FIGLI di NESSUNO Lothar e altri racconti Donata Ortolani
Donata Ortolani Figli di nessuno. Lothar e altri racconti StampatoISBNTutti©Primawww.itacaedizioni.it/figli-di-nessunoedizione:agosto20222022Itacasrl,CastelBologneseidirittiriservati978-88-526-0722-6inItaliadaMediagraf,Noventa Padovana (PD) Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Questo libro è stato stampato su carta certificata FSC‰ per una gestione responsabile delle foreste. Stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto. Seguici su www.itacalibri.it Itacalibri Itacalibri Nelle edizioni Itaca Alessandro Grittini Costellazione Kurt Sara Allegrini Mina sul davanzale Manuel Mussoni Le ferite che non volevo Giorgia Coppari Qualcosa di buono
Donata Ortolani Figli di nessuno Lothar e altri racconti
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Non dovrei essere io a introdurre un’opera di Donata Ortolani, mia collega all’università: secondo trite abitudini accademiche spetta semmai al più giovane presentare gli studi di chi ha più anzianità di carriera. Ma qui si tratta di una prova di scrittura creativa – la prima in assoluto per l’autrice – che nulla ha a vedere con l’ambito professionale ed è del tutto libera da residui eruditi e didattici.
5 Prefazione
Confesso di essere rimasto impressionato dall’o riginalità e dalla limpidezza inventiva di questi set te racconti, semplici all’apparenza ma ricchi di vita poetica nella sostanza, e non credo proprio di sba gliarmi se ne dichiaro il pregio. È stata una scoperta inattesa della quale sono contento, cosicché procurare la pubblicazione di Figli di nessuno presso un editore veramente degno mi è parso il minimo che potessi fare per Donata, improvvisamente rivelatasi così diversa dalla studiosa fino allora conosciuta.
È mia convinzione profonda che il risultato della scrittura, in prosa o in versi, non sia ciò che si è deciso a priori ma ciò che si ottiene, al di là di ogni intenzione o progetto, per pura grazia o intuizione. Il che equivale a dire che si può magari essere intenzionati a progetti grandiosi, ma si produce solo
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In questa prefazione, non farò altre citazioni né mi addentrerò nel merito di ciascun racconto per non
Mi ha detto l’autrice di non avere mai tentato prima d’ora la scrittura creativa sentendola troppo grande rispetto alla propria qualità, ma se all’improvviso viene fuori con un libro del genere signi fica soltanto che ha fatto per tutta la vita opera di rimozione delle proprie potenzialità. Così soltanto posso spiegarmi questo improvviso e inatteso in sorgere di un istinto creativo mortificato troppo a lungo. C’è qualcosa come il volersi redimere dalla colpa di avere perduto molto tempo senza tentare di fare ciò che, in realtà, meglio sapeva fare, anche se le competenze critiche sviluppate grazie al lavoro universitario non sono state inutili: al contrario, hanno dato consapevolezza letteraria alla scrittura. Tuttavia, la tonalità felice che c’è in questo scrivere pare derivare proprio da un domestico riscatto da troppo lunga obbedienza a gravami estrinseci. «Per quanto l’esperienza mi avesse reso pruden te e guardingo in ogni operazione della vita, confesso di aver provato un vero entusiasmo di fronte all’impresa, per me nuova, a cui mi accingevo», dice di sé il protagonista del primo racconto, e a noi viene spontaneo pensare che quel sentimento sia anche dell’autrice, pur se va detto subito che nulla di autobiografico c’è in questo libro scritto in terza persona e rigorosamente oggettivo nella rappresentazione di persone e cose.
zavorra se dietro al gravame della volontà esplicita non si rivelano doti nascoste anche a sé stessi.
Elio Gioanola
7 togliere al lettore curiosità e libertà di lettura e di interpretazione. Ampia libertà, direi, sia perché i racconti sono ricchi di significati che si scoprono via via che la lettura si fa più attenta ed avveduta, sia perché presentano una struttura aperta. Non è detto, infatti, che la conclusione della vicenda narrata, che pure c’è e rappresenta un momento fondante per la personalità dei protagonisti, tutti giovani o giovanissimi, costituisca anche la fine della storia. Ogni lettore, se si affezionerà a questo o a quel per sonaggio, potrà considerare il racconto originario soltanto come il primo capitolo di un romanzo da svolgere nel tempo, lettore dopo lettore. Se la elocutio e la compositio sono di Donata, l’inventio è di tutti! Infine vi dirò, cari Lettori, di stare attenti alle sorprese. Non pensate, leggendo l’inizio di una sto ria e di un racconto, di sapere già come andrà a finire, non siate sbrigativi nel dedurre da un topos narrativo (L’ultimo trattato) o dalla ripresa di un episodio autobiografico di uno scrittore famoso (Vittorio) una passiva dipendenza dalla letteratura pregressa. Quelle della nostra autrice sono sempre scelte consapevoli e il passato nelle sue pagine non ritorna, ma rinasce. Visto poi che siamo agli avvisi di lettura, attenti anche al titolo della raccolta, a quel Figli di nessuno che corrisponde esattamente e nel contempo non corrisponde affatto alla situazione esistenziale dei personaggi. A voi scoprire come ciò sia possibile.
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191 Indice Prefazione Elio Gioanola 5 L’ultimo trattato 9 Lothar 21 Vittorio 68 Teresa 84 Giacomo 122 Vincenzo 134 Fratella 165
192 tutte nature, per diverse sorti, […] si muovono […] per lo gran mar de l’essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Dante, Paradiso I, 110-114
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Donata Ortolani è nata e vive a Genova. Ha svolto attività di ricerca e di docenza presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Genova, pubblicando vari saggi e articoli sulla letteratura del Cinque, Sei e Settecento. Attualmente si dedica alla narrativa. I giovani protagonisti di questi racconti sono colti in un momento che può segnare una svolta per la loro vita. Resta aperta la domanda: che ne sarà di loro? Che destino avranno? Confesso di essere rimasto impressionato dall’originalità e dalla limpidezza inventiva di questi sette racconti, semplici all’apparenza ma ricchi di vita poetica nella sostanza, e non credo proprio di sbagliarmi se ne dichiaro il pregio. Elio Gioanola