THE ORIGINS OF HUMANKIND

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Ricetta Soizik conosceva Sacha. E poi ha conosciuto Yves (e Martine) e il suo giovane figlio Quentin . . . Allora Soizik ha domandato a Yves di raccontare a Quentin l’Universo, la Terra, la Vita, l’Uomo. Ha registrato ogni cosa, l’ha trascritta, abbellita come lei sa fare così bene e ha domandato a Sacha di aggiungervi delle immagini. Nient’altro.

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Yves Coppens RACCONTA

ORIGINI

LE

DELL’

UOMO ILLUSTRAZIONI DI

Sacha Gepner TESTO RACCOLTO DA

Soizik Moreau

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International Copyright © 2008 by Editoriale Jaca Book spa, Milano All rights reserved Prima edizione italiana Marzo 2008 Copertina e grafica Ufficio grafico Jaca Book Traduzione dall’originale francese Marco Vitale

ISBN 978-88-16-57325-3 composizione del testo e selezione delle immagini Graphic srl, Milano stampa e rilegatura Grafiche Flaminia, Foligno, Perugia finito di stampare nel mese di Febbraio 2008 Per informazioni sulle opere pubblicate e in programma ci si può rivolgere a Editoriale Jaca Book, Servizio Lettori Via Frua 11, 20146 Milano tel. 02.48561520/29, fax 02.48193361 e-mail: serviziolettori@jacabook.it internet: www.jacabook.it

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Prologo

Prima dell’Uomo, cosa c’era? Prima della vita, Prima delle piante, degli animali, Prima dell’acqua, della terra, del fuoco, dell’aria, Prima della prima notte e del primo giorno, Prima del sole e prima delle stelle, Com’era? Cosa c’era? Eterna domanda! Con i primi balbettii del pensiero, miti, religioni e testi sacri danno le loro risposte: tutte invocano l’opera soprannaturale di un dio creatore. Assai più tardi, le scienze avanzano altre risposte per spiegare l’origine di tutto ciò che è . . . Ma . . .

Prima, com’era? Prima, cosa c’era? Alcuni astrofisici si azzardano a rispondere che non c’era . . . Niente! O piuttosto quasi niente! Ma questo non risolve il problema, visto che non se ne sa niente . . .

Allora? 7


Allora? A cosa paragonare questo abisso di nulla? Come descriverlo? Era chiaro come il giorno? Tenebroso come la notte? Abbacinante come il sole? Livido come la luna? Come parlare di colori che non esistono? Come immaginare quel che nessun occhio ha contemplato? Eppure, tutto quello che esiste non potendo sorgere dal niente,

Doveva esserci per forza Qualcosa Prima . . .

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Di fronte a un simile mistero alcuni scienziati immaginano che . . . forse . . . probabilmente . . . da qualche parte in questo vuoto illimitato, una misteriosa e prodigiosa forza si annidasse, piĂš impercettibile di una polvere microscopica, concentrata, compressa a un grado inimmaginabile . . .

E che, di colpo . . .

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. . . Bang!!! Con una deflagrazione d’una brevità e d’una potenza inaudite, l’improvviso dilatarsi di questa polvere microscopica sparge in tutte le direzioni del vuoto illimitato una materia che, sotto l’effetto di un calore più ardente di mille miliardi di soli, si trasforma, in un fugace istante, in magma gassoso incandescente, indescrivibile caos senza forma né senso . . .

E, subito . . . Tic Tac . . . Tic Tac . . . 10


L’Orologio dell’Universo si mette in moto perché quella prodigiosa deflagrazione genera, mescolati,

Tempo, Spazio e Materia . . . Dacché l’Orologio dell’Universo ha preso a girare, il tempo che è trascorso si calcola in circa 14, forse 12 miliardi di anni.

Ora, quando il Tempo trascorre . . . 11


Quando il Tempo trascorre . . . Scorrono – a miliardi – gli anni dall’esplosione primordiale, e tutto cambia, si trasforma nell’incandescente magma siderale . . . Sotto l’azione di forze misteriose, mentre il ribollente pentolone cosmico via via si raffredda, e al tempo stesso si espande, si scrive

La fantastica Storia dell’Universo.

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Si scatena dunque una disordinata sarabanda in cui miriadi di particelle elementari – quark e gluoni – si fracassano le une contro le altre, si raggruppano a ritmo sfrenato, s’agglutinano e formano nuove strutture – nucleoni, protoni e neutroni –; queste, a loro volta, s’associano in atomi che si organizzano, per costruire molecole, dapprima semplici, poi sempre più complesse, che in seguito, in sorprendente pullulare, daranno vita alle grandi strutture celesti dell’universo . . .

Passa ancora e sempre il Tempo . . .

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Dieci Miliardi di Anni dopo il Big Bang . . . Nello spazio siderale raffreddato brulica, sottomessa alla forza di gravità, una moltitudine di stelle, di galassie . . . In uno sperduto angolo di una di esse – la Via Lattea – splende il Sole e, piccolo ammasso di frantumi stellari roteante a 150 milioni di chilometri dall’astro, un pianeta singolare: il nostro . . . È l’alba della Terra, che si circonda di gas carbonico e vapore acqueo; questo, condensato per effetto del raffreddamento, si muta in pioggia ininterrotta.

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Meno di 500 milioni di anni dopo la sua nascita, un oceano ricopre la crosta terrestre. In quelle acque tumultuose rimugina un gigantesco brodo di coltura. Come gli atomi s’erano organizzati in molecole, così le molecole si agglomerano in strutture via via più complesse: la loro combinazione creerà i primi organismi unicellulari, le cellule.

Ed è . . . la Vita! La vita presente in questa forma tutta semplice per 3 miliardi di anni. 15


È la Vita! E dopo? Appaiono . . . vermi, spugne, meduse, alghe, molluschi, i primi organismi pluricellulari e fra questi, un po’ più tardi, diversi proto-pesci e veri pesci cartilaginei . . . Ed ecco che l’irruzione di un attore inatteso cambia il corso della storia. L’intruso, una sorta di pesce, si era evoluto fino allora nel suo elemento acquatico. Ma, sempre più spesso, l’acqua lo scopre. La pullulante fauna marina si disputa un cibo che scarseggia. Perché non cercare la pappa altrove? Forse su quelle rive accoglienti? E, con l’occhio globuloso, egli sbircia i primi conquistatori, alcune piante avventuriere, qualche incosciente insetto dell’aria, dopo 3,5 miliardi di anni di vita nell’acqua. 16


Primo colono della Preistoria, si lascia arenare sulla terra fradicia, dove, in milioni di generazioni, si fa capostipite. Per mutazioni e selezioni successive le sue branchie catturano l’ossigeno dell’aria e si raddoppiano in elementari polmoni; le sue grandi pinne prendono forma di zampe. Trascinando il corpo rasoterra adotta un nuovo tipo di locomozione. E, un giorno, agghindato con una coda, non ha più niente in comune col suo antenato sommerso. Prefigura già gli esseri a due vite: gli anfibi. Le costrizioni dell’ambiente terrestre comportano nuovi adattamenti e conducono, in decine di milioni di anni, al perfezionamento del corpo, dello scheletro, dei muscoli, del loro funzionamento . . . Tutto si diversifica: anatomie, metabolismi, comportamenti . . .

Allora, in seguito . .17.


In seguito . . . 250 milioni di anni fa la Terra, che non smette di modificarsi, non ha, evidentemente, la geografia attuale. A quel tempo è una massa, la Pangea, che piano piano si smembra in differenti blocchi alla deriva sul magma; questa massa, non dimentichiamolo, fa posto a varie altre pangee, a vari altri spostamenti, come se la Terra respirasse. Catene di monti si innalzano, rift si scavano in profondità. L’evoluzione del clima li accompagna . . . Il pianeta si popola d’ogni sorta di pesci, di batraci e, soprattutto, di un’immensa varietà di rettili. Vegetariani, carnivori o onnivori, bipedi o quadrupedi, ora essi camminano, si arrampicano, nuotano, volano . . . Alcuni si elevano perfino su arti simili a colonne: i dinosauri.

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Questo nome molto evocatore, dal greco “deinos” e “sauros”, significa “terribile lucertola”. E se è vero che alcune specie di questa fauna non superano le dimensioni di un pollo, altre raggiungono taglie smisurate, con oltre 30 metri di lunghezza, oltre 7 metri di altezza, e un peso di svariate decine di tonnellate. Sono i più grandi animali mai vissuti sui continenti. La notevole capacità di adattamento permette loro di conquistare il pianeta, la possanza e il gigantismo sembrano destinarli all’eternità.

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Eppure, questa Fauna si estingue inesorabilmente Per quale fatalitĂ ? Non si sa con certezza . . . Alcuni suppongono che 65 milioni di anni fa, irrompendo dai confini dello spazio siderale, un colossale meteorite fosse entrato in collisione con la Terra, facendo vacillare il pianeta e provocando gigantesche eruzioni vulcaniche. Un immenso velo di ceneri, nascondendo il sole, avrebbe sprofondato il mondo in tenebre glaciali e provocato un raffreddamento climatico fatale a una quantitĂ di piante e bestie.

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Secondo altri, sarebbero stati i movimenti di trasgressione e, all’occorrenza, di regressione dell’acqua degli oceani a scoprire i margini oceanici e a raffreddare l’atmosfera, provocando, nell’arco di milioni di anni, l’estinzione dei dinosauri, le cui uova dal guscio sottile non avrebbero resistito al freddo del clima divenuto continentale. Nello stesso tempo scompare dalla piattaforma continentale emersa gran parte delle specie animali marine – le ammoniti, le belemniti – e si riducono alcune specie vegetali – le gimnosperme.

Che cosa resta? 21


Poche Specie sopravvivono . . . Gli ultimi dinosauri sono scomparsi. Tra le specie sopravvissute – insetti, tartarughe, serpenti, coccodrilli, mammiferi – questi ultimi si salvano regolando la propria temperatura. Senza l’incomodo degli ingombranti dinosauri, questa piccola fauna, particolarmente adattabile, darà inizio alle linee evolutive che, più avanti, condurranno alla brillante diversità che noi conosciamo e di cui facciamo parte. I primi mammiferi sono tutti ovipari, 200 milioni di anni fa. Circa 100 milioni di anni fa, si manifestano i primi esemplari dotati di una particolarità fino allora sconosciuta: la riproduzione vivipara. La femmina partorisce un piccolo già formato al riparo del suo ventre e lo nutre con il suo latte.

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In perpetuo cambiamento, l’ambiente subisce profonde modificazioni: riscaldamento climatico, vegetazione lussureggiante. Alberi con fiori e frutti coprono immense distese, offrendo cibo e riparo a un nuovo gruppo: i primati. La clavicola allarga il loro torace: più facile, così, afferrare un tronco. Gli artigli si appiattiscono in unghie; un dito opposto agli altri aiuta a raccogliere . . . E, verso 10 milioni di anni fa, appare in Africa una strana creatura che non assomiglia più veramente a una scimmia e non ancora a un uomo.

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Una nuova Specie! Né Scimmia né Uomo . . . Primate frugivoro fino allora, la nuova creatura volteggia tranquilla fra gli alberi di una foresta che la nutre. Ahimè! Una catena di eventi cosmici provoca un riscaldamento e dirada la sua foresta. Presto il nostro primate non avrà più cibo e nemmeno alberi su cui arrampicarsi. Nuovo scenario: la savana . . . una cortina di erbe alte! Guarda! Che succede? Sul collo teso spunta una testa . . . di genere scimmiesco . . . Un’occhiata a destra, una a sinistra . . . Nessun pericolo . . . Andiamo.

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La nostra creatura incontra, a livello del suolo, la prima difficoltà: le erbe alte le impediscono di vedere più in là del suo naso. Cos’altro fare, allora, se non tirarsi su? Stare in piedi. Camminare eretti per vedere meglio e anche per dissuadere: si fa più impressione in piedi che a quattro zampe! La storia del bipedismo – e dell’uomo – comincia forse con questa postura innovatrice, che solleva il nostro antenato sugli arti posteriori per spazzolare i dintorni con sguardo prudente, per portare figli e cibo di più e meglio.

Inizia allora la lunga Marcia degli Ominidi . . . 25


La lunga Marcia . . . Ne consegue una successione di progressi: da bipede occasionale egli diviene bipede permanente. In piedi, potrĂ servirsi delle mani divenute libere, afferrare una pietra, brandirla, scagliarla e mettere paura! Rivoluzionaria prodezza, questo nuovo comportamento. E i primi passi esitanti di questo bipede innovatore

Portano verso l’Umanità . . .

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Queste orme di passi scoperte in Tanzania sono le piĂš antiche ritrovate. Hanno 3,6 milioni di anni.

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La nostra Famiglia, gli Ominidi

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La preistoria situa l’uomo al suo posto; la paleontologia serve a comprendere chi siamo, il modo in cui siamo diventati ciò che siamo e la ragione per cui lo siamo diventati.

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La nostra Famiglia: gli Ominidi Se la storia degli antenati dell’uomo si perde nella bruma dei tempi, ne troviamo però traccia in Africa, dove, in un ramificarsi di specie, sembra proprio che essi siano apparsi per la prima volta. Il cranio di Toumaï, vecchio di 7 milioni di anni, è stato scoperto in Ciad; i resti di Orrorin, 6 milioni di anni, in Kenya; quelli di Ardipithecus, 5,8 milioni di anni, in Etiopia. Rappresentano forse il punto di divergenza tra le scimmie e gli uomini? Giusto al bivio? Un po’ prima? O dopo? Camminano eretti, ma non hanno smesso di arrampicarsi e il loro cervello cresce lentamente. Fino ad oggi Toumai, Orrorin e Ardipithecus sono i più antichi rappresentanti del vivaio dei preumani. 30


La piccola australopiteca Lucy, trovata nel 1974 nella depressione dell’Afar, in Etiopia, ha 3,2 milioni di anni e fa parte di questi preumani. Morta forse a 20 anni, misura 1 metro e 10 centimetri; i denti rivelano che è soprattutto vegetariana: si nutre di frutti e di tuberi. Gli arti superiori sono un po’ più lunghi dei nostri in rapporto a quelli inferiori e, se ancora si arrampica sugli alberi, è anche bipede come Orrorin e Ardipithecus. Una bambina della stessa specie, Salam, è stata scoperta nel 2000, sempre in Etiopia. Contemporaneo di Lucy, Australopithecus anamensis è stato trovato, invece, presso il lago Turkana in Kenya. Più vicino all’uomo, il suo scheletro è quello di un bipede esclusivo; cammina meglio di Lucy e non si arrampica più.

E poi? 31


ToumaĂŻ Lucy Orrorin

Poi . . . I loro successori si diffondono dal Ciad all’Africa del Sud, nella savana che aureola la foresta acciambellata sul golfo di Guinea. Tra 7 milioni e 1 milione di anni fa, numerose specie di questi preumani popolano dunque le regioni tropicali del continente africano, e solo quelle.

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Questi preumani vivranno ancora millenni dopo l’apparizione di un’altra creatura più grande, più eretta, che, un giorno, occuperà tutta la scena. Comincia così il genere Homo, il genere umano. Con l’emergere della materia pensante, ha inizio una nuova

Grande Svolta della Storia dell’Universo . . .

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Una grande Svolta Se i Primati risalgono a 70 milioni di anni fa e gli Ominidi a 10, il genere Homo compare nell’Africa tropicale 3 milioni di anni or sono, in un ambiente reso arido dalle variazioni climatiche, alle quali egli si adatta. Il bipedismo, antico quanto gli ominidi di cui è caratteristico, è l’acquisizione primordiale che rende possibili tutte le altre e tra queste l’aumento della scatola cranica (dove il cervello, ormai, può svilupparsi meglio), sede del pensiero. L’emergere dell’uomo è dunque reso possibile da un insieme di modificazioni: postura eretta permanente, aumento del cervello, riduzione facciale, trasformazione della dentatura in una dentatura da onnivoro, liberazione della mano, che perde la funzione locomotoria.

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Un altro fattore interviene: aumentando il cervello del feto, il tempo della gravidanza si accorcia e il parto è probabilmente più precoce. Il cervello del neonato proseguirà il suo sviluppo a lungo dopo la nascita e il piccolo si gioverà di un apprendistato prolungato presso la madre. I primi due rappresentanti di questa nuova linea evolutiva sono Homo habilis, l’abile, il destro, e suo cugino, più grande, più robusto, Homo rudolfensis, scoperto vicino al lago Rodolfo, l’attuale lago Turkana. Con Homo si apre ancora

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“Onore al Merito”: Homo habilis La sua statura è prossima a quella dei preumani: se talvolta si arrampica, cammina però sempre meglio, e più spesso, grazie ad arti inferiori più robusti, più stabili, e ad arti superiori più leggeri, meno solidi. A lungo esposto al sole, in un ambiente via via più secco, perde con ogni probabilità il pelo per facilitare la traspirazione. La faccia, meno prognata, diviene un volto. L’avvenimento che fa di Homo habilis il grande innovatore del nostro lignaggio, la prodigiosa differenza con i suoi predecessori, che già usavano oggetti per difendersi o per operazioni elementari, è, con l’emergere della coscienza, la creazione dell’utensile. Con denti di animali, ossa, rocce, legno, fabbrica l’utensile, che prolunga la sua mano: può lanciare, percuotere, schiacciare, raschiare, grattare . . . 36


Questa invenzione affina il suo compito di cercatore di carogne e di cacciatore. Le proteine della carne accelerano l’aumento del suo cervello, che, diventando più voluminoso, più complesso, gli permette di riflettere meglio. Per la prima volta in 4 miliardi di anni, è il primo essere vivente che sa di sapere. Un’altra trasformazione anatomica giocherà un ruolo notevole nell’evoluzione di Homo: le sue vie respiratorie si modificano per adattarsi al clima secco, comportando l’abbassamento della laringe. Si forma una cassa di risonanza che, con le corde vocali e la mobilità della lingua, con‐ sentirà l’articolazione di suoni fino ad allora modulati; essi si diversificheranno fino a costituirsi in un linguaggio che non cesserà di perfezionarsi. Questa nuova attitudine favorisce, nel corso dei millenni, una migliore comunicazione, scambi di esperienze e di saperi . . .

. . . È una tappa fondamentale dell’Avventura Umana 37


L’Avventura Umana è anche trasmettere . . . Il tagliapietre forma i più giovani. Questo apprendistato diviene, di generazione in generazione, un’arte: si elaborano così i rudimenti di una cultura. Agendo sul suo futuro, Homo trasmetterà questa cultura acquisita come un’eredità preziosa ai suoi discendenti. Homo impara a costruirsi un riparo assemblando tronchi e ramaglie.

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Nomade, si sposta per procacciarsi la selvaggina, sempre in cerca di nuovi territori. Homo caccia ora animali piccoli e grandi: antilopi, bufali, mammut, elefanti, rinoceronti. . . Cibo in abbondanza, pelli per le capanne, utensili fabbricati con ossa tagliate, pale con le scapole . . . A caccia bisogna raggrupparsi; nascono allora i sentimenti di solidarietĂ , una delle basi di ogni societĂ .

I Sentimenti . . . 39


L’Avventura Umana è anche amare . . . Circondato dai misteri della natura, Homo habilis cerca di penetrarli, di comprenderli. Uno dei grandi momenti dell’avventura umana è, poiché essa è cosciente, la nascita dell’amore: il figlioletto resta fra le braccia della madre più a lungo dei piccoli degli altri mammiferi. Quando sopraggiunge la morte, Homo avverte con chiarezza che la vita non tornerà: conosce allora il dolore. Più si evolve, più prende coscienza di se stesso, degli altri, del suo ambiente, del tempo che passa, del suo corpo che invecchia . . . Allora si incammina verso un’altra forma di umanità.

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I primi Homo habilis restano a lungo in Africa, ma un giorno, spinti dalle trasformazioni climatiche, costretti a inseguire la selvaggina, i più curiosi e i più avventurosi si mettono in marcia verso nuove terre, lontano, sempre più lontano, ancora più lontano. Se percorrono circa 50 chilometri ogni generazione – ma è solo una stima – si calcola che abbiano impiegato 15.000 anni per raggiungere l’Europa, dove probabilmente si stabiliscono, come in Asia, a partire da 2,5 milioni di anni fa. Sempre più adattato, Homo habilis fa posto a

Homo erectus . . . 41


Homo erectus Perfezionando il taglio della pietra, Homo erectus è l’inventore dei bifacciali, i primi utensili simmetrici. Vicino al lago Turkana, a Nariokotomé, viene scoperto nel 1985 uno scheletro quasi completo: appartiene a un ragazzo di 12 anni, “vecchio” circa 1,6 milioni di anni; viene chiamato Homo ergaster, “il nuovo arrivato”, una sorta di primo Homo erectus. Verso 500.000 anni fa Homo erectus padroneggia il fuoco. Forse, in seguito a un incendio, ha cominciato a recuperare le braci, ad alimentarle perché non si spegnessero. 42


Con questa nuova conquista Homo erectus fa un progresso gigantesco: il fuoco favorisce la colonizzazione di regioni fredde, scalda e rischiara la caverna, tiene a distanza le fiere. La punta degli spiedi potrà indurirsi alla fiamma. Nutritosi inizialmente di carne cruda, Homo erectus cuocerà ben presto la selvaggina . . . e i vegetali! Il gusto è diverso, la masticazione più agevole, la digestione facilitata! Negli accampamenti meglio costruiti il fuoco riunisce l’orda e favorisce “la conversazione”, strumento privilegiato dello scambio e della vita sociale. A forza di accumulare esperienze e saperi, Homo si evolve. Ma un lungo processo lo trasforma anche fisicamente . . . I paleontologi lo chiamano allora

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Homo sapiens, il saggio Questo Homo sapiens, apparso circa 400.000 anni fa, è l’uomo di oggi. Generazione dopo generazione, il suo corpo si è modificato: le gambe sono lunghe, l’andatura e la corsa guadagnano in scioltezza, le braccia favoriscono un migliore equilibrio. Il viso è dotato di un mento. Grazie alla sua intelligenza, ha anche fatto continui progressi, sempre adattandosi ai differenti climi, ai diversi ambienti, che ha saputo sfruttare grazie alla sua cultura. Ben presto costruirà capanne, utilizzando i materiali dei territori che raggiunge: legno, pietra, ossa di mammut, di balena o di grossi bovidi . . .

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Giunto dal Nord attraverso lo stretto di Behring, probabilmente in più ondate migratorie, l’uomo ha scoperto il Nuovo Mondo, forse 50.000, 100.000 anni – chi può saperlo? – prima di Cristoforo Colombo. Circa 60.000 anni fa, su grosse zattere, passando per Giava e il suo arcipelago, sbarca in Australia. Ben presto Homo sapiens avrà colonizzato tutto il pianeta.

E in Europa? 45


In Europa si costeggiano due Specie Col susseguirsi delle glaciazioni, un “inlandis” ricopre tutti i paesi scandinavi. Questi ghiacci del Nord, ma anche quelli delle Alpi, dei Pirenei, degli Urali, del Caucaso, dei Carpazi, a poco a poco isolano alcune di queste popolazioni, che avranno un’evoluzione diversa da quella degli abitanti dei territori vicini. Homo subirà una deriva genetica in quest’Europa che funziona come un’isola. Dotato di una muscolatura impressionante, ha il viso come gonfio, il naso forte, le arcate sopraccigliari prominenti, il mento sfuggente. Questo aspetto, poco seducente per i gusti odierni, in un primo momento l’ha fatto considerare un antenato di Homo sapiens. Ora sappiamo che rappresenta un tipo d’uomo completamente a parte: è l’Uomo di Neandertal, i cui primi fossili furono scoperti nel 1828 a Engis, in Belgio, poi nel 1856, nella valle di Neander, in Germania. 46


Circa 40.000 anni fa Homo sapiens, venuto dall’Est, si insedia in Europa: i primi resti furono trovati nel 1868, in una grotta della Dordogna, proprietà del signor Magnon: “Cro” significa “riparo” in dialetto aquitano. Questo Homo sapiens europeo è l’Uomo di Cro-Magnon. E il nome designerà, in modo popolare, e ovviamente a torto, tutti gli uomini del Paleolitico superiore. Neandertal e Cro-Magnon vivranno nella stessa epoca. Durante le loro peregrinazioni si sono sicuramente incrociati in qualche luogo, scambiandosi probabilmente diverse conoscenze, come il taglio sempre più preciso della pietra o dell’osso. Questi due tipi di uomini, per combattere il freddo, si coprono con pellicce, si avvolgono i piedi in pelli di animali.

Curiosi e immaginativi . . .

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Preoccupati dell’aldilà . . . Nel corso di rituali essi sotterrano alcuni dei loro morti, a volte cospargendoli di ocra e seppellendoli con oggetti simbolici, ossa, quarti di carne . . . Vi aggiungono corredi di gioielli, pietre tagliate, denti di animali, ciottoli di colore. Questi riti sono testimonianza di una vita interiore, una vera spiritualità che apre la via a domande sempre più profonde sul senso della vita e della morte. Neandertal si estingue e scompare 30.000 anni fa, forse meno. Perché? Molti ricercatori se lo chiedono . . . Le orde sono state vittime di epidemie? La natalità è scesa fino al punto di decimarli? Dei cambiamenti climatici li hanno colti alla sprovvista, indebolendoli fino all’estinzione? 48


Si è d’altronde constatato che, al momento della nascita, il figlio dell’Uomo di Neandertal aveva uno sviluppo più avanzato di quello del figlio di Cro-Magnon. La durata dell’apprendistato dà così a Cro-Magnon un miglior corredo per sopravvivere. È altresì possibile che la loro coesistenza in una stessa nicchia ecologica, anche in forma di sola competizione passiva, abbia comportato la preminenza di una specie sull’altra. Scomparso Neandertal, Homo sapiens, meglio adattato, sopravvive da solo. E si impone dappertutto. 49


Creatore! Artista! Da decine di migliaia di anni conchiglie e denti d’animali servivano da ornamenti. A partire da 50.000 anni fa Homo proietta il suo immaginario sulle pareti delle grotte, o su rocce all’aperto, manifestando la sua attitudine a tradurre l’astrazione e l’ideale. Usando tamponi, pennelli di pelo animale, bulini, questi primi artisti dipingono, scolpiscono la roccia o la incidono. Il colore è ricavato da vegetali e da minerali, separati o mescolati, a volte scaldati con argilla e sangue. Disegnando allora soprattutto animali,

l’uomo crea i primi capolavori della Preistoria (primi, a non tener conto di alcune pietre tagliate veramente ammirevoli). 50


Uno dei siti più importanti di arte parietale, in Australia, risale probabilmente a 50.000 anni fa. La grotta Chauvet, in Ardèche, è datata a 32.000 anni fa, quella di Lascaux – 600 dipinti e 1.500 incisioni – a 17.000 anni. Statuette e figurine di 25.000 anni fa sono state scoperte sia in Europa sia in Asia. Poi, un giorno, l’uomo si è stupito ascoltando la prima musica del suo primo flauto, un osso forato da buchi spaziati . . . L’Umanità conta allora 51

Alcuni Milioni di Individui.


Agricoltore! Allevatore! Circa 16.000 anni fa Homo sapiens inventa l’ago con la cruna: ha l’idea di forare un gambo o un osso a punta e di introdurvi un tendine per . . . cucire! D’ora in poi metterà insieme le pelli che si adatteranno meglio al suo corpo e lo proteggeranno. Confezionerà l’otre e potrà così trasportare l’acqua e perfino riscaldarla, introducendovi dei ciottoli roventi. L’uomo perfeziona le sue lance, i giavellotti, gli arpioni che facilitano la pesca e la varietà dei menu: il pe‐ sce fresco si potrà conservare, essiccato o affumicato. Circa 12.000 anni fa si sedentarizza per raccogliere semi di piante selvatiche. Un giorno capisce che seminandole, potrà raccoglierle in gran numero. 52


Cominciano così i primi lavori agricoli: l’uomo diviene produttore. I semi li schiaccerà in farina, che, impastata con acqua e riscaldata su pietre roventi, darà delle focacce. Più tardi verrà il primo forno per cuocere il primo pane. L’uomo addomestica il lupo che diventa il cane. Addomestica gli uri che danno tori, mucche e buoi. I cinghiali si trasformano in maiali, i bovidi e gli ovidi in caproni, capre, montoni . . . I progressi dell’agricoltura e dell’allevamento rinsaldano le comunità e moltiplicano i villaggi. L’Umanità conta adesso 53 Diverse decine di Milioni di Individui.


Costruttore! Verso 8.000 anni fa l’uomo innalza, in alcuni paesi, enormi massi di pietra orientati verso il cielo: i menhir, isolati, in ovali, cerchi, quadrilateri, file. Li dispone anche a “tavolaâ€?: sono i dolmen. Questi megaliti segnano il territorio, sono templi a cielo aperto, monumenti funerari. Mobilitano intere tribĂš: occorrono centinaia di uomini per sollevare questi blocchi di diverse tonnellate, come a Carnac in Bretagna (Francia) o a Stonehenge in Inghilterra.

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Circa 5.000 anni fa l’uomo inventa la ruota. Un giorno lavorerà i metalli, prima l’oro, poi il rame, lo stagno e al tempo stesso il bronzo, e infine il ferro . . . secondo la sua crescente capacità di padroneggiare i gradi di fusione di questi metalli e leghe.

E un Giorno . . .

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Un giorno . . . verrĂ la scrittura . . . Allora finisce la Preistoria e comincia la Storia,

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15 miliardi di anni d’evoluzione . . . e alcune migliaia di anni di civiltà .

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Tutti i Rami sono usciti dallo Stesso Tronco 58


“Quale che sia il colore della loro pelle, la loro statura, la forma dei loro occhi, tutti gli uomini che popolano la nostra Terra appartengono all’unica specie, Homo sapiens, uscita dall’unico genere Homo, nata in Africa 3 milioni di anni fa.” Yves Coppens 59


GLOSSARIO

ABEL nome dato dai suoi scopritori a un preu‐ mano, Australopiteco bahr-el-ghazali, “del fiume delle gazzelle”. Ritrovato in Ciad nel 1994, risale a circa 3,5 milioni di anni fa. AMMONITE mollusco fossile prossimo all’at‐ tuale nautilo. ANFIBIO (dal greco amphi intorno, da due parti, e bios vita) che vive in aria e nell’acqua. ANGIOSPERME (dal greco angeion vaso e sper‐ ma seme) piante i cui ovuli sono protetti da un ovario chiuso che darà il frutto in cui è racchiu‐ so il seme. ANTROPOLOGIA (dal greco anthropos uomo e logos discorso) scienza che studia l’uomo nei suoi caratteri fisici, biologici, sociali, culturali, ecc. ASTROFISICA scienza che studia i fenomeni fi‐ sici nello spazio: astri, galassie, pianeti, stelle, ecc.

sud; dal greco pithekos scimmia) preumano de‐ finito per la prima volta nel 1924 nell’Africa au‐ strale; tra i suoi cugini, i generi chiamati Paran‐ tropi e Ziniantropi, contemporanei dei primi Homo, hanno vissuto più di un milione di anni prima di scomparire completamente. BELEMNITE mollusco cefalopode fossile a for‐ ma di freccia. BIFACCIALE pietra tagliata in forma triangola‐ re e a simmetria doppia, sui due lati e sulle due facce (bifacciali acheuleani, trovati nel 1860 in Francia, a St. Acheul, vicino ad Amiens). BOLA pietra tagliata in forma sferica, usata for‐ se nella caccia (arma da lancio). GIMNOSPERME (dal greco gymnos nudo e sperma seme) piante i cui ovuli sono a nudo e i semi non racchiusi in un frutto. GLACIAZIONE periodo freddo. L’ultima è ter‐ minata circa 12 milioni di anni fa.

ATOMO unità della materia, formata da parti‐ celle elementari, neutroni, protoni, elettroni . . . e da quelle più piccole oggi conosciute, i quark, legati tra loro dai gluoni.

INLANDSIS (dallo svedese inland interno del paese e is ghiaccio) calotta di ghiacci che nelle regioni polari copre vaste estensioni di terra.

AUSTRALOPITECO (dal latino australis del

LUCY preumana vissuta 3,2 milioni di anni fa;

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ma e dalla forte pressione in cui avviene la fu‐ sione delle rocce. MAMMUT elefante dal pelo lungo e folto, adat‐ tato ai climi freddi; la sua scomparsa è probabil‐ mente dovuta al riscaldamento climatico verifi‐ catosi 12.000 anni fa. La grotta di Rouffignac, in Dordogna, conta più di 150 mammut incisi. MITO (dal greco muthos favola) racconto fon‐ datore universale che interpreta il reale e i suoi enigmi per servire da modello di comprensione del mondo. OMO EVENT “L’avvenimento di (H) Omo” è un riscaldamento climatico che tra 2,6 e 2,3 mi‐ lioni di anni fa ha comportato, fra l’altro, l’emer‐ gere del genere Homo, l’Uomo, per adattamento di un preumano. Questo fenomeno è stato mes‐ so in luce per la prima volta nella bassa valle del fiume Omo, in Etiopia, da cui il gioco di parole. ORRORIN nome dato a un preumano di 6 mi‐ lioni di anni fa; in uno dei dialetti kenyoti signi‐ fica “l’uomo originario”. Si chiama anche Mille‐ nium Ancestor, “l’antenato del millennio”, per‐ ché fu scoperto nell’anno 2000. PALEOANTROPOLOGIA scienza dell’uomo

passato. PALEONTOLOGIA scienza della vita passata, che ha per scopo di ricostruirne la storia. PANGEA (dal greco pan tutto e ge terra) nome dato al continente unico che costituì la Terra in diverse epoche della sua storia. PITECANTROPO (dal greco pithekos scimmia e anthropos uomo) nome dato al primo Homo erectus scoperto a Giava nel 1891; il Sinantropo è un Homo erectus cinese trovato vicino a Pe‐ chino nel 1921. PITTURA PARIETALE o RUPESTRE (dal lati‐ no paries parete; rupes roccia) opere preistoriche che ornano numerose grotte o, all’aperto, falesie e rocce. RIFT (inglese: fenditura) faglia, fossa che si apre in mezzo a un continente. Il Grande Rift è una profonda frattura, lunga circa 6.000 chilometri, che taglia l’Africa dal canale di Mozambico fino all’Asia Minore, passando per il Mar Rosso. SEPOLTURA tomba. Una delle più antiche, di 95.000 anni fa, è stata scoperta a Nazareth, in Israele, all’ingresso della grotta di Qafzeh.

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