CONSTRUCTIO MONASTERII FARFENSIS

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ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO BADIA DI FARFA FONTI E STUDI FARFENSI Fonti, 1

CONSTRUCTIO MONASTERI FARFENSIS a cura di UMBERTO LONGO

ROMA

nella sede dell’istituto palazzo borromini

2017

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FONTI E STUDI FARFENSI collana diretta da Dom Eugenio Gargiulo e Massimo Miglio

Coordinatore scientifico: Isa Lori Sanfilippo Redattore capo: Salvatore Sansone

ISBN 978-88-98079-58-2 Stabilimento Tipografico « Pliniana » - V.le F. Nardi, 12 - 06016 Selci-Lama (Perugia) - 2017

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Proporre una nuova collana è un atto di fede verso la cultura, di speranza storiografica, di fiducia verso la società d’oggi. La tradizione dell’Istituto è legata da oltre un secolo all’Abbazia di Farfa; nei verbali della Giunta dal 1898 si parla già dell’edizione dei testi farfensi e, naturalmente, chi ne parla è Ugo Balzani, che informa dell’impegno per la preparazione dei due volumi, che, quando appariranno nel 1903, saranno un monumento alla memoria storica dalla Badia. Continuare o riprendere una tradizione vuol dire sempre innovare e la nuova collana vuole essere anche questo. Nelle nostre intenzioni c’è anche la volontà di richiamare di nuovo l’attenzione da parte degli storici su Farfa, con la speranza e con l’augurio che si ritorni a studiare l’Abbazia, come non sempre è avvenuto negli ultimi tempi. Con queste prospettive il Priore di Farfa e l’Istituto storico italiano per il medio evo aprono questa nuova collana di Fonti e Studi farfensi che è un dittico: una sezione dedicata all’edizione delle fonti (anche in ristampa), l’altra alla loro interpretazione. L’augurio è che abbia molti lettori, così come ancora oggi molti leggono le ormai ingiallite pagine del Chronicon di Balzani.

Dom. Eugenio Gargiulo P. Priore della Badia di Farfa

Massimo Miglio Presidente dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo


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L’IDOLO DELLE ORIGINI. LA RI-COSTRUZIONE DELLA STORIA A FARFA ATTRAVERSO LE STRATIFICAZIONI DI UN TESTO

È questo il primo volume dedicato alla pubblicazione di fonti pertinenti alla storia millenaria dell’abbazia di Farfa all’interno della nuova collana “Fonti e Studi farfensi”, inaugurata dalla Badia benedettina di Farfa e dall’Istituto storico italiano per il medioevo. L’iniziativa editoriale, promossa dal Rev.mo P. Priore Dom Eugenio Gargiulo, si propone l’obiettivo di sostenere e sviluppare una nuova stagione di studio e di ricerca volta a incrementare gli studi e il patrimonio di conoscenze sulla storia di Farfa, già dedicataria in passato dell’attenzione degli studiosi e ora nuovamente valorizzata come privilegiato punto di osservazione del mondo monastico, inteso come laboratorio di sperimentazioni religiose, politiche e sociali da ricostruire alla luce dell’attuale dibattito storiografico nazionale e internazionale. In questa direzione, in accordo con Massimo Miglio, Presidente dell’Istituto storico italiano per il medioevo, sede che ha tradizionalmente riservato una speciale attenzione agli studi e alle edizioni farfensi, si propone il primo volume della sezione dedicata alle “Fonti” della neonata collana. Nella sezione si intendono pubblicare in singola edizione anastatica le fonti tra quelle, varie e preziose, che il conte Ugo Balzani pubblicò nel 1903 premesse all’edizione del Chronicon farfense di Gregorio da Catino, corredate da studi che offrano nuovi apporti storiografici e metodologici sulla storia di Farfa, oltre che nuove edizioni di fonti ancora inedite tratte dal ricco patrimonio documentario e manoscritto farfense. In particolare si inaugura la sezione con la pubblicazione anastatica della cosiddetta Constructio farfensis accompagnata da uno studio che, oltre a ripercorrere le varie tappe della storia del testo nelle sue intricate relazioni e dipendenze testuali e nei suoi percorsi editoriali, propone alcune nuove considerazioni sui suoi rapporti con altri testi, sulle sue funzioni e sulla sua identità.


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UMBERTO LONGO

La Constructio fu pubblicata da Ugo Balzani in apertura al volume XXXIII delle Fonti per la storia d’Italia congiuntamente a una serie di altri sette testi: la Destructio monasterii edita a domno Hugone abbate, la Relatio constitutionis domni Hugonis abbatis, la Exceptio relationum domni Hugonis abbatis de monasterii Farfensis diminutione, il Querimonium domni Hugonis abbatis ad imperatorem de castro Tribuco et Bucciniano, i Catalogi a Gregorio Catinensi Chronico Farfensi praefixi, addito alio abbatum Farfensium ex ipsius Gregorii Largitorio, il Sermo de sancto Laurentio1. La raccolta miscellanea, oltre alla cosiddetta Constructio farfensis di autore ignoto, si compone, dunque, di alcuni testi redatti dall’abate Ugo (Destructio, Relatio constitutionis, Exceptio relationum, Quaerimonium), di alcuni cataloghi redatti da Gregorio da Catino e premessi al Chronicon e al Liber Largitorius, e infine di un sermone dedicato a s. Lorenzo, primo fondatore del cenobio farfense. Le fonti raccolte da Balzani in apertura all’edizione del Chronicon farfense non provengono tutte dal medesimo manoscritto. Il testo della Constructio farfensis viene dal cod. Farf. 32 della Biblioteca Nazionale centrale Vittorio Emanuele II di Roma; il testo della Destructio monasterii edita a domno Hugone abbate si trova nel cod. Vat. Lat. 3216 della Biblioteca apostolica Vaticana ed è una copia tarda, del XVI secolo2; la Relatio constitutionis domni Hugonis abbatis si trova all’interno del Chronicon, alle cc. 250-252v, come anche la Exceptio relationum domni Hugonis abbatis de monasterii Farfensis diminutione, alle cc. 253-259. Il Querimonium domni Hugonis abbatis ad imperatorem de castro Tribuco et Bucciniano si trova invece nel Regesto farfense, doc. n. 1279. Dei due cataloghi, il primo dedicato agli imperatori, re, principi e pontefici romani, si trova all’inizio del manoscritto del Chronicon, alle cc. 3-10v, mentre il

1 Constructio monasterii Farfensis, pp. 1-23; Destructio monasterii edita a domno Hugone abbate, pp. 25-51; Relatio constitutionis domni Hugonis abbatis, pp. 53-58; Exceptio relationum domni Hugonis abbatis de monasterii Farfensis diminutione, pp. 59-70; Querimonium domni Hugonis abbatis ad imperatorem de castro Tribuco et Bucciniano, pp. 71-77; Catalogi a Gregorio Catinensi Chronico Farfensi praefixi, addito alio abbatum Farfensium ex ipsius Gregorii Largitorio, pp. 79-99; Sermo de sancto Laurentio, pp. 101-106. 2 Così si esprime a riguardo Balzani: «l’apografo della Destructio fu scritto intorno alla metà del secolo decimosesto, e parrebbe piuttosto nella seconda che nella prima metà del secolo. Leggendolo si ha l’impressione che la copia sia opera di un paleografo poco esperto il quale copiava da un testo più antico senza saperlo leggere, ciò che rende maggiore il danno della sua perdita», U. BALZANI, Il Chronicon Farfense di Gregorio di Catino: precedono la Constructio Farfensis e gli scritti di Ugo di Farfa (sec. IX-XII), ed. U. Balzani, 2 voll., Roma 1903 (Fonti per la storia d’Italia, 33-34), (d’ora in avanti: C.F.), I, pp. XXXIX-XL.


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L’IDOLO DELLE ORIGINI

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secondo, riguardante gli abati del cenobio farfense, è contenuto nel cod. Farf. 2, premesso da Gregorio da Catino al suo Liber Largitorius, alla c. 2121v. Il Sermo de sancto Laurentio, infine, si trova nel cod. Farf. 1 alle cc. 1718v e secondo Balzani sarebbe stato aggiunto dallo stesso Gregorio in un secondo momento sulle carte del prologo del Chronicon che in origine, non essendo state utilizzate, erano state lasciate bianche3. La scelta editoriale di Balzani è stata senza alcun dubbio utile e meritoria, ma l’insieme dei testi premessi al Chronicon non è omogeneo e conosce genesi, identità, funzioni, percorsi editoriali differenti e non cumulabili a rischio di non contestualizzare e cogliere appieno le specifiche peculiarità e le potenzialità che ogni fonte può offrire per le ricerche sulla storia di Farfa. Alla base della pubblicazione in singole edizioni anastatiche distinte di tali fonti farfensi c’è la necessità, di ordine metodologico e storiografico, di una loro più corretta e circostanziata contestualizzazione attraverso studi peculiari. Si deve peraltro notare che la nuova iniziativa scientifica che qui si inaugura, si propone di realizzare quanto lo stesso primo editore aveva auspicato: Ugo Balzani, infatti, già nella sua edizione aveva riconosciuto che le fonti meritassero una pubblicazione a se stante; a proposito della prima nota introduttiva della Relatio constitutionis domni Hugonis abbatis rilevava: «sebbene essa [la Relatio] debba venir pubblicata un’altra volta a suo luogo, la connessione sua con le altre opere di Ugo e con la storia del suo governo abbaziale è così stretta che mi par necessario di riprodurla anche qui»4. Un’ulteriore considerazione merita il fatto che le vicende editoriali e le caratteristiche dei testi, che sono stati riuniti insieme secondo la prospettiva editoriale dell’inizio del XX secolo, sono frutto di scelte coerenti dal punto di vista dei criteri filologici, ma non sempre hanno risolto l’identità dei testi una volta per tutte, e meritano senz’altro un ulteriore esame alla luce dell’evoluzione della sensibilità storiografica e dei nuovi apporti metodologici che sono stati elaborati nell’ultimo secolo.

3 A parere di Zielinski il sermo avrebbe fatto parte dell’organizzazione del testo fin dall’inizio (H. ZIELINSKI, Studien zu den spoletinischen Privaturkunden des 8. Jahrhunderts und ihrer Überlieferung im Regestum Farfense, Tübingen 1972, p. 28 nota 15; cfr.: P. SUPINO MARTINI, Roma e l’area grafica romanesca, Alessandria 1987, p. 280 nota 193); secondo Paola Supino Martini il quaternione sarebbe stato redatto da tre mani diverse, p. 281. Per la descrizione del cod. Farf. 1: http://manus.iccu.sbn.it// opac_SchedaScheda.php? ID= 211445. 4 C.F., I, p. 55 nota 1.


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