a cura di Francesco Valenti
IL RISCHIO DI EDUCARE NELLA SCUOLA DELL’EMERGENZA Riflessioni sull’esperienza di questi mesi
Il rischio di educare nella scuola dell’emergenza Riflessioni sull’esperienza di questi mesi A cura di
Francesco Valenti Contributi di Francesco Valenti Onorato Grassi Daniela Valle Vallomini Andrea Gorini Stefano Molla Donatella Morelli Luca Botturi Luca Montecchi Ezio Delfino Ernesto Diaco
Nelle edizioni Itaca Angelo Scola, Franco Anelli, Francesco Valenti Bisogno educativo e compito della scuola Raffaela Paggi, Maria Grazia Fertoli, Anna Maria Pedacchiola Alla ricerca degli essenziali Proposte per un curriculum di italiano e di matematica nella scuola del primo ciclo Roberto Laffranchini Si può essere un buon padre? François-Xavier Bellamy I diseredati ovvero l’urgenza di trasmettere
Il rischio di educare nella scuola dell’emergenza Riflessioni sull’esperienza di questi mesi www.itacaedizioni.it/rischio-educare-nella-scuola-emergenza Prima edizione: febbraio 2021 © 2021 Itaca srl, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0673-1 In copertina: rielaborazione da nuvolanevicata/Shutterstock.com Stampato in Italia da Mediagraf, Noventa Padovana (PD)
Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Questo libro è stato stampato su carta certificata FSC‰ per una gestione responsabile delle foreste. Stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.
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Sommario
Introduzione Francesco Valenti
p. 7
Educare in tempi difficili Onorato Grassi
» 13
Custodire una vita: cura e gioco Daniela Valle Vallomini
» 31
Dall’emergenza una nuova alleanza educativa Andrea Gorini
»
Libertà, responsabilità e intraprendenza: le sfide della didattica a distanza Stefano Molla
» 45
Insegnamento, didattica a distanza e apprendimento nella scuola secondaria Donatella Morelli
» 51
La didattica a distanza nelle scuole medie superiori: appunti di metodo Luca Botturi
» 59
Che vuole dire, per una scuola, ricominciare? Luca Montecchi
» 73
Autonomia in gioco Ezio Delfino
» 81
La Chiesa italiana per la scuola Ernesto Diaco
» 89
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Il rischio di educare nella scuola dell’emergenza
I contributi del volume nascono da conversazioni e dibattiti svolti nel periodo dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, in modo particolare in occasione del Convegno «Il rischio educativo nei mesi dell’emergenza. Riflessioni sull’esperienza», 6 luglio 2020. Il contributo Educare in tempi difficili riprende e amplia due articoli comparsi su ilsussidiario.net il 23 e il 31 luglio 2020.
Introduzione
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Introduzione Francesco Valenti
Scuole e docenti hanno svolto un ruolo particolarmente rilevante e atteso nel periodo iniziato un anno fa e che stiamo ancora vivendo. Nel tentativo di contrastare la pandemia da Covid-19, d’improvviso, a partire dal mese di febbraio 2020, più di otto milioni di studenti italiani sono rimasti a casa e la scuola ha adottato le nuove tecnologie come strumento di lezione, con il loro specifico linguaggio, per molti aspetti inconsueto e impersonale. Per quanto con un frettoloso allestimento, le scuole italiane hanno cercato con questa modalità di dare risposta a una situazione che imponeva l’impossibilità di fare lezione in presenza. In tanti si sono dati da fare per non fermare l’attività scolastica e per acquisire i procedimenti della didattica a distanza, che nei tempi di emergenza si è rivelata strumento indispensabile per le scuole di ogni ordine e grado, sia statali sia paritarie. Di queste ultime, ben il 70 per cento ha attivato sin da subito un’organica modalità di didattica da remoto, consapevole della sua indispensabilità per cercare di proseguire l’insegnamento in una tale circostanza1.
E. Lenzi, Paritarie, oltre sette su dieci hanno attivato didattica online, «Avvenire», 29 maggio 2020. 1
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Il rischio di educare nella scuola dell’emergenza
Sin dall’inizio del confinamento domestico, che per i primi mesi è stato particolarmente costrittivo, la rete di scuole che fa riferimento all’Associazione culturale “Il Rischio Educativo” non si è sottratta al sostegno a scuole e docenti, secondo il proprio metodo, che consiste nella riflessione sull’esperienza alla luce di criteri educativi fondamentali. Seguendo tale direzione, si è subito compreso quanto fosse necessario riprendere una riflessione sulle fondamentali questioni didattiche, e in particolare quelle riguardanti gli elementi essenziali dell’insegnamento e della valutazione. In una circostanza come questa, in modo continuativo scuole e docenti della scuola, e particolarmente di quella paritaria, hanno percepito con immediatezza il proprio bisogno, riportandolo a un fattore essenziale, vale a dire, innanzi tutto, quello di riconoscersi in un impegno comune e, perciò, di lavorare insieme. Ciò ha colmato la distanza fisica, generando una nuova vicinanza, dimensione costitutiva di ogni autentico soggetto educativo, tracciando il volto di un’esperienza condivisa. Sono nate così alcuni azioni, di cui nelle pagine che seguono si descrivono le caratteristiche e si riportano i molteplici spunti di riflessione emersi. Può essere utile indicare alcune di queste attività, anche per la loro capacità di mettere in moto e convogliare le energie delle scuole e dei docenti: • incontri settimanali di presidi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, direttori di scuole primarie, di scuole dell’infanzia e dei nidi, come aiuto per seguire l’evolversi della situazione, per valutare criticamente i cambiamenti e i nuovi problemi, per decidere azioni comuni; • corsi di formazione on-line per la didattica a distanza; • raccolta e condivisione di lezioni, video, materiali didattici prodotti da scuole e da singoli insegnanti;
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• creazione di una équipe per la produzione di strumenti didattici a distanza; • sviluppo di strumenti informatici, per la comunicazione e la condivisione di esperienze didattiche e di metodologie per l’insegnamento; • messa in opera di gruppi di lavoro disciplinare per approfondire contenuti essenziali e metodi specifici di ogni singola materia; • collaborazione con altre associazioni del mondo della scuola, per sostenere l’autonomia scolastica di tutte le scuole e l’esistenza delle scuole paritarie nel nostro paese, gravemente compromessa dall’attuale crisi. Attraverso questo coinvolgente sostegno alla riflessione sull’esperienza e l’approfondimento di un metodo educativo e didattico adeguato al periodo, nella difficoltà è potuta riaffiorare una passione per la scuola. Come detto, le osservazioni che seguono sono il frutto di questi incontri e del lavoro di riflessione attorno ai temi fondamentali della didattica a distanza, di quello che potrà permanere e dei nuovi problemi che si sono presentati e che si dovranno ancora affrontare. Il metodo dell’esperienza Tra i temi educativi che ci aiutano a comprendere esigenze e requisiti di attività e lezioni in questa situazione, particolare rilievo assume il valore del metodo dell’esperienza, così come lo definisce Luigi Giussani nel Rischio educativo. Tutti hanno potuto prevedere prima, e constatare poi, che il punto più delicato della didattica da remoto è quello della interazione tra docenti e studenti. Attraverso il linguaggio digitale, che sembra fatto per l’individualismo e per esaltare pure emozioni e istintività, come provocare ognuno a prendere di nuovo
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in considerazione la presenza della realtà e il criterio per appassionarsi ad essa e per comprenderla? Cogliamo bene che l’attenzione e la cura di ogni studente ne è come il dato introduttivo e che ne occorre un preciso svolgimento, che sviluppi l’amore alla conoscenza, la ripresa quando la strada è smarrita, la ricerca di un’ipotesi per comprendere sé stessi e il mondo, avendo una prospettiva positiva e concreta per esprimere le esigenze del proprio cuore e la ricerca di un senso anche e soprattutto in una situazione come questa. È il metodo dell’esperienza, che vive anzitutto nella coscienza dell’adulto, quello che davvero ci contraddistingue e che consiste nella provocazione e nel sostegno alla verifica di un cammino personale, a scuola e nella vita, per entrare nella realtà, cogliendo il valore delle cose nella conoscenza vale a dire – come afferma Giussani – scoprendo il senso di una cosa nella sua connessione con il resto, fino all’ultimo aspetto delle cose. In tale direzione, con parole efficaci Julián Carrón, in un testo che vuole essere un contributo all’evento voluto da papa Francesco Ricostruire il patto educativo globale, ha spiegato che «l’educazione è dare il senso della vita, non è una parola, è un’esperienza»2. Non diversamente, in un articolo del 2008 che è tutto da riprendere, Francesco Ventorino ha descritto con grande accuratezza questa dinamica, precisando che «l’intelletto umano apprende quasi facendosi condurre per mano dalla realtà sensibile, il che esige una sorta di continua conversione a una presenza»3. Si è trattato e si tratta, perciò, di ritrovare anche in questa J. Carrón, Educazione. Comunicazione di sé, San Paolo, Cinisello Balsamo 2020, pp. 11 e sgg. 3 F. Ventorino, Educare la ragione, L’esperienza come metodo, in Una scuola che insegna a ragionare: il metodo dell’esperienza, Quaderni della Sussidiarietà, n. 5, Milano 2008, p. 12. 2
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circostanza non solo una generica capacità di far studiare e svolgere compiti a distanza, ma di compiere un preciso percorso di crescita e di riflessione educativa, capace di far crescere l’umano. Che tutto questo possa avvenire anche in video collegamento è ancora la sfida e il segno della vitalità della proposta culturale che regge docenti e scuole, sia nel loro tentativo di fronte all’emergenza che quando incontrano i giovani in un’aula scolastica.
Francesco Valenti è rettore del “Collegio della Guastalla”, Monza, e presidente dell’Associazione culturale “Il Rischio Educativo”.
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Il rischio di educare nella scuola dell’emergenza
Educare è ricercare il senso delle cose. È insegnare a ricercare il senso delle cose. Papa Francesco
Una rinnovata attenzione al proprio compito ha fatto riscoprire ai docenti il volto dei propri studenti, senza averne paura: prima dei programmi ci sono dei volti da guardare, degli sguardi di cui bisogna assumersi la responsabilità. Sguardi oggi impauriti e pieni di domande di senso sul presente; sguardi che perciò vengono nuovamente avvertiti dall’adulto come una chiamata alla comunicazione di sé, da offrire come risposta all’altezza della sfida di questi tempi, dentro il grande compito della trasmissione di conoscenze. Nella scuola i ragazzi sono essi stessi queste domande di senso e chiedono adulti che sappiano intercettare il loro grido.
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