a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
P. Amelio · S. Bianchi · R. Rava
Il regno dei cieli è simile
Paolo Amelio · Santa Bianchi · Renata Rava
IL TESORO NEL CAMPO
I VOLUMI DEL PERCORSO
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IL TESORO NEL CAMPO
GESÙ
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di conoscenza della proposta cristiana
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RO B I LE ATTIVIT L O U T À CHE TROVI NEL Disegna
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LA PRESENZA DI GESÙ DIO CON NOI
Crescere: scoprire il bello che c’è in ogni cosa Dio Padre, il Creatore Dio ci viene incontro La buona notizia Gli Evangelisti Al tempo di Gesù
✠ Giovanni Mosciatti Vescovo di Imola 5 luglio 2021
Nasce Gesù 12 L’incontro che cambia la vita 16 Giovanni e Andrea 18 Zaccheo 20 Le opere di Gesù 22 Le parole di Gesù 25 La passione di Gesù per tutti 28 Gesù è risorto 30 Gesù ci accompagna sempre 32
Gesù vivo nella Chiesa Attraverso i suoi testimoni Attraverso la parola di Dio Attraverso i Sacramenti
LA COMPAGNIA CRISTIANA Il tesoro nel campo 2 Percorso elementare di conoscenza della proposta cristiana A cura di Paolo Amelio · Santa Bianchi · Renata Rava www.itacaedizioni.it/tesoro-nel-campo-2 Nuova edizione: agosto 2021 © 2021 Itaca srl, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0690-8 © Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena per i testi biblici © Libreria Editrice Vaticana per i testi di Benedetto XVI e di Francesco Stampato in Italia da Dedalo litostampa srl, Bari La carta utilizzata per stampare è proveniente da foreste e filiere gestite in maniera responsabile ed è certificata FSC®. Gli inchiostri sono vegetali senza componenti derivati dal petrolio.
Referenze illustrazioni, fotografie e opere d’arte Shutterstock.com: goodmoments 1; Hurst Photo 2; docent 3; springtime78 5; kipgodi 14; vitamasi 15; ZUBKOVA IULIIA 30; gabczi 33; Rosemarie Gearhart 42; Monkey Business Images 45, 90-91, 94-95; Iuliia Azarova 47; TTstudio 64-65 • Fotolia/Stevanzz 4 • Jolanda Codognato 6-7, 8-9, 11, 34, 38, 40, 53, 62-63, 70, 85 • Foto Scala, Firenze 12-13, 17, 23 • Giorgio Deganello 18-19, 29, 31 • Basilica di Sant’Angelo in Formis, per gentile concessione del rettore don Francesco Duonnolo 20-21 • Lorenzo Morabito 24, 43 • Alfredo Dagli Orti, su concessione dell’Opera di Religione dell’Archidiocesi di Ravenna 25 • De Agostini Picture Library/ Scala, Firenze 27 • The British Library 35 • Archivio Itaca 37, 49, 50-51, 57, 76, 77, 80-81 • Photo Collections Management Antwerp/Bart Huysmans 44 • Foto Scala, Firenze/Fondo Edifici di Culto • Ministero dell’Interno 55, 56 • © The William G. Congdon Foundation, Milano 59 • Foto Archivio Lessing 61 • Archivio Franco Cosimo Panini Editore S.p.A. 66-67 • Servizio Fotografico «L’Osservatore Romano» 69 • Archivio Pro Loco Trescore Balneario 72-73 • carmeloveneto.it 74 • Foto Getty Images © Calogero Cascio 78-79 • Foto Scala, Firenze 83 • Fotolia: eranyardeni 86; Distinctive Images 87; Wong Sze Fei 88, 89 • White Images/Scala, Firenze 92. Canzoni citate Sou feliz, Senhor, America Latina, 70 L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
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UN UOMO STRAORDINARIO
L’INCONTRO CON GESÙ OGGI
Imprimatur
TUTTI FRATELLI
Il dono di una vita nuova Gesù è presente ogni giorno La comunione vissuta San Giovanni Bosco «Rimanete in me»
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LA CHIESA DELLE ORIGINI
Un incontro che porta novità Gli apostoli testimoni «Sempre con voi»: il dono dello Spirito Un cuor solo e un’anima sola Pietro, la guida della Chiesa Paolo, la missione fra le genti
NEL NOSTRO TEMPO
Viene Gesù, la luce vera Un seme sparso nel mondo Lungo la storia San Francesco d’Assisi I nostri fratelli in Cristo
46 48 51 53 54 56
58 60 65 66 68
LA VITA CRISTIANA
Nell’amicizia con Gesù 70 Carlo Acutis: un grande amico di oggi 71 Chiamati ad essere santi 72 Teresa di Lisieux: santa nelle piccole cose 74 La vita nella comunità 75 San Francesco Saverio: con gli amici in capo al mondo 76 Vedere e servire Gesù in tutti 78 Opere di misericordia corporale 80 Opere di misericordia spirituale 80
TUTTI FRATELLI
La vita nuova 82 Passione e morte 82 Risurrezione 82 Una dimora per tutti 84 Al cuore di ogni religione 86 La religione ebraica 86 La religione musulmana: l’islam 87 L’induismo 88 Il buddismo 89 I nostri fratelli uomini 90 La madre di tutti 92 Un compito per te 94
D I O C O N N OI
LA PRESENZA DI GESÙ
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2 LA PRESENZ A DI GESÙ
CRESCERE: SCOPRIRE IL BELLO CHE C’È IN OGNI COSA Sei diventato grande, ma sicuramente desideri ancora crescere. Per questo devi usare la tua intelligenza e il tuo cuore. Il grande scienziato Albert Einstein ha detto: «La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L’uomo per il quale non è più familiare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e umiliarsi davanti alla creazione è come un uomo che non vive o che non vede».
La nostra curiosità e il nostro desiderio di crescere non finiscono mai: ci spingono ad andare sempre oltre a quello che c’è. Come le radici, pur non vedendosi, permettono alla pianta di vivere, così Dio è all’origine di ogni cosa che c’è e permette a tutte le cose di esistere in ogni momento.
D I O C O N N OI Tutti noi abbiamo giocato qualche volta a nascondino e sappiamo come sia bello trovare chi si è nascosto. Anche Dio può sembrare nascosto, ma questo rende bello il gioco della vita. Dio ci regala occhi, orecchie, mani, curiosità, intelligenza e cuore per cercarlo e riempie il mondo di segni, orme ed indizi per poterlo riconoscere. C’è una parola che riassume tutti questi segni: bellezza! Dove c’è bellezza, c’è il segno di Dio e noi siamo fatti in modo tale che siamo desiderosi, bisognosi, cercatori di bellezza. L’UOMO INTELLIGENTE CAPISCE CHE QUANTO HA INTORNO NASCONDE E INSIEME RIVELA UNA GRANDE PRESENZA.
La parola SEGNO indica una cosa che rimanda ad altro, una cosa il cui senso è un’altra realtà. Tutti noi usiamo dei segni per comunicare e indicare una cosa.
Ti sei accorto di qualche aspetto in cui sei cresciuto durante l’estate? Racconta.
Che cosa desideri per te venendo a scuola in questo anno che sta per cominciare? Che cosa desideri dai tuoi amici?
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4 LA PRESENZ A DI GESÙ
DIO PADRE, IL CREATORE Guardati attorno e osserva attentamente quello che ti circonda. Quante cose intorno a noi: ci sono gli oggetti familiari come libri e giochi, ci sono i mobili e le pareti dell’aula e se il tuo sguardo si volge verso la finestra, fra edifici e campi, rivedi il cielo. La natura intorno a noi è il primo grande segno. Quando osserviamo il cielo al tramonto, il mare o le montagne, un fiore o un animale rimaniamo stupiti e meravigliati. Capiamo subito che tutto è straordinario e che tutto ci è stato regalato. E quando trovi un regalo che cosa fai? Chiedi chi te lo ha regalato! Il mondo che hai attorno e di cui sei parte è dono di un Padre buono, Dio creatore. La terra su cui viviamo, il creato, tutto il cosmo sono doni che tutti gli uomini ricevono; doni necessari alla vita, doni che vanno custoditi, rispettati e amati. «È molto nobile il compito di avere cura del creato, con piccole azioni quotidiane.» Papa Francesco, Laudato sii
COSMO è una parola della lingua greca e significa ordine del mondo. Ogni uomo si accorge con stupore che dentro la realtà creata c’è ordine ed armonia.
D I O C O N N OI Guardandoti intorno non avrai visto solo le cose: sicuramente c’è anche un compagno, un amico, un maestro. Come sono preziosi per noi! Le persone che abbiamo intorno sono l’altro grande dono che Dio Padre ci dà. La nostra stessa vita non sarebbe possibile senza la presenza amorosa dei nostri genitori e il nostro desiderio più grande è quello di essere amati: ogni giorno cerchiamo fratelli ed amici con cui condividere interessi e attività. Quante persone ci capita di incontrare durante la giornata: alcune le frequentiamo, altre le conosciamo appena, altre ancora ci sono estranee. Dio è padre di tutti perché a tutti ha dato la vita. PER QUESTO NOI SIAMO CHIAMATI A VIVERE COME FRATELLI E A CONDIVIDERE I BENI DELLA TERRA, SPECIALMENTE CON I PIÙ POVERI. «Signore e Padre dell’umanità, che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità, infondi nei nostri cuori uno spirito di fratelli.» Papa Francesco, Fratelli tutti
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6 LA PRESENZ A DI GESÙ
DIO CI VIENE INCONTRO La bellezza della natura, l’ordine del creato, l’amore dei genitori, l’amicizia tra le persone sono doni che ogni uomo riconosce, segni di Dio Padre che è all’origine della nostra vita. Ma questo non basta: sarebbe come essere certi di avere dei genitori, visto che siamo al mondo, ma non conoscerli direttamente. È evidente che quello che anche tu desideri non è solo sapere che hai dei genitori, ma conoscerli e, ancora di più, vivere in loro compagnia. Così gli uomini non hanno mai smesso di cercare di scoprire chi è Dio e di domandarsi: «Dove è?». NELLA STORIA DEGLI UOMINI È ACCADUTO UN FATTO STRAORDINARIO: Dio, che fa tutte le cose, ci è venuto incontro, si è mostrato, è venuto sulla terra, si è fatto uomo in Gesù, l’inviato dal Padre. Mentre gli uomini continuano a cercare Dio, Lui stesso è venuto a cercare gli uomini, ha preso la natura di uomo per potersi incontrare con noi. Come cristiani siamo contenti non solo perché sappiamo che Dio esiste, ma perché Lui abita in mezzo agli uomini: questa è la buona notizia. LA COSA PIÙ BELLA E PIÙ GRANDE DEL MONDO È CONOSCERE GESÙ E STARE CON LUI. «Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è prima! Noi, in spagnolo, abbiamo una parola che spiega bene questo: “Il Signore sempre ci primerea”, è primo, ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia grande: trovare uno che ti sta aspettando.» Papa Francesco
D I O C O N N OI
LA BUONA NOTIZIA Come possiamo conoscere la vita di Gesù e i suoi insegnamenti? Attraverso il Vangelo. IL VANGELO DOCUMENTA QUELLO CHE GESÙ HA DETTO E HA FATTO.
La parola VANGELO viene dalla lingua greca e significa buona notizia. La venuta e la salvezza di Gesù sono la buona notizia per tutti gli uomini.
Il Vangelo è stato scritto, a pochi anni di distanza dalla morte di Gesù, da quattro diversi autori: Matteo, Marco, Luca e Giovanni (per questo detti evangelisti) per le prime comunità cristiane. I quattro Vangeli sono documenti storici, tramandati e trascritti nei secoli con molta cura. Gli evangelisti non erano preoccupati di raccontare tutti i dettagli della vita di Gesù, ma erano interessati a comunicare ciò che li aveva sorpresi nell’amicizia con Lui, ciò che era rimasto impresso nei loro cuori e nelle loro menti e che aveva cambiato la loro vita. Per questo erano desiderosi di far conoscere ad altri il fatto eccezionale di Gesù, Dio diventato uomo. L’evangelista Giovanni scrive: «Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che abbiamo contemplato e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita…, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi» (1 Gv 1,1-3). Gli evangelisti sono dunque “testimoni”. Il testimone è colui che racconta quello che ha visto e sentito. ANCORA OGGI ATTRAVERSO I VANGELI POSSIAMO IMPARARE A CONOSCERE E SEGUIRE GESÙ. I Vangeli fanno parte della Bibbia, una raccolta di 73 libri divisa in Antico e Nuovo Testamento. La Bibbia è chiamata anche Parola di Dio o Sacra Scrittura. Infatti, coloro che hanno scritto la Bibbia sono stati ispirati da Dio nel comunicare il Suo messaggio. Il termine “testamento” significa “patto, alleanza”. L’Antico Testamento è la storia dell’alleanza di Dio con il popolo di Israele. Il Nuovo Testamento è la nuova alleanza, cioè la storia dell’amicizia di Dio con tutti gli uomini, iniziata e portata a compimento da Gesù. I Vangeli appartengono al Nuovo Testamento.
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8 LA PRESENZ A DI GESÙ
GLI EVANGELISTI Matteo era stato un esattore delle tasse a Cafarnao. Era chiamato anche Levi. Gesù l’aveva chiamato al suo seguito e lui aveva prontamente risposto. Conosceva bene l’Antico Testamento e l’ambiente della Palestina. Il suo simbolo è un uomo, perché il suo Vangelo inizia con la genealogia di Gesù. L’uomo è alato per indicare che l’annuncio del Vangelo va portato a tutti. Marco viveva a Gerusalemme. Era un discepolo dell’apostolo Pietro e lo accompagnò nella sua predicazione fino a Roma. Il suo simbolo è un leone, perché il suo Vangelo inizia con la predicazione di Giovanni Battista nel deserto. Luca era un medico greco. È stato compagno di predicazione di Paolo, che gli ha parlato di Gesù. Si racconta che abbia conosciuto personalmente Maria. Il suo simbolo è il bue, per ricordare il sacrificio di Zaccaria narrato all’inizio del suo Vangelo. Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù, figlio di Zebedeo, era il più giovane degli apostoli e fratello di Giacomo. Il suo simbolo è l’aquila, l’occhio che fissa il sole perché il suo Vangelo si apre con la contemplazione di Dio che si fa uomo in Gesù. Nel Vangelo i nomi degli Evangelisti vengono abbreviati così: Matteo Mt Marco Mc Luca Lc Giovann Gv
OGNI VANGELO È DIVISO IN CAPITOLI, OGNI CAPITOLO IN VERSETTI. Esempio: Gv 6,16-21 si legge: Vangelo di Giovanni, capitolo sesto, dal versetto sedici al versetto ventuno.
Hai un Vangelo? Ricerca degli episodi della vita di Gesù che conosci, individuando l’evangelista, il capitolo e i versetti che li raccontano.
D I O C O N N OI
Mare di Gal ilea
Cafarnao
Nain
SAMARIA
Decapoli
Giordano
Cana Tiberiade Nazaret
Ma
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Sicar
Gerusalemme Betania Betlemme
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Regno degli Arabi Nabatei
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11 LA PRESEN ZA DI GESÙ
AL TEMPO DI GESÙ Gesù visse in Palestina, una terra che si trova al centro di quella regione che noi oggi chiamiamo “Medio Oriente”. Oggi questo territorio appartiene per la maggior parte allo Stato di Israele. La Palestina è una regione prevalentemente montuosa all’interno, pianeggiante lungo la zona costiera. È bagnata ad occidente dal Mar Mediterraneo ed è attraversata per tutta la sua lunghezza dal fiume Giordano, che a nord si immette nel lago di Tiberiade, o Mare di Galilea, e a sud si getta nel mar Morto. Al tempo di Abramo e degli altri patriarchi era chiamata Terra di Canaan. Più tardi fu chiamata Israele o anche Giudea, dal nome di una delle sue regioni. I principali fatti narrati nei Vangeli si sono svolti in questa zona che per questo è conosciuta come Terra Santa. La Palestina faceva parte dell’Impero Romano ed era governata da un funzionario dell’imperatore, chiamato governatore. Ai tempi di Gesù era divisa in province: ad occidente del Giordano si trovavano la Galilea (a nord), la Samaria (al centro) e la Giudea (a sud). La Palestina era una regione particolare, tanto che i Romani riconoscevano l’autorità di un Re dei Giudei. Negli anni della vita di Gesù si susseguirono Erode il Grande e suo figlio Erode Antipa. Quando nacque Gesù l’imperatore era Cesare Ottaviano Augusto; quando morì, l’imperatore era Tiberio e Ponzio Pilato era il governatore della Giudea.
Iscrizione trovata presso il teatro di Cesarea in Palestina nel 1961 in cui compare il nome di Ponzio Pilato.
D I O C O N N OI La vita sociale e religiosa si svolgeva intorno alla Sinagoga che era luogo di incontro, di preghiera e di ritrovo per le feste. A Gerusalemme si trovava il Tempio, luogo sacro per eccellenza. Gli Ebrei non praticavano la religione tutti allo stesso modo, ma erano divisi in diversi gruppi: i Farisei erano persone che osservavano la legge di Dio, curandosi di seguire rigorosamente ogni prescrizione. A questo gruppo appartenevano gli scribi e i dottori della legge; i Sadducei costituivano un piccolo gruppo proveniente dalle famiglie più ricche e molto influenti nel Sinedrio, l’organo collegiale cui spettava la direzione degli affari pubblici e l’amministrazione della giustizia; i Samaritani erano gli abitanti della regione della Samaria: adoravano lo stesso Dio degli altri Ebrei, ma si rifiutavano di andare al Tempio di Gerusalemme. Tra loro e i Giudei esisteva una forte ostilità. Nei Vangeli vengono spesso citati i Pubblicani. Erano funzionari ebrei incaricati dai Romani di riscuotere le tasse. Per questo rapporto con i pagani erano considerati “impuri” ed erano disprezzati anche per la loro scarsa onestà.
Sommo sacerdote
C’era infine una grande parte dei Giudei che non apparteneva a nessun gruppo. Alcuni erano poco osservanti, altri frequentavano la Sinagoga e le cerimonie tradizionali, altri vivevano l’esperienza religiosa del popolo con semplicità e fedeltà nella preghiera e nell’amore di Dio: così era per Maria e Giuseppe, i genitori di Gesù. IL POPOLO DI ISRAELE, PROFETI E PERSONE COMUNI, ATTENDEVANO IL MESSIA, COLUI CHE DOVEVA VENIRE A SALVARLO.
MESSIA è una parola della lingua ebraica che significa Colui che è mandato da Dio. Sempre Gesù ha detto di essere mandato e di compiere ogni cosa per il Padre.
Rabbi
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11 LA PRESEN ZA DI GESÙ
NASCE GESÙ La prima casa nel mondo in cui Gesù ha abitato è stata la sua mamma, Maria. Dio stesso l’ha scelta e, attraverso l’angelo Gabriele, le ha domandato se era disponibile ad accogliere un dono così grande. Maria ha risposto «Sì!» e, nel suo grembo, Dio stesso ha preso corpo. Dio aveva preparato per secoli questa madre affinché Lo potesse accogliere. Innanzitutto aveva scelto il popolo di Israele; poi, nel popolo, aveva preferito persone semplici e desiderose di accoglierLo; e, fra queste, la ragazza più preziosa, Maria. Bruegel il Vecchio, IL CENSIMENTO DI BETLEMME, Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles In questo dipinto Bruegel inserisce l’episodio del censimento nell’ambiente di vita rurale, e precisamente in una piazza di paese in un pomeriggio d’inverno. Dove sono Maria e Giuseppe? E Gesù? Prova a distinguere i personaggi e le azioni quotidiane che stanno svolgendo. Secondo te perché l’autore non ha messo in evidenza Maria e Giuseppe?
UN UOMO STRAORDIN ARIO
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11 LA PRESEN ZA DI GESÙ Maria è dunque il punto più bello di tutta la storia dell’alleanza fra Dio ed il popolo ebraico perché ha dato al mondo Gesù, il Salvatore. Maria non è solo la madre del bambino Gesù: è la madre di Dio, del Dio fatto uomo per salvarci. La parola “Gesù” infatti significa proprio “Dio salva”.
Leggi il Vangelo: Lc 1,26-38; Lc 2,1-20; Mt 2,1-12. Il Natale è la festa di Gesù che viene nel mondo, è la festa della sua nascita come bambino da Maria. Con il Natale cambia il modo per conoscere Dio: non lo si immagina, non lo si pensa, lo si incontra! È una cosa semplice ed è possibile a tutti; i pastori e i magi sono l’esempio di chi è semplice e vero: vanno a vedere, mossi da una «santa curiosità» (Benedetto XVI). GESÙ È DIO CHE VIENE, SI FA VEDERE E INCONTRARE.
UN UOMO STRAORDIN ARIO
A Gesù bambino di Umberto Saba La notte è scesa e brilla la cometa che ha segnato il cammino. Sono davanti a Te, Santo Bambino! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono, che in cuore non abbia che dolcezza. Fa’ che il tuo dono s’accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda, nel Tuo nome.
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11 LA PRESEN ZA DI GESÙ
L’INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA Gesù nasce uomo fra gli uomini: da quel giorno tante persone hanno potuto incontrarlo e conoscerlo. Il Vangelo ci racconta come i primi amici di Gesù lo hanno incontrato. Leggi, ascolta, ma soprattutto cerca di partecipare anche tu a questi incontri, immaginando di essere lì, nel gruppetto dei presenti, fra gli amici di Gesù. Sono molti gli episodi che potresti leggere, perché tutta la vita di Gesù è ricca di incontri: con Pietro, Filippo, Natanaele, Matteo, la Samaritana…
Leggi il Vangelo: Lc 5,27-32; Mc 1,16-20. Anche per tutti noi è possibile conoscere Gesù, nello stesso modo in cui è stato possibile per gli uomini del suo tempo: incontrando la sua presenza nella testimonianza e nella “buona notizia” dei suoi amici e discepoli. I racconti degli incontri di Gesù che troviamo nei Vangeli sono perciò un’occasione per rivivere quella novità, per sperimentare la sua umana amicizia nella nostra vita. INCONTRARE GESÙ È UNA COSA SEMPLICE, UN FATTO TALVOLTA IMPREVEDIBILE, POSSIBILE A TUTTI. «Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio.» Papa Francesco
Fra questi incontri ne scegliamo due per domandarci: che cosa succede a chi incontra Gesù? Caravaggio, VOCAZIONE DI SAN MATTEO, chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma. Caravaggio dipinge questo quadro seguendo la richiesta del committente (chi ordina un lavoro e lo acquista): «San Matteo si levi con desiderio per venire a nostro Signore che passando lungo la strada con i suoi discepoli lo chiama».
Riconosci Matteo e Gesù? Da che cosa? Quali elementi legano le due figure? Secondo te Caravaggio è riuscito ad esprimere il desiderio di Matteo di andare da Gesù che lo chiama? Perché?
UN UOMO STRAORDIN ARIO
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11 LA PRESEN ZA DI GESÙ
Giovanni e Andrea La gente della Palestina aspettava da tempo un nuovo profeta che potesse rivelare qualche buona notizia sulla futura venuta del Messia di Israele. Quando finalmente si sparse la voce che Giovanni, detto il Battista, battezzava con l’acqua tutte le persone perché fossero pronte all’arrivo del salvatore tanto atteso, molti si portarono sulle rive del fiume Giordano. In mezzo alla folla c’erano due pescatori che venivano dalla campagna: Andrea, il più grande dei due, aveva condotto con sé il giovane Giovanni. La gente premeva intorno al Battista e i due amici, relegati un po’ in fondo, probabilmente vedevano e sentivano poco. Ma a un certo punto ciò che ascoltarono fu sufficiente per accendere la loro curiosità. Improvvisamente il Battista aveva indicato un giovane uomo che si stava staccando dalla folla; alla vista di quel giovane, il profeta aveva interrotto ogni altro suo gesto dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio, che prende su di sé e porta via il male del mondo!». Mentre tutti gli altri continuavano a premere per raggiungere il luogo in cui Giovanni Battista stava battezzando, proprio come se non fosse successo nulla di speciale, Andrea e Giovanni invece non persero un attimo e si misero a seguire il giovane uomo che il Battista aveva indicato. In breve lo raggiunsero, gli chiesero dove era diretto e rimasero con lui per il resto del pomeriggio. Quel giovane uomo era Gesù: Andrea e Giovanni, così meravigliati e soddisfatti dalla sua compagnia, quel giorno iniziarono un’amicizia con Lui che li avrebbe tenuti insieme per tutto il resto della loro vita. I primi discepoli sono colpiti, stupiti e ammirati da Gesù e capiscono che Egli è il Messia che da tanto aspettavano. Per questo, come racconta il Vangelo, Giovanni e Andrea, dopo aver incontrato Gesù, hanno detto ai loro amici: «Abbiamo trovato il Messia». Come potevano Andrea e Giovanni, i suoi primi discepoli, riconoscere l’eccezionalità dell’uomo Gesù? Ascoltando e seguendo Gesù erano stati colpiti da qualcosa di molto grande, che faceva intuire la presenza e l’opera di Dio.
UN UOMO STRAORDIN ARIO
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22 LA PRESEN ZA DI GESÙ
Zaccheo Zaccheo era un uomo della città di Gerico, capo dei pubblicani e ricco. Era considerato da tutti un peccatore, odiato e disprezzato per i suoi imbrogli. Un giorno venne a sapere che Gesù, di cui si raccontavano tante meraviglie, stava per arrivare proprio a Gerico, la sua città. Zaccheo era curioso di vederlo e lo aspettava assieme agli altri lungo la strada, ma, siccome era piccolo, per vederlo meglio salì su una pianta di sicomoro. Finalmente Gesù arrivò, e quando fu sotto l’albero alzò gli occhi e disse a Zaccheo: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!». Dalla folla salì allora un mormorio di malcontento: «Ma come? Deve andare proprio a casa di un peccatore?». Zaccheo invece ne fu felice. Tutto si sarebbe aspettato, meno che Gesù avrebbe scelto proprio lui, proprio la sua casa. Sapeva di essere un poco di buono, ma capì improvvisamente una cosa meravigliosa: se Gesù entrava in casa sua significava che anche lui poteva essere amato. E se lui, Zaccheo, era amato, allora il bene è possibile per tutti. Così accolse Gesù nella sua casa e gli disse: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto» (cfr. Lc 19,1-8). CHI INCONTRA GESÙ E LO SEGUE SCOPRE CHE LA VITA DIVENTA MIGLIORE, PIÙ BELLA E VERA. Gesù ha scelto anche te e nel suo grande amore ti viene incontro. Egli si fa tuo compagno per aiutarti a capire e a vivere al meglio: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11).
Perché Zaccheo sale sull’albero? Perché Gesù vuole andare a casa di Zaccheo? Che cosa significa e perché Zaccheo dà metà dei suoi beni ai poveri?
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22 LA PRESEN ZA DI GESÙ
LE OPERE DI GESÙ Gesù, nato e cresciuto in Galilea, era un uomo del suo tempo, parlava la lingua della sua nazione, mangiava e dormiva, rideva e piangeva come ogni uomo. Come hanno fatto allora a riconoscere che Gesù era Dio? Come era possibile capire una cosa così grande? Per noi è importante capire come la gente che lo ha incontrato ha potuto scoprire che Gesù è Dio: anche noi infatti, nello stesso modo, siamo aiutati a riconoscere dov’è oggi Gesù. La gente che lo ha incontrato in Palestina non lo ha riconosciuto perché aveva l’aureola, come vediamo noi in alcuni quadri, né per il fatto che lo dicesse; lo ha riconosciuto da quello che Gesù faceva. GESÙ, CHE VIVEVA COME TUTTI GLI ALTRI UOMINI, SI RIVELAVA VIA VIA UNA PERSONA STRAORDINARIA, CAPACE DI COMPIERE COSE IMPOSSIBILI AGLI ALTRI UOMINI. Tutti hanno potuto vedere Gesù compiere i miracoli, fatti attraverso cui manifestava la sua potenza e la sua bontà. Nel miracolo delle nozze di Cana, nell’episodio della tempesta sedata o della pesca miracolosa si capisce bene che Gesù è il Signore e la natura gli obbedisce.
Leggi il Vangelo: Mc 4,35-41; Lc 5,4-10. La gente che Lo incontra rimane colpita e riconosce che quell’uomo è eccezionale. Presi da ammirazione, coloro che seguono Gesù si domandano: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». C’È IN GESÙ QUALCOSA DI UNICO E POTENTE. Ma la vera potenza di Gesù è la sua capacità di affetto e di compassione per il bisogno di ogni uomo. Al cieco Bartimeo che miracolosamente riacquista la vista, alla donna che piange per la morte del suo unico figlio, a Lazzaro ormai morto da quattro giorni, Gesù si avvicina come un amico: chi lo incontra si sente voluto bene come non gli era mai capitato prima. Gesù svela la sua divinità perché possiede tutte le cose, di tutto conosce il valore e opera continuamente per il bene di chi incontra.
Leggi il Vangelo: Lc 7,11-17. Il MIRACOLO è un fenomeno fuori dalle leggi ordinarie della natura, perciò esso manifesta l’intervento della forza divina.
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Davanti al racconto dei miracoli anche a noi nasce spontanea la stessa domanda della gente del tempo: chi è costui? Solo Dio, il Creatore del mondo, può conoscere e dominare ogni cosa, come fa Gesù. Per questo Gesù si rivela il Signore del mondo. Quando Giovanni Battista mandò alcuni discepoli a chiedere a Gesù se fosse proprio Lui il Messia, Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,4-5). GESÙ SI MANIFESTA ATTRAVERSO LE OPERE CHE COMPIE.
22 LA PRESEN ZA DI GESÙ Per capire cosa è successo davanti alla presenza di Gesù, prova a immaginarti questo episodio. Nel cortile della scuola c’è parcheggiata una Ferrari e noi, che siamo incuriositi perché ci piacciono le belle macchine, ci avviciniamo ad essa. Ciascuno di noi ne conosce qualche particolare, magari perché l’ha vista in televisione, o sul computer o perché il suo papà l’ha portato una domenica all’autodromo. Nessuno di noi però sa davvero come funziona, né tanto meno è in grado di metterla in moto e fare un giro. Ad un certo punto, mentre siamo tutti lì stretti attorno alla macchina, arriva uno, che non è dei nostri, non è un bambino della nostra scuola, non lo abbiamo mai visto. Arriva, si mette lì in mezzo a noi, e comincia a dire: «Guardate, amici: ora vi spiego io come è fatta una Ferrari». L’uomo comincia a parlare, spiegando tutti i particolari e svelando le cose più segrete di quella macchina. Anzi, mentre parla, sale a bordo e al primo colpo la mette in moto. Tutti allora cominciamo a chiederci: «Ma chi è questo qui? Come fa a sapere tutte queste cose?». Lui si accorge dello stupore che c’è sulle nostre facce e allora dice: «lo sono l’ingegnere che l’ha costruita; è per questo che ne so molto più di voi, che so tutto di questa macchina».
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LE PAROLE DI GESÙ Quando vedi qualcosa da vicino hai l’opportunità di conoscerla. Se qualcuno accanto a te ti parla e ti spiega quello che vedi capisci ancor meglio. Per questo ascolti i maestri. Gesù insegna, cioè parla e spiega ogni cosa ai suoi discepoli e alla gente che lo segue; è così che possono conoscerlo e capire il bene che Egli è venuto a portare nel mondo.
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22 LA PRESEN ZA DI GESÙ Durante i tre anni di vita pubblica, spesso Gesù insegna attraverso le parabole. Ad esempio, racconta di un pastore che cura le sue pecore, o di una donna che cerca una moneta perduta, o di un figlio che obbedisce al padre o ancora di un viandante che ha compassione e soccorre un bisognoso.
La PARABOLA è un racconto, un esempio, cioè un modo semplice di parlare per insegnare la verità attraverso delle immagini e dei fatti quotidiani.
Gesù usa le parabole del seminatore che sparge il seme sulla terra e dell’uomo saggio che costruisce la casa sulla roccia per farci capire come possiamo far crescere l’amicizia con Lui. Sono storie semplici che permettono agli apostoli e alla gente comune di capire: semplici però non vuol dire facili. Le parabole sono esempi di episodi della vita, non sono vere e proprie regole da seguire. Così chi ascolta è sempre pronto a domandarsi: «Questo esempio cosa dice a me? Secondo questo esempio io cosa devo cambiare?». Oppure: «Questo racconto, che parla dell’atteggiamento di un padre o di un pastore, cosa mi dice dell’atteggiamento di Dio verso di me?».
Leggi il Vangelo: Mt 13,3-9; Lc 10,25-37. Gesù innanzi tutto ci fa conoscere Dio, il Padre, e ci dice che è proprio come un papà che ci ama e ci accompagna sempre: ci racconta di Lui, della sua grande misericordia e ci parla del suo regno di pace e giustizia. In alcuni discorsi, come quello in cui parla delle beatitudini, Gesù insegna un modo di vivere straordinario, una vita nuova che riguarda l’uso delle cose e i nostri rapporti quotidiani. Ad esempio, ci dice di voler bene anche a chi ci fa del male, ci insegna a perdonare, a dare con gioia, a non preoccuparci troppo di possedere vestiti o cose preziose, perché il nostro cuore è fatto per un tesoro più grande. Gesù ci fa conoscere il valore di ogni aspetto della vita: il lavoro, l’amicizia, l’amore e anche la verità, la giustizia e il peccato. Gesù parla nelle piazze dei paesi e la gente lo segue per sentirlo parlare; risponde alle domande della gente semplice, ma anche dei sapienti e dei potenti. IN MOLTI MODI GESÙ INSEGNA, CIOÈ INDICA IL BENE, RIDESTA NEL CUORE IL DESIDERIO DI FELICITÀ E AIUTA A PERSEGUIRLO. È L’UNICO VERO MAESTRO.
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Van Gogh, IL SEMINATORE, Museo Kröller-Müller, Otterlo La figura del seminatore è una delle preferite fra quelle che Van Gogh guardava e copiava dal suo maestro Millet. È rappresentato l’uomo nel suo rapporto con la natura mentre compie un gesto portatore di vita, la semina. Osserva la scena e descrivi i colori che la raffigurano. Quali colori per la natura? Quali colori per il seminatore? Che cosa è al centro del dipinto? Perché?
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LA PASSIONE DI GESÙ PER TUTTI Durante tutto il tempo della sua vita pubblica Gesù rivela il suo modo del tutto speciale di vivere. Ma nella sua storia ci sono tre giorni in cui gli avvenimenti e i gesti che Gesù compie rivelano la sua natura umana e divina: sono i giorni della Passione e della Risurrezione. Durante l’ultima cena con i suoi amici Gesù offre la sua vita e ci insegna a servire i fratelli.
Leggi il Vangelo: Gv 13,1-15. Il giorno dopo Gesù soffre e muore in Croce per noi. La sua morte è un mistero che ci colpisce. IL SACRIFICIO SULLA CROCE È IL MODO CON CUI GESÙ SALVA IL MONDO. Egli si rivela come il nostro più grande amico. Gesù stesso ci dice: «Non c’è amico più grande di Colui che dà la vita per i suoi amici». Seguire Gesù fino in fondo significa, anche per noi, essere disponibili ad imitarlo.
Leggi il Vangelo: Mt 27,45-56. «Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il “Cristo giacente”, e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: “Guardate, è morto, ma domani risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna!» Papa Francesco
La parola PASSIONE indica una sofferenza fisica e un dolore dell’anima ed esprime anche un affetto vivissimo per una cosa o una persona. Gesù ha sofferto nel fisico e nell’animo per l’affetto profondo che prova per noi.
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C’è un gesto popolare con il quale si ripercorre la Passione di Gesù. Si chiama “Via crucis” (la via della croce). Hai mai visto o hai partecipato a questo gesto? Racconta.
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GESÙ È RISORTO Leggiamo la testimonianza sulla risurrezione, così come ci viene raccontata da coloro che hanno incontrato Gesù risorto.
Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere
Gesù.
La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?». Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate. Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto». Vangelo di Marco 16,1-7
Gesù, dopo la risurrezione, appare più volte ai suoi discepoli: parla, si lascia toccare, mangia con loro e li assicura che sarà sempre con loro. Gesù è vivo e presente oggi perché è risorto. Egli è presente in un modo che solo Dio può realizzare. Infatti Gesù manifesta di essere veramente il Figlio di Dio, come aveva detto ai suoi discepoli. L’avvenimento della risurrezione è quindi un fatto non solo del passato, ma anche del presente. GESÙ RISORTO È VIVO QUI, ORA, E PORTA UNA NUOVA VITA PER TUTTI.
Alba di Risurrezione G. D’Annunzio Suono di campane, voce che trasvola sul mondo, canto che piove dal cielo sulla terra, nella città sorda e irrequieta, e nel silenzio dei colli ove, nel pallore argenteo, le bacche d’olivo maturano il dono di pace. Suono che viene a te, quale alleluia pasquale, a offrirti la gioia di ogni primavera, a chiamarti alla rinascita; a dirti che la terra rifiorisce se il tuo cuore si aprirà come un boccio, che ripete un gesto d’amore e di speranza, levando il mite ramoscello in questa chiara alba di Risurrezione!
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Giotto, RISURREZIONE, Cappella degli Scrovegni, Padova Nella scena Giotto rappresenta l’intenso dialogo fra Gesù risorto e Maria Maddalena. Ci sono le mani della Maddalena protese come per afferrarlo e la mano di Cristo che segna il confine. È una soglia: la soglia è il termine di un cammino e l’inizio di un’altra modalità di cammino. Osserva la scena e descrivi i colori con cui è raffigurata. Osserva i tratti del volto e gli sguardi. Quale dialogo sta avvenendo attraverso i gesti di Maria Maddalena e di Gesù? Che cosa rappresenta il vessillo (bandiera) di Gesù risorto?
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GESÙ CI ACCOMPAGNA SEMPRE Che cosa accade dopo la risurrezione di Gesù? In pochi giorni, col dono dello Spirito Santo mandato loro da Gesù Risorto, gli apostoli ritrovano il coraggio e l’unità persi dopo la morte di Gesù. Per questo sopporteranno disagi, processi, persecuzioni e perfino il martirio con una letizia che conferma il loro amore per Gesù vivo e presente. Gesù risorto è vivo in un modo nuovo e potente. Ora può esserci vicino sempre e in ogni luogo. «ECCO, IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI FINO ALLA FINE DEL MONDO». Questa è la vicinanza eccezionale che già i discepoli hanno sperimentato e li ha resi felici. È la stessa vicinanza che possiamo sperimentare anche noi se lo riconosciamo. Con Lui presente siamo più certi, lieti e operosi nel bene. Lo capiamo meglio attraverso un breve racconto.
Immaginate che di notte, nel mezzo del sonno, una bambina venga presa dal suo letto e messa su un treno. La bambina continua a dormire senza accorgersi di nulla fino a quando… di primo mattino uno scossone la sveglia dal sonno. Tutto intorno a lei è nuovo e incomprensibile. Il treno viaggia veloce e attraversa bei paesaggi. La bambina però è un po’ spaventata, vorrebbe capire dov’è e perché si trova in quella condizione. Anche le patatine e la cioccolata che l’addetto al ristoro le offre non l’attirano e tanto meno la distraggono dalla sua domanda: che cosa le è accaduto? Dove sta andando lei con quel treno? Alle sue domande insistenti le persone intorno non sembrano far caso, sorridono o discutono di calcio senza apparenti pensieri. Qualcuno le risponde che non sa dove va il treno e che non serve neanche saperlo. Deve arrendersi? Vi sareste arresi voi? Come si fa a stare tranquilli da soli, senza sapere dove si è e perché mai si è in viaggio? Immaginiamo che in quel momento di disagio e di paura la bambina veda nel corridoio il suo papà. È proprio il papà che, dopo averla raggiunta e abbracciata, dice a tutti di sapere del viaggio e della destinazione. Molti si avvicinano e chiedono consigli e rassicurazioni. La meta è bellissima per tutti. La bambina torna nel suo scompartimento a godersi il viaggio: con lei sul treno c’è il suo papà. Adesso sì che mangerebbe volentieri una cioccolata con brioche!
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GESÙ VIVO NELLA CHIESA Se non fosse possibile per noi oggi incontrarlo, Gesù sarebbe solo una persona da ricordare e noi saremmo soli. Invece Gesù è venuto per rimanere con noi: risorto vuol dire vivo, cioè realmente presente. E NOI COME INCONTRIAMO GESÙ? La presenza di Gesù continua nel tempo e si tramanda in modo vivace per “contagio”: i primi discepoli hanno testimoniato ad altri discepoli, che hanno scelto altri discepoli, uomini per arrivare ad altri uomini, fino a noi. È una catena ininterrotta che arriva fino ad oggi. LA CHIESA È L’INSIEME DEGLI AMICI DI GESÙ, DA LUI SCELTI PER RIMANERE PRESENTE E VIVO NEL MONDO. San Paolo paragona la Chiesa al corpo umano. Il corpo di ogni persona è fatto di tante membra che cambiano nel tempo, assumendo un aspetto diverso negli anni. Allo stesso modo il corpo di Gesù dopo la risurrezione è cambiato ed è cresciuto. IL CORPO MISTICO (MISTERIOSO) DI GESÙ SI CHIAMA CHIESA. È possibile incontrare Gesù nella Chiesa attraverso le singole persone che la compongono. Le persone sono come le cellule, una diversa dall’altra, con diverse funzioni: tutte unite e ciascuna necessaria. Ciascun cristiano è la mano, il braccio, la bocca con cui Gesù continua a incontrare e a parlare alla gente. La Chiesa è un corpo di cui Cristo è il capo e i cristiani le membra. Come ogni persona ha caratteristiche esteriori e interiori, così la Chiesa è esteriormente fatta da uomini attraverso i quali Dio si comunica al mondo.
La parola CHIESA deriva dal greco e significa assemblea o adunanza. Essa indica l’insieme di tutti i credenti.
L’INCONTRO CON GESÙ OGGI La Chiesa è chiamata anche popolo di Dio, cioè unità di persone che rendono presente Gesù nella storia. San Pietro dice che i cristiani, uniti a Gesù, pietra scelta e preziosa, sono pietre vive di un unico edificio spirituale, che Dio costruisce. Il corpo, l’edificio, il popolo sono immagini che ci fanno capire l’unità che c’è fra Gesù e la Chiesa. Sai che la famiglia è una “Chiesa domestica”. Che cosa significa? Con quali amici condividi il gioco e lo studio? Come puoi vivere con loro l’amicizia con Gesù? Conosci qualche canto sull’amicizia?
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ATTRAVERSO I SUOI TESTIMONI Nel Vangelo Gesù dice ai suoi amici: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». DAI PRIMI DISCEPOLI AD OGGI C’È UNA CATENA DI UOMINI CHE TESTIMONIANO LA PRESENZA DI GESÙ. «Giovanni e Andrea, e quei dodici, Simone e gli altri, lo dissero alle loro mogli… Ma lo dissero anche ad altri amici… E gli amici lo dissero ad altri amici, e poi ad altri amici, poi ad altri amici ancora… e questi ad altri dopo di loro, come un gran flusso che si ingrossava, come un gran fiume che si ingrossava, e giunsero a dirlo a mia madre – a mia mamma –. E mia mamma lo disse a me che ero piccolo, e io dico: “Maestro, anch’io non capisco quel che dici, ma se andiamo via da te dove andiamo? Tu solo hai parole che corrispondono al cuore”.» Luigi Giussani
Per incontrare ciascuno di noi Gesù sceglie delle persone. Possono essere i familiari, i maestri o i compagni, gli amici dell’oratorio, i sacerdoti della parrocchia. Gesù ci raggiunge nella Chiesa, tra amici piccoli e grandi. Come si fa a capire se gli uomini sono veri testimoni di Gesù? Quando incontriamo un cristiano, che cerca di vivere come Gesù, ci accade qualcosa di nuovo: siamo più contenti, più soddisfatti di ciò che succede e più capaci di essere amici. È la stessa cosa che accadeva ai primi che incontravano Gesù. Il desiderio di conoscere Gesù ci rende attenti e pronti a riconoscere nei testimoni che incontriamo la Sua presenza misteriosa. «Sì, non vediamo Gesù, ma ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione. Non vediamo la nostra intelligenza, e l’abbiamo (…). L’elettricità, la corrente non le vediamo, ma la luce la vediamo. E così via. E così anche il Signore risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove è Gesù, gli uomini cambiano, diventano migliori. Si crea una maggiore capacità di pace, di riconciliazione… Quindi, non vediamo il Signore stesso, ma vediamo gli effetti: così possiamo capire che Gesù è presente.» Benedetto XVI
Cerca un esempio di vita buona nella comunità della Chiesa e raccontala con un breve testo o un’immagine.
L’INCONTRO CON GESÙ OGGI
TESTIMONE indica chi è presente e vede o ascolta e può quindi attestare ciò che è avvenuto dinanzi ad altri.
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ATTRAVERSO LA PAROLA DI DIO Per conoscere una persona abbiamo bisogno di starle vicino e di sentirla parlare. Così anche per conoscere Dio abbiamo bisogno di sentirlo parlare. Gesù ci fa conoscere il Padre: è Lui stesso la Parola di Dio. A noi come arriva la Parola di Dio? Abbiamo già visto che la Chiesa attraverso i testimoni ci parla: è una parola sempre nuova e viva. Nella Chiesa Gesù ci parla attraverso la Sacra Scrittura, che è lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino. Ci sono occasioni e gesti speciali per ascoltare quello che Dio ci vuole dire: sono le preghiere che la Chiesa ci ha insegnato e che ci accompagnano durante il giorno, la lettura della Sacra Scrittura e il catechismo, i tempi liturgici e le feste dell’anno in cui è ripercorsa la vita di Gesù. Tutto questo è la Parola di Dio. NEL MOMENTO IN CUI LEGGIAMO O ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO È LUI STESSO CHE CI STA PARLANDO.
L’INCONTRO CON GESÙ OGGI
ATTRAVERSO I SACRAMENTI Ciascuno di noi parla, si muove ed agisce. Ogni persona si esprime attraverso dei segni, parole e gesti, con cui comunica e incontra altri uomini.
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La parola SACRAMENTO indica un segno visibile di Gesù invisibile; un segno efficace perché compiuto dalla Sua potenza santificatrice.
Anche Gesù, vivo nella Chiesa, continua ad essere presente e ad agire attraverso parole e gesti che ci raggiungono. Alcuni gesti di Gesù sono speciali, sono i Sacramenti, il modo con cui Gesù continua nel mondo e nel tempo la sua opera di salvezza. È bello vedere nel Vangelo come i gesti di Gesù siano veramente efficaci: quando tocca gli occhi dei ciechi, le orecchie dei sordi o la mano dello storpio, tutto viene trasformato. Così anche i gesti che Gesù compie oggi nella Chiesa sono ugualmente efficaci.
«I sacramenti sono gesti visibili che la Chiesa compie: come un’immersione nell’acqua, una unzione con olio, una cena con il pane e il vino. Ma essi non sono solo dei segni esteriori: sono atti di Gesù, che li ha istituiti e li rende efficaci. Egli, insieme con lo Spirito Santo, è veramente, anche se invisibilmente, presente quando vengono celebrati, così come è presente ogni volta che la Chiesa è raccolta a pregare.» Inos Biffi
Egli desidera essere vicino a ciascuno di noi e condividere tutti i momenti importanti della nostra vita. I sette Sacramenti che accompagnano dalla nascita alla morte la vita del cristiano sono: Battesimo
l’inizio della vita cristiana
Confessione (o Riconciliazione)
il perdono nell’errore
Eucaristia
il nutrimento quotidiano
Cresima (o Confermazione)
la conferma nella crescita
Matrimonio e Ordine sacro
il compito nella vita
Unzione degli infermi
l’aiuto nella malattia
Così in ogni momento Gesù ci dice: «Ecco, sono qui e ti voglio con me!».
Prova a ricercare e ad illustrare con un disegno gli elementi visibili che sono propri di ogni sacramento (acqua, olio, pane…).
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IL DONO DI UNA VITA NUOVA Se tu non fossi nato non avresti la vita: non ti sarebbe possibile agire, conoscere, amare. Anche la vita cristiana ha un suo inizio, che permette una nuova esistenza: è il Battesimo. Se non fossimo battezzati non potremmo vivere e godere dei gesti e dei doni della Chiesa. Il Battesimo è un dono: è la nascita alla vita dei figli di Dio, l’ingresso nella Sua famiglia. «Nel Battesimo ciascun bambino viene inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte, perché questa compagnia di amici è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell’eternità. Chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l’amicizia sicura di Colui che è la vita.» Benedetto XVI
Leggi il Vangelo: la vite e i tralci (Gv 15,1-6). Il Battesimo dona la grazia di vivere in amicizia con Dio. Tuttavia accade spesso che ci dimentichiamo di questo dono e viviamo secondo le nostre voglie, i nostri capricci e non per la realtà bella e buona che Dio ha creato: questo è un peccato. Se fossimo lasciati soli, i nostri peccati e i nostri errori diventerebbero per noi come una malattia che ci porterebbe alla morte. Ma Gesù ci vuole bene, è più forte dei nostri peccati e, di fronte al nostro male, ci dona di nuovo la vita. La Confessione è il sacramento del perdono. IL PERDONO È UN “SUPER-DONO”, UN BENE PIÙ GRANDE DEL NOSTRO MALE.
Leggi il Vangelo: il figliol prodigo (Lc 15,11-32). «Dio è gioioso! E qual è la gioia di Dio? La gioia di Dio è perdonare! E questo è amore di Dio, la sua gioia: perdonare. Ci aspetta sempre!» Papa Francesco
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GESÙ È PRESENTE OGNI GIORNO Un ragazzo, il beato Carlo Acutis, usava questa espressione: «L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo». Infatti l’Eucaristia è il sacramento attraverso il quale in ogni luogo e in ogni momento Gesù è fisicamente con noi. Carlo aggiungeva: «Gesù è molto originale, perché si nasconde in un pezzetto di pane, e solo Dio poteva fare una cosa così incredibile». Quel pane e quel vino sono il Suo Corpo e il Suo Sangue: Gesù rende sé stesso “nutrimento” per la nostra anima. «Noi, come persone, non abbiamo solo un corpo, ma anche un’anima. Siamo persone pensanti, con una volontà, un’intelligenza, e dobbiamo quindi nutrire anche lo spirito, anche la nostra anima, perché possa maturare, perché possa realmente arrivare alla sua pienezza.» Benedetto XVI
Leggi il Vangelo: Mt 26,26-28. Ogni volta che si partecipa alla Messa si vive l’identico gesto compiuto da Gesù: così si rinnova l’incontro con Lui. L’Eucaristia non è quindi solo il ricordo di quello che ha fatto Gesù, ma è una unione con Lui, una Comunione. Gesù è presente nel pane e nel vino per entrare in comunione con noi, per unirsi a noi, per diventare una cosa sola con noi. Ricevere la Comunione è unirsi a Gesù: è la cosa più grande che ci sia, perché non possiamo fare a meno della sua presenza e della sua guida.
EUCARISTIA è una parola della lingua greca e significa ringraziamento, rendimento di grazie. Si ringrazia per la presenza fisica di Gesù nel pane e nel vino consacrati.
PER QUESTO LA PRIMA COMUNIONE È UNA GRANDE FESTA.
Frequenti la parrocchia o ti stai preparando a ricevere la prima Comunione? Racconta la tua esperienza.
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LA COMUNIONE VISSUTA Nel sacramento della Comunione riceviamo la vita di Gesù. Come possiamo fare affinché questa vita si sviluppi, cresca sempre più? È possibile solo all’interno di una compagnia che nutra, sostenga e curi questa vita. Per rimanere con Gesù dobbiamo rimanere legati alle persone che ci fanno provare la bellezza dell’amicizia con Lui. Gesù ci ha detto: «Dovete volervi bene tra di voi: allora sarete davvero miei amici». La Sua persona si manifesta dunque attraverso una grande amicizia fra di noi: amici degli altri, perché amici di Gesù. L’unità di tutti quelli che Gesù ha scelto e chiamato è quindi un modo con cui tutto il mondo può conoscerlo.
Leggi il Vangelo: Gv 15,9-17. Gesù rende evidente la sua presenza attuale fra di noi non soltanto attraverso l’unità dei suoi amici, ma anche attraverso la vita cambiata di ciascuno. Gesù chiama beati coloro che seguono il suo esempio.
Leggi il Vangelo: Mt 5,1-12. UNA VITA CAMBIATA DA GESÙ SI MANIFESTA NELLA GIOIA CHE ESPRIME. Prepara un gioco da proporre ai tuoi compagni per vivere un momento di unità e allegria.
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SAN GIOVANNI BOSCO
Il 24 giugno era il giorno dell’onomastico di don Bosco. Si fece festa solenne all’Oratorio, ognuno volle manifestargli il suo affetto. E don Bosco, per ricambiare disse: «Ognuno scriva su un biglietto il regalo che desidera da me. Vi assicuro che farò il possibile per accontentare tutti». Quando lesse i biglietti, don Bosco trovò domande serie e pensate, ma trovò anche richieste stravaganti che lo fecero sorridere: qualcuno chiese cento chili di torrone «per averne per tutto l’anno». Sul biglietto di Domenico Savio c’erano cinque parole: «Mi aiuti a farmi santo». Don Bosco prese sul serio quella domanda. Chiamò Domenico e gli disse: «Ti voglio regalare la formula della santità. Stai bene attento. Primo: allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace non viene dal Signore. Secondo: doveri di studio e di pietà. Attenzione a scuola, impegno nello studio, impegno nella preghiera. Tutto questo non farlo per ambizione, per farti lodare, ma per amore del Signore e per diventare un vero uomo. Terzo: far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni sempre, anche se ti costa sacrificio. La santità è tutta qui». Nell’allegria e nel far bene i suoi doveri, Domenico non poteva fare di più. Ma nell’aiutare i suoi compagni, qualcosa poteva fare, pensare, inventare. E da quel giorno ci provò.
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«RIMANETE IN ME» Di mese in mese sei diventato più grande. Gesù da bambino cresceva in età e sapienza. La sapienza è conoscere e vivere le cose con amore, come le ha pensate Dio. Anche tu sei chiamato a crescere in sapienza. Chi ama Gesù cresce in sapienza: per questo Gesù ci ha detto: «Rimanete in me» (Gv 15,4). Rimanere con Gesù è possibile se manteniamo gli occhi spalancati di fronte alla natura e il cuore attento di fronte alle persone che incontriamo. RIMANERE CON GESÙ È POSSIBILE SE SIAMO FEDELI ALLA COMPAGNIA DELLA CHIESA NELLA PREGHIERA E NEL RICEVERE I SACRAMENTI.
«Se voi riflettete alle cose più semplici e nello stesso tempo più decisive della nostra vita, vedete che queste cose si ripetono. Ogni giorno e ogni sera ci sediamo a tavola col papà, la mamma e i fratelli a mangiare, ogni notte abbiamo bisogno di dormire, tutti i giorni abbiamo bisogno di giocare, abbiamo bisogno di andare a scuola… perché noi uomini siamo fatti in un modo tale che impariamo le cose adagio adagio. Ci entrano nel cuore e nella mente adagio adagio, adagio adagio. E così, se uno incomincia a stare vicino a Gesù…, adagio, adagio incomincerà a capire quello che sta vivendo. Partecipare alla messa regolarmente ci aiuta ad imparare sempre di più il peso o l’importanza di Gesù nella nostra vita. Ricordatevelo sempre: il segreto per imparare bene la matematica, per imparare bene la storia, per imparare bene a scuola come per imparare bene a vivere è ripetere.» Angelo Scola
Riguarda il percorso di quest’anno e rileggi le frasi scritte in rosso di ogni pagina. Metti in evidenza le cose più importanti che vorresti ricordare.
LA COMPAGNIA CRIST IANA
TUTTI FRATELLI
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UN INCONTRO CHE PORTA NOVITÀ Quando si riprende la scuola ognuno di noi porta con sé il bagaglio dei mesi di vacanza: i luoghi visitati, i giochi a cui ci siamo dedicati e i volti di tanti amici piccoli o grandi incontrati. Spesso sono proprio gli incontri fatti che segnano per un bambino ormai grande come te il ricordo del tempo delle vacanze. È sorprendente accorgersi di quanto la nostra vita sia ricca di incontri e scoprire come attraverso di essi ci sentiamo continuamente voluti e amati. Quando incontriamo qualcuno di interessante i suoi modi, il suo carattere, la sua storia ci colpiscono e ci aprono a qualcosa di nuovo. Così si inizia a desiderare di stare insieme: a volte ci capita persino di cambiare gusti o interessi perché questi incontri ci suggeriscono qualcosa di piacevole da imitare. IL PERCORSO DI QUEST’ANNO È RICCO DI INCONTRI CON PERSONE CHE PORTANO QUALCOSA DI VERAMENTE NUOVO. Si tratta di uomini, donne e bambini che hanno vissuto intensamente, con curiosità e desiderio, la vita: alcuni sono persone famose, altri sono vissuti in tempi remoti, altri ancora sono persone normali che puoi incontrare anche tu nella tua città. Che cosa è dunque quella novità che portano? Lo scoprirai. Per ora tieni presente che le figure che ti saranno presentate nelle prossime pagine sono persone reali, che ti permetteranno di conoscere meglio Gesù e te lo renderanno ancora più familiare. Noi uomini non potremmo conoscere Gesù se Lui non ci venisse continuamente incontro. Per questo presta attenzione a ciò che ti accade, per conoscere i mille modi con cui Gesù è presente nella ricchezza che porta ogni uomo che ti sta vicino. Iniziamo a guardare l’esperienza che duemila anni fa è accaduta ai discepoli e agli amici di Gesù, quando li ha chiamati con sé e ha loro affidato l’annuncio del suo Regno.
Hai incontrato qualche amico nuovo in questi mesi? Che cosa ti ha attratto o ti ha fatto piacere fare con lui? È cambiato qualcosa in te dopo questo incontro? Che cosa?
LA CHOIMESPAGNDIEALLCERISOTR IAGNINAI
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GLI APOSTOLI TESTIMONI La fede cristiana ha il suo fondamento nella risurrezione di Gesù. Essa dimostra che Dio è più forte del peccato e della morte e vuole per l’uomo la vita. Questo fatto è del tutto impensabile per l’uomo, tanto che perfino i discepoli di Gesù hanno stentato a crederlo. In un brano del Vangelo si racconta un episodio accaduto nei giorni della Pasqua di Gesù. A due discepoli del paese di Emmaus, in cammino, smarriti e delusi per la morte di Gesù, si affianca un uomo sconosciuto. Poco più tardi lo riconoscono: è Gesù stesso. Mentre gli apostoli sono riuniti nel Cenacolo, Gesù entra a porte chiuse. Tutti sono «sconvolti e pieni di paura [perché] credevano di vedere un fantasma». Gesù, per vincere i loro dubbi, li invita a guardare e a toccare le mani e i piedi, a dargli da mangiare. Proprio perché lo hanno visto vivo, hanno parlato, mangiato e bevuto con lui potranno testimoniare che Gesù è davvero risorto. Quaranta giorni dopo la risurrezione, Gesù «fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo». Questo episodio eccezionale viene celebrato nella grande festa dell’Ascensione. Da quel momento né loro né alcun altro uomo avrebbe più rivisto Gesù come lo avevano visto e incontrato nei tre anni precedenti. Anche tu certamente senti nostalgia quando un grande amico si allontana da te e cerchi un modo concreto per poter continuare la vostra amicizia. Così fanno anche gli apostoli. GESÙ HA SCELTO GLI APOSTOLI PERCHÉ ATTRAVERSO LA LORO UNITÀ TESTIMONIASSERO NEL MONDO LA SUA PRESENZA. Gli episodi della vita di questa compagnia sono raccontati in un libro intitolato Atti degli Apostoli.
Leggi gli Atti degli Apostoli: 1,1-14.
Scrivi e impara i nomi dei dodici apostoli.
La parola APOSTOLO deriva da una parola greca che significa inviato, mandato con un compito.
LA CHOIMESPAGNDIEALLCERISOTR IAGNINAI
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LA CHOIMESPAGNDIEALLCERISOTR IAGNINAI
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«SEMPRE CON VOI»: IL DONO DELLO SPIRITO Gli apostoli sanno che Gesù è vivo, però sono ancora molto timorosi e non hanno il coraggio di annunciare ciò di cui sono stati testimoni. Tuttavia non possono dimenticare il grande compito che Gesù ha loro assegnato, quello di far conoscere a tutti ciò che hanno visto e udito. Il giorno della Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, mentre con Maria sono raccolti in preghiera, sentono il rombo di un tuono e un forte vento. Poi appare un fuoco che si divide in tante fiammelle che si posano sulla loro testa: lo Spirito Santo scende su di loro. Richiamata dal frastuono, la gente presente a Gerusalemme si avvicina. Gli apostoli cominciano allora a parlare nelle diverse lingue, così che tutti comprendono stupiti.
Leggi gli Atti degli Apostoli: 2,1-13. Coloro che li incontrano sono pieni di meraviglia e di curiosità. Pietro allora interviene a nome di tutti e spiega: «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). Molti accolgono la parola di Pietro e vengono battezzati. In quel giorno si uniscono agli apostoli circa tremila persone. CON LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO SUGLI APOSTOLI E MARIA NASCE LA CHIESA. Da quel momento lo Spirito sostiene la comunità dei credenti nella storia attraverso i Sacramenti. Nel Battesimo e nella Cresima lo Spirito Santo accompagna i credenti con i suoi doni e li rende forti e capaci di riconoscere e amare il bene. Grazie a questi doni, la vita di Gesù continua ad operare nel mondo: tutti possono così riconoscerlo proprio dai miracoli che ancora oggi Egli compie attraverso i suoi. «La nostra vita può essere paragonata ad una barca priva di motore e spinta a fatica a remi dai rematori, ma se si aggiungono delle vele gonfiate dal vento, tutto diventa molto più semplice. Noi siamo i rematori, i remi rappresentano il nostro impegno di vivere, le vele rappresentano i doni dello Spirito Santo e il soffio del vento è lo Spirito Santo.» Papa Francesco
Illustra con un bel disegno questo esempio.
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OSSERVA IL QUADRO Storicamente, dai tempi biblici, la colomba è simbolo di pace. La colomba bianca porta speranza per l’umanità e rappresenta lo Spirito Santo incarnato, alato, ispiratore. Che cosa vedi rappresentato? Quali aggettivi useresti per descrivere questo quadro?
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UN CUOR SOLO E UN’ANIMA SOLA Coloro che accolgono l’annuncio di Pietro si raccolgono intorno agli apostoli e formano la Chiesa, una comunità di uomini che si ritrova e vive insieme come una grande famiglia. Quanti sono battezzati partecipano alla vita della comunità cristiana: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola». I cristiani sono persone che appartengono a popoli e a gruppi diversi: ebrei e pagani, nobili, militari e persino schiavi. Tutti vivono fraternamente fra di loro e con gli altri uomini. Il modo con cui Gesù aveva guardato gli uomini che incontrava in Palestina continua nella Chiesa. Quanto Gesù aveva insegnato, «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri», diventa insegnamento degli apostoli. LA VITA DI GESÙ È AMICIZIA, È COMUNIONE, È UNITÀ. Tra i credenti inizia un modo nuovo di vivere che colpisce e stupisce ogni persona, ma essi possono trattarsi in un modo così nuovo perché tra loro continua la vita di Gesù che è amore. Anche tra le diverse comunità, le “Chiese” che nascono in varie regioni, c’è unità. Così i cristiani di Antiochia, per esempio, fanno una colletta per aiutare i cristiani di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Anche oggi la presenza viva di Gesù nella comunità cristiana reca buoni frutti alla vita di tutti. Hai provato a vivere gesti di accoglienza e fraternità? Racconta.
La parola COMUNITÀ deriva da una parola latina che indica coloro che condividono un dono.
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PIETRO, LA GUIDA DELLA CHIESA Abbiamo visto che la Chiesa è stata affidata da Gesù agli apostoli. Vediamo ora come la Chiesa esiste nelle persone che per prime furono chiamate da Gesù a seguirlo. Cominciamo da Pietro. Conosciamo la sua storia grazie alle pagine dei Vangeli. Il suo nome originale è Simone. Gesù, al suo primo incontro, gli cambia il nome in Cefa, che in aramaico vuol dire “pietra”. La scelta di questo nome è significativa del compito che Gesù gli affiderà: essere una guida forte e sicura per la comunità. Pietro impara a poco a poco a seguire Gesù e ad accogliere la missione che gli è affidata. Pur avendo tradito Gesù, rinnegandolo per ben tre volte, è tra i primi testimoni della sua risurrezione. Davanti al Signore risorto che gli chiede se gli vuole bene, Pietro risponde di sì. In quel momento egli capisce che a Gesù basta il suo povero amore. Da qui nascono in Pietro la certezza di questo legame e la forza per compiere la sua missione. PIETRO È IL FONDAMENTO SICURO SU CUI POGGIA LA VITA DELLA CHIESA. La responsabilità di Pietro sarà da ora in poi quella di custodire la comunione con Gesù. Da Gerusalemme va a Roma, dove a causa della predicazione del Vangelo muore crocifisso. Il luogo del martirio e della sepoltura di Pietro fu indicato, fin dai primissimi tempi, nel colle del Vaticano. È su questo luogo che sorge la basilica di San Pietro. Pietro fu il primo Vescovo di Roma e anche il primo Papa della cristianità. A Pietro e agli apostoli Gesù ha affidato il suo insegnamento. Anche oggi Gesù guida la comunità cristiana attraverso il Papa, successore di Pietro, e i Vescovi, successori degli apostoli. IL CAMMINO È SICURO E POSSIBILE CON LA PRESENZA DI UNA GUIDA. In montagna come per strada, per il gioco come per i compiti avere con noi una guida ci fa procedere più certi; così è nella vita cristiana. Conosci il nome del Papa che oggi guida la Chiesa? Hai partecipato a qualche visita a San Pietro? Hai ascoltato qualche messaggio del Papa? Racconta.
VESCOVO è una parola greca che significa “soprastante”, cioè chi è posto a capo e a cura di altri.
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PAOLO, LA MISSIONE FRA LE GENTI L’annuncio di Gesù risorto è rivolto a tutti, anche ai lontani e ai pagani. L’apostolo che dedica la sua vita a questo annuncio è Paolo. La sua vita è davvero avventurosa. Nasce a Tarso col nome di Saulo. Ancora giovane, è conosciuto dal sinedrio come un uomo di grande prestigio. Sulla via verso Damasco, dove era diretto per catturare i cristiani, viene colpito da una forte luce che lo ferisce e lo acceca, mentre una voce gli chiede: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». È Gesù stesso che gli parla e questa frase gli rimane impressa nella mente perché gli fa capire che Gesù e i cristiani sono una cosa sola. Quel giorno ha inizio per lui una vita nuova che lo porterà a diffondere l’insegnamento di Gesù in tutto il mondo. Così iniziano i suoi grandi viaggi missionari: per quattordici anni egli si reca di città in città portando la parola del Signore, fonda numerose comunità che incoraggia e istruisce con lettere piene di affetto. Condotto a Roma come prigioniero viene decapitato durante la persecuzione di Nerone, nel 67 d.C., tre anni dopo il martirio di Pietro. PAOLO È CHIAMATO L’APOSTOLO DELLE GENTI PER LA SUA MISSIONE NEL MONDO. Pietro e Paolo erano stati concordi nell’affermare che chiunque può diventare cristiano senza esclusione o differenza di popolo; nella Chiesa prende vita una nuova comunità che non dipende dalla famiglia, dalla provenienza, dalla razza, dalla religione. Chiunque è accolto, amato, perdonato da Gesù nella sua compagnia.
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PIETRO E PAOLO RAPPRESENTANO LE DUE COLONNE DELLA CHIESA CHE SI DIFFONDE NEL MONDO.
BASSORILIEVO DEL IV SECOLO, Museo Paleocristiano, Aquileia Questa lastra è un rilievo incompiuto che mostra gli apostoli Pietro e Paolo. I due santi sono il simbolo dell’unità della Chiesa. Come è espressa l’unità fra loro? Descrivi il loro aspetto e il loro atteggiamento.
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VIENE GESÙ, LA LUCE VERA Ogni anno è segnato da un appuntamento speciale con Gesù: il Natale. L’Avvento è il tempo in cui ci si prepara di nuovo alla Sua venuta. Pensa a un amico a cui sei affezionato, magari è un tuo compagno di squadra che vedrai nel pomeriggio. Già durante l’intervallo della scuola il tuo pensiero va a lui: hai da raccontargli alcune novità. Non vedi l’ora di rivederlo; così tutta la tua attenzione è rivolta a quando lo incontrerai. E dopo l’allenamento? Se quell’incontro è stato davvero bello ti ricorderai di lui e ti tornerà il desiderio della sua compagnia. Una grande amicizia funziona così: attesa e ricordo; e poi ancora attesa e poi ancora ricordo… Come accade per ogni amicizia umana, così accade anche nell’amicizia con Gesù. Certamente anche i discepoli, dopo averlo conosciuto, avranno desiderato rivederlo: Lui aveva dato una luce nuova alla loro vita. San Giovanni, il primo che aveva incontrato e seguito Gesù, scrive nel suo Vangelo: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo», indicando nella nascita di Gesù bambino l’irrompere fra gli uomini di una luce che permette di vedere le cose come sono realmente. A Giovanni era accaduto proprio così. Per comprendere meglio come ci si prepara al Natale possiamo fare un paragone. Se ti trovi in una via importante, nel centro di una città, proprio nel periodo che precede il Natale, certamente vieni colpito da una grande quantità e varietà di insegne luminose: tutte queste luci hanno lo scopo di attirare la tua attenzione. È festa, certamente: ma sembra che ognuno abbia da mostrarti qualcosa per catturare il tuo cuore, perché la tua gioia nella festa sia legata ad un particolare regalo. Così, confusa da tutte queste luci, la luce vera di Gesù può passare del tutto inosservata. Per attendere e per riconoscere Gesù è necessario decidere di rivolgere lo sguardo alla luce vera. Ricordiamo l’esperienza dei Re Magi. Saggi e osservatori del cielo, hanno indirizzato tutta la loro attenzione ad una sola luce, la stella Cometa: e così Dio stesso fatto uomo si è potuto manifestare davanti ai loro occhi. La festa che ricorda l’incontro fra i Re Magi e Gesù bambino si chiama proprio Epifania, che vuol dire “manifestazione”. Nei tempi antichi l’Epifania era considerata una festa ancora più importante del Natale: è in quel giorno che si rende chiaro che Gesù è l’Emmanuele, il “Dio con noi”. GESÙ È L’EMMANUELE, IL DIO VIVO E VERO, CHE VIENE E CHE RESTA CON NOI.
Leggi il racconto della nascita di Gesù nei Vangeli di Luca e di Giovanni: Lc 2,1-7 e Gv 1,9.14. Scegli uno di questi due racconti ed esprimilo con un disegno.
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William Congdon, NATIVITÀ L’opera, olio e pittura d’oro e d’argento, fu realizzata dall’artista un anno dopo la sua conversione al cattolicesimo. La Natività è rappresentata come una potente esplosione di luce in una grande cavità scura, come la grotta di Betlemme. Osserva i colori e i tratti usati e descrivili. Riconosci nel quadro tutti gli elementi possibili. Quali particolari del dipinto ti colpiscono. Perché?
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UN SEME SPARSO NEL MONDO Diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». Abbiamo conosciuto Pietro e Paolo e abbiamo visto come offrirono la loro vita per annunciare la buona notizia, il Vangelo. Come loro, molti altri testimoni non temettero di soffrire e di morire per la gioia e la grandezza di quanto avevano ricevuto incontrando Gesù. Come è accaduto nella storia di santo Stefano, il primo martire cristiano: egli, mentre lo lapidavano ingiustamente, perdonava i suoi aggressori, perché la gioia che gli donava lo Spirito Santo era più grande del male ricevuto.
Leggi gli Atti degli Apostoli (capitoli 6 e 7). Con la loro testimonianza i martiri attirano altri uomini e si compie così quello che Gesù aveva detto annunciando la sua morte ai suoi amici prima di morire: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Nei martiri di ogni epoca e di ogni continente si vede la potenza di Dio. Essi diventano vincitori anche nella sconfitta. Con l’uscita dai confini della Palestina, la testimonianza della fede raggiunge Roma, il centro del mondo di allora, e poi le zone centrali dell’Impero Romano, grazie anche alle strade che i Romani avevano creato. Trent’anni dopo la morte e risurrezione di Gesù, sono presenti comunità di cristiani in tutta l’Asia Minore, la Grecia, l’Italia e la Spagna. Spinti dall’invito di Gesù, gli apostoli vanno in tutto il mondo. Secondo antiche tradizioni, Giacomo raggiungerà la Spagna, Matteo l’Africa, Tommaso l’India, Andrea la Russia. «La Chiesa è nata con pochissimi uomini, come un granello sperduto nella terra, ed è divenuta talmente grande che ha trasformato il mondo e lo trasformerà ancora finché diventerà come un albero, a proteggerlo tutto.» Luigi Giussani
MARTIRE deriva da una parola greca che significa testimone.
La storia della Chiesa si è svolta attraverso una catena di amicizie, di legami e di segni che rende possibile incontrare oggi qualcosa che è cominciato tanti anni fa. LA CHIESA È UNA COMUNITÀ VIVA ATTRAVERSO CUI GESÙ CI SALVA.
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BRITANNIA
Oceano Atlantico
Treviri GALLIA
IBERIA
Siviglia
Milano Ravenna
Roma
TRACIA Tessal
ACA A
Cartagine Mar Mediterraneo C CIR Confini dell’Impero Romano alla fine del III secolo Diffusione del Cristianesimo alla fine del II secolo Diffusione del Cristianesimo alla fine del III secolo
LA CONMEPLAGNNOIASTRCORISTT EIAMNPOA Anche oggi la comunità della Chiesa diffusa nel mondo continua a crescere grazie alla presenza di tante persone che amano Gesù e costruiscono, anche soffrendo, luoghi di vita nuova in cui tutti gli uomini possono trovare aiuto e conforto.
Mar Caspio Mar Nero
A lonica
ARMENIA
Nicea
AIA Atene Creta Cirene
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ASIA Efeso
Tarso Antiochia ASSIRIA SIRIA MESOPOTAMIA Damasco Cipro Gerusalemme GIUDEA
Alessandria EGITTO
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ARABIA O
Mar Rosso
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Osserva la cartina: in quali territori si è diffuso il messaggio cristiano nel secondo secolo? E nel terzo?
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LUNGO LA STORIA Gesù scelse alcuni, gli apostoli, che furono testimoni dei suoi gesti e delle sue parole; poi affidò a Pietro il compito di guidare la Chiesa e di custodire il suo gregge. Il papa è il successore di Pietro, i vescovi sono i successori degli apostoli. Attraverso la predicazione, gli scritti, la testimonianza e la liturgia essi trasmettono da una generazione all’altra ciò che gli apostoli hanno visto e udito. Questo “passaggio di testimone” si chiama Tradizione Apostolica e ci consegna fedelmente la vita che Gesù ha portato nel mondo. ESSA È FONTE DI GIOIA E FA DESIDERARE DI RENDERE PIÙ BELLO E PIÙ UMANO IL MONDO, LA CASA COMUNE DELLA FAMIGLIA DEGLI UOMINI, DI COSTRUIRE UNA CONVIVENZA FONDATA SULLA VERITÀ E SULL’AMORE, DOVE NESSUNO SIA SCARTATO E LASCIATO SOLO. Attorno ai santi, noti o sconosciuti, sono sorte comunità operose. Un esempio straordinario è san Benedetto che diede ai suoi monaci una regola fondata sull’ora et labora (prega e lavora) come via per essere felici. I suoi monaci ricostruirono ciò che era distrutto, dissodarono terreni e bonificarono paludi. In tutta Europa attorno ai monasteri rifiorì la vita religiosa, economica e sociale. Nel corso dei secoli si è costituito un ricco patrimonio fatto di edifici ‒ monasteri, chiese, cattedrali ‒ dove vivere in comunità e celebrare la lode del Signore, di opere quali ospedali e scuole, per prendersi cura di poveri e ammalati e dell’educazione di bambini e ragazzi, di capolavori d’arte e di letteratura. Questo ricco patrimonio di verità, carità e bellezza costituisce una preziosa eredità; conoscendola possiamo scoprire quanto sia bella e ricca di frutti l’amicizia con Gesù.
TRADIZIONE deriva da una parola latina che significa consegnare qualcosa a qualcun altro.
Un esempio significativo della bellezza che nasce dall’amore a Gesù è la figura di san Francesco.
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SAN FRANCESCO D’ASSISI San Francesco d’Assisi era un giovane di famiglia ricca, piuttosto vivace. Visse durante un periodo storico alquanto turbolento. Per questo Francesco partiva spesso per andare in battaglia, al servizio di capitani di ventura. Una mattina sentì una voce che gli domandava: «Che cosa è meglio: servire al servo o al Signore?». Poco dopo Francesco lasciò tutte le sue ricchezze, che evidentemente non lo rendevano felice, ma visse un periodo un po’ inquieto. Un giorno, presso i ruderi della chiesa di San Damiano di Assisi, una seconda voce pose a Francesco una nuova richiesta: «Francesco, riedifica la mia Chiesa che va in rovina». Quei tempi erano difficili per tutta la Chiesa cristiana; perciò Francesco comprese che non si trattava di riedificare solo la piccola chiesa di San Damiano. Da quel momento Francesco si dedicò totalmente all’amicizia con Gesù, fino a diventare un’immagine perfetta di Cristo stesso: addirittura in lui comparvero le stesse ferite che Gesù aveva sul corpo al momento della crocifissione. Intorno a Francesco si formò una compagnia fra le più vive e numerose nella Chiesa, i Francescani, una comunità di frati, sempre più grande e importante, che si diffuse nel mondo lungo i secoli successivi. Pochi anni dopo la morte di san Francesco fu costruita una nuova splendida basilica ad Assisi, dove la gente potesse ritrovare Francesco e coloro che lo avevano seguito. In questa basilica grandi pittori come Giotto, Cimabue e Lorenzetti hanno voluto esprimere con la bellezza delle immagini l’amore di Gesù e la vita del Santo. In questo modo i fedeli, anche quelli che non sapevano leggere, potevano capire e immedesimarsi con lui. A san Francesco stesso era cara l’arte, per comunicare la bellezza del creato e del Creatore: per questo scrisse una poesia, il Cantico delle creature, che è fra i primissimi esempi di poesia in lingua italiana.
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Giotto, STORIE DI SAN FRANCESCO, Basilica Superiore, Assisi Questo ciclo di affreschi racconta la vita del Santo attraverso una serie di affreschi che coprono quasi tutte le pareti interne della chiesa. La pittura di Giotto pone molta attenzione alla realtà nei dettagli naturali e quotidiani, si possono osservare le espressioni dei volti e riconoscere due piani in cui si articola la scena: il primo piano con i personaggi e uno sfondo con il paesaggio. Riconosci gli episodi raffigurati e dai un titolo ad ogni affresco. Prova con i tuoi compagni a rappresentare le scene, curando i dettagli e le espressioni.
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I NOSTRI FRATELLI IN CRISTO Abbiamo visto che la comunità cristiana si è diffusa nel mondo come una famiglia sempre più grande. Fin dagli inizi della storia della Chiesa, numerosi cristiani hanno lasciato i luoghi di origine per dare vita a nuove comunità anche in terre lontane: i missionari dedicano la loro vita proprio ad annunciare in tutto il mondo l’unico legame che li rende felici, l’amicizia con Gesù. Come è stato possibile mantenere l’unità per tanti secoli? Nella Chiesa sono sempre state chiare le verità della fede e l’esigenza di una guida unica e sicura. Dopo la morte di Pietro i cristiani, fedeli al gesto di Gesù che aveva indicato un uomo come garante della loro unità, hanno continuato a guardare al capo della comunità di Roma, il Papa. Tutti i Papi della storia non sono altro che i successori di Pietro, pastori al servizio dell’unità della Chiesa. Lungo i secoli, nella famiglia dei cristiani sono avvenute dolorose separazioni. Alcuni cristiani, spinti da motivi particolari, si sono separati dall’autorità del Vescovo di Roma e hanno dato vita ad altre comunità cristiane. Per questo ci sono i cristiani ortodossi, oggi presenti in gran parte dell’Europa dell’Est: essi si riconoscono in una esperienza di fede simile a quella della Chiesa Cattolica di Roma (dottrina e sacramenti), pur con tradizioni e riti diversi. Ci sono poi i cristiani protestanti. In questa comunità, a sua volta divisa in molteplici gruppi, la Sacra Scrittura è il riferimento per il personale cammino interiore di fede. Molti cristiani inglesi appartengono alla Chiesa Anglicana: questa comunità ha carattere nazionale ed è legata all’autorità della sua monarchia. Nelle comunità che si sono staccate dalla piena comunione con la Chiesa di Roma si trovano molti elementi di verità e di amicizia con Gesù. San Paolo scrive: «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù». TUTTI I CRISTIANI SONO UNITI NELLA FEDE IN CRISTO GESÙ. I cristiani sono incorporati a Cristo nel Battesimo e sono perciò fratelli. Come avviene spesso fra fratelli, è possibile che nella vita di tutti i giorni prevalga ciò che divide e ci si dimentichi di ciò che unisce. Tanti testimoni della fede in Gesù, appartenenti a queste confessioni, hanno sentito l’esigenza di un pieno ritorno all’unità della Chiesa e nella preghiera esprimono il desiderio che si ristabilisca la piena unità della famiglia dei cristiani. Conosci la preghiera del “Credo”? Cerca il testo e sottolinea con colori diversi le verità di fede espresse in questa preghiera. Evidenzia i nomi delle diverse comunità cristiane e ricerca il significato di questi termini a loro riferiti (ortodossi, protestanti, anglicani).
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Papa Francesco con il vescovo ortodosso Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli.
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NELL’AMICIZIA CON GESÙ Tutti desideriamo essere contenti e abbiamo un lungo elenco di cose che ci piacciono. L’elenco si allunga, si allunga… non basta mai: e questo può voler dire che in realtà non siamo mai del tutto soddisfatti. Eppure alcune volte capita che siamo davvero contenti. Accade quando qualcosa di grande, ad esempio un regalo o ancora di più un’amicizia, ci prende il cuore e tutto quello che abbiamo intorno ci sembra bello e ridente. Se hai un amico che ti preferisce, che ti difende e su cui puoi contare, desideri stare sempre con lui e tu provi affetto per lui anche quando non è con te. È quello che capita a chi incontra Gesù, il vero, grande Amico. GESÙ È IL COMPAGNO DELL’INTERA VITA. Ci sostiene nelle situazioni felici e difficili, nella ricchezza e nella povertà, quando si è sani o malati, quando si è soli o in compagnia, nel lavoro e nel divertimento… Tanti cristiani ci hanno mostrato questa “unità di vita” in cui tutte le azioni, quelle eroiche come quelle semplici e quotidiane, si sono legate in un unico grande disegno.
Sou feliz, Senhor, porque tu vais comigo: vamos lado a lado es meu melhor amigo. Sono felice Signore, perché tu cammini con me: andiamo uno a fianco all’altro, tu sei il mio migliore amico.
Conosci anche tu un canto che parla di amicizia? Proponilo ai tuoi compagni.
LA COMLAPAGVNITIA CRIST IANA
CARLO ACUTIS: UN GRANDE AMICO DI OGGI Carlo Acutis nasce a Londra il 3 maggio 1991. Fin da bambino mostra di avere un carattere sereno e mite: se qualcuno gli fa un torto o lo provoca non reagisce ma si dimostra disponibile e molto generoso con tutti. Crescendo Carlo diventa sempre più consapevole di aver ricevuto la vita per qualcosa di “grande” e di essere immensamente amato da Gesù e da Maria, la Madre di Dio. Recita il Rosario ogni giorno e lo considera «la strada più corta per salire in cielo». Gesù nella sua vita è un amico, una Presenza certa e viva, che Carlo sente di incontrare in modo speciale nell’Eucarestia. Per questo non rinuncia mai alla messa quotidiana. Dall’Eucarestia riceve la forza e la gioia di amare le persone, soprattutto quelle più bisognose. Così lo ricorda un mendicante che Carlo era solito incontrare. «Lo vedevo sempre andare a Messa e spesso si fermava per salutarmi, era gentile e buono. Spesso mi portava parte della sua cena. Un giorno mi raccontò che con i suoi risparmi aveva potuto comperare un sacco a pelo perché io non dormissi più sui cartoni». Per Carlo ogni persona ha un valore unico e vede in ciascuno il volto di Dio. Per comunicare quanto è bello stare con Gesù Carlo si serve di ogni mezzo, anche degli strumenti più moderni, in particolare internet, diventando un genio dell’informatica, e incoraggia i suoi amici ad usare le nuove tecnologie come opportunità a servizio del Vangelo. La santità è il grande desiderio della sua vita. Tra le frasi significative postate su internet ha scritto: «Per raggiungere il traguardo della santità bisogna volerlo con tutto il cuore, se non lo desideri ancora, devi chiederlo con insistenza al Signore». A quindici anni Carlo si ammala gravemente. Affronta questa circostanza serenamente, certo che la cosa più grande è poter raggiungere il cielo. Il 12 ottobre 2006 il suo cuore cessa di battere. La testimonianza di una vita breve ma ricca di bene e di amore si diffonde subito in tutto il mondo, soprattutto fra i giovani, e viene riconosciuta e confermata nel 2020 da papa Francesco che proclama Carlo beato. Conosci la vita di una persona che è stata riconosciuta “santa”? Racconta quello che ti colpisce con un disegno o con un breve testo.
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CHIAMATI AD ESSERE SANTI Nella Chiesa Gesù dona ad alcuni uomini la grazia di rendere particolarmente evidente la Sua presenza. Per questo la Chiesa li proclama santi e li indica all’attenzione di tutti, come testimoni che possono sostenere e guidare anche noi. Infatti molti uomini invocano e imitano i santi, come compagni della vita quotidiana. Ma chi è il santo? SANTO NON È CHI È CAPACE DI FARE COSE STRAORDINARIE, MA È L’UOMO CHE È LEGATO A GESÙ. «Nella storia della Chiesa ci sono anche dei “santi bambini”, persone che desiderano Gesù anche da piccole, pur avendo ancora molte cose da imparare. La santità è per tutte le età: per i bambini e per i giovani, per gli adulti e per gli anziani. Ogni stagione della nostra esistenza può essere buona per decidersi ad amare sul serio Gesù e per seguirlo fedelmente.» Benedetto XVI
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I santi sono persone normali: è lo Spirito di Gesù che comunica loro una vita nuova, bella e capace di cose grandi perché, come una linfa, nutre e fa crescere coloro che gli vogliono bene e lo imitano. Per questo chi è santo ha il grande desiderio di vivere tutto, proprio tutto, amando quelli che incontra e servendo il prossimo come Gesù ha mostrato ai suoi discepoli. La gioia e la letizia sono sempre dei segni di quello che è bello e buono, per questo spesso i santi mostrano una vita serena anche nelle difficoltà e vivono in pace persino con i nemici.
Lorenzo Lotto, CRISTO-VITE, Cappella Suardi, Trescore Balneario Osserva la figura di Gesù e le figure che si aprono nelle formelle circolari. Che cosa le lega? Quale pianta è raffigurata fra le figure? Se leggi i versetti di Gv 15,4-5 puoi capire quello che voleva raccontare il pittore che ha realizzato l’affresco.
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TERESA DI LISIEUX: SANTA NELLE PICCOLE COSE La vita di Santa Teresa di Lisieux è ricca di episodi simpatici e significativi, fin dalla sua infanzia. Teresa infatti è una bambina vivace, qualche volta un po’ capricciosa, qualche volta un po’ testarda. I primi anni li passa con i genitori e le sorelle; poi, dopo la perdita della mamma, trascorre gran parte delle giornate nella casa degli zii nella cittadina di Lisieux, pur tenendo un legame strettissimo con il papà e con le sorelle maggiori. Un giorno sua sorella Leonia, ormai diventata grandicella, fa una visita alle piccole Teresa e Celina, portando con sé un cesto contenente una vecchia bambola e qualche stoffa per vestirla a dovere. «Prendete sorelline!», dice Leonia, «scegliete, vi regalo tutto!». Celina tende la mano e prende alcuni pezzi di ricamo che le piacciono. Dopo aver riflettuto un momento, anche Teresa tende la mano dicendo: «Io scelgo tutto!», e prende l’intero cesto, con decisione. Teresa ricorda così quel giorno: «Questo piccolo episodio della mia infanzia è come il riassunto di tutta la mia vita». Con quella frase «Io scelgo tutto» Teresa, infatti, vuol dire che non può accontentarsi di poco. Nel tempo Teresa si rende poi conto che solo in Dio può trovare tutto quello che il suo cuore desidera. La decisione di Teresa di dedicare tutta la vita a Dio la porta qualche anno dopo ad entrare in una comunità di suore, per dedicare ogni suo gesto e ogni suo pensiero al suo amico Gesù. Negli anni Gesù accompagna sempre Teresa nelle situazioni e negli incontri che fa. È lei stessa che ce lo racconta così: «C’è in comunità una sorella che ha il talento di dispiacermi in tutto; le sue maniere, le sue parole, il suo carattere mi sembrano molto sgradevoli. Non volendo cedere all’antipatia naturale provata, mi sono applicata a fare per questa sorella quello che avrei fatto per la persona che prediligo. Ogni volta che la incontravo pregavo il buon Dio per lei, offrendoGli tutte le sue virtù e i suoi meriti. Sentivo bene che questo faceva piacere a Gesù. Non mi accontentavo di pregare molto per la sorella che tanto mi faceva combattere, mi sforzavo di prestarle tutti i servizi possibili e, quando avevo la tentazione di risponderle in modo sgradito, mi contenevo di farle il mio sorriso più amabile e tentavo di sviare la conversazione. Poiché questa mia sorella ignorava completamente quello che provavo per lei, era convinta che il suo carattere mi fosse gradito. Un giorno di ricreazione mi disse contenta: “Suor Teresa di Gesù Bambino, vorresti dirmi che cosa ti attira verso di me? Ogni volta che mi guardi ti vedo sorridere”. Ah! Chi mi attirava, era Gesù nascosto alla sua anima… Gesù che rende dolce anche quanto c’è di più amaro. Le risposi che sorridevo perché ero contenta di vederla». Guardando a tutta la vita di Teresa si può dunque vedere che lei è stata quasi “catturata” da questa grande amicizia con Gesù: nel tempo dell’infanzia e nell’età matura, nella casa di famiglia e in monastero, nelle piccole scelte di ogni giorno e perfino in occasione degli incontri “meno simpatici”.
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LA VITA NELLA COMUNITÀ Noi tutti nasciamo in una famiglia, frequentiamo una classe a scuola, lavoriamo e giochiamo in squadra, viviamo in una parrocchia. L’uomo non è fatto per essere solo, ma per vivere insieme, in unità e comunione. Ogni compagnia fatta dagli uomini, gruppo, squadra o comunità, esprime il nostro bisogno di unità, ma ci mostra anche che non siamo sempre capaci di rimanere uniti. Gesù è venuto e ha offerto la sua compagnia al mondo, l’unica compagnia che abbraccia l’uomo sempre. LA CHIESA È LA COMPAGNIA IN CUI GESÙ È VICINO AGLI UOMINI. È come una barca su cui salire e attraversare il mare impetuoso. La comunità della Chiesa è la barca della salvezza. In essa gli uomini, presi e liberati da Gesù, sono uniti tra loro: sono «un corpo e un’anima sola». Intorno a un grande amico di Gesù nasce spesso una compagnia di amici. Accade sempre così: davanti alla bellezza e alla bontà della vita di alcuni uomini, altri chiedono di potersi unire. Nella grande comunità della Chiesa alcuni cristiani sono chiamati a vivere l’unità in modo più evidente attraverso fraternità, religiose o laiche, che sono nel mondo segno di una nuova umanità. I monasteri e i conventi sono i luoghi in cui vivono alcune comunità religiose. Nel corso dei secoli sono sorti tanti ordini religiosi; tra questi i benedettini, i francescani, le clarisse, i domenicani, i gesuiti, i salesiani. In tempi più recenti sono nate associazioni, movimenti e nuove comunità. La parrocchia è la comunità che ci è vicina perché posta dove abitiamo. Cerca i nomi delle persone da cui sono nati gli ordini religiosi. BENEDETTINI FRANCESCANI CLARISSE DOMENICANI GESUITI SALESIANI
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SAN FRANCESCO SAVERIO: CON GLI AMICI IN CAPO AL MONDO L’unità con i propri fratelli nella fede è un aspetto della vita di ogni cristiano, anche se si trovasse a vivere da solo e, come capita ai missionari, a vivere con persone di altre religioni. A questo proposito è interessante conoscere la storia di Francesco Saverio, patrono delle missioni.
San Francesco Saverio
Francesco Saverio era nato in Navarra (Spagna) nel 1506. Era un giovane bello e intelligente e i suoi genitori erano molto orgogliosi di lui. Poiché a scuola era molto bravo, decisero di mandarlo a studiare nella più importante università del mondo, quella di Parigi.
Parigi era una città caotica. Persino nelle chiese si litigava: «Povera Chiesa di Dio!» pensò Francesco. «Qui bisogna fare qualcosa». In quell’istante, da dietro un angolo sentì una voce che gli disse: «Prega, e studia». Pietro, un suo compagno di studi gli disse: «E se la voce che hai sentito fosse quella del Signore?». Poi aggiunse: «Domani ti farò conoscere un uomo che forse potrà aiutarti a capire». L’uomo si chiamava Ignazio, era anche lui spagnolo ed era stato un valoroso soldato. Tutte le volte che si incontravano, Ignazio lo invitava: «Diventiamo amici, Francesco. Devi convincerti a seguirmi». Il 15 agosto del 1534, nella piccola chiesa di Montmartre, a Parigi, Ignazio, Francesco e altri cinque compagni fondarono una nuova compagnia, chiamata Compagnia di Gesù, con lo scopo di servire e far conoscere in tutto il mondo Gesù e la Chiesa. Un giorno Ignazio venne da Francesco con una notizia imprevista. Il re del Portogallo aveva chiesto alcuni uomini della Compagnia per evangelizzare le Indie Orientali. Ignazio ne aveva invitati due, ma uno era morto e l’altro si era ammalato gravemente. «Non può partire nessuno, Francesco» disse Ignazio. «Devi andare tu.»
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Così, nel giro di poche ore, Francesco partì per le Indie, ben sapendo che non avrebbe mai più rivisto i suoi amici, ma felice di poter dare la sua vita per Gesù e per Ignazio. Francesco affrontò pirati, malattie sconosciute, fame e sete. Conobbe i popoli più poveri della terra. Fondò scuole e ospedali, e dappertutto sfruttò i propri studi per insegnare a tutti il catechismo. Francesco attraversò Giava, il Borneo e Formosa, incontrò i terribili tagliatori di teste e i raffinati giapponesi (che nessuno conosceva ancora), e a tutti parlò di Gesù Cristo. Dopo dieci anni di vita durissima, Francesco si ammalò. In quel tempo un amico cinese gli chiese: «Ma come hai fatto ad affrontare tante difficoltà da solo, senza mai perderti d’animo?». Francesco lo guardò intensamente. «Solo? Chi ti ha detto che ero solo? Sant’Ignazio di Loyola Per tutti questi anni i miei amici di laggiù sono rimasti qui, con me» disse Francesco, toccandosi il cuore. Non passava notte, infatti, senza che Francesco scrivesse qualche lettera a Ignazio e agli altri. Del resto, non perdeva occasione per parlare di loro: la gente ne restava ammirata, perché non aveva mai visto un’amicizia così profonda. Anche per questo molti si convertivano. Francesco morì sull’isola di Sancian, il 2 dicembre del 1552, a quarantasei anni. Nel preparare i suoi resti mortali per la sepoltura, un suo amico cinese scoprì, appeso al collo, un piccolo contenitore: dentro c’erano, tra le altre cose, le firme autografe di tutti i suoi amici, ritagliate dalle lettere che gli avevano spedito. Adesso il suo amico capiva quello che intendeva quando si era toccato il cuore! I suoi amici erano proprio lì, sul suo cuore.
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VEDERE E SERVIRE GESÙ IN TUTTI Chi ha incontrato Gesù diventa capace di amare, di costruire, di dare aiuto e fare cose straordinarie. Dio infatti dilata il cuore dei suoi amici fino a farlo diventare una casa ospitale per molti uomini. Madre Teresa di Calcutta in una intervista raccontò: «Alcuni mesi fa, in Australia, nelle strade di Melbourne, abbiamo raccolto un uomo che era stato percosso. Era un alcolizzato da tanto tempo. Le suore lo hanno portato nella casa chiamata Casa della Compassione. Nel modo in cui esse lo hanno trattato e per le premure che avevano per lui, egli ha scoperto Dio: “Ora so che Dio mi ama” ripeteva a sé stesso. Dopo qualche tempo che aveva fatto ritorno alla sua famiglia e ai suoi figli, ha trovato un lavoro. Quando ha ricevuto il primo stipendio è ritornato dalle Sorelle, lo ha consegnato loro e ha detto: “Voglio che siate per altri l’amore di Dio, come lo siete state per me!”».
Al giornalista che le chiedeva da dove provenisse la forza di amare gli ultimi di questa terra, l’amore senza misura per i bisognosi, rispose: «Per fare il nostro lavoro, per servire i più poveri tra i poveri, per curare i lebbrosi, per stare vicino ai moribondi, dobbiamo essere piene dell’amore di Dio!».
NEL PROSSIMO CHE INCONTRA IL CRISTIANO RICONOSCE LA PERSONA STESSA DI GESÙ. È proprio questa capacità di incontrare e rispondere al bisogno che ha dato vita nella Chiesa a opere di carità in tutto il mondo. Per servire i fratelli uomini sono nate scuole, ospedali e ricoveri. In questo modo l’aiuto ai bisognosi è diventato concreto e stabile. I cristiani hanno così dato un grande contributo alla costruzione di una civiltà fondata sull’amore. L’amore è “intelligente”, perché coglie le esigenze e i bisogni della persona che vede e risponde con l’aiuto di Dio, in modi sempre nuovi. Il santo è un uomo che segue e imita Gesù; per questo è pronto, come lui, ad amare tutti. Questo modo di amare, che è una imitazione dell’amore di Gesù, si manifesta attraverso le azioni quotidiane. La Chiesa invita a questi gesti di amore e li chiama «opere di misericordia corporale», quando ci si prende cura dei bisogni del nostro corpo, quali il cibo e i beni materiali, e «opere di misericordia spirituale», quando ci si prende cura dei fratelli che, per gravi ragioni, sono infelici o confusi.
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Opere di misericordia corporale Dare da mangiare agli affamati. Dare da bere agli assetati. Vestire gli ignudi. Alloggiare i pellegrini. Visitare gli infermi. Visitare i carcerati. Seppellire i morti.
Opere di misericordia spirituale Consigliare i dubbiosi. Insegnare agli ignoranti. Ammonire i peccatori. Consolare gli afflitti. Perdonare le offese. Sopportare pazientemente le persone moleste. Pregare Dio per i vivi e per i morti.
Bruegel il Giovane, LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona.
Questo dipinto di Bruegel il Giovane (i Bruegel furono grandi pittori per cinque generazioni) è un’opera dell’arte fiamminga in cui siamo invitati a partecipare, come in un’esperienza interattiva, ad una viva scena di popolo. Sono rappresentati gli uomini con i bisogni e le miserie quotidiane di sempre. Riconosci nel quadro le scene in cui sono raffigurate le sette opere di misericordia corporali.
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La parola MISERICORDIA significa pietà di cuore per chi è misero
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LA VITA NUOVA Ripercorriamo i momenti della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù per aiutarci a comprendere il grande evento della Pasqua e capire meglio il compito di Gesù nella sua vita terrena.
Passione e morte Il Giovedì Santo è il giorno dell’offerta. Gesù dona la sua vita per gli uomini e accetta la volontà del Padre: attraverso l’obbedienza Egli esprime la sua unità totale con il Padre. Il Venerdì Santo è il giorno della sofferenza e della morte di Gesù in croce. Il sacrificio è segno dell’amore. Gesù con il suo sacrificio ha amato e salvato ogni uomo. Le vicende che Gesù ha vissuto in quei giorni si chiamano Passione: in esse ha rivelato la sua grande passione per ciascun uomo. Gesù dà la vita per i suoi amici, ma i suoi amici sono gli uomini, tutti gli uomini: Gesù chiama amico anche Giuda, il traditore.
Risurrezione
DOMENICA significa Dies Domini, il giorno del Signore in cui celebriamo la sua Risurrezione.
La domenica di Pasqua è il giorno della resurrezione. Gesù è vivo: è risorto e appare ai suoi discepoli in modo nuovo. «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.» Gv 20,19-20
Le mani e il costato segnati dalle sofferenze della crocifissione erano di fronte a loro: quel corpo, quella persona viva era proprio lo stesso Gesù che due giorni prima avevano visto deporre nel sepolcro. L’incertezza e la paura dei suoi amici erano superate e vinte. LA RISURREZIONE È UN FATTO UNICO NELLA STORIA DEGLI UOMINI: LA VITA CHE VINCE LA MORTE. Nascono da questo fatto la certezza del bene, la speranza in ogni situazione e la possibilità di ricominciare sempre anche quando il male sembra vincere. È un grande messaggio di speranza per tutti: la vita è più forte della morte, il bene è più forte del male.
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Cimabue, IL CROCIFISSO, Chiesa di San Domenico, Arezzo Cimabue, un grande pittore italiano del Duecento, introdusse alcune novità di stile che determinarono una maggiore espressività al volto di Cristo. In questo dipinto il volto esprime un dolore reale, simile a quello di un uomo comune. Osserva i colori, le zone di luce e di ombra, le linee di contorno e le rughe di dolore. Prova a disegnare, copiando meglio che puoi.
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UNA DIMORA PER TUTTI Sappiamo che la Chiesa è la casa dove Gesù oggi abita e dove anche noi possiamo sempre ritrovarlo, per essere felici. La casa è il luogo dove ognuno di noi è amato così come è. La Chiesa è la “casa per tutti”, è universale, perché tutti gli uomini hanno bisogno di un luogo dove essere accolti. “Cattolica” nel greco antico significa proprio “universale”. L’orizzonte della Chiesa è tutto il mondo, perché la natura del cuore di ogni uomo è creata da Dio. Per questo gli uomini sono uguali, eppure ciascuno di noi è unico. Pensiamo a quante caratteristiche umane diverse ci sono fra i popoli nel mondo. Anche le comunità cristiane presenti nei più sperduti luoghi della terra non sono identiche le une alle altre: parlano lingue diverse, hanno storie e abitudini differenti. Le diverse chiese particolari sono cattoliche perché unite alla Chiesa di Cristo. Come una madre ama ciascun figlio in modo personale, così la Chiesa ama l’unicità di ogni persona che è parte della sua famiglia: ognuno si sente totalmente abbracciato e ogni comunità valorizzata. La Chiesa è Cattolica perché porta in sé la pienezza della salvezza, è mandata a tutti i popoli e si rivolge a tutti gli uomini in tutti i tempi. Degli uomini che non sono cristiani il catechismo della Chiesa Cattolica dice: «Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, in vari modi sono ordinati al popolo di Dio». Le diverse religioni sono i “vari modi” già inseriti (cioè ordinati) nel disegno di salvezza di Dio per tutto il genere umano. LA RICERCA SINCERA DELLA VERITÀ ATTRAVERSO L’ADESIONE ALLA PROPRIA TRADIZIONE RELIGIOSA CONDUCE OGNI UOMO AL VERO DIO. Anche tu vivi in comunità dove trovi persone con storie e caratteri diversi (i tuoi fratelli, i tuoi amici). In quale ambito sei accolto e apprezzato? Per che cosa? Racconta.
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AL CUORE DI OGNI RELIGIONE Ora prendiamo in considerazione le religioni non cristiane più diffuse nel mondo e cerchiamo di cogliere i caratteri propri della loro storia e della loro dottrina.
La religione ebraica È una religione monoteista: gli ebrei credono in un unico Dio, Jahvè, Creatore e Signore della vita. Essa nasce circa 4.000 anni fa, quando Dio sceglie Abramo per essere il capostipite del popolo di Israele, con il quale stringe un patto di Alleanza. Gli ebrei attendono che Dio mandi il Messia per guidare gli uomini alla salvezza. Da questo popolo è nato Gesù, sono nati gli apostoli e molti dei primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo. Gli ebrei in gran parte non hanno riconosciuto Gesù come il Messia, il Figlio di Dio. I cristiani riconoscono nella storia del popolo di Israele un pezzo della loro storia. Incontrando gli ebrei nella sinagoga di Roma, san Giovanni Paolo II disse: «Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori». Il libro sacro è la Torah, che significa “insegnamento”. Gli ebrei sono molto legati alla Torah, che comprende i primi cinque libri dell’Antico Testamento, perché in essa sono custodite la loro storia e la loro tradizione. Il luogo di preghiera e di studio dei libri sacri è la sinagoga, dove si svolgono le celebrazioni del sabato e delle altre feste, sotto la guida spirituale dei rabbini. Gerusalemme è la città santa: in essa si trova il muro del pianto, ciò che resta del Tempio distrutto dai Romani nel 70 d.C. Per gli ebrei il giorno festivo è il sabato, in memoria del giorno del riposo di Dio dopo la creazione. La stella a sei punte, che ricorda lo stemma dello scudo di Davide, e il candelabro a sette braccia, che fa riferimento ai sette giorni della creazione, sono i caratteristici simboli della religione ebraica.
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La religione musulmana: l’islam Il fondatore di questa religione è il profeta Maometto (570-632 d.C.). Secondo la tradizione, egli ricevette dall’arcangelo Gabriele la grande missione di annunciare l’esistenza di un solo Dio, Allah, creatore di tutte le cose. La parola “islam”, come il termine “musulmano”, significa “sottomissione totale ad Allah”. Per questo per gli islamici portare nel mondo la fede in Allah insegnata da Maometto è sentito come un grande compito. Nella religione islamica c’è grande rispetto per alcuni profeti: lo stesso Gesù è considerato un profeta. Tutte le rivelazioni fatte da Dio a Maometto sono contenute nel Corano, il libro sacro dei musulmani. La fede islamica si riassume in cinque grandi doveri: professare la fede «non c’è Dio se non Allah, e Maometto è il suo profeta»; pregare cinque volte al giorno rivolti verso la Mecca, città dove è nato Maometto; fare l’elemosina per sostenere la comunità religiosa; digiunare durante il giorno nel mese di Ramadan (è il nono mese del calendario lunare islamico, il mese in cui Maometto fu visitato dall’angelo); andare in pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Tutti i venerdì i musulmani si radunano nella moschea, dove l’imam guida i fedeli alla preghiera. Anche nella moschea, come nella sinagoga, non ci sono immagini, perché Allah non può essere raffigurato. Il simbolo dell’Islam è la mezzaluna con una stella: come la luna e le stelle guidano i viaggiatori nella notte, così Allah guida gli uomini nella vita.
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L’induismo Verso il II millennio a.C. popoli provenienti dalle steppe russe si stabiliscono nella valle dell’Indo, unendosi agli abitanti del luogo. L’induismo è l’insieme delle dottrine religiose che derivano da quelle popolazioni. Gli induisti credono in un essere supremo, il Brahaman, e lo rappresentano sotto tre forme differenti, che insieme costituiscono la sacra Trimurti. Essi credono alla reincarnazione, cioè ritengono che l’anima non muoia mai e che, lasciato un corpo, al termine della vita, si reincarni in un corpo nuovo. Le anime si reincarnano diverse volte fino a quando, ben purificate, incontrano finalmente il Brahaman. Per purificarsi e uscire dal ciclo della reincarnazione, gli induisti praticano lo yoga e la meditazione. I miti, gli inni e le preghiere dell’induismo sono raccolti nei Veda, i libri sacri più antichi del mondo. Il tempio è chiamato Mandir, cioè “casa di Dio”: è un luogo ricco di statue degli dèi, alle quali la gente porta offerte che vengono destinate ai poveri. I bramin sono le guide spirituali. Il simbolo dell’induismo è la Om, la sillaba sacra che viene pronunciata lentamente durante le meditazioni e che indica l’armonia dell’universo. L’induismo è la religione della grande maggioranza degli abitanti dell’India. Il Gange è il fiume sacro dell’India. Si dice che un bagno nelle sue acque permetta di rinascere nella vita in una condizione migliore. La figura più conosciuta dell’induismo è Mohandas Gandhi (1869-1948): egli dedicò la sua vita a ridare dignità ai poveri e agli emarginati e a riportare la pace nel suo Paese. Nel pensiero di Gandhi «Cristo è la più grande sorgente di forza spirituale che l’uomo abbia conosciuto. Egli è l’esempio più nobile di uno che desidera dare tutto senza chiedere nulla». Infatti per Gandhi tutto appartiene a Dio e nulla è nostro.
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Il buddismo Il fondatore di questa religione nasce in India circa 2.500 anni fa e viene chiamato dai suoi seguaci Buddha, che significa “illuminato”. Figlio di un principe, possiede tutto ciò che si può desiderare: tuttavia è inquieto, perché desidera conoscere le cause del dolore e della sofferenza nel mondo. Dopo un periodo di lunga meditazione viene illuminato. Comincia allora ad annunciare alla gente: «L’uomo vuole avere tutto: soldi, gloria, lunga vita, per questo soffre ed è infelice! Se riuscirà ad allontanare il desiderio di queste cose, allora smetterà anche di soffrire e raggiungerà la pace». Buddha è convinto che per raggiungere la felicità e la pace non occorra quindi rivolgersi a Dio: è sufficiente la volontà dell’uomo, capace di annullare ogni desiderio e di raggiungere il Nirvana, uno stato di tranquillità assoluta. Anche i buddisti hanno dei libri sacri, distribuiti in tre raccolte chiamate Canestri. Il luogo di culto è la pagoda. Ha l’aspetto di una torre che va gradualmente aumentando di ampiezza verso la base. Ci sono poi i monasteri, soprattutto nel Tibet: moltissimi sono i monaci e le monache buddiste, fra cui anche bambini. La massima autorità dei buddisti si chiama Dalai Lama. Il simbolo più importante per i buddisti è una ruota ad otto raggi: essa rappresenta gli otto sentieri per raggiungere il Nirvana.
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I NOSTRI FRATELLI UOMINI Ogni giorno si incontrano persone che provengono da altri Paesi, che hanno altre culture e che appartengono ad altre comunità religiose. Nel nostro tempo cresce la possibilità di comunicazione e di vicinanza fra i vari popoli. È importante accorgersi della ricchezza che ognuno porta in quanto parte unica e irripetibile della grande famiglia umana. Camminare insieme è possibile quando si mette in evidenza ciò che unisce e ciò che dà valore a ciascuna esperienza umana. SE SI AMA E SI RICERCA IL BENE È FACILE RICONOSCERSI AMICI E FRATELLI. Nel mondo ci sono ebrei, musulmani, induisti, buddisti e persone appartenenti ad altre religioni. Possiamo guardare a loro con gli occhi curiosi di chi vuole capire chi è l’altro, qual è il bene che porta, e scoprire che in tutti c’è il desiderio di raggiungere la pienezza della vita attraverso il Mistero divino. Per questo la Chiesa Cattolica insegna a valorizzare quanto è vero e santo in altre religioni e a rispettare quelle dottrine e quei precetti che, sebbene in molti punti differiscano dalla fede cristiana, tuttavia riflettono un raggio della verità che illumina tutti gli uomini.
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Sai bene come a volte sia difficile riconoscere il valore di un altro compagno diverso da te per interessi, per l’appartenenza ad un altro gruppo o semplicemente per carattere: eppure sai anche che ciascun uomo ha in sé lo stesso desiderio di bene e di amicizia che hai tu. «Nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dell’autentica esistenza umana, perché la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza.» Papa Francesco, Fratelli tutti
Hai dei fratelli? Che cosa accade vivendo con loro? Ti è capitato di scoprire in una persona un “fratello”? Racconta.
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LA MADRE DI TUTTI Ti sarà capitato di non andare d’accordo con i tuoi fratelli, o amici, oppure di sentirti in alcune situazioni un po’ solo e incapace di fare quello che ti è chiesto, ad esempio i compiti che ti vengono assegnati. Che cosa facciamo di solito in questi casi? Ci rivolgiamo alla mamma. Anche nella famiglia della Chiesa è così: nei momenti in cui la vita personale e sociale mostra maggiore fragilità, i cristiani sanno di poter contare sempre sull’aiuto di Maria, la mamma celeste. In tanti luoghi, in tutti i tempi, anche presso le religioni non cristiane, Maria è invocata e venerata. A lei sono dedicate bellissime preghiere, canzoni e pitture; per lei sono costruite cappelle e santuari che la ricordano. Ma la cosa straordinaria è che Maria, come ogni mamma, ama essere presente e visibile sulla terra e aiutare e sostenere chi a lei si rivolge. Spesso Maria è apparsa a dei bambini per far conoscere alla Chiesa e al mondo il suo messaggio di amore e per invitare l’umanità intera a seguire Gesù.
VENERARE significa stimare e onorare con grande devozione.
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A Lourdes apparve a Bernadette Soubirous, una ragazzina di quattordici anni; a Fatima apparve a tre piccoli pastori, Giacinta, Francesco e Lucia, di 7, 9 e 10 anni. In America, a Guadalupe, apparve a un povero indio, Juan Diego, con i tratti e gli abiti di una principessa azteca. Voleva dire che lei era la mamma anche degli indios e desiderava una casa dove manifestare il suo amore e la sua protezione a tutti i popoli del Nuovo Mondo. La sua familiarità con Gesù, la sua compagnia ai discepoli nella Chiesa delle origini e la sua presenza che continuamente vigila sulla storia dei popoli e delle nazioni sono per gli uomini una sicurezza del suo aiuto in qualsiasi pericolo.
Bernadette Soubirous
I tre pastorelli di Fatima
Conosci altri luoghi e altri modi con cui la Madonna è apparsa? Ci sono santuari dedicati a Maria nella zona in cui abiti? Scrivi brevemente quello che conosci in merito a una di queste domande.
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UN COMPITO PER TE I passi che hai realizzato, gli incontri che hai fatto, le cose che hai conosciuto ti hanno reso più consapevole di chi sei tu e del grande dono della vita. Ora sei un ragazzino e solamente una tua personale decisione può dar valore a quello che hai imparato e permetterti di seguire, con un desiderio sempre più grande, Gesù, che hai cominciato a conoscere e ad amare.
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Pensa che proprio ai grandi Gesù ha detto: «Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli». Mantenere un cuore aperto e un animo curioso è la condizione necessaria per entrare in quella verità che è la sorgente di ogni cosa. È proprio la nostra ragione che ci spinge a capire, a guardare e ad ascoltare per cogliere i segni di Lui, le impronte che lascia davanti a noi: tutto quello che c’è ci fa entrare sempre di più nel mistero di Dio, padre e creatore. Ed è il nostro cuore che, se è semplice e sincero, riconosce la Sua presenza amorevole. La fede è il grande dono di Dio all’uomo che, con intelligenza, umilmente Lo cerca.
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