GAUDI'. IDEAS FOR ARCHITECTURE

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GAUDÍ IDEE PER L’ARCHITETTURA Scritti e pensieri raccolti dagli allievi a cura di Isidre Puig Boada profilo di Puig Boada di Juan Bassegoda Nonell Cura dell’edizione italiana, saggio critico e apparati di Maria Antonietta Crippa


Titolo originale El pensament de Gaudí

INDICE

Traduzione di Laura Majocchi © Càtedra Gaudí Barcelona © 1995 Editoriale Jaca Book srl, Milano per l’edizione italiana tutti i diritti riservati Prima edizione italiana marzo 1995 Nuova edizione luglio 2019 Copertina e grafica Paola Forini

ISBN 978-88-16-0589-3

LE ORIGINI DELLA RACCOLTA I criteri del curatore di Isidre Puig Boada Profilo di isidre puig boada di Juan Bassegoda Nonell

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Nota del traduttore di Laura Majocchi

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Sezione i: SCRITTI AUTOGRAFI 1. Scritti giovanili 2. Manoscritto di Reus: la decorazione 3. Breve sintesi d’arte e di costruzione 4. Appunti sulla casa famigliare (paterna) 5. La Renaixença

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Sezione ii: GAUDÍ CI PARLA Editoriale Jaca Book via Frua 11, 20146 Milano; tel. 02 48561520 libreria@jacabook.it; www.jacabook.it seguici su

Il mediterraneo 1. Infanzia 2. Natura 3. Sprito d’osservazione 4. Mediterraneo i 5. Mediterraneo ii 6. Mediterraneo iii 7. Mare e razze 8. Levante, Ponente 9. Architetto navale

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LE ORIGINI DELLA RACCOLTA


I CRITERI DEL CURATORE

Nota per il lettore Un classico di riferimento sulla vita e le opere di Antoni Gaudí arricchito da tavole a colori, dalle quali emerge la varietà progettuale dell’architetto spagnolo e, specie nel caso della Sagrada Família, la progressione dei lavori della basilica fino ai giorni nostri.

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PROFILO DI ISIDRE PUIG BOADA (1891-1983)

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NOTA DEL TRADUTTORE

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Sezione i SCRITTI AUTOGRAFI


1. SCRITTI GIOVANILI

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2. MANOSCRITTO DI REUS: LA DECORAZIONE 10 agosto 1870

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3.3. BREVE ’ARTE BREVE SINTESI SINTESIDD’ARTE EEDI DICOSTRUZIONE COSTRUZIONE

L’aspirazione dell’arte è la pienezza dello scopo che si prefigge. Più il tema trattato è elevato, più validi dovranno essere i mezzi richiesti per lo scopo. I temi religiosi richiedono l’uso di tutti i mezzi al livello più alto. La chiesa deve ispirare il senso del divino, con le sue infinite qualità e i suoi infi­ niti attributi. La chiesa deve coniugare grandezza e necessità. La grandezza è una qualità relativa, che potrà essere tale in un recinto o in un paesino, e non esserlo più in una località grande. Inoltre, gli edifici civili possono ridurre le dimensioni della chiesa, poiché quest’ultima non deve mai risultare inferiore agli edifici stessi. Affinché la chiesa continui ad essere il primo edificio di un centro moderno, non potremo realizzarla con procedimenti e forme non ancora grandiose per diversi mo­ tivi. Nella prima metà del secolo, la tradizione imponeva le figurazioni rinascimentali. Dagli anni sessanta in poi, la tendenza è quella di rifiutarle, per adottare quelle me­ dievali. Entrambe presentano elementi altamente degni di conservazione, da cui non pos­ siamo prescindere; siamo, infatti, eredi delle tradizioni di tutte e due le epoche. Indubbiamente si conoscono gli errori e gli inconvenienti del Rinascimento, ma non possiamo disconoscere che esso eccelle, ad esempio, nell’elemento costruttivo della cupola e in quello decorativo della pittura. Le qualità brillanti, ed è lo stesso che se fossero ragionate, dello stile gotico non risultano esenti da difetti nella loro applicazione agli elementi moderni di costruzioni in quello stile. 77 77


Scritti autografi

Breve sintesi d’arte e di costruzione

1. Il lavoro manuale riveste grande importanza negli edifici ove sono determinanti lo stato e le esigenze di tale lavoro.

risparmio. Tutto dipende dal ricorso a materiale facilmente acquistabile e dal limitato impiego di materie costose. I trasporti hanno fanno risparmiare notevolmente sulle distanze, e si può dunque acquistare qualsiasi materiale duro, flessibile, leggero, a seconda del caso, per la crea­ zione di speciali macine, oggetti con forma e condizioni non esistenti nella località dove tutto è a portata di mano.

2. Le stesse forme, cifre e iscrizioni gotiche, dopo quattro secoli di oblio, non so­ no pienamente comprese dalla massa del pubblico. Nell’antichità, lo stato sociale della schiavitù permetteva l’esecuzione perfetta di tutte le parti di una costruzione; allora erano possibili grandi muri di pietre scalpella­ te con giunti a secco, la cui estensione era però limitata. Quando si abbandonò tale perfezione, le costruzioni acquistarono dimensioni maggiori. Nel Medioevo, l’estensione [della perfezione] era già un fatto da cui non si pote­ va prescindere; non si tornò all’esecuzione costosa, ma la parca retribuzione permise un’infinità di particolari delicati, che andarono a rivestire quei monumenti. Attual­ mente, non possiamo impiegare profusamente la manodopera per i particolari, né, ancor meno, tornare alla perfezione costruttiva, non soltanto perché oggi gli usi sono diversi, ma anche perché non si dispone delle condizioni di lavoro di quel tempo. La creazione della maggior parte delle industrie moderne ha avuto come scopo il risparmio della manodopera. L’aggiunta dei macchinari ha fatto ribassare il costo de­ gli oggetti prodotti, ma ha reso più cara la manodopera. Tale fenomeno si è manife­ stato in tutti i campi, anche l’edilizia ne ha subito le conseguenze. Con la graduale perdita di importanza della manodopera antica, i processi co­ struttivi sono diventati complicati, nelle procedure e nelle combinazioni, a vantaggio della semplificazione del lavoro manuale. Il sottilissimo spessore dei marmi del Partenone è stato sostituito dalla parete di pietra; attualmente, perfino questa stessa parete di pietra dai lati scolpiti chiede di essere sostituita da altro; questo vale per il mattone, le pietre artificiali o i calcestruzzi. Tale progressione, a quanto pare discendente, è accompagnata da elementi che la controbilanciano. Le forme e la decorazione di pietre scalpellate della costruzione greca sono semplici; la sovrapposizione dei pezzi, soggetti unicamente all’azione del­ la gravità, si accompagna alla delicatezza dei profili, dei giunti, delle masse scultoree. Qui tutto è studiato e corretto fin nei minimi dettagli. La parete gotica di pietra ac­ compagna, con la combinazione delle forze attive e passive, una varietà e un ardire di forme paragonabili solo alla varietà e alla ricchezza dei suoi particolari. Quindi, ogni volta che la costruzione si complica, l’esecuzione perde di importanza; in altre paro­ le, riducendo il costo, la manodopera, diventando meno costosa, agisce in modo van­ taggioso anche in rapporto alla difficoltà del procedimento. E cioè: al lavoro accurato, [corrispondono] pochi sforzi intellettuali, e, alla mino­ re esigenza di manodopera, più intelligenza, molti meno mezzi e procedimenti più ri­ cercati. Infatti, se attualmente la manodopera è cara, anzi bisogna ancora ridurla, so­ lo le procedure possono contenerne il costo; altrimenti si avrebbe mutilazione e non 78 78

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4. APPUNTI SULLA CASA FAMIGLIARE (PATERNA) (PATERNA)

La casa è la piccola nazione della famiglia. Come la nazione, anche la famiglia ha una storia, relazioni con l’esterno, cambia­ menti di governo, e così via. La famiglia indipendente ha una casa sua; quella non indipendente ha la casa in affitto. La dimora di proprietà è il paese natale, quella in affitto è la casa dell’emigrazione; per questa ragione la casa di proprietà è l’ideale di tutti. Non si può pensare a una casa di proprietà senza famiglia: si concepisce in questo modo solo quella in affitto. Alla casa di famiglia si è dato il nome di casa paterna. Chi non ne ha presente qualche bell’esempio in campagna o in città? Lo spirito di guadagno e i cambiamenti dei costumi hanno fatto scomparire dalla città la maggior parte delle case di famiglia; quelle che rimangono sono in uno stato così deplorevole e disagevole che finiranno come le altre. Il bisogno di una casa paterna non è solo di un’epoca e di una famiglia in partico­ lare; è da sempre necessità di tutti. Si cercano l’autonomia dell’abitazione, il buon orientamento e l’abbondanza di aria e luce, di cui le dimore umane sono generalmente prive, in quel gran numero di torri, nei cui pressi si dà il caso strano che la maggior parte delle famiglie abbia la propria normale residenza. Per trovare queste qualità, agli abitanti delle città estere non dispiace allontanarsi dal centro cittadino, se lo permettono i numerosi mezzi di comunicazione, di cui fortu­ natamente anche noi iniziamo a disporre. E, fatto ancora più strano, la casa con più possibilità è quella che serve meno. Dunque è giusto che approfittiamo dei mezzi di cui disponiamo, che pensiamo ad 81 81


Scritti autografi

una vera casa per la famiglia, e che, sintetizzando abitazione cittadina e torre, diamo origine alla casa paterna. A questo scopo, immaginiamo che una casa, né grande né piccola, e che potremmo definire normale, si trasformi in un palazzo, arricchendola e ingrandendola; riducendola e risparmiando sui materiali e sugli ornamenti, essa di­ venterà, invece, la modesta abitazione di una famiglia agiata. Immaginiamo una casa avita dell’Eixempla, grande in base alle possibilità del proprietario, situata in un quartiere più o meno elegante a seconda della ricchezza e della posizione; essa è cinta da un muretto di contenimento del terreno del giardino, sufficientemente alto per proteggerla dagli sguardi dalla strada, e circondato da un muro traforato (dove al tramonto si appoggiano le braccia delle fanciulle che deside­ rano vedere i passanti). Un piccolo palco comunicante con la porta dell’abitazione interrompe la terrazza. Dentro la casa, su un lato, si snoda una lunga rampa, destina­ ta alle vetture; di fronte, si trova una scalinata dalla cui sommità si scorge il giardino e, tra le foglie dei pioppi e dei platani, l’abitazione. Le stanze, raggruppate secondo le esigenze dell’orientamento, formano un insieme ameno, con le grandi finestre del­ le camere da letto, lo studio e la sala dove si ritrova la famiglia a mezzogiorno; la sala da pranzo per l’inverno e i salotti sono a sud; a nord sono lo studio, la sala da pranzo per l’estate e altre dipendenze. La cucina e le sue dipendenze ausiliarie sono separate dal gruppo delle camere e situate nella stessa direzione. Fra la camera da letto e lo studio, ombreggiato da acacie e allori, c’è un sorprendente portico dove sono espo­ ste le terracotte, nido per i passeri della zona. Nell’angolo opposto si vede una serra in ferro e vetro, un giardino d’inverno che comunica con le stanze per gli ospiti e che può essere adibito a salone per le grandi feste di famiglia. Ovunque internamente do­ minano la semplicità come sistema, il buon gusto come guida e la soddisfazione delle esigenze e delle comodità come obbligo. Tutto è formalmente definito. Ci sono i ri­ cordi della famiglia, le imprese storiche, le leggende della terra, le delicate concezioni dei nostri poeti, gli spettacoli e le scene di madre natura; tutto quanto abbia signifi­ cato e susciti stima. In una parola: di padre in figlio. Da ultimo, la casa che immaginiamo ha due scopi: in primo luogo, grazie alle con­ dizioni igieniche, far sì che coloro che vi crescono e si sviluppano siano forti e robu­ sti; secondariamente, attraverso le qualità artistiche, conferisce loro, quando è possi­ bile, la nostra proverbiale fermezza di carattere. In una parola, bisogna fare sì che i figli che nascono nella casa siano veri figli del­ la casa famigliare.

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5. LA RENAIXENQA RENAIXENÇA

1° febbraio 1881 n ° 51 Anno xi. Edizione del mattino. L ’e s po s iz io n e nale.

d i a r t i d e c o r a t iv e ,

all’Istituto per il Patrocinio del Lavoro Nazio­

È indispensabile iniziare questa rassegna complimentandoci con le corporazioni e le persone che hanno cominciato e portato a compimento l’idea dell’Esposizione di Arti Decorative, ospitata nei locali dell’Istituto per il Patrocinio del Lavoro Naziona­ le; ai giorni nostri è ancora più lodevole la volontà di tenere mostre in un paese come la Spagna dove, per l’organizzazione adottata, le poche esposizioni realizzate non hanno fatto sinora comprendere e cogliere agli espositori i loro vantaggi; anzi l’ineffi­ cacia ne ha causato l’isolamento, essendo oggi credenza generale dei nostri produtto­ ri che i risultati di un’esposizione siano puramente teorici e ideali, convenienti solo ai giovani e a coloro che desiderano mettersi in mostra. Per questo è comprensibile che, appena entrati nell’Istituto, ci si domandi: «Tutto quello che è Spagna nelle arti figurative si trova qui? Non si fa nient’altro a Barcello­ na oltre a quanto esposto qui?». Il catalogo la presenta come prima mostra di questo genere; ciò ne spiega la mo­ destia e i nobili propositi di realizzarne altre, che speriamo non si facciano attendere per il bene del paese. Gli oggetti esposti sono fabbricati quotidianamente dai produttori presenti; que­ sto ci farebbe molto piacere, se tali oggetti avessero quelle qualità auspicabili che qualsiasi imprenditore deve assicurare ai suoi prodotti. I manufatti esposti sono di buona fattura; quest’ultima, però, non è sufficientemente valorizzata dall’ideazione degli oggetti stessi. Quanto a idee, abbondano le imitazioni dell’industria francese 83 83


Scritti autografi

La Renaixenga

antiquata, nelle quali, perché non si dica che sono copie, si introducono delle modifi­ che così infelici che fanno svanire, quando ne hanno, qualsiasi qualità di insieme. Da ciò derivano, com’è ovvio, oggetti insignificanti, dove davvero non brilla nessuna idea; né ornamentale né rappresentativa né coloristica, privi come sono di quella gra­ ziosa civetteria, propria degli oggetti di lusso, chiamata gusto, che può distinguere sia i manufatti più modesti che quelli più ricchi. Si deve riconoscere una tale debolezza interpretativa, per porvi rimedio. Se, nel periodo che intercorre fra le esposizioni programmate, l’Istituto per il Patrocinio del Lavoro Nazionale facesse in modo di trarre vantaggio, come è naturale, da tutte quelle realizzate in precedenza, la nuova esposizione riscuoterebbe immenso succes­ so. Il confronto consente un miglioramento perché permette di conoscere difetti e qualità prevalenti nella produzione, allo scopo di eliminare gli uni o sviluppare le al­ tre, a seconda del caso. Bisogna prendere atto che nel nostro paese ci sono delle buone qualità in attesa di potenziamento dal punto di vista industriale; a riprova di questo, vi si incontreranno molti imprenditori che domandano dove possono trova­ re modelli da studiare e realizzare, e qual è la strada per conseguire una maggiore perfezione. Bisogna confessare che gli attuali insegnamenti di disegno sono volti a far usare con destrezza la matita e a formare il gusto in generale, più che a trasmettere una sensibilità per i prodotti industriali. Quest’ultima deve essere più definita del gusto in generale, ed è l’unica in grado di diffondersi, agevolando in misura notevole la co­ noscenza di modelli validi; sia nei musei sia mediante la riproduzione delle illustra­ zioni e un indispensabile insegnamento speciale che, analizzando i modelli esposti e riprodotti, può far capire la funzione particolare di ogni cosa e le condizioni di lavo­ ro al tempo in cui gli oggetti furono realizzati. Dai modelli si potrebbero trarre delle applicazioni guida per la composizione e l’esecuzione. Sicuramente l’imprenditore che impieghi tali strumenti, capirebbe che non è con l’accumulazione della manodo­ pera, unico mezzo su cui conta, che si fanno prodotti validi, bensì dando alla funzio­ ne, dunque ai materiali, la forma appropriata, spesso con la semplice esecuzione. Una volta fissato quest’ordine mentale, gli imprenditori si troverebbero sulla strada della vera originalità, non quella che si limita a distruggere le idee con insignificanti variazioni della forma. Detto questo, non possiamo fare a meno di elogiare la presenza all’esposizione di una sezione di Antichità, che metteremo a confronto con le diverse sezioni moderne; saremo favorevoli anche alla riproduzione di oggetti antichi e moderni nelle varie se­ zioni.

lunga sul loro merito. Fra i tessuti cretonne-zigrino, spiccano quelli con il fondo nero e uno con il fondo blu, come pure un’imitazione di damasco cremisi di cordoni in cotone. La buona qualità dei prodotti della Spagna industriale è paragonabile a quel­ la dei tessuti della sezione delle Antichità, la quale si distingue soprattutto nelle sete, di cui, per la valida combinazione cromatica, raccomandiamo fra gli altri un tessuto del xv secolo di «velluto di cotone» azzurro con foglie giallo oro, che presenta un ri­ camo centrale, appartenente alla nostra Cattedrale, e un magnifico frontale bianco con foglie colorate, dell’Audiencia; segnaliamo inoltre un tessuto con fondo verde e fiori bianchi.

T e s s u t i . - Spiccano per esecuzione e gusto quelli molto noti ed apprezzati della Spagna industriale. Celebriamo con piacere il loro bel disegno e l’indovinata combi­ nazione di colori; d’altra parte, il successo che hanno avuto nelle nostre case la dice 84 84

Ric a mi . - Si può affermare in tutta certezza che la collezione di ricami dei secoli xv e xvi costituisce un vero e proprio tesoro nel genere, davanti a cui a una signora inglese è sfuggito uno spontaneo beautiful. L’insieme spicca per ricchezza e lavora­ zione, e deve richiamare particolarmente l’attenzione di coloro che si occupano di ri­ cami. Fra i vari oggetti esposti, tutti altamente degni di studio e conservazione, l’Audiencia ha una preziosa pianeta di seta cremisi con applicazioni e ricami d’oro e sete azzurre e verdi, e una raffinata striscia di stoffa spessa. Oltre a un’altra pianeta di vel­ luto cremisi e dello stesso tessuto, figura un ricchissimo frontale ricamato d’oro, il cui disegno, essendo ampio e di grande rilievo, è unito al fondo mediante sfumature molto fini per evitare che il primo sia ritagliato dal secondo; è un particolare che fac­ ciamo notare ai ricamatori moderni, le cui realizzazioni somigliano più al legno o alla pasta che a lavori fatti con l’ago, proprio perché non prestano attenzione al dettaglio che abbiamo indicato. All’esposizione figurano due pianete della Parrocchia di Papiol: una di velluto or­ nato da disegni con una parte centrale di stoffa ricamata con sete colorate. Pedralbes espone un corporale, semplice ma bello, di tela ricamata d’oro, perle e granelli cre­ misi, e un damasco di seta verde, con una guarnizione a ricamo su sargia di sete dai colori chiari, molto ben intonato con il fondo. Sono pochi gli oggetti moderni che possono reggere facilmente il confronto con quelli che abbiamo menzionato, ad eccezione di un lenzuolo in fotografia, il cui stile è abbastanza antico, ma composto ed eseguito bene; come pure un ricamo della si­ gnorina Gimpera il quale, per la buona fattura e il disegno, sembra, a prima vista, un oggetto con filigrana d’argento. Spiccano alcune blonde, eseguite o in fase di progetto, le quali, sebbene siano imitazioni delle trine antiche molto note, non presentano la grandiosità del tipo or­ namentale che si osserva a prima vista, ad esempio, in un grembiule della Sezione Archeologica di blonde verdi e nere1. 1 Le blonde sono trine molto sottili di seta usate, particolarmente nel xvm secolo, per decorare gli abiti femminili (N.d.T.).

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Scritti autografi

La Renaixenga

Una collezione abbastanza scelta di strisce per ventagli è quella presentata dal si­ gnor Segur; sono dipinte su raso, secondo il genere nazionale, dove fanno mostra di sé soggetti spagnoli, fra cui un frammento del celebre quadro di Pradilla Giovanna la pazza.

Il signor Isaura si è discostato dalla sua produzione abituale, presentando una parte di un magnifico altare di bronzo lucidato, composto dal tavolo, dal tabernacolo che custodisce l’eucarestia, dal basamento che deve sostenerne l’immagine, affianca­ ta da due angeli che suonano degli strumenti; l’altare è stato costruito da un ricco ar­ matore della nostra capitale, la sua ideazione è dovuta a un architetto di solida repu­ tazione nel campo degli oggetti religiosi. Fra le suppellettili esposte colpiscono i me­ daglioni di questa mensa, che rappresentano con i loro simboli i quattro Evangelisti, e il cui modellato rivela gusto e destrezza. Sembra che in uno dei locali dell’Istituto avremo l’occasione di ammirare tutto l’altare. Nella Sezione delle Antichità, per quanto riguarda gli oggetti di metallo, non possiamo non menzionare una pisside, dove l’elemento maggiormente degno di at­ tenzione è un disegno punteggiato di grand’effetto.

Antoni Gaudi Barcellona, gennaio 1881 (continua)

L’e s po s iz io n e d i nale. (Parte finale)

a r t i d e c o r a t iv e ,

all’Istituto per il Patrocinio del Lavoro Nazio­

M o bil i . - I mobili esposti hanno quasi tutti una forma e un gusto abbastanza vol­ gare e non molto appropriato all’uso cui sono destinati; così uno dei presenti definiva tristi e miseri quei ricchi mobili. La superiorità del gusto nella modestia dei mobili nel­ la Sezione delle Antichità risulta evidente, particolarmente in una scatoletta di 25 per 18 centimetri, di cipresso, con incisioni che disegnano il profilo di alcune figurine, anch’esse applicate e combinate, la cui esecuzione è talmente facile che potrebbe realiz­ zarla l’apprendista di un intagliatore. La rovina una brutta serratura inadatta. Si nota anche un bauletto di legno intarsiato di buona qualità, di ottima fattura e conservato molto bene; è del genere molto diffuso, appartenendo a una produzione integralmente del nostro paese, come rivelano con chiarezza la sua semplicità, la sua qualità e il gusto sicuro che lo contraddistinguono, lungi dal suscitare interesse per l’imitazione. Come imitazione di un mobile antico di esecuzione moderna, citiamo una panca in legno intagliato, appartenente a don Joseph Ferrer y Soler, sfortunatamente non definita nella forma dell’imbottitura e del disegno, e nel colore della stoffa. Fra gli oggetti moderni citeremo, per il buon gusto e la buona fattura che lo di­ stinguono, un appoggio per parete di noce intagliato, composto da pannelli di raso, che suscitano ammirazione nei confronti del progettista e dell’esecutore.

C e r a mic a . - Quanto alla ceramica, dobbiamo notare innanzi tutto che anche il nostro paese ha tradizioni molto apprezzate altrove e completamente dimenticate nel luogo d’origine. Chi non conosce i famosi piatti dai riflessi metallici? È accettabile che non si cerchi, non dico di riprodurli, ma di imitarli, e di realizzare una ceramica di gusto e originalità? Gli oggetti di questo settore, al secondo piano dell’Istituto, in­ dicano chiaramente il campo da esplorare. Fra essi spiccano due piatti di imitazione araba, appartenenti al Monastero di Pedralbes; e ancora un vassoio dei signori Ferrer e Macià, di 45 centimentri di diame­ tro, con rosoni in rilievo che si combinano con eleganti disegni di fili e fiori azzurri su fondo bianco smaltato di giallo, ammirevoli anche per la buona applicazione dei diversi motivi nelle varie parti del vassoio. Raccomandiamo tutti questi prodotti alla riflessione degli imprenditori che si sforzano di realizzare qualcosa che si discosti dalla consuetudine, come il signor Fita con i suoi prodotti in terra verniciata; a lui vanno i nostri complimenti e l’augurio di continuare su questa strada. All’esposizione figurano i celebri prodotti del signor Amigó e i disegni, di ottima esecuzione, di oggetti di metallo e ceramica del disegnatore, il signor Rigalt.

M e t a l l u r g ia . - All’esposizione spicca soprattutto la fabbrica di armi di Toledo. Tutti conoscono la superiorità dei suoi prodotti e la fama davvero meritata che ha rag­ giunto all’estero. Ogni oggetto presenta un sigillo ben evidente nella semplicità della forma, nel bel disegno e nella lavorazione accurata; fatto notevole, lo stile impiegato non eccelle esattamente per novità, ma è compreso, composto e ben realizzato. Tra i vari oggetti che espone questa fabbrica, si distinguono alcune lame di sciabola e spada, una preziosa daga del secolo xvin incisa a bulino, un’altra del tempo di Carlo ni, un braciere lavorato a sbalzo e damascato del Rinascimento; oggetti che rientrano tutti nella categoria dei gioielli.

T ipo g r a f ia . - Molto nutrita, e a nostro avviso con la possibilità di esserlo ancora di più, la Sezione Tipografica; espongono persone e ditte notissime; vi si trovano «La Ilustración Espanola y Americana», Veuhensi, Jepus, Espasa, Bordas Bastinos, Joaritzi y Mariescurrena ed altri ancora; il signor Sadurni espone le incisioni di alcuni disegni del signor Balaca; il noto Apelles Mestres è presente con i disegni, realizzati da lui stesso e incisi dal signor Fuster, della Signora delle Camelie e del Don Quijote; il signor Thomas y Bigas mostra alcune zincografie del Contino, di Fortuny e di dise­ gni di Dorè, Urgell, e così via. Sono tutti attestazione del buon livello della produzio­ ne tipografica nel nostro paese.

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Scritti autografi

È doveroso, infine, richiamare l’attenzione delle persone e delle Corporazioni in­ teressate al progresso della nostra produzione, perché tutelino e promuovano le futu­ re esposizioni di prodotti artigianali di lusso, i cui cataloghi lasciano ben sperare; è auspicabile, infatti, che la mostra attuale e quelle successive diano i frutti sperati, me­ diante la riproduzione di oggetti di spicco e la proposta di un insegnamento speciale, adatto al nostro paese. Bisogna prendere atto che, senza grandi spese e grazie al personale e alle attrezza­ ture della Scuola di Architetti, sostenitrice della Corporazione degli Architetti, si po­ trebbe fondare una valida Scuola di Disegno Industriale. È significativa, a questo ri­ guardo, la fondazione della Scuola di Arti e Mestieri grazie al personale e al materiale della Scuola di Ingegneri Industriali, sostenitori del consiglio comunale. Antoni Gaudi Barcellona, gennaio 1881.

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Fig. 1. Gaudi al cantiere della Sagrada Familia, ritratto di89 Opisso.


Qu er a v t

Fig. 2. Albero genealogico della famiglia di Gaudi, composto da J.M. Armengol in base ai documenti degli archivi par­ rocchiali. A lle pagine seguenti: Fig. 3. Schizzo per il progetto del baldacchino della cattedrale di Mallorca. Disegno attribuito a Gaudi. Fig. 4. Scudo del Conte Eusehi Gùell, in base ad uno schizzo di Gaudi, definito da una curva catenaria come gli archi del Palau Gùell. Figg. 3, 6. Studi per carri allegorici. Disegni firmati da Gaudi, 1879. Fig. 7. Schizzo per un grattacielo, ideato nel 1908 da Gaudi e dai suoi collaboratori, per un grande hotel di New York. 90 Disegno di ]uan Matamala.

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Sezione ii GAUDÍ CI PARLA

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Ascoltiamo ora Gaudi che ci parla del Mediterraneo e delle arti, dell’architettura, della scultura, del colore, della geometria, della stabilità, della costruzione, delle qualità degli uomini, della salute del corpo, del tempio della Sagrada Pamilia e della religione, della liturgia e dell’ascesi.

ABBREVIAZIONI Bergós, Joan Bergós, Joan Bergós, Joan Bonet, LI. Conili, B. Martinell, C. Marti Matlleu, J. Puig Boada, I. Puig Boada, I. Ràfols, J. Ràfols, J. Rius, M. Maria Pijoan, J.

Gaudi, l’home i l’obra Gaudi, arquitecte genial Conversaciones de Gaudicon J. Bergós Tempio Propagador de San José Gaudi i la Sagrada Pamilia explicada per eli mateix Tempio E l Tempie Expiatorio de la Sagrada Pamilia Tempio Gaudi Tempio Tempio La Veu de Catalunya. 20 gennaio 1906

Bg.HO. Bg.Ag. Bg.CGB. Bn.T. C.Prg. M.GSF. MM.T. PB.TSF. PB.T. R.G. R.T. MR.T.

Le sigle PB (Puig Boada), Bg. (Bergós), C (Cmill Bonaventura) indicano persone che direttamente riportano pensieri ascoltati da Gaudi. 95 95


IL MEDITERRANEO

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LE ARTI

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L’ARCHITETTURA

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LA SCULTURA

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IL COLORE

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LA GEOMETRIA

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LA STABILITÀ

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Alla pagina precedente: Fig. 38. Park Giteli in Barcellona, tettoia della portineria di ingresso. Fig. 39. Park Giteli, planimetria generale.

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Fig. 40. Park Giteli, piante, alzati e sezioni dei padiglioni di ingresso. 237

Fig. 41. Park Giteli, piante del piano terreno, del primo e secondo piano del padiglione di ingresso sulla destra.


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LE QUALITÀ DELL’UOMO

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LA SALUTE DEL CORPO

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IL TEMPIO DELLA SAGRADA FAMÍLIA

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64 Fig. 64. Tempio della Sagrada Familia, planimetria con il disegno delle coperture e con l’indicazione dei più importan­ ti riferimenti simbolici delle parti esterne, cui Gaudi ha affidato il compito di rappresentare plasticamente la missione evangelizzatrice di Gesù Cristo. La grande e principale torre centrale, il “cimborio”, è dedicata a Cristo Salvatore e si conclude con un grande cuore e un crocifisso-faro a quattro braccia, orientate verso i quattro punti cardinali. Il “cimbo­ rio” sopra il centro dell’abside è dedicato a Maria Vergine ed è concluso da una corona di stelle. Attorno ad esso stan­ no le torri dei quattro evangelisti, con al vertice i rispettivi simboli. Sulle lanterne delle cappelle absidali trovano posto i prim i santi fondatori della Chiesa, mentre i più recenti sono collocati nelle grandi finestre delle navate laterali. Davanti alla facciata principale, di fronte alla cappella del fonte battesimale, sta una fontana simbolica con quattro ri­ voli che ricordano le quattro sorgenti del paradiso e dell’Apocalisse; dall’altra parte, di fronte alla cappella delle con­ 306 fessioni, è un braciere a tre braccia, simbolo della purificazione e della Trinità.

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LA RELIGIONE, LA LITURGIA E L’ASCESI

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Sezione iii INEDITI*

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L’ARCHITETTURA DI GAUDÍ E LE SUE RAGIONI di Maria Antonietta Crippa

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CENNI BIOGRAFICI

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CRONOLOGIA DELLE OPERE PRINCIPALI*

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE*

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CREDITI FOTOGRAFICI delle tavole a colori

1: Lunwerg/Jaca Book 2: Veronika Kovalenko/Shutterstock 3: Anamaria Mejia/Shutterstock 4: Lunwerg/Jaca Book 5: Lunwerg/Jaca Book 6: Luxerendering/Shutterstock 7: Engineervoshkin/Shutterstock 8: Lunwerg/Jaca Book 9: Shutterstock 10: Generalitat Barcellona 11: Shutterstock 12: Alexey Stiop/Shutterstock 13: Lunwerg/Jaca Book 14: Juan Enrique del Barrio/ Shutterstock 15: Kristof Bellens/Shutterstock 16: Lunwerg/Jaca Book 17: Lunwerg/Jaca Book 18: Lunwerg/Jaca Book 19: Lunwerg/Jaca Book 20: Lunwerg/Jaca Book 21: Lunwerg/Jaca Book 22: Lunwerg/Jaca Book 23: Lunwerg/Jaca Book

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24: Lunwerg/Jaca Book 25: Jaroslav Moravcik/Shutterstock 26: Lunwerg/Jaca Book 27: Lunwerg/Jaca Book 28: Lunwerg/Jaca Book 29: Lunwerg/Jaca Book 30: Lunwerg/Jaca Book 31: Lunwerg/Jaca Book 32: Alarax/Shutterstock 33: Lunwerg/Jaca Book 34: DFLC Prints/Shutterstock 35: Lunwerg/Jaca Book 36: Lunwerg/Jaca Book 37: Lunwerg/Jaca Book 38: Lunwerg/Jaca Book 39: Lunwerg/Jaca Book 40: Lunwerg/Jaca Book 41: Lunwerg/Jaca Book 42: Lunwerg/Jaca Book 43: Lunwerg/Jaca Book Immagine di copertina: Manuel Cohen/ Scala, Firenze Sul retro: Lunwerg/Jaca Book

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