ALLA SCOPERTA DEL MONDO 1. Classe 1. Lettura e Percorsi disciplinari
FIERI D I S A P E R LEGGERE
Lettura · Percorsi disciplinari
a cura di Renata Rava
L’edizione del percorso Alla scoperta del mondo è espressione del consapevole lavoro di un gruppo di docenti e dirigenti che in questi anni hanno approfondito l’esperienza didattica con una costante riflessione culturale e disciplinare. Grazie all’esperienza maturata e al confronto con docenti e formatori hanno raccolto e composto testi ed esercitazioni per un percorso elementare essenziale ed efficace.
Alla nuova edizione hanno collaborato per il percorso linguistico Claudia Conti, Cinzia Malfatti, Paola Brambilla, Marta Sangiorgio, e per la proposta di matematica Raffaella Manara, Armida Panceri, Elena Lucca e Giuliana Limonta.
Si ringrazia Marcella Molteni per la consulenza logopedica e la collaborazione al percorso dei prerequisiti, e Lorena Cirnigliaro, Manuela Callaioli per i contributi offerti nei percorsi disciplinari.
L’ESPANSIONE DIGITALE DEL TUO LIBRO
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Alla scoperta del mondo 1. Classe 1 www.itacaedizioni.it/scoperta-mondo-1
Impaginazione, cura editoriale e ricerca iconografica: Isabel Tozzi
Illustrazioni: Valeria Valenza
Stampato in Italia da Lito Terrazzi, Prato (PO)
Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Questo prodotto è composto da materiale che proviene da foreste ben gestite certificate FSC®, da materiali riciclati e da altre fonti controllate. Utilizziamo materiale plastic free e stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.
Per esigenze didattiche alcuni brani sono stati ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
Referenze fotografiche
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A L L A SCOP E RTA DEL M O NDO
FIERI D I S A P E R LEGGERE
Lettura · Percorsi disciplinari a cura di Renata Rava SCUOLA
QUESTO LIBRO APPARTIENE A:
SONO I N CLASSE:
CIAO
TECNOLOGIA
SCRIVO, COLORO E DECORO IL MIO NOME.
A SCUOLA
LEGG I E COLORA.
I MAESTRI
IN AULA
LEGGI E D I SEGNA.
EDO RIDE.
LINA SALUTA.
I N PALESTRA
OGGI IN PALESTRA ABBIAMO FATTO DE I PERCORSI
CON CERCHI, OSTACOLI E BIRILLI.
OGNI BAMBINO POTEVA SCEGLIERE I L SUO PERCORSO
CHE POI HA DISEGNATO SUL QUADERNO.
PROVA ANCHE TU E DISEGNA IL TUO PERCORSO.
CHE COSA FA CC I O?
D I SEGNA E RACCONTA.
I N PALESTRA
I N MENSA
I N CORT I LE
LEGGI
LE FRAS I .
BALENA NUOTA NEL MARE. 2. IL LEONE VIVE NELLA SAVANA.
5.
LEGGI LE FRAS I .
RITA VEDE LA LUNA.
IL CIELO
È PIENO DI NUVOLE.
IL BUIO FA PAURA A LINDA.
LEGGI LE FRAS I E D I SEGNA.
DOVE
VAI DOMANI?
IO DOMANI
VADO
AL MARE
E VIENE
CON ME MIA SORELLA.
I O LUNEDÌ VADO DA MIA ZIA A ROMA.
LEGGI
1.
I FIORI HANNO
UN BUON PROFUMO.
E MARRON I. 2. IL PINO SUI RAMI HA LA RESINA.
3. I RAMI
DELLE PIANTE SONO NUDI
LEGGI LA FRASE E D I SEGNA.
IL MURO DEL MIO ORTO È ROVINATO.
7. I L NONNO D I NO AB I TA A
I LANO. 8. MARTINA HA UN TELEFONO
GOMMA E UNA BAMBOLA
STOFFA.
COMPLETA LA FRASE E DISEGNA.
PER FAVORE M I PREST I …
GRAZ I E. PREGO.
PR I MA, DOPO E I NF I NE
COMPLETA CON D I SEGN I E RACCONTA.
APRO LA BOTT I GL I A,
VERSO I L LATTE E LO BEVO.
LA MAT I TA È SPUNTATA, LA
TEMPERO E SCR I VO.
G I TA D I CLASSE
VENERDÌ SIAMO STATI A RACCOGLIERE LE MELE.
OGGI IN CLASSE ABBIAMO RICORDATO I MOMENTI
DELLA NOSTRA GITA.
COSÌ ABBIAMO POTUTO METTERE I N ORD I NE LE FOTO
SCATTATE QUEL GIORNO.
COLLEGA LA PAROLA GIUSTA A OGNI FOTO.
CHE COSA SUCCEDE?
1. METT I I N ORD I NE QUESTE SEQUENZE E COLLEGA OGN I FRASE AL SUO D I SEGNO.
DAGLI ALBERI CADONO
LE PRIME FOGLIE.
L’ORSETTO ESCE
DALLA SUA TANA E SENTE L’ARIA FREDDA.
RACCOGLIE UN BEL MUCCHIO DI FOGLIE.
HA FATTO UN SOFFICE
GIACIGLIO PER DORMIRE
CON I SUOI PICCOLI.
2. LEGG I AMO
A GRUPP I D I SEGN I AMO LE SCENE DELLA STOR
DA MATTINA A SERA
È MATT I NA . ANNA S I ALZA.
FA COLAZIONE, S I LAVA
E PO I S I VESTE.
ANNA T I RA FUOR I
I SUO I G I OCH I .
È MEZZOG I ORNO .
ANNA PRANZA CON LA SUA
FAM I GL I A.
NEL POMER I GG I O
ANNA G I OCA CON ELENA
E S I MONE I N G I ARD I NO.
È SERA . È ORA D I
CENA.
ANNA MANG I A POLLO, CAROTE E UNA MELA.
ANNA SFOGL I A
UN BEL L I BRO
PR I MA D I DORM I RE.
BUONA NOTTE ANNA!
DISEGNA SUL TUO QUADERNO UN MOMENTO DELLA GIORNATA DI ANNA.
LA P I ZZA DELLA MAMMA
LA MAMMA PREPARA LA PIZZA.
POI LA METTE NEL FORNO.
ARRIVA GIOVANNI E SENTE
UN BUON PROFUMO DI PIZZA.
VA DALLA
MAMMA E LE DÀ
UN GROSSO BACIO.
MARA E LA NONNA
MARA ADORA BERE IL T È CON LA NONNA E
FARE MERENDA DA LEI TUTTI I LUNEDÌ DOPO
LA SCUOLA.
LA NONNA PREPARA PER MARA I BISCOTTI AL BURRO.
I BISCOTTI SONO MORBIDI E MOLTO BUONI.
OGGI PER Ò MARA PORTA UNA TORTA ALLA
NONNA.
“CHE SORPRESA!” DICE LA NONNA MENTRE SORRIDE.
MARA È CONTENTA.
I FUMETTI
IL MIO AMICO LUCA MI HA REGALATO
UN LIBRO A FUMETTI.
HO TANTI LIBRI CON STORIE DI ANIMALI
E DI SUPER EROI.
I FUMETTI MI PIACCIONO PERCH È
HANNO TANTE FIGURE.
FOGL I E
CADONO LE FOGLIE COME FARFALLE
VE N’È DI ROSSE, VE N’È DI GIALLE,
VOLTEGGIANO UN MOMENTO
E PARTONO COL VENTO!
TECNOLOGIA
S I AMO I N AUTUNNO
STROP I CC I A, APPALLOTTOLA,
R I TAGL I A E COLORA.
Maria Maltoni
PAPÀ TALPA
PAP À TALPA MISE FUORI IL SUO MUSO
DALLA CIMA DI TERRA.
ANNUSÒ L’AR I A E BORBOTTÒ:
“OH, OH! SENTO ODORE DI PIOGGIA!”.
POI SI VOLT Ò E TORN Ò SOTTO TERRA.
D I SEGNA I L S I GNOR TALPA.
LA MARMOTTA
NELLA TANA CALDA, SU UN MORBIDO LETTO DI FIENO, LA MARMOTTA DORME.
NON SENTE IL FREDDO, NON CONOSCE
IL GELO.
A PRIMAVERA SI RISVEGLIERÀ AFFAMATA
E ANDRÀ IN CERCA DI ERBE NUOVE.
TOC
LARA PER ANDARE A SCUOLA ATTRAVERSA
IL PARCO.
MENTRE CAMMINA SENTE UN “TOC”.
UNA COSA DURA LA COLPISCE E LE ROTOLA DAVANTI.
È UNA CASTAGNA MATTA.
LARA RACCOGLIE IL FRUTTO LUCIDO E
MARRONE E LO METTE IN TASCA.
A SCUOLA LA MAESTRA MOSTRA LA CASTAGNA A TUTTI.
OSSERV I AMO PRIMA FUORI E POI DENTRO.
I L MELOGRANO
NEL CORTILE
DELLA SCUOLA C’ È
UN PICCOLO ALBERO.
SUI RAMI SONO APPESI DEI FRUTTI
TONDI VERDI.
UN FRUTTO È CADUTO A TERRA.
SI VEDONO DEI CHICCHI ROSSI.
“È
UNA MELAGRANA” DICE NICOLA, IL CUSTODE.
NICOLA SPACCA IL FRUTTO A METÀ.
SEMBRA PIENO DI TANTI BRILLANTI ROSSI.
SCOPR I AMO LA MELAGRANA
È UNA MATTINA DI OTTOBRE, LA MAESTRA
ENTRA IN CLASSE CON UN CEST I NO IN MANO.
CHE COSA CONTIENE?
MELAGRANE, FRUTTI DELL’AUTUNNO .
OSSERVIAMO BENE IL FUORI .
POI APRIAMOL E E OSSERVIAMO IL DENTRO .
SCOPR I AMO CON I SENS I
DISEGNA SUL QUADERNO IL FRUTTO.
BUCCIA
CORONA
SEMI MEMBRANA
OSSERVANDO LA MELAGRANA, PROV AMO A TRASFORMARLA CON LA FANTAS I A.
I L LEONE VA A CACC I A.
CH I È? CHE COSA FA?
I L SUPEREROE COMBATTE UN FANTASMA CATT I VO.
D I SEGNA UN PERSONAGG I O I NVENTATO, PARTENDO DALLA MELAGRANA.
VERSO NATALE
ANNA E LA MAMMA DECORANO L’ALBERO CON
PALL I NE ROSSE, F I L I DORAT I E LUC I B I ANCHE.
PER F I N I RE LA MAMMA METTE SULLA PUNTA
UNA STELLA COMETA.
"È NATALE!" URLA ANNA FEL I CE!
I L PRESEPE
PAPÀ APRE LA SCATOLA DEL PRESEPE.
C I SONO LE STATU I NE:
MAR I A, G I USEPPE E I L BAMB I NO GESÙ.
C I SONO GL I ANGEL I E I PASTOR I , LE PECORE
E I CAMMELL I .
S I AMO PRONT I PER FARE I L NOSTRO PRESEPE.
TECNOLOGIA
CON SASS I E LEGNETT I REAL I ZZA I L QUADRETTO.
NATALE
DAL TRONCO NASCE IL RAMO,
DAL RAMO NASCE IL FIORE,
DA DIO VENNE MARIA,
DA LEI NOSTRO SIGNORE.
NATALE DI GELO E IL BIMBO NON HA PANE; MARIA SI TOGLIE IL VELO
CHE PORTA SUI CAPELLI.
HA UN VELO COME FASCIA
NEL PRESEPE IL MESSIA
E HA COME SUA CULLA LE BRACCIA DI MARIA.
GRAZ I E G I USEPPE, GRAZ I E MAR I A
GRAZIE GIUSEPPE, GRAZIE MARIA
CHE A GESÙ PICCINO
AVETE FATTO COMPAGNIA.
GRAZIE ANGELI DEL CIELO
CHE AVETE ANNUNCIATO GESÙ
AL MONDO INTERO.
E VOI PASTORI VOGLIO RICORDARE
CHE PER PRIMI SIETE ACCORSI AD ADORARE.
GRAZIE A TE STELLA COMETA,
CHE HAI GUIDATO I MAGI FINO ALLA META.
E IN QUESTA NOTTE DI MISTERO,
UN POSTICINO NEL MIO CUORE
CI SIA PER TE, GESÙ BAMBINO,
MA PER DAVVERO.
I L DONO
L I SA A NATALE HA AVUTO I N DONO UNA BELLA
BALENA BLU D I PEZZA.
L I SA CH I AMA LA SUA BALENA BEBA.
L I SA PORTA BEBA DALLA NONNA PER
I L PRANZO D I NATALE.
L I SA E BEBA SONO SEMPRE I NS I EME.
D I SEGNA E RACCONTA COSA HAI R I CEVUTO I N DONO A NATALE.
L’ULT I MO DELL’ANNO
D I EC I , NOVE, OTTO,
SETTE…
GR I DANO TUTT I I NTORNO AL TAVOLO.
TRE, DUE, UNO…
BUUUUUM!
PARTE
UN RAZZO
PROPR I O SOPRA D I NO I .
È UNA CASCATA COLORATA D I LUC I.
D I SEGNA E RACCONTA COME HA I FESTEGGIATO L’ULT I MO DELL’ANNO.
EP I FAN I A
NOI SIAMO I TRE RE
VENUTI DALL’ORIENTE
PER ADORAR GESÙ.
CHI FU CHE CI CHIAMÒ?
LA VOCE MISTERIOSA: È NATO IL NUOVO RE.
CHI FU CHE CI GUIDÒ?
LA STELLA RISPLENDENTE
LA VIA CI ILLUMINÒ.
Z I TT I , Z I TT I , PRESTO A LETTO
ZITTI, ZITTI, PRESTO A LETTO
LA BEFANA È QUI SUL TETTO,
STA GUARDANDO DAL CAMINO
SE GIÀ DORME QUEL BAMBINO,
SE LA CALZA È BEN APPESA,
SE LA LUCE È ANCORA ACCESA!
QUANDO ENTRA, APPENA È SOLA,
SVELTO SOTTO LE LENZUOLA!
NON SI RESTA AD OCCHI APERTI
ALTRIMENTI, SE SCOPERTI, NIENTE DOLCI NÉ TORRONE
SOLO CENERE E CARBONE.
I G I ORN I DE I MES I
TRENTA GIORNI HA NOVEMBRE,
CON APRIL, GIUGNO E SETTEMBRE.
DI VENTOTTO CE N’È UNO, TUTTI GLI ALTRI NE HAN TRENTUNO.
L’ I NVERNO
QUANDO LA TERRA
È FREDDA E DURA, SEMBRA UN GUERR I ERO
CON L’ARMATURA
QUANDO S I CH I UDE
NEL GH I ACC I O E NEL GELO,
QUANDO SON NUDE
LE P I ANTE I N C I ELO
E LE CORNACCH I E
SOPRA LA NEVE
SEMBRANO MACCH I E
SUL TUO QUADERNO:
QUESTO È L’ I NVERNO.
LA BR I NA
QUESTA NOTTE È VENUTA LA BRINA. È CADUTA SUI CANCELLI, SOPRA
GLI ALBERI, SUI DAVANZALI, SULL’ERBA.
MARCO CAMMINA VELOCE
LUNGO IL VIALE ALBERATO.
AD UN TRATTO SI FERMA INCANTATO
DAVANTI A UN SALICE PIANGENTE.
I RAMI SONO RICOPERTI DI PERLINE
CHE LUCCICANO AL SOLE.
SEMBRANO BRILLANTI.
CERCH I A LE PAROLE CON CA CO CU C I CE .
CHE FREDDO!
CHE FREDDO STAMATTINA, C’È IL GHIACCIO DENTRO AI FOSSI, L’ERBA HA SU LA BRINA
E I NASI SONO ROSSI.
Mario Lodi
NEV I CATA
UN MANTELLO BIANCO RICOPRE LA CITTÀ.
CADONO FITTI FIOCCHI DI NEVE, SEMBRANO
TANTI BATUFFOLI DI COTONE.
“ORA LA CITTÀ SI STA ADDORMENTANDO”
PENSA MAURIZIO.
SEMBRA CHE QUALCUNO STIA STENDENDO
SULLE STRADE E SULLE CASE UNA BIANCA COPERTA.
D I SEGNA UNA NEV I CATA.
NUVOLE
SULL’ORIZZONTE SONO APPARSI
DEI NUVOLONI CHE SEMBRANO
FATTI DI PANNA MONTATA
TANTO SONO BIANCHI
E SPUMOSI.
IL VENTO LI SPINGE PER LE VIE
DEL CIELO ED ESSI AVANZANO,
SI ALLARGANO, SI ALLUNGANO
E… LA MONTAGNA DI PANNA
DIVENTA GIGANTESCA.
CONTINUA TU IL DISEGNO.
CANT I AMO I NS I EME
LA NUVOLA BIANCA E LA NUVOLA NERA
I L R I TMO DELLA P I OGG I A
UNA MATTINA A SCUOLA ELISA È TRISTE, PERCHÉ FUORI PIOVE E TUTTO IL MONDO È GRIGIO.
MA POI IN CLASSE SUCCEDE QUALCHE COSA…
LA MAESTRA APRE LA FINESTRA E DICE:
“BAMBINI, CHIUDETE GLI OCCHI E
PROVATE AD ASCOLTARE LA PIOGGIA.
CHE MUSICA MERAVIGLIOSA È
IL TICCHETTIO DELL’ACQUA!”
“È BELLISSIMO!” DICE ELISA.
“SEMBRA PROPRIO DI ESSERE
A UN CONCERTO!”
LA MAESTRA INVITA TUTTI AD ALZARSI E A MUOVERSI AL RITMO DELLA PIOGGIA.
QUANDO I BAMBINI HANNO FINITO
LA DANZA, FUORI PIOVE ANCORA, MA
QUESTO RITMO SPECIALE HA SCALDATO I CUORI PIÙ DI UN GIORNO DI SOLE.
METEO
A SCUOLA TUTTI I GIORNI OSSERVIAMO IL CIELO.
COM’ È OGGI LA GIORNATA? COME È IL CIELO?
OGNUNO DI NOI OSSERVA E DICE CON LE PAROLE.
TROVIAMO INSIEME QUELLE PI Ù ADATTE A DESCRIVERE.
POI LA MAESTRA CHIAMA UN BAMBINO CHE DISEGNA
VICINO ALLA DATA IL METEO.
TUTTI NOI LO FACCIAMO SUL DIARIO VICINO ALLA DATA.
OSSERVARE I L C I ELO
SUL CALENDARIO REGISTRIAMO IL METEO
CON SIMBOLI SPECIALI.
SERENO VARIABILE PIOGGIA
NEVE NEBBIA
POI A FINE MESE CONTIAMO I GIORNI E FACCIAMO
LE NOSTRE OSSERVAZIONI.
TI PIACE QUESTO LAVORO?
SENT I RE I L TEMPO
IN CORTILE CARLO DICE: “IO SENTO FREDDO!”.
LA MAESTRA DICE: “VAI AL SOLE”.
D I SEGNO PAROLE
FREDDO
CALDO
QUEL CHE POSSIEDE UN B I MBO
DUE PIEDI LESTI LESTI
PER CORRERE E SALTARE,
DUE MANI SEMPRE IN MOTO
PER PRENDERE E PER FARE; LA BOCCA CHIACCHIERINA
PER TUTTO DOMANDARE,
DUE ORECCHIE SEMPRE ALL’ERTA
INTENTE AD ASCOLTARE;
DUE OCCHIONI SPALANCATI
PER TUTTO INVESTIGARE
E UN CUORICINO BUONO
PER MOLTO, MOLTO AMARE.
Lina Schwarz
FILASTROCCA DEL MATTINO
FILASTROCCA DEL MATTINO
COL MIO BIMBO AL LAVANDINO
COI RUBINETTI DI ACCIAIO LUCENTE
L’ACQUA FRESCA PULITA CORRENTE
IL SAPONE PROFUMATO
L’ASCIUGAMANO DI BUCATO.
IL DENTIFRICIO ALLA BANANA
IL PRIMO SOLE SULLA PERSIANA
IL BOROTALCO AL CICLAMINO
IL PETTINE E LO SPAZZOLINO.
FILASTROCCA DELLA PULIZIA, LA PIÙ ALLEGRA CHE CI SIA.
Luciana Martini
SVEGL I A
È L’ALBA.
IN CASA DI MARA LA GIORNATA HA INIZIO.
SI SENTONO TINTINNII IN CUCINA E UN DELIZIOSO PROFUMO DI CAFFÈ SI DIFFONDE
DAPPERTUTTO.
MARA APRE GLI OCCHI. QUANDO È PRONTA,
SALUTA LA MAMMA E SI AVVIA SVELTA CON
IL PAPÀ CHE LA ACCOMPAGNA IN AUTO
A SCUOLA.
OGNI MATTINA MARA OSSERVA DAI FINESTRINI
LE INSEGNE DEI NEGOZI E LE CODE DELLE
AUTOMOBILI AGLI INCROCI.
LA CITTÀ SI SVEGLIA CON I SUOI COLORI,
LE SUE LUCI E I SUOI RUMORI. CANT I AMO I NS I EME
L’AUTISTA
SEMBRA QUAS I D I POTERLE TOCCARE
È UNA MATT I NA D I GENNA I O.
I L C I ELO È L I MP I DO E L’AR I A È GEL I DA.
SULLA STRADA VERSO LA SCUOLA ALZO
GL I OCCH I E ALL’ I MPROVV I SO APPA I ONO
LE MONTAGNE, LAGG I Ù I N FONDO.
S I D I ST I NGUONO PERFETTAMENTE LE C I ME
B I ANCHE D I NEVE CHE BR I LLANO AL SOLE.
SEMBRANO V I C I NE, SE ALLUNGO LA MANO, FORSE, LE R I ESCO A TOCCARE.
CERCH I A LE PAROLE CON GE G I G I U .
D I SEGNA LE MONTA G NE.
COMPAGNE D I CLASSE E…
V I C I NE D I CASA
BEATRICE ED IO ANDIAMO A SCUOLA INSIEME.
ALLA MATTINA CI ACCOMPAGNA IN MACCHINA SUA MAMMA.
IL POMERIGGIO CI VIENE A PRENDERE MIA MAMMA, È SEMPRE IN RITARDO
E CI PORTA A FARE LA SPESA. IN MACCHINA CI PIACE GIOCARE E RIDERE.
QUANDO BEATRICE VIENE A CASA MIA A FARE
I COMPITI, IO SONO MOLTO CONTENTA!
I L PR I MO ALLENAMENTO
OGGI PER FEDERICO È UN GIORNO IMPORTANTE.
C’È I L PR I MO ALLENAMENTO D I CALC I O.
FEDER I CO È FEL I C I SS I MO PERCHÉ POTRÀ
G I OCARE A PALLONE I NS I EME AL SUO AM I CO
G I ACOMO SU UN VERO CAMPO DA CALC I O.
I DUE BAMB I N I CORRONO VERSO L’ALLENATORE
CHE CONSEGNA LORO I L PALLONE D I CUO I O.
G I ACOMO E FEDER I CO I N I Z I ANO A CALC I ARE
CON FORZA I L PALLONE F I NO ALLA PORTA.
FEDER I CO T I RA… GOAL!
FEDER I CO S I SENTE PROPR I O GRANDE.
R I SPOND I .
QUAL È I L TUO SPORT PREFER I TO?
D I SEGNAT I MENTRE PRAT I CH I I L TUO SPORT.
UN G I OCO
FUORI PIOVE.
FILIPPO TIRA FUORI, DA SOTTO IL
LETTO, UN’ENORME SCATOLA. È IL SUO TESORO.
DENTRO LA SCATOLA, CI SONO
I PEZZI PER LE COSTRUZIONI.
PIANO PIANO, SUL TAPPETO
PRENDE FORMA UN CASTELLO.
NEL CASTELLO, UN ORCO
TIENE PRIGIONIERA
UNA BELLA PRINCIPESSA.
FILIPPO SISTEMA TUTTI I SUOI
PUPAZZI, PER ANDARE
AD ASSALTARE IL CASTELLO.
COMINCIA COSÌ LA BATTAGLIA, PER LIBERARE LA BELLA PRINCIPESSA.
CHE GIOCO APPASSIONANTE!
COMPLETA
LE VIGNETTE. ATTENTO A SOTTO , DENTRO .
FILIPPO
TIRA FUORI, DA SOTTO IL LETTO, UN’ENORME SCATOLA.
DENTRO LA SCATOLA, CI SONO I PEZZI PER LE COSTRUZIONI.
NEL CASTELLO, UN ORCO TIENE PRIGIONIERA
UNA BELLA PRINCIPESSA.
G I OCH I E FANTAS I A
TOMMASO E LU I G I SONO GRAND I E R I TORNANO
A CASA DA SCUOLA I NS I EME.
APPENA RAGG I UNTA LA LORO AB I TAZ I ONE
SALUTANO LA MAMMA CHE L I ASPETTA
E CORRONO I N CAMERA A G I OCARE.
LU I G I PROPONE A SUO FRATELLO D I G I OCARE
A I SUPERERO I , USANDO I TRAVEST I MENT I .
SONO COS Ì CO I NVOLT I NEL G I OCO CHE
S I D I MENT I CANO D I FARE MERENDA.
ALLA SERA, DURANTE LA CENA, TOMMASO
E LU I G I RACCONTANO A I LORO GEN I TOR I
LA G I ORNATA TRASCORSA A SCUOLA
E LE AVVENTURE DA SUPERERO I .
D I SEGNA UN G I OCO CHE AM I FARE.
LA TORTA PARAD I SO
“MAMMA, CHE COSA METTI NELLA TORTA?”
CHIEDE UGO, CHE È GOLOSO.
“LA FARINA”.
“E POI?”
“LE UOVA FRESCHE, LO ZUCCHERO”.
“E POI?”
“LA BUCCIA DI LIMONE GRATTUGIATA”.
“E POI?”
“UN PO’ DI LATTE E IL LIEVITO”.
“E POI?”
“NIENT’ALTRO!”
“MA IO CREDEVO CHE PER FARE LA TORTA
PARADISO TU DOVESSI METTERCI ANCHE UN PO’ DI CIELO!”
A NANNA
“UFFA E STRA-UFFA! MA PERCHÉ DEVO
SEMPRE ANDARE A DORMIRE?” CHIEDE
ALICE, PIANGENDO E BATTENDO I PIEDI PER TERRA.
“DI NOTTE C’È BUIO E NON SI VEDE
NIENTE, CI SONO MOSTRI ORRENDI E
STREGHE NASONE” URLA PIANGENDO ALICE.
“NON C’È NULLA DI TUTTO CIÒ, TESORO MIO. QUANDO SPEGNI
LA LUCE NON CAMBIA NIENTE: OGNI
COSA RIMANE AL SUO POSTO. PUOI
DORMIRE SERENA” SPIEGA LA MAMMA.
“VA BENE, HO CAPITO: VADO A LETTO”
DICE SCONSOLATA ALICE “MA DEVONO
VENIRE CON ME ANCHE PALLINA E TIGROTTO.
POSSO PORTARE PURE PIPPO?”
BUONE NANNE A TUTTI!
Sara Agostini, Le sei storie dei perché, Gribaudo
DOMEN I CA
È DOMENICA E SARA VA A FAR VISITA
AI NONNI CHE VIVONO IN CAMPAGNA.
A SARA PIACE ANDARE A TROVARE I NONNI.
NONNA GIOVANNA LE PREPARA LA SUA TORTA PREFERITA.
IL NONNO TOBIA LA PORTA A VEDERE
I PULCINI APPENA NATI.
È SERA E SARA DEVE TORNARE IN CITTÀ, MA DOMENICA PROSSIMA RITORNERÀ DAI NONNI! DISEGNA.
LA SETTIMANA
È LUNED Ì . LA MAESTRA T I ASPETTA.
I N I Z I A UNA NUOVA SETT I MANA.
PER C I NQUE G I ORN I , F I NO A VENERD Ì , LAVOR I E G I OCH I
CON I TUO I COMPAGN I . PO I , SABATO E DOMEN I CA,
SE I D I NUOVO A CASA CON LA TUA FAM I GL I A.
ESCO DA SCUOLA
“CH I V I ENE A PRENDERM I ?” CH I EDE G I Ò ALLA MAMMA.
“VENGO I O, FATT I TROVARE PRONTO” R I SPONDE
LA MAMMA, DANDOGL I LO ZA I NO.
LUNED Ì E MERCOLED Ì G I Ò TORNA A CASA CON I L NONNO
DEL SUO AM I CO STEFANO, MARTED Ì CON I L PAPÀ,
G I OVED Ì E VENERD Ì C’È SEMPRE LA MAMMA.
R I SPOND I .
CH I T I V I ENE A PRENDERE A SCUOLA?
SCR I V I I G I ORN I E D I SEGNA LE ATTIVITÀ DELLA TUA SETTIMANA.
LUNEDÌ
MARTEDÌ
CANT I AMO I NS I EME
VERRÀ QUEL
D Ì D I LUNE
I L G I ORNO E LA NOTTE
QUANDO SI DICE ”BUONGIORNO”,
QUANDO IL PRANZO È IN FORNO,
QUANDO È TEMPO DI GIOCARE,
QUANDO A SCUOLA DEVI ANDARE,
QUANDO È CHIARO TUTTO INTORNO, STAI SICURO, QUESTO È IL GIORNO.
QUANDO LA LUNA RISPLENDE,
QUANDO IL BUIO NERO SCENDE,
QUANDO CI INFILIAMO A LETTO,
QUANDO IL GATTO È SOPRA IL TETTO,
QUANDO TUTTO È SCURO SCURO,
È LA NOTTE DI SICURO!
Corinne Albaut
LA SETT I MANA D I G I ANN I
LUNED Ì GIANN I È UN POMP I ERE
I L MARTED Ì FA L’ I NGEGNERE.
MERCOLED Ì CON I CORSAR I
A NAV I GARE VA SU I MAR I .
G I OVED Ì SUL M I SS I LE PARTE
A ESPLORAR I MOND I D I MARTE.
I L VENERD Ì È CAPO I ND I ANO,
V I SO ARC I GNO ED ASC I A I N MANO.
SABATO VEST I TO DA COWBOY
GU I DA MANDR I E E MANDR I E D I BUO I .
MA LA DOMEN I CA G I ANN I È F I ERO
D’ESSER SÉ STESSO UN G I ORNO I NTERO.
Kelly Jackson
B I G I N VA I N C I TTÀ
B I G I N HA DEC I SO D I ANDARE
I N C I TTÀ.
PR I MA SONO POCHE CASE ALTE
E UN PO’ SQUALL I DE E PO I
È TUTTA C I TTÀ.
CASE, CASE, CASE.
STRADE, STRADE, STRADE.
MACCH I NE E MACCH I NE.
E LA GENTE.
QUANTA GENTE PUÒ STARE
I N UNA SOLA VOLTA I N C I TTÀ?
M I GLIA I A, SENZ’ALTRO,
E FORSE D I P I Ù.
E QUANTO PANE MANG I A QUESTA GENTE?
QU I NTAL I , SENZ’ALTRO.
FORSE D I P I Ù.
Roberta Grazzani, Il panettiere di campagna
CERCH I A LE PAROLE CON QU
E TROVANE ALTRE.
LA METROPOL I TANA
SARA È ARRIVATA IN CITTÀ
CON LA SUA MAMMA:
“PER ARRIVARE IN CENTRO DOBBIAMO
PRENDERE LA METROPOLITANA”
DICE LA MAMMA.
SARA NON SA CHE COSA SIA
QUELLA COSA DAL NOME STRANO.
TENENDO STRETTA LA MANO
DELLA MAMMA SCENDE UNA
LUNGA SCALA CHE VA SOTTO TERRA.
CI SONO TANTE LUCI E
MOLTA GENTE.
SARA ORA È CURIOSA.
DAVANTI A SÉ VEDE UNA FILA
DI BINARI E UNA GALLERIA.
SBUCA UN LUNGO TRENO CHE SI
FERMA PROPRIO DAVANTI A LEI.
SARA HA SCOPERTO
LA METROPOLITANA.
AL SUPERMERCATO
È SABATO, LU I SA STA GIOCANDO
I N CAMERA SUA.
“VADO A FARE LA SPESA” D I CE LA MAMMA.
“POSSO VEN I RE CON TE?” CH I EDE LU I SA.
LE P I ACE ANDARE AL SUPERMERCATO
O AL CENTRO COMMERC I ALE.
QUANTE COSE NEGL I SCAFFAL I :
MEREND I NE, B I SCOTT I , GR I SS I N I E PATAT I NE.
LU I SA GUARDA OGN I PACCHETTO E VORREBBE COMPRARE TUTTO.
“POSSO, MAMMA?” CH I EDE CON UN SORR I SO.
“SCEGL I I B I SCOTT I CHE T I P I ACC I ONO”
R I SPONDE LA MAMMA.
TORNATA A CASA LU I SA G I OCA TRANQU I LLA
I N CAMERA SUA MANG I ANDO I SUO I B I SCOTT I .
D I SEGNA LA TUA V I S I TA AL SUPERMERCATO.
L’OFF I C I NA D I ANGELO
ANGELO, NELLA SUA OFFICINA, SVITAVA E RIAVVITAVA BULLONI,
TUBI, FILI E ALLINEAVA UNO
ACCANTO ALL’ALTRO I DIVERSI
PEZZI DEL MOTORE APPENA
SMONTATO. CON LA TESTA DENTRO
IL COFANO, POI, FACEVA RUGGIRE
IL MOTORE, FORTE E PIANO,
FORTE E PIANO E FORTISSIMO.
PERFINO I CERCHI DELLE RUOTE
SMONTAVA, LUCIDAVA, RIMONTAVA
OGNI VOLTA. PER RIPARARE
UN GUASTO POTEVA IMPIEGARE
UN’ORA OPPURE TUTTA
LA MATTINATA.
SOTTOL I NEA
CON COLOR I
D I VERS I
LE PAROLE
CON F E V.
ATTENTO ALLA STRADA!
MAR I O AVEVA R I CEVUTO I N DONO UNA BELL I SS I MA
MOUNTA I N B I KE NUOVA F I AMMANTE.
LA MAMMA LO MANDÒ I N CORT I LE D I CENDOGL I
D I NON ALLONTANARS I .
ERA COS Ì BELLO PEDALARE CHE, MENTRE LA MAMMA
NON LO VEDEVA, PENSÒ D I USC I RE A FARE UN GIRETTO
I N STRADA.
E L Ì COM I NC I ARONO I GUA I .
I NFATT I QUELLO SBADATO I MBOCCÒ I L SENSO UN I CO
DALLA PARTE SBAGL I ATA E, PER POCO, NON F I N Ì CONTRO
UN’AUTO CHE VEN I VA DALLA PARTE OPPOSTA.
PO I NON RISPETTÒ UNO STOP E R I SCH I Ò D I I NVEST I RE
UNA S I GNORA CHE ATTRAVERSAVA LA STRADA.
F I NALMENTE CAP Ì CHE ERA MEGL I O TORNARE
A CASA E PEDALARE NEL SUO P I CCOLO CORT I LE.
SEGNA IL PERCORSO FATTO DA MARIO.
DOVE AB I T I ?
È UN PAESE O UNA C I TTÀ?
I N QUALE V I A?
C I SONO NEGOZ I O CENTR I COMMERC I AL I ?
D I SEGNA LA TUA CASA E QUELLO CHE È V I C I NO.
FEBBRA I O
È FEBBRA I O UN MONELLACC I O,
MOLTO ALLEGRO E PO’ PAGL I ACC I O:
R I DE, SALTA, BALLA E I MPAZZA,
PER LE V I E FORTE SCH I AMAZZA;
PER LE P I AZZE E PER LE SALE
ACCOMPAGNA I L CARNEVALE.
SE FRA I MES I SUO I FRATELL I
CE NE SONO D I P I Ù BELL I ,
I L P I Ù ALLEGRO E B I R I CH I NO
SEMPRE È LU I CHE È I L P I Ù P I CC I NO. Manfredi Vanni
R I CERCA, LEGG I E SOTTOL I NEA LE PAROLE CON LE DOPP I E.
MASCHERATA
SONO UNA MASCHERA CAR I NA
TRAVEST I TA DA DAM I NA, VADO I N G I RO E P I ROETTO, M I D I VERTO COL F I SCH I ETTO.
I O DA SCHELETRO M I VESTO, SONO BRUTTO CON I L TESCH I O:
VADO NELLA NOTTE SCURA, TREMAN TUTT I D I PAURA!
LA LEGGENDA DEL COSTUME
D I ARLECCH I NO
C’ERA UNA VOLTA TANTO TEMPO FA
UN BAMBINO DI NOME ARLECCHINO.
ERA MOLTO POVERO E VIVEVA CON LA SUA MAMMA IN UNA PICCOLA CASETTA.
QUANDO ARRIVÒ IL TEMPO DI CARNEVALE,
LA MAESTRA ORGANIZZÒ UNA FESTA E PROPOSE
AI SUOI ALUNNI DI VESTIRSI IN MASCHERA.
TUTTI FURONO CONTENTI, TRANNE ARLECCHINO
CHE NON POTEVA COMPRARSI UN VESTITO.
I COMPAGNI FURONO DISPIACIUTI DI VEDERLO
TANTO TRISTE, COS Ì DECISERO DI AIUTARLO.
IL GIORNO DOPO OGNUNO PORTÒ
UN PEZZETTO DI STOFFA COLORATA.
COSÌ LA MAMMA DI QUEL BIMBO POTÉ CUCIRE UN
VESTITO DI TANTI COLORI.
IL GIORNO DI CARNEVALE LA SUA MASCHERA ERA LA PIÙ BELLA E LA PIÙ FESTEGGIATA.
ERA NATO COSÌ IL COSTUME DI ARLECCHINO.
T I P I ACE FESTEGG I ARE I L CARNEVALE?
DA COSA T I TRAVEST I ?
INTRUGLI DI STREGHE
LA STREGA MARGHER I TONA
NÉ TROPPO BELLA NÉ TROPPO BUONA
NELLE NOTT I D I LUNA P I ENA
PREPARA I NTRUGL I D I GRAN LENA.
NEL PENTOLONE CHE SUL FUOCO BOLLE
METTE SP I GHE CON C I POLLE
LATTUGHE, AGL I O E DENT I D I DRAGH I
RAGNATELE E CAPELL I D I MAGH I ,
MUGHETT I , GH I ANDE E GHER I GL I
PEL I D I GH I R I E D I CON I GL I
D I TARTARUGHE UN PA I O D I UOVA
R I MESTA R I MESTA E PO I LO PROVA
C I METTE I NF I NE GL I SPAGHETT I
E L I MANG I A CON I FUNGHETT I .
FA I I L D I SEGNO DELLA STREGA MARGHERITONA.
SOTTOL I NEA LE PAROLE CON GH I E GHE E R I SCR I V I LE SUL QUADERNO.
I L FRATELL I NO
MI CHIAMO MARTINA.
L’INVERNO SCORSO,
MI È CAPITATA UNA COSA
SPECIALE, MOLTO SPECIALE.
MI È ARRIVATO UN BAMBINO,
DI QUELLI VERI!
È IL MIO FRATELLINO E SI CHIAMA FILIPPO.
QUANDO MAMMA E PAPÀ MI HANNO DETTO
CHE ASPETTAVAMO UN FRATELLINO,
HO AVUTO UN PO’ DI PAURA, MA SOLO ALL’INIZIO.
ANCORA PRIMA CHE ARRIVASSE, IO GIÀ IMMAGINAVO
QUANTI GIOCHI AVREMMO FATTO INSIEME.
SOGNAVO DI GIOCARE ALLA CUCINA:
IO ERO IL CAPOCUOCO E LUI L’ARROSTO.
POI SOGNAVO DI GIOCARE AGLI ESPLORATORI,
IO ERO LA PRINCIPESSA E LUI LA MUMMIA.
O ANCORA, IO ERO LA PRIMA BALLERINA E LUI
QUELLO CHE ILLUMINAVA LA SCENA.
Fanny Joly, Il fratellino all’attacco!, Franco Cosimo Panini
RISPONDI.
1. QUALE FATTO SPEC I ALE È ACCADUTO A MART I NA?
2. QUAL I G I OCH I SOGNA D I FARE MART I NA
CON I L FRATELL I NO?
ANNA È FUR I OSA
QUANDO ANNA SI ARRABBIAVA,
LE SUE GUANCE DIVENTAVANO ROSSE
COME POMODORI, I CAPELLI
SI RIZZAVANO E I SUOI OCCHI
BRILLAVANO NERI COME CORVI.
QUANDO ANNA ERA FURIOSA, DOVEVA
GRIDARE E STRILLARE, DOVEVA PESTARE
I PIEDI PER TERRA E TIRARE I PUGNI.
E IL PEGGIO ERA QUANDO ANNA S’INFURIAVA,
SE LA PRENDEVA CON TUTTI QUELLI
CHE LE STAVANO VICINO.
COMPRESI QUELLI CHE NON LE AVEVANO FATTO NIENTE.
Christine Nöstlinger, Anna è furiosa, Piemme Junior
COMPLETA LE FRASI.
QUANDO ANNA S I ARRABB I A
LE GUANCE D I VENTANO
I CAPELL I
I SUO I OCCH I
CON I P I ED I
CON LE MAN I RISPONDI.
ANCHE A TE CAP I TA D I ARRABB I ART I ? QUANDO? R I CORD I
UN’OCCAS I ONE I N CU I T I SE I ARRABB I ATO MOLTO?
È M I O
CARLO HA PRESO DALLA SUA CARTELLA
I FOGLI E I PASTELLI, VUOLE FARE
UN DISEGNO.
LAURA, LA SUA SORELLINA, LO IMITA
SUBITO E SI SIEDE VICINO A LUI CON
UN SUO FOGLIO.
CARLO DISEGNA CIELO, PRATO, ALBERI E
UN BEL CAVALLO NERO.
IL COLORE NERO È IN MANO A SUA SORELLA:
CON UN GESTO VELOCE CARLO STRAPPA
IL PASTELLO DALLE SUE DITA.
“L’AVEVO IO!” PROTESTA LA BAMBINA.
“È MIO!” RISPONDE CARLO.
IN UN MINUTO COMINCIA IL LITIGIO;
LAURA PIANGE E IL PASTELLO CONTESO
CADE A TERRA. LA MAMMA INTERVIENE:
“CARLO, DEVI IMPARARE A CHIEDERE.
PROVA A CHIEDERLO BENE”.
CARLO È UN PO’ ORGOGLIOSO ED
È INCERTO, POI SBUFFANDO DICE:
“PER FAVORE, MI DAI IL NERO?”.
“E VA BENE!” RISPONDE LAURA
GUARDANDO LA MAMMA.
PASTELLO CONTESO :
PASTELLO PER CUI SI LITI G A.
NOM I CHE V I AGG I ANO
NOI VENIAMO DA TRE PAESI MOLTO LONTANI, MA ABBIAMO IN COMUNE LO STESSO NOME, CHE PERÒ SI SCRIVE E SI PRONUNCIA IN MODI DIVERSI.
IO MI CHIAMO CARLOS E VENGO DAL PERÙ.
IL MIO AMICO SI CHIAMA KAROL E VIENE DALLA POLONIA.
L’ALTRO AMICO SI CHIAMA CARLO, PROPRIO COME IN ITALIANO, E VIENE DALL’ALBANIA.
IL NOSTRO NOME SIGNIFICA “UOMO LIBERO”.
ANCHE I NOMI, QUINDI, VIAGGIANO E SI SPOSTANO PER IL MONDO COME LE PERSONE.
Graziella Favaro, Amici venuti da lontano, Nicola Milano Editore
OTTO BAMBINI
SI TENGONO PER MANO
OTTO BAMB I N I S I TENGON PER MANO; SALTANO, G I OCANO, FANNO BACCANO; CORRONO I N F I LA STRETT I I N CATENA, VOLANO I NS I EME SULL’ALTALENA; NESSUNO LA MANO DELL’ALTRO MOLLA,
APP I CC I CAT I SON CON LA COLLA;
SE CADE UNO, CADON D I SOTTO
TUTT I QUANT I F I NO A OTTO,
MA SEMPRE UNO R I MANE SANO: PORTA FORTUNA TENERS I PER MANO!
Luciana Martini
I L DENT I NO
SA I , A SCUOLA UN MATT I NO
M I È CADUTO UN DENT I NO.
PO I A CASA SONO ANDATO ED UN ALTRO È CASCATO!
NEL CORT I LE HO FATTO UN SALTO
E COS Ì NE HO PERSO UN ALTRO!
UNO ANCORA ANDANDO A LETTO
M I È CADUTO PER D I SPETTO!
MAMMA M I A SON D I SPERATO
ORA SON TUTTO SDENTATO!
SE M I VEDE N I COL I NO
M I D I RÀ: C I AO DRACUL I NO!
Cristina Bianchi
UN G I ORNO FORTUNATO
OGGI È IL MIO COMPLEANNO.
STO ASPETTANDO GLI AMICI
PER FARE UNA FESTA.
HO AIUTATO LA MAMMA A PREPARARE
TANTE COSE BUONE:
PANINI PICCOLI RIPIENI DI SALAME, PROSCIUTTO E FORMAGGIO, PIZZETTE
CON LE OLIVE, TARTINE AI MILLE GUSTI;
E POI C’È UNA TORTA FARCITA DI CREMA
E RICOPERTA DI CIOCCOLATO.
IL PAPÀ E LA MAMMA MI HANNO FATTO
UN BELLISSIMO REGALO:
UNA BICI CON LE RUOTE GROSSE,
QUASI DA CROSS, COME LA SOGNAVO
DA TANTO TEMPO.
SONO PROPRIO CONTENTO.
R I SPOND I .
QUAL È IL GIORNO DEL TUO COMPLEANNO?
SCRIVI LA DATA :
I C I OCCOLAT I N I
LA MAMMA AVEVA COMPERATO UN SACCHETTO
DI CIOCCOLATINI PER PAOLO.
“PAOLO, TIENI PURE TUTTO IL SACCHETTO.
MI RACCOMANDO, PERÒ, NON MANGIARLI TUTTI
INSIEME: TI FAREBBERO MALE!”
PAOLO MISE IN TASCA IL SACCHETTO E SEGUÌ
LA MAMMA IN VARI POSTI.
TORNATI A CASA, LA MAMMA SI MISE A PREPARARE
LA CENA.
“NON HO FAME, MAMMA…” DISSE PAOLO.
“NON HAI FAME? DIMMI UN PO’, QUANTI CIOCCOLATINI
HAI MANGIATO?”
“TUTTI, MAMMA!”
“TUTTI?” DISSE LA MAMMA ALLARMATA E ANCHE
DELUSA PER LA DISOBBEDIENZA DI PAOLO.
“MA NON TI AVEVO DETTO DI NON MANGIARLI
TUTTI INSIEME?”
“MA IO NON LI HO MANGIATI TUTTI INSIEME.
LI HO MESSI IN BOCCA UNO DOPO L’ALTRO, NON TUTTI INSIEME!” RISPOSE PAOLO.
CERCHIA CON COLORI DIVERSI
I SUONI DURI E DOLCI .
R I SPOND I .
QUAL È IL TUO DOLCE PREFERITO ?
UN REGALO SPEC I ALE
DAI GENITORI AURELIANO HA AVUTO LA SCATOLA
DEL PICCOLO MAGO.
HA APERTO SUBITO LA SCATOLA E HA COMINCIATO
A FARE I GIOCHI DI PRESTIGIO E LE MAGIE.
NOI BATTEVAMO LE MANI, MA SOLO PER GENTILEZZA, PERCHÉ BISOGNA RICONOSCERE CHE ANCORA NON È MOLTO ESPERTO.
PER ESEMPIO, VOLEVA TRASFORMARE SUA SORELLA IN UN FRULLATORE… MA NON C’È RIUSCITO.
Bianca Pitzorno, Incantesimi e starnuti, Mondadori
ANCHE TU HAI RICEVUTO UN REGALO SPECIALE? QUALE?
D I SEGNA I L TUO REGALO. RISPONDI.
I L CON I GL I O
D I GUGL I ELMO
IL CONIGLIO DI GUGLIELMO
SI CHIAMA BISBIGLIO.
DI GIORNO STA IN GIARDINO, LEGATO AL GUINZAGLIO, A BRUCARE IL VERDE TRIFOGLIO.
DI SERA STA TRA LA PAGLIA, NELLA SUA GABBIA.
MA IL SOGNO DI BISBIGLIO
È CORRERE LIBERO TRA
I CESPUGLI E BRUCARE
I TENERI GERMOGLI.
SVEGLIA; SVEGLIA!!!!
SVEGLIA; SVEGLIA!!!!
CHE TI PIGLIA?
NON HAI VOGLIA DI SVEGLIARTI QUESTA MATTINA?
TI MERITI PROPRIO LA MEDAGLIA
DEL DORMIGLIONE DI FAMIGLIA!
FRASI CHE CRESCONO
LUCA VA A SCUOLA.
Luca va a scuola.
LUCA VA A SCUOLA CON LA MAMMA.
Luca va a scuola con la mamma.
LUCA VA A SCUOLA CON LA MAMMA I N AUTO.
Luca va a scuola con la mamma in auto.
LEGG I LE FRAS I , CERCH I A L’ I MMAG I NE DELLA PAROLA CORRETTA E SCR I V I LA.
1. NEL MARE NUOTANO TANTI COLORATI.
4. MARCO PRENDE L’ PER VOLARE.
ORA R I SCR I V I LA PAROLA MANCANTE I N M I NUSCOLO.
2. SOTTO L’OMBRELLONE MANGIAMO UN .
3. ANNA INDOSSA IL SOTTO IL SOLE.
1. Nel mare nuotano tanti colorati.
2. Sotto l’ombrellone mangiamo un .
3. Anna indossa il sotto il sole.
4. Marco prende l’ per volare. PESC I
OGG I È FESTA
È domenica.
Il papà dice a Riccardo: “Oggi è la festa della nostra città; in piazza ci sarà una sfilata. Vedrai, ti divertirai un mondo!”.
I marciapiedi sono affollatissimi. Riccardo, per mano ai suoi genitori, cerca di farsi largo fra la gente che si spinge. A un tratto il nostro amico sente risuonare la musica della banda: i tromboni, i tamburi.
Il papà lo prende in spalla. Da lassù Riccardo può godersi tutto lo spettacolo. Il bambino sgrana gli occhi. Che bello! Dietro alla banda musicale ha inizio un’allegra sfilata di personaggi mascherati.
D I SEGNA UN G I ORNO D I FESTA.
AA.VV., 365 storie della sera, Lito Editrice
DOMAN I È FESTA
Domani è festa si mangia la minestra.
La minestra non la voglio si mangia pane e olio.
L’olio è troppo forte si mangiano le torte.
Le torte son bruciate si mangian due patate.
Le patate…
Lella Gandini, Nicoletta Costa
CONTINUA TU.
Inventa tu il finale della filastrocca: stai attento alla rima, leggila ai tuoi compagni.
Le patate
I L COMPLEANNO D I PAPÀ
Luca sta pensando al regalo per il compleanno del suo papà. Vuole fargli un regalo speciale. Conta le monetine che ha messo nel salvadanaio, non sono molte. Poi va dal nonno per farsi dare un consiglio.
Luca e il nonno passano un intero pomeriggio a pensare, poi hanno una grande idea… Luca prende un foglio e le matite colorate, disegna il faccione del suo papà accanto al suo e gli scrive un invito: “Andiamo insieme a mangiare un gelato!”.
TRE PAROLE MAG I CHE
È papa Francesco a svelarci il segreto per vivere bene in famiglia.
“Sono tre parole che si devono dire sempre: permesso, grazie, scusa.
Le tre parole magiche.
Permesso: per non essere invadente.
Grazie:
per quello che hai fatto per me, grazie di questo.
E siccome tutti noi sbagliamo, quell’altra parola che è un po’ difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa.
Permesso, grazie e scusa”.
UN REGALO PER LA MAMMA
Martino vuole tanto bene alla sua mamma e vuole farle il più bel regalo del mondo.
Acchiappa il gatto e lo ficca dentro una scatola da scarpe.
Ma il gatto non è d’accordo, così Martino tira via il lenzuolo dal suo letto, se lo mette in testa e…
“Le regalerò un vestito da fantasma. Ma… un fantasma fa un po’ troppa paura.
Forse è meglio il camion dei pompieri!” esclama con entusiasmo.
Ma non può regalare il camion alla mamma, perché gliel’ha regalato lei.
Allora Martino smette di pensare, prende un grande scatolone e… sopra, sotto e sui lati disegna fiori, una casetta e un grande cuore.
Infine entra nello scatolone e chiama la mamma.
“Cucù!”
La mamma fa toc-toc sullo scatolone:
“C’è qualcuno?” chiede dolcemente.
“Sì, io!” sussurra Martino.
“Io chi?”
“Il tuo regalo” dice Martino. E così adesso la mamma chiama Martino
“il mio regalo preferito”.
Perché Martino per la sua mamma è davvero il più bel regalo del mondo.
RISPONDI ALLE DOMANDE IN MODO COMPLETO SUL QUADERNO:
1. Perchè Martino non regala alla mamma un vestito da fantasma?
2. Cosa disegna Martino sullo scatolone per la mamma?
3. Ora la mamma come chiama Martino? Perchè?
Pascal Teulade, Il più bel regalo del mondo sei tu, Bompiani
IN GITA CON…
OSSERVA LE I MMAG I N I E ORA RACCONTA TU.
SC COME…
1. È scesa tanta neve.
2. Il ruscello è gelato.
3. Sara scivola sugli sci lungo il pendio della montagna.
4. Serena avvolge una sciarpa intorno al collo del pupazzo di neve.
5. Andrea ha il raffreddore. Il dottore gli ha ordinato uno sciroppo per la tosse.
6. I pesci nuotano nell’acqua pulita.
7. Nell’aria ci sono tanti moscerini.
8. Una biscia striscia silenziosa nell’erba alta.
9. Il mare è blu scuro. Chi c’è sullo scoglio? È un pescatore sfortunato: ha pescato soltanto una vecchia scarpa e una scatola di latta. Dove sono i pesci?
LE ANATRE
Sembrano barchette che navigano nello stagno; vanno in fila, una dietro l’altra, come in processione.
Di tanto in tanto una sparisce: ha tuffato la testa per prendere il pranzo che offre lo stagno: moscerini, alghe, bacche, girini.
Poi, sempre in fila, tornano a casa: “Ah, che bella nuotata!”
dicono alle galline che, invidiose, le guardano.
Arpalice Cuman Pertile
UN PESCE A STR I SCE
Zia Caterina ha regalato a Filippo un pesce a strisce. Sta dentro una boccia liscia e tonda e sale e scende nell’acqua.
Ogni tanto guizza veloce e lascia dietro di sé una scia di bollicine.
Filippo fa cadere delle briciole di pane e il pesciolino le mangia subito.
Buon appetito!
SOTTOL I NEA LE PAROLE CON SC E SCR I V I NE ALTRE DUE:
CANT I AMO I NS I EME
I L PESCE ROSSO
D I SEGNA TU I L PESCE NELLA BOCC I A.
LA COCC I NELLA
Piccola, piccola eppure famosissima. Col suo gusciolino rosso con sette puntini neri, la coccinella è uno degli insetti più simpatici.
Spesso la trovi che cammina tranquillamente, poi all’improvviso alza le ali e vola via su qualche fiore in cerca di cibo.
A lei piacciono i pidocchi delle piante, la golosona riesce a mangiarsene duecento al giorno!
Così i proprietari di orti e giardini le danno il benvenuto: un’assidua lavoratrice che non si fa pagare. Più fortunati di così!
e Isabella Pratesi, Nel mondo degli animali,
CERCA C I NQUE PAROLE CON LE DOPP I E E D I V I D ILE I N S I LLABE SUL QUADERNO.
Falco
Giunti
LA FARFALLA
La farfalla, appena uscita
dal bozzolo, si guardò le ali.
Erano umide e raggrinzite. Si mise a piagnucolare.
Ma il sole la consolò:
“Non piangere. Ora te le asciugo e te le stiro io”.
Difatti, dopo pochi istanti, le ali della farfalla si asciugarono, si allargarono, si stesero, apparvero gialle, rosse, turchine e lucenti come la seta.
Oh, com’erano belle!
Per la gioia, la farfalla
le agitò e subito si staccò da terra, si alzò, su su nell’azzurro…
oh, meraviglia! Volava.
Uno gnomo si è costruito la casa in montagna fra le radici di un castagno.
I piccoli gnomi fanno il bagno nello stagno e nuotano con i cigni.
FA I I L D I SEGNO.
AL PARCO
Ogni giorno vado al parco con il mio compagno Mario.
Un cagnolino abbaia a due cigni che nuotano nello stagno.
Sui rami di una magnolia un ragno ha tessuto un’enorme ragnatela.
Ci sediamo sulla staccionata di legno che circonda lo stagno.
Una signora ci fa cenno di non sporgersi e dice: “Attenti o farete proprio un bel bagno!”
IL GIRINO NON È UN PESCE
Una mattina la maestra entrando in classe esclama: “Bambini c’è una sorpresa: aspettate!”.
Eccola riapparire con una vaschetta colma d’acqua con dei piccolissimi puntini neri.
Un compagno esclama: “Sono pesciolini!”
La maestra con fare dolce risponde: “No, sono girini!”.
A turno, a gruppetti, ci avviciniamo alla vaschetta per osservare più da vicino.
Qualche compagno vuole toccarli immergendo il dito nell’acqua, ma i girini scappano.
I girini sono di color grigio scuro e sono esperti nuotatori.
Alcuni bambini chiedono:
“Cosa mangiano? Come fanno a respirare nell’acqua? Ma la coda a cosa serve?”
PROV I AMO A R I SPONDERE SUL QUADERNO
CON L’A I UTO DELLA MAESTRA E DE I COMPAGN I .
ECCO QUELLO CHE ABB I AMO OSSERVATO
z Al girino dopo qualche tempo spuntano le zampe ai lati del suo corpo, vicino alla coda, prima quelle posteriori, poi quelle anteriori.
z Mentre gli arti crescono, la coda si fa sempre più corta, le branchie vengono sostituite dai polmoni.
z Quando tutte le parti del suo corpo si sono sviluppate è un ranocchietto.
z Subito abbandona l’acqua, perché ormai può respirare l’ossigeno dell’aria ed è capace di catturare piccoli insetti.
Che bella scoperta!
Davvero il girino non è un pesce!
CANT I AMO I NS I EME
ALECRIM (FIORELLINO)
F I LASTROCCA D I PR I MAVERA
Filastrocca di primavera più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta spunterà la prima violetta. Oh prima viola fresca e nuova beato il primo che ti trova, il tuo profumo gli dirà, la primavera è giunta, è qua. Gli altri signori non lo sanno e ancora in inverno si crederanno: magari persone di riguardo, ma il loro calendario va in ritardo.
Gianni Rodari
LA PR I MAVERA
Quando la terra è giovane e fresca, quando la testa è piena di festa, quando la terra ride contenta, quando di erba profuma il vento, quando di menta profuma la sera… è primavera!
TECNOLOGIA
COP I A UN VERO F I ORE D I SEGNANDO LA SUA
FORMA E P I TTURANDO I SUO I COLOR I .
Roberto Piumini
ARR I VA LA PR I MAVERA
La Primavera era già per strada e la Terra continuava a dormire con la coperta di neve candida tirata fin sopra il naso. Il sole mandò Marzo a svegliarla.
Marzo arrivò di corsa, scompigliato dal vento.
Bussò e disse:
“Scusi tanto, ma bisogna proprio che si alzi! La Primavera è qui!”.
La Terra sbadigliò, poi saltò fuori dal letto e ordinò a Marzo:
“Svelto, va’ a prendermi nell’armadio il vestito nuovo. Voglio quello verde tutto ricamato a fiorellini: primule e margherite, mughetti, fiori di pesco e biancospino.
Portami anche una violetta per la cintura! E avverti tutti gli uccellini. Voglio che la Primavera, quando giungerà, trovi tutti pronti a festeggiarla”.
E in un attimo la Terra fu tutta un giardino.
RISPONDI SUL QUADERNO.
N. Weiller, Il giardino, Edizioni Ofiria
Osserva il tuo giardino o quello della scuola: quali fiori sono sbocciati?
I L MANDORLO
Si è svegliato il mandorlo. Prima si sono aperte le gemme; ora da ogni gemma è sbocciato un fiore bianco. Intorno all’alberello sono spuntate anche erbe fresche e fra le erbe sorride una pratolina. Ricomincia la vita.
pratolina : margheritina.
M. Di Filippo
LE MAG I E DEL SOLE
Di notte tutto è nero: il cielo, i giardini, i prati; il mare che urla e che piange, i boschi profumati. Ma appena il gallo canta, il sole torna fuori a dipingere il mondo coi suoi mille colori.
Gianni Rodari
COLOR I D I PR I MAVERA
Di che colore è la primavera? Verde, come le tenere foglioline; gialla, come le primule; azzurra, come il cielo; bianca, come le nuvole che sembrano di bambagia, o come i fiori di ciliegio e di mandorlo; nera, come le rondini che tornano ai loro nidi; rossa, come i tetti lavati dalla breve pioggia e asciugati dal vento.
Ma allora la primavera è di tutti i colori!
D I SEGNA I COLOR I DELLA PR I MAVERA.
PIOGGIA, SOLE, VENTO
HO VISTO UN RE PASSARE
Un piccolo merlo, battendo l’aria con le ali di velluto, si posò sul ramo.
“Anch’io ho visto un re una volta!” trillò con voce argentina. “Aveva un mantello magnifico e portava sulla testa una corona tutta d’oro”.
“Il re che ho visto io non portava mantello” disse il passero, “solo un panno legato intorno alla vita. La corona, quella l’aveva, ma non era d’oro, era fatta di spine e di rami attorcigliati insieme”. Il merlo guardò il passero esitante e disse: “Il mio re passava a cavallo in mezzo a una grande folla. Si vedeva che era un re forte e potente perché avanzava fiero e altero e sprezzante come un albero che sfida la tempesta”.
“Anche il mio re passava fra una grande folla” disse il passero, “ma non era né fiero né sprezzante. Se ne andava sulle sue gambe chino sotto il peso
di una grande croce”.
“Ma come?” esclamò il merlo. “Hai detto che era un re! Un bel re davvero! Ma sei sicuro che fosse un re?”
“Certezza non ne ho” rispose il passero, “però quando è morto ho visto una luce accendersi nei suoi occhi chiusi. Il suo cuore batteva forte e caldo come un fuoco acceso nella notte eppure lui non respirava più. Ma intorno nell’aria sentivo rinascere la vita e sembrava che tutto, d’improvviso, fosse al principio della primavera”.
R I SPOND I SUL QUADERNO:
1. Che cosa ha il re del merlo?
2. Che cosa ha il re del passero?
3. Che cosa sente nell’aria il passero quando il suo re muore?
Gabriele Clima, Ho visto un re passar e, San Paolo
Suonate, campane vicine e lontane:
Gesù era morto e oggi è risorto.
Suonate, campane: a tutti narrate che è giorno di festa, che il cuor si ridesta.
Gesù era morto: per noi è risorto.
Campane, suonate
Gesù salutate.
TECNOLOGIA
REAL I ZZA UN QUADRETTO CON F I OR I E FOGL I E I N PASTA D I SALE.
Gabriele Fabiani
DOVE NASCONO LE NUVOLE
Quando l’inverno finiva e il cielo diventava azzurro, io guardavo le nuvole bianche che passavano sopra di me. Le guardavo dalla terrazza, dal giardino, dal campo sportivo, dai prati.
Ma le guardavo di più quando c’era vento, perché mentre si muovevano cambiavano forma, diventavano più grandi o si spezzavano in tante altre piccole nuvole.
Mi piaceva giocare con i miei compagni a trasformare con la fantasia le nuvole in personaggi o in cose, e ognuno vedeva forme strane e diverse.
Un giorno indicai al mio amico Giacomo un nuvolone grande come metà del cielo.
Gli dissi che era un castello. Ma lui diceva che non vedeva nessun castello nel cielo, bensì un drago con quattro teste.
“Non sono teste! Sono le torri del castello con le bandiere sulla cima, e sotto c’è la strada che sale fin lassù” gli dicevo.
“Quella è la coda” diceva lui “le tue bandiere sono le orecchie del drago!”
Insomma, ognuno ci vedeva quel che voleva.
Il cielo di primavera è sempre uno spettacolo bellissimo e grandioso: io vi immaginavo cavalli bianchi che correvano, onde del mare spumeggianti, giardini fioriti e caverne misteriose.
Mario Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza
R I SPOND I SUL QUADERNO.
1. Che cosa vede nelle nuvole l’autore?
2. Che cosa vede invece Giacomo?
3. Guarda le nuvole del cielo: che cosa vedi tu?
NUVOLE
Che pazzerelle nuvole! Scherzano su nel cielo… in un momento intessono intorno al sole un velo, poi leste quattro gocciole di pioggia spruzzate giù e al sole fuggendo, gridano: “Adesso asciuga tu!”.
Lina Schwarz
ANCHE I F I OR I DORMONO
Se andate nel prato verso sera, vedrete le corolle delle margheritine che si chiudono quasi nello stesso momento.
Intanto, due delle foglioline del trifoglio si stringono una verso l’altra e la terza le copre, come se fosse un piccolo tetto.
Il fiore del dente di leone si chiude, finché torna a essere quasi un bocciolo.
Nello stesso modo si comporta il tulipano.
Chi dice ai fiori e alle erbe che è ora di dormire?
Se ne accorgono per la luce che cala e per il freschino che aumenta; e sono tanto abituati al sonno notturno, che anche quando sono tolti dal prato e messi in casa, dormono lo stesso, almeno per qualche giorno.
RISPONDI SUL QUADERNO.
Quali sono i fiori della lettura?
Conosci altri fiori del prato? Quali?
L. Mezzofanti, La favola più bella
UNA DOLCE ROSA PER LA MAMMA
È una calda giornata di maggio.
Elisa è in giardino con la nonna che sta annaffiando le rose.
Sono di tanti colori: bianco, rosa, giallo e rosso.
“Come sono belle! Potrei coglierle per la mia mamma!” pensa Elisa.
A un certo punto la bimba viene attirata da una rosa gialla che, con i suoi grandi petali, spicca tra i boccioli.
La sua forma le ricorda la torta di pasta frolla che fa la nonna.
Elisa ha una grande idea.
Chiede alla nonna di preparare una torta a forma di rosa per la festa della mamma.
“Volentieri! Tu la renderai ancora più bella con i petali delle rose” dice la nonna.
DISEGNA I L TUO PENS I ERO PER LA MAMMA.
G I ARD I NO A
PR I MAVERA
Nel giardino, l’erba è di un verde luminoso. I rami degli alberi, rinsecchiti fino a poche settimane fa, si sono vestiti di gemme e di foglie.
Sono caduti i fiori del melo, del ciliegio, della magnolia, della forsizia, delle primule colorate, ma già trionfano il biancospino, il rododendro, le azalee e stanno per sbocciare le rose. Vivessi mille anni, non riuscirei mai ad abituarmi al miracolo della primavera.
AGOSTINO
Ago è un bambino veloce.
Ama correre e arrivare per primo.
Oggi in gita è arrivato al rifugio prima di tutta la famiglia.
Dalla cima della montagna Agostino vede tutta la valle con i prati e i boschi.
Vede i suoi amici che salgono per il sentiero.
Guarda in alto e vede tutte le cime e il cielo azzurro.
È tutto bello! È un paradiso!
I N CAMPAGNA
Giorgio e Irene hanno la passione della bicicletta. Abitano in campagna e per loro non è un problema trovare una stradina lungo la quale pedalare pian piano guardandosi intorno.
Sono belli i papaveri rossi tra le spighe mature. Sembra un morbido tappeto verde l’erba dei campi.
Giorgio saluta lo spaventapasseri che fa da sentinella a tre ciliegi.
“Fermiamoci un momento”, propone Irene, “voglio farmi gli orecchini”.
I mazzetti di ciliegie appesi alle orecchie sembrano proprio orecchini preziosi.
“Spicciati, che laggiù ci sono le fragoline!”
Giorgio e Irene corrono al posto delle fragole, frugano nell’erba, ed eccole… una, due, tre, tante! Risalgono in bicicletta e pedalano verso la casa di Lucio.
sentinella : g uardia.
frugano : cercano con attenzione, rovistano.
L’amico è nell’orto con la mamma; sta raccogliendo pomodori e peperoni per l’insalata.
“Venite a darci una mano!” grida loro l’amico.
Giorgio e Irene scendono dalla bicicletta e la appoggiano alla siepe. Lavorano nell’orto con gioia. Intanto si fa sera, qua e là si accendono le lucciole.
SOTTOLINEA LE PAROLE DEI COLORI E I NOMI
DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA.
RISPONDI:
1. Che colori vedono i bambini nella campagna?
2. Quali frutti cercano?
3. Quali verdure raccolgono?
I N MARE
Mi piace remare la mattina presto, sul mare. Il mare ha un odore fresco di alghe verdi. Il mare è liscio, di un blu di vetro. Io remo piano, raggiungo la costa e prendo a remare vicino alle rocce.
Ogni tanto mi fermo e guardo nell’acqua, vedo che è trasparente fino a una grande profondità e posso scorgere dei pesciolini che nuotano.
G I ROTONDO DEL MARE
Girotondo, girotondo; dentro il mare, giù nel fondo, ci son tanti pesciolini piccolini, piccolini. Han minuscole casette fatte dall’alghe e di coralli azzurrini, rosa e gialli; e conchiglie per barchette. Guizzan vispi i pesciolini scivolando nel lor mondo sembran bimbi birichini in un grande girotondo.
Alberto Moravia
Marco Voltolini
LA BARCA DI LUCIANO
Luciano poteva stare per ore a guardare le barche che entravano e uscivano dal porto. Il nonno gli aveva raccontato un sacco di storie sul mare perché lui aveva fatto il marinaio, una volta.
Un giorno Luciano trovò al mercato una piccola barca di legno. Era vecchia e rovinata: forse molti anni prima era appartenuta a un altro bambino. Lui e il nonno la portarono a casa e la ripararono. Com’era diversa ora con i colori nuovi e che buffe quelle vele! Le aveva fatte la nonna con i rimasugli di stoffa.
Luciano era felice della sua barca nuova e decise di chiamarla “Stella”.
Claudio Muñoz, Il piccolo capitano, traduzione di Angela Demurtas, Piemme Junior
INTORNO A NOI
È domenica e quando non ci sono impegni particolari, papà ci porta a fare un giro in bicicletta. “Forza; ragazzi, siete pronti? Andiamo al monte” dice papà.
Il monte in realtà è una piccola collina che si trova proprio vicino al nostro paese. La strada non è faticosa e quando si arriva in cima si trova un bel prato, dove ci mettiamo a giocare.
Ci mangiamo mezzo panino al bar della signora Carla e poi ci divertiamo a fare gli esploratori: prendiamo sassi e legni, cerchiamo piante strane e animali nascosti.
OSSERVA UN GIARDINO, PRATO, BOSCO. DISEGNA.
INSIEME ALLA MAESTRA E AI COMPAGNI DESCRIVI
L’AMBIENTE NATURALE IN CUI VIVI.
DISEGNA L’AMBIENTE CHE PREFERISCI (MONTAGNA, MARE, COLLINA, PIANURA…). POI RISPONDI: PERCHÉ TI PIACE?
CALDA ESTATE
Calda estate tutta d’oro che cos’hai nel tuo tesoro? “Pesche, fragole, susine, spighe e spighe senza fine; prati verdi e biondi fieni, lampi, tuoni, arcobaleni; giorni lunghi, notti belle, con le lucciole e le stelle”.
Romana Rampato
ARR I VA L’ESTATE
FA I UN COLLAGE VAR I OPINTO SU UN CARTONC I NO, RITAGLIA LA FORMA DEL PESCE E LE SUE SQUAME. TECNOLOGIA
Fa caldo, i giorni sono lunghi lunghi e si può stare all’aperto a giocare fino a tardi. Nei campi maturano frumento e granoturco e gli alberi sono carichi di frutti saporiti: pesche, ciliegie, fichi, albicocche, prugne.
Si gonfiano meloni e cocomeri.
Nei boschi si raccolgono more, mirtilli, ribes e lamponi. Le api ronzano, le cicale cantano, le rane gracidano e si sta bene all’ombra o vicino all’acqua.
D I SEGNA
I L TUO FRUTTO DELL’ESTATE PREFER I TO.
LE LUCC I OLE
La primavera esplodeva nel bosco con la fantasia dei suoi colori, delle sue mille voci, dei suoi profumi. Jul e Lena scoprirono le farfalle variopinte che danzavano leggere sui fiori e le api che, attirate da un misterioso richiamo, succhiavano la dolcezza nel calice del fiore.
Ma erano state le lucciole a stupirli. Una sera d’estate che le ombre erano scese ad avvolgere il bosco, Puck li aveva portati presso la baita. Nei prati l’erba era stata tagliata da poco, si sentiva nell’aria il forte profumo del fieno.
Mille lucciole danzavano nell’aria, punteggiando il buio della notte col loro lumicino verde-oro.
I piccoli gnomi erano rimasti incantati e avevano guardato Puck con una muta domanda.
“Sono le lucciole” aveva detto Puck.
Poi erano corsi verso il prato tendendo le mani nel tentativo di catturare uno di quei lumicini danzanti.
Jul era subito riuscito, aveva raccolto il piccolo insetto nel cavo della mano, poi l’aveva aperta lentamente e aveva spiato attonito il tenue chiarore verde. La lucciola era subito volata via.
Pinuccia Gaddi Mapelli, La casa sotto il grande faggio, Editrice La Scuola
attonito : impressionato, stupito.
RISPONDI SUL QUADERNO.
Che cosa porta nel bosco la primavera?
Quali insetti scoprono Jul e Lena?
Perché le lucciole sono belle?
I L DEST I NO DELLE COSE
Dove vanno i palloncini?
Lassù nel ciel, cari bambini.
Ed il fiume, dove va?
A gettarsi dentro il mar.
La natura in fiore tutta poi ci donerà la frutta,
è il destino d’ogni cosa una storia meravigliosa.
L’UCCELL I NO
Scocca come una freccia un uccellino, sul ramo verde posa un momentino, gira gli occhietti, getta un trillo e va… piccolo vaso di felicità.
Lina Schwarz
SEMBRA QUESTO, SEMBRA
QUELLO
Sembra questo, sembra quello…
Sembra brutto, invece è bello, sembra un cesto, ma è un cappello, sembra un monte, ma è un cammello… L’importante è di capire che si può sempre sbagliare, e che spesso non vuol dire quel che sembra, e come appare…
Maria Enrica Agostinelli, Sembra questo, sembra quello…, Salani
RACCONTA.
Ti è mai capitato di scambiare una cosa per un’altra?
C’È UN FILO
C’è un filo che collega tutte le cose.
Unisce me alla mia mamma, me e la mamma al papà.
Noi alla nostra casa, la casa alle altre case. Le case sono una città con tanta gente.
Il filo collega tutte le città. E tutte le persone.
“Il filo è Dio”, mi ha detto il mio miglior amico.
Vi consiglio di avere sempre
un miglior amico e di fare un doppio nodo al filo, insieme a lui, come quello che ci fa la maestra nelle scarpe quando si stanca di allacciarle, così non si scioglie mai più.
Manuela Monari, C’è un filo…, Paoline
UNA BELLA G I ORNATA
Sono le otto e Caterina è pronta per andare a scuola con la sua giacca rossa e la cartella davanti alla porta di casa.
Teme di arrivare in ritardo e chiama i suoi fratelli:
“Dai, andiamo! Arrivo tardi a scuola”.
Finalmente i fratellini sono pronti e si esce di casa. La mamma apre la macchina e tutti si sistemano sui sedili. Via… si parte!
Caterina apre la cartella, tira fuori il suo libro di storia e inizia a parlare di dinosauri e uomini primitivi.
Giacomo gioca sul finestrino ghiacciato con la sua nuova astronave di lego.
Cecilia, seduta sul suo seggiolino, chiede: “Oggi dove andiamo di bello?”.
Caterina continua a chiedere alla mamma che ore
sono e a guardare l’orologio della macchina. Ha proprio paura di arrivare in ritardo!
Cecilia allora domanda alzando un po’ la voce: “Ma, insomma, qualcuno mi vuole dire dove andiamo di bello oggi?”.
Silenzio… poi la macchina si riempie di allegre risate.
La mamma allora risponde: “Hai ragione, Cecilia, nessuno ti ha risposto! Stiamo portando Caterina e Giacomo a scuola, poi tu andrai all’asilo e io al lavoro. Questo pomeriggio verranno i nonni
a prendervi e resterete con loro fino a quando tornerò io dal lavoro! Vedrai, sarà una bellissima giornata!”.
Tutta soddisfatta Cecilia esclama: “Che bello! Io adoro andare all’asilo!”. La macchina si ferma, Caterina apre la portiera e scende dalla macchina con Giacomo.
Cecilia sorridente dice: “Hai visto, Caterina, non sei in ritardo. Vedrai: sarà proprio una bella giornata”.
I NOMI PROPRI.
SOTTOLINEA
LA MAESTRA HA PERSO LA PAZ I ENZA
La maestra Laura si mise a gridare:
“Silenzio, silenzio!“.
Infine, esasperata, disse:
“Cari bambini, non vi leggerò più le storie.
Ho perso la pazienza“.
I bambini si calmarono.
La maestra sembrava triste e decisa a non leggere più le storie.
Aveva davvero perso la pazienza!
“Chi viene con me a cercarla?” chiese Bianca uscendo per la ricreazione.
“Andiamo!” gridò Andrea.
“Cerchiamola da tutte le parti”.
“Allora bambini?” domandò la vecchia signora che ogni giorno usciva dal portone di una palazzina rosa e azzurra.
“Che cosa vi succede oggi?”
“Stiamo cercando la pazienza della maestra” disse
Susanna “l’ha persa”.
“Ascoltate” disse la signora “tornate in classe.
State zitti e buoni”.
Si staccò una bella foglia rossa dal cappello.
“Ssst” sussurrò facendola volare “zitti e attenti. Forse ci sarà una sorpresa”.
I bambini tornarono in classe, si sedettero in silenzio.
“Cosa è successo?” domandò la maestra Laura “Come mai siete così tristi?”
“Volevamo trovare la tua pazienza” disse Bianca.
Trascorse qualche minuto di silenzio.
I bambini non si muovevano.
All’improvviso la maestra saltò sulla sedia. Che spavento! Aveva forse visto il piccolo orco?
“Oh!” esclamò sorpresa.
“È saltata fuori la pazienza. Era sotto la sedia. È tutta schiacciata”.
I bambini ridevano.
Erano molto felici.
Erminia Dell’Oro, La maestra ha perso la pazienza!, Piemme
UNA SCOPERTA
I MPORTANTE
Marco, quando leggeva, pronunciava le lettere a una a una e a fatica formava le parole.
Un giorno, guardando il libro, l’espressione “L’AQUILA” gli apparve intera. L’immagine dell’uccello rapace gli attraversò la mente. Poi vide scritto “L’ASINO” e, con la fantasia, lo sentì battere gli zoccoli sopra l’aia.
Lesse “CUORE” e lo sentì battere nel petto. Era riuscito a capire l’esatto significato della parola intera. Ora gli bastava un’occhiata per comprendere.
Lesse una pagina e restò emozionato. Aveva voglia di gridare a tutti: “So leggere! Ho scoperto una cosa importante!”.
RISPONDI SUL QUADERNO.
Qual è stata la tua scoperta quest’anno?
LA GARA D I JUDO
Mattia è molto agitato.
Oggi deve affrontare la sua prima gara di judo.
Il suo maestro di arti marziali ha detto che è pronto, ma Mattia ha paura.
“Tutti sono venuti qui per vedermi! Non posso fare brutta figura” pensa.
Inizia la gara!
Mattia affronta Paolo, il suo compagno più veloce e il suo avversario più forte.
Mattia ce la mette tutta. Riesce anche a segnare cinque punti e a mettere Paolo una volta al tappeto.
Paolo però è veramente forte e vince l’incontro.
“Che figuraccia! Non ho vinto” pensa Mattia mentre torna dalla mamma tutto triste.
A un certo punto il bambino si sente una mano calda sulla spalla e sente la voce del suo maestro che dice:
“Bravo Mattia! Sei stato molto coraggioso. Ce l’hai messa tutta”.
Mattia ora è veramente felice, il maestro ha ragione! Lui ha vinto la sua paura e si è veramente impegnato tanto. Ora Mattia non ha più paura, anzi, non vede l’ora di fare un’altra gara.
RISPONDI SUL QUADERNO.
1. Di che cosa aveva paura Mattia?
2. Perché il maestro pensa che Mattia sia stato bravo?
3. Tu hai partecipato a una gara?
4. Ti sei divertito o no? Perché?
NEL TEMPO DELL’ANNO
La maestra ha detto di sistemare la cartella e di lasciare a casa quello che non serve più.
Nella mia cartelletta ho trovato un filo di spago rosa.
Quando l’ho visto mi sono ricordato una cosa.
Era uno dei primi giorni di scuola e la maestra ha regalato a tutti noi un braccialetto di spago colorato.
Nello spago erano infilati delle perline speciali che servivano per imparare a contare.
Ora so contare anche senza le perline.
C’È UNA COSA CHE M I R I CORDA CHE…
DISEGNA UN OGGETTO CHE TI RICORDA UNA COSA
ACCADUTA E SCRIVI CHE COSA TI RICORDA.
LE ESPERIENZE DI QUEST’ANNO
COSA HO FATTO E CHE COSA FARÒ
SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE
I N I Z IO DELLA SCUOLA
MES I E STAG I ON I
QUAL È LA TUA STAGIONE PREFERITA? PERCHÉ?
GENNAIO
DICEMBRE
NOVEMBRE
FEBBRAIO
MARZO APRILE
MAGGIO
L’ELEFANTINO CURIOSO
OSSERVA LE IMMAGINI E RACCONTA TU.
Rudyard Kipling, Storie proprio così
GELSOM I NA
HA PAURA DELL’ACQUA
Gelsomina è una giovane foca che ha paura di nuotare nell’acqua alta. Un giorno Gelsomina, mentre dorme sulla scogliera, sente delle grida. Ad alcune foche è caduto un pallone nell’acqua.
Gelsomina sa che le piccole foche non sanno tuffarsi.
Allora trova il coraggio e si lancia nel mare profondo.
Quando rimette la testa fuori dall’acqua, la palla è lì vicina e con una nasata la lancia su una scogliera. Le piccole foche la ringraziano.
Gelsomina sente che dove l’acqua è profonda si sta bene: si vedono pesci rosati, felci marine, conchiglie… S’immerge e nuota felice. Ora non ha più paura.
R I SPOND I SUL QUADERNO I N MAN I ERA COMPLETA.
1. Di che cosa ha paura Gelsomina?
2. Perché Gelsomina si butta nel mare?
3. Che cosa si vede sotto l’acqua del mare?
I L BU I O È
BELL I SS I MO
Plop era un piccolo gufo che viveva sulla cima di un albero.
Plop era cicciottello, piumoso e aveva due enormi occhi rotondi.
Era, insomma, tale e quale a tutti gli altri piccoli gufi, tranne che per una cosa: aveva paura del buio.
“Tu non puoi avere paura del buio” gli disse la mamma.
“I gufi sono uccelli notturni!”
“lo non voglio essere un uccello notturno” borbottò Plop. “Voglio essere un uccello del giorno”.
“Povera me!” sospirò mamma gufo.
“Plop, se tu hai paura del buio è perché non lo conosci”.
“So che è nero!” rispose Plop.
“Allora, per cominciare hai già sbagliato. Il buio può essere d’argento o blu o grigio o di tanti altri colori, ma non è quasi mai nero.
Che altro sai?”
“So”, dichiarò Plop, “che non mi piace per niente!”
RISPONDI.
Tu hai paura del buio?
Di che cosa hai paura?
Jill Tomlinson, Il gufo che aveva paura del buio
STOR I A D I UNA MAT I TA
C’era una volta una matita tutta gialla, che nessuno più utilizzava.
Se ne stava sempre sola in un portamatite di vetro.
Un giorno Silvia la prese e si mise a disegnare un cavallo, ma sul foglio si vedevano solo dei brutti segni scuri, perché la matita non aveva più voglia di disegnare.
La bambina guardò bene bene la matita e si accorse subito che quella era triste.
Allora le venne una bella idea: con il temperino le fece una punta nuova, le mise in cima una bella gomma rossa a forma di pupazzo e al profumo di fragola e vi scrisse sopra il suo nome.
A quel punto provò di nuovo a disegnare.
La matita, felice, seguì la mano della bambina e insieme disegnarono un bel prato fiorito e un cavallo che correva.
CERCA E SOTTOLINEA CON COLORI DIVERSI I NOMI DELLE PERSONE, DEGLI OGGETTI E DEGLI ANIMALI.
I L S I GNOR AQU I LONE
Il signor Aquilone vive da solo sopra una nuvola.
La sua nuvola ha tutte le comodità.
Ma il signor Aquilone è triste perché è sempre solo. Ricorda i momenti in cui giocava con i bambini legato a un filo.
Un giorno, mentre dorme, il signor Aquilone viene svegliato da un rumore: ci cici, ci cici.
È una grande famiglia di uccellini, che vuole riposare sulla nuvola. Il signor Aquilone è molto contento.
Quando il sole tramonta, gli uccellini partono e il signor Aquilone è di nuovo triste.
Non si è accorto, però, che un uccellino ha deciso di restare sulla nuvola.
Evviva, il signor Aquilone ha trovato un amico!
R I SPOND I SUL QUADERNO I N MAN I ERA COMPLETA.
1. Dove vive il signor Aquilone?
2. Chi sveglia il signor Aquilone?
3. Chi è il nuovo amico del signor Aquilone?
Nicoletta Costa, La storia del signor Aquilone, Emme Edizioni
UN COLORE TUTTO M I O
Gli elefanti sono grigi. I pesci sono rossi. I pappagalli sono verdi. I maiali sono rosa. Tutti gli animali hanno un colore. Tranne il camaleonte che cambia il colore secondo dove si trova. Sui limoni è giallo. Tra l’erica è viola e sulla tigre è a righe come la tigre.
Un giorno un camaleonte seduto sulla coda di una tigre pensava: “Se io rimanessi seduto su una foglia per sempre avrei finalmente un colore tutto mio”.
E si arrampicò allegramente sulla foglia più verde del ramo.
Ma in autunno la foglia diventò gialla e giallo divenne il camaleonte. E poi la foglia diventò rossa e rosso diventò il camaleonte.
E un giorno il vento dell’inverno soffiò via la foglia dal ramo: e con lei il camaleonte.
E il camaleonte rimase nero per tutta la lunga notte nera dell’inverno. A primavera uscì tra l’erba verde del prato. Incontrò un altro camaleonte. Gli raccontò la triste storia e gli chiese: “Non potremo mai avere un colore tutto nostro?”.
“Ho paura di no” gli rispose l’altro camaleonte, che era più vecchio e più saggio.
Ma aggiunse: “Perché non stiamo insieme? Cambieremo colore ogni qualvolta ci sposteremo, ma tu e io saremo sempre uguali”.
E così rimasero insieme sempre vicini. Erano verdi tutti e due e viola e gialli.
Leo Lionni, Le favole di Federico, Einaudi Ragazzi
L’ALBERO VANITOSO
C’era una volta un albero molto giovane che viveva in una grande città.
L’albero viveva in un piccolo cortile, in mezzo a tante case alte e grigie.
Era primavera, e il piccolo albero era molto felice. Ogni giorno gli spuntava una nuova fogliolina.
L’albero non permetteva a nessuno di avvicinarsi: aveva paura di rovinarsi le foglie.
Gli uccellini erano molto arrabbiati per questo. Anche i gatti erano molto offesi.
Quando arrivò l’estate, le foglie del piccolo albero vanitoso erano diventate splendide!
Poi arrivò l’autunno con i suoi nuvoloni, e il piccolo albero vide una cosa terribile: le sue belle foglie erano diventate tutte gialle.
Poi le foglie si seccarono e cominciarono a cadere. Il piccolo albero era disperato. Per fortuna passava di là Ada, la vecchia cornacchia.
La cornacchia spiegò al piccolo albero che le sue foglie sarebbero ritornate in primavera, più belle di prima. Allora lui fece una promessa… e quando tornò la primavera tutti gli uccelli e i gatti del quartiere furono invitati ad una festa. Non gli importa più se si stropicciano le foglie, ha imparato che l’anno prossimo ne avrà di nuove!
Nicoletta Costa, L’albero vanitoso, Emme Edizioni
DRAGHETTO
C’era una volta un piccolo drago tanto triste perché, ogni volta che apriva la bocca, usciva una lingua di fuoco così grande che lui stesso si spaventava.
Tutti scappavano via.
Draghetto rimaneva sempre solo e correva dalla mamma a lamentarsi.
“Draghetto, impara ad aprire la bocca nel modo giusto!” rispondeva la mamma.
Ma lui non riusciva.
Una notte le scimmie gli dissero:
“Abbiamo bisogno di te, vieni!”.
C’era una scimmia ammalata distesa a terra.
Accanto aveva una fascina e delle foglie da essiccare per fare la medicina.
Draghetto soffiò, incendiò la fascina e le foglie si essiccarono.
Un giorno, un giovane pastore finse di vedere il lupo e gridò: “Al lupo! Al lupo!”.
Tutti i contadini dei dintorni accorsero per aiutarlo, ma, non vedendo il lupo, si resero conto che il pastorello aveva mentito.
Il ragazzo ripeté lo scherzo altre volte, ingannando in tal modo i vicini.
Ma un giorno il lupo venne davvero: “Al lupo! Al lupo! Accorrete!” gridò il ragazzo.
Ma i contadini, pensando che egli volesse ancora farsi beffe di loro, finsero di non sentire.
Così il lupo, indisturbato, ebbe tempo di uccidere tutte le pecore.
aveva mentito : aveva detto una bugia. ingannando : imbrogliando.
RISPONDI ORALMENTE.
Ti capita di dire qualche bugia?
Lev Tolstoj
LA RANA E I L BUE
C’era una volta una rana presuntuosa che non perdeva mai occasione per far vedere alle sue compagne quanto fosse migliore di loro.
Un giorno capitò nel loro stagno un grosso bue:
“Ci vorrebbero cento rane come noi per fare una rana grossa come il bue!” osservarono in coro.
La rana presuntuosa replicò:
“Sì, è grosso ma non mi sembra poi così tanto!”.
Gonfiando il petto continuò:
“Anch’io posso diventare grossa come il bue!”.
Le rane scoppiarono a ridere:
“Sei piccola, troppo piccola!”.
La rana gonfiò ancora più il petto:
“E ora?”.
“Sei ancora piccola!”
Allora inspirò quanta più aria poteva, si gonfiò e si gonfiò finché… BUUMMMMM!, fece la pelle tesa scoppiando.
“Chi troppo vuole…” commentarono le rane allontanandosi.
COMPLETA E RISPONDI.
Sai come prosegue il proverbio?
Chi troppo vuole…
Che cosa significa? Perché le rane dicono così?
Jean de La Fontaine
LA LEPRE E LA TARTARUGA
La lepre un giorno si vantava con gli altri animali:
“Nessuno può battermi in velocità.
Sfido chiunque a correre come me”.
La tartaruga, con la sua solita calma, disse:
“Accetto la sfida”.
“Questa è buona!” esclamò la lepre; e scoppiò a ridere.
“Non vantarti prima di aver vinto! Vuoi fare questa gara?” replicò la tartaruga.
Così fu stabilito un percorso e dato il via.
La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana.
Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino.
La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l’altro, e quando la lepre si svegliò,
la vide vicina al traguardo.
Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara.
La tartaruga sorridendo disse:
“Non serve correre, bisogna partire in tempo”.
COMPLETA LE FRASI E RISPONDI SUL QUADERNO.
La lepre corre
La tartaruga si sposta
Chi vince la gara? Perché?
Esopo
FRA AM I C I C I S I A I UTA
Il rinoceronte era molto miope. Sospirava: “Vedo tutto confusamente! Mi piacerebbe tanto poter sapere come appaiono veramente le cose!”.
Proprio in quel momento sentì un leprottino sulla riva del fiume che si lamentava:
“Se potessi raggiungere l’altra riva del fiume per rosicchiare le foglioline tenere che vedo sulla sponda!”.
Il rinoceronte pensò un poco, poi si avvicinò alla riva e disse al leprottino:
“Io ti trasporterò in un istante sull’altra riva, a patto che tu mi descriva tutte le cose che vedi”.
“D’accordo!” esclamò il leprotto.
Da allora in poi né il rinoceronte, la nave traghetto, né il suo amico, il leprotto dagli occhi acuti, ebbero più da lamentarsi.
Kathryn Jackson
miopia : difetto della vista per cui si vedono confusi gli oggetti lontani.
RISPONDI E COMPLETA.
Anche tu aiuti gli amici?
Io ho aiutato
PANF I LO CANE P I TTORE
Inizio
Panfilo è un cane pittore.
Per dipingere ci vogliono colori e pennello:
Panfilo usa la coda al posto del pennello.
Per questo la sua coda è tutta spelacchiata.
Fine
Panfilo è molto contento.
Panfilo ha ricevuto tanti regali utili per dipingere:
Panfilo non deve più usare la coda come pennello.
Ora la coda di Panfilo è morbida e bella.
Agostino Traini,
DISEGNA.
In questa storia manca la parte centrale.
Disegna nei riquadri cosa può essere accaduto a Panfilo tra l’inizio e la fine della storia.
Panfilo, cane pittore, Emme Edizioni
GRANDE E P I CCOLO
In un paese molto lontano, c’era una volta un leoncino africano che un bel giorno si mise in testa di fare il giro della foresta.
“Io sono grande e molto feroce, sono terribile, forte, veloce.
E certamente i miei vicini saranno tutti molto piccini”.
Così diceva il leoncino africano di quel paese molto lontano.
“Sono più grande di un topo, di un grillo e perfino di un coccodrillo”.
Ma non sapeva il nostro leoncino che il coccodrillo era ancora bambino.
Vide per strada un piccolo orso, s’alzò sulle zampe e gli fece un discorso:
“Credevo tu fossi proprio un gigante e invece, guarda, io sono più grande!”.
Ma l’orsacchiotto era ancor cucciolino, non lo sapeva il nostro leoncino.
“Sono più grande di un gatto grasso, di una pecora, di un tasso, non c’è nessuno più grande, lo sento!”
gridò il leoncino tutto contento.
Ma in quel momento, lì vicino, vide passare un elefantino
LEGGE LA MAESTRA
e nel vederlo così grande e grosso si mise a piangere a più non posso.
Un giraffino dal collo allungato, gli disse, in tono molto educato:
“Io sono cucciolo e sono grandissimo, ma c’è chi nasce piccolissimo.
Tu sei un cucciolo come me eppure sono più grande di te!”.
E una mucca dall’aria pensosa gli disse anche un’altra cosa:
“Siamo in tanti a questo mondo, chi è più magro, chi è più tondo, chi è più grosso appena nato, chi è piccino e spelacchiato…
Non conta tanto esser grandi o piccini, ma essere amici fin da bambini”.
Allora il leoncino asciugò un lacrimone e tornò a casa da babbo leone.
Non era più triste il nostro leoncino che aveva scoperto d’esser piccino.
Fra babbo e mamma si mise accucciato, scodinzolò perché era tornato.
E si sentì un leone gigante, molto felice e molto importante.
LEGGI E FAI ATTENZIONE AD ALCUNE PAROLE.
1. Cerchia con diversi colori le parole che fanno la rima.
2. Sottolinea in blu i nomi degli animali più piccoli del leoncino e in rosso i nomi di quelli più grandi.
3. Riscrivi sul quaderno i nomi degli animali trovati.
PRONTI PER LE VACANZE
Mancano ormai pochi giorni e la scuola sarà chiusa.
Occorre prepararsi: concludere i lavori dei quaderni, riordinare il materiale, sistemare la classe in modo da lasciarla in ordine e pulita.
E poi?
Cosa succede dopo l’ultimo giorno di scuola?
Alcuni bambini vanno dai nonni al mare, altri raggiungono gli zii in campagna, qualcuno rimane in città all’oratorio estivo, al campo sportivo, al parco giochi…
Il tempo del riposo è lungo per i bambini, occupa ben tre mesi: giugno, luglio e agosto… e anche un pezzettino di settembre.
L’estate serve per riposare dopo un anno di lavoro intenso e fruttuoso!
Inoltre è un’occasione per conoscere nuovi luoghi, persone, giochi, stare con fratelli, cugini, amici e genitori.
Tra una gita e una nuotata, qualche divertente compito che ti ha dato la maestra ti aiuterà a non dimenticare tutto quello che hai imparato!
RISPONDI.
1. Dove andrai in vacanza?
2. Sei già stato in quella località?
3. Sul quaderno fai un disegno del luogo, com’è o come immagini che sia.
LA RANOCCHIA
VA IN VACANZA
Questa sera la signora Ranocchia non sta più nella pelle. Per tutto il giorno ha lucidato, lavato e strofinato casa sua. Ora tutto è pulito e in ordine.
“Domani tiro fuori il carrettino. Riempio le valigie. Saluto tutti. Vado in vacanza!”
L’indomani la signora Ranocchia ammucchia sul carrettino: il battellino per andare in mare, la chitarra per cantare la sera, la sdraio per la siesta e dentro le valigie il costume da bagno e la crema abbronzante.
Non si è dimenticata di prendere grossi pacchi di libri e il cappello di paglia.
Quando alla fine tutto è pronto, chiude la porta a doppia mandata.
Poi tira fuori la sua motoretta e l’attacca al carrettino.
“Che bel tempo per viaggiare. Questa sera farò cena sulla spiaggia”.
LEGGE LA MAESTRA
La signora Ranocchia sale sulla motoretta e avvia il motore, che fuma, scoppietta ma parte.
Ma ecco che, in mezzo alla strada, c’è una povera tartaruga impaurita sotto la sua corazza.
La signora Ranocchia ferma la motoretta e… ”Ehi! Tartaruga vuoi finire sotto?”
“Vado in vacanza, signora Ranocchia, ma con questo traffico non sono ancora riuscita ad attraversare la strada. Non arriverò mai fino al mare! Avresti un posticino per me sul carrettino?”
La signora Ranocchia è molto dispiaciuta.
Il carrettino è già pieno e lei ha bisogno di tutta la sua roba.
“Perché non lasci il battellino, al mare potresti salire sulla mia corazza e ti porterei a spasso io sull’acqua!”
“Va bene! Sali pure e attaccati bene, perché io filo come il vento con la mia motoretta”.
La signora Ranocchia lascia a terra il battellino, sale sulla motoretta e avvia il motore che fuma, scoppietta ma parte.
“Come va lì dietro?”
“Oh! La velocità è inebriante”, ma la signora Ranocchia non ha fatto neanche un chilometro che deve nuovamente fermarsi.
In mezzo alla strada c’è una famiglia di passeri al completo che pigolano e fanno grandi segni.
“Ehi! Uccellini volete che vi schiacci con la motoretta?”
“Sia gentile, la nostra macchina è in panne e non possiamo più partire per le vacanze. Non avrebbe
un posticino per noi sul carrettino?”
La signora Ranocchia è molto perplessa, il carrettino è già pieno e lei ha bisogno di tutta la sua roba.
“Potrebbe lasciare giù la chitarra e se vorrà canteremo per lei tutte le sere”.
“Va bene, salite pure e attaccatevi bene perché io filo come il vento con la motoretta”.
La signora Ranocchia lascia a terra la chitarra, sale sulla motoretta che fuma, scoppietta ma parte.
La motoretta corre un bel po’, poi si ferma in riva al fiume: la signora Ranocchia, la tartaruga e la famiglia di passeri fanno pranzo con panini e cetrioli.
Nessuno si accorge che una lumachina si è infilata nel carrettino.
“Eh! Che fortuna, una volta tanto non arriverò in vacanza per ultima”.
Al pomeriggio la motoretta scoppietta a più non posso sullo stradone. All’improvviso: “Ferma! Ferma! Guardate! Guardate! C’è un panda che fa l’autostop!”.
La signora Ranocchia ferma la motoretta. Il panda saluta: “Sto visitando tutti i paesi del mondo.
C’è un posticino per me?”
La signora Ranocchia esita. Il carrettino è già pieno e non vuole trasformarlo in un autobus.
“Potresti lasciare il grosso pacco di libri. Io ho viaggiato molto e posso parlarti di tutti i paesi che conosco”.
“Va bene! Sali pure e cercati un posto”.
Lasciato a terra il grosso pacco di libri, la signora Ranocchia riavvia il motore. Ma ecco, non fuma, non scoppietta, la motoretta non vuole più partire.
La lumaca, appollaiata sul carrettino, dirige le operazioni.
Tutti spingono, spingono con tutte le loro forze la motoretta e il carrettino. Ad un tratto la lumaca grida: “Ehi! Ehi! Il mare, vedo il mare!”.
Allora i passeri che non avevano più l’automobile, il panda che faceva l’autostop, la tartaruga che aveva paura e la lumaca un po’ pigra si precipitano verso la spiaggia.
Prima di raggiungerli, la signora Ranocchia guarda sul suo carrettino. Restano solo la sdraio, le valigie e le provviste.
“Il carrettino è un po’ vuoto, ma penso che trascorrerò delle bellissime vacanze. Con la tartaruga passeggerò sull’acqua, con i passeri canterò tutte le sere, con il panda scoprirò il mondo e con la lumaca…
Beh! Con la lumaca prenderò con calma tutte le cose!”
Bénédicte La Ferté, traduzione di M. Morellini e F. Grassi
LE F I ABE DA LEGGERE
O DA RACCONTARE
I MUSICANTI DI BREMA
LEGGE LA MAESTRA
Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni, ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare…
GIACOMINO E IL FAGIOLO MAGICO
C’era una volta un bambino di nome Giacomino che viveva con la mamma Caterina in una fattoria: i due possedevano solo una mucca che, ahimè, un giorno smise di fare latte…
IL LUPO E I SETTE CAPRETTI
C’era una volta una capra che era mamma di sette capretti, uno più bello dell’altro, e li amava tutti come solo una madre può amare i suoi piccoli…
I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE
Molti anni or sono, viveva un Imperatore, il quale dava tanta importanza alla bellezza e alla novità dei vestiti, che spendeva per adornarsi la maggior parte dei suoi danari…
LA PRINCIPESSA SUL PISELLO
C’era una volta un principe che voleva sposare una principessa, ma aveva ad essere proprio una principessa vera…
LEGGIAMO
IL GUFO CHE AVEVA PAURA DEL BUIO di Jill Tomlinson, Feltrinelli
Un piccolo gufo ha paura del buio e si rifiuta di cacciare di notte. La mamma capisce che il piccolo ha paura del buio perché non lo conosce. Diversi e casuali incontri porteranno il piccolo gufo ad assaporare il fascino insospettato del buio e della notte.
PEZZETTINO di Leo Lionni, Babalibri
Pezzettino è piccolo e va alla ricerca di altri pezzi, convinto di essere il pezzo di qualcosa d’altro. Ogni scoperta è l’occasione per conoscere sé stessi.
FEDERICO di Leo Lionni, Babalibri
Federico è un topolino che, mentre i suoi compagni raccolgono il cibo per l’inverno, si muove seguendo le sue curiosità. Federico raccoglie raggi di sole, colori e parole e saranno proprio questi i “cibi” che salveranno i topolini dal lungo, gelido inverno.
LA COSA PIÙ IMPORTANTE di Antonella Abbatiello, Fatatrac
Tra gli animali del bosco nasce una discussione su quale caratteristica di ognuno può essere considerata la più importante e come tale “imposta” a tutti gli altri. Gli animali nello svolgersi delle vicende capiscono che ciascuno ha una caratteristica propria ed è bello che sia così. L’uniformità è così assurda che diventa ridicola nelle sue espressioni.
E POI… È PRIMAVERA di Julie Fogliano, Erin E. Stead, Babalibri
Un bambino pianta dei semi in un campo arato e poi attende, osservando di giorno in giorno quello che accade. Per molto tempo però lo scenario rimane marrone, finché a un certo punto tutto è verde. L’attesa, la pazienza e il prendersi cura hanno per premio uno spettacolo meraviglioso.
IL PAESE DEI COLORI di Paolo Marabotto, Lapis
Nel paese dei colori ci sono cinque regni separati da mura altissime. Ogni regno è caratterizzato da un solo monotono colore. Un giorno da una crepa del muro che separa il mondo giallo da quello blu, passano dei raggi che creano nei due regni le sfumature del verde. I due re decidono di abbattere quel muro. Il paese dei colori torna ad avere tutte le sfumature e i colori possibili, gli abitanti recuperano la gioia e la passione di vivere.
L’ALBERO ALFABETO di Leo Lionni, Babalibri
Lettere e parole sono come foglie che il vento scompiglia; aiutate da piccoli animali si ritrovano e compongono un messaggio di pace.
RIFLETTIAMO SULLA NOSTRA LINGUA
L’ACCENTO
L’accento è un cappello né brutto né bello. Si mette per dire a Como comò, a pero però, a volo volò al Papa papà.
CANT I AMO I NS I EME CERAMONDO
I NOMI
1. TUTTO QUELLO CHE CONOSCIAMO HA UN NOME. CASA, ALBERO, GATTO, SEDIA, MAESTRA, AMICO.
Scrivi i nomi di quello che vedi intorno a te.
2. ANCHE TU HAI SICURAMENTE DATO IL NOME
A QUALCUNO O A QUALCOSA.
Che nome hai dato al tuo giocattolo preferito?
E al tuo amico immaginario?
Al tuo cagnolino o al tuo pesce rosso?
3. SCRIVI I NOMI DI QUELLO CHE C’È…
a scuola:
al parco giochi: al supermercato: in cartoleria: dal fruttivendolo: nel tuo armadio:
4. LEGGI GLI INDOVINELLI E COLLEGA CON UNA FRECCIA I NOMI ALLE LORO DESCRIZIONI.
È una cosa rotonda e rimbalzante.
È una cosa croccante e buona.
È una cosa che gira a più non posso.
È una cosa di colore rosso e dolce.
È una cosa bianca e nutriente.
È una cosa che da sola non vale niente.
latte pane
trottola
I NOM I PROPR I
1. IO MI CHIAMO… TU TI CHIAMI…
Trova un nome proprio per ogni nome comune.
mamma:
compagno:
maestra: nonno:
amico:
cane:
gioco: paese: via: festa:
GL I ART I COL I
1. A O G NI NOME IL SUO ARTICOLO: I L LO LA I GL I LE