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LA FIGURA DI PIETRO FEDELE INTELLETTUALE, STORICO, POLITICO Atti del Convegno Nazionale di Studi Storici (Minturno, 29 settembre 2012)
a cura di CESARE CROVA
ROMA NELLA SEDE DELL’ISTITUTO PALAZZO BORROMINI PIAZZA DELL’OROLOGIO
2016
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Š Istituto storico italiano per il medio evo 2016 ISSN 2279-6223 ISBN 978-88-98079-48-3
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INTRODUZIONE
A distanza di oltre settant’anni dalla sua scomparsa, l’interesse storiografico per Pietro Fedele è vivo; molto svanito tra quanti vivono in quel territorio per cui ebbe sempre attenzione e prodigò il suo impegno. Dell’interesse culturale sono testimonianza gli studi che lo hanno interessato, le tesi di laurea che gli sono state dedicate, il restauro del Fondo bibliografico Fedele dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo, la revisione del Fondo Pietro Fedele presso l’Archivio Centrale dello Stato1. La sua figura è controversa. Personaggio pubblico di spessore, prima culturale, quindi politico e sociale, la sua attività si è divisa fra lo studio e l’insegnamento universitario (prima a Torino, poi a Roma); l’attività politica che lo ha visto Ministro della Pubblica Istruzione dal 1925 al 1928 e senatore; l’impegno sociale, con particolare riferimento all’alfabetizzazione delle classi meno abbienti, di cui fu uno dei paladini, insieme a personaggi importanti della cultura dell’epoca, da Alessandro Marcucci a Maria Montessori a Duilio Cambellotti. Legato alla sua umile origine, che mai rinnegò e che ricordò sempre con fierezza, tanto da rappresentarla con gli strumenti del fabbro nello stemma di famiglia, da lui disegnato dopo essere stato insignito del titolo di Conte, al quale però rinunciò a favore degli eredi. Nel cinquantenario della scomparsa la sua figura è stata ricordata nella Tavola rotonda Pietro Fedele. Storico e politico, curata da Faustino Avagliano e Luigi Cardi, in cui sono stati messi in risalto i rapporti con Gaeta e l’Abbazia di
1 Un lavoro di ricognizione quest’ultimo che, per quanto limitato a un riordino del patrimonio documentale esistente, dovrebbe rendere possibile in futuro la consultazione in rete, cfr. Archivio Centrale dello Stato (ACS), D. Di Berto Mancini, Fondo Pietro Fedele, Tesi di laurea in Archivistica contemporanea, Sapienza - Università di Roma, a.a. 2013-2014.
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INTRODUZIONE
Montecassino, la sua figura di storico e di politico, i legami con Benedetto Croce, il suo interessamento per la riapertura dell’Istituto Storico Germanico di Roma2. A distanza di venti anni si è voluta ricordare ancora la personalità istituzionale3. È stata ripercorsa la vita dello statista e aspetti molto importanti: il ruolo politico nella riforma scolastica, quando fu chiamato da Benito Mussolini a sostituire Giovanni Gentile al Ministero dell’Istruzione, cosa che gli procurò non pochi attacchi politici, ma che riuscì a portare a compimento, così come il suo impegno nella riconciliazione tra Stato italiano e Chiesa. Si è ripercorsa la sua l’attività culturale, con l’impegno come presidente dell’Istituto Storico Italiano, con l’attivazione della Scuola storica nazionale e con l’allestimento della sede in cui ancora oggi si trova l’Istituto, in piazza dell’Orologio a Roma; la sua responsabilità nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico come promotore della ripresa degli scavi di Ercolano e della costituzione del Museo della torre di Paldolfo Capodiferro4. Si è ripercorso il suo impegno sociale, con la scolarizzazione dei fanciulli appartenenti alle classi più umili, in particolare i contadini, che favorì grazie all’Ente per gli asili d’infanzia, che portò alla realizzazione di scuole per bambini in tutta Italia, e tra queste due nel Comune di Minturno, progettate dall’architetto Mario Egidi de Angelis, una a Santa Maria Infante, oggi distrutta, e una a Scauri, recentemente restaurata e che rappresenta un unicum per le sue caratteristiche funzionali ed architettoniche. È stato infine indagato per la prima volta il suo archivio personale, conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, in comodato d’uso dalla famiglia Angalli Fedele Balbiani, di cui era già stata realizzata negli anni passati la prima ricognizione e inventariazione. L’archivio personale era stato trafugato nel corso della ritirata tedesca del 1943 e venne in parte recuperato grazie all’attività di Rodolfo Siviero, nominato Ministro plenipotenziario dall’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi per il recupero delle opere rubate
2 Pietro Fedele storico e politico, Atti della Tavola rotonda nel cinquantenario della scomparsa di Pietro Fedele (Gaeta, 12 agosto 1993), cur. F. Avagliano - L. Cardi, Montecassino 1994 (Archivio storico di Montecassino, Studi e documenti sul Lazio meridionale, 3). 3 Con un Convegno organizzato da Italia Nostra Lazio in collaborazione con l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, i Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo e quello dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, la Regione Lazio. 4 Oggi purtroppo smembrato dopo la distruzione della Torre durante la ritirata tedesca nell’ottobre del 1943 e che, per la ricchezza dei cimeli che Fedele vi aveva raccolto, era tra i più importanti musei privati d’Italia. Nel 1986 è stata ritrovata, in una soffitta dell’albergo Villa Igea a Fiuggi, la Tabula patronatus, scoperta nel 1933 nel corso degli scavi del teatro romano di Minturno da Jotham Johnson, che Fedele aveva potuto acquisire per il Museo.
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durante la seconda guerra mondiale, che riuscì a ritrovare anche molte delle opere sottratte dalla Torre di Paldolfo5. Si è ritenuto opportuno ampliare i contenuti della giornata di studi, con i contributi di Orietta Filippini, che ha cercato di collegare il patrimonio documentario conservato nell’Archivio storico dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo con quello conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato6; di Francesco Miraglia, dedicato al restauro della chiesa dell’Annunziata di Sessa Aurunca e allo sforzo del Ministro nella ricerca dei sussidi necessari al sostegno per la collettività, e infine di d. Faustino Avagliano, priore e direttore dell’archivio di Montecassino, che aveva accolto con entusiasmo l’invito di pubblicare uno studio su Fedele, dando così ideale continuità con le celebrazioni del 19937. Ancora molte occasioni di riflessione rimangono possibili su Pietro Fedele, e citiamo ad esempio le opportunità che offrirebbe lo studio della tesi sul ducato di Gaeta con cui si laureò nel 1894, ancora inedita e conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato8. Da ultimo un ringraziamento a Luigi Cardi, tra i maggiori esperti della figura di Pietro Fedele, e alla famiglia Angalli Fedele Balbiani. Massimo Miglio - Cesare Crova
5 Una parte consistente dell’archivio è stata depositata all’Archivio Centrale dello Stato dal nipote di Fedele, Pierangelo Angalli Fedele Balbiani nel 1992 [cfr. G. Giammaria, L’archivio di Pietro Fedele. Un appunto illustrativo, in Storia e storici della Regione aurunca laziale, Atti del seminario di Minturno (23 settembre 2006), cur. A. Di Fazio, Itri 2007, pp. 35-42 (Arbusti. Quaderni di Annali del Lazio meridionale)]. Parte è ancora nella disponibilità degli eredi, in proposito cfr. E. Conte, Pietro Fedele. Intellettuale e politico, Marina di Minturno 1999. Per ovvia scelta editoriale, gli scritti di Paola Puzzuoli e Orietta Filippini sono pubblicati così come sono stati realizzati e non tengono conto della recentissima nuova inventariazione. 6 Il Fondo Pietro Fedele conservato presso l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo è stato depositato dal nipote il 22 settembre 1990, in modo da permettere che “tali cimeli vengano […] inventariati e posti a disposizione degli studiosi”, cfr. Archivio Privato Angalli Fedele Balbiani, Lettera a Girolamo Arnaldi, Presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 22 settembre 1990. 7 La prematura scomparsa nel 2013 glielo ha impedito. D’accordo con d. Mariano Dell’Omo, attuale archivista di Montecassino, si è deciso di ripubblicare il lavoro che, con lo stesso titolo, era stato edito in Pietro Fedele storico e politico, cit., pp. 59-68, in cui si ricorda, anche, l’impegno di Pietro Fedele a favore della pubblicazione del Codex Diplomaticus Cajetanus. 8 I saggi sul ducato di Gaeta sono stati raccolti in P. Fedele, Scritti storici sul Ducato di Gaeta, cur. L. Cardi, Gaeta 1988.