STORIA
INCONTRARE I POPOLI DELL’ITALIA ANTICA
per conoscere da dove nascono le nostre tradizioni e la nostra cultura
L’ITALIA PREROMANA
L’ITALIA DELLE ORIGINI
L’ i talia fu popolata fin dalla Preistoria, grazie al suo ambiente favorevole.
Lungo le coste il clima era mite, i frutti della terra abbondanti e la natura rigogliosa; era ricca di fiumi e laghi, necessari alla nascita e allo sviluppo dell’agricoltura; inoltre occupava una posizione vantaggiosa per i commerci con i popoli delle altre regioni del Mediterraneo.
Durante il Neolitico, mentre in o riente nascevano le civiltà fluviali e le prime città, in i talia popolazioni di raccoglitori e cacciatori cominciavano a costruire le prime capanne e i primi villaggi. i n questo periodo si svilupparono alcune civiltà.
Le più importanti furono:
z la civiltà delle terremare nella Pianura Padana e in Emilia. i villaggi erano costruiti su palafitte di legno all’interno di un terrapieno che veniva allagato per una migliore difesa;
z la civiltà dei Camuni, in Val Camonica (Lombardia nord-orientale). Ci restano molte incisioni rupestri che documentano la vita quotidiana e la religione di questo popolo;
z la civiltà nuragica in Sardegna. Prende nome dai villaggi con alte costruzioni in pietra (i nuraghi), nei quali vivevano gli abitanti dell’isola; z la civiltà dei Dolmen in Puglia. È caratterizzata dalla costruzione di monumenti funerari formati da pietre, una orizzontale che poggiava su altre che servivano da colonne.
I POPOLI ITALICI
Nell’Età dei Metalli l’ i talia era abitata da molti popoli diversi. Essi continuavano a praticare l’agricoltura e la pastorizia, lavoravano i metalli, producevano oggetti in ceramica e commerciavano sia con i popoli vicini, sia con popoli molto lontani, dai quali acquistavano materie prime (ad esempio, l’ambra proveniente dalla Scandinavia). tra il X e il i X secolo a.C. iniziarono ad avere contatti anche con i Fenici e i Greci.
i coloni fenici, provenienti soprattutto da Cartagine, sbarcarono nella Sicilia nord-occidentale e in Sardegna, dove fondarono alcune colonie. i Greci, invece, costruirono insediamenti e città in i talia meridionale e Sicilia orientale. Questa regione prese il nome di Magna Grecia.
i popoli italici impararono dai Fenici e dai Greci a utilizzare la scrittura e le monete, ampliarono i commerci, migliorarono le tecniche della navigazione, della lavorazione dei metalli e della ceramica. Seguendo il modello dei Greci, iniziarono a organizzarsi in città-stato e a partecipare alla vita pubblica.
GLI ETRUSCHI
/// Espansione etrusca
⬛ Greci
⬛ Fenici
DOVE? QUANDO?
i primi villaggi degli Etruschi si svilupparono intorno al 950 a.C. nella regione compresa tra l’a ppennino tosco-Emiliano e i fiumi a rno e tevere.
Questa area geografica, chiamata un tempo Etruria, corrisponde alle attuali toscana, Umbria e Lazio settentrionale e a una piccola parte dell’Emilia- r omagna. Era una zona particolarmente fertile, ricca di legname e di metalli, perciò molto favorevole alla vita degli uomini.
Dalle terre d’origine gli Etruschi a poco a poco ampliarono il proprio territorio: a nord verso la Pianura Padana, a sud oltre il tevere fino alla Campania. a ovest raggiunsero coi loro prodotti la costa della Sardegna, spingendosi fino in Corsica e sulle coste della Francia meridionale.
Fu un’espansione pacifica: alla fine del V i secolo a.C. gli Etruschi giunsero al loro periodo di massima fortuna. Fu in quest’epoca che alcuni re di origine etrusca governarono r oma, come vedremo in seguito.
L’origine degli Etruschi è ancora oggi incerta. Seguendo il racconto dello storico greco Erodoto, alcuni studiosi pensano che provenissero dalla Lidia, regione dell’a sia Minore. i n un momento di tremenda carestia il re della Lidia aveva inviato parte del suo popolo a cercare nuove terre fertili; una volta trovatele, vi si stanziarono. a ltri storici sostengono, invece, che gli Etruschi fossero una popolazione di origine italica. o ggi gli studiosi ritengono più credibile che la cultura etrusca nacque dall’incontro tra le popolazioni indigene che già vivevano in Etruria con coloni provenienti dal Mediterraneo o rientale, e che si sia formata lentamente.
COME SI ORGANIZZARONO?
Uno stato non unitario
Gli Etruschi non ebbero mai uno stato unitario, ma tante città-stato o gni città era autonoma, decideva le proprie leggi ed era governata da un re, chiamato lucumone . Egli era capo dell’esercito e capo religioso. Spesso sorgevano contrasti tra le varie città etrusche: per questo motivo fu creata la lega delle dodici città (dodecapoli), che dovevano aiutarsi in caso di pericolo.
Ara della Regina, tempio etrusco rinvenuto nel sito archeologico di Tarquinia
Le città dell’Etruria
Gli Etruschi fondarono molte città. a lcune delle più importanti furono Veio, Cerveteri, tarquinia, Perugia, Volterra, Siena, a rezzo, Chiusi, Bologna, Mantova, Capua.
Di solito le città etrusche sorgevano su alture vicino ai fiumi, per controllare il territorio e avere sempre acqua disponibile. Le alture garantivano anche la difesa.
Le città erano unite tra loro da strade ben curate, spesso scavate nei banchi di tufo che caratterizzano il territorio. Sono per questo chiamate Vie Cave.
Fin dal V ii secolo a.C. le città etrusche furono difese da alte mura di pietre squadrate. i n esse si aprivano possenti porte.
Gli Etruschi erano abili architetti: inventarono l’arco in pietra e la volta a botte, che permettevano costruzioni più ardite di quelle dei Greci. Come nelle polis greche, nelle città etrusche il tempio sorgeva nella zona più elevata e custodiva la statua della divinità. Vicino al tempio si trovava il palazzo del lucumone, una grande casa a cortile decorata con statue di terracotta.
Le strade erano lastricate e già esistevano pozzi, cisterne per la raccolta dell’acqua, fognature e acquedotti.
CHE ATTIVITÀ SVOLGEVANO?
La ricchezza degli Etruschi si basava sull’agricoltura, la lavorazione dei metalli, l’artigianato e il commercio.
Gli Etruschi bonificarono paludi e acquitrini e irrigarono i campi scavando canali. Producevano cereali, legumi e vino, di cui diventarono i maggiori produttori ed esportatori del Mediterraneo occidentale.
La scoperta di giacimenti di ferro sull’isola d’Elba e nelle Colline Metallifere in toscana favorì la nascita e lo sviluppo di officine artigianali. i mpararono a lavorare l’oro con una nuova tecnica, la filigrana. a nche con il bronzo crearono oggetti di splendida fattura, che esportavano in tutto il Mediterraneo.
Furono molto abili nella lavorazione della ceramica: imitarono i prodotti greci e crearono terrecotte, statue e sarcofagi per decorare le loro abitazioni e per seppellire i loro defunti.
Gli Etruschi furono anche abili commercianti: importavano ed esportavano numerosissimi prodotti, come dimostrano i preziosi e ricchi oggetti scoperti nelle loro tombe. a ttraversavano con le loro navi mercantili tutto il Mediterraneo, arrivando fino in Egitto e in Fenicia.
Fibula in oro per chiudere il mantello
Vaso etrusco raffigurante dèi. Lo stile imita la ceramica greca a figure rosse
Vaso egiziano ritrovato in una tomba etrusca
La scrittura
L’alfabeto etrusco è stato decifrato da pochi anni. Sappiamo che è composto da circa 30 segni, che corrispondono a 26 suoni. La lingua etrusca, invece, non è ancora del tutto chiara: si riconoscono alcuni nomi, alcuni verbi, ma non è ancora facilmente comprensibile.
IN COSA CREDEVANO?
Gli Etruschi erano politeisti.
Gli dèi principali erano Tinia (Zeus), Uni (Hera) e Menerva ( a tena).
Per conoscere in anticipo la loro volontà, essi si rivolgevano agli àuguri e agli aruspici .
Gli àuguri erano sacerdoti che osservavano il volo degli uccelli e lo interpretavano; gli aruspici traevano indicazioni sul futuro dalla disposizione delle viscere degli animali sacrificati.
Erano importanti anche le divinità dell’ o ltretomba: tra esse, Charun, un mostro che accompagnava i defunti nell’a ldilà.
Il culto dei morti
Rappresentazione di Charun nella Tomba degli Anina, a Tarquinia
Presso gli Etruschi aveva grande importanza il culto dei defunti. Essi, infatti, credevano che la vita continuasse dopo la morte; per questo costruivano i cimiteri come vere e proprie città. Le necropoli sorgevano fuori dalle mura degli abitati. Nel periodo più antico gli Etruschi praticavano la cremazione: bruciavano i cadaveri e ne raccoglievano le ceneri in urne. Più tardi iniziarono a deporre i defunti in casse di legno o in sarcofagi di pietra e di terracotta.
Le tombe venivano scavate nella roccia o costruite in muratura ed erano considerate le abitazioni dei defunti; per questo venivano costruite imitando le case dei vivi. Contenevano oggetti che potevano servire al defunto nell’aldilà ed erano abbellite da numerosi affreschi. Proprio grazie a essi possiamo conoscere alcuni aspetti della vita degli Etruschi: raffigurano banchetti, feste, scene di caccia e di pesca; a differenza dei Greci, a questi eventi partecipavano anche le donne.
LA DECADENZA DEGLI ETRUSCHI
Mentre si espandevano verso sud, gli Etruschi si scontrarono con le potenti città della Magna Grecia. Si allearono allora con Cartagine, potente colonia fenicia, per controllare i mari.
a lla fine del V secolo a.C., però, una flotta greca distrusse quella etrusca al largo delle coste di Cuma. Gli Etruschi persero così per sempre il controllo del mar t irreno.
a nord i Galli li scacciarono dalla Pianura Padana e i Sanniti li attaccarono dalle montagne appenniniche a sud. i r omani, infine, penetrarono nel cuore della stessa Etruria conquistando la città di Veio e tutte le città etrusche che non riuscirono a difendersi.
Con la perdita dell’indipendenza, all’inizio del i V secolo a.C., si concludeva la storia di un antico popolo che per secoli aveva primeggiato nel Mediterraneo occidentale per cultura e per ricchezza. METTITI
1. i nserisci le risposte corrette: nella colonna colorata comparirà il nome del popolo di cui parliamo:
1. r egione antica compresa tra a rno e tevere
2. Una delle principali città di quella regione
3. Minerale che si estraeva all’isola d’Elba
4. Sacerdoti che interpretavano il volo degli uccelli
5. Vi si seppellivano i defunti
6. r e-sacerdote che governava ogni città-stato
7. a ccompagnava i defunti nell’a ldilà
8. t ipiche strade scavate nel tufo 1 2 3 4 5 6 7 8
2. Vero o Falso?
Gli Etruschi inventarono l’arco e la volta a botte ⬜ Vero ⬜ Falso
Gli Etruschi commerciavano nel Mediterraneo ⬜ Vero
⬜ Falso
Napoli fu fondata dagli Etruschi ⬜ Vero
⬜ Falso
i l lucumone interpretava le viscere degli animali ⬜ Vero
⬜ Falso
Gli Etruschi erano politeisti ⬜ Vero
⬜ Falso
i n origine gli Etruschi provenivano dalla Francia ⬜ Vero
⬜ Falso
Le città etrusche costituirono uno stato unitario ⬜ Vero
⬜ Falso
Le tombe degli Etruschi erano costruite all’interno delle città ⬜ Vero
⬜ Falso
3. Prova a immaginarti di essere un marinaio etrusco che giunge in Egitto per scambiare i suoi prodotti con il grano egiziano e qualche oggetto prezioso. Cosa avrai portato con te? r acconta sul tuo quaderno.
ROMA: LE ORIGINI E LA MONARCHIA
Veneti
Liguri
CORSICA
Arno
Felsina Tevere
Piceni
Etruschi
Umbri
Sabini
Roma
Latini
Sanniti
Napoli
Lucani
Agrigento
⬛ Primi territori di Roma
Enea, principe di troia e figlio della dea Venere, fuggì dalla sua città quando i Greci la incendiarono e con i suoi compagni si rifugiò nel Lazio. Qui sposò Lavinia, figlia del re Latino, ed ebbe un figlio, a scanio. a scanio fondò la città di a lba Longa sui Colli a lbani. Molte generazioni dopo, r ea Silvia, sacerdotessa della dea Vesta, ebbe due gemelli dal dio Marte. Suo padre, il re, affidò i bambini r omolo e r emo a un servo perché li uccidesse, ma egli, impietosito, li mise in una cesta e li affidò alle acque del tevere. La cesta scese a valle trasportata dalla corrente e si fermò in un’ansa del fiume.
Ostia, sacello di Romolo e Remo. In basso , Romolo e Remo allattati dalla lupa e protetti dall’aquila, simbolo di Giove. A lato un uomo barbuto rappresenta il fiume Tevere. Sopra , i pastori, riconoscibili dal bastone, stanno per trovare i due fanciulli. Po Cartagine
Una lupa, incuriosita del pianto dei due piccoli, li trovò e li allattò. Dopo qualche giorno li trovò un pastore, che li allevò come figli suoi. Quando furono giovani vigorosi, decisero di fondare una città vicino alla foce del tevere. Bisognava però decidere chi ne fosse il re e i due fratelli affidarono la decisione a un àugure. Egli, osservando il volo degli uccelli, decretò che r omolo dovesse essere il re. r emo, però, non volle riconoscere r omolo come unico signore della nuova città, alla quale avevano dato nome r oma, e fu ucciso dal fratello.
r omolo chiamò dai dintorni tutti coloro che erano in difficoltà economiche o avevano guai con la giustizia e propose che si unissero a lui. Erano, però, tutti uomini. a llora, per trovare loro delle mogli, rapì le giovani donne dei Sabini che abitavano nel nord del Lazio. i l rapimento delle Sabine causò una guerra che si concluse proprio grazie alla mediazione delle donne: ormai erano mogli dei r omani e chiesero ai loro fratelli e padri di non combattere più contro i loro mariti. a lla morte di r omolo, i r omani iniziarono a venerarlo come un dio, con il nome di dio Quirino.
DOVE? QUANDO?
La leggenda dell’origine di r oma contiene molte verità storiche. r oma sorse intorno alla metà dell’V iii secolo a.C. (secondo la tradizione il 21 aprile 753 a.C.) dall’unione di villaggi situati sui bassi colli che costeggiavano il tevere, come il Palatino e il Campidoglio.
La città si trovava in un punto strategico per i commerci: si stendeva di fronte a un’ansa del tevere, nel punto in cui si trova una piccola isola, chiamata t iberina. Un comodo guado permetteva il passaggio del fiume alle genti delle due diverse sponde.
Qui giungevano due importanti strade: la via Campana , che dall’Etruria proseguiva verso sud ed era percorsa dalle greggi dei pastori durante la transumanza, e la via Salaria . Questa partiva dalla foce del tevere, dove si trovavano grandi saline, e conduceva all’a ppennino. i l fiume era navigabile e permetteva il trasporto delle merci.
i pastori e i contadini di r oma scelsero di abitare nei colli circostanti, perché i terreni del fondovalle erano paludosi; inoltre sulle alture era più facile difendersi dai nemici.
Le abitazioni più antiche sono state individuate sul Palatino; qui sorse un villaggio di capanne con pareti di canne e terriccio, tetti di frasche e stoppie. i n seguito insediamenti simili si formarono anche sulle altre alture. a lungo i r omani rimasero pastori, poi iniziarono a coltivare le terre nel fondovalle. Le famiglie che possedevano estensioni maggiori di terra e mandrie più numerose divennero quelle più importanti.
COME SI ORGANIZZARONO?
La Monarchia
Ben presto, dai villaggi sparsi sui colli, quelle genti cominciarono a radunarsi e a collaborare. Decisero di nominare un capo che li governasse. Dapprima il re fu il signore del Palatino, poi il suo potere si estese su tutto il territorio dei sette colli circostanti.
Re
La parola latina rex deriva dal verbo latino regere che significa “comandare”.
Durante la Monarchia, i r omani erano divisi in tre importanti tribù che riunivano più famiglie con legami di parentela. o gnuna di esse si chiamava gens i loro capi, i patres , si riunivano nel senato , un’assemblea che collaborava col re nella guida della città. i l primo re, secondo la tradizione, fu Romolo , il fondatore ; dopo di lui si susseguirono altri sei re, provenienti da diversi popoli.
Tre re di origine sabina… Numa Pompilio , ricordato come re pio e saggio, mise in ordine i culti e la religione della città.
Tullo Ostilio guerreggiò
vittoriosamente con i popoli dei Colli a lbani. a lba Longa venne sconfitta grazie ai tre fratelli romani o razi che batterono in duello i tre fratelli albani Curiazi.
Anco Marzio rese più sicura
la città, costruì un porto a o stia, sulla foce del tevere, e unì le due sponde del fiume con il ponte Sublicio, in corrispondenza del guado sul tevere, per controllare il commercio del sale.
… e altri tre di origine etrusca
L’Isola Tiberina e il Ponte Emilio o Ponte Rotto, che oltrepassava il Tevere poco più a nord dell’antico Ponte Sublicio
Come sappiamo, gli Etruschi erano allora la maggiore potenza in i talia; essi dominavano sia i territori a nord sia quelli a sud di r oma. i l guado del tevere, con il nuovo ponte Sublicio, era un passaggio obbligato per i loro ricchi commerci.
Molte persone di origine etrusca abitavano a r oma e lentamente diventarono le famiglie più ricche e importanti della città. Fu in questo periodo che gli abitanti di r oma scelsero dei membri di famiglie etrusche come loro re.
Tarquinio Prisco , proveniente da tarquinia, in cerca di fortuna, divenne re come successore di a nco Marzio. Egli iniziò a costruire grandi opere in muratura, trasformando così r oma in una vera e propria città. r ealizzò la Cloaca Maxima, un grande canale di scolo per prosciugare le paludi del fondovalle. Essa divenne la prima grande fognatura di r oma.
Servio Tullio riorganizzò l’esercito: a esso dovevano partecipare tutti i cittadini romani, in base alla propria ricchezza. Ciascuno doveva procurarsi le armi a sue spese: così i più ricchi facevano parte della cavalleria perché potevano comprare e mantenere un cavallo, gli altri facevano parte della fanteria. tutti i cittadini che partecipavano all’esercito avevano anche diritti politici e potevano votare. i noltre Servio tullio fece costruire attorno ai sette colli alte mura di difesa, dette Mura Serviane . Sono ancora oggi visibili per brevi tratti nel centro storico di r oma.
Tarquinio , detto il Superbo , fu il successore di Servio tullio. La leggenda lo ricorda come un sovrano crudele e malvagio. Fu comunque capace di far diventare r oma una città bella e importante. Fece il primo trattato con la potente Cartagine , che riconobbe a r oma il controllo sul Lazio e costruì il grande tempio di Giove , ornato di terrecotte modellate da Vulca, il più famoso artista etrusco del tempo. Nel 509 a.C., però, si scatenò una rivolta per il suo modo autoritario di governare, senza coinvolgere il Senato. Fu costretto a fuggire da r oma e chiese aiuto al re etrusco Porsenna. Gli Etruschi attaccarono r oma, ma furono respinti. Di quella guerra rimangono i racconti delle imprese di o razio Coclite e Muzio Scevola, a ricordo del coraggio dei soldati romani.
Orazio Coclite
Per attaccare r oma e riportare al trono tarquinio il Superbo, l’esercito di Porsenna doveva attraversare il fiume tevere e c’era un unico ponte a quel tempo: il ponte Sublicio. Gli Etruschi in massa stavano per attraversarlo, quando tra le schiere romane si fece largo un giovane gridando: « tagliate il ponte!». Si chiamava o razio Coclite. Egli avanzò solo sul ponte e, con incredibile audacia e coraggio, tenne testa a tutti gli Etruschi impedendo loro il passaggio, mentre i r omani lo abbatterono con grandi colpi di scure. Con uno schianto di assi e di travi spezzate, il ponte crollò, trascinando con sé o razio e alcuni soldati etruschi. i l r omano era un buon nuotatore e riuscì a salvarsi. Porsenna però non si ritirò e pose l’assedio alla città, con la speranza che i r omani si arrendessero vinti dalla fame.
Mentre gli Etruschi comandati dal re Porsenna assediavano r oma, un giovane nobile romano, Muzio, si presentò in Senato e propose di uccidere il comandante etrusco. i l Senato approvò e Muzio si infiltrò nelle linee nemiche. Era di famiglia etrusca e parlava la lingua dei nemici, così raggiunse facilmente l’accampamento.
Sembrava che Porsenna stesse distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il re rimanesse solo, sbucò dal suo nascondiglio e lo pugnalò, ma subito si accorse di aver sbagliato persona: aveva infatti assassinato lo scriba del re, che aveva preso il suo posto.
Venne catturato dalle guardie e portato al cospetto di Porsenna; qui, senza esitare, il giovane romano disse: «Volevo uccidere te. La mia mano ha sbagliato e ora la punisco per questo imperdonabile errore». Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata. Da quel giorno il coraggioso nobile romano fu chiamato “Muzio Scevola” (Muzio il mancino) e Porsenna vide di che cosa erano capaci i coraggiosi romani.
Bassorilievo su cui è rappresentata la mano di Muzio Scevola nel fuoco, in via Sallustiana a Roma; secondo la tradizione indica il punto dove èavvenuto il gesto
METTITI ALLA PROVA
1. Scegli la risposta giusta.
1. i primi r omani si insediarono sui colli perché: nella pianura non c’era acqua in pianura c’erano paludi lì c’erano boschi
2. a quale data si fa risalire la fondazione di r oma da parte di r omolo?
268 a.C.
753 a.C.
452 a.C.
3. Secondo la leggenda, r omolo e r emo erano figli di:
Giove Giano Marte Enea
4. Si dice che i re di r oma furono: 3 4 7
2. i l testo seguente si riferisce alle origini di r oma. Leggi con attenzione, poi rispondi alle domande.
i ntorno all’V iii secolo a.C. pastori e contadini del popolo dei Latini si insediarono sul colle Palatino vicino al fiume tevere e costruirono le prime capanne cintate da mura.
La zona diventò un luogo di scambio perché qui giungeranno due importanti vie commerciali. Con il tempo il villaggio divenne una città sempre più grande che prese il nome di r oma.
Quando sorse la città di Roma?
Dove sorse?
Chi costruì le prime capanne?
Perché divenne una città?
Questo brano è:
una leggenda
una ricostruzione storica
3. r iordina la successione dei re di r oma, poi collega ciascuno con le azioni che la tradizione gli attribuisce.
tarquinio Prisco
Numa Pompilio
r omolo
tarquinio il Superbo
a nco Marzio
tullo o stilio
Servio tullio
fondò r oma
circondò i sette colli con possenti mura
costruì un porto alla foce del tevere
costruì la Cloaca Maxima
sconfisse a lba Longa
diede ordine ai culti religiosi
costruì il tempio di Giove
LA REPUBBLICA
Dopo la cacciata nel 509 a.C. di tarquinio il Superbo, i r omani decisero di non avere più un re, ma di governarsi in forma democratica. a lcuni cittadini venivano eletti dalle assemblee e si occupavano del bene di tutti. a questa nuova forma politica fu dato il nome di Repubblica
COME SI ORGANIZZARONO?
a capo dello Stato furono posti due consoli : essi avevano gli stessi poteri, in modo da controllarsi a vicenda. Così i r omani pensavano di ridurre il rischio che un solo uomo tornasse a comandare, togliendo loro la libertà. i consoli erano eletti dal popolo, riunito nei comizi centuriati; restavano in carica un anno e avevano il compito di proporre le leggi, imporre tasse in caso di guerre, comandare l’esercito.
Repubblica dal latino res pùblica che significa “cosa pubblica”, affari di tutti.
L’Arringatore, statua in bronzo che raffigura un magistrato romano mentre parla alla folla
i l Senato discuteva e approvava le proposte di legge. Era il consiglio degli anziani che appartenevano alle famiglie di nobile origine. a poco a poco acquistò sempre più importanza. Solamente in caso di pericolo, quando era necessario per la salvezza dello Stato avere una guida unica, si eleggeva un dittatore
Dittatore dal latino dictàre che significa “comandare”.
I senatori rappresentati su un sarcofago romano
i l dittatore comandava l’esercito ed era il capo assoluto a cui tutti dovevano ubbidire; aveva diritto di vita o di morte su tutti i cittadini. i l suo potere era immenso, ma la sua carica poteva durare solo sei mesi.
Gli altri compiti più importanti furono affidati a diversi magistrati: z i pretori , eletti ogni anno, amministravano la giustizia e i beni dello stato; z i censori , eletti ogni cinque anni, avevano il compito di misurare la ricchezza dei cittadini e di distribuirli di conseguenza nelle varie classi sociali attraverso il censimento; z i questori custodivano l’erario, cioè il tesoro della repubblica; z gli edìli dovevano organizzare i mercati e i giochi, e si occupavano dell’ordine pubblico.
La società romana
a l momento della caduta della monarchia, la società romana era divisa in due gruppi sociali: patrizi e plebei. i patrizi erano i discendenti delle tribù fondatrici di r oma. Possedevano le terre e le greggi. i plebei erano artigiani, commercianti, pastori e contadini, entrati a far parte della popolazione romana dopo la fondazione.
Patrizi dal latino patres che significa “padri fondatori”.
Plebei dal latino plebs che significa “moltitudine”.
La r epubblica raggiunse il suo massimo splendore quando questi due gruppi sociali riuscirono a convivere senza che nessuno dei due avesse il sopravvento sull’altro: tutti mettevano al servizio del bene comune le proprie capacità. Non fu semplice raggiungere tale collaborazione.
a lcuni anni dopo la caduta della monarchia, infatti, un certo numero di nobili decise d’impadronirsi del controllo della r epubblica. Estromisero, quindi, i plebei dalle cariche di governo: artigiani, contadini e ricchi mercanti potevano solo partecipare all’esercito e dovevano pagare le tasse, ma non potevano essere eletti come magistrati. Per questo nel 494 a.C. i Plebei abbandonarono r oma, ritirandosi sul Colle a ventino, situato a pochi chilometri dalla città, e si rifiutarono di dare il loro contributo alla società.
Statua di un patrizio che reca nelle mani le immagini dei suoi avi, a testimoniare l’antichità della sua discendenza
Bassorilievo raffigurante una bottega artigiana di cuscini e tessuti
i Plebei, però, erano indispensabili alla vita dello Stato: contribuivano all’economia e all’esercito di r oma. Presto i Patrizi si accorsero che non potevano farne a meno. a questo punto inviarono Menenio a grippa a discutere con loro: per convincerli a tornare, egli paragonò la società romana al corpo dell’uomo, con questo discorso:
«“Un tempo, quando nel corpo umano non c ’ era, come oggi, piena intesa fra tutte le sue parti, ma ogni membro era autonomo e poteva autonomamente parlare, le altri parti protestarono indignate, per il fatto che tutto il frutto delle loro fatiche e del loro lavoro andava a vantaggio del ventre, mentre il ventre, ozioso al centro del corpo, nient ’ altro faceva che godersi i piaceri che gli venivano procurati.
Si accordarono quindi che la mano non portasse il cibo alla bocca, che la bocca non ricevesse quanto le veniva dato, che i denti non triturassero ciò che ricevevano. In seguito a questo gesto d ’ ira, mentre avrebbe voluto umiliare il ventre, insieme a lui, le stesse membra e l ’ intero corpo giunsero ad uno sfinimento mortale.
Apparve quindi chiaro che anche quella del ventre non era una funzione oziosa e che esso non riceveva nutrimento più di quanto non ne distribuisse a sua volta: assimilato il cibo, restituiva infatti in tutte le parti del corpo, ugualmente suddiviso nelle vene, il sangue, grazie al quale abbiamo vita e vigore”.
Con questo racconto, facendo notare quanto la rivolta interna del corpo fosse simile al gesto d ’ ira della plebe contro i nobili, (Menenio Agrippa) riuscì a placare gli animi» ( t ito Livio, Ab Urbe condita, ii , 32, 8-12).
i n queste parole appariva chiaro che i Plebei, come i Patrizi, erano indispensabili alla vita della città: il bene comune aveva bisogno della responsabilità di tutti per vivere. i Patrizi dovettero, quindi, concedere che anche i Plebei partecipassero al governo: in base a questo accordo, i Plebei poterono eleggere due rappresentanti, detti tribuni della plebe , che avevano il diritto di veto. Potevano, cioè, opporsi alle decisioni del Senato se pensavano non fossero utili agli interessi di r oma.
METTITI ALLA PROVA
1. Collega con una freccia. amministravano la giustizia il dittatore misuravano la ricchezza dei cittadini i questori custodivano il tesoro della repubblica i pretori si occupavano dell’ordine pubblico i censori comandavano l’esercito gli edìli governava da solo in caso di pericolo i consoli
3. Spiega:
Chi erano i patrizi? Da quali attività derivava la loro ricchezza? Chi erano i plebei? Che attività svolgevano?
Perché i plebei vollero l’elezione di due tribuni della plebe? Che compito avevano?
IN COSA CREDEVANO?
Nelle epoche più antiche i r omani adoravano moltissime divinità legate alle forze della natura: Cerere , Saturno , Bacco e Fauno , dio delle greggi e dei boschi. Erano infatti un popolo di allevatori e agricoltori, che aveva bisogno di essere costantemente protetto dai pericoli che minacciavano il ciclo delle stagioni. Più tardi gli dèi imitarono quelli greci: Giove , Giunone , Minerva , Marte , Venere , Apollo , Diana , Vesta
Gli dèi più importanti per i r omani erano Giove, Giunone e Minerva, che costituivano la triade capitolina . a loro era dedicato il tempio principale di r oma, sul Campidoglio; a loro era affidata la protezione della città. a questi dèi si facevano sacrifici con offerte di frutti della terra o di animali e in tutti i periodi dell’anno venivano celebrate grandi feste religiose. Un culto particolare era quello della dea Vesta. Sei sacerdotesse, le vestali , avevano il compito di mantenere sempre acceso il fuoco sacro alla dea, che rappresentava la vita stessa della città. Per questo esse dovevano condurre una vita totalmente consacrata agli dèi.
o gni famiglia, poi, aveva le sue divinità protettrici. Erano i Lari , gli spiriti degli antenati defunti, i Penati , gli spiriti protettori di ciascuna famiglia , e i Mani , le anime buone dei defunti. a loro tutta la famiglia riunita offriva sacrifici su un altare domestico, che costituiva il cuore della casa e della famiglia romana.
i l pontefice massimo , che restava in carica fino alla morte, era il capo supremo della religione romana. Egli stabiliva il calendario, le feste, i giorni propizi e quelli infausti. Dagli Etruschi i r omani avevano anche imparato l’arte degli àuguri e degli aruspici , che interpretavano e decifravano i segni inviati dagli dèi.
Giove dio del cielo e protettore di Roma
Giunone protettrice della famiglia
Minerva dea della sapienza e delle arti
Nettuno dio del mare, equivalente del dio greco Poseidone
Diana dea della caccia e dei boschi
Vesta dea del focolare
dea
dio
Venere dea
e della poesia
METTITI ALLA PROVA
1. Scrivi il nome dei seguenti dèi sotto l'immagine corrispondente.
Giove Giunone Minerva Marte Nettuno Apollo Diana Cerere
2. Spiega quali erano gli dèi protettori della casa e della famiglia.
La Repubblica Italiana
a nche l’ i talia è una repubblica. La nostra è una repubblica abbastanza giovane, infatti solo dal 1946 questa forma di governo è stata scelta dal popolo. Fino ad allora, dal 1861, in i talia c’era una monarchia, con un re.
Il governo della Repubblica Italiana
Roma, Palazzo Montecitorio, sede del Parlamento italiano
La nostra è una r epubblica Parlamentare. o gni sette anni viene eletto un Presidente della r epubblica, che deve garantire che le leggi dello Stato rispecchino i valori su cui si fonda la convivenza civile e che sono raccolti nella Costituzione. È una specie di arbitro di ciò che accade nella politica. Egli nomina poi il Presidente del Consiglio e i Ministri da lui scelti, che hanno il compito di proporre e far eseguire le leggi. i l Governo dura in carica cinque anni, a meno che i suoi membri non ottengano più la fiducia del Parlamento. a ttraverso le elezioni, infatti, gli i taliani scelgono ogni cinque anni alcune persone alle quali affidano il potere di decidere quali siano le leggi più utili per la vita comune. a lle elezioni partecipano tutti i cittadini maggiorenni, che hanno compiuto cioè 18 anni. Gli eletti entrano a far parte del Parlamento, composto da due assemblee, quella del Senato e quella della Camera dei Deputati, nelle quali si votano le leggi. Le leggi approvate avranno poi valore per tutti. o gni legge deve essere approvata sia dai senatori, sia dai deputati.
Ma chi propone le leggi?
Nella r epubblica i taliana la maggior parte delle leggi è proposta dal Governo o da singoli deputati e senatori. i n alcuni casi una legge può essere proposta dai cittadini, che devono raccogliere almeno 50.000 firme. Dopo averla presentata, una legge deve essere: z approvata dal Parlamento. i l suo testo, prima di essere approvato, può essere modificato; z promulgata , cioè confermata, dal Presidente della r epubblica, che la firma; z pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, un giornale che il Parlamento utilizza per informare tutti delle nuove leggi.
Una legge può anche essere abrogata , cioè annullata, attraverso un referendum popolare . È necessario raccogliere 500.000 firme, poi si può chiedere che tutti gli elettori si esprimano a favore o contro una legge, scrivendo sì o no alla proposta di annullamento.
I ROMANI CONQUISTANO L’ITALIA
⬛ Etruschi
⬛ Prime conquiste Romane
⬛ Conquiste Romane al 275 a.C.
⬛ Greci
⬛ Cartaginesi Rimini
Arno
DOVE? QUANDO?
Dopo la cacciata di tarquinio il Superbo, r oma dovette difendersi dagli Etruschi e dai popoli circostanti, i Latini e gli Equi. i r omani ne uscirono del tutto vittoriosi soltanto dopo aver distrutto la città di Veio , nel 396 a.C.
i n quegli stessi anni dovettero affrontare anche il terribile saccheggio dei Galli, guidati da Brenno. i Galli erano una popolazione proveniente dalla pianura padana; con una spedizione armata scesero lungo la penisola in cerca di bottino, saccheggiando le città etrusche e in seguito anche r oma. La incendiarono e solo il Campidoglio non subì danni. Secondo la leggenda, infatti, quando i Galli si avvicinarono al Campidoglio, dove era conservato il tesoro dei r omani, le oche, sacre a Giunone, si misero a starnazzare dando l’allarme. La dea, moglie di Giove, poté così salvare la città.
Le città latine, allora, approfittarono della difficile situazione e si ribellarono. i r omani, dopo una lunga lotta, riuscirono nuovamente a sottometterle, questa volta in modo definitivo; stabilirono con ciascuna accordi differenti con r oma, in questo modo era loro impossibile allearsi di nuovo contro di essa.
LE LUNGHE GUERRE CONTRO I SANNITI: ROMA CONQUISTA PARTE DELL’ITALIA MERIDIONALE
Dopo aver conquistato l’ i talia centrale, r oma si trovò di fronte i Sanniti, un rude popolo di montanari che abitava gli a ppennini abruzzesi e campani. Essi erano costretti d’inverno ad abbandonare le loro terre e a scendere nella pianura alla ricerca di pascoli per il bestiame. La città di Capua , per difendersi dalle continue scorrerie dei Sanniti, chiese aiuto ai r omani. i niziò una lunga guerra che durò più di cinquant’anni.
Dettaglio raffigurante un guerriero Sannita su una tomba campana
i n un primo momento ebbero la meglio i Sanniti, che attirarono l’esercito romano in una stretta gola vicino alla città di Caudio e, dopo averli costretti ad arrendersi, li fecero passare sotto un “tunnel” di lance, senza armi e vestiti della sola tunica, percuotendoli e umiliandoli. L’episodio è passato alla storia come la battaglia delle Forche Caudine r oma reagì con forza, vinse i guerrieri dei Sanniti e si impadronì del loro territorio. Mancava soltanto il possesso della Magna Grecia per dominare su tutta l’ i talia meridionale.
ROMA CONQUISTA LA MAGNA GRECIA
r oma iniziava a godere di una grande fama presso i popoli italici. Per questo le città della Magna Grecia si rivolgevano a lei per difendersi dai popoli vicini, poiché la Grecia non poteva più inviare soccorsi. r oma interveniva a ogni richiesta, pronta a estendere il suo controllo su tutta l’ i talia meridionale. La potente città di Taranto , però, preoccupata perché r oma era sempre più importante e minacciava la sua indipendenza, chiese aiuto a Pirro , re dell’Epiro, che comprendeva l’attuale a lbania e la costa ionica della Grecia settentrionale.
Pirro giunse in i talia con un esercito numeroso e con alcuni elefanti, che seminarono lo scompiglio tra i soldati romani: appena li videro, fuggirono in preda al terrore poiché non li avevano mai visti. o ttenne così alcune vittorie, ma in queste occasioni perse molti uomini. Cercò allora di ottenere la pace mandando a r oma un ambasciatore a trattare col Senato, che però non accettò il patto.
tornato in i talia, si scontrò in campo aperto coi r omani presso Benevento nel 275 a.C. ma fu sconfitto e si ritirò definitivamente nell’Epiro. a questo punto i r omani assediarono taranto, che si arrese tre anni dopo. r oma diventò così padrona di tutta la Magna Grecia, perché anche tutte le altre città accettarono la sua supremazia.
COME SI ORGANIZZARONO?
Gli elefanti di Pirro avevano tanto meravigliato gli abitanti dell’Italia da venir raffigurati su questo piatto prodotto a Taranto
Quando i r omani conquistavano un territorio, ne occupavano anche le città. a lcune diventavano città romane (municipi), ad altre veniva lasciata una certa autonomia (città federate). i n molti casi i r omani fondavano vere e proprie colonie, nuove città in cui si trasferivano a vivere cittadini romani. i n questo modo, poco alla volta, cultura, lingua, religione e abitudini romane si diffusero nei territori conquistati. a nche le campagne venivano organizzate e distribuite alle famiglie di coloni perché le coltivassero, rendendo produttivi terreni altrimenti incolti e abbandonati.
Le strade
Per muoversi velocemente nel vasto territorio conquistato, i r omani tracciarono una grande rete di strade. Erano strade solide, ben costruite, ampie, percorribili a cavallo, con carri e carrozze, o a piedi. La più antica è la via Appia (312 a.C.) che conduceva a Capua; fu poi prolungata fino a Brindisi. L’ Aurelia costeggiava il t irreno, raggiungeva la Liguria e proseguiva per la Gallia meridionale; la Flaminia superava l’a ppennino e arrivava fino a r imini; da qui la via Emilia conduceva a nord, fino a Piacenza, sul Po.
Piacenza
Genova
Pisa
Aquileia
Bologna
Firenze
Fano
Ancona
⬛ Aurelia
⬛ Emilia
⬛ Postumia
⬛ Cassia
⬛ Flaminia
⬛ Salaria
⬛ Tiburtina
⬛ Appia
⬛ Popilia
Aternum
Roma
Queste strade esistono anche oggi: sono sempre state utilizzate proprio perché erano fatte a regola d’arte. i l famoso detto: « tutte le strade portano a r oma» indica in parte una verità storica: tutte le vie consolari partivano dalla capitale per raggiungere i punti più lontani della penisola.
L’antica Via Appia, a Roma
ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO: LE GUERRE PUNICHE
Dopo la conquista della Magna Grecia, r oma entrò in conflitto con Cartagine, che fino ad allora aveva dominato incontrastata nel Mediterraneo. i l conflitto scoppiò in Sicilia. La colonia greca di Siracusa aveva attaccato Messina, che chiese aiuto ai Cartaginesi, i quali però non intervennero. Chiese allora aiuto ai r omani, che accorsero e diedero inizio alla guerra. r oma combatté contro Cartagine tre guerre, dette “puniche” dal nome con cui i r omani chiamavano i Cartaginesi, ovvero Puni (Fenici).
LA PRIMA GUERRA PUNICA
Dove? Quando?
Territori Romani nel 264 a.C.
Territori conquistati ai Cartaginesi
Altre conquiste Romane
Cartagine
Alleati di Cartagine
Sagunto
Nuova Cartagine
Mar Mediterraneo
La prima guerra punica durò dal 264 al 241 a.C. i Cartaginesi, padroni del mare, compivano devastazioni e saccheggi sulle coste; i r omani compresero allora che la loro avversaria poteva essere battuta soltanto per mare. a llestirono una flotta, costruendo delle nuove navi. Esse avevano a prua di ogni nave i rostri, degli arpioni con cui agganciavano le navi nemiche; poi venivano lasciati cadere i corvi , dei ponti mobili muniti di uncini che permettevano ai soldati di passare. i n questo modo la battaglia navale si trasformava in uno scontro corpo a corpo, nel quale l’esercito romano era imbattibile.
Per la prima volta i r omani usarono i rostri nella battaglia di Milazzo , dove riportarono una grande vittoria (260 a.C.). a llora i r omani attaccarono Cartagine, ma in a frica furono sconfitti e il console Attilio Regolo fu fatto prigioniero. La guerra continuò ancora per quattordici anni, fino al 241 a.C. i n quell’anno i r omani distrussero la flotta cartaginese presso le Isole Egadi i Cartaginesi chiesero la pace.
Come si organizzarono?
Con la sconfitta nella prima guerra punica, i Cartaginesi dovettero cedere a r oma i loro possedimenti in Sicilia, restituire i prigionieri di guerra e pagare una grossa somma. Poco dopo r oma tolse a Cartagine anche il possesso della Sardegna e della Corsica.
La città fenicia spostò allora i propri interessi nelle terre della Spagna, che conquistò grazie all’esercito guidato da un valido comandante: a milcare Barca. Ciò preoccupò molto r oma, che obbligò Cartagine a firmare un trattato che stabiliva il limite dell’espansione cartaginese al fiume Ebro, nel nord della regione.
a l termine della prima guerra punica, la Sicilia divenne la prima provincia romana e fu governata da un pretore. Da questo momento diventeranno province tutti i territori conquistati da r oma al di fuori della penisola italica.
LA SECONDA GUERRA PUNICA
Dove? Quando?
Territori Romani nel 221 a.C.
Territori conquistati ai Cartaginesi
Altre conquiste Romane
Spedizione di Annibale
Spedizione di Scipione
i n Spagna i Cartaginesi ripresero forza, grazie alle grandi ricchezze ottenute con i commerci e i guadagni delle miniere d’argento. a capo dell’esercito era ora Annibale , figlio di Amilcare Barca , che dimostrava straordinarie doti da condottiero. i l padre gli aveva fatto giurare odio eterno contro i r omani e, appena ne ebbe l’occasione, ideò un piano per invadere l’ i talia e vendicare il suo popolo. Nel 221 a.C. assediò e conquistò Sagunto , città spagnola che godeva della protezione di r oma: fu l’inizio della seconda guerra punica o ltrepassato il fiume Ebro, a nnibale valicò i Pirenei con un esercito numeroso e una trentina di elefanti, attraversò la Gallia Meridionale, superò coraggiosamente le a lpi e piombò nella pianura padana nell’autunno del 219 a.C. i r omani non si aspettavano un tale attacco, perché le a lpi erano considerate
una barriera insuperabile; per questo non furono pronti a difendersi. Con tre consecutive battaglie presso il fiume Ticino , il fiume Trebbia e sul lago Trasimeno , a nnibale sconfisse gli eserciti romani: utilizzò una tattica semplice ma molto efficace, con cui riuscì ad attirare la fanteria romana verso il centro del proprio schieramento per poi chiuderla a imbuto dai fianchi.
i r omani allora capirono di essere in serio pericolo ed elessero un dittatore. Fu scelto Quinto Fabio Massimo , soprannominato “il temporeggiatore”, perché preferiva disturbare il nemico con piccoli scontri senza lasciarsi trascinare in battaglia in campo aperto. La sua tattica però non fu sufficiente per sconfiggere i Cartaginesi.
a nnibale intanto si era accampato in Puglia. Nel 216 a.C. i nuovi consoli lo affrontarono nella pianura presso Canne , dove i r omani subirono la sconfitta più tremenda e sanguinosa della loro storia. Quando la notizia della disfatta giunse a r oma, la paura fu grande: tutti temevano che i Cartaginesi puntassero direttamente sulla città, ormai indifesa. a nnibale però non approfittò del vantaggio e preferì fermarsi a lungo a Capua per far riposare il suo esercito sfinito. i r omani seppero reagire e superarono il difficile momento. Seguendo i consigli del temporeggiatore, ripresero la sua tattica di piccoli attacchi per stancare il nemico, e riconquistarono Siracusa , Capua e Taranto
Nel frattempo il console Publio Cornelio Scipione , soprannominato poi l’Africano , sbarcò in a frica per attaccare Cartagine nel suo stesso territorio. i Cartaginesi richiamarono a nnibale ed egli si scontrò con i r omani nella battaglia di Zama , nel 202 a.C. i n questa battaglia i Cartaginesi riportarono una disastrosa sconfitta e a nnibale fuggì. i l grande comandante venne a lungo ricercato dai r omani: prima che lo trovassero si tolse la vita con il veleno.
Come si organizzarono?
Busto di Scipione l’Africano
Cartagine dovette accettare durissime condizioni di pace: consegnare la flotta e gli elefanti e cedere ai r omani le isole del Mediterraneo. i noltre le fu proibito di far guerra senza il permesso di r oma.
Con la vittoria di Zama, r oma diventò la padrona definitiva del Mediterraneo occidentale.
LA TERZA GUERRA PUNICA
Dove? Quando?
Territori Romani
La definitiva distruzione di Cartagine avvenne nel 146 a.C., a opera di Scipione Emiliano , nipote di Scipione l’a fricano. La città si era di nuovo ribellata alle dure condizioni imposte dai r omani, e per questo venne assediata, incendiata e rasa al suolo. i r omani cosparsero le rovine con il sale perché non potesse più crescervi nulla.
Come si organizzarono?
Dopo le guerre puniche r oma occupò in breve tempo tutti gli altri territori che si affacciavano al Mediterraneo. a occidente conquistò la Spagna e la Francia meridionale; nel Mediterraneo orientale vinse la Macedonia e la Grecia, che diventarono province romane nel 148 a.C.
i n seguito a queste conquiste, r oma divenne una città ricca e potentissima: nessuno era più in grado di contrastare il suo potere. a lcune delle più importanti famiglie patrizie iniziarono a inviare i propri figli in Grecia per studiare, si circondarono di sculture, dipinti, bronzi, nacquero nuovi generi artistici e letterari. i n poco tempo r oma era diventata la più grande, grazie alla sua superiorità militare e alla sua capacità di tenere uniti sotto il proprio dominio territori e popoli diversi, rispettando le tradizioni e il modo di vivere di ciascuno.
METTITI ALLA PROVA
1. r iordina da 1 a 6 le fasi di conquista dell’ i talia e del Mediterraneo da parte dei r omani.
i r omani conquistano la Sicilia (prima guerra punica)
i r omani sconfiggono Pirro e occupano la Magna Grecia
Con la sconfitta di a nnibale i r omani occupano la Spagna
i r omani subiscono l’assedio di Brenno, re dei Galli
i r omani occupano definitivamente l’a frica settentrionale
i r omani sconfiggono i Sanniti
2. a nnibale ha sconfitto i r omani a Canne. i mmaginati di essere il generale cartaginese e scrivi sul tuo quaderno una lettera a tuo fratello a sdrubale, rimasto a Cartagena (Nuova Cartagine), raccontandogli delle tue vittorie.
3. Cerca nel testo a quali avvenimenti corrispondono le seguenti date:
216 a.C.
146 a.C.
264-241 a.C.
202 a.C.
313 a.C.
219 a.C.
4. Disegna sulla carta del Mediterraneo il percorso di a nnibale da Cartagena (Nuova Cartagine) a Canne.
L’esercito
L’esercito romano era formato da tutti i cittadini di età compresa tra i diciassette e i sessant’anni, che accorrevano alle armi in caso di necessità. Difendere la patria era un onore, oltre che un dovere: significava appartenere alla città e godere dei frutti delle sue vittorie.
L’esercito era organizzato in legioni, il più formidabile strumento da guerra mai conosciuto nel mondo antico.
La legione era formata da fanti e cavalieri i n prima linea in ordine sparso erano i velites , i soldati più giovani, armati di giavellotti. a d essi era affidato il compito di iniziare il combattimento.
Seguiva la fanteria vera e propria divisa in tre schiere: gli hastati armati di lance e scudo, i principes , infine i triarii , i più anziani, che in battaglia intervenivano per ultimi.
tutti questi uomini erano divisi in coorti, ogni coorte in manipoli e ogni manipolo in centurie, a capo delle quali vi erano i centurioni.
a i lati della fanteria si muovevano due schiere di cavalieri di centocinquanta uomini ciascuna. tutti i legionari indossavano una tunica di lana con maniche corte, lunga fino al ginocchio, una corazza a maglia di ferro, un elmo e pesanti sandali di cuoio. a vevano in dotazione un giavellotto, il pilum , una spada corta, il gladius , e un pugnale, il pungium . Stretto nella mano sinistra c’era uno scudo alto e rettangolare che proteggeva quasi tutto il corpo.
Quando dovevano conquistare una città, i r omani si servivano di varie macchine da guerra, come le torri , con cui potevano raggiungere l’altezza delle mura, le testuggini , sotto le quali si riparavano i combattenti, l’ ariete , un pesante tronco che terminava con una testa in ferro con cui si potevano aprire brecce nelle mura, le catapulte con cui si lanciavano pietre.
i soldati non erano pagati, anzi dovevano procurarsi l’equipaggiamento a proprie spese; in cambio, però, in caso di vittoria, a loro era riservata la maggior parte del bottino. a i comandanti vincitori, invece, era riservato il trionfo. Era questa una cerimonia sacra, con la quale il popolo dimostrava al vincitore la propria gratitudine: un corteo percorreva le vie della città che conducevano al tempio di Giove sul Campidoglio dove si celebravano i sacrifici di ringraziamento agli dèi. Davanti stavano i magistrati, poi le vittime da sacrificare agli dèi, i soldati con i trofei nemici, i prigionieri, e in fondo il vincitore, con il capo cinto da una corona d’alloro, su un cocchio dorato, seguito dai legionari e da una folla in festa.
L’ETÀ DEI GRACCHI
I CONTADINI IN DIFFICOLTÀ
i l nuovo ruolo di r oma portò alla popolazione un grandissimo benessere. Le attività artigianali e l’agricoltura si svilupparono grandemente, e i mercanti romani si muovevano in tutto il Mediterraneo. Dalle provincie di a frica, a sia, Grecia e Spagna giungevano materie prime preziose, soprattutto i metalli. Non tutti però poterono arricchirsi e questo causò tensioni sempre maggiori. i piccoli contadini infatti erano tornati alle loro case e ai loro campi dopo un lungo tempo di guerre. Per partecipare alle campagne militari si erano impoveriti e i loro campi, trascurati, non davano più frutto come in precedenza. Per sopravvivere e pagare i debiti furono allora costretti a svendere le loro proprietà a chi già ne possedeva ed era ricco abbastanza per acquistarle.
Si creò così il latifondo , un sistema di grandissime tenute agricole coltivate dagli schiavi.
Le campagne si spopolarono, molti contadini si trasferirono a r oma per cercare lavoro; aumentarono i disoccupati e si diffuse il malcontento.
Mosaico raffigurante un pastore al lavoro
Il bassorilievo mostra un mercante mentre riceve una consegna
Latifondo
dal latino latus , che significa “vasto”, e fundus, “terreno”.
TIBERIO E CAIO GRACCO, DUE NOBILI DIFENSORI DEL POPOLO
Chi? Quando?
Due fratelli di nobile famiglia, Tiberio e Caio Gracco , pensarono di porre rimedio a questa situazione t iberio, educato sin da piccolo alla cultura greca e quindi alla democrazia, riteneva che il popolo dovesse partecipare alla vita e alle decisioni dello Stato. Eletto tribuno della plebe nel 133 a.C., presentò una legge di riforma agraria che prevedeva una distribuzione gratuita di grano e terre ai contadini. i Patrizi e il Senato si opposero a questa riforma e fecero uccidere t iberio e i suoi sostenitori.
i l fratello Caio continuò la sua politica; egli cercò l’alleanza dei cavalieri , cittadini di origine non nobile che si erano arricchiti con i commerci e con le tasse riscosse nelle province e che ormai avevano formato un nuovo gruppo sociale. Caio propose anche di dare la cittadinanza romana agli i talici, per aumentare il numero di persone che potevano partecipare alla vita politica di r oma. a nche il suo tentativo fallì, perché il Senato lo definì un nemico pubblico e lo fece uccidere.
Dopo la morte di t iberio e Caio
Gracco, il popolo romano si divise in due gruppi politici opposti: gli Ottimati , sostenitori del Senato, e i Popolari , sostenitori del primato del popolo.
METTITI ALLA PROVA
Cavalieri il loro nome derivava dal fatto che potevano permettersi di comprare e mantenere un cavallo, e di combattere di conseguenza nella cavalleria.
Rappresentazione in bronzo dei Gracchi a opera dello scultore Eugène Guillaume (1853)
1. Discorso di t iberio Gracco al popolo romano:
«Gli animali selvaggi che vivono in Italia, hanno le loro tane; ognuno di essi conosce un giaciglio, un nascondiglio. Soltanto gli uomini che combattono e muoiono per l’Italia non possono contare su altro che sull’aria e la luce; con la moglie e i figli vivono per le strade, anziché su un campo. I generali mentono quando, prima delle battaglie, scongiurano i soldati di difendere contro il nemico i focolari e le tombe, perché la maggior parte dei romani non ha un focolare, e nessuno ha una tomba dei suoi antenati. Soltanto per il lusso e la gloria degli altri, devono spargere il loro sangue e morire. Si chiamano i padroni del mondo, e non possono dire di essere padroni di una sola zolla di terra» (Plutarco, Vita di Tiberio Gracco , 9, 5-6) .
Leggi il testo di t iberio Gracco e prova a spiegare che cosa vuole dire con le sue parole. Chi sta difendendo? Contro chi si sta scagliando?
Chi sono «gli animali selvaggi che vivono in i talia»? i n che condizioni vivono i cittadini che hanno combattuto per la patria?
LA CRISI DELLA REPUBBLICA
i l tentativo dei Gracchi purtroppo era stato un insuccesso e i mali che minacciavano la vita della r epubblica non furono risolti. r oma si trovò a dover affrontare problemi difficili perché la collaborazione tra le classi sociali che l’aveva resa grande non esisteva più. Proprio per questo, negli anni tra la fine del ii e la metà del i secolo a.C. emersero nella vita politica molti personaggi che agirono più per un loro interesse che per il bene dello Stato. Ciascuno sosteneva un suo progetto e appoggiava gli interessi ora di una, ora dell’altra fazione.
CAIO MARIO E LA RIFORMA DELL’ESERCITO
Chi? Quando?
i l primo personaggio fu un homo novus , Caio Mario. Egli era un cittadino romano proveniente dalla provincia, nato in una famiglia nella quale mai nessuno aveva rivestito cariche politiche; egli stesso era stato tribuno della plebe e venne eletto console senza aver fatto l’usuale carriera politica (edile, questore, pretore).
Caio Mario era sostenuto dai Popolari: venne eletto console nel 107 a.C., combattè e vinse in a frica e contro alcune tribù germaniche che minacciavano l’ i talia Settentrionale. i n queste imprese vittoriose fu così apprezzato come generale e come uomo politico che venne rieletto console per sei volte consecutive. Busto di Mario
Come si organizzò?
Una delle riforme più importanti di Mario fu quella dell’esercito. Fino ad allora a r oma l’esercito era composto dai cittadini che non ricevevano alcuna paga. Mario arruolò anche i più poveri, diede loro un salario e ampliò così il numero dei soldati.
Homo novus era il cittadino che iniziava la carriera politica senza che nessuno dei suoi famigliari in precedenza lo avesse già fatto.
Fare il soldato divenne un mestiere: gli uomini venivano equipaggiati a spese della r epubblica, che forniva tutto l’occorrente; avevano la possibilità di far carriera e, al congedo, dopo vent’anni o più di combattimenti, ricevevano in regalo delle terre. Questo cambiò completamente l’esercito: non era più composto da contadini arruolati per un periodo limitato, ma da militari professionisti, che combattevano a tempo pieno ed erano fedeli al loro comandante. Le vittorie di Mario fecero di lui un grande generale; l’esercito gli ubbidiva e lo appoggiava in qualsiasi decisione.
LA DITTATURA DI LUCIO CORNELIO SILLA E L’INIZIO DELLE GUERRE CIVILI
Chi? Quando?
Mentre Mario era sostenuto dai Popolari, Lucio Cornelio Silla, uomo di origine nobile, era sostenuto dagli o ttimati. i due erano anche parenti, perché avevano sposato due sorelle, e in un primo momento collaborarono: furono insieme consoli e dovettero combattere contro gli Italici.
Le città italiche, infatti, si erano ribellate, perché volevano la cittadinanza romana così da poter entrare nell’esercito e avere un salario. Diventare cittadini romani, inoltre, dava la possibilità di ottenere molti privilegi. i l governo di r oma si oppose alle loro richieste e scoppiò quindi la guerra. La Guerra Sociale vide la vittoria dell’esercito romano, guidato proprio da Mario e Silla.
a l termine di questa guerra Silla divenne così famoso che il Senato gli affidò il comando dell’esercito per la nuova guerra che si stava preparando in a sia. Mario si oppose, voleva per sé il comando della spedizione. Silla non si ritirò da quell’incarico; anzi, poiché si trovava in Campania con il suo esercito, entrò in r oma con le sue legioni. Per la prima volta un comandante usava l’esercito per scopi personali e non per difendere la r epubblica.
Nell’88 a.C. scoppiò quindi la guerra civile : lo scontro tra Mario e Silla, appoggiati dai loro legionari, fu violentissimo. Mentre Silla era in o riente, Mario riprese il potere a r oma, diede la caccia ai sostenitori di Silla e ne fece uccidere molti. Nell’86 a.C., però, morì improvvisamente di malattia.
Silla tornò vittorioso in patria e si vendicò di Mario uccidendo a sua volta tutti i suoi amici. La sua vendetta fu spietata.
Busto di Silla Guerra Sociale da socii , che in latino significa “alleati”.
La prima moneta con l’iscrizione “ITALIA”, coniata dagli alleati italici durante la Guerra Sociale del 90 a.C.
Come si organizzò?
Silla fu eletto dittatore e tolse potere ai tribuni della plebe per rafforzare le decisioni del Senato. i noltre estese fino al fiume r ubicone, in Emiliar omagna, la linea del pomerium : il confine sacro tracciato in origine da r omolo alla fondazione di r oma, che nessun generale poteva varcare con l’esercito armato. i n questo modo Silla pensava di poter difendere la città in caso di ribellioni interne o nuove guerre civili. Nel 79 a.C. Silla lasciò improvvisamente la carica di dittatore e si ritirò a vita privata nella sua villa sul mare a nord di Napoli. Morì un anno dopo.
POMPEO E CRASSO
Chi? Quando?
Dopo la morte di Silla si distinsero due nuovi personaggi a capo dei due gruppi politici che si erano creati. i l generale Gneo Pompeo, soprannominato “Magno”, grazie ai suoi grandi successi si guadagnò la simpatia del Senato, Marco Licinio Crasso, uomo molto ricco, divenne rappresentante dei Popolari. Pompeo sconfisse gli ultimi seguaci di Mario che si erano rifugiati in Spagna, vinse i pirati che infestavano il mar Mediterraneo e saccheggiavano le navi di passaggio e conquistò gran parte dell’ o riente. tornato a r oma si alleò con Crasso e, quando vennero eletti consoli nel 70 a.C., i due restituirono il potere ai tribuni della plebe e appoggiarono la politica dei Popolari.
METTITI ALLA PROVA
1. i nserisci nel testo le parole mancanti nella sequenza corretta.
Popolari – Mediterraneo – professione – Silla – esercito – Mario –Guerra Sociale – pirati – Crasso – dittatore – homo novus – console –salario – Pompeo
Caio Mario era un , sostenuto dai .
Egli fu per 6 volte e riformò l’
Da quel momento quella del soldato divenne una che
prevedeva un
i nsieme a combattè gli i talici, che si erano ribellati ( ).
a lla sua morte Silla si fece eleggere e mise a morte tutti i sostenitori di
Dopo di lui i personaggi più importanti a r oma furono e
i l primo combattè una guerra contro i , liberando il dal loro pericolo.
2. Cerca nel testo le date corrispondenti ai seguenti avvenimenti:
z morte di Caio Mario:
z Crasso e Pompeo vengono eletti consoli insieme:
z Guerra Sociale:
z morte di Silla:
z Caio Mario viene eletto console per la prima volta:
3. Prova a spiegare cosa significa “guerra civile” e perché scoppiò tra Mario e Silla.
CAIO GIULIO CESARE E IL TRIUMVIRATO
Chi?
Negli stessi anni stava diventando sempre più importante un nuovo personaggio, che segnerà la storia di r oma: Caio Giulio Cesare. Cesare apparteneva a una antica famiglia nobile, che vantava Venere come progenitrice. Era nipote di Mario e, come Mario, sosteneva gli interessi dei Popolari. i n breve tempo acquistò fama e potere, sia partecipando a imprese militari, sia intervenendo spesso come avvocato nei tribunali. Così nel 60 a.C. strinse un accordo privato con Pompeo e Crasso che viene ricordato con il nome di Primo Triumvirato : i tre uomini si promettevano aiuto reciproco. Cesare fu eletto console, Pompeo ottenne il governo della Spagna, Crasso continuò ad arricchirsi sempre più.
a l termine del suo anno di consolato, il Senato affidò a Cesare il comando della Gallia Cisalpina (la Pianura Padana) e della provincia dell’ i lliricum (oggi l’ i stria e la costa della Croazia). Cesare, però, non si accontentò e iniziò la conquista della Gallia transalpina, che corrisponde oggi alla Francia. Si trovò a combattere contro numerose tribù di Galli e conquistò i loro territori fino al Belgio; tentò anche una spedizione in Britannia, attraversando lo stretto della Manica: sconfisse alcune tribù, poi rientrò sul continente. L’ultimo, famosissimo, episodio della conquista della Gallia fu lo scontro con Vercingetorige, valoroso capo degli a lverni: Cesare lo assediò per oltre un mese nella città di a lesia. a lla fine Vercingetorige dovette arrendersi. Nel 50 a.C. la Gallia diventò così una provincia romana. i ntanto il Senato, preoccupato per la grande fama che Cesare si guadagnava presso il popolo e i soldati, chiese a Pompeo di difendere gli interessi degli o ttimati.
Vercingetorige getta le armi ai piedi di Cesare (L.N. Royer, 1899)
o rdinò quindi a Cesare di tornare a r oma senza il suo esercito, poiché non voleva rinnovargli la carica di generale. i n realtà a r oma lo avrebbe aspettato Pompeo.
Cesare, invece, attraversò il r ubicone con le proprie legioni e puntò verso r oma: nessun generale aveva mai osato oltrepassare la linea del pomerium con le proprie truppe!
Scoppiò così un’altra guerra civile. Pompeo non era pronto ad affrontare Cesare con tutte le sue legioni; scappò in o riente per arruolare un esercito con cui sconfiggerlo.
Cesare padrone di Roma
i n realtà a Farsalo, in Grecia, nel 48 a.C, fu Cesare a sconfiggere Pompeo.
Egli fuggì in Egitto, ma qui venne ucciso: il Faraone volle così dimostrare la propria fedeltà a Cesare, il nuovo padrone di r oma.
Cesare tornò a r oma e si fece eleggere dal Senato dittatore e pontefice massimo, concentrando nelle proprie mani tutto il potere, politico e religioso. Governava senza tener conto del Senato. Non si vendicò di nessuno, perdonò tutti coloro che accettavano l’autorità di r oma.
Diede ai Galli la cittadinanza romana: in questo modo la lingua, la cultura e le leggi dei r omani si diffusero in tutte le provincie. r idusse i debiti ai cittadini e assegnò ai suoi fedeli legionari nuovi appezzamenti di terre. Fondò varie colonie per diffondere ancor più la civiltà romana.
⬛ Dominio di Roma
⬛ Stati dipendenti da Roma
⬛ Conquiste di Cesare
Mediterraneo
L’uccisione di Cesare
i l governo di Cesare creò molto malcontento nel Senato. a lcuni nobili e senatori, guidati da Bruto, figlio dello stesso Cesare, e da Cassio, un senatore, organizzarono una congiura per eliminarlo. Erano contrari alle sue decisioni e temevano che volesse farsi re, distruggendo così la r epubblica.
a lle idi di marzo del 44 a.C. (il giorno 15 marzo, secondo il nostro calendario)
Cesare si recò in Senato. Sua moglie aveva sognato la sua morte e tentò di trattenerlo a casa, ma invano. i n Senato fu avvicinato dai congiurati; lì lo uccisero con ventitré pugnalate, davanti alla statua di Pompeo. La statua si tinse di sangue: sembrò che Pompeo stesso si fosse vendicato di Cesare. i congiurati pensavano di aver liberato r oma da un feroce dittatore, invece il popolo e l’esercito non li appoggiarono: per loro Cesare non era un tiranno, ma un uomo generoso e un abile generale. Gli stessi congiurati, inoltre, iniziarono ad accusarsi a vicenda, tentando di eliminarsi l’un l’altro. a lcuni furono assassinati, altri si scontrarono in battaglia.
Ottaviano vendica Cesare
Nella lotta per il potere si trovarono di fronte, alla fine, due fazioni. Da una parte Bruto e Cassio, i capi dei congiurati, dall’altra i sostenitori di Cesare e della sua politica, guidati da Caio Giulio Cesare Ottaviano . o ttaviano era nipote e figlio adottivo di Caio Giulio Cesare, aveva 19 anni ed era in Epiro con il suo esercito quando seppe dell’uccisione del padre. Decise allora di tornare a r oma, dove si alleò con a ntonio e Lepido, amici di Cesare, formando il Secondo Triumvirato
Con il loro esercito i triumviri riuscirono a sconfiggere Bruto e Cassio a Filippi, in Grecia. i capi dei congiurati si suicidarono pur di non farsi catturare da o ttaviano.
i triumviri decisero di spartirsi i territori di r oma.
Ben presto, però, anche o ttaviano e a ntonio entrarono in conflitto. Ciascuno dei due desiderava il potere solo per sé.
Nel 31 a.C. i loro due eserciti si scontrarono ad a zio, nell’a driatico, di fronte alla Grecia: in questa battaglia navale o ttaviano fu il vincitore e a ntonio fuggì in Egitto, dove sposò Cleopatra, ultimo faraone della grande civiltà egiziana. L’anno successivo alla battaglia di a zio o ttaviano invase l’Egitto: a ntonio e Cleopatra, che ormai non avevano scampo, si tolsero la vita e l’Egitto venne conquistato dai r omani.
Statua di Ottaviano Augusto, vestito della lorica militare
METTITI ALLA PROVA
«Mentre prendeva posto a sedere, i congiurati lo circondarono con il pretesto di rendergli onore e subito Cimbro Tillio, che si era assunto l’incarico di dare il segnale, gli si fece più vicino, come per chiedergli un favore. Cesare però si rifiutò di ascoltarlo e con un gesto gli fece capire di rimandare la cosa a un altro momento; allora Tillio gli afferrò la toga alle spalle e mentre Cesare gridava: “Ma questa è violenza bell’e buona!” uno dei due Casca lo ferì, colpendolo poco sotto la gola. Cesare, afferrato il braccio di Casca, lo colpì con lo stilo, poi tentò di buttarsi in avanti, ma fu fermato da un’altra ferita. Quando si accorse che lo aggredivano da tutte le parti con i pugnali nelle mani, si avvolse la toga attorno al capo e con la sinistra ne fece scivolare l’orlo fino alle ginocchia, per morire più decorosamente, con anche la parte inferiore del corpo coperta.
Così fu trafitto da ventitré pugnalate, con un solo gemito, emesso sussurrando dopo il primo colpo; secondo alcuni avrebbe gridato a Marco Bruto, che si precipitava contro di lui: “Anche tu, figlio?”. Rimase lì per un po’ di tempo, privo di vita, mentre tutti fuggivano, finché, caricato su una lettiga, con il braccio che pendeva fuori, fu portato a casa da tre schiavi. […]
I congiurati avrebbero voluto gettare il corpo dell’ucciso nel Tevere, confiscare i suoi beni e annullare tutti i suoi atti, ma rinunciarono al proposito per paura del console Marco Antonio e del comandante della cavalleria Lepido» (Svetonio, Le vite dei dodici Cesari. Vita di Giulio Cesare , capp. 81-82) .
1. Così Svetonio racconta la morte di Cesare. Prova a immaginarti come sarebbe cambiata la storia di r oma se Cesare fosse sopravvissuto alla congiura. Scrivilo sul tuo quaderno.
2. Vero o Falso?
Cesare proveniva da una famiglia di umili origini
Cesare si alleò con Pompeo e Crasso per dividersi il potere a r oma
Cesare voleva diventare re di r oma
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Vero
⬜ Falso a ttraversando il Po, Cesare mostrò a tutti di voler attaccare r oma
i n Gallia Cesare fu sconfitto dalle tribù locali
Nel 48 a.C., a Farsalo, Cesare sconfisse Pompeo, che fuggì in Egitto
Dopo la sua vittoria su Pompeo, Cesare governò da crudele tiranno
3. r ispondi.
z Chi era o ttaviano?
z Perché intraprese una guerra contro Bruto e Cassio?
z Cosa accadde ad a zio nel 31 a.C.?
z Quale fu la fine di Cleopatra e a ntonio?
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
NASCE L’IMPERO
Quando o ttaviano rimase l’unico dei tre triumviri, il popolo di r oma aveva un profondo desiderio di pace e di tranquillità. o ttaviano riuscì a riportare la pace dopo più di sessant’anni di guerre civili. a nche se non era re, ottenne dal Senato poco alla volta tutti i poteri: poteva fare le leggi e farle rispettare.
L’IMPERATORE:
UN POTERE ASSOLUTO
Con o ttaviano, che ebbe presto il nome di a ugusto, cioè “nobilissimo”, ha inizio una nuova forma di governo che gli storici chiamano Impero : tutto il potere è nelle mani di una sola persona, che è il comandante supremo di tutti i territori che appartengono a r oma. Nessuno controllava il suo operato: l’imperatore scriveva le leggi, le faceva eseguire, giudicava e puniva i trasgressori, aveva a disposizione il denaro pubblico, comandava l’esercito. Da r oma controllava tutto ciò che accadeva nel vastissimo i mpero grazie a funzionari civili e soldati, che mantenevano l’ordine all’interno e ne difendevano i confini. a ccanto all’esercito, a ugusto creò un corpo speciale: i pretoriani Si trattava di 9.000 uomini, pagati il triplo degli altri, scelti come guardie personali dell’imperatore.
a ugusto governò in modo saggio e fu benvoluto dal popolo. Si conquistò la simpatia dei soldati, ricompensandoli con appezzamenti di terre al momento del congedo, e della plebe, attraverso le frequenti distribuzioni gratuite di grano. Per questo a ugusto acquistò la fama di benefattore. Augusto in veste di Pontefice Massimo
Come si organizzò?
⬛ Province senatorie
⬛ Province imperiali
⬛ Regni indipendenti protetti da Roma
PROCONSOLARE
Durante l’impero di a ugusto, i territori di r oma si estendevano dalla Spagna all’a sia Minore e vennero organizzati in maniera diversa e articolata.
L’ Italia , dalle a lpi alla Calabria, venne divisa in undici regioni, governate da funzionari imperiali. Vi erano poi le Province , governate da funzionari o direttamente da a ugusto.
Durante i suoi quarantacinque anni di governo, a ugusto non intraprese grandi guerre: preferì consolidare i territori dell’ i mpero, sconfiggendo alcune popolazioni ancora ribelli, soprattutto sulle a lpi, e tentando di spingere ancora più a oriente il confine, oltre il r eno.
L’Arco di Augusto fu eretto ad Aosta a ricordo delle sue vittorie contro i popoli alpini
i r omani, però, non riuscirono a oltrepassare quel fiume: nel 9 a.C., in una foresta della Germania, subirono una disastrosa sconfitta ad opera di alcune tribù germaniche e da quel momento a ugusto rinunciò a ogni altra conquista. Fu questo il periodo di una lunga pace, ricordato dagli storici con il nome di pax augustea .
L’ETÀ DI AUGUSTO: IL PERIODO DELLA PACE E DELLA PROSPERITÀ
i n questo lungo periodo di pace, a ugusto ebbe cura dell’agricoltura e sviluppò i commerci, soprattutto per mare. Le navi mercantili romane si spostavano da un porto all’altro del Mediterraneo e si spingevano fino in i ndia. Frumento, olio di oliva, vino e schiavi erano le merci più scambiate. Dall’a frica giungevano oro, legname e avorio; dall’ i ndia spezie e gemme, dalla Cina la preziosa seta. i noltre a ugusto amava la cultura e l’arte, e per questo finanziò poeti e scrittori. tra essi vi era anche Virgilio , il grande poeta latino. Egli scrisse l’ Eneide , un poema che celebrava la grandezza di r oma e ricordava la nobile origine della città, fondata dai discendenti di Enea.
Le grandi opere
a ugusto ebbe cura anche di rinnovare completamente il volto di r oma. a bbellì la città di piazze, templi e statue. Nelle facciate dei palazzi il marmo prese il posto dei mattoni e così la città assunse un aspetto di sontuosa ricchezza.
Il Pantheon, tempio per tutti gli dèi, edificato da Agrippa su ordine di Augusto
i suoi biografi scrivono che a ugusto si vantò con orgoglio di avere trovato una città di mattoni e di averla trasformata in una città di marmo.
Molti ponti collegarono le due sponde del tevere, moltissimi acquedotti la rifornirono di acqua, decine di templi furono edificati, come, ad esempio, il Pantheon , il tempio dedicato a tutti gli dèi.
Vennero realizzati il nuovo Foro di Augusto , luogo di solenni cerimonie, e l’ Ara Pacis , l’altare che celebrava l’imperatore e ricordava la sua discendenza da Enea.
Le due costruzioni semicircolari ai lati del portico ospitavano le statue dei “padri della patria”, grandi personaggi della storia romana, tra i quali Enea
Una vasta piazza era circondata da porticati, con colonne in marmo colorato; vi erano anche copie delle statue dell’Acropoli di Atene
Tempio di Marte Ultore, celebrato come il vendicatore ( ultor ) degli assassini di Cesare: Bruto e Cassio. Marte era anche considerato padre di Romolo e perciò di Roma
Le regioni di Augusto e le regioni della Repubblica Italiana
Una delle prime decisioni di o ttaviano, quando assunse le maggiori cariche della r epubblica r omana, fu quella di dividere l’ i talia in undici regiones , per poterle amministrare meglio. a lcune di esse sono grossomodo corrispondenti alle attuali regioni italiane, altre erano molto più grandi. o ggi anche l’ i talia è divisa in regioni, ma sono molte di più delle regiones di a ugusto: sono venti.
Ciascuna di esse ha un proprio Consiglio r egionale, al quale partecipano i cittadini appositamente eletti. Esso approva alcune leggi che hanno valore solo per il territorio della regione e non devono essere in disaccordo con le leggi nazionali.
i l governo della regione è affidato a un Presidente del Consiglio r egionale, che sceglie alcuni a ssessori ai quali affida responsabilità specifiche.
i l Consiglio r egionale ha potere decisionale specialmente sui temi della sanità, del turismo e dell’istruzione.
Cinque regioni italiane sono “a statuto speciale”: la Valle d’a osta, il trentinoa lto a dige, il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la Sicilia. i Consigli r egionali di questi territori hanno poteri più ampi perché si tratta di regioni che per la posizione (Sicilia e Sardegna) o per la presenza di cittadini italiani che parlano lingue diverse (il francese in Valle d’a osta, il tedesco in trentino- a lto a dige e lo sloveno in Friuli Venezia Giulia) hanno bisogno di maggior libertà nelle decisioni.
XI Transpadana
IX Liguria
VII Etruria
X Venetia et Histria
VIII Aemilia
VI Umbria
V Picenum
IV Samnium
II Apulia et Calabria
I Latium et Campania
III Lucania et Brutii
A sinistra l’Italia augustea, a destra l’Italia oggi
METTITI ALLA PROVA
Gemma augustea, cammeo inciso su pietra onice
1. o sserva questa gemma, incisa dall’artista Dioscuride, o da uno dei suoi discepoli, intorno al 12 d.C. i n alto raffigura a ugusto tra alcuni dèi; sotto, invece, alcuni soldati romani innalzano un trofeo e tengono prigionieri dei nemici. Pensando a quanto hai studiato dell’impero di a ugusto, prova a spiegare, secondo te, quale messaggio l’artista voleva comunicare e perché ha scelto queste immagini.
Il Cristianesimo
a l tempo dell’imperatore a ugusto nacque in Palestina Gesù . Di lui si narra nei quattro Vangeli, che sono stati scritti a partire dal ricordo di coloro che vissero con lui: per questo costituiscono un documento storico. i n essi si legge che Gesù venne alla luce a Betlemme, un piccolo paese della Giudea, non molto distante da Gerusalemme. i suoi genitori – Giuseppe e Maria – si erano recati a Betlemme da Nazaret, in Galilea, per essere registrati nel censimento ordinato da o ttaviano a ugusto allo scopo di conoscere il numero degli abitanti dell’ i mpero.
a ll’età di trent’anni, ricevuto il battesimo dal cugino Giovanni Battista, Gesù iniziò la sua predicazione pubblica. Scelse, per essere aiutato in questo compito, dodici persone – gli a postoli – che restarono con lui fino alla sua morte. Le folle cominciarono a seguirlo, attratte dalla sua personalità e dal suo messaggio. a nche i sacerdoti si interessarono a questo rabbi (maestro), al suo nuovo modo di parlare di Dio come un padre e alla sua profonda conoscenza delle sacre scritture, ma tentarono di eliminarlo perché egli diceva di essere il Figlio di Dio, il Messia atteso dal popolo ebraico da lunghissimi anni. Per questo lo condannarono a morte e lo crocifissero.
Dopo la sua morte, i discepoli si nascosero impauriti e sconfortati, meditando di scappare dalla loro terra per timore di essere a loro volta arrestati e condannati. Ma, trascorsi tre giorni, un fatto incredibile cambiò la loro vita: sia gli a postoli che i discepoli testimoniarono di avere incontrato di nuovo Gesù, vivo, di aver mangiato con lui, di averlo toccato, perché era resuscitato Da quel momento i discepoli, operando in suo nome molti miracoli, iniziarono a raccontare a tutti gli abitanti della Palestina che Gesù era risorto. Molte persone si convertirono al Cristianesimo e presto nacquero le prime comunità cristiane. La nascita di Cristo, la sua morte e resurrezione hanno segnato e cambiato tutta la storia, tanto che noi datiamo gli avvenimenti prima (a.C.) e dopo Cristo (d.C.).
Le prime comunità cristiane
Coloro che facevano parte delle prime comunità cristiane mettevano i loro beni in comune, si ritrovavano a recitare insieme il Padre Nostro (la preghiera insegnata da Gesù) e ad ascoltare i suoi insegnamenti. i l gesto più importante però era quello dell’ Eucaristia , in cui ripetevano le azioni compiute da Gesù nel momento in cui, la sera prima di morire, aveva cenato con i suoi amici e diviso tra loro il pane e il vino. a poco a poco le comunità si organizzarono meglio: ognuna di loro nominò un capo, chiamato vescovo, al quale obbedivano i presbiteri (sacerdoti) che si occupavano del culto e della predicazione, i diaconi, che seguivano le attività amministrative, e tutti i fedeli.
La notizia della r esurrezione superò i confini della Palestina e, grazie ai viaggi del discepolo Paolo di tarso, l’annuncio cristiano giunse in tutte le città dell’Impero Romano . i nizialmente i r omani non impedirono ai cristiani di predicare la loro fede, perché erano abituati ad accogliere tutte le religioni degli altri popoli. Ma quando si accorsero che la Chiesa predicava agli uomini dei valori nuovi, gli imperatori, soprattutto i meno saggi e i più assetati di potere, iniziarono a preoccuparsi. i nnanzitutto i cristiani credevano in un Dio unico, il solo cui obbedire. Gli imperatori romani iniziarono a temere che i cristiani non obbedissero più alle loro leggi. i cristiani poi si consideravano tutti uguali e fratelli in Cristo: non si era più importanti perché ricchi, nobili, potenti, o semplicemente cittadini di r oma invece che stranieri.
Un po’ alla volta i cristiani iniziarono a dare fastidio. Furono ingiustamente accusati di volere la distruzione dell’ i mpero, per questo furono costretti a professare la loro fede di nascosto. i n alcuni periodi contro di essi si ebbero violente e crudeli persecuzioni
i l primo imperatore a perseguitare i cristiani fu Nerone, che incolpò la comunità cristiana di r oma dell’incendio che nel 64 d.C. devastò mezza città: in questa occasione furono martirizzati Pietro, il capo degli a postoli e primo papa, e Paolo. Dopo di lui si ebbero persecuzioni violente sotto molti altri imperatori.
i cristiani erano condannati alla crocefissione, altre volte venivano usati negli spettacoli per essere sbranati dalle belve per il divertimento del pubblico.
i n questo modo migliaia di cristiani divennero martiri , e grazie al loro esempio la comunità cristiana si consolidò.
Solo con l’avvento al potere dell’imperatore Costantino, come vedremo, ai cristiani sarà permesso di professare liberamente la loro religione.
Martiri dal greco, “testimoni”.
I SUCCESSORI DI AUGUSTO
Dopo la morte di a ugusto si succedettero numerosi imperatori, fino alla caduta dell’ i mpero r omano d’ o ccidente nel 476 d.C. Si diventava imperatori in tre modi: z per via ereditaria , di padre in figlio; z per via d’adozione , quando l’imperatore in carica sceglieva il suo successore; z per acclamazione , se l’esercito acclamava o imponeva un nuovo imperatore tra coloro che erano più conosciuti e stimati.
LA NOBILE DINASTIA GIULIO-CLAUDIA (14-68 D.C.)
Tiberio , che a ugusto aveva adottato dalla famiglia Claudia, fu il suo successore. Era un uomo schivo, che non amava essere adorato dal popolo. Per questo t iberio si isolò spesso nella sua villa di Capri.
Caligola rimase al potere solo per quattro anni. Cercò di governare senza l’appoggio del Senato e, provocatoriamente, nominò senatore il suo cavallo!
Claudio fondò nuove colonie, soprattutto in Gallia. a llargò i confini dell’ i mpero, conquistando la Britannia. i niziò inoltre la costruzione di un grande nuovo porto alla foce del tevere, vicino a o stia, che divenne da questo momento il principale emporio di r oma.
Nerone giunse al potere a soli 17 anni. a mava esibirsi nel canto e nella poesia. Fece costruire un sontuoso palazzo, la domus aurea , sul colle o ppio. Per rendere più grande e più bella la città di r oma, si dice che Nerone avesse fatto incendiare i quartieri popolari, dando poi la colpa ai cristiani, che per questo furono perseguitati. Voleva apparire come un re-dio e tentò di ottenere l’amicizia del popolo organizzando spettacoli gratuiti, regalando il grano e diminuendo le tasse. Nel 68 d.C., però, una congiura di senatori lo fece uccidere.
LA DINASTIA DEI FLAVI (69-96
D.C.)
Vespasiano era un generale e fu acclamato imperatore dal suo esercito. i n dieci anni riuscì a riportare nell’ i mpero ordine e sicurezza.
Decise di far dimenticare la figura di Nerone e all’interno del parco della domus area iniziò i lavori per la costruzione di un grande anfiteatro, l’a nfiteatro Flavio, noto a tutti come Colosseo
Nel 70 d.C. ordinò al figlio Tito di distruggere il tempio di Gerusalemme: gli Ebrei si dispersero in tutto il mondo. a ricordo di questa impresa venne dedicato a t ito un arco di trionfo, che si può ancora ammirare a r oma: all’interno è raffigurato il bottino catturato nel tempio di Salomone, con l’a rca dell’a lleanza e il Candelabro a sette braccia.
Durante il breve governo di Tito (79-81 d.C.), avvenne la terribile eruzione del Vesuvio che seppellì le città di Ercolano e Pompei in Campania.
L’ultimo imperatore della dinastia fu Domiziano ; egli si dimostrò autoritario e prepotente con il Senato, che lo fece uccidere da un servo.
METTITI ALLA PROVA
1. o rdina i successori di o ttaviano a ugusto e specifica se appartenevano alla gens Giulio Claudia o a quella dei Flavi.
Caligola
Domiziano
Claudio
t iberio
Vespasiano
Nerone
t ito
2. Vero o Falso?
Claudio passava a Capri le sue vacanze estive
Caligola fu un imperatore saggio e amato dal popolo
Sotto Claudio, i r omani conquistarono la Britannia
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
Durante il governo di Nerone, i cristiani diedero fuoco a r oma ⬜ Vero
⬜ Falso
Vespasiano fece costruire il Colosseo
Durante il governo di t ito, Gerusalemme fu conquistata e saccheggiata dai r omani
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
IL SECONDO SECOLO
IL SECOLO D’ORO DELL’IMPERO E GLI IMPERATORI ADOTTIVI
Traiano , nato in Spagna, fu il primo imperatore non italico e l’ultimo grande generale e conquistatore. Egli regnò con saggezza e umanità, curandosi dei bisogni del popolo: concesse un assegno alle famiglie povere con figli, meritandosi, lui solo tra tutti gli imperatori, il titolo di optimus princeps (ottimo principe). Conquistò la Dacia (l’attuale r omania): l’ i mpero di r oma raggiunse la sua massima estensione. Busto di Traiano a traiano, per via adottiva, successe Adriano . Egli era molto colto, amava l’arte e la cultura greca. Per conoscere più da vicino il suo i mpero, a driano viaggiò per circa dodici anni e cercò di migliorare la vita dei cittadini. Nel nord della Britannia fece costruire una lunga muraglia di difesa, il Vallo di Adriano .
⬛ L’Impero alla fine della dinastia Flavia ⬛ Conquiste di Traiano
Oceano Atlantico
Colonna Traiana
La Colonna traiana è un monumento celebrativo, che si trova ancora oggi a r oma, fatto costruire dall’imperatore stesso.
La colonna traiana è come un grande fumetto in pietra che è possibile “leggere”. Essa esalta le vittorie di traiano sui nemici, in particolare le sue vittorie sui Daci, gli abitanti dell’attuale r omania.
La storia si snoda dalla base alla cima, con un andamento circolare come se si trattasse di un rotolo. Vi sono scene di battaglia, di viaggio, di costruzione degli accampamenti. legionari sono perfettamente rappresentati nel loro abbigliamento e nelle loro attività.
Per gli storici la Colonna traiana è stata un documento utilissimo per raccogliere preziose informazioni sull’esercito e sulla guerra di Dacia.
La colonna si trovava nel nuovo foro fatto costruire da traiano. Era al centro di una piccola piazza, tra due biblioteche che raccoglievano tutto il sapere, una in lingua greca, l'altra in lingua latina. Nel basamento della colonna furono sepolte le ceneri dell’imperatore traiano alla sua morte.
La civiltà romana durante l’Impero
i n tutti i territori conquistati, i r omani costruirono strade, monumenti, opere pubbliche e diffusero la propria cultura. o gni città aveva un foro, numerosi templi in stile greco, basiliche (tribunali) con sale e colonnati, un circo per le corse dei cavalli, edifici per gli spettacoli, teatri e anfiteatri.
Vi erano poi le terme per i bagni e per gli incontri, che erano circondate da palestre, porticati e negozi, e immerse nel verde dei giardini.
i n ogni città, per servire terme e fontane, arrivava una grande quantità di acqua portata dagli acquedotti e tutte le città erano tra loro collegate da una rete di strade che era la più estesa e meglio curata di tutta l’antichità. Se i r omani non furono bravi matematici, geografi e artisti come i Greci, furono invece grandi architetti e ingegneri: le loro costruzioni hanno sfidato i secoli e ancora oggi sono utilizzate e le possiamo ammirare.
L’acquedotto Claudio, uno dei più importanti di Roma
Una ricca economia
Le strade e le rotte delle navi portavano a r oma i prodotti di tutte le province e le spezie, l’oro e le pietre preziose che arrivavano dall’ o riente. i r omani curarono l’agricoltura fino ai margini del deserto: nell’a frica del Nord i campi di grano e le piantagioni di datteri erano molto rigogliosi, dalla Spagna arrivava ottimo olio, dalla tunisia il pesce e i suoi derivati, si commerciavano vino, granaglie, legumi, olive.
a nche l’artigianato era molto attivo: nelle botteghe dove lavoravano migliaia di schiavi si producevano ceramiche e tessuti, oggetti di vetro, utensili in metallo, arredi.
Luogo di ristoro per il commercio alimentare a Pompei
La città romana
cardo : è la strada principale; corre da nord a sud 1
decumano : è la seconda strada principale. Incrocia perpendicolarmente il cardo al centro della città. Corre da est a ovest
mura : circondano la città per difenderla. Nelle mura si aprono due o quattro porte al centro dei lati opposti del perimetro
Campidoglio : ogni città aveva un tempio principale dedicato alla triade capitolina 4
teatro, anfiteatro e circo : gli edifici di spettacolo si trovavano in posizione periferica, per facilitare accesso e deflusso 5
foro : è una vasta piazza al centro della città dove si svolgono le attività pubbliche. Vi si affacciano edifici sacri e basiliche, dove hanno sede i tribunali 6
insule : le famiglie meno ricche disponevano di abitazioni plurifamiliari, costruite su più piani come i moderni condomini. Avevano meno comodità e non erano molto decorate
domus : le famiglie più ricche avevano case unifamiliari riccamente decorate, ampie, con giardini e cortili, servizi igienici e riscaldamento
necropoli : si distribuivano lungo le strade all’uscita delle città, con le tombe dei personaggi più importanti. Così chiunque passava capiva quali erano le famiglie più illustri
LA CRISI DEL TERZO SECOLO
Dall’inizio del iii secolo a.C. nell’ i mpero sorsero nuove e impreviste difficoltà L’esercito era diventato importante perché i barbari minacciavano i confini. i militari iniziarono a eleggere e deporre gli imperatori uno dopo l’altro: nessuno era più in grado di governare con continuità e garantire l’ordine. i commerci diminuirono e le tasse aumentarono per pagare i soldati.
Barbaro il termine deriva dal greco e significa “colui che balbetta”, cioè che parla male il latino; i r omani lo usavano per definire i popoli ignoranti e rozzi, forti in battaglia, che abitavano al di fuori dei confini dell’ i mpero, come i Germani.
DIOCLEZIANO E LA TETRARCHIA
Mare del Nord Mar Baltico
PARTE OCCIDENTALE
Oceano Atlantico
PREFETTURADELLEGALLIE
PARTE ORIENTALE
Aquileia
Milano
PREFETTURA
DELL’ILLIRICO
PREFETTURA D’ITALIA
L’imperatore Diocleziano tentò di porre fine a questa situazione di difficoltà. Egli fu acclamato imperatore dai soldati nel 284 d.C. Durante il suo regno, il potere imperiale divenne assoluto
Diocleziano capì che il territorio dell’ i mpero era troppo vasto per essere governato da un’unica persona e decise di dividerlo in due parti: affidò la parte occidentale a un abile militare, Massimiano, e riservò a se stesso la parte orientale. Entrambi gli imperatori presero il nome di a ugusto e scelsero a loro volta un collaboratore, che veniva chiamato Cesare. Questo sistema venne chiamato tetrarchia , che significa “governo di quattro”: c’erano infatti quattro uomini al potere e quattro eserciti ai loro comandi.
⬛ Diocleziano
⬛ Massimiano
⬛ Galerio
⬛ Costanzo
Mar Nero
PREFETTURA D’ORIENTE
AUGUSTI CESARI
I tetrarchi, a Venezia. Sono abbracciati per rappresentare il legame tra di loro che permetteva un governo saldo
Sistemato il governo dell’ i mpero, Diocleziano cercò di risanare la disastrosa economia, imponendo un prezzo massimo a ogni prodotto. r iaffermò anche il culto dell’imperatore e la sua divinizzazione. Nel frattempo, nella società romana si era diffuso sempre più il Cristianesimo. Si erano convertiti anche molti senatori, che ricoprivano cariche importanti. i nizialmente Diocleziano era stato tollerante nei confronti di tutte le religioni. Negli ultimi anni del suo impero, invece, diede inizio a violente persecuzioni per distruggere i cristiani, perché essi non lo riconoscevano come dio.
COSTANTINO (312-337 d .C.)
La tetrarchia funzionò solo finché Diocleziano rimase al potere. Quando Diocleziano e Massimiano rinunciarono al trono, scoppiò di nuovo la guerra civile Dopo alcuni anni di scontri, divenne imperatore Costantino. La vittoria decisiva avvenne a Ponte Milvio, vicino a r oma. Costantino, durante la notte, aveva visto in sogno una grande croce splendente nel cielo, accompagnata dalla scritta in hoc signo vinces (con questo segno vincerai). Così comandò ai suoi soldati di disegnare sugli scudi e sugli stendardi il segno della croce e ottenne una grande vittoria. Solo prima di morire si fece battezzare, divenendo cristiano, ma capì che era ora di permettere ai cristiani di professare la loro fede. Nel 313 d.C., insieme al suo Cesare Licinio, firmò una lettera, nota come Editto di Milano , che permetteva a tutti i cittadini romani di professare la religione in cui credevano. i n questo modo tutti gli dèi potevano essere propizi all’ i mpero di r oma, anche il dio dei cristiani. i cristiani poterono così organizzare pubblicamente la vita della Chiesa, costruire luoghi di culto e predicare apertamente la loro fede. Costantino fondò anche una nuova capitale, che da lui prese il nome di Costantinopoli (l’attuale i stanbul). Costantinopoli venne considerata da allora la nuova capitale dell’ i mpero r omano.
L’arco di Costantino, con cui gli abitanti di Roma onorarono l’imperatore nella sua visita alla città
TEODOSIO (379-395 d .C.)
Dopo alcuni anni, nel 379 d.C., salì al trono teodosio, generale proveniente dalla Spagna. Per prima cosa, teodosio riorganizzò l’esercito, reclutando numerosi barbari e ponendoli a difesa dei confini.
Nel 380 d.C. emanò l’ Editto di Tessalonica i n esso si affermava che il Cristianesimo da quel momento in poi sarebbe diventato l’unica religione permessa all’interno dell’ i mpero r omano. a seguito di ciò, l’imperatore proibì ogni culto pagano e fece chiudere tutti i templi: il paganesimo era ufficialmente vietato in tutto il territorio romano.
LA CADUTA DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE
Mare del Nord Mar Baltico
Oceano Atlantico
⬛ Impero romano d’Oriente
⬛ Impero romano d’Occidente
Mar Nero
Roma
a lla morte di teodosio salirono al trono i suoi figli a rcadio e o norio, che si divisero i territori dell’ i mpero. L’ i mpero d’ o riente aveva come capitale Costantinopoli, l’ i mpero d’ o ccidente aveva come capitale r avenna.
Mentre l’imperatore d’ o riente riuscì a respingere i barbari che attaccavano i suoi confini, l’imperatore d’ o ccidente non fu in grado di resistere. Più volte, infatti, le popolazioni barbariche riuscirono a invadere l’ i talia, penetrare nei territori romani e a raggiungere r oma: nel 410 d.C. la saccheggiarono i Goti, nel 455 d.C. la saccheggiarono i Vandali. i n quegli anni, guidati da a ttila, anche gli Unni scesero in i talia e
si accamparono non lontano da r avenna, portando scompiglio e terrore. Solo papa Leone Magno riuscì a incontrare a ttila chiedendogli di risparmiare l’ i talia; il capo degli Unni si convinse e fece ritirare l’esercito.
Nel 476 d.C.
in o ccidente era imperatore il giovane r omolo a ugustolo. i barbari, comandati da o doacre, gli tolsero il comando e spedirono le insegne imperiali a Costantinopoli. Finiva così la storia dell’ i mpero r omano d’ o ccidente.
Il Dittico di Stilicone, nel Tesoro del Duomo di Monza. Stilicone fu l’ultimo grande generale dell’esercito romano, che si oppose a lungo alle invasioni dei barbari
⬛ Impero romano d’Oriente
⬛ Impero romano d’Occidente
Goti
Vandali
Angli e Sassoni
Unni
Franchi
METTITI ALLA PROVA
1. i nserisci nel testo le parole corrette.
i mpero d’ o ccidente – potere – editto sui prezzi – divise – Cesare – cristiani –due – i mpero d’ o riente – Massimiano – ritirò – tetrarchia
Diocleziano l’ i mpero r omano in parti:
l’ e
Divise il potere col suo collega . Ciascuno di loro nominò
un che lo aiutasse nel governare. Questo sistema di governo fu chiamato . Per combattere la svalutazione,
emanò l’ e fissò il prezzo di ogni bene. Perseguitò a lungo i i mprovvisamente si nel suo palazzo
di Spalato e abbandonò il .
2. Leggi attentamente e segna con una crocetta le affermazioni che ritieni vere o false.
Con l’Editto di Milano, promulgato dall’imperatore Costantino nel 313 d.C., i cristiani non furono più perseguitati e poterono liberamente professare la loro religione. Ecco una parte di questo Editto: «Intendiamo dare anche ai cristiani, oltre che a tutti gli altri, la piena libertà di praticare la religione prescelta. Anche per tutti gli altri riconosciamo il diritto di praticare il proprio culto. Tale diritto, in nome della pace del nostro tempo, può essere esercitato con la più assoluta libertà: in fatto di religione, ciascuno scelga quella che più gli aggrada. Da parte nostra vogliamo evitare offese a qualsiasi culto» (Lattanzio, De mortibuspersecutorum , XLV iii , 2-12).
L’Editto garantiva a tutti il diritto di esercitare liberamente il proprio culto
Costantino concesse solo ai cristiani la libertà di culto
o gnuno poteva scegliere la religione che preferiva
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
Costantino non voleva recare offesa a nessuna religione
Costantino fece questo per favorire la pace religiosa
Costantino fece ciò per favorire solo cristiani
3. r ispondi sul tuo quaderno.
z Perché l’Editto di teodosio è così importante per i cristiani?
z Quali furono le cause che portarono alla fine dell’ i mpero r omano d’ o ccidente?
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
⬜ Vero
⬜ Falso
Per concludere
1. a l termine della scuola primaria, metti alla prova quello che hai imparato in questi anni: se rispondi correttamente, nelle caselle colorate comparirà il nome di un grande imperatore romano.
10. Ultimo faraone d’Egitto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1. o ltrepassò il r ubicone con l’esercito
2. i ncolpò i cristiani dell’incendio di r oma
3. Fu detto “Magno”
4. Vinsero a Maratona
5. Governava l’Egitto
6. Guidò i trecento contro i Persiani
7. Vinse la guerra con i Daci
8. Generale cartaginese vincitore a Canne
9. Uno dei sette re di r oma
2. Sul tuo quaderno, metti in ordine cronologico gli avvenimenti riportati qui sotto.
Fondazione di r oma – Guerre Persiane – Editto di Milano – Guerra di troia –i mpero di a lessandro Magno – Fondazione di Cartagine – Conquista della Gallia – Formazione della civiltà egizia – Fine della civiltà cretese – o doacre sconfigge i r omani.
LA LINEA DEL TEMPO
10000 a.C.
Neolitico Neolitico
4000 a.C.
1000 a.C.
Età del Ferro. Civiltà italiche
470 a.C. nizio della decadenza
295 a.C. Gli Etruschi sono sconfitti dai r omani
100 a.C.
Nascita di Cristo
133 a.C. i domini di r oma si estendono a tutto il Mediterraneo
90 a.C. Guerra Sociale
33 a.C. Morte di Giulio Cesare
69 - 79 d.C. Vespasiano assedia Gerusalemme e riporta l’ordine nell’ i mpero
380 d.C. teodosio proclama il Cristianesimo religione ufficiale dell’ i mpero
286 d.C. Diocleziano divide l’ i mpero in o riente e o ccidente
60 a.C. Primo triumvirato
31 a.C. o ttaviano diventa il primo imperatore
58 - 51 a.C. Cesare conquista la Gallia. Nel 49 a.C. attraversa il r ubicone e diventa padrone di r oma
98 - 117 d.C. Massima espansione dell’ i mpero con traiano
410 d.C. i Visigoti di a larico saccheggiano r oma
313 d.C. Costantino riconosce la libertà di culto dei cristiani
476 d.C. Deposizione di r omolo a ugustolo e fine dell’ i mpero
Lavoro al PC
Costruiamo una mappa concettuale
Puoi usare Word o PowerPoint per creare una mappa concettuale, inserendo le parole-chiave e le immagini per completare la mappa.
1. a pri un foglio di Word o PowerPoint 1 .
2. a pri il menù Inserisci e clicca Inserisci casella di testo scegliendo Casella di testo semplice
3. Scrivi all’interno della casella la parola chiave o frase che hai pensato.
4. Procedi così inserendo una casella di testo nuova per ogni elemento della mappa, spostando le caselle nella zona del foglio in cui ti serve che stiano. 1 Le indicazioni qui riportate si riferiscono all’uso di
5. a pri il menù Inserisci , clicca su Forme , seleziona la freccia che preferisci e tracciala tra le caselle che devi collegare.
6. Se sposti una casella durante il lavoro, ricordati di spostare anche la freccia!
7. Se vuoi, dentro alle caselle puoi inserire anche delle immagini che hai precedentemente salvato sul PC.
a. Clicca con il mouse dentro alla casella di testo in cui vuoi inserire l’immagine.
b. Dal menù Inserisci seleziona Immagini , scegli l’immagine che hai salvato sul computer.
c. Adegua la dimensione della casella alla dimensione dell’immagine che hai inserito.
SCIENZE
Il cielo sopra di noi 4
Come si osserva il cielo? 5
Il cielo sopra di noi
In viaggio verso la profondità del cielo 6
Come è fatta la nostra stella, il Sole? 6
Il Sistema Solare 7
A che distanza dal Sole si trovano i pianeti? 8
Che dimensioni hanno i pianeti? 9
Corpi celesti del Sistema Solare: i pianeti 10
Corpi celesti del Sistema Solare: satelliti, meteoriti, comete 12
La Luna, il nostro satellite 13
Perché la Luna cambia forma? 14
Che cosa c’è oltre il Sistema Solare? 15
Mettiti alla prova 1 6
Lavoro al PC 18
Io e l’ambiente
Come esplorare gli ambienti in cui viviamo? 21
Per saperne di più 21
Che ambiente è un prato? 22
Come è l'ecosistema bosco? 2 3
Come si nutrono gli animali e le piante di un ecosistema? 25
Cosa fare per rispettare l’ambiente?
Come si riciclano i rifiuti? 27
Come mantenere la varietà e la ricchezza della vita negli ecosistemi?
Mettiti alla prova 29
La continuità della vita
Chi e quando
Come si riproducono le piante con fiori?
Come fa il polline a raggiungere un altro fiore?
Possono formarsi nuove piante senza fecondazione?
Come si riproducono i pesci, gli uccelli e i rettili?
Come si riproducono i mammiferi?
Il prodigio della nostra vita: la riproduzione nell’uomo
Cosa succede nella vita prenatale?
Come è fatto il sistema scheletrico e a cosa serve?
Come interviene il sistema muscolare nei movimenti?
Come interviene il sistema nervoso nelle azioni quotidiane?
Come è fatto l’occhio?
Come funziona la visione? 55
Per saperne di più 55
Come è fatto l’orecchio?
Come funziona l’udito? 56
Per saperne di più 56
Come facciamo a percepire gli odori e i sapori?
A cosa serve la pelle?
e respirare
Quali sono gli organi del sistema digerente?
Come viaggia il cibo nel corpo? 61
Come si trasforma il cibo nel tubo digerente? 63
Perché mangiare?
Come mangiare per nutrirsi bene? 65
Quali sono gli organi del sistema circolatorio?
Da cosa è formato il sangue?
Cos’è il cuore? Come funziona?
Difendersi dai germi
Come è fatto e a cosa serve il sistema respiratorio?
Come viaggia l’aria nel nostro corpo?
Come fa il corpo a liberarsi delle sostanze di rifiuto?
Mettiti alla prova
GEOGRAFIA
Le montagne 85
I fiumi e i laghi 87
La pianura e le colline 88
Il legame dell’uomo con il suo territorio 89
Le città della Val d’Aosta 89
Le città del Piemonte 89
Per conoscere di più 90
Alla scoperta del Triveneto 91
Alla scoperta del Trentino-Alto Adige 92
Dove si trova? 92
Cosa vediamo? 92
Le montagne 93
I fiumi e i laghi 94
Il legame dell’uomo con il suo territorio 95
Le città 95
Per conoscere di più 95
Alla scoperta del Veneto 96
Dove si trova? 96
Cosa vediamo? 96
Le montagne 97
I fiumi e i laghi 98
Il legame dell’uomo con il suo territorio 99
Le città 99
Alla scoperta del Friuli Venezia Giulia 100
Dove si trova?
Cosa vediamo?
Mettiti alla prova
Le regioni dell’Appennino 106
Cosa vediamo?
Il legame dell’uomo con il suo territorio
Le città
Mettiti alla prova
Lavoro al PC
Conosciamo più da vicino… l’Europa
Cosa vediamo?
Un po’ di storia
Il legame dell’uomo con il suo territorio
Le lingue
Il clima e la natura
Le città
L’Unione europea
Mettiti alla prova
Allarghiamo i nostri orizzonti
Cosa vediamo?
Il globo terrestre
I continenti
Il legame dell’uomo con il suo territorio
Popoli e culture
Città
Emigrazioni
Ambiente e clima
Mettiti alla prova
STORIA
L’Italia preromana
L’Italia delle origini
I popoli italici
Gli Etruschi
Dove? Quando?
Come si organizzarono?
Uno stato non unitario
Le città dell’Etruria
Che attività svolgevano?
La scrittura
In cosa credevano?
Il culto dei morti
La decadenza degli etruschi
Mettiti alla prova
Roma: le origini e la Monarchia
Dove? Quando?
Come si organizzarono?
La monarchia
Orazio Coclite
Muzio scevola
Mettiti alla prova
La Repubblica
Come si organizzarono?
La società romana
In cosa credevano?
I Romani conquistano l’Italia
Quando?
Le lunghe guerre contro i Sanniti: Roma conquista parte dell’Italia meridionale
Roma conquista la Magna Grecia
Alla conquista del Mediterraneo: le guerre puniche
La prima guerra punica
Quando?
La seconda guerra punica
L’età dei Gracchi
La crisi della Repubblica
Caio Mario e la riforma dell’esercito
Chi? Quando?
Come si organizzò?
La dittatura di Lucio Cornelio Silla e l’inizio delle guerre civili
Chi? Quando?
Come si organizzò?
Caio Giulio Cesare e il Triumvirato
Nasce l’Impero
L’imperatore: un potere assoluto
Come si organizzò?
L’età di Augusto: il periodo della pace e della prosperità
Le regioni di Augusto e le regioni della Repubblica Italiana
Mettiti alla prova
Il Cristianesimo
I successori di Augusto
La nobile dinastia
Giulio-Claudia (14-68 d.C.)
La dinastia dei Flavi (69-96 d.C.)
Mettiti alla prova 252
Il secondo secolo
Il secolo d’oro dell’Impero e gli imperatori adottivi
Colonna traiana
La civiltà romana durante l’Impero
Una ricca economia
La città romana
La crisi del terzo secolo
Diocleziano e la tetrarchia
Costantino (312-337 d.C.)
Teodosio (379-395 d.C.)
La caduta dell’Impero Romano d’Occidente
Mettiti alla prova 262
La linea del tempo
Lavoro al PC
Referenze fotografiche
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Karel Gallas 30b; PCHt 30c; CoULaNGES 31; isparklinglife 32a; Sergey Merkulov 32c; freya-photographer 33a; SUBaS CHaNDra MaHato 33b; toriNim 33c; Designua 33d; Vilor 33e; Brzostowska 33f; Gurcharan Singh 33g; Bozhena Melnyk 34a; oksanaBgn 34b; andrea izzotti 35a; Paul reeves Photography 35b; Julian Wiskemann 35c; Vitalart 35d; piccatcher 36a; Poravute Siriphiroon 36b; Designua 36c; Grigorita Ko 37a; finepic 37b; Photo Spirit 37c; akiradesigns 38b; Valentina razumova 40a; Steven Blandin 40b; VectorMine 41; africa Studio 42; Kwirry 43a; jittawit21 43b; Vecton 44, 45, 58a; ESB Professional 46a; SciePro 47a, 50a, 52a, 61, 66, 70a, ; itsmejust 48; Xray Computer 49a; jannoon028 49b; ealisa 49c; NotionPic 49d; La Gorda 50b; Food impressions 51a; alineofcolor 51b; tinydevil 52b; Blamb 54; Nomad_Soul 55; iMG Stock Studio 56a; Emir Kaan 56b; gritsalak karalak 57a; Dn Br 57b; Microone 58b; fizkes 59; Photographee.eu 60; medicalstocks 62a; cigdem 62b; Photographee.eu 65a; anna Fedorova_it 65b; CokGen 68a; 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sandrixroma 255a; lara-sh 255b; lapas77 258b; Sergej Borzov 259b • the Metropolitan Museum of art, New York: Gift of J. Pierpont Morgan, 1917 163b; Harris Brisbane Dick Fund, 1940 195a; Purchase by subscription, 1896 195b; Fletcher Fund, 1925 230b; rogers Fund, 1914 250b; Bequest of Mary Clark thompson, 1923 259a • Giacomo Silvano 149a • Wikimedia Commons: 47b, 81b, 83a, 85b, 86b, 89b, 93b, 95a, 97b, 99a, 101b, 104a, 109b, 111b, 113b, 114b, 117b, 118b, 121b, 123a, 125b, 126a, 131b, 133b, 135b, 137a, 143b, 145a, 147b, 149b, 151b, 152c, 231, 233a, 236b, 249; Miksu 28b; GTRus 103c; Ludmiła Pilecka 115a; User:AlMare 153a; robin iversen rönnlund 193; Chris 73 203b; Hermann Junghans 204b; Carlo Dani 206; Classical Numismatic Group 233b-c • Maria Cristina Speciani 20b, 32c, 38a, 63, 64, 67, 72 • Paola Valle 75 • Matteo Dolci 189, 196b, 200b • Scala archives: © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 195c; © 2020. Foto Scala, Firenze - su concessione Ministero Beni e attività Culturali e del turismo 195d; © 2020. Foto Scala, Firenze - su concessione Ministero Beni e attività Culturali e del turismo 197b e 264c; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 208 a; © 2020. Foto Scala, Firenze 208b; © 2020. Foto Scala, Firenze 210a; ©2020. Deagostini Picture Library/ Scala, Firenze 219a; © 2020.Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 220; © 2020. Mary Evans/Scala, Firenze 224b; © 2020. Foto Scala, Firenze 225; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 232; © 2020. Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin 234; © 2020. Foto Scala, Firenze 236a e 264d; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 242; © 2020. Foto Scala, Firenze 244a; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 247; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 250a; © 2020. Foto Scala, Firenze 250c; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 250d; © 2020. White images/Scala, Firenze 251a; © 2020. Foto Scala, Firenze 251b; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 251c; © 2020. Foto Scala,Firenze - su concessione Ministero Beni e attività Culturali e del turismo 253a; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 261a; © 2020. Deagostini Picture Library/Scala, Firenze 261b.
L’avventura del conoscere
La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri.
Baruch Spinoza
ALLA SCOPERTA DEL MONDO
PERCORSO PER LA SCUOLA PRIMARIA
1 Fieri di saper leggere
2 Il ritmo delle stagioni
3 Leggere è incontrare
4 Occhi aperti
Sussidiario dei linguaggi
4 Sussidiario delle discipline
5 La lettura, che avventura!
Sussidiario dei linguaggi
5 Sussidiario delle discipline