità per i nostri studenti. L’obiettivo finale resta quello di formare una nuova generazione di professionisti che è umilmente cosciente delle proprie referenze e padrona delle proprie competenze, coraggiosa nell’affrontare qualunque barriera le si ponga davanti attraverso strumenti validi e universali per realizzarsi professionalmente. Serena Longozzo
Stilista di moda responsabile del prodotto, laureatasi presso l’accademia internazionale d’Alta Moda Koefia a Roma e dopo aver partecipato a mostre e sfilate in Italia e all’estero, nel 2013 esordisce come stilista emergente con la collezione “i fenicotteri rosa” e fonda il marchio Recidiva Spose. Attualmente è consulente per la prototipazione di nuove collezioni ed è docente di Modellistica Moulage presso l’Istituto Italiano di Design.
1 - Rossi Desirèe, 10° Convegno internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica e sociale” 13 – 14 – 15 Novembre 2015
Conversazione con Serena Longozzo
che attiva processi di controllo sul proprio apprendimento1. Attraverso questo metodo didattico, ho appurato che l’organizzazione del lavoro in equipe aiuta molto nella creazione del “team” come punto di forza, trasmettendo senso di appartenenza e nel lavoratore/studente e quindi aumentando esponenzialmente la qualità e la quantità in termini di produttività. Per quanto concerne gli strumenti di ricerca in campo dei contenuti ed applicazioni, questi spaziano da strumenti tecnologici a strumenti più tradizionali (pubblicazioni specifiche di settore, magazine di settore B2B, partecipazioni a Fiere Mercato mirate, focus, ecc…). Essere continuamente immersi in un’atmosfera creativa di menti giovani non può che essere uno stimolo ulteriore di ricerca. Bisogna infine essere sempre aggiornati circa le nuove opportunità lavorative che evolvono insieme a nuove tecnologie e metodologie con ritmo incalzante.
DULCIS IN DRESS
104 — 105 [ luogo ]
Fashion design
Loggiate, Palazzo della Provincia di Perugia
[ docente ]
Eleonora Granieri, Marika Bruni
[ anno accademico ]
2015
Carmen Cellini
[ dipartimento ]
106 — 107
Sotto al magico scenario offerto dalle Loggiate del Palazzo della Provincia saranno indossati gli abiti del progetto di moda “Dulcis in Dress” del corso di Fashion Design dell’Istituto Italiano Design. Una passerella dallo sfondo unico di un palazzo storico delle mura perugine. Diceva Marie Antoine Careme cuoco e scrittore francese vissuto tra la fine del 700 e i primi anni del ‘800 che “le belle arti sono cinque: la pittura, la scultura, la poesia la musica e l’architettura, che ha come ramo principale la pasticceria” Volumi, forme, colori, spazialità che diventano decoro e raffinate seduzioni per il palato. Al progetto insito nella pâtisserie è ispirata la sfilata 2016 creata dal corso di Fashion design dell’Istituto Italiano Design.
Altea Cadri
“Dulcis in Dress” focalizza l’attenzione sul metodo didattico dell’Istituto Italiano Design. L’estetica del dolce in tutte le sue forme e cromie è la grande protagonista delle collezioni realizzate dalle studentesse del corso di fashion design. Ciascuna di loro si è ispirata ad un aspetto diverso di questo mondo: i macarons francesi della maison Ladurée, le decorazioni di caramello che impreziosiscono le torte, il mondo delle torte nuziali e quello dei cupcake.
CHARM OF ANCIENT GREEK Studio di accessori di moda.
108 — 109 [ docente ]
Fashion design
Isabella Cascianelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Accessori
2019
Alice Mariotti
[ dipartimento ]
IMMAGE
110 — 111 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri - Francesco Lupattelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Maria Rosaria Franco
[ dipartimento ]
112 — 113 freddo e alla neve, bianca, eterea e silenziosa. Mentre la Primavera chiude le porte al freddo e segna una rinascita. I colori esplodono, il ritmo delle note aumenta e le immagini prendono vita.
Maria Rosaria Franco
La collezione crea un legame tra due forme d’arte: musica e moda. Ogni stagione porta con se un racconto unico e differente. L’Inverno e la Primavera sono dunque le protagoniste di questa collezione. L’Inverno apre le porte al
DANDY SPORT [ dipartimento ]
[ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno ]
Progettazione collezione uomo
2014
114 — 115 interni in felpa, giubbotti da biker in pelle nera. Le giacche con cappuccio, le felpe, i pullover hanno applicazioni in pelle e utilizzano tessuti tecnologici in neoprene come la scuba.
Francesca Loreto
Un’elegante trasformazione di capi con una raffinatezza serale data da uno street look, crea una collezione dalla forte impronta sportiva. La quale propone giacche con fodere stampate e variazioni sui colli, gillet con gli
116 — 117 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri - Francesco Luppattelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Valerio Mercurii
[ dipartimento ]
LIKE A DANDY [ dipartimento ]
[ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno ]
Progettazione Collezione Uomo
2014
118 — 119 Ivana Salemi
“Like a Dandy” è la nuova collezione ispirata all’uomo che ama i dettagli. Mai banale e scontata, riesce ad essere trendy in ogni occasione, dal lavoro al tempo libero.
ANOTHER MAN
120 — 121 [ docente ]
Fashion design
Elonora Granieri - Francesco Lupattelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Marco Rossi
[ dipartimento ]
Ascoltare la musica classica riesce a smuovere la parte più intima e nascosta dell’intelletto umano. Se accostiamo la perfezione estetica del Davide di Michelangelo, alla distorsione materica dei quadri di Burri, il risultato è atipico ed unico. Another men è un’immagine che prende vita dalla forza dell’eleganza della
figura maschile nell’arte figurativa. La nuova visione dell’uomo post-digitale, conserva una natura grezza in un rapporto diretto ed ancestrale con la Terra. La collezione è stata progettata, ispirandosi ai due celebri artisti che esprimono classicità e avanguardia.
Marco Rossi
122 — 123
VEGETABLES
124 — 125 [ docente ]
Fashion design
Isabella Cascianelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Shoes design
2015
Marco Rossi
[ dipartimento ]
RENAISSANCE La collezione Renaissance è ispirata alle grandi personalità femminili del rinascimento. Le forme e i dettagli degli outfit si rifanno apertamente alla foggia dei costumi in voga alla corte elisabettiana. La forte
personalità di Elisabetta I, che è stata donna, guerriera, sovrana, è il comune denominatore della collezione. Caratterizzata da una grande purezza formale capace di esprimere un’idea di prestigio, forza ed eleganza.
126 — 127 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri - Morena Fanny Raimondo
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2015
Marta Valigi
[ dipartimento ]
Marta Valigi
128 — 129
COLLEZIONE ICE Progetto di una collezione ispirata ai piĂš importanti stilisti contemporanei.
130 — 131 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri - Morena Fanny Raimondo
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2014
Altea Cadri
[ dipartimento ]
NEUTRAL RUSTIC Neutral Rustic coniuga la spensieratezza dell’infanzia e l’eleganza femminile, il tutto coordinato da capi comodi per l’età dei giochi ed allo stesso tempo eleganti.
132 — 133 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Bimbi
2018
Alice Mariotti
[ dipartimento ]
JAPANESE DRESS Collezione Donna ispirata all’Oriente.
134 — 135 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Donna
2017
Lavinia Aretusi
[ dipartimento ]
3D CLOTHING Studio di simulazione 3d per i capi moda.
136 — 137 [ docente ]
Fashion design
Simone Spaccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
3d Clothing
2018
Francesca Gagliardini
[ dipartimento ]
SWEET REBEL La Collezione “Sweet Rebel” si ispira allo stile Rock: deciso, chiaro e forte, con l’ingenuità, la dolcezza e la spensieratezza dei bambini.
138 — 139 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Bimbi
2018
Helga Raspa
[ dipartimento ]
RAFFAELLO
140 — 141 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Donna
2017
Silvia Mandaloni
[ dipartimento ]
LONDON CALLING
142 — 143 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Uomo
2019
Francesca Gagliardini
[ dipartimento ]
3D CLOTHING Studio di simulazione 3d per i capi moda.
144 — 145 [ docente ]
Fashion design
Simone Spaccia
[ corso ]
[ anno accademico ]
3d Clothing
2018
Helga Raspa
[ dipartimento ]
GREY RigorositĂ e purezza dei toni del grigio, per la collezione “Greyâ€?, Primavera-Estate 2016. Caratterizzata da richiami ad elementi naturali della terra per dare una nuova
forma alla donna di oggi, dinamica e contemporanea che si veste con leggerezza e semplicitĂ , pur rimanendo sempre fedele allo stile e alla filosofia di vita.
146 — 147 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Donna
2014
Marta Valigi
[ dipartimento ]
FEEL FREE
Alessandra Stasi
148 — 149
FEEL FREE
150 — 151 [ docente ]
Fashion design
Eleonora Granieri
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progettazione Collezione Donna
2018
Alessandra Stasi
[ dipartimento ]
COMm UN�CA T�on D ES�GN A PROPOSITO DELLO ZEN E DELLA MOTOCICLETTA LA RIFLESSIONE DI MARCO LEOMBRUNI — Si ripropone qui di seguito [ MALE ]
Molte volte i progetti universitari vengono discussi vis a vis tra studente e docente, o al massimo in sede di commissione di tesi tra studente ed un gruppo di docenti, ma pur sempre tra persone che hanno obiettivi, finalità simili, o più semplicemente condividono un linguaggio comune. In questo senso, il rapporto con il committente rappresenta il tassello mancante nel passaggio tra università e professione? Per voi il percorso universitario e quello professionale devono percorrere binari paralleli, oppure è possibile che si verifichino possibili intrecci tra i due mondi? Nei vostri corsi come affrontate o introducete la tematica della committenza? [ MALE ]
Nell’affrontare i progetti, utilizzare tra i vari esempi di professionisti anche il lavoro realizzato da me, è un metodo per analizzare il modo in cui ci si è
Se il problema di una mancata committenza aleggia nei corsi universitari di design, nelle materie di progetto settoriali (esempio la progettazione editoriale), questo tema è ancora maggiormente enfatizzato. Negli ultimi anni in Italia, ma non solo, abbiamo assistito alla nascita di varie rassegne incentrate sul tema dell’autoprogettazione o della progettazione indipendente. Di fatto, esiste tutta una corrente legata all’autoproduzione o “DIY” che non trovano un pubblico di acquirenti ed interessati, se non negli stessi studenti ed ex-studenti. Voi come interpretate questo fenomeno per molti versi autoreferenziale? [ SL ] Trovo sia l’espressione di un sistema dove il mercato è già saturo, e/o tendenzialmente chiuso, per motivi che possono essere legati all’economia del paese, quindi al suo modello economico e produttivo, ma anche a questioni culturali, che spesso portano ad utilizzare sempre le stesse meccaniche, gli stessi professionisti e le stesse visioni. Ad esempio l’Italia, è un paese in recessione, spesso culturalmente arretrato, dove il mercato dell’immagine fatica a trovare i normali legami con il settore produttivo, ne consegue che il mercato è inadeguato, poco vigile ed arretrato. Nonostante ciò viviamo in un mondo globalizzato, dove gli appassionati possono entrare immediatamente in contatto con professioni e professionisti
152 — 153
rapportati ad un lavoro reale. Quando è possibile produrre del materiale che non sia finalizzato esclusivamente al superamento di un esame, ma che si colleghi ad una committenza reale, e che in qualche maniera crei un collegamento tra studente e realtà produttiva (di qualsiasi genere essa sia), si ha un passo in avanti dello studente stesso verso il mondo professionale e questa è un’ottima cosa. Un percorso di studi molto professionalizzante deve tener conto sempre del rapporto con la committenza, e del mondo professionale in generale, il concetto stesso di studente deve essere inteso come professionista in divenire. Quando mi è stato possibile ho legato le produzioni degli studenti a soggetti esterni, al fine da avere un confronto con i committenti, altre volte questi sono solo ipotizzati.
Conversazione con Marco Leombruni
D
Questa citazione decontestualizzata, offre a mio avviso, molteplici spunti di riflessione sul tema di questo incontro. Forse, in senso più in generale sulla figura stessa del progettista, perché coglie appieno le difficoltà che si incontrano al momento dell’uscita dal mondo universitario e l’approdo nella professione. Traslando questo concetto sulla nostra professione, ovvero il settore delle arti applicate, vi siete anche voi scontrati con difficoltà di questo genere? Ovvero su un problema di natura comunicativa legato ad un’eccesso di tecnicismo accademico? [ MALE ] Solitamente no. Tendo ad affrontare questioni tecniche del mio settore solo con persone in grado di comprenderle in modo tale da poter avere una conversazione interessante per entrambi. Nel rapporto con i committenti affronto le questioni tecniche solo se costretto a farlo, e nel caso cerco di rendere la cosa comprensibile. Più in generale, nel rapporto con le persone, questa società iperspecializzata tende a farci diventare sempre più dei tecnici di uno specifico settore, tale tensione però ci allontana sempre più gli uni dagli altri, trasformando spesso il lavoro in qualcosa di totalizzante, tale da arrivare a definire noi stessi. Dal momento che la mia professione spinge già naturalmente all’isolamento, e che mi reputo di indole curiosa, trovo noioso e controproducente a livello creativo ed umano chiudersi ancor più in una comunità di appassionati.
di ogni genere, ampliare la propria visione ed estendere i propri orizzonti verso le avanguardie del momento. In tale contesto le autoproduzioni possono essere interpretate come il bisogno di realizzazione personale nonostante le ristrettezze imposte dalla società, ma non c’è solo questo. L’aumento di professionisti che le scuole stesse formano creano maggiore concorrenza e da qui il bisogno di esprimersi con sempre più energia per emergere. A tal fine autoprodursi serve a migliorarsi e a farsi conoscere, entrando in contatto con professionisti del settore, sebbene non a guadagnare direttamente, se non quando un progetto inizialmente autoprodotto viene notato ed acquistato. È a mio avviso un passaggio che può risultare utile quando non si riesce a trovare un lavoro, successivamente gli studi. Se il passaggio da accademia e professione si scontra con le tematiche della commitenza e dell’autoreferenzialità, è anche vero che queste condividono tra di loro uno step metodologico fondamentale. Ovvero quello della ricerca e della conseguente produzione di contenuti. Possiamo dunque comprendere le esigenze formative delle scuole, che cercano di fornire allo studente strumenti “esponenzialmente” universali per affrontare la professione in modo “autoriale” e non con un atteggiamento da problem solver. In quest’ottica, la ricerca svolge un ruolo essenziale nella professione; obbligando ciascun progettista ad un costante aggiornamento e ad un continuo processo di apprendimento che sembra non terminare mai. Basti pensare all’evolvere della tecnologia, dei media e dei mezzi di diffusione della comunicazione visiva. Quali sono, secondo voi, gli strumenti fondamentali per affrontare una ricerca per un nuovo progetto? Possiamo considerarli orizzontali ai due ambiti? [ MALE ] Gli strumenti più ovvi sono la ricerca di immagini ed informazioni tramite internet, da un semplice smartphone, sebbene lo strumento sia assolutamente inadeguato all’uso lavorativo, come è invece un computer, possiamo connetterci con il mondo intero e raggiungere informazioni di carattere testuale, sonoro, ma anche immagini e video. In questo mare di informazioni dobbiamo imparare a muoverci,
utilizzando le giuste meccaniche, imparando ad utilizzare le parole chiave, e gli strumenti corretti. Questo potrebbe darci l’illusione di poter raggiungere facilmente qualsiasi risultato, non è così, dal momento che dopo aver sperimentato ciò che ci interessa per poterlo usare al meglio va padroneggiato, e quindi vanno cercati gli autori, conosciuti, apprezzate le reference, mettendo dei paletti, come stelle in un cielo al fine da poterci orientare e tracciare una rotta. Avere un buon bagaglio culturale e di esperienze, è inoltre fondamentale. Aver riflettuto su un dato argomento, aver toccato, conosciuto, essersi emozionati per qualcosa, aver vissuto, sarà sicuramente il nostro strumento fondamentale di ricerca e rielaborazione dal quale attingere a piene mani. Concludendo vorrei fare con voi un’ultima riflessione più generale sulle finalità dell’insegnamento della comunicazione visiva. Calandoci completamente nella realtà odierna, che purtroppo deve fare i conti con aumento statistico del tasso di disoccupazione dei giovani. È giusto continuare a formare studenti riconducendoli ad un unico settore professionale oppure è giusto fornire loro competenze e abilità sul piano strategico, obbligandoli ad una presa di coscienza maggiore ed anticipata già in sede accademica? [ MALE ] Non trovo vi sia una funzione morale nelle scuole professionalizzanti, o di approfondimento di alcuni ambiti, ma spesso rispondono ad un sistema di richiesta ed offerta, che quasi mai è collegato alla reale capacità del mercato. Esistono perché un dato numero di persone ha deciso di investire in dato percorso. L’insegnamento si scontra con due caratteristiche apparentemente contrastanti che sono ormai fondamentali per i nuovi professionisti, flessibilità ed ipersettorializzazione, a mio avviso nella fase di studio bisogna aiutare la ricerca personale quando visibile in uno studente, stimolandolo nella direzione da lui ricercata, al contempo vanno fornite una panoramica di possibilità che fungano da base e tra le quali dovrà poi districarsi in una fase quasi sempre successiva agli studi. In questa visione le abilità strategiche sono un qualcosa in più rispetto alle competenze professionali che vanno fornite. Quanto alla maggiore
154 — 155
coscienza in senso lato, saranno gli studenti stessi a formarsela secondo le proprie esperienze e capacità di mettersi in gioco, specialmente dopo gli studi, ma possibilmente già durante, dal momento che mi sembra l’unica strada perseguibile in tal senso.
Nato nel 1984. Ho studiato Illustrazione e Animazione multimediale allo IED di Roma, e conseguito un master in colorazione digitale presso Accademia Internazionale di Comics. Sono un illustratore freelance, ho lavorato per uno studio di animazione, varie agenzie pubblicitarie e case editrici, enti ed aziende. Mi occupo di illustrazione, fumetto, storyboard e character design.
Conversazione con Marco Leombruni
Marco Leonbruni
ACRON WARS Studio per l’ilustrazione di un gioco composta da carte illustrate.
156 — 157 [ docente ]
Communication design
Marco Leonbruni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Illustrazione
2018
Simone Fucchi
[ dipartimento ]
BE_BOP
SII BOP, SII RIBELLE, RIVOLUZIONARIO. LASCIATI ANDARE ALLA TUA ISTINTIVA PARTE CREATIVA. ATTINGI A TE STESSO, IL CANTO DI TE STESSO. SOFFIA!
CORPORAT JACK KEROUAC
FRANCESCO CAPUANO
IDENTIT
VIA DEL GRILLO 6, 06121 PERUGIA, ITALY +39 333 1826929 www.studiobebop.it francesco.bebop@gmail.com
BEBOP DIZZY GILLESPIE
FRANCESCO CAPUANO VIA DEL GRILLO 6, 06121 PERUGIA, ITALY +39 333 1826929 www.studiobebop.it francesco.bebop@gmail.com
BE_BOP VIA DEL GRILLO 6 06121, PERUGIA
BE_BOP VIA DEL GRILLO 6 06121, PERUGIA
Filo conduttore di questo brand è il jazz, la musica contemporanea per definizione. Di cui l’improvvisazione ne costituisce la caratteristica fondamentale.
In particolare il Bebop rappresenta la sua variante più estrema, ritmica e tecnica. Ispirandosi a questi ritmi incalzanti nasce il progetto di identità visiva.
Personal brand: Be_Bop
_02.
Craft branding 2010 - 20
_03.
Illustrazioni
_04.
Grafica
_05.
Packaging
_06.
Fotografia
_07.
Video
_08.
Web
158 — 159
_01.
CORPORA
IDENTI CORPORATE
IDENTITY
FRANCESCO CAPUANO VIA DEL GRILLO 6, 06121 PERUGIA, ITALY +39 333 1826929 www.studiobebop.it francesco.bebop@gmail.com
FRANCESCO CAPUANO
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Luca Gradassi
BE_BOP VIA DEL GRILLO 6 [ materia ] 06121, PERUGIA
[ anno accademico ]
Packaging
BE_BOP VIA DEL GRILLO 6 06121, PERUGIA
2015
Francesco Capuano
VIA DEL GRILLO 6, 06121 PERUGIA, ITALY +39 333 1826929 www.studiobebop.it francesco.bebop@gmail.com
BEST BEFORE
124
save a good food Van personalizzato per catering
Logo con
BestBefore è il un progetto di identità visiva che parte da una riflessione basilare ai giorni d’oggi. “Ogni anno circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, quasi un terzo della produzione mondiale, non vengono consumate”. La frutta e gli ortaggi, in
particolare, vengono gettati via più di altri alimenti. Facilmente deperibili e vulnerabili ai cambiamenti di temperatura che incontrano durante il percorso dal campo alla tavola, sono anche i primi, nelle case, a finire nell’immondizia.
BRAND IDENTITY
Abbigliamento da lavoro BOTTIGLIA E BAG
123
160 — 161
120
away
125
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Progetto di Tesi
2018
Francesco Magi
125
A
DULCINEA
Il Palazzo dei Priori o comunale
sorge nella centrale Piazza IV Novembre a Perugia e si estende lungo Corso Vannucci fino a via Boncampi
Il Palazzo dei Priori o comunale
sorge nella centrale Piazza IV Novembre a Perugia e si estende lungo Corso Vannucci fino a via Boncampi
La Fontana Maggiore
uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al centro di piazza IV Novembre.
Tavolette di cioccolato al latte
15
La Fontana Maggiore
uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al centro di piazza IV Novembre.
15
NOCCIOLA
27
LATTE
Le fustelle sono ricavate con diversi motivi per ogni tipologia di cioccolato (cioccolato fondente, cioccolato al latte, cioccolato bianco e cioccolato senza zucchero) riprendendo
CAFFÈ
alcuni elementi dei più importanti monumenti della città di Perugia, come il Palazzo dei Priori, la Fontana Maggiore e la Cattedrale di San Lorenzo.
CIOCCOLATO FONDENTE PEPERONCINO
160 mm
162 — 163
CIOCCOLATO FONDENTE PEPERONCINO
TAVOLETTA DI CIOCCOLATO FONDENTE E PEPERONCINO Peso netto confezione: 100g Informazioni nutrizionali per 100g di prodotto: Energia 2350KJ / 563Kcal (VNR* 28%) tot Grassi 36g (VNR* 51%) di cui saturi 19g (VNR* 97%) Carboidrati 51g (VNR* 20%) di cui zuccheri 49g (VNR* 54%) Proteine 9g (VRN* 17%) Sale 0g (VNR* 0% ) VNR*: Assunzione giornaliera di riferimento di un adulto. Medio 8400KJ / 2000Kcal Ingredienti: cioccolato al latte (zucchero, burro di cacao, LATTE in povere, pasta di cacao, siero di LATTE in polvere, emulsionante: lecitina di SOIA.), 6% NOCCIOLE intere tostate. Solidi del cacao: 31% minimo. Avvertenze: PUÒ CONTENERE TRACCE DI ALTRA FRUTTA A GUSCIO. DULCINEA PERUGIA srl via togliatti 73B, 06073 Corciano (PG) IT www.dulcinea.it
Lotto: 130419 Da consumare pref. entro: OTT - 19
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Packaging
2018
Giada Lapi
211 mm
182 mm
ETICHETTA D’AUTORE Studio di illustrazione per il concorso “Etichetta d’autore”, Sagrantino di Montefalco.
164 — 165 [ docente ]
Communication design
Marco Leonbruni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Illustrazione
2018
Alberto Girardi
[ dipartimento ]
ETICHETTA D’AUTORE Studio di illustrazione per il concorso “Etichetta d’autore”, Sagrantino di Montefalco.
166 — 167 [ docente ]
Communication design
Marco Leonbruni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Concorso etichetta d’autore
2018
Francesco Agnello Ludovica Cappelletti Arianna Egidi Roberta Libertella Celeste Stellini Elena Ricci
[ dipartimento ]
EUŘIBIO * Pasta lunga
La pasta Euribio è pensata per il mondo dei bambini, che adorano giocare e fantasticare con la mente. Per questo motivo ogni pack è accompagnato dall’illustrazione di un personaggio (marinaio, aviatore, astronauta)
accompagnato con dei motivi del relativo scenario immaginifico. La scatola è pensata per poter essere riutilizzata come astuccio per le matite, come segnalato sul fondo della confezione.
ackaging portfolio
d
ta Enrietti
B. Logotipo
F.
C. Fustelle
G. Mockup
Fustelle
I. Mockup
D. Mockup
168 — 169
up
ing to
La pasta Euribio è pensata per il mondo dei bambini, che adorano giocare e viaggiare con la mente. Per questo motivo ogni pack è accompagnato dall’illustrazione di un personaggio (marinaio, aviatore, astronauta) accompagnato con dei motivi del relativo mondo. La scatola è pensata per poter essere riutilizzata come astuccio per le matite, come segnalato sul fondo della confezione.
My packaging portfolio
A. Naming
E. Idea
H. Progetto
B. Logotipo
F.
I. Mockup
Elisabetta Enrietti
C. Fustelle
G. Mockup
My packaging portfolio
A. Naming
D. E. Idea
B. Logotipo
F.
Mockup
Elisabetta Enrietti
C. Fustelle
G. Mockup
Fustelle
Fustelle
H. Progetto I. Mockup
D. Mockup
* Pasta corta
. La scelta
c
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Monica Pioggia
[ materia ]
[ anno accademico ]
Packaging
2018
Elisabetta Enrietti
La pasta Euribio è pensata per il mondo dei bambini, che adorano giocare e viaggiare con la mente. Per questo motivo ogni pack è accompagnato dall’illustrazione di un personaggio (marinaio, aviatore, astronauta) accompagnato con dei motivi del relativo mondo. La scatola è pensata per poter essere riutilizzata come astuccio per le matite, come segnalato sul fondo della confezione.
LOST IN THE WOOD
170 — 171 [ docente ]
Communication design
Lorenzo Dogana
[ materia ]
[ anno accademico ]
Fotografia
2018
Luca Ciabatta
[ dipartimento ]
MOONLIGHT AFFICHE Progettazione di una serie di manifesti, per la promozione di Festival Musicale.
172 — 173 [ docente ]
Communication design
Marco Leonbruni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Illustrazione
2018
Marianna Poggioni
[ dipartimento ]
NEROFUMO Questa tesi non parla di comunicazione commerciale. Non parla nemmeno di come acquisire un’immagine più accattivante nei confronti di un target specifico.
Ragiona invece sul progettare con sostenibilità, per rendere davvero comune il demanio pubblico con l’obiettivo di portare la lettura nel cuore di tutti.
174 — 175
-0109
-069
VARIABILE N.3
NEROFUMO
Letteratura
[ dipartimento ]
Dialogo
Amore
Educazione
Architettura
NEROFUMO
[ docente ]
In base al focus dell’evento Daniele Pampanelli viene inserita la terza Progettazione Grafica 2017 decorazione del capolettera. Communication design [ materia ]
[ anno accademico ]
Orientamento
Condivisione
Donne
Geografia
Pamela Santi
Vita / pace
NYC PRIDE 19 Progettazione di una serie di manifesti, ispirati alla tematica sociale e contemporanea della paritĂ di genere.
176 — 177 [ docente ]
Communication design
Daniele Pampanelli
[ materia ]
[ anno accademico ]
Progettazione Grafica
2018
Elisabetta Enrietti
[ dipartimento ]
NON VOGLIO UNA GALLINA
P P
P C A
Una linea di packaging per le uova di Pasqua prodotte e vendute da una piccola fabbrica di cioccolato a Perugia. Un Laboratorio che confeziona artigianalmente prodotti di alta qualità, combinando il miglior cacao con le
più note eccellenze della tradizione umbra. Il progetto di cartotecnica sarà destinato ad un pubblico di bambini e, come chiesto dal committente, dovrà essere accattivante ma non eccessivamente dispendioso.
178 — 179
FUSTELLA UOVO DI CIOCCOLATO AL LATTE
non voglio UNA GALLINA DOMANI!
MEGLIO UN UOVO OGGI!
Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis.
CONTENUTO Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. INGREDIENTI Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. QUANTITÀ Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie
UOVO DI CIOCCOLATO AL LATTE
INGREDIENTI Valore energetico Proteine Carboidrati Grassi saturi monosaturi polinsaturi Colesterolo Sodio
Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie
dalla fattoria del cioccolato di perugia
FRONTE scala 1:2
TELLA
:1 Dulcinea | Fustella uovo di struzzo
Pamela Santi
oni e Merida g/m2 320
Pamela Santi
Dulcinea
Fustella uovo struzzo
Tav. 6
UOVO DI CIOCCOLATO AL LATTE
non voglio UNA GALLINA DOMANI!
CONTENUTO Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. INGREDIENTI Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. QUANTITÀ Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie.
Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis.
UOVO DI CIOCCOLATO AL LATTE
dalla fattoria del cioccolato
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Monica Pioggia
[ materia ]
[ anno accademico ]
Packaging
2017
Dulcinea | Fustella uovo di gallina Dulcinea
Proposta di packaging uova di Pasqua
Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation suscipit lobortis nisl ut ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in vulputate velit. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in velit esse molestie.
Pamela Santi
MEGLIO MEGLIO UN UOVO UOVO UN OGGI! OGGI!
Pamela Santi
Tav. 5 Proposta di packaging uova di Pasqua
Tav. 5 Fustella uovo gallina
Tav. 10
+7
OLIMPIADI DEL MARE
+7 +7
Le olimpiadi del mare
+7
Studio per l’illustrazione di un gioco composta da carte illustrate.
180 — 181 [ docente ]
Communication design
Marco Leonbruni
[ corso ]
[ anno accademico ]
Illustrazione
2018
Lisa Bernacchia
[ dipartimento ]
PATHOS
P
Pas
Cel
Pathos è un brand di pasta biologica. La scelta del naming è ricaduta su questa parola utilizzata per descrivere l’intensità di particolari stati d’animo e sensazioni.
Per caratterizzare la confezione sono state realizzate differenti illustrazioni che declinano i vari formati prodotti e che vengono applicate sui i lati della scatola.
182 — 183
cottura 11 minuti
p a s t a
La passione in cucina
b i o
p a s t a
b i o
p a s t a
p a s t a
b i o
b i o
cottura 11 minuti
VALORI NUTRIZIONALI MEDI
La pasta biologica Phatos porta la passione nella tua tavola. Passione che coltiviamo fin dal primo istante di lavorazione per garantirti qualità e rispetto della natura. Phatos è un ritorno alla tradizione con ingredienti semplici e sani, come quelli di una volta.
100g
85g
kj
1521
1293
kcal
359
305
GRASSI
g
2,0
di cui ACIDI GRASSI SATURI
g
0,5
0,4
CARBOIDRATI
g
70,9
60,3
di cui ZUCCHERI
g
3,5
3.0
FIBRE
g
3,0
2.6
PROTEINE
g
12,8
10,9
SALE
g 0.013
0,011
ENERGIA
1,7
cottura 11 minuti
iNGREDIENTI: semola di grano duro, acqua
La passione in cucina
La passione in cucina
500g
La passione in cucina
io sono carta
DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO IL
500g
p a s t a
p a s t a
b i o
b i o
cottura 11 minuti
La passione in cucina
p a s t a
b i o
p a s t a
p a s t a
b i o
b i o
cottura 11 minuti
La pasta biologica Phatos porta la passione nella tua tavola. Passione che coltiviamo fin dal primo istante di lavorazione per garantirti qualità e rispetto della natura. Phatos è un ritorno alla tradizione con ingredienti semplici e sani, come quelli di una volta.
io sono carta
VALORI NUTRIZIONALI MEDI
ENERGIA
GRASSI
100g
85g
kj
1521
1293
kcal
359
305
g
2,0
1,7
di cui ACIDI GRASSI SATURI
cottura 11 minuti
g
0,5
0,4
CARBOIDRATI
g
70,9
60,3
di cui ZUCCHERI
g
3,5
3.0
FIBRE
g
3,0
PROTEINE
g
12,8
10,9
SALE
g 0.013
0,011
2.6
iNGREDIENTI: semola di grano duro, acqua
La passione in cucina
La passione in cucina
500g
La passione in cucina
DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO IL
p a s t a
b i o
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Monica Pioggia
[ corso ]
[ anno accademico ]
Packaging
2017
Celeste Stellini
500g
SERIES Utilizzo delle regole di basic design e composizione, attraverso un collage fotografico.
184 — 185 [ docente ]
Communication design
Lorenzo Dogana, Elisa Pietrelli
[ corso ]
[ anno accademico ]
Fotografia
2017
Eleonora Baiocco
[ dipartimento ]
SOPRAMERCATO
o, positivo
e le icone icone le icone merceologiche merceologiche merceologiche
ato Èstudiato stato studiato un È stato sistema un studiato sistema iconologico uniconologico sistema ad hoc iconologico ad hoc ad hoc dentificare per identificare le per seiidentificare attività le sei attività chelefaranno seiche attività faranno parte cheparte faranno parte rogetto del progetto “Mercato del “Mercato progetto Coperto”. Coperto”. “Mercato Coperto”.
gnoIl esprime segno esprime Ili segno concetti iesprime concetti di semplicità, idi concetti semplicità, di semplicità, ianalità artigianalità e familiarità. artigianalità e familiarità. e familiarità.
“Sopramercato” è la nuova identità per la terrazza del Mercato Coperto, che coniuga un sistema di comunicazione coordinata per gli ambienti interni. Il brand “Sopramercato”
nasce dal vecchio nome di Piazza Matteotti già “Piazza del Sopramuro”. Il prefisso “sopra”, in concomitanza con “mercato”, esprime il concetto di “terrazza” (che sta sopra).
186 — 187
dei commercianti
dentità personale.
rsonalizzabile erciante, plicazioni temporanee. la praticità.
e cone ne icone merceologiche merceologiche merceologiche
udiato un tatosistema studiato un sistema iconologico un sistema iconologico ad iconologico hocad hoc ad hoc rficare eidentificare sei attività le sei attività le che seifaranno attività che faranno parte che faranno parte parte to rcato progetto “Mercato Coperto”. “Mercato Coperto”. Coperto”.
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Daniele Pampanelli
[ materia ]
[ anno accademico ]
Progettazione Grafica
2017
Francesco Magi
esprime egno i concetti esprime i concetti di semplicità, i concetti di semplicità, di semplicità, amiliarità. ità igianalità e familiarità. e familiarità.
SOPRATUTTO
Pamela Santi
Pamela Santi
Comune di Perugia
Comune di Perugia
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
Giocando con il doppio significato della parola “sopratutto�, la comunicazione attua un processo di valorizzazione per elevare il mercato e differenziarlo rispetto alla concorrenza dei grandi punti vendita. Perugia viene quindi raccontata con
Proposta di logo
Costruzione del font
illustrazioni dalla forte vocazione evocativa ed informativa. Queste serviranno per i clienti locali a rafforzarne il sentimento di appartenenza al territorio; mentre ai turisti offriranno un quadro completo del mercato e della sua offerta di prodotti.
Tav. 17
188 — 189
QUESTO È UN
Pamela Santi
Comune di Perugia
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
QUESTO È UN
Comune di Perugia
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
Tav. 46
Pamela Santi
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Daniele Pampanelli
[ materia ] Santi Pamela
[ annoProposta accademico ] di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
Progettazione Grafica
Comune di Perugia
2017
Comune di Perugia
Proposta di rebranding Terrazza del Mercato Coperto
Sistema iconografico
Tav. 42
Pamela Santi
QUESTO È UN
Pamela Santi
Tav. 43
Tav. 29
TRASIMENO FUTURELAND
o3.
presentazione logo
Trasimenide è un poema epico, scritto da Matteo dall’Isola nel XVI sec. In esso sono narrate le leggende del lago e le attività della pesca legate a quei tempi. La battaglia del lago Trasimeno, una delle più importanti della
seconda guerra romano-punica, fu combattuta nel 217 a.C., a Tuoro sul Trasimeno. Il marchio “Trasimeno Futureland” è un omaggio alla storia ed al patrimonio culturale dell’epoca romana di questo territorio.
190 — 191
In una seconda versione è stata inserita all’interno ogni pittogramma un’immagine al settor In una seconda versione è stataspecifica inserita all’intern appartenza. ogni pittogramma un’immagine specifica al setto appartenza.
/graphic°design
In una seconda versione è stata inserita all’interno di ogni pittogramma un’immagine specifica al settore di CULTURE ENVIRONMENT CULTURE appartenza.
CULTURE ENVIRONMENT
ENV
GREEN ECONOMY
EVENTSGREEN ECONOMY
EVEN
GREEN ECONOMY
EVENTSGREEN ECONOMY
EVEN
CULTURE ENVIRONMENT
TURE
ENVI
CULTURE
ENVIRONMENT
Le quattro declinazioni del marchio, raggruppate in un sistema di declinazioni pittogrammi,del prendono spunto dalla forma Le quattro marchio, raggruppate in undel marchio stesso. sistema di pittogrammi, prendono spunto dalla forma del marchio stesso.
[ dipartimento ]
EVENTSGREEN ECONOMY
inazioni del Communication marchio, raggruppate designin un grammi, prendono spunto dalla forma del [ materia ] . Progettazione Grafica
[ docente ]
Luca Gradassi [ anno accademico ]
2014
EVENTS
Carla Costanza
EN ECONOMY
SOME KIND OF WONDERFUL
Il progetto fotografico nasce a seguito di un incontro casuale tra la fotografa, la studentessa Judy Jin di origine cinese,
ed una ragazza inglese a Perugia per una periodo di studi all’estero. Gli scatti sono spontanei, emozionali e fugaci.
192 — 193 [ docente ]
Communication design
Lorenzo Dogana
[ corso ]
[ anno accademico ]
Fotografia
2018
Judy Jin
[ dipartimento ]
CONNUBIO
brand guidelines
50
brand guidelines
27
LOGO
WEB HOMEPAGE
Connubio è un progetto di identità visiva, nato dalla rivalutazione di alcuni elementi che caratterizzano da sempre l’azienda lucana. L’obiettivo è quello di riscoprire e contestualizzare la tradizione locale ai giorni d’oggi, riportando a tavola i sapori perduti.
Un esempio di questa rivalutazione gastronomica in chiave commerciale è il Miskiglio. Farina autoctona composta da quattro differenti sementi che creano un impasto unico nel suo genere. Connubio è tradizione e contemporaneità.
194 — 195
brand guidelines
METAPONTO
EPISCOPIA
[ dipartimento ]
[ docente ]
Communication design
Daniele Pampanelli
[ materia ]
[ anno accademico ]
Progettazione Grafica
2019
Roberta Libertella
34
brand guidelines
32
POLLINO
ILLUSTRAZIONE
MARATEA
Š Istituto Italiano Design, 2019 Š IIDPress, 2019 Tutti i diritti riservati. ISBN 978-88-944763-0-9 Istituto Italiano Design via G. Alessi 3/A Perugia C.F. 02589670757 - P.I. 02453910545 www.istitutoitalianodesign.it
ragionata dei venti anni dell’Istituto Italiano Design
istitutoitalianodesign.it
20IID Revisione ragionata dei venti anni dell’Istituto Italiano Design
20IID Revisione