Gli atti del comune di Lodi

ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO

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FONTI PER LA

STORIA DELL’ITALIA MEDIEVALE REGESTA CHARTARUM 63

ROMA NELLA SEDE DELL’ISTITUTO PALAZZO BORROMINI PIAZZA DELL’OROLOGIO

2016

GLI ATTI DEL COMUNE DI LODI a cura di ADA GROSSI

ROMA NELLA SEDE DELL’ISTITUTO PALAZZO BORROMINI PIAZZA DELL’OROLOGIO

2016

Con il contributo della Società Storica Lodigiana e della Provincia di Lodi

Coordinatore scientifico: Isa Lori Sanfilippo Redattore capo: Salvatore Sansone

ISSN 1724-3890 ISBN 978-88-98079-47-6 Stabilimento Tipografico « Pliniana » - Viale F. Nardi, 12 - 06016 Selci-Lama (PG) - 2016

INTRODUZIONE

ABBREVIAZIONI ARCHIVISTICHE

ACAt

= Archivio Storico del Comune di Asti

ACIm

= Archivio Storico del Comune di Imola

ACLo

= Archivio Storico del Comune di Lodi

ACMMi = Archivio del Capitolo Metropolitano di Milano ACMo

= Archivio Civico di Modena

AMVLo = Archivio della Mensa Vescovile di Lodi (presso l’Archivio Storico Diocesano di Lodi) AOMMi = Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano ASAl

= Archivio di Stato di Alessandria

ASBo

= Archivio di Stato di Bologna

ASBs

= Archivio di Stato di Brescia

ASCo

= Archivio di Stato di Como

ASCr

= Archivio di Stato di Cremona

ASMi

= Archivio di Stato di Milano

ASPc

= Archivio di Stato di Piacenza

ASTo

= Archivio di Stato di Torino

ASV

= Archivio Segreto Vaticano

BAMi

= Biblioteca Ambrosiana di Milano

BCLo

= Biblioteca Comunale Laudense

INTRODUZIONE

1. La documentazione comunale lodigiana Oggetto della presente edizione è la documentazione comunale lodigiana a partire dal 1142 (anno a cui risale la prima menzione dei consoli di Lodi) e fino a tutto il XIII secolo: sono qui considerati i documenti prodotti dal comune di Lodi e dai suoi ufficiali, quelli ad essi indirizzati, oltre a quelli emessi per il comune e in cause e/o provvedimenti che riguardano direttamente il comune.

1.1. La ricostruzione dell’antico archivio del comune Dell’archivio originario del comune di Lodi ci restano oggi il Liber iurium 1, redatto tra il 1284 e il 1335 2, un limitato numero di documenti su pergamena sciolta 3 e alcuni frammenti degli statuti degli anni Trenta del Duecento 4.

Il Liber iurium del Comune di Lodi, ed. A. Grossi, Roma 2004 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Fonti, 42): d’ora in poi Liber iurium. Si veda inoltre A. Grossi, Il ‘Liber iurium’ di Lodi, in Comuni e memoria storica. Alle origini del comune di Genova. Atti del convegno, Genova 24-26 settembre 2001, cur.

D. Puncuh (« Atti della Società Ligure di Storia Patria », N. Ser. 42/1 [2002]), pp. 149-169.

2 È stato tardivamente inserito nel 1400 un doc. del 1286, cfr. Liber iurium, n. 149; il Liber contiene 160 documenti risalenti a un periodo molto ampio, tra la fine dell’XI secolo e il 1335; non tutti riguardano direttamente il comune.

3 Tre privilegi imperiali (Liber iurium, nn. 2 e 4 rispettivamente di Enrico VI e Ottone IV, in originale, e Liber iurium, n. 3 di Federico II, in copia autentica), un lungo rotolo che reca copia di 6 documenti relativi alla pacificazione tra le fazioni cittadine nella seconda metà del Duecento, tratti nel 1315 da fascicoli poi perduti del Liber iurium (Liber iurium, app. nn. 2-7 del 1251 e del 1270), e una concessione del podestà (n. 399 del 1289).

4 Ad essi abbiamo attinto per alcuni documenti eccezionalmente trascritti in quel codice: si tratta della pace con Milano del 1198-1199 (Liber iurium, 1

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La ricostruzione virtuale di tale archivio comunale è quindi oggi praticabile solo ricorrendo anche all’esame dei documenti dei destinatari: è stato necessario procedere al censimento preliminare completo della documentazione lodigiana complessivamente pervenuta (che supera abbondantemente i 1600 pezzi) 5 conservata negli archivi delle istituzioni ecclesiastiche e monastiche, prima di tutto lodigiane (in particolare nel fondo della Mensa Vescovile), ma anche milanesi e pavesi, nonché nell’archivio comunale di Cremona; alcuni pezzi sono dispersi in archivi diversi per contingenti ragioni storiche e archivistiche, mentre alcuni documenti pubblici che riguardano altre città oltre a Lodi sono presenti in diversi libri iurium dell’area padana, nei registri vaticani, in fondi francesi e altrove. È utile riferire qui dei principali fondi utilizzati e indicare il numero di pezzi confluiti in questa edizione allo scopo di fornire un quadro d’insieme della distribuzione della documentazione comunale lodigiana (con l’avvertenza che le cifre indicate tengono conto dei testimoni principali e non di quelli secondari):

nn. 115 e 123) e della pacificazione delle fazioni lodigiane disposta dal comune ambrosiano nel 1225-1226 (nn. 97, 100). Sugli statuti lodigiani, cfr. Codice diplomatico laudense, ed. C. Vignati, 2 voll., Milano 1883-1885 (Bibliotheca Historica Italica, 3-4), pp. 537-598, d’ora in poi Statuta vetera; cfr. anche le osservazioni contenute in J.W. Busch, Die Lodeser Statutenfragmente des 13.

Jahrhunderts, in Statutencodices des 13. Jahrhunderts als Zeugen pragmatischer Schriftlichkeit: die Handschriften von Como, Lodi, Novara, Pavia und Voghera, cur. H. Keller - J.W. Busch, München 1991 (Münstersche Mittelalterschriften, 64), pp. 25-38.

5 La documentazione comunale lodigiana costituisce un sottoinsieme pari al 20% circa degli atti rogati da notai lodigiani nel periodo considerato (se contiamo i pezzi effettivamente pervenuti e tralasciamo le notizie): se vi aggiungiamo i docc. tràditi dal Liber iurium si arriva al 25% circa. La ricognizione di questi fondi archivistici (e di alcuni altri nei quali non si è reperita documentazione comunale) ha inoltre consentito di redigere un elenco dei notai lodigiani: per il periodo fino alla fine del XII secolo, cfr. A. Grossi, Repertorio dei notai lodigiani (secoli IX-XII), in Codice diplomatico della Lombardia Medievale (secoli VIII-XII), http://cdlm.unipv.it (d’ora in poi CDLM).

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GLI ATTI DEL COMUNE DI LODI

QUANTITÀ DOCC. ASMi, Pergamene per fondi e Fondo di religione (istituzioni 110 ecclesiastiche lodigiane) AMVLo, Pergamene (episcopato di Lodi) 85 ASMi, Pergamene per fondi e Fondo di religione (istituzioni 28 ecclesiastiche milanesi) ACLo, Archivio dell’ospedale maggiore (antichi ospedali del 23 Lodigiano) AMVLo, Pergamene delle monache umiliate 13 ASCr, Archivio segreto diplomatico (comune di Cremona) 13 ASPc (Registrum magnum, Registrum parvum) 7 AOMMi (antichi ospedali milanesi) 6 ACMo (Liber privilegiorum comunis Mutine) 4 ASV (Registri Vaticani) 4 BCLo, Statuta Vetera (comune di Lodi) 2 ASBo (Registrum grossum, Registum novum) 2 ASMi, Fondo di religione (istituzioni ecclesiastiche pavesi) 2 ASMi, Bolle e brevi 2 BAMi (Statuta civitatis Mediolani, Pergamene) 1 ASBs (Liber Potheris) 1 ASAl (Liber crucis) 1 ASCo (Vetera monumenta civitatis Novocomi) 1 ACLo, Diplomatico (comune di Lodi) 1 ASTo, Milanese - città e ducato e Benefizi stranieri 1 ASMi, Pergamene per fondi (istituzioni ecclesiastiche bresciane) 1 ASMi, Diplomi e dispacci sovrani 1 ACMMi, Pergamene 1 Marseille, Archives Départementales des Bouches-du-Rhône 1 altro 7 inserti 25 subtotale 343 notizie reperite nei docc. dell’edizione e in altri ad essa estranei 93 TOTALE 436 FONDO ARCHIVISTICO

A tale computo è necessario infine aggiungere: docc. del comune nel Liber iurium (BCLo) notizie di docc. del comune, ibid. inserti, ibid.

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ADA GROSSI

La presente edizione dipende dunque soprattutto dai documenti conservati negli antichi archivi delle istituzioni ecclesiastiche e monastiche lodigiane: seguono gli archivi delle stesse istituzioni milanesi, quelli degli antichi ospedali del Lodigiano accorpati nel XV secolo all’Ospedale Maggiore di Lodi, alcuni fondi lombardi e i libri iurium di altre città di area padana. La provenienza della documentazione così raccolta influenza certamente la distribuzione quantitativa delle tipologie documentarie pervenute: come è normale che avvenga per la documentazione medievale, il contributo più cospicuo è fornito dagli archivi delle istituzioni ecclesiastiche, fra cui spicca decisamente l’archivio dell’episcopato lodigiano.

Se la documentazione sciolta raccolta in edizione consente di risalire all’esistenza di diversi registri comunali lodigiani 6, l’unico pervenuto è il già citato Liber iurium, che costituisce una sorta di ‘fondo rilegato’ dell’archivio comunale di Lodi: esso è un codice a sé e i documenti contenutivi costituiscono un corpus che ha significato anche e soprattutto come unità fisica indivisibile.

Si tratta di un codice membranaceo iniziato nel 1284 dal notaio Anselmo de Mellese per mandato del podestà Lotto de Aleis 7 (con la raccolta di documenti pregressi a partire dalla fondazione della nuova Lodi nel 1158) e poi aggiornato con sempre minore regolarità fino all’anno 1335 8, corrispondente al definitivo tramonto del libero comune di Lodi, quando esso fu inglobato nel dominio dei Visconti di Milano. Il Liber raccoglie – come è caratteristica dei libri iurium – la documentazione relativa ai diritti acquisiti nel tempo dal comune, alle sue pretese sul territorio e alle principali vicende politiche in cui fu coinvolto.

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La natura di tali registri sarà analizzata in base agli elementi disponibili in relazione agli uffici comunali di competenza. Tali registri sono riconducibili a tre diverse tipologie: raccolte di documenti in copia, come nel caso del Liber iurium e di alcuni quaterni comunis; libri ove veniva registrata la documentazione prodotta dai singoli uffici (libri sententiarum, libri consiliorum e via dicendo); infine gli statuti, che costituiscono un corpus a parte. Salvo alcuni cospicui frammenti degli statuti duecenteschi (gli Statuta Vetera del 1234 circa), non è pervenuto neppure uno di questi registri, la cui esistenza è nota grazie alla documentazione da essi estratta.

7 Cfr. il mandato di redazione di cui al prologo, Liber iurium, p. 3, databile tra il 25 dicembre 1283 e il 10 gennaio 1284.

8 Salvo una tardiva aggiunta nell’anno 1400 di un doc. del 1286 (Liber iurium, n. 149).

GLI ATTI DEL COMUNE DI LODI

XIII

La necessità da parte di Lodi di compiere un’operazione simile corrisponde del resto a quanto disposto da molti comuni onde provvedere alla ricomposizione organica degli atti fondamentali della loro stessa esistenza, considerato che la gran parte della documentazione comunale era mescolata ad altri atti nei cartulari dei notai, per i quali i comuni erano spesso considerati come semplici clienti 9; i notai infatti inserivano gli atti nei propri cartulari in ordine cronologico, indipendentemente dalla tipologia documentaria e dalla natura dei soggetti interessati.

Se analizziamo il rapporto tra il Liber e la documentazione sciolta, risulta che il primo e i vari fondi pergamenacei superstiti si presentano come due canali di conservazione paralleli, con sovrapposizioni assai limitate: sia perché il codice è un’unità fisicamente indipendente e ha avuto una storia propria, distinta dai mille rivoli della documentazione sciolta, sia perché l’uno e l’altra hanno tramandato in generale documenti di tipo diverso.

Poiché il Liber iurium di Lodi costituisce una porzione importante dell’antico archivio del comune e non è possibile trattare della documentazione comunale lodigiana e delle relative tipologie senza farvi riferimento, si correda questa edizione di un’appendice con l’elenco dei regesti dei documenti contenuti nel Liber.

1.2. Oggetto dell’edizione I documenti del comune di Lodi dal 1142 fino alla fine del XIII secolo corrispondono a 436 unità: 306 edizioni, 37 regesti e 93 notizie. In merito alla natura dei documenti, il corpus può essere così suddiviso: documenti di natura politica; atti giudiziari; controllo sulla documentazione; documenti privati.

Quanto al ruolo del comune nell’ambito della documentazione qui edita, possiamo invece distinguere tra: documenti prodotti o ricevuti dal comune (da suoi uffici o rappresentanti), in prevalenza

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Gli atti del comune di Milano fino all’anno MCCXVI, ed. C. Manaresi, Milano 1919, p. XCVIII; D. Puncuh, Note di diplomatica giudiziaria savonese, « Atti della Società Ligure di Storia Patria », N. Ser., 5 (1965), pp. 5-36 (in part. p. 5, nota 3), ripubblicato in Puncuh, All’ombra della Lanterna. Cinquant’anni tra archivi e biblioteche: 1956-2006, cur. A. Rovere - M. Calleri - S. Macchiavello, Genova 2006 (« Atti della Società Ligure di Storia Patria », N. Ser., 46), pp. 531555 (dal quale si traggono le citazioni successive), in part. p. 531, nota 4.