Luigi Maria Epicoco
JESU DULCIS MEMORIA In appendice Ordo Veritatis Ordo Amoris dialogo teatrale di Luigi Maria Epicoco e Valentina Liberatore Presentazione di Mons. Giovanni CarrĂš
Imprimatur ✠ Giuseppe Molinari Arcivescovo metropolita di L’Aquila
ISBN 978-88-526-0145-3 © 2007 Itacalibri Srl, Castel Bolognese Finito di stampare nel mese di giugno 2007 da Modulgrafica Forlivese, Forlì In copertina: Antonello da Messina, Cristo alla colonna, particolare. Parigi, Musée du Louvre, 1476-1478. © Contrasto
Ai poveri e ai malati che sono l’icona vivente di Cristo, il luogo dove la sua Memoria è davvero Presenza A tutti gli amici che nell’Operosa Carità servono Cristo negli ultimi
Presentazione
Volentieri presento questo approfondimento teologico sulla “Memoria di Cristo” del giovane brillante sacerdote Luigi Maria Epicoco della diocesi dell’Aquila. Egli, prendendo spunto dai silenzi sulle “molte altre cose” di cui non si dice esplicitamente nei Vangeli canonici, approfondisce teologicamente le strofe dell’antico inno dello Jesu dulcis memoria e mette in appendice un dialogo tra Pietro il traditore e Giovanni il prediletto, scritto a quattro mani con Valentina Liberatore. Dialogo di fede, dialogo di carne e sangue, in cui nulla è risparmiato dell’umano e per cui nulla è dimenticato del divino. Con intuizione di profondo valore teologico l’autore indica nella “memoria”, che non è mai semplice ricordo, la possibilità di un recupero della fede-fiducia da parte dell’Apostolo scelto dal Signore per confermare i fratelli.
Presentazione
“Fare memoria” è sempre stato il modo attraverso cui il popolo eletto, il popolo della prima Alleanza, ha recuperato il proprio rapporto con il Signore degli eserciti, con il Dio degli dei: “Ascolta Israele…”; “Ricorda quanto il Signore ha compiuto per te”. La memoria di quanto vissuto con il Signore Gesù permetterà a Pietro di non essere schiacciato totalmente dal proprio tradimento, ma grazie all’indispensabile aiuto del fratello nella fede, proprio attraverso il ricordo di passaggi fondamentali di vita, lentamente e inesorabilmente verrà ricostruita “la roccia” su cui la Chiesa è edificata. Potremmo dire che la misericordia, l’esperienza della misericordia, si nutre di memoria. E quanto più si rinnova la prima, tanto più è forte e fondata la seconda: la memoria della misericordia ricevuta giustifica nel presente e rinnova nuove esperienze di perdono. Nel dialogo in appendice appaiono di particolare valore i paradossi tipici dell’annuncio cristiano. Su di essi è possibile giocare nuovamente tutta l’esistenza: la lavanda dei piedi da parte del
Presentazione
Maestro, l’offerta del suo Corpo, la trasfigurazione sul Tabor, il perdere la vita per trovarla davvero, sono tutti passaggi fondamentali dell’esperienza con Cristo, facendo memoria dei quali è possibile il superamento di ogni crisis. L’autore mostra in questo lavoro di aver molto “ruminato” la Parola, di aver a lungo dimorato con i testi sacri, di essersi saputo immedesimare con situazioni e personaggi: solo un autentico spirito di preghiera permette di leggere tra le righe dell’umano quanto il Signore opera e può operare, silenziosamente, nelle coscienze. La memoria della compagnia di Cristo è descritta in maniera straordinariamente efficace in un passo del libro dove si afferma: «La compagnia di questo amore dura oltre la carne». È così, è proprio così. Ne siamo certi e siamo grati a don Luigi Maria Epicoco e a Valentina Liberatore che ci hanno aiutato a ricordarlo: nulla potrà mai separarci dall’amore di Cristo, la sua compagnia è per sempre. ✠ Mons. Giovanni Carrù Sottosegretario Congregazione per il Clero
Il testo ha origine da conversazioni dell’autore con giovani universitari e ne conserva il tono colloquiale.
Introduzione
Il cristianesimo non è semplicemente qualcosa da capire. Chi impara tutta la dottrina cristiana non aggiunge assolutamente nulla alla sua vita se non una montagna di cultura e di nozioni. Il cristianesimo è l’esperienza viva dell’incontro con Cristo. Solo questo dà significato a tutto il resto. La ragione diventa capace di qualcosa solo a partire da questo avvenimento. Lo stesso cuore diventa capace di qualcosa alla sua reale altezza solo a partire da questo bene che ti senti addosso. Tutta la vicenda cristiana è il susseguirsi di uomini e donne che ad un certo punto hanno fatto l’esperienza di questo incontro e da lì sono nati una umanità nuova, un popolo nuovo. Non c’è altro metodo nel cristianesimo se non in questo
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Introduzione
rapporto personale con Cristo. Ciò è stato vero fin dall’inizio. È stato vero per i primi discepoli, gente semplice, gente normale, gente che ha molto più a che fare con noi che con qualsiasi élite culturale e sociale. Gente che aveva costruito tutto attorno alle cose da fare, al pane da portare a casa, alla famiglia da mantenere, ai compromessi sociali da trovare. Gente che si arrangiava, cercava di andare avanti vivendo volta per volta l’ansia di sopravvivere nonostante tutto. E proprio nel mezzo della vita ordinaria di questa gente “Dio ha visitato il suo popolo”. È Cristo la maniera attraverso cui Dio si è fatto toccare, vedere, ascoltare, amare, seguire. Cristo è il Figlio Unigenito del Padre che è venuto ad abitare in mezzo a noi. Già davanti a questa affermazione la nostra ragione comincia a scricchiolare. I recinti chiusi dei nostri calcoli non bastano a racchiudere questa Verità. E allora ognuno di noi si trova a scegliere: o negare o fidarsi. Ovviamente è infinitamente più facile negare, continuare come se niente fosse, come se nulla
Introduzione
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fosse accaduto. Ma in gergo si chiama “perdere a tavolino”, cioè perdere senza nemmeno essere mai scesi in campo. La libertà ha di bello e di tremendo proprio questo: si può anche non “scendere a giocare” e restare eternamente accontentati di qualcosa che non riempirà mai fino in fondo la nostra vita da farci esclamare: “Sono valsi veramente la pena, la fatica, il rischio!”. Ora noi non vogliamo percorrere entrambe queste strade, anche perché, quando uno si arrende, ha già finito. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole per lui se non la ricerca di qualche emozione più o meno forte che, appena smette di essere, lascia anche l’amaro in bocca. Noi vogliamo tentare di percorrere il faticoso sentiero di chi decide di seguire Cristo lì dove vuole condurci, e lo faremo seguendo le briciole teologiche del meraviglioso inno Jesu dulcis memoria.