Servus inutilis. Alcide De Gasperi e la politica come servizio

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Servus inutilis

Alcide De Gasperi e la politica come servizio

Coll ana Telemaco

Servus inutilis

Alcide De Gasperi e la politica come servizio

Volume realizzato in occasione della mostra

Servus inutilis. Alcide De Gasperi e la politica come servizio promossa dalla Fondazione De Gasperi nell’ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario della scomparsa di De Gasperi, avvenuta il 19 agosto 1954, e presentata alla 45° edizione del “Meeting per l’amicizia fra i popoli”

A cura di Paolo Valvo

Coordinatore progetto

Fabrizio Bosio

Hanno collaborato alla redazione dei contenuti

Pietro Bertoletti, Mattia Bruni, Beatrice Caldarone, Cristina Colombo, Francesco Cristellon, Federico Cupellini, Miriam Facchinetti, Francesco Fonte, Elisabetta Ghezzi, Francesco Grasso, Martin Greco, Davide Lucini, Saverio Necchi, Anna Palombi, Sara Pane, Beatrice Scarano, Andrea Tommasi, Francesco Torri, Emanuel Toti, Pasquale Zaccarella, Pietro Zancaner

Progetto architettonico

Studio Margiotta architetti

Arch. Giovanna Parola

Con il sostegno di

Con la sponsorizzazione di

Progetto grafico Agenzia di Comunicazione DOL

Documentazione e fotografie

Archivio Maria Romana De Gasperi

Biblioteca della Fondazione De Gasperi

Archivio Andreotti

Archivio Diocesano Tridentino

Archivio de Il Tempo

Archivio Storico ENI

Fondazione Museo storico del Trentino

Video

Archivio Luce Cinecittà

Stampa Immaginazione

Noleggio della mostra Meeting Mostre info@meetingmostre.com www.meetingmostre.com

Con il contributo di

Prefazione

Fede, coraggio e visione.

A settant’anni dalla sua scomparsa, ricordare il Presidente Alcide De Gasperi significa onorare il grande statista che è stato arrestato dai fascisti, ha battuto i comunisti e ha creato il rapporto speciale con gli Stati Uniti d’America.

La straordinaria figura che ha dato il primo e decisivo slancio al processo di integrazione europea, ha avviato − e in buona misura realizzato − la ricostruzione del nostro Paese e ottenuto la riammissione dignitosa dell’Italia nel consesso delle nazioni dopo i disastri e le umiliazioni della guerra.

De Gasperi ha saputo spiegare al Re che doveva prontamente lasciare l’Italia dopo l’esito del referendum del 2 giugno del 1946, è riuscito a dire di no al Papa quando non ne ha condiviso l’indicazione politica, salvaguardando così la laicità dello Stato, e ha avuto la capacità di unire le grandi famiglie politiche del nostro Paese nella straordinaria stagione ricostruttiva del dopoguerra, realizzando tutto questo con la pretesa cristiana di orientare la propria azione al bene comune, in primo luogo la pacificazione nazionale.

Che questo fosse Alcide De Gasperi lo sapevano gli italiani di ieri che, stazione dopo stazione, attesero, addolorati e commossi, il passaggio del treno che portava le sue spoglie mortali dal suo Trentino a Roma per poi accompagnarlo come un fiume silenzioso fino alla sua ultima dimora nella Capitale. E lo sanno gli italiani di oggi che lo riconoscono come l’unico padre della Repubblica realmente rispettato

da tutti e, mi sia permesso perché ne ho certezza, cristianamente venerato da molti.

Tre parole lo descrivono nella sua autenticità: fede, coraggio e visione.

Ha avuto fede in Dio e la sua natura di cristiano impegnato in politica ha sempre caratterizzato il suo impegno fino a fargli dire che avrebbe preferito essere ricordato come un bravo cristiano piuttosto che come un bravo politico. In realtà le due dimensioni si fusero in un unicum di impegno concreto e slancio ideale. E delle categorie cristiane ha fatto uso anche a mezzo di parole non politiche come “perdono”: con questa parola si rivolse al congresso dei comandanti partigiani il 28 ottobre del 1950. Chiese il loro aiuto nel «superare lo spirito funesto delle discordie» e aggiunse: «si devono lasciar cadere i risentimenti e l’odio; si deve perdonare». Chi mai tra i politici della modernità avrebbe usato queste parole?

La sua fede non è stata solo religiosa: è stata fede nella possibilità di riscatto di una nazione in ginocchio, fede nella capacità che l’Italia potesse sperimentare una convivenza libera, democratica e pacifica dopo una dittatura e una guerra civile, fede nell’idea che popoli che si erano combattuti provocando milioni di morti potessero costruire insieme un avvenire condiviso di pace e prosperità attraverso istituzioni comuni: il sogno di Stati Uniti d’Europa. Questa fede ha animato il suo coraggio e la sua visione. Avviando i lavori dell’Assemblea Costituente richiamò le grandi culture nazionali e riconobbe che «operano nella Repubblica italiana le tendenze universalistiche del Cristianesimo, quelle umanitarie di Giuseppe Mazzini, quelle di solidarietà del lavoro, propugnate dalle organizzazioni operaie».

Vinse, guidando il Governo e la Democrazia Cristiana, le elezioni del 18 aprile del 1948 contro Togliatti e il suo

Fronte Democratico e Popolare, e fu la prima vera sfida bipolare della democrazia italiana, ottenendo la maggioranza assoluta. E tuttavia volle costruire una coalizione sul presupposto che non si governa da soli una grande democrazia. Intuì quanto il Paese avesse bisogno di momenti unitari e istituì (lui, De Gasperi, altro che la consueta polemica destra/sinistra) la festa del 25 aprile.

Da fiero trentino capì che un’Italia unita dovesse offrire al Sud strumenti speciali e straordinari per attenuare i divari e creò la Cassa per il Mezzogiorno, così come diede avvio all’Eni sostenendo l’intuizione di Enrico Mattei.

Le riforme dei suoi governi toccarono tutti i gangli essenziali della società e gli elementi cruciali che connotano l’attuale democrazia italiana portano indelebile la sua traccia: europeismo, atlantismo, libertà di mercato, solidarietà, sanità e istruzione universali. Potrei andare avanti molto a lungo.

La sua visione fu profetica. Cito solo due esempi. Comprese sin dai primi vagiti della Repubblica che il sistema parlamentare puro avesse necessità di un correttivo per garantire la stabilità dei governi e per questo propose una modifica alla legge elettorale con un piccolo premio di maggioranza; fu chiamata “Legge Truffa” e dopo più settant’anni siamo ancora lì, alla ricerca di una soluzione che De Gasperi aveva fin da subito consegnato all’Italia.

Altrettanto profeticamente colse che un’Europa che volesse essere forte, indipendente, prestigiosa, dovesse necessariamente dotarsi di una forza militare e promosse la Comunità Europea di Difesa.

Morì il 19 agosto del 1954 con la “spina nel cuore” della bocciatura, da parte dell’Assemblea Nazionale francese, del trattato di ratifica. E così, anche in Europa, dopo settant’anni, siamo al punto in cui ci aveva lasciato De Gasperi con una nitida visione che altri non capirono.

Gli amici e i suoi elettori lo amarono, gli avversari lo rispettarono, la saggezza popolare portò gli italiani ad una comprensione profonda del suo essere e del suo agire. Sua figlia Maria Romana ha regalato per decenni, a chi non l’ha conosciuto, un racconto delicato e intimo della figura cristallina dell’archetipo di una leadership al servizio della Nazione, di un marito devoto e di un padre innamorato.

De Gasperi, il cristiano, lo statista, il leader politico, il profeta, il costruttore, ha ancora tanto da dire alla politica e alla società di oggi: i suoi ideali sono rimasti vivi e intatti nonostante il trascorrere dei decenni, le sue intuizioni restano valide e attuali, il suo stile andrebbe elevato a paradigma per chi vuol servire la cosa pubblica.

Forse per questo gli italiani lo ricordano come il migliore dei servitori della Repubblica e la Chiesa nel 1993, attraverso la diocesi di Trento, ha avviato la causa di beatificazione e canonizzazione, ripresa nel 2022 dal Vicariato di Roma. San Paolo VI ha coniato una frase che è rimasta famosa: «La politica è la forma più alta di carità». Questa è la testimonianza che abbiamo avuto da Alcide De Gasperi. Una testimonianza che anche oggi chiede di essere raccolta.

Angelino Alfano

Presidente Fondazione De Gasperi

Introduzione

La mostra Servus inutilis. Alcide De Gasperi e la politica come servizio s’inserisce nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno Degasperiano, il programma di iniziative promosso dalla Fondazione De Gasperi per ricordare la figura del grande statista in occasione del 70° anniversario della sua morte, avvenuta il 19 agosto 1954.

La mostra offre una prospettiva dinamica ed evolutiva della vicenda storica del Padre fondatore dell’Italia democratica e dell’Unione Europea, attualizzando il pensiero e l’operato di un credente e politico che amava definirsi servus inutilis, la cui intera vita è stata animata dal desiderio di mettersi al servizio del bene di tutti.

Dopo la parte introduttiva, dedicata all’intreccio tra la biografia di De Gasperi e la storia del tempo in cui è vissuto, il percorso espositivo si snoda in cinque sezioni tematiche dalle quali emergono, con l’ausilio di immagini, manifesti e documenti, sia i principi che sono sempre stati sua fonte di ispirazione, sia gli insegnamenti morali, culturali e politici che ha lasciato in eredità alle generazioni future fino ai nostri giorni.

La capacità di incidere in profondità sui destini di un intero Paese nel secondo dopoguerra affonda le sue radici in un’esistenza segnata a più riprese dal fallimento e dalla sofferenza. Come racconta la sezione Dalla pazienza alla speranza tali esperienze, vissute all’insegna della fede nella Provvidenza e della fedeltà agli ideali democratici di una vita, permettono a De Gasperi di maturare uno sguardo po-

sitivo sulla storia e una rinnovata capacità di impegnarsi per il bene comune.

Forte di questa consapevolezza, De Gasperi si adopera da Presidente del Consiglio per costruire un’Italia libera e solidale, che metta al centro del nuovo corso la dignità della persona umana. A testimoniarlo stanno le numerose riforme che caratterizzano la ricostruzione post-bellica, illustrate nella sezione Libertà politica e giustizia sociale. Tuttavia, libertà politica e giustizia sociale non possono realizzarsi pienamente se non in un contesto di pace, come De Gasperi afferma in un celebre discorso pronunciato a Bruxelles il 20 novembre 1948. Egli non predica un disarmo ingenuo, ma si impegna nel costruire un ordine internazionale giusto, che favorisca la concordia e l’amicizia tra i popoli, in particolare quelli europei. Al contempo, la pace per De Gasperi non riguarda solo i rapporti tra gli Stati, ma ha a che fare innanzitutto con la predisposizione d’animo con cui l’uomo si pone in relazione con gli altri.

Come mostra la sezione Costruire la pace, tra la disponibilità personale a collaborare lealmente con tutti e la promozione del dialogo internazionale nei tavoli più importanti della diplomazia non c’è, in De Gasperi, alcuna soluzione di continuità. L’essere “uomo di confine”, nato e cresciuto in un’area transfrontaliera, porta ad alzare lo sguardo verso obiettivi che trascendono lo spazio nazionale.

Per rafforzare la fragile democrazia italiana, De Gasperi lavora così all’obiettivo dell’unificazione politica, economica e militare del continente europeo, fondandola non su tecnicismi astratti, ma sul riconoscimento di una comune matrice di civiltà. La sezione La nostra Patria Europa restituisce il senso di questo suo impegno nel garantire un futuro di pace all’Italia, ancorandola saldamente all’Occidente.

Nella parte conclusiva della mostra, intitolata Un uomo

unito, una serie di libri, fotografie e giornali raccontano De Gasperi da una prospettiva più intima, attraverso le testimonianze della figlia Maria Romana, la sua assistente più fidata nonché a lungo Presidente onoraria della Fondazione, degli amici e dei collaboratori, mostrando infine tutto l’affetto nutrito nei suoi confronti dal popolo italiano.

Paolo Valvo

Ricercatore in storia contemporanea

Università Cattolica del Sacro Cuore

La Fondazione De Gasperi

La Fondazione De Gasperi nasce nel 1982 a Roma, per custodire e veicolare gli insegnamenti ideali, morali e politici di Alcide De Gasperi, Padre fondatore dell’Italia democratica e dell’Unione Europea.

Attraverso il prisma dei principi e dei valori degasperiani, le iniziative della Fondazione si articolano in convegni, attività di ricerca, pubblicazioni, progetti culturali e di formazione, mettendo al centro le nuove generazioni, che intendono prendere su di sé la responsabilità di proiettare nel futuro l’eredità storica degasperiana, ispirata dalla tradizione cristiana e del popolarismo europeo.

In particolare, nel solco del pensiero e dell’operato di De Gasperi, la Fondazione promuove la riflessione e il dibattito sulla qualità della vita democratica e istituzionale, l’integrazione europea e la sicurezza transatlantica, il connubio tra sviluppo economico e giustizia sociale, la tutela delle libertà fondamentali e la centralità della “persona umana”.

La Fondazione dispone dell’Archivio privato di Alcide De Gasperi, contenente lettere, fotografie e documenti ancora inediti, donati dalla figlia Maria Romana, sua più stretta collaboratrice, nonché a lungo Presidente onoraria dell’istituto.

Inoltre, la Biblioteca della Fondazione possiede un patrimonio di 8.000 volumi (6.000 monografie e 2.000 pubblicazioni in serie), che riguardano le relazioni internazionali, l’integrazione europea, l’economia, la storia moderna e contemporanea, la figura di De Gasperi.

La Fondazione De Gasperi 77

La Fondazione è tra le organizzazioni e gli istituti membri del Wilfried Martens Centre for European Studies, il centro studi del Partito Popolare Europeo, e collabora con think tank e partner internazionali.

Fondazione De Gasperi Via del Governo Vecchio, 3 00186 Roma 06.6833592 info@fondazionedegasperi.org www.fondazionedegasperi.org

Dopo che è mancato, io ho raccolto tutte le sue carte e ho trovato vari bigliettini dove si capiva che erano scritti in un momento di difficoltà o di dispiacere, spesso anche in latino, dove chiedeva: «Signore aiutami oggi, questo non va bene». C’era un colloquio, una richiesta di una presenza del Signore, sempre.

Nelle edizioni Itaca

Unione Europea, storia di un’amicizia

Adenauer, De Gasperi, Schuman

A cura di Fondazione De Gasperi

1948­2018. L’Italia è

Assemblea Costituente: la rinascita di un popolo

A cura di Lorenzo Ettorre

Sub tutela Dei

Il giudice Rosario Livatino

Il medico del popolo

Vita e opera di José Gregorio Hernández

A cura di Carlos Izzo, Leonardo Marius

Maïti Girtanner con Guillaume Tabard

Maïti. Resistenza e perdono

Servus inutilis. Alcide De Gasperi e la politica come servizio www.itacaedizioni.it/servus-inutilis-de-gasperi

Prima edizione: agosto 2024

© 2024 Itaca srl, Castel Bolognese

Tutti i diritti riservati

ISBN 978-88-526-0785-1

Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)

Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Utilizziamo inchiostri vegetali senza componenti derivati dal petrolio e stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.

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Telemaco

Il 19 agosto 1954 moriva Alcide De Gasperi, padre fondatore dell’Italia democratica e dell’Unione Europea. La sua intera vita è stata animata dal desiderio di mettersi al servizio del bene di tutti.

«Ben t’accorgi da queste mie domande come nell’uomo d’azione ultimo a spegnersi è l’orgoglio di fare, e quanto mi pesi l’umiliazione di confessarmi servus inutilis».

«Noi sappiamo che la verità è semplice e la vita è fatta di relazioni umane e quindi avremo sempre bisogno di comprensione reciproca, di tolleranza, di pazienza».

«Le soluzioni amministrative sono senza dubbio necessarie. Ma non corriamo il rischio che si decompongano se un soffio vitale non vi penetra per vivificarle oggi stesso?»

Alcide De Gasperi

Questa pubblicazione è stata realizzata dalla Fondazione De Gasperi nell’ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi.

€ 10,00

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