BENEDETTO XVI
CUSTODE DELLA
FEDE
E DELLA RAGIONE
Prefazione di Christoph Ohly
Coll ana De-Sidera
Giorgio Sgubbi
Il Logos è amore
Benedetto XVI
custode della fede e della ragione
Prefazione di Christoph Ohly
Postfazione di Andrea Bellandi
Dello stesso autore
Il grande affare. La fede, la perla, il tesoro
Li amò fino alla fine. Le ultime parole di Gesù dalla croce
Nelle edizioni Itaca
Benedetto XVI / Joseph Ratzinger
Fatti per l’Infinito
Dante Carolla
Chi è mai costui? Le parole insopportabili di Gesù, ma indispensabili alla nostra felicità
Giacomo Biffi
Se Cristo è risorto ed è vivo cambia tutto
Henri de Lubac, Hans Urs von Balthasar
Conversazioni sulla Chiesa. Interviste di Angelo Scola
Traduzione e postfazione di Giorgio Sgubbi
Giorgio Sgubbi
Il Logos è amore. Benedetto XVI custode della fede e della ragione www.itacaedizioni.it/il-logos-e-amore-benedetto-xvi
Prima edizione: novembre 2024
Per tutti i testi di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI
© Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano
Per le traduzioni in lingua italiana
© 2024 Itaca srl, Castel Bolognese
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-526-0788-2
Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)
Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Utilizziamo inchiostri vegetali senza componenti derivati dal petrolio e stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.
Seguici su
www.itacalibri.it
Al Rev.mo Canonico Monsignor Siegbert Denk fratello nel ministero e fedele amico nella fede
Prefazione
Chiunque si addentri in profondità nell’opera monumentale del grande teologo Joseph Ratzinger, prima cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e successivamente papa Benedetto XVI, potrà immediatamente constatare come nel suo pensiero sia egli stesso a farsi incontro al lettore, invitandolo a camminare insieme sulle vie della teologia, a impiegare rettamente la ragione e a lasciarsi interpellare dai contenuti della fede cristiana penetrati nella ricchezza della loro spiritualità.
Accade così che lettura e conoscenza condurranno il lettore a un incontro vivo con l’autore, o – come disse una volta lo stesso papa Benedetto a proposito della sua ricerca e del suo insegnamento – a “essere in dialogo” con le grandi figure della teologia e della storia di fede della Chiesa.
La lettura di Ratzinger è effettivamente un incontro reale, un “essere in dialogo” con lui, che nei suoi scritti continua a esercitare la sua missione di maestro e testimone della fede della Chiesa.
Chi vorrà realizzare tutto ciò con ordine sistematico non potrà non riconoscere questo concetto centrale, assai rivelativo degli scritti di Ratzinger e che ne esprime bene, al tempo stesso, l’essenza e la struttura della sua riflessione teologica: “Sinfonia della fede”.
Come componenti distinte di una sinfonia articolata nella variegata ricchezza di sentimenti e suoni di intensità varia, le
opere che sgorgano dalla penna del Papa teologo convergono dalle più diverse angolature per disporsi intorno all’unico centro della fede: Gesù Cristo. Ciò che allora ne risulta è un’immagine variopinta, dalle molteplici sfaccettature e pur tuttavia unica in quanto centro assoluto e intrinseco della fede. Nell’incarnazione del Figlio di Dio, infatti, si riconoscono anche gli inizi della Chiesa che crede e annuncia: è proprio nell’incarnazione del Figlio di Dio che possiamo riconoscere al tempo stesso gli inizi della Chiesa credente e annunciatrice.
Tutto nasce da qui, dall’iniziativa con cui Dio decide di farsi Egli stesso uomo, di entrare nella sfera della creaturalità e compiere così, in questo suo umile abbassarsi per amore, il sacrificio redentivo della croce. Ogni realizzazione storica della Chiesa, delle sue istituzioni e della sua azione, anche sociale e politica, deve alla fin fine lasciarsi ricondurre a quella sorgente originaria e originante che è Gesù Cristo, il Verbo di Dio fatto carne. È Lui infatti che noi crediamo, celebriamo e annunciamo: l’Emmanuele, il Dio-con-noi, Colui che si è rivelato a noi uomini compiendo con la sua vita, morte e risurrezione la volontà salvifica del Padre.
Con il presente volume Giorgio Sgubbi – membro corrispondente del Neuer Schülerkreis Joseph Ratzinger/Papst Benedikt XVI – è riuscito a offrire un notevole “sussidio alla lettura” dell’opera teologica di papa Benedetto, custodendo però anche i tratti di una composizione ben pensata e congegnata.
A partire dal leitmotiv dell’«umile operaio nella vigna del Signore» che ha assunto il significativo nome di Benedetto, Sgubbi si dimostra profondo conoscitore degli scritti di Benedetto XVI e ne percorre i grandi temi della sua teologia, offrendoli in modo autenticamente comprensibile. A titolo di esempio possono essere citati: “Gesù Cristo”, “Chiesa”, “Parola di Dio, anima della teologia”, “Fede e ragione” (fides et ratio), “Logica dell’amore”, “Europa” e “sana laicità”.
Nelle sue esposizioni, Giorgio Sgubbi si dimostra capace di
illuminare contenuto e sistematicità della teologia di Ratzinger, evidenziandone al tempo stesso la connessione che li lega reciprocamente. Con meticolosità e insieme con profondità, Sgubbi conduce passo per passo il lettore dentro la profondità e la vastità del pensiero teologico di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI.
Vogliamo pertanto augurare a questo libro di incontrare una vasta cerchia di lettori, per incoraggiarli nell’approfondimento e nella conoscenza degli scritti di Joseph Ratzinger/ Benedetto XVI. Non a caso il libro si conclude con lo sguardo sull’Europa, nella quale «l’amore per la verità» esige uomini «che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità», uomini e donne che credano nella forza del Logos e che, illuminati dalla luce della verità, siano capaci di partecipare agli altri ciò che essi stessi hanno ricevuto.
Christoph Ohly
Christoph Ohly è presidente del Neuer Schülerkreis Joseph Ratzinger/ Papst Benedikt XVI, rettore della Hochschule für Katholische Theologie in Colonia e ivi professore cattedratico di Diritto Canonico, Diritto della religione e storia del Diritto ecclesiastico, Canonico Capitolare della cattedrale di Colonia.
Nota dell’Editore
Nel sentire comune la teologia è un ambito separato, per addetti ai lavori, ma, come scrive l’Autore, «non è possibile studiare un Dio che è amore senza essere coinvolti dall’Amore stesso che si fa oggetto di “studio”, cioè di desiderio». E questo è vero per ognuno.
Accomunati da questa convinzione, l’Autore e l’Editore hanno voluto realizzare un libro che, per quanto formulato secondo canoni rigorosamente scientifici, comprovati da un ricco apparato di note e dalla lettura dei testi di Joseph Ratzinger/ Benedetto XVI prevalentemente in lingua originale per coglierne le intime sfumature, fosse al tempo stesso divulgativo, alla portata di tutti.
Di qui la decisione di affiancare ai testi proposti in lingua originale le relative traduzioni, per permettere di accedervi anche a chi non conosce il latino o il tedesco.
«Non conformatevi alla mentalità di questo mondo» scrive san Paolo ai Romani. Della mentalità del mondo siamo impregnati fino alle ossa, poiché siamo figli di secoli che hanno separato prima la fede, poi la ragione stessa dalla realtà e dalla vita dell’uomo. La domanda tipica della ragione, «perché?», è stata sostituita da un anestetizzante: «Come?». Con drammatiche conseguenze: l’uomo non sa più chi è e il mondo, sia nei suoi aspetti privati e sociali sia nelle relazioni tra gli Stati, appare sempre più in balia della violenza. Accostare il pensiero amoroso di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI è come abbeverarsi a sorgenti di acqua pura, risentire le parole di Gesù alla Samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio».
La verità non può e non deve avere altre armi al di fuori di sé.
Joseph Ratzinger
Introduzione
Il mio primo incontro con Joseph Ratzinger avvenne nell’ormai lontano 1977, all’indomani dell’esame di maturità. Dopo le impegnative fatiche di quella prova, sentivo il bisogno di dedicarmi ad una lettura efficace e ristoratrice, ricca di contenuto ma al tempo stesso scorrevole e comprensibile: fu così che mi capitò fra le mani il testo di un teologo, di recente nominato Arcivescovo di Monaco, il cui nome era Joseph Ratzinger. Lo scritto si intitolava Introduzione al cristianesimo.
La lettura di quelle pagine mi richiamò immediatamente alla mente un altro grande pensatore del Novecento, Hans Urs von Balthasar, che a proposito dei giovani preti che studiavano teologia scrisse: «Vogliono imparare una teologia in cui tutto ciò che non si lascia trasformare in preghiera non vale nemmeno la pena di essere pensato, e ancor meno predicato»1.
Le pagine di Ratzinger stimolavano il desiderio di preghiera e di celebrazione liturgica, e questo proprio perché erano nate anch’esse dall’adorazione del Mistero: non è infatti possibile studiare un Dio che è amore senza essere coinvolti dall’Amore stesso che si fa oggetto di “studio”, cioè di desiderio.
Lo ricordava ancora lo stesso Ratzinger quando, divenuto Papa, ebbe a scrivere: «Il teologo non deve dimenticare di essere anche colui che parla a Dio. È indispensabile, quindi, tenere strettamente unite la teologia con la preghiera personale e
1 H. de Lubac, H.U. von Balthasar, Conversazioni sulla Chiesa. Interviste di Angelo Scola, Itaca, Castel Bolognese 2023, 188.
comunitaria, specialmente liturgica. La teologia è scientia fidei e la preghiera nutre la fede. Nell’unione con Dio, il mistero è, in qualche modo, assaporato, si fa vicino, e questa prossimità è luce per l’intelligenza»2.
La preghiera non toglie nulla alla scientificità della teologia, anzi: ponendosi in «atteggiamento realistico di fronte al mistero»3, cioè a vivo contatto con esso, la preghiera consente di comunicare con la verità di un Dio che non è concetto, ma “vita” e dono di Vita; e così come la preghiera è comunicazione con la Vita, ugualmente la teologia studia la vita di Dio per diventarne desiderio e partecipazione.
A dispetto di tutti coloro che, per dirla con John H. Newman, non consentono al Mistero «alcuna cittadinanza nella loro teologia»4, la riflessione di Ratzinger realizza l’auspicio che «la verità divenga amore»5. Amore, ragione, preghiera, Chiesa: tutti questi elementi, che non avrebbero più abbandonato il mio ministero di prete e annunciatore del Vangelo, si ritrovavano sapientemente e armoniosamente intrecciati nella teologia di Joseph Ratzinger.
Anche gli incontri diretti avuti successivamente con il futuro Pontefice nel corso degli anni romani hanno confermato quanto egli stesso evidenziava: «Il lavoro teologico […] richiede evidentemente la competenza scientifica, ma anche, e non meno, lo spirito di fede e l’umiltà di chi sa che il Dio vivo e vero, oggetto della sua riflessione, oltrepassa infinitamente le capacità umane. Soltanto con la preghiera e la contemplazione si può acquisire il senso di Dio e la docilità all’azione dello
2 Ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per l’educazione cattolica, 7 febbraio 2011.
3 Von Balthasar, Teologia e santità, in Id., Verbum Caro. Saggi teologici 1, Morcelliana, Brescia 1968, 227.
4 J.H. Newman, Select Treatise of Athanasius in Controversy with the Arians, Longmans, Green, London 1881, 43.
5 R. Guardini, Theologische Gebete, Josef Knecht, Frankfurt a.M. 1948, Vorbemerkung (Osservazioni preliminari).
Spirito Santo, che renderanno la ricerca teologica feconda per il bene di tutta la Chiesa e direi dell’umanità. Qui si potrebbe obiettare: ma una teologia così definita è ancora scienza, e in conformità con la nostra ragione e la sua libertà? Sì – razionalità, scientificità e pensare nella comunione della Chiesa non solo non si escludono, ma vanno insieme. Lo Spirito Santo introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la Chiesa è in servizio della verità e la sua guida è educazione alla verità»6.
Negli ultimi tempi, specie dopo la sua dipartita, le pubblicazioni sul papa teologo sono aumentate sensibilmente: la domanda sul perché di questa pubblicazione appare dunque giustificata e inevitabile. Potrei rispondere semplicemente nel modo seguente: è stata una reazione, un tentativo di risposta alla sollecitazione – e forse anche alla curiosità – che una confidenza di Benedetto XVI ci ha lasciato.
Ripercorrendo idealmente tutto il suo iter di ricercatore, Ratzinger ha dichiarato: il rapporto fede-ragione è «il filo conduttore del mio pensiero»7.
Sorge allora immediata e spontanea la domanda: perché un teologo che ha dedicato la vita all’esplorazione della Trinità, alla contemplazione della cristologia, all’esaltazione della liturgia, dell’ecclesiologia, ecc., indica in un tema di confine intessuto con la filosofia il “filo conduttore” del suo vastissimo impegno?
La risposta è contenuta nella natura dell’evento cristiano, nel quale Dio stesso si è comunicato e rivelato come il Dio prossimo, il “Dio-con-noi”: è questo l’evento che consente di comprendere che l’affermazione sorprendente di Ratzinger non è affatto un abbandono del centro cristologico quanto piuttosto la sua estrema comprensione.
6 Ai membri della Commissione Teologica Internazionale, 1 dicembre 2005.
7 J. Ratzinger (Benedetto XVI), Il Dio della fede e il Dio dei filosofi. Un contributo al problema della theologia naturalis, Marcianum Press, Venezia 2007, 7.
La prima caratteristica di Dio è la “Verità” e grazie ad essa Dio può essere accolto dall’uomo nella serena certezza di non essere ingannato8, e se la conoscenza della verità caratterizza la ragione come luogo in cui la verità esprime sé stessa9, l’affermazione di Dio come verità coinvolge immediatamente la ragione, destinata sempre più ad apparire come orizzonte donato all’uomo nel quale Dio può manifestare il suo Volto reale. Se questo Volto è l’amore, l’agape, ecco che la ragione appare immediatamente coinvolta nell’agape quale manifestazione suprema della verità. In questo senso Agostino, autore assai amato da Ratzinger, poteva dire che «il vero filosofo è colui che ama Dio»10 e Riccardo di San Vittore, altro grande teologo medievale, poteva affermare che «ubi amor, ibi oculus»11.
Si può pertanto dire che l’uomo è dotato di ragione in quanto destinato a riconoscere la verità dell’amore, e che perciò disprezzare o diminuire la portata della ragione è in definitiva mortificare e ridurre la generosità stessa dell’amore che vuole comunicarsi. Ciò non significa, ovviamente, che la ragione possa dedurre l’amore o anticipare l’imprevedibile misura dell’amore, quanto piuttosto riconoscere che la misura dell’amore, agli effetti della sua conoscibilità, include l’esercizio di quella che Ratzinger chiama la «ragione dilatata».
Ripercorrere questa idea è l’intento delle pagine che seguono. Si aggiunga, infine, che come facoltà che caratterizza universalmente l’uomo, la ragione è condizione per una universa-
8 Cfr. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-IIae, q. 1, a. 4, ad 2um.
9 «Conoscenza non è rischiaramento di ciò che è di per sé oscuro, ma ingresso in quella luce che è essenzialmente, in forza di Dio, nel mondo». Guardini, Unterscheidung des Christlichen Aus dem Bereich der Philosophie, Grünewald-Schöningh, Mainz-Paderborn 1993, 287.
10 «Verus philosophus est amator Dei». Agostino, De Civitate Dei, 8, 8; PL 41, 232-233.
11 Riccardo di San Vittore, De praeparatione animi ad contemplationem (Benjamin minor), c. 13; PL 196, 10. Dante colloca Riccardo nel canto decimo del Paradiso definendolo come colui che «a considerar fu più che viro» (X, 132).
le comunicabilità del Vangelo: offerto e annunciato alla libertà che ne può e deve valutare il carattere di verità, la sua convenienza e affidabilità, il messaggio cristiano – se non vuole ridursi «a una segreta dottrina esoterica riservata ad una ristretta cerchia di iniziati», ma essere il messaggio di un Dio rivolto a tutti – deve «tradursi all’esterno nel comune linguaggio della ragione umana»12 quale la facoltà donata da Dio all’uomo in vista della sua conoscenza e accoglienza.
In un tempo in cui l’era della “post-verità” è proclamata come irreversibile, in cui l’annuncio del “post-umano” viene innalzato a ineludibile destino dell’umanità, l’ascolto di chi richiama l’uso della “recta ratio” al fine di evitare all’uomo una deriva tragica e disumana può costituire un dono da accogliere, ascoltare e meditare con gratitudine e attenzione.
12 Ratzinger, Vom Wiederauffinden der Mitte. Grundorientierung, Herder, Freiburg i.B. 1988, 27.
1. Servo di Dio per amore dell’uomo «umile servitore nella vigna del Signore»
2. «L’uomo Gesù di Nazareth è la trasparenza di Dio»
3. Il realismo dell’amore intorno all’enciclica Deus caritas est
4. La fede come logica dell’amore.
5. Il logos che tende alla carne. La Parola di Dio, «anima della teologia»
6. Il logos e l’agape. Una razionalità per una umanità integrale
7. Dalla ragione strumentale alla “ragione aperta”
8. La ragione che appartiene all’amore: la “lezione di Regensburg”
9. Tra passato e futuro. L’Europa di Joseph Ratzinger
Il Dio veramente divino
è quel Dio che si è mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore.
Benedetto XVI
Coll
ana
De-Sidera
«Se Dio ha fatto Papa un professore, è perché voleva che questo momento di riflessione – e specialmente di lotta per l’unità di fede e ragione – venisse in primo piano».
«L’amore, che la fede esige e che appartiene alla sua intima essenza, va necessariamente incontro alle domande dell’altro, al suo bisogno di verità».
«Il Cristianesimo è quella memoria dello sguardo di amore del Signore sull’uomo, nel quale sono custoditi la sua piena verità e la garanzia ultima della sua dignità».
BENEDETTO XVI
«Nel Dio di Gesù Cristo si realizza, in modo infinitamente imprevisto e imprevedibile, quella perfetta unità di Verità e Amore, che rende la fede in Lui pienamente umana e libera e perciò trasforma la vita. Mostrare l’umanità della fede: tutto l’impegno di riflessione e di predicazione di Ratzinger/Benedetto XVI si è svolto alla luce di questo obiettivo fondamentale, perché di esso era nutrita anzitutto la sua stessa esistenza».
Dalla postfazione di Andrea Bellandi
€ 20,00 itacaedizioni.it