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Una chiocciola può salvarci L’elicicoltura modello di sviluppo
ALIMENTI
UNA CHIOCCIOLA PUÒ SALVARCI L’ELICICOLTURA MODELLO DI SVILUPPO
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Oltre 1.200.000 utenti collegati dall’ Italia e da 19 paesi del mondo in 6 giorni - dalla conferenza stampa agli ultimi incontri in streaming: questi i numeri di Helix2020 Uomo Digitale Terra, l’edizione zero di un format, conclusosi lo scorso 27 settembre, che è destinato
a crescere ancora, cambiando il volto del territorio dove nasce. Enti locali, aziende, ristoranti e produttori delle Langhe si sono uniti attorno all’Istituto internazionale di Elicicoltura di Cherasco (Cn) in un palinsesto unico per informare, fare scoprire e fare degustare la Chiocciola Metodo Cherasco, lanciando un ideale segnale virtuale da Cherasco verso il mondo intero.
Così, attraverso un evento unico ideato come uno show che ha coniugato degustazioni, incontri, convegni e tavole rotonde, tutti filmati e condivisi in rete, Simone Sampò, presidente dell’Associazione nazionale elicicoltori
e direttore dell’Istituto internazionale di elicicoltura, ha lanciato ufficialmente il Manifesto dell’economia elicoidale, firmando il suo decalogo assieme a oltre 30 rappresentanti delle istituzioni regionali, giornalisti ed opinion leader.
La crescita elicoidale nasce dalla chiocciola, dalle sue virtù e dalle sue peculiarità per “contaminare” e creare opportunità di sviluppo di filiera in settori diversificati: l’agricoltura, l’allevamento, la cosmetica e la medicina, la ristorazione, fino a diventare un’opportunità di impresa e un mezzo di sostentamento principale di nuovi nuclei familiari, contribuendo perfino alla riqualificazione economica e sociale di interi territori rurali. La tematica digitale diventa quindi una chiave fondamentale per portare l’elicicoltura in una dimensione più moderna: attraverso l’applicazione della blockchain, la mappatura dei terreni e la raccolta dei dati è possibile offrire risposte sempre più sofisticate al servizio degli allevatori, incrementare il processo di tutela delle risorse naturali ed aumentare i livelli di tutela dei consumatori.
Helix2020 ha lanciato quindi una sfida ambiziosa al mondo agricolo, produttivo e dei servizi per raccogliere attorno alle sue suggestioni gli attori più sensibili alle tematiche urgenti, che riguardano la capacità di fare una sintesi nobile tra le esigenze di un’economia di mercato e i limiti ormai
evidenti causati da un modello basato sullo sfruttamento esasperato delle risorse. L’ambizione è quella di offrire delle risposte, ma anche di sviluppare contaminazioni virtuose e coinvolgere nel cambiamento gli stakeholders.
Ecco il manifesto dell’economia elicoidale: 1. Sostenibilità ambientale e green economy - per lavorare tutti assieme nell’unica direzione concepibile oggi: la salvaguardia dell’ambiente 2. Biodiversità - la grande sconosciuta del nostro pianeta, da studiare, riscoprire e tutelare 3. Applicazioni digitali - per condividere in tempo reale skills, risposte e informazioni 4. Educazione alimentare - la filiera alimentare nasce e finisce nel piatto e nel cestino della spesa, tocca a tutti noi essere consapevoli e attenti 5. Attenzione sociale - per crescere assieme, senza lasciare nessuno indietro 6. Ricerca e sviluppo - la ricerca e i fondi legati ad essa sono il midollo della crescita 7. Internazionalizzazione - per raggiungere tutti 8. Promozione culturale - perché senza la cultura non esiste creatività né trasmissione delle tradizioni 9. Valorizzazione delle eccellenze territoriali - è essenziale farsi ambasciatore della propria terra. �� cod 70024
IL COMMENTO Sognando un’economia che non dipenda dal profitto
di Roberto Vitali
Il Covid-19 continua ad essere in primo piano su giornali e telegiornali. La paura è ancora tanta, anche se l’Italia è più sicura rispetto ad altre nazioni. Sicurezza effimera: può cambiare da un giorno all’altro, per questo la prudenza non è mai troppa. Di sicuro c’è che questo virus obbligherà a migliorare il mondo. Che senso avrebbe fare tutto come prima? Dobbiamo dare più spazio alle comunità, tornare a produrre il cibo che mangiamo. Scrive Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: «È in atto un ridimensionamento delle politiche liberiste. Confido in un futuro più sostenibile, in tasselli di nuova economia da non misurare necessariamente attraverso il Pil». Sostituire quindi un’economia del profitto con un’economia dei beni comuni e delle relazioni: tenere in vita altre realtà accanto ad Amazon e ai supermercati. Come ristoranti e negozi di quartiere. Nei piccoli paesi ci vorrà una versione moderna delle botteghe, gestite da giovani, con l’accesso a Internet, con tutta una serie di servizi, dove magari si può anche ritirare la pensione. Ci vogliono nuove idee. A salvarci sarà la diversità. I ristoranti non sono ripartiti con gli stessi fatturati, è una strada in salita, con molte cadute definitive. La speranza è che, accanto allo sviluppo del web, aumenti anche il senso della comunità, capace di dare la sicurezza affettiva che su Internet non si trova. �� cod 70348
ALIMENTI
DENOMINAZIONI COMUNALI MANIFESTO E COMITATO PER IL RILANCIO
Le Denominazioni Comunali (De.Co.) tornano a far parlare grazie all’iniziativa di un gruppo di esperti nel settore agroalimentare che hanno stilato e sottoscritto un manifesto in dieci punti per favorire la corretta applicazione di questo strumento di valorizzazione. Le De.Co. rappresentano infatti un’occasione per sviluppare il marketing territoriale in quei Comuni che intendono legare il proprio nome a un prodotto identitario che caratterizza il lavoro e le tradizioni di una comunità.
Fu Luigi Veronelli, giornalista e scrittore, ad intuire il valore di questo strumento che avrebbe rafforzato la coscienza di ciò che merita salvare e rilanciare, fra i prodotti, ma anche fra le ricette di un dato Comune, per consegnarli alle generazioni future. Il manifesto, articolato in 10 punti, dà dunque l’avvio ad un’azione di sensibilizzazione per dire una parola chiara sull’opportunità di procedere alla delibera comunale di adozione della De.Co.
Dopo la sottoscrizione del Manifesto da parte di Roberto Astuni, Milena Cecchetto, Serenella Cicchellero, Roberto De Donno, Antonio Di Lorenzo, Gianfranco Ferrigno, Angelo Irienti, Domenico Maraglino, Paolo Massobrio, Marina Moioli, Rosario Previtera, Vladimiro Riva, Gian Arturo Rota, Bruno Sganga, Nino Sutera, si attende ora l’adesione da parte dei sindaci del vari Comuni d’Italia, ma anche di altre personalità del mondo politico, economico e culturale per favorire la valorizzazione e quindi la salvaguardia di quella straordinaria ricchezza agroalimentare del nostro Paese, declinata in migliaia di esempi, molto spesso virtuosi e forse dimenticati.
MANIFESTO DE.CO. 1. Le De.Co. sono un agile strumento che consente ad ogni sindaco di dare valore alla forte identità territoriale e storica di specifici prodotti, piatti-ricette o tradizioni del proprio Comune. 2. Le De.Co. sono un censimento di origine con uno specifico valore storico e culturale, in particolare per quei tanti prodotti agroalimentari che non rientrano, per motivi diversi, in altre forme di valorizzazione. 3. Le De.Co. rappresentano identità
ed espressione di valori e tradizioni
attestati attraverso una semplice delibera comunale del Sindaco, che certifica la provenienza specificatamente
territoriale di ogni prodotto, piatto o sapere di quella peculiare terra. 4. Le De.Co. rendono lustro al Comune di appartenenza che le dichiara proprie e specifiche del proprio territorio con effetto immediato dalla delibera del Sindaco e dell’Amministrazione. Esse, in quanto appartenenti al territorio comunale non sono proprietà di singoli, in quanto sono un bene collettivo. In tal senso le De.Co. contribuiscono a valorizzare specificità a confronto, con preponderante attenzione al genius loci, al fine di suggellare suggestive operazioni di marketing territoriale con evidenti benefici economici, produttivi e turistici. 5. Le De.Co. hanno un carattere eticamente rispettoso sia della natura, sia dei diritti dei lavoratori artigianali e contadini, in quanto annoverano il prodotto alla propria terra, ossia allo specifico Comune, in cui esso viene da sempre generato con quelle peculiarità.
Il fattore propulsivo delle De.Co. si pone in grado di smuovere un certo interesse economico-sociale intorno alla considerevole ricchezza e varietà di elementi culturali, di usanze e tradizioni attualmente ancora in vigore negli oltre 8.000 Comuni italiani. 6. È, dunque, chiara e determinata
volontà del Comitato creare una fitta
rete di sinergie tra territori, al fine di incentivare al meglio l’istituzione delle De.Co. così da ottimizzare un costante scambio d’informazioni, suggerimenti e proposte operative. 7. Il Comitato intende spronare i Comuni ad istituire le De.Co., promuovendo leggi regionali in conformità coi principi delle De.Co. ed attivandosi per costituire un gruppo trasversale di parlamentari disposti a farsi promotori della validità della prestigiosa intuizione di Luigi Veronelli in quanto a promozione, sostenibilità e sviluppo identitario dei luoghi. 8. Si ritiene utile estendere il proget-
to De.Co. a tutta la rete di ristoratori
e produttori locali che, individualmente o con specifiche associazioni, usano prodotti De.Co. per promuovere una specifica azione di sensibilizzazione e conoscenza rivolta al consumatore finale. 9. Il Comitato si fa carico di individuare e promuovere contatti finalizzati col mondo dell’informazione (stampa, web, social e televisioni pubbliche e private), istituendo uno specifico gruppo operativo mirato a tale compito. 10. È inoltre precisa intenzione del
Comitato ideare ed organizzare
esclusive “Giornate De.Co.” con la collaborazione di tutti i Comuni che le hanno designate, coinvolgendo Istituzioni, Associazioni e vari protagonisti che ne hanno condiviso la promozione e la valorizzazione. �� cod 70141