Natale
24 storie meravigliose Aspettando il
3 dicembre
Il piccolo abete diventerà re
Una volta, a Natale, i bambini lasciavano le scarpe ovunque: sotto il letto, vicino alla porta, ai piedi del camino... Babbo Natale non sapeva mai dove mettere i regali. Brancolava nel buio in cerca delle scarpe vicino a cui lasciare i regali e andava a sbattere contro i mobili! Un giorno decise che tutti da quel momento in poi avrebbero avuto un albero di Natale sotto a cui mettere le scarpe. Così organizzò un concorso per designare colui che avrebbe avuto l’onore di diventare “l’albero di Natale”.
Dalla primavera, Babbo Natale partì per esaminare i candidati.
Tutti volevano presentarsi nella loro luce migliore.
In Europa, querce, betulle, platani erano ricoperti di tenere foglie verdi:
«Guarda, Babbo Natale, quanto siamo belli e maestosi!»
«Già... tranne che a Natale, quando avrete perso tutte le vostre foglie e sembrerete vecchi scheletri!»
In Africa, Babbo Natale incontrò il baobab: «Io sono il tuo albero, Babbo Natale, perché io sono il più grande del mondo!»
«È proprio questo il problema: come credi di poter entrare nelle case?»
In America, Babbo Natale parlò con la sequoia: «Troppo grande!» In Giappone con il bonsai: «Troppo piccolo!» Sulle isole parlò con la palma:
«Difficile da decorare!»
Giunto l’inverno, Babbo Natale finì per tornare a casa a mani vuote.
Stanco del viaggio, sbagliò l’atterraggio con la sua slitta che sobbalzò nella neve. «Ahia! Ahia! Attenzione,
c’è qualcuno qui sotto!» echeggiò una vocina sommessa.
«Chi ha parlato?» si stupì Babbo Natale.
«Io, l’abete!» rispose un alberello coperto di neve.
Babbo Natale si avvicinò: «Oh, alberello, sei così discreto che mi sono dimenticato di te. Perché non hai partecipato al concorso dell’albero di Natale?»
«Sono troppo piccolo, troppo pungente e troppo banale per avere questo onore!»
sospirò l’alberello, tremando con tutti i suoi aghi.
La neve che lo ricopriva si sparse così per terra. E sul suo manto verde, i cristalli di brina brillarono come una ghirlanda di stelle.
Stupito, Babbo Natale si chinò sull’albero e annusò il suo dolce profumo di resina.
«Ho fatto il giro del mondo, ma quello che cercavo era nascosto proprio fuori dalla mia porta!» disse scoppiando in una delle sue grosse risate. «D’ora in poi, te lo prometto, a Natale sarai tu il re delle foreste e di tutte le case!»
4 dicembre
Un postino diverso dagli altri
era una volta un bambino di nome Gastone. Viveva in un grattacielo immenso con tanti appartamenti e all’ingresso un gigantesco muro di cassette delle lettere: per la precisione duecentosettantotto!
«Dimmi un po’, ragazzo mio, vuoi aiutarmi?» gli chiese un giorno il postino. «Ho una consegna speciale.» E tirò fuori dalla sua borsa alcuni cataloghi di giocattoli: per la precisione duecentosettantotto!
A Gastone piaceva il postino con la sua bici gialla, la sua pancia tonda e i suoi bellissimi stivali rosso scuro.
Così lo aiutò a riempire tutte le cassette della posta.
«Per ringraziarti, ti regalo un catalogo in più, un catalogo diverso dagli altri!» dichiarò il postino. Gastone sfogliò il catalogo:
non c’è proprio niente di così speciale... Questo postino, che birichino!
Tornato a casa, Gastone cerchiò con una matita rossa tutti i regali
5 dicembre
Il viaggio della lettera di Zoe
Zoe ha usato la sua bellissima carta da lettere multicolore per scrivere le sue richieste a Babbo Natale. Sicura che il suo desiderio sarà esaudito, va a spedire la lettera. Ma il vento si alza e, all’improvviso, la preziosa busta viene travolta da un turbine di neve!
«Oh no!» esclama Zoe, sconvolta. «Babbo Natale non riceverà mai la mia lettera!»
La lettera, spinta dal vento, continua il suo viaggio tra le nuvole. Per diversi giorni, affronta burrasche, viene colpita da una grandinata, passa tra le gocce di pioggia, poi ritrova finalmente la calma. E in una bella mattina di sole, arriva in Australia dove un canguro la afferra con un balzo da gigante.
«Questa poi, una lettera per Babbo Natale!» dice stupefatto il canguro.
«Presto, deve arrivare a tutti i costi a destinazione!»
Se la infila nella tasca sulla pancia e si dirige a grandi balzi verso l’Oceano Pacifico per darla al suo amico delfino. Immediatamente, il mammifero marino taglia le onde verso il Sudamerica. Lì, passa il testimone al suo amico, il cavallo della Patagonia. Questo afferra la lettera e galoppa attraverso le distese di pampa e i maestosi fiumi di ghiaccio.
Alla svolta di un ripido picco, il cavallo vede l’amico fenicottero che fa un bagno nell’acqua salata.
«Presto, Babbo Natale sta per iniziare il suo giro. Se non ci diamo una mossa, Zoe non riceverà nessun regalo quest’anno!»
Senza ulteriori indugi, l’uccello prende la lettera nel becco e raggiunge il Polo Nord ad ali spiegate.
7 dicembre
Le misteriose fave di Natale
Tanto tempo fa, quando ancora nessuno in Europa conosceva il cioccolato, il negozietto di Fernando fu teatro di una favolosa scoperta.
Fernando era spagnolo ed era un pasticcere. Faceva caramelle tutto il giorno…
«Ssignor Fernando! Ssignor Fernando!» grida il postino mentre entra nel suo negozio. «Ho un pacco per lei!»
Fernando esce dalla cucina con le mani ricoperte di zucchero rosa e il naso sporco di caramello.
«Quessto viene dalle Americhe!» specifica il postino, sibilando ancora più forte perché ha la s sifulina.
Fernando apre il pacchetto impaziente. Sua sorella è andata a vivere in America tanto tempo fa e a Natale gli manda sempre un regalo, un ricordo da laggiù. Questa volta, però, il pasticcere è un po’ deluso. Il pacchetto non contiene altro che un sacchetto con scritto “Fave di cacao”.
È pieno di grandi semi marroni, dalla forma irregolare e non troppo belli da vedere.
Per fortuna la sorella di Fernando ha infilato un biglietto nel pacchetto. Mentre lo legge, il pasticcere ritrova il sorriso: è una ricetta!
«Cos’è questa cossza?» chiede il postino con curiosità.
«Aspettami qui» risponde Fernando tornando nella sua cucina, con il misterioso pacchetto di semi sotto il braccio.
Quando finalmente ritorna, dopo due ore buone, il postino sta dormendo profondamente su una sedia. Fernando gli fa scivolare sotto il naso un piatto stracolmo di piccole palline marroni.
«Sssnif! Sssnif!» fa subito il postino muovendo il naso e svegliandosi completamente.
«Sssembra buonissssimo!»
Il Natale del Signor Subito Subito
imitri era un bambino molto impaziente che non sopportava
aspettare. Con la minaccia di andare su tutte le furie, doveva
sempre avere tutto subito subito: la sua coperta, il suo dolce, una storia, un nuovo giocattolo...
La gente lo trovava molto scortese, i suoi amici non volevano più giocare con lui e i suoi genitori, sfiniti, lo avevano soprannominato “Signor Subito Subito”.
Un anno a Natale, molto presto la mattina, 9 dicembre
Dimitri scoprì nelle sue scarpe un regalo gigantesco.
Non ne aveva mai visto uno così grande! Come al solito, non aspettò che i suoi genitori si svegliassero per aprire il pacco.
Si avventò sul regalo e strappò la carta con le stelle.
Apparve subito una bella scatola rossa. Dimitri tolse con impazienza il coperchio e all’interno trovò... un secondo pacco ricoperto di carta a righe.
Velocemente, il bambino tirò fuori questo nuovo pacchetto dalla scatola, strappò la carta a righe e trovò una scatola verde.
L’aprì subito per scoprire... un terzo regalo incartato in una carta lucida. Dimitri lo tirò fuori, strappò la carta e vide apparire una scatola gialla. Molto emozionato, Dimitri rimosse il coperchio e vide all’interno... un quarto pacchetto avvolto nella carta crespa.
Una scatola gialla, una carta a pois, una scatola rosa, una carta rossa, una scatola arancio, una scatola azzurra...
Dimitri continuava a scartare, aprire, strappare, scartare, aprire, strappare. Tanto che quando i suoi genitori lo
raggiunsero poche ore dopo, il ragazzino stava continuando ad aprire il suo misterioso regalo, perso in mezzo a carte e scatole.
Dimitri trascorse così l’intera giornata e quando stava per fare buio non rimase altro davanti a lui che una minuscola scatola verde. La aprì cerimoniosamente e scoprì una biglia, una semplice biglia gialla. «Una biglia!» esclamò ammirando la pallina gialla. «La biglia più bella del mondo!»
I genitori di Dimitri si chiesero se il loro bambino non fosse malato, perché aveva già centinaia di biglie, tutte più belle di quella. Quello che non capirono subito, era come fosse riuscito ad aspettare così tanto prima di avere quella biglia che era diventata per lui un vero tesoro. Quel Natale, grazie a una biglia minuscola, Dimitri aveva ricevuto un regalo di gran lunga più bello: la pazienza!
10 dicembre
Natale in fondo all’oceano
Ondina, la sirenetta, ama trascorrere le sue giornate osservando gli uomini. Non pensiate che voglia avere le gambe al posto della sua coda di pesce. Proprio no! Una delle sue cugine è quasi morta per aver avuto questa cattiva idea e Ondina non intende affatto fare lo stesso. Lei è solo un po’ curiosa…
Un giorno di dicembre, Ondina torna molto emozionata dalla sua esplorazione in superficie. «Gli umani stanno preparando una grande festa» racconta alle sue amiche.
Tutto emozionato, il pupazzo di neve corse ad appollaiarsi sulla collina con i suoi nuovi accessori e pronunciò le formule magiche. Subito le persone che passavano si fermarono, affascinate da questo pupazzo di neve che brillava come una stella. Aveva un aspetto così fiero che gli abitanti del villaggio lo sistemarono accanto all’albero.
Il suo sogno si era finalmente realizzato!
«Bellissimo vestito!» si complimentò l’abete strizzandogli l’occhio.
«Lo stesso vale per il tuo!» si congratulò il pupazzo di neve.
«Come siete belli…» disse poi una vocina dietro di loro. Era il lampione. Grigio e pallido, aveva un disperato bisogno di trovare un po’ di colore.
«Vuoi brillare?» chiesero in coro l’abete e il pupazzo di neve. «Seguici, possiamo aiutarti!»
Quell’anno, a Natale, il villaggio risplendette più del cielo!
15 dicembre
I piccoli fiocchi magici
Sulla distesa bianca del Grande Nord, un piccolo puntino nero gira come il vento. È Kilia, la bambina eschimese, sulla sua slitta.
«Corri, Fiocco!» urla al suo cane. Intanto pensa al biglietto che ha lasciato ai suoi genitori prima di uscire dall’iglù: «Non preoccupatevi, vado a cercare la casa di Babbo Natale.»
Ogni anno, Kilia resta sveglia la notte del 24 dicembre per incontrare Babbo Natale. Ma ogni volta si addormenta. Quest’anno, non sarà così!
Gaspare poi sente un piccolo bacio sul naso. È sua madre che lo sveglia: è pieno giorno. Velocemente, si precipita in salotto per vedere se Babbo
Natale si sia dimenticato o meno di lui. E accanto al camino scopre doni ricoperti di stelle scintillanti. Allora Gaspare sorride perché adesso sa da dove
vengono le stelle: dalle tasche di Babbo Natale!
18 dicembre
Il tronchetto di Natale arcobaleno
Emilia ha aspettato che tutti si addormentassero prima di infilarsi in cucina. Non vede l’ora di assaggiare il tronchetto di Natale che ha fatto con sua madre. Con gli occhi golosi, apre il frigo e prende il dolce.
Ma il piatto le sfugge di mano e, patatrac!, si schianta per terra.
«Oh no! Verrò sgridata e inoltre non ci sarà il dolce per Natale!» Emilia si lagna.
Ecco che in un turbine color arcobaleno appaiono tre folletti.
«E ora, giù per la grande discesa!»
I cinque folletti salgono sulla slitta che scivola a tutta velocità sui pendii della montagna. L’alberello non ha mai fatto una cosa del genere in vita sua. Quanto va veloce!
Quando arriva alla fine della grande discesa, è un po’ stordito. Tutti i folletti della montagna lo circondano e cominciano a decorarlo: una pigna qui, un’arancia lì, poi un bel nastro di raso rosso e, in cima, una stella splendente! «Eccì!» fa il piccolo albero.
«Questo albero è davvero congelato» pensano i folletti, che all’improvviso hanno un’idea! Così il 25 dicembre il piccolo albero trova per Natale una bellissima sciarpa di lana lavorata a maglia da Leone, Zoe, Leandro, Noè e Teo! Una sciarpa viola e argento che il piccolo abete non ha mai più lasciato. Se vai in montagna, guarda bene, potresti vedere questo alberello nella neve!
22 dicembre
Rodolfo, la piccola renna
Una volta, tanto tempo fa, Babbo Natale aveva solo otto renne: Tornado, Ballerina, Dolce, Salterello, Cometa, Genietto, Fulmine e Tuono. Erano le renne più belle, più forti e più fiere del Polo Nord.
Una vigilia di Natale, Babbo Natale attaccò le otto renne alla sua slitta, poi partì per fare il suo giro. Ma presto il vento cominciò a soffiare, le nuvole ad addensarsi, la neve a cadere. Era la tempesta!
Le otto bellissime renne erano completamente disorientate. All’improvviso Tornado perse l’equilibrio e cadde trascinando con sé i suoi compagni dietro di lui.
La slitta di Babbo Natale atterrò velocemente, e uno dei suoi pattini affondò nel ghiaccio.
Le renne tirarono invano la slitta e Babbo Natale fece del suo meglio per liberarla, ma non si mosse un bel niente.
Fu allora che in lontananza Babbo Natale vide brillare una piccola luce rossa. «Aiuto! Aiuto!» gridò.
Il bagliore si avvicinò. Crescendo, illuminò tutto intorno. Infine, sotto gli occhi attoniti di Babbo Natale, apparve una strana creatura: una piccola renna non molto muscolosa, nemmeno molto bella, con un naso tutto rosso che brillava come un faro nella notte!
«Ciao, mi chiamo Rodolfo» disse la piccola renna. «Oh!
Sembra che tu sia bloccato in un buco. Aspetta, ho un’idea: metterò lo zoccolo sotto la slitta per fare leva e tirerete tutti più forte possibile. Pronti? Uno due tre!»
Subito la slitta si sbloccò. Babbo Natale gli fu molto riconoscente: «Rodolfo, mi piacerebbe che tu facessi parte della mia squadra.»
Ma la piccola renna si voltò timidamente: «No, Babbo Natale.
Non sono né forte né splendida come le tue renne che sono invece l’orgoglio del Polo Nord. Qui tutti ridono di me a causa del mio naso ridicolo e delle mie cosce da rana. Ti sarei d’intralcio.»
Babbo Natale sorrise, annuendo col cappello e disse: «Potrai pur non essere molto forte, ma sei piena di risorse e sei intelligente. E grazie al tuo naso ci farai da guida di notte durante tutte le tempeste!»
Ed è così che Rodolfo è diventata la nona renna di Babbo Natale: la più piccola, la più intelligente, la più tenera... e la preferita di tutti i bambini.
23 dicembre
I topi musicisti
L’
organista della chiesa non nasconde la sua eccitazione. Stasera ci sarà la messa di Natale e tutto deve essere perfetto, dal suo abito stirato in maniera impeccabile, alla precisione delle note che suonerà. Ha tempo per provare e si siede sullo sgabello per rimettersi a suonare. Ma con sua sorpresa, nessun suono esce dallo strumento!
«Com’è possibile?» grida, stupefatto.
E fa scorrere di nuovo le dita sui tasti. Ma l’organo resta muto come un pesce!
Ispeziona la tastiera, esamina le canne, controlla il ventilatore... Ed ecco, cosa vede? Piccoli escrementi di topo. Hanno mangiato il mantice, che nervi!
«Una messa di Natale senza musica è come Babbo Natale senza il suo cappello!» esclama. «Se l’organo fa i capricci, pazienza, suonerò il violino.»
Quindi imbraccia lo strumento, che non suona da dieci anni. Le corde cigolano e Il mio bell’albero di Natale si trasforma rapidamente in Il mio bel dolore...
L’organista non si lascia scoraggiare. Torna con un basso tuba e, fiducioso, intona la melodia È nato il bambino divino. Ma è da vent’anni che non suona questo strumento. E il bambino divino si trasforma rapidamente in divino elefante: POM POM POM POMPOM…
Presto, il suo frastuono disperato risveglia i topi. Vedendo l’organista in
preda al panico, i colpevoli sono colti dal rimorso.