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ANNIVERSARIO

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PER I SOCI

PER I SOCI

PIRELLI COMPIE 150 ANNI Un secolo e mezzo di orgoglio milanese

La grande Azienda lombarda celebra quest’anno un anniversario importantissimo. Ecco una breve storia che ne ripercorre l’affermazione nel mondo industriale e in quello sportivo ma anche le tante incursioni nel mondo della cultura e dell’arte.

Testo di Saverio Villa

Centocinquant’anni di vita attraverso tre secoli: un’epopea che Pirelli e pochi altri possono vantare. È il 28 gennaio del 1872 quando Giovanni Battista Pirelli, a soli 23 anni e con il supporto di 24 soci, fonda a Milano la “G.B.Pirelli & Soci” e scommette su qualcosa di nuovo per l’epoca: la gomma. All’inizio l’Azienda si occupa di articoli per apparecchi e macchine industriali, per la navigazione a vapore e per le ferrovie. Poi l’attività si estende a giocattoli, impermeabili, merceria e, successivamente, agli isolanti per i cavi elettrici che, a quei tempi, rappresentano un settore in enorme evoluzione. Arrivano importanti commesse governative

per la rete telegrafica sottomarina

e l’elettrificazione ferroviaria. E il primo gennaio del 1883, per l’apertura della stagione, il Teatro alla Scala viene illuminato elettricamente per la prima volta da 2.880 lampade ad incandescenza grazie ai cavi Pirelli. Nel frattempo l’Azienda si è assicurata anche la fornitura dei cavi che passano sulle cascate del Niagara e sul Nilo, e anche commesse in Spagna, Argentina e Francia. Sono le basi per raggiungere A sinistra, l’atto costituivo della “G.B.Pirelli & Soci”, con un capitale sociale di 215 mila lire. A destra il grattacielo Pirelli negli anni Sessanta

una dimensione mondiale e per la

trasformazione in una delle prime

multinazionali di origine italiana. Nei primi anni del Novecento inizia la rivoluzione dell’auto e nel 1901 Pirelli lancia l’Ercole, il primo pneumatico per vetture. E nel 1907 ottiene un successo

Da sinistra: Giovanni Battista Pirelli; Alberto e Leopoldo Pirelli, rispettivamente

figlio e nipote del fondatore, e Marco Tronchetti Provera.

storico equipaggiando la Itala 35/45 HP di Luigi Barzini che vince il durissimo raid Parigi-Pechino, arrivando al traguardo con venti giorni di anticipo sulla seconda auto classificata. A quel punto le dimensioni della Pirelli sono già tali da richiedere un’attenzione al welfare, con l’istituzione di una cassa di mutuo soccorso per gli operai ammalati e un concordato con gli organi sindacali per migliorare le condizioni dei lavoratori. Vengono aperti stabilimenti in Spagna, Inghilterra e Argentina e, dopo la Grande Guerra, in Brasile. Nel 1922 la Pirelli viene quotata a Palazzo Affari e, nel 1929 – prima azienda italiana – sbarca a Wall Street. Al termine della Seconda Guerra Mondiale il mercato degli scooter e delle auto decolla. Come lo sport, del resto, e le vetture gommate Pirelli - con Tazio Nuvolari e Alberto Ascari tra gli alfieri - si aggiudicano gran premi

A sinistra un foto emblematica

della collaborazione in atto da

sempre tra Pirelli e Lamborghini.

Sotto, immagini di gara relative

ai mondiali di Formula 1 e rally

nei quali l’Azienda milanese è impegnata da anni.

e campionati mondiali. In quegli anni la Pirelli comincia a investire anche nel mondo della cultura e nel 1948 nasce la “Rivista Pirelli”, un esempio di stampa aziendale rivolta al grande pubblico, che annovera tra i collaboratori Dino Buzzati, Umberto

Eco, Eugenio Montale, Salvatore

Quasimodo e Giuseppe Ungaretti. Nel 1960 viene inaugurato il Grattacielo Pirelli, progettato da Gio Ponti, che è ancora oggi un simbolo di Milano e mantiene il suo nome sebbene sia stato ceduto alla Regione Lombardia. Nel 1964 appare la prima edizione di un “oggetto” di culto come il Calendario Pirelli, realizzata da Robert Freeman, il fotografo dei Beatles. Nel 1955 Pirelli e Fiat detengono in parti uguali anche la proprietà del neonato marchio automobilistico Autobianchi che, però, nel 1968 passa interamente sotto il controllo della Casa torinese. Ma arrivano anche i momenti bui.

Negli anni Ottanta fallisce la fusione

con Dunlop e negli anni Novanta non va in porto neppure il tentativo di scalata alla tedesca Continental: ne consegue una crisi aziendale ed economica che, nel 1992, causa il passaggio di consegne da Leopoldo Pirelli, nipote del fondatore, al suo genero Marco Tronchetti Provera e la cessione delle attività non strategiche. Nel 2011, poi, per diversifi care il business, Tronchetti Provera diventa azionista di riferimento della Telecom, ma l’esperienza, anche per

Sopra, una foto tratta dall’edizione

2022 del Calendario Pirelli, realizzata

dal fotografo e rocker Bryan Adams.

incomprensioni con il mondo politico, si conclude nel 2007. In campo sportivo, invece, i successi si moltiplicano. Nei rally e in pista. Nel 2004 Pirelli diventa fornitore unico del campionato Superbike e il contratto, ancora in atto, è il più longevo nella storia degli sport motoristici a livello internazionale. Nel 2010, poi - dopo l’esperienza degli anni Ottanta come fornitore di Toleman, Brabham, Lotus e Benetton – Pirelli torna in Formula 1

come fornitore unico. E lo sarà almeno

fi no a tutto il 2023. Oggi la Pirelli ha 18 stabilimenti in 12 Paesi del mondo. Il principale azionista è la Marco Polo International Italy, di proprietà cinese, mentre il secondo stakeholder per importanza è la holding italiana Camfi n, controllata dallo stesso Marco Tronchetti Provera. 

“La potenza è nulla senza controllo”: lo slogan diventato famoso grazie anche alla campagna pubblicitaria provocatoria con il velocista Carl Lewis in tacchi a spillo.

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