ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO NUOVI STUDI STORICI - 115
‘SPECULUM FUTURORUM TEMPORUM’ ILDEGARDA DI BINGEN TRA AGIOGRAFIA E MEMORIA Atti del Convegno di studio (Roma, 5-6 aprile 2017) a cura di ALESSANDRA BARTOLOMEI ROMAGNOLI – SOFIA BOESCH GAJANO
ROMA NELLA SEDE DELL’ISTITUTO PALAZZO BORROMINI PIAZZA DELL’OROLOGIO 2019
Nuovi Studi Storici collana diretta da Massimo Miglio
Coordinatore scientifico: ISA LORI SANFILIPPO Redazione scientifica: ANTONELLA DEJURE Redattore capo: SALVATORE SANSONE Redazione: SILVIA GIULIANO
ISSN 1593-5779 ISBN 978-88-98079-92-6 ________________________________________________________________________________ Stabilimento Tipografico « Pliniana » - V.le Nardi, 12 - 06016 Selci-Lama (Perugia) - 2018
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Agli inizi del Duecento, il monaco Gebeno di Eberbach stilò una galleria degli uomini illustri del secolo XII, da Bernardo di Chiaravalle a Ugo e Riccardo di S. Vittore, da Tommaso Becket vescovo e martire al venerabile abate Aelredo di Rievaulx, sino a Gioacchino da Fiore, «qui spiritum prophetiae habuisse dicitur». Ma di tutte queste figure, per il monaco Gebeno, la più grande era stata Ildegarda di Bingen. Essa infatti assomigliava a un’aquila, e a lei, come a Giovanni, «arcana et secreta sua [...] Deus plus caeteris revelavit», segreti che aveva poi comunicato in maniera mirabile, anche se «obscure et inusitato stylo». Nei documenti dell’epoca Ildegarda è indicata come abbatissa, ma anche come magistra, domina o praeposita. Lei invece parlava di sé stessa come dell’“ombra della luce vivente”. Nata nel 1098 a Bermersheim, cittadina nei pressi di Magonza, Ildegarda, quando era ancora una bambina, entrò a far parte di un piccolo gruppo di recluse che afferivano al monastero di Disibodenberg. Qui ricevette la prima formazione da Jutta di Spanheim, e in seguito apprese i rudimenti del latino dal monaco Volmar. Dopo essere succeduta a Jutta alla testa della comunità, nel 1138, all’età di 40 anni, Ildegarda cominciò a scrivere il contenuto delle visioni e rivelazioni che l’avevano accompagnata sin da giovinetta. Tra il 1147-1148 i suoi scritti vennero esaminati da un sinodo a Treviri e, dopo aver preso atto dell’autorevolissimo parere di Bernardo di Clairvaux, che si era pronunciato in termini favorevoli, papa Eugenio III dette la sua approvazione affinché venissero divulgati. A partire da quel momento, Ildegarda assunse un ruolo pubblico. Convinta di essere investita di una speciale missione profetica, attraverso le lettere, ma anche i viaggi e la predicazione, si impegnò con energia eccezionale per la riforma della Chiesa, la lotta alle eresie, né esitò a stigmatizzare severamente la politica del Barbarossa durante la lotta tra il papato e l’impero. L’esercizio della parola ispirata da parte di una donna era un fatto senza precedenti e doveva aprire la strada a un nuovo protagonismo femminile nella vita della Chiesa. Nel 1150 Ildegarda lasciò il Disibodenberg per fondare un nuovo monastero a Bingen nel Rupertsberg. Fu una scelta difficile, che ebbe un seguito di polemiche e contrasti con i monaci. Ma fu nel 1178,
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quando Ildegarda era ormai vicina alla morte, che la comunità attraversò una crisi particolarmente e grave e subì la sospensione da tutti gli uffici divini. Per non andare contro la propria coscienza, la vecchia badessa aveva infatti disobbedito all’arcivescovo di Magonza, seppellendo uno scomunicato in terra consacrata. Ildegarda morì in pace l’anno successivo, poco tempo dopo la revoca dell’interdetto sul suo monastero. Ascoltata come un oracolo, venerata come una santa, si erano cominciate a scrivere biografie su di lei quando era ancora in vita. A distanza di cinquant’anni dalla morte, nel 1233, papa Gregorio IX ordinò un’inchiesta sulle sue virtù e i suoi miracoli, in ottemperanza alla nuova prassi canonica. Ma l’iter processuale subì una battuta d’arresto al tempo del pontificato di Giovanni XXII, in un clima poco favorevole alla santità mistica e profetica. Per arrivare al riconoscimento ufficiale si sarebbe dovuto attendere il 7 ottobre 2012, quando la santità di Ildegarda di Bingen, universale, è stata proclamata con canonizzazione equipollente da papa Benedetto XVI, cui è seguito, a distanza di pochi mesi, il riconoscimento di Dottore della Chiesa. Si è trattato di un provvedimento di notevole portata, che ha sancito l’autorevolezza di un magistero femminile di tipo carismatico, un messaggio che, nel 2013, è stato in un certo senso rafforzato con la canonizzazione di Angela da Foligno. Profetessa, teologa, scienziata, musicista, poetessa, la figura complessa e poliedrica di Ildegarda è stata al centro negli ultimi decenni di una riscoperta storiografica agevolata anche dal lavoro di edizione critica delle sue opere. La pubblicazione del corpus degli scritti ha favorito una più approfondita conoscenza del suo pensiero e della sua attività multifome. È stato messo a fuoco il suo ruolo nella storia della cultura, riconoscendo in Ildegarda uno dei grandi protagonisti del risveglio intellettuale europeo del secolo XII, mentre la sua testimonianza viene ormai giustamente valutata come una delle più alte espressioni storiche dell’autocoscienza femminile. E tuttavia, in questo straordinario fervore di studi, ancora oggi non disponiamo di una biografia storicamente fondata di Ildegarda, che all’analisi delle testimonianze documentarie, in particolare delle sue lettere, unisca lo studio approfondito e articolato delle testimonianze bio-agiografiche. Da questa esigenza ha preso le mosse un progetto di ricerca che intendeva analizzare fonti agiografiche ancora poco valorizzate e ricostruire i percorsi della memoria di Ildegarda, con un’impostazione cronologicamente rovesciata. Gli studi compresi in questo volume sono stati presentati e discussi nel corso di un Convegno organizzato dall’Associazione Italiana per lo Studio della Santità dei Culti e dell’Agiografia (AISSCA) in collaborazione con l’Istituto Storico per il Medioevo (ISIME), che si è svolto a Roma, presso i locali dell’Istituto, nell’aprile del 2017.
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La prima sezione presenta i recentissimi riconoscimenti della sua santità e del valore teologico del suo pensiero, finalmente sancito dal titolo di Dottore della Chiesa, come pure il travagliato itinerario di questo riconoscimento nel corso del medioevo e dell’età moderna. La seconda sezione affronta il tema delle agiografie, alla luce della produzione coeva di area germanica. Nell’intento di ripercorrere la costruzione della memoria agiografica e cultuale, attraverso una lettura sinottica del dossier biografico, vengono presi in considerazione gli autori e gli ambienti di elaborazione delle Vite, i loro rapporti genealogici, il significato e la funzione delle riscritture. Questi testi vengono confrontati con l’auto-rappresentazione che Ildegarda offre di sé nei suoi scritti, compresi quelli agiografici (le biografie dei santi Disibodo e Ruperto), sinora trascurati, forse perché considerati prove minori all’interno di una ricca produzione teologica e letteraria. Qui le due Vite vengono invece valorizzate come espressione di una precisa concezione della vita religiosa e testimonianza significativa della nuova agiografia del secolo XII. Sono preziose anche le illustrazioni nei codici delle opere, specialmente quello di Lucca e quello di Wiesbaden, dato che nell’esperienza intellettuale e religiosa della mistica renana le arti (pittura e musica) occuparono un posto rilevante, e centrale è il rapporto tra parola, immagine e visione. La terza sezione concentra l’attenzione sui principali temi affrontati da Ildegarda e sui contesti culturali in cui maturò il suo pensiero, così da offrire nuovi sguardi sulla sua esperienza storica e spirituale e la sua attività di scrittrice. Nel consegnare questo libro alla stampa, desideriamo esprimere la nostra gratitudine al prof. Massimo Miglio, Presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, che ha aderito con generosità a questa iniziativa, offrendo la sua consulenza scientifica, oltre al prezioso supporto organizzativo. Per il lavoro eseguito con competenza e sollecitudine dobbiamo un sentito ringraziamento anche allo staff editoriale dell’Istituto, in particolare a Isa Lori Sanfilippo, Antonella Dejure, Silvia Giuliano, Christian Grasso, Salvatore Sansone. Infine, ci sembra doveroso evidenziare il ruolo essenziale svolto in questa impresa dall’Azienda Aboca di Sansepolcro, il cui sostegno economico ha consentito la celebrazione del Convegno. È anche per suo merito se il progetto di questo libro ha potuto trovare compimento.
ALESSANDRA BARTOLOMEI ROMAGNOLI - SOFIA BOESCH GAJANO
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