NEL SUONO IL SENSO
Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico
LA CETRA
Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera:
Gabriele Grava
Anna Iuliano
Alfredo Marchisio
Dorotea Moscato
Lucia Negri
Andrea Nembrini
Pietro Viscardi
Raffaela Paggi, Luciana Albini, Daniele Ferrari
Nel suono il senso
Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico www.itacaedizioni.it/nel-suono-il-senso-nuova-edizione
Prima edizione: luglio 2016
Sesta ristampa: giugno 2024
© 2016 Itaca srl, Castel Bolognese
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-526-0483-6
Progetto grafico: Andrea Cimatti
Illustrazioni: Gabriele Grava, Raffaela Paggi
Ricerca iconografica: Stefano Bombelli
Cura editoriale: Cristina Zoli
Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)
VEGETABLE
Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Utilizziamo inchiostri vegetali senza componenti derivati dal petrolio e stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.
Raffaela Paggi · Luciana Albini · Daniele Ferrari
NEL SUONO IL SENSO
Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico
5. L’uso dei tempi e dei modi verbali 192
I modi finiti 192
I modi indefiniti 201
6. Verbi regolari, irregolari, difettivi, sovrabbondanti 207
Avvertenze ortografiche riguardanti
la prima coniugazione regolare 207
Verbi irregolari e anomali 208
Verbi difettivi e sovrabbondanti 209
QUESTIONI DI LESSICO
Da dove derivano le parole italiane? 210
Nomi e aggettivi derivati da participi 210
Agende, bevande e merende: i falsi gerundi 210
Esercizi di ricapitolazione 211
6. LA FRASE ATTIVA, PASSIVA, RIFLESSIVA
1. Frase attiva e frase passiva 217
La trasformazione della frase attiva in frase passiva e viceversa 218 per approfondire
Il predicato nominale risultativo 224 2 Frase riflessiva 225
3. Altre frasi costruite con verbi pronominali 227
I valori del si 229
Esercizi di ricapitolazione 231
7. IL SINTAGMA
1. La preposizione
2. Funzioni logiche del sintagma preposizionale: i principali complementi indiretti 238
Funzione: indicare il destinatario
Funzione: specificare 243
Funzione: situare nello spazio
Funzione: situare nel tempo
Funzione: circostanziare 253
QUESTIONI DI LESSICO
I modi di dire
Esercizi di ricapitolazione
i trucchi del mestiere diverse funzioni di “ne”
Diverse funzioni di “cui”
8. L’AVVERBIO
1. Funzione dell’avverbio
2. Forme dell’avverbio
i trucchi del mestiere Per non confondersi: avverbio o…?
3. Tipologia dell’avverbio
4. L’avverbio nell’analisi morfosintattica e
analisi
approfondire
funzioni comunicative dell’enunciato
3. La congiunzione
Tipi di subordinate
i trucchi del mestiere Oggettive o relative implicite?
Come non confondere le dichiarative con le soggettive o le oggettive?
diretto e discorso indiretto
circostanziali
periodo ipotetico
subordinate: modali, strumentali, comparative, aggiuntive, eccettuative, limitative
1. Frase semplice,
COME USARE QUESTO LIBRO DI ESERCIZI
1. Gli esercizi sono suddivisi in unità e paragrafi seguendo la distribuzione degli argomenti del libro di teoria.
3. SINTASSI
ORDINE DELLE PAROLE
2. Ogni esercizio è numerato e diviso dal successivo e dal precedente con una riga grossa.
1. Nelle frasi le parole sono in disordine. Mettile al loro posto in modo da restituire senso alla frase. La mela mangia Mario. Mario mangia la mela.
1. Alessandro di plastica gioca con un soldatino. 2. L’uomo solo non vive di pane. 3. Entra in pallone il calciatore con il campo. 4. Non vola l’asino che esiste. 5. Quel basso alto signore ha il tono della voce. 6. Molte turiste italiane giapponesi visitano le città.
2. A volte basta spostare una sola parola e la frase cambia senso Prova a spiegare i differenti significati delle coppie di frasi.
Persino il mio compagno di banco ha il cellulare. / Il mio compagno di banco ha persino il cellulare. Chi pronuncia la prima frase vuole comunicare che ormai tutti hanno il cellulare; chi pronuncia la seconda frase vuole comunicare che il suo compagno di banco ha proprio tutto.
1. Gioco di più per divertirmi / Gioco per divertirmi di più. 2. È sempre meglio non parlare / È meglio non parlare sempre. 3. Non tutti gli imputati sono colpevoli. / Tutti gli imputati non sono colpevoli. 4. I ragazzi di oggi leggono solo fumetti. / Solo i ragazzi di oggi leggono fumetti. 5. Pensa, anche Tommaso è intelligente. / Pensa, Tommaso è anche intelligente.
3. Spesso è l’ordine delle parole a rivelare la vera intenzione comunicativa del parlante. Scrivi a fianco di ognuna delle coppie di frasi la domanda a cui risponde. Ti accorgerai che la risposta è la novità che il parlante vuole comunicare.
Questa sera Giacomo non ha mangiato niente. Questa sera non ha mangiato niente Giacomo. Cos’ha mangiato Giacomo questa sera? Chi non ha mangiato niente questa sera? Niente. Giacomo.
Ho parlato con Paolo di calcio.
Ho parlato di calcio con Paolo.
Andrò a Roma in aereo.
In aereo andrò a Roma.
È lui il più bravo della classe.
Lui è il più bravo della classe.
A me piace giocare con gli amici.
Con gli amici a me piace giocare.
Quando sono stanco piango.
Piango quando sono stanco.
È il mio quello zaino.
È quello il mio zaino.
4. Gli esempi hanno lo sfondo grigio e permettono di capire come svolgere l’esercizio.
CONCORDANZA E REGGENZA
3. Le istruzioni dell’esercizio sono evidenziate in grassetto e possono essere divise in due parti.
4. Nelle frasi ci sono degli errori di sintassi Correggi le parole sottolineate e classifica l’errore riconoscendo se è stata violata una regola della concordanza o della reggenza
Non è giusto che tu ti prendi un voto inferiore al mio, visto che abbiamo studiato insieme!
La parola giusta è prenda Non è giusto infatti regge il modo congiuntivo, non l’indicativo. È stato commesso un errore di reggenza.
1. Ho visto ai giardini una gatta e i suoi cuccioli che correva dietro a un cespuglio. 2. Piero non ama studiare, spesso infatti è impreparata 3. Se c’eri tu, la vacanza sarebbe stata ancora più bella. 4. L’insegnante sorprese l’alunno disattento e li chiese di ripetere la lezione. 5. Piero cammina sempre la strada tutto impettito per mettersi in mostra. 6. Ti ricordi l’amico che ti ho parlato? Domani si trasferirà in America. 7. Arrivai nel momento dove stava cominciando il film.
5. Quali combinazioni di parole sono ammesse nella lingua italiana? Scoprilo provando a esemplificarle
Combinazione Esempio è ammessa? articolo + nome la barca sì nome + pronome nome + aggettivo preposizione + nome preposizione + avverbio verbo + verbo congiunzione + preposizione avverbio + aggettivo articolo + verbo all’infinito articolo + verbo di modo finito
6. Completa le parole per concordarle convenientemente con le altre.
Mio fratello e mia sorella sono nat a Bologna. Carla e Sofia sono cresciut insieme.
Maria e io siamo andat al mare. Lei non ha mai credut alle tue storie.
Marco e Andrea sono andat al cinema. Oggi le scolaresche non si comport bene.
Tutti noi sap dell’accaduto. La penna e il tagliacarte furono posat sulla scrivania.
Un paio di forbici si trov sul tavolo. La tua amica è stata subito riconosciu
Non sempre il gruppo degli attori facev parte della stessa compagnia teatrale.
5. Alcuni esercizi richiedono la scrittura sul quaderno.
6. Altri invece possono essere svolti direttamente sul libro.
1. LA COMUNICAZIONE VERBALE
Elementi e scopi
1. L’UOMO PARLA!
Per iniziare ti proponiamo di leggere alcuni passaggi tratti dall’autobiografia di Helen Keller, una scrittrice e attivista americana della prima metà del Novecento, divenuta sorda e cieca a pochi mesi di vita per una grave malattia. La sua maestra, Anne Sullivan, le insegnò ad associare le parole alle cose, prima concrete poi astratte, con un metodo molto particolare, basato sul tatto.
Leggi attentamente i brani e sottolinea i passaggi che meglio ti fanno capire che cosa prova Helen quando si accorge del misterioso rapporto tra le parole, le cose e sé stessa.
Dal IV capitolo.
Ci avviammo al sentiero che conduceva al pozzo. Qualcuno attingeva l’acqua e la maestra mise la mia mano sotto il getto, poi, mentre la corrente fresca mi scorreva sulla mano, scandì sull’altra la parola ‘acqua’, dapprima lentamente e poi sempre più presto. Io stavo lì immobile tutta intenta al movimento delle sue dita. All’improvviso ebbi la oscura percezione di qualcosa di dimenticato – un fremito per la ricomparsa di un pensiero sopito – e mi si svelò il mistero del linguaggio. Capii che ‘a c q u a’ significava quella frescura meravigliosa che scorreva sulla mia mano. Le parole vivificatrici risvegliavano l’anima mia, la illuminavano, la allietavano, le donavano speranza. Le barriere c’erano ancora, è vero, ma col tempo sarebbero state abbattute. Mi allontanai dal pozzo tutta presa dall’ansia di imparare. Tutte le cose avevano un nome ed ogni nome faceva nascere un nuovo pensiero. Tornata a casa mi sembrava che ogni oggetto che toccavo vibrasse di nuova vita. Era perché io vedevo tutto con la strana vista che avevo appena ricevuta. Sulla porta d’ingresso mi ricordai della bambola che avevo rotta. Corsi al caminetto e raccolsi i pezzi, cercando inutilmente di metterli insieme. Allora i miei occhi si empirono di lacrime perché capii quel che avevo fatto e per la prima volta provai il pentimento e il dolore.
Quel giorno imparai tante parole nuove; so che tra l’altro imparai: ‘madre, padre, sorella, maestra’, parole che fecero fiorire il mondo per me, come la verga di Aronne.
Dal V capitolo.
Estate 1887: non facevo altro che esplorare ogni cosa con le mani e imparare il nome degli oggetti che toccavo: e più cose maneggiavo imparandone il nome e l’uso, più cresceva in me, lieto e fiducioso, il senso di fraternità con il resto del mondo.
Dal VI capitolo.
Da principio avevo pochi problemi, le mie idee erano vaghe e il vocabolario inadeguato. Ma quando le mie cognizioni crebbero ed incominciai a conoscere molte parole, il mio campo di indagine si allargò. Tornavo più volte sullo stesso argomento cercando avidamente altre informazioni. Mi ricordo della mattina nella quale imparai il significato della parola ‘amore‘. Avevo trovato un po’ di violette, le prime, nel giardino e le avevo portate alla maestra la quale cercò di darmi un bacio. Ma a quell’epoca io accettavo baci solo dalla mamma. Allora la signorina Sullivan mi circondò amorosamente le spalle con un braccio e mi compitò nella mano: ‘Io amo Helen’. Cosa vuol dire ‘amo’? Ella mi strinse a sé più vicina e disse: ‘è qui’. E mi toccò il cuore di cui avvertii i battiti per la prima volta. Le sue parole mi incuriosirono assai perché allora non capivo se non quello che potevo toccare con le mani. Pochi giorni dopo stavo infilando perle di differente grandezza in gruppi simmetrici, due grandi, tre piccole e così via; facevo parecchi sbagli che la signorina correggeva ogni volta con gentilezza e pazienza. Alla fine mi accorsi di un errore molto evidente nelle righe e per un istante mi concentrai sul mio lavoro cercando di pensare come disporre le perle. La signorina Sullivan mi toccò la fronte e compitò con precisione: ‘Pensa!’. In un attimo capii che quella parola era il nome del processo che si stava svolgendo nella mia testa. Fu quella la prima percezione cosciente di un’idea astratta. Tu non puoi toccare l’amore ma senti la dolcezza che diffonde in tutte le cose: per la prima volta avvertivo la presenza di legami invisibili tra il mio spirito e quello degli altri. Frammenti tratti dal libro autobiografico di Helen Keller, La storia della mia vita
2. LA COMUNICAZIONE
1. Ogni volta che riceviamo un dono, assumiamo delle responsabilità verso di esso. Se ti regalano una bicicletta, ad esempio, la manutenzione, la custodia, il buon uso spettano innanzitutto a te. Prova a spiegare quale responsabilità dovresti assumere se ricevessi i seguenti doni:
1 2 3 4
Lo stesso avviene nella comunicazione: è compito del mittente trasmettere un senso, ma il destinatario deve collaborare per comprenderlo. Nella comunicazione non c’è infatti nulla di meccanico, è implicata sempre la ragione di entrambi gli interlocutori, come avrai modo di sperimentare svolgendo gli esercizi qui proposti.
2. Osserva con attenzione le istruzioni proposte, in cui la comunicazione avviene solo attraverso le immagini. Trasforma in parole il loro messaggio.
a. Per preparare il caffè occorre …
b. In caso di incendio …
3. Questa vignetta umoristica muove il destinatario al riso attraverso disegni e numeri. Come hai fatto a capirla? Trasforma in parole il suo messaggio.
4. Rifletti su alcuni atti comunicativi in cui sei stato coinvolto. Quando la comunicazione è riuscita? Quando invece la comunicazione non è riuscita o perché non sei riuscito a esprimere ciò che intendevi dire o perché non sei riuscito a comprendere ciò che intendeva dire il tuo interlocutore? Racconta e commenta.
3. IL SEGNO
1. Leggi la descrizione di alcuni segni naturali che permettono di prevedere che tempo farà.
Api: se non vanno in giro a raccogliere il polline e restano a ronzare vicino all’alveare, non sono in sciopero ma segnalano che si sta avvicinando un temporale.
Asino: quando, tenendo gli orecchi dritti, fissa un punto davanti a sé e raglia insistentemente in modo lamentoso, ci sta dicendo che entro la serata pioverà.
Bovini: se bevono più a lungo del solito alzando spesso la testa verso il cielo, il tempo cambierà in brutto.
Bruchi: se ne vanno a spasso su piante e sentieri prima dell’arrivo di un temporale.
Cicala: quando frinisce incessantemente è in arrivo la pioggia.
Gabbiano: quando vola sul mare è segno di bel tempo: ma se si posa sulla costa, o peggio s’inoltra nell’entroterra, è segno che si sta avvicinando una burrasca di quelle toste.
Granchio: se esce dall’acqua e si mette a passeggiare sugli scogli, avvisa che è in arrivo una mareggiata.
Formiche: se si radunano in plotoni brulicanti e agitati significa che si stanno organizzando contro la pioggia.
Mosche, tafani, zanzare: quando diventano cattive, mordaci e rompiscatole più del solito, è perché sono nervose a causa della pioggia imminente e devono pur sfogarsi con qualcuno.
Pipistrelli: se iniziano a volare quando è ancora chiaro, vuoi dire che l’indomani il tempo sarà bello.
Polli: quando le galline si fanno il bagno nella polvere e il gallo canta fuori orario, il bel tempo andrà in malora.
Rondini: quando volano rasoterra indicano la pioggia; ma se alla sera volano cantando alte in cielo significa che festeggiano il bel tempo stabile.
Tratto da C. Lapucci, Cielo a pecorelle
Ora scrivi sul tuo quaderno alcuni proverbi, anche in dialetto, che facciano riferimento a un segno naturale.
Rosso di sera bel tempo si spera.
2. Scrivi in relazione ai fenomeni elencati alcuni segni naturali che ne preannunciano l’arrivo o ne segnalano la presenza.
RAFFREDDORE · VECCHIAIA · PRIMAVERA · VERGOGNA · PAURA · TEMPORALE
3. Distingui i segni naturali da quelli intenzionali.
Segno
Segno naturale Segno intenzionale un film
i cori allo stadio la lettera di un amico la pelle arrossata la mano alzata di un compagno in classe lo starnuto le occhiaie lo sbadiglio il tuono questo libro di testo
4. A differenza dei segni naturali, i segni utilizzati negli atti comunicativi sono intenzionali, cioè prodotti appositamente per comunicare un messaggio. Immagina di non poter comunicare con le parole e di voler trasmettere al tuo compagno di banco i seguenti messaggi utilizzando dei disegni.
1. Sono veramente arrabbiato. 2. Sono un po’ triste. 3. Mi fanno male i denti. 4. Non posso venire a casa tua questo pomeriggio. 5. Sei un fifone. 6. Fra poco suona la campanella.
5. Immagina di aver ricevuto i disegni nella tabella dal tuo compagno di banco: come li tradurresti in messaggi verbali?
6. Descrivi o disegna i segni intenzionali attraverso cui potresti ricevere i messaggi elencati.
a. Hai commesso un fallo da rigore.
b. Strada a senso unico.
c. Il tuo compito in classe è gravemente insufficiente.
d. “Ti voglio bene”.
e. Sta arrivando la polizia.
f. Dei ladri cercano di entrare nella casa del vicino.
g. Ti è arrivato un sms.
7. Prova a comunicare i messaggi elencati senza usare parole, ma solo gesti.
a. Quanto costa?
b. L’ho scampata per un pelo!
c. La canzone che stai cantando non è di mio gradimento.
d. Ho appena avuto una idea geniale.
e. Bravo!
f. Ho mangiato troppo.
g. Io non ho visto niente!
h. Ma ci senti?
i. Stai zitto!
8. Scrivi le parole elencate con un carattere che ne evidenzi il significato.
Ondeggiare:
9. Analizza i significanti: quale è il loro significato? Si tratta di segni naturali o intenzionali?
a. Luca arrossisce quando Giulia lo saluta.
Significato: Tipo di segno:
b. Un uomo entra dal dentista con una guancia gonfia.
Significato: Tipo di segno:
c. +
Significato: Tipo di segno:
d. Piero sbadiglia durante la lezione di italiano.
Significato: Tipo di segno:
e. Susanna suda freddo prima di iniziare l’esame di guida.
Significato: Tipo di segno:
f. Esce fumo dalle finestre di una casa.
Significato: Tipo di segno:
g. Suona la campanella in corridoio.
Significato: Tipo di segno:
h. Orme nella neve.
Significato: Tipo di segno:
i. ☺
Significato: Tipo di segno:
Possiamo distinguere i segni, oltre che tra naturali e intenzionali, anche in base al tipo di rapporto che instaurano fra significante e significato, come potrai imparare svolgendo gli esercizi dal 10 al 15.
10. Chiamiamo indice ogni segno in cui il significante è l’effetto e il significato la causa: un’orma nella sabbia, ad esempio, è l’effetto del piede che la imprime. Individua le cause degli indici elencati.
Effetto (significante)
Causa (significato)
orma piede
puntini rossi sul corpo
odore di bruciato
sorriso
lacrime
buchi nel legno
foglie gialle
rughe
11. In campo medico gli indici sono chiamati sintomi. E nelle indagini poliziesche? Si chiamano indizi. Sottolinea nel brano gli indizi che permettono a Sherlock Holmes di scoprire dove si è recato Watson quella mattina e per quale motivo.
“Poniamo un esempio: l’osservazione mi dimostra che lei stamani si è recato all’ufficio postale di Wigmore Street, mentre la deduzione mi permette di capire che ha spedito un telegramma”. “È esatto!” ammisi. “Esattissimo. Però confesso che non riesco a capire come sia arrivato a questa conclusione. È stato un impulso improvviso da parte mia, e non ne avevo fatto cenno con nessuno…” “La cosa è di una semplicità elementare” replicò Holmes, ridacchiando del mio stupore. “È così ridicolmente semplice che ogni spiegazione è superflua, tuttavia potrà servire a definire i limiti tra osservazione e deduzione. L’osservazione mi dice che sull’incollatura della sua scarpa c’è una piccola macchia rossastra. Proprio di fronte all’ufficio di Wigmore Street hanno buttato all’aria il selciato e rimosso del terriccio in modo che è difficile evitarlo nell’entrare. Questo terriccio è di una tinta rossastra inconfondibile e lo si trova, per quel che ne so, soltanto da quelle parti della città. Questo per quel che riguarda l’osservazione: il resto è deduzione”. “Come ha fatto a dedurre che io ho spedito un telegramma?” “Be’, naturalmente sapevo che lei non aveva scritto nessuna lettera, giacché le sono stato seduto di fronte tutta la mattina. Vedo pure che nel cassetto aperto della sua scrivania c’è un intero foglio di francobolli e un grosso pacco di cartoline. Per quale motivo, dunque, lei si sarebbe recato all’ufficio postale, se non per spedire un telegramma? Eliminato ogni altro fattore, quello che resta deve essere il fattore esatto”.
Tratto da C. Doyle, Il segno dei quattro
12. Vi sono segni convenzionali il cui rapporto significato-significante è fissato dalla tradizione e le cui ragioni non sono sempre evidenti. Tali segni sono chiamati simboli: il verde, ad esempio, è simbolo della speranza; la volpe dell’astuzia. Gli animali elencati di che cosa sono simbolo?
CANE · LEONE · FORMICA E CICALA · COLOMBA · CONIGLIO · LUMACA · ASINO
13. Nei fumetti vi sono due tipi di segno: l’immagine e la parola. Alle immagini è affidato il compito di rappresentare i luoghi in cui le vicende si svolgono, dare un volto ai personaggi, rappresentare le loro azioni, i loro gesti, le loro espressioni e attraverso questi i loro stati d’animo. Prova a disegnare dei fumetti che traducano in immagini gli stati d’animo elencati.
RABBIA · MINACCIA · SCONFORTO · INNAMORAMENTO · DOLORE · VERGOGNA.
14. Un altro tipo di segni intenzionali sono i segnali: essi indicano un comportamento da tenere. Ad esempio il semaforo rosso indica che non si deve attraversare. Trova un segnale per i significati proposti esplicitando, dove necessario, quale comportamento indichino.
Significato: bambino a bordo
Significato: benzina quasi finita
Significato: mare grosso
Significato: è pericoloso tuffarsi
Comportamento: prestare attenzione! Comportamento: rifornire di benzina l’autovettura!
Comportamento: Comportamento:
Significato: qui non è permesso fumare
Significato: pericolo!
Significato: attraversamento mucche
Significato: parcheggio
Comportamento:
Comportamento:
Comportamento:
Comportamento:
15. Inserisci nelle frasi il termine che ti sembra più adeguato ad indicare il tipo di segno consultando la tabella di ricapitolazione dei diversi tipi di segno.
Indici
Tipi di segni
Immagini Gesti
Segnali
Parole
Indizi
Sintommi
1. Uno sbadiglio può essere di sonno o di noia.
2. Mancava un solo al detective: con quello sarebbe giunto a scoprire l’identità dell’assassino.
3. Il suono della campanella che annuncia l’intervallo è il più amato dagli studenti.
4. Non capisco il di Francesco: sta giocando agli indiani o semplicemente nasconde uno sbadiglio?
5. Non sono mai stato al Colosseo, ma ne ho visto una sul mio libro di storia.
6. Un cartello con la H è il che indica la presenza di un ospedale.
7. Ieri mia madre si è accorta che non stavo bene da uno strano : rifiutavo i dolci!
8. Nel libro che sto leggendo vi sono molte di cui non conosco il significato.
9. Il nostro televisore è un po’ vecchio: le non sono più nitide e le non sempre si sentono.
10. Il mio cappotto, che non uso dallo scorso inverno, ha dei buchi: questo è un che nell’armadio vi sono le tarme.
4. GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE
Mittente e destinatario
1. Ognuna delle immagini proposte rappresenta un atto comunicativo. Riconosci il mittente e il destinatario di ciascun messaggio.
Mario ha un'ottima pagella, Complimenti!
Rose rosse per te…
Attenti!
Mittente
Destinatario
Mittente Destinatario
Mittente Destinatario
Mittente
Destinatario
Ti nomino cavaliere.
Il mio prossimo concerto si terrà a Milano.
Mittente Destinatario
Apri bene la bocca…
Mittente Destinatario
2. Individua i possibili mittente e destinatario dei messaggi.
Messaggio Mittente Destinatario
Portami subito il diario! professore alunno
Fanno trenta euro.
Quando avrò 14 anni mi comprerai il motorino?
Un cappuccio e due cornetti, per favore.
Adesso provate a marcare a zona!
Scriva una e-mail al preside per confermare l’appuntamento.
Mettiti il maglione che prendi freddo!
Hai visto come è bello il mio nipotino?
… mentre a destra potete ammirare la Gioconda…
3. Osserva le vignette ed esplicita il mittente, il destinatario e il messaggio.
Sarà anche un ragazzo nella fase dello sviluppo, ma non deve mica crescere nella nostra cucina!
a. Mittente
b. Destinatario Messaggio
a. Mittente
b. Destinatario Messaggio
a. Mittente
b. Destinatario Messaggio
a. Mittente
b. Destinatario Messaggio
4. I messaggi pubblicitari sono spesso indirizzati a un destinatario abbastanza specifico: lo sportivo, la casalinga, lo studente, la donna-manager, ecc. Cerca di individuare a quale tipo di destinatario sono rivolte queste pubblicità del passato. Indicalo e motiva la tua scelta.
5. Riconosci il codice utilizzato per produrre i messaggi proposti.
THE HIPPOPOTAMUS, by T.S. Eliot (1888-1965)
THE broad-backed hippopotamus Rests on his belly in the mud; Although he seems so firm to us He is merely flesh and blood.
Flesh-and-blood is weak and frail, Susceptible to nervous shock; While the True Church can never fail For it is based upon a rock.
6. Osserva le due immagini legate al mondo del calcio. In entrambe un gesto esprime un preciso messaggio, ma solo una delle due utilizza un codice definito. Traduci i due gesti in messaggi verbali. In quale delle due immagini si fa riferimento a un codice? Cosa ti permette di interpretare il segno anche in assenza di un codice preciso?
Codice
Messaggio
Codice
Messaggio
7. Conosci il sistema numerico romano? Gli antichi abitanti di Roma avevano sette simboli (I= 1, V=5, X=10, L=50, C=100, D=500, M=1000) e una regola fondamentale: ciascun segno non poteva essere ripetuto per più di tre volte di fila. Così il numero 4 non poteva essere scritto con IIII, ma doveva risultare dalla sottrazione di 5 meno 1: IV. Lo stesso vale per il 400= CD e non CCCC. Trascrivi i numeri utilizzando il codice numerico romano.
9 · 14 · 47 · 732 · 1571 · 1921
8. Alcuni codici sono semplicemente la traduzione del nostro alfabeto in segni diversi dalle lettere, come esempio l’alfabeto muto. Altri fanno corrispondere delle immagini ad alcune parole o frasi: pensa alla segnaletica stradale. Altri ancora non possono essere messi in rapporto al sistema linguistico, come ad esempio il sistema delle note musicali.
Del primo tipo fanno parte l’alfabeto Braille e il codice Morse: il primo permette di leggere con il tato, infatti è un sistema di scrittura a puntini in rilievo; il secondo con l’udito, poiché viene trasmesso attraverso impulsi elettrici. Prova a formulare dei messaggi utilizzando tali sistemi, che di seguito ti presentiamo.
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
A Alfa
B Bravo
C Charlie
D Delta
E Echo
F Foxtrot
G Golf
H Hotel I India
J Juliett
K Kilo
L Lima M Mike
uno due tre quattro cinque sei sette otto nove zero
9. Inventa un linguaggio segreto e con esso componi un messaggio. Prova poi a scambiare il tuo messaggio con quello di un compagno. Riuscite a decifrarli?
10. Il canale è il mezzo fisico attraverso cui il messaggio passa dal mittente al destinatario. Indica il canale della comunicazione verbale nelle seguenti situazioni comunicative e poi completa la tabella disegnandone altre tre che utilizzino canali diversi.
11. Rifletti: quali sono i canali che permettono la comunicazione in uno spettacolo teatrale?
12. Il canale è sempre qualcosa di percepibile con i sensi (la voce, un disegno, un’immagine televisiva…), che per funzionare necessita di un atteggiamento di disponibilità dei partecipanti alla comunicazione: ti è mai capitato di partecipare a una lezione avendo la “testa altrove”? Ecco, in questo caso pur sentendo la voce dell’insegnante, non avevi attivato il canale e dunque la comunicazione non ha avuto luogo.
Scrivi tre brevi dialoghi in ciascuno dei quali sia presente una delle frasi proposte, finalizzate a riattivare il canale.
Ma scusa, stai seguendo il mio discorso?
Francesco: Oggi è arrivata nella nostra scuola una nuova insegnante, chissà se è brava…
Stefano: Chi può dirlo… è meglio non fare pronostici.
Francesco: Bè, basta chiedere ai suoi alunni dopo qualche giorno di scuola.
Stefano: Non lo si può sapere con certezza sino all’ultima partita!
Francesco: Ma scusa, stai seguendo il mio discorso? Cosa c’entra la partita con la nuova insegnante?
Stefano: Nuova insegnante? Io veramente stavo pensando al campionato di calcio!
a. Credo di non essermi spiegato bene.
b. Mi senti adesso?
c. Scusi, ma mi ero distratto…
13. Scegli il canale e formula il testo più adeguato per trasmettere i messaggi proposti.
Invito alla propria festa di compleanno.
Sciopero della metropolitana.
Incredibile scoperta archeologica.
Radiocronaca della finale dei 100 metri maschili (record del mondo!).
Recensione di un concerto.
Richiesta di risarcimento danni.
Testo e contesto
14. Scrivi in quale contesto potrebbero essere stati formulati i messaggi elencati.
Testo Contesto
Posso provare la taglia 40? Un negozio di abbigliamento
Signore e signori della corte…
Avanti il prossimo!
Accosti, per favore.
Ma no! Non ci posso credere… e lui le ha davvero detto…
Va anche lei al quarto piano?
Faccia… due etti!
Mi passeresti il sale?
I passeggeri del volo DF1977 sono pregati di imbarcarsi subito.
15. Segni uguali in contesti diversi assumono significati diversi. Indica il significato di ciascun significante a seconda del contesto in cui è inserito.
Significante Contesto
Significato fischio del capostazione dell’arbitro della pentola a pressione
croce sull’altare di una chiesa in un questionario in un’espressione matematica suono di una tromba in un’orchestra in una parata militare allo stadio un teschio con le ossa incrociate su un barattolo su una bandiera su un palo della luce
Treno in partenza
16. Testi uguali in contesti diversi assumono significati diversi. Indica il significato di ciascun testo a seconda del contesto in cui è inserito.
Testo Contesto
Questo è l’ultimo giorno della fiera. in un paese in festa in uno zoo
Lo vedo spesso. parlando di un amico guardando uno strato di grasso sulla bistecca
La vecchia porta la sbarra. a proposito di un’anziana signora a proposito di una strada
Mi presenterò senza tema. a proposito di un compito non svolto a proposito di una prova da affrontare
Quel ragazzo con il maglione viola la regola.
parlando di un ragazzo durante una partita
parlando di un ragazzo che sta regolando la temperatura della piscina
Dovremmo mettere un segno di riconoscimento al collo. canile ufficio postale
Significato
17. La vignetta umoristica proposta si basa su un fraintendimento: sapresti spiegare quale facendo riferimento ai fattori della comunicazione che hai studiato?
a. Mittente l'infermiera
b. Destinatario il padre
c. Messaggio
d. Codice
e. Contesto
f. Canale
Fraintendimento
18. I seguenti tentativi di comunicazione non sono riusciti perché ci sono stati dei disturbi: individua e spiega le ragioni dell’insuccesso comunicativo delle situazioni elencate.
Situazione Cause del fallimento
Se non ci fosse stato quel capellone davanti a me al cinema, forse avrei visto anche io qualcosa del film.
Marco mi ha mandato l’invito per la sua festa senza specificare il luogo e la data.
Pensavo che piangesse perché era triste, invece era commozione!
Le ho parlato per un’ora in treno, poi mi sono accorto che si era addormentata.
La professoressa ha spiegato un quadro di Picasso, ma Luca era distratto da altri interessi.
Se avessi messo gli occhiali, non avresti sbagliato a trascrivere dalla lavagna i compiti di matematica!
Disturbo del canale (vista impossibilitata)
5. L’INTERPRETAZIONE DEL TESTO
1. Inventa un titolo per ciascuno degli articoli che riesca a comunicarne in sintesi il messaggio.
CAPRI (NAPOLI) - È Lo Hobbit e la battaglia delle 5 armate il film più visto in Italia nel 2014 con oltre 10 milioni di incassi e a festeggiare al festival internazionale del cinema a Capri è uno dei protagonisti, l’inglese Ryan Gage, il servo Alfrid, premiato come attore emergente. «Sono orgoglioso di essere nel cast di Lo Hobbit: un film amato da tantissima gente e dai bambini specialmente. Il loro entusiasmo mi ispira» ha detto Gage che è anche Re Luigi nella serie The Musketeers (in onda su Italia 1).
Titolo:
LONDRA - Ben Grocock aveva tre anni quando promise alla madre: «Obbligatemi a fare l’operazione alle tonsille, e giuro che non parlerò mai più». E così è stato. Per dieci anni il piccolo Ben si è rinchiuso nel mutismo più totale, comunicando con famigliari ed insegnanti attraverso i gesti e la scrittura. «Era così traumatizzato dall’esperienza dell’operazione - racconta al ‘Daily Express’ la madre Linda - che per anni non è stato in grado di parlare normalmente alle persone». La diagnosi dei dottori fu ‘mutismo selettivo’, un raro disordine del linguaggio che impedisce a chi ne è affetto di parlare con persone nelle quali non riponga la più completa fiducia. Nel 2001, lo shock seguito ad un incidente in bicicletta spinse Ben - che vive a Liskard, in Cornovaglia - a riprendere a parlare alla madre. La riabilitazione vera e propria avvenne dopo un corso di una settimana con i vigili del fuoco, quando Ben fu in grado di parlare davanti a più di 30 persone. Fra queste, i nonni di Ben: «Ci è venuto un groppo alla gola a sentirlo parlare - raccontano -. Era la prima volta che ascoltavamo la sua voce».
Titolo:
Con le pecore il Wifi potrebbe arrivare anche nelle campagne: gli animali muniti di speciali collari digitali potrebbero fungere da hot spot (= punto di accesso alla rete). L’idea arriva da un ricercatore della Lancaster University, nel Regno Unito.
Secondo Gordon Blair, i collari digitali potrebbero essere utilizzati per tracciare i movimenti degli animali e anche per allargare la copertura di rete in zone povere e rurali, fungendo da hot spot wireless. Lo stesso progetto prevede inoltre di posizionare sensori che monitorino la pioggia e la portata d’acqua dei fiumi avvertendo preventivamente in caso di probabilità di alluvioni. «Le città sono state al centro di gran parte del boom di questo tipo di tecnologia: viene utilizzata per mantenere fluido il traffico sulle nostre strade, per monitorare l’inquinamento atmosferico e persino aiutarci a trovare un parcheggio il sabato pomeriggio; la campagna invece affronta le sfide con il proprio ritmo - ha commentato Blair al Daily Mail - Le possibilità collegate all’allargamento dell’‘Internet delle cose’ in campagna sono illimitate».
Il quotidiano britannico ricorda che non è la prima volta che vengono ‘utilizzati’ animali come sensori di osservazione viventi: all’inizio dell’anno alcune pecore nello Yorkshire sono state dotate di telecamere per filmare il modo in cui il Tour De France ha viaggiato attraverso la contea inglese.
Titolo:
LA CONOSCENZA DEL CODICE E DEI SOTTOCODICI
2. Nei testi scritti prevalentemente in italiano sono state introdotte parole appartenenti ad altri codici linguistici. Sottolineali e sostituiscili con elementi della lingua italiana.
a. I primi ominidi giunsero in Italia probabilmente seguendo le rotte migratorie dei grandi mammiferi, come l’elefante africano, che dalle savane africane si spostarono verso l’Europa meridionale alla ricerca di un buen retiro.
b. Lungo la costa occidentale di Città del Capo c’è un’isola piatta e bassa dove chi fa snorkeling può ammirare le otarie mentre nuotano tra le scogliere.
c. La guida turistica in edicola a giugno offre foto, mappe e informazioni utili per visitare e vivere Londra nel modo migliore, dagli amatissimi parchi ai celebri musei, dai pub ai ristoranti multietnici, dai mercatini alle boutique della moda più cool.
d. La conquista di El Capitan è stata un’impresa storica. Ecco le altre tappe fondamentali nell’evoluzione del free climbing.
e. Per i mammiferi marini scendere a grandi profondità mette il cuore sotto stress. Forse per questo finiscono per arenarsi anche sulle nostre spiagge?
f. Nel regno animale, chi è il più veloce, il più astuto, il più velenoso, o semplicemente il più letale? Analizziamo le caratteristiche di creature minuscole. Nonostante siano piccole, sono in grado di diventare killer letali che colpiscono le vittime con morsi e punture. Frasi tratte dal sito www.nationalgeographic.it
3. Immagina di dover riferire i messaggi proposti a un destinatario che non conosce il sottocodice con cui sono stati scritti. Riformulali oralmente dopo aver individuato il sottocodice.
a. Il centravanti fa una finta sulla destra e si porta al limite dell’area, evita il terzino, e fa partire un missile col destro che si stampa all’incrocio! Il difensore mette in corner.
b. Sono stato in ambulatorio e mi hanno detto che si tratta di una semplice cefalea. Mi hanno prescritto di assumere sempre i farmaci nella posologia indicata.
c. L’accusa e la difesa non hanno potuto procedere poiché l’imputato era latitante. Il penalista ha dovuto chiedere una proroga alla corte.
d. Abbiamo acquistato una chiavetta e attivato un’offerta o una promozione che ci permette di navigare sul web? Oppure non abbiamo una internet key, ma abbiamo attivato un’opzione per internet da cellulare? Qualunque sia la nostra offerta attiva, è necessario saper controllare il bonus residuo di traffico dati, perché si sa, oltre una certa soglia, anche se non ci sono costi aggiuntivi, la velocità viene ridotta drasticamente.
IL RIFERIMENTO
AL CONTESTO E L’INFERENZA
4. Il contesto non è solo la situazione o il luogo in cui avviene un atto di comunicazione, ma è anche quell’insieme di conoscenze ed esperienze condivise da mittente e destinatario, che il messaggio non nomina ma presuppone. Se per esempio dici a un tuo compagno di classe la frase: “Strano, sono le otto e trenta e l’insegnante non è ancora arrivata…”, il contesto non è solo il luogo in cui stai parlando - ad esempio la tua classe -, ma anche il fatto che tu e il tuo compagno sapete che la scuola inizia alle otto e dieci e che l’insegnante solitamente è puntuale. Non avrebbe altrimenti alcun senso dire: “Strano”. Prova a individuare quali conoscenze presuppongono i dialoghi.
Cameriere: Desidera?
Signor Rossi: Il solito, grazie! Si presuppone che il cameriere sappia cosa prende di solito il signor Rossi.
a. Giovanni: So che abiti a Milano, ma in quale zona?
Marco: Abito poco distante dal Duomo.
b. Monica: Ieri, nella mia parrocchia si è sposata una ragazza… ma non era vestita di bianco. Silvia: Che strano!
c. Paolo: Ho visto in TV I Promessi Sposi, ma non avevano nulla a che vedere con il romanzo. Carlo: Il povero Manzoni si rivolterà nella tomba!
d. Insegnante: Nella Divina Commedia, Dante mette in bocca a Lucifero, il personaggio più terribile dell’Inferno, Giuda, Bruto e Cassio.
Alunno: Una giusta punizione per la gravità dei loro tradimenti!
e. Raffaela: Quest’anno ci verrà a trovare una mia cugina brasiliana.
Daniele: Te lo dicevo che mi sarebbe servito studiare il portoghese!
5. A volte si dà per scontato che il destinatario condivida e approvi tutti i presupposti dei nostri discorsi. Non sempre però ciò rende rispettosa e corretta la comunicazione. Se ad esempio dici a un tuo amico con tono stupito e minaccioso: “Non sarai uno di quelli a cui non piace guardare le partite!”, presupponi un giudizio negativo su chi non ama il calcio, costringendo il destinatario ad accettarlo. Prova a indicare sul tuo quaderno quali giudizi presuppongono le frasi proposte. Secondo te, sono tutti condivisibili?
1. Non mi dire che anche a te piace studiare! 2. Pur essendo povero è un uomo dignitoso. 3. Non è colpa sua se è così basso. 4. È possibile che tu ci metta sempre più degli altri a finire i compiti? 5. Quando diventerai un po’ più ubbidiente? 6. Non crederai a tutto quello che ti dicono i tuoi genitori?
6. Quali ragionamenti deve fare il destinatario che riceve i messaggi proposti per comprenderli? Leggi con attenzione e rispondi alle domande.
“Mio fratello non mi può accompagnare in macchina a casa tua… ha diciassette anni!”
Domanda: Che cosa c’entra la prima frase con la seconda?
Risposta: Il destinatario sa che la patente per guidare la macchina si può ottenere dai diciott’anni in su. Dunque, se il fratello del mittente ne ha diciassette non può ancora avere la patente e di conseguenza non può guidare la macchina.
a. “Per forza è morta quella pianta… l’hai lasciata per giorni e giorni al buio!”
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario sulla vita delle piante e quale ragionamento deve fare per capire il nesso tra le due frasi?
b. “Per andare dall’Università Cà Foscari di Venezia al museo Peggy Guggenheim è meglio prendere il battello”.
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario su Venezia e quale ragionamento deve fare per non ritenere insensato il messaggio?
c. “Non posso venire con voi sul Monte Rosa. Il medico mi ha detto che non posso superare i 3000 metri d’altitudine”.
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario sul Monte Rosa, e quale ragionamento deve fare per capire che la scusa del mittente è valida?
d. “Carlo Magno nel 774, dopo aver sconfitto Desiderio, assunse il titolo di re dei Franchi e dei Longobardi”.
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario e quale ragionamento deve fare per capire il nesso tra la prima e la seconda frase?
e. Se in quel mosaico dell’antica Roma compare un pomodoro, allora vuol dire che non è autentico!
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario sul pomodoro e quale ragionamento deve fare per capire il nesso tra le due frasi?
f. Non regalarmi tute di poliestere, posso indossare solo indumenti di fibre naturali.
Domanda: Cosa deve sapere il destinatario sul poliestere e quale ragionamento deve fare per capire il nesso tra le due frasi?
7. Leggi attentamente i brani sulle invasioni barbariche che precedono il crollo dell’impero romano. Spiega quali conoscenze deve avere e quali ragionamenti deve fare il destinatario per comprendere le frasi sottolineate.
Le invasioni barbariche
Chi erano i “barbari” e da dove provenivano
Con la parola barbari si suole indicare un insieme di popolazioni, in prevalenza germaniche, che i Romani avevano già incontrato ed affrontato fin dai tempi di Giulio Cesare e che fino al IV secolo erano state tenute sotto controllo, oltre i confini dell’impero. Inizialmente nomadi e dedite alla caccia e all’allevamento, oltre che alla guerra, queste popolazioni si erano progressivamente stanziate lungo i confini.
Un primo segnale: la terribile sconfitta di Adrianopoli
Nella seconda metà del IV secolo, spinti dagli Unni, un popolo di origine mongolica proveniente dall’Asia centrale, i Visigoti irruppero all’interno del territorio imperiale varcando il Danubio e innescando una catena di reazioni che ebbero conseguenze devastanti. Un primo campanello d’allarme di quello che sarebbe successo in seguito si ebbe già nel 378 nella terribile battaglia di Adrianopoli (città della Tracia, nella parte occidentale della attuale Turchia). In questo scontro anche l’imperatore Valente, che tentava di fermarne l’avanzata, venne clamorosamente sconfitto e ucciso insieme con diecimila dei suoi uomini.
Dalle incursioni alle invasioni
Ben presto l’onda delle invasioni divenne inarrestabile. Nell’inverno tra il 406 e il 407 Vandali, Alani e Svevi attraversarono il Reno ghiacciato e si insediarono prima in Gallia e poi in Spagna. I Burgundi a loro volta occuparono la valle del Reno, i Franchi Salii si insediarono nel territorio dell’attuale Belgio, mentre gli Angli e i Sassoni si insediarono in Britannia. Queste invasioni, per la verità, non incontrarono molti ostacoli. L’esercito romano, che, come vedremo più avanti, era sempre più indebolito, non fu in grado di opporre resistenza.
Il sacco di Roma del 410: “se cade Roma, tutto il mondo cade”
Con i Visigoti, fallito il tentativo di sconfiggerli militarmente, i Romani erano nel frattempo arrivati ad un accordo. Si accettò il loro stanziamento nelle province orientali della Mesia e della Tracia come socii, cioè alleati, per cui potevano conservare le proprie leggi e usanze ma dovevano impegnarsi a difendere il confine loro assegnato da altre invasioni. Non rimasero però a lungo in questa posizione: l’imperatore d’Oriente infatti, che voleva sbarazzarsi della loro ingombrante presenza, li spinse ad attaccare direttamente l’Italia. Qui per ben due volte, guidati dal loro re Alarico, vennero sconfitti dall’esercito romano guidato a sua volta da un valoroso generale di origine vandala, Stilicone, che nel frattempo aveva anche provveduto a spostare la capitale dell’impero da Milano a Ravenna, ritenuta più protetta. Stilicone fu tuttavia accusato dai cortigiani invidiosi e timorosi del suo potere, di aver stipulato accordi segreti con i barbari e fu fatto uccidere. La morte di Stilicone lasciò campo aperto ad Alarico che tornò alla carica giungendo fino ad assediare Roma ed a saccheggiarla nel 410. Il sacco di Roma fu un evento che destò enorme impressione in tutto il modo civile di allora. Per la prima volta dopo 800 anni l’Urbe che aveva dominato il mondo veniva sconfitta e saccheggiata da un popolo straniero. Molti ebbero l’impressione che qualcosa era definitivamente finito, quasi fosse il preannuncio di una tragica fine del mondo. Come scrisse San Girolamo, grande scrittore cristiano del tempo: “Se cade Roma, tutto il mondo cade”.
Brani tratti da A. Grittini, L. Franceschini, Narrare la storia, vol. 1: Il Medioevo
6. COMUNICARE PER CONOSCERE
1. Un testo viene pronunciato o scritto con uno scopo preciso (ad esempio, l’arringa dell’avvocato vuole persuadere la giuria dell’innocenza del suo cliente), ma le parti da cui è composto possono avere ognuna un proprio scopo. Leggi attentamente il brano tratto da Il Piccolo Principe di SaintExupéry. Poi completa la tabella indicando lo scopo di ognuna delle battute in corsivo utilizzando un solo verbo tra quelli presenti nell’elenco.
SALUTA · SPIEGA · INFORMA · COMMENTA · DOMANDA · INVITA · RIFIUTA
In quel momento apparve la volpe.
- Buon giorno - disse la volpe.
- Buon giorno - rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
- Sono qui - disse la voce - sotto il melo… - INFORMA
- Chi sei? - domandò il piccolo principe - sei molto carino… -
- Sono una volpe - disse la volpe.
- Vieni a giocare con me — le propose il piccolo principe - sono così triste… -
- Non posso giocare con te - disse la volpe - non sono addomesticata -.
- Ah, scusa — fece il piccolo principe Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: - Cosa vuol dire “addomesticare”? -
- Non sei di queste parti, tu - disse la volpe - che cosa cerchi? -
- Cerco gli uomini - disse il piccolo principe.
- Che cosa vuoi dire “addomesticare”? -
- Gli uomini - disse la volpe - hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro interesse. Tu cerchi delle galline? -
- No - disse il piccolo principe. - Cerco degli amici. Cosa vuol dire “addomesticare”? -
- È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”… -
- “Creare dei legami”? -
- Certo - disse la volpe - Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure te hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo -.
- Comincio a capire - disse il piccolo principe.
2. I messaggi pubblicitari esprimono un significato che introduce indirettamente alla scoperta dell’intenzione comunicativa di chi li ha prodotti. Osserva i messaggi pubblicitari e rispondi sul tuo quaderno alle domande.
Brrr… Brancamenta (associato all’immagine di un bicchiere scavato nel ghiaccio).
Cosa comunica questo messaggio a una prima lettura? Una sensazione di freschezza. E dunque la sua prima funzione è quella di… comunicare la reazione di chi prova il prodotto. Qual è la sua intenzione comunicativa? Persuadere il destinatario a comprare questo liquore. Attraverso quale espediente vuole imporsi all’attenzione dei consumatori?
Suggerendo loro la sensazione che proverebbero se gustassero il prodotto.
a. Perché stravingo? Perché son Twingo. Cosa noti di particolare in questo messaggio?
A quale tipo di testo potresti paragonarlo?
L’attenzione del destinatario viene convogliata sulle parole del messaggio, la sua prima funzione è dunque… Qual è la sua intenzione comunicativa?
Su cosa punta, secondo te, per convincere i consumatori?
b. “Girasole” si orienta secondo un’ampia serie di soluzioni, è generosa di spunti originali particolari tecnici e suggerimenti estetici. Le ante sono a telaio, all’inglese oppure a persianetta. Le finiture in ciliegio naturale o in gessato avorio, verde, azzurro.
Questo messaggio, che pubblicizza una cucina, si limita a descrivere il prodotto. La sua prima funzione dunque è…
Qual è la sua intenzione comunicativa?
In che modo vuole colpire il destinatario? (Per rispondere osserva bene i verbi e gli aggettivi).
c. ”Mixo” è il mixer.
“È il mixer” sembra essere la definizione della parola “Mixo”. Dunque la prima funzione del messaggio è… Qual è la sua intenzione comunicativa?
Come viene catturata l’attenzione del destinatario? (Per rispondere prova a spiegare il valore dell’articolo “il”).
d. Non compratela! (Frase pronunciata dalla famiglia Addams a proposito dell’automobile reclamizzata).
In questo caso la funzione è apparentemente quella di persuadere il destinatario a non comprare il prodotto. Eppure il messaggio ha lo scopo di persuadere a comprarlo. Come ottiene tale effetto?
3. Componi degli slogan finalizzati a persuadere indirettamente il destinatario ad agire nel modo indicato.
Intenzione comunicativa: Convincere i tuoi compagni a eleggerti capoclasse. Messaggio: Basta con il solito tran tran della vita scolastica. È ora di rinnovarsi… a partire dal capoclasse!
a. Convincere un tuo amico a prestarti la bicicletta.
b. Convincere i tuoi genitori a comprarti un nuovo cellulare.
c. Convincere il tuo insegnante che hai una valida scusa per il ritardo.
d. Convincere i tuoi amici che la tua marca di scarpe è la migliore.
4. Leggi con attenzione il brano e poi rispondi alle domande.
Un bibliotecario decide di fermarsi una sera a riordinare i libri sugli scaffali nuovi. Stanco, smette il lavoro, ma non se ne torna a casa. Nel cuore della notte, vede i libri muoversi, cambiare di posto, parlare fra di loro, proprio come vecchi amici…
“Io vorrei capire perché ‘noi’ libri ci stampano sempre in bianco e nero” — bofonchiò un libro molto grosso.
“Statemi a sentire, amici: c’era il cinema in bianco e nero e hanno inventato il cinema a colori; le fotografie le fanno in bianco e nero e a colori. Persino le fotocopiatrici hanno fatto a colori! Solo noi continuiamo ad essere stampati in bianco e nero. Sì, lo so, le illustrazioni sono a colori, d’accordo, ma le parole no. Nero su bianco. Quasi sempre. Non sarebbe bello un libro con le parole stampate a colori, tutti i colori?”
“Ma” — intervenne un altro libro — “è più rosso il colore rosso o la parola ‘rosso’? Non vi sembra che il rosso della parola ‘rosso’ sia il rosso più rosso, il rosso sul quale tutti siamo d’accordo? Non c’è rosso di tempera, di pastello o di pennarello che sia di un rosso perfetto come è perfetto il rosso della parola ‘rosso’. Anche se è scritta in nero. E lo stesso vale per il giallo, il verde, il blu, per tutti i colori. Provate a pensarci”.
“Già, non è un’idea stupida! Prendiamo per esempio anche delle altre parole. Chi dice, chi scrive, chi legge la parola ‘casa’ pensa sicuramente una casa che più casa non si può, con i muri dritti, il letto perfetto, la porta, le finestre, i rubinetti che non perdono, riscaldato d’inverno e fresca d’estate. Nelle case costruite per davvero, invece, c’è quasi sempre qualcosa che non va: le finestre hanno fessure fastidiose, i rubinetti non stanno ben chiusi dal tetto o volte piove, i lavandini si otturano, i gabinetti si intasano… Nulla di tutto questo succede nella casa della parola ‘casa’”. “Ma, allora, le parole sono cose?”
“Ma no, le parole si dicono, si scrivono, si leggono, ma non esistono come esistono le cose. Nel caso della parola ‘casa’ anche se perfetta, uno non può abitare davvero come in una casa reale, anche se con qualche difetto”. “Però le parole aiutano le cose o essere vive, a vivere più a lungo, a vivere anche nella testa degli uomini…”
Tratto da G. Guarenghi, Le memorie di un bibliotecario
a. In che senso la parola ‘rosso’ esprime meglio il rosso del colore rosso?
b. In che senso le parole aiutano le cose a essere vive, a vivere a lungo, a vivere nella testa degli uomini?
5. Leggi con attenzione il testo di Sant’Agostino sul valore della parola e poi rispondi alle domande.
Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Dove non c’è senso intelligibile, ciò che rimane è semplicemente un vago suono. La voce senza parola colpisce sì l’udito, ma non edifica il cuore. Vediamo in proposito qual è il procedimento che si verifica nella sfera della comunicazione del pensiero. Quando penso ciò che devo dire, nel cuore fiorisce subito la parola. Volendo parlare a te, cerco in qual modo posso fare entrare in te quella parola, che si trova dentro di me. Le do suono e così, mediante la voce, parlo a te. Il suono della voce ti reca il contenuto della parola e dopo averti rivelato il suo significato svanisce. Ma la parola recata a te dal suono è ormai nel tuo cuore, senza peraltro essersi allontanata dal mio.
Tratto dai Discorsi di sant’Agostino, Serm. 293, 3
a. Che cosa significa che la voce, senza la parola, “colpisce l’udito ma non edifica il cuore”? Spiega anche facendo degli esempi.
b. È vero che quando pensi, “nel cuore fiorisce la parola”? Ti è mai capitato di pensare cercando in te le parole per formulare un discorso a qualcuno?
c. La parola detta non rimane per sempre nel suono, però il suo significato può rimanere nella mente e nel cuore del tuo interlocutore. Racconta di quando le parole che ti sono state dette non si sono più cancellate dalla mente e dal cuore.
7. COMUNICAZIONE E DIALOGO
1. Immagina e scrivi dei dialoghi tra le persone che si incontrano nelle situazioni illustrate dalle vignette. Pensa bene alle informazioni che dovranno scambiarsi per poter comunicare.
Un nuovo studente cerca di convincere il capitano della squadra di calcio della scuola di entrare a farne parte…
Arriva una nuova professoressa nella tua scuola e si presenta a un professore che insegna lì da molti anni…
Due amiche di infanzia si incontrano nella stessa scuola dopo anni che non si vedevano…
QUESTIONI DI LESSICO
I REGISTRI DEL DISCORSO
1. Il registro dei messaggi elencati risulta inadeguato perché non si è tenuto conto nella loro formulazione di alcuni aspetti della comunicazione. Individua quale e spiega il motivo dell’errore.
Destinatario Contesto Scopo Argomento
Al ristorante un cliente dice al cameriere: “Ehi tu, dammi da mangiare!”
Un componente della squadra di calcio al suo allenatore:
“Tesoruccio, potresti farmi giocare in difesa alla prossima partita?”
Non è adeguato chiedere un favore in tono scontroso.
Un ragazzo racconta una barzelletta ai suoi amici:
“Nell’anno di grazia 2016 un giovin signore si apprestava a intraprendere un viaggio in terre straniere…”
Parlando della cellula, l’insegnante di scienze dice:
“La cellula è il pezzettino più piccolo di ogni cosa che vive; le sue principali caratteristiche sono che se la cava a vivere da sola e che da lei nascono altre cellule”.
2. Riscrivi il messaggio: “Piove. Prendi l’ombrello” cambiando registro del discorso come indicato.
Familiare, affettuoso
Formale, rispettoso
Militare, impositivo
Lirico
Drammatico
Tragico
IL LINGUAGGIO POETICO
1. Le parole proposte sono onomatopee. Quale suono della realtà riproducono?
Ticchettio Il tic tac prodotto da una sveglia.
Borbottare
Gorgoglìo
Fruscio
Sfrigolare
Fragore
Tuffo
Sciabordio
2. Analizza i paragoni proposti individuando il primo termine, il secondo termine e il motivo della somiglianza.
Bolt corre come il vento.
I termine di paragone: Bolt II termine di paragone: il vento Motivo della somiglianza: velocità
1. Achille combatte come un leone. 2. Questa sconfitta mi pesa come un macigno. 3. Zorro è scaltro come una volpe. 4. Lucia piangeva come una fontana. 5. Quel ragazzo ha il cuore come una pietra. 6. “Il monte pare un tappeto di smeraldo sotto al cielo” (G. Carducci).
3. Scrivi le proprietà che le metafore presenti nelle frasi evidenziano.
Questa notizia è una bomba. La notizia è inattesa, sensazionale, ha vasta risonanza.
Mio fratello è un carro armato.
Angelo è una buona forchetta.
Luca sembra un’acqua cheta.
Quell’insegnante è di manica larga.
Sono in alto mare con i compiti.
Un urlo trafisse il silenzio.
Siamo in una botte di ferro.
Oggi non sono in vena.
Sono sulle spine.
4. Riconosci, consultando l’elenco, le figure di senso sottolineate nei versi proposti. Prova poi a spiegare oralmente in quale modo arricchiscono il significato da essi espresso. SINEDDOCHE · CHIASMO
a. e il naufragar m’è dolce in questo mare (G. Leopardi)
b. e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto (V. Cardarelli)
c. Il vento soffia e nevica la frasca (G. Pascoli)
d. E chi ti apprese la parola nulla, e chi ti apprese la parola tutto? (G. Gozzano)
e. io venni al luogo d’ogni luce muto (Dante Alighieri)
f. le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue (E. Montale)
g. Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia. (G. Pascoli)
L'APPORTO DEI DIALETTI ALLA LINGUA ITALIANA
5. Molte parole in uso nella lingua italiana derivano dai dialetti parlati nelle diverse regioni. Ne elenchiamo alcune: per ognuna scrivi il significato e la regione di provenienza, aiutandoti con il dizionario.
Significato Regione di provenienza
Abbuffarsi
Bocce
Branzino
Caldarroste
Cocciuto
Giocattolo
Malmostoso
Pupazzo
Regata
Sgamare
Zattera
6. Intervista alcune persone che parlano il dialetto e compila la tabella comparativa facendoti dire la traduzione delle parole elencate nel loro dialetto.
Parola italiana
Mamma
Papà
Fratello
Sorella
Nonna
Nonno
Zia
Zio
Cugino
Cognata
Genero
Nuora
Dialetto 1
Dialetto 2
Dialetto 3
2. LA FRASE
Introduzione all’analisi morfosintattica della frase semplice
1. LA FRASE
1. Scrivi una frase per ogni verbo indicato.
Corre Il cavallo corre nella prateria.
SALTAVI · SUPERANO · INCIAMPÒ · AVEVO NASCOSTO · TROVERETE · APPESE · PERDIAMO · SCONFIGGERÒ · COMBATTEVANO · VINSI
2. Scrivi una frase per ogni nome indicato (ove necessario, al nome aggiungi l’articolo).
Nonno Il nonno dorme tranquillamente
LUCA · COCCODRILLI · COMPAGNI · ANNA · TELEFONO · PERSONE · TEMPORALE · PENNA · MARE · GUFO
3. Scrivi delle frasi che nascano dall’intreccio tra i nomi della prima colonna e i verbi della seconda.
vaso cadere Il vaso è caduto dalla mensola.
contadino prendere
vaso capire
turista abbracciare
insegnante osservare
nonno osservare
ragazza spiegare
bambino seminare
studente ritagliare
scienziato giocare
4. Scrivi per ciascuno dei verbi una frase e sottolinea il suo nucleo (l’intreccio tra nome e verbo).
Andare Luca è andato al mercato con la mamma.
ANDARE · DORMIRE · PIOVERE · DARE · ASCOLTARE · GUARDARE · ESISTERE · RICEVERE · SCOPRIRE
5. Nella prima colonna elimina le informazioni che sono state aggiunte al nucleo della frase, poi riscrivi il nucleo nella seconda colonna.
Frase
All’arrivo della mamma Luca si nascose sotto il tavolo.
All’arrivo della mamma Luca si nascose sotto il tavolo.
Luca ha studiato in pochi minuti una poesia a memoria.
Dopo un lungo inseguimento il ladro fu arrestato dai poliziotti.
Il nonno all’improvviso apri la porta della cucina.
A causa di una scossa di terremoto la statua di marmo cadde per terra.
Lo zio Amilcare fischietta sempre un allegro motivo.
Per la gara di domani ho comprato una nuova bici da corsa.
Nucleo della frase
Luca si nascose.
6. Trasforma i nuclei di frase in frasi più circostanziate, aggiungendo le informazioni richieste.
Nucleo della frase Informazioni da aggiungere Frase completa
Il telefono squilla. Da quanto tempo? Il telefono squilla da un minuto.
Mio cugino corre. Dove?
Il gatto miagola. Per quale causa?
I fiori sbocciano. Quando?
Il nonno parla. Con chi? Da quanto tempo?
Gianni corre. Verso dove? Come?
L’uomo lavora. Per quale scopo?
Gli alunni studiano. Per quale scopo?
Luca suona. Quale strumento? Da quanto tempo?
7. Sottolinea i verbi nelle frasi e poi dividi in frasi semplici con una doppia barretta. Io credevo // che venisse anche Pierino.
1. Quando piove apro l’ombrello. 2. Se esci, chiudi la porta. 3. Nevica ma non fa freddo. 4. Poiché non siete stanchi, state più attenti alla spiegazione. 5. Lucia non ha svolto bene i suoi compiti, quindi non ha preso un bel voto. 6. Restituiscigli il maltolto e ti perdonerà. 7. Tino è arrabbiato perché non gioco con lui. 8. Ti ho fatto un bel regalo affinché tu fossi contento. 9. Mentre la mamma riordina, il papà guarda la televisione.
2. LESSICO E MORFOLOGIA
LESSEMI VARIABILI E INVARIABILI
1. Individua nei lessemi il morfo. Poesia POESI – A
TARTARUGA · AEREO · DOLCE · PANNO · NOTIZIE · SETTIMANA · PENNA · ANELLO · SCARPA · OCCHIALI · LIBRO, ESPRESSIONE · RAGAZZA · PAGINA · PICCOLO · ARENA · VESTITO · MOLTE · FOGLIO · DISCO · RAZZO · SERPENTE.
2. Sottolinea le parole che non presentano il morfo, perché sono lessemi invariabili. FABBRICA · POI · CONSERVA · LEGAME · ALLORA · COSA · GIOCO · FRATE · PERCHÉ · MATERIALE · PESCA · SE · MARE · DAVANZALE · INFINE · NON · AUTOMOBILE MARITO · TRA · CANE · VELOCE · PIGNA · IERI · SOLDATO · MENTRE · FIGLIO · MAGARI · ATTENTO · NEPPURE · PRATICA · VICENDA · SPESSO · NOZZE · OCCHIO · QUANDO · ALTRI · E.
3. Riconosci in ognuno dei lessemi variabili quali informazioni fornisce il morfo.
Libr – i i = genere maschile, numero plurale And – iamo iamo = tempo presente, modo indicativo, persona I plurale
OCA · SEDIE · SORRIDEVA · MANI · STUDIÒ · FRATELLO
4. Sottolinea nella poesia con colori diversi i lessemi variabili e quelli invariabili.
Autunno di M. Moretti
Il cielo ride un suo riso turchino benché senta l’inverno ormai vicino. Il bosco scherza con le foglie gialle benché l’inverno senta ormai alle spalle. Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo, benché senta nell’onda il primo gelo. È sorto a pié d’un pioppo ossuto e lungo un fiore strano, un fiore ad ombrello, un fungo.
5. Leggi la poesia e poi rispondi alle domande.
Risveglio del vento di R.M. Rilke
Nel colmo della notte, a volte accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. Solo, pian piano, vien per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia guardingo, sino alla fontana; poi si sofferma, tacito in ascolto. Pallide stan tutte le case, intorno; tutte le querce mute.
a. Chi è il protagonista della poesia?
b. Quali aggettivi sono a lui collegati? Come fai a capirlo? Quali verbi sono a lui collegati? Come fai a capirlo?
c. A quali nomi sono collegati gli aggettivi ‘pallide’ e ‘mute’? Come fai a capirlo?
LE PARTI DEL DISCORSO
6. Negli insiemi di parti del discorso vi è un intruso. Cercalo e evidenzialo, motivando la tua scelta.
Nomi bicicletta – ruota – freno – cerchione – corsa – veloce – sellino ‘Veloce’ non è un nome ma un aggettivo: non ha la funzione di indicare qualcosa, ma di attribuire una caratteristica.
Aggettivi festoso – povero – vecchio – basso –sportivo – abilità - francese
Articoli il – lo – del – al – uno – una - degli
Pronomi questo – molti – io – alcuni – costui –qualche – che – tantissimi - chiunque
Verbi andremo – facesti – ha preso –governarono – gioco – mostra – sede – fremettero – ebbero avuto
7. Nel brano sottolinea in modo diverso i nomi e i rispettivi articoli.
Ogni principessa aveva una piccola aiuola nel giardino, in cui poteva piantare i fiori che voleva; una di loro diede alla sua aiuola la forma di una balena; un’altra preferì che assomigliasse a una sirenetta; la più giovane la fece rotonda come il sole e vi mise solo fiori rossi come lui. Era una bambina strana, molto tranquilla e pensierosa; le altre sorelle decorarono le aiuole con le cose più bizzarre che avevano trovato tra le navi affondate, lei invece, oltre ai fiori rossi che assomigliavano al sole, volle avere solo una bella statua di marmo, raffigurante un giovane scolpito in una pietra bianca e trasparente, che era arrivata fin lì dopo qualche naufragio. Vicino alla statua piantò un salice piangente di color rossiccio, che crebbe splendidamente ripiegando i suoi freschi rami sul giovane fino a raggiungere il suolo di sabbia azzurra, dove l’ombra diventava viola e si muoveva come i rami stessi: sembrava così che i rami e le radici si baciassero con dolcezza.
Tratto da H.C. Andersen, La sirenetta
8. Ritorna al brano precedente e collega con una freccia ogni aggettivo al nome da cui dipende.
9. Riconosci gli aggettivi e i pronomi contenuti nel brano, sottolineandoli in modo diverso.
Un leone dormiva beatamente. Mentre cercava un pezzo di formaggio saporito, un piccolo topo grigio capitò vicino al leone e distrattamente lo svegliò. Il leone veloce acchiappò il topolino: questi scoppiò in lacrime, e domandò al grande leone la libertà; diceva: “Se tu adesso mi lasci, certamente un giorno ti sarò d’aiuto”. Il leone ridacchiò tra sé a quelle parole, ma lo liberò.
Un giorno alcuni cacciatori intrappolarono il leone con una rete, e lo legarono ad un albero con una stretta fune. Poi andarono via dicendo tra loro: “Domani lo venderemo per molti denari; adesso ci serve qualche ora di meritato riposo”. Dopo pochi minuti dalla foresta comparve il topolino; con i suoi piccoli denti rosicchiò la fune finché non cedette, e nel silenzio i due animali fuggirono dall’accampamento. Allora il topolino disse: - Ho udito i tuoi ruggiti da lontano e ti ho liberato dai cacciatori. Hai visto? Anche i più grandi hanno bisogno dei più piccoli”.
Tratto e adattato da Esopo, Favole
10. Ritorna ai brani degli esercizi 7 e 9 ed evidenzia tutti i verbi.
11. Per ciascuna delle preposizioni sottolineate nelle frasi indica quali parole introduce nel discorso e a quali parole le lega.
La preposizione quali parole introduce? a quali parole le lega?
Il gatto dorme sul divano. divano dorme
Tommaso ha una grande passione per le auto sportive.
Sono stati sottratti gioielli preziosi dalla mia cassaforte.
Il nonno è uscito con il suo cane.
Mi hanno regalato un libro rilegato in pelle.
Dopo cena guarderò un film.
Ho camminato lungo il fiume.
Durante la partita sono stato colto da un malore.
Non vedo nessun ostacolo davanti a te.
Sopra la panca la capra campa.
12. Per ciascun avverbio sottolineato nelle frasi indica quali parole modifica e quale significato aggiunge loro.
L’avverbio quali parole modifica? quale significato aggiunge?
A cena ho mangiato troppo. ho mangiato
Domani sarò interrogato in storia.
A calcio tu sei più bravo di me.
Pietro legge lentamente.
Pietro legge molto lentamente.
Forse Pietro sta leggendo.
Carlo non studia.
Carlo non studia scienze.
Carlo non studia scienze da solo.
Chi parla vuole comunicare di aver mangiato una quantità eccessiva di cibo.
13. Riconosci quali parole o frasi sono connesse dalle congiunzioni sottolineate.
La congiunzione quali parole connette? quali frasi connette?
Angelo legge con la stessa passione libri e giornalini.
Preferisci bere il chinotto o l’aranciata.
libri ↔ giornalini
Piero non si impegna molto, ma risulta essere sempre preparato.
Sei stato indelicato con il tuo amico, quindi dovrai scusarti.
Verrò a trovarti a Napoli quando mio padre potrà prendere le ferie.
Siccome miro alla vittoria, mi sto allenando con tenacia.
Nonostante la neve sia scarsa, sono state già aperte le piste da sci.
Domenica non andrò allo stadio perché lunedì ho la verifica di inglese.
Verrò da te se starò bene.
14. Sottolinea le preposizioni. In caso di dubbio consulta il prontuario dedicato alle parti del discorso nel libro di teoria.
1. Quando entrò nella sala piena di ospiti, Lucio fu colto da un senso di vertigine. 2. Nell’angolo più buio della stanza vi era uno strano personaggio con un abito fin troppo elegante rispetto agli altri invitati. 3. Lucio si fermò dietro di lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. 4. Lo strano personaggio sembrò non accorgersi del nuovo ospite e si mosse silenziosamente lungo la sala. 5. Improvvisamente tutti tacquero e l’uomo elegante con un calice in mano pronunciò un breve e commovente discorso in onore di Lucio. 6. Dopo il discorso tutti brindarono a Lucio, che scoprì così di essere il festeggiato. 7. Durante la festa Lucio ebbe modo di riconoscere i suoi amici di un tempo, convenuti alla festa da varie parti del mondo per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. 8. Con sommo stupore Lucio scoprì che l’uomo dal vestito elegante era stato il suo maestro alle elementari, ancora arzillo nonostante la veneranda età. 9. Dopo cena venne il momento dei regali. Tra tutti i pacchetti uno incuriosì in particolar modo il festeggiato: era minuscolo e non lasciava indovinare il suo contenuto. Lo scartò e scoprì che dentro il pacchetto c’era una chiave.
15. Inventa una storia dal titolo “Un dono inaspettato” scrivendo circa sei frasi che contengano ciascuna almeno due preposizioni (che sottolineerai).
16. Sottolinea gli avverbi. In caso di dubbio consulta il prontuario dedicato alle parti del discorso nel libro di teoria.
1. Siamo giunti rapidamente a destinazione 2. Non parlare troppo. 3. Verrete domani alla mia festa? 4. Dammi molta carne e poco contorno, per favore: non voglio riempire eccessivamente lo stomaco. 5. Sono abbastanza soddisfatto del mio lavoro. 6. Arrivò tardi e partì presto: la sua fu davvero una apparizione fugace. 7. Caro zio, ho gradito molto il tuo regalo e ti ringrazio tanto tanto. 8. La mia nipotina oggi si è comportata bene ed io la premierò con tante caramelle.
17. Sottolinea le congiunzioni.
In caso di dubbio consulta il prontuario dedicato alle parti del discorso nel libro di teoria.
1. Non mangio carne e non bevo vino. 2. Rimani in casa o esci con Carlo? 3. Di’ quel che vuoi, ma oggi non puoi andare al cinema! 4. Tu affermavi che quel che avevano detto Biagio e Nerina era falso. 5. Appena sarai giunto sul luogo, aspetta. 6. Se così vuole il babbo, così sia. 7. Luca non aveva fatto il compito perché aveva partecipato ad una festa. 8. All’uomo saggio bastano poche cose perché sia felice. 9. Andrei alla sua festa di compleanno se mi invitasse. 10. Ludovica è stata promossa, benché non avesse studiato tanto. 11. La mamma mi perdonò, purché promettessi di non ripetere più quello scherzo a mio fratello.
3. SINTASSI
ORDINE DELLE PAROLE
1. Nelle frasi le parole sono in disordine. Mettile al loro posto in modo da restituire senso alla frase.
La mela mangia Mario. Mario mangia la mela.
1. Alessandro di plastica gioca con un soldatino. 2. L’uomo solo non vive di pane. 3. Entra in pallone il calciatore con il campo. 4. Non vola l’asino che esiste. 5. Quel basso alto signore ha il tono della voce. 6. Molte turiste italiane giapponesi visitano le città.
2. A volte basta spostare una sola parola e la frase cambia senso. Prova a spiegare i differenti significati delle coppie di frasi.
Persino il mio compagno di banco ha il cellulare. / Il mio compagno di banco ha persino il cellulare. Chi pronuncia la prima frase vuole comunicare che ormai tutti hanno il cellulare; chi pronuncia la seconda frase vuole comunicare che il suo compagno di banco ha proprio tutto.
1. Gioco di più per divertirmi / Gioco per divertirmi di più. 2. È sempre meglio non parlare / È meglio non parlare sempre. 3. Non tutti gli imputati sono colpevoli. / Tutti gli imputati non sono colpevoli. 4. I ragazzi di oggi leggono solo fumetti. / Solo i ragazzi di oggi leggono fumetti. 5. Pensa, anche Tommaso è intelligente. / Pensa, Tommaso è anche intelligente.
3. Spesso è l’ordine delle parole a rivelare la vera intenzione comunicativa del parlante. Scrivi a fianco di ognuna delle coppie di frasi la domanda a cui risponde. Ti accorgerai che la risposta è la novità che il parlante vuole comunicare.
Questa sera Giacomo non ha mangiato niente. Questa sera non ha mangiato niente Giacomo.
Ho parlato con Paolo di calcio.
Ho parlato di calcio con Paolo.
Andrò a Roma in aereo.
In aereo andrò a Roma.
È lui il più bravo della classe.
Lui è il più bravo della classe.
A me piace giocare con gli amici.
Con gli amici a me piace giocare.
Quando sono stanco piango.
Piango quando sono stanco.
È il mio quello zaino.
È quello il mio zaino.
Cos’ha mangiato Giacomo questa sera? Chi non ha mangiato niente questa sera? Niente. Giacomo.
CONCORDANZA E REGGENZA
4. Nelle frasi ci sono degli errori di sintassi. Correggi le parole sottolineate e classifica l’errore riconoscendo se è stata violata una regola della concordanza o della reggenza.
Non è giusto che tu ti prendi un voto inferiore al mio, visto che abbiamo studiato insieme! La parola giusta è prenda. Non è giusto infatti regge il modo congiuntivo, non l’indicativo. È stato commesso un errore di reggenza.
1. Ho visto ai giardini una gatta e i suoi cuccioli che correva dietro a un cespuglio. 2. Piero non ama studiare, spesso infatti è impreparata 3. Se c’eri tu, la vacanza sarebbe stata ancora più bella. 4. L’insegnante sorprese l’alunno disattento e li chiese di ripetere la lezione. 5. Piero cammina sempre la strada tutto impettito per mettersi in mostra. 6. Ti ricordi l’amico che ti ho parlato? Domani si trasferirà in America. 7. Arrivai nel momento dove stava cominciando il film.
5. Quali combinazioni di parole sono ammesse nella lingua italiana? Scoprilo provando a esemplificarle.
Combinazione Esempio è ammessa?
articolo + nome la barca sì
nome + pronome
nome + aggettivo
preposizione + nome
preposizione + avverbio verbo + verbo
congiunzione + preposizione avverbio + aggettivo
articolo + verbo all’infinito
articolo + verbo di modo finito
6. Completa le parole per concordarle convenientemente con le altre.
Mio fratello e mia sorella sono nat a Bologna. Carla e Sofia sono cresciut insieme.
Maria e io siamo andat al mare. Lei non ha mai credut alle tue storie.
Marco e Andrea sono andat al cinema. Oggi le scolaresche non si comport bene.
Tutti noi sap dell’accaduto. La penna e il tagliacarte furono posat sulla scrivania.
Un paio di forbici si trov sul tavolo. La tua amica è stata subito riconosciu .
Non sempre il gruppo degli attori facev parte della stessa compagnia teatrale.
7. Quale combinazione di parole può reggere ciascuno dei verbi della prima colonna? Indicalo collegandoli con delle frecce.
Parlare a Lugano
Copiare con un fratello
Sentire di un argomento interessante
Comprare da un grande uomo
Contrattare da un quaderno
Arrivare un vestito nuovo
Partire strane emozioni
Testimoniare con un venditore
Litigare il falso
Prendere esempio da Roma
8. La punteggiatura è strettamente legata alla sintassi, perché aiuta a riconoscere le combinazioni significative di parole. Riscrivi il brano in cui sono stati fatti parecchi errori di punteggiatura, al fine di renderlo sintatticamente corretto.
Ancora una volta nell’aula suonò, l’una e i ragazzi radunarono i loro libri il professor Racz: chiuse di scatto il suo e si alzò il servizievole Csengey, il piccolo del primo. Banco svelto gli si avvicinò per aiutarlo, ad indossare il soprabito dai vari banchi quelli di Via Pal: si guardarono in attesa degli ordini di Boka. Sapevano di doversi, riunire al campo già alle due del pomeriggio perché i tre della pattuglia dovevano riferire; sull’impresa del giorno precedente: sapevano tutti. Che l’impresa era riuscita che, coraggiosamente il loro capo aveva restituito la visita alle camicie rosse ma erano, curiosi di conoscere i particolari i pericoli corsi dai tre.
Tratto da F. Molnár, I ragazzi della via Pal
PER APPROFONDIRE: L’INTONAZIONE
9. Nella lingua parlata è spesso l’intonazione a rivelare la vera intenzione comunicativa del parlante. Leggi ad alta voce le frasi cercando di rendere evidente che la parola sottolineata è quella che porta la novità della frase.
Marco ha rotto i piatti.
Marco ha rotto i piatti
Marco ha rotto i piatti
Mio fratello ha scritto con la penna sul muro.
Mio fratello ha scritto con la penna sul muro.
Mio fratello ha scritto con la penna sul muro
Costanza sta piangendo da mezz’ora.
Costanza sta piangendo da mezz’ora.
Costanza sta piangendo da mezz’ora.
Oggi ho studiato bene la lezione.
Oggi ho studiato bene la lezione.
Si deve fare sempre come vuole lui.
Si deve fare sempre come vuole lui
Si deve fare sempre come vuole lui
10. Riconosci e scrivi sul quaderno le domande a cui rispondono le frasi dell’esercizio precedente. La risposta sarà la novità che l’intonazione ha messo in risalto.
Marco ha rotto i piatti. Chi ha rotto i piatti? Marco.
Marco ha rotto i piatti. Cos’ha fatto Marco? Ha rotto i piatti.
Marco ha rotto i piatti Cos’ha rotto Marco? I piatti.
11. Una stessa frase, letta cambiando intonazione, può risultare ironica e significare il suo opposto. Disegna coppie di fumetti in cui i personaggi pronuncino le frasi una volta in senso letterale, una volta con ironia.
Oggi è proprio una bella giornata!
Oggi è proprio una bella giornata!
Sono proprio felice di essere qui!
Sono proprio felice di essere qui!
Così ci vedo veramente bene!
Bravi, avete fatto un bel lavoro!
Così ci vedo veramente bene!
Bravi, avete fatto un bel lavoro!
12. Pronuncia le frasi cercando di esprimere con l’intonazione i diversi sentimenti suggeriti.
a. Quello era il mio gelato preferito!
1. Semplice affermazione 2. Rabbia (tuo fratello te l’ha mangiato) 3. Sconforto (si è sciolto al sole)
b. Finalmente ci incontriamo!
1. Gioia 2. Sfida (è da tanto che volevi affrontarlo) 3. Disapprovazione (speravi di non incontrarlo mai più)
c. Certo che capisci sempre tutto al volo!
1. Sincera ammirazione 2. Ironia (vuoi sottolineare che chi ti ascolta è un po’ ottuso)
4. IL SINTAGMA
1. Scegli un sintagma nella prima colonna e abbinalo con un sintagma della seconda per formare nuclei di frasi sensate.
Luigi ho studiato
La mamma sono attenti
Io ha mangiato
Mio zio Francesco non tradisce
Un vero amico non scia
I miei compagni è tornata
2. Cancella le sequenze di parole che così combinate non possono svolgere una funzione logica nella frase, quindi non possono essere definite sintagmi.
MAMMA AL · COSTA GLI · VA’ VIA · DELLA TERRA · IO · PER LA · ANDREBBE · GRAZIE · GRAZIE A · LA CASA · VIA LIBERA · A CAUSA DEL FREDDO · CON · SOTTO IL DIVANO · DI FIANCO A · CON CUI · SENZA · VICINO A TE.
3. Completa le frasi con un sintagma.
a. Pietro stasera suona .
b. Elena guarda sempre .
c. Ho lasciato gli scarponi da sci .
d. A primavera gli alberi fioriscono .
e. Non si vede il sole .
f. Carletto ha trascorso le vacanze .
4. Individua i sintagmi che compongono le frasi dividendoli con delle barrette.
L’investigatore / ha trovato / la soluzione / del caso.
1. Il canarino cinguetta sul ramo. 2. Ogni giorno vedo un gatto spelacchiato in cortile. 3. In inverno la bellezza delle montagne mi lascia senza parole. 4. Tutti gli anni nella mia scuola accogliamo gli alunni di terza media con una festa. 5. Metterò nel mio zaino l’occorrente per le lezioni di geometria. 6. A Capodanno lo spumante è stato stappato dal nonno.
5. In ognuna delle frasi c’è un errore nella divisione in sintagmi. Individualo, correggilo, spiegalo.
1. Molte / persone / ricordano / la nevicata / del 1985. 2. Il vento / soffia / sui / tetti. 3. Il mio gatto / è sparito / sotto / il divano. 4. Il cavallo / del contadino Piero / ha / nitrito / tutta la notte. 5. Il tuo / cane / abbaia / senza motivo. 6. Dopo / le ultime piogge / d’aprile / il fiume / ha inondato / la campagna.
6. Individua i sintagmi che compongono le frasi dividendoli con delle barrette.
1. Il pilota automobilistico prova la sua vettura sulla pista. 2. Quello scienziato interroga i fenomeni naturali con grande intelligenza. 3. Il primo compito dello studente è l’ascolto delle lezioni. 4. Ci ha spaventato quello strano bagliore nella notte. 5. Dal racconto dettagliato di tua sorella abbiamo capito la trama del film. 6. Per Sherlock Holmes la soluzione di ogni caso è un’impresa possibile.
7. In ognuna delle frasi c’è un errore nella divisione in sintagmi. Individualo, correggilo, spiegalo.
1.La mia fortuna sfacciata / in quella difficile situazione / mi ha / aiutato. 2. Per qualche settimana / nel parco / vicino a casa / mia / hanno stazionato / degli aironi cinerini. 3. Durante le estati calde / il prato / del nostro giardino / è pieno di / chiazze giallastre. 4. Con l’aiuto / del suo assistente / il medico / trovò / la cura / giusta per il paziente. 5. Il giorno successivo / al mio compleanno / trovai / altri regali inattesi sulla / mia scrivania. 6. Giovanna / guardò / il suo compagno / di banco / con un’occhiata complice di / nascosto dall’insegnante.
IL SINTAGMA NOMINALE
8. Riconosci le parti del discorso che costituiscono i sintagmi nominali elencati.
Il mio caro amico Paolo. articolo + aggettivo + aggettivo + nome comune + nome proprio
PAOLO ROSSI · IL CANE · IL NOSTRO CUGINO PIERO · ESSI · LA TUA GRANDE CASA · QUESTO SUO NUOVO OMBRELLO · ALCUNI NOSTRI IMPEGNI · OGNI UOMO · NULLA · NOI · IL POETA CATULLO · COSTUI · MOLTI SUOI VECCHI DISCHI
9. Costruisci il maggior numero possibile di sintagmi nominali combinando le parole elencate.
QUELLA · LAVORO · IL · NOSTRO · BELLA · NUOVA · UN · LA · NOTIZIA · IMPORTANTE · OGNI
10. Completa le frasi con dei sintagmi nominali.
a. di Lucia erano simpatici.
b. è il capoluogo della Lombardia.
c. ha scritto .
d. Alla fermata dell’autobus c’era .
e. sono pregati di uscire.
f. diventerà una cantante.
11. Componi dei sintagmi nominali seguendo le indicazioni.
a. SN (nome proprio) .
b. SN (articolo + nome comune, femminile, plurale) .
c. SN (articolo + aggettivo + nome comune)
d. SN (pronome) .
e. SN (articolo + nome comune + nome proprio) .
f. SN (maschile, singolare)
12. Sottolinea i sintagmi nominali presenti nel testo, poi riscrivili sul quaderno e riconosci da quali parti del discorso sono composti.
Naturalmente “qualcuno” voleva dire Bilbo.
Qualcuno = SN (pronome)
Bilbo = SN (nome proprio)
Naturalmente “qualcuno” voleva dire Bilbo. Lo scelsero perché l’arrampicatore doveva sporgere la testa al di sopra delle foglie più alte, e pertanto doveva essere tanto leggero che i rami più alti e sottili potessero reggerlo. Il povero signor Baggins non aveva mai fatto molta pratica nell’arrampicarsi sugli alberi ma essi lo issarono sui rami più bassi di un’enorme quercia che si reggeva proprio nel mezzo al sentiero e dovette salire alla bell’e meglio. Si fece strada attraverso l’intrico dei rami ricevendo diversi colpi negli occhi; fu insudiciato e sporcato di verde dalla vecchia scorza dei rami più grossi; più di una volta scivolò e si afferrò appena in tempo; e finalmente, dopo una aspra lotta in un punto difficile dove pareva che non ci fossero affatto dei rami adatti allo scopo, arrivò quasi in cima. Per tutto il tempo non smise di chiedersi se ci fossero dei ragni sull’albero, e come avrebbe fatto a ridiscendere se non cadendo.
Alla fine la sua testa sbucò fuori dal tetto di foglie e a quel punto sì che trovò i ragni. Ma erano solo ragnetti di dimensioni normali, e davano la caccia alle farfalle. Gli occhi di Bilbo furono quasi accecati dalla luce. Udì i Nani gridargli qualcosa da molto più in giù, ma non poteva rispondere, solo trattenere il fiato e sbattere gli occhi. Il sole brillava radioso e passò parecchio tempo prima che Bilbo potesse sopportarne la luce. Quando poté, vide tutt’intorno a sé un mare di verde cupo, increspato qua e là dalla brezza; e dappertutto c’erano centinaia di farfalle.
Tratto da J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
IL SINTAGMA VERBALE
13. Completa le frasi con un sintagma verbale.
a. Il medico mi una medicina amara.
b. Al mio amico un bel portachiavi.
c. Maurizio a Londra.
d. I bagnini al mare i bagnanti incauti.
e. la sigaretta!
f. Non tutti il valore della semplicità.
g. Il prossimo anno un corso di piscina.
h. Domenica prossima allo stadio.
i. Quel libro da un grande autore.
14. Individua i sintagmi verbali presenti nelle frasi. Di ogni verbo indica l’infinito. Luca beve il caffè. Infinito: bere.
1. Luisa ha studiato bene. 2. Ugo ricevette un premio. 3. I Romani sconfissero i Cartaginesi. 4. Il cane guaì tutta la notte. 5. I miei nonni avevano acquistato una splendida tenuta. 6. Il poeta latino Virgilio scrisse l’Eneide. 7. L’anno scorso, durante il nostro giro turistico, passammo da Firenze. 8. La mia biblioteca scolastica contiene molti romanzi d’avventura. 9. Nessun giornale riportò quella notizia. 10. Ho inciso su nastro la canzone del mio cantante preferito.
15. Sostituisci il sintagma verbale sottolineato con un altro sintagma avente significato opposto. Luisa ama la torta al cioccolato. Luisa detesta la torta al cioccolato.
1. Avvistato il nemico Cesare radunò l’esercito. 2. Spesso nel mese di marzo l’aria è gelida 3. Tutti approvarono le mie parole. 4. Il pubblicò entrò con ordine in teatro. 5. Temo che domani nevicherà. 6. Non mostrerò ai compagni i miei disegni.
16. Aggiungi un aggettivo al verbo essere per formare un sintagma verbale. Piero è Piero è intelligente.
1. I nostri nonni erano . 2. Le vostre ultime lettere sono .
3. I prossimi giorni saranno 4. Durante le vacanze siamo
5. Non sono stato della tua risposta. 6. Il protagonista di questo libro è .
17. Aggiungi un sintagma nominale al verbo essere per formare un sintagma verbale.
Piero è Piero è un ragazzo simpatico.
a. Il lavoro che mi piacerebbe fare da grande è .
b. Non ho capito bene cosa sia .
c. Il mio cantante preferito è .
d. Scalare le montagne è .
e. Dal mio punto di vista quel libro è .
f. Non sono convinto che quelle persone siano .
18. Individua nelle frasi i sintagmi verbali formati dal verbo essere + aggettivo o dal verbo essere + sintagma nominale.
Quella casa è disabitata. SV (essere + aggettivo)
Mio nonno è un carabiniere SV (essere + SN)
1. La zia Gelsomina è un’ottima cuoca. 2. Chi di voi è pronto? 3. Oh, se tu fossi più tranquillo! 4. I Romani furono abili architetti. 5. Il protagonista del libro L’isola del tesoro è Jim. 6. L’anno prossimo Luca sarà il portiere della nostra squadra. 7. Tua sorella è molto sicura di sé. 8. Il nostro vicino di casa era un campione di pallanuoto. 9. I nuovi banchi sono molto comodi rispetto ai precedenti. 10 . Le prossime giornate saranno molto calde. 11. L’insegnante sarà entusiasta dei nostri lavori.
IL SINTAGMA PREPOSIZIONALE
19. Completa le frasi con dei sintagmi preposizionali in modo che le frasi abbiano senso.
a. Lo zio Andrea è uscito
b. Il papà ha regalato una borsa .
c. Con chi sei andato ?
d. Paolo ha comprato una moto
e. La lezione ci ha interessati.
f. I libri mi appassionano.
g. si sono avvertite numerose scosse
h. Dove vuoi andare ?
i. Piero ha salutato tutti .
j. crescono i funghi.
k. si trovano molte erbacce.
20. Componi alcuni sintagmi preposizionali combinando ognuna delle preposizioni della prima colonna con un aggettivo e un nome della seconda e della terza. (Dove necessita, aggiungi tu gli articoli).
Preposizioni Aggettivi Nomi di a da con sulla nelle sopra durante senza attraverso davanti a lontano da insieme a
mio sua splendida questo quella molti poche quale forte lungo nostro loro codesti
amici zio periodo orologio ponte serate sorella portone scossone notte professore collina fanciulli
21. Trasforma i sintagmi preposizionali sottolineati in sintagmi preposizionali aventi la stessa funzione ma diversa forma.
La croce sulla montagna indica la cima. La croce sopra la montagna indica la cima.
1. I libri vanno sistemati nella cartella. 2. Stai con me. 3. Di notte compaiono le stelle. 4. Non ci si distrae nelle lezioni. 5. In quel negozio vendono prodotti artigianali. 6. Sulla strada per Monza si incontrano le indicazioni per l’autodromo.
I trucchi del mestiere
COME RICONOSCERE LE PREPOSIZIONI IMPROPRIE
Svolgendo l’esercizio precedente, hai imparato un trucco per riconoscere i sintagmi preposizionali quando non sono introdotti da preposizioni semplici o articolate, ma da preposizioni improprie che potrebbero essere confuse con altre parti del discorso. Basta trasformarli in sintagmi introdotti da preposizioni da te conosciute: se il senso non varia, si tratta sicuramente di sintagmi preposizionali.
Sono entrato dentro la casa. = Sono entrato in casa
Durante il pomeriggio ho riposato. = Nel pomeriggio ho riposato.
Ma attenzione! Non tutte le preposizioni improprie hanno una preposizione semplice corrispondente. In tali casi puoi utilizzare un altro trucco: prova a togliere la parola indagata, se si tratta di una preposizione le parole risulteranno tra loro sconnesse e la frase non avrà più senso.
Non si può stare in piscina senza ciabatte. Non si può stare in piscina ciabatte (!) Senza è una preposizione impropria.
22. Trasforma i pronomi sottolineati in sintagmi p reposizionali.
Mi hanno regalato una rosa. MI = A ME
a. Non gli hanno dato il resto.
b. Ci piacerebbe sapere cosa è successo.
c. Tutti ti hanno risposto?
d. Credimi: non è vero quello che dice.
e. Le vuoi parlare o no?
f. Diamogli ancora un po’ di tempo.
g. Non vi interessa questo film?
h. Ricordatevi domani di portarvi i libri.
i. Ho detto loro che non sono d’accordo.
j. Anna ci deve restituire alcuni libri.
I trucchi del mestiere L’IMPORTANZA
Nel testo spesso ciò che c’è non si vede, non appare immediatamente. Ad esempio in italiano non è sempre obbligatorio segnalare la persona a cui il verbo si riferisce: basta dire Sono caduto e chi ascolta capisce che il verbo si riferisce a me: Io sono caduto. Ma se si vuole operare un’analisi precisa di tutti i sintagmi presenti nella frase, spesso si è costretti a trasformare alcune parole in una forma più esplicita.
Devi dirmi la verità. = Tu / devi dire / a me / la verità. SN SV SP SN
23. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi indicando se sono nominali, verbali o preposizionali. SN SP SV Il cibo / del gatto / è finito.
1. Quella canzonetta ritorna nelle mie orecchie. 2. Il Presidente della Repubblica ha visitato i luoghi della sciagura. 3. Luigi ha regalato un bel libro al suo amico Piero. 4. I miei fratelli andranno nella casa di campagna della nonna. 5. In un angolo della piazza, sotto una cupola di ippocastani, c’era una panchina appartata. 6. Mancano due settimane alle vacanze di Natale.
24. Componi delle frasi aventi la struttura indicata.
SN+SP+SV+SN = Il cugino / di Maria / ha pescato / molte trote.
a. SN+SV+SN+SP
b. SP+SN+SV+SP
c. SV+SN+SP+SP
d. SN+SP+SP+SV
e. SP+SP+SN+SV
f. SV+SP
I trucchi del mestiere
COM’È FATTO IL SINTAGMA PREPOSIZIONALE
Svolgendo gli esercizi hai incontrato oltre alle preposizioni semplici e articolate, altri tipi di preposizioni:
La bicicletta di Mario corre veloce.
La bicicletta del postino corre veloce.
La bicicletta corre veloce lungo la strada.
PREPOSIZIONE SEMPLICE + SN
PREPOSIZIONE ARTICOLATA + SN
PREPOSIZIONE IMPROPRIA + SN
La bicicletta corre veloce lontano dal traffico. LOCUZIONE PREPOSIZIONALE + SN
In molti casi anche i pronomi possono sostituire sintagmi preposizionali, sia introdotti da preposizioni, sia in forma semplice:
A lei non piace leggere libri d’avventura.
SP
Mi piace il caffe.
SP MI = A ME
Gli offro un gelato.
SP
GLI = A LUI
5. L’ANALISI MORFOSINTATTICA
1. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
SN SV SP Il sole / sorge / sopra le montagne.
1. Il papà ha rinnovato il passaporto. 2. I ragazzi meritevoli riceveranno un premio alla festa finale. 3. L’anno scorso ho ricevuto in regalo un computer. 4. I tuoi alunni studiano con passione. 5. Nell’orto del nostro vicino crescono gustosi carciofi. 6. A dieci anni ricevetti la mia prima bicicletta.
2. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
1. All’alba la spiaggia era deserta. 2. La bimba con i capelli biondi è la mia compagna preferita. 3. Questo vino è buono. 4. La nonna era generosa con tutti. 5. La montagna è altissima. 6. Il gatto è un felino.
3. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
1. Noi torneremo a casa alle sette. 2. Pochi tacciono per un’ora intera. 3. Accendete la luce? 4. Quell’automobile ha tamponato un furgoncino. 5. Il freddo era insopportabile. 6. Non giocare con quelle penne!
4. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
1. Luca non apprezza i film dell’orrore. 2. I lapislazzuli sono pietre preziose. 3. Il nonno attendeva con impazienza il nipote. 4. L’allenatore incitava i suoi giocatori. 5. Quel cane abbaia da questa mattina. 6. Da molti giorni nevica a bassa quota.
5. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, seguendo una delle due modalità d’esempio.
Le rondini / hanno fatto / il nido / sotto il tetto.
le rondini SN articolo + nome hanno fatto SV verbo il nido SN articolo + nome sotto il tetto SP preposizione + articolo + nome oppure: SN SV SN SP
Le rondini hanno fatto il nido sotto il tetto. art. + nome verbo art. + nome preposizione + articolo + nome
1. Sul viale alberato passeggiavano molto turisti. 2. Mio nonno partecipò alla Seconda Guerra Mondiale. 3. Le aquile volano nel cielo. 4. Giulia era una bambina bionda e paffutella. 5. Quel ragazzo è simpatico a tutti. 6. Questo inverno ho praticato lo sci di fondo.
6. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. Un giorno sorpresi una cornacchia sulla porta del pollaio. 2. Le cornacchie in silenzio scendevano verso la cesta delle uova delle galline. 3. In gran velocità le cornacchie volavano via dal pollaio. 4. Trovai molti gusci vuoti nel bosco, vicino ai cespugli. 5. In principio il contadino aveva incolpato del furto di uova gli scoiattoli. 6. La moglie del contadino scoprì con stupore le responsabili degli strani furti.
7. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. Un pennacchio luminoso apparve con chiarezza all’orizzonte. 2. Qualcuno fece una fotografia dei nostri volti stupiti. 3. La foto è una bellissima immagine dell’assoluta meraviglia per un fenomeno sorprendente. 4. Scoprimmo dopo due giorni l’origine del bagliore. 5. Il pennacchio luminoso proveniva dall’impatto di una cometa su un pianeta. 6. La cometa viaggiava nell’orbita del pianeta Giove.
8. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. Sui muri impolverati c’erano mille ragnatele. 2. Una gatta grigia annusava sotto le botti l’odore di topi. 3. Il taglialegna riposava per qualche minuto vicino ai tronchi squadrati. 4. I contadini zappavano nei campi sotto i raggi del sole cocente. 5. Moscerini ubriachi per il mosto delle botti aperte sciamavano nell’aria. 6. In quella calda estate conobbi la dura vita della gente di campagna.
QUESTIONI DI LESSICO
I RAPPORTI
TRA LE PAROLE
1. Nel linguaggio poetico è frequente l’uso dell’allitterazione. Leggi i versi a voce alta, facendo attenzione ai suoni evidenziati. Cosa esprime il poeta attraverso la loro ripetizione?
Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscio che fan le foglie
Tratto da G. D’Annunzio, La sera fiesolana
I versi riproducono il rumore delle foglie mosse dal vento (fruscio) e rendono l’idea della freschezza.
Il bimbo dorme, e sogna i rami d’oro, gli alberi d’oro, le foreste d’oro; mentre il cipresso nella notte nera scagliasi al vento, piange alla bufera.
2. Prova a comporre dei messaggi contenenti allitterazioni per rendere l’idea dei fenomeni elencati.
Pioggia Tintinnante tocca terra la pioggia.
Fuoco
Vento
Fango
Onde del mare
Serpente
Tempesta
3. Scrivi una frase per ciascuno dei lessemi omonimi proposti a coppie, aiutandoti con le indicazioni tra parentesi. Se hai dubbi, consulta il dizionario.
Porta (nome)
Porta (verbo)
Cane (animale)
Cane (componente della pistola)
Salutare (verbo)
Salutare (aggettivo)
Volume (sinonimo di libro)
Volume (intensità del suono)
Tema (sinonimo di paura)
Tema (testo prodotto a scuola)
Partita (nome)
Partita (verbo)
Riso (alimento)
Per favore, mi apri la porta che ho le mani impegnate?
Porta tu la valigia, per favore: è troppo pesante per me.
Riso (nome derivato da ridere)
Sale (nome)
Sale (verbo)
Folle (aggettivo)
Folle (nome plurale di folla)
Fioretto (tipo di arma)
Fioretto (atto di rinuncia)
Legge (nome)
Legge (verbo)
Vite (pianta)
Vite (strumento)
4. I lessemi della lingua possono essere raggruppati in famiglie in base alla parola-madre da cui derivano. Riconosci la parola-madre delle parole elencate appartenenti alla stessa famiglia.
Casolare; caseggiato; accasarsi CASA
a. Pescatore; pescheria; peschereccio
b. Avvinazzato; vinicolo; svinatura
c. Cannellone; cannone; cannoniera
d. Spartire; appartenere; particella
e. Realismo; irrealtà; realizzare
f. Sdoppiamento; doppione; doppiare
g. Cittadino; cittadinanza
h. Giornale; aggiornato; giornaliero
i. Panificio; companatico; panettiere
5. Date alcune parole-madre cerca il maggior numero di lessemi appartenenti alla loro famiglia (puoi aiutarti con il dizionario).
Acqua acquaio, acquedotto; acquolina; acquarello…
PIETRA / SEGNO / MERCE / MARE / GRADO / OCCHIO
6. Le parole sottolineate possono essere sostituite con sinonimi dal significato più preciso, per rendere la comunicazione più efficace o elegante. Riscrivi le frasi sostituendoli. È stata fatta un’indagine per scoprire il colpevole. È stata condotta un’indagine per scoprire il colpevole.
1.Il codice stradale comanda che non si possa attraversare la strada con il semaforo rosso. 2. Hanno attaccato manifesti su tutti i muri del mio palazzo. 3. Dei naturalisti hanno fatto un documentario sulle specie in estinzione nelle Alpi. 4. Il giudice ha deciso la sentenza alla fine di un lungo processo. 5. Il cielo è pieno di nuvole, ma non nevica ancora. 6. Ho fatto una domanda inappropriata al professore di matematica.
7. L’aggettivo ‘bello’ è molto usato nelle nostre conversazioni. Trova un sinonimo appropriato per esprimere il significato di ‘bello’ nelle diverse espressioni.
Un bel film d’azione avvincente
Un bel dipinto
Una bella verifica
Una bella ragazza
Un bello spavento
Una bella persona
Un bel cane
Un bell’appartamento
Un bel paesaggio
Una bella figura
8. Polisemia. Scrivi la diversa definizione dei termini in grassetto utilizzati in diversi contesti. Puoi aiutarti con il dizionario.
a) I genitori devono apporre la loro firma sul libretto dei voti.
b) Armani è una firma notissima nel campo della moda.
a. firma = scrittura di nome e cognome.
b. firma = persona o ditta quotata nel proprio campo.
a) Abbiamo visitato le Piramidi con una guida molto esperta.
b) In Inghilterra la guida è a destra.
a.
b.
a) Sto studiando la pianta del mio appartamento per apportare delle modifiche.
b) Ho regalato a mia mamma una pianta da balcone.
a.
b.
a) Luca, puoi aiutarmi a preparare la tavola?
b) A pag. 10 del libro di scienze c’è un’utile tavola illustrata.
a.
b.
a) Non accetto il tuo consiglio: mi sembra troppo interessato!
b) Il consiglio di amministrazione ha deliberato un aumento di stipendio per tutti i dipendenti.
a.
b.
a) Arrivati ai piedi della montagna, iniziammo a risalire la china.
b) Questo disegno è stato ripassato a china.
a.
b.
a) Non è facile prendere 10 in condotta
b) Si è rotta la condotta nell’impianto elettrico del mio paese.
a.
b.
9. Spesso le battute umoristiche sono basate sulla polisemia, ovverosia sulla pluralità di significati di una stessa parola. Spiega i “colmi” proposti mettendo in luce la polisemia delle parole in grassetto.
Qual è il colmo di Spiegazione
un tennista? Ridere ad ogni battuta! Battuta significa sia barzelletta sia colpo del tennista. Un tennista non dovrebbe ridere a ogni colpo di racchetta!
un’ape? Fare un giro in vespa!
un vigile del fuoco? Sposare una vecchia fiamma!
un professore di matematica
Abitare in una frazione!
un abete? Avere tanti aghi e non saper cucire!
un professore di tecnica?
Pettinarsi con la riga!
un computer? Non avere programmi per l’estate!
10. Iperonimi e iponimi. Vi sono nomi che hanno significato più generale e denominano un paradigma di oggetti, altri invece indicano oggetti in modo più preciso. Chiamiamo i primi iperonimi e i secondi iponimi. Ad esempio “gioiello” è iperonimo, “braccialetto, anello, diadema, collana, orecchini…” sono iponimi che appartengono al paradigma dei gioielli. Sfida i tuoi compagni a indovinare l’iponimo da te immaginato e scritto su un biglietto. All’inizio indica loro l’iperonimo che nomina il paradigma cui appartiene e poi permetti loro di avvicinarsi alla soluzione facendo delle domande a cui risponderai con SÌ e NO.
Oggetto immaginato: lavatrice. Iperonimo dichiarato: elettrodomestico. Domande e risposte: Serve per cucinare? NO; Serve per pulire la casa? NO; Serve per lavare i vestiti? SÌ.
L’USO DEL DIZIONARIO
11. Indica per ognuna delle parole elencate il lessema che andresti a cercare sul dizionario.
Hanno nutrito Nutrire
Sottilissimo Avessero atteso Colpissero Ragazzone
Del Colpaccio
Possibilmente Calzante
Siamo regrediti Giocondo
12. Con l’aiuto del dizionario riscrivi ogni lessema in modo corretto.
Areoplano Aeroplano
Gueriglia Efficente
Pacotiglia
Areoporto
Ghlicine
Scentifico
Colonizazzione
Sciuscettibile
Profittare
Propio
Pultroppo
Perchè
13. Cerca sul dizionario i lessemi sottolineati e danne una definizione, tenendo conto del contesto in cui sono inseriti.
1. Mia madre era in ambascia perché non sono tornato a casa all’ora pattuita. Le ho chiesto venia appena entrato in casa. 2. L’Iliade si apre con l’aspra contesa tra Achille e Agamennone: ciascuno degli eroi adduce le sue ragioni, ma non pervengono a un accordo. 3. La luna fulgeva in cielo e non si adocchiavano le stelle. 4. È plausibile che il dissenso dirompente tra i contendenti si dissolva durante l’adunanza. 5. - Eh! eh! che novità è questa? - disse don Abbondio. - Chi è quel prepotente, - disse Renzo, con la voce d’un uomo ch’è risoluto d’ottenere una risposta precisa, - chi è quel prepotente che non vuol ch’io sposi Lucia? - Che? che? che? - balbettò il povero sorpreso, con un volto fatto in un istante bianco e floscio, come un cencio che esca del bucato. (A. Manzoni) 6. E riscaldandosi sempre più, vennero dalle parole ai fatti, e acciuffatisi fra di loro, si graffiarono, si morsero e si sbertucciarono. Finito il combattimento, mastr’Antonio si trovò fra le mani la parrucca gialla di Geppetto, e Geppetto si accorse di avere in bocca la parrucca brizzolata del falegname. — Rendimi la mia parrucca! — gridò mastr’Antonio. — E tu rendimi la mia, e rifacciamo la pace. (C. Collodi)
14. Cerca sul dizionario i lessemi elencati e pronunciali ad alta voce osservando dove è posto l’accento. Poi riscrivili evidenziando l’accento e danne una definizione.
Sfrigolio Sfrigolìo Il crepitare continuato, lo scoppiettare al fuoco.
Zaffiro
Persuadere
Rubrica
Utensile
Edile
Pudico
Amaca
Caduco
N.B. Un utile strumento on line che propone la pronuncia corretta dei lessemi è www.dizionario.rai.it
15. Cerca sul dizionario (preferibilmente etimologico) l’etimologia dei lessemi proposti e scrivila.
AVVENTURA · DESIDERARE · FELICE · GENEROSO · GONGOLARE · ORIENTE · PEDIATRA · TESTA
N.B. Un utile strumento on line che propone l’etimologia dei lessemi è www.etimo.it
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Dopo aver ripassato il primo paragrafo dedicato alla frase, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
Intorno a quale nucleo si costruisce la frase?
La frase si costruisce attorno all’intreccio tra un nome e un verbo.
Ad esempio: Nome: Luigi; verbo: correre. Frase: Luigi corre velocemente.
a. Possiamo chiamare frase una sequenza di parole priva di significato?
b. Cosa accade se si eliminano i nomi da una frase?
c. Cosa accade se si elimina il verbo dalla frase?
d. Qual è il potere del nome nella frase?
e. E quello del verbo?
2. Dopo aver ripassato il paragrafo Lessico e morfologia, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
Cos’è il lessico di una lingua?
Il lessico è l’insieme di tutti i lessemi o lemmi (parole riconosciute appartenenti a quella lingua).
Ad esempio: muovere è una parola del lessico italiano; spring non appartiene al lessico della lingua italiana, ma a quello della lingua inglese.
a. Qual è la differenza tra lessemi variabili e lessemi invariabili?
b. Come viene definito il morfo? Quali indicazioni fornisce?
c. Quali sono le parti del discorso variabili? E quelle invariabili?
d. Qual è la funzione principale di ciascuna parte del discorso?
3. Dopo aver ripassato il paragrafo Sintassi, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte. (Vedi esempi degli esercizi 1 e 2)
a. In italiano è importante l’ordine con cui si dispongono le parole della frase?
b. Che cosa si intende per concordanza?
c. Che cosa si intende per reggenza?
d. Dal morfo di quale parte del discorso dipende il morfo dell’articolo e dell’aggettivo? E quello del verbo?
e. Che cosa è la morfologia? E la sintassi? Perché morfologia e sintassi sono strettamente legate?
f. Cosa può accadere se nel parlato si sbaglia l’intonazione della frase?
4. Dopo aver ripassato il paragrafo relativo al Sintagma e quello relativo all’Analisi morfosintattica rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte. (Vedi esempi degli esercizi 1 e 2)
a. Qual è la definizione di sintagma?
b. Quali sono i tre tipi fondamentali di sintagma nella lingua italiana?
c. Qual è il nucleo del sintagma nominale?
d. Qual è la funzione del sintagma nominale?
e. Qual è il nucleo del sintagma verbale?
f. Qual è la funzione del sintagma verbale?
g. Quando un sintagma è definito preposizionale? Qual è la sua funzione?
h. Perché è utile il procedimento della sostituzione nell’individuazione dei sintagmi?
i. Qual è lo scopo dell’analisi morfosintattica? Operativamente, come si fa?
Analisi
5. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
1. L’investigatore giunge alla soluzione del caso con la logica. 2. La chiesa di San Pietro a Roma è ricca di statue. 3. Quel ragazzo non conosce le regole della buona educazione. 4. Un buon vino a tavola rallegra la compagnia. 5. Qual buon vento ti porta? 6. I chiodi arrugginiti hanno rovinato il legno del tavolo da lavoro di mio nonno. 7. La scrivania di tuo fratello è più ordinata della tua. 8. In quel negozio di scarpe le commesse sono molto gentili. 9. Ho ricordato a Maria l’orario dell’appuntamento con il dentista. 10. I miei genitori mi hanno comperato una bicicletta da corsa.
6. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi.
1. Di tutte le tue amiche la più simpatica è Giulia. 2. Enea dopo un lungo viaggio per mare approdò sulle coste del Lazio. 3. Al mio arrivo in spiaggia il sole tramontò. 4. Dalla radio conosciamo il risultato delle partite di calcio in tempo reale. 5. I due fratellini correvano a perdifiato lungo il sentiero. 6. Il nonno di Francesco era un signore massiccio, con grandi occhi celesti. 7. Tutti gli occhi erano inchiodati sul nuovo compagno di classe. 8. Ti mostrerò la mia collezione di soldatini. 9. Non ho mai conosciuto una persona affabile e cortese come tua zia. 10. Ho scelto il vestito adatto alla festa di fine anno.
7. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. Alla fermata del tram Piero ha incontrato suo cugino Amilcare. 2. Tuo fratello non è felice in questi ultimi tempi. 3. Sul finestrino della mia macchina qualcuno ha scritto il suo nome con le dita. 4. Sul tavolo del salotto la nonna ha lasciato i suoi occhiali da vista. 5. Alcuni di voi hanno ottenuto ottimi risultati nel primo quadrimestre. 6. Quel gelato alla crema ha ravvivato il mio noioso pomeriggio. 7. La lezione di storia è stata interessante per tutti. 8. Dopo l’intervallo l’insegnante ha spiegato un nuovo argomento di scienze. 9. Durante le vacanze estive molti miei amici sono partiti per la Liguria. 10. Le briciole di pane hanno attirato sul mio balcone alcuni uccellini.
8. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. Un giorno Persefone era distesa in un verde prato tra i fiori. 2. All’improvviso la terra tremò sotto i suoi piedi. 3. Sbucò Ade sulla sua carrozza insieme ai suoi cavalli immortali. 4. Costui di nascosto afferrò la giovinetta. 5. Attraverso le viscere della terra la portò nell’inferno. 6. Ade l’aveva rapita senza il consenso di Zeus. 7. Demetra udì a distanza le grida della figlia. 8. Demetra errò per nove giorni alla ricerca della figlia. 9. Alla fine Zeus prese la sua decisione. 10. Demetra sarebbe rimasta sulla terra per alcuni mesi, nell’inferno durante gli altri mesi. 11. Al ritorno di Persefone sulla terra appare la primavera. 12. Nel tempo di permanenza di Persefone agli inferi arriva l’inverno.
9. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi.
1. La mia famiglia passava sempre l’estate in montagna. 2. Noi prendevamo una casa in affitto per tre mesi, da luglio a settembre. 3. Le case erano lontane dall’abitato. 4. Mio padre e i miei fratelli facevano ogni giorno la spesa in paese con il sacco da montagna sulle spalle. 5. Io, i miei fratelli e mia madre passavamo la sera in casa, attorno alla tavola. 6. Mio padre leggeva nella parte opposta della casa. 7. Di tanto in tanto mio padre s’affacciava alla nostra stanza. 8. Egli discuteva con mia madre della nostra serva Natalina. 9. Secondo mio padre Natalina gli aveva messo in disordine certi libri. 10. A volte, la sera in montagna, mio padre preparava l’occorrente per gite o ascensioni. 11. Egli ungeva le scarpe sue e dei miei fratelli con del grasso di balena. 12. Invadeva per tutta la casa un gran rumore di ferraglia. 13. Mio padre cercava i ramponi, i chiodi, le piccozze. Frasi tratte e adattate da N. Ginzburg, Lessico familiare
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
10. Nelle frasi sono stati commessi errori nel riconoscimento dei sintagmi. Individuali, correggili e motiva la tua correzione.
Quella notte / ci inoltrammo in una / foresta fittissima / Quella notte / ci inoltrammo / in una foresta fittissima /: non va separato l’articolo una dal nome foresta; inoltre la preposizione in introduce il sintagma una foresta fittissima quindi non possiamo considerarlo separato. In una foresta fittissima è un sintagma preposizionale che indica il luogo in cui ci inoltrammo.
1. Pietro ha / confessato / la sua responsabilità / nell’incidente. 2. I vostri insegnanti / sono molto / contenti / di voi. 3. Durante / l’estate / ho letto / tre meravigliosi libri. 4. Alla fine del / film / il pubblico / era commosso. 5. Mi / presti / il tuo / temperino? 6. Ti ha telefonato / Mario?
11. Sottolinea in modo diverso gli aggettivi che appartengono al sintagma nominale e due volte quelli che appartengono al sintagma verbale.
L’albero storto cresceva. // L’albero era storto.
a. L’alunno intelligente studia ogni giorno. // L’alunno che studia ogni giorno è intelligente.
b. Il risotto caldo sta per essere servito. // Il risotto appena servito è caldo.
c. Quando si fermò a parlare con il lupo, Cappuccetto Rosso fu disobbediente. // La disobbediente Cappuccetto Rosso si fermò a parlare con il lupo.
d. L’autorevole Cesare ordinò ai suoi soldati di attaccare il nemico. //Cesare fu autorevole quando ordinò ai suoi soldati di attaccare il nemico.
e. I discreti vicini hanno bussato alla porta. // I vicini sono stati discreti: hanno bussato alla porta prima di entrare.
Ora prova a spiegare la differenza di significato tra le frasi accoppiate a due a due nell’esercizio precedente.
L’albero storto cresceva. // L’albero era storto: nella prima frase l’aggettivo storto, che fa parte del SN l’albero storto serve al parlante per identificare l’albero di cui vuole parlare; nella seconda frase l’aggettivo storto, che fa parte del sintagma verbale, indica una caratteristica dell’albero che il parlante vuole comunicare a chi ascolta.
12. Rendi ragione del fatto che i pronomi sono stati classificati ora come sintagmi nominali, ora come sintagmi preposizionali.
Mi / hanno invitato / a una festa. Mi = SN
Se si esplicita mi la frase diventa: hanno invitato me a una festa. Me non è retto da alcuna preposizione, dunque sostituisce un sintagma nominale.
a. Ti / hanno tagliato / i capelli? Ti = SP
b. Li / vedi?
Li = SN
c. Gli / ho prestato / i miei sci. Gli = SP
d. Lo / hai conosciuto? Lo = SN
e. Gli/(e)lo/ hai detto?
Gli = SP lo = SN
f. Vi / piacciono / i fumetti? Vi = SP
g. La fortuna / ci / sorride. Ci = SP
h. La sventura / ci / ha colpito. Ci = SN
Scrittura
13. Completa i nuclei delle frasi aggiungendo uno o più sintagmi retti dal sintagma nominale. Le mele maturarono. Le mele del nostro frutteto maturarono.
a. La maniglia si è rotta.
b. Sono scomparsi i biglietti.
c. Il manico è arrugginito.
d. I guanti non si trovano.
e. Il quaderno è finito.
f. Le matite sono spuntate.
14. Completa i nuclei delle frasi aggiungendo uno o più sintagmi retti dal sintagma verbale.
Luca ha dormito. Luca ha dormito sull’amaca.
a. I miei genitori sono partiti.
b. Piero nuota.
c. Il prigioniero è evaso.
d. Fido scodinzola.
e. Marco legge.
f. La ruota si è bucata.
15. Arricchisci con un aggettivo il sintagma nominale evidenziato in ciascuna delle frasi, in modo da renderlo più efficace nel descrivere la persona o l’oggetto protagonista della frase.
Il nonno sta riposando in salotto. Il mio caro nonno sta riposando in salotto.
a. Pietro non ha amici.
b. Dal belvedere si scorgeva una valle.
c. La luce mi infastidisce.
d. È arrivato un professore.
e. Mi piacciono le feste.
f. Il freddo mi rende più pigro.
16. Scrivi delle frasi composte dai sintagmi suggeriti.
SN + SP + SV L’amico / di Sherlock Holmes / è il dottor Watson. SN SP SV
a. SN + SV + SN + SP
b. SV + SN + SP
c. SN + SV + SP
d. SN + SP + SV + SP
e. SN + SV + SN
f. SP + SN + SV
17. Scrivi delle frasi costruite intorno al sintagma verbale suggerito.
SV (verbo andare) Oggi andrò al cinema con Matteo.
a. Verbo essere + aggettivo
b. Verbo curare
c. Verbo essere + sintagma nominale
d. Verbo iniziare
e. Verbo al passato remoto
f. Verbo alla III persona plurale
18. Riscrivi le frasi aggiungendo o togliendo sintagmi, in modo che siano composte dal numero di sintagmi indicato.
Luca esce. quattro sintagmi Luca / esce / nel pomeriggio / con gli amici.
a. Puoi osservare / nel cielo / il volo / dei gabbiani.
tre sintagmi
b. Anna / tornerà.
quattro sintagmi
c. Non hanno invitato /.
tre sintagmi
d. La nostra vicina / di casa / ha organizzato / una festa / per tutti gli inquilini / del palazzo.
tre sintagmi
e. Ho ricevuto / un orologio subacqueo.
quattro sintagmi
f. Molti ragazzi / non hanno studiato.
cinque sintagmi
19. Trasforma le espressioni in un unico sintagma nominale dal significato equivalente contenente un aggettivo.
Una ragazza che non ha ricevuto alcuna educazione una ragazza selvaggia
a. Un professore che parla troppo
b. Una vacanza in cui non ti sei divertito
c. Una sostanza che se calpestata fa scivolare
d. Un racconto che ti ha fatto sognare
e. Un amico che viene in tuo aiuto se ne hai bisogno
f. Un liquore che ti aiuta a digerire
g. Un comportamento che non ha ragion d’essere
h. Una persona che sa sempre come affrontare le situazioni
i. Una persona che ha molto gusto
3. SOGGETTO E PREDICATO Introduzione all’analisi logica della frase
1. STRUTTURA
E FUNZIONE
1. Osserva gli oggetti e di ognuno prova a dire le funzioni che può svolgere, oltre a quella preferenziale.
Matita. Funzione preferenziale: strumento per disegnare e scrivere. Altre funzioni: si può utilizzare come fermacapelli, come strumento per battere il ritmo, come strumento per pungere…
Ora prova a individuare quali oggetti possono svolgere la funzione indicata.
Funzioni Strutture
Contenere dell’acqua
Riscaldare gli ambienti
Scrivere
Trasportare le persone
Tagliare
Spegnere il fuoco
2. Una funzione può essere svolta da diverse strutture linguistiche. Fai un esempio per ciascuna delle diverse strutture indicate che svolgono la stessa funzione.
Funzione Strutture
Dare indicazioni di tempo
Esprimere il materiale con cui è fatto un oggetto
Esempio
Sintagma preposizionale Andrò al parco nel pomeriggio
Sintagma nominale
Frase
Aggettivo
Sintagma preposizionale
Dare indicazioni di luogo Avverbio
Sintagma preposizionale
Indicare la causa di un fatto
Indicare lo scopo di un’azione
Sintagma preposizionale
Frase introdotta da “poiché”
Sintagma preposizionale
Frase introdotta da “affinché”
Questa sera andrò al cinema.
Telefonami quando avrai deciso la meta delle tue vacanze.
2. IL SOGGETTO
1. Scrivi delle frasi aventi come soggetti i sintagmi nominali elencati. Il mio nuovo orologio. Il mio nuovo orologio è resistente all’acqua.
LA BARCA · POCHE PERSONE · L’AFA INSOPPORTABILE · GIGANTESCHE PIETRE · DEI SEMPLICI GIOCHI · UN GROSSO GUAIO · IL MIO AMICO GIULIO · LUCI FLEBILI · MOLTI · GIOCARE
2. Aggiungi il soggetto alle frasi, in modo da comporre un breve racconto.
a. C’era una volta ; viveva solitario in cima alla montagna.
b. Sulle cime degli alberi intorno alla sua casa cinguettavano allegre e correvano veloci e silenziosi tra i rovi.
c. Al tramonto colorava di rosso il bosco.
d. Una sera arrivarono inattesi
e. non era abituato alle visite, soprattutto di sconosciuti. non gli erano mai piaciute. Eppure, lo convinse ad ospitarli.
f. Da quel momento divenne più allegra.
3. Completa le frasi concordando il verbo con il soggetto. Scegli il tempo e il modo verbale opportuni.
a. La gente (parlare) concitatamente in mezzo alla strada
b. I poliziotti (recuperare) una parte dei gioielli.
c. Un piccolo gruppo di persone (seguire) il carro funebre.
d. Non (esserci) negozi in questa strada
e. Quando ci (lodare) non dobbiamo insuperbirci.
f. Sergio, da giovane, (giocare) bene a tennis: ora (appesantirsi) e (perdere) agilità e prontezza dì riflessi.
g. Quella notte, quando l’Uomo e il Cavallo e il Cane (tornare) dalla caccia, la Donna non (dire) niente del patto concluso col Gatto.
h. Di quelli che (essere) i miei pensieri in quel momento, è follia parlare.
i. Francesca (arrivare) stamattina, mentre noi la (aspettare) per cena.
j. Io non (ricordare) chi (dire) ciò.
k. Oggi gravi incidenti (turbare) la vita cittadina.
l. A quale studente le vacanze non (sembrare) troppo brevi?
m. Purtroppo lo zio e la zia non (venire) alla festa per la mia promozione.
4. Nelle seguenti frasi sono stati commessi errori di concordanza tra soggetto e verbo. Correggi. La natura iniziano il suo tempo di riposo. Sparisci ad uno ad uno i fiori e le farfalle. Sulle e vigne e sui boschi appare spruzzi rossi e gialli; poi a poco a poco sul terreno compaiono un tappeto di foglie morte. Con le foglie cadono qualche esile piuma che si posano lentamente sul terreno: gli uccelli cambi vestito. All’arrivo del freddo sostituisce penne e piume logore con altre, morbide e nuove. Soffiano a volte un vento freddo e pungente: nubi nere copre il cielo e immalinconisce la campagna. È il tempo della semina. È il tempo dell’addio. Mentre i primi fuochi illuminate e case, le rondini stai vicino sulle gronde. Solo di tanto in tanto lancia qualche richiamo alle compagne che ancora compie brevi voli frettolosi. Domani non le vedremo più.
5. Ricostruisci l’ordine delle parole dei seguenti versi tratti da poesie, mettendo in prima posizione il SN soggetto.
Come questa pietra è il mio pianto (G. Ungaretti) Il mio pianto è come questa pietra. soggetto
1. Raramente qualche gabbiano appare (M. Luzi). 2. Risponde al pianto il canto delle cicale (G. D’Annunzio). 3. Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi (G. Pascoli). 4. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella (G. Leopardi). 5. È giunta, è giunta in vacanza la grande sorella Speranza con la compagna Carlotta! (G. Gozzano). 6. Intorno circola ad ogni cosa un’aria strana, un’aria tormentosa, l’aria natia. (U. Saba) 7. Precipitoso e lieve il tempo ci raggiunse. (V. Cardarelli). 8. Sgombrasi la campagna e chiaro nella valle il fiume appare (G. Leopardi). 9. Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse (G. Pascoli).
6. Riconosci nelle seguenti frasi il sintagma nominale con funzione di soggetto e classifica le parti del discorso da cui è composto.
Marcovaldo passava ogni mattina sotto il verde di una piazza alberata. Marcovaldo = Nome proprio
1. C’era in un angolo della piazza, sotto una cupola di ippocastani, una panchina appartata e seminascosta. 2. Il fresco e la pace c’erano, ma non la panca libera. 3. Marcovaldo tornò a guardare la luna. 4. La situazione era tutta cambiata. 5. Il sole dardeggiava, la sabbia bruciava; i bagnanti affollavano quel tratto di fiume. 6. Negli altri posti erano seduti impassibili indiani con la barba e il turbante. 7. Lo interessavano soprattutto i tratti in cui l’acqua scorreva più discosta dalla strada asfaltata. 8. Nel cielo illuminato dalla luna si propaga lo smorzato gracchiare della sega contro il legno. 9. Marcovaldo guardò attorno e, discreto, si ritrasse. 10. Qualcuno bussava alla porta. 11. Venne il tram, evanescente come un fantasma. 12. Dal basso trasparivano piccole luci. Frasi tratte da I. Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città
7. Riconosci nelle coppie di frasi quando il sintagma sottolineato è un sintagma nominale soggetto e quando è un sintagma preposizionale, provando a sostituirlo con il sintagma corrispondente al singolare.
Si sono posati sulle rocce dei gabbiani. Si è posato sulla roccia un gabbiano. (SN soggetto) Mi infastidisce il verso dei gabbiani Mi infastidisce il verso di un gabbiano (SP)
a. In questo armadio ci sono dei vestiti fuori moda. // Lo stile dei vestiti di mio fratello è fuori moda.
b. Degli studenti della mia scuola hanno scritto racconti meravigliosi. // I racconti degli studenti della mia scuola sono meravigliosi.
c. La corsa delle zebre è inarrestabile. // Delle zebre corrono nella savana.
8. Riconosci nelle coppie di frasi quando il sintagma sottolineato è un sintagma nominale soggetto e quando è un sintagma preposizionale, provando a eliminare la parola in grassetto. Se non può essere eliminata, si tratta di un sintagma preposizionale.
Ho ancora fame: c’è del formaggio? Ho ancora fame: c’è formaggio? (SN soggetto) Il prezzo del formaggio è aumentato. Il prezzo formaggio è aumentato. (SP)
a. Nel frigorifero c‘è del latte. // Dov’è finita la bottiglia del latte?
b. Il colore della sabbia nel deserto è cangiante. // È entrata della sabbia nelle scarpe.
c. Non sempre credo alle dicerie della gente . // Della gente è scesa in piazza.
9. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi elencati siano usati una volta come SN soggetto, una volta come SP.
DEL BURRO · DEI RUMORI · DEL CORAGGIO · DEGLI AQUILONI · DEI VIAGGIATORI · DELLA FARINA
10. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, indicando nella colonna della sintassi la funzione logica del SN - soggetto, come nell’esempio.
La mamma / di Andrea / è giovane.
la mamma SN soggetto articolo + nome
di Andrea SP preposizione + nome
è giovane SV verbo essere + aggettivo
1. Il mio amico d’infanzia abita in un’altra città da alcuni anni. 2. Questa tua giacca di renna è molto costosa. 3. Non hai via di scampo. 4. La grande paura di Antonio per l’esame è proverbiale. 5. La piazza della città è a pianta circolare. 6. La civiltà greca fu la più avanzata delle civiltà antiche. 7. Un vecchio topo di biblioteca incontrò i suoi cugini di campagna. 8. Da più di mille anni gli indigeni dell’Africa catturano i rinoceronti. 9. Sulla curva del binario spuntò un pennacchietto di fumo. 10. Sulla strada maestra passò un gruppo di giovani tifosi. 11. Il presidente dell’associazione per la protezione degli animali ha fatto una proposta utile alla salvaguardia delle specie in estinzione.
11. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi del breve racconto. Le doppie barrette delimitano le frasi: di ognuna individua il SN soggetto. L’esercizio è avviato.
I figli / di un contadino / litigavano / tra loro; // il padre / li / sgridò. // SN sogg. SP SV SP SN sogg. SN SV Poiché le parole non servivano a nulla, // egli prese un fascio di verghe, // lo dette ai figli // e disse loro // che lo rompessero. // Ciascuno di essi provò, // ma nonostante gli sforzi nessuno riuscì nell’intento. // Allora il padre sciolse il fascio // e diede una verga a ciascun figlio: // ognuno spezzò la propria senza sforzo. // Disse il padre: // “Oggi vi ho mostrato una grande verità, figlioli miei! // Nessuno vi vincerà, // se rimarrete uniti; // se vi dividerete, // facilmente le avversità della vita vi abbatteranno”. //
DIVERSI VALORI DEL SOGGETTO
12. Riconosci il soggetto nelle frasi e poi indicane il valore, scegliendo tra quelli indicati nel riquadro.
Il cavallo si lanciò in una corsa sfrenata. Valore: compie l’azione.
COMPIE L’AZIONE · SUBISCE L’AZIONE · È CIÒ DI CUI SI ESPRIME UN MODO D’ESSERE · PROVA UN SENTIMENTO · RICEVE QUALCOSA · SERVE DA STRUMENTO PER COMPIERE UN’AZIONE
a. Questa bambina è molto affezionata ai suoi amici.
b. Il babbo la accompagnava a scuola.
c. Il nonno era vinto dalla stanchezza.
d. Sergio ha ricevuto uno splendido regalo di compleanno.
e. Il giovane soldato era in attesa del primo scontro.
f. La mia matita fa disegni meravigliosi!.
g. Quest’albero è stato abbattuto da un violento temporale.
h. Erano passati sopra i tetti della città gli uccelli migratori.
i. Nello zaino il sergente nascondeva pacchetti di sigarette.
j. Il cavallo fu spaventato da un rumore improvviso.
k. Piero stava pensieroso alla finestra.
13. Scrivi delle frasi in cui lo stesso sintagma nominale soggetto sia usato per esprimere diversi valori. L’esercizio è avviato.
Il mio migliore amico… La pecora nera… Un giovane principe… compie l’azione parteciperà alle gare di atletica della scuola.
subisce l’azione è stato convocato per la finale del torneo.
è ciò di cui si esprime un modo d’essere è ammalato da tre giorni.
prova un sentimento
riceve qualcosa
IL SOGGETTO ESPRESSO DA UN SINTAGMA COMPOSTO
14. Dati i seguenti verbi plurali costruisci delle frasi aventi come soggetto un sintagma composto.
Rose e margherite fioriscono nel tuo giardino.
a. sono carnivori.
b. avevano deciso di fare un’escursione.
c. protendevano alti i loro rami nel cielo di primavera.
d. spuntavano qua e là tra l’erba del prato.
e. si sono incontrate al mercato.
f. Dopo tanti anni non si riconoscevano più.
g. si capiscono con gli sguardi.
h. si affacciano sul mar Tirreno.
i. sarete presentate al preside.
j. raggiungemmo ottimi risultati.
k. In questo negozio si vendono .
l. segnano il confine naturale fra l’Europa e l’Asia.
15. Componi delle frasi aventi il soggetto formato dalle parti del discorso indicate.
Preposizione: In è una preposizione semplice.
a. Congiunzione:
b. Verbo all’infinito:
c. Articolo + verbo all’infinito:
d. Avverbio:
e. Esclamazione:
f. Articolo + nome proprio:
g. Articolo + aggettivo:
16. Scrivi delle frasi aventi come soggetti i sintagmi indicati.
a. Le carte
Le carte da gioco
b. Il ferro
Il ferro da stiro
c. La rosa
La rosa dei venti
d. Il piede
Il piede di porco
e. La stella
La stella di Natale
f. Il fuoco
Il fuoco d’artificio
QUANDO IL SOGGETTO NON È ESPRESSO
17. Nelle seguenti frasi il soggetto non è espresso. Indica se è implicito (e in questo caso esplicitalo) oppure se il verbo è impersonale o usato in modo impersonale.
Soggetto implicito Verbo impersonale Verbo usato in modo impersonale
Andiamo a scuola in bicicletta. NOI
Non si corre nei corridoi.
Hanno rapinato la nostra banca.
Nevica da tre giorni.
In montagna si dorme benissimo.
Non preoccuparti per queste cose.
Parlano bene di lui in città.
Fa piuttosto freddo in Canada.
Vincerai di sicuro.
Hanno bussato alla porta.
Ha piovuto tutta la settimana.
Finalmente domani si torna a casa!
18. Non sempre in italiano è necessario esprimere il soggetto. Dove è possibile eliminalo, dando le ragioni della tua scelta.
Perché tu insisti a fare così?
Il pronome tu non è necessario perché il morfo del verbo indica con sufficiente chiarezza quale sia il soggetto della frase.
1. Luigi è spossato perché egli ha percorso trenta chilometri in bicicletta senza fermarsi mai 2. All’esame di maturità i professori interrogheranno su tutto il programma svolto. 3. Tu non mi devi dire cosa io devo fare! 4. Voi due resterete a casa a lavorare. 5. Lei ha meritato il premio, non Franco. 6. Tu, che amavi le cose semplici, ti sei messo in un bel pasticcio. 7. Ero io che fischiettavo. 8. Luca ed io siamo usciti a fare una passeggiata, e noi abbiamo incontrato alcuni nostri amici. 9. Ugo e Ivo sperano che tu vada con loro al mare. 10. La mamma non pensava che io tornassi così presto. 11. Anche lui è venuto a trovarmi. 12. Oggi è venuto Giorgio a studiare con me, ed io sono stata molto contenta. 13. Simone balzò in piedi; egli si guardò attorno come può farlo una preda braccata; poi lui afferrò la cartella grigia. Simone corse alla sua macchina. 14 Tu sei davvero un caro amico. 15. Per l’emozione Roberto taceva.
3. IL PREDICATO
PREDICATO VERBALE E PREDICATO NOMINALE
1. Completa le frasi con un predicato verbale. Tu tutto. Tu hai capito tutto.
1. Il treno nella galleria. 2. Il poeta romano Virgilio l’Eneide
3. Il medico mi una cura. 4. Maurizio a Pechino per lavoro.
5. un gioco nuovo per il computer. 6. Gli zii ci a pranzo.
7. Il cacciatore la sua preda. 8. Il premio mi dalla giuria.
9. Quella notizia non su nessun giornale.
2. Riconosci il soggetto e il predicato verbale. Poi analizza i verbi che formano i predicati.
Il passerotto Ciccio mi cascò ai piedi, con un sordo rumore, una mattina di primavera. soggetto PV cascò = verbo cascare, I coniugazione, modo indicativo, tempo presente, III persona singolare.
1. Al ritorno, suo padre aveva trovato il nido vuoto, senza la moglie e senza il figlio. 2. Ciccio era finito dunque su un rametto dell’alberello di ciliegio. 3. Ciccio ebbe paura per l’altalenare di una ciliegia. 4. Il passerotto fuggì sulle sue alucce inesperte. 5. Quel ragazzetto aveva abbassato cautamente gli occhi. 6. Dall’alto cadde qualcosa di bianco e di leggero. 7. Come batte veloce il cuore dei passerotti spaventati! 8. La civetta lo avrebbe afferrato feroce nel buio della notte. 9. D’agosto i cacciatori lo avrebbero catturato. Frasi tratte da O. Vergani, Ciccio
3. Riconosci il soggetto e il predicato verbale nelle seguenti frasi delimitate da due barrette.
A Napoli il mese di maggio ride fra i vecchi palazzi dei rioni popolari // soggetto PV come una donna spagnola ride dietro il ventaglio. soggetto PV
1. Un giorno le campane suonavano a festa // e mia madre dichiarò // che ci occorrevano trecento lire. 2. Noi meditammo // finché apparve la luna. 3. Io dissi finalmente // che ci avevano parlato di una piccola banca. 4. Da uomo a uomo il banchiere mi spiegò // che la Banca Esposito non anticipava denaro liquido, // bensì forniva speciali “buoni d’acquisto”. 5. Sentivo // che avrei pianto sulla spalla di quell’uomo. 6. La bicicletta vi costa trecento lire; // voi la barattate con una valigia-armadio // che vale duecentosettanta lire, // ma per la quale Randaccio vi verserà in contanti duecentotrentalire. Frasi tratte da G. Marotta, Nulla sul serio
4. Completa le frasi con un predicato nominale.
Tu Tu sei un bravo ragazzo
L’orologio . Ieri la zia .
Marte e Saturno . Il racconto .
Quei fumetti . Quel giorno i tuoi amici
Le mie mani . Durante l’estate noi .
Fra due anni il mio compagno Andrea .
5. Riconosci e sottolinea nelle frasi il predicato nominale.
Gigino a scuola non faceva miracoli; // ma il maestro era contento
a. Il cappello era così largo // che gli calava sul naso.
b. Gigino era bizzarro, capriccioso, svogliato.
c. Ho un nuovo amico, // si chiama Filodemo, // è un grande inventore
d. Filodemo è un genio povero e sfortunato.
e. Eureka non è un nome di donna, scusa, bensì una parola pronunciata dall’inventore Archimede.
f. Sono un genio, // è vero, // ma mi manca il coraggio.
g. Quando lo conobbi io, aveva appena dieci anni. Di nome si chiamava Gigino. Non era né bello né brutto. Frasi tratte da C. Collodi, Storie allegre e da G. Zucconi, Scaramacai
6. Analizza i predicati nominali sottolineati nelle frasi, come nell’esempio.
Luca alla festa era elegante. copula (verbo essere) + aggettivo predicativo
1. Corsi verso l’automobile. Ero distratto e inciampai in una catena di ferro distesa per terra. 2. La catena era legata a una bicicletta. 3. Il mucchio di biciclette rugginose che avevo fatto precipitare era il primo di molti altri. 4. “È mio marito. Ha più care queste ferraglie che i suoi occhi. Non vive per altro”. 5. “Anche le cantine sono piene che non ci si può entrare”. 6. Il marito era piccolo e magrissimo, con un viso squadrato e occhi avidi e furtivi. 7. Toccò con le mani una delle catene, per rendersi conto che fosse ben legata.
7. Aggiungi un aggettivo ai verbi copulativi al fine di formare un predicato nominale. Con ognuno di essi poi componi una frase.
Sembrava + pronto Ho spento il fuoco perché il pollo sembrava pronto predicato nominale
DIVENTERÀ · APPARE · SEMBRANO · DIVENIVA · È APPARSO · ERA DIVENTATO · SEMBRERANNO · ERANO DIVENUTI
8. Completa le frasi con un verbo copulativo scegliendo dall’elenco.
Claudio beato Claudio appare beato.
DIVENTARE · RISULTARE · SEMBRARE · DIVENIRE · APPARIRE · RIMANERE
1. Roberto allegro. 2. Mio nonno molto vecchio.
3. Le tue parole troppo aspre. 4. Nei giorni di festa i negozi chiusi.
5. Il poeta latino Properzio famoso. 6. L’ingegner Chini senatore.
7. Antonio un bravo ragazzo. 8. Alcuni artisti maestri.
9. La questione molto importante. 10. Napoleone nella nostra memoria come un grande condottiero.
9. Sostituisci il verbo essere con un altro verbo copulativo.
Quando c’è il sole, il paesaggio è vivace. Quando c’è il sole il paesaggio appare vivace.
a. Mio nonno fu ( ) una guida alpina.
b. Questo affare è ( ) vantaggioso.
c. Paola è ( ) una ragazza saggia.
d. Questo libro è ( ) avvincente.
e. Piero è stato ( ) sveglio tutta la notte.
f. Beatrice è ( ) bella quando sorride.
10. Fai l’analisi morfosintattica, individuando le funzioni logiche di soggetto e predicato (verbale o nominale) di ciascuna frase.
I due ragazzi / cominciarono / l’arrampicata.
i due ragazzi SN soggetto articolo + aggettivo + nome cominciarono SV predicato verbale verbo cominciare l’arrampicata SN articolo + nome
1. Questa sera verranno a casa nostra alcuni amici della Sardegna. 2. Lucia oggi sembra una principessa dei tempi antichi. 3. Con l’arrivo della primavera le prime gemme compaiono sugli alberi sotto la mia finestra. 4. Vi portiamo noi al cinema: abbiamo la macchina dello zio Paolo. 5. Migliaia di zebre correvano libere attraverso la savana verdeggiante. 6. Il cane Argo restò fedele al suo padrone Ulisse per circa vent’anni. 7. Con l’aiuto dei miei amici costruirò la pista delle biglie in pochissimo tempo: così giocheremo fino a sera senza interruzioni. 8. Una volta i treni erano molto più lenti. 9. Tu diventerai certamente un direttore d’orchestra. 10. Quando aprii la porta, mia madre mi guardò sorpresa.
11. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, individuando le funzioni logiche di soggetto e predicato (verbale o nominale) di ciascuna frase.
1. All’improvviso un tuono fece un rumore assordante. 2. Cadde dal cielo una pioggia scrosciante. 3. Con un bagliore accecante un lampo illuminò l’orizzonte. 4. Gli animali del bosco scapparono sotto una grande quercia. 5. Un uccellino smarrito svolazzava lungo il fiume. 6. In pochi minuti il sentiero era impraticabile. 7. Uno squarcio di cielo comparve sopra di noi. 8. Con grande sollievo vedemmo il sole tra le nubi. 9. Finalmente il cielo era limpido e sereno.
12. Scrivi delle frasi con i verbi indicati, usandoli una volta come verbi copulativi, una volta con valore autonomo.
Vivere: 1) Mia zia vive sola; 2) Dante visse dal 1265 al 1321.
NASCERE · CRESCERE · MORIRE · RIMANERE · GIOCARE · RICONOSCERE
13. Riconosci soggetto e predicato delle seguenti frasi.
Annalisa / è diventata un’ottima cuoca / grazie ai consigli / del cuoco Busnelli. soggetto predicato nominale
1. Il nonno rimase assopito per molte ore. 2. Raimondo diventerà segretario comunale. 3. Il nostro amico Luca sembra Paperino. 4. La vostra villa mi è sembrata splendida. 5. Caio Giulio Cesare divenne console. 6. Renato è il vincitore della gara podistica. 7. Quel cantante è diventato famoso in poco tempo. 8. I vostri nipotini crescono robusti. 9. Marco appare un buon amico ai suoi compagni di classe. 10. I Cretesi divennero padroni del Mediterraneo orientale. 11. Il filosofo greco Aristotele è sempre stato un punto di riferimento per la cultura europea.
14. Scrivi delle frasi aventi la struttura indicata.
SN soggetto + SV predicato verbale + SP Le Olimpiadi si sono svolte ad Atlanta.
a. SP + SN soggetto + SV predicato nominale
b. SN soggetto + SV predicato verbale + SN
c. SN soggetto + SV predicato nominale (copula + aggettivo)
d. SN soggetto + SV predicato verbale + SN + SP
e. SN soggetto + SV predicato nominale (copula + SN)
f. SN soggetto + SV predicato verbale + SN + SP
15. Trasforma i verbi di modo participio sottolineati in verbi di modo finito (cioè indicanti la persona nel loro morfo) e riconosci il loro soggetto.
Chiusa la porta, non sentii il rumore. Quando chiusi la porta. Soggetto: io.
1. Spuntata la luna, decisi di tornare a casa. 2. Ricamato il corpino dell’abito, la sarta guardò soddisfatta il suo lavoro. 3. Allacciati i bottoni, questa giacca tiene molto caldo. 4. Cantata la romanza, Pavarotti fu applaudito a lungo. 5. Sorpreso a rubare, il ladro si costituì. 6. Scomparsa la ragazza, tutti si mostrarono preoccupati.
I trucchi del mestiere
RICONOSCERE SOGGETTO E PREDICATO QUANDO
IL VERBO È DI MODO
INDEFINITO
Svolgendo l’esercizio ti sarai accorto che anche i verbi di modo indefinito (infinito, participio, gerundio), pur non manifestando nel loro morfema la persona, possono svolgere la funzione di predicato verbale e avere un loro soggetto. Per individuarlo però occorre sempre esplicitare il verbo di modo indefinito in verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo).
Ad esempio, nella frase:
Impugnata la spada, D’Artagnan iniziò un terribile duello.
iniziò è il predicato verbale della frase che ha per soggetto D’Artagnan. Per capire se Impugnata la spada è una frase avente come predicato impugnata, occorre provare a trasformarla così:
Dopo che ebbe impugnato la spada, D’Artagnan iniziò un terribile duello.
Da ebbe impugnato capiamo che il soggetto è D’Artagnan. Non sempre è possibile trasformare il verbo di modo indefinito in verbo di modo finito. Osserva:
Vivere è una cosa meravigliosa.
In questo caso vivere non ha la funzione di predicato, ma di soggetto: si tratta di un uso nominale dell’infinito, tanto è vero che potresti dire
La vita è una cosa meravigliosa.
16. Scrivi un brano che contenga almeno dieci predicati verbali e dieci predicati nominali (che sottolineerai con colori diversi), intitolato: Un’indimenticabile avventura.
AGGETTIVI E SINTAGMI PREDICATIVI DEL SOGGETTO
17. Scrivi delle frasi aventi il predicato nominale espresso dalla struttura indicata.
a. Verbo copulativo + aggettivo:
b. Verbo copulativo + sintagma nominale:
c. Verbo copulativo + pronome:
d. Verbo copulativo + sintagma preposizionale:
e. Verbo copulativo + avverbio:
18. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, indicando soggetto e predicato.
1. Con quella pettinatura Piero è diventato molto ridicolo. 2. La povera cugina Giulia restò di sasso // quando si accorse della fuga del cagnolino. 3. Crudelia De Mon con la sua pelliccia bianca appariva di ghiaccio a quei poveri cuccioli di dalmata. 4. Il rischio di incidenti sull’autostrada è divenuto più alto dopo la forte nevicata. 5. Questo è troppo! Chiedi scusa a tua sorella immediatamente. 6. Rimanete voi stessi, non trasformatevi al ritmo della moda. 7. Quella gazzella correva spensierata nella savana fino all’arrivo del leone affamato. 8. I miei gattini si addormentano sereni sulla poltrona come bambini in braccio alla mamma. 9. In inverno mi sembra meglio una cioccolata calda come merenda.
IL VERBO ESSERE: COPULA O PREDICATO VERBALE?
19. Nelle coppie di frasi sottolinea in modo diverso il verbo essere quando è copula e quando è predicato verbale.
La penna di Mario è rossa. / La penna di Mario è sul tavolo.
1. La biblioteca è piena di bei volumi. / La biblioteca è al piano di sopra. 2. La città di Milano è in Lombardia. / La città di Milano è una metropoli. 3. L’aereo era confortevole. / L’aereo era sulla pista dell’aeroporto. 4. Il mio borsellino era privo di denaro. / Il mio borsellino era sul mobile del corridoio. 5. La Topolino era nel parcheggio. / La Topolino era un’auto. 6. Durante l’ultima guerra mio nonno è stato prigioniero dei tedeschi. / Durante la guerra mio nonno è stato in Africa.
20. Riscrivi la frase sostituendo il verbo essere predicato verbale con un altro verbo, in modo da rendere più evidente il significato del messaggio.
Il quadro Guernica è di Pablo Picasso. Il quadro Guernica è stato dipinto da Pablo Picasso.
a. La casa in cui abito è del 1929.
b. La cartella rossa è di Silvia, quella verde è mia.
c. Il concerto del mio cantante preferito sarà settimana prossima.
d. La lezione di oggi è sul verbo “essere”.
e. Lucia, questo fiore è per te.
f. La partita di calcio tra attori e cantanti è a scopo di beneficenza.
g. Oggi gli spaghetti sono con le vongole, domani saranno con il ragù.
h. Eleonora indossa solo vestiti di marca, i suoi jeans, ad esempio, sono di Armani.
i. I tuoi orecchini sono d’oro o d’argento dorato?
21. Indica se nelle frasi il verbo essere svolge la funzione di copula, predicato verbale o ausiliare.
a. Luca è arrivato con il treno delle cinque.
b. Quel quadro è davvero bellissimo!
c. Paolo è nell’orto da circa un’ora.
d. Non siamo spaventati per l’esame d’inglese.
e. Ieri sono caduto dalle scale.
f. Grazie, siete dei ragazzi stupendi!
g. Quel signore è un eroe di guerra.
h. Gigi è scappato prima della fine del film.
22. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, indicando soggetto e predicato e facendo particolare attenzione ai valori del verbo essere (copula, predicato verbale, ausiliare).
Il ghepardo / è un grosso e agile felino.
il ghepardo SN soggetto
è un grosso e agile felino SV predicato nominale (copula + SN)
Articolo + nom.
Verbo essere + articolo + aggettivo + congiunzione + aggettivo + nome.
1. Quella mattina le pecore erano ancora nell’ovile. 2. Il “rispetto” è un breve componimento lirico popolare. 3. I canti patriottici sono spesso espressione di sinceri sentimenti. 4. C’era, fuori dalle finestra, una torta di mele. 5. Oggi la primavera è un vino effervescente. 6. Frequente fonte di ispirazione ai poeti è il linguaggio della loro terra. 7. Sarei venuto al cinema con te, se mi fosse stato possibile. 8. Al tempo dei Borboni c’era a Napoli un cuoco eccezionale. Costui era chiamato da tutti Totò Sapore: i suoi piatti erano deliziosi. Fu preso a corte e, nella cucina del palazzo reale, nessuno era amato quanto lui.
23. Scrivi tre frasi in cui il verbo essere sia copula, tre in cui sia predicato verbale, tre in cui sia ausiliare.
4. L’ANALISI LOGICA
1. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, indicando nella colonna della sintassi le funzioni logiche di soggetto e predicato.
1. Suo padre gli aveva insegnato le cose essenziali della vita. 2. Contro la sua volontà Assunta partì il giorno dopo per Napoli. 3. Questa notte hanno svaligiato l’appartamento al primo piano del mio palazzo. 4. Il cielo appariva fosco dal sesto piano di quella casa in periferia. 5. Il parroco parlava lento e paziente dal pulpito della chiesa. 6. L’oste aveva appena cucinato gli spaghetti all’amatriciana, // ma Silvio ordinò della minestra in brodo 7. Non resterò fermo in questo paese desolato per il resto delle mie vacanze. 8. Il tuo silenzio è complicità con quella banda di ladruncoli. 9. Di colpo Paola divenne pallida come un cencio. 10. Se sei un uomo onesto // mi restituirai i soldi prestati. 11. Il custode aveva in tasca le chiavi dell’ingresso principale della fabbrica. 12. Il signor Rossi parcheggiò la sua bicicletta nello spazio riservato alle auto dei dirigenti. 13. Due giorni fa Remigio ha trovato un ranocchio gigantesco nello stagno vicino a casa sua. 14. A Venezia i gondolieri manovrano le imbarcazioni con un solo lungo remo. 15. Sulla barca c’erano i signori Besana con la loro figlia maggiore. 16. Nel cielo drappi plumbei di nubi annunciavano il temporale. 17. Sopra le barche passavano da sponda a sponda i richiami degli uccelli. 18. Nell’intrico tremendo degli arbusti il verso del cuculo pareva lontanissimo.
2. Dopo aver riconosciuto i sintagmi che compongono le frasi, fai lo schema delle reggenze indicando le funzioni logiche di soggetto e predicato.
SN SP SV SP
Quel girino / in poco tempo / è diventato un ranocchio / di dimensioni eccezionali.
Quel girino è diventato un ranocchio soggetto predicato nominale in poco tempo di dimensioni eccezionali
1. Il papà di Giorgio questo pomeriggio ci ha accompagnati in gelateria. 2. Con questo brutto tempo non faremo la passeggiata in riva al mare. 3. Ho comprato un libro di storie di fantasmi molto bello. 4. Senza dubbio diventerai un campione assoluto della corsa a ostacoli. 5. Prima di sera arriveremo in cima alla vetta di questo monte. 6. Durante le vacanze in Grecia ho comprato un antico vaso di creta con delle iscrizioni. 7. Ho costruito un pupazzo di neve con le mani. 8. Dopo ore di tensione l’agente ha catturato il ladro con la pistola.
3. Fai l’analisi morfosintattica e lo schema delle reggenze.
In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso, // smontai di sella in una corte buia, // stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo. Ero senza fiato; // le gambe mi reggevano appena. Salii una scalinata;// mi trovai in una sala alta e spaziosa: // molte persone sedevano a cena attorno a un desco illuminato da candelieri. Due sensazioni distinte si confondevano nella mia mente un po’ fluttuante per la stanchezza e turbata
Tratto e adattato da I. Calvino, Il castello dei destini incrociati
4. Fai l’analisi morfosintattica e lo schema delle reggenze.
L’indovina Amalia, famosa cartomante, accolse il cliente nel suo studio. Sul tavolo c’erano una statuetta egizia, il gatto nero Pippo, tre pacchetti di sigarette e un mazzo di tarocchi. «Tagli il mazzo» // disse Amalia con voce baritonali. Il cliente eseguì. La cartomante Amalia estrasse tre carte //e le scoprì lentamente davanti a sé. «La prima carta dice //che nel marzo di quest’anno ci saranno spaventosi attentati a Londra, Parigi e Roma //e un ordigno atomico verrà lanciato su Washington. L’uomo deglutì. «La seconda carta dice // che la reazione degli Stati uniti provocherà la Terza guerra mondiale con due miliardi di morti nel quadro di una catastrofe climatica // che sommergerà due terzi delle terre emerse». L’uomo si grattò la testa. «La terza carta dice // che la sua donna la ama ancora // e tornerà da lei». L’uomo ringraziò l’indovina quasi con le lacrime agli occhi. La gente, gli alberi, il cielo, tutto gli sembrava più bello e luminoso.
Tratto e adattato da S. Benni, La grammatica di Dio
5. Fai l’analisi morfosintattica e lo schema delle reggenze.
La stazione centrale di Milano è un pianeta a sé, è come una riserva di pellerossa nel mezzo della città. A lui piaceva. Ci veniva ogni settimana, da oltre due mesi, saliva sulla scala mobile e arrivava alla galleria di testa. Comprava un paio di giornali e di riviste poi andava in fondo, al bar, guardando di tanto in tanto l’orologio: l’appuntamento era alle quattro e quaranta, col treno proveniente da Ginevra.
Tratto da G. Scerbanenco, La Milano nera
QUESTIONI DI LESSICO
LE FRASI NOMINALI
1. Trasforma le frasi in frasi nominali, al fine di dare ancora più risalto al messaggio che esse intendono comunicare.
Il giovedì si mangiano gli gnocchi. Giovedì gnocchi.
1. Con soddisfazione di entrambe le parti in gioco, l’affare è stato concluso. 2. Un individuo sospetto si aggira nel nostro quartiere. 3. I Beatles sono cantanti amati dagli adulti e dai ragazzi. 4. Del Piero ha segnato un goal tirando da fuori area.
2. Cerca su un quotidiano (anche on line) dieci frasi nominali, copiale sul quaderno e trasformale in frasi costruite attorno a un verbo.
“John Wayne, il presidente ideale” Molti Americani ritengono che John Wayne sarebbe stato un presidente ideale.
3. Presenta l’intervallo scrivendo un articolo di giornale in cui siano inserite delle frasi nominali.
4. Rispondi alle domande usando delle espressioni senza verbo che sostituiscano la frase.
Glielo dirai? Senz’altro.
a. Sei andato a sciare?
b. A scuola hai visto tuo cugino?
c. Non sai nulla di quello che è accaduto?
d. Ti è piaciuto il film?
e. Pietro avrà imparato a scrivere?
f. Non dirmi che hai rivelato a qualcuno il nostro segreto!?
5. Cerca almeno dieci slogan pubblicitari senza verbo e riportali sul tuo quaderno. Poi prova a trasformarli in frasi.
Foppapedretti. Così semplici così geniali I prodotti della Foppapedretti sono tanto semplici quanto geniali.
I trucchi del mestiere
DOV’È IL PREDICATO NELLE FRASI NOMINALI?
Svolgendo gli esercizi avrai notato che la funzione di predicare non può mancare in una frase, la quale altrimenti risulterebbe insensata. Quale elemento nel caso della frase nominale assume la funzione predicativa?
Osserva:
Elena corre velocemente, Maria lentamente.
Tu sai sciare? Io sì
Vuoi una bibita? - No, grazie.
Hai freddo? - Niente affatto!
Sei certo di aver visto uno scoiattolo? -Assolutamente!
Lentamente, sì, no, niente affatto, assolutamente sono avverbi che, in questo caso, hanno la funzione di richiamare la presenza del verbo, il quale si trova nella frase precedente. Il verbo inoltre è spesso assente nelle frasi esclamative, per rendere più immediata, meno costruita l’esclamazione, la cui caratteristica è proprio la spontaneità:
Che bello questo fiore! Strana la tua camicia!
Ti sarai reso conto che il verbo che manca è il verbo essere:
Che bello è questo fiore! È strana la tua camicia!
Addirittura l’intonazione può avere la funzione di sostituire il verbo, e quindi di predicare qualcosa:
Tutti a tavola!
Questo messaggio pronunciato con tono alto ed esortativo dalla mamma significa Venite tutti a tavola! Ma se la mamma non ha ancora preparato il pranzo e vi vede tutti seduti a tavola con aria affamata, pronuncerà lo stesso messaggio con un tono sorpreso e preoccupato, volendo significare: Come, siete già tutti a tavola?
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Dopo aver ripassato i paragrafi dedicati al soggetto, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Come può essere definito il soggetto?
b. Quali sono i possibili valori del soggetto?
c. Solo il sintagma nominale semplice può svolgere la funzione di soggetto nella frase?
d. In quali casi in italiano il soggetto non è espresso?
2. Dopo aver ripassato i paragrafi dedicati al predicato, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Cosa significa predicare?
b. Il verbo da solo riesce sempre a svolgere la funzione di predicare?
c. Qual è la differenza tra verbi predicativi e verbi copulativi?
d. Quando il verbo essere è copula e quando predicato verbale?
3. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato all’analisi logica, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Qual è lo scopo dell’analisi morfosintattica? E di quella logica? Che rapporto c’è tra queste due analisi?
b. Operativamente come si fa l’analisi logica? Come si costruisce lo schema delle reggenze?
Analisi
4. In ciascuna delle seguenti frasi individua il nucleo della frase (SN+SV) e poi analizza il soggetto e il predicato, come nell’esempio.
La fanciulla torna dalla campagna al tramonto con un mazzo di rose e di viole.
la fanciulla SN soggetto articolo + nome torna SV predicato verbale verbo tornare
a. Come ogni mattina la squadra dei boscaioli era partita prima di mezzogiorno.
b. In uno spiazzo i boscaioli accesero il fuoco.
c. Restava ancora nell’aria l’odore della polenta.
d. I due più giovani dormivano con la testa sulla giacca piegata a cuscino.
e. Improvvisamente un tuono secco li svegliò.
f. Moscerini quasi invisibili entravano nella pelle sudata e salata dei quattro come pungiglioni di vespe.
g. Il più giovane corse fuori nel diluvio con la giacca sopra la testa.
h. “In quello spiazzo c’è un capriolo appena nato!”
i. Uscirono nel temporale anche gli altri tre.
a. Nella radura i boscaioli videro tra le felci l’animaletto quasi senza vita.
b. Come sempre verso la metà di dicembre era venuto il vento di sud-ovest.
c. Sopra la neve c’era la polvere del deserto, sottile e impalpabile.
d. Sotto il bosco c’erano ovunque scaglie di cortecce.
e. L’acqua penetrava tra le rughe dei tronchi.
f. Un tempo, con l’acqua e il ghiaccio, i nostri avi staccavano dalla montagna i grandi monoliti.
g. Un pomeriggio nel bosco dietro casa alcune cornacchie gridarono l’allarme.
h. Sopra il bosco e tra gli abeti vi fu un gran gridare.
i. Subito dopo vidi un volo bianco sotto i rami degli alberi.
a. Dopo neanche mezz’ora le cornacchie ripresero il loro schiamazzo.
b. Nel ritornato silenzio e nella tranquillità osservai un gufo reale albino.
c. Una sera della primavera scorsa sentii il richiamo dei gufi.
d. Per altre due o tre sere il loro profondo ‘u-u-u’ risuonava in quel magico momento prima della notte e dopo l’ultimo canto del pettirosso.
e. Una decina di anni fa alcune coppie avevano dimorato nei pressi di questo bosco.
f. La presenza di questi vicini mi rallegrava durante i miei lavori.
g. Gatti randagi, faine e cornacchie predano ogni nido.
h. Cinque nuovi nati un pomeriggio volarono via senza rumore.
i. Forse non erano ancora autonomi per la ricerca del cibo.
j. Anche un pipistrello uscì a caccia di insetti e di farfalle notturne.
k. Con un colpo d’ala e di coda il vecchio gufo volò sopra e molto vicino al pipistrello e lo ghermì con gli artigli.
l. Il pipistrello alpestre è un animaletto pulito, timido e utile.
Frasi tratte e adattate da M. R. Stern, Il libro degli animali
5. Dividi in frasi il brano, individua il nucleo della frase (SN+SV) e analizza soggetto e predicato.
Vedi esempio dell’esercizio precedente.
Guardate, capitano! Guardate laggiù… Il capitano, non meno pallido del mastro, guardò verso l’isola e scorse quattro navi che doppiavano un capo lontano appena tre miglia.
Erano quattro grandi prahos malesi, bassi di scafo, leggerissimi, snelli, con vele di forme allungate, sostenute da alberi triangolari.
Questi legni sfidano i più tremendi uragani e sono generalmente usati dai pirati malesi. Il capitano non l’ignorava e informò l’equipaggio del pericolo che li minacciava. Solo un’accanita resistenza poteva salvarli. L’armeria di bordo non era troppo ben fornita; v’erano però delle sciabole d’arrembaggio, qualche rivoltella e un buon numero di scuri.
I marinai e i passeggeri si precipitarono verso poppa. La bandiera degli Stati Uniti salì maestosamente sul picco della randa e mastro Bill la inchiodò.
I quattro prahos malesi non erano più che a sette o ottocento passi. Erano ottanta o novanta uomini. Alcuni erano malesi dalla tinta olivastra, membruti e di lineamenti feroci; altri erano bellissimi dayaki di statura alta. C’erano pure alcuni cinesi. Tutti quegli uomini tenevano gli occhi fissi sul vascello e agitavano furiosamente le armi.
A quattrocento metri di distanza un colpo di cannone rimbombò sul primo praho. Tratto e adattato da E. Salgari, Le tigri di Mompracem
6. Individua soggetto e predicato in ogni frase di cui è composto il brano sottolineandoli in modi diversi.
Una magnifica sera l’usciere Cerviakòv era seduto nella seconda fila di poltrone e seguiva col binocolo Le campane di Corneville. Guardava e si sentiva al colmo della beatitudine, ma a un tratto il suo viso fece una smorfia, gli occhi si stralunarono, il respiro gli si fermò… egli scostò dagli occhi il binocolo, si chinò e starnutì. Starnutire non è vietato ad alcuno e in nessun posto. Starnutiscono i contadini, i capi di polizia e a volte perfino i consiglieri. Tutti starnutiscono. Cerviakòv non si confuse per nulla, s’asciugò col fazzolettino e, da persona garbata, guardò intorno a sé per vedere se non aveva disturbato qualcuno col suo starnuto. Ma qui entrò in confusione. Vide che un vecchietto, seduto davanti a lui, nella prima fila di poltrone, si asciugava accuratamente la calvizie e il collo col guanto e borbottava qualcosa. Nel vecchietto Cerviakòv riconobbe il generale civile Brizzalov, in servizio al dicastero delle comunicazioni.
Tratto da A. Čechov, La morte dell’impiegato
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
7. Completa i ragionamenti relativi all’individuazione del soggetto nelle frasi.
a. Nella frase “Arrivai in aeroporto con sorprendente rapidità”, il soggetto è “io”, infatti…
b. Nella frase “Lo riprese il desiderio di correre”, il soggetto non è “lo” ma “il desiderio”, infatti…
c. Nella frase “Durante l‘ultima guerra mio nonno fu prigioniero dei Tedeschi”, il soggetto è “mio nonno”, infatti…
d. Nella frase “Marco, leggi con più attenzione!”, il soggetto non può essere “Marco” perché…
e. Nella frase “In quanto a intelligenza Ulisse superava tutti gli altri eroi greci”, “tutti gli altri eroi greci” non può essere soggetto perché…
f. Nella frase “Questa mattina non ho trovato in edicola nessuno dei quotidiani” “questa mattina” non può essere soggetto perché…
g. Nella frase “Quali dei tuoi amici parteciperanno alla tua festa di compleanno?”, “compleanno” non può essere soggetto perché…
h. Nella frase “La superbia, secondo me, è il peggiore dei difetti”, “secondo me” non può essere soggetto perché…
i. Nella frase “A me piace il gelato al pistacchio”, “a me” non può essere soggetto perché…
8. Completa i ragionamenti relativi all’individuazione del predicato nelle seguenti frasi.
a. Il predicato della frase “L’estate scorsa sono andato in Grecia” non è nominale ma verbale, infatti…
b. Il predicato della frase “C’è nessuno?” non è nominale ma verbale, infatti…
c. Nella frase “Quel giorno i tuoi amici erano allegri”, il predicato non è solo “erano” perché…
d. Nella frase “Luca sarà un bravo medico”, il predicato non è solo “sarà” infatti…
e. Nella frase “Toro seduto era un grande capo indiano”, “seduto” non è predicato anche se è un verbo (participio passato di sedere), perché…
f. In “Avendo preso un brutto voto, non sono uscito” consideriamo predicato della prima frase “avendo preso” infatti…
9. Prova a descrivere le diverse funzioni che lo stesso sintagma svolge nelle frasi.
Il ragno si mise al centro della sua ragnatela / Con una retina catturai il ragno.
Nella prima frase il ragno indica il soggetto. Nella seconda il ragno riceve l’azione espressa dal predicato.
a. Gli astronauti atterrarono sulla luna. / L’astronave condusse gli astronauti sulla luna.
b. Aspetterò i saldi per comprare un nuovo paio di scarpe. / I saldi solitamente iniziano in gennaio.
c. Fra due ore esco di casa. / Ormai usiamo pochissimo il telefono di casa.
d. Sono morto di stanchezza! / Le occhiaie sono segno di stanchezza.
e. Mio padre lavora all’estero e solitamente viaggia in aereo. / In aereo, appena seduti, ci hanno fornito le indicazioni relative alla sicurezza.
f. Il nonno dice che alla mia età si deve correre spesso. / Molti poeti hanno dedicato una poesia alla mia età, la giovinezza.
Scrittura
10. Individua gli errori di concordanza tra soggetto e predicato commessi nella seguente trascrizione dell’inizio della fiaba Le fate di C. Collodi. Riscrivi il testo corretto sul tuo quaderno.
C’era una volta una vedova che avevano due figliuole.
La maggiore somigliavo tutta alla mamma, di lineamenti e di carattere, e chi vedevo lei, vedevo sua madre, tale e quale. Tutte e due era tanto antipatica e così gonfia di superbia, che nessuno le volevano avvicinare.
La più giovane, invece, per la dolcezza dei modi e per la bontà del cuore, erano tutti il ritratto del babbo… e tanto belle, poi, tanto belle, che non si sarebbero trovate l’eguale.
E naturalmente, poiché ogni simile amiamo il suo simile, quella madre andavano pazze per la figliola maggiore; e sentivano per quell’altra un’avversione, una ripugnanza spaventevole. La facevano mangiare in cucina, e tutte le fatiche e i servizi di casa toccava a lei.
11. Scrivi delle frasi aventi la struttura indicata.
SN-soggetto + SV-predicato nominale + SP
SN-soggetto + SP + SV-predicato verbale
SP + SN-soggetto + SV-predicato nominale
SP + SN-soggetto + SV-predicato verbale + SP
SN-soggetto + SP + SV-predicato nominale
SN-soggetto + SV-essere predicato verbale + SP
SV-predicato verbale
12. Scrivi delle frasi seguendo le indicazioni date.
La mia amica Giovanna è triste da alcuni giorni.
Una frase in cui il soggetto sia un essere vivente che compie un’azione Il mio amico Bernardo scrive al computer.
Una frase in cui il predicato dica un’azione che il soggetto ha compiuto nel passato.
Una frase in cui il predicato dica un’azione che il soggetto compirà nel futuro.
Una frase in cui il soggetto subisca un’azione.
Una frase in cui il predicato dica quali sentimenti prova il soggetto.
Una frase in cui il soggetto sia composto e compia un’azione.
Una frase in cui il soggetto non sia espresso perché implicito.
Una frase in cui il predicato esprima il modo d’essere del soggetto.
Una frase in cui il soggetto non sia espresso perché il verbo è impersonale.
13. Riscrivi le seguenti frasi trasformando il predicato verbale in predicato nominale, cercando di rimanere più fedele possibile al messaggio di partenza.
Giovanni dice spesso le bugie. Giovanni è bugiardo.
Mio papà lavora in banca.
Mio zio insegna italiano nella tua scuola.
Mia madre ama l’ordine.
Pietro tratta tutti in modo scortese.
Io rispetto sempre gli orari.
Di quel giornale non ci si può fidare.
Io svolgo i compiti frettolosamente.
Giulia riesce bene in matematica.
Angelo ha una grande passione per la musica.
14. Per comprendere un testo poetico è spesso necessario parafrasarlo, cioè riscriverlo in prosa. La prima operazione da compiere nella parafrasi è individuare soggetto e predicato. Traduci il seguente testo poetico in prosa: dopo aver sottolineato in modo diverso soggetto e predicato di ciascuna frase riscrivila sostituendo le parole che non appartengono al linguaggio contemporaneo.
I mesi
Lucida Aprile limpidi cristalli, Maggio mena ragazze pei viali. Giugno spicca gerani ai davanzali, contempla Luglio il sole e i grani gialli.
Dorme Agosto e non ode i temporali crescere sulle stoffe delle valli; nel crepuscolo viola i bei cavalli bagna Settembre dell’acque fluviali.
Ottobre succia l’uva lungo il fosso, prega Novembre a lume di candela, e Dicembre si soffia il naso rosso.
Gennaio è morto e sottoterra gela. Smilzo Febbraio serra i panni addosso, e Marzo pescatore alza la vela.
da F. Fortini, Poesia ed errore
15. Trasforma le seguenti frasi in frasi nominali, cioè senza verbo, che potrebbero figurare come titoli di un giornalino scolastico.
a. Oggi l’insegnante di matematica ha restituito alla classe le verifiche che sono andate piuttosto male.
b. All’intervallo gli studenti si precipitano fuori dalla classe correndo in modo scomposto.
c. Nessuno si aspettava che questa mattina suonasse la campanella per la prova d’evacuazione.
d. È stato allestito al quarto piano della scuola il nuovo laboratorio di informatica.
e. Vi è un errore nell’orario scolastico: due classi si sono trovate contemporaneamente in palestra per la lezione di educazione fisica.
f. L’insegnante di Arte e immagine ha vinto un importante premio di pittura.
g. Durante il cineforum metà classe si è addormentata: probabilmente il film proposto era un po’ noioso.
4. IL SINTAGMA NOMINALE
STRUTTURA E FUNZIONI. Nome, articolo, aggettivo, pronome. I complementi espressi dal SN quando non è soggetto
1. NOME
FUNZIONE DEL NOME NELLA COMUNICAZIONE
1. Riconosci la funzione di ciascuno dei nomi sottolineati nelle frasi riportandoli opportunamente nella tabella:
Possedevo un’automobile: una sera da un luogo di villeggiatura accompagnai certa gente alla stazione della città più vicina. Il treno era in ritardo, loro dicevano: “Vattene pure, si fa buio, fino a casa hai forse cento chilometri, ecc.”. Ma io ho preferito aspettare, per andarmene poi traverso la notte piena, quando il creato si rifà semplice ed eterno.
Partita la gente uscii dalla stazione e ripresi in fretta il mio posto al volante. In breve ero fuori delle case, via per il bel viale diritto, a fari accesi.
Ma non mi sentivo felice. Era una notte avvizzita. Il nero che copriva confusamente il cielo era pieno di strappi ove tremava qualche stella piccola, da quel nero colava per l’aria un impuro grigiore. Andando non sentivo dormire la terra, come nelle notti vere. Anche l’aria dei prati respirava a stento. (M. Bontempelli)
Indicare oggetti Indicare esseri animati Indicare eventi Indicare concetti
2. Riconosci se i nomi elencati indicano oggetti e esseri animati della realtà e della fantasia sottolineandoli in modi diversi. Attento: in alcuni casi lo stesso nome può indicare esseri reali o fantastici.
SOVRANO · PESCIVENDOLO · FAUNO · SIRENA · MANUALE · DRAGO · DINOSAURO · GNOMO · BALENA · PINOCCHIO · STELLA · NAPOLEONE · ONDA · CAPPUCCIO · CAPPUCCETTO ROSSO · LUPO · VAMPIRO · MANNARO · MACACO · ORCO · ORCA · GIULIO CESARE · ANNIBALE · SANDOKAN · PEGASO · TOPO · TOPOLINO · ARCHIMEDE · ARCHIMEDE PITAGORICO · STAMBECCO · BAMBI · NEMO · CAPITANO · MOLLUSCO · ASTRONAVE · MEDUSA
3. Inventa tu un nome per ciascuna delle seguenti strane invenzioni.
a. Scarpe con stringhe che si allacciano da sole
b. Automobile che si alimenta con l’acqua
c. Lavatrice che lava e stira i panni
d. Macchina che aspira la nebbia
E ora rifletti sui nomi che hai inventato: come hai fatto a crearli?
4. Riconosci i sintagmi che costituiscono le frasi, classificali, sottolinea i nomi e di’ che cosa indicano.
Lucia / giocava / con la corda SN SV SP
Lucia indica una persona. corda indica un oggetto.
a. Per la festa di Benedetto ho comprato un vestito lungo.
b. Verso sera l’orizzonte divenne rosso.
c. Tutti gli uomini cercano la verità.
d. È necessario il riposo dopo una grande fatica.
e. L’avarizia è il peggior vizio di Paperone.
f. Questa sera farò una breve visita a mio cugino.
TIPOLOGIA DEL NOME
5. Riconosci i nomi comuni e i nomi propri sottolineandoli in modi diversi e correggi gli errori nell’uso della maiuscola.
In caso di dubbio consulta il prontuario di ortografia nel volume di teoria.
RISTORANTE · FIRENZE · NATALE · FORESTA · ESTATE · VICENZA · ATLANTE · FERRAGOSTO · ARLECCHINO · LUCE · TEVERE · LONDRA · PEDANA · LUNEDÌ · CALCIO · MILAN · SPORT · ALESSANDRA · ROSA · PESTICIDA · OLIO
Hai notato che alcuni nomi possono essere sia comuni che propri? Quali?
6. Scrivi due frasi in cui lo stesso aspetto della realtà sia nominato ora con un nome comune, ora con un nome proprio.
Luogo: a) Io abito in una città molto affollata. b) Abito a Milano da molti anni, ma i miei genitori sono di Brescia.
ANIMALE DOMESTICO · CORSO D’ACQUA · COMPONENTE DELLA FAMIGLIA · EVENTO STRAORDINARIO
7. Scrivi il nome astratto che deriva dagli aggettivi e dai verbi elencati. Se hai qualche dubbio, consulta il dizionario.
Buono bontà
Desolato
Simpatico
Perfido
Pudico
Falso
Oculato
Prudente
Necessario
Migliore
Tenero
Lottare
Mancare
Ingannare
Esistere
Esonerare
Comunicare
Scadere
Decidere
Agire
Fuggire
Correre
8. Leggi con attenzione le situazioni descritte poi utilizza dei nomi astratti per denominarle, come nell’esempio.
Lucia aiuta Anna quando ha bisogno, le telefona se è ammalata, si preoccupa per lei se è triste, la difende se la prendono in giro…
Tra Lucia e Anna vi è una sincera amicizia
a. Questa estate ho partecipato a una vacanza organizzata senza i miei genitori. I primi giorni ero contento, poi ho iniziato a sentire che mi mancava casa mia. Alla sera mi scendeva qualche lacrima e desideravo tornare dalla mia famiglia.
b. La giuria non aveva prove per condannare l’imputato. Il suo avvocato lo aveva difeso bene. I testimoni dell’accusa non erano attendibili. L’imputato è stato dichiarato colpevole.
c. L’orizzonte era rosso fuoco. Poi all’improvviso il cielo divenne nero come la pece. Si sentivano dei rumori assordanti e si vedevano lampi squarciare le nubi. Iniziò a piovere a dirotto e il vento soffiava forte.
Ora al contrario: noi ti forniamo i nomi astratti, tu descrivi una scena che essi potrebbero nominare.
a. Naufragio
b. Libertà
c. Ospitalità
9. Riconosci i nomi numerabili e quelli di massa sottolineandoli in modi diversi.
CAVALLO · FARINA · CANE · ACQUA · MONTAGNA · SEDIA · LIBRO · LATTE · SALE · ZUCCHERO · CARNE · MAESTRO · ORO · TAVOLO · CARAMELLA · SABBIA · BURRO · LATTINA · BIRRA · MARMELLATA · TORTA
10. Per poter usare nei discorsi i nomi di massa occorre farli precedere da una misura o da un contenitore. Scrivi delle frasi aggiungendo la misura o il contenitore adatto (o entrambi se si può) ai seguenti nomi di massa.
Vino a) Mia madre mi ha mandato a comprare un litro di vino. b) Mia madre mi ha mandato a comprare una bottiglia di vino.
ACQUA · FIENO · ARANCIATA · BIRRA · ERBA · OLIO · SUGO · ZUCCHERO · SALE · PROSCIUTTO · CARNE
11. Scrivi delle frasi in cui i seguenti nomi di massa siano usati al plurale: hanno sempre lo stesso significato?
ACQUA · SALE · ORO · POLVERE · LUCE · ZUCCHERO
12. Scrivi a fianco di ciascuno dei seguenti nomi individuali il nome collettivo del gruppo che possono formare.
Ape Sciame
Calciatore
Lupo
Musicista
Giurato
Foglio
Pino
Marinaio
Nave
Spettatore
Stella
E ora al contrario: quali nomi individuali corrispondono ai seguenti nomi collettivi? Se hai qualche dubbio consulta il dizionario.
Vite Vigna
repertorio
comitiva
ciurma
pinacoteca
orda
mobilia
tastiera
coro
battaglione
13. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, dettagliata per i nomi e i verbi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
Una cucciolata / di scoiattoli / vive / sotto a quel pino/.
una cucciolata SN soggetto Articolo + nome comune, concreto, numerabile, collettivo; femminile singolare.
di scoiattoli SP
vive SV predicato verbale
sotto a quel pino SP
Preposizione + nome comune, concreto, numerabile, individuale; maschile plurale.
Verbo vivere, modo indicativo, tempo presente, III persona singolare.
Locuzione preposizionale + aggettivo + nome comune, concreto, numerabile, individuale; maschile singolare.
1. Le volpi sono animali insidiosi. 2. In condizioni normali i camosci lottano bene contro le volpi. 3. Ai primi tepori essi corrono seri pericoli. 4. Le astute volpi li attirano sulla neve tenera e cedevole. 5. I pesanti camosci con il loro peso rompono la sottile crosta. 6. Le loro zampe affondano nella neve soffice. 7. Le volpi leggere camminano sul ghiaccio. 8. I camosci diventano facili prede del branco delle volpi.
14. Fai l’analisi logica delle seguenti frasi, individua soggetto e predicato e costruisci lo schema delle reggenze. Poi analizza la tipologia dei nomi in esse presenti.
Il ladro Luca/ alzò/ gli occhi/ un attimo/ al cielo. Il ladro Luca ↔ alzò SN–soggetto SV–predicato verbale
gli occhi un attimo al cielo SN SN SP
ladro = nome comune, concreto, individuale, numerabile, maschile singolare Luca = nome proprio, maschile singolare occhi = nome comune, concreto, individuale, numerabile, maschile plurale attimo = nome comune, concreto, individuale, numerabile, maschile singolare cielo = nome comune, di massa, maschile singolare
1. Tutto il mondo era silenzioso e vuoto. 2. Con la sacca sulle spalle Luca si sedette sopra le tegole. 3. Nessuno dei suoi compagni ha mai fatto un bottino tanto importante. 4. Luca dall’abbaino vedeva l’immensa distesa del pendio fino all’altro lato del palazzo. 5. La vista delle tegole lo riposava. 6. Lui sa camminare sui tetti come un gatto. 7. Il ladro Luca senza bisogno di orologio misurava il tempo a perfezione. 8. Da dietro quel vertice era spuntata una testa grossa e nera. 9. Di colpo un uomo fu in piedi sul tetto con la rivoltella puntata contro Luca. 10. L’uomo era uno dei poliziotti più abili e implacabili della città. Frasi tratte e adattate da M. Bontempelli, Il ladro Luca
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL NOME
15. Riconosci i nomi di genere maschile e quelli di genere femminile presenti nella poesia sottolineandoli in modi diversi.
A mezzo settembre di D. Valeri
A mezzo settembre si sente che la vita, con l’anno se ne va. Strano che agli occhi nostri tutto sembra felice, in pace: tutto ciò che è nostro, di tutti i nostri giorni, il canale grigio che svolta laggiù sotto la casa rossa, il ponte alto sospeso in aria, nella luce, l’alberata che già pare più rada e dolcemente trascolora. Il volto del mondo ora è più bello, d’una bellezza tutta umana, che un poco ci pesa sul cuore. Perché si sente che ogni cosa bella e amata è mortale; perché è mezzo settembre e la vita, con l’anno, se ne va.
16. Sottolinea tra i seguenti nomi di esseri animati quelli che possono indicare sia un maschio che una femmina.
17. Completa la tabella con i nomi corrispondenti indicanti esseri maschili o femminili.
Nomi indicanti esseri maschili
Nomi indicanti esseri femminili
Fratello Sorella
Nomi indicanti esseri maschili
Dottore
Genero Eroe
Marito Cuoco
Cane
Nomi indicanti esseri femminili
Presentatore
Gatto Re
Toro Conte
Lepre Attore
Gallo
18. Componi dei sintagmi nominali aventi come nucleo i nomi indicati, poi riconoscine il genere. Se hai dei dubbi consulta il dizionario.
Gru Quell’altissima gru = femminile.
STEMMA
SPORT
MANAGER
TRIBÙ
FALÒ
ANANAS
RADIO
DOSE
19. Scrivi due frasi contenenti ciascuna una delle due parole accoppiate.
FEDE
CORNER
Velo – Vela Volto – Volta Colpo – Colpa Pianto – Pianta Palo – Pala Collo – Colla
Avrai notato, svolgendo l’esercizio, che i lessemi dei nomi accoppiati indicano oggetti molto diversi. Non si tratta dunque della versione femminile e maschile dello stesso nome (anche perché gli esseri inanimati non hanno un genere naturale).
20. Riconosci i nomi di numero singolare e quelli di numero plurale presenti nel seguente brano sottolineandoli in modi diversi.
Se ha fretta il ghepardo può toccare i 120 chilometri orari. È il velocista della savana. Difficilmente un altro animale può sfuggirgli. La stessa gazzella, velocissima, cade inesorabilmente sotto i suoi artigli. Ma l’elegantissimo ghepardo ha parecchi punti deboli come cacciatore: pesa solo 50 chili, ha ossa sottili e mandibole fragili. Può abbattere una preda d’astuzia, ma se una zebra si mette a menare pedate, se una grossa antilope lo assale a cornate, difficilmente può vincere la lotta. Non ha l’animo di guerriero. Uccide solo per procurarsi il cibo, e si lascia facilmente addomesticare, diventando un mansueto gattone. (T. Bosco)
21. Alcuni nomi in italiano sono usati normalmente al singolare. Osserva le frasi che li contengono usati al plurale, cosa noti? Spiegane l’uso particolare.
I soli del sistema solare di Galaxia erano cinque.
Evidentemente la frase è tratta da un racconto di fantascienza: nel nostro sistema solare c’è un unico sole!
a. “Non ne posso più delle vostre varicelle”, disse la mamma ai suoi figliuoli.
b. E tutte le genti si avvicinarono alla Torre di Babele.
c. Non mi interessano tutti i tuoi amori!
d. Non hai paura ad andare in giro con tutti quegli ori addosso?
22. Inserisci opportunamente i nomi nella tabella.
PERCOSSE
Nomi aventi solo il plurale
Nomi che al plurale cambiano genere
Nomi che hanno un plurale maschile e uno femminile
23. Nelle coppie di frasi i nomi di massa in corsivo sono usati una volta al singolare, una volta al plurale. Spiega la differenza di significato che si ottiene volgendoli al plurale.
a. Non c’è abbastanza zucchero in questa torta. / Le mie analisi del sangue hanno evidenziato che il tasso degli zuccheri è piuttosto alto.
b. In America del Sud vi sono molte piantagioni di caffè. / Oggi ho bevuto troppi caffè, perciò sono molto agitato.
c. Quando bevi il vino diventi tutto rosso! / In quel ristorante servono ottimi vini
d. Aggiungi sale: l’arrosto è ancora insipido. / Le piante assorbono dal terreno acqua e sali minerali in essa disciolti.
24. Riscrivi le frasi volgendo al plurale i nomi scritti in corsivo. Fai attenzione alle concordanze! Se hai dei dubbi consulta il dizionario.
1. L’investigatore è attento ad ogni indizio e segue la traccia lasciata dal colpevole. 2. La valigia era pronta: potevamo partire. 3. Sai quale farmacia fa servizio notturno? 4. Lo speleologo studia le grotte e le caverne naturali, nonché ogni fenomeno fisico, biologico, e antropico che si svolge in esse. 5. La bugia ha le gambe corte. 6. Ho portato in lavanderia la camicia di seta e il camice che porto in laboratorio. 7. Un arbitro deve essere sempre imparziale. 8. Con questo lavoretto ho guadagnato qualche euro. 9. È bastata una goccia d’acqua a rovinare il mio nuovo orologio. 10. Prendi la boccia di vetro che è sullo scaffale.
25. Nelle frasi vi sono alcuni errori nei nomi al plurale. Individuali e correggili.
1. Nelle battaglie dell’Iliade vengono utilizzate varie arme: lancie, freccie, spade. 2. Questa sera in televisione sarà trasmesso un dibattito tra sociologi, psicologhi, teologhi e filosofi su tematice d’attualità. 3. I sindachi delle più importanti città del Nord Italia si incontreranno nei prossimi giorni per aiutarsi nei loro incarici. 4. Potresti andare tu a fare la spesa? Ecco la lista: dodici uovi, un chilo di arancie e uno di ciliegie, foccaccie e pizzette, sei cosce di pollo e un po’ d’insalata.
2. ARTICOLO
FUNZIONE MORFOSINTATTICA DELL’ARTICOLO
1. Premetti l’articolo determinativo e indeterminativo ai nomi elencati. Poi volgi al plurale i sintagmi nominali ottenuti. la città le città Città una città delle città
GNOCCO · ZOO · STIVALE · PNEUMATICO · OROLOGIO · EROE · LIBRO · SCAFFALE · AMICA · STIPENDIO · ASINO · GNOMO · STRUMENTO · CHIRURGO · CAMPIONE · ZUFOLO · SQUADRA · ASTROLOGO · TRIBÙ · CONOSCENZA · OSSO · PSICOLOGO
2. Osservando l’articolo indeterminativo riconosci i sintagmi nominali maschili e quelli femminili sottolineandoli in modi diversi.
UN’INSEGNANTE · UN AUTOMOBILISTA · UN ASTRONAUTA · UN’AIUTANTE · UN’ARTISTA · UN ASSISTENTE · UN ABETE · UN’ANALISTA · UN’ECCELLENTE TERAPISTA · UN EVIDENTE ERRORE · UN ELEGANTE SOPRANO · UN’AGILE SENTINELLA.
3. Evidenzia la forma corretta in ognuna delle coppie di articoli.
IL/LO schiamazzo · UN/UNO abete · UN/UN’ operaio · I/GLI gigli · L’/LE amiche · UN’/UNO agente · L’/LE elefantesse · I/GLI sprechi · L’/LE agenzie · UN/UNO psichiatra · UN/UNO xilofono · LO/IL zio · GLI/I sgombri · IL/LO sci · UNO/ UN museo · IL/LO falegname · UN/UNO gnaulio · UN’/UNA eventualità · UN/UN’ idioma · I/GLI gnocchi · L’/LA enciclopedia · I/GLI orpelli · I/GLI starnuti · LE/L’addizioni · UN/UNO sproposito · UN’/UN ancora · UN/UN’ ancoraggio · UN/Uno eremo · UN’/UN ipotesi.
4. Nelle frasi proposte l’articolo non basta a rivelare il genere dei nomi in corsivo. Riconosci la parola che permette di capirlo. L’insegnante di storia è molto brava.
1. L’automobilista è sfrecciato a 100 all’ora. 2. L’astronauta russo ha fallito la sua impresa. 3. L’aiutante del dentista è molto abile e i pazienti si fidano di lei. 4. L’assistente del professore si è assentato durante l’esame. 5. L’evidente errore è stato subito corretto. 6. L’esibizione fu applaudita calorosamente. 7. L’acrobata si è rivelato anche un abile mago. 8. L’esperta collega affrontò con sicurezza il nuovo incarico.
TIPOLOGIA DELL’ARTICOLO
5. Distingui, sottolineando con colori diversi, quando l’articolo determinativo scritto in corsivo introduce il nome di un essere ben individuato e quando di un’intera classe, e ha valore di “tutti”.
1. Il cane è un animale fedele all’uomo. 2. Il cane di Mario mi è corso incontro abbaiando. 3. Fra i mezzi di trasporto, l’aereo è il più veloce. 4. Il rapido per Milano viaggia con notevole ritardo. 5. Il dottor Rossi riceve il lunedì. 6. Gli uomini primitivi non conoscevano la scrittura. 7. La televisione è un mezzo di comunicazione di massa. 8. Spegni la televisione, per favore. 9. Il bambino non ha appetito. 10. Il leone divorò la preda. 11. Il leone divora le sue prede. 12. Il gatto miagola. 13. Il gatto miagola appena mi sente arrivare. 14. Il contadino lavora la terra. 15. Il contadino andava a testa bassa contro la pioggia e il vento.
6. Scrivi due frasi per ognuno dei nomi proposti, in cui l’articolo sia usato per introdurre una volta un essere ben individuato, una volta un’intera classe. BALENA · LETTURA
7. Riconosci gli articoli determinativi e quelli indeterminativi nella favola sottolineandoli in modi diversi. Poi rispondi alle domande poste in calce.
Il corvo e il gatto
Un corvo e un gatto selvatico avevano stretto amicizia e, mentre un giorno stavano insieme sotto un albero, videro avvicinarsi una pantera, della cui presenza si accorsero solo quando quella era già molto vicina all’albero. Il corvo volò subito sopra alla pianta, e il gatto, rimasto solo a terra spaurito, gli disse: “Amico mio, potresti trovare la maniera di salvarmi?” Rispose il corvo: “Proprio nel momento del bisogno si ricorre agli amici. Quanto è bello il detto del poeta:
“Il vero amico è chi ti sta a fianco, e nuoce anche a se stesso pur di aiutarti. È colui che, se ti colpisce la sventura, sacrifica la sua pace per procurarti la tua”. In prossimità di quell’albero c’erano alcuni pastori che avevano dei cani; il corvo andò in quella direzione fino a urtare il terreno con le ali. Gracchiò e gridò, poi si avvicinò ai cani battendo con l’ala sulla faccia di uno di essi e si sollevò un poco dal suolo; allora i cani si dettero a inseguirlo correndo sulle sue tracce; anche il pastore, alzando la testa e vedendo un uccello che volava vicinissimo al suolo e prossimo a cadere, si pose a seguirlo; il corvo volava, ad arte, per quel tanto necessario ad evitare che i cani lo afferrassero, ma in maniera da renderli avidi di sbranarlo, poi si alzò un poco e i cani lo seguirono ancora fino a che giunsero presso l’albero sotto cui stava la pantera, scorsero questa e le si avventarono contro mettendola in fuga, mentre essa credeva invece di poter divorare il gatto selvatico; così questo fu salvo grazie all’astuzia del suo amico corvo.
Tratto da Le mille e una notte
a. All’inizio del brano troviamo UN corvo, UN gatto, UNA pantera; nel seguito del testo diventano IL, LA… E poi ancora DEI cani diventa I cani. Perché?
b. Quanto è bello IL detto del poeta… Perché “detto” è accompagnato da un articolo determinativo?
c. IL vero amico è chi ti sta a fianco. Si tratta di un amico individuato? Avresti potuto trovare anche l’articolo indeterminativo a introdurre il sintagma “vero amico”? Perché?
d. “Il pastore, vedendo UN uccello…”. Cosa capisce il lettore da questo sintagma nominale formato da articolo indeterminativo + il nome “uccello” per indicare il corvo?
8. Spiega la differenza di significato tra le seguenti coppie di frasi, osservando bene l’articolo.
Ho restituito UN cd a Elena.
Ho preso IL libro di sport sullo scaffale.
Ho restituito IL cd a Elena.
Ho preso UN libro di sport su UNO scaffale. Letizia, c’è UNA Silvia al telefono.
Gradisce UN caffè?
L’automobile di Giovanni è una FIAT.
Letizia, c’è Silvia al telefono.
Gradisce IL caffè?
UN’automobile di Giovanni è una FIAT. Luca, va’ a comprare UN giornale per il nonno.
Luca, va’ a comprare IL giornale per il nonno. Piera aspetta IL figlio.
Metti IL maglione rosso.
Piera aspetta UN figlio.
Metti UN maglione rosso.
9. Classifica i sintagmi in corsivo come sintagmi nominali (SN) o preposizionali (SP), dopo aver classificato la parola che li introduce (articolo o preposizione).
Dei nuvoloni annunciatori di un violento temporale offuscavano il cielo. (dei = articolo indeterminativo plurale) SN
1. Ho fatto delle foto stupende ai castelli medievali. 2. Aggiungi della farina: l’impasto è troppo morbido. 3. La mamma, per il mio compleanno, ha preparato dei dolci squisiti. 4. Quali sono le previsioni del tempo per domani? 5. Il silenzio della notte era interrotto dall’abbaiare dei cani. 6. Dai finestrini del treno in corsa si intravedevano dei contadini intenti al lavoro dei campi. 7. Papà, mi servirebbero dei soldi per comprare dei quaderni e un album. 8. Ho acquistato delle cravatte un po’ vistose 9. Vorrei del burro fresco e delle uova di giornata. 10. Alla vista dell’incidente Laura rimase impietrita. 11. Dei contadini guardavano il cielo con la speranza della pioggia. 12. Presto si videro degli strati di grandine nei cortili delle case e nei campi.
10. Scrivi delle frasi contenenti la parola indicata.
DEL articolo partitivo Per merenda vorrei del succo di frutta.
a. DELLE articolo indeterminativo
b. DELLA articolo partitivo
c. DEGLI preposizione articolata
d. DELLO articolo partitivo
e. DEL preposizione articolata
f. DELLE preposizione articolata
g. DEI articolo indeterminativo
h. DEL articolo partitivo
i. DEI preposizione articolata
11. Inserisci al posto dei puntini l’articolo che ritieni opportuno (determinativo, indeterminativo, partitivo) e quando lo ritieni opportuno (anche l’assenza dell’articolo ha un valore nella comunicazione). Metti una barra se l’articolo deve essere assente e modifica, quando necessita, le preposizioni semplici in articolate.
1. … mia zia si è ricamata … bella camicetta di … seta. 2. Ho regalato … bel mazzo di fiori a … nonna per … suo compleanno. 3. Si pescano … trote in questo torrente? 4. Devo imbucare … lettere che ho scritto … mie amiche. 5. Ho già riposto … biancheria da lavare nel cestello di … lavatrice. 6. Mi occorre … spago per legare … pacco. 7. Carlo è incapace di dire … bugie. Oggi fa proprio … freddo: copriti con … maglione di … lana. 8. Non ci sono … scuse per … tuo comportamento. 9. Ho fatto … belle passeggiate in … bosco con … mio nonno. Abbiamo trovato … fiori e … funghi porcini.
12. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, dettagliata per articoli e verbi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Il vento dell’altra notte ha staccato dei rami dagli alberi del nostro giardino. 2. Ad Atene abbiamo visitato dei musei interessanti e degli antichi monumenti. 3. Il nonno ci ha offerto dell’ottimo vino, del pane fresco e del formaggio saporito. 4. Delle nuvole minacciose si avvicinano alle nostre case. 5. Nella pineta della Valle Vigezzo troverai dei succosi mirtilli e delle fragoline saporite. 6. Sul sentiero ho trovato delle pozzanghere di acqua piovana.
13. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi di cui è composto il brano, dettagliata per nomi, articoli e verbi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
Il leone e il sorcio
Dormiva un leone nel bosco.
Dei sorcetti giocavano allegramente là vicino.
Un topino sbadatamente schizzò addosso al leone, //e lo svegliò.
Il leone con una zampata lo prese.
E quel povero sorcio supplicò: // “Perdonami, //rimettimi in libertà…”.
Il leone lo lasciò, // non voleva ammazzare un sorcetto.
Dopo pochi giorni il leone cascò nella buca dei cacciatori.
Il sorcio sentì il suo ruggito // ed accorse.
Il leone era tutto preso nei lacci.
“Non ho scordato” // disse.
Scrutò i legami, // rose i fili, // sciolse le annodature ingegnose delle reti // e restituì il leone prigioniero alla libertà della selva.
3. AGGETTIVO E PRONOME
FUNZIONE NELLA COMUNICAZIONE E CARATTERISTICHE MORFOSINTATTICHE
1. Collega con una freccia gli aggettivi sottolineati al nome con cui concordano.
Dagli alberi cadono foglie gialle.
1. Questo sentiero ci porterà in cima alla montagna. 2. Quando piove sotto gli alberi crescono molti funghi.
3. Che mirtilli grossi si trovano in questi cespugli! 4. Non scoprirete mai il nostro rifugio segreto nel bosco!
5. Quante fragoline hai raccolto nel tuo cesto? 6. Non riesco a contarle, ma saranno circa cinquanta succosi frutti di bosco. 7. Il torrente impetuoso forma mille cascatelle. 8. Ogni fiore ha la sua forma ed è diverso dagli altri.
2. Riconosci nelle coppie di frasi quando la parola in corsivo è usata come aggettivo e quando come pronome, sottolineando in modi diversi.
a. La mia matita è spuntata.
La tua penna non scrive più. Vuoi la mia?
b. Quei piatti vanno riposti sullo scaffale, e questi?
Questi piatti possono stare sul tavolo.
c. In casa abbiamo una gatta e un canarino: questo cinguetta, quella miagola.
Quella gatta fa le fusa, questo canarino cinguetta tutto il giorno.
d. Che problema ti affligge?
Che hai?
e. Da quanto tempo non ci vediamo?
Quanto ci hai messo ad arrivare?
f. In giardino si possono trovare alcuni strani insetti.
Alcuni in classe sembrano poco attenti.
3. Riconosci la funzione degli aggettivi sottolineati: servono a descrivere un essere o a distinguerlo da altri?
a. Ho conosciuto una persona interessante. descrive distingue
b. Quel gatto sembra molto affamato. descrive distingue
c. Il gatto di Piero sta diventando pigro. descrive distingue
d. Mi passi le scarpe nere, per favore? descrive distingue
e. Ho appena visto un film noioso. descrive distingue
f. Il tuo atteggiamento non mi garba. descrive distingue
g. Ti piace codesta borsa? descrive distingue
h. Desidero tornare a casa mia. descrive distingue
i. Certe persone pensano di avere sempre ragione. descrive distingue
j. Mi piacciono le storie ricche di suspence. descrive distingue
4. Distribuisci opportunamente nella tabella gli aggettivi contenuti nei sintagmi nominali.
BUON RAGAZZO · GRANDE ALBERO · UOMO AVARO · OGNI BAMBINO · CAFFÈ DOLCE · QUALCHE AMICO · DUE LIBRI · QUANTO ZUCCHERO? · LEZIONE FACILE · PERSONE INTELLIGENTI · CORSA VELOCE · QUESTO SCAFFALE · CAUSA CIVILE · CASA MIA · CHE LIBRO! · COMMEDIA ESILARANTE · ALTRO VINO · NOTIZIA CERTA · AFFARI IMPEGNATIVI.
Aggettivi a 4 uscite
Aggettivi a 2 uscite
Aggettivi indeclinabili
5. Completa la tabella declinando gli aggettivi proposti. Infine riconosci a quale gruppo appartengono (A. a 4 uscite, B. a 2 uscite, C. indeclinabili).
Maschile singolare Maschile plurale Femminile singolare Femminile plurale Gruppo
Quello Quelli Quella Quelle A
Bello
Vario
Intelligente
Sudicio
Mio
Diligente
Natalizio
Alcuno
Ogni
Pratico
Nessuno
Carico
Ciascuno
Docile
Suo
Aggettivo con funzione attributiva o predicativa
6. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi. Poi sottolinea in modi diversi gli aggettivi che fanno parte di sintagmi nominali o preposizionali (attributi) e quelli che fanno parte del sintagma verbale (predicativi).
Il vento / è favorevole / alla navigazione.
SN SV SP
1. Un bravo attore possiede una vasta cultura. 2. Questa cartella sembra nuova. 3. Lo zio Giovanni è rimasto impietrito per lo spavento. 4. Il timido Marco diventa sempre rosso. 5. I nostri genitori sono partiti felici per una meritata vacanza. 6. La strada correva diritta dinnanzi a noi. 7. Formiche alate uscivano dal piccolo buco nel muro. 8. Ragazzi, state attenti! 9. Questo libro è mio. 10. Mio fratello minore diventerà un cuoco famoso.
7. Con ciascuno degli aggettivi scrivi due frasi: nella prima devono avere valore di attributo, nella seconda predicativo.
Aggettivo Valore di attributo
Valore predicativo
Pallido Il pallido Luca in spiaggia si scotta. Luca diventa sempre più pallido.
Metallico
Evanescente
Pigro
Pauroso
Vivace
Stanco
8. Prova a spiegare quale differente intenzione comunicativa hanno le coppie di frasi, nelle quali l’aggettivo è usato ora con valore di attributo ora predicativo.
Il furbo Ulisse accecò Polifemo.
Ulisse si mostrò furbo quando accecò Polifemo.
Nella prima frase chi parla dà per scontato che Ulisse sia furbo e la novità che vuole comunicare è una delle sue coraggiose imprese.
Nella seconda frase chi parla vuole comunicare che Ulisse accecando Polifemo rivelò la sua furbizia.
a. L’agile atleta si allena tutti i giorni.
L’atleta diventa agile allenandosi tutti i giorni.
b. Quel ristorante rinomato attira molti clienti.
Quel ristorante, che attira molti clienti, è rinomato.
c. Il mio intelligente allenatore non mi fa pesare tutti i miei errori.
Se un allenatore è intelligente, non fa pesare gli errori ai suoi allievi.
d. La pensierosa Silvia diventò grande all’improvviso.
Silvia diventò grande e pensierosa all’improvviso.
Il pronome come sostituente
9. A fianco di ogni pronome sottolineato scrivi il sintagma a cui corrisponde. Chi (= quale persona) ha mangiato la marmellata?
a. Pochi ( ) nella mia classe sono stati già interrogati in storia.
b. Ho assaggiato vari gusti di gelato e mi è piaciuto molto il lampone. Tu quale ( ) preferisci?
c. Papà, qualcuno ( ) nel tuo ufficio sa parlare il tedesco?
d. Tu prova a metterti nei miei panni e io mi metterò nei tuoi. ( )
e. Delle due gemelle conosco bene Marta, ma come si chiama l’altra ( )?
f. Questi pantaloni mi vanno ancora bene, ora devo provare quelli ( ).
g. Grande è la bellezza delle stelle, ma nulla ( ) eguaglia lo splendore del tuo sorriso.
h. In questo battaglione tutti ( ) hanno meno di venticinque anni.
i. Quanti ( ) sono venuti al concerto?
10. Riconosci se i pronomi evidenziati nelle frasi corrispondono a un sintagma nominale o preposizionale, sottolineandoli in modi diversi. In alcuni casi è necessario esplicitarli.
Non ti do ragione. TI = A TE
1. Costui non sa sciare. 2. Mi piacerebbe andare a pattinare sul ghiaccio. 3. Chi vuole riscaldarsi nel rifugio? 4. I tuoi sci sono rovinati, ti presto i miei. 5. Gli dici di raggiungermi allo skilift? 6. Molti preferiscono le piste più facili. 7. Altri invece vogliono sfidare il pericolo. 8. Non ci vuoi insegnare a sciare a sci uniti? 9. Ho detto loro di togliersi gli scarponi.
TIPOLOGIA DELL’AGGETTIVO E DEL PRONOME
AGGETTIVI QUALIFICATIVI
11. Sottolinea gli aggettivi qualificativi e collegali con una freccia ai nomi con cui concordano. La mattina facevamo un’abbondante colazione in giardino, sotto il pergolato.
1. Le scarpe strette danneggiano i piedi. 2. Gli occhi azzurri sono più delicati degli occhi neri. 3. Mi ha profondamente colpito lo sguardo dolce e malinconico di Lucia. 4. Accadde che la moglie Domitilla, per ragioni sue, comprò una gran quantità di salsicce. 5. Abele è il fratello buono. 6. Prendi l’auto del papà: è più stabile sull’asfalto bagnato. 7. Piero atteggiò il grosso viso a una smorfia di dolore. 8. L’inverno se ne andò e mi lasciò i dolori reumatici. 9. Un leggero sole meridiano veniva a rallegrare le giornate divenute ormai brevi. 10. Gli abiti invernali sono riposti in un grande cassettone nella stanza sul retro. 11. Nell’angolo buio del cortile si apriva una grata metallica. 12. Dopo molto tempo ho rivisto il mio amico inglese. 13. Il babbo ci ha appena dato una bellissima notizia. 14. Il povero pittore viveva in una buia soffitta e indossava panni stinti e frusti.
12. Forma con i nomi in elenco altrettanti aggettivi qualificativi utilizzando i suffissi.
Furto Furtivo
NOMI: RIGORE · MASCHIO · SINFONIA · FEMMINA · ANIMALE · BARBA · GELO · DONNA · FANCIULLO · PERLA · ROSA · POPOLO · SPAVENTO · MANO.
SUFFISSI: OSO · ILE · IVO · ICO · ESCO · ATO · ACEO · ARE
13. A ciascuna coppia di frasi è premesso un nome da cui si possono derivare due aggettivi. In ciascuna frase inserisci l’aggettivo opportuno.
a. Fantasia Giunti sulla vetta del monte, gli alpinisti, in coro, mandarono un grido di ammirazione:
davanti a loro si apriva un paesaggio .
Quella ragazza non racconta mai la verità: è oltremodo .
b. Mano Nessuno vuole stare con Giovanni: è troppo
c. Tutti i lavori sono utili: quelli intellettuali e quelli .
d. Acqua Questa minestra non mi attira: ha un aspetto .
La nebbia in cui il lago è immerso è dovuta al vapore
e. Festa Quando vado a casa loro, i nonni mi fanno sempre un’accoglienza .
Dopo una settimana di lavoro, il giorno è gradito a tutti.
f. Colpa Il signor Rossi era stato incriminato per omicidio .
Nessuno di noi è di quanto è accaduto oggi a scuola.
14. Trasforma con gli opportuni prefissi gli aggettivi qualificativi che ti proponiamo per dare loro significato contrario.
Contento Scontento
DOCILE · ESPERTO · SENSATO · ONESTO · GIUSTO · CIVILE · AFFIDABILE · RAGIONEVOLE · ESATTO · EDIFICABILE · DOMABILE · NATURALE · CAPACE · CORRETTO · CONVENIENTE.
15. Scrivi gli aggettivi qualificativi che hanno significato contrario di quelli proposti.
Alto Basso
DOLCE · POCO · VUOTO · SERALE · NOTTURNO · ASCIUTTO · INNOCENTE · SALATO · BUONO · GIOVANE · LUCIDO · DIRITTO · AVARO · PRIVATO · DILIGENTE · AFFOLLATO · BELLO · SEGRETO · VERO · LISCIO · MAGRO.
16. Scrivi una frase con ognuna delle espressioni tipiche della lingua italiana qui proposte. Poi prova a trasformare l’espressione in un aggettivo qualificativo che abbia lo stesso significato.
Di bocca buona: Se ti piace questa pizza bruciacchiata, vuol dire che sei proprio di bocca buona!
Di bocca buona = poco esigente.
DI RAZZA · ALLA MODA · D’ALTRI TEMPI · ALL’ANTICA · DA POCO · PER BENE · AL DENTE · DI POCHE PAROLE · TUTTO PEPE · DI GRANDE CUORE · DI VALORE · TUTTO D’UN PEZZO.
17. Stabilisci un paragone fra gli oggetti indicati dai nomi suggeriti utilizzando l’aggettivo qualificativo al comparativo di maggioranza, uguaglianza o minoranza.
Barca nave (grande) La barca è meno grande della nave.
a. Luce Suono (veloce)
b. Pesca Albicocca (succosa)
c. Zaino Valigia (capiente)
d. Pioppo Salice (alto)
e. Legno Vetro (fragile)
f. Sole Luna (luminoso)
g. Poltrona Divano (comodo)
18. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi contenenti comparativi, dettagliata per gli aggettivi e riconosci le funzioni logiche studiate finora. Segnala nella colonna della sintassi anche il secondo termine di paragone.
La metropolitana / è più veloce / dell’autobus.
la metropolitana SN soggetto Articolo + nome; femminile singolare.
è più veloce SV predicato nominale Verbo essere, modo indicativo, tempo presente, III persona singolare + aggettivo qualificativo di grado comparativo di maggioranza; femminile singolare.
dell’autobus SP - II termine di paragone Preposizione + articolo + nome; maschile singolare.
1. Luca stava meno attento di Francesco alla lezione. 2. La nonna di Piero era più abile di lui nel gioco delle carte. 3. Dopo numerosi allenamenti tuo fratello divenne agile come una pantera. 4. I Romani si rivelarono più intelligenti dei Cartaginesi nella battaglia navale. 5. Quel cantante mi sembra stonato come una campana. 6. La strada di terra battuta è meno adatta alle ruote della mia automobile di quella asfaltata.
19. Per ognuno degli aggettivi scrivi una frase contenente un superlativo relativo di maggioranza o minoranza e una contenente un superlativo assoluto.
Antico Sup. rel. Quel vaso cinese è il più antico della collezione esposta al museo. Sup. ass. Quel vaso cinese è antichissimo: attento a non romperlo!
a. Simpatico Sup. rel.
Sup. ass.
b. Fedele Sup. rel.
Sup. ass.
c. Salato Sup. rel.
Sup. ass.
d. Pulito Sup. rel.
e. Triste
f. Stretto
g. Furbo
Sup. ass.
Sup. rel.
Sup. ass.
Sup. rel.
Sup. ass.
Sup. rel.
Sup. ass.
20. Sottolinea con colori diversi i comparativi, i superlativi relativi e i superlativi assoluti.
1. La signora Rossi indossava un abito assai elegante. 2. Mi piace il caffè dolce dolce. 3. Questo libro è migliore di quello che ho letto il mese scorso. 4. Abito al piano superiore. 5. I miei zii d’America sono straricchi. 6. Il lupo è più feroce del cane, ma il più insidioso degli animali è il serpente. 7. La Maria Vittoria è la più equipaggiata delle navi da turismo. 8. Le campane piccole hanno il suono più argentino. 9. Mario è intelligente quanto Giovanni, ma è meno studioso. 10. Da giovane portavo i capelli corti corti. 11. Il medico ha detto che le mie condizioni di salute sono ottime. 12. La gonna è più lunga del cappotto: devi accorciarla perché sporge. 13. Nell’antica Grecia i tiranni, per accattivarsi il favore del popolo, beneficavano i ceti più poveri. 14. Tacito è il maggiore degli storici romani dell’età imperiale. 15. Ho conosciuto una ragazza di straordinaria bellezza. 16. Luca è iperteso per il prossimo esame: dovrebbe stare più tranquillo. 17. Quella borsa è più capace di questa, anche se meno elegante.
21. In alcune frasi vi è un errore nell’uso del superlativo. Sottolinea gli errori e riscrivi la frase corretta. Non poteva accadermi un’avventura più peggiore di questa! peggiore
1. Una pizza e una Coca Cola è la più migliore cena che mi possano offrire! 2. Ho comperato al mercato dell’usato una bicicletta in ottimissime condizioni. 3. Il massimo aiuto che puoi darmi è starmi vicino. 4. Con questo cielo nuvoloso ho un pessimo presentimento. 5. Non ho il più minimo dubbio che tu abbia detto la verità. 6. Dei fratelli Polli Angelo è il più minore. 7. L’aria di montagna è salubrissima. 8. Non mi aspettavo di essere trattato così: il Preside è stato benevolentissimo. 9. Lei è la mia più migliore amica.
22. Sostituisci il comparativo o il superlativo sottolineati con la corrispondente forma speciale. Il più buono (migliore) di quei fratelli si chiama Abele.
1. Il risotto che ho cucinato è davvero cattivissimo ( ) . 2. Il più grande ( ) dei miei fratelli si chiama Carlo. 3. Non ho la più piccola ( ) intenzione di lasciarti andare in giro di notte da solo. 4. Le sentinelle si appostavano sul punto più alto ( ) della torre. 5. Al piano più basso ( ) del palazzo abitano i miei nonni. 6. Questo vino è buonissimo ( ): ne vuoi un bicchiere? 7. Mia cugina ha un carattere più cattivo ( ) di quello di una strega. 8. Vorrei darti grandissimo ( ) conforto, ma purtroppo non so neanch’io come andrà a finire questa vicenda. 9. Alcuni errori sono più piccoli ( ) di altri. 10. La tua prestazione nella gara di nuoto è stata di bassissimo ( ) livello.
AGGETTIVI E PRONOMI NUMERALI
23. Sostituisci alle parole sottolineate nelle coppie di frasi un aggettivo numerale cardinale che indichi un numero sensato rispetto a quanto detto.
In questi giorni il mio fratellino ha perso molti denti. tre denti Quella quercia ha molti anni. cent’anni
a. Oggi in cartella ho pochi libri.
b. Questa mattina il mio compagno ha detto poche parole.
c. Tutti i miei compagni ieri erano impreparati in storia.
d. Tutti gli Italiani conoscono Garibaldi.
e. Alla festa di Roberto ho mangiato troppi pasticcini.
f. A Ferragosto in spiaggia c’erano troppi turisti.
24. Gli aggettivi numerali ordinali si possono trovare scritti in numeri romani. Scrivi a fianco dei numeri romani l’aggettivo in lettere. I XXIII CCXXXV V L CCXIV
25. Sottolinea con colori differenti gli aggettivi numerali cardinali, ordinali, moltiplicativi presenti nelle frasi.
1. A tre mesi i neonati hanno un peso doppio rispetto a quello della nascita. 2. Solo al terzo tentativo sono riuscito a superare il record nella corsa dei cento metri raggiunto nella mia scuola. 3. Sono uscito da casa dieci minuti prima per arrivare a teatro e sedermi nei primi posti. 4. È la centesima volta che ti dico di non prendere tripla razione di patatine fritte: diventerai obeso! 5. “Quindici uomini in una cassa da morto” era la canzone dei pirati nel secondo libro da me letto questa estate: L’isola del tesoro. 6. Il primo libro che ho letto si intitola Ventimila leghe sotto i mari. Ora leggerò Tre uomini in barca, dicono che sia esilarante. 7. Parteciperò al sesto concorso di scrittura indetto dalla mia scuola: devo consegnare il mio testo in quadruplice copia. Spero di arrivare almeno terzo quest’anno.
26. Nelle frasi troverai dei modi di dire contenenti aggettivi numerali. Prova a spiegare quale concetto essi intendono comunicare.
Vorrei parlare con te a quattr’occhi. = Vorrei parlare in privato con te.
1. Ieri ho fatto i compiti in quattro e quattr’otto. 2. Quando i miei amici mi chiedono aiuto io mi faccio in quattro. 3. Non devi gridare i miei segreti ai quattro venti. 4. Hai voglia di scambiare due parole? 5. La mia scuola si trova a due passi dai giardini pubblici. 6. Sono al settimo cielo per l’esito della mia verifica di matematica. 7. Alla festa non mi sono divertito, perché eravamo in quattro gatti. 8. Mio fratellino è proprio capriccioso: ha fatto il diavolo a quattro perché non gli davamo subito quello che voleva! 9. Quell’agente sta facendo il doppio gioco
27. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, dettagliata per aggettivi qualificativi e numerali e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. In quinta elementare la maestra ci ha letto un libro molto interessante sulla scoperta dell’America. 2. Per l’ottantesimo compleanno del nonno i miei genitori hanno organizzato una festa con cento invitati. 3. Pietro sembra più cauto di Giovanni nelle scelte importanti della vita. 4. A me la verifica di matematica richiede doppia concentrazione rispetto all’interrogazione di scienze. 5. Al secondo tentativo Piero abbandonò la difficilissima scalata sulla roccia artificiale. 6. Mario era un acerrimo nemico di Silla a causa delle differenti vedute politiche.
AGGETTIVI E PRONOMI INDEFINITI
28. Fra gli indefiniti proposti fra parentesi scegli quello più opportuno. Poi riconosci se è aggettivo o pronome.
(qualche, qualsiasi, ogni) sabato vado in piscina. aggettivo
a. Mi tratterrò a casa dei nonni solo (qualche, poche, parecchie) settimane.
b. Non deve sapere (nessuno, qualcuno) questa storia: è un segreto fra te e me.
c. Puoi chiedermi (qualcosa, tutto): sono disposto a fare (qualche, qualsiasi) sacrificio per te.
d. (Alcuno, qualcuno, chiunque) ha bussato alla porta.
e. Non do fiducia a (qualunque, chiunque, ciascuno).
f. Hai (qualche, certo, alcuno) suggerimento da darmi?
g. (Alcuno, qualcuno, ognuno) raccoglie quanto ha seminato.
h. Mancano ormai (pochissimi, alcuni, molti) minuti alla fine della partita.
i. In (parecchie, troppe, alcune) occasioni mi hai mentito: non posso più fidarmi.
29. Completa le frasi con un indefinito opportuno.
1. tue decisioni sono state un po’ avventate, ma ora mostri maggior senso di responsabilità.
2. Ho visto al parco ceffi che non facevano presagire di buono.
3. Occorrono ancora giorni per completare il lavoro. 4. Vorrei zucchero, il caffè è amaro. 5. Puoi venire da me a ora: sono libero la giornata.
6. si assuma le proprie responsabilità.
30. Sostituisci l’espressione tra parentesi con un indefinito avente lo stesso significato.
1. Ho mangiato (una quantità eccessiva) tagliatelle ai funghi, ed ora sto male.
2. Occorre aggiungere (ancora) farina all’impasto della pizza. 3. Alla tua festa ho conosciuto (un po’ di) persone simpatiche. 4. Domani prenderemo le decisioni (nessuna esclusa) del caso. 5. Il nonno ha vissuto con speranza e pazienza in situazione (una per una). 6. Sono venuti alla mia festa compagni di scuola (in numero superiore alla mia aspettativa). 7. Mi rivolgo a te non come a una persona (uguale a un’altra).
8. Questa estate ho letto libri (in numero inferiore a quel che prevedevo). 9. Bere (una quantità eccedente la norma) bevande alcoliche danneggia la salute.
31. Scrivi due frasi con ciascuno degli indefiniti usati una volta come aggettivi, una volta come pronomi.
Molti Aggettivo Nella mia cantina vi sono molti vecchi giocattoli.
Pronome Molti trascorrono le loro vacanze al mare.
a. Troppe Aggettivo
Pronome
b. Altro Aggettivo
Pronome
c. Nessuno Aggettivo
Pronome
d. Tanti Aggettivo
Pronome
e. Alcuno Aggettivo
Pronome
f. Parecchie Aggettivo
Pronome
g. Tutto Aggettivo
Pronome
h. Diversi Aggettivo
Pronome
i. Varie Aggettivo
pronome
j. Certi Aggettivo
pronome
32. Quale intenzione comunicativa del parlante rivela l’uso dell’indefinito in ciascuna delle frasi?
Scoprila e scrivila.
L’insegnante entra in classe e dice: “Certi tra voi credono di essere furbi a copiare dai compagni durante le verifiche!”. Con l’indefinito certi l’insegnante fa capire che lei sa benissimo chi ha copiato e vuole richiamare i colpevoli senza svelarne i nomi.
a. La mamma entra in camera del figlio e dice: “Qualcuno dovrebbe fare un po’ di ordine qui dentro!”
b. Una signora al fruttivendolo: “Mi ha dato troppe pesche, ne tolga un po’, per favore”.
c. Un bambino rivolto alla sua maestra che lo incolpa di aver rovinato un banco: “Perché incolpa me? Eravamo tutti in classe all’intervallo”.
d. Dopo un furto in un appartamento la polizia interroga il portinaio del condominio, il quale ha lasciato entrare durante la mattinata solo il postino. Alla domanda dell’agente: “Questa mattina è entrato qualcuno nel condominio”, il portinaio risponde “Veramente non è entrato nessuno”.
AGGETTIVI E PRONOMI DIMOSTRATIVI
33. Premetti la forma corretta del dimostrativo “quello” (quel quello quell’ quei quegli) davanti ai nomi elencati. Poi volgi al plurale i sintagmi singolari e viceversa.
Nome Sintagma nominale
Uovo Quell’uovo
Studio
Libro
Gnocchi
Occhiali
Occhio
Stivali
Psicologi
Imbuto
Gnomi
Portacenere
Amico
Lavoro
Bimbo
Scrupolo
Paio
Ciglio
Scoiattolo
Esperto
Giorno
Parco
Stridore
Stupido
Idioma
Cambio del numero
Quelle uova
34. Inserisci al posto dei puntini il dimostrativo più adatto, scegliendo fra QUESTO · QUELLO · CODESTO · ALTRO · STESSO
a. è il più bel romanzo che abbia mai letto.
b. I Rossi sono i nostri vicini: abitano in palazzo da parecchio tempo.
c. Vedi bambino laggiù? È il mio compagno di banco.
d. “Mi passeresti sedia?” “Quale?” “La più vicina a te”.
e. Siediti su sedia, qui vicino a me.
f. volta mi avevi proprio infastidito con le tue petulanti richieste.
g. Come ti è venuta idea?
h. penna non scrive più. Prendi
i. settimana non andrò agli allenamenti perché sono raffreddato.
j. Noi non trattiamo articolo; si rivolga a negozio.
k. mattina, salito sull’autobus, Piero infastidì tutti.
l. mattina mi ha svegliato il silenzio della città sotto la neve.
m. Ma sei sicuro che stiamo parlando della persona?
35. Sottolinea le parole in corsivo una volta se sono aggettivi, due se sono pronomi dimostrativi.
1. Quest’anno comprerò dei quadri. 2. Hai riflettuto su ciò che ho detto? 3. Il professore richiamò l’alunno perché questi era disattento. 4. Pensaci bene! 5. Guarda questi due gatti: questo in braccio a me si chiama Zorro, quello che scappa è Ciccio. 6. Costui non mi piace: si aggira qui intorno in modo sospetto. 7. È codesto il tuo vestito nuovo? 8. Non se ne parli più! 9. Chi ha scritto questo sonetto? E che ne so? Pensaci bene: quel poeta è famoso. 10. Colui che osserva con attenzione capisce meglio. 11. Questo vestito non mi va bene, provo l’altro.
36. Riconosci i pronomi dimostrativi nelle frasi, riscrivili in forma esplicita e classifica il sintagma che sostituiscono (SN o SP).
Non ne voglio sentir parlare. Ne = di ciò (SP)
a. Devi smettere di disturbare. Lo capisci o no?
b. Il caffè ti sembra amaro? Ci puoi aggiungere del latte.
c. L’hai fatto da solo? Sei proprio bravo!
d. Senza il tuo aiuto non ci avrei capito niente.
e. Anna lo ha saputo da te?
f. No grazie, non ne voglio più.
37. Riconosci se i dimostrativi presenti nelle frasi esprimono vicinanza o lontananza nel tempo o nello spazio.
Quel cane assomiglia al mio. Quel esprime lontananza nello spazio. A quest’ora di solito faccio merenda. Quest’ esprime vicinanza nel tempo.
a. Quella notte non riuscii a dormire per il temporale.
b. Come mi sta questo vestito?
c. Questo pomeriggio studierò matematica.
d. Quello che hai detto ieri non mi ha convinto.
e. Il protagonista di questo libro si chiama Jim.
f. Questo tuo atteggiamento mi preoccupa.
g. Non sederti su quella sedia.
h. In quel periodo ero molto felice.
i. Quest’estate andrò in campeggio.
38. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, dettagliata per aggettivi e pronomi dimostrativi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. In quell’albergo quest’estate hanno dormito i calciatori del Milan. 2. Costoro non distinguevano il bello dal brutto. 3. Luca non ha ascoltato questi importanti consigli. 4. Mio fratello trovò in codesto libro delle descrizioni appassionanti. 5. In questo tua madre ha dato ragione a tuo fratello. 6. Queste tue pretese mi sembrano inadeguate alla tua età.
39. Fai l’analisi logica delle frasi, individua soggetto e predicato e costruisci lo schema delle reggenze. Poi analizza la tipologia di aggettivi e pronomi dimostrativi e indefiniti, in esse presenti.
Alcuni studenti / all’intervallo / mi / hanno invitato / a una festa.
Alcuni studenti ↔ hanno invitato SN–soggetto SV–predicato verbale
all’intervallo a una festa mi (me) SP SP SN
1. Ogni alunno del gruppo ha un compito preciso nello svolgimento di questa ricerca. 3. Ha telefonato un certo Giovanni per l’incidente dell’altra sera. 4. Questo pomeriggio qualcuno si presenterà al tuo ufficio con alcuni documenti importanti. 5. Nulla potrà cancellare il ricordo di costui dalla mia memoria. 6. In quella difficile verifica taluni non hanno commesso alcun errore.
Dimostrativi di identità
40. Scrivi il significato degli aggettivi sottolineati e poi classificali come indefiniti o dimostrativi di identità.
Non amo percorrere sempre le stesse strade. stesse = quelle che percorro sempre = dimostrativo di identità
Ti sta cercando insistentemente un tal Minghetti. Chi è?
Tal = un certo = indefinito
1. Ti vedo addosso sempre la medesima giacca: non ne hai un’altra? 2. Non mi aspettavo da te una simile risposta! 3. Potrei avere dell’altro formaggio? Ho ancora la stessa fame che avevo prima di cena. 4. Con tale vestito farai un figurone alla tua festa! 5. Ho assaggiato questo vino e l’ho davvero gradito, ora potrei avere un bicchiere dell’altro? 6. Sarebbe bello cambiare luogo di villeggiatura: sono un po’ stanco di andare sempre nella stessa spiaggia.
41. Riconosci quando l’aggettivo simile è dimostrativo d’identità D o qualificativo Q, segnando con una crocetta il quadratino opportuno.
a. Nonostante il suo nome, Angelo è simile a un diavoletto.
b. Non tollero che mi sia fatta una simile accusa.
D Q
D Q
c. Simili gesta si addicono a un nobile cavaliere. D Q
d. I tuoi modi di fare sono simili ai miei.
e. In un simile frangente occorre stare molto uniti.
f. Ho comprato una moto simile a quella.
D Q
D Q
D Q
42. Gli aggettivi stesso e medesimo possono avere una funzione particolare: quella di rafforzare il nome che accompagnano. Ad esempio: Io stesso mi sono stupito = persino io, proprio io che di solito non mi stupisco, mi sono stupito. Distingui, crociando il quadratino opportuno, quando nelle frasi gli aggettivi stesso e medesimo sono usati come dimostrativi d’identità D o per rafforzare il nome R.
a. Durante il derby lo stesso arbitro non vide il fallo sul portiere.
b. Al derby vi era lo stesso arbitro di quello dell’anno scorso.
D R
D R c. Nell’ufficio di mio padre da molti anni vi è lo stesso capo.
D R d. Ho telefonato in ufficio e mi ha risposto lo stesso capo.
D R e. Lucia ha sempre la medesima scusa quando è in ritardo.
D R
D R f. Lucia medesima trova una scusa quando è in ritardo.
43. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, dettagliata per le parole in corsivo e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Alla fine di quest’anno Francesco comprerà casa in un’altra città. 2. Ogni giorno mio padre lavora alcune ore fuori ufficio. 3. Pietro stesso ha avuto parecchie difficoltà nella risoluzione di questo problema. 4. Nell’aula di informatica ci sono quindici computer e altrettante stampanti. 5. In simili situazioni io perdo il controllo per la paura. 6. Costoro non hanno la medesima passione per le scalate in alta montagna.
AGGETTIVI E PRONOMI INTERROGATIVI ED ESCLAMATIVI
44. Inserisci un aggettivo o un pronome interrogativo adatto alle seguenti domande. Poi riconosci se è aggettivo A o pronome P, facendo una croce sul quadratino opportuno.
a. hai intenzione di fare questo pomeriggio?
b. gusto di gelato preferisci?
c. colori ha l’arcobaleno?
d. l’ha visto?
e. sorelle ha tuo papà?
f. profumo ti sei messo?
g. tipo di fumetti leggi di solito?
h. Dimmi a appartiene questo motorino.
i. Vorrei sapere di segno sei.
j. Mi potresti comunicare decisione hai preso?
45. Formula le domande all’origine delle risposte che ti proponiamo utilizzando un aggettivo o un pronome interrogativo.
Domande Risposte
Quali sono le tue letture preferite?
I racconti d’avventura.
A giugno compirò dodici anni.
Verde smeraldo.
Più o meno una decina.
Solo in inglese.
Va bene una qualunque.
Ne ho già svolti sei.
Andrò in piscina.
Da undici giocatori.
46. Completa le frasi con un aggettivo o un pronome esclamativo. Riconosci poi se si tratta di un aggettivo A o un pronome P, facendo una crocetta sul quadratino opportuno.
a. Da tempo non ti rivedo! Dove sei stato?
b. Ho pagato questa maglietta 50 euro. !
c. brutta cera! Hai dormito male questa notte?
d. fretta! Ma dove corri?
e. onore! Non ci speravo più di poterla conoscere! A P
f. Ho invitato alla mia festa cinquanta amici. ! A P
47. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, dettagliata per le parole in corsivo e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Quanti giorni mancano alle vacanze di Natale? 2. Quale preferisci dei colori dell’arcobaleno? 3. Che meravigliosa serata! // Tutti starebbero all’aperto con un cielo simile. 4. Quanti libri! // Tuo padre possiede dei volumi rarissimi di grande valore. 5. Quali sono i nomi dei sette nani? 6. Quanti capelli hai sulla testa? // Non lo so. // Nessuno conosce con precisione il numero dei suoi capelli.
AGGETTIVI E PRONOMI POSSESSIVI
48. Completa le frasi aggiungendo degli aggettivi possessivi (in alcuni casi è necessario l’articolo).
1. Rispetto professore, amo padre e madre. 2. Anche gli animali hanno cura dei piccoli. 3. mamma e papà lavorano entrambi. A casa però c’è sempre nonna. 4. zia abita nella stessa casa. 5. fratellino mette sempre in disordine stanza. – 6. Dobbiamo pensare non solo al bene, ma anche a quello . 7. Ognuno resti al posto.
49. Riscrivi le frasi con il verbo alla persona indicata e modificando opportunamente gli aggettivi possessivi.
Io sto aspettando mia sorella NOI stiamo aspettando NOSTRA sorella.
1. Tu ami i tuoi libri. (VOI) 2. Io stimo i miei insegnanti. (NOI) 3. Il pescatore vernicia la sua barca. (ESSI) 4. Piero ascolta i suoi genitori e segue i loro consigli. (TU) 5. L’egoista bada solo al suo tornaconto. (VOI) 6. Il pugile lottava con tutte le sue forze. (NOI)
50. Completa le frasi inserendo al posto dei puntini proprio e altrui.
1. Le cose a volte sembrano peggiori delle . 2. Bisogna ragionare con la testa, non fidarsi sempre delle idee . 3. Brutta abitudine quella di ficcare sempre il naso nelle faccende . 4. Ognuno si ricordi dei doveri e li compia. 5. Occorre saldare i debiti. 6. È importante saper accettare i limiti e non criticare quelli .
51. Scegli il possessivo adatto tra quelli proposti e cancella le forme non adatte al contesto.
Accetto le loro sue vostre scuse, purché promettano di agire meglio.
1. D’ora in poi ognuno deve assumersi le loro proprie nostre responsabilità. 2. I nonni raccontano volentieri le favole ai suoi propri nipotini. 3. Laura e Luca giocano con i suoi loro propri giocattoli. 4. Hai compiuto il tuo suo proprio lavoro con ordine e scrupolo. 5. Dateci il loro vostro suo parere su questa vicenda ingarbugliata. 6. Sono affezionato alla propria mia sua città. 7. Devi sempre tenere in considerazione anche gli interessi loro propri altrui. 8. Andrea ha ammesso la sua mia altrui responsabilità nell’incidente.
52. Riconosci se i possessivi in corsivo sono aggettivi A, pronomi P o aggettivi sostantivati S mettendo una crocetta sul quadretto corrispondente.
I miei nonni sono molto anziani, i tuoi invece sono ancora giovani.
Perde il proprio chi desidera l’altrui.
Siccome il suo libro era rovinato, gli prestai il mio.
Ho detto la mia! Adesso dite la vostra.
Non so la tua, ma la mia pazienza ha un limite.
Ciascuno badi ai propri difetti e non critichi gli altrui.
La mia auto è in riparazione, mi puoi prestare la tua?
I miei mi hanno comprato una nuova racchetta; quindi ti restituisco la tua.
Nel vostro orto la verdura è già matura, nel nostro ancora no.
Possibile che devi sempre dire la tua?
53. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, dettagliata per aggettivi e pronomi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Mio fratello ha trovato un ottimo impiego in quella ditta. 2. Molti miei amici studiano una seconda lingua straniera a scuola. 3. Questo tuo atteggiamento preoccupa tutti. 4. Che classe frequentano i vostri figli? 5. Quei tuoi conoscenti hanno ceduto in affitto il loro appartamento al mare? 6. Alcuni dei nostri parenti abitano all’estero, // molti altri risiedono in Italia.
54. Riconosci e sottolinea gli aggettivi sostantivati presenti nelle frasi.
1. Se non c’è il sereno oggi, ci sarà domani. 2. Il vero e il falso si presentano a volte con lo stesso vestito. 3. Lo zio deve curare sé stesso oltre che i suoi. 4. Il verde del vicino piace sempre più del proprio. 5. Non è sempre facile fare il possibile, figuriamoci l’impossibile! 6. “E vissero tutti felici e contenti”: questo sì che è un bel finale. 7. La fortuna aiuta gli audaci: e chi aiuta i timidi? 8. Chi ha sangue freddo affronta meglio l’imprevisto.
55. Sostituisci le espressioni in corsivo con aggettivi sostantivati. Molti abitanti della Polonia (Polacchi) conoscono anche la lingua russa (il russo).
a. In geometria studieremo le figure solide ( ).
b. Devo rivelarti una notizia segreta ( ), ma ti prego di essere molto discreto.
c. Preferisci i cibi dolci ( ) o i cibi salati ( )?
d. Speriamo che la squadra di calcio italiana ( ) partecipi all’ultima partita ( ) dei prossimi mondiali di calcio.
e. Ho l’abitudine di leggere i giornali che escono tutti i giorni ( ). e non quelli che escono una volta alla settimana ( ).
f. Sergio crede di essere sempre dalla parte di chi ha ragione ( ).
g. Non voglio dire ai miei genitori ( ) che non ho passato l’esame della patente.
h. Pietro ultimamente sta troppo in disparte ( ).
56. Sostituisci gli aggettivi sostantivati sottolineati con sintagmi contenenti un nome.
La bruna (la ragazza bruna) sembrava più timida della bionda (la ragazza bionda).
1. Ho eseguito un tiro da fuori area con il sinistro. 2. In geometria stiamo studiando le rette. 3. Tutti gli uomini sono attratti dal bello. 4. Come dice il saggio: “Meglio un uovo oggi che una gallina domani”. 5. Incosciente delle conseguenze la sventurata accettò la proposta. 6. Leggo solo i gialli 7. Lo strano è che, pur amando il caldo, non soffro il freddo. 8. L’italiano ama mangiare bene. 9. L’italiano ha una grammatica complessa.
PRONOMI PERSONALI
57. Individua i pronomi personali e inseriscili nella tabella in base al numero e alla persona.
- Non volevo che loro sapessero che io ero qui.
- Ma sei tu che mi hai detto di dirglielo! - disse la principessa.
- Certo, ma sapevo che non ti avrebbero creduto. Loro non mi crederebbero neppure se mi vedessero con i loro occhi.- La vecchia signora le lasciò la mano e si inginocchio accanto a lei.
- Chiunque ci incontrerà non crederà mai a una parola di quel che gli diremo. Nessuno ci crederà mai, a parte mio padre e mia madre. Loro sanno che io non racconto frottole.
Tratto da G. Macdonald, La principessa e i Goblin
Singolare
Prima persona
Seconda persona
Terza persona
Plurale
58. Sottolinea in modi diversi i pronomi personali distinguendo quelli che svolgono la funzione di soggetto da quelli che svolgono la funzione di complemento.
1. Il nonno è venuto in vacanza con noi. 2. Quando loro partirono, io cominciai a leggere. 3. Ho dato loro un consiglio sincero. 4. “Mi occorre un pennarello rosso. Chi me lo può prestare?” “Io”. 5. Nessuno lo vide uscire con Buck dalla parte del frutteto. L’uomo scattò per afferrarlo alla gola, ma Buck fu più pronto di lui. 6. Noi andremo al parco, e voi? 7. “Anche io voglio partecipare al concorso”. “E chi te lo impedisce?” 8. Claudio è febbricitante: questo lo ha convinto a non partire con noi. 9. Digli quel che pensi tu. 59. Completa le frasi con un pronome personale soggetto. Valuta tu quando è necessario esplicitarlo e quando basta il morfema del verbo a rivelarlo.
1. studio, cucini, gioca: ognuno al suo lavoro! 2. Cosa sta facendo Marco? sta telefonando. 3. Partiti , mi riposai. 4. mi ha risposto male, non Simone. 5. Anche è stato ammesso all’esame finale. – 6. La mamma è molto stanca: oggi ha avuto una giornata impegnativa. 7. qui?! 8. e Luca siamo usciti. volevamo fare una passeggiata. 9. Se non gioco con mia sorella fa i capricci. 10. non è più lo stesso da quando è tornato dagli Stati Uniti. 11. È una famiglia davvero simpatica; è un mattacchione, è molto tranquilla.
60. Esplicita i pronomi personali complemento di forma atona presenti nelle seguenti frasi e poi riconosci se sostituiscono un sintagma nominale o preposizionale.
Verrò a trovarti dopo mangiato. Ti = te (SN)
1. “Perché non mi hai salutato?” “Scusa, non ti avevo visto”. 2. Gli zii ci hanno invitato a cena. 3. Per piacere, dille che arriverò tardi a casa sua. 4. Vi chiameremo appena possibile. 5. Ora l’automobile è aggiustata: non ci darà ulteriori problemi. 6. Maria si crede una gran diva. 7. Suggeriscimi il risultato dell’espressione. 8. Proprio non gli garba questa minestrina.
61. Riconosci gli errori nell’uso dei pronomi personali presenti nelle seguenti frase. Correggili e spiega l’errore.
1. La mamma stava per uscire quando gli venne in mente che non aveva preso le chiavi. 2. A chi gli dici questo? 3. Questi sci sono di Andrea: meli ha prestati; io in cambio le ho dato la mia sciarpa. 4. Il nonno e la nonna hanno l’influenza: ho telefonato per augurargli pronta guarigione. 5. Se incontri i miei, digli che sto aspettando loro da più di un’ora. 6. Ti ho visto parlare con Luca: che cosa li hai chiesto? 7. Al telefono mi ha risposto sua madre e io gli ho chiesto di passarmi Luca. 8. Enrico ti aveva prestato un libro. Gli lo hai restituito? 9. Telo avevo detto che non era il caso di preoccuparsi.
62. Riconosci il valore di LO LA LE LI CI NE nelle seguenti frasi, scrivendo al posto dei puntini se si tratta di articolo, pronome personale, pronome dimostrativo o avverbio.
a. Mi servono LE scarpe da tennis: oggi LE comprerò.
b. Luigi ha un appartamento al mare, ma io non CI sono mai andato.
c. Ho telefonato a Maria per dirLE che non posso raggiungerLA a Pavia.
d. La mamma CI gettò un’occhiata al di sopra di un grosso volume che LE aveva regalato LO zio.
e. Larry camminava rapido, Leslie LO seguiva più lentamente.
f. LE piacciono i cioccolatini e NE mangia in gran quantità. Debbo nasconderLI, altrimenti LE viene mal di pancia.
g. CI piace molto andare al cinema.
h. È successo un guazzabuglio e me NE sono andato in gran fretta.
i. È un argomento interessante, ma ora sono stanco e NE parleremo domani.
j. Ho assistito a un terribile incidente. Tutti NE sono rimasti spaventati.
k. LA figlia di Andrea è affacciata al balcone. LA vedi?
l. I nemici CI circondavano da ogni lato e non sapevamo come uscirNE.
63. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi esplicitando sempre il pronome personale soggetto implicito nel morfema del verbo e le forme clitiche. Nella colonna della morfologia analizza nel dettaglio i pronomi personali. Nella colonna della sintassi scrivi se il pronome personale ha funzione di soggetto o di complemento. Non considerare nell’analisi le congiunzioni in corsivo.
L’/ ho supplicata / con insistenza, // e lei / mi / ha ascoltato.
io SN soggetto
ho supplicata SV predicato verbale
l’ = lei
SN complemento
con insistenza SP
lei SN soggetto
ha ascoltato SV predicato verbale
mi = me SN complemento
Pronome personale; I persona singolare.
Verbo supplicare, modo indicativo, tempo passato prossimo; I persona singolare.
Pronome personale; III persona femminile singolare.
Preposizione + nome; femminile singolare.
Pronome personale; III persona femminile singolare.
Verbo ascoltare, modo indicativo, tempo passato prossimo; III persona singolare.
Pronome personale; I persona singolare.
1. Michela non è stata molto servizievole // quando le ho chiesto un favore. 2. Ho comprato un bambolotto // e l’ho regalato al mio cuginetto. 3. Hai considerato con attenzione // che ti hanno chiamato al corso di recupero? 4. La pazienza è importante nella vita // perché ci aiuta nelle situazioni faticose. 5. Con il tempo la conoscerò meglio // ma ora le do del lei. 6. Quando gli servirono il caffè // il nonno si addormentò soddisfatto sulla poltrona.
64. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, dettagliata per i pronomi personali e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Non le ho risposto con precisione perché non ho studiato la lezione a casa. 2. Ti ho guardato con preoccupazione dalla finestra mentre attraversavi la strada di corsa. 3. Quest’anno andremo in vacanza in Toscana, poiché ci hanno invitato dei nostri amici. 4. Questo film è divertente, ma non lo rivedrò un’altra volta. 5. Ditegli tutta la verità, altrimenti il Preside non valuterà l’accaduto in modo corretto. 6. Uscimmo senza ombrello, quando ci colse il temporale.
PRONOMI RELATIVI
65. Riconosci e sottolinea i pronomi relativi e collegali con una freccia al sintagma che sostituiscono.
Non hai ancora risposto alla lettera che ti ho inviato.
a. La persona che ti ho presentato ieri è il mio allenatore di basket.
b. Venezia è una città di cui ho un bellissimo ricordo.
c. Questa è una situazione per affrontare la quale occorre molta intelligenza.
d. Ci sono dei luoghi in cui tutti si trovano a loro agio.
e. Il docente cui mi sono rivolto per la ricerca non ha saputo aiutarmi.
f. La domanda che ti è stata rivolta e a cui non hai saputo rispondere era facilissima.
g. Le lezioni per le quali ci si prepara con cura e alle quali si assiste con attenzione risultano le più interessanti.
h. Pietro ha acquistato un computer le cui prestazioni sono eccezionali e il cui prezzo è moderato.
66. Riconosci quando CHE è pronome relativo P e quando è congiunzione C, facendo una crocetta sul quadratino opportuno. Per essere sicuro che sia pronome relativo prova a sostituirlo con il quale, la quale, i quali o le quali.
a. C’erano una volta quattro bambini che si chiamavano Peter, Susan, Edmund e Lucy. P C
b. Erano ospiti di un vecchio professore che abitava in una villa isolata, P C
c. così isolata che per arrivare all’ufficio postale c’erano quattro chilometri.
d. Il professore era vecchio, vecchissimo: con i capelli tutti bianchi, ispidi e lunghi che gli ricadevano fin sopra le sopracciglia.
e. Edmund trovò che quell’uomo era molto buffo.
f. “Io me ne vado a fare un giretto per la casa. Esplorazione!” Trovarono tutti che era una bellissima idea.
g. Partirono alla scoperta dei misteri di quella vecchia villa e fu così che cominciò la loro strana avventura.
C
C
C Frasi tratte da C.S. Lewis, Il leone, la strega e l’armadio
67. Riconosci nelle seguenti frasi il valore di ogni CHE (pronome relativo, congiunzione, aggettivo interrogativo, aggettivo esclamativo).
“Che pacchia, ragazzi!” esclamò Peter.
“Siamo capitati bene. Quel vecchio col barbone mi sembra il tipo che ci lascerà fare alto e basso come vogliamo!”
“E piantala di parlare in quel modo” disse. “Parlare… in che modo, scusa?” ribatté Susan.
“Comunque mi sembri troppo stanco per stare alzato. È meglio che tu vada a letto”.
“Non avete visto che montagne, arrivando qui?
Scommetto che ci sono le aquile, lassù”.
La mattina dopo pioveva che Dio la mandava.
Veniva una pioggia così fitta che guardando fuori dalla finestra non si vedevano né montagne né boschi e neppure il ruscelletto che attraversava il giardino.
Frasi tratte da C.S. Lewis, Il leone, la strega e l’armadio 68. Completa le frasi utilizzando i pronomi relativi (che, cui, il quale…) corrispondenti a sintagmi nominali o inseriti in sintagmi preposizionali in base al contesto. 1. Luca alzò gli occhi al cielo si stava sgombrando. 2. Non c’erano più nuvole minacciose preoccuparsi. 3. Chiuse l’ombrello si era riparato fino a quel momento. 4. Iniziò a fischiettare felice, con quell’allegria timida sboccia dopo ogni temporale. 5. Riprese il cammino sul sentiero si era allontanato per ripararsi. 6. Schivava attentamente le pozzanghere acqua rispecchiava squarci di cielo sereno. 7. Trotterellando giunse alla sua casetta si trovava in cima alla collina e si poteva osservare la campagna rinnovata dalla pioggia. 8. La vista dei campi, colori avevano ritrovato il loro splendore, lo riposava e gli donava nuova speranza.
69. Spesso nel linguaggio parlato viene usato l’avverbio “dove”, che significa “nel luogo in cui” al posto di più opportuni pronomi relativi. In una delle seguenti coppie di frasi l’uso di dove è corretto, nell’altra invece è meglio usare il pronome relativo. Correggi gli errori motivando la scelta.
Violetta amava rifugiarsi dove nessuno avrebbe potuto trovarla. Qui dove è corretto perché sostituendolo con “nel luogo in cui” la frase è ben formulata. Violetta amava rifugiarsi in soffitta dove nessuno avrebbe potuto trovarla.
Qui dove non va bene, perché il luogo in cui Violetta ama stare è esplicitamente detto: la soffitta, quindi basta richiamarlo con un pronome relativo (nella quale).
a. Questa notte andrò a osservare il cielo stellato dove non vi sono luci artificiali. Questa notte andrò a osservare il cielo stellato in una radura nel bosco dove non vi sono luci artificiali.
b. Se torno nel luogo dove ho vissuto la mia infanzia, mi coglie un’improvvisa emozione. Se torno dove ho vissuto la mia infanzia, mi coglie un’improvvisa emozione.
c. Quando arrivai da dove ero partito, capii che avevo sbagliato strada. Quando arrivai al punto da dove ero partito, capii che avevo sbagliato strada.
70. Collega le frasi separate utilizzando un pronome relativo (CHE oppure CUI e IL QUALE anche introdotti da preposizioni)
Anna stese la mano sull’erba. L’erba era ancora umida. Anna stese la mano sull’erba, che era ancora umida.
1. Anna si trovava sulla sponda del fiume. Il fiume attraversa la campagna. 2. Vide nell’acqua del fiume un grosso pesce. Le squame del pesce erano argentate. 3. Incuriosita discese lungo la scarpata. Dalla scarpata si giungeva al fiume. 4. Provò a muovere le acque con un bastone. Aveva trovato il bastone sulla riva del fiume. 5. Il pesce non sembrava spaventato dal bastone. Il legno del bastone diventò argenteo al contatto con l’acqua. 6. Il pesce si avvicinò ad Anna. Nella bocca del pesce c’era una perla luminosa. 7. Anna si chinò verso il pesce e prese la perla. Sul dorso del pesce apparve la scritta: “È per te”. 8. Anna capì che il pesce era magico. Il pesce le aveva donato una perla.
71. Evidenzia i pronomi relativi che legano le frasi. Poi riscrivi le frasi semplici separatamente. Attenzione: a volte la frase introdotta dal pronome relativo si trova all’interno dell’altra.
Dalla poltrona Domenico guardò a lungo il cielo che formicolava di stelle.
Dalla poltrona Domenico guardò a lungo il cielo. Il cielo formicolava di stelle.
All’improvviso il cielo, che fino a quel momento era limpido, si rannuvolò.
All’improvviso il cielo si rannuvolò. Il cielo fino a quel momento era limpido.
1. Domenico chiuse in fretta la finestra dalla quale entrava un forte vento. 2. Pietro si fermò un momento a osservare le nuvole, il cui colore diventava sempre più cupo. 3. Un rumore roboante, che spaventò i due amici, riempì il cielo. 4. Pietro chiuse velocemente la porta di casa, la quale sbatteva a ogni raffica di vento, e tutte le imposte. 5. Un fulmine, il cui bagliore illuminò per un istante la campagna livida, colpì la grande quercia sulla quale vi era un nido di passeri. 6. I passeri, il fruscio delle cui ali venne udito dai due amici, in volo si diressero alla casa di Pietro, le cui finestre erano sbarrate. 7. Pietro, che si impietosì per i passeri impauriti, corse ad aprire le finestre, dalle quali entrò la famiglia di uccelli con un pigolio, il cui suono faceva pensare a un riconoscente ringraziamento.
72. Dopo aver separato in frasi semplici, fai l’analisi morfosintattica, dettagliata per aggettivi e pronomi, e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
Questa / è la ragione // per la quale /i genitori / di Alberto / lo / hanno sgridato.
questa SN soggetto
è la ragione SV predicato nominale (copula + SN)
Pronome dimostrativo; femminile singolare.
Verbo essere, modo indicativo, tempo presente, III persona singolare + articolo + nome; femminile, singolare.
i genitori SN soggetto Articolo + nome; maschile, plurale.
di Alberto SP
hanno sgridato SP predicato verbale
lo = lui = Alberto SN
per la quale = per questa ragione SP
Preposizione + nome; maschile, singolare.
Verbo sgridare, modo indicativo, tempo passato prossimo; III persona singolare.
Pronome personale; III persona, maschile, singolare.
Preposizione + pronome relativo; femminile, singolare.
1. Noi avevamo mille galline che razzolavano per i nostri campi. 2. Vidi mio padre a venti passi di distanza che fumava la pipa all’ombra di una grossa quercia. 3. Il Boscaccio era un paese nel quale non moriva mai nessuno per via di quell’aria straordinaria che vi si respirava. 4. Chico, con la sua lunga veste chiara, sembrava un angelo del buon Dio cui si fosse guastata un’aluzza e che fosse caduto nel trifoglio. 5. Entrarono improvvisamente in chiesa un uomo e due donne, una delle quali era la moglie di Peppone. 6. Egli parla di un insulto che qualcuno ha scritto ieri sera sul giornale murale.
Frasi tratte da G. Guareschi, Mondo piccolo
PRONOMI DOPPI
73. Distingui il CHI pronome doppio D dal CHI pronome interrogativo INT, ponendo una crocetta sul quadratino corrispondente. Per essere sicuro che sia pronome doppio prova a esplicitarlo (=colui il quale).
a. Chi ha rubato la marmellata?
b. Il perder tempo a chi più sa più spiace.
c. Adesso che sei certa del presente, temi per il futuro? È sempre così per chi ama.
d. Non so chi sia stato.
e. Apprezzo chi dice il vero.
f. Indovina chi è venuto a trovarmi.
g. La legge punisce severamente chi spaccia moneta falsa.
h. Chi di spada ferisce di spada perisce.
i. Bisogna rispettare chi è più anziano.
j. Chi si loda si imbroda.
k. Chi ti ha detto questa fandonia?
l. Chi ha rubato i cioccolatini lo confessi.
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
D INT
m. Sai chi ho incontrato al mercato? D INT
n. A chi gli chiedeva cosa stesse cercando, Diogene rispondeva: “Cerco l’uomo”. D INT
74. Distingui il CHIUNQUE pronome doppio D dal CHIUNQUE pronome indefinito IND, facendo una crocetta sul quadratino corrispondente.
a. Chiunque sappia la risposta, alzi la mano.
D IND b. La risposta a questo quesito dovrebbe saperla dare chiunque.
c. Chiunque andrebbe volentieri in vacanza in Sardegna.
d. Chiunque sia andato in vacanza in Sardegna, vorrebbe ritornarci.
e. Non è consigliabile affidare a chiunque i propri segreti. D IND f. Non aspettarti riservatezza da chiunque tu consideri tuo amico. D IND
75. Scrivi delle frasi contenenti i pronomi e gli aggettivi indicati.
QUANTO pronome interrogativo
pronome doppio
aggettivo esclamativo
CHI pronome doppio pronome interrogativo
CHIUNQUE pronome indefinito pronome doppio
QUANTI pronome interrogativo pronome doppio
aggettivo esclamativo
aggettivo interrogativo pronome esclamativo
76. Individua i pronomi doppi, esplicitali e poi dividi in frasi semplici.
L’insegnante apprezza chi lavora seriamente.
I frase: L’insegnante apprezza colui
II frase: il quale lavora seriamente.
a. Non capisco quanto tu stai dicendo.
I frase:
II frase:
b. Pietro, raccogli le iscrizioni di quanti partecipano alle gare di nuoto.
I frase:
II frase:
c. Sono riconoscente a chiunque mi abbia aiutato anche una sola volta nella vita.
I frase:
II frase:
d. Non rivolgere la parola per strada a chi non conosci.
I frase:
II frase:
e. Come posso sdebitarmi per quanto hai fatto per me?
I frase:
II frase:
f. Chiunque ti tratti male se la vedrà con me!
I frase:
II frase:
77. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, dettagliata per i pronomi e gli aggettivi. Ricordati di dividere in frasi semplici e di esplicitare i pronomi quando necessario.
1. Luigi ha prestato un libro al suo amico Piero, ma lui non gliel’ha ancora restituito. 2. Quella canzonetta, che la nonna ci cantava, ritorna spesso alle nostre labbra e ci accompagnerà lungo il cammino della nostra vita. 3. Chiunque soffra di vertigini non salga su questa altissima torre. 4. Ogni fatica di cui comprendo lo scopo mi sembra meno grave. 5. La soluzione di quanto ci hai proposto come problema è difficile per ognuno di noi. 6. Le persone il cui comportamento è volgare e irriverente infastidiscono chiunque.
4. FUNZIONI DEL SINTAGMA NOMINALE (QUANDO NON È SOGGETTO)
APPOSIZIONE
1. Arricchisci i nomi propri in corsivo con una apposizione.
Neri è molto apprezzato nel suo ufficio. L’impiegato Neri è molto apprezzato nel suo ufficio.
1. Venere era amata da Vulcano 2. Pompei fu distrutta da una violenta eruzione vulcanica. 3. Il maestro loda Amilcare. 4. Bianchini dirige il nuovo liceo scientifico di Pavia. 5. Il nostro Giovanni è molto atletico. 6. La gara è stata vinta da Rossi. 7. Ferris ha vinto il concorso di pittura patrocinato dall’azienda di mio padre. 8. Hanno proclamato vincitrice del concorso di bellezza Annamaria 9. Paperino è un personaggio che suscita simpatia.
2. Scrivi delle frasi che contengano i nomi elencati con funzione dapprima di soggetto, poi di apposizione.
Principe Il principe è destinato al regno (soggetto).
Il principe Giovanni è il personaggio di un cartone animato della Walt Disney (apposizione).
ATTORE · FILM · MARE · FIUME · QUADRO · PIANURA · CITTÀ · RAGAZZO · AVVOCATO · PRESIDENTE
3. Riconosci se la parola sottolineata è un’apposizione, un attributo o un aggettivo con valore predicativo.
Apposizione Attributo Aggettivo predicativo
Ebe, figlia di Giove, era personificazione della giovinezza.
Tutti gli scolari sono affezionati alla bidella Piera.
Il nostro medico curante è il dottor di Pasquale.
La lingua italiana è armoniosa, ma difficile.
Re Mida trasformava in oro tutto quel che toccava.
Dafni, poeta, musico e cacciatore, era stato allevato dalle ninfe.
A Tarquinio, re di Roma, fu dato il soprannome di Superbo.
L’apostolo Pietro diffuse il cristianesimo anche nella città di Roma.
Mangi troppi dolci: diventerai una ragazzina grassottella.
Il vocabolario, utile strumento di lavoro, dovrebbe essere consultato spesso dagli studenti.
Il re Alarico morì giovane.
Questa mattina tua sorella sembrava felice.
4. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi, classificali e sottolinea le apposizioni.
Il poeta Leopardi / andò a visitare / Roma. SN SP SN
1. Al teatro della Scala di Milano il 7 dicembre c’è la prima rappresentazione della stagione. 2. Murano, isola della laguna veneta, è famosa per la produzione di oggetti in vetro soffiato. 3. L’elefante indiano, pachiderma dalle dimensioni più modeste di quello africano, è utilizzato come mezzo di trasporto. 4. Il mio maestro di scherma, ex-campione italiano, ha partecipato recentemente a un programma televisivo. 5. L’Everest, la montagna più alta del mondo, si trova nella catena dell’Himalaya, al confine tra Nepal e Tibet. 6. Incontri ravvicinati del terzo tipo, un interessante film di fantascienza, tratta dell’amicizia che si instaura tra un ragazzino e degli extra-terrestri. 7. Alessandro Manzoni, autore de I Promessi sposi, ha scritto mirabili opere in prosa e in poesia. 8. L’Iliade e l’Odissea, poemi epici della Grecia antica, hanno appassionato i lettori in ogni epoca. 9. La mia compagna di classe Anna, esperta di giochi logico-matematici, è molto intelligente.
5. Riconosci quando l’apposizione fa parte di un sintagma nominale e quando invece può essere considerata un sintagma nominale a sé stante.
Re Carlo, tornato dalla guerra, discese da cavallo e appoggiò l’elmo a terra. Re è apposizione di Carlo e fa parte del sintagma nominale soggetto. Carlo, re giusto e saggio, tornato dalla guerra, discese da cavallo e appoggiò l’elmo a terra. Re, insieme agli attributi giusto e saggio, costituisce un sintagma nominale con funzione di apposizione, retto dal sintagma nominale soggetto Carlo.
1. Giuseppe Verdi, famoso compositore, nacque a Busseto. 2. Gli zii hanno fatto un regalo meraviglioso a mia cugina Nicoletta. 3. Lepore, l’esimio professore, è stato avvisato che domani la segreteria dell’università sarà chiusa? 4. Il notaio Bartolo disse che avrebbe ricevuto Gubbio, suo cliente, nel pomeriggio. 5. Ruggero Molteni, guida del safari, ha avvisato i signori Braghi, turisti poco scrupolosi, che non avrebbero mai dovuto allontanarsi dalla Jeep, il mezzo di trasporto che li avrebbe condotti nella savana. 6. Possibile che tu non abbia riconosciuto il famoso attore Brad Pitt, che ieri passeggiava lungo le rive del fiume Tevere?
6. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi e riconosci le funzioni logiche studiate finora. Fai attenzione alle apposizioni e agli attributi.
Tuo cugino Pietro / mi / ha accompagnato / nel nuovo negozio / di vestiti / nel centro / della mia città.
tuo cugino Pietro SN soggetto con attributo e apposizione Aggettivo + nome + nome proprio; maschile singolare. ha accompagnato SV predicato verbale
Verbo accompagnare, indicativo, passato prossimo; III persona singolare. mi = me SN
nel nuovo negozio SP con attributo
Pronome personale; I persona singolare.
Preposizione articolata + aggettivo + nome; maschile singolare. di vestiti SP
nel centro SP
della mia città SP con attributo
Preposizione semplice + nome; maschile plurale.
Preposizione articolata + nome; maschile singolare.
Preposizione articolata + aggettivo + nome; femminile singolare.
1. Il commissario Maigret è il protagonista di molti racconti polizieschi ambientati a Parigi. 2. L’impero di Alessandro Magno andava dalla Grecia fino al fiume Indo. 3. Fionn, personaggio delle fiabe popolari irlandesi, è un giovane principe curioso e coraggioso. 4. Nella battaglia navale di Trafalgar l’ammiraglio inglese Orazio Nelson inflisse una dura sconfitta alla flotta francese. 5. Mio padre, chirurgo e ricercatore, è andato in Sudan per un importante convegno. 6. Il celebre attore americano Harrison Ford ha interpretato l’archeologo Indiana Jones in una fortunata serie di film d’avventura. 7. Per il mio compleanno mio cugino Giovanni ha organizzato una divertente festa a sorpresa. 8. Giovanni Pascoli, il celebre poeta, visse in Romagna e in Toscana, terre che ispirarono molte delle sue poesie. 9. I Cartaginesi, abili navigatori, combatterono contro i Romani per il predominio sul mare Mediterraneo.
7. Nei nostri discorsi quotidiani l’apposizione si può presentare sotto forma di sintagma introdotto da espressioni colorite, quali “quel buono a nulla di…”. Scrivi delle frasi in cui le espressioni elencate svolgano la funzione di apposizione.
Quel buono a nulla di Pierino non fa che combinare guai.
QUEL FURBACCHIONE DI · QUEL POCO DI BUONO DI · QUEL FARABUTTO DI · QUELLA SAGOMA DI · QUEL PAGLIACCIO DI · QUEL SIMPATICONE DI · QUELLA VOLPE DI · QUEL PIGRONE DI
PREDICATIVO DEL SOGGETTO
8. Trasforma nelle frasi il verbo essere in un verbo copulativo e sottolinea il predicato nominale.
Quando c’è il sole, il paesaggio è più vivace Quando c’è il sole, il paesaggio appare più vivace.
1. Mio nonno fu una guida alpina. 2. Questo affare è molto vantaggioso. 3. Paola è una ragazza saggia. 4. Questo libro è molto avvincente anche per chi l’ha letto più volte. 5. Piero è stato contento del risultato. 6. Beatrice è più bella quando sorride.
9. Riconosci nelle frasi i sintagmi verbali formati da un verbo copulativo + un SN - predicativo del soggetto. L’esercizio è avviato.
1. Luca sembra un dottore, con quell’aria seria e pensosa. 2. Non diventerai mai un bravo pianista, se non ti eserciti quotidianamente. 3. Questa estate in montagna sono diventato un vero alpinista. 4. Che strana mossa! Non mi sembri un gran giocatore di scacchi! 5. Questo sole pallido pare una luna! 6. Nonno, da quando ti sei fatto crescere la barba mi sembri Babbo Natale! 7. Dopo la pioggia la terra sembra un frutto appena sbucciato. 8. Una vera atleta è diventata Maria grazie alla sua tenacia nell’allenamento. 9. Con tutta la neve che è caduta il paesaggio pare un mondo incantato puro e soffice.
10. Completa con un predicativo del soggetto le frasi aventi per nucleo un verbo effettivo.
Sono rimasto nel traffico per più di un’ora. Sono rimasto bloccato nel traffico per più di un’ora.
a. La casa di montagna rimarrà quest’inverno.
b. Non sai stare per più di dieci minuti?
c. Questo pomeriggio voglio stare in casa mia.
d. Di tanti che erano con noi ne sono rimasti .
e. Resterai se continui a comportarti così.
f. Malgrado le tue valide argomentazioni, resto di aver ragione io.
g. Il professore rimarrà se non riesco a risolvere questo problema da solo.
h. I felini stanno quando puntano le loro prede.
i. Con il rumore che fanno i vicini di casa resteremo tutta la notte!
11. Aggiungi un predicativo del soggetto in dipendenza dai verbi appellativi, estimativi, elettivi.
Pietro è considerato dai suoi amici un leale giocatore
a. Non capisco perché sei soprannominato da tutti .
b. Mio nonno, da giovane, era stato eletto dai suoi concittadini.
c. Se continuiamo a giocare così male, saremo ritenuti dagli avversari.
d. Mi sono offeso perché sono stato chiamato mio allenatore.
e. Vedi quei tre ragazzi? Sono stati nominati dai loro compagni di classe.
f. Giulio Cesare fu designato
g. A detta di molti la pizza è ritenuta degli italiani.
h. Leonardo da Vinci è considerato in tutto il mondo .
i. Joseph Ratzinger è stato eletto il 19 aprile 2005 dai Cardinali riuniti in conclave.
12. Sottolinea nelle frasi i sintagmi verbali formati da verbo + predicativo del soggetto (aggettivo o SN).
1. La vacca aveva dato al contadino Grisante cattivi risultati. La sua compagna invece era diventata migliore: Grisante ora aveva le vacche scompagnate. 2. Giunti sulla riva dello stagno le dettero un fastello d’erba, perché stesse ferma. 3. Quando la vacca uscì bruscamente dallo stagno, gli parve ancora migliorata. 4. Quando piegò col muso verso terra, i contadini, bramosi di prendere i pesci, si ritirarono indietro pronti a fermarla. 5. Era di razza pura e al sole il vello sembrava un manto d’argento. D’argento sembravano anche i barbi e i lucci. 6. I quattro uomini stavano fermi impietriti e così rimasero sintanto che la poterono scorgere. Frasi tratte da N. Lisi, Racconti
13. Scrivi delle frasi contenenti le espressioni elencate nel riquadro con valore di predicativi del soggetto.
Molto coraggioso Re Riccardo era considerato da tutti molto coraggioso, infatti lo soprannominarono “Cuor di leone”.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA · VOLPONE · STANCO · COME UN FRATELLO · PIÙ ALTI · BEN COTTA · SINDACO DI TORINO · PROFESSORE UNIVERSITARIO · IL MIGLIO CALCIATORE · IL DIFETTO PEGGIORE · COCCO DI MAMMA · PER AIUTANTE · DA AMMINISTRATORE
14. Scrivi delle frasi con i verbi indicati, usandoli una volta come verbi reggenti un predicativo, una volta con valore autonomo. Indica poi il sintagma verbale di cui sono nucleo e la sua funzione logica (predicato nominale o verbale)
Vivere 1) Mia zia vive sola. 2) Dante visse dal 1265 al 1321. SV SV predicato nominale predicato verbale
RESTARE · RIMANERE · STARE · NASCERE · CRESCERE · MORIRE · GIOCARE · RICONOSCERE
15. Riconosci i predicativi del soggetto espressi da sintagmi preposizionali e trasformali in aggettivi.
Luca restò di stucco quando capì che gli avevano rubato la bicicletta. di stucco = stupefatto
Zio Paperino, come al solito, è rimasto al verde.
A tutti è stato dato un omaggio alla fine della festa. Solo io sono rimasto a bocca asciutta.
Sono rimasto di sale alla vista dei danni provocati dal terremoto.
Alla vista del mio 10 in matematica, mio padre è restato senza fiato.
Quando ha visto che tutti lo superavano nella corsa, Piero è restato con un palmo di naso.
Quegli infissi sembrano di legno.
Se ne sono andati via tutti dal parco e io sono rimasto come un salame.
Elena sembra di ghiaccio.
Pietro diventa di fuoco quando offendono i suoi amici.
Se hai qualche dubbio sull’interpretazione delle espressioni, puoi consultare un dizionario dei modi di dire, ad esempio dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire.
16. Fai l’analisi logica delle seguenti frasi, costruendo lo schema delle reggenze delle frasi e riconoscendo le funzioni dei sintagmi studiate finora (soggetto, predicato, apposizione, attributo, predicativo del soggetto).
Lo zio Angelo era considerato il più abile avvocato di Milano.
Lo zio Angelo era considerato il più abile avvocato SN SV soggetto con apposizione predicato nominale (verbo copulativo + SN predicativo del soggetto con attributo) di Milano SP
1. Remo è giudicato un ottimo calciatore da Gemma, una bella ragazza bruna del mio quartiere. 2. Durante il viaggio l’autista, il signor Guido, rimase contrariato dall’assenza di benzinai per un lungo tratto di strada. 3. Un bel mattino mio padre restò stupito della sua capigliatura improvvisamente brizzolata. 4. Il primo Pontefice eletto in conclave fu papa Gelasio II, il 24 gennaio 1118, dai cardinali riuniti nel Monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo segreto e chiuso al pubblico. 5. L’ibis rosso era considerato un uccello sacro dagli Egiziani. È chiamato ibis rosso per il colore del suo piumaggio, dovuto alla sua alimentazione, basata principalmente su molluschi. 6. Dopo innumerevoli traversie il principe azzurro sposò la principessa Giada e vissero per sempre felici e contenti.
17. Spiega la differenza di significato tra le frasi delle seguenti coppie nelle quali lo stesso nome è utilizzato ora come apposizione ora come predicativo del soggetto.
Quel signore, ambasciatore della Cina, ha partecipato a importanti trattative. // Quel signore ha partecipato a importanti trattative in qualità di ambasciatore della Cina.
Nella prima frase ambasciatore è apposizione e dà un’informazione circa il mestiere del signore di cui si vuole parlare; nella seconda frase ambasciatore è predicativo del soggetto ed esprime a quale titolo il signore ha partecipato alle trattative.
a. L’architetto Agnesi, quale esperto arredatore di interni, ha presentato un progetto per l’arredamento dei nuovi uffici delle Poste. // L’esperto arredatore di interni architetto Agnesi ha presentato un progetto per l’arredamento dei nuovi uffici delle Poste.
b. Il critico cinematografico Bestini, che scrive su alcuni quotidiani, ha sconsigliato la visione di alcuni film ai minori di anni 14. // Bestini, che scrive su alcuni quotidiani in qualità di critico cinematografico, ha sconsigliato la visione di alcuni film ai minori di anni 14.
c. La professoressa Ciccardi non tollera che si facciano errori di ortografia. // La Ciccardi, in quanto professoressa, non tollera che si facciano errori di ortografia.
COMPLEMENTO OGGETTO
Verbi transitivi e verbi intransitivi
18. I seguenti verbi sono transitivi o intransitivi? Prima di rispondere scrivi sul tuo quaderno una frase che li contenga: se possono reggere un SN complemento oggetto sono transitivi.
Pescare: Vicino agli scogli ho pescato un granchio transitivo
TREMARE · ATTENDERE · SISTEMARE · SPARIRE · SBADIGLIARE · CALZARE · NITRIRE · ONDEGGIARE · FRIGGERE · INTRECCIARE · SCAPPARE · DIRE · PARLARE · SPEZZARE · SCOMPARIRE · NASCONDERE
19. Riconosci i sintagmi che compongono le seguenti frasi e indica per ogni sintagma verbale se ha per nucleo un verbo transitivo o intransitivo.
Tutti gli sguardi / si volsero / verso il nuovo campione. SN SV – intr. SP
1. Il campione montava uno splendido cavallo nero, e salutò graziosamente il Principe e le dame. 2. Il campione salì al terrapieno e colpì con la punta della sua lancia lo scudo di Brian. 3. ”Prendi il tuo posto nella lizza e guarda il sole per l’ultima volta, perché stanotte dormirai in Paradiso”. 4. Cambiò il proprio cavallo con un altro, agguerrito e fresco, fortissimo e focoso. Scelse un’altra lancia robusta. 5. Le trombe avevano appena dato il segnale, i cavalieri partirono dai loro posti con la velocità del lampo. Le lance volarono in schegge fino al manico. 6. Per la seconda volta i campioni balzarono dai loro posti… In questo secondo scontro, il Templare mirò al centro dello scudo dell’avversario. 7. Sella, cavallo e cavaliere ruzzolarono a terra in una nuvola di polvere. 8. Il cavaliere Diseredato saltò da cavallo e sguainò la spada. 9. Il cavaliere Diseredato tornò al posto di prima, e Brian rimase alla propria tenda per il resto della giornata in un’agonia di disperazione. 10. Nel suo quarto combattimento con De Grantmesnil, il cavaliere Diseredato dimostrò cortesia, coraggio e destrezza. 11. Ralph de Vipont chiuse la serie dei trionfi dello sconosciuto. Frasi tratte da W. Scott, Ivanhoe
20. Scrivi due frasi per ognuno dei seguenti verbi: nella prima fanne un uso transitivo, nella seconda uso intransitivo.
Mangiare Chi ha mangiato l’ultima fetta di torta? / Se non mangi non cresci.
21. Scrivi due frasi per ognuno dei seguenti verbi: nella prima fanne un uso intransitivo, nella seconda uso transitivo.
Correre Tutte le mattine mio padre correva per un’ora nel parco. / Hai corso un bel rischio ad attraversare la strada col semaforo rosso!
AFFOGARE · SALTARE · PIANGERE · SCENDERE · CRESCERE · VIVERE · ASSISTERE · AFFONDARE · CAVALCARE
22. Cerca sul vocabolario e riporta sul tuo quaderno i significati dei verbi nel riquadro. Ti accorgerai che cambiano il loro significato se sono usati transitivamente o intransitivamente.
AVANZARE · CONTARE · SPUNTARE · CARTEGGIARE · ASPIRARE · CAPIRE
23. Sottolinea i verbi in corsivo in modo diverso se usati transitivamente o se usati intransitivamente. Poi scrivi sul tuo quaderno i vari significati che il verbo assume.
1. Il bambino ha contato le sue figurine / La volontà di mio padre conta per me / Conto i giorni che mi separano dalla partenza per il mare / Per il mio amico il denaro non conta. 2. La memoria serve / La mamma ha servito il tè e i pasticcini alle sue amiche / Il calciatore ha servito il suo compagno che ha fatto goal / A Londra c’è un sarto che serve la famiglia reale. 3. Ecco Lucia, speriamo che oggi non attacchi bottone perché sono di fretta / Il leone attacca l’uomo solo se ha fame / Ho attaccato sul diario le foto dei miei amici / I ciclisti fra poco attaccheranno la salita / Non attaccare con i tuoi soliti discorsi. 4. Quando ci sono i saldi, i prezzi scendono / La sposa ha sceso la scalinata della chiesa / Questa notte il termometro è sceso sotto lo zero / Dopo aver preso la medicina la febbre è scesa. 5. Anche gli animali comunicano / L’annunciatrice ha comunicato i nomi dei vincitori del concorso / Ci sono persone che non riescono a comunicare i loro sentimenti / La malattia si comunica facilmente / La sala comunica con la cucina / Ho provato a fare il numero di telefono dei nonni ma non sono riuscito a comunicare / La domenica a Messa i fedeli si comunicano. 6. La nonna ha perso l’ombrello / Questo rubinetto perde / Chi arriva ultimo perde / La nostra amica perde spesso la pazienza.
I trucchi del mestiere
QUALE AUSILIARE SCEGLIERE?
Per decidere quale ausiliare adoperare nelle forme composte di un verbo, occorre fare attenzione alla sua natura: tutti i verbi transitivi vogliono l’ausiliare avere.
Luigi ha mangiato il risotto. Il calciatore aveva tirato il pallone in porta. I miei compagni hanno letto molti libri.
I verbi intransitivi invece hanno o l’ausiliare essere o l’ausiliare avere. In caso di dubbio occorre consultare il dizionario.
Oggi sono arrivato in ritardo a scuola.
Mio padre è andato a parlare con i miei professori.
Stefano ha giocato a carte con Paolo tutto il pomeriggio. Ho sofferto molto per la tua partenza.
Addirittura lo stesso verbo intransitivo può volere diversi ausiliari a seconda del testo in cui è inserito e non è sempre facile trovare la regola che spieghi la differenza.
Sono corso appena mi hai chiamato. Ho corso per due ore nel parco. È girata una strana voce. L’autista al semaforo ha girato a destra.
24. Sottolinea la forma corretta del verbo, facendo attenzione all’ausiliare. In caso di dubbio consulta il vocabolario.
Il sole (è tramontato / ha tramontato) all’orizzonte.
1. Il babbo (ha ritornato / è ritornato) dall’ufficio. 2. La barca (ha affondato / è affondata). 3. Antonio (ha trascorso / è trascorso) la giornata in spiaggia. 4. (È trascorso / ha trascorso) molto tempo da quando ci siamo visti l’ultima volta. 5. La foresta (ha bruciato / è bruciata) violentemente. 6. Bordin (ha corso / è corso) la maratona di Boston. 7. Appena ho saputo la notizia (sono corso / ho corso) da te. 8. Il nonno (ha vissuto / è vissuto) fino a cent’anni. 9. Il nonno (ha vissuto / è vissuto) con molta serenità i problemi della terza età
25. Scrivi al posto dei puntini l’ausiliare corretto e poi di’ se il verbo è transitivo o intransitivo.
a. La tua lettera finita nel cestino.
b. Quel disco riscosso un buon successo.
c. Al mio fischio Fido accorso.
d. La mia fatica non valsa a niente.
e. Il camion svoltato a destra.
f. Pietro trattenuto il fiato.
g. Il negozio chiuso alle cinque.
TR INTR
TR INTR
TR INTR
TR INTR
TR INTR
TR INTR
TR INTR
26. Riconosci e sottolinea tutti i verbi nel seguente brano e poi riportali sul quaderno. Per ognuno scrivi se è transitivo o intransitivo e poi coniugalo in un tempo composto, facendo attenzione all’ausiliare.
Navigano: intransitivo - hanno navigato
In questo libro le imbarcazioni navigano; le onde ripetono la loro canzone; i vignaioli discendono dalle colline delle Cinque Terre, sulla riviera genovese; in Provenza e in Grecia gli agricoltori bacchiano le olive; i pescatori tirano le reti sulla laguna di Venezia; i carpentieri costruiscono barche, uguali oggi a quelle di ieri… E ancora una volta, guardandole, ci ritroviamo fuori del tempo. Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. Viaggiare sul Mediterraneo significa incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Jugoslavia. Significa sprofondare nell’abisso dei secoli; incontrare realtà antichissime ancora vive, a fianco dell’ultramoderno: accanto a Venezia, nella sua falsa immobilità, l’agglomerato industriale di Mestre; accanto alla barca del pescatore, che è ancora quella di Ulisse, il peschereccio devastatore dei fondi marini o le enormi petroliere. Significa immergersi nell’arcaismo dei mondi insulari e nello stesso tempo stupire di fronte all’estrema giovinezza di città molto antiche.
Frasi tratte da F. Braudel, Il mediterraneo
Complemento oggetto
27. Completa le frasi con un complemento oggetto.
a. Piero entrò in camera sua, chiuse , aprì e si mise a cantare felice.
b. Mi misi a contemplare e all’improvviso provai
c. Anna sentiva provenire da un albero, si avvicinò all’albero e vide .
d. Franca è una ragazza saggia: non dice mai e conosce .
e. Hai trovato ? Ho cercato dappertutto ma non ho viste.
f. Stringi bene altrimenti perderai.
g. Le tue parole hanno suscitato in me .
h. Dovresti sostituire , ormai sono rovinati.
i. In quel negozio vendono solo , dove posso trovare di cui ho bisogno?
28. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi nominali elencati svolgano la funzione una volta di soggetto, una volta di complemento oggetto.
FILO BIANCO · OCCHIATE MALEVOLE · MODO BURBERO · ANGOLO SILENZIOSO · FRECCE AVVELENATE · ATTEGGIAMENTO STRANO · FAME SELVAGGIA · PARTICOLARE ATTENZIONE · FERVIDA IMMAGINAZIONE · INFINITA PAZIENZA · PERSONAGGIO RAGGUARDEVOLE · GIORNI MIGLIORI · ECCELSA POSIZIONE
29. Riconosci se i sintagmi nominali sottolineati fungono da soggetto (S) o da complemento oggetto (O).
Il signor Burns S O diede fondo alla sua colazione con impazienza, quasi esasperato di esser coinvolto in qualche mostruosa follia, borbottò due parole S O di scusa e filò in coperta. Poco dopo l’ufficiale in seconda S O liberò la cabina S O del suo glabro faccione rosso. Con l’appetito di uno scolaretto, e dopo due mesi di viveri di bordo, aveva apprezzato la generosa apparecchiatura S O . Ma io no. Puzzava di stravaganza. Nondimeno era degno di nota che fosse stata preparata con quella rapidità, e feci le mie congratulazioni S O al nostromo per la sua bravura, con un tono che non prometteva nulla di buono S O . Burns S O mi lanciò un sorriso supplichevole S O , e con un gesto che S O non seppi interpretare strizzò i suoi furbi occhi scuri S O in direzione dell’ospite.
Tratto da J. Conrad, Racconti di mare e di costa
30. Riconosci se i sintagmi nominali sottolineati fungono da soggetto (S) o da complemento oggetto (O) o da sintagma nominale predicativo (P).
a. Rammentarmi del vecchio Nelson! Diamine. E per cominciare, il suo nome S O P non era Nelson S O P.
b. Gli inglesi S O P dell’arcipelago lo S O P chiamavano Nelson perché più comodo, ritengo; e lui S O P non aveva mai protestato.
c. La vera grafia S O P del suo nome era Nielsen S O P .
d. Era giunto in oriente molto prima dell’avvento dei cavi elettrici, aveva servito ditte inglesi e sposato una ragazza inglese. Non vi era cantuccio o fessura S O P di quelle acque tropicali dove l’intraprendenza S O P del vecchio Nelson (o Nielsen) non fosse penetrata.
e. Le sue tracce S O P se rilevate, avrebbero coperto la carta S O P dell’Arcipelago come una ragnatela, tutta quanta, a eccezione delle Filippine. Non aveva mai voluto abbordare quella regione S O P , a causa di uno strano terrore degli spagnoli.
f. Non aveva tanto orrore S O P degli olandesi quanto ne aveva degli Spagnoli, ma ne diffidava ancora di più.
g. Quel povero vecchio Nelson S O P era un buon diavolo S O P. Frasi tratte da J. Conrad, Racconti di mare e di costa
31. Trasforma le frasi sostituendo il complemento oggetto con un pronome personale.
L’insegnante interroga Pietro L’insegnante lo interroga.
1. Per strada ho incontrato Luisa. 2. Il negoziante ha servito i clienti. 3. I nipoti amano i nonni. 4. Paolo ha canzonato Francesco. 5. L’Inter ha battuto il Milan. 6. Lo zio colleziona le farfalle. 7. Gli puoi restituire il suo astuccio? 8. Mi hanno consegnato le mie verifiche corrette. 9. Gli hai detto la verità?
32. Riconosci e sottolinea i pronomi personali complemento oggetto, collegali ai verbi transitivi che li reggono e riconosci ciò che sostituiscono.
Nelle fiabe l’orco cattura i bambini, li ingrassa e li mangia. (Li = i bambini)
1. Pierino disse di aver visto da vicino un bandito e lo descrisse con tinte esagerate ai suoi compagni ed amici. 2. I ragazzi increduli iniziarono ad avere paura quando Pierino li convinse. 3. Solo Anna non credeva a Pierino, ma nessuno la ascoltava. 4. Intanto il bandito si avvicinò a loro e li sorprese parlare. 5. Tutti scapparono, tranne Anna che lo guardò curiosa. 6. Il bandito la stimò per il suo coraggio e si mise a conversare con lei. 7. Le raccontò che l’avevano più volte catturato e messo in prigione. 8. Anna gli si affezionò nonostante la sua terribile fama e lo considerò un uomo interessante da ascoltare. 9. Pierino, ritornato a cercare la sorella, li vide discorrere e si stupì.
33. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi e riconosci le funzioni logiche studiate finora.
1. Fin da quando si era levato il sole, avevo guardato avanti. 2. Il bastimento scivolava dolcemente sul mare liscio. 3. Dopo una traversata di sessanta giorni, avvistai il mio approdo, una fertile e leggiadra isola dei tropici. 4. I più entusiasti fra i suoi abitanti la definiscono “la perla dell’Oceano”. 5. E chiamiamola pure “perla”, un nome adatto. 6. Si tratta di una perla che distilla molta dolcezza sul mondo. 7. In essa cresce una canna da zucchero che distilla molta dolcezza sul mondo. 8. Tutta la popolazione della Perla vive per quella e di quella. Lo zucchero è il loro pane quotidiano. 9. Il signor Burns, mio ufficiale di bordo, avvistò la terra per primo. 10. Frattanto il vento era caduto, e il signor Burns cominciò a fare sgradevoli apprezzamenti sulla mia abituale sfortuna. Frasi tratte da J. Conrad, Racconti di mare e di costa
34. Il pronome relativo CHE può svolgere la funzione di soggetto o di complemento oggetto. Riconosci la funzione che svolge, dopo avere riscritto separatamente le frasi che unisce e dopo aver esplicitato l’elemento che il pronome sostituisce.
La ragazza che ho incontrato in stazione è un’amica di mia sorella.
I frase: La ragazza è un amica di mia sorella. II frase: che (= la quale = la ragazza) ho incontrato. Che = complemento oggetto
1. Pew cadde con un urlo che risuonò nella notte. 2. Uno dei cavalieri, che stava in coda, era un ragazzo mandato dal villaggio in cerca del dottor Livesey. 3. Gli altri erano ufficiali della dogana che egli aveva incontrato a mezzo cammino e che aveva avuto l’accortezza di ricondurre con sé. 4. Fu questa la circostanza che salvò me e mia madre dalla morte. 5. In realtà, signore, credo di avere in tasca ciò che essi cercavano. 6. La brigata si lanciò a gran trotto sulla strada che conduceva alla casa del dottor Livesey. 7. Flint è il più sanguinario dei pirati che mai tenesse il mare! 8. È ciò che sapremo presto. 9. Dio assista l’anima dei poveretti che erano a bordo! Frasi tratte da R. L. Stevenson, L’isola del tesoro
35. Riconosci la funzione del CHE (soggetto, complemento oggetto o congiunzione), sottolineando in modi diversi.
1. Il burattino, vedendosi balenare la morte dinanzi agli occhi, fu preso da un tremito così forte, che nel tremare gli sonavano le giunture delle sue gambe di legno e i quattro zecchini che teneva nascosti sotto la lingua. 2. Intanto s’era levato un vento impetuoso di tramontana, che, soffiando e mugghiando con rabbia, sbatacchiava in qua e in là il povero impiccato, facendolo dondolare violentemente come il battaglio di una campana che suona a festa. 3. A questo segnale si sentì un gran rumore di ali che volavano con foga precipitosa, e un grosso falco venne a posarsi sul davanzale della finestra. 4. Orbene: vola subito laggiù, rompi col tuo forte becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull’erba a pie’ della quercia. 5. Non era ancora passato un quarto d’ora, che la carrozzina tornò, e la Fata, che stava aspettando sull’uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e, portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato. 6. Perché mi dà noia quel guanciale che ho laggiù sui piedi? 7. Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d’acqua che ti rendano la salute. 8. A questo punto la porta della camera si spalancò ed entrarono quattro conigli neri come l’inchiostro, che portavano sulle spalle una piccola bara da morto.
Frasi tratte da C. Collodi, Pinocchio
36. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi e riconosci le funzioni logiche studiate finora; fai particolare attenzione alla funzione logica del pronome relativo CHE.
1. Invidiavo il dottore che camminava nella fresca ombra degli alberi e si godeva canti d’uccelli e il grato aroma dei pini. 2. Ero pazzo e certo stavo per abbandonarmi a un’azione insensata e temeraria. 3. Il disegno che avevo in testa non era in sé stesso cattivo. 4. D’improvviso scoppiò un atroce infernale gridio, che a tutta prima mi gelò il sangue, ma riconobbi subito la voce del capitano Flint. 5. Poiché i soli lumi a bordo erano nella cabina, ciò che io percepivo era il riverbero nella nebbia dei vivi raggi che scaturivano dalla finestra di poppa. 6. A terra potevo vedere il chiarore del grande fuoco dell’accampamento che ardeva tra gli alberi della riva. 7. Qualcuno stava cantando una vecchia, triste e uggiosa canzone marinaresca, con un languido tremulo alla fine di ogni strofa, che pareva infinita. 8. Uno solo della ciurma restò in vita, che numerosa era sul mare uscita! 9. L’eterna canzone era finalmente terminata e intorno al fuoco dell’accampamento la decimata banda aveva intonato il coro che così spesso avevo udito.
Frasi tratte da R. L. Stevenson, L’isola del tesoro
37. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi e riconosci le funzioni logiche studiate finora; fai particolare attenzione alla funzione logica dei pronomi
1. Lorenzo il Magnifico, che governò Firenze, città insigne, meritò lodi e ammirazione. 2. Pascoli, che da bambino perse il padre, lo pianse amaramente. 3. Chi hai incontrato durante la tua passeggiata? 4. Il pastore raduna le pecore alla fine della giornata e le conta. 5. Mi piace la bellezza selvaggia dell’isola di Ustica. 6. Il mio amico Giovanni mi ha aiutato nella risoluzione del problema geometrico. 7. Porta dell’altro pane in tavola, per piacere. 8. Che cosa è successo? Hai sbagliato tutto in questa verifica! 9. La speranza, ultima dea, non mi ha abbandonato. 10. Enea, figlio di Anchise, sposò Creusa, figlia di Priamo. 11. Ieli, il guardiano dei cavalli, aveva tredici anni quando conobbe don Alfonso, il signorino; ma era così piccolo che non arrivava alla pancia della Bianca, la nostra giumenta.
38. Fai l’analisi logica delle seguenti frasi con lo schema delle reggenze, segnalando le funzioni logiche che hai studiato finora.
Quella mattina / il contadino Giuà Dei Fichi / faceva /la legna / in un remoto angolo / del bosco/. il contadino Giuà Dei Fichi faceva SN SV soggetto con apposizione predicato verbale
quella mattina la legna in un remoto angolo SN SN complemento oggetto SP con attributo con attributo del bosco SP
1. Giuà era partito per funghi la mattina presto //e aveva dormito in un casolare in mezzo al bosco. 2. Giuà era un ometto basso e tondo, // portava un verde cappello a pan di zucchero con una penna di fagiano. 3. Apparve tra le rocce verdi di licheni un contadino con i baffi e il cappello di paglia, suo compare, //che portava con sé un caprone dalla barba bianca. 4. “Sono arrivati i tedeschi al paese e girano tutte le stalle!” 5. “Troveranno la mia mucca Coccinella // e la porteranno via!”. 6. “Noi abbiamo visto la colonna di tedeschi che saliva in fondovalle // e siamo subito scappati”. 7. Giuà lasciò legna, accetta e cestino dei funghi // e corse via. Frasi tratte e adattate da I. Calvino, Il bosco degli animali
COMPLEMENTO PREDICATIVO DELL’OGGETTO
39. Completa le frasi con un complemento predicativo dell’oggetto.
a. Mio padre reputa il suo lavoro.
b. L’assemblea scelse il più anziano dei delegati come .
c. Ha una mente vivace e tutti lo considerano
d. Tutti credevano Lucio .
e. I suoi amici lo valutavano per una simile impresa.
f. Ti manderanno in Cina
g. Ti lamenti troppo e tutti ti giudicano .
h. Tutti considerano questo libro .
i. Non darti troppe arie, altrimenti tutti ti reputeranno
40. Costruisci lo schema delle reggenze di soggetto, predicato, complemento oggetto, complemento predicativo dell’oggetto delle frasi di cui è sottolineato il verbo.
Cesare lasciò liberi tutti i prigionieri.
Cesare lasciò soggetto predicato verbale
tutti i prigionieri liberi complemento oggetto complemento predicativo dell’oggetto
1. Il ricordo della schiavitù rende più cara la libertà. (Cicerone) 2. Antonio, ripudiata la sorella di Cesare Augusto Ottaviano, rese Cleopatra, regina dell’Egitto, sua moglie. (Eutropio) 3. Quella molle educazione che noi chiamiamo indulgenza, rovina i nervi, la mente e il corpo. (Quintiliano) 4. La lasciò libera, per la prima volta, una mattina d’agosto, ma egli stesso la volle sorvegliare. (N. Lisi) 5. “Lei, se non erro, ha avuto la bontà di lodare il pane che ha mangiato a questa tavola…” “Squisito” ripetei. Infatti, avevo trovato il pane croccante, leggero, gustosissimo. Il signore continuò: “La ringrazio, e permetta che mi presenti: Perlino Ettore. Sono il panettiere del luogo. Questo che lei ha mangiato, è pane di oggi. Ma se lei fosse venuto qui tra due giorni, lo avrebbe trovato ancora migliore”. M. Soldati
41. Trasforma il predicativo del soggetto presente nelle frasi in complemento predicativo dell’oggetto cambiando la forma del verbo.
Marcella è considerata un’ottima cuoca da suo marito (predicativo del soggetto). Suo marito considera Marcella un’ottima cuoca (predicativo dell’oggetto).
1. Silvio fu nominato capoclasse dai suoi compagni. 2.Karol Wojtyla fu eletto Papa dai cardinali nel Conclave. 3. I Galli erano considerati barbari dai Romani. 4Tu sei stimato un bravo calciatore dal tuo allenatore. 5. Sono ritenuto il miglior giocatore di pallavolo dai miei amici. 6. Carlomagno fu incoronato imperatore dal Papa. 7. Jim veniva considerato un ingenuo dal pirata Long John Silver. 8. La pioggia è attesa dai contadini come portatrice di fertilità. 9. Non capisco perché sono chiamato da tutti “pollo”.
42. Scrivi delle frasi contenenti i sintagmi preposizionali elencati con valore di complementi predicativi dell’oggetto.
Per ladro I miei vicini hanno preso per ladro mio padre che entrava di notte in casa.
COME GUIDA · DA MASCALZONE · COME ESEMPIO · IN QUALITÀ DI AMBASCIATORE · IN DONO · DA INTERMEDIARIO · DA AMICO · PER DISPERSO · COME CAPO · PER IMBROGLIONE
Ora costruisci lo schema delle reggenze di soggetto, predicato, complemento oggetto, complemento predicativo dell’oggetto delle frasi scritte da te.
43. Con ciascuno dei nomi dell’elenco scrivi tre frasi: nella prima il nome fungerà da predicativo del soggetto, nella seconda da predicativo dell’oggetto e nell’ultima da apposizione.
Predicativo del soggetto
Capo Sono stato nominato capo della banda.
Vincitore
Sindaco
Eroe
Ladro
Amico
Statua di marmo
Predicativo dell’oggetto Apposizione
Abbiamo eletto Francesco capo della classe.
Rodolfo, capo della spedizione in montagna, ci condusse al rifugio.
44. Riconosci il valore delle parole sottolineate, scrivendo a fianco se si tratta di un nome nucleo di un sintagma con funzione di soggetto, complemento oggetto, complemento predicativo del soggetto, di un’apposizione o di un aggettivo con valore di attributo.
a. Orsù, assaggia la minestra ( ).
b. Questa poltiglia non sembra neppure minestra ( ), ma colla.
c. I tortellini, tipica minestra ( ) bolognese, non mi piacciono.
d. Annibale fu considerato il più grande nemico ( ) di Roma.
e. Dopo Canne, Roma temette che il nemico ( ), condotto da Annibale, la conquistasse.
f. Nonostante le tue assicurazioni, mi sei apparso come nemico ( ).
g. L’emigrante ritornò da vecchio ( ) al paese natio.
h. Gli antichi Spartani rispettavano moltissimo i vecchi ( ).
i. Perché mi racconti sempre barzellette vecchie ( )?
j. Le barzellette diventano subito vecchie ( ).
45. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi contenenti complementi predicativi e costruisci lo schema delle reggenze.
1. Gli uomini saggi appaiono indulgenti con i giovani. 2. Tuo fratello mi considera suo amico fidato e ciò mi sembra un atto di grande generosità. 3. Il poeta Giovanni Pascoli ci pare uno scrittore dotto e delicato. 4. Quell’uomo, nemico dei rumori cittadini, vive beato in campagna. 5. Cicerone, da console, dichiarò Catilina nemico della patria. 6. Spesso l’ambizione, vizio di molti, rende ciechi gli uomini. 7. Camminammo svelti, ma, dopo due ore, giudicammo necessaria una sosta su un prato verde e accogliente. 8. Verre in Sicilia si comportò da predone e rese misera l’isola, granaio dell’Italia. 9. Lo scorpione si spostò lento e silenzioso nell’oscurità e sfiorò me, teso e spaventato.
COMPLEMENTO DI VOCAZIONE
46. Completa le frasi con un complemento di vocazione. Camillo, fermati allo stop!
a. Scusi, _________________________ , non ho ben compreso la domanda.
b. ________________________ , mi ha fatto piacere incontrarti.
c. Non ti arrabbiare, _________________________ , stavo scherzando!
d. ___________________ , vuoi smetterla di fare tutto questo rumore?
e. Ehi, ______________________________ , lasciate stare quel povero ragazzo!
f. _______________________________ , cosa ne pensi di trascorrere il week end a Venezia?
g. Per favore, ________________________ , non mettere a soqquadro la tua stanza.
h. Non alzare la musica, __________________________ , devo studiare.
47. Nelle frasi riconosci il complemento di vocazione ed esplicita o individua il soggetto.
Johnny, Cane Nero, Dirk, non abbandonate il vostro vecchio Pew! Complemento di vocazione: Johnny, Cane Nero, Dirk. Soggetto: voi.
1. Su, Porco arrostito, dacci un ritornello! 2. Quest’uccello può avere i suoi duecento anni, mio caro Hawkins. 3. Ma hai sentito l’odor della polvere, non è vero, capitano? 4. Israel, la tua testa non ha molto giudizio e non ne ha mai avuto. 5. Parli come un predicatore, John! 6. Dick, alzati, da bravo, e prendimi una mela, che possa inumidirmi la gola! 7. Ragazzi, c’è qualcuno tra voi che abbia mai visto quella terra? 8. Feci acqua lì una volta con un bastimento mercantile su cui ero cuoco, signore. 9. Ascoltatemi, dottore: conducete il capitano e il conte in cabina e poi trovate un pretesto per mandarmi a chiamare.
Frasi tratte da R. L. Stevenson, L’isola del tesoro
48. Rivolgendoti ai seguenti destinatari, come li chiameresti? Unisci ciascun destinatario con una freccia all’appellativo appropriato.
Il tuo insegnante
Sua Santità
Una ditta Dottore
Un professore universitario Sua Maestà
Un laureato Maestro
Una suora Onorevole
Un re Sua Eminenza
Un direttore d’orchestra Spettabile
Un parlamentare Signor Professore
Un vescovo Chiarissimo Professore
Il papa Sorella o Madre
49. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, segnalando le funzioni logiche che finora hai studiato tra cui il complemento di vocazione.
1. Dormi, fanciulla, chiudi gli occhietti, sopra il tuo sonno Dio veglierà. 2. Caro camerata, quello che adesso vi dirò vi dimostrerà in maniera del tutto evidente che nessuno è esente dagli errori. 3. Non è colpa vostra, signor caporale, in molti generi e specie la natura ha negato agli animali ogni forma di intelligenza. 4. In base a quale imputazione volete mandarci in galera tutti e due, cocco bello? 5. Vi dirò una cosa, signor caporale, io sono un vecchio soldato, ho prestato servizio già prima della guerra e posso assicurarvi che le offese non servono mai a niente. 6. È un segreto, vecchio camerata, ma a te lo confiderò. 7. Vedete, ragazzi miei, anche mio nonno a quei tempi disertò come questo soldato. 8. Soldato Sc’veik, una volta o l’altra vi sbatterò davanti alla corte marziale. Pensateci bene, siete l’uomo più imbecille che esiste sulla faccia della terra. Nessun altro, anche se vivesse mille anni, riuscirebbe a fare tante corbellerie quante ne avete combinate voi nel giro di queste poche settimane. Frasi tratte da J. Hašek, Il buon soldato Sc’veik
COMPLEMENTO DI MISURA
50. Costruisci delle frasi con i sintagmi verbali elencati contenenti un complemento di misura. Ho pagato Ho pagato la mia mountain bike cento euro.
COSTA · PESAVANO · DISTANO · È ALTO · SEMBRA LUNGA · È STATO VALUTATO · ERA PROFONDO · È DURATO · MISURA
51. Riconosci i complementi di misura presenti nelle frasi e indica di che tipo di misura si tratta (peso, altezza, lunghezza, età, prezzo…)
Stefano ha comprato una barca a vela lunga sette metri (lunghezza).
a. Luca è alto un metro e settanta.
b. Ho pagato questa cintura quindici euro.
c. Nelle Alpi alcune cime raggiungono gli ottomila metri.
d. I quadri di Picasso sono valutati molti milioni.
e. Questo albero avrà cent’anni.
f. Il mio gatto pesa quattro chili.
g. La mia casa dista dalla scuola trecento metri.
h. Sei lontano mille anni luce dalla verità!
i. Ogni lavoro ben fatto costa una certa fatica.
52. Scrivi delle frasi contenenti complementi di misura che esprimano quanto indicato.
Il terribile peso della tua cartella Quando porto tutti i libri richiesti dagli insegnanti la mia cartella pesa cento chili!
La veneranda età di tuo nonno
L’eccessivo prezzo della bolletta del telefono
La mirabile altezza dei tuoi salti in alto
La modesta lunghezza dei tuoi salti in lungo
L’esiguo peso del cagnolino della tua vicina
L’insormontabile distanza tra le tue idee e la loro realizzazione
Il tempo esagerato che ci metti a fare compiti
L’età che dimostra tua sorella quando fa i capricci
53. Fai l’analisi logica delle seguenti frasi con lo schema delle reggenze, segnalando le funzioni logiche che hai studiato finora.
1. All’estrazione della lotteria ho vinto un buono per l’acquisto di oggetti di cartoleria // che vale cento euro. 2. Alla fine del 1300 i Cardinali francesi dichiararono nulla l’elezione del papa Urbano VI // e iniziò così il Grande Scisma d’Occidente // che è durato quasi quarant’anni. 3. Il poema del Cid Campeador, lungo 3730 versi, narra del cavaliere di Castiglia Ruy Diaz de Vivar, // che combatté in Spagna nel secolo XI contro i Mori. 4. A differenza delle guerre del Novecento, //che sono durate anni e anni e hanno coinvolto tutta la società, // quelle del Medioevo erano guerre circoscritte. 5. Il Monte Bianco, la vetta più elevata delle Alpi, si innalza per 4.807 metri sul livello del mare. 6. I campi di polo, gioco a cavallo di antica origine persiana, sono lunghi oltre 250 metri e larghi all’incirca 120 metri. 7. Sotto il sole brillante e il cielo sereno, contro lo sfondo delle cime nevose della catena dell’Elburz, un fantino di settantadue anni portava due cavalli turcomanni alla vittoria in presenza dell’imperatrice. 8. I pony di collina, di circa 130 cm., sono resistentissimi al gelo // e vivono bene con il cibo più povero.
QUESTIONI DI LESSICO
ETIMOLOGIA: ALLA SCOPERTA DELL’ORIGINE DELLE PAROLE
1. Che cos’hanno in comune i lessemi sottolineati nelle coppie di frasi? Per spiegarlo consulta il dizionario, possibilmente etimologico, e scoprirai che la risposta è nella loro origine.
a. Reputo quel gesto molto volgare! / Dante scrive in italiano volgare.
b. Non illuderti di riuscire a risolvere tutti i problemi da solo. / Non vorrei deluderti, ma la nostra squadra ha perso anche questa volta!
c. Mi hanno appena riferito che ho passato l’esame. / Alla fine della conferenza il professor Bellamico è stato applaudito.
d. Alza il volume della radio, per favore. / Il secondo volume del manuale è di 600 pagine.
e. Nella basilica di sant’Ambrogio, sotto l’altare vi è una cripta. / I messaggi segreti devono essere decrittati.
f. Ho cercato tutte le parole sconosciute sul dizionario// Non mi piace essere contraddetto
2. Leggi i versi che nell’Iliade Omero dedica alla descrizione di Tersite, un guerriero vile, che non vuole continuare a combattere contro i Troiani. Cerca sul dizionario, possibilmente etimologico, le parole sottolineate per conoscerne l’etimologia e comprenderne meglio il significato.
Queto s’asside ciascheduno al suo posto: il sol Tersite di gracchiar non si resta, e fa tumulto parlator petulante. Avea costui di scurrili indigeste dicerìe pieno il cerèbro, e fuor di tempo, e senza o ritegno o pudor le vomitava contro i re tutti; e quanto a destar riso infra gli Achivi gli venìa sul labbro, tanto il protervo beffator dicea. Non venne a Troia di costui più brutto ceffo; era guercio e zoppo, e di contratta gran gobba al petto; aguzzo il capo, e sparso di raro pelo. Capital nemico del Pelìde e d’Ulisse, ei li solea morder rabbioso: e schiamazzando allora colla stridula voce lacerava anche il duce supremo Agamennóne, sì che tutti di sdegno e di corruccio fremean; ma il tristo ognor più forti alzava le rampogne e gridava…
Tratto da Omero, Iliade, Libro II, traduzione di Vincenzo Monti
Ora riscrivi in prosa la descrizione, tenendo conto delle etimologie e delle definizioni dei lessemi che hai trovato sul dizionario.
LA FORMAZIONE DEL NOME
Alterazione
3. Scrivi tutti gli alterati possibili dei seguenti nomi.
Primitivo Accrescitivo
Casa Casona Casina Casetta Casaccia
Fiore
Viso
Poeta
Dottore
Libro
Carta
Cartone
Cappello
Avvocato
Stanza
Occhi
Sedia
Macchina
Macchia
Lago
Via
4. Fra i nomi che ti proponiamo, riconosci gli alterati e i falsi alterati, sottolineandoli in modi diversi. Dei primi scrivi il lessema primitivo.
OMBRETTO · FESTICCIOLA · TORRONE · PISCINA · AMICHETTO · POETASTRO · MEDICONZOLO · CARTONE · FORCHETTA · FORCONE · LAMPONE · CASETTA · PICCONE · BAMBINO · RAGAZZONE · NONNETTA · MINESTRINA · PELLICCETTA · OMBRELLUCCIO · VITELLO · ZAMPONE · BOLLETTA · CARTONCINO · NOCINO · SCUDETTO.
5. Scrivi per ognuno dei nomi nel riquadro un falso alterato. Rapa: rapina
GAZZA · SALA · GIRO · LATO · COLLE · MATTO · COVO · MULO · VISO · SALMO · MANCIA · BECCO · TIMO · GALLO · COLLA · MINA.
6. Scrivi una frase con ciascun nome delle seguenti coppie contenenti falsi alterati. MERLO/MERLETTO · BOTTE/BOTTONE · MONTE/MONTONE · LIMO/LIMONE · TIFO/TIFONE · CERO/CERINO · BARO/BARONE · CANTO/CANTONE · BANCA/BANCHINA.
7. Il valore affettivo che si attribuisce ad un nome è desumibile dal contesto comunicativo. Riconosci nelle frasi i nomi alterati con valore dispregiativo e quelli con valore elogiativo, sottolineandoli in modo diverso.
1. “Luigi, oggi hai fatto un compitino un po’ stentato”, dice l’insegnante. 2. Il mio Simone è diventato un ragazzone. 3. Questa pelliccetta non è degna della tua eleganza. 4. I miei figlioli frequentano una scuoletta con poco pretese. 5. Questa sera la nonna ci preparerà un bel brodino caldo. 6. Perché viaggi su quel trenino asmatico? 7. Andrea, assaggia queste prugnette. 8. “Hai un profumino addosso!” dice la mamma a Luca, tornato dall’allenamento. 9. Questa casetta fa proprio per me! 10. La nostra casetta sfigura accanto a queste ville lussuose. 11. Antonio gioca volentieri con il suo orsacchiotto. 12. Come fai a studiare in questa stanzetta buia?
8. Scrivi il nome alterato corrispondente a ciascuna definizione.
Una montagna non molto elevata = montagnetta.
Un poeta di scarso talento =
Un nonno alto e robusto =
Una parola volgare =
Una festa con pochi invitati =
Un romanzo di poco valore =
E ora al contrario: definisci i nomi alterati.
Torrentello = Lavoraccio =
Omone = Boccuccia = Gattaccio =
Derivazione
Un cappello sfondato = Un ponte corto e stretto =
Una febbre da cavallo = Una breve partita = Un cane brutto e aggressivo =
Porticciolo = Castellaccio = Mediconzolo = Orologetto = Filmone =
9. Indica il lessema primitivo dei nomi derivati, che indicano professioni e mestieri.
Postino < posta
Profumiere < Costumista < Ortolano < Ceramista < Arpista < Commerciante < Borsaiolo < Giornalaio <
Carrozziere < Economista < Portiere < Impresario < Tabaccaio < Barista < Portinaio < Fiorista <
10. Dai seguenti nomi primitivi deriva altre parole (nomi, verbi, aggettivi).
Attenzione: in qualche caso non è possibile.
Nome primitivo
Nome derivato
Verbo derivato
Sale Saliera Salare
Scarpa
Calza
Libro
Olio
Mobile
Armi
Pasta
Pane
Carta
Frutto
11. Scrivi un nome e un verbo derivati da ognuno dei seguenti aggettivi.
Aggettivo primitivo
Nome derivato
Aggettivo derivato
Salato
Verbo derivato
Bello Bellezza Abbellire
Dolce
Brutto
Bianco
Giusto
Umano
Vecchio
Marcio
Pazzo
Leggero
Falso
Rigido
Sudicio
Preciso
Giovane
Amaro
Aspro
Lento
Libero
Grosso
Biondo
12. Riconosci da quale aggettivo derivano i seguenti verbi.
Purificare < puro
Rimpicciolire < Ingiallire < Lucidare < Accontentarsi < Rasserenerarsi <
Velocizzarsi < Accattivarsi < Rabbonirsi < Ingrandire < Raffinare <
13. Scrivi almeno un nome e un aggettivo derivati da ognuno dei seguenti verbi.
Verbo primitivo
Abitare
Lavare
Friggere
Cedere
Credere
Istruire
Ragionare
Confidare
Litigare
Comporre
Completare
Amare
Pensare
Chiudere
Nome derivato
Abitazione
Ora riconosci il verbo da cui derivano i seguenti nomi.
Verbo primitivo
Condire
Nome derivato
Condimento
Lettura
Manifestazione
Irrigazione
Vincitore
Perdita
Aggettivo derivato
Abitativo
Intuizione
Cantante
Potatura
Riordino
Giocattolo
14. Le sequenze presentano nomi formati da un lessema preceduto da un prefisso. Ragionando sul loro significato, prova a dire quale valore ha il prefisso.
Rivincita; riammissione; rianimazione
Questi nomi sono formati con il prefisso RI-, che significa “un’altra volta, nuovamente”.
a. Disordine; disonestà; disonore; disinteresse.
b. Denutrizione; deodorante; derattizzazione.
c. Previsione; preistoria; presentimento.
d. Coesistenza; coincidenza; coinquilino.
15. Le parole sottolineate sono derivate. Riconosci a quale parte del discorso appartengono, il loro significato e il lessema primitivo da cui derivano.
Sulla distesa delle case torreggiava il campanile. Torreggiava è un verbo, significa “dominava, era superiore in altezza” e deriva da torre
1. Ho subito una grave perdita. 2. Il poliziotto tallonava il fuggitivo. 3. Biancheggia l’alba. 4. La televisione ci bombarda con la pubblicità. 5. Mi procuri, per cortesia, gli indirizzi degli abitanti del circondario? 6. Un vociare fastidioso oltraggiava le mie orecchie. 7. Un bravo insegnante valorizza i suoi studenti. 8. Luigi è imbronciato perché si è preso una sgridata dalla mamma. 9. Il sole dardeggiava, la sabbia era infuocata, si andava alla ricerca di un po’ di frescura.
Composizione
16. Ti forniamo due elenchi di parole. Unisci ciascuna del primo elenco a una di quelle del secondo: otterrai dei nomi composti. Scrivili nella terza colonna.
Piedi Scuola
Salva Uomo
Basso Sangue
Gentile Panca
Puro Baleno
Bene Bosco
Fuggi Fondo
Terra Gente
Arco Piatti
Sotto Stare
Dopo Fuggi
Piatta Cotta
Via Abiti Ferro Vai
Appendi Giorno
Attacca Squadra
Alto Panni
Mezzo Forma
Capo Via Cassa Piano
Ora di ognuno dei nomi composti riconosci da quali parti del discorso è composto (aggettivo, nome, verbo, preposizione, avverbio) e volgilo al plurale.
17. Individua dei nomi composti che abbiano la struttura indicata.
Verbo + nome = aspirapolvere, fermacarte, portacenere…
a. Nome + aggettivo =
b. Nome + nome =
c. Aggettivo + nome =
d. Avverbio + verbo =
e. Verbo + nome =
f. Verbo + verbo =
g. Nome + nome =
h. Aggettivo + nome =
18. Inventa dei nomi composti che abbiano lo stesso significato di quelli elencati.
Zaino = portalibri
Occhiali = Libro = Sigaretta =
Sedia = Spazzola = Specchio = Pistola = Olio = Cellulare =
Chiavi = Bottone = Smalto =
E ora il contrario: indovina a quali nomi corrispondono i seguenti nomi composti inventati.
Fendinemici = Segnatempo = Copripiedi = Portafiori = Settegiorni = Piantachiodi =
Aggiustascarpe = Acquasolida = Covauova = Pararigori = Caldotessuto = Pesapersone =
19. Fai l’analisi morfosintattica delle seguenti frasi, riconosci le funzioni logiche studiate finora e costruisci lo schema delle reggenze. Analizza anche la tipologia di tutti i nomi in esse presenti.
1. Quell’artigiano costruisce splendide casette di legno. 2. La costruzione di questo ponte non sarà un’operazione semplice. 3. Nell’accampamento c’erano solo dieci tende canadesi. 4. L’antifurto suonò ininterrottamente per una intera giornata. 5. In piazza si stanno esibendo degli abili saltimbanchi. 6. Il caporale del reggimento degli alpini mandò un veloce messaggero al generale. 7. Tutti i partecipanti alla gara ricevettero un piccolo premio dalla giuria. 8. L’aria salubre della montagna ristora la salute. 9. Durante l’ultima guerra i bombardamenti hanno danneggiato molte abitazioni. 10. Per il suo compleanno hanno regalato a Lucia un fermacapelli d’argento.
LE FORMULE DI CORTESIA
20. Riscrivi le frasi passando dal “tu” al “lei”.
Passami il sale, per favore. Mi passa, il sale per favore?
a. Puoi ascoltarmi per cinque minuti?
b. Posso chiederti un favore?
c. Non credo che tu desideri mangiare altro.
d. Mi hanno detto che mi stai aspettando da mezz’ora. Scusami.
e. Approfitto della tua proverbiale pazienza per chiederti di rispiegarmi questo concetto.
f. Non sono convinto che i tuoi sci possano condurti lontano.
21. Modifica i verbi per rendere più cortesi le esortazioni e i comandi.
Chiudi il finestrino! Chiuderesti il finestrino? Potresti chiudere il finestrino?
a. Attraversa sulle strisce!
b. Allaccia la cintura!
c. Fai posto a tuo fratello!
d. Lascia sedere davanti la nonna!
e. Abbassa il volume della radio!
f. Non far cadere le briciole sul sedile!
22. Componi un breve testo per ciascuna delle formule di saluto, di richiesta, di ringraziamento, di scusa, di augurio proposte.
Formula di…
Qual buon vento saluto
Qual buon vento la porta dalle mie parti, signora Grassi? per favore
se non le dispiace
voglia perdonare non vorrei disturbare
cordiali saluti
molto lieto
grato per l’attenzione
non so se posso permettermi spiacente
non c’è di che
23. Rendi più formale il tono del brano sostituendo alcuni lessemi con termini appartenenti a un registro più alto.
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle belle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto.
La vita è una partita, figliolo. La vita è una partita che si gioca secondo le regole”. “Sì professore, lo so”.
Partita un accidente!
Una partita.
È una partita se stai dalla parte dove ci sono i grossi calibri, tante grazie, e chi lo nega.
Ma se stai dall’altra parte, dove di grossi calibri non ce n’è nemmeno mezzo, allora che accidenti di partita è?
Niente.
Non si gioca.
Un tipo strano sotto certi aspetti, capisce quel che voglio dire?
Quando l’ho visto per la prima volta ho pensato che fosse un po’ snob.
Ecco quello che ho pensato.
Invece non lo è mica.
È solo che ha una personalità originalissima e ci vuole un po’ di tempo per arrivare a capirlo.
Brani tratti da J. D. Salinger, Il giovane Holden
LO STILE NOMINALE
24. Riscrivi le frasi, sostituendo con un verbo le espressioni sottolineate, formate da un verbo + un sintagma nominale, mantenendo lo stesso significato.
a. Perché sei tornato così tardi? Credo che tu mi debba dare una spiegazione.
b. I partecipanti alla riunione hanno raggiunto un accordo sui lavori più urgenti da fare.
c. La polizia ha condotto un’indagine nel mio quartiere, perché ultimamente si sono verificati molti furti.
d. Il 5 agosto 1914 le forze tedesche sferrarono l’attacco al campo fortificato di Liegi.
e. Quel medico riscuote molta stima.
f. Il testimone, prima dell’interrogatorio, ha prestato giuramento di dire la verità.
25. Traduci in inglese le espressioni elencate, andando a cercare sul dizionario di inglese il nome sottolineato e cercando il modo di esprimere il concetto proprio di quella lingua.
a. Fare una domanda
b. Formulare un’ipotesi.
c. Avanzare una critica.
d. Fare irruzione
e. Infliggere una sconfitta.
f. Mettere ordine.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Rispondi alle domande, che riguardano i paragrafi relativi al nome. Fai un esempio che avvalori le tue affermazioni.
a. Quale funzione ha il nome nella comunicazione?
b. Che differenza c’è tra nome comune e nome proprio?
c. Cosa indicano i nomi concreti? E i nomi astratti?
d. Che differenza c’è tra i nomi numerabili e i nomi di massa?
e. Che differenza c’è tra i nomi individuali e i nomi collettivi?
f. Che informazioni dà il morfo del nome?
g. Cosa si intende per genere grammaticale e genere naturale?
h. Cosa sapresti dire sul numero del nome?
i. Dai una definizione sintetica dei principali processi di formazione del nome: NOMI ALTERATI; NOMI DERIVATI; NOMI COMPOSTI.
2. Rispondi alle domande, che riguardano i paragrafi relativi all’articolo. Fai un esempio che avvalori le tue affermazioni.
a. Qual è la funzione morfosintattica dell’articolo?
b. Quanti e quali tipi di articolo esistono?
c. Quando si usa l’articolo un’?
d. Che cos’hanno in comune e cos’hanno di diverso l’articolo determinativo e l’articolo indeterminativo?
e. Davanti a quale tipo di nomi si trova solitamente l’articolo partitivo?
f. Il nome deve essere sempre introdotto dall’articolo?
3. Rispondi alle domande, che riguardano i paragrafi relativi all’aggettivo e al pronome. Fai un esempio che avvalori le tue affermazioni.
a. Per quali scopi l’aggettivo può essere aggiunto al nome?
b. Qual è la funzione del pronome?
c. L’aggettivo e il pronome hanno morfo indipendente?
d. Quanti e quali tipi di aggettivi esistono dal punto di vista morfologico?
e. Che differenza c’è tra aggettivo con valore di attributo e aggettivo predicativo?
f. Il pronome può sostituire solo un nome?
g. Tutti gli aggettivi hanno forme corrispondenti che possono fungere da pronomi?
h. Dai una definizione sintetica della funzione dei vari tipi di aggettivo e pronome:
AGGETTIVO QUALIFICATIVO
AGGETTIVI E PRONOMI NUMERALI
AGGETTIVI E PRONOMI DIMOSTRATIVI
AGGETTIVI E PRONOMI INDEFINITI
AGGETTIVI E PRONOMI INTERROGATIVI
AGGETTIVI E PRONOMI ESCLAMATIVI
AGGETTIVI E PRONOMI POSSESSIVI
PRONOMI PERSONALI
PRONOMI RELATIVI
PRONOMI DOPPI
i. Cosa si intende per grado dell’aggettivo qualificativo?
Analisi
4. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, analizzando anche la tipologia di tutti i nomi in esse presenti.
1. Mauro e Sonia sono in vacanza dai nonni. 2. I nonni dei due ragazzi hanno una casa fra le colline. 3. Ogni estate vengono in collina, // perché in città fa molto caldo. 4. Sui colli invece c’è un bel venticello fresco anche nei giorni di luglio. 5. La casa dei nonni è grande, // in essa vi sono molte stanze, corridoi, scale. 6. C’è un bel balcone coperto, // sul quale la nonna tiene i suoi vasi con i gerani rossi. 7. Certe volte le rondini passano lì davanti, // perché sotto la grondaia hanno un nido. 8. C’è anche una cantina, buia come una grotta, che ha l’odore dell’umidità. 9. Nella cantina si trovano le botti di vino, la fila dei fiaschi sugli scaffali, la catasta della legna. 10. Ai due ragazzi piace molto il portico // che contiene un banco da falegname e gli attrezzi per la lavorazione del legno. 11. Mauro e Sonia correvano liberamente nel prato insieme ai bambini delle case vicine. 12. Quando sono stanchi// si siedono su una scala di pietra // che gira intorno all’angolo di un muro. 13. Dietro la casa c’è un grande bosco di castagni. 14. Il nonno Maurizio risponde sempre a tutte le domande dei nipoti // e sa tutto. 15. Nella sua stanza ha uno scaffale pieno di libri interessanti. Frasi tratte e adattate da G. Petter, Nonno Perché e i segreti della natura
5. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, analizzando anche la tipologia di tutti i nomi e di tutti gli articoli in esse presenti. Prima di analizzare le singole frasi suddividile con due barrette.
1. Due rondini si inseguivano sopra la casa di fronte, poi una cambiò improvvisamente direzione e salì verso il cielo. 2. Quando le rondini volano così in alto, arriva il bel tempo. 3. Quando volano vicino al terreno, la pioggia è vicina. 4. Infatti quando il cielo è sereno i moscerini volano in alto e le rondini li inseguono. 5. Quando l’aria è umida e la pioggia è vicina i moscerini restano presso il terreno. 6. I passeri si fermano sugli alberi o scendono nel prato perché mangiano del cibo diverso. 7. Per esempio mangiano dei semi come quelli del grano. 8. Per questa ragione esistono gli spaventapasseri e non gli spaventarondini! 9. Le rondini non mangiano i semi o le ciliegie, o l’uva, o le bacche che si trovano sui cespugli. 10. Le rondini sono dei volatili utili che portano allegria. Frasi tratte e adattate da G. Petter, Nonno Perché e i segreti della natura
6. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, analizzando anche la tipologia di tutti i nomi e degli aggettivi in esse presenti.
Alessia ha tredici mesi. È tonda, soda, colorita, provvista di due gambe corte e solidissime. Ha gli occhi azzurri vivaci e mobilissimi ed è quasi pelata. Frequenta un nido da quando aveva pochi mesi e ogni mattina è felice. All’entrata si strappa di dosso il cappotto per la sua impazienza. È traboccante di energia e di vitalità, il suo umore è sempre allegro, ridanciano. È una bambina attiva, curiosissima, rumorosa. Ha imparato a camminare a dieci mesi, ora procede con grande velocità e cade spesso, anche con esiti rovinosi dei quali però non si lamenta mai. Il segno distintivo del suo carattere è la fiducia. Questa sua voglia di imprese che sgomenterebbero bambini molto più grandi non conosce soste o ostacoli. Frasi tratte e adattate da E. Pianini Belotti, Dalla parte delle bambine
7. Delimita con due barrette le frasi e con una barretta i sintagmi. Poi fai lo schema delle reggenze di ogni frase, segnalando le funzioni logiche finora studiate.
C’era una volta una principessa indiana con i capelli d’oro, che aveva una matrigna molto cattiva. Essa detestava tanto la sua figliastra che la mandò in esilio.
I suoi servitori condussero la principessa nel deserto e la abbandonarono. Ma dopo cinque giorni, la principessa dai capelli d’oro ritornò nella casa di suo padre in groppa ad un leone. Allora la matrigna esiliò la principessa in montagne selvagge, sulle quali vivono soltanto gli avvoltoi. Ma dopo quattro giorni, gli avvoltoi la ricondussero a casa. Allora la matrigna confinò la principessa in un’isola in mezzo al mare. Ma dopo sei giorni alcuni pescatori videro la principessa e la riportarono al re. Allora la matrigna chiamò i suoi servitori. Questi scavarono nel cortile una fossa profonda, vi calarono la principessa dai capelli d’oro, coprirono l’apertura con molta terra. Dopo sei giorni una luce apparve nel luogo in cui seppellirono la principessa, la quale era ancora viva. Allora la matrigna vuotò il tronco di un gelso, vi rinchiuse la principessa e la abbandonò in mare. Dopo nove giorni il mare portò la principessa sulle coste del Giappone e i Giapponesi la tolsero dal tronco dell’albero. La principessa era ancora viva, ma, appena sulla riva, morì e si trasformò in un baco da seta.
Tratto da L. Tolstoj, I quattro libri di lettura
Ora analizza la tipologia di tutti gli aggettivi e di tutti i pronomi presenti nelle frasi.
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
8. La stessa parola può essere classificata ora come nome, ora come appartenente ad altre parti del discorso. Classifica le parole sottolineate e rendi ragione della tua scelta.
Il tuo dolce era squisito.
Non mi piace il caffè troppo dolce
Nella prima frase “dolce” indica un tipo di cibo, è il nucleo del sintagma nominale soggetto “il tuo dolce”, è introdotto dall’articolo e accompagnato da un aggettivo: è un nome.
Nella seconda frase “dolce” attribuisce una caratteristica a “caffè”, è preceduto dall’avverbio “troppo” che ne intensifica il significato, fa parte del sintagma nominale “il caffè troppo dolce”, che ha per nucleo il nome “caffè”: è un aggettivo qualificativo.
a. Le tue ore libere le trascorri al porto. Porto il peso delle mie responsabilità.
b. Nel vano della porta ho appeso le chiavi. Il tuo discorso non è stato vano.
c. È passato solo un minuto e ti sei già distratto. Tuo fratello è piuttosto minuto rispetto a te.
d. Stavo leggendo con attenzione, eppure ho perso il segno. Durante le partite mi impegno molto, ma non segno mai!
9. Spiega la differenza di significato tra le coppie di frasi osservando gli articoli. Per capire bene la differenza occorre contestualizzare ciascuna frase: chi potrebbe averla pronunciata? In quale situazione?
Ho trovato il libro di storia nello scaffale. // Ho trovato un libro di storia nello scaffale.
La prima frase potrebbe essere stata detta da qualcuno in risposta alla domanda: dove hai trovato il mio libro di storia? Evidentemente nello scaffale vi era un solo libro di storia.
La seconda frase potrebbe essere stata detta da qualcuno in risposta alla domanda: che cosa hai trovato nello scaffale? Nello scaffale potrebbero esservi più libri di storia.
a. Ho indossato la tuta da ginnastica. // Ho indossato una tuta da ginnastica.
b. Mario aspetta lo stipendio. // Mario aspetta uno stipendio.
c. Ho già preso il caffè. // Ho già preso un caffè.
d. Preferisco il dolce. // Preferisco un dolce.
e. Leggo il giornale. // Leggo un giornale.
f. Domani visiterò la cattedrale. // Domani visiterò una cattedrale.
10. Cosa succede se si cambia l’articolo determinativo con quello indeterminativo? Prova a spiegare.
a. Il giovedì dovrò andare a scuola di pomeriggio.
b. Il topolino è rimasto chiuso nell’armadio.
c. Si accomodi pure sulla sedia.
E nelle seguenti frasi ha senso la sostituzione? Perché?
d. Lo zoo è un luogo pieno di varie specie animali.
e. Il leone è re della foresta.
f. La ciliegia è un frutto gustoso.
11. Nelle frasi sono stati commessi errori nella scelta degli aggettivi o dei pronomi possessivi. Individuali, correggi e rendi ragione della correzione.
Accetto le mie scuse.
“Accetto le tue o le vostre scuse”. Come può infatti una persona accettare le scuse provenienti da sé stessa? Si può accettare solo la richiesta di perdono proveniente da un altro.
a. Prova a metterti nei tuoi panni e capirai meglio la situazione.
b. Ormai sei grande: devi assumerti fino in fondo le mie responsabilità!
c. Non bisogna pensare di essere perfetti: ognuno ha i loro difetti.
d. Dite la vostra opinione, che io ho detto la tua!
12. Nelle frasi sono stati commessi errori nell’uso dei pronomi relativi. Individuali, correggi e rendi ragione della correzione.
Maria è la ragazza con il quale studio.
Maria è la ragazza con la quale studio: il pronome relativo deve concordare con il nome che sostituisce. In questo caso quale sostituisce Maria, che è femminile e non maschile.
a. La casa cui puoi vedere da qui è quella che abbiamo abitato.
b. I film che il critico ha parlato sono francesi.
c. La madre del giovane al quale lavora qui ha telefonato.
d. Il vino in cui abbiamo bevuto era squisito.
e. Il cane che il padrone è irresponsabile gira per le strade senza museruola.
f. Non ti fidare del cibo il quale la data di scadenza è passata.
13. Nei dialoghi sono stati inseriti aggettivi o pronomi indefiniti in modo poco sensato. Individuali, correggi e rendi ragione della tua correzione.
Mio fratellino ha perso quattro denti in una volta sola.
Così pochi?
L’indefinito pochi non va bene: quattro denti che cadono contemporaneamente sono molti, visto che in tutto un bambino ne ha 28. La risposta avrebbe dovuto essere: “Così tanti?”.
a. Questa mattina in autobus c’erano molti passeggeri e non sono riuscito a timbrare il biglietto. Quanti erano esattamente?
Dieci.
b. Perché hai quell’aria insoddisfatta?
Perché ho ricevuto troppi regali al mio compleanno.
c. Mio zio avrà in testa un centinaio di capelli. Così tanti?
d. Mamma, mi compri il cellulare… ce l’hanno tutti!
Chi ce l’ha?
Tra i miei compagni Mario e Francesco.
e. Alcuni sono andati male nella verifica di matematica.
Mi dispiace… chi l’ha fatta bene?
Tutti tranne me.
f. Sono andato allo stadio ma non ho visto niente.
Ma non c’è stata la partita?
Sì, ma ero molto in alto.
14. Spiega la differenza di significato che si ottiene cambiando la posizione dell’aggettivo nelle seguenti espressioni:
a. Pietro è un ragazzo povero. Pietro è un povero ragazzo.
b. Mio padre ha molti vecchi amici. Mio padre ha molti amici vecchi.
c. Mio zio ha un’automobile grande. Mio zio ha una grande automobile.
SCRITTURA
Nome e aggettivo
Il nome e l’aggettivo sono parole fondamentali per descrivere. Hai studiato infatti che il nome permette di individuare un oggetto nella realtà e l’aggettivo di attribuirgli delle caratteristiche per distinguerlo da altri simili o per far meglio conoscere le sue caratteristiche.
Gli esercizi che seguono intendono aiutarti a sviluppare la competenza descrittiva.
15. Riscrivi le frasi sostituendo con un unico aggettivo le espressioni sottolineate.
1. Cosa te ne fai di quel bastone con la punta? 2. C’era una luna dal colore pallido 3. È arrivato un nuovo professore che ha una buona preparazione. 4. A Milano fino ad alcuni anni fa c’era un giardino che ospitava animali in cattività. 5. Amo visitare le città costruite nell’antichità. 6. Preferisci la costa con le rocce o con la sabbia? 7. Questa è stata una lezione che mi ha fatto imparare molte cose 8. Tuo cugino è un bambino che fa sempre i capricci. 9. Renata è una persona con cui è piacevole parlare. 10. Pietro è uno studente che non fa mai i compiti. 11. Questa è un poltrona su cui è piacevole sedersi. 12. Angelo è un ragazzo che capisce tutto al volo 13. Johnny Depp è un attore di grande fama
16. Riscrivi le frasi sostituendo con un unico nome o con un unico sintagma nominale le espressioni sottolineate.
1. Il momento in cui sorge il sole è sempre affascinante. 2. Il poeta Ugo Foscolo amava molto il momento in cui cala la sera. 3. Prima di darti una risposta devo chiedere ai miei genitori che mi lascino fare quello che tu mi hai proposto. 4. Nell’Odissea si narra di Ulisse che torna a Itaca. 5. In autunno è facile assistere al fenomeno degli uccelli che si spostano in stormi da una zona più fredda a una zona più calda. 6. In primavera avviene che i serpenti cambino pelle. 7. Grazie al fatto che alcuni archeologi hanno scavato sono stati rinvenuti i resti di antiche civiltà. 8. L’antica isola di Santorini pare sia stata distrutta da un vulcano che ha emesso lava e lapilli. 9. Ho sentito un forte rumore e mi sono girato verso la montagna: ho visto che scendevano rovinosamente sassi, terra, rami e tronchi d’albero.
17. Rendi meno generici i nomi sottolineati sostituendoli con nomi più specifici.
a. Io abito in un edificio che risale al primo ‘900.
b. Nell’edificio che si trova su quella collina ho trascorso vacanze molto rilassanti.
c. A New York si cammina con il naso all’insù per ammirare gli edifici.
d. La mia scrivania è piena di cose, devo fare un po’ d’ordine.
e. Quante cose vendono in questo negozio!
f. Che belle cose ho visto durante il mio ultimo viaggio.
g. Mio fratello a febbraio compirà diciotto anni e i miei gli compreranno un veicolo.
h. Abbiamo trasportato con un veicolo tutti i nostri mobili nella nuova casa.
i. Per andare a Parigi ho utilizzato un veicolo velocissimo.
j. Mio padre ha travasato il vino da un contenitore a un altro contenitore.
k. I pirati tenevano gli ori rubati in contenitori.
l. Ho riposto i miei risparmi in un contenitore.
18. Rendi meno generici gli aggettivi sottolineati sostituendoli con aggettivi più specifici.
a. L’isola del tesoro di Stevenson è un bel libro.
b. Il tuo discorso alla classe è stato proprio bello.
c. Non è bello che tu ti comporti così.
d. La tua stanza è più grande della mia.
e. Ho preso un grande spavento e mi si sono rizzati i capelli sulla testa.
f. Hai vinto il primo premio alla lotteria: sei grande!
g. Durante la partita mi sono reso conto che sei un buon giocatore di calcio.
h. Il pranzetto che mi hai cucinato è davvero buono.
i. Luca è buono: offre sempre la sua merenda ai compagni.
j. Questo risotto è cattivo: che ingredienti hai usato?
k. Non essere cattivo: cerca di rispondere in modo adeguato ai tuoi professori.
l. Sei un po’ cattivo, in certe situazione dovresti controllarti di più.
19. Alla descrizione sono stati tolti molti aggettivi. Riscrivi il brano aggiungendo degli aggettivi in accordo con i nomi o in dipendenza dai verbi sottolineati.
Alla fine il caldo ci costrinse ad entrare nel boschetto. Mi stesi sotto un arbusto di nocciolo, sopra il quale un acero apriva graziosamente i suoi rami. Kas’jan sedette sul tronco di una betulla abbattuta. Io lo guardavo. In alto, le foglie ondeggiavano lievemente e la loro ombra di color verde scorreva silenziosamente su e giù per il suo corpo, rinfagottato alla meglio in un caffettano scuro, e per il suo viso. Teneva la testa china. Annoiato del suo silenzio, mi sdraiai e mi misi ad ammirare il gioco delle foglie che alla lontana si confondevano con il cielo. È un’occupazione quella di starsene sdraiati nel bosco a guardare in alto. Vi sembra di guardare in un mare senza fondo che si stende sotto di voi; vi sembra che gli alberi non sorgano da terra, ma, al contrario, come radici di piante, scendano, affondino a piombo in quelle acque: le foglie sugli alberi a tratti sono come smeraldi, a tratti s’infittiscono in un verde. Qua e là, lontano, una fogliolina sta in cima a un ramo contro un lembo di cielo, mentre accanto ad essa se ne agita un’altra che ricorda con il suo movimento l’ondeggiare di una pescaia e dà l’impressione che quel movimento sia volontario e non provocato dal vento. Nuvole galleggiano e passano, simili a isole; ma ecco che all’improvviso tutto questo mare, questa aria, questi rami e queste foglie, tutto si mette a fremere e a tremare di fugaci bagliori e si leva un sussurrio, simile allo sciabordio di un improvviso incresparsi dell’acqua.
Tratto da I.S. Turgenev, Memorie di un cacciatore
20. Scegli dieci oggetti presenti nella stanza in cui ti trovi, a cui sei particolarmente affezionato. Nominali e attribuisci loro almeno quattro caratteristiche utilizzando degli aggettivi.
21. Leggi la descrizione tratta dalle prime pagine de l’Isola del tesoro di R. L. Stevenson. Sottolinea i nomi e gli aggettivi che l’autore ha usato nella descrizione. Imitando lo stile dell’autore descrivi una persona che ha destato il tuo interesse a partire dalla sua caratteristica che ti colpisce maggiormente.
Il vecchio lupo di mare all’Ammiraglio Benbow Sollecitato dal conte Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata di scrivere la storia della nostra avventura all’Isola del Tesoro, con tutti i suoi particolari, nessuno escluso, salvo la posizione dell’isola, e perché una parte del tesoro vi è ancora nascosta, io prendo la penna nell’anno di grazia 17… e mi rifaccio al tempo in cui mio padre teneva la locanda dell’”Ammiraglio Benbow” e il vecchio uomo di mare dal viso abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola prese per la prima volta alloggio presso di noi. Lo ricordo come fosse ieri, quando apparve sulla soglia con quel suo passo pesante, seguito dalla carriola che portava il baule. Alto, poderoso, bruno, con un codino incatramato che gli ricadeva sulle spalle di un bisunto abito blu; le mani rugose e ragnate di cicatrici, dalle unghie rotte e orlate di nero; e, attraverso la guancia, il taglio del colpo di sciabola d’un bianco livido e sporco. Ricordo che guardò attorno verso la baia fischiettando fra sé, e poi con la sua vecchia stridula e tremula voce ritmata e arrochita dalle manovre dell’argano, intonò quell’antica canzone di mare che doveva più tardi così spesso percuotere i nostri orecchi: “Quindici uomini sulla cassa del morto, Yo-ho-ho, e una bottiglia di rum per conforto!”.
Tratto da R.L. Stevenson, L’isola del tesoro
22. Riscrivi la descrizione tratta dall’inizio della fiaba di Andersen La sirenetta rendendola adatta a un racconto dell’orrore. Sottolinea poi i nomi e gli aggettivi di entrambe le descrizioni e osserva le differenze.
In mezzo al mare l’acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un’anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull’altro per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare. Non si deve credere che ci sia solo sabbia bianca, no! Crescono alberi stranissimi, e piante con gli steli e i petali così sottili che si muovono al minimo movimento dell’acqua, come fossero esseri viventi. Tutti i pesci, grandi e piccoli, nuotano tra i rami proprio come fanno gli uccelli nell’aria. Nel punto più profondo si trova il castello del re del mare. Le mura sono di corallo e le alte finestre ad arco sono fatte con ambra chiarissima, il tetto è formato da conchiglie che si aprono e si chiudono secondo il movimento dell’acqua; sono proprio belle, perché contengono perle meravigliose; una sola di quelle basterebbe alla corona di una regina.
Pronome
23. Inserisci i pronomi adeguati nelle seguenti frasi.
a. Carlo non fa vedere i suoi compiti all’amico. - Carlo non fa vedere.
b. A Natale i genitori regaleranno la loro macchina alla figlia. - A Natale regaleranno.
c. Il cameriere non ha offerto del vino a voi ? - Il cameriere non ha offerto?
d. Perché non spiegate a noi la vostra soluzione ? - Perché non spiegate?
e. Chi ha visto te in questa discoteca ? - Chi ha visto?
f. Mi piace molto la tua nuova Maserati ? - presti a fare un giro ?
a. Gina ti parla spesso dei suoi figli ? - No, finora non ha mai parlato.
b. Vorresti vedere la tua foto sul giornale di oggi ? - Sì, certo, famme vedere subito!
c. Mi piacciono molto i tuoi orecchini. - Chi ha regalati?
d. Ragazzi ! Ecco la vostra colazione ! - Devo portar in camera?
e. Che cosa hai comprato per il compleanno di tua moglie ? - Non dico!
f. Tuo padre vuole il giornale, hai capito ! Porta subito !
a. Oggi la scuola non insegna più i valori ai giovani. - Oggi la scuola non insegna più!
b. Pino mandò il fax al suo collega di lavoro due giorni fa. - Pino mandò due giorni fa.
c. Ti ricordi del nostro viaggio in Francia ? Sì, certo che ricordo !
d. Il professore non poteva spiegare le regole agli studenti. - Il professore non poteva spiegar .
e. Potete dire a noi il segreto ? - Potete dir .
f. Mi fai provare la tua gonna nuova ? - Sì, faccio provare subito.
g. Potresti regalare questi pantaloni a tuo figlio per Natale. - Potresti regalar per Natale.
24. Unisci le frasi utilizzando pronomi relativi.
All’uomo piacciono gli spinaci. Popeye è un marinaio. Popeye è un marinaio a cui piacciono gli spinaci.
1. La donna è triste. Abbiamo visto la donna. 2. La città è Bolzano. Lui abita a Bolzano. 3. Lo studente ha fatto troppi errori. Era ammalato. 4. Il bambino è in lacrime. Loro hanno dato un gelato al bambino. 5. L’infermiera lavora nell’ospedale. Abbiamo incontrato l’infermiera. 6. Abbiamo letto le notizie sul giornale. “Il Corriere della Sera” è il giornale. 7. Ti parlavo di un ristorante. “Da Mario” è il ristorante. 9. Ti piacciono le canzoni. Max Pezzali canta le canzoni. 10. Scrivi con una penna. La penna è una Pilot.
GIOCARE CON LE PAROLE
25. Scrivi delle frasi in cui i nomi proposti assumano ora il significato letterale, ora un significato di tipo metaforico come nell’esempio.
Stella: In cielo è sorta la prima stella. // La mia vicina di casa è una stella dello spettacolo.
NOCCIOLO · BOCCA · PIEDI · SUCCO · TRAMONTO · VULCANO
26. Scrivi delle frasi in cui gli aggettivi proposti assumano significati diversi a seconda che siano riferiti a oggetti o a persone.
Candido Ha nevicato tutta notte ed ora il paesaggio è proprio candido. // Tuo fratello è proprio candido: non pensa mai male di nessuno.
ACUTO · VUOTO · FINE · QUADRATO · PROFONDO · FREDDO · ACIDO
27. Risolvi i seguenti indovinelli aiutandoti con le informazioni grammaticali relative al nome in cui consiste la soluzione.
Se mi rimiro tu mi rimiri se io mi ritiro tu ti ritiri tre due uno non l’indovina nessuno.
Soluzione: nome concreto, comune, numerabile, individuale, maschile singolare specchio.
Ho una cosa a tutti noti che di giorno è piena e di notte è vuota.
Qual è quella bestia che ha cento zanne e non morde e va per i boschi neri, boschi d’oro e boschi bianchi?
Cerco la terra e vado sempre nel mare eppure non imparo mai a galleggiare.
Pesca e ripesca dimmi qual è la cosa che più è calda più è fresca.
Soluzione: nome concreto, comune, numerabile, individuale, femminile singolare
Soluzione: nome concreto, comune, numerabile, individuale, maschile singolare
Soluzione: nome concreto, comune, numerabile, individuale, femminile singolare
Soluzione: nome concreto, comune, di massa, maschile singolare
Attacca senza armi! Soluzione: nome concreto, comune, di massa, femminile singolare
28. Scopri l’iperonimo che contiene la triade di nomi come nell’esempio:
Cartella, quaderno, libro oggetti scolastici
a. Cucchiaio Vite Moneta
b. Arrosto Lesso Umido
c. Fiume Torrente Rigagnolo
d. Squadra Riga Compasso
e. Compasso Bisturi Arpa
f. Riso Pasta Pane
29. Sfida i tuoi compagni a indovinare un oggetto definito in modo enigmatico attraverso un nome + un sintagma preposizionale.
Qualche esempio:
Definizione Oggetto da indovinare
Braccialetto per elefanti Hula-hop
Bicchiere per topi Ditale
Giavellotto per criceti Stuzzicadente
5. IL SINTAGMA VERBALE
FUNZIONI E STRUTTURA
Il verbo e la sua funzione sintattica. Il sintagma verbale complesso
1. LA FUNZIONE SINTATTICA DEL VERBO
1. Inserisci i verbi mancanti nelle frasi.
Il cane Il cane abbaia.
a. Chi alla porta?
b. Giancarlo in montagna con gli amici.
c. Antonella e Valentina
d. La mamma le piante tutte le mattine.
e. una gara di atletica.
f. spesso la musica classica.
g. Pietro . h. Kafka uno scrittore.
i. I Cavalieri della Tavola Rotonda fedeli a Re Artù.
2. Riconosci la collocazione temporale (presente, passato, futuro) dell’informazione data dal verbo di ognuna delle frasi.
La mamma di Franco conversa con le amiche. PRESENTE
a. Il fratello di Roberto guardava la televisione in soggiorno. ( )
b. Negli ultimi tempi molte case discografiche hanno proposto la riedizione di vecchi successi musicali. ( )
c. Con molta pazienza il babbo riparerà una vecchia moto. ( )
d. Le imposte dirette vengono calcolate in base al reddito annuale di ciascun cittadino. ( )
e. Grazie a un buon impianto di climatizzazione l’estate scorsa in automobile non abbiamo sofferto il caldo afoso. ( )
f. Ieri sera è arrivato mio zio dall’America. ( )
g. Non potrò mai dimenticare la tua generosità. ( )
h. Sto studiando con impegno. ( )
3. Riconosci la struttura sintattica e logica delle frasi, come nell’esempio.
Luca / festeggia / il suo compleanno / con i nonni. //
SN soggetto SV predicato verbale
SN complemento oggetto SP complemento
1. Giuseppe Garibaldi sbarcò in Sicilia. 2. Ezio ama il gioco degli scacchi. 3. Il sindaco ha preso dei provvedimenti per il traffico. 4. Silvia sa recitare molte poesie. 5. Il mio amico Alessandro ha organizzato una splendida festa. 6. L’altro ieri Costanza ha detto la sua prima parola. 7. In questo quartiere potrai trovare tanti amici simpatici. 8. La partita di calcio sta per iniziare. 9. Lo zio Amilcare vuole fumare la sua pipa davanti al camino.
4. Completa le frasi con il sintagma obbligatorio mancante. mangia i pasticcini. Il goloso Paolo mangia i pasticcini.
a. assaltavano le navi nell’oceano.
b. Mio fratello faceva dagli scogli.
c. A me non piace
d. Gianni dava .
e. adoravano le forze della natura.
f. era stato ingannato dai suoi stessi compagni.
g. incontrò .
h. L’insegnante spiegò .
i. raccoglievano .
5. Completa le frasi formate da soggetto e predicato con uno o due sintagmi obbligatori, in base al significato del verbo.
Il ladro ruba Il ladro ruba i gioielli
a. Giulio Cesare conquistò .
b. Il nonno ha regalato .
c. Cristoforo Colombo ha scoperto .
d. Giulio ha prestato .
e. Io ho conosciuto .
f. Il mio compagno ha restituito .
Ora fai lo schema sintattico e logico delle frasi che hai scritto (vedi l’esempio dell’esercizio 3).
6. Hai studiato che dato un verbo si è in grado di immaginare una scena. Scrivi sul tuo quaderno una frase per ogni verbo sottostante che contenga solo i sintagmi obbligatori di esso.
Riferisco Io riferisco una notizia a Piero. Interrogano I professori interrogano gli studenti.
VIVE · HA RUBATO · PREGHIAMO · ASCOLTANO · VENIVA · GRANDINA · SCARTÒ · PRESTANO · PIOVEVA
HAI · PIANTO NACQUI · SOTTRAI · TINGEMMO · TRASCORRE · BEVI · RISERO · AVEVATE NASCOSTO · EVADO · ASSUNSI CONOBBI · TRATTENGO SPINGEVA · HAI DONATO · ABBIAMO CONDOTTO · CEDEMMO · NEVICÒ · ANDIAMO · ERA CADUTO · AVREBBERO SAPUTO · EBBERO DETTO
7. Completa le frasi aggiungendo il numero richiesto di sintagmi non obbligatori.
Io ho prestato dei soldi a mio fratello (+ 1) Io ho prestato dei soldi a mio fratello per le figurine.
1. Luca beve il latte. (+ 1) 2. I nonni chiedono un po’ d’affetto. (+ 1) 3. Giulia ha donato tutti i suoi averi a un orfanotrofio. (+ 1) 4. Quella ditta non assume impiegati. (+ 2) 5. Il professore ha concesso un permesso agli studenti. (+ 1) 6. Il pittore sta dipingendo un quadro astratto. (+ 2)
8. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi e poi cancella i sintagmi non obbligatori. Mario / guarda / il film / dopo pranzo / con sua sorella . //
1. In autostrada mio padre guida l’automobile con prudenza. 2. Sergio domani inviterà i suoi amici al ristorante. 3. Napoleone a Waterloo subì la sconfitta definitiva dai suoi nemici. 4. Per la mancanza dell’attrezzatura necessaria domani non andremo in montagna. 5. Quel ragazzo a scuola non rende bene per la mancanza di concentrazione e di impegno. 6. Ieri i carabinieri hanno catturato il ladro dentro la gioielleria grazie al cellulare di un cliente.
9. Scrivi sul tuo quaderno una frase con ognuno dei verbi nel riquadro. Poi sottolinea in modi diversi e conta quanti sintagmi obbligatori e quanti non obbligatori compaiono in essa.
Pescare: Mio nonno ha pescato tre splendide trote nel fiume. (2 obbligatori, 1 non obbligatorio)
SCENDERE · ESCLUDERE · INCUTERE · FONDERE · SCOLPIRE · SOFFRIRE · UCCIDERE · VINCERE · STUDIARE · OSSERVARE · REGALARE · VISITARE · INGRANDIRE · SCUOTERE · NEVICARE · IMPARARE
10. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi sul tuo quaderno, mettendo in colonna innanzitutto il soggetto, poi il predicato, quindi i sintagmi obbligatori, infine quelli non obbligatori.
Dopo la scomparsa / del suo comandante / Morgan /non aveva abbandonato / il Golfo del Messico. //
Morgan SN soggetto
Nome proprio non aveva abbandonato SV predicato verbale
Avverbio + verbo abbandonare, indicativo, trapassato prossimo; III persona singolare il Golfo del Messico SN complemento oggetto
Articolo + nome + preposizione + articolo + nome proprio
dopo la scomparsa SP
Preposizione + articolo + nome del suo comandante SP
Preposizione + articolo + aggettivo + nome
1. Quella crociera durava da parecchi anni. 2. Dopo quattro ore i suoi soldati fuggirono. 3. Morgan stracciò con ira il biglietto. 4. Tutti gli uomini erano schierati ai posti di combattimento. 5. Morgan depose dolcemente la fanciulla. 6. Il fuoco li teneva lontani. 7. Le belve raramente lasciano di giorno i loro covi. 8. I corsari si fermarono sotto una folta boscaglia. 9. Verso le sei di sera la baleniera si trovava dinanzi a Cumana. Frasi tratte da E. Salgari, Jolanda, la figlia del Corsaro Nero
11. Completa le frasi nella tabella seguendo le indicazioni date.
SN soggetto SV predicato SN obbligatorio SP non obbligatorio Luca impara la grammatica a scuola hanno guardato la preda in cantina
I soldati
ottengo
2. IL SINTAGMA VERBALE SEMPLICE
1. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi e poi sottolinea i sintagmi verbali formati da un unico verbo predicativo.
Il professore / dettò / il titolo / del tema / in classe. //
1. L’arcobaleno annuncia il bel tempo. 2. Durante le vacanze in Sardegna ero felice. 3. San Francisco è una città sull’Oceano Pacifico. 4. La sfilata dei carri passò proprio sotto le finestre del mio albergo. 5. Mario non verrà alla festa. 6. La luce della luna rischiarava la notte. 7. I turisti stranieri visitano molto volentieri l’Italia. 8. Termoli si trova in Molise. 9. La tua fortuna mi stupisce. 10. Quel quotidiano è pieno di notizie cruente. 11. Zia Gianna prepara sempre torte squisite. 12. Tutti gli italiani amano il calcio.
2. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi e poi sottolinea i sintagmi verbali formati da un verbo copulativo + aggettivo o + sintagma nominale.
Oggi / il cielo / è limpidissimo. // SV (essere copula + aggettivo)
Giorgio / diventerà un artista famoso. // SV (diventare copula + SN)
1. La fontana di Trevi è la più nota fontana di Roma. 2. Tu e Luca sembrate davvero inseparabili! 3. Claudia è sempre puntuale. 4. Quel giorno Lucia appariva molto arrabbiata. 5. La vita è ricca di sorprese. 6. Quei frutti sembrano maturi. 7. Il mio amico Marco è diventato un bravissimo elettricista. 8. Io sarei felice di vivere al mare tutto l’anno. 9. Lo svolgimento del tuo testo è davvero brillante! 10. Mio zio divenne ricco grazie a un intelligente investimento. 11. Quella mattina il mare pareva proprio arrabbiato. 12. Il principe e la principessa vissero felici e contenti.
3. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, analizzando in modo dettagliato tutte le parti del discorso variabili in esse presenti.
1. Oggi rimarrò a casa: ho un fortissimo mal di testa. 2. Il Pincio è un colle di Roma. 3. Martina apparve all’improvviso, portando un mazzo di fiori alla mamma. 4. I marciapiedi erano ingombri di neve. 5. La collezione di fumetti di mio padre ha acquisito un grandissimo valore. 6. Cristian risulta simpatico a tutti. 7. Improvvisamente la bufera cessò. 8. Le vacanze saranno un’occasione di svago e riposo. 9. Il pollo arrosto è nel forno. 10. Quel film, che all’inizio sembrava così divertente, alla fine è risultato molto noioso! 11. Ogni sabato mio papà porta me e mio fratello al parco, per giocare insieme a calcio. 12. Sabato scorso sono arrivato penultimo alla gara di nuoto, mentre agli allenamenti arrivavo sempre primo: che sfortuna!
4. Componi delle frasi aventi la struttura indicata.
SN+SP+SV (verbo essere copula + SN) = La nonna / di Maria / è una bravissima cuoca. //
a. SN+SV (verbo essere copula + aggettivo) +SP
b. SN+SV (verbo predicativo) +SP+SP
c. SP+SP+SN+SV (verbo copulativo +SN)
d. SN+SV (verbo essere predicativo) +SP
e. SP+SN+SV (verbo predicativo) +SN
f. SV (verbo copulativo + aggettivo) +SP
g. SN+SV (verbo essere copula +SN) +SP
3. IL SINTAGMA VERBALE COMPLESSO
VERBO SERVILE + VERBO DI MODO INFINITO
1. Riconosci quando i verbi dovere, potere, volere svolgono la funzione di verbi servili e quando hanno valore autonomo, sottolineandoli in modo diverso.
1. Lucio deve a Mario molta riconoscenza. 2. Tutti dovrebbero essere più responsabili. 3. Domani non potrò venire a Varese, perché ho degli impegni. 4. Non sempre volere significa essere in grado di fare qualcosa. 5. Giulia voleva che andassimo a trovarla. 6. Chi può darci una mano? 7. I miei figli hanno dovuto studiare moltissimo per poter superare gli esami. 8. Il romanzo del Manzoni dovrebbe essere letto da tutti i giovani. 9. In questo affare chi può molto è il dottor Bianchi.
2. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi sostituendo il verbo servile sottolineato con altre espressioni e mantenendo lo stesso significato e la stessa intenzione comunicativa. Poi riconosci i predicati delle frasi.
Puoi venire con me dal medico? Verresti con me dal medico? PV PV
1. Vorrei mangiare un bel piatto di maccheroni. 2. Ennio, devi fare attenzione quando attraversi la strada! 3. Non avresti dovuto vestirti così leggero con questo vento! 4. Ah, se potessi andare a Honolulu questa estate! 5. Potresti fare meno rumore, che il nonno dorme? 6. Sarei felice se tu potessi fermarti ancora qualche giorno da me.
3. Scrivi sul tuo quaderno cinque frasi in cui dovere, potere, volere svolgano la funzione di verbi servili e cinque in cui abbiano valore autonomo.
4. Anche il verbo sapere può svolgere la funzione di verbo servile. Riconosci quando è usato come servile e quando è usato con valore autonomo sottolineandoli in modo diverso. Poi riconosci i predicati.
Mia zia sa cucinare soltanto i primi. PV
Oggi Marco sapeva benissimo tutta la lezione di storia! PV
1. Anna non sa nuotare dove non si tocca. 2. Non so quale sia il motivo per cui Alessandro non vuole giocare con me. 3. Chi può sapere cosa succederà domani? 4. Saper chiedere perdono è segno di grandezza d’animo. 5. Il contadino sa com’è buono il formaggio con le pere. 6. Sapevi che Giovanni è fratello di Francesco? 7. Simona sa cantare proprio bene. 8. I camosci sanno arrampicarsi sui monti più ripidi. 9. È un bel dono saper far ridere gli altri.
5. Completa le frasi con l’ausiliare opportuno (fai attenzione al modo del verbo).
Il giudice dovuto assolvere l’imputato per mancanza di prove. Il giudice ha dovuto assolvere l’imputato per mancanza di prove.
a. Marco potuto valutare meglio la situazione.
b. Io voluto parlarti, ma Gianni me l’ha impedito.
c. Mauro mi disse che non potuto partecipare alla gara.
d. Se dovuto prendere un taxi, avrei speso moltissimo.
e. Il babbo dovuto partire per Ravenna.
f. Luigi voluto andare al cinema con gli amici, ma non potuto.
g. Perché dovuto uscire tanto in fretta, visto che non avevi impegni urgenti?
h. Giorgio potuto venirti incontro!
i. Hai detto di voluto partire, non di dovuto.
6. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi cambiando la collocazione del pronome personale e quindi dell’ausiliare.
Ti sei voluto lavare Hai voluto lavarti.
1. Ti sei potuto cambiare? 2. Avete dovuto accostarvi. 3. Marco avrebbe potuto svegliarsi. 4. Non mi sarei dovuto impigrire. 5. Laura non si sarebbe voluta impegnare. 6. Sergio si sarebbe voluto divertire. 7. Non avreste dovuto battervi. 8. Noi non avevamo potuto pettinarci.
7. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
I clienti / devono rispettare / tutte le regole / dell’albergo. //
I clienti SN soggetto
Articolo + nome; masch. plur. devono rispettare SV predicato verbale
tutte le regole SN complemento oggetto con attributo
Verbo servile dovere, indicativo, presente, III persona plurale + verbo rispettare, infinito presente.
Aggettivo + articolo + nome; femm. plur. dell’albergo SP
Preposizione + articolo + nome; masch. sing.
1. Nessun cliente dell’albergo può fumare nei corridoi e nella sala da pranzo, // poiché tutti i pavimenti sono in legno. 2. I bambini possono giocare nella piazzetta dell’hotel, // ma devono usare solo palloni di spugna. 3. In albergo i clienti devono usare gli ascensori con discrezione. 4. I panni possono essere stesi soltanto in bagno: // nessuno deve stenderli in camera. 5. I clienti devono usare il telefono della camera per chiamate intercomunali, // per altre chiamate devono utilizzare gli apparecchi delle cabine nella hall. 6. Il giorno della partenza ogni cliente dovrà consegnare la chiave in portineria // e dalle ore 10.00 nessuno potrà ritornare in camera.
8. Riconosci la struttura sintattica e logica delle frasi, contenenti verbi servili, costruendo lo schema delle reggenze.
Tutti /devono portar /ti/ rispetto. //
Tutti devono portare SN soggetto SV predicato verbale rispetto ti = a te SN complemento oggetto SP complemento
1. Al mio fischio devi slegare il collare al cane. 2. Ieri, a causa della foschia, non potevamo distinguere i confini dei palazzi. 3. Avremmo dovuto interrompere la conversazione al primo segnale di disturbo della linea telefonica. 4. Siete soliti spedire via posta i biglietti d’auguri natalizi? 5. Gli abitanti delle regioni alpine solitamente sanno sciare e pattinare sul ghiaccio. 6. Lungo il fiume Senna puoi vedere parecchie bancarelle di libri antichi. 7. Silvia non vuole più occuparsi di queste cose: devi pensarci tu, se sei suo amico. 8. I suoi orologi erano attaccati sul soffitto, ed egli doveva stare con la testa alzata. 9. La figlia maggiore voleva andare in vacanza da sola, ma avrebbe dovuto aspettare ancora qualche anno.
VERBO FRASEOLOGICO + VERBO DI MODO INFINITO O GERUNDIO
9. Riconosci quando i verbi in corsivo, sono usati con valore fraseologico e quando con valore autonomo, sottolineandoli in modo diverso. Poi riconosci i predicati.
Ho iniziato un nuovo libro. // Ho iniziato a leggere un nuovo libro. PV PV
1. Mio fratello stava in campagna. / Luca stava per arrivare da Roma. 2. Il cacciatore cerca la preda. / Ho cercato di capire quel che mi comunicavi. 3. Mario finì di lavorare per le cinque. / Lo spettacolo finì alle cinque. 4. L’industriale ha smesso la sua attività. / Luca ha smesso di leggere i fumetti. 5. Domani verremo a sapere la verità. / Domani verremo in città. 6. Mia madre mi sgridò, perché stavo mangiando un panino, / stando sul divano.
10. Anche il verbo andare può avere valore fraseologico. Riconosci i predicati formati dal verbo andare + un altro verbo di modo indefinito.
La mia bicicletta va riparata. PV
1. Come è andata a finire la partita? 2. Non ho preso un bel voto nella verifica, ma va considerato che stavo male il giorno che l’ho svolta. 3. La nave andava allontanandosi dalla riva. 4. L’imputato fino alla fine del processo andò proclamando la sua innocenza. 5. Elena andava riordinando i suoi appunti, quando le cadde sul quaderno un vasetto di inchiostro. 6. Guglielmo va somigliando sempre di più a suo padre. 7. Il ciuffo di Riccardo andrebbe tagliato: è così lungo che gli impedisce la visuale. 8. Certi miti andrebbero sfatati.
11. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi in modo che contengano un verbo fraseologico. Poi fai l’analisi sintattica e logica delle frasi trasformate costruendo lo schema delle reggenze.
Olga legge con passione. Olga continua a leggere con passione.
Olga continua a leggere
SN soggetto
SV predicato verbale
â con passione
SP complemento
1. Pietro cerca le chiavi di casa sua da un’ora. 2. La tua automobile non parte quando fa molto freddo. 3. Il violinista suonerà quando il pubblico sarà in silenzio. 4. Carlo ha vinto la gara anche se non era in ottima forma. 5. Margherita, non guardarti allo specchio! 6. Giorgio ha fame quando studia con impegno. 7. Il mio metodo di risoluzione del problema era poco funzionale, così non lo usai più e ne cercai un altro.
12. Sottolinea i verbi fraseologici e poi riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1.Era soprattutto in questa fascia di ombre che andavo cercando la Espirito Santo. 2. Per quanto scrutassi, tuttavia, non riuscivo a vedere nulla tranne qualche pesce. 3. Era un’ampia piattaforma a una decina di metri sott’acqua e che, vista dall’alto, sembrava una semplice appendice delle rocce su cui stavo camminando. 4. Io iniziai a mettere alla prova la mia ipotesi, una volta e per sempre. 5. Tutto quello che riuscii a fare fu acchiappare un ciuffo della laminaria che cresceva così fitta sulla piattaforma. 6. Già mi preparavo a venire via, quando accadde qualcosa che mi rimandò alla superficie con il cuore in gola. 7. Mi ero già attardato troppo nelle mie esplorazioni; la corrente stava rinfrescando col cambiamento della marea. 8. Le onde dalla cresta bianca - dette qui “le figlie del capitano” - avevano cominciato a correre davanti a una brezza non ancora avvertibile su Aros. 9. Nel cielo il cambiamento era ancora più notevole: aveva iniziato ad alzarsi, da sud-ovest, un’immensa e compatta massa di nubi minacciose. 10. La barca stava accanto agli scogli: un paio di individui faticavano a trattenerla all’ormeggio, perché la corrente si stava facendo più forte di momento in momento. 11. Mio zio Gordon lasciò cadere la pipa e piombò all’indietro. 12. Il mio parente rimase a guardarmi, sbattendo le palpebre.
Indicare l’inizio, la fine o la durata dell’azione
Frasi tratte da R. L. Stevenson, I merry men
Indicare l’atteggiamento del soggetto nei confronti dell’azione
13. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi contenenti verbi fraseologici sul tuo quaderno.
Dopo molti tentativi / il tiratore / riuscì a colpire / il bersaglio.//
il tiratore SN soggetto
Articolo + nome; masch. sing. riuscì a colpire SV predicato verbale Verbo riuscire, indicativo, passato remoto, III persona sing., + preposizione + verbo colpire, infinito presente. il bersaglio SN complemento oggetto Articolo + nome; masch. sing.
dopo molti tentativi SP complemento con attributo
Preposizione + aggettivo + nome; masch. plur.
1. Pietro sta raccontando una storia divertente ai nostri bambini. 2. A causa del maltempo i tennisti hanno dovuto smettere di giocare la partita. 3. Lo scalatore si accinge ad attaccare da solo la parete con chiodi e moschettoni. 4. Ragazzi, non lasciatevi ingannare dalle apparenze, // perché rischiate di non cogliere la verità delle cose. 5. Angelo diventerà grasso: // non fa altro che mangiare dolci. 6. Matilde, smetti di guardare la televisione: // devi finire i compiti per domani! 7. Marina, sta per partire il treno delle cinque: // smetti di parlare al telefono, // altrimenti rischiamo di perderlo. 8. Andrea era solito giocare a calcio con gli amici, // ma un mese fa dovette smettere di allenarsi // perché gli veniva a mancare il fiato // e si sentiva male. 9. Perché vai dicendo a tutti // che Lorenzo non riuscirà a laurearsi? // È sul punto di iniziare la tesi, //visto che ha appena finito di dare tutti gli esami. 10. Non stare a pensare sempre a Giulia: // nella vita ci sono tante altre persone interessanti! 11. A scuola Elena si lascia prendere dal panico // e non riesce a rispondere agli insegnanti nelle interrogazioni.
14. Scrivi sul tuo quaderno tre frasi per ciascuno degli argomenti indicati, che contengano verbi fraseologici.
Pioggia imminente: 1) Sta per piovere… prenderò l’ombrello; 2) Il cielo si sta rannuvolando: fra poco pioverà; 3) Inizia a cadere qualche goccia: aspettiamoci un bell’acquazzone!
a. Fine del film.
b. Le mie abitudini.
c. Il dovere di svolgere i compiti.
d. I miei sentimenti durante una gara.
e. Una lunga gita in montagna.
f. È difficile mettere in pratica le buone intenzioni.
PER APPROFONDIRE. I VERBI CAUSATIVI
15. Riscrivi sul tuo quaderno i messaggi contenenti verbi causativi in modo che siano composti da due frasi con lo stesso significato globale.
Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Non lasciare // che le apparenze ti ingannino.
1. Lascialo sfogare con il pallone! 2. Mi hanno fatto andar via subito. 3. Lasciatemi raccontare le mie peripezie. 4. Il professore ci ha fatto capire bene l’argomento nuovo. 5. Lasciali pensare un momento alla risposta. 6. Non lasciate entrare gli sconosciuti in nostra assenza. 7. Fallo pure avvicinare! 8. Quell’avvocato ha fatto assolvere il suo cliente. 9. Ti lascio immaginare lo spavento!
16. Quando il verbo lasciare è fraseologico e quando causativo? Per rispondere prova a sdoppiare i messaggi in due frasi e osserva se cambia il soggetto. In caso affermativo si tratta di un verbo causativo.
a. L’alabastro lascia passare la luce.
b. Non devi lasciarti andare così!
c. Il muro non lascia vedere la strada.
d. Luca non si lascia menare per il naso da nessuno.
e. Maria si è lasciata cadere alla fine della gara.
f. Voglio lasciar crescere i capelli ancora un po’.
Fraseologico Causativo
Fraseologico Causativo
Fraseologico Causativo
Fraseologico Causativo
Fraseologico Causativo
Fraseologico Causativo
17. Scrivi tre frasi per ciascuno dei predicati avente la struttura indicata.
PREDICATO VERBALE formato da VERBO PREDICATIVO
VERBO SERVILE + VERBO PREDICATIVO ALL’INFINITO
VERBO FRASEOLOGICO + VERBO PREDICATIVO ALL’INFINITO O AL GERUNDIO
VERBO SERVILE + VERBO FRASEOLOGICO + PREDICATIVO ALL’INFINITO
PREDICATO NOMINALE formato da
VERBO COPULATIVO + PREDICATIVO DEL SOGGETTO
VERBO OCCASIONALMENTE COPULATIVO + PREDICATIVO DEL SOGGETTO
VERBO SERVILE + VERBO COPULATIVO + PREDICATIVO DEL SOGGETTO
VERBO FRASEOLOGICO + VERBO COPULATIVO + PREDICATIVO DEL SOGGETTO
18. Riconosci i sintagmi che compongono le frasi e poi sul tuo quaderno fai lo schema delle reggenze e descrivi la struttura del predicato.
La tua amica / avrebbe dovuto stare più attenta / in quella circostanza. // SN V SP
La tua amica avrebbe dovuto stare più attenta soggetto predicato nominale (verbo servile + verbo occasionalmente copulativo + aggettivo predicativo) â in quella circostanza complemento
a. I meteoriti potrebbero aver portato sulla Terra ingredienti chiave, come alcuni amminoacidi. // Questi ingredienti contribuirono alla nascita della vita. // Per secoli non si è voluto credere // che i meteoriti avessero origine nello spazio, // perché l’idea screditava la concezione di un universo ordinato. //Spesso li hanno avvistati contadini analfabeti, // mentre stavano lavorando nei campi.
b. Come tutti i marsupiali, il cucciolo di canguro alla nascita è minuscolo //- ha le dimensioni di una ciliegia -// e quindi continua a svilupparsi nel marsupio materno per circa sei mesi. // I piccoli fino a quasi un anno di età non esitano a balzare nuovamente nel marsupio in caso di pericolo. // Ma i canguri non sono i soli animali // che devono trasportare in giro la prole.
c. Alcune leonesse africane sfoggiano una criniera come quella dei maschi // e riescono a ingannare i propri simili. // Hanno avvistato leonesse con la criniera varie volte nella zona di Mombo in Botswana. // La locale popolazione di leoni potrebbe essere portatrice di un’anomalia genetica // che la rende esposta a questo fenomeno.
Brani tratti e adattati dal sito da www.nationalgeographic.it
4. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL VERBO
MORFO
1. Individua il morfo dei verbi elencati.
Parliamo: parl-iamo
COMPRÒ · FESTEGGIASSERO · SOGNIAMO · SPENDEVATE · MASCHERANO · PRODURREBBE · GRADISCONO · MORENTE · RESISTI · TOGLIAMO · SERVISTI · OFFRITE · DIVORATO · CONTATTANDO · DISCENDONO · LUCIDAVANO · SPACCÒ · FINITO SPERAVASTE · RIDENDO · CALZAVANO · COLTIVAVI · PERSISTIAMO · CREDETTERO · CAUSAI · SPOSTASTI
2. Completa i lessemi verbali con un morfo.
Prend-erete
Scend- Esclud-
Scolp-
Soffr- Stud- Osserv-
Nevic- Impar- Fond-
Vinc- Visit- Regal-
Opprim- Abbond- Cresc-
3. Associa ciascuno dei morfi a tre lessemi verbali.
–ate: mangiate, legate, sparate -ERETE; -AVO; -EREMO; -ASSIMO; -EMMO; -EREBBE; -ESSI; -EREBBERO; -IRÀ; -ISTI; -I; -II
4. Riconosci l’infinito dei verbi elencati e poi indica a quale coniugazione appartengono.
Verbo Infinito
Coniugazione
Prendemmo Prendere Seconda
Ho trascorso
Troverai
Assalirono
Ebbero visto
Rinunciammo
Avesti sentito
Impedirebbero
Vorrei
Sentisse
Ebbero udito
Abbia imparato
Avessero creduto
Piegheranno
Saltando
Spremuto
Avere liberato
5. Trova e scrivi sul tuo quaderno alcune parole derivate dai verbi elencati, dopo averne riconosciuto il morfo.
Leggere = legg-ere legg-io, legg-enda, legg-ibile
LAVARE · MANGIARE · ABITARE · UNIRE · PORTARE · SCRIVERE
6. Sottolinea nelle frasi le parole derivate da verbi e indica l’infinito del verbo da cui provengono. Il controllore mi ha chiesto di mostrargli il biglietto del tram. controllore controllare
a. La ferita mi causa un intenso bruciore. ( )
b. Don Chisciotte era un instancabile idealista e un grande sognatore. ( )
c. A Milano hanno presentato una interessante mostra dei dipinti di Picasso. ( )
d. Del circo mi attraggono soprattutto i domatori di leoni e i salti degli acrobati.( )
e. A Natale si festeggia la venuta del Salvatore ( )
f. In quella fabbrica sono stati licenziati molti operai a causa della mancanza di lavoro.
( )
GENERE
7. Concorda il morfo del verbo con il soggetto, quando necessario, ponendo attenzione alla concordanza di genere.
Simeoni, Sara
Italia • Rivoli Veronese, 19 aprile 1953 • Specialità: Salto in alto
È stat la più grande atleta italiana di tutti i tempi, ineguagliat per quantità e qualità di successi ed elevato rendimento agonistico. Capace sempre di affrontare con serenità le competizioni, non si è disperat nella sconfitta, non si è esaltat oltre misura nella vittoria, ha al suo attivo tre medaglie olimpiche, tre medaglie. Il suo anno migliore è stat il 1978: il 4 agosto, a Brescia, stabilì per la prima volta il record del mondo, portandolo da 2 m a 2,01 m; poche settimane dopo, a Praga, affrontò la tedesca dell’Est Rosemarie Ackermann, ex primatista del mondo e sua grande rivale da cui era stat sconfitt agli Europei di Roma nel 1974 e alle Olimpiadi di Montreal nel 1976, e la batté in una giornata fredda e piovosa, nonostante il suo stile di salto, il Fosbury flop, che richiedeva una rincorsa particolarmente lunga e veloce con stretta curvatura, comportasse dei rischi su una pedana res viscida dalla pioggia. La sua carriera sportiva era iniziat alla Scala Azzurra di Verona, sotto la guida di Walter Bragagnolo. Nel 1970, a Parigi, è giunt quinta ai Campionati Europei juniores con 1,70 m, nel 1971 nona ai Campionati Europei di Helsinki, nel 1972 sesta alle Olimpiadi di Monaco, con 1,85 m. In seguito, passat sotto le cure tecniche di Erminio Azzaro, poi diventat suo marito, perfezionò il Fosbury flop aggiungendo, alla sua collezione di trofei, anche due titoli mondiali universitari, nel 1977 a Sofia e nel 1981 a Bucarest. Stabilì 24 primati nazionali (da 1,71 m nel 1970 a 2,01 m nel 1978) e conquistò 14 titoli di campionessa d’Italia.
Tratto e adattato da www.treccani.it/enciclopedia
8. Riscrivi le frasi anticipando il complemento oggetto sotto forma di pronome e concordando con esso il morfo del verbo.
Ho ringraziato la nonna per il regalo di compleanno. L’ho ringraziata per il regalo di compleanno.
a. Hai visto da qualche parte i miei occhiali?
b. A chi hai prestato le tue racchette da tennis?
c. Non so dove ho messo il mio astuccio nuovo.
d. Chi ha lavato la mia giacca?
e. Non ho capito le vostre argomentazioni.
f. Avevo perso i guanti di lana.
PERSONA E NUMERO
9. Esplicita il pronome personale soggetto, implicito nel morfo del verbo. Voi mi avevate chiesto di trovare un quattordicesimo uomo per la vostra spedizione e io ho scelto il signor Baggins.
1. non pretendo di capire di che cosa stiate parlando. 2. penso di aver ragione nel credere che pensiate che Bilbo sia un inetto. 3. In che razza di guaio ci siamo messi! 4. era infatti avanzato per un po’ con somma cautela, quando la sua attenzione fu attratta da una chiazza di ombra fitta e nera davanti a lui. 5. Mentre si avvicinava, vide che era prodotta da ragnatele che si sovrapponevano e si intersecavano per ogni dove, e vide dei ragni enormi e orribili accoccolati sui rami sopra di lui. 6. vi sarete certo abituati allo stile di Thorin nelle occasioni importanti, così vi risparmierò il resto, anche se andò avanti ancora per un bel pezzo. 7. “Se vuoi dire che pensi che il mio compito consista nell’entrare per primo nel passaggio segreto, o Thorin Scudodiquercia, figlio di Thrain, che la tua barba possa allungarsi sempre di più. 8. Proprio così: il vecchio tordo era là, e quando Bilbo lo indicò, volò verso di loro e si appollaiò su una pietra lì vicino. 9. “ credo che stia cercando di dirci qualcosa,” disse Balin, “ma non riesco a comprendere il linguaggio di questi uccelli; è molto difficile e veloce. ci capisci qualcosa, Baggins?”.
Frasi tratte da J. R. R. Tolkien, Lo hobbit
10. Riporta nella tabella sottostante i verbi sottolineati in base alla persona indicata dal loro morfo.
1. Non saprei dire come questo personaggio fosse diventato l’incubo dei miei sogni. Nelle notti di tempesta, quando il vento scoteva i quattro canti della casa e i cavalloni infuriati mugghiavano lungo la cala e contro le rupi, io me lo vedevo apparir dinanzi in mille forme e con mille diaboliche espressioni.
2. Mia madre era in quel momento di sopra col babbo; ed io stavo apparecchiando la tavola per la colazione del capitano, quando l’uscio si aprì e uno sconosciuto si fece avanti. Era pallido come cera; due dita gli mancavano alla mano sinistra; e per quanto portasse un coltellaccio, non pareva troppo aggressivo.
3. Io sto magnificamente bene di corpo e di spirito: mangio come un bue e dormo come un ceppo; ma non me la godrò se non quando sentirò intorno all’argano lo scalpiccio dei miei vecchi lupi di mare. Al largo! Al diavolo il tesoro! È la gloria di questo mare che mi ha fatto girar la testa! Sicché, Livesey, venite senza indugio: non perdete un’ora, se mi volete bene.
Frasi tratte da R. L. Stevenson, L’isola del tesoro
I persona singolare (io)
II persona singolare (tu)
III persona singolare (egli)
I persona plurale (noi)
II persona plurale (voi)
III persona plurale (essi)
Nessuna persona
11. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi cambiando la persona come indicato fra parentesi. Non sono triste, ma solamente pensieroso per un’avventura nella quale mi sono impegnato. (II persona plurale) Voi non siete tristi, ma solamente pensierosi per un’avventura nella quale vi siete impegnati.
1. E allora si metteva a contare le monete del sacco, giocava con la sbarra gettandola in aria e riprendendola a volo; vagliava tra le dita la polvere d’oro, guardava la sua immagine buffa riflessa nella convessità brunita della tazza e bisbigliava tra sé (I persona plurale) 2. Andò a cogliere i fichi e l’uva per sé, a cercare tutti i divertimenti che poteva, in compagnia degli altri ragazzi. Era mortalmente annoiato di sentir parlare sempre della medesima cosa, e avrebbe voluto che il messaggero avesse lasciato la scatola alla porta di qualche altra casa affinché Pandora non avesse potuto vederla (I persona singolare) 3. Egli seguitò a narrare come avesse ucciso uccelli mostruosi, come avesse preso un toro selvaggio e poi lo avesse lasciato andare; come avesse addomesticato un gran numero di cavalli selvatici e vinto Ippolita la regina delle Amazzoni. Disse pure che s’era impadronito della cintola incantata d’Ippolita e l’aveva data alla figlia del re suo cugino. (III persona plurale) 4. Avanzandosi ai piedi del trono, tentò di fare un discorsetto che aveva pensato salendo le scale; ma si sentiva soffocare da un numero infinito di sentimenti che erompevano dal suo cuore e gli enfiavano il petto, bramosi di esprimersi tutti in una volta. (II persona singolare) Frasi tratte da N. Hawthorne, Il libro delle meraviglie
12. Il brano è stato riportato con parecchi errori di concordanza: spesso il morfo dei verbi in corsivo non si accorda con la persona del soggetto. Cancella le forme verbali errate e riscrivile corrette nello spazio a fianco.
Quando Floyd Anselmo vidi la vacca color porpora che pascolavano tranquillamente su un pendio della sua vaccheria un freddo mattina d’ottobre, pensai di avere un’allucinazione.
Arrestarono bruscamente il furgone sul lato della stradina campestre che serpeggiavamo
attraverso i suoi terreni, tirai il freno, e si chinò attraverso il sedile per dare un’altra occhiata. Ma eravate ancora lì. La fissò con gli occhi sbarrati, sperando che sparisse , ma non ci foste niente da fare. Anselmo scotemmo
lentamente la testa e scesero dal furgone. Si fermò ancora a controllare , ritto in mezzo al letto stradale ghiaioso, riparandosi gli occhi dal riverbero del sole d’autunno. Ma eri sempre lì. “Santo cielo!” pensaste
Anselmo “Di questo passo finirete per vedere gli elefanti rosa. E non siete neppure un bevitore…” Anselmo avanzarono di qualche passo. Allungarono una mano esitante e la carezzò sulla testa. Poi si ritrassero . “Cominciavo ad avere qualche dubbio” dissi tra sé “ma che mi vengano un colpo se non siete reale, e se non siete di color porpora… Ma da dove mai saremo venuti in ogni caso? … Jim Player ha detto qualcosa su certi dischi volanti. Ora, non avete molta familiarità con queste cose, ma vuoi vedere…”. L’ultima parola gli rimaneste sulla strozza. I suoi occhi erano inchiodati sulla mano, quella con cui avevo toccato l’animale pochi secondi prima. Le dita stavano diventando purpuree… In tono chiaramente interrogativo dissi : “Muu?” “Muu” rispose Anselmo. C’era due vacche color porpora che pascolava sul pendio quando Jim Player arrivai dalla città pochi minuti dopo. Tratto da B. Ponzini, La vacca purpurea
13. In italiano non è sempre necessario manifestare la persona implicita nel morfo del verbo con un pronome. Prova a riconoscere il motivo per cui, invece, nelle frasi proposte viene esplicitata.
Per sottolineare un’opposizione
Per attirare l’attenzione sul soggetto
Per chiarire a chi si riferisce il verbo
Avevi ragione tu a proposito di quella data, non io, quindi ti chiedo scusa.
Sono io il migliore della classe nel risolvere i problemi di geometria.
Loro sono già arrivati in cima alla montagna mentre noi siamo ancora distanti.
Dopo tanti anni Alessandro incontrò Raffaella. Lei lo salutò come se si fossero visti il giorno prima.
Sei ancora tu? Ma non ti avevo detto di non telefonarmi più?
I coniugi Bonsi sono proprio simpatici, lui in modo particolare.
Beato te che hai trovato posto al cinema, io sono dovuto tornare a casa!
14. Presta attenzione ai dialoghi tra i tuoi compagni o in famiglia. Poi riporta sul tuo quaderno almeno 5 messaggi in cui la persona del verbo viene chiaramente espressa con un pronome. Prova poi a spiegare perché secondo te il parlante ha voluto evidenziarla.
15. In italiano sono impersonali solo i verbi indicanti fatti atmosferici e climatici; ma si può fare un uso impersonale di molti altri verbi, dei quali non si vuole o non si può esplicitare il soggetto. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi, contenenti un verbo impersonale, in modo che abbiano il soggetto espresso.
Sei troppo lontano dallo schermo, vieni qui che si vede meglio! … vieni qui che tu vedrai meglio.
1. Quando fa così caldo non si ragiona. 2. Ci si pente sempre troppo tardi delle proprie malefatte. 3. Voi siete proprio curati nel vestire, a casa mia invece ci si veste come capita! 4. Quando si è felici si canta con gioia. 5. Se durante la gita piove o grandina ci si può riparare in quell’accogliente rifugio. 6. Dicono che quando fa caldo non si vive bene, ma io adoro l’estate anche quando è torrida. 7. In tutta la vita non si impara abbastanza per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza. 8. Mia madre mi dice sempre che ci si deve vergognare solo delle cattive azioni.
16. A volte al verbo impersonale ‘piovere’ viene attribuito un soggetto. Succede quando lo si usa con un significato differente da quello che normalmente ha. Prova a spiegare sul tuo quaderno quale significato assume tale verbo nei messaggi proposti.
Da quando hanno cambiato la segnaletica stradale nel centro storico, piovono contravvenzioni: “Piovono contravvenzioni” significa “arrivano numerose contravvenzioni”.
1. Quando il vulcano erutta piovono cenere e lapilli dappertutto. 2. Datti da fare: ti aspetti forse che la soluzione dei tuoi problemi piova dal cielo? 3. Mia madre in questo giorno è molto indaffarata: ci sono piovuti in casa degli ospiti inaspettati. 4. Devo andare dal parrucchiere: i capelli ormai mi piovono sugli occhi. 5. Oggi porto la mia auto dal meccanico: quando è ferma piove olio sulla strada. 6. Il tetto di quella villa piove verso la strada provinciale.
Ora fai l’analisi sintattica e logica delle frasi, costruendo lo schema delle reggenze.
TEMPO
17. Riporta nella tabella i verbi sottolineati in base al tempo in cui avvengono le azioni espresse.
1. Che farà la sera di Natale - ci si domanda - lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? 2. “Chi bussa alle porte del Duomo?” si chiese don Valentino “la sera di Natale? Non hanno ancora pregato abbastanza? Che smania li ha presi?” 3. Ma come il disgraziato uscì dalla chiesa, nello stesso istante Dio disparve 4. “Caro il mio don Valentino” fece il capofamiglia. “Lei dimentica, direi, che oggi è Natale. Proprio oggi i miei figli dovrebbero far a meno di Dio? Mi meraviglio, don Valentino”. 5. “Senti” disse il prete. “Non me ne potresti dare un poco? In città siamo rimasti senza, perfino le chiese sono vuote. Lasciamene un pochino così l’arcivescovo potrà almeno fare un Natale decente”. 6. Aveva i piedi gelati, si incamminò nella nebbia, affondava fino al ginocchio, ogni tanto stramazzava lungo disteso. Quanto avrebbe resistito? Finché udì un coro disteso e patetico, voci d’angelo, un raggio di luce filtrava nella nebbia. Aprì una porticina di legno: era una grandissima chiesa e nel mezzo, tra pochi lumini, un prete stava pregando. E la chiesa era piena di paradiso. Frasi tratte da D. Buzzati, Racconto di Natale
18. Volgi al passato le frasi.
Che ne è degli amici di Corio? Che ne fu degli amici di Corio?
1. Passa un anno. Appena entro nella villa, noto due gatti magnifici, dotati di straordinaria animazione. 2. Non guizzano più da una stanza all’altra celermente. 3. I gatti hanno paura. Papà non vuole mai che se ne parli, è una cosa che gli dà fastidio. 4. Mah, qualcosa si dovrà pur fare, ma il papà non si decide mai. Non capisco il perché, ma è un argomento che è meglio non toccare, lui diventa subito nervoso. 5. Sai che cosa può essere? Non te ne ho mai parlato perché c’è chi si impressiona, ma in questa casa ci sono degli spiriti. Anche io li sento spesso… 6. Io lo guardo sbalordito: ma perché si arrabbia tanto? Lui di solito così gentile e mite…
Frasi tratte da D. Buzzati, I topi
19. Volgi al presente le frasi.
Fu uno sbaglio di nostro padre È uno sbaglio di nostro padre.
1. Aveva fatto venire quel ragazzo da un paesetto di montagna, perché ci guardasse le capre. E il giorno che arrivò lo volle invitare a tavola con noi. 2. Aveva una scura camicia da soldato abbottonata a forza sul pomo del collo e un abituccio sbilenco da cui sembrava traboccassero le grandi nodose mani. 3. Io m’alzai e azzardai un’espressione sorridente e la mia mano tesa s’incontrò con la sua e subito le scostammo senza guardarci in viso. 4. Ma mio padre aveva fatto già sedere l’invitato e portato d’in cucina un cetriolo e glielo andava tagliando nel piatto da minestra in fette sottili, perché lo mangiasse, diceva lui, per antipasto. 5. Avevo scelto a bella posta una notizia che non potesse riguardare minimamente l’ospite, piena di nomi a lui ignoti 6. Io arrossivo di vergogna a sentirlo chiamare Giovannino; chissà come quel nome suonava diverso nel chiuso e rozzo dialetto della montagna: certo era la prima volta che egli si sentiva chiamato a quel modo.
Frasi tratte da I Calvino, Pranzo con un pastore
20. Inserisci nelle frasi dei verbi che esprimano azioni future.
L’anno prossimo frequenterò un corso di francese.
a. Fra pochi anni i miei due fratelli alla scuola media.
b. Questa sera un film d’avventura in televisione.
c. Ieri le previsioni del tempo dicevano che oggi
d. Lucia, settimana prossima a casa mia?
e. Ho dormito male tutta la notte temendo che stamattina .
f. -Ti prometto che d’ora in poi con impegno.
g. Quando le buone maniere?
h. Mio padre mi aveva promesso che se avessi messo in ordine la mia stanza, domenica allo stadio.
i. Se continua così Roberto dai suoi professori.
j. Sarei contento se tu domani con me.
21. Riconosci nelle frasi quando i verbi essere e avere sono usati come ausiliari e quando invece hanno un significato autonomo, sottolineandoli in modo diverso. Ho comprato le figurine. Ho molte figurine.
1. La borsa, che mi ha regalato mia madre, è di pelle. 2. Chi ha bussato alla porta? 3. Hai fame? C’è del prosciutto in frigo 4. Ho comperato un vestito nuovo: è di seta. 5. “Penso, quindi sono” - sosteneva Cartesio. 6. La lezione di storia sarebbe stata interessante, ma io non ero attento 7. Il babbo è arrivato a casa con un orologio d’oro. “È tuo”, mi ha detto. 8. Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. 9. Il tuo amico non ha ammesso il suo torto. 10. L’argomento che abbiamo affrontato oggi non è facile da capire. 11. “Essere o non essere”. Questo è il problema.
Ora fai l’analisi sintattica e logica delle frasi, costruendo lo schema delle reggenze.
22. Riconosci quando i verbi essere e avere sono usati come ausiliari e quando invece hanno un significato autonomo, sottolineandoli in modo diverso.
Keola era sposato con Lehua, figlia di Kalamake, lo Stregone dei Molokai, e viveva nella stessa abitazione del padre di sua moglie. Non c’era uomo più astuto di lui… Per questo motivo nessun uomo era più consultato di lui in tutto il Regno delle Hawaii… Il Re lo aveva voluto due volte a Kona per cercare i tesori di Kamehameha. Nessun uomo era più temuto di lui; qualche suo nemico si era ammalato a causa dei suoi incantesimi, e alcuni erano stati rapiti, sia il corpo che l’anima, cosicché la gente avrebbe cercato invano anche un solo loro osso. Gli uomini lo avevano visto di notte sui monti saltare da una roccia all’altra, e lo avevano visto camminare nell’alta selva con la testa e le spalle che spuntavano dalle estremità degli alberi. Questo Kalamake era un uomo strano a vedersi. Discendeva dalla migliore stirpe di Molokai e Maui, era di razza pura, eppure era più chiaro di pelle di qualsiasi straniero. I suoi capelli avevano il colore dell’erba essicata e i suoi occhi erano rossi, ma privi della vista. Per questo motivo, nell’isola circolava l’espressione “cieco come Kalamake che vede il futuro”.
Tratto da R.L. Stevenson, L’isola delle voci
23. Trova un verbo che possa sostituire essere o avere usati con valore autonomo.
Il nonno è in casa. Il nonno si trova in casa.
Non preoccuparti per ciò che non è.
E la luce fu.
C’era una volta un re.
Che sarà della mia vita, chi lo sa?
Ancora un attimo e sono da te.
Ci sono! Ecco la soluzione del problema.
Non so più dove sono.
Mi dia un etto di prosciutto. Quant’è?
Mio padre è di Novara.
Luca ha una splendida villa in collina.
Ho avuto un premio nelle gare di nuoto.
Devo ancora avere dei soldi da mio fratello.
Ho compassione di chi soffre.
Augusta ha un forte raffreddore.
24. Scrivi tre frasi in cui il verbo essere è ausiliare; tre in cui è autonomo; tre in cui il verbo avere è ausiliare, tre in cui è autonomo.
25. Con i verbi essere e avere si possono costruire espressioni particolari. Scrivi il significato di quelle sottostanti.
Ho ben altro da fare. Devo fare ben altro.
Ne ho fin sopra i capelli.
Non ho niente a che fare con quel tipo.
In questo periodo hanno luogo le Olimpiadi.
Temo che tu abbia a soffrire.
Non avertene a male!
Ho per le mani un grande affare.
Devi avere riguardo dei tuoi quaderni.
Hai in mente quello che ti ho detto?
Sono in dubbio se partire o restare.
Mi è di conforto sapere che non te ne andrai.
Questo non è da te!
Non sono del tuo parere.
Sarò di ritorno fra un’ora.
Tua sorella è brava, ma tu non sei da meno.
26. Riconosci e sottolinea i verbi presenti nel brano e riportali opportunamente nella tabella sottostante a seconda che siano tempi semplici o composti.
Il monumento nazionale del paese era la maestra vecchia, una donnetta piccola e magra che tutti avevano sempre visto perché aveva insegnato l’abbiccì ai padri, ai figli e ai figli dei figli, e adesso viveva sola in una casetta un po’ fuori dell’abitato e ce la faceva a tirare avanti con la pensione soltanto perché, quando mandava nelle botteghe a comprare mezz’etto di burro o di carne o altra roba da mangiare, le facevano pagare il mezz’etto ma gliene davano sempre due o tre etti.
Per le uova era un pasticcio perché anche se una maestra ha due o tremila anni e se ha perso la nozione del peso, quando domanda un paio d’uova e le danno invece sei uova, se ne accorge sempre. E allora il dottore rimediò al guaio perché un giorno che la incontrò le disse che la trovava molto giù e le fece delle domande e poi le ordinò di eliminare le uova.
Tratto da G. Guareschi, Don Camillo
Tempi semplici
Tempi composti
27. Riporta opportunamente nella tabella i verbi sottolineati a seconda che siano tempi del presente, del passato o del futuro.
La guida, per far prima, si lasciò sulla destra il tracciato della ferrovia in corso di costruzione (tracciato che, assai accidentato a causa delle capricciose ramificazioni dei monti Vindhya, non seguiva la strada più breve, che invece i nostri avevano interesse a prendere).
Il parsi, gran conoscitore delle strade e dei sentieri di quella regione, lasciò intendere che avrebbe guadagnato una buona ventina di miglia tagliando attraverso la foresta, e i nostri si affidarono alla sua esperienza.
Phileas Fogg e sir Francisn Cromarty, affondati fino al collo nelle loro ceste, erano sballottati come pupazzi dal trotto baldanzoso dell’animale, al quale la guida imponeva un’andatura decisamente allegra. Con flemma tutta britannica, però, i due, che peraltro, in quella posizione, potevano a stento vedersi, accettavano la situazione in dignitoso silenzio.
Quanto a Passepartout, più esposto dalla sua sistemazione a colpi e contraccolpi, era tutto preso dal fare attenzione, come gli aveva raccomandato il suo padrone, a non tenere la lingua fra i denti, per non vedersela tagliare di netto.
Ora sbattuto in avanti sul collo dell’elefante, ora rigettato indietro sulla groppa, il bravo ragazzo doveva fare appello a tutte le sue qualità di equilibrista per rimanere in corsa. Sempre di ottimo umore, però, tra un sobbalzo e l’altro trovava il tempo di ridere e scherzare, e di tanto in tanto pescava dal sacco delle provviste una zolletta di zucchero, che l’intelligente Kiuni arraffava con la punta della proboscide, senza interrompere un istante il suo trotto regolare. Dopo due ore di marcia, la guida fece far sosta all’elefante, e gli concesse un’ora di riposo. L’animale si dissetò a una vicina palude, e fece un’abbondante scorpacciata di fronde ed arbusti. Per sir Francis Cromarty quella fermata non fu di alcun disturbo, al contrario: si sentiva a pezzi. Quanto a Mr. Fogg, sembrava fresco e pimpante come se fosse appena uscito dal suo letto.
“Ma è di ferro, quell’uomo!” esclamò il generale guardandolo con ammirazione.
“Di ferro battuto” precisò Passepartout, che stava dandosi da fare per preparare una veloce colazione. A mezzogiorno la guida diede il segnale di partenza. Ben presto, il paesaggio assunse un aspetto decisamente più selvaggio. Alle grandi foreste succedevano ora macchie di tamarindi e palme nane, e poi ancora vaste distese aride, irregolarmente punteggiate di magri arbusti, e disseminate di grossi massi rocciosi. Bisogna sapere che tutta quella parte dell’alto Bundekkhand, poco frequentata dai viaggiatori, è abitata da una popolazione fanatica, ancora dedita alle pratiche più atroci della religione indù. È un territorio sottoposto all’influenza dei principi indigeni, inaccessibili nei loro segreti rifugi sui monti Vindhya, sul quale la dominazione inglese non ha potuto affermarsi stabilmente.
Tratto da J. Verne, Il giro del mondo in 80 giorni
Tempi del presente
Tempi del passato
Tempi del futuro
MODO
28. Riporta nella tabella i verbi elencati distinguendo i modi finiti e indefiniti e indicando la persona dei modi finiti.
GUARDA · AMANDO · CRESCE · CONCLUSO · SPARIRE · HANNO RUBATO · SALENDO · AVERE CAPITO · COGLIEMMO · SCEGLI · PIAGNUCOLANDO · AVREBBERO INTESO · SPARGERE · AVESTE TEMUTO · COMPRENDENDO · DORMISSERO GUARDASSERO · AVRANNO INTUITO · DELUDENTE · COPRENDO · AVESTE COMPLETATO · MOLTIPLICANDO · AVEVAMO SOFFIATO · SPENTO STRINGERE · VELEGGIANDO · TRITURARE · PIANGEVANO · HANNO AVUTO · AVRAI DESIDERATO · SIAMO ANDATI · LASCERETE
Modi finiti (hanno la persona)
Modi indefiniti (non hanno la persona)
Guarda egli o tu Amando
29. Riconosci a quale modo appartengono i verbi sottolineati (se hai qualche dubbio consulta le tavole verbali) e inseriscili opportunamente nella tabella.
Un ladro si arrampicò di notte nella soffitta di un mercante. Affagottò pellicce e pezze di tela. Poi, fuggendo, inciampò in una trave e fece fracasso. Il mercante udito quel rumore dall’alto, svegliò il garzone e s’avviò con la candela in soffitta. Il garzone, morto di sonno, disse al mercante: “Non c’è nessuno, che sia il gatto?” Ma il mercante salì ugualmente in soffitta.
Quando il ladro sentì venire gente, ricollocò le pellicce e le pezze di tela dove stavano prima, e cercò un posto dove nascondersi. Vide, da una parte un gran mucchio di roba: era un mucchio di tabacco in foglia. Il ladro scavò fra il tabacco, ci si intrufolò dentro, e si ricoprì di tabacco fin sopra la testa. Ed ecco che il ladro sentì i due parlare. Il mercante disse: “Io ho sentito che è stata una cosa pesante a fare fracasso”; ma il garzone rispose: “Smettete! Chi potrebbe aver fatto fracasso? O è stato il gatto, oppure uno di questi spiritelli che circolano nelle case”. Il mercante passò accanto al tabacco, non s’accorse di nulla e disse: “Forse che io abbia sbagliato? Non c’è nessuno. Andiamo!”. Il ladro capì che se ne stavano andando, ma d’improvviso sentì che nel naso il tabacco gli aveva svegliato un pizzicorino e gli venne da starnutire. Premuta con una mano la bocca, il pizzicorino diventava sempre più forte, finché non poté fare a meno di rompere in uno starnuto. Il mercante e il garzone stavano già uscendo quando sentirono che in un angolo qualcuno stava starnutendo: “Eccì!”. Così tornarono indietro e acciuffarono il ladro.
Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Infinito Gerundio Participio
30. Spiega sul tuo quaderno che differenza di significato si ottiene modificando il modo del verbo nelle coppie di frasi.
Piero studia con cura / Ah, se Piero studiasse con cura… Nella prima frase l’indicativo descrive una situazione. Nella seconda il congiuntivo esprime un desiderio.
1. Ieri ho incontrato Maria / Se ieri avessi incontrato Maria… 2. Luca, prendi subito la medicina! / Luca, se prendessi subito la medicina? 3. Ti perdonerei, ma mi devi risarcire. / Ti perdono, ma mi devi risarcire. 4. Angelo, taci! / Angelo, taceresti?
PER APPROFONDIRE.
L’ASPETTO DEL
VERBO
31. Riconosci l’aspetto dei sintagmi verbali sottolineati nelle frasi.
Aspetto imperfettivo (l’azione viene colta nel suo svolgersi)
Aspetto perfettivo (l’azione viene colta in un preciso momento del tempo)
Non disturbarmi, sto studiando!
L’anno scorso conobbi Lucia.
Camminavo solo soletto, quando incontrai Pierino.
Stavo telefonando a Giulio, ma è caduta la linea.
Domani i miei genitori compreranno una nuova automobile.
Sono scivolato su una buccia di banana.
32. Colloca sulla linea del tempo i sintagmi verbali di aspetto percettivo.
Sto per partire.
COMINCIO A CAPIRE · HO APPENA FINITO DI MANGIARE · MI ACCINGO A SCRIVERE · FINISCO DI PENSARE HO RISO · INIZIAI A GUARDARE · SMETTO DI GRIDARE · PRESI · MI METTO A PIANGERE · HO TERMINATO DI DISEGNARE
Inizio dell’azione Azione Fine dell’azione
Sto per partire.
33. Riconosci se i verbi sottolineati hanno aspetto durativo o momentaneo in base al loro significato e riportali all’infinito nell’opportuna colonna.
Aspetto durativo Aspetto momentaneo
Mentre Augusto era a cena da Pollione, uno dei servi ruppe un bel vaso. rompere
Pollione decise di gettare lo schiavo in pasto alle murene che teneva in una piscina.
Il servo chiese una punizione minore.
Augusto per compassione comandò ai servi di frantumare tutti i vasi e di gettarli nella piscina.
Pollione non si lamentò, ma in cuor suo stimò poco il comportamento dell’imperatore.
Lo schiavo non osò mostrarsi contento, ma in segreto ringraziò Augusto.
34. Inserisci nelle frasi i verbi udire o ascoltare, vedere o guardare, a seconda che significhino un’azione durativa (ascoltare, guardare) o momentanea (udire, vedere).
a. Il medico il respiro affannoso dell’ammalato.
b. All’improvviso una stella cadente che solcava il cielo.
c. È una brutta azione alle porte ciò che dicono le persone.
d. Stavo la partita di calcio alla televisione quando mi chiamarono al telefono.
e. Mi affacciai alla finestra e frullare via un pettirosso.
f. Bisogna attentamente il quadro per capire che cosa l’artista ha voluto esprimere.
g. Sto sulla riva del mare e il succedersi delle ondate sulla riva.
h. I pescatori spuntare alla superficie del mare la coda del grosso pesce.
i. Mi vengono i brividi quando l’urlo straziante delle sirene di un’autoambulanza.
35. Completa la tabella con verbi incoativi, durativi, conclusivi.
Verbo incoativo
Addormentarsi
Incamminarsi
Verbo durativo
Dormire
Vivere
Verbo conclusivo
Svegliarsi
Arrivare
36. Riscrivi le frasi utilizzando il verbo richiesto iterativo o incoativo o conclusivo.
Io salto per la strada (verbo iterativo) Io saltello per la strada.
a. Le foglie in autunno sono gialle (verbo incoativo)
b. In primavera l’erba è verde (verbo incoativo)
c. Il neonato dorme in braccio (verbo incoativo)
d. Il cacciatore fischia sull’uscio (verbo iterativo)
e. Luigi canta mentre fa la doccia (verbo iterativo)
f. La legna scoppia nel camino (verbo iterativo)
g. Finalmente sono in casa (verbo conclusivo)
h. Dopo un lungo sonno sono sveglio (verbo conclusivo)
i. Cammino, poi non cammino più (verbo conclusivo)
37. Inserisci nella tabella i verbi in base all’aspetto del loro significato (aspetto inerente).
COLTIVARE · CADERE · RIPETERE · SMETTERE · NASCERE · INIZIARE · STARNUTIRE · AMMUTOLIRE · CRESCERE PICCHIETTARE · INCONTRARE · RAFFREDDARE · MORDERE · ARRIVARE · INCAMMINARSI · DONDOLARSI · SOFFRIRE OSSERVARE · SCIVOLARE · SALTELLARE · RAGGIUNGERE · INCANUTIRE · ADDORMENTARSI · INTESTARDIRSI
Verbi durativi Verbi momentanei Verbi incoativi Verbi iterativi Verbi conclusivi
5. L’USO DEI TEMPI E DEI MODI VERBALI
I MODI FINITI
Indicativo
1. Riconosci e sottolinea nel brano tutti i verbi di modo indicativo poi analizzali sul tuo quaderno indicando l’infinito, la coniugazione, la forma, il modo, il tempo, la persona.
Aveva avuto = avere, coniugazione propria, attivo, indicativo, trapassato prossimo, III persona singolare.
L’atterraggio aveva avuto pieno successo. Ora restava una sola cosa da fare. Mi infilai nello stretto passaggio… Mi accoccolai a quattro zampe come era necessario fare per sgusciare fuori dal portello… Altri uomini l’avevano fatto prima di me, … la differenza era che io stavo per diventare il primo uomo su Marte. Scesi la scaletta poco alla volta. Finalmente, dopo aver fatto mangiare le unghie fino all’osso ai ragazzi del controllo Missione, raggiunsi l’ultimo scalino e calai maestosamente il piede sulla sabbia rosa… Ben Johnson e io restammo lassù per tre giorni, la più lunga missione della storia, … ma meritammo titoli veramente cubitali soltanto il terzo giorno. Johnson e io ci eravamo allontanati con La Rover, pensando ai fatti nostri, diretti verso il cratere Canale. Arrivammo a destinazione un po’ in ritardo sul programma, così decidemmo di ridurre un po’ il nostro periodo di esplorazione. Stavo giusto per tornare verso la Rover con i campioni raccolti quando vidi qualcosa di strano su una grossa roccia che avevo appena superato. Ritornai sui miei passi e guardai attentamente. Non potevo credere ai miei occhi… Era una scritta. … Ci misero quattro anni per decifrare quelle quattro parole, che risultarono essere niente altro che un vecchio codice dell’esercito… Ma io continuo a ripetere che non possono essere veramente sicuri che non sono stato il primo. E che non è affatto facile credere che qualche burlone, verso il 1945, abbia fatto un salto lassù prima di me. Anche se la roccia dice proprio: KILROY È STATO QUI.
N.B. I soldati americani durante la seconda guerra mondiale, lasciavano scritta sui muri questa frase durante le loro spedizioni.
Tratto da P. Bond, La roccia marziana
2. Colloca nella tabella in base alla loro funzione i verbi sottolineati di modo indicativo e tempo presente.
1. Esiste una magia delle parole. 2. Adesso faccio i compiti. 3. Tutti gli anni i contadini seminano il grano. 4. Due più due fa quattro. 5. Al principio di giugno nei boschi compaiono le prime lucciole. 6. L’uomo onesto rispetta le cose altrui. 7. In questo momento penso al mio amico. 8. I veri sciatori resistono al freddo.
Indica un’azione in corso
Indica un’azione che si ripete
Esprime un giudizio sempre valido
Indica una capacità, una caratteristica del soggetto
3. A volte si usa il presente indicativo per indicare un’azione che deve ancora avvenire. Sottolinea i verbi al presente indicativo e poi riportali nella tabella, in base alla loro funzione.
1. Basta guardare la televisione, adesso esco all’aria aperta! 2. Ho letto sul giornale che domani il Presidente della Repubblica viene nella nostra città. 3. Vai o non vai al mare quest’estate? 4. Appena finito di mangiare lavo i piatti. 5. O Giulia lunedì mi restituisce il Topolino che le ho prestato o io non le do più i miei giornaletti. 6. Sabato mi diverto: arrivano le giostre in piazza! 7. Che bravo il mio babbo: domenica mi porta allo stadio. 8. Che sfortuna: domani piove!
Esprimere una decisione o un’intenzione nel presente a cui seguirà un’azione nel futuro
Indicare un’azione che certamente avverrà
4. Riscrivi le frasi sostituendo i verbi all’indicativo presente con verbi al futuro o al passato in base al senso della frase.
Domani vado a pescare. Domani andrò a pescare.
1. Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785. 2. Che fastidioso mal di testa… quasi quasi prendo una pastiglia, così mi passa e posso continuare a studiare. 3. Domani mattina mi alzo alle sette, faccio colazione, preparo la cartella, esco di casa, vado a chiamare Fausto, e insieme andiamo a scuola… è bello iniziare la giornata incontrando un amico! 4. Il 1066 è una data importante: il normanno Guglielmo il Conquistatore vince il re anglosassone Aroldo II e conquista l’Inghilterra. 5. Che spavento quella notte: tutte le luci si spengono, si ode un boato terrificante, poi un lampo illumina tutta la casa, le mie sorelle iniziano a gridare, io infilo tremante la testa sotto le coperte e non mi muovo più, si sente scrosciare la pioggia sul tetto. Fu un temporale terribile, ma durò poco. 6. Stasera mia sorella va a una festa. Ecco come si prepara: si mette davanti allo specchio, prova almeno dieci vestiti, dice che nessuno è adatto per l’occasione, si arrabbia con mia madre perché il vestito giusto non è stirato, mia madre le dice che è vanitosa, lei si offende e se ne va un po’ imbronciata, ma comunque elegante!
5. Osserva i tempi verbali del brano tratto da I Promessi Sposi di A. Manzoni: c’è confusione in casa del curato Don Abbondio, perché Renzo e Lucia si sono introdotti di sorpresa. Sottolinea i verbi al presente indicativo. Poi spiega sul tuo quaderno perché secondo te l’autore a volte usa il presente per narrare fatti passati.
Nell’altra stanza tutto era confusione: Renzo, cercando di fermare il curato, e remando con le mani, come se facesse a mosca cieca, era arrivato all’uscio, e picchiava, gridando: “Apra, apra; non faccia schiamazzo”. Lucia chiamava Renzo, con voce fioca, e diceva pregando: “Andiamo, andiamo per l’amor di Dio…” “Correte Ambrogio! aiuto! gente in casa”, gridò verso lui don Abbondio. “Vengo subito”, rispose quello. … Dà di piglio alle brache, che teneva sul letto; se le caccia sotto il braccio, come un cappello di gala, e giù balzelloni per una scaletta di legno, corre al campanile, afferra la corda della più grossa di due campanette che c’erano e suona a martello. Ton, ton, ton, ton: i contadini balzano a sedere sul letto: i giovinetti sdraiati sul fienile, tendon l’orecchio, si rizzano. “Cos’è? Cos’è? Campana a martello! fuoco? ladri? banditi?”. Molte donne consigliano, pregano i mariti, di non muoversi, di lasciar correre gli altri: alcuni s’alzano, e vanno alla finestra: i poltroni come se si arrendessero alle preghiere, ritornan sotto: i più curiosi e i più bravi scendono a prender le forche e gli schioppi, per correre al rumore: altri stanno a vedere.
6. Osserva i verbi all’imperfetto sottolineati e collocali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Sul far del giorno, come al solito, le barche dei pescatori uscirono dal porto e si dispersero per il mare. Una di esse, però, quella sulla quale si trovavano un uomo e un ragazzo tra i dodici e i quattordici anni, si fermò di fronte a Palermo e abbassò la vela per restare in panne. 2. Gemma ricadde a sedere sulla poltrona. Il momento di silenzio che seguì a quella apparizione e a quelle parole, le diede il tempo di gettare un’occhiata rapida e timorosa sullo straniero che si era appena introdotto nella sua stanza in modo così bizzarro. Era un giovane di venticinque, ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla… 3. Non era la prima volta che Bruno visitava quel rifugio… Là si abbandonava a quelle fantasticherie vaghe e incoerenti che sono frequenti negli individui dotati di immaginazione ma privi di scienza. Sapeva che gli uomini che, in tempi remoti, avevano scavato quei ricoveri appartenevano a una razza scomparsa dalla faccia della terra. 4. Com’era usanza, Gaetano si preparava ad aprire le danze con la sposa e già avanzava verso di lei, quando, giungendo per il sentiero degli aloè, apparve sul pianoro uno straniero. 5. Si provi a immaginare magnifiche sale, interamente rivestite di specchi dal soffitto fino al parquet. Alcune di esse conducevano a viali pavimentati in legno graticolato, dall’alto dei quali pendevano le più belle uve di Siracusa e di Lipari; altre a riquadri formati da aranci e da melograni in fiore e in frutto. 6. “Conosco bene tutta questa storia, signora. E so anche che, portandoci a passeggio nel villaggio quando eravate ancora bambina, le cameriere e i servi vi mostravano quella testa e vi dicevano che era di mio padre che aveva tentato di assassinare il vostro. Ma non vi dicevano, signora, che vostro padre aveva disonorato il mio”. Frasi tratte da A. Dumas, Il brigante siciliano
Esprimere un fatto che fa da sfondo a un altro fatto accaduto nel passato
Indicare un’azione consuetudinaria che si ripete nel passato
Descrivere un personaggio o un luogo
7. Il trapassato prossimo e il trapassato remoto si usano per indicare un fatto avvenuto prima di un altro fatto del passato. Completa i messaggi con frasi contenenti verbi di tali tempi.
_____________________ ma, sentendomi arrivare, esso scappò.
Avevo avvistato uno scoiattolo ma, sentendomi arrivare, esso scappò.
quando bussarono alla porta. ma lasciai perdere. tutti l’applaudirono.
ma nessuno se ne accorse.
si mise a piangere.
ma l’avevano dimenticato.
8. Osserva i verbi al futuro sottolineati. Poi collocali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Sono certo che domani affronterai l’esame con tranquillità. 2. D’ora in poi mi riferirai tutto quello che dicono su di me! 3. Sarà anche una bella giornata, ma io preferisco stare in casa a leggere. 4. Non tornerò sui miei passi. 5. Enzio è un lettore accanito, leggerà da due a quattro libri alla settimana. 5. Il prezzo di questo prodotto salirà, dato che tutti lo vogliono e ne fabbricano pochi esemplari. 6. Questo melone peserà sì e no un chilo. 6. Costerà anche cara, ma a me questa carne sembra piuttosto dura. 7. Elena troverà traffico sull’autostrada, visto che tutti stanno tornando in città. 8. L’anno prossimo Federico si iscriverà a un corso di pallavolo. 9. Domani riordinerai la tua camera prima di uscire! 10. Stefano pretenderà che gli restituisca le sue videocassette, ma io non ho ancora avuto tempo di guardarle. 11. Giulio crederà a quello che gli dirai, perché ha molta fiducia in te. 12. Non ho mai misurato la mia casa, ma sarà circa di 120 metri quadri. 13. Riccardo, domani mi porterai la verifica firmata dai tuoi genitori!
Esprime un fatto che avverrà
Esprime un’ipotesi, una approssimazione
Esprime un comando
Esprime il riconoscimento di un fatto vero ma non rilevante
Esprime il riconoscimento di un fatto ovvio
Congiuntivo e condizionale
9. Riconosci i verbi al congiuntivo e quelli al condizionale presenti nel brano, sottolineandoli in modo diverso. Poi analizzali sul tuo quaderno indicando l’infinito, la coniugazione, il modo, il tempo, la persona.
Fratello mio, fratello mio, fratello mio, come hai potuto temere che io per la collera mandassi gli schiavi senza una lettera per te? O addirittura che io non volessi vederti? Io adirarmi con te? Con te io avrei potuto adirarmi? Certamente sei stato tu a colpirmi, sono stati i tuoi avversari, la tua impopolarità a rovinarmi, e non invece io trascinare miseramente te nella rovina! Quel mio tanto celebrato consolato ha strappato a me te, i figli, la patria, i beni, a te vorrei non avesse strappato altro che me. Da te mi è venuta sempre ogni cosa bella e lieta, da me a te il dolore per la mia disgrazia, il timore per la tua, e lontananza, angoscia, solitudine. Io non avrei voluto vederti? Piuttosto non volevo io essere visto da te. Non avresti visto tuo fratello, non quello che avevi lasciato, non quello che conoscevi, non quello che piangendo avevi salutato piangente e che quando partisti ti aveva accompagnato… Mi avessi tu prima visto morto, o avessi prima saputo della mia morte! Ti avessi io lasciato superstite non solo della mia vita, ma anche della mia gloria!
Tratto da Cicerone, Lettere a Quinto, I, 3
10. Trova gli errori nei tempi e nei modi verbali e riscrivi sul tuo quaderno le frasi corrette. Ti aiuto perché tu finissi prima. Ti aiuto perché tu finisca prima.
1. Ti aiutavo perché tu stia meglio. 2. Magari io prenda un bel voto! 3. Appena tu arrivassi partiremo. 4. Ti presterei un libro, purché tu lo leggi. 5. Aspettavano che partivamo. 6. Se voi sappiate la verità! 7. Signor Guffanti, venissi a trovarci quando vuoi! 8. Credevo che gli zii erano partiti. 9. Spero che tu stai bene. 10. Marco deve fare una cura ricostituente, perché riacquista l’appetito.
11. Riscrivi le frasi sul tuo quaderno, sostituendo le forme verbali sottolineate al modo indicativo con altre più corrette al condizionale.
Se tu mi avessi avvisato che venivi, io ti aspettavo. Se tu mi avessi avvisato che saresti venuto, io ti avrei aspettato.
1. Mangiavo volentieri un gelato, peccato che le gelaterie oggi siano chiuse. 2. Uscendo prima di casa, avevamo evitato di incontrare questo traffico. 3. Se mio nonno fosse ancora vivo, aveva novantadue anni. 4. Se avessi saputo che ti piacciono i dolci, ti regalavo una scatola di cioccolatini. 5. Mezzo chilo di pasta può bastare se non tornassero anche i miei fratelli a pranzo. 6. Immagino che anche tu non ti lasci scappare una buona occasione, se ti si presentasse.
12. Riscrivi le frasi sul tuo quaderno in una forma più cortese, usando il condizionale al posto dell’indicativo.
Voglio un bicchier d’acqua. Vorrei un bicchier d’acqua.
1. Sa indicarmi dov’è la fermata del tram? 2. Mi lasci fare un giro con la tua bicicletta? 3. Hai dei soldi da prestarmi? 4. Venite con noi a pescare? 5. Desidero uscire immediatamente da questa casa. 6. Abbiamo fretta, lasciateci passare!
13. Riconosci e sottolinea i verbi al congiuntivo e poi riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Se l’avessi mandato in Argentina, invece che a Ivrea! 2. “Mi stufo” diceva mia madre “Non mi diverto! Sono stufa! Non c’è niente di peggio che stufarsi! Se almeno mi venisse qualche bella malattia!” 3. “Terni”, urlava “venga qua! Non faccia tanto il sempio! Non faccia il pagliaccio!” 4. “Malignazzo re! Se ne stia un po’ a casa sua!” diceva mia madre. 5. “Che non gli venga in testa di sposarsi!” 6. “Che noia, sempre con queste bistecche! Se mangiasse, una volta, delle uova al tegame!” 7. “Era così carino, se l’aveste visto!” 8. “Su, avanti, andiamo a camminare! Non bisogna impigrirsi!”
Frasi tratte da N. Ginzburg, Lessico famigliare
Esprimere un comando
Esprimere un’esortazione, un invito
Esprimere un desiderio
Esprimere un rimorso
14. Scrivi sul tuo quaderno delle frasi in cui il verbo al congiuntivo sia dipendente dai verbi nel riquadro.
Occorrere Occorre che tu svolga bene l’esercizio.
15. Riconosci e sottolinea i verbi al congiuntivo dipendenti da altri verbi. Poi riportali nella tabella in base alle loro funzioni.
Immagino che la madre non incoraggiasse questi tentativi.
1. Di certo sembra che abbiate disposizione per il mare. 2. “Quando scoppia la tempesta” continuò “credo che tutti i rami della nave di cui parlavamo si spezzino, e che il rimbalzo dei gironi dei remi sfondi il petto ai vogatori”. 3. Magra consolazione per me pensare che una volta nelle sue vite fosse stato costretto a morire per suo vantaggio. 4. Pareva che avessi partecipato a centinaia di battaglie. 5. Desidero che mi lasciate leggere in pace. 6. Era possibile che avesse saltato una mezza dozzina di vite, e poi che stesse oscuramente ricordando qualche episodio di un migliaio d’anni più tardi? 7. Mi sembrava ingiusto che la memoria di Charlie mi mancasse proprio quando ne avevo maggior bisogno. Frasi tratte da R. Kipling, Il più bel racconto del mondo
Indicare qualcosa soggetto a valutazione
Indicare qualcosa oggetto di volontà, desiderio, credito…
incoraggiasse,
16. Riconosci i verbi al congiuntivo dipendente da altri verbi e i congiuntivi indipendenti presenti nelle frasi sottolineandoli in modo diverso. Poi riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname. 2. Che ci sia nascosto dentro qualcuno? 3. E ora come dovrò cuocerlo?… O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere? 4. Vorrei saper da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo. 5. Davvero? … Che sia quel medesimo pescecane di quando affogò il mio povero babbo? 6. Pinocchio, quasi impaurito, guardò di qua e di là, per conoscere da qual parte venissero queste parole; ma non vide nessuno. 7. Voglio andare a trovarlo. Non potrebbe darsi il caso che fosse qualche vecchio pesce capace di insegnarmi la strada per fuggire? Frasi tratte da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio
Formulare un’ipotesi
Esprimere il contenuto di un dubbio
Esprimere il contenuto di una domanda
17. Riconosci e sottolinea i verbi al congiuntivo dipendente da altri verbi. Poi riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1. “Se tutti i gatti ti somigliassero, fortunati i topi!” 2. E Pinocchio, sebbene fosse un ragazzo allegrissimo, si fece triste anche lui. 3. “Se non fossi scappato di casa e se il mio babbo fosse qui, ora non mi troverei a morire di fame”. 4. Si voltò a guardare e vide nel buio due figuracce nere tutte imbacuccate in due sacchi da carbone, le quali correvano dietro a lui a salti e in punta di piedi, come se fossero due fantasmi. 5. A poco a poco gli occhi gli si appannavano; e sebbene sentisse avvicinarsi la morte, pure sperava sempre che da un momento all’altro sarebbe capitata qualche anima pietosa a dargli aiuto. 6. Lo fece per dargli una lezione e perché si correggesse del brutto vizio di dire le bugie. 7. Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato di già avvertito: e prima che faccia notte, sarà qui. 8. E poi cominciò ad abbaiare: e, abbaiando proprio come se fosse un cane di guardia, faceva con la voce bu. bu. bu. bu. 9. Allora Pinocchio ricominciò a correre per arrivare alla casa della Fata prima che si facesse buio. 10. “Che è grosso di molto questo Pescecane?” domandò Pinocchio… “Se gli è grosso?” replicò il delfino “Perché tu possa fartene un’idea, ti dirò che è più grosso di un casamento di cinque piani…” Frasi tratte da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio
Esprimere lo scopo
Affermare una cosa vera ma senza rilevanza
Porre una condizione
Dare un’indicazione di tempo
Istituire un paragone
18. Scrivi sul tuo quaderno tre messaggi in cui il condizionale sia usato per esprimere una situazione ipotetica; tre in cui esprima un rammarico; tre in cui indichi una situazione pensata, desiderata nel passato.
Situazione ipotetica: “Che caldo, quasi quasi accenderei l’aria condizionata!”.
Rammarico: “Mi sarebbe piaciuto rimanere in montagna ancora qualche giorno”.
Situazione desiderata: “All’inizio dell’anno speravo che avrei partecipato anch’io alle gare di atletica di maggio”.
Modo imperativo
19. Riconosci e sottolinea i verbi di modo imperativo.
1. Coraggio, Dinah, dimmi la verità: hai mai mangiato un pipistrello? 2. Questa volta tuttavia trovò sul piano una bottiglietta, … attorno al collo della quale era legata un’etichetta di carta con su scritto “Bevimi”. 3. “Una ragazzona come te” (poteva ben dirlo!) “continuare a piangere così! Smettila immediatamente!” 4. Sarà proprio inutile che caccino la testa nella terra e mi dicano: “Vieni su, tesoro!” 5. Ditemi prima chi sono e poi, se mi piace essere quello che sono, vengo su. 6. Topo, topolino caro, su, torna indietro! 7. Sedetevi tutti e statemi a sentire! So io come seccarvi per bene tutti quanti! 8. “Parla in maniera decente” lo rimproverò l’aquilotto. 9. Venite via, miei cari! A quest’ora dovreste già essere tutti a nanna!
Frasi tratte da L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie
20. Coniuga all’imperativo i verbi all’infinito tra parentesi.
Attese per un po’ senza sentire nient’altro, e finalmente le giunse alle orecchie il brontolio delle ruote di un carretto e il suono di molte voci che parlavano tutte assieme. Riuscì a distinguere le parole: “Dov’è l’altra scala? Ma, come! Ne dovevo portare soltanto una. L’altra ce l’ha Bill. Bill! Billetto! (portare lei) qui, ragazzo! Ecco, (mettere loro) su questo lato. No, prima (legare loro) assieme. Sono ancora troppo basse, arrivano soltanto a metà. Oh, vanno benissimo, non essere pignolo. (Venire) qui, Bill, (prendere) questa fune. Speriamo che il tetto regga. Attento a quella tegola che si stacca. Oh, (venire) giù!
Giù la testa!” (Grande fracasso) “E allora, chi è stato? È stato Bill, credo. Chi è che scende per il camino? Io no di certo! (Andarci) tu! Io proprio no! Ci va Bill. Ehi Bill! Billetto! Il padrone dice che devi scendere per il camino”.
La prima cosa che udì fu un coro di voci che gridava: “Arriva Bill”. Poi le giunse la voce solitaria del Coniglio che diceva: “Ehi voi, vicino alla siepe, (prendere lui) !” e poi silenzio e poi altre voci concitate: “(tenere a lui) su la testa. Un po’ di brandy, adesso. (non soffocare lui) . Cos’è capitato, vecchio mio? Bill, Billetto! Che ti è successo? (Raccontare a noi) tutto”.
Tratto da L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie
21. Scrivi sul tuo quaderno delle frasi in cui compaiano i verbi elencati all’imperativo. Parcheggiare Parcheggia l’auto nel posteggio e torna a casa!
SPENDERE · AFFRONTARE · AVVERTIRE · SPARIRE · COMPORTARSI · FESTEGGIARE · STRINGERE · MANEGGIARE · COPRIRE
22. Trasforma sul tuo quaderno le frasi sottolineate in frasi imperative.
Ti consiglio di smetterla Ti consiglio: smettila!
1. Dovresti proprio vergognarti di te stessa! 2. Topo, sai per caso dirmi come si fa a uscire da questo stagno? 3. Ti preghiamo di voler accettare questo elegante ditale. 4. La mia forma la devo a questo unguento: ne vuoi comprare? Costa pochi spiccioli. 5. Prendi! Puoi cullarlo un po’ tu se ne hai voglia. 6. Saresti così gentile di dirmi, per favore, da che parte dovrei andare?
Frasi tratte da L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie
23. Alcuni verbi all’imperativo presentano anche una forma troncata (andare va’; stare sta’). Scrivi sul tuo quaderno una frase per ogni parola indicata e poi fanne l’analisi grammaticale.
Va
Francesco va spesso in America per lavoro.
Va = verbo andare, I coniugazione, attivo, indicativo, presente, III singolare.
Va’
Francesco, va’ fuori!
Va’ = verbo andare, I coniugazione, attivo, imperativo, presente, II singolare.
STA’ / STA · DA’ / DA / DÀ · DI’/ DI / DÌ · FA’ / FA
24. Hai studiato che non si può fare l’imperativo negativo, se non ricorrendo a un altro modo verbale: l’infinito. L’espressione non + infinito indica un divieto. Trova per strada, sui mezzi pubblici, sulle istruzioni per l’uso almeno dieci divieti così espressi e riportali sul tuo quaderno indicando anche il luogo dove li hai letti.
“Non calpestare le aiuole” (divieto letto su un cartello nel giardinetto di fronte a casa mia).
25. Riscrivi sul tuo quaderno le frasi in modo che diventino divieti e comandi espressi correttamente e spiega perché così non lo sono.
Non guarda! Non guardare!
Non esiste l’imperativo negativo, per esprimere un divieto si usa l’infinito negativo.
1. Pietro, amico mio, parli con più rispetto! 2. Non dici bugie! 3. Mi racconti cosa ti è successo! 4. Tu stai fermo! 5. Giulia, mi dai retta! 6. Signor professore, interrogami!
26. Per dare un comando si possono usare altri modi verbali oltre all’imperativo. Sottolinea i verbi che esprimono un comando o un’esortazione e poi collocali nella tabella in base al loro modo e tempo.
1. Non parleremo più né di gatti né di cani, se proprio ti danno fastidio. 2. Andiamo a riva: ti racconterò la mia storia e così capirai perché detesto cani e gatti. 3. “Ci incontreremo là!” disse il gatto. E svanì. 4. Che ne direste di cambiare argomento? 5. Abbi cura del senso, ché il suono sa badare a sé stesso. 6. “La prego, non è il caso che si disturbi. Non si dia il fastidio di dire qualcosa di più lungo” supplicò Alice.
Indicativo futuro
Congiuntivo presente
Frasi tratte da L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie
Condizionale presente
27. Spesso nei comandi, nelle esortazioni e nei divieti è impiegato il verbo dovere. Infatti un comando è legato a un dover essere e a un dover fare: dire ad Angelo “Studia con impegno!”, significa che è bene che Angelo studi, che è bene fare ciò che si deve fare. Scrivi sul tuo quaderno sei messaggi che esprimano comandi, esortazioni e divieti contenenti il verbo dovere.
Come sei pallido: dovresti proprio prendere un po’ di sole!
I MODI INDEFINITI
28. Riconosci a quale coniugazione appartengono gli infiniti elencati (se non ne conosci il significato consulta il vocabolario). Poi coniugali al gerundio (presente e passato) e al participio (presente e passato).
Stringere: II coniugazione
Gerundio stringendo - avendo stretto
Participio stringente - stretto
STANARE · EFFONDERE · DRAGARE · SFINIRE · FARCIRE · IRROMPERE · ERODERE · LODARE · SCORGERE · IMMERGERE · SOSTARE · FENDERE · LENIRE · BORBOTTARE · ATTUTIRE · CALZARE · ERIGERE · TORNARE · TORNIRE · VINCERE · PLACARE · OTTENERE · PERDERE · DORMIRE · CALARE · MORDERE · SCHERZARE · SCOLPIRE · RADUNARE · PIACERE · SOLCARE · ANNUNCIARE · CORRERE · TACERE · SOFFRIRE · GRIDARE · AMMONIRE
29. Riconosci i verbi di modo finito e quelli di modo indefinito sottolineandoli in modo diverso. Poi fai l’analisi di quelli di modo indefinito indicando l’infinito, la coniugazione, la forma, il modo e il tempo.
Cantando = verbo cantare, I coniugazione, attivo, gerundio, presente
Il signor Palomar ha questa fortuna: passa l’estate in un posto dove cantano molti uccelli. Mentre siede su una sdraio e “lavora” (infatti ha anche un’altra fortuna: di poter dire che lavora in luoghi e atteggiamenti che si direbbero del più assoluto riposo; o per meglio dire, ha questa condanna, che si sente obbligato a non smettere mai di lavorare, anche sdraiato sotto gli alberi in un mattino d’agosto), gli uccelli invisibili tra i rami dispiegano attorno a lui un repertorio di manifestazioni sonore le più svariate, lo avvolgono in uno spazio acustico irregolare e discontinuo e spigoloso, ma in cui un equilibrio si stabilisce tra i vari suoni, nessuno dei quali si eleva sugli altri per intensità o frequenza, e tutti s’intessono in un ordito omogeneo, tenuto insieme non dall’armonia ma dalla leggerezza e trasparenza. Finché nell’ora più calda la feroce moltitudine degli insetti non impone il suo dominio assoluto sulle vibrazioni dell’aria, occupando sistematicamente le dimensioni del tempo e dello spazio col martellare assordante e senza pause delle cicale.
Tratto da I. Calvino, Palomar
30. Riconosci i verbi di modo indefinito usati come nomi o aggettivi e riportali opportunamente nella tabella. L’esercizio è avviato.
Il canto degli uccelli occupa una parte variabile nell’attenzione auditiva del signor Palomar: ora egli l’allontana come una componente del silenzio di fondo, ora si concentra a distinguervi verso da verso, raggruppandoli in categorie di complessità crescente: cinguettii puntiformi, trilli di due note una breve una lunga, zirli brevi e vibrati, chioccolii, cascatelle di note che vengono giù filate e s’arrestano, riccioli di modulazioni che si curvano su se stesse, e così via fino ai gorgheggi.
A una classificazione meno generica il signor Palomar non arriva: non è di coloro che sanno, ascoltando un verso, riconoscere a che uccello appartiene. Sente questa sua ignoranza come una colpa. Il nuovo sapere che il genere umano va guadagnando non ripaga del sapere che si propaga solo per diretta trasmissione orale e una volta perduto non si può più riacquistare e ritrasmettere: nessun libro può insegnare quello che solo si può apprendere nella fanciullezza se si presta orecchio e occhio attenti al canto e al volo degli uccelli e se si trova lì qualcuno che puntualmente sappia dare loro un nome.
Tratto da I. Calvino, Palomar
Verbi usati con funzione di nome componente
Verbi usati con funzione di aggettivi crescente
31. A volte l’infinito può avere la funzione di nome. Completa i proverbi utilizzando gli infiniti dell’elenco sottostante.
Il è più facile dell’ Il dire è più facile dell’agire.
FIDARSI
a. è un po’ .
b. è bene, non è meglio.
c. è
d. non nuoce.
e. Tra il e il c’è di mezzo il mare.
f. è umano, è diabolico.
Ora sul tuo quaderno riscrivi le frasi completate utilizzando un nome al posto dell’infinito.
Il dire è più facile dell’agire. La parola è più facile dell’azione.
32. Riconosci nelle frasi gli infiniti usati con valore di verbo e quelli con valore di nome, sottolineandoli in modo diverso.
1. Pietro si diverte a raccontare le fiabe ai suoi fratellini. 2. Leggere è utile ai grandi e ai piccini. 3. Non sapevamo dove stenderci per riposare un po’. 4. Sei d’accordo con il detto: “Non si gioca per vincere ma per partecipare”? No, io credo che vincere sia lo scopo del giocare. 5. Non andare in spiaggia senza prendere un costume di ricambio. 6. Che fare? Non so più che pesci prendere. 7. Vorrei prendere un bel voto in matematica: devo rimediare una insufficienza. 8. Sapersela cavare in ogni situazione è segno di intelligenza. 9. Potresti prestarmi i tuoi appunti?
33. Riscrivi sul tuo quaderno il brano tratto del celebre monologo di Amleto, sostituendo quando possibile gli infiniti con dei nomi. Valuta quale dei due brani è più bello e cerca di capire dialogando con i compagni il valore dell’uso dell’infinito nel monologo.
Essere o non essere: questo è il problema; se sia più nobile soffrire nell’animo le frombole e i dardi dell’oltraggiosa Fortuna, o prender armi contro un mare di guai, e contrastandoli porre fine ad essi. Morire, dormire … nient’altro; e con un sonno dire che noi poniamo fine al dolore del cuore, e alle mille offese naturali, che son retaggio della carne; è un epilogo da desiderarsi devotamente, morire e dormire! Dormire, forse sognare, sì, lì è l’intoppo; perché in quel sonno della morte quali sogni possano venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo terreno imbroglio, deve farci riflettere; questa è la considerazione che dà alla sventura una così lunga vita…
Tratto da W. Shakespeare, Amleto
34. Riconosci nelle coppie di frasi gli infiniti dipendenti da un altro verbo e quelli indipendenti, sottolineandoli in modo diverso.
Maneggiare con cura. / Si consiglia di maneggiare con cura.
1. Protestare ancora? Ma non vi vergognate? / Chi non si vergognerà di protestare ancora? 2. Sui treni è vietato sporgersi dai finestrini / Sui treni non sporgersi dai finestrini. 3. Studiare è importante per la vita / Ti ho sempre consigliato di studiare. 4. Smetterla? Ti disturbo così tanto? / Perché mi hai detto di smetterla? Ti disturbo così tanto? 5. Si suggerisce di seguire attentamente le istruzioni / Seguire attentamente le istruzioni. 6. Vivere è meraviglioso / Meravigliati di vivere!
35. Riscrivi le frasi sostituendo i verbi all’infinito con dei verbi di modo finito (indicativo o congiuntivo a secondo dei casi). Poi scegli la forma che ti sembra più bella.
So di essere bravo. So che sono bravo.
1. Guarda quel gatto com’è felice: sembra aver appena catturato un topo! 2 Maria sperava di essere promossa. 3. Il generale esorta i suoi soldati a non temere il nemico in battaglia. 4 Roberta si allena con costanza per superare il suo record. 5. Giulio, fa’ bene attenzione a non confondere il complemento di vocazione con il soggetto della frase. 6. Ugo era certo fin da piccolo di diventare un eccellente avvocato.
Ora al contrario: trasforma, quando è possiblie, i verbi di modo finito sottolineati in infiniti.
Cesare sosteneva che era un grande generale. Cesare sosteneva di essere un grande generale.
1. Credo che tu sia in grado di svolgere questo esercizio. 2. Francesca afferma che è un’ottima cuoca. 3. È ora che voi impariate a nuotare senza salvagente. 4. Bisognerebbe che noi stessimo più attenti durante le spiegazioni. 5. I miei compagni hanno creduto per lungo tempo che sarebbero riusciti a imparare la grammatica senza studiarla. Che illusi! 6. Desidererei che tu ragionassi con la tua testa. 7. Vi ordino che smettiate immediatamente di scherzare col fuoco!
36. Riconosci nelle coppie di frasi i participi che formano i tempi composti e quelli usati autonomamente, sottolineandoli in modo diverso.
1. Abbandonato il sentiero, ci perdemmo nel bosco. / Poiché abbiamo abbandonato il sentiero, ci siamo persi nel bosco. 2. Puoi accedere al cortile se hai varcato il portone. / Varcato il portone, puoi accedere al cortile. 3. Terminata la salita, arrivammo alla cima. / Avevamo appena terminato la salita, quando vedemmo la cima. 4. Quando avranno restaurato il quadro, potrai esporlo. / Restaurato il quadro, potrai esporlo. 5. Presa la refurtiva, i ladri scapparono. / Appena ebbero preso la refurtiva, i ladri scapparono. 6. Dal momento che hai finito i compiti, puoi guardare la televisione. / Finiti i compiti, puoi guardare la televisione.
37. Riscrivi sul tuo quaderno i periodi sostituendo le frasi sottolineate contenenti participi con frasi contenenti verbi di modo finito o viceversa.
La fiamma della foglia intanto morì sul carbone che, velato dalla cenere recente, si spense poiché venne velato dalla cenere recente.
1. Quando si alzò, la Ciaralletta socchiuse lo sportello della finestra che guardava verso il fiume. 2. Fatti ancora tre o quattro gradini, un buffo di vento spense la lucerna e la Ciaralletta vide l’aria pallida del mattino attraverso la porta aperta. 3. Quando il figlio scese, dapprima non la vide. 4. Una delle donne accorse diceva che i muli si ricomprano ma che la vita, una volta perduta, non si ricompra. 5. Invece, quando ritirò la testa dal vano, si lisciò i baffi con aria spavalda. 6. Vincenzo era rimasto in piedi e teneva con la destra per il morso Crognale, il muletto fulvo, che scalciava irrequieto. 7. Raggiunta la strada, nascosero i muli tra le piante e si misero ad attendere l’arrivo dei mercanti. Frasi tratte da F. Jovine, Il furto
38. Scrivi una frase per ogni participio seguendo le indicazioni relative al valore che esso deve assumere.
Participio Valore Frase
Fritto Nome Ho mangiato un bel piatto di fritto misto.
Fritto Verbo
Fritto Aggettivo
Brillante Aggettivo
Brillante Nome
Acceso Verbo
Acceso Aggettivo
Festeggiato Nome
Festeggiato Verbo
39. Riconosci e sottolinea i participi che svolgono la funzione di aggettivo e collegali con una freccia al nome o al pronome con cui concordano.
Le strade campestri di Liguria sono di un’austera bellezza.
Variano e girano la vista a scorci uno più sorprendente dell’altro.
E il mare, questo pallido e vigoroso mare, te lo trovi in fondo a ogni spettacolo: un’insenatura, una lama, una infinita distesa, un ventaglio: all’orlo d’una pineta, incassato tra due sponde d’olivi, intagliato dalle seghettate foglie d’una palma gigantesca. Sei in mezzo alla campagna: piccoli campi, gradinate di vigneti, fattorie: tutta terra, bruniccia o rossa, circondata da cielo o da olivi; ed ecco d’improvviso svolti e ti trovi quasi a perpendicolo sopra un fiordo o sopra uno di quei porticcioli che, con la lucentezza d’una gemma, rispecchiano minuscoli anfiteatri di casette rosse e verdine: reti sulle strisce delle rive, barchette estatiche e, nel mezzo all’ancora, un elegantissimo, candido panfilo dagli alberi snelli.
Salivo per una di queste strade, acciottolate alla romana, ammirando la vegetazione: in mezzo al verde rigoglioso appena qua e là una quercia dalle foglie smorte o un arbusto secco a farti ricordare l’inverno, che qui avevi dimenticato…
Nel silenzio del mattino salivano i rumori di quei lavoranti, quando sopra a me udii un piacevole scampanellio, che mi fece ricordare il ritorno delle caprette in certi paesi dell’Alto Adige; ma era uno scampanellio più ordinato: un bubbolio esile e armonioso. Alla svolta del sentiero, tra gli olivi, apparve la testa dondolante d’un muletto, che si fece avanti, ben bardato, con le sonagliere al pettorale. Era giovane e superbo; ma ancor più bello di lui il ragazzo che lo cavalcava. Formavano un tutto unito e animato dallo stesso andare. Tratto da G. Stuparich, Ragazzo ligure
40. Riconosci nei periodi i verbi coniugati al gerundio presente. Poi coniugali al passato.
Infatti il piccino s’era svegliato, piangendo, nel suo lettuccio. Gerundio presente = piangendo; gerundio passato = avendo pianto.
a. La contessa, livida, si voltò quasi per istinto e vide suo figlio che ascoltava. Balzò dal letto, impose rapidamente silenzio alla cameriera, accennandole di passar nella camera vicina, e corse al lettuccio.
b. “Oh Dio, oh Dio!” diss’ella ansando, spasimando, mentre l’altra si metteva a singhiozzare.
c. Il bambino strillava chiamando la mamma. “Va’” disse la contessa “giuoca con lui, fallo stare allegro, fa’ tutto quello che vuole. Sta’ quieto caro!”
d. Il conte, che stava facendosi la barba flemmaticamente, si voltò col pennello insaponato in mano
e. “Oh Dio” fece il conte allargando le braccia.
f. La contessa si vestì e si pettinò in un lampo, giungendo spesso le mani negli slanci di tacite preghiere, spiccando ordini ad ogni momento, facendo correre per la casa i domestici a frustate frenetiche di campanello.
g. E poi la contessa seguita dal conte che dimostrava il più grande ardore di fare qualche cosa e non faceva niente, percorse tutta la casa aprendo cassettoni ed armadi, guardandovi dentro per l’ultima volta, chiudendo tutto a chiave di sua mano. Frasi tratte da A. Fogazzaro, La contessa e il colera
41. Riscrivi le frasi coniugando i gerundi al modo e al tempo del verbo che li regge. Beve mangiando. Beve e mangia.
1. Il nonno dorme russando tutta la notte. 2. Sulla spiaggia si prende il sole giocando con la sabbia. 3. Il Papa parlava commuovendo tutta la folla. 4. La cuoca cucinava cantando allegramente. 5. Il mio gatto ha miagolato tutto il pomeriggio disturbando i vicini di casa. 6. Il motoscafo si avvicinò troppo alla riva spaventando i bagnanti.
42. Riconosci i gerundi presenti e poi riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Alle tre del pomeriggio, in questa stagione, il sole ha già voltato le spalle alla mia casa e, lasciandola sola e fredda nella propria ombra, incomincia a calarsi dietro il crinale del monte. 2. E la gente, udendo quel sospiro, credeva di udire la voce della propria coscienza, quella voce indistinta che è come l’ombra o l’eco d’ogni nostro pensiero. 3. L’incrinatura fu scoperta in un punto lontano della profonda ammaccatura che il battaglio, picchiando e ripicchiando per tanti anni, aveva fatta nel bronzo. 4. Sottile come un capello, essa partiva dall’orlo e, serpeggiando lungo il mantello della Madonna Addolorata, andava a perdersi invisibile fra i raggi che le si sprigionavano come un sole dal petto trafitto di spade. 5. Qualcuno sosteneva che si dovessero rifondere tutte e quattro le campane insieme, utilizzando lo stesso bronzo e rifacendole all’occorrenza più piccole. 6. Al primo strappo concorde, la campana si stacca da terra, dondolando pesantemente, e poi, a piccoli sbalzi, incomincia a salire. 7. Le donne stanno per cedere e ridono, ma gli uomini e i ragazzi, incoraggiandosi l’un l’altro, raddoppiano lo sforzo. Frasi tratte da U. Fracchia, La campana malata
Dare un’indicazione di tempo
Esprimere il motivo per cui avviene qualcosa
Indicare il modo in cui avviene qualcosa
43. Riconosci nelle coppie di frasi i gerundi veri e propri e i falsi gerundi, sottolineandoli in modo diverso.
1. Se vuoi ricevere questo omaggio devi spedire al più presto il tagliando. / La sarta, tagliando la stoffa, si è resa conto che non sarebbe bastata per realizzare un vestito da sposa. 2. Piero evitò il rimprovero filandosela a gambe levate. / Lucia, protagonista de I promessi sposi, lavorava in una filanda. 3. Mio fratello è maturando: appena finiti gli esami dovrà decidere a quale facoltà universitaria iscriversi. / Le albicocche maturando cambiano colore. 4. Mio nonno è un vecchietto venerando: tutti in paese lo stimano e lo ossequiano. / Venerando il denaro diventi suo schiavo.
44. Scrivi sei frasi in cui il gerundio sia preceduto dal verbo fraseologico stare per indicare un’azione che continua nel presente o nel passato.
Sta calando la notte.
45. Riconosci e sottolinea nel brano i verbi di modo indefinito. Poi fanne l’analisi indicando l’infinito, la coniugazione, la forma, il modo e il tempo.
Oggi ho assistito alla lotta del cobra e della mangusta, lo spettacolo che gli incantatori di serpenti offrono ad ogni straniero per tre modeste rupìe, il prezzo della vittima. Due indù, che sembrano usciti da un’illustrazione di viaggi, ignudi, fasciati alle reni da un panno sottile, fasciati in testa da un gigantesco turbante giallo, le barbe divise e uncinate, le orecchie adorne di anelli d’oro massiccio, siedono di fronte chiudendo ognuno tra le ginocchia un cesto coperto, e incominciano un preludio di richiamo, una specie di nenia dialogata, guardandosi con occhi di sfida, di minaccia, di paura, ora uno ora l’altro sollevando il coperchio ed abbassandolo subito, volgendo gli sguardi sul pubblico attento, come per consultarsi. Poi si decidono. Una delle ceste si agita, il coperchio si solleva, ed appare la testa eretta di un cobra che esce dalla prigione con lentezza flessuosa, si raccoglie, s’abbandona pigro sul tappeto come una fune inerte, grigia a losanghe nere. Ed ecco balzare dall’altro cesto, d’improvviso, l’avversario diverso: un felino che ricorda il nostro furetto, fulvo, snello, ondeggiante, il muso e gli occhi rossi, la coda lunga due volte il corpo, villosa, dilatata dall’ira come un enorme scopino rossiccio. Il cobra s’erge a mezzo delle spire attorte, con la veemenza d’una molla a spirale, la gola espansa, con la figura delle lenti che si dilatano nel furore, il capo piatto, sottile, scosso dal fremito continuo d’una foglia agitata dal vento. E tra le grida incitatrici dei monelli e il rombo di una musica assordante i due avversari si preparano alla difesa e all’offesa: la mangusta correndo rapida intorno alle spire circolari, come attorno a una fortezza, e il cobra girando su se stesso come un’ansa mobile, vigilando la nemica da tutte le parti.
Tratto da G. Gozzano, Il topo e la mangusta
46. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
1. Mattia aveva ereditato la potenza fisica da suo nonno. 2. In cucina la nonna lavava i piatti della prima colazione. 3. Le mie amiche mi hanno regalato questo bellissimo anello. 4. In Grecia abbiamo potuto ammirare antichi templi sulle alture e sulle rive del mare. 5. Il mio gatto dopo un buon pranzetto continua a leccare i baffi. 6. Le migliori squadre del torneo hanno voluto sfilare nel campo della mia scuola. 7. Dovete ricordare il giorno del mio compleanno! 8. Un buon vino si riconosce dal colore e dal profumo. 9. Hanno diffuso false notizie tra la gente con una rapidità straordinaria. 10. Dalle botteghe dei fornai al mattino esce un aroma fragrante. 11. Per merenda mangerò pane imburrato. 12. Per la strada non si schiamazza. 13. Quel ragazzo si vergogna delle sue lentiggini. 14. Molti miei amici si scambiano gli auguri per il loro onomastico. 15. Tu non ti fidi abbastanza dei consigli altrui. 16. Luigi si accorge della sua arroganza in rare occasioni. 17. Certuni si agitano in ogni circostanza senza motivo.
6. VERBI REGOLARI, IRREGOLARI, DIFETTIVI, SOVRABBONDANTI
AVVERTENZE ORTOGRAFICHE RIGUARDANTI LA PRIMA CONIUGAZIONE REGOLARE
1. Nelle coppie di verbi appartenenti alla prima coniugazione regolare, ve n’è uno sbagliato. Riconoscilo e riscrivilo corretto.
a. Tu mangieresti - Tu mangiasti
b. Noi accompagnammo - Noi accompagnamo
c. Egli insegnerà - Egli insegnava
d. Egli odiia - Tu odii
e. Voi accorciate - Voi accorciereste
f. Essi sviiano - Essi sviino
g. Essi disegniano - Essi disegnassero
h. Noi assaggiamo - Noi assaggieremmo
i. Egli straccierà - Egli straccia
j. Voi studiiate - Voi studiereste
2. Completa le frasi coniugando il verbo della prima coniugazione regolare nel modo e nel tempo indicati tra parentesi.
a. Teresa, per piacere, mi (massaggiare, condizionale presente) ______________________ le spalle, che mi dolgono.
b. Come ti (acconciare, indicativo futuro semplice) __________________________ i capelli per la festa?
c. (Segnare, imperativo presente) __________________________ l’appuntamento sull’agenda, altrimenti te ne dimentichi.
d. I cani (lanciarsi, indicativo futuro semplice) ____________________________ all’inseguimento della volpe.
e. Anche se facesse freddo (sfoggiare condizionale presente) ____________________ il mio vestito di seta.
f. Io e Luca (agognare, indicativo presente) _________________________ la stessa meta.
VERBI IRREGOLARI E ANOMALI
3. Coniuga sul tuo quaderno i verbi irregolari elencati al passato remoto e al participio passato.
Verbo chiudere passato remoto = io chiusi, tu chiudesti, egli chiuse, noi chiudemmo, voi chiudeste, essi chiusero participio passato = chiuso
ACCORGERSI · EVADERE · CONOSCERE · APPENDERE · DISCUTERE CORRERE · ASSISTERE · DIFENDERE · DIVIDERE · ACCENDERE · AFFLIGGERE
4. Correggi le forme errate dei verbi irregolari in corsivo.
1. Carlo fingette di non aver sentito. 2. Le onde si frangettero ____________contro gli scogli. 3. Ho fonduto il motore della mia automobile. 4. L’anno scorso leggei un libro molto avvincente. 5. Il cane del mio vicino mi mordette una gamba.
6. Questa foto è sfuocata perché tu ti mossi mentre io la scattavo. 7. Tu nacqui nel 1980. 8. Si è finalmente persuaduto di aver sbagliato? 9. Lo scorso Natale non porgei gli auguri ai miei zii. 10. Ahi, mi sono pungiuto un dito.
5. Scrivi dieci frasi che contengano i verbi irregolari nel riquadro coniugati al passato remoto o al passato prossimo.
VINCERE · REGGERE · UNGERE · RENDERE · TERGERE · RISPONDERE STRINGERE · SORGERE · ROMPERE · SCENDERE
6. Completa le frasi coniugando i verbi anomali al modo e al tempo indicati tra parentesi.
a. Quel vestito ti (andare, condizionale presente) meglio se fosse una taglia in più.
b. Quando (andare, futuro semplice) in ferie?
c. (andare, imperativo presente): ti aspettano con ansia!
d. Se tu mi (dare, congiuntivo imperfetto) _______________ retta, non (fare, condizionale presente) sempre gli stessi errori.
e. Se voi (fare, congiuntivo imperfetto) un po’ di ginnastica (stare, condizionale presente) meglio.
f. Noi (stare, indicativo passato remoto) ________________ molto male al pensiero che tu ci avresti lasciato.
g. Se voi (stare, congiuntivo imperfetto) ________________ immobili, la fotografia (venire, condizionale presente) meglio.
h. Noi (dare, indicativo passato remoto) la nostra parola d’onore.
i. Noi (fare, indicativo passato remoto) buon viso a cattivo gioco.
j. Non ti abbandonerei mai se tu (stare, congiuntivo imperfetto) male.
7. Riconosci la forma corretta dei verbi anomali fra parentesi. Attento: in alcuni casi entrambe le forme sono corrette.
1. Cantami, o diva, del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti (addusse / adducette) lutti agli Achei. 2. Il dr. Jekyll (bevve / bevette) una pozione che lo trasformò in Mr. Hide. 3. Le ali di cera non (sostenerono / sostennero) Icaro, il quale (cadè / cadde) nel mare. 4. Robinson Crusoe e Venerdì (raccogliono / raccolgono) i frutti sull’isola deserta. 5. Il padre di Giulietta non (concesse / concedette) la mano di sua figlia a Romeo. 6. I sette nani si (dolgono / dolono) della morte di Biancaneve. 7. Pinocchio si (mettè / mise) a piangere quando lesse su una tomba “Qui (giacce/ giace) la bambina dai capelli turchini”. 8. A Cappuccetto Rosso (nocque / nocette) non obbedire alla sua mamma. 9. L’Innominato (aprì / aperse) il suo cuore al Cardinal Federigo. 10. Che vi (piacia / piaccia) o no, questo esercizio è terminato!
VERBI DIFETTIVI E SOVRABBONDANTI
8. Sostituisci con un sinonimo i verbi difettivi in corsivo usati scorrettamente. Se non ne conosci il significato, cercalo sul vocabolario e riportalo sul tuo quaderno.
a. Io urgo il pulsante dell’ascensore.
b. Tango le pesche per capire se sono mature.
c. Desidero che tu rieda a casa prima di cena.
d. Io molcio il mio morbido micino.
e. Noi ardiamo tuffarci dalle rocce più alte.
f. Io aulisco di naftalina quando rimetto i panni invernali.
9. Scrivi nove frasi che contengano i verbi difettivi coniugati al modo e al tempo indicati tra parentesi. Se non ne conosci il significato, cercalo sul vocabolario e riportalo sul quaderno.
CALÉRE (INDICATIVO PRESENTE) · INCOMBERE (CONGIUNTIVO PRESENTE) · CONSUMERE (PARTICIPIO PASSATO) · FALLARE (INDICATIVO PASSATO PROSSIMO) · SOLÉRE (INDICATIVO IMPERFETTO) · PRUDERE (INDICATIVO IMPERFETTO) · IRE (IMPERATIVO PRESENTE II PERSONA PLURALE) · FERVERE (INDICATIVO PRESENTE) · VIGERE (INDICATIVO PRESENTE)
10. Riconosci nei versi tratti dalle poesie di Giacomo Leopardi i verbi difettivi. Poi coniugali all’infinito presente e scrivi a quale coniugazione appartengono. Se non ne conosci il significato, cercalo sul vocabolario e riportalo sul quaderno.
E intanto riede alla parca mensa fischiando il zappatore. redire - III coniugazione
1. La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba, e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dì di festa, il petto e il crine. 2. Umana prole cara agli eterni! assai felice se respirar ti lice d’alcun dolor. 3. Non ti molceva il core la dolce lode or delle negre chiome, or degli sguardi innamorati e schivi. 4. Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno. 5. Tu pensoso in disparte il tutto miri; non compagni, non voli, non ti cal d’allegria, schivi gli spassi.
11. Riconosci e sottolinea la forma più usata o più corretta delle coppie di verbi sovrabbondanti. 1. Il sole mi ha arrossato/arrossito la pelle. 2. Non farle troppi complimenti, ché la fai arrossare/arrossire. 3. Mi avete assordato/assordito con le vostre urla. 4. Mio nonno è assordato/assordito in questi ultimi anni. 5. A Rio de Janeiro il Carnevale impazza/impazzisce per le strade. 6. Lo studio dei verbi irregolari mi fa impazzare/impazzire. 7. Un proiettile sfiorò/sfiorì il soldato. 8. Gabriella era una bella ragazza ma è sfiorata/sfiorita presto. 9. Luca è scolorato/scolorito per lo spavento. 10. Ho dei ricordi scolorati/scoloriti della mia infanzia.
QUESTIONI DI LESSICO
DA DOVE DERIVANO LE PAROLE ITALIANE?
1. Dopo aver letto con attenzione l’approfondimento “Da dove derivano le parole italiane”, rispondi alle domande.
a. Che rapporto c’è tra l’italiano e le lingue indoeuropee?
b. Quali sono le principali lingue neo-latine? Qual è la loro origine?
c. Che ruolo ebbero Dante e il fiorentino nella formazione della lingua italiana?
d. Da quali lingue, oltre al latino, l’italiano ha preso in prestito molte delle sue parole, soprattutto a partire dal 1500? Rispondi e fai qualche esempio.
e. Quando e da chi è stato scritto il primo vocabolario della lingua italiana?
f. Come è evoluta la lingua italiana dopo l’unità d'Italia e nel XX secolo?
2. Trova almeno 10 parole inglesi ormai in uso in ambito sportivo e 10 in ambito tecnologicoinformatico. Tutte hanno un lessema corrispondente italiano? Quali sono intraducibili?
3. Riconosci e scrivi sul tuo quaderno da quale verbo derivano gli aggettivi elencati, poi inventa per ognuno di questi una frase. Puoi aiutarti con il dizionario etimologico.
Sorridente ← Sorridere Mia mamma è sempre sorridente.
CORRENTE · SPLENDENTE · ACUTO · FERVENTE · ABBAGLIANTE BOLLENTE · COMMOSSO · AGITATO · ILLUMINATO · ALLETTANTE
4. Riconosci e scrivi sul tuo quaderno da quale verbo derivano i nomi elencati, poi inventa per ognuno di questi una frase. Puoi aiutarti con il dizionario etimologico.
Vigile ← Vigilare Il vigile del mio paese è proprio scorbutico!
DILETTANTE · INVIATO ·
AGENDE, BEVANDE E MERENDE: I FALSI GERUNDI
5. Riconosci nelle frasi i gerundi usati con valore di verbo e quelli usati con valore di nome, detti falsi gerundi, sottolineandoli in modo diverso.
1. Mio cugino sta finendo l’università: è laureando in giurisprudenza. 2. Ieri sera ho visto un intrigante film poliziesco, che terminava In un crescendo di suspence. 3. Mutando l’ordine di un addendo la somma non cambia. 4. Nel Medioevo la locanda era un rifugio sicuro per i pellegrini che si stavano recando nei luoghi sacri. 5. Si vede che Piero sta maturando: si dimostra un maturando responsabile preparandosi con cura all’esame finale del liceo. 6. Ho ricevuto molti volantini di propaganda di un negozio che sta aprendo vicino a casa mia. 7. Facendo un esame accurato devo dire che non mi convince questa faccenda: ci sono troppi aspetti oscuri.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Rispondi alle domande che riguardano i paragrafi relativi al verbo e fai degli esempi per avvalorare le tue risposte.
a. Qual è la funzione del verbo dal punto di vista sintattico?
b. Cosa si intende per sintagmi obbligatoriamente retti dal verbo?
c. Quali indicazioni fornisce il morfo del verbo?
d. Qual è la differenza tra tempi semplici e tempi composti? Dopo aver risposto elenca gli uni e gli altri.
e. Qual è la differenza tra modi finiti e modi indefiniti del verbo? Dopo aver risposto elenca gli uni e egli altri.
f. Illustra le principali caratteristiche e funzioni dei modi verbali: INDICATIVO; CONGIUNTIVO; CONDIZIONALE; IMPERATIVO; INFINITO; PARTICIPIO; GERUNDIO.
g. Cosa si intende per verbi regolari, irregolari, difettivi, sovrabbondanti?
Analisi
2. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, analizzando in modo dettagliato tutte le parti del discorso variabili in esse presenti.
1. Ho spedito una lettera a mia cugina dieci giorni fa, // ma lei non l’ha ricevuta. 2. Mio fratello è nervoso // perché la sua gara sarà molto impegnativa. 3. Anna incomincia a studiare // quando smette di mangiare. 4. Ti ho detto // che devi uscire, // non ti ho detto // che puoi uscire. 5. Se smetti di parlare, // posso esprimere il mio parere. 6. L’insegnante mi ha sgridato // perché i miei quaderni erano disordinati. 7. Mario sarebbe un bravo atleta, // ma non vuole allenarsi. 8. Il pubblico prese d’assalto il palazzetto dello sport, // perché voleva aggiudicarsi i posti migliori.
3. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, analizzando in modo dettagliato tutti i verbi in esse presenti.
1. Il barbiere Ivan si svegliò abbastanza presto // e sentì un odore di pane caldo. 2. Toccò con il coltello molto cautamente l’oggetto, // lo palpò col dito. // Introdusse le dita // e tirò fuori un naso! 3. Egli prima di tutto si guardò attorno, // quindi si sporse dal parapetto del ponte // e gettò il cencio col naso. 4. Spaventato, Kovalev chiese dell’acqua // e si strofinò gli occhi con un asciugamano bagnato: //di naso non c’era neppure l’ombra! 5. Kovalev prese molto cautamente il recuperato naso nelle due mani a ciotola // e l’osservò più attentamente del solito. 6. In quel momento fece capolino alla porta il barbiere Ivan, // ma tanto timidamente quanto un gatto // che avessero poco prima frustato per un furto di lardo.
Frasi tratte da N. Gogol, Il naso
4. Fai l’analisi logica delle frasi, costruendo lo schema delle reggenze.
1. Giorgio e io tenemmo un consiglio di guerra. 2. Finalmente decisero che io dovessi occuparmi di Pietro ogni mattina, dopo la colazione, finché Giorgio avesse potuto avviare con successo tutti i ragazzi. 3. Quando l’ultimo avesse lasciato l’isola, mi avrebbe informata con uno squillo del suo fischietto da nostromo. 4. L’indomani mattina ero in osservazione e scoprii che Pietro si stava per fare la barba quieto e tranquillo. 5. Con due astucci di pelle, parecchi asciugamani, altre scatole diverse, scese in una delle piccole insenature. 6. Infilai il costume da bagno, mi sistemai nell’insenatura accanto e iniziai a tenerlo d’occhio da dietro uno scoglio. 7. Era sconveniente, ma come avrei potuto fare altrimenti? 8. Quella mattina dovevo impedire a Pietro che bagnasse l’indice prima che il fischio mi avesse dato il segnale di via libera. 9. Ancora non sapevo io stessa come sarei riuscita nell’intento, ma ero tutta presa da quello che vedevo. 10. Pietro distese gli asciugamani con delicatezza sugli scogli lisci, poi aperse il primo astuccio di cuoio e ne tirò fuori un pennello, un pezzo di sapone, parecchi flaconcini, una striscia di cuoio e piccoli aggeggi la cui identità mi rimaneva oscura, ma che erano certo descritti nel manuale. 11. Quindi aperse il secondo astuccio di cuoio che conteneva l’occorrente per il bagno in mare: sapone per acqua salata, polvere di talco… 12. Dispose tutto ciò in bell’ordine di perfetta parata militare. 13. Poi Pietro indietreggiò e, dopo un’occhiata di controllo, dette un segno di approvazione: andava bene. 14. Ma la scena diventò ancora più emozionante. Pietro, seduto su uno scoglio basso, prese la striscia di cuoio e il rasoio. Fissò un’estremità di quella con il grosso piede e reggeva l’altro con la mano sinistra, affilò il rasoio mentre contava ad alta voce “… dodici, tredici, quattordici”.
Frasi tratte da M. A. Trapp, La famiglia Trapp
5. Fai l’analisi logica delle frasi che compongono il brano, costruendo lo schema delle reggenze.
Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano, ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il Tempo. Esistono i calendari, gli orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che talvolta un’unica ora ci può sembrare eterna, e un’altra invece passa in un attimo… dipende da quello che viviamo in quest’ora.
Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore. E nessuno lo sapeva meglio dei Signori Grigi. Nessuno sapeva apprezzare come loro tanto bene il valore di un’ora, di un minuto, di un solo secondo di vita. Certo, lo apprezzavano a modo loro – così come le sanguisughe apprezzano il sangue – e a modo loro agivano in conformità.
Tratto da M. Ende, Momo
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
6. Riconosci e sottolinea nelle frasi i sintagmi verbali contenenti verbi servili o fraseologici.
1. Devo parlare a Mario di una importante faccenda. 2. Il pirata continuò a scavare alla ricerca del tesoro. 3. Non devi ascoltare i consigli degli sconosciuti. 4. Paolo smise di piangere, quando la mamma gli diede un bacio. 5. Se vuoi trovare un po’ di fresco devi andare in montagna. 6. Stavo mangiando in fretta e il boccone mi è andato di traverso. 7. Nel bosco puoi trovare gustosi funghi. 8. Ho incominciato a leggere il libro che mi hai prestato e non ho voluto interrompere la lettura fino all’ora di pranzo.
Ora prova a spiegare quale sfumatura di significato i verbi servili o fraseologici aggiungono al verbo intorno al quale è costruita la frase.
Devo parlare a Mario di una importante faccenda. Il verbo servile devo ci fa capire che il protagonista della frase non ha ancora parlato, ma sente l’esigenza di farlo.
7. Nelle coppie di frasi proposte il verbo viene utilizzato ora nel suo significato più usuale, ora con un significato un po’ speciale. Esplicita la struttura delle frasi e spiega la differenza di significato assunta dal verbo in questione.
Piove. // Piovono soldi.
Nella prima frase il verbo piovere indica un fenomeno atmosferico e non regge alcun sintagma obbligatorio; nella seconda frase piovere significa giungere in abbondanza e concorda con un sintagma obbligatorio: il soggetto (regali).
1. Io ho corso. // Io ho corso un serio pericolo. 2. Egli sale. // Egli sale le scale. 3. Noi piangiamo. // Noi piangiamo miseria. 4. Io ho giocato. // Io ho giocato la carta vincente. 5. Mio padre lavora. // Mio padre lavora il legno. 6. Le patate cuociono. // Mia mamma cuoce le patate.
Scrittura
8. Riscrivi le frasi, trasformando i sintagmi verbali sottolineati nei sintagmi verbali aventi le caratteristiche indicate tra parentesi.
Io mangio in fretta (SV – verbo dovere + infinito) Io devo mangiare in fretta.
1. Luca studia. (SV - verbo fraseologico + infinito). 2. Il nonno fuma la pipa. (SV - verbo servile + infinito). 3. Ascolto la musica. (SV - verbo fraseologico + gerundio). 4. Paolo diventerà un ingegnere. (SV - verbo essere + aggettivo). 5. La mamma è generosa. (SV - verbo sembrare + sintagma nominale). 6. Nessuno dorma. (SVverbo servile + infinito).
9. Trasforma la frase Luca piange in base alle indicazioni fornite.
Predicato verbale con verbo fraseologico Luca inizia a piangere.
Predicato verbale con verbo servile
Predicato nominale (essere + SN)
Predicato nominale con verbo fraseologico
Predicato nominale con verbo copulativo + aggettivo
Predicato nominale con verbo effettivo + aggettivo
Frase nominale
10. Colloca opportunamente i verbi sottolineati nella tabella. Poi completala seguendo l’esempio.
Un mercante di preziosi, di quelli che si chiamano intagliatori, possedendo delle pietre preziose e delle perle, s’imbarcò con i suoi servitori per recarsi a commerciare.
Gli capitò, provvidenzialmente, di affezionarsi a un giovane della nave che era addetto al suo servizio, dormiva presso di lui e mangiava ciò che egli mangiava.
Un giorno il giovane udì alcuni marinai sussurrare fra loro e decidere di buttare a mare il mercante per impadronirsi delle pietre che aveva con sé. Il giovane si presentò quindi con l’aria molto triste per compier al solito il proprio servizio presso il mercante e questi gli disse: “Perché sei così triste oggi?”. Costui rimaneva taciturno e pensieroso. L’altro lo interrogò di nuovo: “Per davvero, dimmi che hai”. Allora il giovane scoppiò in singhiozzi e disse: “I marinai hanno architettato tale e tale piano contro di te”. Gli chiese: “È vero?”. Rispose: “Sì, hanno deciso così tra loro nei tuoi riguardi”. Allora egli chiamò i servitori e disse loro: “Tutto ciò che io vi dirò fatelo senza tardare e domandare”. Allora stese un panno e disse loro: “Portatemi la cassetta”. Essi la portarono. Apertala, ne trassero fuori le pietre e, dopo averle tratte tutte, disse: “È questa la vita? È per questo che io corro dei pericoli, lotto contro il mare e fra poco morirò senza portar via nulla di mio da questo mondo?”. Disse allora ai servitori: “Gettate tutto in mare”. E dopo che ebbe detto ciò, essi buttarono tutto in mare. I marinai rimasero stupefatti e i loro piani furon ridotti a nulla.
Tratto da G. Mosco, Il secondo breviario dei laici
Verbo Nucleo della frase (SN+SV) Frase nominale
S’imbarcò Un mercante s’imbarcò. La partenza del mercante.
Ora aiutandoti a partire dalla tabella racconta in breve il contenuto del brano utilizzando i tempi del presente.
Un mercante di preziosi si imbarca per commerciare…
11. Riconosci e sottolinea i verbi fondamentali per ricostruire la trama del racconto, poi riassumilo utilizzando i tempi del presente.
La storia che mi raccontò il commerciante B. – inquilino di uno di quegli attici ai quali, spesso, riparano i piccioni che scampano agli spari del non lontano campo di tiro a volo – era una delle tante che potevano ripetervi gli abitanti del quartiere nomentano. Una volta, il mio interlocutore notò un colombo che, volteggiando penosamente sopra la sua terrazza, cercava di atterrare: ma, appena giungeva a sfiorare un qualsiasi punto di appoggio, si rialzava bruscamente, quasi avesse temuto di scottarsi. Il fatto era piuttosto strano. Osservando meglio, il commerciante si accorse che, di sotto al
ventre, le zampe dell’uccello penzolavano nel vuoto, inerti. Dopo forse un quarto d’ora di penoso anfanare, il piccione cadde a terra e rimase immobile, le ali aperte a ventaglio, il piccolo corpo riverso da un lato. Era morto. Prendendolo in mano, non fu difficile al signor B. capire ciò che era accaduto. Una raffica di pallini da caccia aveva spezzato le zampe del colombo che, non potendo atterrare, come un aereo col carrello guasto, aveva continuato a volare senza riposo, senza cibo (forse un giorno? forse due?) tentando chissà quante volte di interrompere anche un solo istante quello sfinimento, fino a che il suo cuore era scoppiato di fatica.
da A. Todisco, Animali addio
12. I due testi letterari, uno in poesia e uno in prosa, che ti proponiamo sono stati scritti dallo stesso autore, Vincenzo Cardarelli, e trattano lo stesso argomento: l’autunno. Leggili attentamente e scrivi le tue osservazioni mettendo a confronto le due modalità di scrittura (fai attenzione soprattutto all’uso di nomi, aggettivi e verbi).
Ottobre
Un tempo era d’estate era a quel fuoco, a quegli ardori, che si destava la mia fantasia. Inclino adesso all’autunno dal colore che inebria, amo la stanca stagione che ha già vendemmiato.
Vento d’autunno
Niente più mi somiglia, nulla più mi consola, di quest’aria che odora di mosto e di vino, di questo vecchio sole ottobrino che splende sulle vigne saccheggiate.
Nasce il vento d’autunno sui monti, gravido di memorie. E cala già furioso, funebre, inebriante, coll’umore della morte e della strage, e fa venir voglia di cantare. Spoglia le vigne rosseggianti dopo la vendemmia e le selve ingiallite. Così potess’io squassare i ricordi che ingombrano la mia mente come sotto l’impeto di quel vento esaltato si spiccano le foglie dagli alberi, si schiantano i rami, e tutta in terra va a giacere l’innumerevole e folta corona che fu la gloria dell’estate. C’è un giorno che tutte le formiche escono dal bosco per fare il fascio per l’invernata.
Sopraggiungono, di lì a poco, le lunghe piogge autunnali, simili a un gran pianto dirotto, interminabile, in cui par proprio che la natura si dolga e si lamenti di passare. È un pianto che sgorga a fiumi, a torrenti, fa crescere il lago, scava le strade, rovina i ponti e le prode (sponde) e dilaga per i campi ostinatamente verdi. I muri si ricoprono di vellutina, escono i rospi e le salamandre; uomini e donne galleggiano su questo guazzo come ranocchi. Quando più nessuno se l’aspetta, un sole frettoloso e mendico, più prezioso dell’oro vecchio e del vino stagionato, più smemorante del più fine liquore, torna poi, ogni mattina, a trovare le foglie gialle d’acacia che piovono ancora sui davanzali, le foglie secche dei platani che il vento trascina lungo i viali come degli spettri e pare non se ne voglia più andare…
Da V. Cardarelli, Prose
Ora leggi la poesia e poi prova a scrivere un testo in prosa sullo stesso argomento: il temporale. Temporale di Giovanni Pascoli
Un bubbolio lontano Rosseggia l’orizzonte, come affocato, a mare: nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano.
GIOCHI LINGUISTICI
13. Inventa dei verbi che indichino le azioni o le situazioni descritte.
Incontrare qualcuno e andare con lui qualcunirsi
a. Giocare con una trottola
b. Arrampicarsi su una parete di roccia ripida e liscia
c. Intonare un canto esultante per la vittoria
d. Essere interrogati quando non si è pronti
e. Emettere vapore dalla bocca quando fa freddo
f. Stare in equilibrio su un piede solo
g. Perdersi in un bosco fitto e tenebroso
h. Prendere parte a una conversazione noiosa
14. Indica con un verbo da te inventato un’azione o una situazione e sfida i tuoi compagni a indovinarla.
Pachidetergere = lavare un elefante
15. Inventa delle frasi, possibilmente spiritose, basate sulla polisemia dei verbi indicati, come negli esempi.
Spiegò Il marinaio spiegò le vele al vento, ma il vento non le capì.
Taglia Un boscaiolo va in un negozio e chiede un paio di pantaloni. “Che taglia?” dice il commesso. “Gli alberi!” risponde il boscaiolo.
Russa L’insalata russa, il pomodoro non dorme.
Porta
Costa
Crepa
Lava
Conto
Fate
Pianta
Tenda
6. LA FRASE ATTIVA, PASSIVA, RIFLESSIVA
1. FRASE ATTIVA E FRASE PASSIVA
Per esercitarti sulle forme verbali del passivo puoi svolgere gli esercizi ad esse dedicati nel capitolo dell’eserciziario: Tavole dei verbi.
1. Riconosci quali delle frasi sono attive e quali passive, soffermandoti a considerare se il soggetto compie o subisce l’azione.
Mia madre ha steso i panni in cortile.
La mia insegnante è stata impressionata dalla mia risposta.
I pinguini intraprendono ogni anno una lunga marcia tra i ghiacci.
Quell’imprenditore venne processato per falso in bilancio.
Pochi sono considerati portati per la matematica.
Quel funambolo sta oscillando pericolosamente.
È stato trovato un missile inesploso nel parco.
I gioielli di mia nonna hanno un valore inestimabile.
La gallina della celebre fiaba fa le uova d’oro.
Tutte le mogli di Barbablù vengono punite per la loro curiosità.
2. Nelle coppie di frasi riconosci quelle passive. Di ciascuna analizza i verbi.
Ho preso la medicina. / La medicina è stata presa da me.
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
Attiva Passiva
È stata presa = verbo prendere, modo indicativo, tempo passato prossimo, III persona singolare.
a. Luca trovò una moneta sul marciapiede. / Una moneta fu trovata da Luca sul marciapiede.
b. Le vele sono state spiegate al vento dai marinai. / I marinai hanno spiegato le vele al vento.
c. I professori saranno contattati dai miei genitori. / I miei genitori contatteranno i professori.
d. Pietro aveva mandato un mazzo di fiori a Lucia. / Un mazzo di fiori era stato mandato da Pietro a Lucia.
e. Fossi stato capito meglio! / Mi avessero capito meglio!
f. La palla viene lanciata oltre la linea da Ugo. / Ugo lancia la palla oltre la linea.
3. Leggi il brano e individua le frasi passive. Di ciascuna analizza i verbi.
1. “Sarebbe forse opportuno consultare il cameriere” disse il signor Tupman. E il cameriere fu chiamato. 2. Il cameriere si ritirò; la colazione fu terminata; e i viaggiatori salirono nelle rispettive stanze per preparare gli abiti da portare con loro nell’imminente spedizione. 3. “Oh my God!” esclamò il signor Pickwick mentre erano ancora sul marciapiede e i loro bagagli venivano messi in carrozza. “Oh my God! Chi guiderà? A questo non ci avevo pensato”. 4. Il “brillante William” - forse veniva così chiamato per i suoi capelli lucidi e la sua faccia untuosa - pose le redini nella sinistra del signor Pickwick mentre il mozzo gli ficcava una frusta nella destra. 5. Il signor Winkle, essendo stato così avvertito, siarrampicò in sella con all’incirca la stessa difficoltà che avrebbe incontrato nel dar la scalata ad una nave da guerra. 6. “Non capisco, - rispose il signor Tupman - sembra molto ombroso, no?” Il signor Snodgrass stava per rispondere quando fu interrotto da un grido del signor Pickwick. 7. Purtroppo era vero. L’animale era spaventato dal rumore e si sentiva le redini sulla groppa. 8. Fu sviato da queste spietate meditazioni dall’improvviso apparire di due figure a una svolta del sentiero.
Frasi tratte da C. Dickens, Il Circolo Pickwick
4. Scrivi delle frasi che contengano i verbi passivi elencati.
SEI STATO INGANNATO · SARÀ OSSERVATO SONO STATI STIRATI · SIA CAPITO · ERA AMMIRATO · SIETE DESIDERATI · SAREMO INTERROGATI · ERANO STATI PORTATI · FURONO SPEDITI
5. Scrivi sei frasi che contengano i verbi al modo e al tempo indicato. Apprezzare (congiuntivo imperfetto passivo) Desidererei che il mio disegno fosse apprezzato dai miei compagni.
1. Cambiare (indicativo, passato prossimo, passivo) 2. Costruire (condizionale, presente, passivo) 3. Credere (congiuntivo, passato, passivo) 4. Bagnare (indicativo, passato remoto, attivo) 5. Raggiungere (condizionale, passato passivo) 6. Intervistare (indicativo, futuro semplice, passivo).
LA TRASFORMAZIONE
6. Riconosci il soggetto e il predicato. Poi trasforma la frase passiva in frase attiva.
Prima della battuta di caccia furono preparati i fucili dai cacciatori.
I fucili furono preparati soggetto predicato verbale
Frase attiva Prima della battuta di caccia i cacciatori prepararono i fucili.
1. Tutti gli anni dai cacciatori veniva proposta ai turisti una battuta di caccia nella savana. 2. Quell’anno erano state scelte dagli organizzatori delle guide locali. 3. I turisti erano stati radunati dalle guide per alcuni avvisi. 4. Non dovevano essere portate nella savana dai turisti le macchine fotografiche. 5. Tra i turisti furono scelti dalle guide dieci uomini per il trasporto dei bagagli. 6. Nella notte i turisti furono condotti dalle guide nel luogo più adatto alla caccia. 7. Nessun animale fu avvistato dai cacciatori fino al pomeriggio. 8. Un leone era stato infastidito dalla presenza degli uomini: i turisti stavano per essere da lui attaccati, quando fu sparato un colpo di fucile da un abile cacciatore 9. Il leone era stato ucciso dalla guida, ma venne trasportato al villaggio dai turisti con grande soddisfazione.
7. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, dettagliata per i verbi, poi trasformale al passivo e analizzale.
Gli uomini / avvistarono / la balena.
gli uomini SN soggetto
Articolo + nome; masch. plur. avvistarono SV predicato verbale
Verbo avvistare, indicativo, pass. remoto; III pers. pl.; attivo. la balena SN complemento oggetto
Articolo + nome; femm. sing.
Frase passiva La balena / fu avvistata / dagli uomini.
la balena SN soggetto
Articolo + nome; femm. sing. fu avvistata SV predicato verbale
Verbo avvistare, indicativo, pass. remoto; III pers. sing.; passivo. dagli uomini SP complemento d’agente
Preposizione + articolo + nome; masch. plur.
1. La nave seguiva la rotta. 2. Gli equipaggi gettarono le reti. 3. Il mozzo aveva pulito il ponte della nave. 4. I pescatori raccoglieranno le reti. 5. Il capitano aveva issato la bandiera. 6. I pirati affilavano le armi. 7. La vedetta aveva avvistato la terraferma. 8. I marinai sconfissero i pirati e difesero la loro nave. 9. La nave aveva raggiunto di notte il porto e il capitano premiò i suoi valorosi marinai.
8. Spiega perché le frasi attive proposte non si possono trasformare in frasi passive, collegando con una freccia la frase alla motivazione.
Gigi ha pescato tutto il giorno. Il verbo è intransitivo
Nuotano le oche nello stagno.
La mamma andò al mercato. Il verbo è transitivo, ma in questa frase non è espresso il complemento oggetto I panni asciugano al sole.
La tua giacca è fuori moda. I miei capelli crescono velocemente.
Le forme del passivo
9. Completa le frasi coniugando i verbi al passivo, scegliendo tra le diverse forme: ausiliare essere o venire o andare + participio passato.
La soluzione del problema da Marta l’altro ieri.
La soluzione del problema è stata trovata da Marta l’altro ieri.
a. Chiara da tutto questo fracasso e non riesce a concentrarsi. [disturbare]
b. Lo spettacolo di settimana prossima sicuramente il migliore della stagione. [giudicare]
c. Non trovo più la chiave della macchina: forse dalla mamma al supermercato. [perdere]
d. Sii più comprensivo: Mattia quando non si sente a suo agio. [coccolare]
e. Le imprese di Ulisse da Omero nell’Odissea. [narrare]
f. L’anno prossimo un nuovo tipo di cellulare, più economico e più accessoriato. [commercializzare]
g. Un mio compagno ingiustamente di aver copiato i compiti:
ora il modo di scusarsi con lui. [accusare – trovare]
h. Questo palazzo più di cent’anni fa ed è pericolante.
Ora . [costruire – demolire]
i. Le ruote della bici sono sgonfie: prima di usarla. [gonfiare]
10. In quali di queste frasi è possibile utilizzare indifferentemente le forme passive segnalate nella tabella? Motiva le tue risposte e scrivi la forma corrispondente dove possibile.
Ausiliare essere + participio passato
Luca è stato sorteggiato per un viaggio premio.
Tutte queste foglie secche saranno spazzate via dal vento.
Ausiliare venire + participio passato
No: non si può usare l’ausiliare venire nei tempi composti.
Ausiliare andare + participio passato Si passivante
No: nella frase non vi è nessuna sfumatura di obbligo.
Si, perché la frase non esprime chi compie l’azione: Si è sorteggiato Luca per un viaggio premio.
Non voglio essere frainteso, perciò cerco di spiegarmi bene.
Desidero che tu sia stimato dai miei amici.
Le scarpe devono essere ben allacciate, altrimenti si rischia di inciampare.
11. Trasforma i verbi con il si passivante nelle equivalenti espressioni costruite con il verbo passivo.
Si coltivano Sono coltivati
Si passivante Forma passiva equivalente
Si disse
Si vendono
Si furono spente
Si era concordato
Si sarebbe deciso
Si siano mostrati
Si fossero liberati
Si modifichino
11b. Ora fai l’operazione inversa.
Era stato letto Si era letto
Verbo passivo Equivalente con il si passivante
È stato perso
Vengono impacchettati
Fossero comprate
Sarebbe stato capito
Siano fotografati
Sarebbero stati visti
Fosse stato amato
Sia stato udito
12. Sostituisci i sintagmi verbali sottolineati con forme costruite con il si passivante.
I gioielli rubati da Arsenio Lupin non sono ancora stati trovati. Non si sono ancora trovati i gioielli rubati da Arsenio Lupin.
1. Tutti gli appartamenti del palazzo in costruzione sono stati venduti. 2. Le tubature rotte saranno riparate prima possibile. 3. Nella cantina del nonno sono conservati vini pregiati. 4. Era stato detto di non introdurre animali nell’albergo. 5. I termosifoni saranno regolati in base alla temperatura esterna. 6. Ultimamente sono stati prodotti molti nuovi giochi per la play-station.
13. Riconosci i verbi costruiti con il si passivante.
Attento, non tutti i si sono passivanti! Per riconoscerli puoi provare a trasformare l’espressione nell’equivalente verbo passivo: quando non è possibile significa che ti trovi di fronte a un’altra funzione del si. 1. Alle sette si servì il pranzo. Gli uomini, più numerosi, si sedettero alla prima tavola, nell’atrio, e le signore alla seconda, nella sala da pranzo, assieme al marchese e alla marchesa. 2. Si udì il ritornello di un violino e il suono di un corno. Emma scese le scale facendo uno sforzo per non correre. Si incominciarono le quadriglie. Arrivava gente. C’era ressa. Ella si mise accanto alla porta, su uno sgabellino imbottito. Quando si finì la contraddanza, il centro della sala rimase libero per i gruppi d’uomini che conversavano in piedi e i domestici in livrea che andavano in giro con grandi vassoi. Sulla fila delle signore sedute s’agitavano i ventagli dipinti. 3. Emma si sentì battere un po’ il cuore quando, tenuta per la punta delle dita dal suo cavaliere, andò a mettersi in riga e attese la prima nota dell’orchestra per muoversi… Un sorriso le saliva alle labbra nell’udire alcuni passaggi delicati del violino che talvolta sonava solo, quando gli altri strumenti si fermavano; si udiva il suono limpido delle monete che, nella sala vicina, si rovesciavano sulle tavole da gioco; poi tutta l’orchestra riprendeva, con uno squillo sonoro della cornetta. 4. Dopo la cena, nella quale si servirono molti vini di Spagna e del Reno, zuppe di gamberi e al latte di mandorle, budini alla Trafalgar e carni fredde d’ogni genere… le vetture, a una a una, cominciarono ad andarsene. Scostando un angolo delle tende di mussolina, si vedevano scivolare nell’ombra le luci delle lanterne. I divani si sfollarono; qualche giocatore si tratteneva ancora; i musicisti passavano la lingua sulla punta delle dita per rinfrescarle; Carlo si era mezzo addormentato, con la schiena appoggiata sulla porta. 5. Si tenne ancora una breve conversazione, e, dopo gli addii, o piuttosto il buongiorno, gli ospiti del castello se ne andarono a letto. Carlo si trascinava, aggrappato alla ringhiera, dicendo che “si sentiva rientrar le ginocchia nel corpo”.
Frasi tratte da G. Flaubert, Madame Bovary
Complemento d’agente e di causa efficiente
14. Completa le frasi passive con un complemento d’agente. Marcello viene convocato. Marcello viene convocato dall’allenatore.
1. Lo stadio della mia città è stato progettato 2. I miei genitori sono stati invitati a cena . 3. Il primo premio della lotteria è stato vinto . 4. I Galli furono sconfitti . 5. L’America fu scoperta 6. Il tiro in porta dell’attaccante è stato parato
. 7. La cucina è stata riordinata . 8. Il trattato di
pace venne stipulato . 9. Il sovrano venne destituito
15. Riconosci i complementi d’agente retti dai verbi passivi evidenziati.
1. Se vedi il tuo padrone danneggiato da qualcuno dei servi tuoi colleghi, tienilo ben nascosto, per non farti la fama di spia. C’è però un’eccezione, quella del servo prediletto, che è giustamente odiato dal resto della servitù; la quale è perciò costretta a cautelarsi facendo ricadere ogni possibile colpa su di lui. 2. È in questi momenti che bisogna aver pronta una serie di scuse adatte per ogni occasione: per esempio, che sei stato sorpreso da tuo zio, arrivato in città stamattina, facendo ottanta miglia apposta per venirti a trovare; … che ti è stata mandata una vacca da tuo padre perché la vendessi, ma non sei riuscito a trovare un mediatore fino alle nove di sera; … che sei stato arrestato da un ufficiale giudiziario il quale ti ha scambiato per un debitore, e ti ha tenuto per tutto il pomeriggio in guardina. 3. Che le tue scarpe siano lustrate per prime dal lustrascarpe, perché non ti succeda di sporcare le stanze, e poi siano pulite da lui quelle del tuo padrone. 4. Sei tu il giudice migliore delle persone che dovrebbero essere frequentate dalla tua padrona, e quindi, se ti è affidato da lei un messaggio di cortesia o di affari per una famiglia che non ti piace, la risposta da te sia riferita in modo tale da far scoppiare una lite irreparabile fra loro: oppure se lo stesso messaggio ti è portato da un valletto dell’altra famiglia, trasmetti la risposta della tua padrona rivoltandola in modo che sia presa da quella famiglia come un affronto.
Frasi tratte da J. Swift, Istruzioni alla servitù
16. Completa le frasi passive con un complemento di causa efficiente. Napoleone in Russia fu fermato. Napoleone in Russia fu fermato dall’inverno.
a. Il cielo fu oscurato .
b. L’incidente era stato causato .
c. Il pugile è stato colpito .
d. Il nostro viaggio fu impedito .
e. Roberto è tormentato .
f. Il tiro del calciatore è stato respinto .
g. La trasmissione venne interrotta .
h. Il delizioso pranzetto fu rovinato .
i. Nel suo viaggio di ritorno da Troia Ulisse venne rallentato .
17. Riconosci i verbi passivi e i complementi di causa efficiente evidenziandoli con colori diversi.
1. Il volto di Jukes apparve nella fessura della porta: solo il volto, rosso e stralunato. La fiamma della lampada diede un guizzo, un foglio di carta volò via, il capitano Mac Whirr fu avvolto da una folata d’aria. 2. Da prua a poppa la nave fu avvolta da violenti spruzzi e in un istante mentre rollava regolarmente cominciò a saltare e a tuffarsi come fosse impazzita di paura. 3. Jukes pensò: “Questo non è uno scherzo”. D’improvviso mentre urlava per essere capito dal capitano, la notte fu invasa dalle tenebre più fitte, calando davanti a loro come qualcosa di impalpabile. 4. S’aggrappò ferocemente ora all’una ora all’altra di quelle cose, le perdette, le ritrovò, le perdette ancora, e finalmente egli stesso fu afferrato dalla morsa salda di due braccia robuste. 5. Il capitano Mac Whirr e Jukes, avvinghiati tra loro, erano storditi dal frastuono, imbavagliati dal vento. 6. Quando arrischiò un’occhiata di sfuggita, ritrasse un po’ di conforto dal verde bagliore del fanale di dritta che brillava fioco fra gli scrosci di pioggia e gli spruzzi. Stava ancora guardando quando il raggio di luce fu spento da un maroso che si innalzava. Frasi tratte da J. Conrad, Il tifone
18. Completa le frasi mettendo una volta un complemento d’agente e una volta di causa efficiente. Complemento d’agente Complemento di causa efficiente
Il fuoco nel camino viene acceso dal nonno dal fiammifero
Le automobili vengono fermate
La valigia è portata
Il soldato fu ferito
L’albero è stato abbattuto
L’aereo fu intercettato
Le foglie sono state spazzate
19. Riconosci nelle frasi passive i complementi d’agente e i complementi di causa efficiente evidenziandoli con colori diversi.
1. È l’immaginazione che rende il superiore suscettibile, autoritario e difficile da contentare; ogni nave comandata dal capitano Mac Whirr era invece la dimora galleggiante dell’armonia e della pace. 2. Quella sciocca disobbedienza non gli era mai stata perdonata dal padre. “Avremmo potuto tirare avanti anche senza di lui,” soleva dire più tardi, “ma c’è il negozio. E poi, un figlio unico!” La sua scomparsa fu pianta a lungo da sua madre. 3. Era esasperato dal continuo, monotono rollio della nave. Il pesante calamaio scivolava continuamente via, quasi fosse mosso da una perversa intelligenza a evitare la penna. 4. “Sapete dove sono andati a cacciarsi gli uomini?” chiese la voce, vigorosa ed evanescente allo stesso tempo, dominando la veemenza del vento, e subito fu portata lontano da Jukes. 6. Furono avvolti in un turbine da capo a piedi, da un frammento, una semplice stilla volata da quello schianto.
Frasi tratte da J. Conrad, Il tifone
PER APPROFONDIRE: IL PREDICATO NOMINALE RISULTATIVO
20. Osserva attentamente i sintagmi verbali evidenziati nelle coppie di frasi e rifletti: si tratta di un predicato nominale risultativo o di un predicato verbale passivo? Rendi ragione della tua scelta.
a. La finestra è stata chiusa con violenza da una folata di vento. / Sento molto caldo, infatti tutte le finestre sono chiuse.
b. I negozi oggi saranno aperti solo nel pomeriggio. / I negozi saranno aperti dai proprietari alle ore quindici.
c. Una parete della mia stanza è dipinta di verde. / Quel quadro è stato dipinto da Van Gogh.
d. Il libro è stato ordinato settimana scorsa. / Finalmente la tua camera è ordinata!
21. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi passive.
La stanza / fu illuminata / da un lampo improvviso.
la stanza SN soggetto
Articolo determ. + nome comune; femm. sing.
fu illuminata SV predicato verbale Verbo illuminare, indicativo, passato remoto; III pers. sing.; passivo. da un lampo improvviso SP complemento di causa efficiente
Preposizione + articolo indeterm. + nome comune + aggettivo qualificativo; masch. sing.
1. La tavola era coperta da una tovaglia a quadretti. 2. Alcune interessanti proposte sono state avanzate dai partecipanti all’assemblea. 3. Il biglietto venne controllato dal capotreno Mario durante il viaggio. 4. I rami del rosaio sono stati spuntati dal giardiniere con le cesoie. 5. Sono stati avvistati degli aerei da guerra nel cielo sopra il mare Adriatico. 6. Questa mattina le luci dei lampioni erano velate dalla nebbia fitta. 7. I Romani furono diverse volte sconfitti da Annibale, il famoso generale cartaginese. 8. Il troiano Enea, in seguito alla distruzione della sua città, fu spinto da una tempesta sulla costa africana, dove venne accolto ospitalmente dalla regina Didone. 9. Piero è stato scelto dai suoi compagni come rappresentante di classe, perché è da loro considerato un ragazzo affidabile e convincente.
22. Fai l’analisi logica, con lo schema delle reggenze, delle frasi, attive e passive.
1. Un povero vedovo aveva un figlio di nome Candido. 2. Egli possedeva per tutta fortuna un campicello e tre buoi. 3. A otto anni Candido, che era un bimbo sveglio e intelligente, disse al padre: “Vorrei andare a scuola”. 4. Con il danaro ricavato dalla vendita di uno dei due buoi, Candido fu mandato a scuola. 5. Il bambino imparava velocemente e i maestri erano sbigottiti dalla sua intelligenza. 6. Quando seppe leggere e scrivere, si mise per il mondo alla ricerca di un lavoro. 7. Per via incontrò un signore a cavallo che fu incuriosito da Candido. 8. Il signore fu impressionato dalla loquela e dall’acume del bambino. 9. Nessun lavoro venne considerato dal signore degno di un simile ragazzo e Candido proseguì il suo viaggio.
23. Scrivi un testo avente come titolo “Vita di città, vita di mare” che contenga almeno dieci frasi passive, di cui cinque con il complemento di causa efficiente e cinque con il complemento d’agente.
2. FRASE RIFLESSIVA
1. Trasforma le frasi costruite intorno a un verbo transitivo attivo in frasi riflessive, cambiando il complemento oggetto. Poi fai l’analisi morfosintattica e logica di entrambe.
La mamma lava i piatti. La mamma si lava.
1. Le bambine pettinano le bambole. 2. I medici curano i pazienti. 3. La mamma veste Elena con eleganza. 4. Il costumista trucca l’attore per lo spettacolo. 5. Ogni giorno Paolo cambia vestito. 6. Il professore stima i suoi allievi.
2. Trasforma le frasi dell’esercizio precedente (attive e riflessive) in frasi contenenti un verbo di tempo composto. Osserva l’ausiliare: cosa gli succede?
La mamma ha lavato i piatti. / La mamma si è lavata.
3. Trasforma i pronomi personali di forma atona (mi, ti, ci…) in pronomi personali di forma tonica (me, te…). Se il pronome è complemento oggetto, scrivi accanto al verbo: riflessivo; se è complemento di termine, scrivi a fianco al verbo: riflessivo indiretto.
Mi concedo un po’ di riposo. a me c. di termine riflessivo indiretto
La mamma si pettina. sé stessa c. oggetto riflessivo
Vi siete procurati i pezzi di ricambio per la vostra auto?
Che vanitosa Elisabetta! Si guarda sempre allo specchio.
Noi ci riteniamo degli abili sciatori.
Cambiati quella maglietta macchiata!
Continuo a interrogarmi: avrò fatto la cosa giusta?
Maria si cuce i vestiti da sola.
L’orso si gratta la schiena sfregandola contro l’albero.
Pulitevi le scarpe prima di entrare!
Preparati che dobbiamo uscire a cena.
4. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, che contengono verbi riflessivi e riflessivi indiretti.
1. Un polpo in fase di attacco diviene sempre più scuro, allarga i tentacoli e si porta più in alto rispetto al rivale. 2. Con la sua lingua-proiettile il camaleonte si procura tutto il cibo necessario. 3. I corvi della Nuova Caledonia si procurano il cibo così: afferrano i rametti con il becco e con essi estraggono le larve di insetto dalle fessure negli alberi o da altri buchi nel suolo. 4. I ricercatori grazie a trasmettitori satellitari hanno seguito trentaquattro megattere nel corso della loro migrazione tra la Nuova Caledonia, dove si riproducono, e le acque dell’Antartico, dove si nutrono. 5. Le tarantole si mimetizzano durante le caccie notturne grazie al loro colore blu. 6. Dove se ne sono andati tutti i pinguini delle Crozet Islands, nell’Oceano Indiano meridionale? In realtà non sono scomparsi, ma si stanno procurando cibo in luoghi molto più distanti rispetto agli altri anni, mettendo in pericolo la loro resistenza e quindi la loro vita. 7. Con meno cibo a disposizione, i bombi si sono adattati a succhiare il nettare da una più ampia gamma di piante, operazione facilitata da lingue più corte e meno “specializzate”. 8. I beluga, grossi cetacei bianchi diffusi nei mari freddi, mostrano in cattività una certa predilezione per la musica e per l’interazione con l’uomo. In diverse occasioni, potendo scegliere se rintanarsi in un anfratto nascosto o avvicinarsi a un musicista intento a suonare una “serenata”, hanno scelto quest’ultima opzione. Alcuni esemplari si sono persino mossi “a tempo”, dimostrando di udire le note. 9. La farfalla si è spinta con audacia fino alla zampa del felino per posarsi tra i suoi artigli, incurante del pericolo di una zampata. Il leone, che si stava godendo un bagno di sole pomeridiano, non ha battuto ciglio e anzi si è mostrato molto interessato alla nuova arrivata. Frasi tratte e adattate da www.focus.it
5. Delimita le frasi che compongono il brano con due barrette, poi per ogni frase riconosci i sintagmi e fai lo schema delle reggenze.
Gli elefanti barriscono, i leoni ruggiscono, e le giraffe? Per anni, le più alte della savana sono state considerate insolitamente silenziose, salvo qualche “grugnito” occasionale. Era stato persino ipotizzato che il lungo collo non permettesse il passaggio di aria a sufficienza nella trachea per la vibrazione delle corde vocali. Ora, dopo aver analizzato 938 ore di suoni emessi da questi animali, registrati in tre diversi zoo, gli scienziati dell’Università di Vienna hanno cambiato idea. Le giraffe comunicano, eccome! Solo che lo fanno di notte, e con un suono a bassa frequenza che l’uomo può udire a stento: un richiamo simile al rumore di un uomo che russa, alla frequenza di 92 Hz, al limite della soglia udibile dal nostro orecchio (e che infatti, gli addetti degli zoo non avevano mai sentito).
L’ipotesi è che questi animali, che hanno una vista molto acuta e di giorno comunicano con segnali visivi, di notte vogliano mantenersi vicini senza attirare l’attenzione dei predatori. E se il buio ostacola la vista, non impedisce però di mugugnare. Il prossimo passo sarà capire a quali comportamenti questi versi siano legati: per farlo occorrerà filmare gli animali con telecamere notturne.
Tratto da www.focus.it
3. ALTRE FRASI COSTRUITE CON VERBI PRONOMINALI
1. Scrivi una frase per ognuno dei verbi intransitivi pronominali dell’elenco.
LAMENTARSI · STANCARSI · ADDOLORARSI · RALLEGRARSI · ADDORMENTARSI · ACCORGERSI · VERGOGNARSI · STUPIRSI · DEDICARSI · ANNOIARSI
2. Riconosci, confrontando le frasi a coppie, quando il verbo evidenziato è transitivo e quando è intransitivo pronominale, sottolineandoli in modi diversi. Rendi ragione della tua scelta.
1. Puoi avvicinarmi la zuccheriera, per piacere? // Se ti avvicini ti sento meglio. 2. Quello spettacolo, che voleva essere comico, ha commosso tutti. // Ti commuovi per così poco? 3. Mi meraviglio dei tuoi risultati! // I tuoi risultati mi meravigliano. 4. Il cielo stellato ha stupito l’uomo in ogni tempo. // L’uomo in ogni tempo si è stupito di fronte al cielo stellato. 5. Hai inutilmente complicato il procedimento di risoluzione del problema. // Quando si diventa grandi, la vita si complica 6. Dai, fatti avanti! // Oggi è il mio compleanno, fammi gli auguri!
3. Scrivi una frase per ognuno dei verbi dell’elenco che esprima un’azione reciproca.
Salutare Giulio e Michele si salutano sempre da buoni amici.
COMBATTERE · AMARE · PERDONARE · GUARDARE · SCRIVERE · TELEFONARE · INCONTRARE · STIMARE · SCAMBIARE · INSULTARE
4. Riconosci i complementi d’interesse e i verbi intransitivi pronominali, evidenziandoli con colori diversi.
1. Che sete! Ora mi bevo un bicchiere di Coca-Cola. 2. Mi rincresce sapere che non sei stato promosso. 3. Lucia si commuove spesso. 4. Renzo se ne uscì triste e consolato. 5. Non devi prendertela così per una simile facezia! 6. Elena si era emozionata al punto da non riuscire a trattenere le lacrime. 7. Il mio Giovanni è così cagionevole: spero che non mi prenda un’altra volta il raffreddore. 8. Mi sono comprato l’ultimo CD del mio cantante preferito. Ora me lo ascolto in santa pace. 9. Affrettatevi, altrimenti non arriverete in tempo. 10. Se la mia gatta si prendesse più a cuore i suoi cuccioli, non le si ammalerebbero così facilmente.
5. Colloca nella tabella i verbi in corsivo in base al loro valore.
1. “Siete a posto molto bene, qui” osservò con voce acuta il vecchio Woodifield; e, nel dir questo, si sporse dall’ampia poltrona di cuoio verde presso la scrivania del suo amico, il direttore, come un bimbo si sporge dalla carrozzina. Non aveva altro da dire; era tempo che se ne andasse. Ma non voleva andarsene. Da quando si era ritirato, dal giorno che aveva avuto… quell’attacco di cuore, la moglie e le figlie lo tenevano chiuso in casa tutta la settimana, eccetto il martedì. 2. È proprio vero che l’uomo si aggrappa ai suoi ultimi piaceri come l’albero alle sue ultime foglie. E così il vecchio Woodifield, invece di muoversi, continuava a rimanersene lì, di fronte all’amico. 3. Vuotò il suo bicchiere d’un sorso, trasse di tasca il fazzoletto, si asciugò frettolosamente i baffi e lanciò un’occhiata al vecchio Woodfield, che stava centellinando il suo whisky. 4. “Ecco di che si trattava” disse sollevandosi sulla poltrona. “Mi pareva che potesse interessarvi. Le ragazze sono state in Belgio la settimana scorsa a dare un’occhiata alla tomba del povero Reggie e si sono imbattute per caso in quella del vostro figliolo”. 5. La porta si chiuse: il direttore riattraversò con passi fermi e pesanti il tappeto a colori vivaci, lasciò cadere il suo corpo massiccio su una poltrona e, chinatosi in avanti, si prese il viso tra le mani. Voleva, aveva l’intenzione, s’era proposto di piangere… 6. Come altrimenti si sarebbe tanto affaticato, si sarebbe tanto sacrificato, avrebbe continuato a lavorare tutti quegli anni, se non fosse stato nella speranza che il figlio dovesse prendere il suo posto? 7. Sei anni fa, sei anni… Come passa veloce il tempo! Avrebbe potuto essere ieri. Il direttore si tolse le mani dal viso; era stordito, gli pareva che vi fosse in lui qualche cosa d’anormale… Decise d’alzarsi e di dare un’occhiata alla fotografia del ragazzo. 8. Quindi vi fu una pausa, durante la quale la mosca parve alzarsi sulle punte delle zampine e si provò a spiegare prima un’ala e poi l’altra. Vi riuscì, alla fine, e allora, sedutasi, cominciò, come un minuscolo gatto, a pulirsi il viso. È probabile che le sue zampine anteriori avessero ormai cominciato a strofinarsi, leggermente e piene di contentezza. L’orrendo pericolo era passato; se l’era cavata; poteva riprendere a vivere. Frasi tratte da K. Mansfield, La mosca
Riflessivo
Riflessivo indiretto
Intransitivo pronominale
Reciproco
Verbo reggente un complemento d’interesse
6. Riconosci nel brano e sottolinea con colori diversi i verbi riflessivi indiretti, intransitivi pronominali, reciproci.
C’era una volta, molti anni fa - se in Persia o in India non so bene - un sovrano potente, malvagio e crudele che aveva messo a ferro e fuoco tutti i paesi circostanti. Il suo visir era ancora più sanguinario e falso di lui, e si chiamava Agar. Dopo aver vinto e sottomesso tutte le popolazioni vicine, il despota si guardò intorno e si ricordò che lontano, lontano tra le montagne c’erano alcuni barbari staterelli che non aveva ancora conquistato; non avrebbe più dormito sonni tranquilli finché anch’essi non fossero stati sottomessi alla sua possente volontà. D’altra parte, intraprendere una campagna su quei monti impervi gli avrebbe arrecato perdite e affanni, ed egli rimase a lungo incerto se impegnarsi a inviare i suoi eserciti fin lassù. Intervenne Agar che gli disse: “Non sacrificare tante vite umane, tanti cavalli e tante armi per battere quelle tribù selvagge: lascia che si annientino a vicenda”. Il sovrano gli domandò come doveva fare. “Bene - continuò Agar - ora te lo dirò. Devi inviare un messaggio a ogni re delle tribù montane, nel quale dichiarerai loro che non solo non intendi far loro guerra, ma che addirittura vuoi allearti a loro. A suggello di questo patto inviterai nella tua città i primogeniti dei re di tutte le tribù… Ma durante i festeggiamenti accadrà un imprevisto: quando i principi delle montagne si presenteranno con i loro seguiti dinanzi al trono, dal luogo in cui si troveranno questi ospiti e i loro accompagnatori partirà una freccia; sarà scoccata verso di te, ma andrà a conficcarsi nella parete alle tue spalle. A questo punto esigerai che i principi ti consegnino il colpevole perché tu possa farlo mettere a morte, e aggiungerai che se invece ostacoleranno la giustizia saranno tutti condannati. Nessuno sarà disposto ad addossarsi la responsabilità di quel gesto, e pur di aver salva la vita si incolperanno tutti a vicenda… quelle popolazioni ti risparmieranno la briga di annientarle, eliminandosi tra loro”.
I VALORI DEL SI
7. Riconosci il valore di ciascun si collegandolo con una freccia alla denominazione corrispondente.
a. Si perde il proprio se si appetisce l’altrui. Si passivante
b. Non si crede mai a colui il quale si è fatto conoscere per un inganno, neanche se dicesse la verità.
c. Chi si affida all’uomo malvagio per venirne protetto, cerca aiuto ma trova la propria rovina. Si riflessivo
d. A volte, quando lo si mette alla prova, ciò che si è disprezzato risulta più utile di ciò che si è lodato.
e. Nessuno si arma mai troppo contro i potenti. Si impersonale
f. Gli sciocchi, il più delle volte, quando tentano di fare dello spirito, feriscono gli altri con ironia grossolana e si mettono in serio pericolo.
Le frasi sono massime di Fedro
8. Riconosci e sottolinea tutti i verbi di modo finito e poi analizzali come nell’esempio.
Pareva = verbo parere, modo indicativo, tempo imperfetto; III persona singolare; attivo, intransitivo.
In quel mentre che il povero Pinocchio impiccato dagli assassini a un ramo della Quercia grande, pareva ormai più morto che vivo, la bella Bambina dai capelli turchini si affacciò daccapo alla finestra, e impietositasi alla vista di quell’infelice che, sospeso per il collo, ballava il trescone alle ventate di tramontana, batté per tre volte le mani insieme, e fece tre piccoli colpi.
A questo segnale si sentì un gran rumore di ali che volavano con foga precipitosa, e un grosso falco venne a posarsi sul davanzale della finestra.
“Che cosa comandate, mia graziosa Fata?” disse il Falco abbassando il becco in atto di reverenza (perché bisogna sapere che la bambina dai capelli turchini non era altro, in fin dei conti, che una buonissima Fata, che da più di mill’anni abitava nelle vicinanze di quel bosco).
“Vedi tu quel burattino attaccato penzoloni a un ramo della Quercia grande?”
“Lo vedo”.
“Orbene, vola subito laggiù: rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull’erba a piè della Quercia”.
9. Riconosci e sottolinea tutti i verbi di modo finito e poi analizzali come nell’esempio dell’esercizio precedente.
“Quel burattino lì” seguitò a dire il Grilloparlante, “è una birba matricolata…”.
Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito.
“È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo”.
Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli.
“Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!”
A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e di singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, allorché sollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio.
“Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione”, disse solennemente il Corvo.
“Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega - soggiunse la Civetta - ma per me, quando il morto piange è segno che gli dispiace morire”.
Brani tratti da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio
10. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, dettagliata per i verbi.
Il nostro cammino/ era rischiarato / dalla luna // perciò / non ci spaventammo.
Il nostro cammino
era rischiarato
dalla luna
SN soggetto
SV predicato verbale
SP complemento di causa efficiente
Articolo + aggettivo + nome, maschile singolare.
Verbo rischiarare, modo indicativo, tempo imperfetto, III persona singolare, passivo.
Preposizione + articolo + nome, femminile singolare.
noi
SN soggetto implicito
Pronome personale, I persona plurale. non ci spaventammo
SV predicato verbale
Avverbio + verbo spaventarsi, modo indicativo, tempo passato remoto, I persona plurale, intransitivo pronominale, attivo.
1. Il vecchio re cominciava a pensare a una degna sposa per l’erede, quando il principe cadde nella più tetra malinconia. 2. Dapprima nessuno se ne preoccupò, ma il male diventava ogni giorno più grave. 3. La sua affabile loquacità fu sostituita da un lugubre silenzio e le labbra del principe non sorridevano più. 4. Invano il buffone di corte s’abbandonava ai suoi bizzarri lazzi; invano si indicevano feste: la sua funesta tristezza non veniva scacciata da alcunché. 5. I più famosi medici del regno furono consultati e se ne chiamarono dalle più remote contrade. 6. Lungamente medici e saggi si consigliarono, ma quel male era sconosciuto a tutti e nessuno sapeva trovarne il rimedio. 7. Si somministrarono al reale ammalato pozioni, pillole, tisane; tuttavia il suo stato di salute diveniva sempre più preoccupante. 8. In quest’angoscia un bando fu diffuso per mezzo di rapidi corrieri in ogni punto della terra. 9. Chi avesse ridato al principe la salute e l’allegria della giovinezza, avrebbe ricevuto dal re metà del suo regno.
Frasi tratte e adattate da T. Landolfi, Il principe infelice
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Rispondi alle domande relative a frase attiva e frase passiva e fai un esempio che avvalori le tue risposte.
a. Qual è la funzione del soggetto nella frase attiva? E in quella passiva?
b. Quando si può trasformare una frase attiva in frase passiva?
c. Come si fa a trasformare una frase attiva in frase passiva?
d. Quali forme può assumere il verbo passivo?
e. Che differenza c’è fra il complemento d’agente e il complemento di causa efficiente?
2. Rispondi alle domande relative alla frase riflessiva e fai un esempio che avvalori le tue risposte.
a. Con quali tipi di verbi si possono formare frasi riflessive?
b. Qual è la caratteristica principale di una frase riflessiva?
c. Come si costruisce la frase riflessiva?
d. Quando la frase è chiamata riflessiva indiretta?
e. Quali caratteristiche hanno i verbi intransitivi pronominali?
f. Può capitare che uno stesso verbo sia usato come transitivo o come intransitivo pronominale?
g. Cosa si intende per verbo reciproco?
h. Come definisci il complemento d’interesse?
i. Quanti e quali valori può assumere nelle frasi il lessema “si”?
Analisi
3. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, contenenti complementi d’agente e di causa efficiente.
1. La fatica e il piacere sono uniti da un legame naturale. 2. Non sempre riusciamo ad essere ben compresi dagli altri. 3. Vercingetorige non fu intimorito dall’imponenza dell’esercito romano. 4. Marta è stata grandemente apprezzata dalla sua amica Giulia. 5. Carlo, per quella rispostaccia, è stato sgridato dal padre. 6. Quel vetro è stato infranto da un colpo di vento. 7. Il “Mosè” è stato scolpito da Michelangelo. 8. Jim è stato pregato dal cavalier Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata affinché scrivesse la storia della loro avventura all’Isola del Tesoro. 9. Il capitano entrò con quel suo passo pesante ed era seguito dalla carriola che portava il baule. 10. Lo sconosciuto lo sospinse nella sala e lo ficcò nell’angolo dietro a sé affinché rimanessero nascosti dall’uscio aperto. 11. Nello stesso tempo sua madre, che era stata allarmata dalle grida e dallo strepito della zuffa, s’era precipitata giù per aiutarlo. 12. Gli fu risposto da una vecchia che lei era sempre stata in quei posti, e non era mai stata vista una villa né da lei né da altri. 13. L’esploratore vide un’imboccatura rotonda e oscura. Non si distingueva quasi nulla. Entrò, e subito fu colpito dalla frescura che c’era.
4. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi del brano, dettagliando l’analisi dei verbi. Molto lontano da qui, verso i confini dell’Impero della Luna, viveva un re saggio e possente che aveva un unico figliuolo. Il buon sovrano non volle trascurare niente per la sua educazione e perché un giorno potesse degnamente succedergli sul trono. Il piccino fin dalla più tenera età venne affidato alla cura di un abile precettore, uomo fra i più sapienti del reame. Fino all’età di quindici anni egli lo intrattenne con i grandi spettacoli della natura, ma quando il principe ebbe compiuta quell’età, fu rinchiuso in un vasto castello, nel quale era tenuto come un prigioniero. Sulle pareti di questo castello, in parole, in segni, in immagini erano scritte tutte le opere dei saggi e tutte le opere dei poeti. Il principe, giovanetto vivace e dotato di grande intelletto, avrebbe talvolta preferito le lunghe corse per i campi. Quando uscì di là a ventidue anni si poteva dire di lui che avesse superato il suo vecchio maestro in sapienza. Si può dire che nel mondo intero nessuno gli stava al pari. Da ogni parte venivano a lui, così giovane, saggi ed astrologi, poeti e innamorati; ciascuno voleva consigliarsi con lui circa un suo affare, una sua speranza. A tutti il giovane principe forniva qualche lume, per tutti aveva una buona parola, perciò la sua fama sempre più si spande-
va nel mondo. E poiché la sapienza è fonte di gioia, i suoi alti pensieri non gli toglievano nulla dell’allegria e della vivacità proprie della giovinezza.
Tratto da T. Landolfi, Il principe infelice
5. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, dettagliando sempre l’analisi del lessema “si”.
1. Noi abbiamo ora un unico intento come buoni amici che non si odiano più. 2. Luca si sta agghindando perché vuole apparire il più attrezzato per la caccia. 3. Con questo bel tempo Andrea se ne sta chiuso in casa? 4. Mario era caduto in un sonno profondo e senza sogni dal quale si destò solo grazie ai raggi del sole mattutino che penetravano brillanti nella sua stanza. 5. Le faticose avventure della giornata di caccia si erano concluse con un ultimo drammatico imprevisto, ma il signor Pick non si scompose. 6. Quando il cacciatore premette il grilletto del fucile si accorse che si era dimenticato della cartuccia. 7. Il signor Pick e i suoi amici si congratulavano a vicenda per l’ottimo risultato della caccia. 8. Prima della cena, gli amici si cambiarono i vestiti e durante la cena si scambiarono i complimenti. 9. Nessuno si riteneva insoddisfatto per il bottino di caccia, anche se qualcuno si era dovuto accontentare di un paio di fagiani.
PER APPROFONDIRE
Scrittura
6. Usa i sintagmi proposizionali dell’elenco come complementi d’agente per scrivere frasi passive, poi trasformale in frasi attive.
DAL NONNO · DA PARTE DEL MAESTRO · DAL PRESIDE · DA CHI? · DAGLI ALUNNI · DA TE
7. Usa i sintagmi proposizionali dell’elenco come complementi di causa efficiente per scrivere frasi passive, poi trasformale in frasi attive.
DALLA TV · DA UN DISCORSO · DA UN INCENDIO · DAL SONNO · DAL CAVALLO FAVORITO · DA PROFONDA AMMIRAZIONE
8. Scrivi delle frasi utilizzando le coppie di verbi, una volta usati come transitivi, la seconda come intransitivi pronominali.
ACCOSTARE/ACCOSTARSI · RICORDARE/RICORDARSI · SBAGLIARE/SBAGLIARSI · ABBATTERE/ABBATTERSI · ALZARE/ALZARSI · ANNOIARE/ANNOIARSI · MERAVIGLIARE/MERAVIGLIARSI · SPAVENTARE/SPAVENTARSI · TRATTENERE/TRATTENERSI
9. Descrivi ciascuna delle quattro scene illustrate con due testi, facendo prevalere nel primo frasi attive, nel secondo frasi passive.
Argomentazione
10. Completa le affermazioni con un ragionamento.
La frase “Pietro corre nel parco” non può essere trasformata in frase passiva perché… il verbo correre è intransitivo, cioè non esprime un’azione che si dirige su un oggetto il quale diventerebbe soggetto in una frase passiva.
a. La frase “In America si festeggia il giorno del ringraziamento” pur essendo passiva non può essere completata da un complemento d’agente perché…
b. La frase “Luca si vergogna di parlare in pubblico” non è riflessiva perché…
c. Definiamo riflessiva la frase “A Carnevale mi travestirò da strega” perché…
d. Se la frase “Antonio e Maria si stimano” fosse riflessiva significherebbe… , se invece il verbo fosse reciproco significherebbe…
e. La frase “Quasi quasi mi mangio un bel gelato” non è riflessiva bensì… , infatti…
f. Il verbo alzare può essere usato transitivamente o come intransitivo pronominale, infatti…
11. Spiega, a partire dall’immagine, la differenza tra frase attiva e passiva ai fini della comunicazione.
12. Spiega, confrontando le immagini, la differenza tra frase attiva e frase riflessiva.
, a partire dall’immagine, il valore dei verbi reciproci.
14. Spiega, confrontando le immagini, la differenza tra riflessivo e riflessivo indiretto.
Spiega, a partire dall’immagine, la funzione del complemento d’interesse.
7. IL SINTAGMA PREPOSIZIONALE STRUTTURA E FUNZIONI
1. LA PREPOSIZIONE
1. Riconosci le preposizioni. Poi indica se introducono un sintagma preposizionale (SP) o un sintagma verbale (SV) sottolineandoli con modalità diverse. L’esercizio è avviato.
Un leone, ormai vecchio, era incapace di procurarsi il cibo con le proprie forze. Per poter sopravvivere pensò di ricorrere all’astuzia. Si ritirò in una caverna e, sdraiatosi, finse di essere infermo. Così poteva assalire e divorare tutti gli animali che andavano a fargli visita. Ne aveva già mangiati un buon numero, quando gli si presentò la volpe, che, venuta a conoscenza dell’inganno, si fermò a distanza dalla caverna e prese e domandargli come stava di salute.
–Male! –rispose il leone e le chiese per quale motivo non entrava.
–Io entrerei –rispose la volpe– se non vedessi tante orme di animali che entrano e nessuna di animali che escono. Anche gli uomini accorti, da piccoli indizi, sanno prevedere il pericolo ed evitarlo.
2. Scrivi il maggior numero di frasi possibili inserendo preposizioni adeguate nelle coppie di parole.
Mario – motorino → Mario va sul motorino; Il motorino di Mario va veloce…
QUADERNO · CARTELLA // OCCHIALI · TELEVISIONE // LADRO · REFURTIVA
3. Osservando le frasi da te composte nell’esercizio 2, prova a spiegare come, cambiando la preposizione, cambia il legame tra le parole delle varie coppie di parole.
Mario va sul motorino: “sul” fa capire che Mario usa come mezzo di trasporto il motorino. Il motorino di Mario va veloce: “di” fa capire che il motorino appartiene a Mario…
4. Inserisci le preposizioni semplici o articolate che ritieni opportune per legare tra loro le parole delle coppie.
a. gioia vivere vivere gioia
b. stanza bagno bagno stanza
c. fiori vaso vaso fiori
d. latte cioccolato cioccolato latte
e. pietra pozzo pozzo pietra
f. fette salame salame fette
g. cane guinzaglio guinzaglio cane
h. anello diamante diamante anello
i. città fiume fiume città
j. forno legna legna forno
k. capelli vento vento capelli
l. barca vela vela barca
5. Nel brano sono state omesse tutte le preposizioni semplici o articolate. Riscrivi il brano collocando al posto giusto le preposizioni mancanti.
Mio padre leggeva ogni giorno la Neue Freie Presse ed era sempre un momento solenne quando spiegava lentamente il giornale. Non appena cominciava leggere, non aveva più un solo sguardo me, sapevo che nessun caso mi avrebbe risposto; anche la mamma non gli faceva domande, neppure tedesco. Io tentavo scoprire che cosa lo avvincesse tanto quel giornale; principio pensavo che fosse l’odore e quando ero solo e nessuno mi vedeva, mi arrampicavo sua poltrona e annusavo avidamente le pagine. Ma poi mi accorsi che leggere lui muoveva lentamente la testa destra e sinistra lungo il foglio, e provai imitarlo standogli dietro le spalle, senza avere davanti agli occhi la pagina che egli invece teneva le mani, posata tavola, mentre io dietro di lui giocavo pavimento. Una volta un visitatore che era appena entrato lo chiamò, lui si voltò scatto e mi colse mimare i movimenti una immaginaria lettura. Allora, prima ancora occuparsi visitatore, si rivolse me e mi spiegò che la cosa importante erano le lettere, tutte quelle minuscole lettere cui puntava il dito. Presto le avrei imparate anch’io, mi promise, e quel modo risvegliò me una sete inestinguibile lettere alfabeto.
Tratto da E. Canetti, La lingua salvata
6. Riconosci le preposizioni articolate presenti nelle frasi. Fai attenzione a non confonderle con altre parti del discorso omografe.
1. Dai retta a me: chi persevera ottiene. 2. Sta arrivando il bel tempo, occorre tirare giù dagli armadi i vestiti primaverili. 3. Pietro ti sta chiedendo aiuto, dagli una mano! 4. Il Cavaliere Verde trattenendo il suo braccio fermò la lama non appena essa ebbe sfiorato il collo di ser Galvano. 5. Fin dalle prime settimane di vita i neonati riconoscono la voce della loro madre. 6. Non essere impaziente con Fiorella, dalle tempo e vedrai che svolgerà il lavoro in modo preciso.
7. Inserisci nelle frasi le preposizioni improprie e le locuzioni preposizionali mancanti.
a. Il sole scompare le cime dei monti.
b. Un contadino aveva un affare importante da sbrigare e continuava ad andare la pioggia e il vento.
c. La mamma si sdraiò suo bambino che si lamentava.
d. la malattia gli dovette somministrare una medicina amara.
e. Il piccolo, le promesse e gli incoraggiamenti della mamma, non riusciva ad ingoiarla.
f. Finalmente, ripetuti tentativi, baci carezze e zuccherini sconfissero l’amaro. E il bimbo guarì.
g. Abbiamo camminato le rive di un ruscello di montagna.
h. gli ecologisti si tratta ormai di provvedimenti tardivi.
i. maltempo i voli aerei sono sospesi.
j. Il signor Giovanni ha perso il controllo dell’auto ed è finito un albero.
k. Parla pure esitazione.
l. Quando piove i bambini giocano casa e, le raccomandazioni della mamma, mettono tutto in disordine.
m. un buon impianto di climatizzazione non abbiamo sofferto il caldo afoso il viaggio da Roma a Firenze.
n. Paolo guardava la televisione in soggiorno suo fratello.
8. Le parole sottolineate possono funzionare come aggettivi, come preposizioni o come avverbi: dopo aver riconosciuto i sintagmi che compongono le frasi, scrivi il diverso valore di ognuna di esse.
Un lungo corteo / si snodava / lungo le vie / della città. SN SV SP SP aggettivo preposizione
1. Debbo scendere alla prima fermata dopo piazza Cavour. 2. Per poter entrare occorre prima ottenere l’autorizzazione. 3. Verrò a salutarti prima della tua partenza. 4. Prima di parlare pensa bene a quel che devi dire. 5. Non posso procedere oltre, il cammino mi ha spossato. 6. Ci siamo seduti sotto un albero. 7. Vieni su e smetti di fare i capricci. 8. Non posso spendere oltre i venti euro. 9. Sono spiacente, il dottore è fuori ufficio.
9. Scrivi delle frasi in cui le parole proposte funzionino come indicato. Tema: “La palestra”.
Vicino Secondo Dietro
Aggettivo Aggettivo
Preposizione
Preposizione Preposizione Avverbio Avverbio
Dopo Oltre
Lontano
Preposizione Preposizione Aggettivo Avverbio Avverbio Preposizione Congiunzione Avverbio
10. Riscrivi le frasi sostituendo le locuzioni preposizionali sottolineate con preposizioni semplici, o articolate, improprie, rispettando il più possibile il significato di partenza.
In capo a tre ore avrò finito il lavoro Fra tre ore avrò finito il lavoro.
1. L’aquilone è volato in cima all’albero. 2. Viaggeremo insieme ai nostri professori. 3. Non puoi sempre arrivare in ritardo: sai che ceniamo prima delle otto. 4. La mia camera da letto è in fondo al corridoio. 5. Riguardo al problema dell’inquinamento il Comune di Torino sta prendendo seri provvedimenti. 6. In vista di una buona promozione devi applicarti con maggiore decisione. 7. La nonna accanto al caminetto racconta alla nipotina le favole antiche.
11. Scrivi delle frasi che contengano le locuzioni preposizionali elencate.
A FORZA DI · IN FORZA DI · PER MEZZO DI · GRAZIE A · IN VIRTÙ DI · FUORI DI · ALL’INTERNO DI · RISPETTO A · IN BARBA A · ALLA FACCIA DI · IN VISTA DI · ALLA VOLTA DI · PRIMA DI · IN SEGUITO A · A CAUSA DI · INSIEME CON (INSIEME A) · IN COMPAGNIA DI
2. FUNZIONI LOGICHE DEL SINTAGMA PREPOSIZIONALE
I PRINCIPALI
COMPLEMENTI INDIRETTI
1. Esplicita l’informazione che il sintagma preposizionale dà a seconda che sia introdotto dalle preposizioni di, a, da, con, per.
Bottiglia di vino = indica il contenuto della bottiglia
Bottiglia da vino = indica la destinazione della bottiglia
a. Tazza di caffè
b. Tazza da caffè
c. Lima di ferro
d. Lima da ferro
e. Piatto di pesce
f. Piatto da pesce
g. Dolce alla crema
h. Dolce con la crema
i. Cappello del prete
j. Cappello da prete
k. Vestito da sposa
l. Vestito per la sposa
m. Pianta del giardino
n. Pianta da giardino
2. Riconosci il sintagma preposizionale e scrivi a fianco il suo valore
Ho giocato con Paolo = indica in compagnia di chi ho giocato
a. Qui si fanno i pasticcini con la crema
b. È un bastone da passeggio
c. Il pacco è legato con uno spago
d. Mi piacciono le persone con gli occhi azzurri
e. Il nonno è uscito col cane
f. Non si può lavorare con questo fracasso
g. Il libro è rilegato in pelle
h. Abito in campagna
i. Vorrei andare in America
j. Corro in bicicletta
k. Ti aspetto per le sei
l. Devi lottare per la vittoria
m. Sono sudato per lo sforzo
n. Luca si adopera per gli amici
o. Vieni da me
p. Sono passato da Genova
3. Scrivi delle frasi in cui la preposizione di introduca sintagmi preposizionali che diano le seguenti informazioni:
a. contenuto
b. appartenenza
c. proprietà
d. causa
e. luogo
4. Scrivi delle frasi in cui le locuzioni preposizionali introducano sintagmi preposizionali che diano le seguenti informazioni:
a. luogo
b. compagnia
c. tempo
d. argomento
e. scopo
f. strumento
5. Completa le frasi con sintagmi preposizionali complemento.
L’erba (+ SP) è verde. L’erba del prato è verde.
1. Un uccellino si è posato (+ SP) (+ SP). 2. (+ SP) vedo le stelle. 3. Nutro seri sospetti (+ SP) (+ SP). 4. Il nemico (+ SP) attacca (+ SP). 5. Piove (+ SP). 6. L’uomo (+ SP) parla (+ SP). 7. Il gatto (+ SP) miagola (+ SP). 8. Il nonno (+ SP) riposa (+ SP). 9. (+ SP) Giovanni andrà (+ SP).
6. Riconosci i sintagmi che formano le frasi e fai lo schema delle reggenze, come nell’esempio.
Il professore / di storia / ha spiegato / la Rivoluzione Industriale / in Inghilterra / in modo approfondito.
Il professore ha spiegato SN soggetto predicato verbale
di storia la Rivoluzione Industriale in modo approfondito SP complemento SN complemento oggetto SP complemento in Inghilterra SP complemento
1. Sono andato dagli zii di Napoli. 2. Hai visitato la mostra degli Impressionisti russi? 3. Mario è goloso di gelato alla crema. 4. Vieni in casa, // e non fare capricci inutili. 5. Luca gioca col suo trenino, // che gli è stato regalato a Natale dai nonni. 6. C’era, fuori dalle finestre, il silenzio degli orti abbandonati. 7. A mio figlio piacciono le vacanze in montagna coi nonni. 8. Il professore di matematica cercava di spiegare a Giovanni il teorema di geometria. 9. Una violenta eruzione di lava del Vesuvio distrusse la città di Pompei. 10. Figliolo, segui i consigli del maestro: // ti renderanno accorto. 11. Tutto il borgo è costruito intorno alla chiesa, // che sembra una madre circondata dai suoi piccoli.
FUNZIONE: INDICARE IL DESTINATARIO
Complemento di termine
7. Completa le frasi con un complemento di termine. A volte sono necessari i pronomi.
1. è riuscito gradito lo spettacolo di burattini. 2. Annibale giurò odio eterno
3. Fu vietato l’accesso allo stadio 4. L’imperatore Caracalla concesse la cittadinanza romana dell’Impero. 5. Il professore ha spiegato il complemento di termine. 6.
Dio ha concesso la ragione, l’istinto 7. I fedeli innalzano preghiere 8. piacciono tantissimo i libri di Salgari; per il suo compleanno voglio regalare il Corsaro Nero. 9. Gianni ha donato un fiore e ha detto che vuole bene. 10. Manovrava la ruota del timone, scrutava il mare dinanzi a sé, dava ordini 11. Il mio bambino ha recitato una breve poesia . 12. comunicherò la bella notizia? 13. Questo anellino si adatta ; lo vorrei regalare.
8. Riconosci se i pronomi atoni mi, ti, si, ci, vi sono complemento di termine o complemento oggetto.
1. Mi hai detto una bugia. 2. Ieri non ti ho visto. 3. Ci hanno donato un libro. 4. Mario si considera un esperto. 5. Chi potrebbe aiutarci? 6. Il professore ci incoraggia 7. Prometto di scrivervi. 8. Chi potrà esserci ostile? 9. Siamo contenti di accompagnarvi.
9. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi preposizionali elencati svolgano la funzione di complemento di termine. AL NONNO · AL PRESIDE · LE · AI TUOI AMICI · MI · AL PORTINAIO · A CHI? · A TUTTI
10. Scrivi delle frasi in cui i nomi accoppiati compaiano uno come soggetto e uno come complemento di termine.
BAMBINI /TORTA; MAIALI/GHIANDE; CACCIATORI/UCCELLI; DAVIDE/GOLIA; SOLDATI/BANDIERA; VINO/BEVITORI; BUON CITTADINO/LEGGI; SCOLARO/LEZIONE; PIOGGIA/CAMPI; PELLICCE/SIGNORE
11. Riconosci il complemento di termine. Attenzione ai pronomi atoni.
1. “Se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola e per amore o per forza mi toccherà studiare”. 2. Intanto cominciò a farsi notte e Pinocchio, ricordandosi che non aveva mangiato nulla, sentì un’uggiolina allo stomaco, che somigliava moltissimo all’appetito. 3. “Il Grillo-parlante aveva ragione. Ho fatto male a rivoltarmi al mio babbo e a fuggire di casa… Se il babbo fosse qui ora non mi troverei a morire di sbadigli!” 4. Quand’ecco gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco che somigliava tutto a un uovo di gallina. 5. In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto, perché non si sa mai quel che ci può capitare. I casi son tanti. 6. “Vi prometto, babbo, che imparerò un’arte e che sarò il bastone e la consolazione della vostra vecchiaia”
Frasi tratte da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio
12. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di termine.
Cicerone / scrisse / lettere tenerissime / alla moglie Terenzia.
Cicerone SN soggetto Nome proprio; maschile singolare.
scrisse SV predicato verbale Verbo scrivere, indicativo, passato remoto; III persona singolare, attivo.
lettere tenerissime SN complemento oggetto Nome + aggettivo; femminile plurale.
alla moglie Terenzia SP complemento di termine
Preposizione + articolo + nome + nome proprio; femminile singolare.
1. Dirò tutto alla mamma. 2. Agamennone, fratello di Menelao, arrecò offesa al sacerdote Crise. 3. Il valoroso eroe greco Achille chiese a Teti, la dea del mare, delle nuove armi. 4. Certe costruzioni antiche appaiono grandiose anche a noi. 5. Il ricorso alla violenza è sempre deprecabile. 6. La lettera è ritornata al mittente. 7. I partecipanti all’assemblea uscirono soddisfatti. 8. Le rondini portano insetti ai rondinotti. 9. Il Presidente della Repubblica ha portato una corona al Milite ignoto.
Complemento di vantaggio o svantaggio, d’interesse
13. Completa le frasi con un complemento di vantaggio (o svantaggio) appropriato, usando locuzioni preposizionali (a favore di, in difesa di, a vantaggio di, nell’interesse di…).
a. Il Consiglio di Istituto ha approvato un congruo sussidio
b. Il professore era molto esigente
c. Una parola affettuosa fu pronunciata da ciascun alunno
d. Con parole pacate l’avvocato fece la sua arringa
e. Ho risparmiato una notevole somma di denaro
f. Grazie alla vostra telefonata, i pompieri intervennero rapidi
14. Riconosci il complemento di vantaggio e il complemento di interesse.
1. Si è appena aperta una sottoscrizione di offerte per il popoli in via di sviluppo. 2. Dopo l’alluvione nella zona di Longarone il governo ha varato dei provvedimenti in favore degli abitanti. 3. Come mi sta la piccola Cecilia? Nulla mi importa più della sua serenità. 4. L’oratore Lisia scrisse un famoso discorso contro Eratostene. 5. Non mi ti far bocciare all’esame, mi raccomando. 6. La lotteria per i poveri della parrocchia assegnerà al primo estratto una bella moto di marca. 7. Le ricchezze non giovano affatto all’avaro che non le accumula per sé, ma per i suoi eredi. 8. Perché mi trascuri lo studio della matematica, di cui conosci bene l’utilità? 9. Anche Gino fa il tifo per la mia squadra.
15. Riconosci i complementi di termine e di vantaggio.
1. Buck non leggeva i giornali, altrimenti avrebbe saputo quali guai si stavano preparando per lui e per ogni cane di grossa taglia, con muscoli forti e pelliccia calda e spessa. 2. Il retro era ancora più spazioso; vi erano grandi stalle cui accudivano una dozzina di mozzi e stallieri, file di cassette per la servitù coperte di rampicanti, una schiera interminabile e ordinata di dipendenze, lunghi pergolati, pascoli verdi, frutteti e aiuole di fragole. 3. Vi erano poi i fox terrier, almeno una ventina; urlavano minacce terribili a Toots e Ysabel che li guardavano dalla finestra. 4. La caccia e altri divertimenti simili all’aria aperta gli avevano impedito di ingrassare e sviluppato una forte muscolatura; l’amore per l’acqua era per lui, come per tutte le razze allenate al freddo, un tonico e una protezione per la salute. 5. Stordito, con un dolore terribile alla gola e alla lingua, mezzo morto, Buck cercava di tener testa ai suoi aguzzini, ma venne ripetutamente gettato a terra e mezzo soffocato, finché quelli riuscirono a limare e a togliergli il pesante collare di ottone; poi gli tolsero anche la fune e lo gettarono in una cassa da imballaggio simile a una gabbia. 6. “Altri aguzzini”, pensò Buck vedendo quegli individui dall’aspetto losco, cenciosi e scarmigliati, e si volse furioso contro di loro al di là delle sbarre. 7. Per due giorni non mangiò né bevve, e in questo lungo periodo di tortura accumulò una tale carica di odio che presagiva male per il primo che gli fosse capitato davanti. Frasi tratte da J. London, Il richiamo della foresta
16. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi che esprimono il destinatario.
1. Quello sembrava del tutto indifferente e non oppose alcuna resistenza, ma mi gettò un’occhiata minacciosa. 2. Dicemmo a quell’uomo che avremmo creato uno scandalo su quella storia. 3. Avrebbero maledetto il suo nome in tutta Londra e se avesse avuto degli amici glieli avremmo fatti perdere. 4. Qualunque gentiluomo desidera evitare le scenate. Ditemi la cifra. 5. Gli scucimmo un centinaio di sterline per la famiglia della bambina. 6. Un giorno, caro Utterson, saprai i torti e la ragione di questa faccenda. Io non posso dirteli. 7. “Ora vogliamo vedere il suo appartamento”, ci disse l’avvocato. 8. Il commesso della ditta Maw era infuriato per quel biglietto, e me l’ha tirato dietro. 9. “Questa è la calligrafia del dottore: te ne rendi conto?” “Mi sembra che le assomigli”. Frasi tratte da R. L. Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
17. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi che esprimono il destinatario e alla funzione del pronome chi (doppio o interrogativo).
1. Molti uomini di buona volontà lottano per chi soffre la fame. 2. Per chi si fanno le guerre? Vincitori e vinti ne subiscono le conseguenze nefaste. 3. A Trieste la bora soffia violenta e rappresenta un grave pericolo per le barche che sono ormeggiate in porto. 4. Chi insegnò a molti altri popoli le arti e le scienze furono i Greci. 5. Se qualcuno osa affermare ciò, parla contro il suo interesse. 6. Hai forse detto qualcosa che può danneggiare Paolo o qualcuno dei suoi amici? 7. Ognuno difenda ciò che ritiene utile al pubblico bene. 8. A chi parte verso regioni lontane la sua terra non è mai sembrata così bella. 9. Mi hai trascurato le piante che ti avevo affidato durante la mia assenza da Milano.
FUNZIONE: SPECIFICARE
Complemento di specificazione
18. Completa le frasi con un complemento di specificazione.
1. Luca è cugino 2. Il trionfo fu celebrato solennemente. 3.
Ti piace la musica 4. La nostra vicina è curiosa. 5. I negozi rimarranno chiusi il martedì pomeriggio. 6. Ugo Foscolo è l’autore 7. L’orologio era guasto. 8. L’abito era molto elegante. 9. La villa era costruita sulla collina. 10. Se l’impeto non si fosse spento, non saremmo sfuggiti alla strage. 11. La calma è una qualità . 12. La pazienza è la virtù
19. Nelle frasi la preposizione di introduce diversi complementi: sottolinea solo il complemento di specificazione.
1. La mamma è uscita di casa per comprare un etto di burro. 2. Giovanni è di intelligenza pronta. 3. Non riesco a parlare per il mal di testa. 4. Le ingiurie dei Trentini furono la causa delle lunghe ostilità tra le città di Roma e di Taranto. 5. È tipico di un animo forte non turbarsi. 6. Il contadino lavora di buona lena. 7. Gli amici di mio fratello sono simpatici. 8. Lo scultore Fidia costruì la statua di Atena nella città di Atene. 9. Ai genitori non rincresce affrontare sacrifici per amore dei figli. 10. Hai sentito le urla di quel bambino? 11. Il nome di tiranno si dava a tutti coloro che avessero preso il potere con la forza. 12. Non passare di lì: è pericoloso. 13. Il desiderio di avventura è proprio di ogni uomo. 14. Ricordo tutti i momenti della vita trascorsi con te. 15. Per la sicurezza dell’esercito a Pompeo interessava che gli accampamenti fossero rinforzati prima dell’arrivo di Cesare. 16. Quanto negli uomini è considerato immortale e divino deve essere considerato un dono di Dio. 17. Non parlo della sapienza; parlo dell’impeto dello spirito. 18. Se io avessi grandissime ricchezze, ma fossi privo della serenità dell’animo nessuno mi invidierebbe. 19. La regina degli Sciti immerse in un otre pieno di sangue la testa recisa di Ciro e disse: “Saziati di sangue, di cui fosti sempre assetato”.
20. Distingui nelle frasi se la preposizione di introduce un complemento di specificazione o un complemento verbale, sottolineandoli in modi diversi.
1. Lancillotto si era innamorato della bella principessa ed, essendo a sua volta amato, era rimasto a lungo nel castello del nord. 2. Galahd era figlio di un prode cavaliere e di una nobilissima dama. 3. L’abate che gli stava vicino domandò sorpreso: “Di quale splendore parlate, messere? Qui è tutta ombra e brillano solo quelle due piccole candele”. 4. “Nessuno lo vide mai scintillare fuorché voi: prendetelo, siete degno di questo scudo”. 5. Galahd si ricordò di quanto gli aveva detto la saggia damigella, e cioè che anche partendo per la Ricerca senza scudo, non doveva temere di nulla, perché si sarebbe provveduto per lui.
Frasi tratte da M. Milani, La ricerca del Santo Gral
21. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi prestando attenzione al complemento di specificazione. Nella colonna della sintassi indica quale tipo di rapporto intrattiene col nome da cui è retto.
I vestiti / di Maria / sono molto eleganti.
i vestiti SN soggetto
Articolo + nome; maschile plurale. di Maria SP c. di specificazione (appartenenza)
Preposizione + nome proprio; femminile singolare. sono molto eleganti SV predicato nominale
Verbo essere, indicativo presente, III persona plurale + aggettivo di grado superlativo, maschile plurale.
1. Il poeta Omero esaltò il coraggio di Achille e l’astuzia di Ulisse. 2. I Cartaginesi combatterono contro il regno dei Numidi, alleati di Roma. 3. Il piano di Annibale prevedeva la sollevazione dei popoli italici contro Roma. 4. Facciamo festa: la zia di Paola ha portato dei panini e delle bibite. 5. Il mio professore di latino ha dato a tutti dei brutti voti. 6. Una crosta di terra e di sudiciume lo copriva tutto dalla testa ai piedi. 7. Il galeone era giunto all’estremità della spiaggia, dove iniziava una zona di dune sabbiose. 8. Era stata un’allucinazione, un prodotto della sua mente malata.
Complemento partitivo
22. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi proposti compaiano con funzione di complemento partitivo.
FRA I CANTANTI · DI TUTTI · DELLE AMICHE · DEGLI ATTORI · DI VOI · DEI DIFETTI
23. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, prestando particolare attenzione al complemento partitivo.
Gran parte / dei tuoi amici / non sa sciare.
gran parte SN soggetto
dei tuoi amici SP complemento partitivo
non sa sciare SV predicato verbale con verbo servile
Aggettivo + nome; femminile singolare.
Preposizione articolata + aggettivo + nome; maschile plurale.
Avverbio + verbo sapere, indicativo presente, III persona singolare + verbo sciare, infinito presente.
1. La maggior parte degli alunni non ha aderito alla gita organizzata dalla scuola. 2. La stessa preposizione può introdurre un certo numero di complementi. 3. Tarquinio il Superbo, uno dei sette re di Roma, dovette fuggire a causa della sua arroganza e prepotenza. 4. Alcuni dei concorrenti hanno preso accordi in vista dell’affare. 5. Che splendide arance! Posso prenderne una? 6. Il coniglio è il più timido degli animali domestici. 7. Da nessuno di noi è partita questa proposta. 8. Abbiamo studiato parecchie ore, ma pochi dei compiti assegnatici sono stati terminati. 9. Quale di queste stoffe ti piace di più per la tua camicetta? 10. Durante le invasioni barbariche molti degli abitanti fuggirono in luoghi lontani.
24. Riconosci il complemento di specificazione e il complemento partitivo, sottolineandoli in modi diversi.
1. Un ventaccio freddo e strapazzone, fischiando rabbiosamente e sollevando un immenso nuvolo di polvere, faceva stridere e cigolare tutti gli alberi della campagna. (Collodi) 2. Geppetto, che di tutto quel discorso arruffato aveva capito una cosa sola, cioè che il burattino sentiva morirsi dalla fame, turò fuori di tasca tre pere. (Collodi) 3. Era uno di quei galeoni spagnoli che una volta riportavano dal Messico, attraverso l’Oceano, l’oro, l’argento e le gemme. (Tournier) 4. Robinson si buttò in acqua e nuotò con tutte le sue forze verso la nave di cui vedeva ormai solo il castello di poppa, drappeggiato di broccato. Una fanciulla era affacciata ad uno di quei portelli praticati nello sporto e sorrideva tristemente verso di lui. (Tournier) 5. Dopo aver deposto i quaranta barili di polvere nera nel fondo della grotta, vi sistemò tre casse di vestiti, cinque sacchi di cereali, due ceste di stoviglie e di argenteria, varie casse di oggetti eterocliti candelieri, speroni, gioielli, lenti, cannocchiali, coltellini, carte marittime… (Tournier) 6. Si vide quasi il pensiero dileguare dalla fronte, come uno di quei cirri che coronavano il mare e svaniscono lenti lenti. (Gatti) 7. Antonio Montatati, che parlava così, era stato in guerra uno dei più prodi, ed in pace era stimato il migliore degli aviatori italiani (Gatti).
25. Nella tabella sotto riportata inserisci il soggetto, il complemento oggetto, il complemento di specificazione, il complemento partitivo presenti nelle frasi.
1. Degli uomini sembrano felici, ma nessuno degli esseri viventi può dirsi del tutto felice. 2. In questi sentieri di montagna abbiamo notato delle impronte: sono passati degli uomini, perché la maggior parte delle impronte è di uomo. 3. Mecenate ospitò presso di sé molti dei più famosi artisti del suo tempo. 4. Quando la città di Tebe, capitale della Beozia, cadde nelle mani di Alessandro Magno, re dei Macedoni, questi risparmiò la casa di Pindaro, uno dei più famosi poeti greci. 5. Il soprannome di Piè-veloce fu attribuito ad Achille, uno degli eroi della guerra di Troia. 6. Giunta a Roma la notizia della sconfitta, nessuno sapeva quale dei due consoli fosse morto. 7. Nulla di ciò che era prezioso sfuggì all’avidità di questo pretore, che si dimostrò il peggiore dei magistrati. 8. Quando avrai compreso quale sia la bontà e l’utilità della costanza, la fatica ti sembrerà più leggera. 9. Se non fossero sopraggiunti degli impedimenti, saremmo partiti nel mese di agosto. 10. Polifemo, volendo vendicarsi di Ulisse, scagliava dei grandissimi sassi contro le navi dei Greci.
Soggetto
Oggetto Specificazione Partitivo
Complemento di materia
26. Completa le frasi con un complemento di materia.
La città di Volterra è piena di negozi che vendono oggetti di alabastro.
a. A chi andrà la coppa per la migliore rappresentazione teatrale?
b. L’Umbria è famosa per i suoi prodotti artigianali .
c. Era una donna triste, vestita sempre con abiti fuori moda.
d. I ponti costruiti in epoca romana sono integri e utilizzabili ancora oggi.
e. Quel poveretto è un po’ malconcio: ha un occhio e una gamba .
f. Nella basilica di San Marco a Venezia si può ammirare la famosa pala .
g. Per la festa del suo diciottesimo compleanno mia sorella ha indossato un elegante vestito .
h. Per Natale vogliamo regalare alla mamma una borsa .
i. Mi piacerebbe utilizzare un paio di sci adesso che sono diventato bravo a sciare.
21. Trasforma i sintagmi nominali contenenti un aggettivo qualificativo in SN + SP complemento di materia.
bracciale aureo bracciale /d’oro SN SN SP complemento di materia
Punta metallica
Monumento ligneo
Documento cartaceo
Statua bronzea
Altare marmoreo
Età aurea
Roccia granitica
Corona ferrea
Stoffa serica
27. Alcuni modi di dire utilizzano complementi di materia in senso metaforico, che servono per esprimere delle qualità. Scrivi delle frasi che contengano i sintagmi proposti e indica le caratteristiche che esprimono.
di marmo Non rimanere lì impalato come un gatto di marmo! In questo caso di marmo indica staticità, immobilità, incapacità di reagire e di agire.
DI FERRO · DI BRONZO · DI TOLLA · DI COCCIO · DI GHIACCIO · DI DIAMANTE · D’ORO · DI PIOMBO
28. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di materia.
1. Mio padre ha regalato alla zia un bel servizio di piatti in ceramica. 2. Il pirata aveva una gamba di legno. 3. Per il crollo del vecchio ponte di legno si cominciò a costruire un nuovo ponte di pietra. 4. Per la tua promozione voglio regalarti una bella cintura di cuoio lavorato. 5. La mamma porta sempre al collo una splendida collana di perle, regalatale dal babbo. 6. Le foderine dell’auto del mio babbo sono in velluto blu. 7. Mia figlia Roberta ha vinto una medaglia d’argento nella gara di nuoto. 8. Per il freddo dovremo procurarci coperte di lana. 9. Abbiamo regalato a nostro padre, sempre molto elegante, una cravatta di seta. 10. Maria, per i suoi numerosi viaggi, ha comprato una valigia in pelle.
Complemento di limitazione
29. Rendi ragione del fatto che i sintagmi sottolineati svolgono la funzione di complementi di limitazione.
Quel brillante in quanto alla purezza è il migliore che abbia mai visto. Il brillante non è il migliore mai visto da chi parla in assoluto, ma limitatamente alla sua purezza. Può essere che in quanto al taglio, alla forma, alla grandezza… chi parla ne abbia visti di migliori.
1. Quanto a coraggio, don Abbondio era più pecora che leone. 2. Le cose sono andate benissimo secondo il mio parere. 3. Attenzione al portafoglio: circola un ladro lesto di mano. 4. Marta è bravissima in matematica. 5. Nei rigori quel portiere è imbattibile. 6. Giovanni è un esperto in restauro: ha rimesso a nuovo mobili vecchissimi che i miei avevano eliminato. 7. Sei molto efficace nelle idee, un po’ meno nei fatti. 8. Difficilmente riuscirai a superare Luca nella prontezza di spirito
30. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi elencati fungano da complementi di limitazione.
31. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di limitazione.
1. Questa giacca mi sembra troppo piccola di spalle. 2. Quanto ad autorità l’imperatore Augusto non ebbe rivali. 3. Claudio è insuperabile nel gioco degli scacchi. 4. Marco Catone era tuscolano di nascita, romano rispetto alla cittadinanza. 5. A giudizio di molti, Ulisse superò in astuzia tutti gli altri Greci, ma fu inferiore ad Achille in audacia e temerarietà. 6. Per coraggio e perizia militare Alessandro ed Annibale superarono i comandanti di tutti gli eserciti nemici. 7. Secondo te, mi devo tagliare i capelli? 8. Monica è sempre super informata in fatto di moda. 9. Per lui non ci sono mai problemi: tutto è facile e semplice. 10. Vorrei un consiglio rispetto alla mia situazione. 11. Carla per ingenuità non è seconda a nessuno. 12. Tu mi stimi debole di carattere e non adatto alla direzione dell’istituto, ma commetti un errore e te lo dimostrerò.
Complemento di qualità
32. Completa le frasi con un complemento di qualità.
a. È un uomo : non si scoraggia mai.
b. La stanza è abbastanza ampia e può contenere un tavolo .
c. Indiana Jones è un personaggio
d. La sfinge era un mostro .
e. Protagonista dei romanzi di Conan Doyle è Sherlock Holmes, detective , mentre il suo assistente Watson è un ometto .
f. Polifemo era un gigante .
g. Quel cappotto, cucito da un sarto ti sta a pennello.
h. Il protagonista non risultava simpatico, dato il suo ruolo .
i. Buck è uno splendido cane .
j. Non è dei migliori questo compact disc: la registrazione non è .
k. Nessuno se lo aspettava, ma ha dimostrato di essere un impiegato .
l. Si dice orbo un uomo .
m. Milano, Roma, Napoli sono città .
33. Trasforma le espressioni sottolineate in complementi di qualità.
Lucia è una ragazza molto bella. Lucia è una ragazza di rara bellezza.
1. Pietro è un ragazzo assai coraggioso. 2. Sono molto affezionato alla mia camicia quadrettata verde e bianca. 3. Laura, che ha i capelli ricci e mossi, è una ragazza vivace. 4. Preferisci i film colorati o in bianco e nero? 5. Sto per risolvere un problema piuttosto difficile. 6. Giulia è una ragazza nobile d’animo. 7. La Ferrari ha un motore molto potente. 8. Ho un debole per i cuccioli di cane pelosi e morbidi. 9. La tigre è un felino aggressivo e vorace.
34. Sottolinea una volta il complemento di limitazione e due volte il complemento di qualità.
1. Parco nel gesto e nella parola, sapeva rimanere immobile come un soldato davanti al superiore, ma quando camminava aveva i movimenti sobri e spigliati dell’uomo forte e sicuro di sé. (Verne) 2. Ardito, intelligente, pieno di zelo, di buona condotta, il giovane siberiano ebbe subito modo di distinguersi in un viaggio nel Caucaso, in un paese difficile e in rivolta. (Verne). 3. C’era una volta in una famiglia un idiota patentato: o offendeva qualcuno a parole, o picchiava qualche altro. 4. Era una galeotta olandese; lo scafo e l’alberatura piuttosto bassa ne facevano una nave pesante e poco veloce, ma di una stabilità straordinaria nel cattivo tempo (Tournier). 5. Aveva sempre temuto le scottature solari, tanto più che era di carnagione delicata, come tutti quelli che hanno i capelli rossi (Tournier). 6. “Hai notato delle impronte sul terreno?” “Sì. Come tutti i giorni, ho cosparso di sabbia finissima l’interno del castello, secondo gli ordini. Ebbene, oggi, esaminando il terreno ho notato una piccola orma di un piede”. (Molnàr) 7. L’agente Astolfo della polizia stradale, era un po’corto di vista, e la notte, correndo in moto per il suo servizio, avrebbe avuto bisogno degli occhiali (Calvino). 8. Era un mercante molto ricco che ormai andava dietro solo ai negozi di immenso guadagno, e così ora andava in Francia per certe fabbriche, un’impresa che secondo i suoi calcoli doveva portargli un frutto smisurato (Calvino). 9. Come volete che io sia capace a mettere insieme un indovinello da far passare per scema una signorina col cervello così fino? Ci vuol gente studiata, non ignoranti come me (Calvino).
35. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di qualità.
1. Il vecchio uomo di mare dal viso abbronzato prese alloggio presso di noi. 2. Geppetto si infilò la vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rammendi. 3. Tacito descrive i Germani come uomini di alta statura e con i capelli biondi. 4. Alla nonna abbiamo regalato un tappeto di antica fattura e ne è stata molto contenta. 5. Non mi piacciono le persone dai modi scortesi. 6. Lo zio Giovanni, fratello di mio padre, è un uomo di grande tenacia e resistenza alla fatica. 7. Da parte dei miei compagni di classe mi è stato regalato un libro con la copertina in tela. 8. Le ville dei Romani erano spesso di ragguardevoli dimensioni. 9. Marta indossava un vestituccio da poco, ma non ne era imbarazzata. 10. Carlo Magno era un uomo di bassa statura, ma di grande saggezza e capacità politica.
36. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai sintagmi preposizionali che hanno la funzione di specificare.
1. “Tu sei un burattino e hai la testa di legno” e io gli tirai un martello di legno e lui morì. (Collodi) 2. Si infilò la vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rammendi, e uscì di corsa da casa. 3. Il piano dell’azione sarà il seguente: metà della nostra truppa entrerà in via Maria e occuperà le fortezze; l’altra metà entrerà in Via Pal per la porticina che tu lascerai aperte. (Molnàr) 4. Una volta in Milano c’era un mercante che aveva moglie e due figlioli. Dei due preferiva il maggiore perché lo poteva aiutare nei suoi traffici. (Calvino) 5. Venerdì cominciò la nuova vita con un lungo periodo di sieste. Trascorreva intere giornate sull’amaca di liane intrecciate, che aveva teso fra due palme in riva ala mare. (Tournier) 6. Robinson, quando restava al sole, si copriva dalla testa ai piedi, metteva un cappello e non dimenticava mai il grande parasole in pelle di capra. (Tournier) 7. Il sole era d’oro nel cielo azzurro, e il vestito di mussola bianca di Armelle pareva una nuvoletta morbida e ondeggiante contro il cielo, ma gli occhi della bambina, sopra il suo sorriso, erano seri. (Marshall) 8. Gonario era l’ultimo di sette fratelli. Il più spaventato di tutti era lui, Gonario, e piangeva tutto solo in riva al fosso, bagnato come un brutto anatroccolo, piccolo, stracciato e affamato. (Rodari)
FUNZIONE: SITUARE NELLO SPAZIO
I complementi di luogo
37. Scrivi delle frasi utilizzando i sintagmi proposti in funzione di complementi di luogo secondo quanto indicato.
In casa (stato in luogo): Non mi sento bene: domani starò in casa tutto il giorno.
1. In casa (moto a luogo) 2. sul tetto (stato in luogo) 3. sotto la tettoia (stato in luogo) 4. lungo il fiume (moto per luogo) 5. verso Roma (moto a luogo) 6. dalla mamma (moto a luogo) 7. di casa (moto da luogo) 8. attraverso le Alpi (moto per luogo) 9. per quella strada (moto per luogo) 10. da te (moto a luogo) 11. fra l’erba folta (stato in luogo) 12. in campagna (stato in luogo) 13. presso il caminetto (stato in luogo) 14. oltre quel muro (moto a luogo) 15. al di là del ruscello (stato in luogo)
38. Riconosci il valore dei complementi di luogo sottolineati riportandoli opportunamente nella tabella.
1. Ritornava una rondine al tetto; / l’uccisero: cadde tra spini. / Ella aveva nel becco un insetto, / la cena dei suoi rondinini. (Pascoli). 2. Dov’eravamo, dietro la vigna, c’era ancora dell’erba, la conca fresca della capra, e la collina continuava sul nostro capo (Pavese). 3. Arrivò all’ospedale che erano le otto di sera. Nella corsia fiocamente illuminata scorse subito alcune figure familiari intorno al suo letto. Si avvicinò, scambiò appena un’occhiata con la madre e con la moglie e si chinò sull’infermo (Cassola). 4. Piero ogni tanto usciva nel corridoio a fumare e una volta scese in cucina dove la suora gli aveva preparato una tazza di caffé (Cassola). 5. Egli guardava attraverso il finestrone del corridoio giù nel cortile (Cassola). 6. Il terrore si sparse sui tetti. Ognuno stava in guardia e appena avvistava il coniglio che con un floscio balzo passava da un tetto a quello vicino, dava l’allarme e ad appostarsi su un terrazzo, dietro un fumaiolo. […]. La rosa dei pallini grandinò un po’ discosto, sulle tegole. Il coniglio sentì la fucilata rimbalzare intorno (Calvino). 7. Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro. Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa (Lionni) 8. Il sole ancora basso dorava appena la cresta delle colline e riluceva lontano sul mare. Il capitano, levatosi più presto del solito, era sceso alla spiaggia col suo coltellaccio dondolante sotto le larghe falde del suo abito blu, il cannocchiale sotto l’ascella, e il tricorno buttato indietro sulla nuca (Stevenson).
Stato in luogo
Moto a luogo
Moto da luogo
Moto per luogo
39. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di stato in luogo e di moto a luogo.
Nella foresta vivono belve feroci.
belve feroci SN soggetto Nome + aggettivo; femminile plurale.
vivono SV predicato verbale Verbo vivere, indicativo, presente, III persona plurale. nella foresta SP c. di stato in luogo Preposizione articolata + nome; femminile singolare. 1. La donna gettò il secchio dentro il pozzo. 2. I miei fratelli trascorrono le vacanze in montagna con i loro amici. 3. Gli Achei giunsero a Troia dalla Grecia. 4. Annibale giunse in Italia dopo aver attraversato le Alpi. 5. Il babbo di Andrea ha trovato molti funghi nel bosco. 6. Lungo le rive del fiume crescono i salici. 7. Le vipere si nascondono tra le rocce. 8. Sono venuto da te per rivolgerti una preghiera. 9. Mi tornano alla mente le tue parole, che mi muovono a compassione. 10. Vai a casa? Ti do un passaggio in macchina. 11. I pastori stanno in scomode capanne di frasche e fango e qui dormono insieme con i loro animali. 12. Terminò la partita ed i tifosi, per la delusione della sconfitta, tornarono in silenzio alle loro case. 13. Leggemmo nell’antologia un brano dell’Eneide: l’ingresso a Troia del cavallo di legno.
40. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di moto da luogo e moto per luogo.
1. Mario è caduto dalla bicicletta, mentre ritornava a casa da una passeggiata. 2. Il babbo è tornato dalla Francia, dove si era recato per lavoro. 3. Il piroscafo è giunto al Mar Rosso attraverso il canale di Suez. 4. Il petrolio giunge in Europa per nave attraverso il canale di Suez. 5. Passando da via Verdi giungerai prima a destinazione. 6. Farete con me il viaggio in aereo da Roma ad Atene? 7. I vostri discorsi muovono da riflessioni non corrette. 8. Alle tredici gli scolari escono festanti dalla scuola. 9. Ulisse errò a lungo per le acque del Mediterraneo. 10. Non passare per le vie del centro: c’è troppo traffico. 11. Per lo stretto di Messina dalla Sicilia si passa nella penisola italiana.
41. Riconosci se i complementi sottolineati sono di origine o di allontanamento e trascrivili nella tabella.
1. Quando fu introdotto alla presenza dello Zar, Michele Strogoff non sapeva che cosa l’imperatore si aspettasse da lui (Verne). 2. Michele Strogoff, […] prendi dunque questa lettera, dalla quale dipende la libertà della Siberia e, forse, la vita del Granduca, mio fratello (Verne). 3. Gonario doveva fare lo spaventapasseri, per tener lontani gli uccelli dai campi (Rodari). 4. Quando si intraprende un viaggio come quello che lei sta facendo - gli disse dopo aver aspirato una boccata dalla sua pipa – si parte quando si vuole, ma si arriva quando Dio vuole (Tournier). 5. Io non ho che una cosa da dirvi –replicò il dottore– ed è che se voi continuate a tracannare rum, il mondo sarà presto liberato da uno schifoso miserabile (Stevenson). 6. Una brusca frenata desta l’udito da una specie di torpore. L’insulto arriva puntuale da un’auto rossa quasi ferma. Dall’autovettura davanti nessuna risposta (Guardiamoci intorno. Turismo scolastico T.C.I.)
Origine o provenienza
Allontanamento e separazione
42. Riscrivi le frasi in modo che contengano complementi di origine o provenienza al posto degli aggettivi sottolineati.
Wolf è tedesco. Wolf proviene dalla Germania.
1. Pietro è milanese, ma la sua famiglia è toscana 2. Totò, il celebre comico napoletano, era nobile 3. Questi computer giapponesi sono tecnicamente molto avanzati. 4. I fiumi alpini sono più ricchi d’acqua in estate a causa dello scioglimento dei ghiacciai. 5. Il progetto a cui ho partecipato è finanziato da contributi statali. 6. Le leggi parlamentari vengono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. 7. Preferisci gli agrumi siculi o spagnoli? 8. A mia madre piacciono molto i cappelli parigini. 9. Le armi di Achille erano divine. 10. I treni svizzeri sono sempre puntuali.
43. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di allontanamento.
Il soldato / si distinse/ dagli altri prigionieri // che / stavano cedendo / al nemico.
il soldato SN soggetto
Articolo + nome; maschile singolare. si distinse SV predicato verbale
dagli altri prigionieri SP c. di allontanamento
Verbo distinguersi, indicativo, passato remoto, III persona singolare.
Preposizione articolata + aggettivo + nome; maschile plurale. che SN soggetto
Pronome relativo; maschile plurale. stavano cedendo SV predicato verbale (fraseologico)
Verbo stare, indicativo imperfetto, III persona plurale + verbo cedere, gerundio presente. al nemico SP c. di termine
Preposizione articolata + nome; maschile singolare.
1. Per una discussione proficua, si separi l’utile dall’inutile, il giusto dall’ingiusto. 2. Il preside ha espulso dalla scuola due alunni che si sono comportati in modo indisciplinato. 3. I Pirenei dividono la Francia dalla Spagna. 4. Eterna durerà la gloria di Trasibulo, che liberò la città di Atene dai trenta tiranni. 5. Sta’ lontano, figliolo, da quei compagni che mentono con grande disinvoltura. 6. Molti contadini cacciati dai loro campi a causa della guerra civile, maledicevano i vincitori. 7. I saggi raggiungono la liberazione dagli affanni e sanno godere anche dei più piccoli aspetti della vita. 8. Nella mia personale discoteca i cd di musica classica sono distinta da tutti gli altri. 9. Chi ci separerà l’uno dall’altro se saremo fedeli e sinceri?
44. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di origine e provenienza.
1. In molti paesi d’Europa l’abitudine allo sport deriva da antiche tradizioni. 2. Una delle migliori qualità di vini proviene dalla Puglia. 3. Nelle cavità del monte Etna, da cui uscivano fuoco e fiamme, Vulcano aveva le sue officine. 4. Apollo, nato dalla dea Latona e da Giove, era il dio del sole e delle arti. 5. Fu fatta la divisione dei beni e ne nacque una disputa. 6. In una epistola scritta a Mecenate, Orazio, uno dei più grandi poeti latini, confessa la sua nascita da padre liberto. 7. Durante un’escursione in montagna quest’estate ho conosciuto una compagnia di appassionati alpinisti provenienti dal Giappone. 8. Gran parte delle sculture in mostra a Palazzo Reale provengono da collezioni private 9. La maledizione del mastino che incombe sulla famiglia Baskerville nel noto libro di Conan Doyle deriva dalla condotta reproba del capostipite, Hugo Baskerville.
45. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai diversi complementi introdotti dalla preposizione da.
1. Abbiamo saputo da uno dei tuoi amici che presto tornerai a casa, e di ciò ci rallegriamo. 2. Il vestito da sposa di Erminia era di straordinaria bellezza e proveniva da una sartoria assai rinomata in città. 3. Ti mando in dono codesta statuetta che ho comprato da un artigiano fiorentino. 4. Non riuscivo a liberarmi dal mal di denti, allora corsi subito dal mio dentista. 5. Leonardo da Vinci, scienziato di fama mondiale, fu anche uno straordinario pittore: dal suo pennello prese vita la Gioconda, che ora si trova a Parigi nel Museo del Louvre. 6. Questa notte posso dormire da te o devo cercare un albergo che mi ospiti? 7. Un tribuno ebbe il coraggio di attraversare da solo il fiume per esplorare l’accampamento dei nemici. 8. Da te non mi sarei aspettato niente del genere! 9. Mosè liberò il popolo ebraico dalla schiavitù egizia e lo portò nella Terra Promessa. 10. Annibale attraversò i monti Pirenei, che dividono la Spagna dalla Gallia, e si diresse alla volta dell’Italia.
FUNZIONE: SITUARE NEL TEMPO
I complementi di tempo
46. Sostituisci la frase sottolineata con un complemento di tempo
Dopo aver cenato verrò da te. Dopo cena verrò da te.
1. Quando nacque mio fratello provai un’immensa gioia. 2. Prima che finisca l’anno scolastico gli alunni profondono il massimo sforzo. 3. Mentre uscivo dalla scuola ho assistito ad un tremendo litigio. 4. Napoleone, dopo che fu definitivamente sconfitto a Waterloo, trascorse gli ultimi anni della sua vita in esilio. 5. Mentre attendevo il treno ho letto un giornale. 6. Mentre il professore spiegava la proprietà delle potenze gli alunni erano rimasti in silenzio.
47. Sostituisci il complemento di tempo sottolineato nella frase di significato corrispondente.
Fin da bambino ho paura del buio. Da quando ero bambino ho paura del buio.
1. Dopo l’incidente rimase alcuni mesi tra la vita e la morte 2. Prima della spedizione della relazione, vorrei esaminarla. 3. Durante la tua assenza ha telefonato Mario. 4. Alla conclusione del lavoro me ne andai a dormire. 5. Dalla partenza di Mario la casa sembra vuota. 6. Prima di ogni importante impresa i Greci e i Romani consultavano gli oracoli. 7. Durante il ritorno a casa ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da anni.
48. Nelle frasi sono presenti avverbi con la funzione di dare indicazioni di tempo o di luogo. Trasformali in sintagmi preposizionali con funzione di complementi di tempo o di luogo. Vieni qui. Vieni in questo luogo.
1. Ho dormito a lungo. 2. Là i prezzi sono più contenuti. 3. Ho girato ovunque per trovarti. 4. Precedentemente mi avevano dato un’informazione sbagliata. Ora invece so dove andare. 5. Adesso ti racconto le novità. 6. Da qui non ci caccerà nessuno. 7. Di quando in quando perdo l staffe. 8. Sono soddisfatto perché qui le cose vanno sempre meglio. 9. Tutti sperano che domani sia meglio di ieri.
49. Scrivi delle frasi che contengano i complementi di tempo proposti e riconosci se si tratta di complementi di tempo determinato o continuato, sottolineandoli in modi diversi.
LO SCORSO ANNO · PER TRE GIORNI · IERI · FRA POCHE ORE · LA PRIMAVERA SCORSA · DOMANI · OGNI TANTO · DURANTE LA MIA PERMANENZA · IN BREVE · PRIMA DEL PRANZO · IN UN’ORA · DA TRE GIORNI · VERSO LE DICIOTTO · ENTRO LUNEDÌ · TALVOLTA · QUATTRO VOLTE AL MESE · SPESSO.
50. Completa le frasi con un complemento di tempo e riconosci se si tratta di tempo determinato o continuato, sottolineandoli in modi diversi.
Le foglie cadono e rinverdiscono Le foglie cadono in autunno e rinverdiscono in primavera
a. i giorni e le notti non hanno la stessa durata.
b. Cesare fu assassinato .
c. L’assedio di Troia durò
d. Cartagine fu distrutta
e. L’America fu scoperta .
f. La Seconda Guerra Mondiale durò
g. Penelope disfaceva la tela tessuta .
h. ho letto un libro d’avventura ricco di suspence.
i. Il viaggio in treno da Roma a Milano dura
j. Abbiamo atteso l’arrivo dell’autobus.
k. i miei genitori andranno a New York.
l. Roma fu impegnata nella conquista dell’Oriente
51. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di tempo determinato e continuato.
1. Roma fu fondata nel 753 a.C. 2. D’estate mi reco in montagna a casa dei nonni. 3. Vittorio Emanuele III regnò per 45 anni. 4. Ogni anno, a mezzanotte, si festeggia l’inizio del nuovo anno. 5. Mario ha dormito dieci ore e si è svegliato tardi: si è preparato in fretta e furia, ma arriverà comunque in ritardo al lavoro. 6. Domani di buon’ora faremo un’escursione in montagna. 7. Mi sono svegliato poco dopo l’alba e il cielo si tingeva di rosa. 8. Durante il temporale estivo la grandine cadde abbondante e provocò ingenti danni ai raccolti. 9. Due giorni fa mi trovavo a Torino in cerca di lavoro. 10. Dove andremo l’anno prossimo in vacanza?
52. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di tempo determinato e continuato.
1. Entro la prossima settimana il lavoro sarà ultimato e potrò consegnartelo. 2. L’assedio di Troia durò dieci anni: nel decimo anno i Greci la espugnarono con l’inganno del cavallo di legno. 3. Proserpina, divinità campestre e moglie di Plutone, viveva sei mesi agli inferi e sei mesi sulla terra. 4. Durante la vendemmia l’uva raccolta è pigiata per tre ore nei tini. 5. D’ora in poi non ti perderò d’occhio: sei troppo sventato e distratto, un vero pericolo per te e per gli altri. 6. Luca ascoltò a lungo con grande compassione tutti i miei problemi: alla fine tutti mi parevano più piccoli e facili da affrontare e superare. 7. La terza mattina Luca era arrivato sulla spiaggia molto presto. 8. Le case di Marina erano proprio sulla spiaggia e quelle di Cecina subito a ridosso, tanto che sembrava un unico paese. 9. Eravamo nell’inverno e il giovinetto si faceva di secondo in secondo più gagliardo. Dopo pochi minuti già risonava la sua voce, la sferza sollevava il moto dell’acqua in scintillanti e precipitanti onde. 10. Non possiamo dire in quale preciso momento nasca l’amicizia. Come nel riempire una caraffa a goccia a goccia, c’è finalmente una stilla che la fa traboccare, così in una sequela di atti gentili ce n’è infine uno che fa traboccare il cuore.
FUNZIONE: CIRCOSTANZIARE
Complemento di causa e di fine
53. Completa le frasi con un complemento di causa.
a. La nonna soffre .
b. Sono stanco .
c. Le strade si allagheranno
d. La vostra squadra ha perso la partita .
e. Alla signora Enrica piace la città di Venezia .
f. Dovrò assentarmi da scuola per qualche giorno
g. Napoleone è famoso .
h. Il Faraone si decise a lasciar partire gli Ebrei dall’Egitto .
i. Giulio Cesare morì
54. Completa le frasi con un complemento di fine.
a. Il nonno usciva sempre con un bastone .
b. Ho partecipato alla manifestazione .
c. Occorre dosare bene tutti gli ingredienti di una torta.
d. Lasceremo il nostro cane della villa.
e. l generale lasciò molti uomini dell’accampamento.
f. I soldati romani scavarono un fossato di una palizzata.
g. L’acqua dei fiumi e dei canali viene utilizzata dei campi.
h. Sto facendo tutti i preparativi necessari .
i. Ieri pomeriggio ho studiato con un mio compagno .
55. Riconosci e sottolinea una volta il complemento di fine e due volte il complemento di causa.
1. I ragazzi si davano da fare per l’organizzazione di un nuovo circolo di atletica. 2. Per il suo modo di agire Quinto Fabio Massimo fu detto Il Temporeggiatore. 3. Mirella andava fiera dei suoi capelli biondi. 4. A nessuno di voi sfugga, o soldati, che combatteremo per la libertà della patria. 5. Per la partecipazione ai campionati mondiali occorre superare una lunga fase eliminatoria. 6. Enea si allontanò da Didone per volere degli dei. 7. Sono stupito del tuo atteggiamento verso i tuoi compagni di classe. 8. Questa sera mi sento sfinito dalla stanchezza. 9. Con questo tempaccio non posso uscire. 10. I miei amici lavoravano con entusiasmo per la mostra di pittura che sarà allestita nella mia scuola.
56. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi proposti siano utilizzati con funzione di complemento di fine. PER LA COMPRENSIONE · A CACCIA · PER L’ATTIVITÀ DI INSEGNANTE · PER LA LIBERTÀ · DA VISTA · DA CARICO
57. Scrivi delle frasi in cui i sintagmi proposti siano utilizzati con funzione di complementi di causa.
ALLA VISTA · DI STANCHEZZA · PER LE SUE STRAVAGANZE · PER LA LIBERTÀ · PER I MIEI IMPEGNI · DI COLLERA
58. Trasforma il complemento di fine o il complemento di causa in una frase dal significato corrispondente.
Prendo la medicina per la guarigione (complemento di fine). Prendo la medicina per guarire Per la mancanza di benzina (complemento di causa) non potemmo proseguire. Poiché mancava la benzina non potemmo proseguire.
1. Per la tranquillità di tutti sono disposto a sacrificarmi. 2. Le Crociate furono combattute per la liberazione del Santo Sepolcro. 3. Il campo da calcio è impraticabile per il proseguimento della partita. 4. Il campo da calcio è reso impraticabile per l’abbondanza di pioggia. 5. Mi rallegro del buon esito che hai conseguito. 6. A perenne ricordo dei caduti fu posta una lapide nella piazza principale del paese. 7. Per il suo modo di agire Quinto Fabio Massimo fu detto “Il temporeggiatore”. 8. Il generale lasciò un’intera guarnigione a presidio delle postazioni difensive. 9. Gli Egizi usavano pesanti pietre per la costruzione delle Piramidi.
59. Riconosci i complementi di vantaggio (o svantaggio), di fine e di causa e riportali nella tabella sottostante.
1. Fra poco i custodi avrebbero sciolto i grossi cani da guardia che durante la notte incastravano i musi tra le sbarre e abbaiavano minacciosamente contro i passanti. 2. La notte, per via dell’abbuiamento di guerra, potevo seguire i va e vieni di lucciole che mi ricordavano le viuzze di Crotone, dove batte a ogni svolta la campagna. 3. Asciugo le guance di Fulvia, bagnate di lacrime, e sospiro. 4. L’uomo era giovane, aveva la barba di una settimana, portava un berretto calato sugli occhi e teneva un fucile da caccia disteso per traverso sulle gambe. 5. Capri si guarda allo specchio del mare in tutte le pose, come le signore si vestono per il ballo. 6. Per ricompensa di quanto avete fatto per me –disse Pinocchio al suo babbo– voglio subito andare a scuola. 7. Il facchino, il cui turbamento si accrebbe alla vista di tanta gente e d’un banchetto così splendente, salutò tremante la brigata. 8. Signore, vi confesso che la mia stanchezza mi aveva messo di cattivo umore, e mi sfuggì qualche parola indiscreta, di cui vi prego di perdonarmi. 9. “Ma come è mai possibile che gli zecchini diventino tanti”, domandò Pinocchio restando a bocca aperta dallo stupore.
Vantaggio/svantaggio Fine Causa
Complemento di mezzo
60. Completa le frasi con un complemento di mezzo appropriato. Attenzione: il complemento di mezzo può essere espresso anche con un pronome (ne, cui).
a. Alberto ha trasportato i suoi abiti .
b. Il contadino potava gli alberi del nostro giardino
c. ho risolto un problema difficile da cui ero assillato.
d. Raggiungeremo la nostra meta .
e. Ci ha portato dei fiori splendidi orneremo la sala da pranzo.
f. Attila era detto il flagello di Dio per la violenza abbatteva ogni ostacolo.
g. I nostri bambini potranno crescere sani e forti .
h. A Venezia qualsiasi spostamento si effettua .
i. Le notizie dal mondo arrivano a noi
j. La zia ha ornato il vestitino di Rossana .
k. Il riso è l’alimento ______________________ i Cinesi prevalentemente si cibano.
l. Tu raggiungerai la vetta del monte , noi .
61. Scrivi delle frasi che contengano i sintagmi proposti con funzione di complemento di mezzo.
PER POSTA · CON UN TRATTATO · GRAZIE ALLA VIRTÙ · PER MEZZO DELLO STUDIO · ATTRAVERSO LO SGUARDO · CON UN MARTELLO · MEDIANTE LA PERSUASIONE · A PIEDI · GRAZIE AL BUON SENSO · CON L’IMPEGNO · CON UN COMPUTER
62. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi, prestando attenzione al complemento di mezzo.
1. Un artigiano molto abile sbozzava la pietra con uno scalpellino. 2. Con questo tempaccio non potrò venire a casa tua in bicicletta e prenderò l’autobus. 3. Presso la fontana, avvolte in lunghe sottane nere, le donne riempivano le loro brocche. 4. Uno stuolo di bambini giocava a palla nel cortile della scuola. 5. Non di solo pane vive l’uomo. 6. Ti avevo già sentito per telefono, ma per lettera le notizie risultano più chiare. 7. Con un barattolo di vernice ed un pennello rinnoverò la ringhiera del cortile. 8. Le finestre delle case sono ornate di fiori dai colori vivaci. 9. Attraverso un’attenta osservazione degli indizi il tenente Colombo riesce a risolvere casi apparentemente insolubili. 10. La democrazia si raggiunge con la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica del paese. 11. I giardini pubblici erano ornati di statue di marmo di grandissimo valore.
Complemento di modo
63. Completa le frasi con un complemento di modo (avverbio o sintagma preposizionale).
1. Stava per scoppiare un violento temporale: ci rifugiammo _____________________ in un casolare, dove attendemmo il ritorno del sereno. 2. Marta ha sceso le scale e ha fatto un brutto capitombolo. 3. Oggi, ragazzi, impariamo la poesia Novembre di Giovanni Pascoli. 4. La notizia della sconfitta della loro squadra fu accolta dai tifosi
_____________________ . 5. I magistrati devono amministrare la giustizia .
6. Antonietta ama vestire
7. combatte quel pugile sul ring! Non sembra mai soddisfatto dei pugni, pur decisi e violenti, con cui colpisce il suo avversario. 8. Michele è una persona di intelligenza pronta e vivace e sa cogliere le occasioni favorevoli.
9. Nonostante la tua dichiarata spossatezza, hai accolto l’invito di Luca che non posso non supporre un tuo imprevisto interesse per lui. 10. Massimo non è un ragazzo particolarmente sveglio, ma segue i consigli del maestro, e sta raggiungendo risultati molto positivi.
64. Scrivi delle frasi utilizzando i sintagmi preposizionali proposti con funzione di complemento di modo.
A RATE · IN SILENZIO · PIGRAMENTE · DI FORZA · CON SINCERITÀ · IN POVERTÀ · CON ENFASI · A ROTTA DI COLLO · CON LUCIDITÀ · SENZA FATICA · CON MAGGIORE PRUDENZA · CON SAGGEZZA · DI PROPOSITO · A REGOLA D’ARTE · DI FRETTA
65. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al complemento di modo. 1. Credimi, ho agito in buona fede. 2. Mio figlio Marco studia la matematica di malavoglia e con difficoltà supererà l’esame. 3. La maestra Margherita per la raucedine parlava a stento e a bassa voce. 4. I tifosi accolsero con grida di gioia i tifosi della loro squadra. 5. I ladri sono entrati di soppiatto nel nostro appartamento. 6. Preparammo i bagagli in fretta e furia, ma con grande rammarico non riuscimmo a prendere la nave per il ritardo del treno. 7. Il nonno sopporta con benevolenza le marachelle del suo nipotino e con infinita pazienza lo corregge. 8. Pietro sa cogliere al volo le occasioni favorevoli. 9. Roberta mi guardava in cagnesco per uno sgarbo che involontariamente le avevo fatto. 10. Ho imparato con facilità la storia romana. 11. Alcuni esploratori si erano accostati in silenzio al nostro accampamento e non furono scorti dalle sentinelle. 12. Orazio Coclite si era opposto con coraggio alle schiere nemiche che volevano attraversare il fiume. 13. Hai risolto senza la minima titubanza questa situazione piuttosto complessa. 14. Ho comprato un motorino con cui potrò muovermi con rapidità nel traffico delle ore di punta.
66. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di modo, mezzo, causa.
1. Con la filosofia l’anima si libera dalle passioni. 2. Michelangelo incideva il marmo con lo scalpello. 3. Giulio e Andrea si divertivano con un rompicapo. 4. Cicerone con molto coraggio lottò per lo Stato. 5. L’acqua evapora col calore. 6. Con tutto quello che combini non posso certo stare tranquillo. 7. Fedro, per la semplicità delle sue favole, è letto da tutti con facilità. 8. Con queste belle giornate non si può andare a scuola! 9. Col passato capiamo meglio il presente. 10. Col bello si ingentilisce l’animo, si inasprisce col brutto. 11. Se studi con pazienza prima o poi capirai. 12. Con la pazienza si ottiene tutto. 13. Oggi si possono effettuare con il laser interventi molto delicati. 14. Carlo ha mangiato con gusto la sua merenda.
Complemento di compagnia e unione
67. Completa le frasi con un complemento di compagnia o di unione.
a. Il nonno è andato a pescare .
b. siete andati in vacanza questa estate?
c. Roberta ieri ha giocato a tennis
d. La mamma finalmente è andata al ristorante : era tanto che non uscivano insieme!
e. Domani c’è la verifica di inglese, devo ricordarmi di andare a scuola .
f. Chi era quello hai attaccato bottone?
g. Il vino bianco si accompagna bene .
h. Quando piove esco .
i. Per concludere bene la cena, mi porti un dolce
68. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione con.
a. Pietro gareggia con coraggio.
b. Pietro gareggia con Luca
c. Pietro gareggia con la bicicletta.
d. Pietro gareggia con un oggetto portafortuna.
e. A me piace cenare con gli amici.
f. A me piace cenare con lo champagne.
g. A me piace cenare con calma.
h. A me piace cenare con le posate d’argento.
i. Il papà legge con passione.
j. Il papà legge con gli occhiali.
k. Il papà legge con il suo figlioletto.
l. La neve scende con grazia.
m. La neve scende con la pioggia.
n. La neve scende con il freddo.
69. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione ai complementi di compagnia e di unione.
1. Al mattino bevo il latte col cacao. 2. Che bella cosa è la vita insieme ai propri cari! 3. Maria è uscita con un cappotto nuovo. 4. Piero con i suoi amici ha visitato la Puglia in motocicletta. 5. È arrivato Guglielmo con i libri che gli avevo chiesto. 6. Mio fratello Mario è partito per Milano con la speranza di un impiego. 7. Raggiunsi la villa con mia sorella in motorino. 8. I nonni stanno trattando con un agente immobiliare per l’acquisto di un nuovo appartamento. 9. Non abbiamo rinnovato il contratto di locazione con il nostro inquilino. 10. Il babbo è uscito con l’ombrello. 11. Con Paolo vado spesso allo stadio o al parco. 12. Il generale trattò con i nemici lo scambio dei prigionieri di guerra. 13. Con chi hai parlato per telefono? 14. Il nonno gioca sempre a carte con il suo amico Giulio. 15. Occorre saper attendere con pazienza.
Altri complementi
70. Riconosci i complementi di argomento e i sintagmi che li reggono.
Sono stato interrogato dal professore di scienze sul sistema nervoso. complemento di argomento
1. Mi è stato regalato un libro davvero interessante sull’antica Grecia. 2. Ho letto su un quotidiano locale rivelazioni circa un grave scandalo che ha coinvolto alcuni dei consiglieri comunali. 3. Virgilio ha scritto le Georgiche, un’opera in versi che tratta della coltivazione dei campi. 4. Si è tenuto recentemente a Firenze un convegno sull’editoria scolastica. 5. Non si possono fare previsioni sugli… imprevisti. 6. Non dovevi parlare con altri di quanto ti avevo confidato in gran segreto. 7. Carla è molto competente in fatto di moda. 8. Chi ti ha ragguagliato intorno ai particolari della vicenda capitata a Gianluca? 9. “Di carattere è molto dolce e affettuoso; è insuperabile in matematica; è un asso nel nuoto: tutti lo apprezzano, lo stimano, lo lodano…, ma io non lo sopporto”. “Ma di chi parli?”. “Di mio fratello, naturalmente”.
71. Individua il primo e il secondo termine di paragone.
Leggo più giornali che riviste 1° termine: giornali (complemento oggetto); 2° termine di paragone: riviste.
1. Luciano è meno alto di Emilio. 2. Il mio villino è grande come il vostro. 3. Il viaggio a Parigi si è rivelato più affascinante che riposante. 4. Le Georgiche, il poema di Virgilio sulla vita agreste, sono meno note dell’Eneide. 5. Mio cugino ama più il pugilato che il basket. 6. Una tua parola vale tanto quanto quella del direttore. 7. Non stimo nessuno più illustre di te. 8. Le fontane sono più fredde d’estate che d’inverno.
72. Scrivi delle frasi istituendo un paragone tra i lessemi accoppiati.
DIVANO, SEDIA · LEONE, TORO · TARDI, MAI · DI NOTTE, ALLA LUCE DEL SOLE · GENTILE, COCCIUTO · VOLENTEROSO, INTELLIGENTE · CON LA PREPOTENZA, CON LA PAZIENZA · OGGI, DOMANI.
73. Completa i paragoni con il secondo termine.
Scaltro come Leggero come
Lento come Veloce come
Agile come Buono come
Liscio come Nero come
Ed ora al contrario: completa i paragoni con il primo termine.
come un chiodo come un peperone come una balena come il miele
come una gemma
come una talpa
74. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, prestando attenzione al secondo termine di paragone.
1. Chi si è mostrato più generoso di noi in quella circostanza? 2. Ho speso meno di te. 3. Durante le vacanze leggo più fumetti che libri. 4. Che cosa è più dolce della pace familiare? 5. Queste cose a me sembrano chiare come la luce del sole. 6. È meglio morire che perdere la libertà. 7. Sei ostinato come un mulo. 8. Nulla è più falso di ciò che affermi. 9. Omero dice che dalla bocca di Nestore la parola fluiva più dolce del miele. 10. Quel piccolo si fa intendere più con lo sguardo che con le parole. 11. Quell’avaraccio vive come un barbone. 12. Pinocchio aveva una gran paura dei tuoni e dei lampi, ma la fame era più forte della paura.
75. Sostituisci il complemento di concessione in una frase avente significato affine.
Malgrado la pioggia sono stato all’aria aperta tutto il pomeriggio. Malgrado piovesse sono stato all’aria aperta tutto il pomeriggio.
1. Nonostante il brutto tempo la città è piena di turisti. 2. Malgrado la vostra insistenza non siete riusciti a ottenere nulla? 3. I nemici entrarono nella roccaforte malgrado la sorveglianza di molte sentinella. 4. Nonostante la nostra ormai consolidata amicizia, non riesco a credere a quanto mi stai dicendo. 5. Questa primavera non mi è venuto il raffreddore, malgrado la mia accertata allergia al polline. 6. Nonostante la sua ben nota capacità di concentrazione, Giulio si distrae continuamente durante le lezioni di storia. 7. Malgrado la mia proverbiale pazienza, non sono riuscito a completare il puzzle che mi hanno regalato.
Ora al contrario: sostituisci le frasi sottolineate in complementi di concessione.
Esco benché nevichi Esco nonostante la neve
1. Sebbene Marco mi abbia consigliato in modo adeguato, ho preso una decisione avventata. 2. Anche se ti sei adoperato con ogni mezzo, non sei riuscito a ottenere i risultati che speravi. 3. Benché l’aria si mantenesse fredda, la fronte di luca era imperlata di sudore. 4. Nonostante nutrano molto affetto per i propri figli, i genitori ne vedono i difetti e i limiti. 5. Quando torno al mio paese, anche se sono circondato da amici, non mi sento a mio agio. 6. Pur avendo fondati motivi per fidarmi di te, il tuo modo di agire mi lascia perplesso. 7. Faceva un freddo così intenso che, nonostante fossimo coperti con abiti di lana, battevamo i denti.
76. Riconosci la funzione dei sintagmi sottolineati.
a. Si rese colpevole di una grave scorrettezza.
b. Ho venduto un appartamento per centomila euro.
c. Fu condannato a cinque anni di reclusione
d. Fu condannato per appropriazione indebita.
e. Uscì dal negozio carico di pacchi.
f. I forti bevitori difettano di lucidità mentale.
g. Topolino è fidanzato con Minni.
h. Marzia a cinque anni sapeva scrivere.
i. Il professore lo tiene in grande considerazione.
j. Ho studiato tutto, eccetto storia.
k. Invece di applausi ha avuto fischi.
l. Nell’orto è cresciuta una zucca di 36 chili.
m. Non hanno tenuto in nessun conto le mie parole.
n. La cima dista ancora mezz’ora.
77. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
1. Malgrado gli ammonimenti degli insegnanti, Luigi continuava a molestare i compagni, 2. Se io avessi grandissime ricchezze, ma fossi privo della salute, nessuno certamente mi invidierebbe. 3. In barba alle vostre previsioni il nostro progetto è stato approvato e in primavera si inizieranno i lavori. 4. La città di Firenze non è povera di attrattive. 5. A vedersi così solo, senza un soldo e affamato per luoghi sconosciuti, il ragazzetto si sentì voglia di piangere. 6. I nostri avversari sono arrivati sull’isola a dispetto delle sentinelle. 7. I nemici arrivarono nella città e la spogliarono delle statue di cui essa abbondava. 8. Sono cresciuto in una casa piena di libri. 9. Chi ha parlato? La domanda rimase senza risposta. 10. Con tutti i vostri sforzi non siete riusciti ad ottenere proprio nulla. 11. Ad onta delle vostre maldicenze l’imputato è stato assolto con formula piena.
78. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
Due cavalieri, che tornavano dalla Terra Santa, discesero dai cavalli dal mantello fulvo e si presentarono al loro signore, al quale fecero un particolareggiato resoconto delle peripezie, delle gesta, delle meraviglie di quel lungo viaggio. Bonifacio III, marchese di Monferrato, li ascoltò umanamente. Alla fine un cavaliere disse: “Signor nostro, noi non ti rechiamo con le sacre reliquie le gemme che abbiamo tolto ai turbanti e alle scimitarre degli infedeli che vincemmo con l’aiuto di Dio, ma questi chicchi d’oro. Dalli ai tuoi contadini, che li nascondano nella terra. Questi nostri chicchi sono miracolosi. E una domenica il marchese Bonifacio fece benedire, in forma solenne, i chicchi, chiamò i vecchi padri di famiglia e disse loro: “Io do a voi, miei contadini fedeli, uomini di buona volontà, questi chicchi d’oro benedetti. Voi nascondeteli nella terra nera e attendete i frutti”. I contadini obbedirono e un giorno pranzarono con la prima polenta d’oro. Tratto da E. Treves, Leggende piemontesi
QUESTIONI DI LESSICO: I MODI DI DIRE
1. Alcuni verbi possono essere usati con certi sintagmi obbligatori e fissi per esprimere un significato diverso da quello letterale. Si tratta di modi di dire, frasi fatte che spesso hanno origine in usanze o credenze del passato. Scrivi dei brevi dialoghi nei quali uno degli interlocutori utilizzi le frasi fatte proposte in modo opportuno:
Avere un diavolo per capello.
Luca: Hai visto come è entrata oggi in classe l’insegnante?
Piero: Sì, deve avere un diavolo per capello!
Luca: Forse ha già corretto la mia verifica di grammatica!
AVERE LE MANI BUCATE · RENDERE PAN PER FOCACCIA · PRENDERE UN GRANCHIO · PRENDERE LUCCIOLE PER LANTERNE · MANGIARE LA FOGLIA · DORMIRE SUGLI ALLORI
2. Riscrivi le frasi sostituendo il modo di dire sottolineato con un’espressione non metaforica.
Pietro fa le orecchie da mercante, quando gli dico che deve mettersi a fare i compiti. Pietro non ascolta, quando gli dico…
Poco prima della fine della gara, Elena ha gettato la spugna
Non credere di ingannarmi: ti conosco come le mie tasche
Sei scappato ancora? Ma tu hai paura della tua ombra!
Io sono un libro aperto per i miei: quando sono preoccupato se ne accorgono immediatamente.
Stamattina mi sono alzato con il piede sinistro e durante l’ora di matematica avevo la testa tra le nuvole.
Mi prometti mari e monti e poi dormi sugli allori…
Quando tornerai in squadra, ci penserà il tuo allenatore a metterti in riga!
Stai un po’ fermo: mi pare che tu abbia l’argento vivo addosso!
3. Riconosci la struttura dei modi di dire presenti nelle frasi.
Non resistendo allo sguardo minaccioso del preside, Luca ha vuotato il sacco. Ha vuotato il sacco = SV (verbo + SN)
1. Durante l’interrogazione di storia il mio compagno di banco ha preso un granchio, ma nessuno ha osato ridere sotto i baffi! 2. Di questo argomento parleremo a quattr’occhi, è troppo delicato per gridarlo ai quattro venti. 3. Cerca di ampliare i tuoi orizzonti, studia le lingue straniere, non battere la fiacca e troverai l’America! 4. Cosa sono queste lacrime di coccodrillo! Non credo proprio che tu sia pentito veramente di non esserti preparato adeguatamente per la verifica e di aver risposto alle domande alla bell’e meglio. 5. A colpo d’occhio direi che questa stanza misura su per giù 20 metri quadrati. 6. Piove sempre sul bagnato: Riccardo ha vinto alla lotteria un premio che gli permetterà di realizzare il sogno della sua vita.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Qual è la funzione della preposizione?
2. Completa le tabelle relative alla tipologia delle preposizioni.
Preposizioni proprie semplici
Di, a, …
Preposizioni proprie articolate
Di + articoli: del dello della dei degli delle
A + articoli:
Da + articoli:
In + articoli:
Con + articoli:
Su + articoli:
Preposizioni improprie
Preposizioni improprie utili per fornire un’indicazione di luogo, di tempo, di esclusione: entro
Parole che, in base al discorso in cui sono inserite, possono fungere o da preposizioni o da altre parti del discorso, derivate da verbi: durante
Parole che possono funzionare di volta in volta come avverbio o come preposizione, o addirittura come aggettivo: sopra, sotto, …
Preposizioni improprie che possono fungere da congiunzioni: nonostante
Locuzioni preposizionali
Funzione
Introdurre UN LUOGO
Vicino a Accanto a
Funzione
Introdurre UNA COMPAGNIA
Funzione
Insieme con Introdurre UNO SCOPO Al fine di
Introdurre UN TEMPO In capo a
Introdurre UNA CAUSA
Grazie a
Introdurre UN ARGOMENTO A proposito di
3. Completa la tabella relativa ai complementi indiretti.
La funzione di… è svolta dai complementi…
Indicare il destinatario termine vantaggio/svantaggio etico
Specificare
Situare nello spazio
Situare nel tempo
Circostanziare
4. Dai una definizione sintetica e precisa dei complementi indiretti che hai elencato nella precedente tabella e fai almeno due esempi per ciascuno.
Analisi
5. Riconosci il soggetto, il complemento oggetto e il complemento di vocazione, evidenziandoli con colori diversi.
1. “Aprimi!” gridava intanto Geppetto dalla strada. “Babbo mio, non posso” rispondeva il burattino piangendo e ruzzolandosi per terra. “Perché non puoi?” “Perché mi hanno mangiato i piedi!”. 2. “Pinocchiuccio mio, com’è che ti sei bruciato i piedi?” “Non lo so, babbo, ma credetelo che è stata una nottata d’inferno e me ne ricorderò finché campo”. 3. “Se volete che le mangi, fatemi il piacere di sbucciarle”. “Sbucciarle? replicò Geppetto meravigliato “Non avrei mai creduto, ragazzo mio, che tu fossi così boccuccia e così schizzinoso di palato. Male! In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati a saper mangiare di tutto perché non si sa mai quel che ci può capitare. I casi son tanti”. 4. “Ma io non sono come gli altri ragazzi! Io sono più buono di tutti e dico sempre la verità. Vi prometto, babbo, che imparerò un’arte e che sarò la consolazione e il bastone della vostra vecchiaia”. 5. Pinocchio, alla vista di quello spettacolo straziante, andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e piangendo dirottamente e bagnandoli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba, cominciò a dire con voce supplichevole: “Pietà, signor Mangiafuoco”. “Qui non ci son signori!” replicò duramente il burattinaio. “Pietà, signor Cavaliere!” “Qui non ci son cavalieri!” “Pietà, signor Commendatore!” “Qui non ci son commendatori!” “Pietà, Eccellenza!” A sentirsi chiamare eccellenza il burattinaio fece subito il bocchino tondo. Frasi tratte da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio
6. Riconosci i predicativi del soggetto e i complementi predicativi dell’oggetto.
1. Marcella è considerata un’ottima cuoca da suo marito. 2. Raimondo sarà eletto segretario comunale. 3. Hanno soprannominato il nostro amico Luca “Paperino” perché ne combina sempre una ed è piuttosto sfortunato. 4. La vostra villa, vista da lontano, mi è sembrata splendida. 5. Caio Giulio Cesare fu nominato console dal Senato. 6. I suoi compagni hanno acclamato Riccardo “trionfatore”, perché ha vinto la sfida agli scacchi contro il campione della scuola. 7. Quel cantante, ora poco noto, diventerà famoso. 8. I vostri nipotini crescono robusti. 9. I Cretesi divennero padroni del Mediterraneo orientale. 10. Gli europei considerano Aristotele uno dei padri della loro cultura. 11. Bush è stato eletto per due volte Presidente dagli Americani.
7. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione A (semplice o articolata). L’esercizio è avviato.
1. A Federico fu vietato l’ingresso allo stadio (termine). 2. Mia figlia Letizia ha studiato a Bologna.
( ) 3. So che hai nascosto la verità ai tuoi amici. ( ) 4. Partiamo a Natale. ( ) 5. Do un libro a Ida. ( ) 6. Un bravo nuotatore sa nuotare anche a rana. ( ) 7. Ai succhi di molte piante sono attribuite doti medicamentose ( ). 8. La mamma si è mossa a compassione per l’errore di suo figlio ( ).
9. Sono partito a malincuore ( ). 10. Presto, tutti a tavola! ( ).
11. Rivolgersi all’ufficio competente. ( ). 12. Devo correre a casa ( ).
13. Scelsero Tex a guida dei cacciatori ( ). 14. Tex fu scelto a guida dei cacciatori ( ) 15. Il poeta latino Orazio nacque a Venosa ( ). 16. A quel rumore
Pietro si voltò ( ). 17. Viene da me alle tre ( ). 18. La CEE ha discusso i provvedimenti a sostegno dell’agricoltura. ( ). 19. Domani c’è una gara di barche a vela ( ). 20. Porta in tintoria la gonna a pieghe ( ). 21. Fu condannato all’ergastolo ( ). 22. Questo Chianti non è inferiore al barolo ( ).
23. A scacchi è imbattibile ( ).
8. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione DI (semplice o articolata). L’esercizio è avviato.
1. Il cortile della scuola è piccolo (specificazione) 2. Deve farlo uno di noi due ( ).
3. Patrizia è delicata di stomaco ( ). 4. Antoine è di Parigi ( ).
5. Tornando a casa passerò di lì ( ). 6. Non mi piace guidare di notte
( ). 7. Luca arrivò di corsa ( ). 8. Ho acquistato una spilla di corallo
( ). 9. Dopo quanto è successo ti stimo di più ( ). 10. I testimoni hanno notato un uomo di mezza età ( ). 11. Il signor Rossi è un uomo di larghe vedute ( ). 12. Non si vive di solo pane ( ). 13. In soffitta si muore di freddo ( ). 14. Raccontami di te ( ). 15. Povero Gianni! È pieno di fastidi! ( ). 16. È un giovane ancora privo di esperienza ( ). 17. Michele Strogoff era siberiano di nascita ( ). 18. “Orme di un piede molto piccolo, hai detto?” “Sì, anche più piccolo di quello di Wendauer ( ) ( ). 19. Allora qualche estraneo è entrato nell’arsenale! Certamente uno dei ragazzi di via Pal ( ) ( ).
20. Non sospetteranno di te? ( ). 21. D’estate come d’inverno , sotto i calori torridi e i freddi che scendevano a cinquanta gradi sotto zero, [Michele Strogoff] batteva la pianura gelata. 22. Di una cosa sola gli doleva, che cominciava a farsi vecchio e la terra doveva lasciarla là dov’era ( ).
9. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione DA (semplice o articolata). L’esercizio è avviato.
1. Ti considero un amico e ti tratto da amico (paragone) 2. Rodolfo vive da gran signore ( ).
3. Giuseppe è stato morso da una vipera. ( ). 4. È a cena da un amico ( ).
5. Fui svegliato dal suono delle campane ( ). 6 Prima di tornare a casa faccio un salto dalla nonna ( ). 7. Ci separammo a malincuore dagli amici ( ). 8. Paride rapì
Elena dalle bianche braccia ( ). 9. Ho riconosciuto Alberto dalla voce ( ).
10. Mio fratello abita in America da dieci anni ( ). 11. Non dimenticare gli occhiali da sole ( ). 12. Torno a casa passando dal parco ( ). 13. Il ferito si sentiva venir meno dal dolore ( ). 14. Annibale era orbo da un occhio ( ). 15. Ed ora punitemi, picchiatemi, strappatemi a forza la bandiera, perché da me non l’avrete ( ).
16. Le Camicie Rosse non si erano ancora riavute dalla sorpresa ( ). 17. Le sentinelle alzarono le lance dalla punta argentata ( ). 18. Suo padre, morto da dieci anni, abitava a Omsk ( ). 19. Al piccolo non che volesse male, ma lo trattava ancora da bambino, e poco gli badava ( ). 20. “Se questo cane insegna gli indovinelli, potrei rubarglielo e mandare mio figlio dalla principessa” ( ). 21. Capivano le cose al volo, da una parola, da un gesto ( ).
10. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalle preposizioni IN e SU (semplici o articolate). L’esercizio è avviato.
1. Paolo è molto bravo in matematica (limitazione) 2. Gli fu offerta in dono una medaglia commemorativa ( ). 3. Lucio partecipò alla festa in costume da pirata ( ). 4. Sabato ci sarà la festa in onore di Lucia ( ). 5. Il re gli diede la figlia in moglie ( )
6. Il cane ha divorato la zuppa in un batter d’occhio (……………………). 7. Giulia arriva in ritardo tre giorni su quattro ( ) ( ). 8. Metti lo scatolone sull’armadio ( ).
9. La maschera di Tutankamon è in oro e smalto ( ). 10. In Italia le lontre sono ormai rare ( ). 11. Tutte le mattine vado a scuola in bicicletta ( ).
12. Colombo scoprì l’America nel 1492 ( ). 13. Hanno scritto molti articoli sull’inquinamento ( ). 14. Mauro è un giovane sui vent’anni ( ).
15. I libri sono sulla scrivania ( ). 16. Nemecsek aspettava immobile in atto di sfida ( ). 17. Szebenics gettava in aria il berretto ( ). 18. Gereb si sentì gelare il sangue sulle labbra ( ). 19. In tanta allegria, solo un viso rimase serio: il visino pallido di Nemecsek ( ). 20. Michele Strogoff aveva il temperamento dell’uomo risoluto che è rapido nelle sue decisioni, non si rode le unghie nell’incertezza, non si gratta gli orecchi nel dubbio ( ). ( ) ( ). 21. [Michele Strogoff] Parco nel gesto e nella parola, sapeva rimanere immobile come un soldato ( ).
11. Riconosci la funzione dei sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizioni CON e PER. L’esercizio è avviato.
1. Con questo caldo non si può dormire (causa) 2. Nerone ebbe Seneca per maestro ( ). 3.
Il disertore fu punito con cinquanta frustate ( ). 4. Ci imbarcammo per ultimi nel traghetto per la Sardegna ( ). 5. Hai l’ombrello con cui ripararti. Aprilo! ( ). 6. Giacomo, con cui sono andato in vacanza, è un mio carissimo amico (……………………). 7. Gigi ha perso l’anno per la sua pigrizia ( ). 8. Se il tempo è incerto esco con l’ombrello ( ). 9. Matteo è superiore a suo fratello per intelligenza ( ). 10. Spedisci questa lettera per posta aerea ( ). 11. Il vecchio con la barba bianca sorrise ( ). 12. Con tutti i suoi acciacchi non si lamenta mai ( ). 13. Caterina è disposta a tutto per gli amici ( ). 14. Nemecsek non rispondeva se non col suo sorriso triste ( ). 15. Lo fissò coi suoi grandi occhi azzurri ( ). 16. Quel foglio rappresenta per noi una grave offesa che deve essere vendicata ( ). 17. Con tante scoperte, con tanti ordigni che danno all’uomo una potenza sempre più grande, è necessario essere sempre più buoni e pietosi ( ).
18. Col prossimo autunno verrò a Roma ( ). 19. Mise la lettera in una busta e la sigillò col sigillo che portava impresse le armi imperiali ( ). 20. Passepartout era un bravo ragazzo, dall’aspetto simpatico, dalle labbra un poco sporgenti, dolce e servizievole, con una di quelle belle teste tonde che piace vedere sulle spalle di un amico ( ). 21. Io, con idee tanto diverse dalle loro, mi vanto di essere dei loro amici ( ). 22. La voce gli tremava, ma non per paura, bensì per l’agitazione e l’orgoglio di non poter opporre un “no” tondo al terribile Ats ( ).
23. Per me è lo stesso. Io non ho mai pregato nessuno ( ). 24. Circostanza felicissima per la riuscita della sua missione, Michele Strogoff conosceva a menadito il paese che doveva attraversare e i suoi idiomi. ( ). 25. Per un vero amico si sopportano volentieri i sacrifici più gravosi ( ).
12. Esplicita il pronome ne e riconosci la sua funzione logica.
Qualcosa ti preoccupa. Perché non ne parli con me?
Ne = di ciò (argomento)
1. Ho visto la torre Eiffel e ne ho ammirato l’imponenza. 2. Le donne prendevano i giunchi e ne intrecciavano i canestri. 3. Ho invitato molti amici alla mia festa, ma ne sono venuti solo alcuni. 4. Aprì la valigia e ne trasse un bellissimo foulard. 5. È scoppiato un terribile litigio e tutti i vicini ne parlano. 6. E se ne riparte soddisfatto. 7. Il soriano si diresse a falcate sostenute verso la stanza salvatrice e ne varcò la soglia. 8. Tu, Gereb, non ne sai nulla? 9. Ora aveva realizzato il piano di battaglia e ne portava le conseguenze. 10. In quella gabbia stretta il suo corpo ovale rannicchiato gonfiava la rete metallica e ne faceva spuntar fuori ciuffi di pelo.
I trucchi del mestiere
DIVERSE FUNZIONI DI “NE”
La parola ne, come avrai avuto modo di appurare mediante gli esercizi, può assumere diverse funzioni. Vediamola in azione.
Si accostò a Maria e ne sfiorò la mano (= di Maria).
specificazione
Abbiamo comprato dei fiori e ne orneremo la sala (= con essi). mezzo
Presero dell’argilla per farne dei vasi (= di argilla).
Ne riparleremo (= di questa cosa).
Fu lasciato senza cure e ne morì (= per questo).
Ho visto molti abiti, ma ne ho scelto uno solo (= fra questi).
Me ne vado (= da lì: avverbio).
materia
argomento
causa
partitivo
moto da luogo
Furono divisi i beni dello zio e ne nacque una disputa (= da questa divisione). origine
Per riconoscere la funzione di ne è sempre utile esplicitarlo, cioè trasformarlo in un sintagma preposizionale o in un avverbio avente lo stesso significato.
13. Riconosci la funzione logica dei pronomi relativi CHE e CUI. 1. Da questo belvedere si gode un panorama che giudico meraviglioso ( ). 2. Il paese da cui provieni ha un clima temperato ( ). 3. La casetta in cui trascorreremo le vacanze sorge in riva al mare ( ). 4. Ho visto alla televisione la partita che gli azzurri hanno vinto ( ). 5. Non trovo più l’orologio al quarzo che mi aveva regalato la mamma ( ). 6. Ho riletto quel romanzo di cui non ricordo l’autore ( ). 7. I
ragazzi con cui sono uscito sono i miei compagni di classe ( ). 8. Presentami la persona di cui mi hai parlato ( ). 9. In questo lago, le cui acque sono molto profonde, ci sono parecchi pesci ( ). 10. Vi hanno risposto gli zii cui avevate inviato la partecipazione di nozze ( ). 11. Ho chiuso la finestra presso cui stavi, a causa del temporale ( ).
12. Cerco un amico che mi faccia compagnia ( ). 13. Temo che il Milan, che gioca in casa, possa mettere in difficoltà la mia squadra ( ). 14. Quanto a Jean aveva cercato invano un padrone cui potesse affezionarsi ( ). 15. È cuoio il materiale di cui sono fatte le mie scarpe ( ). 16. La sarta da cui mi hanno consigliato di andare è molto brava ( ).
17. Il mezzo di cui normalmente mi servo è la bicicletta ( ). 18. È la pazienza la virtù di cui sei privo ( ). 19. Il furto di cui mi hanno accusato è opera di un altro ( ).
20. La lingua da cui derivano molte lingue europee è il latino ( ).
I trucchi del mestiere
DIVERSE FUNZIONI DI “CUI”
Osserva le frasi:
L’albero cui tendevi la pargoletta mano. termine Il cane, di cui alleviasti la fame, ti segue sempre. specificazione Gigi, la cui famiglia è partita, abita dai nonni. specificazione Mario, per cui eri in pena, ora sta bene. causa Andrea, con cui gioco sempre, ora è malato. compagnia
Due osservazioni importanti, a partire dai nostri esempi:
- quando cui ha la funzione di complemento di termine, può essere espresso anche senza la preposizione a, ma è pur sempre un sintagma preposizionale.
- Il complemento di specificazione può trovarsi (senza la preposizione di) all’interno di un sintagma nominale. La frase complessa Gigi, la cui famiglia è partita, abita dai nonni sarà così analizzata:
Gigi = SN-soggetto di abita abita = SV-predicato verbale dai nonni = SP-complemento di stato in luogo
la famiglia = SN-soggetto di è partita cui = del quale = SP-complemento di specificazione è partita = SV-predicato verbale
14. Riconosci la funzione logica di CHI pronome interrogativo e di CHI pronome doppio (ricordati sempre di esplicitarlo).
1. Non so chi abbia telefonato ( ). 2. Da chi hai saputo questa notizia( ).
3. Mario porta aiuto a chi soffre ( )( ). 4. Ringrazio con affetto chi mi ha aiutato ( ) ( ). 5. Dimmi con chi sei andato al cinema( ). 6. Siete dei pusillanimi, voi e chi vi istiga ( ). ( ). 7. A volte parlano male di chi è assente ( ) ( ). 8. Ci feriscono maggiormente i rimproveri che provengono da chi stimiamo ( ) ( ). 9. Nell’antica Roma chi, tra gli schiavi, poteva pagare il prezzo del suo riscatto, riacquistava la libertà( )( ). 10. Chi fa la luna, il prato, il ruscello? Chi fa il tempo brutto oppure bello? ( )( ). 11. Non potete perdere tempo a scoprire chi ha portato via la bandiera dal vostro arsenale ( )( ). 12. Si parla anche dei professori, quasi sempre accentuando umoristicamente i loro difetti reali o inventati. C’è chi trova per loro nomignoli, ( ) ( ) chi li imita nell’atto di spiegare, di interrogare, di arrabbiarsi ( )( ). 13. C’era persino tra i più giovani chi per lui ostentava ammirazione ( ) ( ). 14. Una volta soltanto il nostro uomo trovò chi gli tenne testa ( ) ( ). 15. Non era questo il metodo di Bill né di chi navigava con lui ( ) ( ).
15. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
1. I pirati assalivano i velieri che, carichi di ricchezze tornavano dalle Americhe. 2. Lo scultore Fidia costruì in avorio ed oro la statua di Atena che era nel Partenone. 3. Il patrimonio artistico che l’Italia possiede è una ricchezza inestimabile che il mondo ci invidia. 4. La signora che è passata prima e che io ho salutato è la madre di Giovanni. 5. Ogni fatica che sopporto con voi mi è gradita. 6. Sembrava ai contadini che improvvisamente il cielo si fosse aperto e che da esso cominciasse a rovesciarsi sulla terra un mare di acqua e di fuoco. 7. Il vigile che ho interpellato mi ha risposto che la stazione è vicina e mi ha dato le indicazioni che mi occorrevano. 8. Dall’officina di Vulcano sul monte Etna uscivano fumo e fuoco che oscuravano il cielo. 9. I sogni che facciamo di notte riflettono i problemi che affrontiamo di giorno. 10. L’astro che ha ispirato per secoli la fantasia degli uomini e che tutti i poeti hanno cantato è la luna.
16. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono il brano.
Michele Strogoff era alto e robusto. Aveva spalle quadrate e il petto ampio. La sua fronte spaziosa era incorniciata da capelli crespi e folti; i suoi occhi di un azzurro cupo, dallo sguardo aperto e leale, brillavano sotto un arco di sopracciglia i cui muscoli, leggermente contratti, denotavano un grande coraggio. Il suo naso marcato, dalle narici grosse, dominava una bocca regolare con le labbra leggermente sporgenti dell’uomo generoso e buono.
Tratto da J. Verne, Michele Strogoff
17. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono il brano.
Un uomo aveva due figliole: sposò l’una ad un ortolano e l’altra ad un vasaio. Un giorno chiese a quella dell’ortolano: “Sei contenta?”. Ella rispose: “Tutto va bene; solamente vorrei della pioggia che mi innaffiasse gli erbaggi”. La stessa domanda l’uomo rivolse alla figlia sposata al vasaio. Ed ella: “Non ho bisogno di nulla: soltanto desidero un po’ di bel tempo e del sole che secchi i cocci”. Allora il padre: “Tu desideri il sereno, tua sorella vuole la pioggia. Per quale di voi devo rivolgere al cielo le preghiere?”.
18. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono i brani.
a. Nasce Giovannino
Verso la metà del mese di novembre dell’anno millenovecentododici nasceva Giovannino. Ecco l’unico avvenimento nuovo. Per il resto, come negli anni precedenti verso la stessa epoca, a causa delle lunghe piogge in molte case pioveva dal tetto, per cui sotto le gocce venivano sistemati i barattoli. Erano passati gli uccelli, ora migravano gli ultimi. La legna per l’inverno, poggiata come al solito al muro di ogni casa per averla comoda al tempo della neve, si sarebbe potuta prendere dalle finestre.
Tanta animazione nella casetta quella notte: il fuoco divampava sempre e una caldaia d’acqua non perdeva mai il suo tepore, il lume a petrolio che aveva già troppo annerito la stanza era stato sostituito da una acetilene splendente come il sole e il gatto era stato cacciato via.
Nudo come un verme, fresco come una rosa, di pelle morbida come il velluto, Giovannino piangeva nella luce.
b. Giovannino nella culla
Avvenne una mattina quando la mamma pesava il riso alla Filomena. Giovannino aveva sgambettato a lungo ed era riuscito finalmente a buttare in fondo alla culla le coperte. Compiuta l’impresa se ne stava quieto, come in riposo. Ma un’abitudine antica lo faceva a poco a poco raggomitolare: così si trovò ben presto con le gambine rovesciate verso il viso, la testina piuttosto in basso e il culetto un po’ più in alto, perché poggiava sulle copertine ammucchiate. A pancia all’aria, s’intende, e finalmente nudo. Si sentiva assai bene, ma gli urgeva il desiderio di fare la piscia. E cominciò provando subito un bel sollievo. Il caso volle però che il getto liquido gli finisse precisamente in bocca, cosa che Giovannino non desiderava affatto, e perché non aveva sete e perché quella roba era cattiva. Cominciò così a strillare forte, non cessando tuttavia di riempirsi la bocca e non riusciva a porre un ordine a quelle due funzioni indipendenti, tanto inopportune quando avvengono insieme.
c. Giovannino cammina Giovannino sta in piedi, Giovannino ha cominciato a camminare. […]. Il babbo e la mamma, a sera, lo esortano ai primi passi. L’aiuto più efficace gli viene dal babbo perché se sta per cadere la mamma fa uno strillo che non giova, ma il babbo l’acchiappa. Quindi se il babbo dice: “Vieni!” si può andare con fiducia. Non succederà mai nulla. Il babbo non strilla: provvede. Stando in piedi le cose cambiano. Il cane e il gatto sono diventati più piccoli, ma più difficili da raggiungere. Prima, camminando come loro, bastava scoprire dov’erano e poco dopo, se la mamma non vedeva, servivano già da guanciale. Bello era anche mettere un dito nei loro occhi, appena trovata la faccia. Difficile era però tenercelo.
d. Giovannino esploratore.
Per chi parte e va in luoghi lontani e abbandona suo malgrado la casa, a cui tante cose, anche invisibili, lo tengono avvinto rendendo la vita passabile e forse bella, e teme, in luoghi estranei, di doverne sopportare una più difficile, si usa dire che il passo peggiore è quello dell’uscio.
Senza nessuna nostalgia, ma con difficoltà estreme, si presentava quel passo per Giovannino.
L’uscio era aperto. Chiusi a chiave erano la porta del cigliere, che per mezzo di una scala ripida portava nei luoghi bui, e un cancelletto dell’aia che immetteva per le vie del paese. Un muro alto più di un metro circondava il cortile. Pericoli per il bimbo non ce ne potevano essere, a meno che… Brani tratti da E. Bertozzi, Una volta si nasce
19. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono i brani.
a. Rivedo il fumo della zuppiera sulla credenza, mentre le donne in un silenzio crescente scodellavano la minestra, le cupole dorate di certe fritture in quella luce verdolina vagliata dalle persiane; il giallo sulfureo di una frittata per la cena frugale la sera, il colore smagliante dell’insalata fresca, la fiamma dei pomodori ardenti sotto la luce scialba di un lume a petrolio che scendeva dal soffitto come un paracadute; e sulle mura bianche della stanza ampia e disadorna come un refettorio, simili alle figure di un cenacolo, le ombre della sera.
Tratto da A. Palazzeschi, Il piacere della memoria
b. Zia Regina levava il paiolo dalla catena, lo lasciava posare un momento sulla pietra del focolare: poi, con mossa infallibile, rovesciava la polenta sulla tafferia.
Larga era, e molle; rotonda e lucente come la luna d’agosto quando sorge, beata, fra i vapori del crepuscolo. Il suo umido fumo ci bagnava dolcemente il viso, e un odor misto di granturco, di salute e di felicità ci dilatava le narici e il cuore.
Il più bello era quando zia Regina toglieva da un piatto un grosso pezzo di burro, e lo calcava ben bene al centro della polenta, che cospargeva di cacio grattugiato. Poi “faceva le parti”, distribuendo a ciascuno di noi la fetta che ci spettava: prima allo zio, ch’era a capo della tavola: in seguito ai ragazzi, in ragione d’età. L’ultima a servirsi era lei.
E tutti ci mettevamo a mangiare con grande appetito e piacere, cercando d’assaporare nella larga fetta il poco burro del quale aveva potuto intridersi almeno in parte. Il desiderio di trovarlo e gustarlo era tale, che rendeva per noi prezioso il frugalissimo cibo; e forse costituiva la maggiore attrattiva di quel pasto. Tratto da A. Negri, Sorelle
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
20. Osserva le coppie di frasi nelle quali lo stesso nome compare ora come apposizione del soggetto, ora come predicativo del soggetto. Spiega la differenza di significato.
Il regista Muccino è intervenuto in un dibattito televisivo sul futuro del cinema italiano. // Muccino è intervenuto in un dibattito televisivo sul futuro del cinema italiano in qualità di regista Nella prima frase la novità espressa è che Muccino sia comparso in televisione. Nella seconda frase la novità espressa è che Muccino si sia pronunciato sul futuro del cinema dal punto di vista di un regista (e non di un attore, di un critico, del pubblico, di un giornalista…).
a. Il biologo dr. Pieroni è stato chiamato a parlare di genetica nella nostra scuola. // Il dr. Pieroni è stato chiamato a parlare di genetica nella nostra scuola come biologo.
b. Pietro, esperto giocatore di scacchi, è molto stimato in paese. // Quale esperto giocatore di scacchi, Pietro è molto stimato in paese.
c. Il poeta Cappello ama parlare di poesia ai giovani. // Cappello ama parlare di poesia ai giovani in veste di poeta.
21. Completa le affermazioni dando le ragioni di quanto asserito.
a. Le frasi “La città di Roma è vasta” e “La periferia di Roma è vasta” hanno due strutture logiche diverse, infatti…
b. La frase “Pietro pesa novanta chili” e “Pietro pesa suo figlio” hanno due strutture logiche diverse, infatti…
c. Nella frase “Lucio, non ti arrendere!”, Lucio non è soggetto, infatti…
d. Nelle frasi “Ti penso spesso” e “Ti mando una lettera” “ti” ha due funzioni logiche diverse, infatti…
e. Nelle frasi “Hai uno sguardo di ghiaccio” e “Hanno aperto una nuova pista di ghiaccio per pattinare”, “di ghiaccio” ha la stessa funzione logica, quella di… Però…
f. Nella frase “Angelo si sta allenando per la maratona di New York”, “per la maratona” non è complemento di causa bensì di… Infatti…
Scrittura
22. Riscrivi due volte le coppie di frasi sostituendo il secondo complemento oggetto con un pronome personale (lo, li, la, le), poi con un pronome relativo. Ho incontrato i miei amici / Ho salutato i miei amici. Ho incontrato i miei amici e li ho salutati. Ho salutato i miei amici che ho incontrato.
1. Comprendiamo la vostra preoccupazione. / Giustifichiamo la vostra preoccupazione. 2. Ascoltate questo ordine. / Rispettate questo ordine. 3. Luigi conosceva bene quella città. / Luigi amava quella città. 4. Ho svolto male questo esercizio. / Dovrò rifare questo esercizio. 5. Tua sorella ama i profumi. / Tua sorella compra spesso profumi. 6. Per gravi perdite al gioco ha perso le sue proprietà. / Gli amici hanno comprato le sue proprietà. 7. Tu ami le piante. / Tu curi le piante.
23. Scrivi delle frasi contenenti soggetto e complemento oggetto con le forme verbali proposte. L’argomento deve essere “Una gara sportiva”.
HO TROVATO · SCHIACCIA · APPRENDEMMO · PERDERÀ · ASPETTATE · SCRIVEVA · VOLLE TENTARE · RIUSCIRÀ A VINCERE · INFLISSE · STAVA PER FARE
Scrivi delle frasi che contengano un complemento di vocazione, a partire dalle situazioni indicate.
Il nonno saluta il suo amico Giovanni. Buongiorno Giovanni, come andiamo?
1. Il professore si complimenta con i suoi studenti che inaspettatamente hanno svolto bene il compito. 2. Gli zii ti invitano a trascorrere una breve vacanza con loro in campagna. 3. La mamma chiama i figli perché il pranzo è pronto. 4. L’avvocato si rivolge alla giuria per difendere l’imputato. 5. Luca e Giovanni hanno organizzato una divertente gita al lago e vogliono convincere alcuni loro amici riluttanti a partecipare. 6. Hai conosciuto una persona simpatica durante le vacanze estive ed ora vuoi invitarla a casa tua in città.
24. Formula le richieste in base ai destinatari cui si rivolgono.
Come chiederesti a un tuo amico a tuo padre o tua madre al preside della tua scuola dei soldi per comprare la merenda il permesso di passare e dunque di spostarsi
l’ora esatta il suo prezioso orologio in prestito per andare a una festa
la sua età Il suo aiuto per trasportare a casa la tua bicicletta che hai appena distrutto
25. Scrivi delle frasi utilizzando i sintagmi indicati una volta in senso letterale, una volta in senso metaforico.
Tra le nuvole (complemento di luogo) 1. Mi ha emozionato passare con l’aereo tra le nuvole: sembrava di essersi tuffati in un’enorme coppa di panna montata. 2. Hai sempre la testa tra le nuvole! Dovresti concentrarti di più durante le lezioni.
DI LEGNO (COMPLEMENTO DI MATERIA) · DAL PERO (COMPLEMENTO DI LUOGO) · SUL FILO (COMPLEMENTO DI LUOGO) · D’ARGENTO (COMPLEMENTO DI MATERIA) · DI MARMO (COMPLEMENTO DI MATERIA) · CON IL CUORE (COMPLEMENTO DI MEZZO) · SENZA TESTA (COMPLEMENTO DI PRIVAZIONE) Scrivi delle frasi seguendo le indicazioni. Tema: “Una giornata al mare”.
a. Una frase in cui compaia un predicativo del soggetto.
b. Una frase in cui compaia un complemento oggetto e un complemento predicativo dell’oggetto.
c. Una frase in cui compaia sia un complemento di causa sia un complemento di fine.
d. Una frase in cui compaia il pronome relativo in funzione di soggetto.
e. Una frase in cui compaia il pronome relativo in funzione di complemento oggetto.
f. Una frase in cui compaia un complemento di materia in senso metaforico.
g. Una frase in cui compaiano tre complementi di luogo.
h. Una frase in cui compaia un complemento di tempo espresso da un avverbio.
i. Una frase in cui compaia un complemento di concessione.
Giochi linguistici
26. Sapresti spiegare, utilizzando le tue conoscenze grammaticali, su cosa si basano le battute proposte?
Un tale dice “Ho visto un tale con una gamba sola di nome Piero”. E l’altro risponde: “Ah sì? E come si chiamava l’altra gamba?”
Chi ascolta non capisce che il sintagma “di nome Pietro” non è retto da “gamba” bensì da “un tale”.
a. Un bambino dice ad un suo amico: “Io posso sollevare un elefante con una mano sola!” E l’altro replica “Ma dove lo trovi un elefante con una mano sola?”
b. Un ragazzo dice alla sua vicina: “Siamo una famiglia di musicisti. Io suono il violino, mia sorella il pianoforte, mio padre il flauto e mio fratello canta da basso”. E la vicina: “Ma poverino, fatelo salire ogni tanto!”
c. Un tipo si presenta a tavola con un abito bianco, calze bianche, scarpe bianche.
d. “Ma che ci fai vestito così?” chiede l’amico.
e. “Eh, il dottore mi ha detto di mangiare in bianco…”
27. Trova o inventa delle battute che si basino sull’ambiguità nell’uso dei sintagmi preposizionali (vedi quelle dell’esercizio precedente). Poi sfida i tuoi compagni a spiegare con esattezza da cosa è generata l’ironia.
8. L’AVVERBIO FORME E FUNZIONI
1. FUNZIONE DELL’AVVERBIO
1. Avverbio o preposizione? Prova a eliminare le parole sottolineate e spiega cosa accade alla frase.
Sono arrivato dopo di te. Sono arrivato te: la frase è scorretta e poco sensata. È stata eliminata la preposizione che svela il nesso tra “sono arrivato” e “te”. Mi metterò a studiare dopo Mi metterò a studiare: la frase è ancora sensata e corretta. È stato eliminato un avverbio che arricchisce la frase con un’indicazione di tempo.
1. Devi affrontare subito questo problema. 2. Grazie al tuo aiuto sono riuscito ad affrontare il problema. 3. Non troverai qui le chiavi smarrite. 4. Troverai le chiavi smarrite lungo la strada. 5. Così hai perso la fiducia dei tuoi professori. 6. A causa del tuo comportamento hai perso la fiducia dei tuoi professori. 7. Ho mangiato troppo e non ho digerito. 8. Nonostante l’eccessiva quantità di cibo ho digerito bene. 9. Ho ritrovato la penna che precedentemente avevo prestato a un mio compagno sotto il banco di un altro compagno.
2. Prova a spiegare in che senso gli avverbi sottolineati arricchiscono di significato la frase.
Sulla strada ferrata si camminava bene e si potevano fare tanti giochi. Bene arricchisce la frase indicando il modo in cui si camminava sulla strada ferrata.
a. Al mattino presto si vede la Corsica: sembra una nave carica di montagne sospesa laggiù sull’orizzonte.
b. Io sto via da casa mesi e mesi, talvolta anni. Torno ogni tanto e la mia casa è sempre in cima alla collina, rossiccia per un vecchio intonaco che la fa intravedere da lontano tra gli olivi fitti come fumo.
c. Non gela da noi di solito: soltanto alla mattina i cespi di insalata si svegliano intirizziti, un po’ lividi, e la terra fa una crosta grigia, quasi lunare, che risponde sorda alla zappa.
d. Nostro padre quando s’alza fa molto rumore, forse apposta, e fa in modo di far le scale con le scarpe chiodate su e giù venti volte, tutte inutili.
e. Ormai non si stupiva più di vedere animali domestici sparsi per il bosco e avanzò la mano per accarezzare il gatto. Lo prese per la collottola e sperava di consolarsi a sentirlo far le fusa.
Frasi tratte da I. Calvino, Ultimo viene il corvo
2. FORME DELL’AVVERBIO
1. Riconosci gli avverbi presenti nel brano e riportali nella tabella in base alla loro forma.
Mentre si muoveva quietamente per la cucina, Anna sentì un rumore sinistro. Guardò fuori e vide una dolce mattina d’estate. Il vento muoveva le foglie degli alberi qui e là, delicatamente. Alzò gli occhi all’insù e si accorse che un aeroplanino stava scendendo in picchiata nel suo giardino. Frettolosamente si tolse il grembiule e si precipitò all’aperto. Dopo qualche evoluzione spettacolare, il velivolo risalì verso l’alto velocemente. Sembrava che il pilota volesse attirare la sua attenzione. Anna infatti cercò di guardare meglio per scoprire chi fosse quello strano pilota, finché lo riconobbe: era suo figlio, che aveva da poco conseguito il brevetto di aviazione e stava semplicemente mostrando alla mamma la sua bravura.
Avverbi formati dal solo lessema:
Avverbi con il suffisso –mente:
Locuzioni avverbiali:
2. Scrivi sei frasi contenenti avverbi graduati seguendo le indicazioni tra parentesi.
Serenamente (comparativo di minoranza): Quando si hanno tanti pensieri si dorme meno serenamente.
MOLTO (SUPERLATIVO) · BENE (COMPARATIVO DI MAGGIORANZA) · POCO (COMPARATIVO DI MAGGIORANZA) · GRANDEMENTE (SUPERLATIVO) · GENTILMENTE (COMPARATIVO DI UGUAGLIANZA) · MALE (COMPARATIVO DI MAGGIORANZA)
3. Scrivi delle frasi contenenti avverbi derivati dagli aggettivi proposti utilizzando il suffisso –mente.
Felice: La vicenda si è conclusa felicemente.
PRUDENTE · ALLEGRO · AVIDO · VERO · LENTO · ARGUTO · PERFETTO · ATTENTO · FEROCE
4. Riconosci nelle frasi le locuzioni avverbiali e prova a sostituirle con espressioni aventi lo stesso significato.
Andando per di là ho incontrato un mio vecchio amico. Andando in quella direzione…
1. Quando ti ho incontrato saranno state press’a poco le sei. 2. Quasi quasi mi compro un bel gelato. Sarà più o meno un mese che non ne mangio. 3. Sta per iniziare a piovere: alla peggio ci ripareremo in un negozio. Però cerchiamo di fare i nostri acquisti alla svelta. 4. Marco e Piera si fanno dispetti a vicenda, ma in fondo si vogliono bene. 5. Se corriamo a più non posso, prenderemo il treno delle otto. 6. D’ora in poi non aspettarmi di sotto: sali pure in casa. 7. Di quando in quando non capisco per niente le spiegazioni che mi dai. 8. L’arrosto sarà pronto senz’altro per cena, anche se l’ho messo da poco in forno. 9. Se vuoi risolvere per bene questo problema devi impegnarti per davvero.
5. Scrivi un testo contenente nove locuzioni avverbiali dal titolo: Il mio luogo preferito.
6. Riconosci gli avverbi presenti nelle frasi e collocali nella tabella in base alla loro forma.
1. Quando vidi l’isola per la prima volta, non era né giorno né notte. 2. Qui mi aspettava un’esperienza medita. 3. Nessuno vive sopravvento, non so perché. 4. Presi il cannocchiale: le spiagge mi balzarono incontro. 5. E di corallo; sorge su una posizione elevata e ha una veranda dove si può passeggiare in tre contemporaneamente. 6. Povero Johnny! Lo rividi solo una volta e lo trovai completamente cambiato. 7. Sembra che sia successo all’improvviso. 8. Be’, si pensò che fosse colpa dell’isola, ma anche delle preoccupazioni o di qualcosa del genere. 9.
Proveniva sicuramente da una buona famiglia. 10. Era molto abile: suonava alla perfezione la fisarmonica. 11. Da allora, nessun rappresentante della ditta era più stato lì e, di conseguenza, non vi erano più stati approvvigionamenti. 12. In effetti, l’unico modo in cui avrebbero potuto darmi fastidio era con le armi e i liquori. 13. “Va bene papà disse Case ma adesso dovete raccogliere le forze e tirarvi su. Ci sarà un matrimonio”. 14. Saranno state forse le quattro del pomeriggio quando la porta del retro si aprì lentamente. 15. D’altra parte, se me la fossi battuta proprio la notte delle nozze, non avrei più potuto camminare a testa alta in quell’isola. 16. Improvvisamente si inginocchiò davanti a me.
Avverbi formati dal solo lessema
(Frasi tratte da R.L.Stevenson, La spiaggia di Falesà)
Avverbi con il suffisso -mente Locuzioni avverbiali
7. Nelle coppie di frasi la stessa parola viene usata una volta come avverbio, una volta come aggettivo. Analizza e spiega come nell’esempio.
Oggi ho mangiato poco // In questo latte c’è poco zucchero. Il primo poco si può sostituire con un sintagma preposizionale (= in piccola quantità), modifica il verbo: è un avverbio. Il secondo poco concorda con zucchero e gli attribuisce una caratteristica: è un aggettivo.
1. Serena ama molto andare al cinema. // In questo cinema c’è molto chiasso: non si riesce a seguire bene il film. 2. Paola ha un forte accento romagnolo. // Per piacere, non parlare forte, ho mal di testa. 3. Perché non sei arrivato prima? // La prima gallina che canta ha fatto l’uovo. 4. Sono troppo stanco per continuare a giocare. // Il dolce che mi hai offerto era troppo. 5. In questa pietanza vi è parecchio pepe. // Questo pomeriggio abbiamo studiato parecchio. 6. Hai avvisato tua madre del tuo ritardo? Certo! // Un certo Luigi ti ha cercato al telefono.
8. Alcune parole possono essere usate come avverbi o come preposizioni: riconosci da quali sintagmi sono formate le frasi facendo particolare attenzione alla parola sottolineata che classificherai come avverbio o preposizione.
Sopra la panca / la capra / campa. (sopra = preposizione)
SP SN SV
Noi / andiamo / sopra. (sopra = avverbio)
SN SV
1. Dopo cena mi ritirerò a leggere un libro d’avventura. 2. Io inizio ad andare, voi raggiungetemi dopo. 3. La mia casa è a due piani, sotto ci sono le stanze da letto. 4. Abbiamo trovato strani funghi sotto quella quercia. 5. Prima svolgeremo i nostri compiti, poi giocheremo a calcio. 6. Alla soluzione del problema sono arrivato prima di tutti i miei compagni.
9. Riconosci se la parola sottolineata è avverbio o congiunzione, e rendi ragione della tua scelta come nell’esempio.
Perché non vuoi tuffarti? // Non voglio tuffarmi perché non so nuotare. Il primo perché può essere sostituito da un sintagma preposizionale (= per quale motivo), è legato al verbo della frase: è un avverbio. Il secondo perché ha la funzione di unire due frasi (non voglio tuffarmi + non so nuotare): è una congiunzione.
1. Quando uscirai? // Uscirò quando avrò finito i compiti. 2. Io sto svolgendo l’esercizio come mi hanno insegnato. // Tu come lo svolgi? 3. Quanto costano i tuoi jeans? // Ho pagato i miei jeans quanto tu hai speso per le tue scarpe. 4. Il professore mi ha sgridato ma non capisco perché. // Ti ha sgridato perché non ti stai concentrando.
I trucchi del mestiere
PER NON CONFONDERSI: AVVERBIO O…?
Capita che alcune parole possano fungere nelle frasi da avverbi o da aggettivi; avverbi o preposizioni; avverbi o congiunzioni. Come si fa a riconoscere la funzione nel contesto? Occorre fare molta attenzione alle parole cui si legano:
Avverbio o aggettivo?
1. Abito lontano
2. Ho un lontano parente che vive a New York.
Il primo lontano può essere sostituito dal sintagma preposizionale in un luogo distante e ha un significato specifico che circostanzia il verbo: è un avverbio modificatore di verbo che dà un’indicazione di luogo.
Il secondo lontano concorda con parente e gli attribuisce una caratteristica: è un aggettivo qualificativo.
Avverbio o congiunzione?
1. Perché non hai mangiato?
2. Non ho mangiato perché non avevo fame.
Il primo perché può essere sostituito dal sintagma preposizionale per quale motivo e ha un significato specifico che circostanzia il verbo: è un avverbio modificatore di verbo che chiede di indicare una causa.
Il secondo perché ha la funzione di congiungere due frasi (non ho mangiato + non avevo fame): è una congiunzione.
Avverbio o preposizione?
1. Dopo verrò a casa tua.
2. Piero è arrivato dopo Carlo.
Il primo dopo può essere sostituito dal sintagma preposizionale in un momento successivo e ha un significato specifico che circostanzia il verbo: è un avverbio modificatore di verbo che dà un’indicazione di tempo.
Il secondo dopo introduce il nome Carlo nel discorso con il quale forma un sintagma preposizionale complemento di tempo. Si tratta di una preposizione.
Per non confondere avverbi e proposizioni vi è un semplice trucco: prova a eliminarli dalla frase. Se la sua struttura sintattica crolla, allora hai eliminato una preposizione; se la frase è ancora corretta e sensata, allora hai eliminato un avverbio.
3. TIPOLOGIA DELL’AVVERBIO
1. Trasforma in sintagmi preposizionali gli avverbi modificatori di verbo presenti nelle frasi.
Tratto amorevolmente i miei libri perché sono preziosi. con amore
Ti ascolterò attentamente.
L’atleta, nonostante la caduta, concluse la gara dignitosamente.
Ho letto interamente Il Signore degli anelli di Tolkien.
Le mie sorelle mi hanno riordinato la camera accuratamente.
Davide si è lasciato cadere sul divano sgraziatamente.
La Chiesa celebra alcune festività solennemente.
Paola lasciò cadere il piatto stizzosamente.
Ho mangiato i miei gustosi panini avidamente.
Ti darò personalmente il denaro che ti spetta.
2. Trasforma i sintagmi preposizionali sottolineati in avverbi modificatori di verbo.
Marta ha affrontato con serenità l’esame. serenamente
Domenica abbiamo festeggiato in allegria il novantesimo compleanno del nonno.
È commovente essere trattati con benevolenza da coloro che abbiamo offeso in modo ingiusto.
Simone svolgeva il suo lavoro con metodicità, Fabrizio invece senza ordine.
Giuliana affronta le gare senza voglia eppure le vince con facilità.
Ti rivelerò in confidenza che non sono un bravo sciatore.
A volte agisci proprio in modo insensato, devi imparare ad affrontare le situazioni con maggiore intelligenza.
Potrò disporre della tua bicicletta per un tempo illimitato o per un tempo limitato?
Il cavaliere affrontò il duello senza paura e con onore.
Sono stato punito con severità dai miei genitori per avere disobbedito in modo sfrontato.
3. Riconosci gli avverbi modificatori di verbo e collocali nella tabella in base all’informazione che portano.
a. “Fermiamoci un po’ qui” disse la volpe.
b. A mezzanotte noi ripartiremo per essere domani, all’alba, nel Campo dei Miracoli.
c. Pinocchio ci pensò un po’ e poi disse risolutamente: “No, non ci voglio venire!”.
d. Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio.
e. “E dove hanno detto di aspettarmi quei buoni amici?”. Al Campo dei Miracoli, domattina, allo spuntar del giorno”.
f. Il gatto spalancò tutti e due gli occhi che parvero due lanterne verdi: ma poi li rinchiuse subito, tant’è vero che Pinocchio non si accorse di nulla. “E ora – gli domandò la volpe – che cosa vuoi farne di codeste monete?”
g. “Buon giorno, Pinocchio” gli disse la volpe, salutandolo garbatamente.
“Com’è che sa il mio nome?” domandò il burattino.
“Conosco bene il tuo babbo”.
“Dove l’hai veduto?”
“L’ho veduto ieri sulla porta di casa sua”.
“E che cosa faceva?”
“Era in maniche di camicia e tremava dal freddo”.
“Povero babbo! Ma, se Dio vuole, oggi non tremerà più!”
“Perché?”
“Perché io son diventato un gran signore”.
(Frasi tratte da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio)
Luogo Tempo Quantità Causa Modo
4. Completa le frasi con avverbi modificatori di verbo che forniscano l’informazione richiesta tra parentesi.
Vai (luogo) là e non muoverti!
a. Attilio ha risposto (modo) alle mie domande.
b. (tempo) andrò a trovare i miei nonni che abitano in Svizzera.
c. (modo) si prepara questo dolce squisito?
d. (tempo) sveglio Sergio, che ha dormito (quantità) .
e. (causa) non parli (modo) ?
f. (tempo) è partito Marco? (tempo) .
5. Trasforma in sintagmi preposizionali gli avverbi modificatori di verbo presenti nelle frasi e poi riconosci che tipo di informazione forniscono.
Perché non sei riuscito a terminare l’esercizio?
Perché = per quale motivo (causa)
1. Allora ero giovane e onesto: cominciai immediatamente a soffrire per lei. 2. L’ometto mi fu molto grato e poté ripulire tranquillamente l’animale. Alla fine si guardò attorno cautamente, poi mi fissò con occhi imploranti. 3. Lo riaccompagnai a casa e chiacchierai parecchio. 4. Allora ero agile come un gazzello e mi chiamavo Giovannino, e il primo amore non si scorda mai. 5. Sono stanca di vedere sempre la tua faccia, senza mai un momento di riposo. 6. “Giovannino, vecchio filibustiere! - ha risposto ridendo rumorosamente Francesco e dandomi un robusto scapaccione sulla nuca - Come va?” 7. “Si fa così!” - ha dichiarato la zia Giuseppina, battendosi una manata sul petto.
Frasi tratte da G. Guareschi, Lo Zibaldino
6. Indica con una freccia quale parte del discorso modificano gli avverbi sottolineati e quindi classificali come modificatori di verbo o modificatori di aggettivo. Luca è discretamente soddisfatto: modificatore di aggettivo (soddisfatto).
1. Bussa discretamente alla porta prima di entrare. 2. Elsa ha cucinato piatti troppo pepati per i miei gusti. 3. Il rubinetto perde leggermente 4. I panni stesi sono leggermente bagnati. 5. Il volume della radio è abbastanza forte. 6. Quest’anno ho studiato abbastanza per meritarmi la sufficienza. 7. Il nonno è seriamente ammalato. 8. Devi impegnarti seriamente se vuoi ottenere buoni risultati. 9. Alessandra fa delle affermazioni decisamente ridondanti. 10. Pietro parla poco, Giorgio parla poco appropriatamente. 11. Sarò definitivamente sicuro della promozione quando vedrò la pagella. 12. Il mio babbo ha definitivamente smesso di fumare.
7. Trasforma in frasi gli avverbi modificatori di frase sottolineati.
Magari dessero in TV il mio film preferito! Mi piacerebbe che dessero in TV il mio film preferito!
1.Evidentemente non c’è nessuno in casa. 2. Forse Luca vincerà la gara. 3. Francamente non so proprio che pesci prendere. 4. Fortunatamente sono arrivato in tempo. 5. Inaspettatamente sono arrivati i miei zii d’America. 6. Comprensibilmente di fa una certa fatica a studiare le materie che non piacciono. 7. Paradossalmente a me piacciono i libri poco avventurosi e ricchi di descrizioni.
8. Riconosci se gli avverbi costruiti con il suffisso -mente sono modificatori di verbo o modificatori di frase, sottolineandoli in modi diversi.
1. Mi parve, ad un tratto, di sentire un fruscio d’ali fuori dal balcone e interruppi il mio lavoro. Effettivamente era un fruscio d’ali. 2. Spensi la luce, socchiusi con estrema cautela le imposte del balcone, allungai lentamente il braccio. 3. Alla fine dello spettacolo Luigi, molto gentilmente, ha voluto accompagnarmi a casa. 4. Era invecchiata parecchio, ma si teneva ancora su gagliardamente grazie a una lista di carta convenientemente incollata nel mezzo. 5. E l’egregio professionista ha affermato che finalmente si poteva cominciare a ragionare. 6. L’eccellente uomo mi ha provato il polso, il cuore, i polmoni, poi mi ha considerato attentamente. 7. Il vecchio sanitario mi ha guardato più fissamente negli occhi. 8. Era nobilmente indignato, e io sono uscito a testa bassa. 9. Io veramente non fumo, non bevo, eccetera, però ho il vizio del peppermint. 10. “Certamente - lo rassicurò il fu dottor G.B. - io avevo un cuore che non valeva una cicca. Un cuore malandato in modo straordinario”.
Frasi tratte da G. Guareschi, Lo Zibaldino
9. Esplicita l’aspettativa di chi pronuncia le seguenti frasi, contenenti avverbi modificatori di aspettativa.
A Natale ho ricevuto soltanto due regali: chi parla si aspettava di ricevere più di due regali.
1. Durante l’interrogazione di scienze ho saputo rispondere a tutte le domande, persino a quelle relative agli argomenti studiati l’anno scorso. 2. Anche Maria ha passato il test di ammissione al corso intensivo di lingua inglese. 3. Solo un compagno di classe mi ha telefonato per sapere come stavo quando sono stato assente. 4. Nelle gare di velocità d’Istituto sono arrivato primo. Ho battuto addirittura il campione della scuola. 5. In quel supermercato vendono anche i dvd. 6. In quel supermercato vendono persino i dvd.
10. Riconosci e sottolinea gli avverbi e riportali nella tabella in base alla loro funzione.
1. Ciccio era molto grosso, molto nero, molto composto. Dava l’impressione di essere un gatto intelligente e sospettoso. 2. Lancillotto una volta si offese perché il suo amico lo guardava con diffidenza. Veramente Ciccio non aveva assolutamente alzato le sopracciglia, ma Lancillotto sentiva che non lo aveva fatto solamente perché le sopracciglia non le aveva. 3. Ai rimproveri dell’amico, “Ehm… Permesso…torno subito”, mormorò Ciccio imbarazzato e sgusciando dalla porta corse nella sua camera. 4. Lancillotto capì di aver esagerato e, pentito, gli chiese: “Forse avrai sete. Perché non bevi del latte?” 5. “Certo! Naturalmente!” rispose Ciccio, strofinandosi il naso contento. 6. “Se vuoi sapere quello che ne penso, Lancillotto — disse la micia Rebecca — il tuo amico ha vissuto troppo bene. Faresti meglio, per prima cosa, a limitare molto le sue razioni”. Effettivamente quella critica non era ingiustificata. Sicuramente vi era in Ciccio più che un principio di pinguedine. 7. Lancillotto si agitava, terribilmente imbarazzato: non amava che le micie si intromettessero così nelle sue amicizie. Finché esclamò: “Cara Signora, io mi oppongo assolutamente. Non porrò giammai dei limiti ai pranzetti del mio amico”. “Ti rifiuti?” riprese Rebecca stizzosamente. “Certo che rifiuto! Mai più di ora ho stimato Ciccio. Anzi, intendo perfino dargli personalmente, e con le mie stesse zampe, un buon piatto di pesce come segno della mia amicizia”.
Modificatori di verbo
Modificatori di aggettivo
Modificatori di avverbio
Frasi tratte e adattate da P.G. Wodehouse, Le serate di Mulliner
Modificatori di frase
Modificatori di aspettativa
4. L’AVVERBIO NELL’ANALISI MORFOSINTATTICA E LOGICA
1. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, dettagliata per gli avverbi.
1. Molti aspetti della Grande Piramide di Giza restano semplicemente avvolti nel mistero. 2. Un archeologo della Università dell’Arizona potrebbe aver finalmente trovato la tomba di Nefertiti. 3. I faraoni cominciavano a costruire le tombe sempre all’inizio del proprio regno. 4. Come tutti gli antichi egizi di alto rango, anche Tutankhamon desiderava essere ricordato per sempre. 5. Le liste antiche con i nomi dei faraoni e le date dei rispettivi regni non sono affidabili perché gli antichi egizi spesso modificavano i dati storici a fini politici. 6. Nelle tombe della città egiziana di Amarna non si ritrovano nemmeno i tipici beni delle sepolture benestanti. 7. La gente comune di Amarna non poteva permettersi molto, ma la semplicità delle loro sepolture potrebbe anche indicare che gli oggetti funerari stessero diventando sempre meno importanti. Tra i pochi oggetti trovati nelle tombe ci sono tre perline a forma di ippopotamo, probabilmente indossati come amuleti protettivi da una donna o da una bambina prima di morire.
Frasi tratte da www.nationalgeographic.it
2. Delimita le frasi che compongono il brano con due barrette, poi riconosci la struttura sintattica e logica delle frasi costruendo lo schema delle reggenze.
Durante l’estate la formica lavorava duramente, e così metteva da parte le provviste per l’inverno. Invece la cicala cantava allegramente tutto il giorno. Improvvisamente arrivò l’inverno e la formica poté nutrirsi delle sue provviste, dato che durante l’estate prudentemente aveva accumulato molto cibo. La cicala cominciò a sentire i morsi della fame, perciò andò dalla formica a chiederle del cibo. La formica le disse: “Io ho lavorato alacremente per ottenere questo e tu che cosa hai fatto durante l’estate?” “Ho cantato”. rispose ingenuamente la cicala. La formica esclamò: “Allora adesso balla!”
Brano liberamente tratto da Esopo
I trucchi del mestiere
ESAGERIAMO!
1. Scrivi delle frasi in cui i messaggi proposti siano espressi nella loro massima intensità. Spiega poi quali degli espedienti suggeriti in “Questioni di lessico: Esageriamo!” hai usato.
2. Trasforma ognuno dei superlativi presenti nelle frasi in climax o iperbole.
1. Giulio è stanchissimo. 2. Oggi il sole è molto caldo. 3. La mamma ha fatto una torta buonissima. 4. Ieri il vento soffiava fortissimo. 5. Devo studiare moltissimo. 6. Hai corso un serissimo pericolo.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Rispondi alle domande che riguardano i paragrafi relativi all’avverbio e fai degli esempi che avvalorino le tue risposte.
a. Qual è la funzione dell’avverbio?
b. In quali forme si può presentare l’avverbio?
c. Quali elementi del discorso l’avverbio può modificare?
d. Come va trattato l’avverbio nell’analisi morfosintattica e logica?
Analisi
2. Delimita le frasi che compongono il brano con due barrette, poi fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, dettagliata per gli avverbi.
Sembrerà strano, ma al cinema la musica è arrivata prima della voce degli attori. Anche prima che negli anni Trenta venisse inventato il cosiddetto “sonoro” (il modo di incidere una traccia audio sulla stessa pellicola su cui sono fissate le immagini), i film avevano la loro brava colonna sonora. Eseguita dal vivo al pianoforte, di solito, oppure con l’aiuto di una piccola orchestrina. In alcuni casi gli spettatori potevano addirittura partecipare a una specie di antenato del karaoke: i testi delle canzoni venivano proiettati sullo schermo in una versione “animata”, che indicava con chiarezza come scandire le sillabe. Il pianista doveva solo stare attento a non sbagliare spartito. Di sicuro non poteva improvvisare, come invece gli capitava di tanto in tanto. Con il passare del tempo il ruolo della musica è diventato sempre più importante. Frasi tratte da www.avvenire.it/popotus
3. Delimita le frasi che compongono i brani con due barrette, poi riconosci la struttura sintattica e logica delle frasi costruendo lo schema delle reggenze.
a. In quel giorno era impossibile passeggiare. La mattina avevamo errato per un’ora nel boschetto spogliato di foglie, ma dopo pranzo il vento gelato d’inverno aveva portato con sé nubi così scure e una pioggia così penetrante, che non si poteva pensare a nessuna escursione. Ne ero contenta. Non mi sono mai piaciute le lunghe passeggiate, soprattutto col freddo, ed era penoso per me tornar di notte con le mani e i piedi gelati, col cuore amareggiato dalle sgridate di Bessie, la bambinaia, e con lo spirito abbattuto dalla coscienza della mia inferiorità fisica di fronte a Eliza, a John e a Georgiana Reed.
b. Eliza, John e Georgiana erano riuniti in salotto attorno alla loro mamma; questa, sdraiata sul sofà accanto al fuoco e circondata dai suoi bambini, che in quel momento non questionavano fra loro né piangevano, pareva perfettamente felice. Ella mi aveva proibito di unirmi al loro gruppo, dicendo che deplorava tenermi così lontana, ma che fino al momento in cui non avessi acquistato un carattere più socievole e più infantile, maniere più cortesi e qualcosa di più radioso, di più aperto, di più sincero, non poteva concedermi gli stessi privilegi che ai bambini allegri e soddisfatti.
— Che cosa vi ha detto Bessie di nuovo sul conto mio? — domandai.
— Jane, non mi piace essere interrogata. Sta male, del resto, che una bimba tratti così i suoi superiori. Sedetevi in qualche posto e state buona fino a quando non saprete parlare ragionevolmente.
Brani tratti e adattati da C. Brontë, Jane Eyre
PER LE COMPETENZE Argomentazione
4. Riconosci e sottolinea i sintagmi verbali contenenti avverbi.
a. Quando scoppiò il temporale ci rifugiammo velocemente in un casolare.
b. Quella grondaia è stata costruita male.
c. Gianni accolse favorevolmente la nostra proposta.
d. Vieni qui!
e. Dopo questa arrampicata sono stanco.
f. Il nostro vicino ci saluta cordialmente.
g. Paolo sa cogliere immediatamente le buone occasioni.
h. Ora ascoltami!
i. Non basta studiare a memoria.
j. Questa mattina non riesco a concentrarmi.
k. Per fortuna non sono solo in questa avventura.
l. Riesci ad arrivare là con un solo salto?
Ora rendi esplicita l’informazione che gli avverbi aggiungono al verbo.
Quando scoppiò il temporale ci rifugiammo velocemente in un casolare.
L’avverbio velocemente ci fa capire che l’azione espressa dal verbo viene eseguita con rapidità.
5. Riscrivi le frasi sostituendo gli avverbi sottolineati con degli aggettivi. Poi prova a spiegare la differenza di significato tra le coppie di frasi.
La neve scende lievemente La neve scende lieve
Nella prima frase l’avverbio lievemente esprime una modalità di caduta della neve, potrebbe essere sostituito da lentamente, delicatamente; nella seconda frase l’aggettivo lieve dice come è la neve mentre scende, potrebbe essere sostituito con leggera, impalpabile.
a. Il cane scondinzola felicemente.
b. Ho corso velocemente i cento metri.
c. Luca vive spensieratamente.
d. Il bambino gioca allegramente con l’aquilone.
e. Ragazzi, ascoltate attentamente!
f. Paolo si trascina stancamente verso casa.
Scrittura
6. Riscrivi le frasi proposte in più versioni (almeno 5), precisando le informazioni fornite dall’avverbio sottolineato.
Qui si trovano i fumetti migliori.
In questo luogo si trovano i fumetti migliori.
In questa libreria si trovano i fumetti migliori.
Nella libreria vicino a casa mia si trovano i fumetti migliori.
Nella biblioteca del mio quartiere si trovano i fumetti migliori.
Nella libreria da cui ti sto telefonando si trovano i fumetti migliori.
1. In questa pizzeria si mangia bene. 2. Talvolta non riesco a studiare come vorrei. 3. Senza una buona canna da pesca, non si riesce a pescare adeguatamente 4. Così non convincerai nessuno! 5. Quando spiega il professor Golia capisco immediatamente. 6. Francamente trovo infantile il tuo atteggiamento. 7. Forse verrò a trovarti nel tardo pomeriggio. 8. Incredibilmente sono riuscito a svolgere l’esercizio al primo colpo. 9. L’esito della partita ha pienamente soddisfatto le mie aspettative.
7. Riscrivi il brano condensando in un avverbio o in un aggettivo o in un unico sintagma le informazioni sottolineate.
Sono stato fortunato ad essere stato scelto come protagonista della recita. Fortunatamente sono stato scelto come protagonista della recita.
Quando diciamo “un film di…” il più delle volte al posto dei puntini mettiamo il nome del regista giusto, ma può anche capitare di parlare di un film “della Pixar” o “della Disney”. Succede perché, in effetti, capire di chi sia davvero un film è abbastanza complicato. Fare cinema è un’impresa che richiede la collaborazione di molte persone, che hanno compiti e conoscenze anche molto differenti. Per rendervene conto potete provare a fare la differenza (sì, proprio la sottrazione matematica) fra i cosiddetti “titoli di coda”, che scorrono alla fine del film, e i “titoli di testa”, che trovate all’inizio. Prima che cominci la storia vengono mostrati un po’ di nomi, diciamo qualche decina, e l’ultimo – il più importante, in questo caso – è quello del regista. Dopo il gran finale, invece, spunta di nuovo il regista, poi gli attori e poi… Non è necessario che contiate, ma sotto agli occhi vi passeranno centinaia e centinaia di nomi. Sono tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di quel film, dai più famosi (per esempio chi ha scritto la storia, cioè lo sceneggiatore, a chi ha composto le musiche: ma questi c’erano già nei titoli di testa, proprio come gli interpreti) ad altri assolutamente sconosciuti: la sarta che ha cucito i costumi, l’attrezzista che ha sistemato le luci eccetera eccetera. Insomma, quando diciamo che un film è “di” qualcuno, intendendo di solito il regista, diciamo qualcosa che è vero solo a metà. Facciamo l’esempio di un regista davvero bravo, il neozelandese Peter Jackson, che ha diretto le due trilogie tratte dalle opere di J.R.R. Tolkien, e cioè Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Un “suo” film si riconosce di sicuro, per la cura dei dettagli e anche per la capacità di farci sorridere perfino nel mezzo di una battaglia, ma gran parte dell’impegno di Jackson consiste nell’armonizzare il lavoro di chi è coinvolto nel progetto. Non ci sono solo gli esperti degli effetti speciali, ma anche gli artigiani che fabbricano scudi e spade, per esempio, o i truccatori che rendono credibili le orecchie a punta degli elfi. Per dirigere un film non basta sedersi sulla poltroncina e dire “ciak, azione!”, ma occorre mettere insieme i pezzetti di un enorme puzzle. Ci sono registi che lo fanno con un tocco particolarmente personale, come Jackson, e altri che sono bravissimi nell’esaltare le caratteristiche di una determinata casa di produzione (ecco perché di certi film ricordiamo anzitutto che sono “della Pixar”). In un caso e nell’altro, un bravo regista non fa mai tutto da solo.
Tratto da www.avvenire.it/popotus
8. Arricchisci il racconto riscrivendolo con l’aggiunta di aggettivi, avverbi, sintagmi preposizionali, frasi volti a descrivere l’ambiente, l’aspetto fisico e il mondo interiore dei personaggi.
Un leone, un orso e una volpe.
Un leone ed un orso trovarono un pezzo di carne e si misero a litigare. L’orso non voleva cedere e il leone altrettanto. Lottarono a lungo e alla fine caddero a terra privi di forze. Una volpe, nascosta lì vicino, vide il pezzo di carne, lo addentò e fuggì via.
Tratto da L. Tolstoj, Animali protagonisti
9. LA FRASE COMPOSTA E COMPLESSA Congiunzione. Introduzione all’analisi del periodo.
1. FRASE SEMPLICE, COMPOSTA E COMPLESSA
1. Dopo aver sottolineato i predicati presenti nelle frasi, riconosci quali tra esse sono frasi semplici e quali invece sono composte o complesse.
1. Ieri sono andato al cinema con Maria. 2. Benché il dottore mi avesse consigliato di rimanere in città, sono partito per la montagna. 3. Sta iniziando a nevicare. 4. Giocando in spiaggia, ho perso il secchiello. 5. Devi scappare in fretta! 6. Sono tornato per ringraziarti. 7. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. 8. Ti ho chiamato per chiederti un aiuto.
2. Riconosci se ciascuna delle espressioni è da considerarsi una frase semplice o una frase non autonoma.
1. Oggi ho incontrato il mio maestro delle elementari. 2. Guai a voi! 3. Quando sono stanco. 4. Non hai saputo rispondere. 5. Nonostante piovesse. 6. Che si trova in sala. 7. Il soldato si preparò per la battaglia. 8. Coraggio! 9. Andando verso casa.
3. Le frasi di seguito non sono ben costruite: per renderle equilibrate, trasformale togliendo una congiunzione.
Anche se piove ma esco ugualmente Anche se piove esco ugualmente (togliamo la congiunzione “ma”); oppure: Piove, ma esco ugualmente (togliamo la congiunzione “anche se”).
1. Poiché siamo arrivati in ritardo e abbiamo perso la coincidenza per Ferrara. 2. Il pino che si trova nel nostro giardino e è ormai secco. 3. Che sarebbe bello se tutti foste presenti. 4. Nella stagione invernale quando il sole tramonta e si fa subito buio. 5. Se quello che Gianni dice è vero. 6. Anche se il risultato è sbagliato e i conti non tornano. 7. Dopo che ho fatto una bella dormita e sono riposato. 8. Quando il nonno era piccolo e non c’era la televisione. 9. Anche se Luigi è andato alla gita con tutti i suoi compagni.
4. Ad ognuna delle frasi aggiungi un’altra frase, in modo che formino delle frasi complesse.
1. Che venisse anche lui. 2. Quando piove. 3. A restituire il maltolto. 4. A giocare con me. 5. Benché piova. 6. Se vuoi uscire. 7. Visto che non siete ancora stanchi. 8. Per metterle il cuore in pace. 9. Non avendo Lucia svolto i suoi compiti.
SUBORDINAZIONE E COORDINAZIONE
5. Sottolinea i predicati, dividi le frasi con una doppia barra e riconosci la frase principale.
1. Sono davvero dispiaciuto di essere arrivato in ritardo. 2. Pietro, dopo che ebbe preparato il piano, lo eseguì con molta precisione. 3. Prima di scoprire l’America, gli Europei conoscevano solo una piccola parte della terra. 4. Gli operai scioperano per ottenere un aumento del salario. 5. Se ti eserciti molto, potrai ottenere buoni risultati. 6. Dopo aver esaminato tutti gli aspetti della situazione, Mario prese la decisione. 7. Giacché si è fatto tardi dobbiamo tornare subito a casa. 8. Se ti annoi, perché non te ne vai? 9. Sebbene avesse torto, Giulia continuava a sostenere la sua posizione.
6. Sottolinea i predicati, dividi le frasi con una doppia barra e riconosci la frase principale.
1. Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione. 2. Si tolse l’abito scuro e lo piegò accuratamente, avvolse in carta velina il panciotto di seta ricamata e lo mise a posto. 3. Dopo avere infilato nella busta l’anello d’oro e la catenella, la chiuse, la sigillò e la indirizzò a Frodo. 4. Bilbo tolse dalla tasca la busta, ma mentre stava per posarla vicino all’orologio, la sua mano si ritirò bruscamente ed il pacchetto cadde per terra. 5. Prima che potesse raccoglierlo, lo stregone si chinò a prenderlo e lo mise a posto. 6. Quando sparì dalla vista, Gandalf rimase qualche istante a scrutar fisso nell’oscurità.
Frasi tratte da J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli
7. Completa con una frase subordinata per costruire una frase complessa.
a. 1. Ti ho appena detto // che .
b. 2. Non ho capito // se .
c. 3. Vorrei finire i compiti // prima che
d. 4. Sono piuttosto in collera con te // dal momento che .
e. 5. Non ti serbo rancore // malgrado .
f. 6. Ti avverto // che // che
g. 7. Giocherò ancora con te // a condizione che .
h. 8. Luca si è ritirato dal gioco // perché .
8. Scrivi delle frasi complesse utilizzando le congiunzioni proposte:
CHE / SE / DOPO CHE / AFFINCHÉ / POICHÉ / SICCOME / SEBBENE / PURCHÉ
9. Aggiungi una frase coordinata per costruire una frase composta.
a. Luca suonava il violino // e .
b. Non avevo più fame // ma .
c. Vuoi fermarti ancora un po’ a casa mia // o ?
d. Sono stato al mare per due mesi // quindi .
e. Ci vedo male // infatti .
f. O la smetti di lamentarti // o .
10. Scrivi delle frasi composte utilizzando le congiunzioni proposte.
NONCHÉ / PERÒ / TUTTAVIA / OPPURE / CIOÈ / DUNQUE / PERCIÒ / NON SOLO… MA ANCHE
11. Riconosci se le frasi sono composte o complesse.
1. Intorno è silenzio; profondamente umili dal cielo guardavano le stelle e i passi di Stàrcev risuonavano così acuti e inopportuni. (A. Čechov)
2. Viaggiammo leggeri perché avevamo preso soltanto le cose che ci sembravano necessarie per vivere. (G. Durrel)
3. Il bigliettaio chiuse lo sportello e l’autobus si mosse con un rumore di sfasciume. (L. Sciascia)
4. Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. (E. Hemingway)
5. A volte perdeva la scia, ma la ritrovava sempre, o almeno ne trovava le tracce, e nuotava veloce e resistente nella direzione giusta. (E. Hemingway)
6. Mowgli era indolenzito e adirato quanto affamato, e gironzolò per la città deserta; lanciava di tanto in tanto il Grido di Caccia dei Forestieri, ma nessuno gli rispondeva. (R. Kipling)
7. Sollecitato dal conte Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata di scrivere la storia della nostra avventura all’Isola del Tesoro, con tutti i suoi particolari, nessun escluso, salvo la posizione dell’isola, e ciò perché una parte del tesoro ci è ancora nascosta, io prendo la penna nell’anno di grazia 17… e mi rifaccio al tempo in cui mio padre teneva la locanda dell’ “Ammiraglio Benbow” e il vecchio uomo di mare dal viso sfregiato da un colpo di sciabola prese per la prima volta alloggio presso di noi. (R.L. Stevenson)
I GRADI DELLA SUBORDINAZIONE
12. Dopo aver diviso le frasi e individuato la frase principale, costruisci lo schema delle reggenze delle frasi complesse e indica i gradi di subordinazione.
Nonostante non ce ne sia bisogno // perché piove, // la nonna bagna i fiori // e innaffia le piante.
la nonna bagna i fiori
PRINCIPALE
e innaffia le piante
COORDINATA alla principale
SUBORDINATA di II grado
nonostante non ce ne sia bisogno
SUBORDINATA di I grado perché fuori piove
1. Porterò l’automobile dal meccanico dal momento che non funzionano bene i freni e si accende la spia dell’olio. 2. Anche se lo desidero, non posso venire alla festa, perché mio zio, che vive in Liguria, ha invitato tutta la mia famiglia per festeggiare il Capodanno. 3. Mangio perché ho fame e bevo perché ho sete. 4. Quando troverò il libro che stavo cercando, ti leggerò una frase che ti stupirà e ti farà capire molte cose. 5. Sebbene ti abbia incontrato prima di uscire, non mi sono accorto che ti sei tinta i capelli di viola. 6. Durante il temporale Fulvio era terrorizzato perché temeva che un fulmine colpisse il traliccio dell’alta tensione. 7. Se non potremo partire con voi ci rivolgeremo ai nostri cugini, i quali amano i viaggi in compagnia.
SUBORDINATE ESPLICITE E IMPLICITE
13. Riconosci quali, tra le subordinate inserite nelle i frasi complesse, sono subordinate esplicite (E) e quali subordinate implicite (I). Poni particolare attenzione ai modi verbali e alla presenza delle congiunzioni.
1. Sono sceso in giardino // per giocare a pallone ( ). 2. Ha partecipato al corso // cosicché potesse scoprire i segreti delle tue ricette ( ). 3. Appena ti ho visto ( ) // ho subito capito // che era successo qualcosa ( ). 4. Prima di parlargli ( ) // lo ritenevo un prepotente. 5. Scagliata la freccia ( ), // si ritrasse rapidamente // per non farsi vedere dagli avversari ( ). 6. Ascoltando la radio ( ), // ho appreso le ultime notizie sul terremoto. 7. Il vento è un movimento di masse d’aria // prodotto dalla differenza della loro temperatura e pressione ( ). 8. L’Italia è ricca di acque montane // che vengono sfruttate per produrre energia elettrica ( ). 9. Prima che calasse la notte ( ), // tutti erano tornati nelle loro case // perché vi era il coprifuoco ( ). 10. Marta è andata al cinema con i suoi amici // per assistere alla proiezione di un film in lingua originale ( ) // poiché vuole approfondire la sua conoscenza delle lingue straniere ( ). 11. Mettendosi a studiare ( ), // quante soddisfazioni ha dato ultimamente Paolo ai suoi genitori, // che erano preoccupati per i suoi insuccessi scolastici ( )! 12. Nonostante fossimo arrivati tardi alla fermata dell’autobus ( ), // il conducente ci aspettò // per non farci perdere l’ultima corsa ( ). 13. Guardando i colori dell’autunno sugli alberi della città ( ) // mi immagino // quanto devono essere belli i boschi in questa stagione ( ).
14. Trasforma le subordinate implicite in subordinate esplicite.
1. Andrea mi ha chiesto di andare con lui. 2. Viaggiando verso il Grand Canyon, incontrammo il vecchio cowboy. 3. Per vincere devi correre più velocemente. 4. Sbagliando si impara. 5. Sono in camera a dormire. 6. È necessario lasciare questa casa immediatamente. 7. Avendo scelto di non prendere l’ombrello, Pietro si inzuppò completamente. 8. Sebbene stanchissimo, Bartolomeo riuscì a raggiungere il traguardo. 9. Sei stato così gentile da meritare un bacio. 10. Trovando in un cassetto la mia vecchia fionda mi ricordai un divertente episodio della mia infanzia. 11. Non sapendo che pesci prendere, telefonai a Giulio. 12. Pur sapendo di non poter raggiungere la vetta, mi misi in marcia. 13. È necessario fare i preparativi per la partenza. 14. Dopo aver letto per circa mezz’ora, mi addormentai. 15. Il lupo e l’agnello, spinti dalla sete, arrivarono allo stesso ruscello. 16. A ben vedere tutti gli indizi sono contro di lui. 17. È naturale desiderare di più di quanto si possa ottenere.
15. Trasforma le subordinate esplicite in subordinate implicite.
1. Roberta ha insistito affinché venisse con noi. 2. Giacomo mi ha chiesto che gli portassi il martello. 3. Mentre guardava un film, Paolo si addormentò sul divano. 4. È proprio bello che andiamo all’acquario insieme. 5. Sono così divertito che rido con le lacrime agli occhi. 6. Poiché sono goloso, mangerò anche l’ultimo pasticcino. 7. Uscì rapidamente appena sentì la campanella che suonava. 8. Se viene esposto al calore, il burro si scioglie. 9. Dopo che avremo visto un suo film potremo esprimere il nostro parere su quell’attore. 10. Sei sicuro che troverai Silvia in casa a quest’ora? 11. Mentre sistemavo i miei appunti mi sono accorto che non sono stato molto attento durante la spiegazione. 12. Se ci si pensa bene non tutti i guai vengono per nuocere. 13. Benché sia un po’ maldestro, Gatto Silvestro è veramente simpatico. 14. Quando i tuoi ospiti se ne saranno andati, chiamami. 15. Dopo che è passata la festa ci si dimentica del santo!
2. L’ANALISI DEL PERIODO
UN METODO DI ANALISI
1. Il paragrafo “Un metodo di analisi” propone quattro azioni da fare per svolgere l’analisi del periodo. Analizza i periodi seguendo le fasi proposte.
1. Vorrei essere sempre attento per accorgermi di tutte le occasioni che mi si presentano ogni giorno. 2. Da quando mi è stato chiesto di assumermi una maggiore responsabilità con i miei fratellini, mi sento più grande. 3. Guardando la fotografia di classe, mi sono ricordato di Sergio che si è trasferito l’anno scorso per raggiungere il padre che lavora in Canada. 4. Sebbene Lucia sia una ragazza coscienziosa, ogni tanto prende delle decisioni affrettate, di cui poi si pente. 5. Se continui a girovagare in bicicletta invece di impegnarti nello studio, non riuscirai a sostenere l’esame che ci aspetta alla fine dell’anno scolastico. 6. Cercherò di non fare rumore, affinché i vicini la smettano di rimproverarmi ogni volta che mi incontrano nell’ascensore. 7. Il mio cane è cresciuto a tal punto che ho dovuto rifargli la cuccia, dalla cui porta non passava neanche se lo spingevamo in due.
PER APPROFONDIRE: LE FUNZIONI COMUNICATIVE DELL’ENUNCIATO
2. Riconosci la funzione di ciascuno degli enunciati (assertivo, imperativo, esortativo esclamativo, interrogativo, ottativo).
Ti ho detto di smetterla!
Ce l’hai fatta a convincerlo?
Mario studia volentieri col suo amico Simone.
Magari piovesse!
Quanto ho insistito!
Padre nostro, sia fatta la Tua volontà.
Si accomodi, signora.
3. Scrivi degli enunciati che abbiano funzione assertiva, imperativa, esortativa, esclamativa, interrogativa, ottativa.
3. LA CONGIUNZIONE
1. Riconosci tutte le congiunzioni coordinanti presenti nelle frasi e classificale.
1. L’idraulico ha smontato il lavandino e aggiustato il tubo; tuttavia l’acqua non scende ancora. 2. Probabilmente il guasto riguarda lo scarico della vasca o interessa le tubature condominiali, dunque saranno necessari ulteriori controlli, cioè bisognerà spaccare nuovamente il muro nonché fare altre verifiche. 3. L’idraulico ha terminato e devo dire che ha fatto un buon lavoro anche se ha lasciato tutto in disordine: non solo il bagno è sporco, ma anche in corridoio si è depositata molta polvere; pertanto ora dovrò darmi da fare, altrimenti la casa rimarrà sudicia. 4. Sono molto soddisfatto e sorpreso del risultato ottenuto, infatti prima della partenza non pensavamo di arrivare nelle prime posizione né di poter impensierire gli avversari; tuttavia la prestazione è stata ottima sia da un punto di vista di strategia, sia da un punto di vista tecnico; pertanto posso dirmi estremamente soddisfatto.
2. Riconosci tutte le congiunzioni coordinanti presenti nel brano e classificale.
Cornelia era senz’altro la matrona che meglio rappresentava le virtù della donna romana, portata ad esempio e indicata a modello, eppure tutta la sua vita era stata un’impressionante mescolanza di privilegi e di tragedie. Giovane, bellissima era stata destinata a sposare per ragioni politiche un uomo molto più anziano di lei, il console Sempronio Gracco, ma era rimasta molto presto orfana e vedova. Aveva avuto dodici figli, ma solo due erano sopravvissuti: Tiberio e Caio, dunque alla loro educazione dedicava tutta sé stessa. Aveva ereditato tutti i trofei riportati dal padre in Africa, perciò era favolosamente ricca, tuttavia viveva in maniera spartana, infatti rifiutava ogni lusso. La fama di Cornelia era arrivata molto lontano, sicché non c’era personalità che, recandosi a Roma, non cercasse l’occasione di conoscerla, e lei riceveva chiunque nella sua casa modesta eppure serena. Quel giorno la visitatrice era una matrona giunta dalla Campania, la quale indossava vesti confezionate con i tessuti più rari ed era letteralmente coperta di gioielli e monili al collo, alle braccia, fra i capelli, persino intorno alle caviglie… e si aspettava, con curiosità sempre più evidente, che Cornelia, secondo le consuetudini, le mostrasse a sua volta i suoi ori. La figlia di Scipione invece annuiva, lodava, apprezzava, però non ordinava ai servi di andare a prendere il suo scrigno. Poi entrarono Tiberio e Caio, di ritorno dalle lezioni quotidiane. Cornelia se li strinse al seno e li presentò: “Questi sono i miei gioielli”.
Tratto da D. Padoan, Miti e leggende del mondo antico
3. Riconosci tutte le congiunzioni subordinanti presenti nelle frasi e classificale.
1. Ti ripeto che hai torto, perché hai parlato a vanvera. 2. La mamma prepara la colazione prima che noi ci svegliamo. 3. Fra i vari appartamenti visitati, la famiglia Giaccalone ha scelto questo, poiché è il più luminoso. 4. L’esattore, quando vide che nessuno apriva la porta, se ne andò. 5. Quando avrai un po’ di tempo libero e se ne avrai voglia, vieni a trovarmi. 6. Sai dirmi perché tuo fratello, quando mi incontra, non mi saluta? 7. Sebbene non lo meritasse, Luca fu aiutato da tutti i suoi compagni. 8. Presentaci il tuo amico, perché non si senta più isolato. 9. Dal momento che hai aperto gli occhi, non fai altro che brontolare. 10. Malgrado sia primavera, le temperature sono ancora basse tanto che gli alberi non sono ancora fioriti.
4. Ritorna all’esercizio precedente e individua la frase principale, le subordinate e i gradi di subordinazione.
Ti ripeto // che hai torto // perché hai parlato a vanvera.
Ti ripeto PRINCIPALE
perché hai parlato a vanvera SUBORDINATA di II grado che hai torto SUBORDINATA di I grado
5. Con le frasi proposte scrivi delle frasi complesse, utilizzando la congiunzione subordinante opportuna. Attenzione: non basta inserire la congiunzione, a volte devi operare dei cambiamenti anche sul verbo, rispetto al modo o al tempo.
1. È primavera. Fa ancora molto freddo. 2. Ho atteso Alberto mezz’ora. Me ne sono andato. 3. Ti senti preparato. Fatti interrogare. 4. Preparai il caffè. Lo versai nelle tazzine. 5. Il ristorante “Il Paradiso” è carissimo. È sempre pieno di clienti. 6. Il ristorante “Il Paradiso” è carissimo. Non ci va mai nessuno. 7. Ieri mi hai telefonato. Stavo studiando. Stamattina c’è il compito di matematica 8. La produzione mondiale di alimenti è aumentata. L’incremento demografico ne ha assorbita una buona parte. 9. La frizione non funziona. Porto la macchina dal meccanico. Lui la riparerà. 10. Ho incontrato Giacomo. Era elegantissimo. Aveva un appuntamento con Elisa.
6. Con le frasi dell’esercizio precedente scrivi delle frasi composte utilizzando l’opportuna congiunzione coordinante. Cosa accade questa volta al verbo?
4. FRASI COORDINATE
1. Riconosci tutte le congiunzioni copulative, sottolineandole una volta se legano due sintagmi, due volte se legano due frasi.
1. Il fiume era un corso d’acqua pigro e non molto lungo, che nasceva dalla palude, proprio dove cominciava la grande pianura. Di lì si potevano vedere i monti imbevuti di azzurro, e più vicina l’ultima linea dei colli, che erano di varia forma: alcuni alti e a punta come coni, altri bassi e tondi, come delle gobbe. E sui colli si vedevano prati e alberi di castagni e filari di viti, e la distanza dava a tutte queste cose un’apparenza lieve e anche un po’ malinconica, quasi che non fossero fatte per gli uomini. 2. E per qualche chilometro il fiume appena nato aveva un’apparenza di palude, dove si distinguevano due qualità d’acqua: quella stagnante e coperta di muschio degli acquitrini, e quella limpida e fluente delle polle e dei canali. 3. La via principale della città era quella che andava dal Duomo alla stazione, passando per la piazza della Signoria. Là c’erano gli alberghi, i caffè e i negozi più moderni. Ad ore fisse, due volte al giorno, la via principale si riempiva di gente che camminava avanti e indietro, e pareva che non avesse niente da fare. Solo andare avanti e indietro, e chiacchierare pacatamente insieme e ammirarsi o criticarsi a vicenda.
Frasi tratte da G. Berto, Il cielo è rosso
2. Scrivi delle frasi composte utilizzando le congiunzioni copulative suggerite nel riquadro. Il tema delle frasi sarà: “Una notte buia e tempestosa”.
E · NÉ · NONCHÉ · E INOLTRE · E ANCHE · E NON · E NEPPURE · E NEANCHE · E NEMMENO
3. Completa le frasi aggiungendo una coordinata avversativa, utilizzando le congiunzioni suggerite nel riquadro.
MA · PERÒ · PURE · EPPURE · TUTTAVIA · NONDIMENO · PIUTTOSTO · BENSÌ · SENONCHÉ
1. A me piace studiare geografia, … 2. Pensavo di conoscere bene Luisa, … 3. Non l’avrei mai creduto, … 4. Non solo il cielo era nuvoloso, … 5. Vorrei fare una bella sorpresa a Carlo per il suo compleanno, … 6. Oggi avevo pochi compiti, … 7. Non stare tutto il pomeriggio in casa, … 8. Pensavo di andare al cinema questa sera, … 9. Quelle scarpe non erano a buon mercato, …
4. Riconosci i valori delle frasi introdotte dalla congiunzione mentre: si tratta di una coordinata avversativa o di una subordinata che dà un’informazione temporale, evidenziandoli con colori diversi e rendi ragione della tua scelta.
1. Mentre parlavo al telefono è caduta la linea. 2. Mia madre pensava stessi studiando, mentre parlavo al telefono. 3. Non capisco perché ascolti la musica mentre stai facendo i compiti. 4. Mi sembrava che ascoltassi la musica, mentre stai facendo i compiti. 5. Volevamo visitare il museo, mentre siamo andati al parco. 6. Mentre andavamo al parco ci è venuta l’idea di visitare un museo. 7. Ieri c’era un vento gelido, mentre oggi splende il sole. 8. Strano: mentre splende il sole, spira un vento gelido. 9. Mentre mio padre lavava la macchina è scoppiato il temporale. 10. Mio padre aveva intenzione di lavare la macchina, mentre è scoppiato il temporale e quindi ci ha rinunciato.
5. Completa le frasi con le coordinate suggerite.
+ coordinata copulativa + coordinata avversativa + coordinata disgiuntiva
Vorrei essere un cavaliere della Tavola Rotonda
Al mattino a colazione bevo il succo d’arancia
Quest’estate ho intenzione di costruire un aquilone
Da grande mi piacerebbe fare il benzinaio in Giappone
A questa domanda risponderò domani
Tutti giudicano Luisella una ragazza superficiale
6. Inserisci nelle frasi una congiunzione coordinante disgiuntiva o avversativa in base al senso.
1. Marco, stai studiando ________________ stai ascoltando la radio? 2. Mamma, sto ascoltando la radio ________________ sto anche studiando! 3. Stai scherzando ________________ dici sul serio? 4. Mi pareva stessi scherzando ________________ hai detto sul serio. 5. Sarei venuto volentieri a sciare con te domenica ________________ ho un impegno familiare. 6. Vieni a sciare con me domenica ________________ hai qualche impegno? 7. Non capisci le mie ragioni
________________ non vuoi lasciarti convincere? 8. Capisco le tue ragioni ________________ non sono ancora convinto. 9. Avevano tante cose da dirsi ________________ non riuscivano a parlarsi.
10. Non riuscivano a parlarsi ________________ non avevano nulla da dirsi?
7. Inserisci nelle frasi la congiunzione coordinante esplicativa “infatti” o la congiunzione conclusiva “quindi” in base al senso.
1. È andata a lavorare fuori sede ________________ tornerà a casa dopo cena. 2. È tornata a casa tardi ________________ ha perso il treno. 3. Pietro non è ancora guarito dalla bronchite
________________ non può uscire. 4. Pietro si sente stanco e debole ________________ non è ancora guarito dalla bronchite. 5. Qualcuno mi deve aver portato via la bicicletta, ________________ non è più nel garage. 6. La mia bicicletta non è più nel garage ________________ qualcuno deve averla presa. 7. L’estate sta finendo ________________ le giornate sono sempre più brevi. 8. Le giornate si fanno più brevi ________________ l’estate sta finendo. 9. Molti miei compagni hanno letto tutto d’un fiato Il signore degli anelli ________________ è un racconto molto avvincente. 10. Molti miei compagni hanno letto tutto d’un fiato Il signore degli anelli ________________ deve essere un racconto molto avvincente.
8. Scrivi delle frasi composte utilizzando le congiunzioni correlative suggerite nel riquadro. Il tema delle frasi sarà: “Una giornata sulla neve”.
SIA…SIA
9. Unisci con una congiunzione tra quelle elencate le coppie di frasi semplici per formare delle frasi composte.
E · INFATTI · PERCIÒ · EPPURE · MA · O
1. C’è stato un nuovo guasto nella metropolitana. Molti ragazzi sono arrivati in ritardo. 2. Ero dalle tue parti. Volevo fare un salto da te. Non volevo disturbare. 3. Ho fatto volentieri questo lavoro. Non mi devi nulla. 4. La domenica il nonno viene da noi. Noi andiamo da lui. 5. Io amo la montagna. Mio fratello preferisce il mare. Andiamo ogni anno in vacanza insieme. 6. La giornata era grigia e piovosa. Non faceva freddo.
10. Completa le frasi scegliendo la congiunzione opportuna tra quelle indicate nella parentesi.
1. Avevi promesso di dire tutto ciò che sai: ________________ parla (ebbene, infatti, nondimeno). 2. La trama del film è appassionante, ________________ gli attori sono bravissimi (anzi, e, tuttavia). 3. Gli attori sono bravissimi, ________________ il film è noioso (eppure, infatti, perciò). 4. Dobbiamo essere in stazione prima delle sei, ________________ perderemo il treno (infatti, dunque, altrimenti). 5. Mi aveva promesso di farsi vivo, ________________ mi ha telefonato (perciò, infatti). 6. Mi ha telefonato, ________________ aveva promesso di farsi vivo (perciò, infatti). 7. Giovanna ha partecipato al concorso con un collage molto particolare: ________________ ha vinto il primo premio (infatti, quindi, ma).
11. Riconosci e classifica le congiunzioni coordinanti e la coordinazione per giustapposizione.
1. Ormai ti ho perdonato, perciò non parliamone più. 2. E parli, e ti volti, e cerchi qualcosa nella cartella, e ti alzi: non sei mai in pace. 3. Giovanni non ha più tempo per gli amici: o studia o va in palestra o esce con la ragazza. 4. Ho provato a telefonarti tutto il giorno, ma non sono riuscito a parlarti, infatti era sempre occupato. 5. Il tenente Colombo si avvicinò al caminetto, si chinò, osservò attentamente il pavimento, sollevò un angolo del tappeto e raccolse un minuscolo oggetto. 6. Per la nostra scampagnata io preparerò una torta, Paolo porterà le braciole, Caterina si occuperà delle verdure. 7. Il cane della nonna mi preoccupa: né mangia, né beve, né gioca. 8. L’uomo posteggiò, spense il motore, scese dall’auto, chiuse a chiave la portiera. Si avviò verso casa, ma tornò subito indietro: aveva lasciato i fari accesi.
12. Fai l’analisi del periodo, classificando tutte le coordinate.
L’infanzia non è semplicemente un tempo di preparazione alla vita, // come sovente la pensiamo per i nostri figli, // ma è già vita essa stessa”. (Peter Rosegger)
L’infanzia non è semplicemente un tempo di preparazione alla vita PRINCIPALE ma è già vita essa stessa COORDINATA AVVERSATIVA
come sovente la pensiamo per i nostri figli SUBORDINATA di I grado
1. C’è oro e ci sono molte perle, ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite. (Salomone) 2. Non ci consoliamo dei dispiaceri, bensì ce ne distraiamo (Stendhal). 3. Viviamo in società, dunque per noi niente è davvero buono se non è buono per la società (Voltaire). 4. La paura è l’origine di tutti i nostri mali, dunque non abbiate paura (C.W. Brown). 5. Il denaro è come un braccio o una gamba: o lo usi o lo perdi (Henry Ford). 6. Non c’è belva tanto feroce che non abbia un briciolo di pietà, ma io non ne ho alcuna, quindi non sono una belva. (Shakespeare). 7. I medici non sono al mondo per facilitare la morte, bensì per conservare a qualunque prezzo la vita. (Thomas Mann). 8. Giustizia senza prudenza può molto, ma prudenza senza giustizia non vale a nulla. (Cicerone) 9. L’uomo supera l’animale con la parola; ma col silenzio supera sé stesso. (P. Masson)
5. TIPI DI SUBORDINATE
1. Riconosci la tipologia delle frasi (principali, coordinata, subordinata) dopo averle distinte con una doppia barretta.
Giorgio e io tenemmo un consiglio di guerra. Finalmente fu deciso che io dovessi occuparmi di Pietro ogni mattina, dopo colazione, finché Giorgio avesse potuto avviare con successo tutti i ragazzi. Quando l’ultimo avesse lasciato l’isola, io ne sarei stata informata con uno squillo del suo fischietto di nostromo. L’indomani mattina ero in osservazione per vedere ciò che Pietro si sarebbe messo a fare dopo colazione e scoprii che si preparava a farsi la barba, quieto e tranquillo. Fornito di due astucci di pelle di diverse grandezze, scese in una delle piccole insenature. Infilai il costume da bagno e mi sistemai all’insenatura accanto tenendolo d’occhio da dietro uno scoglio. Era sconveniente, ma come avrei potuto fare altrimenti? Quella mattina il mio dovere era quello di impedire a Pietro di bagnare l’indice prima che il fischio mi avesse dato il segnale di via libera. Ancora non sapevo io stessa come sarei riuscita nell’intento, ma ero tutta presa da quello che vedevo: Pietro distese gli asciugamani con delicatezza sugli scogli lisci. Poi aperse il primo astuccio di cuoio e ne tirò fuori un pennello, un pezzo di sapone, parecchi flaconcini, una striscia di cuoio per affilare il rasoio e molti altri piccoli aggeggi la cui identità mi rimaneva oscura. Quindi aperse il secondo astuccio di cuoio che conteneva chiaramente l’occorrente per lavarsi e fare il bagno di mare, sapone per acqua salata, polvere di talco, ecc. Tutto questo venne disposto in bell’ordine di perfetta parata militare. Poi Pietro indietreggiò e, dopo un’occhiata di controllo, dette un segno di approvazione: andava bene. Frasi tratti da M.A. Trapp, La famiglia Trapp
2. Trasforma ogni sintagma in corsivo (soggetto o complemento) in una frase subordinata di significato corrispondente.
La nonna udì il pianto del bambino. La nonna udì // che il bambino piangeva.
1. Sembra certo il rinvio dello spettacolo alla prossima stagione. 2. Per la sua astuzia i compagni lo avevano soprannominato Ulisse. 3. Arrivarono truppe di rinforzo in difesa della città. 4. Al tramonto del sole ogni paesaggio diventa triste e dolce a un tempo. 5. Nell’attesa del mio turno ripassavo la lezione di storia. 6. Non desidero la ricchezza ma la salute. 7. Va per mille negozi per l’acquisto anche di cose da nulla. 8. Quell’uomo spesso soffre di emicrania. 9. In questa circostanza la tua presenza è inopportuna. 10. I bambini mediante il gioco imparano tante cose. 11. Alla lettura della lettera scoppiò in un grido di giubilo per la bella notizia.
3. Trasforma le subordinate scritte in corsivo in un soggetto o in un complemento di significato corrispondente.
È necessario nutrirsi. Il nutrimento è necessario.
1. Mi ha assicurato che domani pagherà la sua quota. 2. Tutti i presenti si adoperarono perché il naufrago fosse salvato. 3. Mentre il professore spiegava, alcuni alunni sbadigliavano. 4. Per abbreviare il cammino, la guida ci condusse in un viottolo erboso. 5. Se tu avessi studiato di più, avresti superato l’esame con ottimi risultati. 6. Tremandogli la mano, fece cadere il bicchiere. 7. Pur essendo ancora lontano, riconobbe l’alto campanile del suo paese. 8. Vollero un colloquio per confrontare i diversi punti di vista. 9. Scendo in giardino per seminare le viole. 10. Mentre si mangia non è bene che si legga il giornale.
SUBORDINATE COMPLETIVE
Subordinata soggettiva
4. Sottolinea il soggetto delle frasi e trasformalo in una subordinata soggettiva. È necessario un tuo intervento. È necessario che tu intervenga.
1. A voi tutti occorre molta pazienza. 2. È facile la critica degli atti altrui. 3. Vi è necessaria una cura seria. 4. Mi è rincresciuta la tua improvvisa partenza. 5. A tutti giova, in questa occasione, la generosità. 6. In questa piazza è vietato il parcheggio delle automobili. 7. È sciocca la vostra superbia. 8. Importa molto a tutti la tua presenza in questa riunione. 9. È da tutti riconosciuta la tua abilità in cucina.
5. Sottolinea le subordinate soggettive e trasformale nel soggetto corrispondente
Durante la lezione occorre che tutti siano attenti Durante la lezione occorre l’attenzione di tutti
1. A me è sembrato giusto che tu abbia offerto a Maria il tuo aiuto. 2. Non vi conviene insistere. 3. Sarebbe opportuno che foste più veloci nel lavoro. 4. È meglio che Francesco stia lontano dalle cattive compagnie. 5. È noto che Cicerone denunciò la congiura di Catilina. 6. Si prevede che, dopo tante riunioni, si concluderà qualcosa di buono. 7. Non è per nulla scontato che ci si aiuti tra compagni di classe. 8. Non è conveniente comprare i vestiti nei negozi del centro. 9. Non è accettabile che Marco si comporti così.
6. Esegui l’analisi del periodo: poni particolare attenzione alle subordinate soggettive (se in forma implicita, portale alla forma esplicita).
1. È opportuno pulire le ferite e disinfettarle con cura. 2. È necessario partire subito o arriveremo tardi al primo spettacolo. 3. Presso alcuni popoli si crede che la parola abbia un potere magico. 4. Talvolta accade che un evento occasionale cambi la vita di una persona. 5. È noto che alcuni insetti vivono per l’esiguo spazio di un giorno. 6. Bisogna che abbiate pazienza e mi diate tempo: non mi è possibile infatti essere contemporaneamente in due luoghi diversi. 7. A me piacerebbe avere un tubetto di rossetto, e dipingermi le labbra alla domenica per andare a ballare. 8. Pare che gli abitanti della foresta amazzonica ricavino dalle erbe farmaci straordinari e con essi guariscano molte malattie. 9. Mi accade raramente di vedere uno spettacolo cinematografico e di restarne completamente soddisfatto.
7. Sottolinea le subordinate soggettive; trasforma le implicite in esplicite e viceversa.
1. È necessario che si facciano tutti i preparativi per la partenza. 2. Un tempo era consuetudine per i genitori combinare i matrimoni dei figli. 3. È opportuno che l’investigatore osservi bene tutti gli indizi. 4. Non conviene affrontare le situazioni con titubanza. 5. Accade sovente che ci si lasci ingannare dalle apparenze. 6. È impossibile che si trovino due fili d’erba identici in un prato. 7. In classe è utile prendere appunti quando il professore spiega. 8. Per tutti noi sarebbe bello essere stimati dai nostri amici. 9. Per noi è arduo comprendere appieno certi fenomeni linguistici.
8. Completa le frasi principali che seguono con una soggettiva (implicita o esplicita).
MI RINCRESCEVA · È IMPOSSIBILE · ACCADDE · CI CONSTA · È INUTILE · SI DICE · SAREBBE ONESTO · NON PUÒ ESSERE VERO · SAREBBE STATO MEGLIO · ERA CHIARO · GIOVA A TUTTI · MI PAREVA
9. Scrivi delle frasi complesse, di cui la frase data sia la subordinata soggettiva. Quel paese ha innalzato un monumento ai suoi caduti. È giusto che quel paese abbia innalzato un monumento ai suoi caduti.
1. Marco e Matteo hanno finalmente fatto la pace. 2. Il vestito di Luisa è troppo corto. 3. Vuoi trarre troppo profitto dalle tue amicizie! 4. È più tardi del previsto. 5. Ammetti una buona volta il tuo errore! 6. Elena vuole sempre avere ragione. 7. A causa del maltempo la partita di calcio è stata rinviata.
Subordinata oggettiva
10. Riconosci e sottolinea il complemento oggetto presente nelle frasi e trasformalo in una subordinata oggettiva. Tutti desiderano il mio ritorno. Tutti desiderano che io ritorni.
1. Dario aveva meritato quel rimprovero. 2. Riconosco il mio sbaglio. 3. Desidero la tua attenzione. 4. Jean, pentito, confessò la sua colpa. 5. Pietro, inizio a sentire la tua mancanza. 6. Biasimo la vostra indifferenza a questi problemi. 7. Piera esige le vostre scuse. 8. Marcella non ama l’esposizione al sole per lungo tempo. 9. Maddalena e Paolo ci hanno annunciato il loro matrimonio.
11. Ora al contrario. Riconosci e sottolinea le subordinate oggettive e trasformale in complementi oggetti.
1. Durante lo spettacolo non ho mai udito che Gianni ridesse. 2. Nel bosco ho sentito frusciare le foglie. 3. Il giudice dichiarò che l’imputato era innocente. 4. Nella vita tenete sempre presente che la fortuna è instabile. 5. Dovete comunicare che avete ricevuto la merce spedita. 6. Alla festa notai che Adele era soddisfatta per i regali ricevuti. 7. Tutti gli insegnanti mi hanno comunicato che tu manchi di impegno. 8. Salendo le scale, sentimmo che al piano di sopra gridavano di paura. 9. Tenendo la finestra aperta odo cantare un usignolo.
12. Fai l’analisi del periodo, dettagliata per le oggettive (indicane cioè il grado e se sono esplicite o implicite).
1. Dissero che Giovanni era uscito per andare a pescare. 2. Gli scolari sapevano che il maestro li avrebbe interrogati. 3. Ottavio risponde che l’acqua del lago gli dà l’orticaria e resta in casa a riflettere. 4. Da qualcosa in quel gesto io vidi che la bambina era sua figlia. 5. Pavese dice che non c’è nulla come un buon libro per ammazzare il tempo. 6. Antonio ci raccontò che aveva visto molti marinai cercare scampo a nuoto. 7. La mamma mi ripeteva che quel cappotto mi stava benissimo, ma io non mi lasciavo convincere. 8. So bene che c’è molta differenza fra il dire e il fare. 9. Il preside ha detto che presto si occuperà dell’accaduto e prenderà gli opportuni provvedimenti. 10. Mi accorsi che era cambiato qualcosa nel loro atteggiamento.
13. Coniuga il verbo tra parentesi, all’infinito, nel modo e tempo opportuni.
a. Credo che tu (dover chiedere) scusa per il tuo comportamento.
b. Come hai saputo che (io partire) stasera?
c. Si pensa che lo stadio domani (essere) tutto pieno.
d. La fanciulla credette che non lo (rivedere) più.
e. Dopo la morte del babbo pareva che gli (entrare) il diavolo in corpo.
f. Sembra che domani la Nazionale (giocare) senza Vieri.
14. Torna all’esercizio precedente e fai l’analisi distinguendo le soggettive dalle oggettive. Rendi oralmente ragione della tua classificazione.
15. Utilizzando ognuno dei verbi proposti, scrivi sul tuo quaderno due frasi complesse: la prima deve contenere una subordinata oggettiva, la seconda una subordinata soggettiva.
Dire: Luigi mi ha detto che non verrà a scuola domani (oggettiva). In ospedale si dice che mio padre sarà dimesso domani (soggettiva). NARRARE
16. Sottolinea le subordinate oggettive e trasforma le implicite in esplicite e, quando è possibile, le esplicite in implicite.
1. Tutti i contadini riconoscono che le piogge abbondanti sono utili ai campi. 2. Tutti avremmo gradito che tu fossi presente alla nostra festa. 3. Vi prometto di venire presto a casa vostra. 4. Federico dichiarò che era veramente pentito. 5. Desidero che tu diventi più serio. 6. Ti ordino che tu taccia. 7. Ordino che tu taccia. 8. La campanella annunziò che era finita la seconda ora di lezione. 9. Prima del temporale vedemmo incupirsi il cielo sempre di più. 9. Dopo un così lungo allenamento, siamo certi che vinceremo la gara. 10. So di aver intrapreso degli studi impegnativi e di dover affrontare molte difficoltà. 11. L’idraulico assicurò di aver riparato definitivamente il rubinetto.
Ora rifletti: quando non è possibile trasformare le esplicite in implicite?
17. Fai l’analisi morfosintattica delle frasi che compongono i periodi dell’esercizio precedente.
18. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione a non confondere le soggettive con le oggettive.
1. In un primo momento pensò di partire e di denunciare un così indegno trattamento. 2. Mi pareva di sentirmi fiero di quella confidenza, ma insieme mi pareva che ella si volesse burlare di me. 3. Bisognava partire, scendere per l’arida Aragona. 4. A una svolta mi sembrò di vedere, in fondo, le guglie e i pinnacoli di un castello gotico. Non poteva esserci alcun castello, in quel luogo, e ciò significava che avevo le allucinazioni degli assiderati. 5. Da piccolo sognavo di diventare scrittore di romanzi di avventure. Ricordo che i libri di Emilio Salgari esercitarono su di me una profonda impressione. 6. Non gli fu difficile occuparsi; bastava si contentasse della paga più bassa, e dimostrasse di reggere alla fatica. 7. Confesso di amare lo spettacolo di una partita, per il gioco in sé stesso e per la gioia fanciullesca della folla.
19. Riconosci il valore di che, quando introduce una soggettiva, una oggettiva e quando è pronome relativo.
Congiunzione (sub. soggettiva)
Congiunzione (sub. oggettiva)
Pronome relativo (sub. relativa)
Conosceva poco i luoghi: sembrava ogni tanto che si fosse smarrito, e pure continuava a camminare come non gli importasse.
Certo, se lo avessero creduto una spia non l’avrebbero lasciato così nel bosco, solo con quell’uomo che sembrava non gli badasse nemmeno.
Allora ebbe paura: ma comprese che ormai s’era allontanato troppo, che l’altro s’era certo accorto del suo voler scappare e certo lo stava inseguendo.
4. Si voltò a un calpestio sopra di sé: a pochi metri c’era l’uomo armato che se ne veniva col suo passo calmo, indifferente.
5. Ora, anche un bambino avrebbe capito che era tutta una storia.
6. Non credere mica che sia una spia anch’io. Non mi avete mica portato qui per ammazzarmi.
7. Cascò con la faccia al suolo e l’ultima cosa che vide fu un paio di piedi calzati con i suoi scarponi che lo scavalcavano.
20. Esplicita le subordinate implicite sottolineate rette da verbi causativi e poi riconosci di che tipo sono. Hai già incontrato tali verbi nell’Unità 5: essi hanno la funzione di esprimere che l’azione non si sta ancora svolgendo, ma deve essere causata o permessa.
1. Pietro, lascia studiare tuo fratello! 2. Fai sparire quei pantaloni stracciati! 3. Lasciate avvicinare quei bambini. 4. Fate passare solo le persone con il biglietto. 5. Lasciatevi convincere dalle mie parole. 6. Facciamo riposare l’atleta al termine della gara. 7. Faccia entrare nello studio il prossimo paziente. 8. Va bene, vi lascio guardare un film in santa pace! 9. In certe situazioni dovreste lasciarvi guidare dall’istinto.
21. Esplicita le subordinate implicite sottolineate e poi riconosci di che tipo sono.
1. Ieri ho visto Pietro correre nel parco 2. Mi è sembrato di sentire ululare un lupo. 3. Hai visto anche tu quel signore mettere le mani nella borsa di una signora? 4. Ho visto volare nel cielo uno stormo di uccelli neri. 5. Ho udito distintamente tua sorella chiedere aiuto. 6. Mi è parso di vedere un gatto fermarsi al semaforo rosso.
I trucchi del mestiere
OGGETTIVE O RELATIVE IMPLICITE?
Svolgendo l’esercizio precedente ti sarai accorto che con i verbi di percezione (vedere, sentire…) possiamo incontrare costruzioni di due tipi:
a. Ho sentito il cane // abbaiare.
b. Ho sentito // abbaiare il cane.
In (a) il complemento oggetto è il cane, e abbaiare può essere esplicitato con Il quale abbaiava: in tal caso il verbo di percezione regge una subordinata relativa.
In (b) l’oggetto di ho sentito è abbaiare il cane. In forma esplicita avremmo che abbaiava il cane e dunque il cane è soggetto di abbaiare: il verbo di percezione regge qui una subordinata oggettiva.
Subordinata dichiarativa
22. Trasforma i sintagmi in corsivo in una subordinata dichiarativa esplicita o implicita.
Mi ha molto rallegrato la notizia della tua incolumità. Mi ha molto rallegrato la notizia che tu sei incolume.
1. Questo ho appreso con molto piacere: la tua amicizia con mio fratello. 2. Mi tormenta il fatto della vostra lontananza. 3. Di questo si vantava un po’ troppo: della sua costanza nel lavoro. 4. Proprio per questo la festa riuscì benissimo: la promozione di noi tutti. 5. Mi rallegra il pensiero del vostro successo in quella impresa così difficoltosa. 6. Questo era il suo punto debole, il timore del freddo. 7. Non è una scusa valida lo sciopero dei tram.
23. Riconosci e sottolinea le subordinate dichiarative, e classifica la parola che le anticipa nella frase che le regge (nome, pronome, aggettivo o avverbio).
Questo ti prometto: che non mi mancheranno né il coraggio né la diligenza (pronome).
1.Il nostro dolore è che non possiamo godere della tua presenza. 2. Mi stringe l’angoscia che solo un uomo debba avere ogni potere. 3. Era proprio da sciocchi ammaccarsi le ossa per un gioco tanto stupido. 4. Questo devi ammettere: che non ti sei dato abbastanza da fare, e ora te ne rammarichi. 5. Ci è pervenuta la proposta di partecipare alla gara di vela organizzata dal club nautico. 6. Se non mi affretto per procurami il biglietto corro il rischio di non poter assistere al concerto. 7. Questa è la mia convinzione, questo è il mio pensiero: che la natura dell’anima non può essere mortale. 8. Disse Crasso: “Io la penso così: che in primo luogo ha grandissima importanza, per parlare bene, il talento naturale”. 9. C’è tuttavia una sola speranza, che il popolo romano si dimostri una buona volta all’altezza delle sue tradizioni.
24. Completa le frasi con una subordinata dichiarativa implicita o esplicita.
1. Hanno avuto la pessima idea. 2. Di questo siamo soddisfatti. 3. Questo il Vangelo insegna. 4. Lo preoccupava il pensiero. 5. Nel momento del pericolo pensa questo. 6. In ciò dissento da te.
25. Fai l’analisi del periodo e poi l’analisi morfosintattica e logica delle frasi: attento a non confondere le subordinate dichiarative con quelle soggettive o oggettive.
1. È evidente che stanno preparando un attacco in massa. 2. Questo sarebbe stato bellissimo: stare là sotto, tutti chiusi, con il mare intorno e sopra come in un sottomarino (I. Calvino). 3. Mi ha reso molto felice sapere che tuo fratello ha vinto il concorso. 4. Sembra che quel fatto malaugurato sia successo a sua insaputa. 5. Quella di fuggire di notte dal seminario per tornare quasi all’alba divenne una pericolosa abitudine (C. Sgorlon). 6. Questo mi preoccupa: che in tanta scarsezza di soldati manchino tre legioni e che io non sappia dove si trovano (Cicerone). 7. Mi fa molto piacere che tu parta con noi. 8. Mi preoccupa dover stare lontano da voi per tanto tempo. 9. Non mi piace affatto che tu sia sempre sospettoso.
I trucchi del mestiere
COME NON CONFONDERE LE DICHIARATIVE CON LE SOGGETTIVE O LE OGGETTIVE?
Le subordinate dichiarative dipendono da un nome, un pronome o un aggettivo; se lo si toglie avremo la soggettiva o la oggettiva:
Ho l’impressione // che tu stia dicendo una bugia Credo // che tu stia dicendo una bugia (oggettiva); Un fatto è certo: // che la ricchezza non rende felici: È certo // che la ricchezza non rende felici (soggettiva).
La dichiarativa ne determina il significato di un elemento espresso nella reggente; molto spesso la dichiarativa è separata dalla reggente per mezzo della virgola o dei due punti.
Come avrai notato non cambia il significato delle frasi, ma la presenza di un elemento da specificare serve a creare un’aspettativa nel destinatario e a mettere in risalto quanto poi viene detto.
Subordinata interrogativa indiretta
26. Trasforma le interrogative dirette in frasi complesse formate da una principale e da una interrogativa indiretta.
Come stai? Vorrei sapere // come stai
1. Quando ci vedremo? 2. A che ora arriva il treno? 3. Perché sei così triste? 4. Che giorno finirà la scuola? 5. Quale scuola superiore ha scelto Marcello? 6. Dove hai comprato il tuo vestito? 7. Ti piace la mia auto nuova? 8. Che cosa voleva dire Giovanni con quella affermazione? 9. Perché scoppiò la prima Guerra Mondiale?
Ora osserva attentamente le interrogative dirette e le frasi complesse ottenute: classifica la parola che introduce l’interrogativa (pronome, aggettivo, avverbio, congiunzione).
- Ti accorgerai che solo in un caso hai dovuto introdurre la congiunzione se. Perché, secondo te?
- Prova ora a dare una risposta ad ogni domanda. Puoi notare una differenza fra tutte le risposte e quella introdotta dalla congiunzione se. Quale?
- Osserva infine che il punto interrogativo nelle frasi complesse scompare, perché è assorbito dal significato interrogativo del verbo della reggente.
27. Trasforma i sintagmi in corsivo in subordinate interrogative indirette.
Vorrei sapere la tua data di nascita Vorrei sapere // quando sei nato.
1. Non so il tuo nome. 2. Non ricordo esattamente la causa del litigio tra Giulio e Andrea. 3. Desidero sapere le decisioni prese dall’assembla dei condomini. 4. Chiedemmo a Raffaele le ragioni della sua tristezza. 5. Ignoro la quantità di persone presenti sul luogo dell’incidente. 6. La nonna chiede sempre notizie sulla mia salute. 7. Sono incerto sulle scelte da farsi.
Ora fai l’analisi del periodo e l’analisi morfosintattica e logica delle frasi (sia quelle date che quelle ottenute).
28. Inserisci la congiunzione o i pronomi o gli avverbi convenienti per introdurre le interrogative indirette e scegli la forma verbale corretta fra quelle poste tra parentesi.
a. Non sapevo Guido (era/fosse/sia) venuto a piedi o con l’autobus.
b. Dimmi (sei / sia) così preoccupato.
c. L’insegnante non si ricordava (aveva/avesse/ebbe) interrogato in storia.
d. Sono in dubbio (vado / andare) alla festa di Franca.
e. Mi sto domandando ancora (abbia / ha) fatto il ladro ad entrare in casa mia.
f. Chiesi a Piero (voleva / volesse / voglia) venire al cinema con me.
g. Eravamo incerti la mamma (fosse / sarebbe / era) rimasta soddisfatta del nostro regalo.
h. Mi chiedo Giulio (possa / può) vincere la gara, visto che si è allenato così poco.
i. Giuseppe non sapeva (andrebbe / andare) .
29. Riconosci se le subordinate sottolineate sono oggettive, soggettive, dichiarative, interrogative indirette
Oggettiva Soggettiva Dichiarativa Int. Indiretta
1. Chi vuole sapere che cosa è stato detto alle sue spalle, si toglie da sé la pace (Seneca)
2. Ho imparato che gli dei conducono una vita imperturbabile
3. Arriva di quando in quando la nuova che un bue è precipitato nel burrone (Alvaro)
4. È usanza in Atene che si elogino nell’assemblea popolare coloro che sono stati uccisi in battaglia (Cicerone)
5. Fingono di sapere tutto e non sanno niente. (Plauto)
6. Socrate mantiene fino all’ultimo il suo metodo di non fare nessuna affermazione.
7. Mi chiedevo perché mai così triste, Amarillide pregava gli dei. (Virgilio)
8. È forse verosimile che un cittadino romano sia sceso nel foro prima dell’alba? (Cicerone)
9. Quale tiranno proibì agli infelici di mostrare il loro dolore? (Cicerone)
10. “Ti ricordi il sogno di Calpurnia?”
“Te l’ho detto che non ricordo quasi niente” (N. Ginzburg)
30. Fai l’analisi del periodo delle frasi.
L’asino e il lupo
Un asino stava attraversando un prato, quando s’accorse che un lupo gli veniva dietro. L’asino finse così di zoppicare. Il lupo lo raggiunse e gli chiese perché zoppicasse. L’asino rispose che gli si era conficcato nella zampa uno spino, mentre attraversava una siepe. Chiese al lupo di levarglielo. Gli disse anche che poi avrebbe potuto divorarlo, senza temere di pungersi la lingua. Al lupo sembrò un’ottima idea. Sollevò la zampa dell’asino e osservò con grande attenzione lo zoccolo. Si stava chiedendo dove fosse lo spino, quando l’asino gli sferrò un calcio. Lo colpì sulla bocca e gli fece saltare tutti i denti. Così ridotto il lupo disse: “Ben mi sta!” e si domandò come gli fosse venuto in mente di fare il medico. Egli era infatti nato per divorare e non per curare le sue prede.
PER APPROFONDIRE: DISCORSO DIRETTO E DISCORSO INDIRETTO
31. Trasforma i discorsi diretti in discorsi indiretti.
Attento a coniugare il verbo al tempo e modo opportuni. 1. Giorgio mi chiese: “Perché non vieni con noi a giocare a pallone?” 2. La mamma ci minacciò: “Se non sarete stati buoni con la nonna non vi manderò al cinema”. 3. Paolo affermò: “Ho fatto per te tutto quello che potevo”. 4. Luca piangendo disse ai suoi compagni: “Quando sono venuto a cercarvi non vi ho trovato”; e aggiunse: “Ma dove vi eravate cacciati? 5. Dissi pieno di riconoscenza: “Che Dio vi ricompensi per il vostro consiglio!” 6. La mamma di Andrea disse al figlio: “Oggi l’hai combinata grossa. Anche se non te lo meriti, ti aiuterò lo stesso”. 7. Sara si discolpò: “Non sono stata io a rompere quel piatto di ceramica!”. 8. Catone chiudeva ogni suo discorso in Senato dicendo: “Cartagine deve essere distrutta”. 9. Un tale domandò a Diogene, che girava in piazza a mezzogiorno con una lanterna accesa: “Che cosa cerchi con quella lanterna?”. E Diogene rispose: “Cerco l’uomo”.
32. Trasforma il discorso diretto in indiretto.
Attento anche agli avverbi di luogo e di tempo. 1. Luciano mi disse: “Vuoi venire con me alla posta centrale, dove debbo ritirare un libro arrivato ieri e che devo consultare oggi per l’esame di domani”. 2. Alberto, appena giunto in montagna disse: “Qui non mi trovo bene perché soffia un vento freddo”. 3. Paolo chiese alla mamma: “Ma quando arrivano i nonni? Io credevo che arrivassero ora”. 4. La mamma rispose: “Io li aspettavo qua ieri, ma ho ricevuto una lettera nella quale mi annunciano che arriveranno domani”.
33. Ora trasforma il discorso indiretto in diretto, apportando le opportune modifiche sia nei verbi sia in certi sintagmi preposizionali che possono essere resi con avverbi di luogo o di tempo: Il babbo mi disse che in quel momento non poteva. Il babbo mi disse: “Adesso non posso”.
1. Luigi chiese ad Antonio che lo aiutasse, e questi gli rispose di non dubitare che di lì a poco lo avrebbe aiutato. 2. L’insegnante ieri ci ha detto che da quel momento non avrebbe accettato più giustificazioni. 3. Il pellegrino mormorò che in quel momento si sarebbe fermato perché camminava incessantemente dal giorno prima. 4. Il medico, dopo aver visitato il babbo, lo rassicurò dicendogli che aveva una lieve bronchite e che sarebbe guarito presto. 5. Prima della battaglia delle Termopili un messaggero preannunciò a Leonida che i Persiani con le loro frecce avrebbero oscurato il sole, e Leonida rispose che quella cosa era buona per gli Spartani, che avrebbero combattuto più comodamente all’ombra. 6. Un celebre umorista inglese, Jerome K. Jerome, in seguito ad una caduta, riportò una distorsione a un braccio. Al medico che lo curava chiese se, quando fosse guarito, sarebbe stato capace di suonare il pianoforte. Il medico lo rassicurò che non c’era alcun dubbio, perché sarebbe guarito perfettamente. L’umorista allora esclamò che gli aveva dato una buona notizia, perché il piano non lo sapeva proprio suonare.
34. Trasforma il dialogo in un brano in cui prevalga il discorso indiretto.
Ragionamento tra il re e Bertoldo
Re: “Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei?”
Bertoldo: “Io sono un uomo, nacqui quando mia madre mi partorì, e il mio paese è in questo mondo”.
Re: “Chi sono gli ascendenti e i discendenti tuoi?”
Bertoldo: “I fagioli, i quali bollendo al fuoco vanno ascendendo e discendendo, su e giù per la pignatta”.
Re: “Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle?”
Bertoldo: “Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti”.
Re: “Come li hai tu se sono tutti morti?”
Bertoldo: “Quando mi partii da casa io li lasciai che tutti dormivano, e per questo io dico a te che tutti son morti: perché da uno che dorme a uno che sia morto, io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte”.
Re: “Qual è la cosa più veloce che ci sia?”
Bertoldo: “Il pensiero”:
Re: “Qual è il miglior vino che ci sia?”
Bertoldo: “Quello che si beve in casa d’altri”.
Re: “Qual è il mare che non s’empie mai?”
Bertoldo: “L’ingordigia dell’uomo avaro”.
Re: “Qual è la più brutta cosa che ci sia in un giovane?”
Bertoldo: “La disubbidienza”
Re: “Tu sei un grand’uomo. Or va’, ch’io ti perdono”.
SUBORDINATE CIRCOSTANZIALI
Subordinata temporale
35. Trasforma il complemento di tempo sottolineato in una subordinata temporale.
1. In presenza dell’insegnante, Emilio si mise a copiare i compiti. 2. All’uscita dal cinema ci scambiammo i nostri pareri sul film. 3. Appresi la triste notizia qualche giorno dopo 4. Dopo la pioggia i prati erano di un verde scintillante. 5. Alla vista del mio vecchio maestro mi sono commosso. 6. Marco è sempre davanti alla scuola prima del suono della campanella.
Ora al contrario: apportando le opportune modifiche trasforma la subordinata temporale in un complemento di tempo.
1. Appena spenta l’estate, sopraggiunse improvviso un freddo autunno. 2. Quando tornarono a casa, si accorsero che i ragazzi erano ancora svegli. 3. Quando ho visto il tuo regalo mi sono commosso. 4. Appena terminata la scuola, Giovanni ha cercato un lavoretto per l’estate. 5. Dopo aver a lungo viaggiato, il mio figliolo si è stabilito in Canada. 6. Quando il sole è già tramontato tutti i ragazzi tralasciano i giochi.
36. Riconosci le subordinate temporali esplicite e le implicite; quindi trasforma le subordinate temporali esplicite in implicite e viceversa.
1. Guido, quando arrivò alle prime case del paese, scese dal mulo, perché gli parve di essere troppo in alto. (Alvaro) 2. Mi sorprendevo spesso a pensare all’avvenire. 3. Quando la sinfonia si spegneva sull’ultimo accordo, restavo immobile per lunghi minuti. 4. Il Natale si abbatté sulla mia capace scrivania e io, come ricevevo i biglietti, li passavo alla mia segretaria (Saviane). 5. Achille, essendo venuto a conoscenza della decisione di Agamennone, diede sfogo alla sua ira. 6. Quando la riunione finì, ero a pezzi. 7. Quando l’impasto della pizza è pronto, si deve far lievitare per qualche ora sotto un panno. 8. Terminata la scuola media, Gloria fece un viaggio in Africa. 9. Mentre pelava le patate, la mamma si è tagliata. 10. Poco prima di mettermi in viaggio, ho saputo del cambiamento di programma.
37. Sottolinea le subordinate temporali. Indica per ognuna se è contemporanea (C), anteriore (A) o posteriore (P) rispetto alla sua reggente.
a. Prima di parlare, è meglio riflettere. A C P
b. Quando Vasco Rossi si mostrò sul palcoscenico i suoi fans scoppiarono in un frenetico urlo. A C P
c. Non so quando finirò il lavoro. A C P
d. Appena uscito di prigione, l’uomo fu ucciso dai complici che aveva denunciato. A C P
e. Dopo che il bambino era andato a dormire, la mamma lesse il giornale. A C P
f. Renzo si risolvette di aiutare Ferrer, e di non abbandonarlo, finché non fosse ottenuto l’intento (Manzoni) A C P
g. Facendo colazione, ascolto la radio per conoscere le notizie del giorno. A C P
38. Circostanzia le frasi principali proposte, aggiungendo una temporale contemporanea, una anteriore, una posteriore.
Guardo la televisione: 1. Guardo la televisione mentre mangio (contemporanea); 2. Guardo la televisione dopo aver fatto i compiti (anteriore); 3. Guardo la televisione prima di andare a letto (posteriore).
1. Guido mi ha telefonato. 2. I miei nipoti aprirono i pacchetti dei regali. 3. Il frigorifero si è guastato. 4. La nonna è stata nostra ospite. 5. Il temporale è cessato.
39. Inserisci il verbo mancante al tempo e modo opportuni.
a. Dopo che sul pianerottolo, i due fratelli si avvicinarono all’uscio della stanza.
b. Prima che tu avrò terminato il mio lavoro.
c. Prima che tu avevo già terminato i compiti assegnatimi dal maestro.
d. Mentre il professore con tanto entusiasmo, un alunno impertinente disegnava la sua caricatura.
e. Mentre , venne a trovarmi un mio vecchio amico.
f. Mi pareva che tu l’ombrello, quando di casa.
g. Dopo che l’esame di guida, anche tu la patente.
40. Fai l’analisi del periodo e l’analisi morfosintattica e logica delle frasi.
Ciro il vecchio
Ciro nacque da Cambise, re della Persia, e da Madane, figlia del re della Media, Astiage. Narrano che, prima che il fanciullo nascesse, il nonno Astiage ebbe un sogno. In esso egli apprendeva che quel fanciullo avrebbe un giorno abbattuto il suo regno e la potenza dei Medi. Così, quando il bambino nacque, Astiage ordinò che egli fosse portato in un bosco e venisse ucciso. Ma la moglie del pastore, che aveva avuto l’incarico di uccidere il bambino, pregò il marito che non obbedisse al re, perciò il bambino fu allevato nella casa del pastore e gli fu dato il nome Ciro. Ciro si impadronì della Media e spodestò il re Astiage. In seguito vinse anche Creso, re della Lidia, e conquistò Babilonia con uno stratagemma. Infine, dopo aver costruito un grande impero, morì in battaglia combattendo gli Sciti.
Subordinata causale
41. Trasforma il complemento di causa (dopo averlo sottolineato) in una subordinata causale.
1. I rami degli alberi erano coperti di brina per il freddo. 2. A causa di un guasto al motore abbiamo dovuto rinunciare alla gita sul lago. 3. Durante l’esame l’alunno tremava di paura. 4. Dalla gioia il vincitore abbracciò il giudice di gara. 5. Per il vento impetuoso l’incendio si propagò rapidamente. 6. Durante la medicazione Roberto svenne dal dolore.
42. Completa le frasi principali proposte con una subordinata causale.
1. Mi sono affrettato. 2. Nessuno ti crederà. 3. Il medico mi ha prescritto una cura ricostituente. 4. La classe scoppiò in una risata unanime. 5. A quella vista rimasero tutti in silenzio. 6. Carlo Magno merita di essere ricordato.
43. Riconosci le subordinata causali implicite e le esplicite sottolineandole in modi diversi. Quindi trasforma le subordinata causali implicite in esplicite e viceversa.
1. Il bracconiere fu multato per aver ucciso un cinghiale. 2. Luciano si indignò, poiché il professore lo aveva accusato ingiustamente. 3. Essendoci alla televisione una trasmissione interessante, sono andato a letto un po’ tardi. 4. Hai fatto male a insistere troppo. 5. Voglio raccontarti questa barzelletta, perché è proprio divertente. 6. Immerso in mille pensieri, ho trascurato i miei impegni. 7. Siccome gli argini non erano abbastanza alti, il fiume in piena ha inondato i campi. 8. La gente si affacciò alla finestra perché passava la processione. 9. Dal momento che insisti, ti dirò il motivo del mio pianto. 10. Avendo bisogno di conforto, cerco un vero amico. 11. Siamo stati fortunati ad aver trovato il parcheggio in questa piazza.
44. Riconosci le subordinate causali e le temporali, sottolineandoli in modi diversi.
1. Dalla sala arrivò il suono di una sghignazzata generale, subito dopo qualcosa che aveva detto il notaro Neri, e che non si poté intender bene, perché il notaro quando le diceva grosse abbassava la voce. 2. “La solita storia di ogni anno!” disse finalmente il signor Capitano, dopo che si fu rimesso vuotando d’un fiato un bicchier d’acqua. 3. Donna Fifì uscì col cappello e la mantiglia, stecchita, le labbra strette quasi fossero cucite; e siccome sua sorel-
la, giovialona, si voltava a salutare Bianca, la richiamò con voce stizzosa. 4. Vedendolo con quella faccia accesa e riarsa, bianca di polvere soltanto nel cavo degli occhi e sui capelli, nessuno ardiva rispondergli. 5. La ragazza ricevette la sfuriata a capo chino, e intanto accendeva lesta il fuoco, mentre il suo padrone continuava a sfogarsi, lì fuori, all’oscuro, e passava in rivista i buoi legati ai pioli intorno all’aia. 6. Tutta la pianura di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d’alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa cominciarono a spuntare i covoni accolti in mucchi, come tanti sassi posti in fila. Degli altri punti neri si movevano per la china, e a seconda del vento giungeva il suono grave e lontano dei campanacci che portava il bestiame grosso, mentre scendeva passo passo verso il torrente. Frasi tratte da G. Verga, Mastro don Gesualdo
45. Trasforma le subordinata causali esplicite sottolineate in subordinate implicite e poi in complementi aventi lo stesso valore.
I tram sono fermi perché nevica. Avendo nevicato, i tram sono fermi. I tram sono fermi, per la neve.
1. Quel marinaio era conosciuto in tutta la riviera perché era invincibile nelle gare di pesca 2. Leggerò i libri di mio padre, poiché mia madre me ne ha dato il permesso. 3. Dal momento che c’era il temporale, i ragazzi avevano indossato l’impermeabile. 4. Non posso trattenermi da te, perché ho molto da fare. 5. Serena era preoccupata perché capiva che Ilaria era triste 6. Ho creduto alle sue fandonie perché mi ha parlato con sicurezza
46. I verbi che esprimono uno stato d’animo (meravigliarsi, dolersi, rallegrarsi, indignarsi…), o le espressioni “provar piacere, aver dolore…” reggono solitamente una subordinata introdotta dalla congiunzione “che” o dalla preposizione “di”, ma il rapporto di significato che intrattengono con la subordinata è piuttosto un rapporto di causa. Trasforma le subordinate rette da tali verbi in modo che sia evidente il rapporto causale.
Mi stupisco che tu non abbia saputo rispondere Mi stupisco a causa del fatto che tu non hai saputo rispondere
1. Mi meraviglio che tu non sia pronto in geografia. 2. Non ci si deve vergognare di sbagliare, bisogna vergognarsi solo di fare del male. 3. Mi duole che molti non abbiano compreso la mia affermazione. 4. Provai una grande gioia a rivedere i miei vecchi compagni di scuola 5. Mi rallegro che tu sia arrivato primo nelle gare di matematica. 6. Mi dolgo di aver peccato.
47. Fai l’analisi del periodo delle frasi che compongono il brano.
Ercole e Caco
Ercole, avendo ucciso Gerione, aveva condotto in Italia molti buoi di singolare bellezza. Essendo giunto in vicinanza del Tevere, poiché era stanco del cammino, si sdraiò in un luogo erboso e lasciò che i buoi si ristorassero col pascolo e col riposo. Allora un pastore di nome Caco, di grande statura e di forza straordinaria, allettato dalla bellezza dei buoi, pensò di spingere nell’antro in cui abitava i più belli di essi. Ma egli doveva escogitare un tranello per ingannare Ercole e impedire che il fiero figlio di Giove ritrovasse i buoi. Perciò, perché Ercole non si accorgesse che le orme dei buoi conducevano nella sua spelonca, li voltò indietro e li tirò per la coda. Ercole, svegliatosi sul far del giorno, contò i buoi e si accorse che una parte dell’armento mancava. Egli immaginò subito che erano stati sottratti da qualche pastore, perciò si diresse verso la spelonca. Poiché vide che le orme dei buoi conducevano dalla spelonca al luogo in cui si trovava, rimase confuso e decise di andarsene. Ma i buoi rimasti, sentendo la mancanza degli altri, si misero a muggire. Gli altri, sentendoli, risposero dalla spelonca con altrettanti muggiti. Così Ercole comprese l’inganno e ritornò alla spelonca. Invano Caco cercò di resistergli; infatti, colpito dalla clava di Ercole, incontrò la morte.
Subordinata finale
48. Riconosci il complemento di fine presente in ogni frase e poi trasformalo in una subordinata finale.
Ci sono persone che per i soldi farebbero di tutto. Al fine di ottenere soldi
1. Voi studiate soltanto per la promozione. 2. Il marinaio si gettò in acqua per la salvezza del naufrago. 3. Mi hanno concesso alcuni giorni di riposo. 4. L’avvocato ha fatto un’arringa in difesa dell’imputato. 5. Per maggiore sicurezza mio padre ha messo in casa un antifurto. 6. Per la vittoria l’allenatore ha messo in campo i giocatori più abili. 7. La polizia farà un’altra ispezione per un’indagine più approfondita. 8. Non posso eseguire il compito: mi mancano i fogli da disegno.
49. Riconosci e sottolinea le subordinata finali, una volta se sono esplicite due volte se sono implicite, quindi trasforma le subordinata finali implicite in esplicite e viceversa. Ti accorgerai che a volte nella trasformazione cambiano le funzioni logiche di certi sintagmi.
Il bambino piagnucolava per intenerire la mamma (la mamma è complemento oggetto di intenerire). Il bambino piagnucolava perché la mamma si intenerisse (la mamma è soggetto).
1. Decise di emigrare per cercare un lavoro. 2. Mio padre mi diede tutte le informazioni necessarie affinché non sbagliassi la strada per arrivare al suo ufficio. 3. Questo monumento è stato innalzato allo scopo di ricordare i caduti della Prima Guerra Mondiale. 4. Vi sono uomini che hanno lottato tutta la vita per raggiungere la libertà. 5. Aprì la finestra perché entrasse l’aria fresca della sera. 6. Manderò a casa tua mio fratello, perché ti insegni ad usare il computer. 7. Per dimostrare la sua abilità Lucio non accettò suggerimenti durante la verifica. 8. Il sacerdote esortò i fedeli a pregare la Madonna affinché gli concedesse di guarire. 9. Una volta il nonno, affinché i nipoti si divertissero, ha fatto un simpatico gioco di prestigio. 10. L’autista dell’ambulanza azionò la sirena perché gli automobilisti gli cedessero un passaggio. 11. L’uomo si travestì per far perdere le sue tracce alla polizia.
50. Riconosci e sottolinea le subordinate finali.
1. L’ordine di partenza della divisione era giunto improvviso, e per due giorni era stato tutto un correre, apprestare, affannarsi per racimolare un minimo di equipaggiamento. 2. I soldati attendevano che il reparto di testa iniziasse la marcia per raggiungere la stazione ferroviaria. 3. I soldati parlottavano a crocchi o sedevano isolati, volti a guardare l’acqua e le navi, intirizziti dal vento marino. 4. A più riprese, nella notte, concitati ordini sferzarono gli equipaggi; le navi ansimanti arrancavano ad allentare i contatti, a diradare la formazione per poi ricomporla serrata; si disperdevano a tutto vapore per ritrovarsi più innanzi a sostare quasi immobili in un tempo di pausa. 5. Agli ufficiali non avevano distribuito coperte ed egli ne aveva scelta una, a casa sua, piccola e brutta. La mamma aveva insistito perché ne prendesse almeno un’altra, ma egli aveva risposto che non voleva avere nulla più dei semplici soldati. 6. E sono sicuro che non ti sei portato nemmeno la brandina e neanche il materassino, per avere la soddisfazione morale di dormire per terra. 7. Ciascuno teneva il suo tormento per sé, senza lamentele, per non disturbare i vicini forse assopiti. 8. Ad aumentare la tensione, alcuni riflettori iniziarono a frugare il cielo, indicando la presenza di aerei; a poco a poco salivano veloci a perdersi nel nero notturno le faville rossigne delle mitragliere contraeree.
Frasi tratte da G. Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio
51. Completa le frasi, una volta con una subordinata finale, e un’altra volta con una subordinata causale.
Mi rivolgo a una dattilografa. 1. Mi rivolgo a una dattilografa perché scriva a macchina la mia relazione (finale). 2. Mi rivolgo a una dattilografa perché io non sono provvisto di computer (causale).
1. Mio padre è partito per Londra. 2. Ho deciso di rientrare presto stasera. 3. Elena parla con tono di voce molto basso. 4. Ti perdono. 5. Tu vuoi che io non riveli il tuo segreto. 6. Vi supplico. 7. Ora riposatevi un po’. 8. Ripasserò bene la lezione. 9. Procuratevi carta e penna.
52. Fai l’analisi del periodo e l’analisi logica delle frasi che compongono il brano.
Morte di Ettore
Achille ardeva dal desiderio di combattere con Ettore, per vendicare la morte di Patroclo, che Ettore, aiutato da Apollo, aveva ucciso e spogliato delle armi. Avendo dimenticato l’offesa di Agamennone, Achille aveva preso parte alla battaglia e aveva fatto grande strage di troiani. Solo una parte di essi si era rifugiata nella città per trovare salvezza nella fuga. Ettore invece era rimasto nella pianura per attendere l’avversario. Invano il padre Priamo e la madre Ecuba lo scongiurarono perché entrasse nella città e non si azzuffasse con Achille. Egli rispose che o sarebbe rimasto vincitore o sarebbe morto per la patria. Ma non appena vide che Achille si avvicinava, terrorizzato fuggì e corse per tre volte intorno alle mura di Troia. Infine, a causa di un inganno di Minerva, credette di avere con sé il fratello; perciò si fermò ad aspettare l’assalto di Achille. Ormai gli dei avevano abbandonato il valoroso Troiano. Achille lo colpì nella parte più bassa del collo non protetta dalla corazza per ucciderlo e poi incrudelì sul suo cadavere.
53. Fai l’analisi del periodo delle frasi, prestando attenzione alle subordinate finali, causali e interrogative indirette.
1. Corro a casa perché non voglio perdermi la partita. 2. Piero mi ha aiutato perché è un vero amico. 3. Non so perché Piero mi abbia aiutato. 4. Mio cugino mi ha aiutato perché avessi una buona opinione di lui. 5. Ho frenato perché un bambino ha attraversato la strada all’improvviso. 6. Ti ho spiegato mille volte perché sarebbe meglio tornare a casa all’ora stabilita. 7. Angelo mi ha regalato questo cd perché mi ricordi di lui. 8. Giuzzo, dimmi perché l’Italia entrò in guerra nel 1915. 9. Ho telefonato al giardiniere perché venga a potare la siepe del giardino.
54. Coniuga nel modo e nel tempo opportuni il verbo tra parentesi delle subordinate finali e causali. 1. Lucia insisteva perché Laura la (invitare)…………………………in campagna. 2. Lucia era contenta perché Laura la (invitare) in campagna. 3. È un mese che il bambino si dà da fare perché i genitori gli (permettere) di tenere un cucciolo. 4. Lui fa il muso duro perché i genitori non gli (permettere) di tenere un cucciolo. 5. Lucio si fermò perché (vedere) che gli amici erano rimasti indietro. 6. Lucio si fermò perché gli amici lo (raggiungere) . 7. A nome dell’Istituto il professor Zavattini ringraziò gli sponsor perché (offrire) generosi finanziamenti. 8. A nome dell’Istituto il professor Zavattini ha contattato alcuni possibili sponsor perché (finanziare) le ricerche. 9. Ho rispiegato la lezione perché tutti (capire) . 10. Ho rispiegato la lezione perché non tutti (capire) .
Subordinata concessiva
55. Riconosci il complemento concessivo e poi trasformalo nella corrispondente subordinata concessiva (scrivine almeno due forme).
1. La festa, a dispetto delle pessimistiche previsioni, è riuscita benissimo. 2. Nonostante le numerose raccomandazioni, il giovane non ottenne il posto di lavoro. 3. Malgrado il dolore alla coscia destra, Baggio volle a tutti i costi scendere il campo. 4. Malgrado i tuoi consigli, non siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo. 5. Nonostante l’aumento del prezzo del carburante, gli italiani continuano ad usare moltissimo l’auto. 6. Malgrado il gran freddo, questa mattina debbo uscire di casa.
56. Completa le frasi inserendo delle congiunzioni concessive.
a. Simona, arriverà in ritardo, troverà ugualmente la cena pronta.
b. Sergio, sia fratello di Davide, non gli somiglia affatto.
c. non sia piovuto, la campagna quest’anno appare molto ricca di vegetazione.
d. battuto, il pugile ha dimostrato una notevole dignità.
e. abbia riflettuto a lungo, non sono riuscito a trovare la soluzione al quesito di matematica.
f. tu ne dica, io non credo all’esistenza dei marziani.
g. sapesse di avere torto, si ostinava a sostenere la sua posizione.
57. Completa le frasi inserendo il predicato della subordinata concessiva.
a. Il babbo ha deciso di cambiare la sua auto, nonostante ancora in discrete condizioni.
b. Anche se Giacomo Leopardi solamente trentanove anni, ha lasciato una straordinaria testimonianza della sua grandezza.
c. Quand’anche tu ragione, il tuo comportamento mi sembra discutibile.
d. I Romani vinsero i Cartaginesi, benché numerose sconfitte.
e. Non ho più un soldo, anche se il babbo mi la paghetta settimanale.
f. Benché ne una grossa, il professore ci ha perdonati.
g. Per quanto , la casa era ben riscaldata.
h. Sebbene a lungo, non ha risolto l’enigma.
i. Pur a lungo, Stefania non riuscì a commuovere la mamma.
j. Per quanto , la mia squadra è uscita a testa alta dal campo.
58. Riconosci e sottolinea le subordinate concessive implicite e poi trasformale in esplicite.
1. Pur avendo dieci anni di meno di suo marito, la signora Giusti sembra più anziana di lui. 2. Per essere un principiante, se la cava bene. 3. Benché avvisato, Marcello cadde nell’imboscata. 4. Giovanni è un buon ragazzo, pur essendo piuttosto testardo. 5. Sebbene programmato da molto tempo, il viaggio in Sardegna è stato un disastro. 6. È piuttosto grosso il tuo cane, per essere un cucciolo. 7. Benché derisa da tutti, Giovanna continuò a dire ciò in cui veramente credeva. 8. Pur non riuscendo a stare sveglio, Mario rimase in sala fino alla fine del concerto. 9. Pur essendo stato visto al bar, Nicola negò di essere uscito di casa. 10 Pur essendoci cari sia i sentimenti personali sia la verità, è sacro dovere onorare di più la verità.
Ora trasforma le frasi in frasi composte, utilizzando l’opportuna congiunzione coordinante avversativa.
Nonostante facesse molto freddo, il nonno uscì senza cappotto. Faceva molto freddo, ma il nonno uscì senza cappotto.
59. Completa le frasi proposte con una subordinata concessiva.
1. Sono andato in barca. 2. Luca è venuto a trovarmi. 3. I miei genitori sono partiti ieri. 4. Raffaele perseverava nel suo comportamento scorretto. 5. Elisa riesce sempre ad ottenere quello che vuole. 6. Ti sarò per sempre amico.
60. Scrivi un brano dal titolo “I regali di Natale” in cui compaiano almeno sei subordinata concessive, che dovrai sottolineare.
61. Fai l’analisi del periodo delle frasi che compongono il brano.
Atalanta
Atalanta era figlia di Giasone e di Climene. Poiché era stata allevata dai pastori e aveva trascorso la sua fanciullezza in mezzo alle selve e ai boschi, era cresciuta forte e robusta e nessuno poteva vincerla nella corsa e nel salto. Essendo fornita anche di grande bellezza, molti giovani l’avevano chiesta in sposa. Atalanta aveva risposto che avrebbe sposato colui il quale l’avesse vinta nella corsa. Il destino dei perdenti era invece la morte. Benché fosse invincibile e avesse vinto e ucciso parecchi giovani, in ultimo fu vinta da Ippomene. Questi aveva gettato durante la gara tre mele di grande bellezza, che gli aveva consegnato Venere. Atalanta, sebbene volesse vincere, si fermò ad ammirare le mele d’oro e rallentò la corsa. In tal modo diede la vittoria al giovane.
Subordinata consecutiva
62. Riconosci le subordinate consecutive, sottolineandole una volta se sono esplicite, due volte se sono implicite. Evidenzia l’elemento che, nella reggente, anticipa la consecutiva.
1. La tua borsa è talmente piena delle cose più disparate, che non trovi mai quello che cerchi. 2. La minestra era così buona che mi sono servito due volte. 3. Luca è un ragazzo così ottimista da non perdere mai il buon umore. 4. Non è una persona adatta a svolgere lavori così delicati. 5. Questa faccenda è un tale fastidio che sarò contento solo quando me ne sarò liberato. 6. Hai perso a tal punto il pudore, che hai osato fare tale affermazione? 7. Era dunque l’apparenza di frate Guglielmo tale da attirare l’attenzione dell’osservatore più distratto. La sua statura superava quella di un uomo normale ed era tanto magro che sembrava più alto. 8. Più in là vi era la chiesa, così alta che pareva sola in mezzo alle case. 9. Sono passati degli anni e ho tanto rimandato il mio ritorno che quasi non oso più prendere quel treno. 10. Il gesto di quell’uomo è degno di essere ricordato da tutti. 11. Sei troppo arrogante per essere ascoltato.
63. Completa le frasi con una subordinata consecutiva implicita e poi trasformala in esplicita.
1. Non dovreste essere così impazienti. 2. La tua casa è tanto bella. 3. Non sgridarmi: sono così triste. 4. Ha nevicato per tanti giorni. 5. Elena è così prudente. 6. Il libro che mi hai prestato mi è piaciuto tanto.
64. Unisci le coppie di frasi con una congiunzione subordinante consecutiva.
1. Elisabetta è intelligente. Capisce subito. 2. Era un atleta preparato. Vinse la gara. 3. Mio fratello è geloso della sua moto. Non la presta a nessuno. 4. Gianni è un fifone. Non prende l’aereo. 5. I lampi erano frequenti. Il cielo era tutto illuminato. 6. Sei petulante. Non riesco ad ascoltarti a lungo.
65. Esprimi il rapporto logico causa-effetto che lega le coppie di frasi, trasformandole in frasi dalle strutture: 1. principale + coordinata conclusiva; 2. principale + coordinata esplicativa; 3. principale + subordinata causale; 4. principale + subordinata consecutiva.
Il freddo era molto intenso. Sono gelate le tubature.
1. principale + coordinata conclusiva: Il freddo era molto intenso, quindi le tubature sono gelate.
2. principale + coordinata esplicativa: Le tubature sono gelate, infatti il freddo era molto intenso.
3. principale + subordinata causale: Le tubature sono gelate poiché il freddo era molto intenso.
4. principale + subordinata consecutiva: Il freddo era così intenso, che le tubature sono gelate.
1. La nebbia era molto fitta. L’aereo non poté atterrare. 2. Il cane sta invecchiando. Non gioca più volentieri. 3. Il film era molto divertente. Tutto il pubblico rideva. 4. È sempre la solita storiella. Nessuno si diverte quando la racconti. 5. Eravamo molto affamati. Abbiamo apprezzato persino la cucina di zia Filomena. 6. Michele è ancora piccino. Ha paura dei temporali. 7. Firenze è ricca di monumenti artistici. Ci torno sempre con piacere. 8. L’automobilista era imprudente. Uscì di strada. 9. Pioveva a dirotto. Ci siamo bagnati dalla testa ai piedi.
66. Trasforma le frasi complesse, formate da una principale e una subordinata consecutiva, in frasi complesse formate da una principale e una subordinata causale.
La nebbia è così fitta che non si vedono le case. Poiché la nebbia è fitta non si vedono le case. Oppure: Le case non si vedono perché la nebbia è fitta.
1. Luca assomiglia tanto a suo fratello, che non si riescono a distinguere. 2. Mario in gara è tanto concentrato che non sbaglia un colpo. 3. Elio è così orgoglioso che non accetterà il tuo aiuto. 4. Non ero presente a scuola durante la spiegazione delle consecutive, cosicché non riesco a svolgere i compiti. 5. Pietro era così inesperto che riusciva a combinare solo guai. 6. Sono così pallido da sembrare malato.
67. Scrivi un brano dal titolo “Cade la neve” che contenga almeno sei subordinate consecutive, che devi sottolineare.
68. Fai l’analisi del periodo e l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono il brano.
Attico
Tito Pomponio Attico, nato da nobilissima famiglia, tenne sempre la carriera equestre, che aveva ricevuto dagli antenati. Essendo suo padre morto presto, egli si recò da giovane ad Atene. Qui imparò la lingua greca così bene che sembrava nato in Grecia. Tornato in Italia, benché grandi fossero le discordie in Roma, egli si tenne lontano da tutte le fazioni. Fu però sempre pronto ad aiutare con le sue ricchezze quelli che chiedevano il suo aiuto. Imitò i severi costumi degli antenati e fu amatore della storia antica, tanto da esporla diligentemente nei suoi libri. Era così interessato alla verità, che non tralasciò nessuna legge, nessuna pace, nessuna guerra, nessuna impresa notevole del popolo romano. Non diceva mai bugie né permetteva che altri le dicessero. Cicerone, essendo suo caro amico, gli scrisse molte lettere.
Subordinata condizionale
69. Riconosci e sottolinea le subordinate condizionali.
1. Se sono a casa, il cuore è fuori; se invece sono fuori, il cuore è a casa (Plauto). 2. Se una società ricca non riesce ad aiutare i molti che sono poveri, non può salvare i poveri che sono ricchi (Kennedy). 3. Nessuno è così selvaggio che non possa ammansirsi, solo che sia interiormente disposto a farsi educare (Orazio). 4. Quando un cane morde un uomo non è una notizia, perché accade spesso. Ma se un uomo morde un cane, questa sì che è una notizia (Bogart). 5. Andate con amore incontro alla peste come ad un premio, come ad una vita, quando ci sia da guadagnare un’anima (Manzoni). 6. Se in quel momento si fosse guardata allo specchio, avrebbe visto, dipinta sul viso, un’espressione intenerita e distesa (Livi).
70. Trasforma i sintagmi preposizionali sottolineati in subordinate condizionali.
1. Non posso fare la spesa senza soldi. 2. Con un po’ d’indulgenza sopirai ogni rancore. 3. In caso di eccessivo affollamento ritorneremo a casa. 4. Non posso entrare in biblioteca senza il regolare permesso. 5. Con la nebbia non partire in macchina. 6. In caso di cattivo raccolto la frutta costerà di più.
71. Trasforma in esplicite le subordinate condizionali implicite, dopo averle sottolineate.
1. A giudicare dall’aspetto, Lucia deve essere molto stanca. 2. Aiutato da te, amico mio, mi sento di poter sollevare il mondo. 3. Credo che impazzirei, dovendo vivere lontano dai miei amici. 4. A pensarci bene, non è poi così difficile la soluzione di questo quesito. 5. Stando più attento, avresti potuto evitare quel grossolano errore. 6. Una medicina, presa per sbaglio, può essere causa di malore.
72. Inserisci le congiunzioni opportune.
a. vuoi fare un bel viaggio, ti consiglio di andare ai Carabi.
b. Non rimprovererò Ottavia, la smetta di comportarsi in quel modo.
c. La tua squadra vincerà il torneo, rafforzi la difesa.
d. i miei genitori siano d’accordo, verrò da te a trascorrere il Natale.
e. i miei genitori fossero d’accordo, verrei da te a trascorrere il Natale.
f. mi dessero tutto l’oro del mondo in cambio della libertà, lo rifiuterei.
g. La mamma mi comprerà un maglione nuovo le prometta di non rovinarlo subito.
PER APPROFONDIRE: IL PERIODO IPOTETICO
73. Riconosci le apodosi (reggenti) e le protasi (condizionali) dei periodi ipotetici.
Potrai, se lo vorrai.
se lo vorrai potrai protasi apodosi
1. Spezzerai l’arco, se lo terrai sempre teso (Fedro). 2. Se sei saggio, misura tutto sul metro della condizione umana (Seneca). 3. Posto che un dio mi concedesse di tornar bambino rifiuterei energicamente e non vorrei davvero che mi si facesse tornare dal traguardo al punto di partenza (Cicerone). 4. Sostengo che la ricchezza non è un bene: se lo fosse renderebbe buoni (Seneca). 5. Non osò fare le lodi di nessuno, temendo di offendere molti se ne avesse scelti pochi. (Tacito) 6. Come posso non desiderare di trovare il vero, dal momento che godo se ho trovato qualcosa di verosimile? (Cicerone).
74. Scrivi dei periodi ipotetici che abbiano come apodosi le frasi proposte.
Salutalo da parte mia. Se incontri Giulio, salutalo da parte mia.
1. Ti accontenteremo. 2. Non combinereste nulla di buono. 3. Potrebbero pentirsi. 4. Sono a tua disposizione. 5. Vi avrei avvertiti subito. 6. Sarebbe stato un bel guaio.
75. Scrivi dei periodi ipotetici che abbiano come protasi le frasi proposte.
1. Se nevicasse tutta la notte. 2. Qualora tu mi aiutassi. 3. Se piove. 4. Se fossi in te. 5. Purché non mi costringiate. 6. Solo se mi costringete. 7. A far così. 8. Se fossi stato informato dell’accaduto.
76. Coniuga i verbi all’infinito nel modo e tempo opportuni.
a. Se lo (desiderare) vieni con noi.
b. Se quell’uomo (essere) olpevole, non lo avrei certo difeso davanti a tutti.
c. Se ci (avvisare) con un po’ di anticipo, non saremmo mancati al tuo concerto.
d. Sono pronto ad aiutarti, qualora tu me lo (chiedere) .
e. Il padre era disposto ad aiutarlo, a condizione che (mostrare) sincero pentimento.
f. Se Eleonora (agire) seguendo i miei consigli, ora non si troverebbe nei guai.
g. Chi (dare) la vita per un amico, mostrerebbe di essere un vero uomo.
h. Non parlare, qualora tu non (conoscere) a fondo l’argomento.
i. Capirai il significato della poesia se la (leggere) più volte.
77. Caccia all’errore. Riconosci e correggi gli errori nell’uso dei tempi e modi verbali dei periodi ipotetici.
1. Se tenterebbe, riuscirebbe nel lavoro. 2. Ti comprerò il computer a condizione che tu verrai promosso. 3. I pesci morirebbero se le acque del fiume diverrebbero inquinate. 4. Nel caso in cui potrei partire, mi sentirei meglio. 5. Faresti un bel viaggio, se ti rivolgeresti a un’agenzia. 6. Il mio insegnante dice che imparano tutti, se studiassero. 7. Chi vorrebbe arrivare in poco tempo a Parigi, dovrebbe viaggiare in aereo. 8. Se uno agirebbe in tal modo mostrerebbe generosità. 9. Ti ho fatto notare che se arrivassi in tempo, mi avresti visto recitare.
78. Riconosci di che tipo (I, II o III) sono i periodi ipotetici.
Periodo ipotetico I II III
“Se vai dalla nonna non passare per il bosco”, disse la mamma a Cappuccetto Rosso.
Se bastasse una bella canzone, si potrebbe cantarla un milione di volte.
Se tu avessi avuto compassione di quel misero, avresti dovuto aiutarlo e non respingerlo lontano da te.
Se avessi sconfitto il drago ora Stellina sarebbe salva.
Se Tiberio si ritirò a Capri, fece ciò perché desiderava la solitudine.
Se tu partissi da Roma, non esiterei a seguirti, poiché non potrei vivere lontano da te.
Se aveste seguito i miei consigli, avreste agito più prudentemente e non avreste risposto così arrogantemente.
Che fareste se si presentasse l’occasione di acquistare grandi ricchezze commettendo un’ingiustizia?
Se nella vita incontrerai qualche difficoltà, non perderti d’animo.
Se vuoi venire con noi, sbrigati.
79. Scrivi un periodo ipotetico della realtà (I tipo), uno della possibilità (II tipo), uno della irrealtà (III tipo), sottolineando una volta l’apodosi e due volte la protasi.
80. Fai l’analisi del periodo e l’analisi morfosintattica e logica delle frasi: attenzione a non confondere le concessive con le condizionali.
1. Non mi hanno neppure chiesto se volevo andare al cinema con loro. 2. Anche se mi avessero chiesto di andare al cinema con loro, avrei detto di no. 3. Anche se volevo andare al cinema, non ci sarei proprio andato con loro. 4. Se cessasse il maltempo, potremmo uscire. 5. Anche se cessa il maltempo, non potremmo uscire. 6. Credi che potremo uscire se cesserà il maltempo? 7. Anche se Luisa segue un corso di giardinaggio, le sue piante sembrano tutte malate. 8. Se Luisa seguisse un corso di giardinaggio, forse curerebbe meglio le sue piante. 9. Anche se un dio mi concedesse di tornare bambino, rifiuterei energicamente e non vorrei davvero che mi si facesse tornare dal traguardo al punto di partenza.
SUBORDINATE ATTRIBUTIVE
La subordinata relativa
81. Trasforma in tutti i modi possibili le frasi semplici in frasi complesse in cui la subordinata sia una relativa.
Nella sala da pranzo c’era un camino. La madre e la bambina sedevano davanti al camino Nella sala da pranzo c’era un camino, davanti al quale sedevano la madre e la bambina. Oppure: La madre e la bambina sedevano davanti al camino che era nella sala da pranzo.
(Le due costruzioni sono entrambe possibili, ma non significano la stessa cosa: nella prima al centro dell’attenzione è posto il camino - soggetto della frase principale; nella seconda sono poste al centro dell’attenzione la madre e la bambina che sono soggetti della frase principale)
1. La mamma mi aveva donato un orologio al quarzo. Non trovo più l’orologio al quarzo. 2. Ho riletto quel romanzo. Non ricordo più l’autore di quel romanzo. 3. Presto intraprenderò un nuovo lavoro. Il nuovo lavoro mi darà molte soddisfazioni. 4. Siediti pure vicino alla finestra. A causa del temporale ho chiuso la finestra. 5. Sono tornato al paese. Ho trascorso la prima infanzia in quel paese. 6. Ho visto alla televisione la partita di calcio. Gli azzurri hanno vinto la partita di calcio. 7. Ti voglio far conoscere i miei compagni di scuola. Non ho mai dubitato dell’amicizia di questi compagni. Questi compagni mi sono stati molto vicini quando ero in ospedale. 8. Entriamo ora in un’altra sala del museo. In questa sala ci sono alcuni dipinti di impressionisti. I dipinti sono stati donati da un magnate. Non si conosce il nome del magnate.
82. Nel brano riconosci le subordinata relative e sottolinea di ognuna l’antecedente.
Il vestito che mi hai regalato è molto bello. Il vestito (antecedente). Che mi hai regalato = subordinata relativa.
Questo giardino da bambola era una terra magica, una foresta di fiori nella quale si aggiravano creature che non avevo mai visto prima. Tra i petali carnosi e serici di ogni rosa vivevano minuscoli ragni che sembravano granchi e scappavano di sghembo quando li si disturbava. I loro corpi traslucidi avevano lo stesso colore dei fiori in cui abitavano: rosa, avorio, rosso vino, o giallo burro.
Tra i ciottoli bianchi, turbe di grosse formiche nere barcollavano e gesticolavano intorno a strani trofei: un bruco morto, un pezzetto di petalo di rosa, o un capolino secco ricco di semi. Ad accompagnare tutta questa attività, dagli uliveti che si stendevano oltre la siepe di fucsie veniva l’incessante e tremulo frinire delle cicale.
A tutta prima rimasi così stupefatto di una tale profusione di vita proprio sulla soglia di casa che mi aggiravo per il giardino come stordito, osservando ora questo insetto, ora quello, continuamente distratto dalle vivide farfalle che volteggiavano sulla siepe.
Ma un po’ per volta, a mano a mano che mi abituavo a quel brulichio di vita tra i fiori, mi accorsi che riuscivo a concentrarmi un po’ di più. Passavo ore e ore accoccolato o disteso a pancia sotto a osservare la vita delle creature che mi circondavano, mentre Roger mi stava accucciato accanto, con un’aria di rassegnazione sul muso. In questo modo imparai un sacco di cose affascinanti.
Tratto da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali
83. Completa con un pronome o un avverbio relativo. Poi scrivine la funzione logica tra parentesi. L’auto che (complemento oggetto) Giovanni ha comprato era di mio zio.
a. 1. Da questo belvedere si gode un panorama ( ) giudico meraviglioso.
b. Mi recherò subito ( ) mi è stato dato l’appuntamento.
c. Mario è una persona ( ) dovete molta riconoscenza.
d. Non ricordo l’episodio del film ( ) fai riferimento.
e. Il luogo ( ) provieni ha un clima temperato.
f. Presentami la persona ( ) stai parlando.
g. Presentami la persona ( ) mi hai parlato.
h. Ho rivisto un’amica ( ) non vedevo da mesi.
84. Completa la tabella.
Principale
Subordinata relativa
Luisa è un’alunna di cui si può avere fiducia.
Funzione logica del pronome o dell’avverbio che introduce la relativa
Complemento di specificazione si rivolgono i compagni per consigli. si discute di argomenti interessanti. Complemento di compagnia
L’avarizia è un vizio troppi uomini hanno.
. Soggetto molti uomini soffrono.
provo repulsione.
Questa è la scuola dalla quale . Complemento di origine
verrai il prossimo anno.
frequenteremo il prossimo anno.
. Complemento di termine
85. Sottolinea le subordinata relative e riconosci, provando a trasformarle, quelle che hanno un particolare valore.
Lo videro/ che usciva / e lo raggiunsero. Lo videro / mentre usciva / e lo raggiunsero. (TEMPO)
1. Riporto in biblioteca i libri che ho preso dieci giorni fa. 2. L’allenatore spronò i suoi atleti che si impegnassero maggiormente per raggiungere un risultato migliore. 3. Per il nostro viaggio in Turchia chiediamo informazioni a Mario che ci è già stato. 4. Anche Giorgio, che pure è un tipo scherzoso, non ha apprezzato la tua battuta. 5. La città che mi piacerebbe visitare domenica prossima è Mantova. 6. Il vigile fischiò al conducente che non aveva rispettato il segnale di stop. 7. Regala a Rita un libro divertente che le possa piacere. 8. Ho visto Eugenio che scendeva le scale e scivolava improvvisamente. 9. Giorgio è uscito con Monica che è la sua sorellina. 10. Chi pensasse di farla franca, si sbaglia. 11. Nel mio reparto non ci sono impiegati che possano smistare queste pratiche. 12. Era interessante lo spettacolo che avete visto l’altro giorno? 13. I pomodori con cui hai preparato il sugo non erano molto buoni. 14. Claudio e Marco, che sono dei cari amici, sono stati subito disponibili ad aiutarmi. 15. La conferenza cui ho assistito ieri era molto noiosa.
86. Riconosci le subordinata relative e sottolinea una volta le relative determinative e due volte le relative accessorie.
1. Prendi i bicchieri che sono in cucina. 2. Gli anziani che hanno problemi di salute devono vaccinarsi contro l’influenza. 3. Gli spettatori che erano intenditori di musica rimasero delusi dell’esecuzione. 4. Il bambino che si era perso all’uscita dallo stadio è stato ritrovato dai vigili. 5. È bene che gli anziani, che hanno spesso problemi di salute, si facciano vaccinare contro l’influenza. 6. I ragazzi che hanno partecipato alla maratona hanno ricevuto un piccolo premio. 7. Gli spettatori, che erano moltissimi, hanno gradito la rappresentazione teatrale. 8. Il torrente che è vicino a casa mia è pieno di trote. 9. I cavalli che scalpitano e si impennano mi fanno paura. 10. Marco, che piangeva a dirotto, si era smarrito. 11. I soccorsi, che erano giunti con tempestività, contribuirono a rendere meno drammatica la situazione.
87. Riconosci e sottolinea le subordinata relative implicite e trasformale in esplicite.
1. Le notizie date dalla TV hanno scosso l’opinione pubblica. 2. Trovarono il cane comodamente disteso sul letto. 3. Il cibo ben masticato è più facilmente digeribile. 4. Vi ho visti entrare nel cinema e vi ho seguiti. 5. I ragazzi, finalmente pentiti, confessarono le loro colpe. 6. Questa notte ho sentito a lungo i tuoni rumoreggiare. 7. Sei un po’ meschino: queste son cose da non farsi. 8. Luca sta facendo riparare la porta scardinata dai ladri. 9. Il problema da risolvere è assai complicato. 10. È Pasqua: non senti le campane suonare a festa?
88. Fai l’analisi del periodo delle frasi.
1. Gli Spartani, interrogati da un tale come potesse sentirsi difesa la loro città senza le mura, risposero che la migliore difesa di una città è il coraggio dei suoi cittadini. 2. Tutti sappiamo di essere mortali, ma nessuno di noi può prevedere quale sarà il giorno della sua morte. 3. Gli anni ci insegnano molte cose che i giorni non sanno. 4. Vi domando se non riteniate che sia la cosa più naturale del mondo che un ragazzo ami stare coi suoi coetanei. 5. Secondo Platone, l’anima dell’uomo, dopo la morte, torna là donde era venuta. 6. Omero racconta che Ulisse era incerto se dovesse pregare Nausica di lontano o correrle vicino e abbracciarle le ginocchia. 7. Apprezza chi ti consiglia e ti corregge, non chi ti lusinga. 8. Non so se sarebbe consolante per gli uomini che essi conoscessero quale sorte li attenderà.
ALTRE
SUBORDINATE: MODALI, STRUMENTALI, COMPARATIVE, AGGIUNTIVE, ECCETTUATIVE, LIMITATIVE E FRASI INCIDENTALI
89. Riconosci e sottolinea una volta le subordinate modali e due volte le subordinate strumentali.
1. Ascoltando attentamente la registrazione, ti accorgerai che non è perfetta. 2. Giovanni passa gran parte del suo tempo libero ascoltando musica classica. 3. Quando andiamo in campagna, il mio cagnolino si diverte rincorrendo i passeri. 4. Che brutta voce! Canti come se gracchiassi. 5. Nutriamo fiducia che l’affare sia stato concluso senza litigare. 6. Piantando chiodi a quest’ora disturbi i vicini. 7. La salutò ringraziandola ancora per gli auguri. 8. Credi che, risarcendo il danno, i vicini saranno soddisfatti? 9. Lavorando sotterra, il suo pane se lo guadagnava. 10. Per interminabili ore mi distraevo guardando dalla finestra in cortile.
90. Trasforma i complementi di modo o di mezzo sottolineati in subordinate modali o strumentali, apportando le opportune modifiche.
Fa tutti i suoi lavori in silenzio (complemento di modo). Fa tutti i suoi lavori senza pronunciare parola (subordinata modale).
1. Mi pregava a mani giunte. 2. Il piccolo rallegrava la casa con le sue allegre risate. 3. Hai certo trovato una scusa al tuo comportamento, ma a fatica. 4. Con una grande pazienza hanno concluso un buon affare. 5. Terminò il rimprovero con un lungo sospiro. 6. Questa salsa deve essere insaporita con un po’ di sale. 7. Questi popoli vivono anche oggi di pesca e di caccia. 8. Mandami quel certificato in busta chiusa. 9. Tutti attendiamo l’esito del tuo esame con molta trepidazione. 10. I ribelli, con furiosi combattimenti, scacciarono il tiranno. 11. Urlava a squarciagola 12. Il cavallo, con uno scatto imprevisto, tagliò per primo il traguardo. 13. Vado a scuola a piedi.
91. Riconosci le subordinata comparative e comparative ipotetiche e sottolinea nella reggente l’elemento che si correla alla subordinata (così, tanto, più, meno).
1. Temo che la sua salute sia più malferma di quanto pensassimo. 2. Più Piera si sforza di riuscire simpatica, meno ci riesce. 3. Quest’anno a Natale i negozianti hanno venduto meno di quanto sperassero. 4. Ora sappiamo che le terre emerse del nostro pianeta sono molto più estese di quanto non supponessero gli antichi. 5. Quanti ragazzi preferiscono studiare piuttosto che giocare? 6. Il teorema di Pitagora mi è sembrato meno difficile di quanto io credessi. 7. Comportati come se gli uomini potessero scorgere non solo le tue azioni, ma anche i tuoi più reconditi pensieri. 8. Dopo che i nemici si furono allontanati, i Troiani, quasi che ogni pericolo fosse scomparso, aprirono le porte della città. 9. Come per impulso stesso della natura desideriamo ciò che ci sembra utile, così pure per natura tentiamo di evitare ciò che ci può essere di danno. 10. Quanto più grande diventava per i Galli il pericolo di soccombere, tanto più aumentava il loro coraggio, così che molte volte i Romani furono costretti a retrocedere. 11. Assisti Cornelio e concedigli tutto ciò di cui ha bisogno come se fosse tuo fratello.
92. Distingui le subordinate limitative dalle concessive e dalle causali, sottolineandole con colori diversi, e dai le ragioni della distinzione.
1. Per quanto ne so, lo sciopero dei trasporti è stato rinviato. 2. Le vie della città che abbiamo visitato erano intricate, ma non ci siamo persi, in quanto disponevamo di una mappa. 3. Per quanto tu abbia studiato, non hai ottenuto i risultati desiderati. 4. Per quanto mi ha detto, la nuova casa sembra piacergli molto. 5. È meglio che tu non riprenda gli allenamenti in quanto sei ancora debole. 6. Per quanto la festa fosse gioiosa, Carlo era di cattivo umore e se ne stava tutto solo. 7. Vorrei proprio ritornare a Londra, in quanto è una città molto bella. 8. Per quanto ci è possibile vi aiuteremo. 9. Per quanto riguarda la tecnica, ho dovuto imparare tutto da solo. 10. Il contadino, per quanto ascoltasse con piacere le mie parole, non rallentò il lavoro. 11. Il figlio lo sorresse, in quanto camminava a stento.
93. Completa le frasi con una subordinata modale implicita o esplicita.
1. La nonna prega. 2. Ho ascoltato il telegiornale. 3. Il soldato eseguì gli ordini del suo capitano. 4. Spesso fuori casa non ci comportiamo. 5. Ci chiamano.
Ed ora con una limitativa.
1. Sei imbattibile. 2. La situazione è sotto controllo. 3. Il traffico scorre regolarmente sulle autostrade. 4. Lucio non ha rivali. 5. Il professore ci ha aiutati.
94. Scrivi una frase che potrebbe reggere la subordinata modale.
1. come aveva suggerito l’allenatore. 2. rimproverandoci aspramente. 3. come aveva detto il maestro. 4. ridendo allegramente. 5. senza pronunciare parola.
E data una subordinata limitativa, scrivi una possibile reggente.
1. A quel che dicono molti. 2. Stando a quanto sostengono i nostri vicini. 3. Quanto a fare pronostici.
4. Per sollevare entusiasmo. 5. Nel preparare gli antipasti.
95. Riconosci di che tipo sono le subordinate sottolineate e rendi ragione della tua classificazione.
1. Ci penserò io oggi a renderti infelice, come ti sei meritato (Plauto). 2. Il fatto sta che don Abbondio aveva forse tanta voglia di scaricarsi del suo doloroso segreto, quanta ne aveva Perpetua di conoscerlo (A. Manzoni). 3. Nutriamo fiducia che la cosa sia come vogliamo. 4. Ho fatto molto di più di quanto mi fosse comandato dagli obblighi del mio ufficio, ma non me ne pento. 5. Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale (E. Montale). 6. E stando a poppa il vecchio Eroe guardava scuro verso la terra de’ Ciclopi (Pascoli). 7. Si sa che i Sardi provocarono le armi romane, più che metterle alla prova.
96. Spesso le subordinata modali possono essere sostituite da subordinate temporali esplicite, in quanto esprimono la concomitanza di due azioni. Trasforma le subordinata modali sottolineate in temporali esplicite o in complementi di modo.
Mi chiese, piangendo, di aiutarlo Mi chiese, mentre piangeva, di aiutarlo. Entrò volando un angelo dalle candide ali Entrò in volo un angelo dalle candide ali.
1. Adalgisa raccontava l’accaduto ridendo a crepapelle. 2. Rispondendo a Giuliano, l’insegnante intendeva rispiegare le modali a tutta la classe. 3. Attendiamo l’esito degli esami di Ernesto trepidando. 4. Ho ascoltato il rimprovero del preside stando in piedi davanti alla scrivania. 5. Assaggiando il sugo mi sono bruciato la lingua. 6. Ho guardato il film mangiando i pop-corn.
97. Riconosci di che tipo sono le subordinata sottolineate, e rendi ragione della tua analisi.
Aggiuntiva Eccettuativa Limitativa
1. Per quanto ne so io, Lucia domani sarà a casa.
2. Non andare in quel negozio: oltre ad avere i prezzi alti, vende merce scadente.
3. Se rubassero a casa mia non saprei proprio cosa fare, fuorché telefonare alla polizia.
4. Presterò a Enrica i miei sci, a meno che non servano a mia sorella.
5. Per quel poco che ho capito di questo libro, mi sembra che l’autore sostenga una tesi interessante.
6. Che cosa ti ha insegnato il nonno, oltre a riparare la bicicletta?
7. Nel preparare gli antipasti Francesca è sempre molto originale.
8. Verrò a trovarti, a meno che non si faccia tardi.
9. Che cosa hai fatto tutto il pomeriggio, oltre che studiare matematica?
QUESTIONI DI LESSICO
I VALORI DELLA CONGIUNZIONE “E”
1. Spiega il valore della congiunzione e nei periodi proposti.
Giorgio è un ragazzo disobbediente e non dà retta a nessuno. La congiunzione “e” potrebbe essere esplicitata con “infatti”, dunque vuole significare che il fatto che Giorgio non dia retta a nessuno è segno della sua disobbedienza.
1. Una volta i contadini mietevano il grano e intonavano allegri canti campestri. 2. Valentino indossava un vestito nuovo e si mostrava felice. 3. Ragazzi, prendete un foglio da disegno e riproducete la cartina della vostra regione. 4. I genitori amano i propri figli e li proteggono dai pericoli. 5. Ulisse era astuto e ingannò i Troiani. 6. Il dottor Biagi è serio e competente, e tutti lo stimano. 7. Ho camminato a lungo, dunque sono molto stanco e mi servirebbe un buon letto. 8. In novembre calarono i tempi invernali e le giornate divennero brevi. 9. Ci siamo diretti di buon mattino in stazione e abbiamo atteso il treno per Milano, ma abbiamo aspettato invano, infatti c’era lo sciopero dei treni.
CIOÈ
2. Riconosci le diverse funzioni di cioè nei messaggi proposti mettendo una X nella colonna opportuna.
Introdurre una coordinata esplicativa
Chiedere o fornire ulteriori precisazioni
Correggere un’affermazione
Luca è partito tre giorni fa, cioè lunedì.
Allora ci sentiamo, cioè, ci vediamo!
Mio fratello Pietro ha diciotto anni, cioè è più grande di me di cinque anni.
Andrea ha pescato un grosso pesce, cioè, è quasi riuscito a prenderlo.
- La freisa è un vitigno piemontese. - Cioè?
- Cioè è un tipo di vite del Piemonte.
Ho un obiettivo a breve termine, cioè intendo migliorare i miei tempi nella corsa entro le gare di atletica di giugno.
I SEGNALI DISCORSIVI
3. Registra delle conversazioni fra i tuoi familiari (fra il papà e la mamma, fra i tuoi fratelli che bisticciano) o fra i tuoi compagni. Trascrivile e sottolinea tutti i segnali discorsivi.
“Io partirò fra un’ora, va bene?”. Oppure: “Per tornare al punto, dico che…”
4. Scrivi delle frasi o dei brevi dialoghi in cui siano presenti le espressioni elencate una volta con la funzione loro propria, una volta in funzione di segnali discorsivi:
Vero? È vero che cambierai scuola? Non cambierai scuola, vero?
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
Questionario
1. Completa la tabella riguardante i vari tipi di frase dando una definizione a ciascuna e fornendo un esempio che la avvalori.
Definizione
Frase semplice
Frase composta
Frase complessa
Frase principale
Subordinata
Coordinata
Esempio
2. Completa la tabella riguardante le congiunzioni coordinanti.
Congiunzioni Elenco
Funzione
Esempio
Copulative E, né, nonché Esprime un rapporto di parità Francesco è andato a pescare e ha portato a casa molti pesci.
Avversative
Disgiuntive
Esplicative
Conclusive
Correlative
3. Completa le affermazioni che riguardano le subordinate completive.
a. La soggettiva può essere retta da:
Un predicato nominale.
Esempio: È giusto che i bambini imparino l’obbedienza.
Esempio
Esempio
Esempio
Esempio
b. La soggettiva esplicita è introdotta dalla congiunzione , e il verbo è al modo , quando.
Esempio ; al modo , quando.
Esempio ; al modo , quando.
Esempio ;
c. Dai la definizione di subordinata
Oggettiva
Soggettiva
Dichiarativa
Interrogativa indiretta
d. Perché le precedenti sono dette subordinate completive?
4. Completa la tabella che riguarda le subordinate circostanziali.
Può essere espressa da un avverbio
L’indicazione di tempo
L’indicazione di spazio
Sì No
Sì No
Una causa Sì No
Uno scopo Sì No
Una condizione Sì No
Una concessione Sì No
Una conseguenza
Un paragone
Una compagnia
Sì No
Sì No Es.
Sì No
Una limitazione Sì No Es.
Può essere espressa da un sn
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Può essere espressa da un sp
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Può essere espressa da una subordinata
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
No
Sì No Es.
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No
Sì No Es.
5. Rispondi alle domande che riguardano la subordinata relativa.
a. Qual è la definizione di relativa?
b. Da che cosa può essere introdotta?
c. Come puoi esplicitare l’avverbio relativo dove?
Esempio:
d. Come puoi esplicitare l’avverbio interrogativo dove?
Esempio:
e. Che valori ha la relativa impropria?
a) Temporale Ho visto il mio amico che piangeva (= mentre).
b) Es.
c) Es.
d) Es.
e) Es.
f) Es.
f. Che differenza c’è tra le relative determinative e le accessorie? Cosa cambia rispetto alla punteggiatura?
Analisi
6. Fai l’analisi del periodo, individuando la principale, le coordinate e i gradi delle subordinate.
1. Tanto potente è l’amore che mi arde in petto, che per voi lotterei contro gli uomini tutti, contro il destino (E. Salgari). 2. Suonò lontano un campanello, ma S. non lo udì e continuò nel suo lavoro. (P. Levi) 3. Gli atti e il volto di Gertrude riflettevano in un modo così orribile l’orrore del fatto, che l’omicida non poté sopportare la sua presenza. (A. Manzoni) 4. Mi sentivo isolato da quel vento che mi avvolgeva nelle sue spire e mi portava via ogni pensiero. (P. Chiara) 5. Se ha paura dei tuoni vuol dire che è una persona sensibile. (E. Vittorini) 6. Appena ci siamo mossi in macchina in direzione di Fregene, meta della gita, ho preso ad osservare i miei compagni. (A. Moravia) 7. Un detto aureo del giornalismo internazionale dice, come ciascuno sa, che un cane che morde un uomo non fa notizia, ma un uomo che morde un cane sì. (U. Eco) 8. Dopo la voltata la strada correva dritta, forse un sessanta passi, e poi si divideva in due viottole, a foggia di un ipsilon. (A. Manzoni).
7. Fai l’analisi del periodo, individuando la principale, le coordinate e i gradi delle subordinate.
1. Ho imballato tutti i miei giochi e li ho regalati a dei bambini, perché ormai non li usavo più. 2. Francesco aprì la finestra per vedere se pioveva o se c’era il sole. 3. Paola, quando parla con i fiori e quando canta le canzoni ai suoi criceti per farli addormentare, mi sembra un po’ sulle nuvole. 4. Spero che nessuno si opponga al mio progetto e che nessuno mi ostacoli nella sua realizzazione, perché da esso dipende tutto il mio futuro. 5. Prima che tramontasse il sole e che spuntasse la stella della sera, si accesero tutti i lampioni della mia strada per annunciare l’arrivo della notte. 6. Osservando la biblioteca di Giacomo Leopardi e considerando il grande numero di libri in essa contenuti, è impossibile non pensare alle sue infinite conoscenze e alla sua profonda cultura, per la quale sacrificò tutta la sua giovinezza. 7. Quando ascolto la musica di Beethoven e quando guardo i quadri di Van Gogh, sento che nel mio cuore si risvegliano dei sentimenti che non avrei mai creduto di avere e che non riesco ad esprimere. 8. Per rispondere a ogni tuo dubbio sulla questione e per convincerti della correttezza della mia proposta, ti farò parlare con una persona molto saggia che ho conosciuto l’anno scorso a una conferenza. 9. Non credo che tu possa raggiungere la meta che ti sei prefissato, cioè fare il nuovo record mondiale di salto in alto, poiché non ti alleni abbastanza e forse non hai neanche le doti fisiche per affrontare un simile sforzo.
8. Fai l’analisi del periodo, classificando sia le coordinate sia le subordinate.
Un avaro
Lo Schiavon era magrissimo, lungo, sempre vestito di nero e con macchie d’unto, vere e proprie patacche, con calzoni sottilissimi a righe bianche… Non si capiva se fosse vecchio o giovane, svelto o lento. Si poteva solo sapere con certezza che bevevo parecchio e il naso era l’unica cosa che appariva viva sul volto monotono. Per il resto era un uomo morto: non fumava, non ballava, non giocava, non andava a caccia, non camminava più dello stretto necessario. Passava la vita a difendersi da tutto, anche dalla moglie. Questa lo accusava di avarizia, ma lui non se ne dava per inteso. Era noto che riceveva e pesava e contava e valutava lui stesso e al centesimo tutto quanto i contadini gli portavano. Usava un anello d’argento per misurare la grossezza delle uova e rifiutava quelle che vi passavano attraverso, perché, in tal caso, le giudicava più piccole del giusto. Tutti i parenti che una volta e per caso avevano avuto l’onore di essere stati suoi ospiti al castello, dicevano che non vi sarebbero mai più tornati . (A. Barolini)
9. Fai l’analisi del periodo, classificando sia le coordinate sia le subordinate.
Un nome per Atene
L’Attica è una penisola il cui suolo è poco fertile, ma assai adatto all’ulivo.
Gli Ateniesi credevano che quest’albero fosse un dono della dea Minerva (Atena).
Anzi il popolo greco, che è fornito di una grande fantasia, immaginò che gli stessi dei, Nettuno e Minerva, avessero gareggiato fra loro. Infatti immaginarono che Nettuno desiderasse dare il suo nome alla città e che la medesima cosa desiderasse Minerva. Allora i due dei stabilirono di dare la vittoria a chi avesse fatto il dono migliore alla città. Nettuno diede il cavallo, simbolo di coraggio. Minerva percosse la terra con la lancia e ne nacque l’olivo, simbolo di pace.
La vittoria fu di Minerva e perciò alla città fu dato il nome di Atene.
10. Fai l’analisi del periodo, classificando sia le coordinate sia le subordinate.
Il poeta Pindaro
Grandissima fu presso gli antichi la fama di Pindaro, tebano, il più grande dei poeti lirici. Egli ha composto moltissimi carmi in cui celebra i vincitori nei giochi olimpici.
I Greci credevano che egli fosse assai caro ad Apollo, dio della musica e della poesia.
Perciò spesso era invitato a pranzo dai sacerdoti nel tempio di Delfo e si assegnava a lui una parte dei doni che i sacrificanti avevano offerto al dio.
Narrano anche che Pan, dio delle greggi e dei pastori, fosse dilettato dai carmi di Pindaro.
Anche Alessandro Magno ammirava molto Pindaro. Infatti, quando distrusse Tebe, vietò che fosse abbattuta la casa del grande poeta e ordinò che fossero onorati i suoi discendenti.
11. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione ai diversi valori di perché.
1. Il testo delle leggi deve essere chiaro e breve perché sia compreso anche dagli inesperti e sia ricordato facilmente da tutti. 2. Ti ringrazio, Signore, perché ci hai concesso anche oggi i tuoi doni. 3. Perché tu non rimanga dubbioso, ti dirò perché, sino ad ora, mi sono comportato così. 4. Non si sa bene perché tutti gli animali selvatici
abbiano tanta paura del fuoco. 5. O natura, natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi? (G. Leopardi) 6. Forse perché della fatal quiete tu sei l’imago, a me si cara vieni, o Sera. (U. Foscolo) 7. Molti evitano il male non perché amino la giustizia, ma perché temono la punizione. 8. “Perché mi ripeti la stessa domanda?” “Perché tu ancora non mi hai dato una risposta”. 9. Il tribuni della plebe furono istituiti perché fossero diminuite la potenza e l’autorità del senato. 10. “Non capisco perché urliate tanto quando parlate al nonno”. “Perché il nonno ci sente poco e bisogna alzare il tono di voce perché capisca quello che diciamo”. 11. Questa virtù cui noi aspiriamo è sublime, non perché di per sé è cosa bella essersi liberato dal male, ma perché essa apre il nostro animo e lo dispone alla conoscenza delle cose celesti, e lo rende degno di partecipare alla vita di Dio. (Seneca)
12. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione ai diversi valori di quando. 1. Il professore, quando spiega un argomento difficile, è solito ripetere più volte lo stesso concetto perché gli alunni lo possano capire più facilmente. 2. Si suole dire che quando il buon Dio chiude una finestra, apre una porta. 3. “Papà, quando partiremo per il mare?” “Quando mi sarò liberato dai miei impegni”. 4. Chiedete all’ufficio informazioni quando arriverà il treno da Torino. 5. Quando siamo in buona salute non pensiamo che siamo soggetti alle malattie. 6. Mi domando quando gli uomini capiranno che la natura va rispettata. 7. I cervi, quando drizzano le orecchie, segnalano un pericolo imminente.
13. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione ai diversi valori di che.
1. Si narra che Fabrizio, che era un generale romano, avendo saputo che il medico di Pirro aveva promesso di uccidere con il veleno il re se gli fosse stato dato del denaro, avvertì Pirro, che pure era suo nemico, affinché si guardasse dal suo medico. 2. Credi a me che non si sta mai tanto male che non si possa star peggio. 3. Si narra che le Sirene, che vivevano nell’isola di Capri, cantavano tanto melodiosamente che i naviganti che udivano la loro voce ne restavano ammaliati. 4. Sappiamo bene questo, che è quasi impossibile che uno dica una cosa tale che possa riuscire gradita a tutti coloro che ascoltano. 5. Penelope, che era la sposa di Ulisse, amò tanto intensamente il suo sposo che lo attese per venti anni e sempre sperò che lui sarebbe tornato ad Itaca. 6. Sono contenta che ti sia divertita tanto alla nostra festa, che mi hai promesso che verrai anche alla festa che sta organizzando mia cugina.
14. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione al periodo ipotetico.
1. Era sorda a tal punto che, a domandarle che ora era, rispondeva di sì. 2. Sono sicuro che spesso gli uomini si pentirebbero di aver parlato se potessero riascoltare quello che hanno detto. 3. Se vuoi che gli altri ti rispettino, porta alta la fronte; ma, per tenere alta la fronte, bisogna che tu levi l’animo in alto. 4. Plutone concesse ad Orfeo di riportare la sua sposa Euridice dall’oltretomba sulla terra, purché non si voltasse indietro a guardarla prima di aver oltrepassato la porta dell’Ade. 5. Dopo la battaglia di Cunassa Artaserse fece sapere ai Greci che, se fossero rimasti nella regione, avrebbe concluso con loro una tregua: se invece si fossero preparati a partire avrebbe mosso loro una guerra. 6. Si sa che poco vale la perizia dell’allenatore di una squadra di calcio, se i calciatori non giocano con impegno.
15. Fai l’analisi del periodo, prestando attenzione al periodo ipotetico.
1. Che cosa spregevole è l’uomo se non si innalza al di sopra dell’umano! Finché lottiamo contro le passioni, che cosa di straordinario facciamo? Anche se ne usciamo vittoriosi, non vinciamo che dei mostri. 2. In alto sono gli spazi immensi, nel cui possesso l’animo è immesso, ma solo se porta con sé meno che può del suo corpo, se si è lavato da ogni impurità, e libero e leggero e contento di poco ha spiccato il volo. 3. Verrà tempo in cui questi segreti della natura saranno portati alla luce dallo studio attento delle generazioni future. A risolvere così grandi problemi una sola vita non basta, anche se tutta si votasse alla conoscenza del cielo. 4. Vi sbagliate se credete che un astro arresti il suo cammino o cambi direzione. I corpi celesti non possono né stare fermi né deviare, tutti avanzano e vanno come una volta hanno avuto il movimento. La fine del loro corso sarà la fine di loro stessi. Quest’opera eterna ha moti irrevocabili: se una volta si fermeranno, i corpi ora in equilibrio cadranno gli uni sugli altri. 5. Piccola cosa sarebbe il mondo se in esso ogni età non avesse qualcosa da cercare.
Frasi tratte da Seneca, Questioni naturali
PER LE COMPETENZE
Argomentazione
16. Nei brani sono stati coniugati tutti i verbi all’infinito. Riscrivili coniugandoli opportunamente e rendendo ragione della scelta (perché il passato remoto o il trapassato remoto? Perché l’imperfetto o il trapassato prossimo? Perché il participio passato o il gerundio?…)
A. Il modo di combattere con i carri essere ( ) il seguente: dapprima i Britanni correre ( ) qua e là, gettare ( ) dardi, e, col terrore stesso che incutere( ) i cavalli e con lo strepito delle ruote, riuscire ( ) per lo più a mettere lo scompiglio nelle schiere nemiche; poi insinuarsi( ) tra le formazioni di cavalleria e, saltare ( ) giù dai carri, combattere ( ) a piedi. Gli aurighi intanto, pian piano, uscire ( ) dalla mischia e collocare ( ) i carri in modo che, se i loro compagni essere incalzati (usa il congiuntivo) ) dai nemici, subito potere ( ) ripiegare su di essi e riprendere i loro posti. Così in battaglia avere ( ) contemporaneamente la mobilità dei cavalieri e la stabilità dei fanti.
B. In quello stesso giorno giungere ( ) ambasciatori mandare ( ) dai Britanni a Cesare per chiedere ( ) la pace. Cesare raddoppiare ( ) il numero degli ostaggi che chiedere ( ) precedentemente e ordinare ( ) che essere portati ( ) nel continente perché non ritenere ( ) opportuno esporsi ( ) al pericolo di tempesta, con le sue navi piuttosto scadenti, intraprendere ( ) la navigazione nel periodo vicino all’equinozio. Egli salpare ( ) in un momento di vento favorevole, poco dopo la mezzanotte. Tutte le navi raggiungere( ) incolumi il continente: due sole navi da carico non riuscire ( ) ad entrare negli stessi porti in cui entrare ( ) le altre, e approdare ( ) un po’ più lontano. Frasi tratte da Giulio Cesare, La guerra gallica
17. Riconosci e spiega il valore delle congiunzioni coordinanti sottolineate completando la tabella. L’esercizio è avviato.
1. Sono stanco e anche assonnato, quindi mi ritirerò in camera mia. 2. Carlo si allontanò prima del termine della conferenza, ma nessuno se se accorse. 3. Franco non ci lodò né ci biasimò, infatti non conosceva la situazione. 4. Devo apparecchiare con i piatti di carta oppure di ceramica? 5. Il professore ci presentò l’opera più importante di Dante, cioè la Divina Commedia. 6 Ho vinto la scommessa, pertanto dammi quanto mi spetta. 7. Ti hanno offerto due interessanti possibilità: devi scegliere o l’una o l’altra. 8. Ennio ha proprio un brutto carattere: si crea mille problemi, eppure potrebbe vivere tranquillo. 9. La festa si farà sia con te sia senza di te. 10. Smettila di fare rumore, altrimenti il babbo si arrabbia.
La congiunzione ha la funzione di si chiama e esprimere un rapporto di parità tra gli aggettivi stanco e assonnato copulativa
18. Riconosci tutte le congiunzioni coordinanti e spiega la loro funzione.
1. Le cose vanno molto male su tutti i fronti. I giornali non ne parlano, ma la gente lo intuisce dal tono più sommesso dei titoli e degli annunci radiofonici. 2. Malgrado i gravi problemi bellici, Mussolini ha comunque tempo da perdere, infatti perde tempo a discutere con le allarmate autorità vaticane un suo progetto personale per l’abolizione delle vacanze di Capodanno, dell’Epifania e di san Giuseppe. 3. Non viene presa troppo sul serio neppure una grossa affermazione della tecnica aeronautica italiana, ossia la realizzazione del primo aereo a reazione della storia. 4. I tedeschi si erano convinti che gli insuccessi delle forze italiane non erano episodi accidentali, ma il risultato della totale impreparazione alla guerra dell’alleato latino, perciò erano giunti alla conclusione che era necessario indurre Mussolini a rinunciare al suo orgoglioso progetto di guerra parallela (ovverosia di autonoma condotta delle operazioni belliche da parte delle due potenze dell’Asse). 5. Considerata la situazione non fu dunque difficile per i tedeschi convincere gli alleati a porre fine alla guerra parallela. 6. Il governo, con una dettagliata ordinanza, stabilì che era proibito l’uso del cuoio o della pelle. 7. Il Tribunale speciale condanna a morte a metà maggio un cittadino tedesco e all’ergastolo sia uno svizzero sia un italiano. 8. Gli italiani vogliono soltanto una cosa, cioè la fine della guerra.
Frasi tratte da A. Petacco, Come eravamo negli anni di guerra
19. Spiega quale presupposto nega la frase coordinata avversativa.
Ho la febbre tuttavia vado a scuola. Si presuppone che chi ha la febbre stia a casa da scuola, invece io sono andato a scuola con la febbre.
1. Mio fratello vorrebbe fare il pilota d’aereo, ma ha una forte miopia. 2. Paolo è gracile, eppure pratica diversi sport. 3. Credevo di essere bravo in matematica, ma non ho saputo risolvere una espressione della verifica. 4. Elena è timida, tuttavia riesce sempre ad imporsi sulle compagne. 5. Ho ascoltato la canzone in testa alla classifica, ma non mi è piaciuta. 6. Il mio professore dice di amare tutti i poeti italiani, però si capisce che il suo preferito è Pascoli.
20. Completa le affermazioni con un ragionamento che le avvalori.
Tutte le popolazioni galliche sono religiosissime. Si tratta di una frase semplice affermativa perché…
Così quelli che sono gravemente ammalati e quelli che si trovano nei pericoli della guerra sacrificano vittime umane, o fanno voto di sacrificarle servendosi dei Druidi come ministri per questi sacrifici
Fra gli dei onorano più di tutti Mercurio, infatti di lui ci sono moltissime statue.
Lo considerano inventore di tutte le arti e guida del cammino e dei viandanti; inoltre a lui attribuiscono grandissimo potere per il guadagno e il commercio.
I Germani mancano della corporazione dei Druidi che presieda alle cerimonie religiose, né fanno molto uso di sacrifici.
L’agricoltura è poco praticata, pertanto i Germani vivono soprattutto di latte, formaggio e carne.
Nessuno ha un’estensione fissa di terre, con propri confini, ma magistrati e capi assegnano per la durata di un anno a una tribù o a un gruppo di famiglie, che vivono insieme, la quantità di terreno che vogliono e nel luogo che credono, e l’anno dopo li fanno passare altrove
Si tratta di una frase complessa perché…
Si tratta di una frase composta perché…
Le due frasi che compongono tale frase composta sono in rapporto di… infatti…
In questa frase complessa vi è sia un rapporto di subordinazione sia un rapporto di coordinazione, infatti…
Tale frase non può essere definita né frase semplice né frase complessa, perché…
Pur essendoci rapporti di coordinazione, tale frase non può essere definito composto, perché…
Frasi tratte da Giulio Cesare, La guerra gallica
21. Completa le frasi complesse con le congiunzioni subordinanti convenienti e rendi ragione della tua scelta.
1. Abbiamo promesso alla mamma ritorneremo venga buio. 2. Il libro che mi hai prestato mi è piaciuto contenga alcune descrizioni noiose. 3. Non so siete ingenui o furbi. 4. Ho già saputo della tua promozione ho incontrato tuo padre uscivo dall’ufficio. 5. Io ti do ragione molti ti contestano. 6. Ti assicuro esaudiremo il tuo desiderio potremo. 7. L’avvocato si interessò al nostro caso non fosse di sua competenza. 8. Quei ragazzi giocano così tanto al tramonto sono stanchissimi. 9. Dimmi hai compreso la funzione delle congiunzioni subordinanti.
22. Completa le frasi con delle congiunzioni subordinanti o coordinanti convenienti, scrivendole con colori diversi. Rendi ragione della tua scelta.
a. Gli assediati prepararono veloci le armi respinsero rapidamente i nemici.
b. Gli assediati prepararono veloci le armi i nemici venissero respinti.
c. Ti ho sempre detto la verità mi costasse fatica.
d. Mi costava fatica ti ho sempre detto la verità.
e. Accetteremmo volentieri il vostro invito abbiamo un altro impegno.
f. Accetteremmo volentieri il vostro invito non avessimo già un altro impegno.
g. Non riuscii a comunicare con te il tuo telefono era rotto.
h. Il tuo telefono era rotto non riuscii a comunicare con te.
23. Riconosci le preposizioni e spiega la loro funzione (quali elementi legano: due sintagmi o due frasi? Quale rapporto tra essi aiutano a esprimere?).
Ho aperto le finestre per cambiare l’aria. “Per” lega due frasi: ho aperto le finestre + cambiare l’aria. Introduce una subordinata che dice lo scopo di quanto espresso nella reggente.
1. Sta’ attento al ghiaccio. 2. Sta’ attento a non scivolare sul ghiaccio. 3. Gli studenti furono rimproverati per il ritardo. 4. Nel vedermi raggiante i miei genitori capirono che ero stato promosso. 5. L’imputato fu assolto per non aver commesso il fatto. 6. Piero era così triste da fare compassione. 7. Vengo da te per concludere l’affare con la massima rapidità. 8. Sul far del giorno la nebbia sulle colline si dissipò. 9. Per essere così giovane, hai dimostrato di avere molta saggezza nel prendere una decisione di tanta importanza.
24. Trasforma le frasi semplici in frasi complesse, utilizzando la preposizione sottolineata. Poi trasforma le subordinate implicite ottenute in esplicite.
Roberto fu premiato per il suo quadro. Roberto fu premiato per aver dipinto il quadro più bello. Roberto fu premiato poiché aveva dipinto il quadro più bello.
1. Prima della pesca mio padre prepara tutti i suoi attrezzi. 2. Occorre fare molta attenzione nell’imballaggio dei bicchieri. 3. Giuseppe venne arrestato per il furto nella gioielleria di suo zio. 4. Gli apostoli amarono Gesù fino alla morte. 5. Dario perse la partita per una piccola distrazione.
Che differenze noti tra le tre versioni di ogni frase? Quando è utile esprimere tutta la frase e non solo il complemento? Quando è meglio utilizzare la subordinata esplicita?
25. Spiega la funzione delle parole sottolineate.
Dimmi quando vieni (quando significa in “quale tempo?”, è un avverbio che introduce una frase subordinata interrogativa).
Vengo quando posso (quando è una congiunzione che introduce una subordinata temporale).
1. Dove sei diretto? 2. Quando verrai a casa nostra? 3. Allora, vuoi dirmi quando verrai? 4. Non si deve parlare mentre si mangia. 5. Come sei loquace oggi! 6. Come lo vide, lo salutò. 7. Lo salutò come se lo avesse visto il giorno prima. 8. Ti ho visto allo stadio, mentre avevi detto che saresti rimasto a casa. 9. Non vi elogio perché non lo meritate. 10. Spesso mi chiedo se quell’uomo pensa quando parla. 11. Dimmi perché stai lì tutto solo. 12. Nessuno seppe spiegarci come e quando era stato fatto lo scambio della merce. 13. Dove sei capitato, figlio mio.
26. Confrontando le frase accoppiate rispondi alle domande.
a. Poiché la vidi svenni // Poi che la vidi svenni.
Cosa comunicano la prima e la seconda frase? Che differenza di significato noti? Come sono strutturate?
b. Studio intensamente per sostenere l’esame a fine anno. // Avendo sostenuto l’esame di fine anno non sono andato al mare a giugno.
Che rapporto temporale c’è tra la principale e la subordinata nella prima frase? E nella seconda? Che tipo di rapporto intrattengono con la loro reggente?
c. Avendo riposato sono pieno di energie. // Riesco a recuperare le energie solo riposando.
Che rapporto intrattengono le due subordinate con la loro reggente? È possibile esplicitarle entrambe?
Scrittura
27. Il lessema che può avere diversi valori: congiunzione, pronome relativo, aggettivo o pronome interrogativo. Scrivi delle frasi complesse in cui il che introduca:
a. una soggettiva
b. una oggettiva
c. una dichiarativa
d. una relativa
e. una interrogativa indiretta (Il che aggettivo interrogativo)
f. Una interrogativa indiretta (Il che pronome interrogativo)
28. Rispondi alle seguenti domande.
a. Come puoi esplicitare il perché congiunzione causale?
b. E il perché congiunzione finale?
c. E il perché avverbio interrogativo?
Ora scrivi un esempio per ogni tipologia di perché.
a. (perché causale)
b. (perché finale)
c. (perché interrogativo)
29. Scrivi frasi formate da una principale e da una subordinata introdotta dalle seguenti congiunzioni.
POICHÉ · SEBBENE · QUALORA · QUANDO · DAL MOMENTO CHE · AFFINCHÉ · MENTRE · AMMESSO CHE · PERCHÉ · ANCHE SE · COME · CHE
30. Scrivi la principale delle seguenti subordinate.
a. perché il naufrago fosse salvato
b. mentre parlava l’oratore
c. perché fosse abbreviato il cammino
d. quantunque fosse stanco
e. mentre si pranza
f. giocando
g. finito il lavoro
h. per confrontare i diversi punti di vista
i. che domani pagherà la sua quota
31. Trasforma le frase semplici in frase composte e poi in frasi complesse.
Forse fra poco pioverà. Andremo lo stesso al mare Forse tra poco pioverà, ma andremo lo stesso al mare (frase composta). Sebbene fra poco piova, andremo lo stesso al mare (frase complessa).
1. Giovanni è un ragazzo un po’ introverso. È un mio caro amico. 2. È tardi. Dobbiamo correre subito a casa. 3. Antonella era stata promossa. Ella era felice. 4. Forse Maria non vincerà la corsa a ostacoli. Rimarrà delusa. 5. Il film era bellissimo. Ho preferito andarmene dopo il primo tempo. 6. Ho mangiato troppo in fretta. Non ho digerito. 7. Oggi Gaia è insopportabile. Di solito è simpatica. 8. Era tornata la pace. I rapporti tra i due Paesi non erano ancora amichevoli.
32. Trasforma le frasi complesse in frasi composte contenenti una coordinata avversativa.
1. Franco, benché si trovi in una situazione abbastanza critica, non si perde d’animo. 2. Anche se tutto congiura contro di te, io ti considero innocente. 3. Il commesso mi diede spiegazioni esaurienti sul prodotto, nonostante io gli avessi chiesto solo il prezzo. 4. Pur essendo primavera, gli alberi erano ancora spogli. 5. Per quanto l’ora fosse tarda, gli ospiti non si decidevano a lasciarci. 6. La nostra squadra si è comportata benissimo, sebbene sia stata sconfitta. 7. Nonostante fossero scossi e impauriti, i bambini non piansero.
33. Trasforma le frasi complesse in frasi composte contenenti una volta una coordinata conclusiva, e una volta una coordinata esplicativa.
Luca è pallido perché non ama esporsi ai raggi del sole. Luca non ama esporsi ai raggi del sole, quindi è pallido. Luca è pallido, infatti non ama esporsi ai raggi del sole.
a. Non avendo ascoltato la spiegazione, Giulio sbagliò l’esercizio.
Conclusiva
Esplicativa
b. Non essendo stato invitato personalmente da Elena alla sua festa, non vi parteciperò.
Conclusiva
Esplicativa
c. Poiché sono stato accolto con cordialità da quel negoziante, diventerò un suo affezionato cliente.
Conclusiva
Esplicativa
d. Essendo piuttosto indeciso sulla scelta della scuola superiore, seguirò i consigli dei miei professori.
Conclusiva
Esplicativa
e. Visto che non ascolti mai i miei consigli, non rivolgermi più domande.
Conclusiva
Esplicativa
34. Scrivi un brano in cui prevalga l’uso delle coordinate, che presenti la seguente situazione: entri in una libreria, ti aggiri tra gli scaffali e, dopo aver individuato il genere di libri che ti interessa, ne scegli uno.
35. Scrivi un brano in cui prevalga l’uso delle subordinate, che presenti la seguente situazione: la scuola mette a disposizione alcuni biglietti gratuiti per assistere ad una rappresentazione teatrale. Si tratta della tua opera preferita, che da sempre avresti voluto interpretare.
36. Confronta le seguenti coppie di frasi: individua le differenze formali e spiega come il messaggio si modifica o si precisa.
Pioveva e uscì di casa. Benché piovesse, uscì di casa.
Camminavo nel parco e ho incontrato Pin. Mentre camminavo nel parco, ho incontrato Pin.
Sono uscito e sono andato a teatro. Sono uscito per andare a teatro.
Finisci la minestra e puoi prendere la torta. Se finisci la minestra puoi prendere la torta.
37. Scrivi sul tuo quaderno delle frasi formate dalle frasi principali proposte e da due subordinate (una di primo e una di secondo grado). Poi analizzali.
Stava nevicando. Quando arrivai a Cervinia, dove trascorro sempre il Natale, stava nevicando.
Stava nevicando principale
quando arrivai a Cervinia subordinata di primo grado dove trascorro sempre il Natale subordinata di secondo grado
1. Avevo previsto la tua reazione. 2. La casa non era più ordinata. 3. Accetto il vostro giudizio. 4. Sperano sempre. 5. Vorrei saper guidare l’automobile. 6. La partita di calcio venne sospesa.
38. Scrivi sul tuo quaderno delle frasi che abbiano le strutture proposte.
Principale + coordinata copulativa + subordinata di primo grado Sono certo e posso dimostrare che il sole gira attorno alla terra.
a. Principale + subordinata di primo grado + subordinata di secondo grado.
b. Subordinata da primo grado + principale + subordinata di primo grado.
c. Subordinata di primo grado + coordinata alla subordinata di primo grado + principale.
d. Principale + subordinata di primo grado + coordinata alla subordinata di primo grado + subordinata di secondo grado.
e. Principale + subordinata di primo grado + subordinata di secondo grado + subordinata di terzo grado.
f. Subordinata di primo grado + coordinata alla subordinata di primo grado + principale + subordinata di primo grado + coordinata alla subordinata di primo grado.
39. Scrivi delle frasi subordinate implicite con il verbo di modo infinito rette dalle frasi proposte.
a. Mi hanno ordinato
b. Non avrebbe mai pensato
c. Ricevemmo il consiglio
d. Hai sempre aspirato
e. La storia era tanto buffa
f. A quel punto Elena decise
g. La ragazza scoppiò in lacrime
h. Sono andato al Pronto Soccorso
i. C’è sempre tempo
40. Scrivi delle frasi subordinate implicite con il verbo di modo participio rette dalle frasi proposte.
a. ho smesso di ridere.
b. Vincenzo, , cadde da cavallo.
c. Cesare tornò a Roma.
d. troverai casa mia.
e. i miei genitori hanno scoperto la verità.
f. Il panettiere, , fece bruciare la focaccia.
g. Nessun libro per ragazzi, , riesce ad avvincermi.
h. Caterina, , non si è fatta più sentire.
41. Scrivi una principale per ognuna delle subordinate implicite con il verbo di modo gerundio.
a. Osservando una goccia d’acqua al microscopio
b. spendendo pochissimo.
c. Pur avendo ritrovato il suo portafoglio
d. Stando alla finestra
e. essendo febbricitante.
f. Volendo proseguire gli studi al liceo
g. Pur essendo primavera
h. Non riuscendo a capire la lezione
i. essendo arrivato tardi.
42. Caccia all’errore: le frasi sono scorrette o ambigue. Riscrivile corrette e motiva la tua correzione.
a. Essendo stato bravo a scuola, il babbo fu molto contento.
b. Sapendo la notizia, Grazia si mise a piangere.
c. La mamma, avendo steso la biancheria al sole, si è asciugata in fretta.
d. Avendo guardato dalla finestra di casa mia rimarrai affascinato.
e. Avendo abbaiato furiosamente contro di me, Ines sgridò il cane.
f. Non svolgendo tutti i compiti, la mamma non mi fece uscire.
43. Caccia all’errore! Le frasi sono costruite male. Riscrivili corrette e spiega il motivo dell’errore.
1. L’empio Ciclope, avendo divorato sei dei miseri compagni, Ulisse escogitò un inganno per salvare sé stesso e i superstiti. 2. La schiera, procedendo con fatica, il comandante concesse ai soldati stanchi per il viaggio due giorni di riposo. 3. Gli amici, essendo sacri, non cerchiamo l’amicizia in vista dell’utilità. 4. Ulisse, avendo arroventato un palo aguzzo, con quello fu accecato l’occhio di Polifemo. 5. Paolo, essendo stato bravo a scuola, il babbo lo premiò. 6. Pierino, avendo rotto la vetrina con una sassata, il negoziante telefonò ai suoi genitori.
Giocare con le parole
44. Leggi il sonetto del poeta medioevale Cecco Angiolieri. Con l’aiuto dell’insegnante comprendine il significato e la struttura (da quale tipo di periodi è formato?).
S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo; s’i fosse vento, lo tempestarei; s’i fosse acqua, i’ l’annegherei; s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i fosse papa, allor serei giocondo, ché tutti cristiani imbrigarei; s’i fosse ‘mperator, ben lo farei; a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S’i fosse morte, andarei a mi’ padre; s’i fosse vita, non starei con lui; similemente faria da mi’ madre.
Si fosse Cecco com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: le zoppe e vecchie lasserei altrui.
Ora prova tu a comporre una poesia paragonandoti con elementi della natura e personaggi: cosa faresti se fossi…?
45. Il gioco del “Se fosse…”: uno a turno esce dalla classe. I restanti scelgono una persona o un personaggio a tutti noto. Viene richiamato il compagno uscito, il quale può interrogare i presenti con frasi del tipo: “Se fosse un albero, quale albero sarebbe?”; “Se fosse un cibo, quale cibo sarebbe?”. Vince chi indovina con meno domande il personaggio scelto dai compagni, i quali naturalmente devono essere intelligenti nelle risposte, svelando, ma non troppo, le caratteristiche del personaggio enigmatico attraverso i paragoni.
10. IL TESTO
del discorso
1. DALLA FRASE AL TESTO
1. Riconosci quali sequenze di parole non possono essere definite testi sensati e corretti. Rendi ragione della tua scelta.
1. Oggi al parco ho visto un amico che non rivedevo da molto tempo! 2. Casa mia è a Milano che è una città enorme con molte stanze. 3. Tre più tre fa tre. 4. I miei nonni: che persone squisite! 5. Colline illuminate dal sole si vedono in lontananza alberi e. 6. Ieri litigherò con Luca. 7. La prof gli ha dato un bel voto e poi l’ha interrogato. 8. Ho provato i pantaloni e mi sono strettissimi: credo proprio che li comprerò. 9. Vietato giocare in cortile prima delle ore 15.00. 10. Ho preso in mano la chitarra e si sono rotte le corde. 11. Anna e Silvia verrà con me alla mostra in centro.
2. Scrivi dei testi sensati e corretti utilizzando le frasi proposte e aggiungendone altre.
Isaac Newton sonnecchiava sotto un albero di mele. Una mela gli cascò sulla testa. Newton osservò la Luna in cielo. Newton sarebbe così giunto a formulare la famosa legge di gravitazione universale. Isaac Newton, mentre sonnecchiava sotto un albero di mele, venne svegliato all’improvviso da una mela cascatagli sulla testa. Lo scienziato, alzando gli occhi e osservando la Luna in cielo, si domandò se la forza che aveva fatto precipitare la mela sul suo capo non fosse la stessa che manteneva il satellite in orbita attorno alla Terra. Egli sarebbe così giunto a formulare la sua famosa legge di gravitazione universale.
a. Lo smog ha raggiunto livelli preoccupanti. Che bello poter girare in bici in città senza le auto!
b. L’uomo gettò il mozzicone della sigaretta con noncuranza. Un cane cominciò ad abbaiare. Un disastro evitato per un pelo.
c. Piero dice di sapersi arrampicare agilmente sugli alberi. La classe si era recata in visita al giardino botanico. Al pronto soccorso anche il medico ha riso!
d. Un ladro aggredisce due vecchiette. Lo yorkshire è un cane piccolo e solitamente mansueto. La polizia viene richiamata dalle urla del ladro.
e. 360 grammi di pasta. Due uova. Pancetta a dadini. Parmigiano. Sale e pepe.
3. Traduci la sequenza di immagini in un testo scritto, cercando di rendere a parole l’intenzione comica delle vignette.
4. Metti in ordine i periodi in modo da ricostruire il testo originario.
a. Durante una gara questa è una operazione che viene effettuata ogni 55/60 minuti a seconda del tracciato e scandita dal consumo di benzina.
b. Basti pensare che per rifornire, cambiare pilota e sostituire i pneumatici ai meccanici dei team principali occorrono all’incirca 15 secondi.
c. Per affrontare questa specialità è necessaria una grande preparazione del team e delle moto.
d. L’Endurance è una specialità motociclistica molto dura, che mette alla prova la resistenza di moto, pilota e team: una gara può durare anche 24 ore.
e. Gomme e benzina: è proprio durante i pit-stop che si gioca una delle partite più importanti di questo tipo di gara.
Articolo tratto da “Dueruote”, aprile 2007
5. Abbiamo mescolato dei periodi estratti da due testi diversi. Riconoscili e ricostruisci i due testi originari.
a. Giocare al calcio fa bene ai maiali.
b. Due stanze segrete sono state scoperte dietro la tomba di Tutankhamon, sui lati occidentale e settentrionale, con materiale organico e metallo.
c. Lo ha annunciato il ministro per le Antichità egiziano, Mamdouh Eldamaty in una conferenza stampa.
d. Questa la scoperta fatta da una società alimentare britannica, la Cranwick Mill.
e. Da quando i maiali posti sotto osservazione dai ricercatori giocano con una palla sintetica che grugnisce, sono più rilassati e ingrassano più rapidamente.
f. Si tratta del risultato della scansione ai raggi X della tomba compiuta il 26 e 27 novembre 2015, ha detto il ministro, aggiungendo che le ricerche proseguiranno per scoprire la natura dei materiali ritrovati.
Articoli tratti da www.ansa.it; T. Resca, P. Stefanato, Il ritorno del maiale
6. Scrivi un testo unitario utilizzando e sistemando il discorso orale riportato.
Forse non ci crederai… io non potevo crederci… una cosa così… quando siamo usciti io non ci ho badato… ha detto che ci aveva pensato lui al posto… bravo lui! Ma mi chiedo io con quale criterio… a scegliere i posti ci vuole anche un po’ di testa… no? Insomma arriviamo lì… e io già un po’ mi ero insospettito… cioè, voglio dire… il cameriere ci ha fatto accomodare e faceva il simpaticone… e Roberto gli dava pure corda! e poi ci porta il menù… senza neanche un prezzo… e lì ho iniziato a temere… poi inizia a dire che aveva un po’ di pesce in cucina e che se volevamo faceva lui… un bel fritto misto per tutti… e Roberto gli dice che va bene… che faccia lui… e noi lì tutti ad annuire e Roberto… faceva l’amicone e si vantava… poi, ascolta ora arriva il bello… arrivano le portate: fritto misto? Sì un po’ di calamaretti, qualche seppiolina e qualche gamberetto, ma in alcuni vassoi… ci crederai… c’era dell’astice! E noi dubbiosi a non dire niente… mangiamo! Cosa dovevamo fare? Poi arrivano anche delle aragoste… e noi? Ancora a mangiare… e a bere… arrivavano delle bottiglie… ma non di vino… di champagne! noi certo che ci guardavamo dubbiosi, ma quello lì, l’oste dico… faceva l’amicone… insomma sai che amicone quando è arrivato il conto! Allora anche Roberto non rideva più! E noi che volevamo mangiare una pizza…
7. Registra un tuo compagno mentre espone un argomento di studio, ad esempio una lezione di storia; quindi trascrivi il contenuto della registrazione e trasformalo in un testo coerente e coeso.
2.
IL SENSO
1. Inserisci le espressioni in un breve dialogo, nel cui contesto acquistino senso.
Hai un occhio.
Ti sei accorto della nuova pettinatura di Lucia?
Veramente no, non noto nulla di nuovo…
Non hai visto che la riga dei capelli non è più sulla destra ma sulla sinistra?
Certo che hai un occhio… a me era proprio sfuggito!
a. Ha due gambe.
b. Mangia con gli occhi.
c. Ha una testa.
d. Dorme in piedi.
e. Beve le mie parole.
f. Ha due braccia.
2. Dai un titolo a ognuno dei testi proposti.
a. In città ormai è impossibile circolare in macchina: per fare due chilometri nell’ora di punta ci possono volere anche venti minuti. Inoltre il livello di smog è sempre più preoccupante: sono sempre di più i ciclisti che circolano con la mascherina!
Titolo:
b. Io lo sapevo! Me lo sentivo! Proprio il mio numero doveva estrarre? E poi, hai sentito che domande mi ha fatto? D’altra parte non avevo studiato proprio tanto… Ma per la settimana prossima sarò prontissimo: allora vedrai che successo…
Titolo:
c. Il sole illuminava la campagna. Nel mio zaino avevo messo anche i panini per Luca perché lui nel suo aveva un pallone da calcio. Pedalavamo tutti contenti respirando l’aria fresca della primavera. Quando arrivammo vicino al fiume, scegliemmo un prato verde e soffice e vi stendemmo una coperta. Lì ognuno rovesciò il proprio zaino: in effetti avevamo ogni ben di Dio da mangiare. Ma era ancora presto per mangiare: fatte due porte con gli zaini cominciammo a giocare.
Titolo:
3. Scrivi un breve testo in risposta alle domande.
a. Qual è la situazione più buffa a cui hai assistito?
b. Quali attività preferiresti fare in una giornata di sole?
c. Qual è la materia scolastica nella quale trovi maggior soddisfazione?
d. Che spazio e che importanza dai nella tua giornata ai videogiochi?
4. Riconosci la domanda implicita all’origine dei testi.
a. Roma-Inter finisce 1-1. Al gol di Perisic per i nerazzurri al 53’ risponde una rete di Nainggolan all’84’ che pareggia i conti per i giallorossi nel secondo anticipo della 30esima giornata di Serie A. Roma sempre terza a +5 in classifica dall’Inter.
b. Il sito archeologico di Ererouyk e il villaggio di Anipemza in Armenia, la fortezza di Patarei Sea a Tallinn in Estonia, l’Aeroporto Helsinki-Malmi in Finlandia, il ponte girevole Colbert a Dieppe in Francia, il quartiere Kampos a Chios in Grecia, il Convento di Sant’Antonio da Padova in Estremadura in Spagna e l’antica città di Hasankeyf con i suoi dintorni in Turchia: sono i 7 siti più in pericolo in Europa nel 2016 indicati, a Venezia, da Europa Nostra, organizzazione europea per il patrimonio culturale, e dall’Istituto della Bei. In aggiunta, Europa Nostra e l’Istituto della Bei ha deciso di mettere in evidenza un tesoro del patrimonio culturale in pericolo che riveste grandissima importanza per l’Europa e per il mondo: la Laguna di Venezia. Il sito era stato candidato da Italia Nostra. Placido Domingo, presidente di Europa Nostra, in un video, ha lanciato un appello per il sito lagunare considerato a rischio.
c. “Vi prego, nei vostri articoli non rivelate i particolari della trama, ci sono tante sorprese e vogliamo che il pubblico se le goda tutte”. Una richiesta gentile quella di Zach Snyder, che ha presentato il suo ultimo film, quel “Batman vs Superman, Dawn of Justice”, in uscita il 23 marzo in Italia, che di fatto apre un nuovo capitolo, nel già ricco panorama delle serie dei supereroi e per cui sono preventivati incassi record. Batman vs Superman è la risposta della Dc Comics agli Avengers, e infatti per la prima volta al cinema si vedranno insieme Batman, Superman e anche Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot. Tra i protagonisti, oltre a Ben Affleck, Henry Caville, che ritorna nei panni di Superman, Amy Adams, Diane Lane, Laurence Fishburn, Jeremy Irons e Jesse Eisemberg, che interpreta magistralmente e in chiave contemporanea il cattivo di sempre, nonché arcinemico di Superman, Lex Luthor. Chi vincerà? Sicuramente la Warner Bros, che ha prodotto il film e dato il via a una nuova serie.
3. I REQUISITI DI TESTUALITÀ
COERENZA
1. Riconosci e spiega qual è l’elemento di contraddizione presente in ogni frase.
Non saprò mai che è stato Angelo a nascondermi il quaderno. Chi parla dice di non sapere chi ha commesso l’azione e subito dopo rivela di saperlo.
1. Ieri notte mi sono svegliato alle 2.00 e ho aperto la finestra per far entrare un po’ di luce. 2. Il mio vicino di casa ha tre biciclette. La quarta la usa solo per fare la spesa. 3. All’inizio dell’anno avevo dieci penne. Ne ho già consumate otto e adesso sto usando l’ultima. 4. Credevo di non riuscire a finire i compiti invece me ne mancano ancora molti. 5. Persino Francesco è riuscito a sollevare quel pacco: deve essere proprio pesante. 6. Nonostante faccia così freddo, indosserò un altro maglione. 7. Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?
2. Le frasi così accoppiate danno luogo a una contraddizione: aggiungi una frase in modo da eliminarla.
Quel politico non è molto amato. Nell’ultimo comizio l’hanno applaudito tutti. Ha dichiarato infatti di volersi dimettere.
a. Hai presente il mio amico con gli occhi azzurri? Ieri aveva un occhio nero!
b. Mia madre non è molto brava come cuoca. A mezzogiorno il pranzo è sempre gustoso.
c. Lorenzo domenica ha pescato molte trote. Non ha portato a casa neanche un pesce.
d. La mia squadra ha fatto due goal in più dell’altra. Ha vinto la partita la squadra avversaria.
e. La scuola è chiusa per restauri. Facciamo lezione tutti i giorni.
f. Pietro non sa stare a galla. Al mare va sempre a largo.
3. Inserisci i periodi in un breve testo, nel quale acquistino senso.
Si alzò dalla sedia perché era molto stanco. Nonno Giorgio fece visita ai suoi nipoti e passò con loro tutta la serata, come spesso accadeva, raccontando gli episodi più avventurosi della sua giovinezza: quante cose aveva vissuto e come lo ascoltavano i suoi nipoti assorti intorno a lui! Il tempo sembrava non passare. A un certo punto però Giorgio si alzò dalla sedia perché era molto stanco: era ora di tornare a casa. Salutò tutti e si avviò a passo lento verso casa sua.
a. Mi sei mancato molto e voglio che tu te ne vada!
b. Marco pareva un chiodo.
c. L’altro giorno ho incontrato Nicola ma non so dirti chi fosse!
d. Prendi il melone e buttalo nella spazzatura.
e. Il professore entrò in classe, guardò gli studenti per qualche secondo e poi uscì.
f. Pietro sarà sospeso a meno che Luca non si presenti dalla preside.
4. Un testo può risultare incoerente a causa di un uso disomogeneo dei tempi verbali. Correggi le incoerenze sistemando i tempi verbali del racconto.
I due sognatori
C’era una volta un uomo che faceva bellissimi sogni tutte le notti. Poi si alzava e… ma facciamo un esempio. Una mattina il signor Proietti si sveglierà e chiama la moglie: - Presto, vestiti, andammo in campagna.
- E dove?
- Perbacco, ma sul Lago Maggiore, nel nostro nuovo villino.
- Villino?
- Insomma, sei stata proprio tonta: quel villino con un bel portico davanti e un pergolato d’uva in giardino.
- Te lo sei sognato per caso?
- Appunto, me lo sarò sognato. e ora volli andarci a passare una quindicina di giorni.
La signora Proietti ebbe un bel protestare: avrà dovuto rassegnarsi a fare le valigie per andare in campagna. Prima di sera faranno il giro di tutto il Lago Maggiore, compresa la sponda svizzera, ma del villino sognato nessuna traccia.
- Vedevi,- disse la signora Proietti,- era soltanto un sogno.
- Non capisco,- borbottò il signor Proietti,- possibile che ruberanno un villino intero, compreso il portico e il pergolato?
Una volta il signor Proietti sogna di parlare correntemente il bulgaro. Corse in libreria, comprerà due pacchi di libri scritti in bulgaro e giunto a casa aveva cominciato a sfogliarli ansiosamente.
- Strano,- dovette ammettere poco dopo,- non ci capirò più una parola. Da quando mi sono svegliato erano passate soltanto due ore: possibile che in due ore si possa dimenticare totalmente una lingua straniera?
Il signor Proietti continuava così per anni a scambiare i suoi sogni con la realtà, finché una mattina - dopo aver sognato di volare con l’ombrello - si sarà gettato da una finestra del primo piano appeso al parapioggia di sua moglie e si ruppe una gamba.
Guarì in poche settimane. Guarisce dalla frattura della gamba e dalla sua fede nei sogni, contemporaneamente. Sognava ancora, ma appena sveglio cercherà di dimenticare quello che aveva sognato. Sognava anche a occhi aperti, ma appena se ne accorge si scuoteva tutto, come fanno i cani quando escono dall’acqua e vorranno asciugarsi il pelo.
Dimagriva, diventa triste, non aveva parlato più con nessuno.
Suo figlio, che al principio della storia è un bambino, e non ne avevamo parlato per non complicare inutilmente le cose, sarà cresciuto, si fece un bel giovanottone, allegro, studioso, sportivo, una perla di ragazzo. Ma, per il padre, egli era troppo sognatore.
-Ah,- avrà detto il ragazzo,- come sogno un bel viaggio! Vorrei fare il giro di tutta l’Europa, dal Portogallo agli Urali.
- Svegliati,- lo ammonirà il padre.- non fare come me.
Il giovanotto, invece di svegliarsi, ebbe fatto la valigia e partì con l’autostop, e quando sarà tornato aveva girato davvero tutta l’Europa.
- Ah,- diceva poi - come sogno di andare sulla Luna!
- Svegliati,- gli diceva il padre,- non avere confuso i sogni con la realtà. Certe confusioni sono pericolose. Il giovanotto, invece di svegliarsi, ebbe continuato a fare confusioni, e ne farà tante che alla fine diventò astronauta, andrà sulla luna e anche più lontano.
Il signor Proietti, però, parlando di lui, diceva sempre: - Un gran bravo figliolo, ma sarà troppo sognatore. Se ne accorgerà, se ne accorgerà.
da un racconto di Gianni Rodari
NOVITÀ E PERTINENZA
5. Cancella le informazioni ovvie o non pertinenti.
Ho telefonato a Elena per farle gli auguri di buon compleanno; oggi infatti compie gli anni
1. “Come mai sei in ritardo”? “Mi dispiace signora professoressa, ma la sveglia che mi ha regalato a Natale mio zio Tonino non è suonata!” 2. Roma, che è la capitale dell’Italia, è una meta ambita dai turisti di tutto il mondo. 3. Durante le vacanze ho fotografato con la macchina fotografica i luoghi più suggestivi e le persone più affascinanti. 4. Ieri ho assistito a una scena buffa al supermercato, che di solito apre alle 9.00 e chiude alle 20.30: un ragazzo ha urtato con il carrello una vecchietta e questa, voltatasi, l’ha picchiato con l’ombrello, che si era portata dietro perché pioveva. 5. Durante le gare sportive della scuola tre miei compagni sono stati penalizzati per le irregolarità commesse, infatti hanno infranto le regole. 6. La settimana scorsa, mentre andavo al cinema Odeon, dove si proiettano i film, ho incontrato un mio compagno della scuola primaria, che si frequenta dai sei agli undici anni.
6. Cancella le informazioni non pertinenti.
a. LONDRA, 13 MAG - In Gran Bretagna negli ultimi tre anni le scuole medie statali dove si può imparare il latino sono più che raddoppiate: da 200 a 459. La Gran Bretagna è un’isola situata nell’Oceano Atlantico a nord-ovest dell’Europa continentale. Il rilancio della lingua di Cicerone, tradizionalmente insegnata nelle più esclusive scuole private del Paese, è segnalato da uno studio del centro di ricerca Cambridge School Classics Project.
b. DIANO MARINA (IM), 30 APR - Un ex calciatore di 45 anni ha festeggiato lo scudetto dell’Inter tingendo il suo cane di nerazzurro. L’uomo ha rischiato di essere denunciato per maltrattamento di animali dopo che alcuni volontari di un’associazione di animalisti, alla vista del cane ‘posteggiato’ in un box di un centro commerciale, in cui è possibile acquistare prodotti con sconti incredibili nel mese di maggio, hanno allertato la polizia municipale.
Testi tratti e rielaborati da www.ansa.it
c. CORSIA DI SORPASSO PER I PEDONI VELOCI. LONDRA - Siccome la loro via, Oxford Street, è sempre molto affollata per gli acquisti, e sui marciapiedi si creano veri e propri ingorghi, i commercianti della prestigiosa via londinese hanno presentato un insolito progetto alle autorità comunali: i marciapiedi a due corsie, una per pedoni lenti, l’altra a scorrimento veloce. Per presentare il progetto è stata usata della pregiatissima carta di Fabriano. Chi non rispetterà le regole sarà multato. Chi circolerà nella corsia veloce, non potrà scendere sotto le 3 miglia orarie, e dei vigili, coadiuvati da autovelox controlleranno il traffico. Lungo la celebre via circolano infatti ogni anno oltre 200 milioni di pedoni. Il comune ha dichiarato di tenere in seria considerazione il progetto.
d. BIMBO MAGNETICO, FA SCATTARE GLI ALLARMI NEI NEGOZI. LONDRA - Harry F., un bambino inglese di due anni per un motivo assolutamente misterioso fa scattare gli allarmi ogni volta che entra in qualche negozio o supermercato. Tutte le volte il personale addetto alla sorveglianza interviene, ma non trova niente addosso al bimbo. Il personale dei negozi è tenuto a intervenire ogni volta che avviene qualcosa di sospetto, e questo è per prevenire la sicurezza dei clienti. Il piccolo ha subito vari controlli da esperti di sistemi di sicurezza, che non hanno però riscontrato niente di strano, se non una forte personalità “magnetica”.
e. SEQUESTRATI DA UN CANGURO – Un’intera famiglia a Jabiru, nel Territorio del Nord australiano, è rimasta sotto sequestro per tre ore nella propria abitazione, “vittima” di un grosso canguro alto 170 centimetri e non molto ben intenzionato. L’animale era penetrato nell’abitazione durante la notte, sfondando un vetro, forse alla ricerca di cibo. I canguri si cibano prevalentemente di erba. Ferito dai vetri infranti l’animale infuriato ha cominciato a correre come impazzito tra le stanze, spargendo il suo sangue ovunque. Gli agenti e il veterinario accorsi hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie, per immobilizzare l’animale. Nella villetta c’erano anche cinque bambini. A me i bambini sono simpatici!
Testi tratti e rielaborati da www.italysoft.com
7. Ripetere le stesse parole in un testo può renderlo ridondante e noioso, cioè privo di novità. Sottolinea le ripetizioni e poi correggi i testi per eliminarle.
Ho raggiunto la cima della montagna. Dalla montagna si vedeva tutta la vallata.
Dalla cima della montagna che ho raggiunto si vedeva tutta la vallata.
1. Il mio sport preferito è la pallacanestro. Tutti i giorni gioco con i miei amici a pallacanestro. 2. Non ho mai visto un giardino così ben curato come il giardino della villa accanto a casa mia. 3. Mio padre dice spesso che lavorare è faticoso, eppure va sempre a lavorare con il sorriso sulle labbra. 4. A Carnevale mi trovo sempre indeciso circa il vestito da indossare, perché non trovo mai un vestito che mi soddisfi. 5. Se dovessi scegliere un libro da leggere in estate, sceglierei un libro d’avventura, perché in estate leggo solo libri d’evasione. 6. Cerco sempre di prendere i voti belli come quelli che prende mio fratello. Mio fratello infatti mi prende in giro ogni volta che prendo un voto più basso del suo.
8. Completa sul tuo quaderno le frasi in modo che risultino interessanti per il destinatario, cioè cariche di novità.
Marta ha due occhi. Marta ha due occhi così verdi e scintillanti che illuminano tutto ciò che guarda.
1. Io vivo in una casa. 2. Il mio compagno di banco ha la faccia. 3. Il gatto di Barbara miagola. 4. La finestra della mia stanza si apre. 5. La mia insegnante, quando parla, usa le parole. 6. Quel portiere para i tiri in porta. 7. La mia canzone preferita è cantata da un cantante e suonata da dei musicisti. 8 Il motorino che vorrei ha due ruote, la sella, la carrozzeria, e il manubrio! 9. Ho comprato un telefonino con lo schermo e la tastiera! 10. L’ultimo libro d’avventura che ho letto raccontava una storia.
COESIONE
9. Scrivi dei periodi coesi unendo le frasi con una congiunzione opportuna.
Non ti porto rancore. Mi hai offeso. Non ti porto rancore anche se mi hai offeso.
1. Mio nonno non ci vede molto bene. Non vuole portare gli occhiali. 2. Oggi non sono andato a scuola. Mia madre dovrà farmi la giustificazione. 3. Lucia è proprio intelligente. Riesce a risolvere i problemi di matematica prima di tutti gli altri. 4. Ha piovuto tutto il giorno. Ora fa caldo. 5. “Non hai riordinato la tua camera. Sabato non uscirai con gli amici”. 6. Stava riposando. Suonò il campanello.
10. Costruisci un testo coeso utilizzando i periodi elencati ed esplicitando i connettivi con opportuni connettori.
Un cane goloso
Un certo cane aveva afferrato un bel pezzo di carne.
Voleva andare a goderselo al di là del fiume.
Scese sulla riva.
Stava per tuffarsi.
Scorse nello specchio dell’acqua un altro cane.
Serrava tra le mascelle un pezzo di carne.
Gli sembrò più grosso del suo.
Gli si buttò addosso a fauci spalancate per portargli via quel ghiotto boccone. Piombò nell’acqua.
Nell’acqua sconvolta sparirono le immagini della carne e del cane.
Era sparita anche la carne vera, trascinata dalla corrente.
La favola ha diverse morali.
L’avidità è sempre punita.
Dio castiga coloro che vogliono impadronirsi delle cose altrui non contenti delle proprie. Non bisogna abbandonare un bene sicuro per una illusione di bene.
Tratto da una favola di Esopo
11. Scrivi un resoconto delle azioni che compi ogni mattina da quando ti svegli a quando entri in classe utilizzando opportunamente i connettori di tempo (alcuni sono suggeriti nel riquadro).
PRIMA · ALLORA · IN UN PRIMO TEMPO · ALL’INIZIO · IL GIORNO DOPO · DUE MESI PRIMA · MENTRE · INTANTO · CONTEMPORANEAMENTE · NEL FRATTEMPO · POI · PIÙ TARDI · IN SEGUITO · DOPODICHÉ · ALCUNI GIORNI DOPO · L’ANNO DOPO · DA ULTIMO · ALLA FINE · INFINE
12. Riconosci nel testo i connettori di tempo.
Strana terra, la Russia. Per mezze giornate il treno procedeva su un terreno ondulante, fra campi di girasole che si estendevano fin dove l’occhio riusciva a distinguere qualcosa. Linee sterminate; non si vedeva una casa, un albero, un uomo. S’intravedeva poi all’improvviso in una conca un agglomerato di casupole che scompariva tosto, seguito dalla vastità di altra terra rinsecchita. Per ore, per giorni. Isolato e sperduto, ogni tanto l’occhio trovava qualche punto d’appoggio in solitarie ruote a pala, simili a quelle dei mulini a vento. Immobili anch’esse, protendevano le scarne braccia verso la terra e il ciclo come a chiedere pietà per quel loro abbandono.
Adusati ad altre misure e ad altri limiti, gli artiglieri guardavano attoniti, non riuscendo a stabilire un punto di contatto con quella terra. Il treno si fermava a volte in aperta campagna, presso una piccola tettoia in legno sostenuta da quattro pali, dalla quale pendeva un cartello con una parola indecifrabile. Sotto la tettoia che fungeva da stazione non c’era nessuno, o al più una persona. Mezz’ora, un’ora, cinque ore di sosta e poi il treno ripartiva ingolfandosi sempre più nella piatta voragine.
Finalmente una sera, essendo venuta incontro un’ampia verdissima distesa d’alberi, il treno si fermò in mezzo al bosco sbuffando a fianco d’una tettoia costruita con tronchi. Di lato al binario, a una breve radura soffocata in mezzo al verde confluivano sentieri tortuosi, subito perduti fra gli alberi diritti e altissimi. Dal fogliame filtrava l’intensa luminosità del vespro. A terra, sabbia finissima e fresca; alte fra i tronchi, lame di vivida luce doravano l’aria e le cortecce.
Tratto da G. Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio
13. Scrivi una descrizione del paesaggio ritratto nella foto utilizzando opportunamente i connettori di luogo (alcuni sono suggeriti nel riquadro).
SULLO SFONDO · IN PRIMO PIANO · A DESTRA · A SINISTRA · AL CENTRO · IN UN ANGOLO · IN ALTO · IN BASSO · POCO LONTANO · ALL’ORIZZONTE…
14. Riconosci nel testo i connettori di luogo.
Ora il campo sorgeva sui declivi di colline che limitavano una vallata tutta arbusti e pietre. Sui monti circostanti scintillava la neve; l’acqua del fiume, a fondo valle, scorreva rapida e gelida.
Le tende si aggrappavano qui e là alla terra e alla roccia, senza ordine, addossate agli arbusti per l’occultamento, ché gli aerei nemici scendevano volentieri a mitragliare la zona.
Fra quei sassi aveva sostato la divisione alpina Julia per un breve periodo di riposo; da qualche giorno era ritornata in linea. Il suo nome era pronunciato dai fanti con un senso di reverenza, perché attorno ad essa aleggiava ormai una fama leggendaria. Quegli alpini, combattenti indomabili e semplici, avevano lasciato dovunque tracce della loro povera vita: vecchie corrose suole da scarpe bruciate dal gelo, brandelli di maglie finalmente gettate, bende insanguinate, pezze da piedi fuori uso; e si erano certo impegnati in quella fatica di Sisifo che nelle giornate di sole trova sempre dei volontari fra i soldati in guerra: lo spidocchiamento. Dalla terra, nelle gelide notti, i pidocchi alpini salivano ora a rintanarsi nelle tepide maglie dei fanti, vagabondavano fra le pieghe e le cuciture delle camicie, dei colletti, delle mutande.
Tutto il reggimento era concentrato nella zona e poco distante erano accampati gli altri due reggimenti della divisione.
Tratto da G. Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio
15. Scrivi dei periodi coesi unendo opportunamente le frasi con un connettore di causa-effetto (alcuni sono suggeriti nel riquadro).
PERCHÉ · POICHÉ · GIACCHÉ · DATO CHE · A CAUSA DI · IN SEGUITO A · IN CONSEGUENZA DI · PER EFFETTO DI · PER TUTTE QUESTE RAGIONI · PERCIÒ · RAGIONE PER CUI · È PER QUESTO CHE · DA CIÒ DERIVA CHE · NON A CASO…
Argomento: la seconda rivoluzione industriale
a. A partire dagli ultimi decenni dell’XIX secolo, l’Europa conobbe un periodo di sviluppo pressoché ininterrotto. La rivoluzione industriale si dispiegò in tutta la sua potenza.
b. L’energia del vapore venne utilizzata per potenziare i trasporti. Ci fu un vero e proprio boom nello sviluppo delle reti ferroviarie.
c. La nave a vapore era un mezzo di trasporto molto più regolare e veloce del vecchio veliero. Circa settant’anni dopo l’inaugurazione del primo mezzo di questo tipo, le navi a vapore in circolazione avevano ormai di gran lunga superato nel numero le navi a vela.
d. A metà del secolo in California e in Australia vennero scoperti enormi giacimenti d’oro. Aumentarono notevolmente i traffici tra Europa e Pacifico.
e. Le ferrovie americane non bastavano più a sostenere l’enorme flusso di merci circolante tra le coste del Pacifico e quelle atlantiche. Attorno al 1870 gli Stati Uniti iniziarono la progettazione del Canale di Panama.
f. Le conquiste della rivoluzione industriale e i progressi delle tecniche agricole posero le basi per un futuro miglioramento delle condizioni di vita dell’intera società. Nella prima metà dell’Ottocento la popolazione europea aumentò notevolmente, passando dai 200 milioni ai 265 milioni di abitanti.
Tratto e adattato da A. Grittini, L. Franceschini, Narrare la storia
16. Riconosci nel testo i connettori di causa ed effetto.
La luna
La Luna è il solo satellite naturale della Terra ed è l’unico corpo celeste extraterrestre su cui l’uomo abbia messo piede (il primo allunaggio è avvenuto il 20 luglio 1969, l’ultimo nel dicembre del 1972).
La Luna è un corpo solido di forma pressoché sferica e presenta due moti principali: quello di rivoluzione intorno alla Terra (secondo le leggi di Keplero) e un moto di rotazione intorno al proprio asse. Il suo raggio è circa 1/4 di quello terrestre e la sua massa 1/81 della massa della Terra. La distanza media tra Terra e Luna è circa 384000 km. Nonostante la sua massa modesta, la Luna è uno dei più grandi satelliti del Sistema Solare (superato in massa solo da alcuni dei numerosissimi satelliti dei pianeti gioviani). Il dato più significativo però è che il rapporto tra la massa della Luna e la massa della Terra è il più alto tra i rapporti satellite-pianeta all’interno del Sistema Solare. Quindi la Luna esercita un’attrazione gravitazionale non trascurabile su tutti i punti della superficie terrestre (pari a metà dell’attrazione gravitazionale esercitata dal Sole!) e gli effetti di tale interazione sono molteplici. I due più significativi sono:
- la stabilità della rotazione terrestre. Per questa ragione non si verificano oscillazioni drastiche dell’inclinazione dell’asse terrestre; - le forze di marea che provocano una distorsione dei due corpi, i quali si “stirano” nella direzione che li congiunge. Le forze di marea sono anche responsabili (insieme alla forza centrifuga del sistema) del fenomeno delle maree oceaniche, cioè delle fluttuazioni del livello medio delle acque dei mari e degli oceani. Per questo motivo la Luna,
pur avendo una forma quasi sferica, presenta un evidente rigonfiamento rivolto verso la Terra e ha una rotazione sincrona con la rivoluzione (cioè il periodo di rivoluzione e di rotazione è lo stesso).
La Luna non ha atmosfera e sulla sua superficie non è stata trovata acqua liquida, anche se nel 2009 una sonda ha confermato la presenza di ghiaccio in alcuni crateri vicino al polo sud lunare.
Sulla Luna non c’è attività endogena. Di conseguenza su di essa non vi sono vulcani attivi, l’attività sismica è molto ridotta e non sono mai state trovate tracce di vita.
A causa della sincronizzazione dei periodi di rivoluzione e rotazione dalla Terra, possiamo vedere solo una faccia della Luna, più precisamente il 59% della sua superficie, mentre l’altra parte rimane sempre nascosta e non fu visibile ad occhio umano fino al 1959, quando fu fotografata per la prima volta dalla sonda sovietica Luna 3, e al 1968 quando fu osservata direttamente dall’equipaggio dell’Apollo 8.
17. Distingui, riportandoli nella tabella, i connettori di tempo e di ordine sottolineati nelle sequenze testuali. In quali altri modi potresti esprimere il connettivo che essi esplicitano?
Argomento: la Prima Guerra Mondiale.
a. L’evoluzione tecnologica aveva posto a disposizione delle potenze belligeranti strumenti perfezionati. Anzitutto armi leggere e pesanti assai efficaci: mitragliatrici, potenti cannoni, mortai, lanciafiamme, bombe a mano. Gli eserciti potevano ora contare sui veicoli a motore, usati per trasportare truppe, ma che, in versione corazzata, potevano anche essere adoperati in battaglia. Aveva fatto poi la sua comparsa l’aviazione, sfruttata per ricognizioni, bombardamenti, assalti…
b. Non era solo l’organizzazione degli eserciti a essere arretrata: anche le strategie militari lo erano e si faticò non poco a mutare mentalità. Il conflitto si tramutò presto in una logorante guerra di posizione. Gli eserciti presidiavano le linee, riparati nelle trincee. Periodicamente, però, i generali li lanciavano in offensive condotte col metodo dell’assalto frontale. I soldati venivano scaraventati fuori dalle buche e costretti ad avanzare sotto il fuoco nemico, di cui erano facile bersaglio. Una strategia, questa, che causò perdite gravissime e garantì pochissimi vantaggi.
c. Nel 1916 lo stallo e l’orrore della guerra emersero con particolare evidenza nella battaglia di Verdun tra Francesi e Tedeschi nella quale, senza apprezzabili risultati, persero la vita oltre 600.000 uomini. Anche la spedizione punitiva dell’Austria contro l’Italia e l’offensiva della Russia contro l’Austria non produssero alcun progresso significativo. Nel frattempo, mentre altre potenze entravano in guerra, il teatro delle operazioni si estese ai Balcani, alla Palestina, alla Mesopotamia e alla penisola dello Jutland, dove i Tedeschi si scontrarono sul mare con i Britannici.
d. ll 1917 fu un anno di profondi mutamenti. Due eventi, in particolare, incisero significativamente sulle sorti del conflitto. Il primo fu, nell’aprile del 1917, l’intervento degli Stati Uniti in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa. Il secondo fu la crisi del fronte russo in seguito alla Rivoluzione di febbraio - che abbatté lo zarismo - e alla Rivoluzione d’ottobre - che portò al potere i bolscevichi. Sequenze tratte da www.treccani.it/enciclopedia
Connettivo Connettori Connettori sinonimi
Ttempo
Ordine 18. Riconosci nel testo i connettori di argomentazione e di valutazione.
Uno dei più grandi oratori dell’antica Roma, Cicerone, illustra i vantaggi dell’arte del discorso. In verità, non c’è niente per me di più bello del potere con la parola dominare gli animi degli uomini, guadagnarsi le loro volontà, spingerli verso dove uno voglia, e da dove voglia distoglierli. Presso tutti i popoli liberi, e soprattutto negli stati tranquilli e ordinati, quest’arte è stata sempre tenuta nel massimo onore e ha sempre dominato. Infatti che cosa c’è di più meraviglioso del veder sorgere dall’infinita moltitudine degli uomini uno che da solo o con pochi possa fare quello che la natura ha concesso a tutti? O di più piacevole a conoscere e a sentire di un discorso abbellito e adorno di saggi pensieri ed elevate espressioni?
Che cosa è così imponente e sublime quanto il fatto che le passioni del popolo, i sentimenti dei giudici, l’austerità del Senato siano modificati dal discorso di un solo uomo?
Che cosa inoltre è così splendido, così nobile, così liberale quanto il portare aiuto ai supplici, sollevare gli afflitti, dare salvezza agli uomini, liberarli dai pericoli, salvarli dall’esilio?
Che cosa è così necessario quanto l’avere sempre pronta un’arma, con cui tu possa difendere te stesso e attaccare gli altri senza tuo danno e vendicarti se provocato?
Orbene, per non parlare sempre di foro, tribunali, rostro e Senato, che cosa ci può essere, per chi è libero da impegni, di più piacevole o di più degno di una persona colta di un discorso arguto e bene informato su qualsiasi argomento?
Noi ci distinguiamo dalle fiere, soprattutto per questo, perché sappiamo conversare ed esprimere con la parola i nostri pensieri. Perciò chi non ammirerebbe, e a ragione, quest’arte, e non riterrebbe suo dovere studiarla con tutte le sue forze, onde superare gli stessi uomini in ciò in cui gli uomini si distinguono nettamente dalle bestie?
E ora passiamo al punto più importante della questione: quale altra forza poté raccogliere in un unico luogo gli uomini dispersi, o portarli da una vita rozza e selvatica, o, dopo che furono fondati gli Stati, stabilire le leggi, i tribunali, il diritto?
Non voglio passare in rassegna tutti gli altri vantaggi, che sono quasi infiniti. Per questo condenserò in poche parole il mio pensiero: io affermo che dalla saggia direzione di un perfetto oratore dipendono non solo il buon nome dell’oratore stesso, ma anche la salvezza di moltissimi cittadini e dell’intera nazione. Perciò continuate, o giovani, la strada intrapresa e attendete con impegno ai vostri studi, affinché possiate essere di onore a voi stessi, di utilità agli amici e di giovamento allo Stato.
Tratto da Cicerone, De oratore
Connettivo Connettori
argomentazione
valutazione
19. Scegli un paragrafo del tuo libro di storia e uno del tuo libro di scienze e sottolinea tutti i connettori che riesci a trovare. Ricopiali e classificali in una tabella.
20. Scrivi il riassunto di un paragrafo o di un capitolo di storia studiato utilizzando alcuni dei connettori di tempo e di ordine che trovi nel riquadro. Tempo
PRIMA · ALLORA · IN UN PRIMO TEMPO · ALL’INIZIO · IL GIORNO DOPO; DUE MESI PRIMA · MENTRE · INTANTO · CONTEMPORANEAMENTE · NEL FRATTEMPO · POI · PIÙ TARDI · IN SEGUITO · DOPODICHÉ · ALCUNI GIORNI DOPO · L’ANNO DOPO · DA ULTIMO · ALLA FINE · INFINE
Ordine
PRIMA DI TUTTO · INNANZI TUTTO · IN PRIMO LUOGO · INOLTRE · POI · IN SECONDO LUOGO · SI AGGIUNGA · INFINE · DA ULTIMO · PER FINIRE · DA… A · FRA L’ALTRO · PRIMO · SECONDO · DA UNA PARTE… DALL’ALTRA · DA UN LATO… DALL’ALTRO · PER UN VERSO… PER UN ALTRO · NON TANTO… QUANTO · NON SOLO… MA ANCHE · D’ALTRONDE · D’ALTRO CANTO · AL CONTRARIO · INVECE · PIUTTOSTO · PERALTRO
4. INTENZIONE COMUNICATIVA
1. Riconosci l’intenzione comunicativa dei messaggi.
a. A Milano domani cieli in prevalenza sereni o poco nuvolosi per l’intera giornata, con stratificazioni in transito serale, non sono previste piogge. Durante la giornata di domani la temperatura massima registrata sarà di 17°C, la minima di 7°C, lo zero termico si attesterà a 2600 m. I venti saranno al mattino deboli e proverranno da Ovest, al pomeriggio assenti o deboli e proverranno da Sudovest. Nessuna allerta meteo presente.
Intenzione comunicativa:
Tratto da www.3bmeteo.com
Intenzione comunicativa:
b. Sms di Michele a Andrea: “Ciao. Sono in Liguria. Previsioni ok per week-end: sole, cielo terso, mare tranquillo, temperatura di 30 gradi! Tu che fai?”.
Intenzione comunicativa:
Intenzione comunicativa: e.
Intenzione comunicativa:
f. Un mio amico, di cara memoria, raccontava una scena curiosa, alla quale era stato presente in casa di un giudice di pace in Milano, vale a dire molti anni fa. Lo aveva trovato tra due litiganti, uno dei quali perorava caldamente la sua causa; e quando costui ebbe finito, il giudice gli disse: - Avete ragione. - Ma, signor giudice, - disse subito l’altro - lei deve sentire anche me, prima di decidere. - È troppo giusto, - rispose il giudice - dite pur su, che vi ascolto attentamente.
Allora quello si mise con tanto più impegno a far valere la sua causa, e ci riuscì così bene, che il giudice gli disse: - Avete ragione anche voi.
C’era lì accanto un suo bambino di sette o ott’anni, il quale, giocando pian piano con non so qual balocco, non aveva lasciato di stare anche attento al contraddittorio: e a quel punto, alzando un visino stupefatto, non senza un certo che d’autorevole, esclamò: - Ma babbo! non può essere che abbiano ragione tutt’e due.
- Hai ragione anche tu, - gli disse il giudice.
Come poi sia finita, o l’amico non lo raccontava, o m’è uscito di mente; ma è da credere che il giudice avrà conciliato tutte quelle sue risposte, facendo vedere tanto a Tizio quanto a Sempronio, che se aveva ragione per una parte, aveva torto per un’altra. Tratto da A. Manzoni, Del romanzo
Intenzione comunicativa:
g. Un tempo molto lontano la Verità - così almeno dicono - viveva sola e da tutti ignorata in fondo ad un pozzo, dove gli Dei l’avevano cacciata perché gli uomini vivessero più serenamente. Ma questi, curiosi come i ragazzini quando è stato loro detto che c’è qualcosa che non si deve sapere né vedere, tanto dissero e fecero che indussero la Verità a trasgredire l’ordine degli Dei e ad uscire alla luce del sole. Non l’avesse mai fatto!
Alle moine di prima seguì un glaciale silenzio, e poi un voltar di spalle sempre più frequente e frettoloso, finché la Verità si ritrovò più sola dì prima. Era infatti una donna qualunque, senza nulla di speciale, e per giunta così poco ben vestita, con una espressione del viso sempre così seria (ora severa e malinconica, ora triste, ora fredda e autorevole), che dava uno strano senso di disagio a chiunque la guardasse. Quando poi parlava, solo pochissimi, e non sempre gli stessi, stavano ad ascoltarla: ai più sembrava importuna, a volte scostante, a volte addirittura insolente.
La Verità, ingenua com’era e ancora inesperta delle cose del mondo, non riusciva a capacitarsi di questo strano comportamento degli uomini, che poco prima avevano fatto tanto per averla con sé, e provò a bussare a qualche portone, qua e là, ma nessuno le aprì. Dall’interno dei palazzi e delle ville udì anzi voci di minaccia e, dalle abitazioni più comuni, anche insolenze e beffe.
Se ne andò allora, sola soletta e piena di sconforto, per una strada di campagna, e ad un tratto ecco venirle incontro una bella signora, tutta trine e merletti, piume svolazzanti e gioielli (quasi tutti falsi, ma rilucenti come quelli veri), con in volto una espressione di così viva cordialità che la Verità si fermò a guardarla. Era la Favola. «Buon giorno, amica - le disse questa per prima -. Dove vai così sola? Ma cosa t’è successo? Perché sei così avvilita?». «Nessuno mi vuole con sé, - rispose ancor più triste la Verità - dopo che tutti hanno fatto tanto per convincermi ad uscire dal pozzo dove abitavo e a vivere con loro sotto la luce del sole! Ed ora, quassù, tremo dal freddo!». «Capisco! - rispose sorridendo la Favola -. Così poco vestita come sei, e con panni così umili, non puoi essere accolta bene come me, che trovo dappertutto porte aperte e accoglienze addirittura festose. Ma vieni con me, nasconditi sotto il mio mantello: viaggeremo per il mondo insieme. Vedrai che ci guadagneremo entrambe: i saggi, che sino ad ora mi tolleravano appena e mi accusavano di essere vuota e frivola, mi accoglieranno benevolmente quando capiranno che con me ci sei anche tu; gli sciocchi e i ricchi e i potenti, che tanto si divertono alle mie facezie, finiranno a poco a poco con l’apprezzare anche te, o, quanto meno, ti sopporteranno».
Da allora la Verità e la Favola andarono sempre insieme, ed anche oggi, se vedete una signora tutta trine e merletti, piume e belletti, riccioli e chincaglierie varie, state pur certi che quello che si vede è la Favola, quello che non si vede è la Verità. Tratto da J.P. Claris de Florian, La verità e la favola
Intenzione comunicativa:
2. Scrivi un testo per ciascuna delle intenzioni comunicative elencate.
a. Esporre all’insegnante l’ultimo argomento di storia da te studiato.
b. Convincere il tuo compagno ad aiutarti a svolgere i compiti di matematica.
c. Spiegare ai tuoi compagni il significato della parola amicizia.
d. Descrivere a un amico il tuo passatempo preferito.
3. Scrivi un testo per ciascun titolo dato.
a. Lo sport: che passione!
b. Oggi sono proprio contento!
c. Non so ancora cosa farò da grande, ma voglio fare qualcosa di grande!
5. ATTEGGIAMENTI TESTUALI
1. Riconosci nel testo le sequenze in cui l’autore narra e quelle in cui descrive, evidenziandole con colori diversi.
I filibustieri della tortue
Una voce robusta, che aveva una specie di vibrazione metallica, s’alzò dal mare ed echeggiò fra le tenebre, lanciando queste parole minacciose:
- Uomini del canotto! Alt! o vi mando a picco!…
La piccola imbarcazione, montata da due soli uomini, che avanzava faticosamente sui flutti color inchiostro, fuggendo l’alta sponda che si delineava confusamente sulla linea dell’orizzonte, come se da quella parte temesse un grave pericolo, s’era bruscamente arrestata.
I due marinai, ritirati rapidamente i remi, si erano alzati d’un sol colpo, guardando con inquietudine dinanzi a loro, e fissando gli sguardi su di una grande ombra, che pareva fosse improvvisamente emersa dai flutti.
Erano entrambi sulla quarantina, ma dai lineamenti energici e angolosi, resi più arditi dalle barbe folte, irte, e che forse mai avevano conosciuto l’uso del pettine e della spazzola.
Due ampi cappelli di feltro, in più parti bucherellati e con le tese sbrindellate, coprivano le loro teste; camicie di flanella lacerate e scolorite, e prive di maniche, riparavano malamente i loro robusti petti, stretti alla cintura da fasce rosse, del pari ridotte in stato miserando, ma sostenenti un paio di grosse e pesanti pistole che si usavano verso la fine del sedicesimo secolo. Anche i loro corti calzoni erano laceri, e le gambe ed i piedi, privi di scarpe, erano imbrattati di fango nerastro.
Quei due uomini che si sarebbero potuti scambiare per due evasi da qualche penitenziario del Golfo del Messico, se in quel tempo fossero esistiti quelli fondati più tardi alle Guiane, vedendo quella grande ombra che spiccava nettamente sul fondo azzurro cupo dell’orizzonte, fra lo scintillio delle stelle, si scambiarono uno sguardo inquieto. Tratto da E. Salgari, Il corsaro nero
2. Riconosci nel testo le sequenze in cui l’autore narra, o descrive o espone un commento, evidenziandole con colori diversi.
Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si fece svegliare ch’era notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente. Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si guardò nello specchio, ma senza trovare la letizia che aveva sperato. Nella casa c’era un grande silenzio, si udivano solo piccoli rumori da una stanza vicina; sua mamma stava alzandosi per salutarlo. Era quello il giorno atteso da anni, il principio della sua vera vita. Pensava alle giornate squallide all’Accademia militare, si ricordò delle amare sere di studio quando sentiva fuori nelle vie passare la gente libera e presumibilmente felice; delle sveglie invernali nei cameroni gelati, dove ristagnava l’incubo delle punizioni. Ricordò la pena di contare i giorni ad uno ad uno, che sembrava non finissero mai. Adesso era finalmente ufficiale, non aveva più da consumarsi sui libri né da tremare alla voce del sergente, eppure tutto questo era passato. Tutti quei giorni, che gli erano sembrati odiosi, si erano oramai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai.
Tratto da D. Buzzati, Il deserto dei Tartari
3. Trasforma le descrizioni referenziali in descrizioni espressive, facendo emergere il tuo punto di vista sull’oggetto descritto.
a. La scrivania LISABO è in legno, un materiale naturale che crea immediatamente un’atmosfera calda e accogliente. È molto pratica grazie al cassetto che può contenere un PC portatile. Tratto dal sito www.ikea.com
La mia scrivania…
b. Un telefono cellulare, comunemente chiamato cellulare o telefonino, nel campo delle telecomunicazioni è un apparecchio radio mobile terminale ricetrasmittente per la comunicazione in radiotelefonia sull’interfaccia radio di accesso di una rete cellulare.
I telefonini possono avere diverse forme/scocche, tra cui:
Classico, monoblocco o monolitico, sono telefonini composti da un unico blocco, che non hanno parti mobili.
A sportellino, si tratta di un telefono classico con aggiunta uno sportellino che generalmente copre e protegge la tastiera o più recentemente copre la tastiera estesa con una di tipo compatto. Conchiglia o Flip sono telefoni divisi in due parti, una che contiene la tastiera, l’altra lo schermo, unite da una cerniera, che permette di chiuderle una sull’altra.
A scorrimento o Slide, sono dispositivi che si aprono e chiudono facendo scorrere su sé stesse due parti dello stesso tramite una guida: generalmente con l’apertura si mettono a disposizione la tastiera o dei tasti aggiuntivi che facilitano la scrittura.
A rotazione, sono dispositivi che si aprono e chiudono facendo ruotare su sé stesse due parti dello stesso tramite un perno. Tratto dal sito it.wikipedia.org
Il mio cellulare…
4. Scrivi un testo espositivo, per spiegare ai tuoi compagni quello che hai capito dell’ultimo argomento di scienze affrontato.
5. Riconosci nel testo l’intento argomentativo dell’autore, Menenio Agrippa, individuando la sua tesi e l’argomento che porta a sostegno.
A Roma, nel 494 a.C, esplose la conflittualità tra patrizi e plebei, i quali decisero di ritirarsi sull’Aventino rifiutandosi di combattere nella guerra che stava opponendo Roma alle altre popolazioni del Lazio. Secondo la tradizione, un senatore, Menenio Agrippa, ricondusse all’ordine i rivoltosi con il seguente discorso, riportato dallo storico Tito Livio secoli dopo gli eventi.
Una volta le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco non faceva nessuna azione per ottenere il cibo e giudicandolo ozioso, ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo masticassero. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui risultò evidente che il compito dello stomaco non è di poco conto, perché, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi esse tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute.
6. Scrivi un testo argomentativo per convincere i tuoi genitori a portarti a fare un viaggio in un luogo a te particolarmente caro. Struttura il tuo testo in tre fasi: a) esposizione della tesi, b) tre argomenti a sostegno, c) la conclusione.
7. Spesso per fornire delle regole al destinatario ci si serve di immagini: trasforma in un testo regolativo le istruzioni fornite dall’immagine per apparecchiare bene la tavola.
E ora fai l’operazione inversa: trasforma in una sequenza di immagini il testo regolativo che fornisce le istruzioni per costruire un aquilone.
Esistono diversi tipi di aquilone, ma il più semplice da realizzare è quello più comune, ossia quello a diamante. Per costruirlo serve solo un po’ di precisione e pazienza.
Cosa ti serve
- 1 foglio di carta da lucido
- 1 metro
- 1 riga
- attrezzi per tagliare: forbici, tronchesine, taglierino
- colla vinilica
- colori
- ago da cucito
- 1 bacchetta di legno spessa 0,5 cm e lunga 1 metro
- spago e filo da pesca o di seta
- 7/10 metri di filo di lino (o altro filo sottile e robusto, tipo nylon da pescatore)
Come lo fai
1. Costruisci il telaio. Ritaglia dalla bacchetta di legno due pezzi da 60 e da 40 cm. Incrocia le due bacchette a 20 cm di distanza dall’estremità superiore dalla stecca da 60 cm.
2. Fissa la croce con colla e spago. Alle quattro estremità delle bacchette di legno, fai una piccola incisione. Dentro l’incisione, fai passare lo spago da cucina in modo che sia ben teso e che il nodo di chiusura venga fatto in corrispondenza dell’incisione sull’estremità del segmento lungo 40 cm.
3. Costruisci il rombo. Prendi un foglio molto grande di carta da lucido o carta sottile da disegno. Mettilo sopra il telaio e in corrispondenza di ciascuna della quattro estremità del telaio segna con la matita un punto a 1 cm di distanza. Unisci i punti tra di loro con una riga e ritaglia il rombo ottenuto.
4. Decora e colora. Decora il foglio di carta lucida con disegni e colori.
5. Monta l’aquilone. Rimetti il foglio sul telaio e risvoltalo in modo che nella piega sia inglobato il filo. Passa la colla vinilica sul risvolto, in prossimità del filo. Procedi con la colla per l’intero perimetro del rombo. Attendi che la colla sia perfettamente asciutta. Ritaglia dei quadrati di carta da lucido e rinforza le punte.
6. Taglia quattro segmenti uguali di filo da pesca o seta della lunghezza di circa 30 cm. Con un ago per cucire, cuci sul telaio di legno i quattro fili, ognuno vicino alle quattro punte. Spennella le punte con un po’ di colla di
vinilica: attaccherai così per bene il filo sul legno e le rafforzerai ulteriormente. Lega tra di loro i quattro fili con dei piccoli nodi.
7. La coda. Taglia 4 strisce di carta lunghe 40 cm e incollale all’estremità inferiore del rombo. Non è solo una questione di decorazione: servono anche a stabilizzarne il volo.
8. Procurati un filo di lino o di nylon lungo una decina di metri circa e legalo stretto al nodo di congiunzione dei quattro fili attaccati al telaio. Sarà il filo con cui terrai l’aquilone per farlo volare.
Tratto da www.focusjunior.it
8. Rifletti sul testo regolativo “Statuto degli studenti e delle studentesse”, nel quale si dichiarano i diritti e doveri degli studenti e delle studentesse. Quali conseguenze ha ciascun diritto e ciascun dovere di quelli elencati sulla tua partecipazione alla vita scolastica?
Art. 2 (Diritti)
1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell’apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un’adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.
2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla riservatezza.
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
5. (…)
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti.
7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.
(…) Art. 3 (Doveri)
1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio.
2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d’istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.
3. Nell’esercizio dei loro diritti e nell’adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi di cui all’art. 1.
4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.
6. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l’ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.
6. IL TESTO SCRITTO
LA PUNTEGGIATURA
1. Leggi ad alta voce le coppie di frasi facendo attenzione alla punteggiatura. Come cambia l’intenzione comunicativa nelle frasi di ciascuna coppia?
1. L’amico di mio padre è una bella testa. / L’amico di mio padre è una bella testa! 2. Questi esercizi di grammatica sono belli. / Questi esercizi di grammatica sono belli?! 3. Luca mangia lentamente. / Luca, mangia lentamente! 4. Mario crede di saper tutto! / Mario crede di saper tutto, ma non è così. 5. Oggi hai studiato? / Oggi hai studiato!
2. Scegli il segno di punteggiatura adatto fra quelli proposti e rendi ragione della tua scelta.
a. Erano arrivati a casa tardi, forse verso mezzanotte ( . ; : ) sapevano di essere aspettati.
b. Devi dirmi tutto ( , : ; ) dove sei stato, con chi hai parlato, che cosa hai visto.
c. È difficile capire questo libro ( ; . , ) anche se conosco abbastanza bene l’argomento di cui tratta.
d. Ho preparato la lezione di storia e quella di musica ( : , ; ) ora mi resta da tradurre le frasi dall’inglese.
e. La libertà è un bene prezioso ( , : ; ) se un popolo la perde difficilmente la riacquista.
f. Non sempre gli amici sono disponibili ( : , ; ) dipende da ciò che si chiede loro.
3. Inserisci opportunamente la virgola nei periodi.
1. Gli studenti hanno terminato la prova hanno risposto a tutte le domande e sono andati a casa. 2 . Abbiamo telefonato a Stefano ma non ha risposto nessuno. 3. Bene è ora di andare! 4. Quando mi sento triste ascolto la musica. 5. Se domani farà bello andiamo a fare una passeggiata in campagna? 6. A parte questi punti pare che sul resto siamo tutti d’accordo. 7. Prima di chiudere la porta controlla se hai spento la luce. 8. Era una stanza grande luminosa e ben arredata. 9. Un tecnico esperto per dir così non dovrebbe commettere simili errori. 10. Sì vengo con te. 11. Oggi c’è un’aria umida afosa proprio insopportabile. 12. Mentre lavavo i piatti mi sono ricordata che devo ancora stendere il bucato.
4. Abbina a ogni frase una delle funzioni della virgola elencate nel riquadro.
ISOLA UN INCISO · DELIMITA UNA SUBORDINATA · EVIDENZIA IL COMPLEMENTO DI VOCAZIONE · DELIMITA UN SINTAGMA · DELIMITA UNA COORDINATA · SEPARA GLI ELEMENTI DI UN ELENCO
a. Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare.
b. Fate a mio modo, Renzo.
c. Mentre il dottore leggeva, Renzo gli andava dietro lentamente con l’occhio.
d. Lucia era nel mezzo delle compagne, con gli occhi bassi.
e. Se volete passarvela liscia, danari e sincerità, fidarvi di chi vi vuol bene, ubbidire, far tutto quello che vi sarà suggerito.
f. La prese, la spiegò, guardò alla data.
g. Ha l’occhio per tutto, dico, e le mani lunghe.
h. In verità, da povero figliuolo, - rispose Renzo - io non ho mai portato ciuffo in vita mia.
a. Fra Galdino proruppe in elogi, in augùri, in promesse, in ringraziamenti.
b. Sentite, figliuoli; date retta a me.
c. Prese le quattro povere bestie, e le diede a Renzo.
d. Lucia interruppe quella questione, annunziando che sperava d’aver trovato un aiuto migliore.
e. Ma! le annate vanno scarse, fra Galdino.
f. Al nome riverito del padre Cristoforo, lo sdegno d’Agnese si raddolcì.
g. Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano.
Frasi tratte da A. Manzoni, I promessi sposi
5. Spiega quel che ogni messaggio comunica a seconda della collocazione della virgola.
Mentre Mario tornava a casa, lo cercavano = “a casa” è il luogo in cui Mario tornava.
Mentre Mario tornava, a casa lo cercavano = “a casa” è il luogo in cui lo cercavano.
a. Il vino mi piace molto, poco non ne bevo mai. Il vino mi piace molto poco, non ne bevo mai.
b. La mamma, entrata nella cucina, silenziosa aprì il cassetto. La mamma, entrata nella cucina silenziosa, aprì il cassetto.
c. L’ombrello che ho acquistato due giorni fa proprio mentre diluviava, si è rotto. L’ombrello che ho acquistato due giorni fa, proprio mentre diluviava si è rotto.
d. Mentre lavoravo, in cantina è andata via la luce. Mentre lavoravo in cantina, è andata via la luce.
e. Ho deciso di liberare l’armadio della nonna dai vestiti che sono ormai vecchi e inutilizzati. Ho deciso di liberare l’armadio della nonna dai vestiti, che sono ormai vecchi e inutilizzati.
6. Sostituisci ai due punti (:) un connettore che espliciti il connettivo tra le frasi.
Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, né il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, né a questo luogo né altrove. Connettore: ma; connettivo: avversativo.
Il nostro Abbondio non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro. Aveva quindi, assai di buon grado, ubbidito ai parenti, che lo vollero prete. Per dir la verità, non aveva gran fatto pensato agli obblighi e ai nobili fini del ministero al quale si dedicava: procacciarsi di che vivere con qualche agio, e mettersi in una classe riverita e forte, gli eran sembrate due ragioni più che sufficienti per una tale scelta. Ma una classe qualunque non protegge un individuo, non lo assicura, che fino a un certo segno: nessuna lo dispensa dal farsi un suo sistema particolare. Don Abbondio, assorbito continuamente ne’ pensieri della propria quiete, non si curava di que’ vantaggi, per ottenere i quali facesse bisogno d’adoperarsi molto, o d’arrischiarsi un poco. Il suo sistema consisteva principalmente nello scansar tutti i contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare.
Connettori:
Connettivi:
Ci penserò io, - rispose, brontolando, don Abbondio - sicuro; io ci penserò, io ci ho da pensare - E s’alzò, continuando: - non voglio prender niente; niente: ho altra voglia: lo so anch’io che tocca a pensarci a me. Ma! la doveva accader per l’appunto a me.
Connettori:
Connettivi:
- Renzo, - disse Lucia, con un’aria di speranza e di risoluzione più tranquilla - voi avete un mestiere, e io so lavorare: andiamo tanto lontano, che colui non senta più parlar di noi.
Connettore:
Connettivo:
7. Nel brano sono stati omessi i segni di punteggiatura. Riscrivilo sul quaderno inserendo i segni opportuni e ripristinando le maiuscole.
La lepre e la tartaruga si misero d’accordo per andare insieme nel bosco la tartaruga si alzò per prima e svegliò la lepre “su comare il bosco è lontano è ora che ci avviamo” “va pure avanti rispose la lepre voglio fare ancora un pisolino tanto una polentona come te la raggiungo quando voglio” “vedremo vedremo” disse la tartaruga e pian piano si mise in cammino era già arrivata al margine del bosco ma la lepre ancora non si vedeva ma ecco passare un fringuello che gridò “tartaruga hai sentito cos’è successo alla lepre dormiva nella sua tana una volpe l’ha scovata e se l’è mangiata ormai è inutile che l’aspetti “povero leprotto” disse allora la tartaruga “essere svelto di zampe non serve a nulla a chi è duro di sonno”.
LA DISTRIBUZIONE GRAFICA DEL TESTO
8. Segnala i punti in cui occorre andare a capo. Rendi ragione oralmente delle tue scelte aiutandoti con le motivazioni elencate nel riquadro.
CAMBIO DI SCENA · CAMBIO DI PROTAGONISTA · SPOSTAMENTO NELLO SPAZIO · CAMBIO DI ATTEGGIAMENTO TESTUALE
La chiocciola e il rosaio
Intorno al giardino c’era tutta una siepe di nocciuoli; al di là della siepe, i campi e i prati, con le mucche e le pecore; nel mezzo del giardino, un bel rosaio in fiore; e ai piedi del rosaio, una chiocciola, la quale dentro non aveva poco, poiché era piena di sé. «Aspettate che venga la mia volta!» — diceva: «Farò ben di meglio, io, che dar rose, nocciole o latte, come il rosaio, come i noccioli, come le mucche e le pecore.» «E da te, infatti, ci aspettavamo moltissimo!» — diceva il rosaio: «Ma, se la domanda è lecita, quando ci farai tu vedere qualche cosa?» «Io mi prendo tempo,» — replicava la chiocciola: «Avete sempre furia, voialtri! E così non eccitate la curiosità con l’attesa.» L’anno dopo, la chiocciola stava circa allo stesso posto, al sole, sotto il rosaio; e il rosaio metteva da capo i boccioli, i quali fiorivano in rose sempre fresche, sempre nuove. La chiocciola strisciò a mezzo fuor del guscio, stese le corna e poi le ritirò. «Tutto come l’anno passato. Nessun progresso. Il rosaio s’è fermato alle rose e di meglio non sa fare.» Passò l’estate e venne l’autunno; il rosaio continuò a dar rose, sin che cadde la neve ed il tempo si fece umido e freddo; e allora il rosaio si chinò al suolo: la chiocciola si ficcò sotterra. Poi cominciò un anno nuovo, e le rose tornarono a sbocciare e tornò fuori anche la chiocciola. «Ora, tu sei un vecchio rosaio,» — disse la chiocciola — «Devi sbrigarti e finirla, poi che hai dato al mondo tutto quello che avevi in te: se sia servito a qualche cosa, è questione ch’io non ho avuto tempo di meditare; ma questo intanto è chiaro e limpido: che tu non hai fatto niente di niente per migliorare te stesso: se no, avresti dato qualche cos’altro. Che puoi rispondere a questo? Tra poco sarai ridotto un pezzo di legno secco. Capisci quel che ti dico?» «Mi fai paura!» — rispose il rosaio. «Non ci avevo pensato mai.» «No, davvero; tu non ti sei affaticato di certo a pensare. Ti sei nemmeno domandato perché fiorisci e come avviene la tua fioritura? Perché le cose vanno così e non in altro modo?» «No,» — disse il rosaio. «Io ho fiorito nella gioia perché non potevo altrimenti. Il sole era così caldo, l’aria così fresca… Bevevo le pure gocciole di rugiada e la forte pioggia violenta: respiravo, vivevo! Fuori della terra, sorgeva in me una forza; dall’alto, scendeva in me una forza; ed io ne risentivo una gioia sempre nuova, e sempre così grande, che dovevo fiorire e fiorire. Era la mia vita quella; né potevo fare altrimenti! «Hai menato una vita molto comoda!» — osservò la chiocciola. «Oh, sì. Tutto mi fu donato,» — disse il rosaio: «Ma a te fu donato di più. Tu sei una di quelle nature pensose, profonde, riccamente dotate, le quali vogliono far meravigliare il mondo». «Oh, questo non mi passa nemmeno per la mente!» — esclamò la chiocciola. «Il mondo, per me, è nulla. Che ci ho da fare io col mondo? Ho abbastanza di me stessa e di quello che ho dentro.» «Ma non dobbiamo tutti, su questa terra, dare agli altri il meglio che abbiamo, donare quello ch’è in nostro potere? Certo, io non ho dato altro che rose. Ma tu, con tutte le tue belle qualità, che cos’hai tu dato al mondo? che intendi di dargli?» «Che gli ho dato? che intendo di dargli? Ci sputo sopra io, al mondo. Non merita nulla: non è affar mio. Continua a dar rose tu, se vuoi: tu non puoi fare di meglio. E diano i noccioli il loro frutto, e le mucche e le pecore il latte; essi hanno il loro pubblico; ma io ho il mio, dentro di me. Io rientro in me, e vi rimango: il mondo per me è meno di nulla.» E così dicendo, la chiocciola, rientrò nella sua casetta e si chiuse l’uscio dietro. «È triste!» — disse il rosaio: «Io non potrei rintanarmi così dentro di me, nemmeno se volessi: bisogna che continui a dar rose. E i petali cadono, e il vento li porta via… Ma vidi una volta una rosa nel libro di preghiere di una mamma; ed una delle mie rose stette sul seno d’una bella giovinetta, ed un’altra… un bambinetto la baciò, persino, nella pienezza della sua gioia. Ciò mi fece tanto bene a vedere: mi fu una vera benedizione; ed ora è tutto il mio ricordo, la mia vita!» Il rosaio continuò a fiorire, nella sua innocenza, mentre la chiocciola passava il tempo oziando, rintanata in casa: il mondo non era affar suo. E gli anni passavano. La chiocciola era divenuta polvere nella polvere, ed il rosaio terra nella terra; la rosa della ricordanza, nel libro di preghiere, era sbiadita; nel giardino fiorivano nuovi rosai, e sotto i rosai vivevano nuove chiocciole, strisciando ancora nelle loro case, e sputando sul mondo, che non era affar loro. E se ricominciassimo la storia e la rileggessimo tutta per bene da capo? Tanto, non muta mai.
Tratto da H.C. Andersen, 40 Novelle
9. Sistema graficamente il testo espositivo, raggruppando opportunamente in paragrafi i periodi. Esponi i criteri che hai seguito per paragrafare.
Gregor Mendel e gli esperimenti di ibridazione
Biologo (Hynčice, Moravia, 1822 - Brno 1884).
Studiò teologia, filosofia, matematica e fisica presso l’istituto di filosofia di Olomouc e nel 1843 entrò come novizio presso il monastero agostiniano di San Tommaso a Brno, abbandonando il nome di Johann e assumendo quello di Gregor.
Ordinato sacerdote nel 1847, si dedicò alla teologia ma seguì anche le lezioni di agricoltura di F. Diebl (1770-1859), dal quale apprese i problemi legati all’ibridazione e all’impollinazione artificiale.
Insegnò matematica e fisica e, respinto all’esame di abilitazione all’insegnamento, tra il 1851 e il 1853 frequentò l’università di Vienna; qui studiò fisica, matematica, scienze naturali, seguendo con particolare interesse le lezioni del fisico Christian Doppler (1803-1853) e del botanico Franz Unger (1800-1870), sostenitore della teoria della mutazione delle specie e dell’antichità della storia della Terra.
Membro della Società zoologica e botanica di Vienna e di Brno, pubblicò le sue prime brevi note nelle Verhandlungen della Società.
Ritornato presso il monastero di Brno nel 1854, per nulla convinto dalle esperienze relative all’ibridazione delle piante fino ad allora portate a termine, dal 1856 in poi si dedicò ai suoi famosi esperimenti sui piselli.
Uilizzò diverse varietà di Pisum sativum, allo scopo di stabilire la costanza del tipo, valutare criticamente i risultati del processo di ibridazione e selezionare le specie più adatte.
Il problema di base era di stabilire se i discendenti di ibridi fertili mantenessero i caratteri degli ibridi stessi, così da costituire una nuova specie, o se i loro caratteri, con il passare del tempo, tornassero a essere quelli dell’una o dell’altra specie.
Osservato che da due varietà di piante derivano sempre ibridi, scopo di Mendel fu di stabilire il numero delle diverse forme che compaiono nella discendenza degli ibridi, la loro modalità di distribuzione nelle diverse generazioni, il loro rapporto numerico.
A tale fine concentrò la sua attenzione su sette caratteri antagonisti, in maniera particolare sul colore (giallo dominante e verde recessivo) e sulla forma (liscio dominante e rugoso recessivo).
Incrociò piselli gialli lisci con piselli verdi rugosi ottenendo, alla prima generazione (F1), tutti piselli con caratteri dominanti (giallo e liscio), ibridi apparentemente identici tra loro, che in realtà mostravano l’elemento dominante e nascondevano quello recessivo.
Alla seconda generazione (F2) fecero la loro comparsa quattro combinazioni diverse dei caratteri: piselli verdi e rugosi, piselli verdi lisci, piselli gialli rugosi e piselli gialli lisci. Mendel, piantando questi piselli di seconda generazione, stabilì le proporzioni tra i piselli puri e i piselli ibridi, arrivando al risultato che da piselli verdi rugosi si avevano solo piselli verdi rugosi, da piselli verdi lisci si avevano 1/3 di piselli verdi lisci e 2/3 di piselli verdi lisci e piselli verdi rugosi, da piselli gialli rugosi si avevano 1/3 di piselli gialli rugosi e 2/3 di piselli gialli rugosi e verdi rugosi, da piselli gialli lisci quattro gruppi distinti, uno di piselli gialli lisci, un altro di piselli gialli lisci e gialli rugosi, un terzo di piselli gialli lisci e verdi lisci, un quarto di piselli gialli lisci, gialli rugosi, verdi lisci e verdi rugosi.
Mendel comunicò i risultati dei suoi esperimenti al Naturforschenderverein di Brno nel 1865, senza suscitare però l’interesse del mondo scientifico.
Nominato abate nel 1868, abbandonò gli esperimenti sui piselli e si dedicò alla meteorologia e all’apicoltura. L’importanza degli studi di Mendel venne riscoperta solo nel 1900 contemporaneamente e indipendentemente da tre botanici, l’olandese Hugo de Vries (1848-1935), il tedesco Carl Erich Correns (1864-1933) e l’austriaco Erich Tschermak von Seysenegg (1871-1962).
Nel 1903 le ricerche di Mendel sull’ibridazione furono ripubblicate con il titolo Versuche über Pflanzenhybriden. Anche se un’analisi dettagliata delle sue memorie ha dimostrato che i dati statistici erano piuttosto approssimati, con le sue ricerche Mendel riuscì a dimostrare che l’ereditarietà non è una mescolanza di caratteri, bensì che i caratteri ereditari sono trasmessi da unità distinte, e formulò le leggi relative alla trasmissione dei caratteri ereditari, oggi note come leggi di Mendel.
La scoperta delle modalità con cui si ereditano i caratteri effettuata da Mendel è stata determinante per la comprensione dei processi che sono alla base della variabilità genetica e quindi dell’evoluzione.
10. Scrivi un testo argomentativo finalizzato a convincere i tuoi compagni a guardare un film che ritieni particolarmente avvincente e significativo. Il testo dovrà essere formato da 5 paragrafi, corrispondenti all’enunciazione della tua tesi, a tre argomenti a sostegno della tesi e alla conclusione.
QUESTIONI DI LESSICO
SCRIVERE GESTI ED ESPRESSIONI
1. Trasforma in testi descrittivi i fotogrammi tratti dal film Il signore degli anelli, cercando di rendere con le parole i gesti e le espressioni dei personaggi.
11. PRONTUARI
1. FONEMI E GRAFEMI
1. Di ognuna delle seguenti parole conta il numero dei fonemi e il numero dei grafemi.
Luna: 4 grafemi e 4 fonemi; ASCIA: 5 grafemi e 3 fonemi.
CANE · SOGNO · VOGLIA · VOLO · FASCIA · GLICINE · MESCHINO · FRUSCIO · BISBIGLIO · PECE · PESCE · SCIOCCO
2. Forma tutte le parole possibili cambiando il primo fonema.
Mela tela, vela, cela, gela, bela, pela.
ira ratto cane · arto · fare
3. Forma tutte le parole possibili cambiando il secondo fonema.
Afa Ada, aia, ala, ama, ara, ava, ascia.
POZZO · RIDERE · AVARO · USCIO · AGO · OGNI
4. Componi delle parole utilizzando i fonemi delle sequenze proposte.
R – S – L –A – I – O rosolia, saio, riso, Sila, raso, rossa, lasso…
E – R – S
R – D – O – V – E
C – P – L – A – O – E
R –I - B – N - D - M – O
5. Scrivi una frase con ciascuna delle seguenti parole, usate una volta con l’accento acuto ( -é, -ó chiuse); una volta con l’accento grave (-è,-ò aperte).
Vénti, vènti: 1. Ho invitato venti amici alla mia festa. 2. I venti provenienti dall’Africa sono piuttosto caldi.
FOSSE · ROSA · SCOPO · VOLTO · COLTO · ACCETTA · TORTA · LEGGE · SORTA
6. Nelle parole seguenti sottolinea con colori diversi il suono palatale e il suono gutturale di C e G.
CAPOSQUADRA · GETTONE · GALLERIA · GIOCO · GHIOTTO · CIOTTOLO · GIRONE · CRUDELTÀ · CIURMA · GUSCIO · GELSOMINO · CAVOLO · CELLA · AURIGA · GOCCIA · CESOIA
7. Nella poesia che segue classifica i suoni rappresentati dalle consonanti in base al luogo dell’articolazione (labiali, dentali, gutturali, palatali, alveolari).
Già la pioggia è con noi, scuote l’aria silenziosa. Le rondini sfiorano le acque spente presso i laghetti lombardi, volano come gabbiani sui piccoli pesci; il fieno odora oltre i recinti degli orti. Ancora un anno è bruciato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d’improvviso un giorno.
8. Nella poesia che segue classifica i suoni rappresentati dalle consonanti in base al modo dell’articolazione (continue, occlusive, semiocclusive).
Il mattino fa ogni giorno il giro del mondo a destare le nazioni, gli uccelli, i pesci, i mari, i maestri e gli scolari. Da oriente ad occidente i bidelli spalancano i portoni, i gessetti cominciano a cantare sulle lavagne nere in tutte le lingue. Si fa un po’ per uno a studiare, e quando a Pechino i ragazzi vanno a giocare entrano in classe quelli di Berlino; e quando vanno a letto ad Alma Atà il problema si svolge a Bogotà. Così a turno si dorme e si lavora perché non vada perduto nemmeno un minuto.
9. Trascrivi in ordine alfabetico le seguenti parole e con l’aiuto del dizionario spiega il significato di ognuna.
MAGMA · LARICE · YOGURT · IMPROBO · MONSONE · ZOOLOGIA · DERMATOLOGO · KAISER · APRICO · MELODRAMMA · ALTERCO · CALANCO · DIGA · REFUSO · PENDOLARE · TRIVIO · URGENZA · VOCIFERARE · JAZZ
2. ORTOGRAFIA
I CASI ORTOGRAFICI COSIDDETTI “CRITICI”
1. Completa le frasi scegliendo fra i lessemi presenti nel riquadro.
O · OH · HO · A · HA · AH · AI · HAI– AHI · HANNO– ANNO
Oralmente, rendi ragione delle tue scelte.
1. che guaio! rotto il vaso che preferivo; o si riesce ad aggiustarlo ne debbo comprare uno nuovo. 2. Perché detto “ !”, dal momento che non ricevuto tu il ceffone del babbo? 3. I ragazzi avuto un impegnativo, ma l’ affrontato con grande dignità.
4. che disastro! rovinato il vestito nuovo che mi regalato la nonna.
5. bisogno di rilassarmi un po’. Perché non vieni con me fare una bella gita Siena?
6. Luca, quando finito di studiare, vieni giocare con me? 7. Non devi parlare in questo modo tuoi amici: non ne alcun diritto. 8. Che cosa debbo dare gatti? Carne latte?. 9. Verrò ringraziare tua madre che fatto tanto bene me e miei familiari. 10. promesso che quest’ salderanno tutti i debiti che contratto l’altro
2. Scrivi delle frasi utilizzando i lessemi presenti nel riquadro in cima all’esercizio precedente.
3. Completa le parole con GL o L; GN o N, S o SC. Se hai dei dubbi, consulta il dizionario. 1. O uno di noi ha assistito alla ena. 2. Il giardi iere ha ta iato i rami secchi delle ma olie. 3. Andrea, la iami il tuo indirizzo: ti scriverò dalla monta a.
4. Debbo andare in banca a cambiare l’asse o. 5. I fi ioli diligenti obbediscono amorevolmente ai genitori. 6. Quanto guada o al mese? Abbastanza per rispondere al biso .o della mia fami a. 7. La nonna ci ha preparato le ta iatelle ai funghi. 8. Gli attori hanno recitato sul palco enico. 9. Paolo ha sferrato un pu o tremendo a Giu io, che tremava come una fo ia. 10. Gli ienziati stanno studiando le cause dell’inquinamento atmosferico.
4. Caccia all’errore: nella scrittura di parole contenenti GL, GN, SC sono stati commessi alcuni errori. Sottolinea e trascrivi le parole corrette, rendendo ragione della correzione.
OGNIUNO · LASCIERAI · CAMPAGNIA · MAGNIOLIA · FAMIGLIARE · ACCOMPAGNIAMO · FIGLO · BAGNAMO · COMPAGNÌA · LASCIATE · LASCIEREI · GIOCOLIERE · SCIENDERE · SOGNIO · COSCIENZIOSO.
5. Inserisci negli spazi i grafemi C o Q.
1. uando uel uoco uoce ualche uaglia, produce tanto profumo che tutto il uartiere lo sente.
2. Una s uadriglia di monelli uasi ogni notte ci impedisce un sonno tran uillo. 3. La nostra s uola è e uidistante dalla tua e dalla mia casa. 4. uesto uadro ha un certo valore: ho qui la regolare uietanza rilasciatami dall’anti…uario venditore. 5. Che s uallore! Dal fulmine è stato abbattuto un cospi uo numero di alberi. 6. S uotiti! Fa’ ualcosa di più profi uo. 7. Non temere: è un animale inno uo.
6. Caccia all’errore: in alcune delle seguenti frasi sono stati commessi errori nella scelta di C o Q: sottolinea e riscrivi sul quaderno la parola corretta. In caso di dubbio consulta il dizionario.
1. Ho accuistato il quadro nella bottega di un antiquario. – 2. Luca, tutto è pronto: cuando torni da scuola devi solo far quocere la pasta. – 3. Non posso partecipare alla gita: devo partecipare a un torneo con la mia scuadra di pallavolo. – 4. Il nonno soffre di pressione alta e non può andare ad alta quota. – 5. Qualuncue cosa tu decida, a me sta bene. – 6. Il creditore desidera risquotere la somma di denaro che gli è dovuta. – 7. La legge non ha raggiunto il quorum, perciò non è stata approvata. – 8 In occasione della festa del paese, i cuochi hanno preparato tre cuintali di polenta. – 9. Queste scarpe hanno la suola di cuoio. – 10. Percuotere un bambino è un atto biasimevole.
LE DOPPIE
7. Le seguenti parole cambiano significato per la presenza di un raddoppiamento. Scrivi due frasi per ciascuna delle seguenti coppie.
ASILO · ASSILLO; MOTO · MOTTO; FATO · FATTO; PALA · PALLA; ROSO · ROSSO; CARO · CARRO; SONO · SONNO.
8. Caccia all’errore: nelle frasi sono stati commessi errori nell’uso delle doppie. Trascrivi sul quaderno le parole corrette.
1. Dopo la colisione ho portato l’auto dal carozziere. 2. La tua ambizzione è supperiore a ogni aspettativa. 3. Il preferisco il sabbato alla domenica. 4. È impossibbile che io abbia detto ciò. 5. Possiedi una barchetta piccola ma ben attrezzata. 6 Nella staggione autunnale mangio molta cacciaggione. 7. Addentò la mela con troppa voraccità. 8. Paolo si è affezzionato a noi. 8. È incredibbile la tua sfacciataggine. 9. Stamani a colazzione ho mangiato un’abbondante razzione di pane.
LA LETTERA MAIUSCOLA
9. Nel brano che segue non è stato rispettato l’uso della maiuscola. Correggi.
La natalina rassomigliava, diceva mia Madre, a Luigi XI. era piccola, gracile, col viso lungo, i capelli a volte ravvivati e lisci, a volte sontuosamente arricciati al ferro. “il mio luigi Undicesimo”, diceva mia Madre al mattino, quando se la vedeva entrare nella Stanza da letto, torva, con una sciarpa intorno al collo, col secchio e con lo spazzolone in mano. La natalina faceva confusione fra i Pronomi Femminili e Maschili. Diceva a mia Madre: “lei è uscito stamattina senza il soprabito”. “chi, Lei?”. “il Signorino Mario. Lui deve dircelo”. “Chi, Lui?”; “Lui, lui, Signora lidia”, diceva la natalina offesa, sbatacchiando il secchio. (N. Ginzburg)
10. Le parole in corsivo ora richiedono la maiuscola, ora no. Mettila dov’è necessario.
1. La spedizione dei mille partì da quarto. 2. Io sono il quarto di sei figli. 3. sei veramente incorreggibile. 4. Ho letto con interesse il romanzo di Leone Tolstoj: guerra e pace. 5. La tua costituzione fisica è piuttosto gracile. 6. Il presidente De Nicola era un uomo integerrimo. 7. Il mezzogiorno è un quotidiano che si pubblica a Roma. 8. Oggi ho mille cose da fare. 9. A mezzogiorno cessa il mio primo turno di lavoro. 10. Molti italiani non conoscono bene la nostra costituzione. 11. Il generale avanzò tra la folla. 12. La scala è uno dei teatri più famosi del mondo. 13. Non salgo: questa scala è troppo ripida.
QUANDO SI USA L’APOSTROFO?
11. Nelle frasi non è stata fatta alcuna elisione. Metti l’apostrofo quando ti sembra opportuno.
1. Lo agente gli fece pervenire gli introiti del suo disco. 2. Lo inizio della ode mi è sfuggito dalla mente. 3. Tutti e tre si accasciarono al suolo. 4. Ogni istante della esistenza ti ha trovato pronto alla assistenza agli umili. 5. Ci è bisogno di aggiungere olio alla mia automobile. 6. Gli ho detto che, senza altro accordo, ci incontreremo allo angolo solito fra una ora. 7. Lo abito non fa il monaco. 8. Questo oggi ho lavorato dalla alba fino al tramonto. 9. È stato per noi un bello onore fare la conoscenza di quello uomo. 10. È un bel quadro: merita una adeguata valutazione.
12. Sottolinea tutte le parole che hanno subito l’elisione e scrivine la forma completa.
a. Giovanni ha un orologio d’oro.
b. Tu sai dov’è il mio ombrello?
c. Ci fermammo davanti alla gabbia dell’orso.
d. Tu sai quand’è la festa di Sant’Agostino?
e. M’è caduto un acino d’uva per terra.
f. Tu hai un’amica alta e bionda?
g. Dall’interno dell’aula provenivano strani rumori.
h. Ho conosciuto un’insegnante di flauto.
13. Completa con la forma che ti sembra giusta, fra le seguenti: ce, c’è, ve, v’è.
1. Siete feriti? Come capitato l’incidente? 2. Che di nuovo? 3. Quanti dispiaceri! La vita ne riserva sempre! 4. Il treno sta per partire: non tempo da perdere. 5. È vecchia questa barzelletta: l’hai già detta mille volte. 6 piaciuto il film che vi ho proposto? 7. Avete richiesto i libri: li manderemo al più presto. 8. In Paolo più buon senso di quanto ne sia in tutti voi messi assieme.
14. Completa con la forma che ritieni opportuna fra le seguenti: se, sé, s’è. 1. credi, possiamo venire da te. 2. difeso nel migliore dei modi. 3. Da non combina niente di buono, 4. Quando l’ho chiamato, Giacomo affacciato alla finestra. 5. Possibile che tua sorella pensi solo a e non ne penta mai? 6. Mario ha con il fratellino. 7. Sono certo che non rifiuteresti il mio invito lo potessi. 8. Luca fratturato un braccio e lo è dovuto ingessare.
15. Completa con la forma che ritieni opportuna fra le seguenti: me, m’è, te, tè, t’è.
1. Questo discorso non nuovo. 2. Il castigo? lo meritavi. 3. La signora Delia ha offerto il alle sue amiche. 4. Per è stata la prima volta che sono andato al circo; e per ? 5. Che distratto sono! passato di mente l’appuntamento con Gianni. 6. Beato che stai partendo per il mare! 7. Ho invitato anche perché per è un piacere stare con 8. Vorrei sapere se riuscito quell’esperimento.
16. Caccia all’errore: nelle frasi sono stati commessi errori nell’uso dell’apostrofo. Correggi.
1. Mè sembrato che qualcuno mabbia chiamato. 2. Sta fermo! Mi sembri una trottola! 3. Né mio fratello né io sappiamo qualcosa: dicci tu che cè di nuovo. 4. Sé difeso dicendo che se né scordato; ma poco dopo s’è contraddetto. 5. C’è nè voluto per convincerti. 6. Mario s’è lè presa per ben poco: non tè sembrato troppo permaloso? 7. Avete preso il giornale? No, c’e ne siamo scordati 8. Alla festa cera anche il cugino di Stefania, ma se nè andato presto.
17. Sottolinea la forma che ritieni corretta in ciascun gruppo di parole e rendi ragione della tua scelta. nessuno ideale, nessun ideale, nessun’ideale nessuno zappatore, nessun zappatore qual è, qual’è ciascun alunno, ciascuno alunno, ciascun’alunno un orologio, un’orologio, uno orologio bello ragazzo, bel ragazzo buon amico, buon’amico, buono amico
San Lorenzo, Santo Lorenzo quel passante, quello passante un’amica, un amica, una amica qualcun altro, qualcun’ altro, qualcuno altro qualcun altra, qualcun’altra, qualcuna altra.
QUANDO ANDARE A CAPO?
18. Di ognuna delle seguenti parole riconosci le sillabe e i fonemi con cui è composta.
Parola sillabe Fonemi
PALLA PAL / LA P - A - L
SCUOLA
FESTIVITÀ
SCIENZIATO
APPROFONDIRE
SPERIMENTARE
PAGNOTTA
ACCIACCHI
GLICINE
MERAVIGLIOSAMENTE
19. Componi con le sillabe proposte il maggior numero di parole.
CHE · MO · ZIA · BA
20. Dividi in sillabe le seguenti parole. Riconoschi quando la “I” è segno grafico o vocale, evidenziandola con colori diversi.
AGENTE · VOSTRO · STRISCIA · DOLCIASTRO · PUBBLICO · TRANSOCEANICO · TROTTERELLARE · MESCHINITÀ · POLPACCIO · ACQUISTARE · ANTIPATIA · ASCIUTTO · REPUBBLICA · ECZEMA · INCOSCIENTE · GUADAGNARE · MEDAGLIONE · COREOGRAFICO · TECNICO · DISATTENTO · QUESTO · DISPARI · CONURBAZIONE · ACQUISTO
21. Dopo aver diviso in sillabe, scrivi se la parola è monosillaba, bisillaba, trisillaba o polisillaba.
CINQUANTINA · INSODDISFAZIONE · SPILLUZZICARE · CAPOLINEA · PARALLELEPIPEDO · SEGGIOVIA · ASCOLTARE · SEGMENTO · INDUSTRIALE · SEMESTRE · AMICO · CIELO · PAURA · CAUSA · MIO · MERAVIGLIOSAMENTE · ANTROPOLOGIA
22. Dividi in sillabe: attento al dittongo e allo iato.
MIAGOLIO · AUTOMA · ASTRONOMIA · CHIACCHIERARE · TRAMPOLIERE · ORIENTALE · EGOISMO · TEATRO · AZIENDA · BUE · PIA · MOSCHEA · RINVIO · ZIO · LAUREATO · DUE · ADDIO · MIEI · CIGOLIO · OZIO · GIOIA · POESIA · SIETE · FIGLIO · PAGLIACCIO · LICEO · MERIDIANA · FIATO · GUIZZO · INGENUO · SPIEGAZIONE · IMPIEGO · GUASTO · ESPLOSIONE
23. Riconosci quando la “I”, nelle parole seguenti, è vocale, semivocale o segno grafico, evidenziandola con colori diversi.
LINGUAGGIO · CIGLIO · SCÌO · USCIO · PIEDI · SCEGLIERE · FIGLIO · CHIESA · CILIEGIA · FIORI · FRUSCII · SCIOPERI · TAGLIARE
24. Riconosci quando la “U”, nelle parole seguenti, è vocale, semivocale o segno grafico, evidenziandola con colori diversi.
· UGUALE
QUANDO SEGNARE L’ACCENTO?
25. Evidenzia la sillaba tonica e scrivi se la parola è piana (P), sdrucciola (S), bisdrucciola (B).
ACIDO ATTINGERE BANALE COMODO
CRONOLOGIA DOMINIO
INDECLINABILE ISTRICE
LIMITE DOMINARE DOMINANO ELOQUENTE
LIMITAVA LIBERO LIBERARE NAUSEA
PALLIDO PUBBLICO PUBBLICAVANO NAVIGAVA
NAVIGANO ORDINE ORDINANO ORDINARE
26. Per ogni coppia di parole, individua la forma corretta e sottolineala.
FINANZIARIO · FINANZIARÌO · IDROGÉNO · IDRÒGENO · TRAVICÈLLO · TRAVÌCELLO · PRIGIONÌA · PRIGIÒNIA · RÀFFICA · RAFFÌCA · CAVITÀ · CAVÌTA · MÀDIA · MADÌA · PETTEGOLÌO · PETTEGÒLIO
27. Segna l’accento sui monosillabi presenti nelle frasi (se lo richiedono) e rendi ragione della tua scelta.
1. Di pomeriggio la mamma serve il te alle amiche 2. Ne tu ne io potremo affrontare una simile sfida. 3. Luigi, dopo il successo ottenuto, si mostrava pieno di se. 4. Alla vista del contadino, Paolo venne giu dall’albero, 5. Domani ti aspetterò qui alla stessa ora. 6. Ho discusso a lungo di questa faccenda con Giovanni, ma lui non si e convinto. 7. Che cosa significa quando si dice di qualcuno: “Non è ne carne ne pesce”? 8. Sposta il tavolo più in la, qui ci sta la poltrona. 9. Non ne posso piu delle sue lamentele. 10. La carovana del giro sta per partire da Castrocaro. 11. Vittoria fa molte assenze per impegni sportivi.
28. Nelle seguenti coppie di frasi segna l’accento sulle parole omografe in corsivo. Quando cambia l’accento la parola rimane della stessa parte del discorso?
1. Si dice che le difficoltà aguzzino l’ingegno L’aguzzino infligge una punizione al prigioniero. 2. Mi capita spesso di incontrare mendicanti all’incrocio delle vie. La lezione sugli accenti è stata capita dagli alunni. 3. La città di Spalato è fra i più importanti porti della Jugoslavia È nevicato a lungo e ho spalato la neve che si era ammucchiata davanti al cancello. 4. Se segui i suggerimenti dei capomastro impari bene il mestiere Per lo sfidante questo è stato un combattimento impari. 5. Nel gioco nel volano Paolo batte tutti. Nel cielo azzurro della primavera volano le rondini. 6. Appena ricevuta la notizia della cattiva salute del nonno, Giovanni ha preso subito la decisione di partire. A causa della siccità l’agricoltura ha subito danni ingenti. 7. La fanteria dovrà avanzare allo scoperto Lucia, facendo questo esercizio ha scoperto che la verità di una parola si realizza nel suo contesto.
3. TAVOLE DEI VERBI
FORME VERBALI ATTIVE
Modi finiti: indicativo
1. Ripassa il modo indicativo attivo del verbo essere e analizza i verbi elencati indicando forma, modo, tempo e persona.
Sei = attivo, indicativo, presente, II singolare.
SIAMO · SIETE STATI · FUI STATO · SARANNO STATI · FOSTI · SONO · ERAVAMO · ERANO STATI · SARAI ERAVATE · SARÒ STATO · FUMMO · È · SEI STATO · ERI STATO · SARETE · FOSTI STATO · SIETE
2. Ripassa il modo indicativo attivo del verbo avere e analizza i verbi elencati indicando forma, modo, tempo e persona.
Avevo = attivo, indicativo, imperfetto, I singolare.
ABBIAMO · AVRETE · AVEVA AVUTO · AVESTE · EBBE AVUTO · AVRÒ AVUTO · HAI · AVETE AVUTO · EBBI AVUTO · AVRAI AVUTO · AVEVATE · EBBERO AVUTO · AVRAI · AVESTI AVUTO · AVRANNO AVUTO · HA · HANNO · AVEVAMO AVUTO
3. Ripassa i tempi semplici presente, imperfetto e passato remoto del modo indicativo attivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
vedevo vedere II
attiva indicativo imperfetto I singolare permette attiva indicativo
contavi attiva indicativo
corrono attiva indicativo
sposò attiva indicativo
avanzavate attiva indicativo
caricammo attiva indicativo
dettava attiva indicativo
servite attiva indicativo
temeste attiva indicativo
ghermivano attiva indicativo
contarono attiva indicativo
crescevo attiva indicativo
leghiamo attiva indicativo
spingeste attiva indicativo
chiudeva attiva indicativo
sorrisi attiva indicativo
piangi attiva indicativo
fraintendevamo attiva indicativo
attutiscono attiva indicativo
gioisco attiva indicativo
4. Ripassa i tempi composti passato prossimo, trapassato prossimo e trapassato remoto del modo indicativo attivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
ebbe bagnato bagnare I
ho raccontato
erano arrossiti
attiva indicativo trapassato remoto I singolare
attiva indicativo
attiva indicativo
ebbero valutato attiva indicativo
aveva confortato
hai colpito
eravate incanutiti
sei crollato
fummo restati
avevamo costruito
foste accorsi
hanno atteso
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
ebbe impedito attiva indicativo
aveste accolto
avevi coinvolto
attiva indicativo
attiva indicativo
ha creduto attiva indicativo
siete caduti
avesti capito
attiva indicativo
attiva indicativo
eravamo partiti attiva indicativo
sono rimasto
avemmo illustrato
attiva indicativo
attiva indicativo
5. Ripassa il futuro semplice e futuro anteriore del modo indicativo attivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
spariranno sparire III
attiva indicativo futuro semplice III plurale
spenderò attiva indicativo
avrete implorato attiva indicativo
trionferò attiva indicativo
avranno notato attiva indicativo
carpirete attiva indicativo
sarò perito attiva indicativo
avrà favorito attiva indicativo
intingerai attiva indicativo
avremo coperto attiva indicativo
avrete immerso attiva indicativo
marceranno attiva indicativo
avrai posseduto attiva indicativo
passeggeremo attiva indicativo
avrò espresso attiva indicativo
suonerai attiva indicativo
avranno accontentato attiva indicativo
ferirete attiva indicativo
avrai fuorviato attiva indicativo
erediterà attiva indicativo
persuaderai attiva indicativo
6. Analizza i verbi completando la tabella che contiene forme verbali di tutti i tempi del modo indicativo attivo.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
studiai studiare I
attiva indicativo passato remoto I singolare furono scappati
attiva indicativo
avrai vinto attiva indicativo
costruiamo attiva indicativo
fuggirà attiva indicativo
avevi ubbidito
boccheggiavate
abbiamo visto
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
svegliò attiva indicativo
aveste udito
giacevano
sono andati
contarono
sarà scomparso
ritornano
eravamo emersi
è svenuto
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
attiva indicativo
tritavo attiva indicativo
diede attiva indicativo
accorrevamo
attiva indicativo
ha creduto attiva indicativo
7. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo indicativo attivo.
PRESENTE DI RIMUGINARE · PASSATO PROSSIMO DI CUOCERE · IMPERFETTO DI DIVIDERE · TRAPASSATO PROSSIMO DI SAPERE · PASSATO REMOTO DI SALTARE · TRAPASSATO REMOTO DI ADATTARE · FUTURO SEMPLICE DI ASSAGGIARE · FUTURO ANTERIORE DI CORRERE
8. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
asportai
asportare I
patire III
friggere II
scolorire
causare
rimpiangere II
ostacolare
svanire III
occludere II
rimpiazzare
cogliere
sperare
servire III
scendere
raggiungere
ripetere II
incollare
sorprendere
attiva indicativo passato remoto I singolare
attiva indicativo futuro semplice III plurale
attiva indicativo presente II singolare
attiva indicativo imperfetto I plurale
attiva indicativo trapassato prossimo II plurale
attiva indicativo trapassato remoto III singolare
attiva indicativo passato prossimo I singolare
attiva indicativo imperfetto I plurale
attiva indicativo futuro semplice I singolare
attiva indicativo presente III plurale
attiva indicativo trapassato prossimo II plurale
attiva indicativo futuro anteriore II singolare
attiva indicativo passato remoto I plurale
attiva indicativo imperfetto III singolare
attiva indicativo passato prossimo III plurale
attiva indicativo presente I plurale
attiva indicativo futuro semplice II singolare
attiva indicativo trapassato remoto II plurale
Modi finiti: congiuntivo
9. Ripassa il modo congiuntivo attivo del verbo essere e analizza i verbi elencati indicando forma, modo, tempo e persona.
Fossi = attivo, congiuntivo, imperfetto, I o II singolare.
SIANO · SIA STATO · FOSSERO STATI · FOSTE · SIATE
· SIA · FOSSE
10. Ripassa il modo congiuntivo attivo del verbo avere e analizza i verbi elencati indicando forma, modo, tempo e persona.
Abbia = attivo, congiuntivo, presente, I o II o III singolare.
AVESSE · AVESSI AVUTO · ABBIAMO AVUTO · ABBIAMO · AVESSI · AVESTE AVUTO · ABBIA AVUTO · ABBIANO AVUTO · AVESSIMO AVUTO · AVESSERO AVUTO
11. Ripassa i tempi semplici presente e imperfetto del modo congiuntivo attivo delle tre coniugazioni: analizza i verbi completando la tabella.
mangiassi mangiare I attiva congiuntivo imperfetto I, II singolare ruggisca attiva congiuntivo condisse attiva congiuntivo accendano attiva congiuntivo muovessimo attiva congiuntivo sprechiate attiva congiuntivo addestrino attiva congiuntivo cresca attiva congiuntivo conduceste attiva congiuntivo alleviassero attiva congiuntivo accompagni attiva congiuntivo sbagliamo attiva congiuntivo spedissi attiva congiuntivo guadagnino attiva congiuntivo guarisca attiva congiuntivo impedissero attiva congiuntivo benedica attiva congiuntivo rimpiangesse attiva congiuntivo offrano attiva congiuntivo discendessi attiva congiuntivo rabbrividiate attiva congiuntivo
12. Ripassa i tempi composti passato e trapassato del modo congiuntivo attivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
avessero segnato segnare I
fosse apparso
abbia mostrato
avessimo sgridato
aveste intessuto
sia nato
abbia guardato
fossimo dimagriti
fosse esistito
abbiate concesso
abbiano atterrito
siamo ritornati
foste vissuti
fosse costato
abbiamo esercitato
attiva congiuntivo trapassato III plurale
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
sia arrivato attiva congiuntivo
fossero scoloriti
attiva congiuntivo
siate scivolati attiva congiuntivo
abbiate infradiciato
siano venuti
avessimo assistito
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
13. Analizza i verbi completando la tabella che contiene forme verbali di tutti i tempi del modo congiuntivo attivo.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
acquistassimo acquistare I
lasciate
abbiano cominciato
avessimo tentato
aveste causato
attiva congiuntivo imperfetto I plurale
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
sia salito attiva congiuntivo
incrociassimo attiva congiuntivo
arrivi attiva congiuntivo
fosse successo
abbiate preferito
aspettiamo
siamo ritornati
atterrassero
fosse costato
abbiamo telefonato
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
interroghi attiva congiuntivo
scontraste attiva congiuntivo
giudicassi attiva congiuntivo
abbia riservato
siate fuggiti
impieghino
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
attiva congiuntivo
14. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo congiuntivo attivo.
PRESENTE DI DEDICARE · PASSATO DI SMUOVERE · IMPERFETTO DI ESEGUIRE · TRAPASSATO DI RINCORRERE · PRESENTE DI USCIRE · PASSATO DI ANDARE · IMPERFETTO DI SALTARE · TRAPASSATO DI APPARIRE
15. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
giocassi
giocare
servire III
temere
ammirare I
dormire
volere II
ammirare
consentire III
attiva congiuntivo presente I singolare
attiva congiuntivo trapassato III plurale
attiva congiuntivo presente II singolare
attiva congiuntivo imperfetto I plurale
attiva congiuntivo passato II plurale
attiva congiuntivo presente III singolare
attiva congiuntivo passato I singolare
attiva congiuntivo imperfetto I plurale bere
accendere II
colpire
spingere
attraversare I
precedere
seguire III
compiere
cominciare I
ripetere
restare
passare
attiva congiuntivo trapassato II singolare
attiva congiuntivo presente III plurale
attiva congiuntivo trapassato II plurale
attiva congiuntivo imperfetto I singolare
attiva congiuntivo passato III singolare
attiva congiuntivo imperfetto III plurale
attiva congiuntivo passato I plurale
attiva congiuntivo presente III singolare
attiva congiuntivo trapassato II plurale
attiva congiuntivo passato II singolare
attiva congiuntivo trapassato III plurale
attiva congiuntivo imperfetto II plurale
Modi finiti: condizionale
16. Ripassa il modo condizionale dei verbi essere e avere e analizza i verbi elencati indicando infinito, forma, modo, tempo e persona.
Avrei = avere, attivo, condizionale, presente, II singolare.
SAREI · AVREI AVUTO · SAREBBE · AVREMMO · SARESTE STATI · AVREBBE AVUTO · SAREMMO · AVRESTE AVUTO · AVREI · SAREBBERO
17. Ripassa i tempi presente e passato del modo condizionale attivo delle tre coniugazioni: analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona fermerei fermare I
attiva condizionale presente I singolare
avresti fatto attiva condizionale
sarebbero spariti attiva condizionale
vieteremmo attiva condizionale
rimprovereresti attiva condizionale
avremmo commesso attiva condizionale
saresti tornato attiva condizionale
dondolerebbe attiva condizionale
avrebbero fermato attiva condizionale
sarei vissuto attiva condizionale
accompagnerebbe attiva condizionale
avrebbe individuato attiva condizionale
organizzeresti attiva condizionale
sarebbe invecchiato attiva condizionale
abiteremmo attiva condizionale
avrei indicato attiva condizionale
avreste pregato attiva condizionale
18. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo condizionale attivo.
PRESENTE DI ACCOMPAGNARE · PASSATO DI PREPARARE · PRESENTE DI RIVEDERE · PASSATO DI RIMANERE
19. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona inviteresti
invitare I
attiva condizionale presente II singolare riconoscere
avvertire III
salire
sollevare
vendere II
catturare
coprire
sconfiggere
superare I
giungere
ampliare
gestire III
commissionare
investire
costituire
mantenere
derivare
arrivare
conoscere
precedere
attiva condizionale passato II plurale
attiva condizionale presente III singolare
attiva condizionale passato I plurale
attiva condizionale presente III plurale
attiva condizionale presente II singolare
attiva condizionale passato I singolare
attiva condizionale passato I plurale
attiva condizionale presente II singolare
attiva condizionale passato III plurale
attiva condizionale presente II plurale
attiva condizionale passato I singolare
attiva condizionale presente III singolare
attiva condizionale passato I plurale
attiva condizionale passato II singolare
attiva condizionale presente III plurale
attiva condizionale presente III singolare
attiva condizionale presente I plurale
attiva condizionale passato II singolare
attiva condizionale passato II plurale
attiva condizionale presente I singolare
Modi finiti: imperativo
20. Ripassa il modo imperativo dei verbi delle tre coniugazioni e analizza i verbi elencati indicando infinito, forma, modo, tempo e persona.
Mangiate = mangiare, attivo, imperativo, presente, II plurale.
LODATE · SPIEGA · SERVITE · AIUTA · TACETE · TEMI · ASCOLTA · ASPETTATE
21. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo imperativo attivo.
PRESENTE DI RIPROVARE · DI RACCOGLIERE · DI ASSISTERE
Modi indefiniti: infinito, gerundio, participio
22. Ripassa il modo infinito, gerundio, participio dei verbi essere e avere e analizza i verbi elencati indicando infinito, forma, modo e tempo.
Essendo = essere, attivo, gerundio, presente.
AVENDO AVUTO · ESSERE · AVERE AVUTO · STATO · AVENDO · ENTE · AVUTO · ESSENDO · AVERE · ESSERE STATO · AVENTE · ESSENDO STATO
23. Ripassa i modi infinito, gerundio, participio delle tre coniugazioni e analizza i verbi elencati indicando infinito, forma, modo e tempo.
Avere giocato = giocare, attivo, infinito, passato.
AVENDO ASCOLTATO · VEDERE · AVERE LAVORATO · PARTECIPATO · LEGGENDO · VINCENTE · PERSO · CAMMINANDO · SBAGLIARE · ESSERE ANDATO · REGGENTE · ESSENDO ENTRATO
24. Riconosci e scrivi a quale coniugazione appartengono gli infiniti elencati (se non ne conosci il significato consulta il vocabolario). Poi coniugali al gerundio (presente e passato) e al participio (presente e passato).
Stringere: II coniugazione.
Gerundio: stringendo - avendo stretto.
Participio: stringente - stretto.
STANARE · EFFONDERE · DRAGARE · SFINIRE · FARCIRE · IRROMPERE · ERODERE · LODARE · SCORGERE · IMMERGERE SOSTARE · FENDERE · LENIRE · BORBOTTARE · ATTUTIRE · CALZARE · ERIGERE · TORNARE · TORNIRE · VINCERE · PLACARE OTTENERE · PERDERE · DORMIRE · CALARE · MORDERE · SCHERZARE · SCOLPIRE · RADUNARE · PIACERE · SOLCARE ANNUNCIARE · CORRERE · TACERE · SOFFRIRE · GRIDARE · AMMONIRE · PULIRE
FORME VERBALI PASSIVE
Modi finiti: indicativo
25. Ripassa il modo indicativo passivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
fui allontanato allontanare I passiva indicativo passato remoto I singolare
erano stati accompagnati passiva indicativo
sarai perdonato passiva indicativo
sono amato passiva indicativo
saranno stati controllati passiva indicativo
foste invitati passiva indicativo
eravate aspettati passiva indicativo
siamo stati ingannati passiva indicativo fu studiato passiva indicativo
è stata data passiva indicativo
fosti sorpreso passiva indicativo
sarete censurati passiva indicativo
fui stato capito passiva indicativo
sarà fuso passiva indicativo
furono stati innaffiati passiva indicativo
era forzata passiva indicativo
sarà stato usato passiva indicativo
fummo stati cercati passiva indicativo
sei segnato passiva indicativo
26. Ripassa il modo indicativo passivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi elencati, indicando infinito, coniugazione, forma, modo, tempo, persona.
Sono stati presi = prendere, II coniugazione, passivo, indicativo, passato prossimo, III plurale.
SIETE GUARDATI · ERI COLPITO · FUMMO AMMONITI · SARAI STATO SORPRESO · FOSTI STATO INGANNATO · FU TEMUTO SARÒ CARPITO · È STATO PUNITO · ERAVAMO STATI IMPRIGIONATI · VENNERO SCELTI · FURONO STATI DISTRUTTI · SIAMO REDARGUITI · SARÒ STATO IMMERSO · VENIVATE SCHIAFFEGGIATI · ERAVATE STATI COMPRESI · VIENE ACCAREZZATO · FOSTE STATI COLPEVOLIZZATI · SAREMO MESSI · VERRAI SGRIDATO · ERA STATO PRIVATO
27. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo indicativo passivo.
PRESENTE DI SCOPRIRE · PASSATO PROSSIMO DI MANDARE · IMPERFETTO DI DIVIDERE TRAPASSATO PROSSIMO DI RICEVERE · PASSATO REMOTO DI PREFERIRE · TRAPASSATO REMOTO DI INTERROMPERE · FUTURO SEMPLICE DI NOMINARE · FUTURO ANTERIORE DI RICHIAMARE
28. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona disporre II passiva indicativo passato remoto I singolare ricompensare passiva indicativo futuro semplice III plurale interrompere passiva indicativo presente I plurale ricoprire III passiva indicativo imperfetto II plurale abbattere passiva indicativo trapassato prossimo III singolare
pungere passiva indicativo trapassato remoto II singolare mandare I passiva indicativo passato prossimo I singolare chiamare passiva indicativo imperfetto I plurale avvertire II passiva indicativo futuro semplice I singolare dipingere passiva indicativo presente III plurale applaudire passiva indicativo trapassato prossimo II plurale promuovere passiva indicativo futuro anteriore II singolare favorire III passiva indicativo passato remoto II plurale calpestare passiva indicativo imperfetto III singolare lanciare passiva indicativo passato prossimo III plurale
condurre II passiva indicativo presente I plurale bere passiva indicativo futuro semplice III singolare travolgere passiva indicativo trapassato remoto II plurale
divorare I passiva indicativo passato remoto III singolare frantumare passiva indicativo trapassato prossimo III plurale
Modi finiti: congiuntivo
29. Ripassa il modo congiuntivo passivo delle tre coniugazioni. Analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
sia sgridato sgridare I passiva congiuntivo presente I, II, III singolare
foste lasciati passiva congiuntivo
siamo ritrovati passiva congiuntivo
fossi licenziato passiva congiuntivo
siate persuasi passiva congiuntivo
siano stati caricati passiva congiuntivo
siamo trascinati passiva congiuntivo
fossero stati informati passiva congiuntivo
sia stato comperato passiva congiuntivo
siamo stati spaventati passiva congiuntivo
fossi stato trattenuto passiva congiuntivo
siate curati passiva congiuntivo
fossero stati arrestati passiva congiuntivo
fosse guarito passiva congiuntivo
siano stati ubicati passiva congiuntivo
fossimo stati portati passiva congiuntivo
sia stato bocciato passiva congiuntivo
fossimo ascoltati passiva congiuntivo
fosse affondato passiva congiuntivo
sia preparato passiva congiuntivo
fossero stati ingannati passiva congiuntivo
30. Ripassa il modo congiuntivo passivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi elencati, indicando infinito, coniugazione, forma, modo, tempo, persona. Fossi stato premiato = premiare, I coniugazione, passivo, congiuntivo, trapassato, I singolare.
SIATE ELETTI · FOSSE STATO RIPARATO · SIANO STATI PESCATI · FOSSE RESTITUITO · SIA COMPRESO · FOSSERO STATI ABBATTUTI · SIAMO STATI CONSIDERATI · FOSTE INDICATI · SIAMO UBBIDITI · FOSSIMO STATI ILLUMINATI · SIA STATO COLTIVATO · FOSSI INDIVIDUATO
31. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo congiuntivo passivo.
PRESENTE DI RICONOSCERE · PASSATO DI PENSARE · IMPERFETTO DI LAVARE · TRAPASSATO DI DISTINGUERE · PRESENTE DI SCRITTURARE · PASSATO DI INVITARE · IMPERFETTO DI PRECEDERE · TRAPASSATO DI CAPIRE
32. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona . Dove manca, riconosci la coniugazione.
Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
bruciare passiva congiuntivo passato III singolare inseguire III passiva congiuntivo presente III plurale indicare passiva congiuntivo imperfetto I plurale cacciare I passiva congiuntivo trapassato III plurale volere passiva congiuntivo presente I singolare
incaricare passiva congiuntivo trapassato II singolare scoprire passiva congiuntivo passato I singolare riempire passiva congiuntivo imperfetto I plurale mischiare passiva congiuntivo passato III singolare accompagnare passiva congiuntivo presente II plurale dichiarare passiva congiuntivo trapassato I plurale giudicare passiva congiuntivo imperfetto II singolare scegliere II passiva congiuntivo passato II plurale ridurre passiva congiuntivo imperfetto III singolare considerare passiva congiuntivo trapassato III plurale allontanare II passiva congiuntivo presente I plurale offrire passiva congiuntivo passato III singolare ritenere passiva congiuntivo trapassato II plurale invitare I passiva congiuntivo presente III singolare soddisfare passiva congiuntivo imperfetto III plurale
Modi finiti: condizionale
33. Ripassa il modo condizionale passivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi completando la tabella.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
saresti ripreso riprendere II passiva condizionale presente II singolare
sarebbe ubicato passiva condizionale
saremmo stati sistemati passiva condizionale
sarei attirato passiva condizionale
sareste stati convinti passiva condizionale
sarebbero condannati passiva condizionale
saresti riconosciuto passiva condizionale
sarebbe stato finito passiva condizionale
saresti stato imputato passiva condizionale
sarei stato fotografato passiva condizionale
saremmo scelti passiva condizionale
sarebbero stati fermati passiva condizionale
saresti bloccato passiva condizionale
sareste rappresentati passiva condizionale
sarei stato protetto passiva condizionale
sarebbe stata battuta passiva condizionale
saremmo stati raggiunti passiva condizionale
sarebbero annodati passiva condizionale
sareste stati ritenuti passiva condizionale
sarebbe ottenuto passiva condizionale
sarebbero stati abbattuti passiva condizionale
34. Ripassa il modo condizionale passivo delle tre coniugazioni e analizza i verbi elencati, indicando infinito, coniugazione, forma, modo, tempo, persona.
Sarei interrogato: interrogare, I coniugazione, passivo, condizionale, presente, I singolare.
SAREI STATO SOGNATO · SARESTI CONSIGLIATO · SAREBBE STATO ACCESO · SAREMMO MANDATI · SARESTE STATI PORTATI · SAREMMO SPINTI · SAREBBERO SPENTI · STATI SAREI RIEMPITO · SARESTI STATO INGANNATO · SAREBBE CORRETTO · SAREMMO STATI RISPETTATI · SAREBBERO TRATTATI
35. Scrivi la coniugazione completa del tempo indicato al modo condizionale passivo.
PRESENTE DI TROVARE · PASSATO DI ATTENDERE · PRESENTE DI PREMIARE · PASSATO DI TRUFFARE
36. Completa la tabella, coniugando i verbi all’infinito secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona
affittare passiva condizionale passato III singolare
acclamare III
passiva condizionale presente III plurale
raggruppare passiva condizionale presente I plurale
occupare passiva condizionale passato III plurale
prendere passiva condizionale presente I singolare
superare passiva condizionale passato II singolare
lodare passiva condizionale passato I singolare
aspettare passiva condizionale presente I plurale
visitare passiva condizionale passato III singolare
saziare passiva condizionale presente II plurale
osservare passiva condizionale passato I plurale
pregare passiva condizionale presente II singolare
affrontare I passiva condizionale passato II plurale
risucchiare passiva condizionale passato I singolare
vendere passiva condizionale passato III plurale
disturbare passiva condizionale presente I plurale
costringere passiva condizionale presente II singolare
indagare passiva condizionale passato II plurale
annettere II passiva condizionale presente III singolare
rovesciare passiva condizionale presente III plurale
indefiniti: infinito, gerundio, participio
37. Ripassa i modi infinito, gerundio, participio delle tre coniugazionie e analizza i verbi elencati indicando infinito, forma, modo e tempo.
Essere rimproverato = rimproverare, passivo, infinito, presente.
ESSENDO INVITATO · STATO VOLUTO · ESSERE CHIAMATO · ESSERE STATO MANTENUTO · ESSENDO STATO DECISO
38. Coniuga i verbi elencati al gerundio presente e passato e all’infinito presente e passato passivi.
Prendere: essendo preso / essendo stato preso / essere preso / essere stato preso.
CACCIARE · GUARIRE · SPENDERE · SEMINARE · PULIRE · FONDERE · RINGRAZIARE · RAPIRE · SPANDERE · TRASCURARE · COLPIRE · VEDERE · CUOCERE
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
PER IL RIPASSO
1. Dopo aver ripassato i paragrafi dedicati a fonemi e grafemi, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Quale metodo si usa per individuare i fonemi?
b. Qual è la definizione di fonema?
c. Che differenza c’è tra l’alfabeto fonetico e l’alfabeto grafico?
d. Vi è esatta corrispondenza tra i fonemi della lingua italiana e i suoi grafemi?
e. A quanti fonemi possono corrispondere i seguenti grafemi: C e G / E ed O / S e Z ?
f. Quali grafemi compaiono nell’alfabeto inglese che non compaiono in quelli italiano?
g. Quali organi sono utili per articolare i suoni quando si parla?
h. Come vengono articolate le vocali?
i. In base al luogo di articolazione del suono, come si distinguono le consonanti?
j. Le consonanti si distinguono in continuate, occlusive, semiocclusive in base a…
k. Che differenza c’è tra consonanti sorde e sonore?
2. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato ai casi ortografici cosiddetti “critici”, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. A cosa serve la H nei digrammi CH, GH?
b. Come è chiamata la I quando segue GL?
c. SC costituisce un solo fonema quando è seguito o dalla vocale I o dalla vocale E. In quali parole SC è seguito da IE?
d. GN solitamente è seguito dalla vocale I?
e. Il grafema Q può essere usato solo in combinazione con la vocale U. Quando si scrive QUO e quando CUO?
3. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato alle doppie, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Perché nella scrittura si usano le doppie?
b. Come si raddoppia la Q?
c. Quando non si possono raddoppiare la G e la Z?
d. Quando non si può raddoppiare la B?
4. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato alla lettera maiuscola, spiega l’uso delle lettere maiuscole evidenziate nelle seguenti frasi:
Uso della maiuscola Spiegazione
Mi sono proprio divertito a Venezia. Vorrei poterci tornare con i miei amici.
Pietro disse: “Mi spezzo ma non mi piego!”
Mio nonno, che si chiama Amilcare, lavora all’Enel.
I Fenici erano abili commercianti.
A Pasqua andrò in Grecia.
La Preside ci ha convocati nel suo ufficio.
Troviamo la lettera maiuscola all’inizio di ogni periodo.
5. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato a quando si usa l’apostrofo, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. A cosa serve l’apostrofo?
b. Quando è obbligatoria l’elisione?
c. Quando l’elisione, pur non essendo obbligatoria, è possibile?
d. L’apostrofo può segnalare un’apocope. Dai una definizione di apocope e fai alcuni esempi.
e. In che cosa consiste il fenomeno del troncamento?
f. Quando è possibile il troncamento?
6. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato a quando andare a capo, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Come può essere definita la sillaba?
b. In base al numero di sillabe che le compongono, come vengono chiamate le parole?
c. Quando una vocale fa sillaba a sé?
d. Come si fa andare a capo quando si vuole dividere una consonante doppia?
e. Come si fa andare a capo quando si trovano gruppi di consonanti diverse?
f. Come può essere definito il dittongo?
g. Come può essere definito lo iato?
7. Dopo aver ripassato il paragrafo dedicato a quando segnare l’accento, rispondi alle domande e fai un esempio per avvalorare ciascuna delle tue risposte.
a. Quali sono i principali strumenti per scrivere il tono della voce?
b. Cosa significa che in una parola vi è una sillaba tonica?
c. Come si chiamano le parole in base alla sillaba su cui cade l’accento?
d. Su quali parole è obbligatorio segnare l’accento?
PER LE COMPETENZE
Scrittura
8. Aiutandoti con il dizionario individua almeno sei parole derivate dalla parola ACQUA e per ognuna componi una frase.
9. Scrivi una frase che contenga ognuna delle seguenti coppie di parole.
COMPAGNA, COMPAGNIA Vorrei invitare la mia compagna di banco a passare un pomeriggio con la mia compagnia.
GENIO, INGEGNERE · MATRIMONIO, INSEGNANTE · ACQUARIO, EQUIVOCO · SCENA, SCIENZIATO · EVACUARE, ACQUA · GIULIO,GUGLIELMO · CAMPANIA, CAMPAGNA · INQUINAMENTO, LACUSTRE · ANNO, HANNO · A, HA · OH, HO · SCIAME, SCELTA
10. Riscrivi le frasi separando opportunamente le parole sottolineate.
Non glielho detto per non spaventarlo Non gliel’ho detto per non spaventarlo.
1. Oggi non cè il sole. 2. Mè sembrato di vedere un gatto. 3. Bello quel fumetto! Telha dato Luca? 4. Unaltranno andrò a visitare Londra con i miei genitori. 5. Qualè il tuo quaderno? Non so più dovè il mio. 6. Tho detto di non chiamare Laura al telefono. Ma melha detto lei! 7. Non cera più cera. Ma dovera? 8. Mi offri un po’ di torta? Purtroppo non menè avanzata. 9. Glielhanno comunicato?
11. Riscrivi le seguenti frasi volgendo i nomi al plurale (in caso di dubbio ripassa la regola sul libro o controlla sul vocabolario).
La spiaggia era affollata. Le spiagge erano affollate.
1. Ho scalato quella roccia. 2. La freccia ha colpito il bersaglio. 3. La mia camicia ha una strana frangia che vorrei eliminare. 4. Devo avvolgere con una fascia il mio polso. 5. Hai detto una bugia. 6. Il mago non rivela il trucco della sua magia. 7. La farmacia del mio quartiere alla domenica è aperta. 8. Hanno classificato una nuova specie di fungo. 9. Ti piace di più l’arancia o la ciliegia? 10. Hai preparato la valigia? 11. La nave ha lasciato una scia spumeggiante.
12. Riscrivi il seguente brano sistemando la punteggiatura e l’uso della lettera maiuscola.
Il falco e il gallo un falco era stato addestrato dal padrone quando costui lo chiamava andava a posarsi sulla sua mano il gallo invece fuggiva lontano e schiamazzava appena il padrone gli si avvicinava il falco disse al gallo voi galli siete ingrati avete proprio la natura del servitore correte ai vostri padroni soltanto quando siete affamati noi uccelli selvatici siamo ben diversi più forti e più veloci di voi non fuggiamo dagli uomini quando si avvicinano anzi andiamo di nostra volontà a posarci sulla loro mano quando ci chiamano noi siamo riconoscenti a chi ci procura da mangiare il gallo rispose voi non fuggite lontano dagli uomini perché non avete mai visto un falco arrosto ma noi di galli arrosto ne vediamo ogni momento da L. Tolstoj, Animali protagonisti
Argomentazione
13. Dai le ragioni delle correzioni apportate nelle seguenti frasi.
Alquni hanno sbagliato l’esercizio. Alcuni
La lettera Q deve essere sempre seguita da U + un’altra vocale, mentre in “alcuni” la vocale U è seguita dalla consonante N, quindi ci vuole la lettera C.
a. Quello scenziato ha lavorato molto per ottenere il premio Nobel. scienziato
b. Mia madre è molto brava a stirare le camice camicie c. L’hanno scorso la mia squadra ha vinto il torneo. anno d. Anno scorso il giornale per trovare un’informazione hanno e. Il compito deve essere svolto orale ho scritto? o f. O scritto al mio amico che abita in America. ho g. Un’elefante è scappato dallo zoo un elefante
14. Classifica e spiega il significato dei seguenti monosillabi e fai un esempio.
Classificazione e spiegazione
Di’ è un verbo e significa dimmi.
Esempio
Di’ la poesia che hai imparato a memoria. Da
15. Dai le ragioni della presenza o dell’assenza dell’apostrofo nelle seguenti espressioni.
Un’idea Davanti a nome femminile che inizia con vocale occorre l’articolo femminile una, a cui si elide la a e si segna l’apostrofo.
Nessun altro
Quest’uomo
Qual è
Buon anno
Un amico
Un’avventura
Tal affare
Alcun’altra
Giochi linguistici
16. Sfida un tuo compagno: chi impiega meno tempo a mettere in ordine alfabetico le serie di parole?
a. CAVALLO · PIETRA · BOSCO · RUSCELLO · SCOIATTOLO · ERBA · TASSO · PONTE · GHIANDA · ABETE
b. UOVO · ELEFANTE · AMICO · IMBUTO · UCCELLO · OVATTA · USIGNOLO · OBOE · AVVENTURA
c. SERPENTE · SASSO · SIBILARE – SCROSCIARE · STENDERE · STRIZZARE · SEDIA · SPAZZACAMINO · SUPERBO · SAPORE
17. Ti forniamo alcune serie di grafemi. Forma con essi delle parole appartenenti al lessico scolastico.
a. OAIRID
b. CCTAIOUS
c. ONIEMRPET
d. AAANGVL
e. LNPNEOAERL
f. RTIEEIZDVNAOE
g. AQARUSD
h. UEODRQAN
i. IENBLRSGAO
j. EIINTACPZR
18. L’anagramma consiste nel cambiare la disposizione delle lettere di una parola per formarne un’altra. Scopri le parole anagrammate nei seguenti messaggi.
È nell’Iliade, non nell’Xxxxxxx, Odissea che si parla d’un prolungato xxxxxxx. assedio
a. Xxxx mio, bella xxxx, eccomi a Xxxx:
sul Tevere remare vedo Xxxx
e sulla sabbia un’xxxx misteriosa, mentre cinguetta un passero su un xxxx.
b. Siccome andava in moto senza xxxxx, fu fermato e così messo nel xxxxx
il noto boss della xxxxx mafiosa.
c. Complimenti alla cuoca!
Che cosa orrenda: ha un sapore xxxxxx codesto tuo budino di xxxxxx.
d. L’olio x’xxxxx è un condimento xxxxxx.
e. Percorre il fiume una stretta xxxx e poi si getta in un piccolo xxxx.
19. Scopri le parole misteriose contenute nei messaggi, ottenute cambiando una loro vocale, come nell’esempio.
Ho dovuto comprare una marca da xxxxx, bollo per denunciare il xyxxx bullo che, proprio sul più xzxxx bello di un vorticoso xkxxx, mi ha quasi rotto il collo. ballo
a. Ti sono grato: ero in un bell’xxxxxxxx; il tuo intervento m’ha tolto d’xxxyxxxx.
b. S’alza il sole sul xxxxxx e, nel maniero, la castellana fa, rivolta al xyxxxx:
“Le cose vanno, ahimè, di male in xzxxxx”.
20. Scopri le parole misteriose contenute nei messaggi, ottenute cambiando la lettera iniziale, come nell’esempio.
È il contadino che spezza la xxxxx, zolla è il falegname che usa la xxxxx. colla Colui che scatta assomiglia a una xxxxx molla e l’impudente ha la faccia di xxxxx. tolla
a. La mia xxxxx è proprio yxxxx: fa gli agguati, quatta, quatta, ai barattoli di kxxxx.
b. È caduto di xxxxx, sul pavimento in wxxxx, quel vaso e, ahimè, s’è yxxxx, producendo un gran zxxxx.
c. Era d’aspetto tarchiato e xxxxx, faceva il yxxxx a bordo d’un zxxxx.
21. Il lipogramma consiste nel formulare frasi che non contengano una certa vocale. A turno tu e i tuoi compagni componete delle frasi seguendo le indicazioni date. Il tema sarà: “Una partita di calcio”.
a. Nessuna delle parole della frase deve contenere la vocale A.
b. Nessuna delle parole della frase deve contenere la vocale E.
c. Nessuna delle parole della frase deve contenere la vocale I.
d. Nessuna delle parole della frase deve contenere la vocale O.
e. Nessuna delle parole della frase deve contenere la vocale U.
22. Il tautogramma consiste in una frase o un breve testo in cui tutte le parole o le frasi cominciano con la medesima lettera. Inventa un testo di senso compiuto di non più di tre righe che abbia come tema le tue vacanze e come lettera iniziale dominante la lettera S. Evidenzia la lettera iniziale delle parole.
Lettera dominante: M. In montagna mangio molte mele, mirtilli e mandorle.
Al mare mangio mitili e molluschi e mescolo una montagna di marmellata con le more.
23. Scarto: togliendo una lettera da una parola se ne può formare un’altra di diverso significato.
Per sbollire i miei xxyxxx furori devo proprio uscire xxxxx. fuori
a. È una bella giornata, ma nonostante il cielo xxyxx io mi sento molto xxxx
b. Il mio orologio si è yxxxx : mi avvisi tu quando sono le xxxx ?
c. Questi angoli mi sembrano un po’ xxxyxx : prova a misurarne i xxxxx .
d. Quando vado a vedere i negozi in xxxxyx di acquisti ne farei xxxxx
e. Sono preoccupato per il xxxyx
Carlo: è il xxxx giorno che non ci telefona.
f. Di xyxxxx a quella chiesa vi è una xxxxx miracolosa.
24. Zeppa: aggiungendo una lettera a una parola se ne può formare un’altra di diverso significato.
Se avessi preso solo un ventisette, t’avrei comprato, al più, quattro sciarpette, ma, poiché trenta e xxxx hai meritato, lode un ricco xxxxy io t’ho comperato. loden
a. Per rispondere all’xxxxxxx, devi toglierti il yxxxxxxx
b. È rimasto sotto il xxxxx quel quaderno tutto xyxxxx .
c. Mentre mi allacciavo la xxxxxx mi sono impigliato nella xxyxxxx .
d. Quando avrò finito di leggere il xxxxx mi sentirò finalmente xxxyxx .
e. Impara l’xxxx e mettila da yxxxx .
25. Zeppa sillabica: aggiungendo una sillaba a una parola se ne può formare un’altra di diverso significato. Formula delle frasi che contengano una delle parole indicate e una formata aggiungendole una sillaba.
Cane: Quelle due ragazze che portano a spasso il cane mi paiono assai carine
26. Le parole omografe sono parole scritte nello stesso modo ma aventi diverso significato. Scopri in ogni messaggio qual è la parola omografa misteriosa.
Quel tipo assai loquace a me sembra che xxxxx, quando dice: “Mi piace lo sciroppo di xxxxx”. menta
a. Ho passeggiato per campielli e xxxxx ed ora, ahimè, mi fanno male i xxxxx.
b. La tua risposta elusiva e xxxx di certo non appaga il passante che, senza meta, xxxx.
c. Il calzolaio xxxxx riparare le xxxxx.
d. Per sbaglio ruppe un barile e una xxxxx e l’oste, allora, lo riempì di xxxxx.
e. Della colpa xxxxxxxx si pentì la xxxxxxxx.
f. Il vecchio xxxxxx scrisse un lungo xxxxxx.
g. Scienziate: sempre in laboratorio a maneggiar xxxxxxxx: son chimiche xxxxxxxx.
h. Ci siam rivisti dopo quattro xxxxxx,con gli occhi xxxxxx per la commozione.
i. Vecchio poeta, un tempo tu xxxxxxx; come te pochi, ormai, ne son xxxxxxx.
j. Non agisce da solo quel mariuolo: ad un tratto xxxxxxx il suo xxxxxxx.
k. L’occasione al volo ho xxxxx” disse il saggio, dotto e xxxxx.
l. Fra quadrati, rettangoli e xxxxxx, troverai, senza dubbio, quel che xxxxxx.
m. Nella bisca c’è scritto: “Qui chi xxxx finisce, dritto, dritto, nella xxxx”.
n. Gli offrirono un bel fritto di calamari e xxxxxx, ma lui, inorridito, rispose: “Dio ne xxxxxx!”
o. A chi nei cibi mette troppo xxxx sicuramente la pressione xxxx.
p. Vado a cambiarmi d’xxxxx nella casa in cui xxxxx.
q. Dopo le dieci e xxxxx, soffian più forte i xxxxx.
r. Come probabilmente tu ben xxx, i frati indossan tutti quanti i xxx.
s. Al pedante di turno vorrei che chiaro xxxxx che del senno di poi sono piene le xxxxx.
27. Scopri qual è la parola omografa che corrisponde ai significati contenuti nelle seguenti espressioni. Ascolti componimenti lirici (3 lettere) odi
a. Parroco sottoposto a terapia (6 lettere)
b. Belva orgogliosa (5 lettere)
c. Viso girato (5 lettere)
FORME VERBALI ATTIVE
28. Analizza le seguenti forme del verbo essere, indicando forma, modo, tempo, persona.
FURONO · È STATO · SARÒ STATO · FOSTE · SII TU · SONO · SAREBBERO · SIATE STATI · STATO · ESSERE STATO · FOSSIMO · SARESTE STATI · SIA · ESSENDO · ERAVAMO · FUI STATO · SARETE STATI · ENTE · FOSSIMO STATI · SIA STATO · SIATE · SAREI STATO · SARESTE · SIANO · FOSSI · FOSTE STATI · SIAMO STATI · SARESTI STATO · SAREBBE
29. Analizza le seguenti forme del verbo avere indicando forma, modo, tempo, persona.
AVEVO · EBBERO · AVESSIMO AVUTO · ABBIATE VOI · AVREMMO AVUTO · ABBIAMO · AVERE AVUTO · HANNO AVUTO EBBE AVUTO · ABBIATE · AVRESTE · AVESTI AVUTO · HA · AVUTO · AVENDO AVUTO · ABBIA · AVESSERO · AVREI · AVESSIMO AVUTO · AVREBBERO AVUTO · AVESTE · ABBIATE · AVRESTI AVUTO · ABBIA AVUTO · AVESSI · AVREBBE
30. Analizza le seguenti forme verbali, indicando infinito, coniugazione, forma, modo, tempo, persona.
Perdessimo = perdere, II coniugazione, attivo, congiuntivo, imperfetto, I plurale.
PERDESSIMO · SUONARONO · FOSTE IMPALLIDITI · EBBERO COMUNICATO · SALTEREBBE · AVESSI COMPRATO MORDERESTI · ABBIAMO GIOITO · AVRESTE FUSO · IMPUGNAVA · FERMASSERO · AVEVANO INCONTRATO · DICONO ABBIANO FALLITO · AVREI COPERTO · ABBIAMO VINTO · ABBIATE SELLATO · INVITÒ · SPENDESSI · FOSTI SALTATO · AVEMMO INSEGNATO · FOSSIMO SVANITI · RIUSCIMMO · AVESSE COPIATO · CORREREMMO · FOSSI SPARITO · EBBE SMALTATO · HO PARCHEGGIATO · AVESTE DISEGNATO · AVRESTI CEDUTO · FURONO FINITI · GIRINO
FORME VERBALI PASSIVE
31. Analizza le seguenti forme verbali, indicando infinito, coniugazione, forma, modo, tempo, persona.
Siate capiti = capire, III coniugazione, passivo, congiuntivo, presente, II plurale.
SIA STATO MEDICATO · ERA PREFERITO · SAREBBE SOSTENUTO · SONO INCARICATO · SARESTE STATI VISTI · FOSSIMO FERITI ERAVAMO DETESTATI · FOSSERO STATI INVESTITI · VENISSERO CHIAMATI · SEI STATO PUNITO · SIATE RICOMPENSATI
SAREMO PRESENTATI · FU STATA LANCIATA · SAREBBERO STATE CORTEGGIATE · SIAMO STATI SPENNATI · SIANO CREDUTI
SIATE INCORONATI · ERANO STATI IMMERSI · FOSTE RINGRAZIATI · SAREMMO ESPULSI · SARÀ STATO VISTO · SII DIFESO
SONO TRASPORTATI · FOSTE STATI PERSEGUITATI · FOSSERO NASCOSTI · ERANO STATE SCATTATE · FUI ACCUSATO SARANNO STATI SUPERATI · FOSSI STATO AVVERTITO · SARÒ PRIVATO · SIATE STATI PREGATI · SARESTI IMMERSO
FORME VERBALI ATTIVE E PASSIVE
32. Analizza i verbi completando la tabella che contiene forme verbali sia attive sia passive.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona passeggiava
essendo formato sono stato avvisato partito sarebbe stato ripetuto
ebbero vissuto avere lucidato
eravate assaliti avendo dimenticato balzò
ho spezzato uscire avevano costituito ticchettando manterrà dedicherebbero sia aumentata fosse condizionato essere stato scrostato avrei frequentato sareste accompagnati
era stato spalmato nuotate
sarà stato richiamato
sia evaso
è introdotta esclami furono incisi fosse corso essere spinti cantante
saranno volati
fosti stato premiato
sarai ricordato
sia stato rapito essendo stato venduto nevicasse
33. Completa la tabella, coniugando i verbi secondo la forma, il modo, il tempo e la persona indicati. Dove manca, riconosci la coniugazione.
Verbo Infinito Coniugazione Forma Modo Tempo Persona amare passivo indicativo presente III pl. mettere passivo congiuntivo presente II s. scottare attivo participio passato / educare passivo indicativo fut. s. I s.
scoprire passivo condizionale passato I pl.
allattare
lasciare
coinvolgere
attivo indicativo presente III s.
attivo imperativo presente II pl.
passivo indicativo imperfetto II s. dormire
attivo gerundio presente / ottenere
guidare
coltivare
attivo congiuntivo trapassato III pl.
attivo indicativo fut. s. III s.
passivo infinito passato / scegliere
passivo indicativo fut. ant. III pl. volare
derubare
intingere
intontire
rinviare
attivo congiuntivo imperfetto III s.
passivo indicativo trap. rem. I pl.
attivo condizionale presente II s.
passivo indicativo trap. pross. I pl.
attivo gerundio passato / silurare
abbracciare
consigliare
accompagnare
passivo indicativo pass. pross. III pl.
passivo congiuntivo imperfetto II pl.
attivo indicativo trap. rem. II s.
passivo gerundio passato / fornire
passivo congiuntivo trapassato I pl.
trasformare
passivo gerundio presente / luccicare
attivo indicativo imperfetto II pl.
digerire
passivo infinito presente / fuoriuscire
vendere
attivo indicativo trap. pross. III pl.
attivo condizionale passato I s.
controllare
scuotere
spandere
passivo imperativo presente II s.
passivo indicativo pass. rem. III pl.
attivo congiuntivo presente III pl. partecipare
attivo participio presente / scaricare
esprimere
concedere
sorpassare
sostenere
decidere
temere
passivo congiuntivo passato III s.
attivo indicativo pass. pross. I pl.
attivo infinito passato /
attivo indicativo pass. rem. II s.
passivo condizionale presente III s.
attivo indicativo fut. ant. II s.
attivo congiuntivo passato II pl.
12.
LABORATORIO DI SCRITTURA
In questa sezione sono proposti alcuni suggerimenti per produrre testi di diverso tipo: il riassunto; il racconto; la descrizione; il tema.
1. DAL RIASSUNTO AL RACCONTO
Capita spesso di dover ridire in breve un testo: riassumere una pagina del libro di storia per prepararsi a un’interrogazione, sintetizzare i contenuti di un dialogo o di una telefonata a una persona che non era presente, rimettere in ordine gli appunti di una lezione o di una conferenza per poterla memorizzare, presentare in breve un film o un libro da consigliare a un amico.
Riassumere, cioè riordinare il contenuto di un testo selezionando gli elementi essenziali in risposta alla domanda da cui è generato, è una delle attività più importanti ai fini della conoscenza. Per questo motivo è fondamentale mettere a fuoco alcune indicazioni utili per imparare a riassumere qualsiasi tipo di testo:
1. Individuare l’intenzione comunicativa
Dopo aver ascoltato o letto attentamente il testo, occorre individuarne l’intenzione comunicativa cercando di rispondere alla domanda “Che cosa intende davvero dirci chi ha prodotto questo testo?”. Importante: sintetizzare un testo significa produrre un altro testo, il quale ha come scopo fondamentale proprio quello di mettere in evidenza l’intenzione comunicativa del testo di partenza: è a questo fine che devono essere indirizzate tutte le attività implicate nella sintesi!
2. Sintetizzare il testo
a. Selezionare
Selezionare i passaggi essenziali del testo per comprendere l’intenzione comunicativa, eliminando tutti i particolari non indispensabili.
Ad esempio:
Cappuccetto Rosso
FATTI ESSENZIALI
1. La mamma consegna a Cappuccetto la torta da portare alla nonna e le ricorda di non passare dal bosco.
2. Cappuccetto decide di prendere la scorciatoia nel bosco e di abbandonare la strada.
3. Cappuccetto nel bosco incontra il lupo e gli rivela dove sta andando e dove abita la nonna.
FATTI NON ESSENZIALI
1. La mamma prepara una torta alla marmellata di mirtilli.
2. È primavera: gli uccelli cantano e i prati sono in fiore, una leggera brezza accarezza l’erba.
b. Generalizzare
Riunire sotto un termine generico le persone, le cose o i fatti diversi, ma dello stesso tipo.
Arrivato al cancello Luca provò ad infilare nella serratura la chiave blu, ma si accorse che essa non riusciva neanche ad entrare nella serratura. Così provò con la chiave rossa: entrava, ma non girava né a destra né a sinistra. A questo punto infilò la chiave verde: con sua gran soddisfazione la chiave, senza opporre alcuna resistenza, aprì la porta.
SINTESI: Dopo due tentativi falliti, finalmente Luca riuscì ad aprire la porta.
c. Esplicitare
Integrare il testo esplicitando gli elementi lasciati impliciti, ma essenziali in rapporto all’intenzione comunicativa.
Entrati al ristorante ordinarono tutto quello che la loro fame e il loro gusto gli suggerirono. Quando risalirono in macchina tutti e due avevano allargato la cintura di un buco.
SINTESI: Al ristorante mangiarono a sazietà.
(Quella di mangiare è una azione che non viene esplicitamente riferita dal testo, ma essa è evidentemente quella che serve a collegare e spiegare le altre due informazioni).
3. Rielaborare il testo
a. Discorso diretto discorso indiretto In alcuni testi (ad esempio in un romanzo o in un racconto) può capitare di trovare riportati altri testi: si tratta di citazioni, o, nel caso questi testi rientrino in un dialogo, di discorsi diretti. In questi casi bisogna trasformare i discorsi diretti in discorsi indiretti. Nel discorso indiretto il testo viene ripreso attraverso la mediazione di chi lo riferisce e perciò è necessario un adattamento: tutti gli elementi che fanno riferimento alla situazione comunicativa del testo incluso, devono essere fatti corrispondere alla situazione comunicativa del testo che li include.
Le persone: Caterina disse: “Se vogliamo arrivare in tempo, dobbiamo muoverci” (noi: I persona plurale). Caterina disse che se volevano arrivare in tempo, dovevano muoversi (essi: III persona plurale).
I tempi verbali: Avevi detto: “Francesca ha superato l’esame” (passato prossimo). Avevi detto che Francesca aveva passato l’esame (trapassato prossimo).
I modi dei verbi: È probabile che Luca dica: “Mi piace!” (indicativo) È probabile che Luca dica che gli piaccia (congiuntivo); Gli ho chiesto: “Puoi prestarmelo?” (indicativo) li ho chiesto se potesse prestarmelo (congiuntivo).
I pronomi personali, gli aggettivi dimostrativi e possessivi, gli avverbi dimostrativi: Aveva detto: “Io penso che ora questi tuoi stivali non vadano più bene” Aveva detto che egli pensava che allora quei suoi stivali non andassero più bene.
I riferimenti spazio temporali: Giorgio disse: “Ieri sono entrato in questa gelateria e ho comprato un enorme cono al pistacchio” Giorgio disse che il giorno precedente era entrato in quella gelateria e aveva comprato un enorme cono al pistacchio.
b. Terza persona, tempo presente. Nella compilazione di un riassunto, di una esposizione o di una sintesi è sempre conveniente la terza persona e il tempo presente. In questo caso il tempo presente viene chiamato tempo commentativo, in quanto, più che avere la funzione di collocare una vicenda in un preciso tempo, ha la funzione di suggerire a chi legge un atteggiamento di particolare attenzione. Per esprimere le relazioni di anteriorità e posteriorità rispetto al presente commentativo si usano rispettivamente il passato prossimo e il futuro semplice e anteriore.
RIASSUMERE
Sintetizzare
4. Cancella nelle seguenti frasi i termini ridondanti, cioè quelli il cui significato è già contenuto nel primo termine.
Quella ragazza è bella, armoniosa, piacente, simpatica, carina, intelligente.
1. La taverna del nonno è scura, buia, silenziosa, senza luce, umida, poco illuminata, tenebrosa. 2. Il nonno di Franco è ricco, avaro, facoltoso, danaroso, scapolo, pieno di soldi, abbiente. 3. La dispensa è grande, spaziosa, piena di provviste, capiente, ampia, massiccia, polverosa, vasta. 4. Il papà di Eugenio ha la testa calva, pelata, rotonda, senza capelli, piena di idee. 5. La sigaretta è nociva, costosa, malsana, non salutare, dannosa, inutile. 6. La frase che hai scritto è priva di significato, insulsa, offensiva, breve, futile, sciocca, priva di attrattiva.
5. Cancella nei seguenti periodi le espressioni che esemplificano o spiegano più in dettaglio il concetto principale.
Quel cacciatore era un codardo, tremava davanti alle prede, aveva paura perfino di incontrarle; così a casa sua non si mangiò mai selvaggina.
1. Il bosco era molto umido, le foglie trasudavano gocce di rugiada, la terra era molle e fangosa, eppure sembrava molto accogliente. 2. Tutti i miei fratelli stavano studiando con impegno: Piero leggeva il libro di storia, Maria scriveva sul suo quaderno, Elena ripeteva ad alta voce la lezione. 3. Sfregai il primo e si accese, poi feci lo stesso con il secondo, anche il terzo prese subito fuoco, e così via: consumai tutta la scatola di fiammiferi in pochi secondi. 4. Era pericoloso entrare in quella cristalleria dove tutto era così fragile; avrei potuto urtare contro quegli splendidi vasi, infrangere quei costosi bicchieri, andar contro i vetri così trasparenti. Così decisi di non entrarci. 5. Angelo parla sempre e con tutti, a scuola chiacchiera durante le ore di lezione, a casa dialoga con il televisore, in autobus distrae il conducente: Angelo non tace mai. 6. Non mi piace ricevere i regali a Natale perché nessuno indovina mai i mie gusti: la mamma mi regala sempre vestiti di cui non ho bisogno, il papà mi dà dei soldi che io non posso spendere, i miei fratellini mi regalano libri e io non so leggere. Perché nessuno considera che ho solo due anni?
6. Nelle seguenti frasi c’è un aggettivo troppo generico. Sostituiscilo sottolineando, tra gli aggettivi suggeriti quello che ti sembra più adatto
Il racconto era bello. attraente, avvincente, appetitoso, invitante, positivo
a. La minestra appena scodellata è calda. rovente, scottante, bollente, infuocata, ustionante
b. Quel trapano fa un rumore fortissimo. terribile, insostenibile, assordante, inesprimibile, pazzesco
c. Achille è un eroe forte. grandioso, invincibile, potente, eccezionale, insuperabile, inimitabile, divino
d. La rosa è un fiore fragile. tenero, delicato, impalpabile, cagionevole, gracile
e. Quella lezione risultò pesante. fastidiosa, noiosa, uggiosa, tediosa, insopportabile
7. Seleziona nei riquadri la parola o l’espressione che ti sembra più efficace per completare il significato della frase (dove è necessario inserisci anche l’articolo).
Non avevo mai visto una simile stellata: il cielo era blu elettrico e le stelle sembravano piccoli pertugi sotto l’immenso.
Insieme dei colori: nero, blu, azzurro, blu elettrico, grigio.
a. Al torneo uno sconosciuto cavaliere si presentò con la sua ____________ scintillante: un silenzio improvviso serpeggiò tra il pubblico, poi tutti si voltarono e videro l’invincibile eroe
della Turingia: nessuno avrebbe mai osato sfidarlo.
Insieme delle armi: pistola, spada, spadone, fucile, carabina, lancia, mitra
b. Sono pochi gli gnomi che non posseggono ________________ magica. Golgo, non avendola, è stato costretto a procurarsela con l’inganno: si e intrufolato nella dimora del mago Fredo e gliel’ha sottratta. Non contento, gli ha portato via anche la sua ________________ e così ora Fredo è disoccupato.
Insieme degli oggetti incantati che compaiono nelle fiabe: mantello, sfera di cristallo, polvere, formula, pozione, bacchetta, collana
c. La giovane Lisandra amava la primavera, perché solo in quella stagione il suo amato le donava fiori bianchi. Ma quell’anno rimase a mani vuote perché per le continue piogge non erano spuntati né _____________ né ____________ e neppure i suoi fiori preferiti. Così il suo amato sta ancora pensando che regalo farle.
Insieme dei fiori: rosa, margherita, tulipano, camelia, dalia, crisantemo, giglio, bucaneve, papavero
d. Marco è proprio indeciso: deve scegliere a quale personaggio vuole assomigliare. Vorrebbe essere _____________ come Ulisse, _______________ come Achille, _____________ come Paperone, ____________ come Superman e invece si sente _________________ come Paperino, ______________ come King Kong ___________ come Fantozzi.
Insieme delle qualità: brutto, violento, bello, astuto, sfortunato, intelligente, vivace, veloce, ottuso, ricco, forte, simpatico, attraente, imbranato
8. Sottolinea nei seguenti brani quello che ritieni il fatto principale.
All’insaputa degli uomini che erano già rientrati nelle case, l’astronave si calò verticalmente giù dagli spazi, esitò qualche istante mandando una specie di ronzio, poi toccò il tetto senza strepito, come colomba.
Tratto da D. Buzzati, Il disco si posò
a. Avanzarono poi per miglia e miglia oltre le montagne, finché si videro davanti una grande città, con più di cento torri che brillavano ai raggi del sole come argento: in mezzo si ergeva uno splendido castello di marmo coperto di oro rosso, e lì abitava il re.
Tratto da H.C. Andersen, Il compagno di viaggio
b. Poi fecero silenzio e soffocavano le risa perché stava per succedere una cosa da diventare matti dal divertimento: due di questi piccoli manigoldi, zitti zitti, si erano portati su di un ramo proprio sopra a Cosimo e gli calavano la bocca di un sacco sulla testa (uno di quei lerci sacchi che a loro servivano certo per metterci il bottino, e quando erano vuoti si acconciavano in testa come cappucci che scendevano sulle spalle). Tratto da I. Calvino, Il barone rampante
c. Aprirono e videro un giovane bellissimo, talmente bello che di fronte allo splendore della sua bellezza persino il sole si offuscava. I suoi riccioli neri cadevano sulle spalle, le sopracciglia si univano alla radice del naso come frecce sottili, gli occhi bruciavano di un fuoco ardente.
Tratto da una fiaba uzbeka
d. Era ritto dietro il suo scrittoio in fondo alla stanza semibuia. L’americana lo trovava simpatico. Le piaceva la tremenda serietà con cui accoglieva i reclami. Le piaceva la sua dignità. Le piaceva il desiderio che mostrava di servirla. Le piaceva la considerazione che aveva per il proprio mestiere. Le piacevano la sua faccia, vecchia e pesante, e le sue mani. Tratto da E. Hemingway, Gatto sotto la pioggia
9. Trova un’espressione che riassuma tutte le azioni elencate.
Povera mamma! Ogni giorno lava i pavimenti, spolvera i mobili, mette la cera, riordina le stanze. Povera mamma! Ogni giorno fa i lavori di casa.
a. Dopo aver mangiato guardo sul diario, preparo i libri, ripasso le lezioni, eseguo gli esercizi, studio quello che l’insegnante ha spiegato.
Dopo aver mangiato
b. Mio padre cinque giorni su sette al mattino si prepara, sale in macchina, attraversa la città, arriva in ufficio, timbra il cartellino, si siede alla sua scrivania.
Mio padre cinque giorni su sette
c. Carlo, per piacere, prendi la caffettiera, mettici l’acqua e il caffé, chiudila, accendi il gas e metticela sopra!
Carlo, per piacere
d. È giugno. Finalmente si chiudono i libri, si fanno i bagagli, si compra il biglietto del treno, si chiude casa e si parte.
È giugno. Finalmente
e. Federico controllò il suo fucile, liberò i segugi, prese con sé il carniere, si avventurò nella riserva, sparò agli animali, prese molta selvaggina.
Federico
f. Domani è il mio compleanno, allora invito gli amici, compro delle bibite, chiedo alla mamma di preparare una torta, scelgo dei bei dischi, metto gli addobbi.
Domani è il mio compleanno, allora
10. Scegli l’insieme che ti sembra più appropriato per contenere i seguenti nomi.
Topolino, Asterix, Tex, Dylan Dog, Paperoga, Nathan Never, Paperino.
Eroi Cartoni animati
Anello, lingotto d’oro, diadema, diamante, vaso cinese, collana di perle. gioielli
Noè, Mosè, Aronne, Sara, Ruth, Davide, Golia, Giosuè, Giuseppe nomi
Cane, cammello, orso, leone, pantera, toro, gazzella, antilope.
Pallanuoto, pallamano, tiro a segno, salto con l’asta, pallacanestro, salto in lungo.
Personaggi dei fumetti
oggetti preziosi oggetti
personaggi biblici nomi propri
animali della foresta erbivori mammiferi
sport
sport olimpici giochi di squadra
Tonno, razza, sardina, pescespada, dentice, orata, squalo. pesci pesci d’acqua dolce pesci d’acqua salata
Pennarello, foglio, matita, quaderno, evidenziatore, sussidiario.
materiale scolastico strumenti strumenti per disegnare
11. Ti presentiamo qui di seguito tre brevissime storie: dai a ciascuna un titolo che riassuma il fatto principale.
Lentamente il soldato si avvicinò alla postazione nemica. Si era pitturato la faccia con i colori del bosco e la sua tuta mimetica lo nascondeva tra le fitte piante. Trattenendo il respiro entrò nella tenda del generale che sapeva impegnato in un giro d’ispezione. Non faticò a trovare i piani di guerra, li arrotolò e li infilò nei suoi stivali. Poi, come un furetto si dileguò.
Titolo: Il soldato ruba i piani di guerra.
a. Era bella, anzi bellissima. Jean il pittore, appena la vide, capì che era lì proprio per lui. Aprì il cavalletto, lo posizionò, dal suo borsone estrasse i pennelli, la tavolozza, e iniziò a mescolare tanti colori che divennero una fluida crema marrone. Finalmente la prima pennellata. Lei lo guardava, immobile. Al tramonto aveva terminato. Ora non c’era più una sola mucca così bella: lei pascolava beata, l’altra era immortalata sul suo quadro.
Titolo: ___________________________________________________________
b. Intorno all’albero dello scimpanzè Riki tutto taceva. All’improvviso una noce di cocco lo colpì sulla zampa pelosa. Riki si guardò intorno ma non vide nessuno. Tornò a regnare il silenzio. Poi ne arrivò un’altra che però lo mancò. Lo scimpanzè, che per lo spavento quasi cadde dal ramo, guardò verso l’albero più alto e vide la scimmia Vale che aveva ammucchiato accanto a sé molte noci di cocco e ne stava lanciando un’altra proprio contro la sua fronte.
Titolo: ____________________________________________________________
c. Come ogni mattina, precisamente alle sei e trenta, il guardiano dello zoo iniziò il suo giro d’ispezione. Prima tappa: lo stagno. Le oche sguazzavano placide insieme ai cigni e sembravano non essersi accorte di quanto era successo quella notte. Tutti gli animali erano tranquilli e dediti alle loro solite attività, solo nella gabbia delle scimmie vi era molta agitazione. Il guardiano, insospettito dalla gran confusione, si precipitò da loro. Guardò per bene nella gabbia, ma non vi era nulla di strano, poi si accorse che tutte erano arrampicate sul lato destro e guardavano divertite la gabbia del leone. Il guardiano si girò e per poco non morì di crepacuore: il cancello era spalancato e all’interno non vi era traccia del leone. Una scimmia era aggrappata alle sbarre e giocherellava soddisfatta con una grossa chiave. Il guardiano in preda al panico afferrò il suo portachiavi e, accidenti!, mancava proprio la chiave della gabbia del leone.
Titolo: ____________________________________________________________
Rielaborare
12. Trasforma in discorsi indiretti i seguenti discorsi diretti.
a. Il ragazzo esclamò: «È tardi. Hanno già chiuso il portone della scuola».
b. I cercatori di funghi, tornando a casa delusi, dissero: «Non ne abbiamo trovato nemmeno uno!».
c. Il segretario comunicò al preside: «Ha telefonato la professoressa Rossi per avvertire che non parteciperà alla riunione».
d. «Sono già le 16», esclamò impaziente il sindaco e aggiunse: «La cerimonia non si farà».
13. Volgi in discorso indiretto i dialoghi presenti nella favola.
La cicala e le formiche
In una giornata d’inverno le formiche stavano facendo seccare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. E quelle le dissero: «Ma perché non hai fatto provvista anche tu, quest’estate?». «Non avevo tempo», rispose lei, «dovevo cantare le mie melodiose canzoni». «E tu balla, adesso che è inverno, se d’estate hai cantato!», le dissero ridendo le formiche.
La favola mostra che, in qualsiasi faccenda, chi vuol evitare dolori e rischi non deve essere negligente. Tratto da Esopo, Le favole
14. Esponi il contenuto del dialogo tra Massaio Turi e Mommo senza usare il discorso diretto.
Massaio Turi gli si era fermato davanti, domandandogli:
- Dove vai? Che fai qui?
Il ragazzo lo guardò sbigottito, grattandosi il capo.
- Come ti chiami? Di chi sei figlio?
- Mi chiamo Mommo. Sono figlio di compare Pino.
- Che fai qui?
- Niente.
- E dove vai?
- Non lo so. Vengo da Palagonìa.
- Che facevi colà?
- Niente; domandavo l’elemosina.
- Bel mestiere t’insegnava tuo padre!
- È morto mio padre!
- E tua madre?
- Chi lo sa dov’è! Io guardavo i tacchini del notaio.
- Quale notaio?
- Del notaio; lo chiamano così. Mi ha mandato via.
- E perché ti ha mandato via?
- Dice che ho perduto una tacchina.
- Dice? L’hai perduta davvero.
- È sparita. L’ho cercata tanto!
- E poi ti sei messo a domandar l’elemosina!
- Che potevo fare? Avevo fame.
- E ora come sei qui? Dove vai?
- Non lo so. A Palagonìa gli altri ragazzi mi picchiavano.
- Su, prendi la giacchetta e vieni con me.
I trucchi del mestiere
I TEMPI VERBALI NEL DISCORSO INDIRETTO
Quando si volge in discorso indiretto un discorso diretto, la trasformazione dei tempi verbali deve tener conto del tempo del testo che include la citazione e della relazione di anteriorità, contemporaneità o posteriorità che il testo citato intrattiene con esso.
Osserva la tabella che illustra le trasformazioni.
Verbo al passato avevi detto
anteriorità (passato)
discorso diretto
discorso indiretto
«Luigi è partito» passato prossimo
che Luigi era partito trapassato prossimo
Verbo al presente dici
anteriorità (passato)
discorso diretto
discorso indiretto
«Luigi è partito» passato prossimo
che Luigi è partito passato prossimo
Verbo al futuro dirai
anteriorità (passato)
discorso diretto
discorso indiretto
«Luigi è partito» passato prossimo
che Luigi sarà partito futuro anteriore
contemporaneità (presente) posteriorità (futuro)
«Luigi parte» presente
che Luigi partiva imperfetto
«Luigi partirà» futuro
che Luigi sarebbe partito condizionale passato
contemporaneità (presente)
«Luigi parte» presente
che Luigi parte presente
posteriorità (futuro)
«Luigi partirà» futuro
che Luigi partirà futuro
contemporaneità (presente)
«Luigi parte» presente
che Luigi partirà futuro
posteriorità (futuro)
«Luigi partirà» futuro
che Luigi partirà futuro
15. Il racconto è scritto in prima persona: riscrivilo in terza persona usando il discorso indiretto.
Dignità professionale
Io sono un osso duro!
So dominarmi.
Esteriormente non lo davo a vedere, ma erano in gioco il lavoro assiduo di lunghi anni, il riconoscimento del mio talento, tutto il mio futuro.
«Sono un artista zoologo», dissi.
«Che cosa sa fare?», chiese il direttore.
«Imito le voci degli uccelli».
«Purtroppo — disse con un cenno di diniego — è roba fuori moda».
«Ma come? Il tubare della tortora? Lo zirlio dell’ortolano? Il canto della quaglia? Lo squittire del gabbiano? La melodia dell’allodola?»
«Roba vecchia», disse annoiato il direttore.
Mi fece male, ma credo di non averlo dato assolutamente a vedere.
«Arrivederci», dissi cortesemente, e volai via dalla finestra aperta.
Tratto da I. Örkény, Novelle da un minuto
16. Riscrivi il riassunto usando i tempi commentativi, ovvero il presente, il passato prossimo il futuro semplice e anteriore.
La scienza della fiacca
Un vecchio turco, che non amava il lavoro, desiderava che suo figlio diventasse abile nel battere la fiacca. Andò così a visitare un professore che aveva la fama di essere un grande esperto nel dolce far niente. Prima di parlargli lo spiò: il professore stava sdraiato sotto un albero e, quando un fico cadeva, allungava il braccio per prenderlo e lo mangiava. Ammirato dall’abilità del professore nel battere la fiacca, il vecchio turco gli disse che avrebbe mandato suo figlio a scuola da lui.
Il ragazzo però si dimostrò più bravo del maestro. Infatti riusciva ad evitare persino lo sforzo di allungare il braccio per raccogliere i fichi, in quanto mangiava solo quelli che gli cascavano direttamente in bocca. Il maestro perciò lo rimandò a casa.
I trucchi del mestiere
PRENDERE APPUNTI
Una relazione - una conferenza in un convegno, la spiegazione della guida al museo di arte contemporanea, la relazione di storia del tuo compagno o la lezione del professore - consiste essenzialmente nell’esposizione di un certo argomento attraverso racconti, ragionamenti, esemplificazioni, presentazione di dati, commenti, osservazioni. L’aspetto più importante mentre si ascolta una spiegazione dunque è seguire il filo del discorso, individuando gli elementi chiave dello stesso e cercando di memorizzarlo. L’attività di sintesi di un tale tipo di testo orale si svolge dunque in due fasi: fase dell’ascolto, fase della rielaborazione.
Fase dell’ascolto
Per non perdere il filo del discorso occorre aiutare la memoria fissando su un foglio tutti quei dati che difficilmente potresti ricordare a lungo termine, come nomi, date, definizioni, oppure complesse articolazioni di discorso (punti nodali di una narrazione, passaggi complessi dal punto di vista logico ecc.). Non è importante che tu scriva tutto quanto viene detto, bensì che tu capisca l’argomento principale e non perda il filo del discorso. Infatti potrai colmare le eventuali lacune al termine dell’esposizione, ponendo domande al relatore, oppure recuperando i dati mancanti in altre fonti (il libro di testo, il compagno di banco, ecc.). Di fondamentale importanza è poi è cogliere la conclusione del discorso, il punto di arrivo.
Spiegazione di storia:
- argomento
- protagonisti
- luoghi
- date
- azioni (sequenze narrative)
- motivazioni (perché? Nel caso di una guerra, ad esempio è importante individuare le cause profonde e il casus belli, cioè l’occasione che la fa scoppiare)
- conclusioni della vicenda e ripercussioni sul contesto.
Conferenza su un argomento di attualità:
- tema: introduzione alla problematica
- tesi: ciò che si vuole dimostrare
- argomenti a favore della tesi
- esempi
- eventuali contro-argomentazioni e confutazioni
- conclusioni
Fase della rielaborazione
Dopo aver colmato le eventuali lacune dei tuoi appunti attraverso la formulazione di domande al relatore, è necessario rielaborare i tuoi appunti in modo da renderli un testo coerente e coeso. Si tratta cioè di ripercorrere il filo del discorso (che gli appunti ti hanno permesso di tenere vivo nella memoria) traducendolo in un testo comprensibile da tutti e consultabile in qualsiasi momento.
In questa fase, che deve avvenire a poca distanza temporale dalla prima, occorre ridare agli appunti una struttura logica e sintattica.
Uno schema molto semplice (e quindi adattabile a tutti i tipi di relazione) è quello di seguire la tripartizione in:
- Introduzione: si esplicita l’argomento in questione, l’ambito del discorso, l’intenzione comunicativa.
- Sviluppo: si presentano i passaggi, le argomentazioni le principali esemplificazioni fatte dal relatore.
- Conclusione: si presentano le conclusioni tirate dal relatore.
La forma del testo risultante dalla rielaborazione dipende molto dall’uso che ne devi fare: se per esempio devi scrivere un articolo o una recensione, dovrai essere il più fedele possibile alla forma originale della relazione e strutturare un testo comprensibile da chiunque; mentre se devi risistemare i tuoi appunti per una interrogazione, potrai essere sintetico quanto basta per riuscire a memorizzare i contenuti in vista di una esposizione orale.
RIASSUMERE UN TESTO NARRATIVO
Un testo narrativo è caratterizzato dallo svolgersi, nel tempo e nello spazio, di azioni significative di cui sono protagonisti alcuni personaggi
a. Personaggi e azione
Per comporre un buon riassunto è innanzitutto importante individuare l’azione principale e i suoi personaggi principali. È possibile riassumere l’azione principale di qualsiasi testo narrativo (o di qualsiasi porzione di esso) componendo un breve enunciato così strutturato: qualcuno fa qualcosa. Ad esempio si può riassumere la storia di Cappuccetto rosso così:
Titolo Cappuccetto rosso
Argomento Ovvero di come una bambina riesce a salvare la nonna da un lupo. qualcuno fa qualcosa
Ovviamente a questa estrema sintesi si possono aggiungere alcuni elementi importanti:
Cappuccetto rosso ovvero di come una bambina vestita di un abito dal cappuccio rosso riesce a salvare la amata nonna da un terribile lupo, grazie all’aiuto di un buon cacciatore.
Questo tipo di estrema sintesi è possibile anche con romanzi molto lunghi, come ad esempio la meravigliosa epopea de Il signore degli anelli:
Il signore degli anelli ovvero di come una compagnia di hobbit, nani, elfi ed uomini, distruggendo un anello magico, salva il mondo dalle forze del male.
In questo caso abbiamo aggiunto la condizione a cui deve sottostare l’azione per essere realizzata: distruggere l’anello infatti è necessario a salvare la Terra di mezzo dalla terribile minaccia di Sauron! Ma in una storia acquistano di volta in volta importanza anche gli scopi, i mezzi, i destinatari delle azioni.
b. Tempo e spazio
Un testo narrativo non è esauribile in una sola azione. In ogni racconto è possibile infatti riconoscere varie azioni, che si svolgono secondo precise successioni temporali. Per riconoscere e collocare cronologicamente le diverse sequenze narrative è importante prestare attenzione agli indicatori temporali, che individuano le relazioni di tempo tra le varie azioni. Esse, rispetto al punto temporale in base al quale gli eventi si collocano (c’era una volta un re che desiderava trovare un principe a cui dare in sposa la sua bellissima figlia…), possono essere di anteriorità, contemporaneità o posteriorità (allora decise… poi emanò un bando… ma prima di questo ordinò che… così disse al pretendente che se avesse sconfitto il terribile drago avrebbe ottenuto la mano…).
Un racconto non si svolge solo nel tempo ma anche in un tempo. Ogni racconto, infatti, è ambientato in un certo momento di tempo - che può essere un passato indefinito come quello delle fiabe (C’era una volta) o un passato storico preciso (Nel 1492 Cristoforo Colombo…); ma anche un futuro (basti pensare a tutti i romanzi di fantascienza) o addirittura il presente dell’autore. A questa ambientazione nel tempo corrisponde una precisa ambientazione nello spazio. Emblematico è il caso dei Promessi sposi, romanzo ambientato nella Lombardia del 1600: nel primo capitolo, dopo aver dipinto lo splendido scenario del paesaggio montano del lago di Como, Manzoni ci introduce così all’azione del romanzo: “per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa sua, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra…”. La scelta di un tempo e di un ambiente non è mai casuale, né deve essere considerata di “contorno” alla storia. Spesso le ambientazioni storiche e naturalistiche possono essere considerati dei veri e propri personaggi del romanzo, a cui l’autore affida il compito di introdurre il lettore ai significati profondi del testo.
In base alle diverse intenzioni comunicative e alla diversa elaborazione degli elementi sopra citati la tradizione letteraria ha identificato diversi generi narrativi. Per alcuni di essi diamo ora qualche suggerimento pratico per la stesura di un riassunto.
RIASSUMERE UNA FAVOLA
Una favola è un tipo di narrazione breve caratterizzata da pochi protagonisti (spesso solo due) tratti dal regno animale che simboleggiano i vizi e delle virtù degli uomini. La trama è dunque molto semplice, gli avvenimenti sono collocati in un tempo indefinito e l’ambientazione è spesso solo suggerita. L’intenzione comunicativa di una favola è spesso individuata da una morale, un insegnamento.
17. Dopo aver letto la favola, individua i personaggi principali, l’azione principale, il messaggio.
L’asino e il lupo
Un asino che pascolava in un prato vide un lupo, e si mise a fare lo zoppo. Il lupo si avvicinò: “Perché zoppichi?”. “Un momento fa, attraversando una siepe, ho messo il piede su una spina. Tu mi puoi mangiare, lo so, ma prima faresti bene a levarmi la spina, anche nel tuo interesse, perché non ti si infili in bocca nel masticare”. Il lupo ne fu persuaso. Sollevò la zampa dell’asino e si mise a osservare con la massima attenzione lo zoccolo; e l’asino, con un calcio in bocca, gli spezzò tutti i denti.
Malconcio com’era: “Me la son meritata” disse. “Mio padre m’insegnò l’arte del macellaio, e io, pezzo d’animale, ho voluto tentare quella del medico”.
da Esopo, Le favole
Messaggio Azione principale
A ognuno il suo mestiere
L’asino e il lupo. Ovvero di come:
18. Leggi la favola e poi rispondi alle domande.
Il cane e la carne Giustamente perde il proprio chi appetisce l’altrui.
Personaggi principali
Un cane, a nuoto, nel fiume portava un pezzo di carne. Vede specchiata nell’acqua la propria immagine: pensa che un’altra carne, portata da un altro cane, sia quella, e vuol rubargliela. Resta però deluso l’ingordo, perché si lascia, di bocca, sfuggire il pezzo che tiene, e non c’è verso che possa toccare l’altro che agogna.
Tratto e adattato da Fedro, Favole
a. Riproduci con disegni la sequenza delle narrate.
b. Esplicita la caratteristica del protagonista, completando l’affermazione: Il cane è …, infatti …
c. Esplicita la morale della favola completando l’affermazione: Questa favola dice che …
d. Fai il riassunto della favola mettendo in luce le caratteristiche del personaggio e la morale della favola.
RIASSUMERE UNA FIABA
A differenza della favola, i protagonisti della fiaba sono creature umane a cui si affiancano personaggi dotati di poteri magici come orchi, fate ecc. Inoltre le storie narrate risultano più complesse e articolate, anche se spesso si rifanno a uno schema simile: a una situazione di equilibrio iniziale succede una complicazione (rottura di questo equilibrio a causa di qualche fattore modificante); quindi una serie di peripezie porta allo stabilimento di un nuovo equilibrio. Anche gli ambienti acquistano maggiore rilievo: essendo un genere di origine popolare nella fiaba è possibile riconoscere i paesaggi cari alla tradizione da cui proviene. Nelle fiabe l’intenzione comunicativa del testo in genere non è una morale, sintetizzabile in una frase. Per questo è molto utile, per coglierla, cominciare da una attenta comprensione del testo.
In una fiaba è importante riconoscere dunque:
Personaggi
1. L’eroe o protagonista;
2. l’antagonista;
3. l’aiutante;
4. il donatore (che fornisce all’eroe uno strumento, spesso magico, per superare le prove);
5. la persona cercata (o anche l’oggetto del desiderio);
6. il mandante (chi dà all’eroe l’incarico di cercare o superare la prova);
7. il falso eroe (chi tenta di sostituirsi all’eroe per godere i vantaggi della vittoria).
1. Situazione iniziale
2. Fatto modificante
3. Peripezie
4. Conclusione
comunicativa
19. Leggi la seguente fiaba, individua le diverse tipologie di personaggi, dividila in sequenze narrative, descrivi i luoghi in cui è ambientata la vicenda, e dopo aver individuato l’intenzione comunicativa, scrivi un sottotitolo.
I doni del popolo piccino
Una volta un sarto e un orefice andavano insieme per il mondo: e una sera che il sole era già calato dietro i monti, udirono il suono di una musica lontana, che si faceva sempre più distinto: era un suono inconsueto ma così piacevole, che dimenticarono ogni stanchezza e proseguirono in fretta. La luna era già alta sull’orizzonte, quando arrivarono a un colle, dove c’era una folla di omini e di donnine, che si eran presi per mano e danzando cantavano nel modo più soave: era la musica, che avevano udito i viandanti. In mezzo era seduto un vecchio, un po’ più alto degli altri, che indossava un vestito variopinto, e una barba bianca gli pendeva sul petto. I due si fermarono stupefatti e guardarono la danza. Il vecchio accennò loro di entrare, e il popolo piccino aprì premurosamente il suo cerchio. L’orefice, che aveva la gobba e, come tutti i gobbi, era piuttosto ardito, si fece avanti: il sarto in principio era un po’ ritroso e si tenne in disparte; ma quando vide che se la spassavano così allegramente, si fece coraggio e lo seguì. Subito il cerchio si richiuse e i nani continuarono a cantare e a danzare, saltando sfrenatamente; ma il vecchio prese un coltellaccio appeso alla cintura, e, quando l’ebbe affilato a dovere, si guardò intorno cercando i forestieri. Questi si spaventarono ma non ebbero tempo di pensaci sopra: il vecchio afferrò l’orefice e in un baleno gli rasò barba e capelli; lo stesso accadde al sarto.
La paura svanì, quando il vecchio, a operazione compiuta, batté loro amichevolmente sulla spalla. quasi volesse dire che avevano fatto bene a tollerare tutto di buona voglia, senza far resistenza. Additò un mucchio di carbone lì accanto, e a gesti fece intendere che dovevano riempirsene le tasche. Obbedirono entrambi, pur non sapendo che cosa dovessero farsene di quel carbone; poi proseguirono in cerca di un ricovero per la notte. Quando giunsero nella valle, la campana del vicino convento suonò mezzanotte; all’istante il canto cessò; tutto era sparito e il colle era deserto nel chiaro di luna.
I due viandanti trovarono un ricovero, si sdraiarono sulla paglia e si coprirono con le giubbe ma, per la stanchezza, dimenticarono di tirar fuori il carbone. Un gran peso li svegliò prima del solito. Frugarono nelle tasche; e non credevano ai loro occhi, quando videro che non erano piene di carbone, ma di oro schietto e per fortuna erano tornati, foltissimi. anche barba e capelli. Adesso erano ricchi; ma l’orefice che, avido com’era, si era riempito meglio le tasche, possedeva il doppio di quel che aveva il sarto.
Un avido, se ha molto, ne vuole ancora di più; e l’orefice propose al sarto di fermarsi lì ancora un giorno, e la sera uscir di nuovo, a farsi dare dal vecchio sull’altura tesori ancor più grandi. Il sarto non volle e disse:
- Ne ho abbastanza e son contento: adesso metto su bottega, sposo l’oggetto del mio amore (così chiamava la sua innamorata) e sono un uomo felice.
Ma per fargli piacere, acconsentì a fermarsi ancora un giorno. La sera, l’orefice si appese alle spalle un paio di bisacce, per poter insaccare a dovere e s’incamminò verso il colle. Trovò il popolo piccino che cantava e danzava come la notte prima, il vecchio lo rasò di nuovo e gli accenno di prendersi il carbone. Egli non pose tempo in mezzo, ficcò nelle sue bisacce tutto quel che poteva starci, tornò indietro tutto beato e si coprì con la giubba.
- L’oro, anche se pesa. lo sopporterò! - disse, e finalmente si addormentò, pregustando la gioia di svegliarsi il
giorno dopo, ricco sfondato. Quando aprì gli occhi, si alzò in fretta per guardare nelle bisacce; ma quale non fu la sua meraviglia, quando. per frugar che facesse, non tirò fuori che neri pezzi di carbone! «Mi resta l’oro che mi è toccato la scorsa notte!» pensò, e andò a prenderlo; ma come si spaventò, vedendo che anche quello si era trasformato di nuovo in carbone! Si batté la fronte con la mano sudicia di polvere nera e sentì che tutta la testa era liscia e pelata come la faccia. M la le sue disgrazie non erano ancor finite: soltanto allora s’accorse che, oltre alla gobba che aveva sulla schiena, glien’era cresciuta un’altra, altrettanto grossa, sul petto. Allora vide ch’era quello il castigo per la sua avidità e si mise a piangere forte. Il buon sarto, svegliato dal suo pianto, consolò l’infelice come meglio poteva e disse: - Sei stato mio compagno di viaggio: resterai con me, e vivremo insieme della mia ricchezza. - Tenne la parola, ma il povero orefice dovette portare due gobbe per tutta la vita e coprirsi la pelata con un berretto.
Tratto da J.E W. Grimm, Fiabe
Personaggi
Sequenze narrative Luoghi
Intenzione comunicativa
Sottotitolo
I doni del popolo piccino
Ovvero di come:
RIASSUMERE UN RACCONTO O UN ROMANZO
Il romanzo, rispetto alla fiaba, si caratterizza per la maggior lunghezza e complessità: la linea della narrazione, che è comunque prevalente, può lasciare spazio a sequenze descrittive, a dialoghi, alla descrizione dei pensieri o delle riflessioni dei protagonisti. Tali sequenze possono essere più o meno lunghe (da brevi porzioni di testo a interi capitoli). Può anche capitare di trovare delle digressioni: il narratore può interrompere l’azione e raccontarci la storia di un certo personaggio, di un certo luogo o darci qualche ragguaglio sul contesto storico in cui si svolgono le vicende.
In particolare gli spazi, i paesaggi, le ambientazioni storiche assumono nel romanzo una funzione molto importante: non solo essi infatti costituiscono lo sfondo all’azione, ma spesso assumono la funzione di veri e propri personaggi. Basti pensare ai romanzi di fantascienza, in cui gli ambienti descritti assumono valenze profetiche se rapportati al nostro mondo o al nostro presente; ma anche al genere del racconto giallo, in cui spesso la scena del delitto occupa un posto di primo piano nello sviluppo dell’azione; infine si possono considerare molti romanzi in cui l’ambientazione è il segno di una certa società, di un certo modo di pensare, di una certa cultura. Anche i paesaggi, magari descritti attraverso il particolare punti di vista di qualche personaggio, possono assumere valori simbolici. Nel romanzo assume importanza la figura del narratore: egli può essere coinvolto in diversi modi con la vicenda narrata; diverso infatti è che il narratore sia esterno ai fatti raccontati o che vi abbia preso parte e li racconti da un punto di vista interno. In questo caso il narratore può identificarsi con il protagonista della storia oppure con un personaggio secondario che narra la vicenda attraverso il suo particolare punto di vista.
Per fare una buona sintesi di un romanzo è dunque importante tener conto di questi aspetti:
1. Fabula e intreccio
Innanzitutto è importante ricostruire con precisione la trama della vicenda narrata. In alcuni racconti però l’ordine della narrazione non segue l’ordine cronologico dei fatti: il narratore infatti può far ricorso alle tecniche del flash-back o della prolessi per inserire nella narrazione fatti avvenuti in un tempo anteriore o posteriore rispetto a quello del presente della narrazione. È dunque importante saper distinguere la fabula (la sequenza dei fatti esposta secondo l’ordine cronologico) dall’intreccio (la sequenza dei fatti secondo l’ordine con cui ne veniamo a conoscenza nella lettura del romanzo).
2. Il tempo e la durata
Di non minore rilevanza è l’individuazione del tempo in cui la vicenda è ambientata: esso può essere un tempo determinato (come ad esempio nei romanzi storici, in cui una precisa epoca fa da sfondo alla vicenda narrata e ne costituisce il contesto di valori) o un tempo fittizio (come nei romanzi fantastici o di fantascienza ambientati in tempi lontani o addirittura paralleli al nostro). La determinazione del tempo può essere espressa in modo esplicito (tramite delle date o riferimenti a fatti storici di particolare rilevanza), oppure può essere lasciata inferire al lettore attraverso alcuni elementi significativi (la presenza di una carrozza caratterizzerà una certa epoca, la presenza di un aereo o un’automobile un’altra).
Il narratore può riassumere parecchi anni in una sola frase, come può dedicare molte righe a pochissimi attimi di storia, fino addirittura a fermare la narrazione della storia per commentare o descrivere: il rapporto tra il tempo “reale” di un fatto – misurato in minuti, ore, giorni, anni – e il tempo impiegato dal narratore per esporre eventi o dialoghi – misurato in parole, righe, pagine – si chiama durata. Nei dialoghi i due tempi tendono a coincidere.
3. Lo spazio
Anche la caratterizzazione degli spazi e degli ambienti può dare indicazioni importanti al fine di comprendere il significato di un racconto. In particolare acquistano rilevanza le opposizioni aperto/ chiuso, vicino/ lontano, luminoso/buio, familiare/ estraneo, umano/disumano, ecc. Dalle descrizioni dei luoghi e degli ambienti umani è possibile inoltre ricavare numerose informazioni sui personaggi – pensate ad esempio a quante osservazioni era in grado di ricavare il famoso investigatore Sherlock Holmes solo dall’osservazione del mobilio di una stanza. Oppure pensate a come nell’Odissea l’esplorazione di luoghi diversi costituisca per Ulisse l’opportunità di conoscere diversi aspetti dell’umano!
4. La voce narrante: io narrante – io narrato È importante inoltre soffermarsi sulla figura del narratore, soprattutto quando egli assuma la voce di uno dei personaggi. In questo caso egli è chiamato narratore interno; nel caso invece che il narratore in terza persona sia estraneo alla vicenda egli è detto narratore esterno. Il narratore è la persona responsabile dell’intera narrazione: potremmo dire che è la voce che ci guida all’interno del mondo del romanzo. Un caso interessante è sicuramente quello in cui il narratore ci parla si sé (romanzo autobiografico o di formazione): in questo caso è probabile che il narratore voglia mostrare come la propria persona sia cresciuta nel tempo, come alcune vicende lo abbiamo segnato o fatto maturare. Bisogna qui allora saper distinguere l’io narrante dall’io narrato. Il primo è identificabile con la voce di colui che, alla fine di una vicenda, decide di raccontarci cosa gli è accaduto: egli racconta la vicenda dal punto di vista finale, e dunque rappresenta l’“io” maturo del personaggio; l’io narrato invece è il personaggio che cresce e cambia nel corso del romanzo: la sua consapevolezza va via via avvicinandosi a quella dell’io narrante. Solo nel finale i due “io” si ricompongono definitivamente.
Narratore Personaggi Sequenze narrative Ambientazione Intenzione comunicativa
intreccio fabula tempo spazio
Interno Esterno
Personaggi principali Personaggi secondari
20. Scrivi il riassunto di ogni racconto. Nel primo esempio abbiamo individuato noi il sottotitolo, che esprime l’intenzione comunicativa del racconto.
Il mercante di preziosi
Ovvero di come un ricco si rese conto che le ricchezze non valgono la vita.
Un mercante di preziosi, di quelli che si chiamano intagliatori, possedendo delle pietre preziose e delle perle, s’imbarcò con i suoi servitori per recarsi a commerciare. Gli capitò, provvidenzialmente, di affezionarsi a un giovane della nave che era addetto al suo servizio, dormiva presso di lui e mangiava ciò ch’egli mangiava. Un giorno il giovane udì alcuni marinai sussurrare fra loro e decidere di buttare a mare il mercante per impadronirsi delle pietre che aveva con sé. Il giovane si presentò quindi con l’aria molto triste per compier al solito il proprio servizio presso il mercante e questi gli disse: «Perché sei così triste oggi?». Costui rimaneva taciturno e pensieroso. L’altro lo interrogò di nuovo: «Per davvero, dimmi che hai». Allora il giovane scoppiò in singhiozzi e disse: «I marinai hanno architettato tale e tale piano contro di te». Gli chiese: «È vero?». Rispose: «Sì, hanno deciso così tra loro nei tuoi riguardi». Allora egli chiamò i servitori e disse loro: «Tutto ciò che io vi dirò fatelo senza tardare e domandare». Allora stese un panno e disse loro: «Portatemi la cassetta». Essi la portarono. Apertala, ne trasse fuori le pietre e, dopo averle tratte tutte, disse: «È questa la vita? È per questo che io corro pericoli, lotto contro il mare e fra poco morirò senza portar via nulla di mio da questo mondo?». Disse allora ai servitori: «Gettate tutto in mare». E dopo che ebbe detto ciò, essi buttarono tutto in mare. I marinai rimasero stupefatti e i loro piani furon ridotti a nulla. Tratto da G. Mosco, Secondo Breviario dei laici Giacomo di cristallo Ovvero di come ________________________________________________________
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie. Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca. Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili. Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi. La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze. Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri.
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
Tratto da G. Rodari, Il gatto viaggiatore
Il colombre
Ovvero di come ________________________________________________________
(Suggerimento: presta attenzione ai dialoghi!)
Quando Stefano Roi compì dodici anni, chiese in regalo a suo padre, capitano di mare e padrone di un bel veliero, che lo portasse con sé a bordo.
«Quando sarò grande» disse «voglio andar per mare come te. E comanderò delle navi ancora più belle e grandi della tua”.
«Che Dio ti benedica, figliolo» rispose il padre. E siccome proprio quel giorno il suo bastimento doveva partire, portò il ragazzo con sé. Era una giornata splendida di sole; e il mare tranquillo. Stefano, che non era mai stato sulla nave, girava felice in coperta, ammirando le complicate manovre delle vele. E chiedeva di questo e di quello ai marinai che, sorridendo, gli davano tutte le spiegazioni. Come fu giunto a poppa, il ragazzo si fermò, incuriosito, a osservare una cosa che spuntava a intermittenza in superficie, a distanza di due-trecento metri, in corrispondenza della scia della nave. Benché il bastimento già volasse, portato da un magnifico vento al giardinetto, quella cosa manteneva sempre la distanza. E, sebbene egli non ne comprendesse la natura, aveva qualcosa di indefinibile, che lo attraeva intensamente. Il padre, non vedendo Stefano più in giro, dopo averlo chiamato a gran voce invano, scese dalla plancia e andò a cercarlo.
«Stefano, che cosa fai lì impalato?» gli chiese scorgendolo infine a poppa, in piedi, che fissava le onde.
«Papà, vieni qui a vedere”.
Il padre venne e guardò anche lui, nella direzione indicata dal ragazzo, ma non riuscì a vedere niente.
«C’è una cosa scura che spunta ogni tanto dalla scia» disse «e che ci viene dietro”.
«Nonostante i miei quarant’anni» disse il padre «credo di avere ancora una vista buona. Ma non vedo assolutamente niente”.
Poiché il figlio insisteva, andò a prendere il cannocchiale e scrutò la superficie del mare, in corrispondenza della scia. Stefano lo vide impallidire.
«Cos’è? Perché fai quella faccia?»
«Oh, non ti avessi ascoltato» esclamò il capitano.
«Io adesso temo per te. Quella cosa che tu vedi spuntare dalle acque e che ci segue, non è una cosa. Quello è un colombre. È il pesce che i marinai sopra tutti temono, in ogni mare del mondo. È uno squalo tremendo e misterioso, più astuto dell’uomo. Per motivi che forse nessuno saprà mai, sceglie la sua vittima, e quando l’ha scelta la insegue per anni e anni, per una intera vita, finché è riuscito a divorarla. E lo strano è questo: che nessuno riesce a scorgerlo se non la vittima stessa e le persone del suo stesso sangue”.
«Non è una favola?»
«No. Io non l’avevo mai visto. Ma dalle descrizioni che ho sentito fare tante volte, l’ho subito riconosciuto. Quel muso da bisonte, quella bocca che continuamente si apre e chiude, quei denti terribili. Stefano, non c’è dubbio, purtroppo, il colombre ha scelto te e finché tu andrai per mare non ti darà pace. Ascoltami: ora noi torniamo subito a terra, tu sbarcherai e non ti staccherai mai piú dalla riva, per nessuna ragione al mondo. Me lo devi promettere. Il mestiere del mare non è per te, figliolo. Devi rassegnarti. Del resto, anche a terra potrai fare fortuna».
Ciò detto, fece immediatamente invertire la rotta, rientrò in porto e, coi pretesto di un improvviso malessere, sbarcò il figliolo. Quindi ripartì senza di lui.
Profondamente turbato, il ragazzo restò sulla riva finché l’ultimo picco dell’alberatura sprofondò dietro l’orizzonte. Di là dal molo che chiudeva il porto, il mare restò completamente deserto. Ma, aguzzando gli sguardi, Stefano riuscì a scorgere un puntino nero che affiorava a intermittenza dalle acque: il “suo” colombre, che incrociava lentamente su e giù, ostinato ad aspettarlo. Da allora il ragazzo con ogni espediente fu distolto dal desiderio del mare. Il padre lo mandò a studiare in una città dell’interno, lontana centinaia di chilometri. E per qualche tempo, distratto dal nuovo ambiente, Stefano non pensò più al mostro marino. Tuttavia, per le vacanze estive, tornò a casa e per prima cosa. appena ebbe un minuto libero, si affrettò a raggiungere l’estremità del molo, per una specie di controllo, benché in fondo lo ritenesse superfluo. Dopo tanto tempo, il colombre, ammesso anche che tutta la storia narratagli dal padre fosse vera, aveva certo rinunciato all’assedio. Ma Stefano rimase là, attonito, col cuore che gli batteva. A distanza di due-trecento metri dal molo, nell’aperto mare, il sinistro pesce andava su e giù, lentamente, ogni tanto sollevando il muso dall’acqua e volgendolo a terra, quasi con ansia guardasse se Stefano Roi finalmente veniva. Così, l’idea di quella creatura nemica che lo aspettava giorno e notte divenne per Stefano una segreta ossessione. E anche nella lontana città gli capitava di svegliarsi in piena notte con inquietudine. Egli era al sicuro, sì, centinaia di chilometri lo separavano dal colombre. Eppure egli sapeva che, di là dalle montagne, di là dai boschi, di là dalle pianure, lo squalo era ad aspettarlo. E, si fosse egli trasferito pure nel più remoto continente, ancora il colombre si sarebbe appostato nello specchio di mare più vicino, con l’inesorabile ostinazione che hanno gli strumenti del fato. Stefano, ch’era un ragazzo serio e volonteroso, continuò con profitto gli studi e, appena fu uomo, trovò un impiego dignitoso e rimunerativo in un emporio di quella città. Intanto il padre venne a morire per malattia, il suo magnifico veliero fu dalla vedova venduto e il figlio si trovò ad essere erede di una discreta fortuna. Il lavoro, le amicizie, gli svaghi, i primi amori: Stefano si era ormai fatto la sua vita, ciononostante il pensiero del colombre lo assillava come un funesto e insieme affascinante miraggio; e, passando i giorni, anziché svanire, sembrava farsi più insistente. Grandi sono le soddisfazioni di una vita laboriosa, agiata e tranquilla, ma ancora più grande è l’attrazione dell’abisso. Aveva appena ventidue anni Stefano, quando, salutati gli amici della città e licenziatosi dall’impiego, tornò
alla città natale e comunicò alla mamma la ferma intenzione di seguire il mestiere paterno. La donna, a cui Stefano non aveva mai fatto parola del misterioso squalo, accolse con gioia la sua decisione. L’avere il figlio abbandonato il mare per la città le era sempre sembrato, in cuor suo, un tradimento alle tradizioni di famiglia. E Stefano cominciò a navigare, dando prova di qualità marinare, di resistenza alle fatiche, di animo intrepido. Navigava, navigava, e sulla scia del suo bastimento, di giorno e di notte, con la bonaccia e con la tempesta, arrancava il colombre. Egli sapeva che quella era la sua maledizione e la sua condanna, ma proprio per questo, forse, non trovava la forza di staccarsene. E nessuno a bordo scorgeva il mostro, tranne lui.
«Non vedete niente da quella parte?» chiedeva di quando in quando ai compagni, indicando la scia. «No, noi non vediamo proprio niente. Perché?»
«Non so. Mi pareva…».
«Non avrai mica visto per caso un colombre» facevano quelli, ridendo e toccando ferro.
«Perché ridete? Perché toccate ferro?»
«Perché il colombre è una bestia che non perdona. E se si mettesse a seguire questa nave, vorrebbe dire che uno di noi è perduto».
Ma Stefano non mollava. La ininterrotta minaccia che lo incalzava pareva anzi moltiplicare la sua volontà, la sua passione per il mare, il suo ardimento nelle ore di lotta e di pericolo. Con la piccola sostanza lasciatagli dal padre, come egli si sentì padrone del mestiere, acquistò con un socio un piccolo piroscafo da carico, quindi ne divenne il solo proprietario e, grazie a una serie di fortunate spedizioni, poté in seguito acquistare un mercantile sul serio, avviandosi a traguardi sempre più ambiziosi. Ma i successi, e i milioni, non servivano a togliergli dall’animo quel continuo assillo; né mai, d’altra parte, egli fu tentato di vendere la nave e di ritirarsi a terra per intraprendere diverse imprese. Navigare, navigare, era il suo unico pensiero. Non appena, dopo lunghi tragitti, metteva piede a terra in qualche porto, subito lo pungeva l’impazienza di ripartire. Sapeva che fuori c’era il colombre ad aspettarlo, e che il colombre era sinonimo di rovina. Niente. Un indomabile impulso lo traeva senza requie, da un oceano all’altro.
Finché, all’improvviso, Stefano un giorno si accorse di essere diventato vecchio, vecchissimo; e nessuno intorno a lui sapeva spiegarsi perché, ricco com’era, non lasciasse finalmente la dannata vita del mare. Vecchio, e amaramente infelice, perché l’intera esistenza sua era stata spesa in quella specie di pazzesca fuga attraverso i mari, per sfuggire al nemico. Ma piú grande che le gioie di una vita agiata e tranquilla era stata per lui sempre la tentazione dell’abisso.
E una sera, mentre la sua magnifica nave era ancorata al largo dei porto dove era nato, si sentì prossimo a morire. Allora chiamò il secondo ufficiale, di cui aveva grande fiducia, e gli ingiunse di non opporsi a ciò che egli stava per fare. L’altro, sull’onore, promise. Avuta questa assicurazione, Stefano, al secondo ufficiale che lo ascoltava sgomento, rivelò la storia del colombre, che aveva continuato a inseguirlo per quasi cinquant’anni, inutilmente. «Mi ha scortato da un capo all’altro del mondo» disse «con una fedeltà che neppure il piú nobile amico avrebbe potuto dimostrare. Adesso io sto per morire. Anche lui, ormai, sarà terribilmente vecchio e stanco. Non posso tradirlo”.
Ciò detto, prese commiato, fece calare in mare un barchino e vi sali, dopo essersi fatto dare un arpione. «Ora gli vado incontro» annunciò. «È giusto che non lo deluda. Ma lotterò, con le mie ultime forze”. A stanchi colpi di remi, si allontanò da bordo. Ufficiali e marinai lo videro scomparire laggiù, sul placido mare, avvolto dalle ombre della notte. C’era in cielo una falce di luna.
Non dovette faticare molto. All’improvviso il muso orribile del colombre emerse di fianco alla barca.
«Eccomi a te, finalmente» disse Stefano. «Adesso, a noi due!»
E, raccogliendo le superstiti energie, alzò l’arpione per colpire.
«Uh» mugolò con voce supplichevole il colombre «che lunga strada per trovarti. Anch’io sono distrutto dalla fatica. Quanto mi hai fatto nuotare. E tu fuggivi, fuggivi. E non hai mai capito niente».
«Perché?» fece Stefano, punto sul vivo.
«Perché non ti ho inseguito attraverso il mondo per divorarti, come pensavi. Dal re del mare avevo avuto soltanto l’incarico di consegnarti questo”.
E lo squalo trasse fuori la lingua, porgendo al vecchio capitano una piccola sfera fosforescente. Stefano la prese fra le dita e guardò. Era una perla di grandezza spropositata. E lui riconobbe la famosa Perla del Mare che dà, a chi la possiede, fortuna, potenza, amore, e pace dell’animo. Ma era ormai troppo tardi.
«Ahimé!» disse scuotendo tristemente il capo.
«Come è tutto sbagliato. Io sono riuscito a dannare la mia esistenza: e ho rovinato la tua».
«Addio, pover’uomo» rispose il colombre. E sprofondò nelle acque nere per sempre.
Due mesi dopo, spinto dalla risacca, un barchino approdò a una dirupata scogliera. Fu avvistato da alcuni pescatori che, incuriositi, si avvicinarono. Sul barchino, ancora seduto, stava un bianco scheletro: e fra le ossicine delle dita stringeva un piccolo sasso rotondo.
Il colombre è un pesce di grandi dimensioni, spaventoso a vedersi, estremamente raro. A seconda dei mari, e delle genti che ne abitano le rive, viene anche chiamato kolomber, kahloubrha, kalonga, kalu-balu, chalung-gra. I naturalisti stranamente lo ignorano. Qualcuno perfino sostiene che non esiste.
Tratto da D. Buzzati, Il colombre Il piano per rapire Lucia.
In questo brano dei Promessi Sposi, tratto dal capitolo VII, don Rodrigo prepara insieme al Griso, suo braccio destro, il piano per rapire Lucia, una giovane paesana di cui si è invaghito.
Dopo aver letto il brano dividilo in sequenze narrative e ricostruisci l’ordine cronologico dei fatti (fabula). Scrivi un riassunto che rispetti l’intreccio e uno che segua la fabula.
Nel rimanente di quella lunga mattinata, si videro certe novità che misero non poco in sospetto l’animo già conturbato delle donne. Un mendico, né rifinito né cencioso come i suoi pari, e con un non so che d’oscuro e di sinistro nel sembiante, entrò a chieder la carità, dando in qua e in là cert’occhiate da spione. Gli fu dato un pezzo di pane, che ricevette e ripose, con un’indifferenza mal dissimulata. Si trattenne poi, con una certa sfacciataggine, e, nello stesso tempo, con esitazione, facendo molte domande, alle quali Agnese s’affrettò di risponder sempre il contrario di quello che era. Movendosi, come per andar via, finse di sbagliar l’uscio, entrò in quello che metteva alla scala, e lì diede un’altra occhiata in fretta, come poté. Gridatogli dietro: - ehi ehi! dove andate galantuomo? di qua! di qua!tornò indietro, e uscì dalla parte che gli veniva indicata, scusandosi, con una sommissione, con un’umiltà affettata, che stentava a collocarsi nei lineamenti duri di quella faccia. Dopo costui, continuarono a farsi vedere, di tempo in tempo, altre strane figure. Che razza d’uomini fossero, non si sarebbe potuto dir facilmente; ma non si poteva creder neppure che fossero quegli onesti viandanti che volevan parere. Uno entrava col pretesto di farsi insegnar la strada; altri, passando davanti all’uscio, rallentavano il passo, e guardavan sott’occhio nella stanza, a traverso il cortile, come chi vuol vedere senza dar sospetto. Finalmente, verso il mezzogiorno, quella fastidiosa processione finì. Agnese s’alzava ogni tanto, attraversava il cortile, s’affacciava all’uscio di strada, guardava a destra e a sinistra, e tornava dicendo: - nessuno - : parola che proferiva con piacere, e che Lucia con piacere sentiva, senza che né l’una né l’altra ne sapessero ben chiaramente il perché. Ma ne rimase a tutt’e due una non so quale inquietudine, che levò loro, e alla figliuola principalmente, una gran parte del coraggio che avevan messo in serbo per la sera. Convien però che il lettore sappia qualcosa di più preciso, intorno a quÈ ronzatori misteriosi: e, per informarlo di tutto, dobbiam tornare un passo indietro, e ritrovar don Rodrigo, che abbiam lasciato ieri, solo in una sala del suo palazzotto, al partir del padre Cristoforo. (Dopo una notte travagliata per i pensieri suscitati in lui dal padre Cristoforo, don Rodrigo si sveglia ancor più risoluto a rapire Lucia) Appena alzato, fece chiamare il Griso. «Cose grosse», disse tra sé il servitore a cui fu dato l’ordine; perché l’uomo che aveva quel soprannome, non era niente meno che il capo dÈ bravi, quello a cui s’imponevano le imprese più rischiose e più inique, il fidatissimo del padrone, l’uomo tutto suo, per gratitudine e per interesse. Dopo aver ammazzato uno, di giorno, in piazza, era andato ad implorar la protezione di don Rodrigo; e questo, vestendolo della sua livrea, l’aveva messo al coperto da ogni ricerca della giustizia. Cosi, impegnandosi a ogni delitto che gli venisse comandato, colui si era assicurata l’impunità del primo. Per don Rodrigo, l’acquisto non era stato di poca importanza; perché il Griso, oltre all’essere, senza paragone, il più valente della famiglia, era anche una prova di ciò che il suo padrone aveva potuto attentar felicemente contro le leggi; di modo che la sua potenza ne veniva ingrandita, nel fatto e nell’opinione.
- Griso! - disse don Rodrigo: - in questa congiuntura, si vedrà quel che tu vali. Prima di domani, quella Lucia deve trovarsi in questo palazzo.
- Non si dirà mai che il Griso si sia ritirato da un comando dell’illustrissimo signor padrone.
- Piglia quanti uomini ti possono bisognare, ordina e disponi, come ti par meglio; purché la cosa riesca a buon fine. Ma bada sopra tutto, che non le sia fatto male.
- Signore, un po’ di spavento, perché la non faccia troppo strepito… non si potrà far di meno.
- Spavento… capisco… è inevitabile. Ma non le si torca un capello; e sopra tutto, le si porti rispetto in ogni maniera. Hai inteso?
- Signore, non si può levare un fiore dalla pianta, e portarlo a vossignoria, senza toccarlo. Ma non si farà che il puro necessario.
- Sotto la tua sicurtà. E… come farai?
- Ci stavo pensando, signore. Siam fortunati che la casa è in fondo al paese. Abbiam bisogno d’un luogo per andarci a postare. e appunto c’è, poco distante di là, quel casolare disabitato e solo, in mezzo ai campi, quella casa… vossignoria non saprà niente di queste cose… una casa che bruciò, pochi anni sono, e non hanno avuto danari da riattarla, e l’hanno abbandonata, e ora ci vanno le streghe: ma non è sabato, e me ne rido. Questi villani, che son pieni d’ubbie, non ci bazzicherebbero, in nessuna notte della settimana, per tutto l’oro del mondo: sicché possiamo andare a fermarci là, con sicurezza che nessuno verrà a guastare i fatti nostri. - Va bene; e poi?
Qui, il Griso a proporre, don Rodrigo a discutere, finché d’accordo ebbero concertata la maniera di condurre a fine l’impresa, senza che rimanesse traccia degli autori, la maniera anche di rivolgere, con falsi indizi, i sospetti altrove, d’impor silenzio alla povera Agnese, d’incutere a Renzo tale spavento, da fargli passare il dolore, e il pensiero di ricorrere alla giustizia, e anche la volontà di lagnarsi; e tutte l’altre bricconerie necessarie alla riuscita della bricconeria principale. Noi tralasciamo di riferir quÈ concerti, perché, come il lettore vedrà, non son necessari all’intelligenza della storia; e siam contenti anche noi di non doverlo trattener più lungamente a sentir parlamentare quÈ due fastidiosi ribaldi. Basta che, mentre il Griso se n’andava, per metter mano all’esecuzione, don Rodrigo lo richiamò, e gli disse: - senti: se per caso, quel tanghero temerario vi desse nell’unghie questa sera, non sarà male che gli sia dato anticipatamente un buon ricordo sulle spalle. Così, l’ordine che gli verrà intimato domani di stare zitto, farà più sicuramente l’effetto. Ma non l’andate a cercare, per non guastare quello che più importa: tu m’hai inteso. - Lasci fare a me, - rispose il Griso, inchinandosi, con un atto d’ossequio e di millanteria; e se n’andò. La mattina fu spesa in giri, per riconoscere il paese. Quel falso pezzente che s’era inoltrato a quel modo nella povera casetta, non era altro che il Griso, il quale veniva per levarne a occhio la pianta: i falsi viandanti eran suoi ribaldi, ai quali, per operare sotto i suoi ordini, bastava una cognizione più superficiale del luogo. E, fatta la scoperta, non s’eran più
lasciati vedere, per non dar troppo sospetto.
Tornati che furon tutti al palazzotto, il Griso rese conto, e fissò definitivamente il disegno dell’impresa; assegnò le parti, diede istruzioni.
Tratto da A. Manzoni, I Promessi Sposi
Il maniaco
Ovvero di come: ______________________________________________________
(Suggerimento: in questo racconto sono molto importanti due sequenze descrittive, che hanno la funzione di presentare le caratteristiche dello strano personaggio di cui parla il racconto)
Marco era salito al volante, e mi aspettava. Buttai in terra la carta velina dell’involto, che tenevo ancora in mano: e forse, insieme ad essa, gettai anche il foglio della ricevuta dell’orologio: non me ne accorsi, allora; ma per quanto l’abbia poi cercato in tutte le tasche, non mi riuscì di ritrovarlo più. Corsi verso l’automobile. Ero distratto e inciampai in una catena di ferro distesa per terra, che non avevo visto. Con uno sforzo istintivo di equilibrio, rimasi a stento in piedi, ma la catena era legata a una bicicletta, posta su un mucchio di altre biciclette appoggiate al muro; e, al mio strattone involontario, l’instabile catasta precipitò. Al rumore della caduta fece eco un grido, o piuttosto quasi un ruggito che veniva dall’interno della casa. Ero giunto alla jeep: prima di salirvi mi volsi a quell’urlo, e guardai. Di fianco all’orologiaio, tra la sua porta e la scalinata, si apriva una bottega, o un magazzino di ferraglie. Il mucchio di biciclette rugginose che avevo fatto precipitare era il primo di molti altri che, in un seguito continuato, si allineavano sul marciapiede ai due lati dell’apertura del negozio. Chiamarla apertura era però un abuso: perché essa era completamente chiusa da un ingombro inestricabile dei più svariati oggetti di ferro, ruote, tubi, carrozzine, strumenti, rotoli di filo spinato, pali, macchine rotte, palette, stufe, pentole, padelle, tricicli, ogni pensabile cosa di metallo, fino a dei pezzi informi e minuti, che stavano, tra un oggetto e l’altro, come zeppe, e formavano, in terra, una specie di pavimento. Quell’ammasso di rottami giungeva fino al soffitto, stava in piedi per opera dei mille incastri nei quali le cose si allacciavano in un intrico fittissimo; reso più stabile da un gran numero di lunghe catene di ferro che, come serpenti nerastri, s’intrecciavano qua e là, e scomparivano nel folto. Questa specie di foresta vergine di metallo riempiva non soltanto l’apertura della bottega, come una muraglia bizzarra, ma tutto il suo interno, che era profondo, e si perde va nell’oscurità. Era un blocco a tre dimensioni, un gran corpo costituito di migliaia di rami e di rametti senza foglie. Uno stretto passaggio era lasciato nel mezzo; come un sentiero o un corridoio angusto e sinuoso, interrotto qua e là dallo sporgere di qualche tubo e di qualche ruota, e nel quale non avrebbe potuto passare un uomo di corporatura appena normale. Questo sentiero impervio portava a un retro bottega, anch’esso zeppo di rottami, in mezzo ai quali era lasciato libero un piccolo spazio circolare di un paio di metri, che si intravedeva, oltre l’intreccio dei ferri, perché vi era accesa una lampada. Di là, da quella minuscola radura, di sotto quel lume che pareva quello della casa dell’orco, giungevano le grida e le bestemmie. Una donna di mezza età, vestita di grigio, con un bel viso calmo e paziente, stava vicino all’ingresso. Si voltò verso di me, portò l’indice alla bocca, come a dirmi di tacere. Poi, con un gesto stanco della mano davanti alla fronte, mi indicò che l’uomo che urlava non sapeva quello che faceva. - Non è nulla - gridò, rivolta verso l’interno. - È caduta una bicicletta. Ora la tiro su. - Lentamente, con gli atti di una persona abituata a compiacere un bambino, sollevò le biciclette cadute, le riappoggiò al muro, vi avvolse attorno la catena. Mi si avvicinò, e sottovoce mi disse: - È mio marito. Ha più care queste ferraglie che i suoi occhi. Non vive per altro. Da anni e anni le compera: e non le vuoi vendere a nessuno. È toccato. Le mette qui, le accumula. Anche le cantine, delle cantine grandissime, che tengono tutta la casa, sono piene che non ci si può entrare. I miei figliuoli ogni tanto prendono qualche ferro, e lo vendono, per comprarsi qualche libro. Sono agli studi, si devono laureare. Ma guai se lui si accorge che manca qualcosa. Sarebbe capace di ammazzarli: o si metterebbe a letto per la disperazione. - La donna tacque d’un tratto, tornò sulla soglia, con aria indifferente, e mi ripeté, col dito, il gesto del silenzio. L’uomo si era infilato nel corridoio. Veniva avanti adagio, rotando su se stesso, chinandosi per evitare gli ostacoli, strisciando come una lucertola. Dopo qualche minuto giunse all’aperto della sua tana di metallo, uscì sulla strada, come una talpa che si affacci all’imbocco di una sua galleria; e si guardò attorno diffidente. Era piccolo, magrissimo, con un viso squadrato da meccanico, e occhi avidi e furtivi. Aveva in mano un cannello ossidrico acceso, e lo brandiva come un’arma, un lanciafiamme, per difendere quei suoi tesori. Come vide che tutto era in ordine, parve placarsi. Toccò con le mani una delle catene, per rendersi conto che fosse ben legata; sfiorò col dito la ruota di una bicicletta appesa fuori del groviglio, e la ruota si mise a girare. Si accorse di una macchia di vernice su un tubo che sporgeva dall’intreccio, e cominciò con cura attenta a bruciarla con la sua fiamma. Avremmo voluto parlargli: ma la moglie continuava a farci cenno di tacere, e di andarcene. Marco era tentato di interpellarlo, di chiedergli di venderci la bottega, o almeno uno dei suoi preziosi pezzi di ferro: ma i gesti della donna e la prudenza lo indussero al silenzio. Diede un’occhiata di ammirata meraviglia al meccanico, ammiccò con l’occhio alla donna, voltò la sua macchina, e ci avviammo.
Tratto da C. Levi, L’orologio
Svolgendo gli esercizi sul riassunto del testo narrativo hai imparato quali sono i fattori che lo contraddistinguono (personaggi, eventi, spazio, tempo…). Ora mettiti alla prova scrivendo brevi racconti, dapprima per informare il destinatario, in seguito per intrattenerlo.
RACCONTARE PER INFORMARE
21. Racconta a un tuo compagno di classe che ieri era assente, come si sono svolte le lezioni.
Prima di scrivere progetta la narrazione:
Quali eventi è utile che tu gli comunichi?
In quale ordine?
22. Racconta ai tuoi genitori un’esperienza particolarmente significativa vissuta con la tua scuola fuori dall’aula (un’uscita, un laboratorio, un evento…).
Prima di scrivere progetta la narrazione:
Quale evento scegli?
Perché è stato significativo per te?
Chi sono i protagonisti?
Come si è svolto?
Dove si è svolto?
Cosa è successo?
Quali riflessioni ti ha suscitato?
23. Racconta al tuo professore un’esperienza particolarmente significativa vissuta in un ambito diverso da quello scolastico (con amici o familiari, durante la tua attività sportiva).
Prima di scrivere progetta la narrazione, seguendo i suggerimenti dell’esercizio precedente.
RACCONTARE PER INTRATTENERE
24. Riscrivi questo breve racconto ampliandolo e arricchendolo di descrizioni, dialoghi e commenti secondo il tuo gusto e la tua fantasia.
Il leone, l’orso e la volpe
Un leone e un orso s’impadronirono d’un pezzo di carne, e cominciarono a litigarselo. L’orso era duro a cedere, e il leone più duro ancora. Lottarono tanto a lungo, che perdettero le forze, e tutt’e due s’accovacciarono a terra. Una volpe scorse, in mezzo ai due, quel pezzo di carne; l’agguantò e scappò via.
25. Il brano che segue racconta, in forma di diario, la spedizione al Polo Nord del dirigibile Italia. Leggilo con attenzione e trasformalo in un testo narrativo in terza persona.
Il pericolo era grave ed imminente: sotto di noi stava il pack, a breve distanza. Diedi immediatamente gli ordini che andavano dati: accelerare i due motori e mettere in marcia il terzo, appoppando ancora più il dirigibile. Speravo così di ottenere un sostentamento dinamico sufficiente a compensare l’improvviso appesantimento. In quel momento mi balenò alla mente il sospetto che l’appesantimento fosse causato da una perdita di gas a poppa. Era possibile che le valvole nell’ultimo compartimento di poppa, da me azionate poco prima, non si fossero ben chiuse a causa di ghiaccio formatesi sulle loro sedi. Gridai ad Alessandrini di andare ad accertarsene. Frattanto i motoristi avevano eseguito i miei ordini; Pomella e Caratti avevano accelerato al massimo i loro motori, Ciocca, con sorprendente prontezza, aveva fatto partire il suo. Il dirigibile accrebbe la velocità, e si appoppò di tanto che sentii scivolare le cose poggiate sul pavimento della cabina di comando. Ma il sostentamento dinamico ottenuto in quel modo non valse ad arrestare la discesa. Gli strumenti, che non perdevo di vista, lo confermavano; sembrava anzi che discendessimo più rapidamente di prima. Intuii che non vi era più nulla da fare. Il tentativo di compensare dinamicamente il grave appesantimento era fallito, anzi aveva peggiorato la situazione, l’urto contro il suolo era inevitabile: si trattava solo di attenuarne le conseguenze.
Diedi gli ordini opportuni: arrestare i motori per evitare un incendio nell’urto, e lasciar cadere la catena-zavorra, una catena di palle di bronzo, pesante circa 400 chili, che penzolava dalla prua del dirigibile, legata a una corda di canapa, la sola zavorra ormai disponibile. Ordinai a Cecioni di lasciarla cadere, e misi Zappi al suo posto al timone di quota. Era tutto quello che si poteva fare. Fu ordinato con prontezza e con la calma più assoluta. Intanto il pack si avvicinava con una velocità spaventosa.
Vidi che Cecioni non riusciva a liberare la catena, e gli gridai: «Presto! Presto!». Poi, accorgendomi che il motore di sinistra, al quale era addetto Caratti, non si era ancora fermato, mi sporsi a uno sportello da quel lato, e con voce altissima che risuonò nel silenzio del pack, ripetei l’ordine: «Ferma il motore!». Sentii Mariano farvi eco da un altro sportello. In quel momento vidi che la navicella motrice di poppa si trovava a qualche decina di metri dal suolo. Rientrai. Avevo appena fatto in tempo a portarmi presso il timone di direzione, fra Malmgren e Zappi, quando vidi Malmgren abbandonare il volante, rivolgendo verso di me il viso attonito. Afferrai la ruota fra le mani; ma l’aeronave non rispondeva più al comando. Vidi i massi di ghiaccio ingrandirsi e avvicinarsi sempre più. Un istante dopo urtammo. Fu uno scroscio spaventoso. Mi sentii colpire alla testa. Fui come compresso, schiacciato. Chiaramente, senza nessuna sensazione di dolore, sentii che alcune membra mi si rompevano. Poi qualche cosa che dall’alto mi minava addosso mi fece cadere con la testa in giù. Istintivamente chiusi gli occhi, e con assoluta lucidità e freddezza pensai: «Tutto è finito». Quasi pronunciai mentalmente queste parole. Erano le 10.33 del 25 maggio. Lo spaventoso avvenimento era durato soltanto due o tre minuti.
Tratto da U. Nobile, La tenda rossa
26. Scrivi una fiaba in cui il protagonista sia un gran fifone.
27. Scegli un ritratto di un pittore famoso e ispirandoti ad esso scrivi un racconto sul personaggio raffigurato.
28. Scegli un paesaggio dipinto da un pittore famoso e ispirandoti ad esso scrivi un racconto ambientato nel luogo raffigurato.
2. LA DESCRIZIONE
L’intenzionalità
Ciò che determina la struttura e la forma di un testo descrittivo è sempre l’intenzione comunicativa per cui viene prodotto: essa dipende dall’importanza attribuita ai vari fattori della comunicazione, in particolare al destinatario e allo scopo della comunicazione (informare, persuadere, intrattenere, esprimere sentimenti ecc.). Così ogni descrizione sarà differente a seconda della sua intenzione: è possibile però delineare due “estremi” nell’atteggiamento descrittivo: uno che predilige l’oggetto e uno che predilige il rapporto tra l’oggetto e il mittente o il destinatario.
La descrizione referenziale
Le parole e i testi servono innanzi tutto a parlare della realtà: per questo nella descrizione è fondamentale l’osservazione. Descrivere una realtà in modo referenziale non è dunque una operazione “meccanica”, ma vuol dire accorgersi dei vari aspetti che la compongono, saper selezionare gli elementi e le caratteristiche essenziali, saper riconoscere i diversi rapporti fra le parti e il tutto, fra un elemento e il suo contesto proprio. Inoltre bisogna trovare e usare le parole più appropriate per ogni elemento, senza essere generici e rischiare di fare confusione: molte realtà necessitano addirittura di un linguaggio specialistico per essere adeguatamente descritte.
La descrizione espressiva
Nella descrizione espressiva invece ciò che prevale è quanto una certa realtà ha suscitato in chi la descrive. Gli aggettivi, i verbi, le frasi che verranno usate in tali descrizioni avranno lo scopo di esplicitare tale rapporto, più che individuare le caratteristiche qualificanti la realtà descritta. Così se degli studenti lasciassero sporca l’aula di scuola dopo la lezione, la bidella incaricata di pulirla li descriverà come “ragazzacci”. E ancora: la descrizione della città di Venezia letta su una guida turistica sarà completamente diversa da quella che potrebbe fare uno studente al ritorno da una gita scolastica, o da quella che potrebbe fare uno studente che abita in quella città.
DESCRIVERE OGGETTI
Descrizione referenziale
1. Leggi la seguente descrizione di un orologio da polso.
Longines la grande classique dolcevita round è un orologio con la cassa in acciaio lucido e la corona godronata realizzata in acciaio e personalizzata con il logo, vetro zaffiro antigraffio e antiriflesso, fondello con oblò a vista con vetro zaffiro.
Il movimento meccanico è carica automatica calibro 593.
Quadrante bianco con indici affusolati a numeri romani a contrasto di colore nero, lancette a ventaglio in acciaio. Impermeabilità garantita fino alla pressione di 3 atmosfere per questo orologio Longines. Il bracciale del Longines la grande classique dolcevita round è a piccole maglie realizzato in acciaio con triplice chiusura pieghevole in acciaio, prezzo 830 €.
Tratto da www.ilblogdegliorologi.com
È possibile individuare nel testo alcuni campi descrittivi, ossia un elenco degli elementi essenziali dell’oggetto, di cui vengono esplicitate nella descrizione le caratteristiche specifiche.
Osserva la tabella.
Testo Campi descrittivi Longines
la grande classique dolcevita round è un orologio con la cassa in acciaio lucido e la corona godronata realizzata in acciaio e personalizzata con il logo,
vetro zaffiro antigrafio e antiriflesso,
fondello con oblò a vista con vetro zaffiro.
Il movimento meccanico è carica automatica calibro 593.
Quadrante bianco con indici affusolati a numeri romani a contrasto di colore nero, lancette a ventaglio in acciaio.
Impermeabilità garantita fino alla pressione di 3 atmosfere per questo orologio Longines.
Il bracciale del Longines la grande classique dolcevita round è a piccole maglie realizzato in acciaio con triplice chiusura pieghevole in acciaio, Prezzo 830 €.
Marca
Modello
Cassa: materiale e lavorazione
Corona: materiale, eventuali scritte
Vetro: tipo e peculiarità
Fondello
Movimento: meccanico, automatico, ecc.
Quadrante: colore, numerazione, ecc.
Lancette: forma, materiale
Impermeabilità
Bracciale: tipo di maglie, materiale, tipo di chiusura
Prezzo
2. Leggi le descrizioni riportate sotto e individua i vari campi attraverso cui sono realizzate. In seguito scrivi una descrizione in cui paragoni i due orologi, cercando di individuare a quale destinatario siano rispettivamente più adeguati.
Testo
Breil style Golden Series. Cassa in acciaio placcata in oro rosa, corona zigrinata e personalizzata, fondello chiuso con quattro viti, vetro minerale. Quadrante nero; indici a barretta luminescenti, lancette a bastone luminescenti, contatori: ore crono al 3, secondi continui al 6, minuti crono al 9. Il modello Breil ha il datario a finestrella tra 4 e 5. Movimento al quarzo, calibro Myota FS21.
L’impermeabilità di Breil Style Golden Series è garantita fino alla pressione di 10 atmosfere. Il cinturino è nero in gomma, la fibbia è ad ardiglione personalizzata, il prezzo è decisamente buono, costa 240 €.
Casio Chr-200. Cronografo a 1/100 di secondo con ripresa di tempo trascorso, tempo parziale, intermedio, con memoria fino a 300 registrazioni, con numero e memoria di frequenza cardiaca, fino a 62 registrazioni, orario, tempo della corsa, miglior giro, frequenza cardiaca media massima, energia consumata e tempo complessivo. In più, 29 zone orarie 31 città, tre allarmi, e il conto alla rovescia con calendario programmato fino all’anno 2099. Il Casio STR-900 si utilizza sia nell’attività fisica che nella vita di tutti i giorni.
Con cassa e cinturino in resina, disponibile in vari colori, si propone con quadrante elettroluminescente e movimento al quarzo con numerose funzioni: doppio orario cronografo a 1/100 di secondo, memoria fino a 60 record, data, tempo pausa, tempo giro e parziali, conto alla rovescia, cinque allarmi giornalieri e calendario. L’impermeabilità dell’STR-900 è di 5 atmosfere, la durata della pila è garantita per 5 anni
Campi descrittivi
3. Compila una tabella contenente i campi descrittivi ottenuti dagli esercizi precedenti. Tenendo presente questa tabella, scrivi la descrizione del tuo orologio da polso.
4. Utilizzando la medesima metodologia (individuare i campi descrittivi propri di ciascuna tipologia di oggetto), scrivi la descrizione di:
a. un motorino
b. un elettrodomestico da cucina
c. uno strumento musicale.
5. Dopo una attenta osservazione, scrivi la descrizione delle tre biciclette, evidenziando le differenti forme e le differenti funzioni (che rapporto c’è tra la loro forma e il loro uso?).
6. Descrivi l’oggetto rappresentato nella foto. Ai campi descrittivi propri della sua tipologia (orologio da taschino) dovrai aggiungere quelli emersi dalla osservazione diretta: stato di conservazione, età, ecc.
7. Dopo una attenta osservazione diretta, scrivi la descrizione dei seguenti oggetti:
a. i tuoi jeans preferiti
b. la tua bicicletta
c. il tuo telefono cellulare
d. l’automobile dei tuoi genitori.
8. Prova a descrivere gli oggetti osservando l’ombra che proiettano.
Descrizione espressiva
Descrivere un oggetto per persuadere.
9. Scegli uno degli oggetti descritti precedentemente (orologio, bicicletta…) e progetta una pubblicità che ne esalti le principali caratteristiche.
10. Descrivi il tuo zaino di scuola cercando di far capire ai tuoi genitori che è ora di comprarne uno nuovo.
11. Descrivi lo zaino del tuo compagno di banco, cercando di far capire la personalità del suo possessore.
12. Descrivi il tuo cellulare a tua nonna, cercando di insegnarle ad usarlo.
13. Descrivi un oggetto a cui sei molto affezionato, raccontando anche la sua storia e spiegando le ragioni del tuo attaccamento a tale oggetto per convincere tua madre a non buttarlo via.
Descrivere un oggetto per intrattenere.
14. Componi una filastrocca sulla tua bicicletta.
15. Inventa una breve storia in cui sia presente un oggetto dalle caratteristiche molto particolari.
16. Inventa l’oggetto di cui avrebbe proprio bisogno quel tuo amico che…
17. Componi la descrizione di un oggetto a partire da un suo particolare. Leggila ad alta voce in classe: chi indovina per primo l’oggetto vince!
DESCRIVERE LO SPAZIO
Descrizione referenziale
18. Descrivere un edificio. Anche nella descrizione di un edificio occorre individuare una serie di campi descrittivi. Osserva questo esempio relativo al Duomo di Milano:
Testo
Il Duomo di Milano è uno degli edifici più rappresentativo della storia del popolo cristiano lombardo.
In tutto il mondo è considerato il simbolo di Milano, ma per i Milanesi è anche l’anima della città in quanto sorge proprio nel suo centro.
I lavori di costruzione iniziarono 1386 per volere dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo e di Gian Galeazzo Visconti, all’epoca signore della città. Sorse nell’area precedentemente occupata dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore. La sua elaborazione fu assai lenta e comprese un arco di tempo lunghissimo di ben sei secoli, seppe però rimanere fedele ai principi originali dell’arte gotica. Inoltre in tutto questo lungo periodo i milanesi e i lombardi non smisero mai di sostenere con le loro offerte la domus comune del popolo cristiano: per il 90% il Duomo fu edificato grazie alle offerte popolari! Nel 1418 venne consacrato l’altare maggiore da papa Martino V. I lavori di costruzione proseguirono sotto la direzione di vari architetti, tra cui ricordiamo anche Leonardo, e nel 1572 San Carlo riconsacrò il Duomo.
Nei tempi moderni questa complessa e imponente costruzione ebbe bisogno di vaste opere di restauro. La prima avvenne nel 1935 e la seconda, ben più complessa e più dolorosa, dopo i bombardamenti aerei del 1943. Durante l’ultimo restauro, fu rinnovato il pavimento, furono sostituite quelle statue e quegli elementi decorativi che più avevano sofferto le ferite della guerra. Infine, l’8 dicembre 1966, fu inaugurato il nuovo sagrato e posta l’ultima porta in bronzo agli ingressi della facciata.
Interamente costruito in marmo, può contare su ben 3400 statue che lo adornano rendendolo cosi unico al mondo simbolo dell’arte “Gotica fiorita”.
La sua imponente struttura ne fa uno degli edifici religiosi più grandi d’Europa. Oggi è composto da cinque navate, è lungo 158 metri, largo 93 e raggiunge un’altezza massima di 108 metri
Nel punto più alto, nell’anno 1774, fu posta a protezione della cittadinanza la famosa Madonnina, una statua in rame dorato alta 4 metri, divenuta uno dei simboli della tradizione meneghina.
Campi descrittivi
Introduzione: valore dell’edificio Collocazione geografica
Storia della sua edificazione
Materiale
Elementi caratterizzanti dello stile
Struttura architettonica
Elemento caratterizzante
19. Riconosci i campi descrittivi utilizzati in questa descrizione del Colosseo di Roma.
Testo
L’anfiteatro Flavio inaugurato nell’80 d.C. dall’imperatore Tito col nome di Amphitheatrum Caesareum, derivò il nome di Colosseo nelI’XI secolo dalla vicina, colossale, statua bronzea di Nerone ispirata al Colosso di Rodi, opera di Chares di Lindo del III secolo a.C.
Alto 52 metri, comprendeva, su un’area di circa 19.000 mq. quattro ordini o piani di 80 arcate ciascuno e conteneva circa 70.000 posti. La distribuzione dei posti avveniva nei cinque settori in cui era suddivisa la cavea ed erano assegnati alle diverse classi sociali, il cui grado decresceva con l’aumentare dell’altezza: dal maenianum primum al maenianum summum in ligneis - il settore più alto, destinato alla plebe. Al centro dell’asse maggiore era il pulvinar, il palco dell’imperatore; a questi era riservato anche un passaggio particolare, ipogeo, ricavato nelle fondazioni dell’edificio, noto come “passaggio di Commodo”. Nel complesso sistema sotterraneo si svolgevano le attività connesse cogli spettacoli e trovavano posto i montacarichi per il sollevamento degli animali e delle attrezzature sceniche sul piano dell’arena.
In quella che fu la più grandiosa arena del mondo antico, si svolgevano i combattimenti gladiatori (munera) e gli spettacoli di caccia (venationes) e si eseguivano anche esecuzioni capitali.
Incendi e terremoti devastarono gravemente il colossale edificio; numerosi furono pertanto gli interventi di restauro operati dagli imperatori che si susseguirono nei secoli Il-IV, come attestano la tradizione letteraria e le testimonianze epigrafiche. I disastrosi terremoti avvenuti nel V secolo determinarono il rifacimento dell’arena, del podio e di parte della stessa cavea.
Cessati i combattimenti gladiatori nel 438 sotto Valentiniano III e dopo l’ultimo spettacolo venatorio tenutosi nel 523 sotto Teodorico, inizia la rovina del Colosseo che diventa una cava di materiali da costruzione, mente al suo interno si inserisce nei secoli XII-XIII la fortezza dei Frangipane. L’arena diventa infine luogo consacrato e vi sorgeranno nell’anno 1719 le edicole della Via Crucis istituitavi da Benedetto XIV.
Tratto da www.archeorm.arti.beniculturali.it
Campi descrittivi
20. Descrivi un edificio di importante valore storico e artistico da te visitato.
21. Descrivi l’edificio in cui è ospitata la tua scuola.
22. Descrivi l’edificio rappresentato in questa foto.
Descrizione espressiva
Descrivere uno spazio o un ambiente. Nella descrizione di uno spazio o di un ambiente è molto importante il criterio con cui si procede nell’esposizione. Uno spazio infatti può essere descritto dal generale al particolare o dal particolare al generale, dall’alto verso il basso o viceversa, da destra verso sinistra o da sinistra verso destra, ecc. In questo senso è molto importante stabilire il punto di vista dal quale l’occhio di chi descrive osserva lo spazio. Anche nelle descrizioni di ambienti e spazi è fondamentale che emerga in modo chiaro l’intenzione comunicativa: informare (le descrizioni delle guide turistiche), esprimere ricordi o sentimenti (la descrizione delle tappe di un viaggio), creare una particolare atmosfera (le descrizioni che introducono alcuni romanzi), ecc. In particolare però, in una descrizione di uno spazio o di un ambiente, è importante riconoscere una dominante: una particolare atmosfera, un elemento fisico che cattura la nostra attenzione, un elemento che acquista valore simbolico ecc.
23. Leggi la seguente descrizione tratta dal De bello gallico di Cesare e rispondi alle domande. La Gallia nel suo complesso è divisa in tre parti: una è abitata dai Belgi, una dagli Aquitani, la terza da quelli che nella loro lingua si chiamano Celti, nella nostra Galli. Tutte queste popolazioni differiscono tra loro nella lingua, nelle istituzioni e nelle leggi. Divide i Galli dagli Aquitani il fiume Garonnna, dai Belgi la Marna e la Senna. Di tutti questi i più valorosi sono i Belgi, perché sono i più lontani dalla raffinatezza e dalla civiltà della provincia, e molto raramente i mercanti si recano da loro a portarvi quei prodotti che servono ad effeminare gli animi, e sono i più vicini ai Germani che abitano oltre Reno, con i quali sono ininterrottamente in guerra. Questa è la ragione per cui anche gli Elvezi superano nel valore gli altri Galli, perché quasi ogni giorno combattono contro i Germani, o tenendoli fuori dal proprio paese o portando essi la guerra nel loro paese. Quella parte che, come ho detto, è abitata dai Galli, inizia dal fiume Rodano; è delimitata dal fiume Garonna, dall’Oceano, dal paese dei Belgi; dalla parte dei Sequani e degli Elvezi tocca anche il fiume Reno; si stende verso settentrione. Il paese dei Belgi comincia dalla parte estrema della Gallia; tocca il corso inferiore del fiume Reno, si stende verso settentrione e oriente. L’Aquitania dal fiume Garonna si stende fino a toccare i monti Pirenei e quella parte dell’Oceano che volge verso la Spagna; si stende tra occidente e settentrione.
Quale è l’oggetto della descrizione? Quali sono gli elementi principali descritti dall’autore? Con quale criterio? Quale è secondo te l’intenzione comunicativa dell’autore? Da cosa lo capisci?
24. Leggi il brano tratto da Ventimila leghe sotto i mari di Giulio Verne e rispondi alle domande.
- Voi amate il mare, non è vero, capitano? - Sì, l’amo. Il mare è tutto! Il mare copre sette decimi del globo terrestre. Il suo soffio è puro e sano: è l’immenso deserto in cui l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere ai suoi lati la vita. Il mare è il veicolo d’una soprannaturale, prodigiosa esistenza, è movimento ed è amore, è l’infinito vivente, come ha detto un vostro poeta. Il mare è il vasto serbatoio della natura. Il globo è per così dire cominciato per mezzo del mare, e chi sa se non finirà per mezzo suo! In esso è la suprema tranquillità. Il mare non appartiene ai despoti: essi possono ancora esercitare alla sua superficie dei diritti iniqui, battersi, divorarsi, trasportarvi tutti gli orrori terrestri; ma a trenta piedi al disotto del suo livello il loro potere cessa, la loro influenza si spegne, la loro potenza sparisce. Ah, signore, vivete, vivete, in seno ai mari! Qui è soltanto l’indipendenza, qui non riconosco padroni, qui sono libero!
Quali elementi del mare emergono nelle parole del capitano Nemo?
Quali metafore usa per descriverne le caratteristiche? Prova a spiegare con le tue parole quelle che ritieni più significative. Quali sono le caratteristiche de mare che affascinano il capitano?
25. Nel brano tratto da Ventimila leghe sotto i mari di Giulio Verne viene descritto lo stupore per la scoperta della limpidezza delle acque del mare. Dopo averlo letto prova a descrivere un paesaggio la cui vista abbia suscitato in te ammirazione e stupore per qualche sua particolare caratteristica.
D’improvviso ricomparve la luce ai due lati del salone, attraverso due aperture oblunghe. Le masse liquide apparvero vivamente illuminate dalle effluescenze elettriche. Due lastre di cristallo ci separavano dal mare. Nel primo momento rabbrividii, pensando che quella fragile parete poteva rompersi; ma forti armature di ottone la mantenevano e le davano una resistenza quasi infinita. Il mare era distintamente visibile nel raggio di un miglio intorno al Nautilus. Che spettacolo! Quale penna lo potrebbe descrivere? Chi saprebbe dipingere gli effetti della luce attraverso quelle masse trasparenti, e la dolcezza di quelle successive degradazioni fino agli strati inferiori e superiori dell’oceano?
Si sa che il mare è diafano. Si sa che la sua limpidezza è superiore a quella dell’acqua sorgiva. Le sostanze minerali e organiche, che tiene in sospensione, accrescono perfino la sua trasparenza. In certe parti dell’oceano, nelle Antille, centoquarantacinque metri d’acqua lasciano scorgere il fondale di sabbia con una sorprendente nettezza, e pare che la forza di penetrazione dei raggi solari si arresti solo a una profondità di trecento metri.
26. Leggi attentamente la seguente descrizione delle vie di Londra tratta dal romanzo di Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide.
In uno di quei vagabondaggi accadde che passassero per una strada secondaria di un quartiere affollato di Londra. La via era piccola e quel che si dice tranquilla, ma nei giorni feriali era piena di gente affaccendata. I suoi abitanti erano tutti gente agiata, a quanto pareva, e tutti speravano con emulazione di poter stare sempre meglio, e spendevano il sovrappiù dei loro guadagni in cose futili; perciò le vetrine dei negozi si allineavano lungo la via con aria invitante, come una fila di sorridenti venditrici. Anche la domenica, quando la strada velava la maggior parte dei suoi fascini, ed era relativamente vuota e quieta, splendeva pur sempre come un fuoco in mezzo alla foresta, a paragone con gli squallidi dintorni; e, con le sue persiane dipinte di fresco, gli ottoni ben lucidati, la sua pulizia generale e la sua vivacità di colori, colpiva subito e ammaliava l’occhio del passante.
A due porte dall’angolo, sul lato sinistro della strada procedendo verso est, la linea era spezzata dall’ingresso di un cortile, e, proprio in quel punto, sporgeva sulla via un sinistro fabbricato. Era alto due piani; non presentava finestre, solo una porta al piano inferiore, e una facciata cieca con il muro scolorito al piano superiore; recava in tutto i segni di una prolungata e sordida negligenza. La porta, senza campanello né battaglio, era sudicia e screpolata. I vagabondi sonnecchiavano nel vano, e accendevano i fiammiferi sui battenti; i bimbi giocavano sui gradini, e gli scolari avevano provato il loro temperino sul legno; e per quasi una generazione nessuno era mai apparso a cacciar via gli inopportuni visitatori né a riparare le loro malefatte.
Questa sequenza descrittiva può essere divisa in due parti: la presentazione di una strada di Londra e quella di una villa.
Sottolinea i verbi e gli aggettivi con cui viene descritta la strada di Londra. Quale impressione vuole comunicare al lettore il narratore?
Sottolinea i verbi e gli aggettivi con cui viene descritta la villa. Quale impressione vuole comunicare al lettore il narratore?
27. Con l’aiuto dell’insegnante leggi la poesia Pioggia nel pineto di Gabriele d’Annunzio. In essa il poeta descrive le sensazioni provate durante una passeggiata in un pineto sotto la pioggia. Rintraccia gli elementi (verbi, nomi, aggettivi) che fanno riferimento a ciascuno dei cinque sensi. Attraverso quali elementi ritmici il poeta richiama lo scrosciare della pioggia? Quali significati metaforici attribuisce il poeta alla pioggia?
Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l’anima schiude novella, su la favola bella che ieri t’illuse, che oggi m’illude, o Ermione.
Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell’aria secondo le fronde più rade, men rade.
Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe
non impaura, né il ciel cinerino.
E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi
sotto innumerevoli dita. E immensi noi siam nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione.
Ascolta, Ascolta. L’accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall’umida ombra remota. Più sordo e più fioco s’allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s’ode su tutta la fronda crosciare l’argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda
più folta, men folta. Ascolta.
La figlia dell’aria è muta: ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell’ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione.
Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra l’erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti ( e il verde vigor rude ci allaccia i malleoli c’intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l’anima schiude novella, su la favola bella che ieri m’illuse, che oggi t’illude, o Ermione.
Descrivere per persuadere.
28. Scrivi una descrizione della tua classe, immaginando di doverla presentare a uno studente straniero con cui tieni una corrispondenza epistolare e che vorresti venisse a conoscere i tuoi compagni di classe e la tua scuola.
29. Scrivi una descrizione di un luogo particolarmente bello da te visitato, cercando di evidenziarne gli aspetti più significativi dal punto di vista storico e artistico per convincere i tuoi amici ad andare a visitarlo.
30. Scrivi una lettera ai tuoi genitori in cui descrivi loro il luogo in cui vorresti passare le vacanze.
Descrivere per intrattenere.
31. Prendendo a modello la Pioggia nel pineto (esercizio 27), scrivi la descrizione di una tua passeggiata sotto un temporale improvviso.
32. Inventa l’inizio di una storia ambientata in un edificio sinistro.
33. Immagina di passeggiare per un luogo che rifletta in sé il tuo stato d’animo e prova a descriverlo.
34. Il brano che segue racconta, in forma di diario, la scoperta del continente americano. Leggilo con attenzione e trasformalo in un testo descrittivo in terza persona in cui l’oggetto siano i luoghi presentati.
Ed io mi partii dalla città di Granada nel dodicesimo giorno del mese di maggio dell’anno 1492, in un sabato, e venni alla città di Palos, che è un porto di mare, dove armai per il mare tre navi adatte per una siffatta intrapresa; e lasciai il detto porto ben fornito di molte provvigioni e uomini, nel terzo giorno del mese di agosto del detto anno, venerdì, mezz’ora prima del levar del sole, e presi il cammino per le Isole Canarie delle Vostre Altezze, che sono nel Mare Oceano, cosicché potessi di là far rotta e veleggiare fino a che raggiungessi le Indie, e dessi le lettere delle Vostre Altezze a quei principi, e così compissi ciò che avete comandato. E per questo ho pensato di scrivere intorno a questo viaggio in grande dettaglio, di giorno in giorno, tutto ciò che io sia per fare o vedere ed incontrare, come d’ora in avanti si vedrà. Oltre, Signori Principi, ad annotare ogni notte ciò che il giorno ha recato, ed ogni giorno quanto di notte si è navigato, io ho l’intenzione di tracciare una nuova carta della navigazione sulla quale situerò tutto il mare e tutte le terre del Mare Oceano nelle proprie posizioni e rilevamenti, ed inoltre di comporre un libro e disporvi tutto come in un quadro vero, con latitudine nord della linea equinoziale e longitudine ovest, e soprattutto è importante che io ignori il sonno e lavori assai durante la navigazione, perché è necessario. E tutto questo sarà grande fatica.
Tratto e adattato da S.E. Morison, Cristoforo Colombo ammiraglio del mare Oceano
DESCRIVERE PERSONE
Descrizione referenziale
35. L’identikit. Per comporre un identikit di una persona bisogna identificarne i tratti essenziali che la distinguono da altre. Ad esempio la carta di identità contiene quei tratti necessari allo Stato per rendere identificabile un suo cittadino, nel curriculum vitae invece si inseriscono i dati necessari a identificare le conoscenze e le competenze lavorative di una persona. Lo scopo dell’identikit è dunque rendere identificabile qualcuno.
Scrivi l’identikit del tuo compagno di banco.
Nome
Età
Sesso
Abita a…
Classe frequentata
Altezza
Peso
Occhi
Capelli
Carattere
Materia preferita
Sport praticato
Musica preferita
Film preferito
Segni particolari
Altro…
36. Scrivi l’identikit di un tuo professore (adegua i campi descrittivi dell’esercizio precedente alla descrizione di un docente).
37. Scrivi l’identikit di un personaggio letterario, protagonista di un libro che hai letto recentemente.
38. La descrizione fisica. Prova ad attribuire un aggettivo ad ognuna delle seguenti espressioni facciali. Indica quali elementi ed espressioni contribuiscono a delineare l’impressione complessiva suscitata dal volto.
Descrizione espressiva
39. Fai una descrizione dei seguenti ritratti, cercando di far emergere il messaggio che ti comunicano.
40. La descrizione della personalità. Leggi la seguente descrizione di padre Cristoforo, uno dei personaggi del romanzo di Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, e poi rispondi alle domande.
Il padre Cristoforo da *** era un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquant’anni. Il suo capo raso, salvo la piccola corona di capelli, che vi girava intorno, secondo il rito cappuccinesco, s’alzava di tempo in tempo, con un movimento che lasciava trasparire un non so che d’altero e d’inquieto; e subito s’abbassava, per riflessione d’umiltà. La barba bianca e lunga, che gli copriva le guance e il mento, faceva ancor più risaltare le forme rilevate della parte superiore del volto, alle quali un’astinenza, già da gran pezzo abituale, aveva assai più aggiunto di gravità che tolto d’espressione. Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla, pure fanno, di tempo in tempo, qualche sgambetto, che scontan subito, con una buona tirata di morso.
Tratto da A. Manzoni, I Promessi Sposi
Com’è l’aspetto fisico? Individua le principali informazioni e caratterizzazioni che il narratore mette in rilevo dell’aspetto fisico di padre Cristoforo.
Età Sembra vecchio
Capo
Quale tratti della personalità del frate emergono a partire dalla descrizione fisica?
Descrivere per persuadere.
41. Presenta un aspetto del carattere o della personalità di una persona per fare capire al lettore che ti è particolarmente cara.
42. Presenta una persona che conosci bene. Scegli quale scopo dovrà avere il tuo testo tra: far incuriosire il destinatario riguardo la persona descritta; far divertire il destinatario; mettere il destinatario in condizione di farsi un’idea personale e oggettiva della persona descritta.
43. Il tuo migliore amico ha appena vinto il premio Nobel in … (scegli tu il campo in cui è più dotato). Per la cerimonia di premiazione è previsto che il suo migliore amico (cioè tu) pronunci un discorso di encomio in suo onore. Scrivi il testo che leggerai quel giorno.
Descrivere per intrattenere.
44. Cerca una fotografia di te da piccolo: descrivila cercando di far emergere degli aspetti della tua personalità che erano già presenti al tempo della foto.
45. Scrivi una poesia in rima baciata (AA, BB, CC…) che descriva un tuo amico molto simpatico.
46. Descrivi la personalità di una persona da te realmente conosciuta in cui puoi riconoscere i tratti di qualche personaggio famoso (della letteratura, dello spettacolo, ecc.)
3. IL TEMA
La parola tema deriva dal verbo greco tithénai che significa porre: nel titolo del tema infatti viene posto un argomento e viene proposto di scrivere a proposito di esso (appunto, di svolgerlo). Il tema dunque consiste in una proposta che viene posta e deve essere accolta, compresa e sviluppata da chi lo riceve. Si tratta di un’attività di scrittura frequentemente proposta in ambito scolastico, il cui scopo è mettersi alla prova nel discorrere di argomenti legati allo studio e all’esperienza personale per imparare a comunicare il proprio pensiero in modo organico e per aumentare la propria consapevolezza di quanto si apprende e si vive.
Ecco alcuni suggerimenti per impostare un buon tema, suddivisi in tre fasi:
FASE 1: COMPRENSIONE DEL TITOLO
Obiettivo: individuare l’argomento e trasformare il titolo in domande
La prima fase è una fase prevalentemente ricettiva: si tratta di leggere con attenzione il titolo e individuare le richieste che esso ci fa. Le richieste del titolo sono innanzitutto quelle che ruotano intorno a un certo argomento e che sono formulabili attraverso alcune domande.
Ad esempio il titolo Racconta la giornata più bella delle tue vacanze ha come argomento le tue vacanze e come domande: quale è stata la giornata più bella? Perché?
Ma non solo: infatti il titolo ti suggerisce anche l’atteggiamento testuale con cui affrontare l’argomento. Nel nostro esempio la modalità suggerita è quella della narrazione. Altri atteggiamenti testuali sono quelli della descrizione, dell’argomentazione, dell’esposizione.
Inoltre un titolo può suggerire lo stile da utilizzare nell’esposizione, che, di solito, è legato al tipo di argomento di cui si tratta.
Per trasformare il titolo in domande può essere utile:
• Sottolineare le parole chiave che ti aiutano a individuare l’argomento principale di cui dovrai trattare.
• Sottolineare le parole chiave che ti aiutino a individuare la domanda (o le domande) a cui il tema ti chiede di rispondere.
• Individuare l’atteggiamento testuale con cui il titolo ti invita a rispondere (descrizione, narrazione, esposizione, argomentazione).
• Scrivere in brutta copia un’analisi del titolo che evidenzi argomento/atteggiamento testuale/domande a cui il tema dovrà rispondere.
Esempio:
Titolo: “Racconta la giornata più bella delle tue vacanze”
Argomento: giornata di vacanza
Atteggiamento testuale: narrazione
Domande: quale è stata la giornata più bella? Perché?
FASE 2: PROGETTO
Obiettivo: formulare l’ipotesi da sviluppare nel tema (individuare il punto a cui si vuole portare il lettore e le principali tappe di questo percorso).
Si tratta adesso di progettare quella che sarà la tua risposta alla domanda che il titolo ti ha posto. Esso si articola in due fasi.
a. Formulazione dell’ipotesi
Come prima cosa può essere utile scrivere accanto alla/e domanda/e in cui hai trasformato il titolo una risposta sintetica, che contenga gli elementi essenziali di ciò che vuoi dire. Ad esempio quale è stata la giornata più bella? La giornata più bella è stata quella in cui ho visitato l’isola di Lerino. Perché? Perché oltre a vedere un posto bellissimo ho vissuto con i miei amici una singolare avventura: abbiamo perso il battello e siamo dovuti tornare con un pescatore.
Questa è la fase più importante. Infatti, prima di iniziare a scrivere, devi avere una ipotesi chiara di ciò che vuoi dire con il tuo testo. Nel corso della scrittura questa ipotesi potrà arricchirsi e subire delle modifiche, ma deve essere formulata prima di iniziare a scrivere. Mentre scrivi tieni insomma sempre presente la risposta a questa domanda: cosa voglio dire con il mio tema?
A questo punto, stabilito lo scopo comunicativo del tuo tema, devi scegliere l’atteggiamento testuale più adatto a raggiungere il tuo scopo. Potrai raccontare, argomentare, descrivere, o anche scegliere modalità miste, l’importante è che tu non fraintenda le indicazioni del titolo e che tu scelga la modalità in funzione delle cose che vuoi dire.
b. Scrittura del progetto
Una volta chiarita qual è l’ipotesi che vuoi sviluppare nel testo, si tratta di progettare i passi più adatti per condurre il lettore là dove lo vuoi portare. Il progetto consiste nella delineazione dei passaggi logici che vuoi sviluppare nel testo. Esso può essere realizzato –in brutta- nella forma di una scaletta di punti da trattare o di una serie di annotazioni sui vari passaggi e sotto-passaggi in cui si articola il tuo pensiero.
Con il mio tema voglio far capire che ciò che ha reso bella la giornata è stata l’avventura vissuta. Per questo svilupperò i seguenti punti:
1. Descrivo le mie attese alla partenza per l’isola di Lerino.
2. Narro del viaggio in battello e dell’approdo all’isola.
3. Descrivo l’ambiente e la bellezza del paesaggio, mettendo in luce che nonostante la bellezza dei luoghi non ero molto soddisfatto perché la giornata si prospettava un po’ noiosa.
4. Narro del pomeriggio: finalmente io e i miei amici abbiamo trovato una roccia da cui fare splendidi tuffi. Per questo abbiamo perso la cognizione del tempo e di conseguenza il battello di ritorno.
5. Descrivo il nostro stato d’animo quando ci siamo accorti di aver perso l’ultimo battello
6. Narro dei tentativi fatti per risolvere la questione e dell’aiuto insperato giunto da un pescatore.
7. Narro del viaggio di ritorno sulla piccola imbarcazione del viaggiatore.
8. Concludo con una mia riflessione sulla giornata.
FASE 3: SCRITTURA E RISCRITTURA
Ora devi strutturare un testo in modo da sviluppare la tua risposta. Il testo deve contenere:
Una introduzione, in cui si presenta l’argomento di cui si parlerà, si dichiara quale sia la questione di cui si tratterà, si esplicitano le parole chiave del titolo, si formulano le domande a cui si cercherà di rispondere, ecc. Uno svolgimento, in cui si sviluppano i propri pensieri secondo una struttura logica e li si supporta con ragionamenti, esempi e citazioni.
La conclusione, che è il punto di arrivo del pensiero svolto nella parte centrale, è il “dove si vuole arrivare” con il tema.
a. Fase della “brutta”
In questa fase bisogna dare corpo al progetto.
Durante la scrittura è possibile che, chiarendosi meglio le cose che volevi dire, il progetto subisca delle variazioni. Per questo al termine della stesura della brutta copia devi rileggere attentamente il tuo tema cercando di rispondere a questa domanda: si capisce ciò che volevo dire?
In questa fase di correzione devi fare attenzione soprattutto a: aspetti logici
• non essere andato “fuori tema” (domanda da porsi: nel suo insieme il testo risponde alla domanda posta dal titolo?)
• non aver smarrito il filo del discorso (alcune informazioni possono essere vere, ma magari non pertinenti all’argomento)
• non aver inserito informazioni ovvie (in un tema bisogna evitare le cose ovvie, che tutti conoscono)
• non esserti contraddetto (controlla che le affermazioni che hai fatto non si contraddicano tra loro ma siano coerenti)
aspetti stilistici
• controllo del lessico: le parole che ho scelto sono adeguate a quanto volevo trasmettere? Come potrei indicare più precisamente questo concetto o questo oggetto? Sono stato ripetitivo nella scelta delle parole?
aspetti morfosintattici
• Soggetto: controlla che in tutte le frasi sia possibile rintracciare senza ambiguità il soggetto.
• Predicato: controlla che l’uso dei tempi verbali sia coerente in tutto il testo; controlla che i modi verbali siano corretti (attento soprattutto a non usare l’indicativo al posto del congiuntivo).
• Sintassi: controlla che gli enunciati composti da più frasi non siano troppo lunghi e complessi; controlla che le eventuali subordinate siano sempre comprensibili, soprattutto se si tratta di subordinate implicite.
• Ortografia: controlla, magari con l’ausilio di un dizionario, l’ortografia delle parole di cui sei insicuro.
b. Fase della “bella”
La bella copia è il prodotto finito: occorre che si presenti nel miglior modo possibile, così che chi deve leggere sia invogliato a farlo. Ti consigliamo dunque di copiare il testo con una grafia chiara e ordinata, di impostare il foglio in modo da lasciare un margine per le annotazioni e le correzioni del professore, di controllare di aver indicato nell’intestazione:
• la data dell’elaborato;
• il tuo nome e cognome, la classe cui appartieni;
• il titolo scelto.
N.B. Non è di poco conto nella stesura di un tema il tempo che hai a disposizione: diversa sarà la consistenza di uno scritto da dover realizzare in due o in quattro ore. Occorre dunque che prima di iniziare a lavorare tu decida quanto tempo dedicare a ognuna delle fasi sopra descritte (ascolto, progetto, scrittura) e sia fedele a quanto decidi.
IL TEMA D’ESPERIENZA
1. Analizza i titoli proposti, individuando per ciascuno l’argomento, l’atteggiamento testuale (descrizione, narrazione, commento), le domande a cui rispondere per progettare il tema.
a. Racconta un episodio divertente a cui hai assistito durante una competizione.
b. Presenta il tuo miglior amico ai tuoi genitori affinché ti diano il permesso di andare al cinema con lui.
c. Esponi il tuo giudizio sull’ultimo libro che hai letto.
2. Analizza il titolo proposto, individuando l’argomento, l’atteggiamento testuale, le domande a cui rispondere per progettare il tema. Poi formula la tua ipotesi rispondendo alla domanda: cosa voglio dire con il mio tema?
Racconta l’attività scolastica che ti è parsa più utile per comprendere un certo argomento.
3. Analizza il titolo proposto, individuando l’argomento, l’atteggiamento testuale, le domande a cui rispondere per progettare il tema.
Formula la tua ipotesi rispondendo alla domanda: cosa voglio dire con il mio tema? Progetta il tuo testo rispondendo in modo sintetico alle domande che il titolo suscita.
a. Spiega al tuo professore qual è il tuo gioco preferito, presentandone le modalità di svolgimento e i motivi della tua preferenza.
b. Scrivi un tema che risponda al titolo dato, seguendo le fasi di comprensione del titolo, progetto, scrittura e riscrittura suggerite nell’introduzione.
c. Presenta ai tuoi compagni quali sono i tuoi principali interessi, come li coltivi, quali soddisfazioni provi e cosa scopri di te quando dedichi loro del tempo.
IL TEMA ARGOMENTATIVO
Il tema argomentativo è un testo che ha come scopo principale quello di convincere il lettore di una tesi. Argomentare vuol dire sostenere una tesi con adeguati esempi, ragionamenti, fatti, al fine di giudicare, persuadere, offrire soluzioni, prendere decisioni, costruire dei progetti. Il testo argomentativo si propone dunque di convincere il lettore della validità delle opinioni esposte, sottoponendole alla ragione altrui: infatti questo testo non solo presenta dei fatti, ma li interpreta, li discute e li spiega, mettendoli criticamente in discussione.
La tipologia di testi argomentativi è molto varia. Sono testi basati sull’argomentazione i discorsi dei politici, che hanno come scopo quello di convincere gli elettori a votare, le arringhe degli avvocati che durante i processi devono convincere una giuria, gli articoli di fondo o gli editoriali dei quotidiani in cui il giornalista esprime la propria opinione cercando di convincere i lettori della propria interpretazione dei fatti, i saggi scientifici, filosofici, storici, ecc. che presentano in modo convincente e motivato i risultati di una ricerca, la predica del prete che vuole spiegare il testo del vangelo letto, i testi pubblicitari, fino al tuo tema in cui cerchi di sostenere in modo convincente le tue opinioni in merito a un certo argomento.
Ogni testo argomentativo è riconoscibile dalla sua struttura:
• presentazione del problema che ci si prepara a discutere
• tesi
• argomenti a favore della tesi (prove di sostegno)
• contro argomenti (eventuali obiezioni da prevenire e confutare)
• conclusione: bilancio di quanto si è detto, a dimostrazione della ragionevolezza e della validità della tesi.
Ma come si fa ad argomentare?
1. Argomentare: avere una tesi.
Se non si ha una tesi non si può argomentare. Il primo passo di una buona argomentazione è avere inteso il titolo del tema e aver formulato una ipotesi da sviluppare sul problema posto dal titolo.
2. Argomentare: dare delle ragioni
Bisogna che gli argomenti presentati a favore della tesi siano argomenti validi.
Ci sono varie tecniche argomentative che possono essere usate separatamente o combinate tra loro:
• riportare fatti, dati, avvenimenti concreti e oggettivi, di immediata verificabilità;
• riportare argomenti di persone autorevoli: riportare dunque pareri di persone competenti in materia;
• riportare ragionamenti che confermino con logica e coerenza la solidità della tesi.
3. Argomentare: scrivere in modo adeguato i propri argomenti.
Per ottenere un buon testo argomentativo bisogna scrivere un testo capace - anche dal punto di vista linguistico - di sostenere i vostri argomenti. In particolare ciò che dà corpo a un testo argomentativo è l’uso dei connettori adeguati a esplicitare il filo logico del discorso.
4. Leggi attentamente l’editoriale e osserva con attenzione lo schema della sua struttura argomentativa.
Il grande scienziato? Non è solo uno specialista
Le attività moderne diventano sempre più specializzate. Lo vediamo soprattutto nel campo scientifico. Un bravo scienziato deve conoscere in modo approfondito il suo settore, ma può ignorare il resto, e non sapere nulla, assolutamente nulla di storia, di letteratura, di musica, di filosofia o di politica. Ci sbagliamo perciò pensando che qualsiasi premio Nobel possa dare pareri autorevoli su tutto. E lo stesso vale per il mondo delle professioni. Il super specialista, indispensabile nel suo settore, diventa pericoloso al di fuori. Un tempo il campo delle conoscenze era più limitato ed inoltre tutti, nella scuola media e nel liceo, ricevevano una ampia cultura generale che poi coltivavano nel corso della vita. I grandi scienziati che hanno buttato le basi delle scienze naturali, come Linneo e Buffon, avevano una formazione classica, Hegel possedeva una cultura enciclopedica, Pareto non era solo un grande economista, ma uno storico, un antropologo, un sociologo. E molto spesso trovavi persone di amplissima cultura fra i medici, gli avvocati, gli ingegneri, i magistrati, i giornalisti, i politici.
Soprattutto in Europa, si riteneva che una formazione globale di altissimo livello fosse indispensabile per affrontare problemi complessi e il governo degli uomini. A poco a poco questa concezione è stata abbandonata. Prima nella scuola, condannando il nozionismo, poi nella vita quotidiana. Tanto, si dice, puoi trovare tutto su Internet e il resto te lo danno i programmi televisivi. Ma se non hai studiato un po’ seriamente certe materie come la chimica,
la fisica, le scienze naturali, la storia, la letteratura e la filosofia non sei in condizione di cercare su Internet e non puoi capire nemmeno quello che dicono gli specialisti perché ti mancano i concetti di base. I manager e i politici non sapranno nemmeno a quali specialisti rivolgersi. Ma anche il professionista che conosce solo il suo orticello ne risulta impoverito. E ne soffre perfino lo scienziato, perché l’innovazione avviene sempre nei settori interstiziali, ibridando diverse discipline. Si, lo sappiamo che studiare è faticoso, che la notorietà e il successo si ottengono prima andando al Grande Fratello o facendo la velina. Ma un Paese moderno ha bisogno anche di scienziati, di bravissimi scienziati, professionisti, manager e politici che, oltre a conoscere in modo approfondito la propria specialità, abbiano anche grande cultura ed ampie vedute.
Tratto da F. Alberoni, “Corriere della Sera”, 14 maggio 2007
Quello che segue è un riassunto in cui abbiamo messo in evidenza la struttura argomentativa del testo.
L’editorialista rileva come al progressivo specializzarsi delle discipline scientifiche, abbia fatto riscontro un progressivo specializzarsi degli studi degli stessi scienziati, che sembrano accontentarsi delle loro conoscenze specifiche, accettando la loro ignoranza nelle altre discipline. Nel passato invece i grandi scienziati avevano una cultura dallo spettro molto ampio.
È necessario che i vari specialisti abbiamo una cultura ampia per essere in grado di affrontare problemi complessi e governare gli uomini. Avere una cultura ampia è necessario per orientarsi nella complessità del mondo.
Ne sono uno esempio alcuni grandi scienziati del passato, i quali hanno potuto gettare le basi di importanti campi di ricerca anche grazie alle loro ampie conoscenze in campi diversi.
Infatti è illusorio pensare che internet possa colmare, con la sua grande capacità di offrire informazioni, i vuoti di cultura generale: anche per orientarsi nelle proprie ricerche su internet è necessaria una certa cultura di base.
Si auspica che, per il bene della società tutta, gli specialisti coltivino oltre la loro disciplina interessi di ampie vedute.
Argomento di discussione
Tesi
Argomenti
Eventuali contro argomenti e confutazioni
Conclusione
5. Scrivi un riassunto dell’editoriale, che ne mostri la struttura argomentativa:
• Argomento di discussione
• Tesi
• Argomenti
• Eventuali contro argomenti e confutazioni
• Conclusione
I dopati della domenica di Michele Serra
Il padre del povero Schwazer non riesce a darsi pace, «stava male e non ho saputo parlargli, non sono stato un buon genitore». Se la cosa può consolarlo, sappia che milioni di padri (e di madri, di fratelli, di sorelle, di figli, di innamorati) non trovano le parole per arginare la marcia trionfale delle dipendenze (dai farmaci, dagli stupefacenti, dagli eccitanti, dal gioco d’azzardo, dal computer, dal cibo, dall’alcol, da tutto) che sono la piaga più devastante della nostra epoca.
Piaga di massa: perché non solamente gli eccellenti, i campioni, i molto sollecitati e molto osservati cedono al doping per reggere lo spasmo del primato, o più banalmente per sopportare meglio le fatiche dello sport e della vita. Dilettanti di ogni risma, anonimi di ogni età si impasticcano o si gonfiano i muscoli o alterano in qualche altro modo i propri connotati fisici e psichici per sentirsi più prestanti, più notati, più ammirati. Il mito antico della rana che voleva farsi bue trova ai nostri giorni la sua più compiuta realizzazione: gonfiarsi fino a esplodere. In una fiala, in una pillola, nel docile arrendersi al dominio di una sostanza, è contenuta una resa perfino più grande, e più grave: la resa all’applauso degli altri come sola misura del proprio valore. Il contraltare è il terrore panico che il giudizio degli altri non ti gratifichi, non ti assolva, non ti salvi. Dipendenza è il contrario di indipendenza. Gli indipendenti cercano, e a volte trovano, una maniera più appartata e più personale per misurarsi, per cercare di capire chi sono. Le legioni di dopati del sabato sera in discoteca o degli sport amatoriali sono dipendenti allo stato puro. Cercano di risalire la fila, di recuperare posizioni, di rendersi notevoli con qualunque mezzo: e nessuno che scarti di lato, decida di non voler fare più parte di quella fila. Schwazer, tra una Olimpiade e l’altra, la tentazione di lasciare la fila l’aveva avuta. Un momento difficile, una crisi salutare a patto di elaborarla fino in fondo, e decidere: resto anche se non sono più il numero uno, pazienza se non arrivo primo; oppure: lascio perché non sono più il numero uno. Non ha fatto né l’una né l’altra cosa: ha deciso di rimanere cercando di truccare le carte. Si suole dire, in questi casi, che il campione dovrebbe essere d’esempio, ed è perfettamente vero.
Ma bastava, ieri, sentire le telefonate di molti ascoltatori a una popolare trasmissione radiofonica per capire che il doping di Schwazer ha milioni di mandanti, e milioni di alibi. Parecchi invitavano alla comprensione, indicavano la durezza della prova sportiva come giustificazione di un errore molto diffuso, e per questo, tutto sommato, non così grave. Quasi a nessuno veniva in mente che il doping, indipendentemente da ogni rischio per la salute, è un imbroglio. Una frode. Nello sport la più grave, la più imperdonabile nelle mancanze. Perché tanta indulgenza? Perché la storia di Schwazer è, qualunque sia il suo esito, la storia di un bravo ragazzo con la faccia da bravo ragazzo? Anche. Ma io credo che la voglia di assoluzione, di comprensione che spirava tra le parole di quei tifosi, di quegli italiani normali, né cinici né disonesti, derivasse da una complicità di fondo con le ragioni psicologiche del dopato.
La debolezza del campione rispecchia, ai massimi livelli, la debolezza di tutti. La paura di non farcela non riguarda solo gli olimpionici. La paura di non farcela è l’ossessione di massa della società più competitiva mai vista sulla faccia della Terra; e tanto più competitiva quanto più disposta a reggersi l’anima con i denti, affilatissimi, delle droghe di ogni ordine e grado.
Tratto e adattato da www.repubblica.it
Ora esprimi il tuo personale parere sulla tesi espressa, esponendo a tua volta una tesi e portando argomenti a sostegno del tuo parere.
“Se un amico è chi ti dà il consenso, ha più amici chi ottiene il maggior numero di ‘mi piace’ sui suoi post”. Discuti tale affermazione scrivendo un tema argomentativo.
Per progettare il tuo testo aiutati con lo schema:
• Argomento di discussione
• Tesi
• Argomenti
• Eventuali contro argomenti e confutazioni
• Conclusione
L’amicizia sorge dalla semplice compagnia, quando due o più persone scoprono di avere in comune qualche punto di vista, interesse, o perfino un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ognuno pensava di possedere come proprio esclusivo tesoro (o fardello).
La frase tipica che dà inizio a un’amicizia è: “Veramente? Anche tu? Credevo che solo io…”.
C.S. Lewis, I quattro amori
L’uomo parla!
Il dono misterioso della parola permette all’uomo di dare il nome a tutto ciò che c’è: il prato verdeggiante, il cane silente, gli sguardi minacciosi e una mano amica sulla spalla; e a tutto ciò che può accadere: le sue idee, i suoi desideri, i suoi gusti, i suoi dolori e le sue gioie.
L’uomo, attraverso le parole, conosce la realtà e comunica sé agli altri: parlando, ognuno di noi può stringere amicizie, dare il proprio contributo alla società e alla storia, costruire ponti fra i popoli.
Ecco perché è importante essere consapevoli della potenzialità della lingua, la quale ci fornisce un numero finito di parole e regole per costruire infiniti messaggi. Pochi suoni per costruire infiniti sensi: approfondendo la conoscenza delle possibili combinazioni tra gli elementi linguistici, possiamo essere sempre più creativi e liberi.
Contenuti digitali integrativi su itacascuola.it/nel-suono-il-senso
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