Il CILIEGIO cresce in fondo al giardino, sopra a un letto di piantine di fragole. Assomiglia molto al ciliegio selvatico, sembra suo fratello. Ha la corteccia di un colore rosso-argento, e anche lui ha delle strisce scorticate. L’usignolo gli svolazza attorno. “Salve! Ti chiami ciliegio, vero?”
“Salve! I colombi hanno mai fatto il nido su di te?” chiede l’usignolo al pero. Il PERO, sorpreso, scuote i suoi rami bruno-grigiastri. “Sì,” risponde. “Sei sicuro che fossero colombi?” insiste l’usignolo. “Sicurissimo. Il loro nido non è costruito con cura. I rametti sono appoggiati l’uno all’altro in modo disordinato. A volte, nei loro litigi, mi hanno anche scompigliato le foglie. Sai, io ho delle belle foglie. Sono ovali, lucenti, con un lungo peduncolo. Perfino le vespe sono state più gentili di loro!”
“Ma voi, chi siete?”, chiede l’usignolo. “Siamo i SUSINI,” spiega uno degli alberi. Io mi chiamo susino ungherese, perché i miei antenati sono arrivati dall’Ungheria. E questo è il susino Goccia d’oro, che viene dalla Cina. È un bel nome, non trovi? Anche noi fioriamo quando le foglie incominciano appena ad aprirsi. Siamo così belli e lussureggianti in primavera! Per non parlare dei nostri frutti! Le mie prugne sono allungate, hanno una buccia violacea, quasi nera e puntini color ruggine. Il susino Goccia d’oro ha grandi frutti rotondi, con una sottile buccia gialla, con sfumature rosse o porpora. Prendine alcune e prova a dipingerle!” “Siete proprio dei chiacchieroni”, dice il pero scuotendo i suoi rami. “Ma no! Tu sei troppo abituato al silenzio!”, ribatte il susino Goccia d’oro.
“Una volta, in questo giardino ci si divertiva di più,” sospira un albero lì vicino. “Ma tu, per caso, sei il melo?” chiede l’usignolo, volando verso i suoi rami.
L’usignolo si fionda a terra. Il morbido sottobosco griglio è ricoperto dalle foglie cadute l’anno prima. Non lontano, piccole ortiche e sambuchelle annuiscono silenziose con le loro foglie.