Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki

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A cura di Paola Marenco, Maria Grazia Sabbadini Alberto Bordin, Francesco Rinarelli Gabriele Di Comite



A cura di Paola Marenco, Maria Grazia Sabbadini Alberto Bordin, Francesco Rinarelli Gabriele Di Comite

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Volume realizzato in occasione della mostra

Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki pensata e organizzata da

per la XL edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli

con il contributo di

FONDAZIONE ECCLESIALE

MARISA GIAMPAOLI Sezione Svizzera

& altri amici...

FONDAZIONE ECCLESIALE

A cura di Paola Marenco Gabriele Di Comite Alberto Bordin Massimo Morelli Progetto, allestimento e coordinamento Luciano Paci Federico Iommi

Catalogo

Produzione grafica Salvatore M. Distefano

Prima edizione: agosto 2019 Seconda ristampa: febbraio 2024

Si ringrazia per il materiale museale in esposizione Museo alla Memoria di Takashi Nagai Nagasaki, Giappone Museo d’Arte Cinese ed Etnografico Missionari Saveriani Parma Si ringrazia per la collaborazione Museo dei Ventisei Martiri di Nagasaki Nagasaki, Giappone Chiesa del Santissimo Nome di Gesù Roma Noleggio della mostra Meeting Mostre info@meetingmostre.com www.meetingmostre.com

Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki www.itacaedizioni.it/takashi-paolo-nagai

© 2019 Itaca srl, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0618-2 Impaginazione grafica: Andrea Cimatti Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC) Crediti fotografici Foto © Zeno Colantoni, per gentile concessione dei padri gesuiti della chiesa del Gesù, Roma: 31, 32-33, 108 Creative Commons: Japanexperterna.se 8-9 Pitu Cau/Alamy Foto Stock 39 Shutterstock.com: taka1022 10 · Sean Pavone 42 · Everett Historical 59, 111 · Chaloemwut 91 · socrates471 93 · optimarc 94-95 · Unique Vision 98-99 · warasit phothisuk 100 L'editore rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare.

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Sommario Introduzione 4 3 febbraio 1908 La nascita e la famiglia 6 Religiosità e sensibilità del popolo giapponese Il contesto storico

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1928 Gli studi medici e l’ateismo 18 29 marzo 1930 L’ultimo sguardo della madre 19

1940 Il ritorno alla ricerca e la leucemia 54 9 agosto 1945 La bomba atomica 58 10 agosto 1945 Il “trionfo” della fisica e la tragedia del Giappone 59 11 agosto 1945 Il rosario di Midori 60

1931 Pascal, il compagno di viaggio 20

15 agosto 1945 Il giorno dell’Assunzione e la fine della guerra 61

1931 Ospite della famiglia Moriyama 21

5 ottobre 1945 Il miracolo e i tre segni 62

Il secolo cristiano del Giappone Editti e martiri: «Non si deve perdere l’anima» Sakoku: il paese in catene Il ritorno dei sacerdoti

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23 novembre 1945 Il discorso nella grande chiesa 66

Marzo 1932 La laurea 42

24 dicembre 1945 Il bene comune e le campane di Nagasaki 72

1932 La radiologia 43 24 dicembre 1932 Messa di Natale 45 21 gennaio 1933 Vigilia della partenza per la guerra in Manciuria 46 1934 Il ritorno del soldato: l’opzione della libertà 48 1934 Battesimo e matrimonio 49 1934 Scienza e carità 50 1937 Ancora in guerra, ma è un uomo nuovo 52

15 ottobre 1945 Il ritorno a Urakami 70

1946 Progressione della leucemia 74 Marzo 1948 Nyokodō, il santuario come te stesso 76 1949 Il mistico della pace per i nostri tempi 80 1948-1951 Ora l’annuncio abita a Nagasaki e si può incontrarlo 82 1 maggio 1951 Dono totale di sé 87 Approfondimenti 90 Ringraziamenti 112

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Introduzione Lo chiamano “il Santo di Urakami”. Una storia di amore e di amicizia radicati così saldamente nella fede da vincere la devastazione della bomba atomica: è la vicenda storica e umana di Takashi Nagai. Fiero come un samurai nella sua etica giapponese, convinto all’ateismo come un uomo occidentale durante i suoi studi universitari di medicina, Takashi viene travolto da quel fiume di fede che vive nel quartiere di Urakami, a Nagasaki. Un fiume sgorgato con l’arrivo di Francesco Saverio nel 1549, alimentato per secoli da migliaia di martiri e santi, passando per l’incredibile vicenda dei cristiani nascosti, durata oltre duecento anni. L’annuncio che lo raggiunge attraverso il popolo di Urakami e l’amata Midori lo porta ad abbracciare la fede e prenderà forma nella sua vita facendo lui stesso annuncio di fede e di pace per gli amici uomini. Diventa Takashi Paolo: fino alla fine vero giapponese e intelligente medico e scienziato, perché «il cristianesimo non è venuto a cancellare i valori che l’hanno preceduto, bensì a battezzarli» (Charles Moeller). Il 9 agosto 1945, alle ore 11,02, viene sganciata la seconda bomba atomica della storia proprio sul quartiere di Urakami, uccidendo all’istante Midori e decine di migliaia di abitanti. Takashi Paolo è già gravemente malato di leucemia, a seguito del suo lavoro di radiologo. Decide di tornare a vivere sulle macerie del quartiere distrutto, dedicando il tempo che gli rimane alla ricostruzione di Urakami e della vita dei suoi abitanti. Passa gli ultimi tre anni di vita costretto a letto in una capanna di due metri quadrati, che ribattezza Nyokodō, il “santuario come te stesso”, richiamo evangelico all’amore per il prossimo. È proprio al prossimo che si dedica anima e corpo fino a consumarsi, pregando per la pace, incontrando e confortando persone provenienti da tutto il Giappone e scrivendo libri i cui proventi devolve alla ricostruzione dei luoghi a lui più cari: la chiesa, l’ospedale, la scuola, l’orfanotrofio. Muore avendo testimoniato con gioia e amore che «i cieli e la terra passeranno, ma le Sue parole non passeranno», perché neanche la bomba atomica può far tacere le campane di Dio. «Questo chiedono a Dio gli abitanti di Urakami che piangono prosternati nella cenere: che la loro città sia l’ultima nel mondo resa deserta dall’atomo. Gridano a tutti gli uomini: Non fate più guerre! Seguiamo la suprema legge di Dio, amiamoci! Restiamo uniti, lavoriamo insieme per il bene di tutta l’umanità! Le campane suonavano ancora» (Takashi Paolo Nagai, Le campane di Nagasaki). 4


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3 febbraio 1908 La nascita e la famiglia «Manda lontano il tuo figlio più caro».

Primo di cinque figli, Takashi Nagai nasce a Matsue, nella prefettura di Shimane, il 3 febbraio 1908, dopo un parto difficile che mette in pericolo la sua vita e quella di sua madre. Poco dopo la famiglia si trasferisce nella regione rurale di Iishi e Takashi cresce in una tradizionale abitazione di campagna dal tetto di canne di miscanto, circondata da distese di campi di riso e non più di una dozzina di altre abitazioni. Viene educato dai suoi genitori secondo gli insegnamenti tradizionali della religione shintoista e i precetti etici del confucianesimo. La regione di Shimane è una delle vere culle dello shintoismo e a Takashi viene insegnato a venerarla come terra sacra durante le scuole elementari. Shimane è sede del santuario di Izumo, dono, secondo la mitologia, della dea del Sole Amaterasu al dio Ōkuninushi, ed è il luogo in cui era nato il Nihonteki, il vero spirito shintoista che ha plasmato cuore e sensibilità dei giapponesi. L’etica confuciana che il piccolo Takashi apprende in famiglia è la stessa che aveva fornito ispirazione al codice etico dei samurai nei secoli precedenti. Come ogni giapponese Takashi impara i valori di pietà filiale, onestà, lealtà, compassione, dovere, coraggio, onore e cortesia, da perseguire fino alla morte. Il nome Takashi significa nobiltà mentre il cognome Nagai è composto di due ideogrammi che significano sorgente inesauribile.

Cresce in una famiglia dedita alla pratica medica, imparando dai genitori il duro esercizio del lavoro e la dedizione ai malati. Suo padre, Noboru, medico che conosceva e praticava la medicina occidentale, era a sua volta figlio di un medico, Fumitaka Nagai, che praticava la medicina tradizionale a base di erbe. Sua madre, Tsune, discendente di una antica famiglia di samurai, dopo il matrimonio dedicherà operosamente la sua vita al servizio di assistenza all’attività del marito. Takashi viene introdotto dai genitori alla passione per la scienza medica e la cura dei malati e sa bene che, come primogenito, ha il dovere di onorare e servire il nome paterno, secondo il precetto di pietà filiale, perno della tradizione della sua terra. Un antico detto giapponese recita: «Manda lontano il tuo figlio più caro». Nel 1920 Takashi viene inviato a Matsue, ospitato dalla famiglia dello zio, dove frequenterà i suoi studi secondari inferiori e superiori. Lo spirito scientista e materialista dell’ambiente culturale ed educativo giapponese dell’epoca inizia a farsi strada nella testa e nel cuore del giovane Takashi, che rimane affascinato quando incontra, per la prima volta in vita sua, uno straniero: il giornalista americano Lafcadio Hearn. Il suo spirito inizia ad aprirsi all’orizzonte del mondo, proprio come aveva iniziato a fare il Giappone stesso da pochi anni.

La casa natale di Takashi Nagai a Matsue, nella prefettura di Shimane. Pagina seguente: Takashi Nagai alle scuole medie di Matsue. I genitori di Takashi, Noboru e Tsune Nagai. La famiglia. A sinistra, inginocchiato, Takashi Nagai. 6


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Ringraziamenti Dobbiamo ringraziare molti amici per aver contribuito a quest’opera, attraverso i loro suggerimenti, provocazioni e supporto. In particolare ringraziamo: padre Paul Glynn, missionario marista e autore del libro Pace su Nagasaki, che ci ha fatto conoscere Takashi Nagai, dando origine a quel movimento di amici da cui è nata questa mostra; Tokusaburo Nagai, direttore del Nagai Takashi Memorial Museum e nipote di Takashi Nagai, per lo speciale supporto e il preziosissimo materiale che ci ha fornito per allestire la mostra;

padre Domenico Vitali, direttore del Museo dei Ventisei Martiri di Nagasaki; Wakako Saito, docente di lingua e letteratura italiana all’Università di Nagoya e compagna di cammino nella decennale amicizia con i bonzi buddisti del monte Koya; padre Luciano Mazzocchi, missionario saveriano responsabile della comunità di dialogo interreligioso Vangelo e Zen; Vittorio Volpi per il suo ricco lavoro su Alessandro Valignano e i suoi preziosi consigli.

Soltanto se uno ha sofferto e pianto, può capire cos’è la compassione e può confortare chi soffre. Se tu non hai mai pianto, non puoi asciugare le lacrime di un altro. E se non hai mai camminato nell’oscurità, non puoi aiutare chi si è perduto a ritrovare la strada. Se non hai mai guardato la morte in faccia, se non ti sei mai sentito annientato dal suo orrore, non puoi aiutare un altro a risorgere per gustare nuovamente la gioia di essere vivo.

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Noi dovremmo trasformare la nostra vita in poesia. Dobbiamo scavare sotto la superficie delle cose, cercare la bellezza nascosta che è dappertutto e scoprire la gloria del creato che è intorno a noi. Allora ogni giorno diventerà una poesia. Siamo vivi, siamo vivi e un intero giorno ci attende. Takashi Paolo Nagai

€ 16,00 itacaedizioni.it


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