Il grande viaggio di Naoki - Jaca Book - estratto

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IL GRANDE VIAGGIO DI NAOKI MAPI • BRUNO PILORGET


Il monte Fuji visto dal passo di Mishima, Edo


Dietro l'ombrello, vide la luce di un sorriso. «– Chi è questo fiore di susino che abbiamo appena incrociato? – Attento, non è un fiore per te, giovane uomo. Non farti strane idee e non metterti nei guai! Quella giovane donna è la figlia del nostro A pochi passi da lui, vide, protetta da un

padrone».

grande ombrello, una giovane donna che camminava con una dama di compagnia… Era così bella che Naoki non si accorse della buca nella strada acciottolata e inciampò… Perse l’equilibrio e si ritrovò per terra! 16

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Tuttavia, Naoki non poteva fare a meno di pensare a lei. Yunko, così si chiamava, era la figlia unica del padrone, che lui ricopriva di mille attenzioni. Suo padre la amava immensamente e la proteggeva come un germoglio delicato. Tutto in lei gli ricordava la sua giovane sposa, morta durante il parto. Per poterla rivedere, Naoki si era offerto di aiutare i compagni a riparare il tetto della casa del padrone.

Poesia di Ise 18

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« – Sulla montagna, dietro di te, c'è una cascata d'acqua. Un tempo, un uomo ricco era così avido che lasciò morire di fame suo fratello. È stato ormai trasformato in cascata, costretto a dare ristoro a chiunque passi di lì. Si dice che chi fa il bagno nelle sue acque sarà fortunato per tre anni! Il sentiero che conduce fin lassù è impervio, ma per i sogni vale la pena, io lo so bene!» Appena sceso dalla barca, Naoki volle ringraziare il vecchio, ma non poté farlo: quell'uomo si era volatilizzato. Naoki si unì a un gruppo di viaggiatori che stavano andando nella sua stessa direzione e si accampò insieme a loro per la notte. Avrebbe fatto il bagno in quelle acque il giorno successivo, e alla fine la fortuna gli avrebbe sorriso.

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Le cascate di Amida nella provincia di Kiso

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– Sapevo che non dovevo fidarmi della volpe, ma invece

Decise di dirigersi verso la corte imperiale, perché

di te mi fidavo. Non voglio vederti mai più! Stai lontana

aveva sentito dire durante il suo viaggio che i mercati

da me se tieni alla tua vita!»

della città erano sempre alla ricerca di nuovi carichi di

Furioso, Naoki raccolse in fretta le sue cose, lasciò la

riso per rifornire le loro riserve.

locanda e si addentrò nella notte.

La corte imperiale non era molto lontana, il viaggio

Non aveva ceduto alla tentazione in cui lo aveva indotto

sarebbe durato solo qualche settimana. E sul cammino

la perfida volpe, ma ora si ritrovava completamente solo e

avrebbe facilmente incontrato un villaggio o un

senza sapere dove andare.

alloggio per la notte.

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Ponte sospeso tra le nuvole del monte Gyodo vicino Ashigaka

Arrivato l’autunno, Naoki giunse finalmente alla capanna appollaiata sulla roccia, e si rese conto che qualcuno abitava già là. Da più di un anno, un vecchio pittore disegnava lo stesso paesaggio ogni giorno per vederlo cambiare sotto i suoi occhi e renderlo eterno. Il vecchio viveva in contatto solo con la natura e aveva imparato ad osservare. Notò subito 68

la sofferenza del giovane uomo e lo invitò a trattenersi con lui fino a quando avesse avuto bisogno di stare lontano dal mondo. Naoki lavorava senza riposo e dormiva poco per dimenticare Yunko ma ogni tentativo era vano. In esilio e sapendo che non l’avrebbe mai più rivista, Naoki si stava rassegnando. 69


Allora il vecchio si alzò, raccolse qualcosa in un fagotto nascosto tra i suoi pennelli e lo mise nella mano destra di Naoki e lui richiuse il pugno con forza. «– Vai, torna a casa, e dai quello che hai nella mano al tuo padrone! Quando lo vedrai sorridere, saprai che la mano della tua amata ti verrà concessa!» Cavaliere nella neve 72

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Yunko, radiosa, lo accolse in giardino: « – Sapevo che avresti superato la prova, mio dolce Naoki, non ho mai dubitato di te! – Solo il pensiero di rivederti mi ha permesso di farcela, disse Naoki, tremando di gioia, incapace di staccare gli occhi da quel viso perfetto, baciandola sulla fronte. – Eccoti di ritorno, finalmente! Temevo che non saresti tornato in tempo per il raccolto! l'apostrofò Tomomi. Vieni dai, il padrone ti aspetta. 78

Non hai una bella cera, lo sai vero? Si direbbe che senza di me hai fatto fatica a cavartela.», continuò la volpe. 79


L’artista

DA I C E NTOV E NTI N O M I Lungo tutta la sua irrequieta vita - traslocava quasi ogni mese – l’artista cambia nome e firma in rapporto al suo lavoro e all’evoluzione del suo stile. Così, dal 1779 al 1794 (dai 19 ai 34 anni), mentre è allievo presso Shunshoˉ, si fa chiamare Shunroˉ: “splendore di primavera”. In questo periodo raffigura cortigiane e attori, realizza stampe piuttosto economiche e illustra romanzi popolari. Dopo essersi chiamato Soˉri, Tokimasa, Sesshin, Hokusai-Soˉri, egli sceglie infine di chiamarsi semplicemente Hokusai, nome che conserva per quasi tutto il resto della vita. Il nome Hokusai significa “genio del Nord”, in onore della divinità buddista Myoˉhen, a cui riserva un culto particolare. 90

Nel periodo 1810-1820 si firma anche con il nome Taitô, un nome che fa riferimento all’Orsa Minore. È il periodo dei Manga. La serie Hokusai Manga, frutto di un vero e proprio lavoro enciclopedico, comprende un bestiario (carpe, cormorani, topi, scimmie), paesaggi giapponesi che Hokusai stesso ha visitato, ed esprime anche il suo amore appassionato per la città di Edo. Questo manuale di formazione in 15 volumi, pubblicato tra il 1814 e il 1834, contiene più di 4000 tavole. Dal1820 al 1835 (dai 60 ai 75 anni), usa anche il nome di Litsu “xxx con un anno in più” (primo anno del nuovo ciclo astrologico di 60 anni). Manifestando un’energia straripante, egli padroneggia

perfettamente la pittura del paesaggio, rivelando la bellezza maestosa della natura. A questo periodo risalgono le Trenta vedute del Monte Fiji, le Vedute di ponti celebri, le Cascate di diverse province. L’artista dedica inoltre alcune serie ai fiori, agli uccelli e anche ai fantasmi.

In seguito, prenderà il nome di Manji, ”diecimila anni”. (xxx perché ‘on’ che è impersonale? Oppure “retiendrà” ha un altro significato?) E’ in questa epoca che Hokusai si volge a una pittura sempre più raffinata, con le Cento vedute del Monte Fuji, stampate in 3 volumi con delicate tinte grigie, e due celebri serie nelle quali illustra alcune antologie di poesie. Verso la fine, aggiungeva volentieri al suo nome l’epiteto goltakiyo (pazzo per il disegno). Alla sua morte nel 1849, lasciò come addio una poesia dove esprimeva il suo amore per la natura: Anche da fantasma Me ne andrò felice Per i prati d’estate.

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Le stampe D’ U K I YO - E

Un insieme di narrazione realistica e di stile decorativo, l’ukiyo-e, “pittura del mondo fluttuante”, rappresentava scene di vita quotidiana: venditori al mercato, contadini nei campi, pescatori sul mare, paesaggi dove dominano fiumi, colli, montagne, mentre le fragili abitazioni degli uomini parlano della brevità dell’esistenza e della precarietà delle opere umane di fronte alla potenza della natura; questa, tra l’altro, ospita in sé innumerevoli kami, le divinità giapponesi che pervadono ogni cosa. I modelli non posavano davanti all’artista: era lui che usciva, vagava per le strade, sceglieva

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i suoi percorsi e disegnava la vita attorno a sé – un metodo in cui si riconosceranno gli impressionisti. Le stampe ukiyo-e sono opera di quattro gruppi di artigiani che si dividono il lavoro secondo questo processo: l’editore commissiona, promuove e distribuisce le stampe da realizzare; l’artista (eshi) fornisce il modello; l’incisore (horishi) incide il legno delle tavolette per la successiva stampa; lo stampatore (surishi) imprime le tavolette sulla carta. Partendo da un’unica matrice incisa, si potevano ottenere numerose stampe, che venivano firmate dall’artista e dall’editore.

L’arte D’ H O KU SA I Nella natura niente gli era estraneo; disegnava con la stessa cura templi, palazzi, case, costumi, paesaggi, fiori, alberi, uccelli, pesci, insetti, soggetti leggiadri oppure seri, reali o immaginari, scene di genere o di stile. Era veramente universale. Ma ciò che attirava soprattutto Hokyusai era l’animale uomo. La caratteristica dominante che giustificava il suo soprannome di “vecchio pazzo per il disegno” era la capacità di rappresentare la vita in tutto il vigore della realtà, nell’infinita varietà delle sue manifestazioni, di catturare un gesto

nella sua sorprendente verità; di cogliere l’aspetto comico di un atteggiamento o di una fisionomia. Sempre e dappertutto, la vita: questo potrebbe essere il suo motto; sempre e dappertutto, la ricerca del tratto sintetico ed espressivo, con un profondo intuito per quello che va evidenziato, per ciò che deve commuovere o affascinare, con una verve comica scatenata, inesauribile. E’ per questo che può essere messo tra i grandi. Hokusai ha riscosso una grande ammirazione tra gli impressionisti. Degas e Van Gogh lo ammiravano, e Claude Monet collezionava le sue stampe: ne possedeva più di trenta!

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