«E se andassi alla finest
ra? pensa la bimba. Solo un minutino. Potrei dare una sbirciata fuori e tornare a sedermi… Chi mi vede?!» Detto fatto! Corre a inco llare il naso al vetro.
o. Di fronte a lei, in m ca al i nt va da ia no Paloma si an dormentata. ad è si , ta ta na ia nz l’a , Rosa ro, le ha detto. gi in re da an vi de on N – come un angioletto! a on bu ai st a, av br la i Fa o nella camicetta. at nd fo af to en m il e, ar E si è messa a russ genio… Paloma ha un lampo di
– Eccolo è là, nel corridoio, prendiam olo! Paloma corre a tutta velocità da un a stanza all’altra. – Adesso ci mangia! strilla il pipistrel lo. – Sento un rumore in sala! Andiamo a vedere, prima che si svegli Rosa! Nel camino, il fuoco si è spento. La tata continua a russare, ma ai suoi piedi luccicano tre scaglie ros so sangue, e c’è anche un’impronta…
GIGANTESCA! Ha dei lunghi ar tigli!
– Ma è… è un dra…
un drago!
il pipistrello quasi si strozza.
ghi! a r d i a r o d a o la corsa, vora!
di… di à ripres i g … i a d h i t a e m h Palo bimba o! Vedrai c a r t L e . i e d r n o i r r a e t n – Tor etta per il b l a b na, scivola i o c l l u c e r t a s l i p a i r t Il p ura. Perlus a p a h n o va niente. o r t n o n invece n a re, m d entra nelle came fitta, apre la por ta e amburo: su in sof come un t e l e a t t s a a b r o e l l h c A un cuore e t n e S … a silenzios
! m u b a T m, um, Tabu
Tab
Allunga la mano e, sotto alle dita, sente la pelle fredda dell’animale. – Tesorino, mio piccolin o, ti lasci accarezzare? sussurra. Dolcemente, gli fa un gr attino tra le scaglie… Non sa che i draghi soff rono il solletico?
si risveglia Tornata Paloma, la tata ? – Sei stata brava, tesoro ponde la bimba. ris ! to et ol gi an un e m Co – Rosa mentre si sistema ira sp so , ta ta en rm do – Mi sono ad sì tranquillo! co tto tu è i gg O . so na l gli occhiali su oco quando… Sta per riaccendere il fu
– Ma… Che cos’è? ti. rana
esclama, con gli occhi sg
Tra il pollice e l’indice, agita davanti a sé un cavalluccio marino molto indisp ettito. – Oh! Un cavalluccio marino che ha sbagliato strada! esclama Paloma. Lo prende e lo me tte con delicatezza in un vaso pieno di acqua salata. Rosa guarda il soffitto, passa la ma no sulle pareti…
– Che strano… ho come la sensazio ne ch sia stor to, non riconosco più niente e tutto … – Devi cambiare gli occhiali! si divert e la
bimba.
le spalle. La vecchia signora alza questa casa, in a rn to i m n no e ch sa – C’è qualco e il fuoco. borbotta mentre accend i furbetti di Paloma. ch oc i gl ne la til in sc ce Una lu ride senza fare rumore. llo re st pi pi il a, nc pa la Sotto al quando saprà Povera Rosa! Cosa dirà l tetto! che c’è… un drago su
i
antoni gaudi Edificio costruito tra il 1904 e il 1906 a Barcellona, Spagna
i
casa BatllO
Dettaglio del tetto
Scala principale
Salone del grande appartamento
Facciata
Patio, cortile interno
C A R TA D ’ I D
antonii
gaudi UN ARCHITETTO CATALANO
modernista
Non si può separare Gaudí da Barcellona, come non si può pensare alla Torre Eiffel senza legarla a Parigi. Mentre la capitale catalana si arricchisce e si espande alla fine del XIX secolo, alcune famiglie benestanti commissionano agli architetti nuove dimore. Gaudí è uno di loro e sarà proprio lui a realizzare delle costruzioni a dir poco rivoluzionarie. In effetti l’architettura ha rappresentato per molto tempo la ricerca e l’espressione del Bello. Dalla Grecia antica fino ad arrivare alla cupola di San Pietro di Michelangelo, gli architetti privilegiano le proporzioni perfette e la simmetria. Gaudí crea invece una rottura con questa lunga tradizione applicando i principi del modernismo che combina materiali industriali (acciaio, vetro, ceramica) con materiali tradizionali (pietra e legno). Pasta di vetro colorata, decorazioni in ferro battuto, curve, motivi decorativi che si ispirano alla natura, Gaudí riprende tutti questi elementi nel suo modernismo catalano. Nella sua visione, la bellezza e la fantasia vanno di pari passo con ciò che è funzionale. Questo genio considera gli edifici che progetta in modo globale, dalla struttura agli elementi che li decorano, facendo ricorso a diversi espedienti a dir poco ingegnosi, con lo scopo di mettere a proprio agio chi li abita.
Il grande libro, sempre aperto e che bisogna sforzarsi di leggere, è quello della natura. Antoni Gaudí
E N T I TÀ
í O M E : Ga ud Antoni CO G N 1852 – 1926 talo gn a e morto in C a to a n o tt e it h Arc N ISMO : MO D ER CO R R E N T E
NELL’ATELIER DEGLI AUTORI
NOME:
i
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casa BatllO
COME e NATO IL PERSONAGGIO DEL PIPISTRELLO?
Questa stretta casa costruita nel 1877, che si trova al numero 43 di Passeig de Gràcia, era probabilmente un edificio molto convenzionale. Il suo proprietario Josep Batlló i Casanovas, un facoltoso fabbricante di tessuti, voleva rifarla interamente. Gaudí ci lavora dal 1904 al 1906. Nella facciata al piano terra, delle colonne imponenti a forma di zampa di elefante trasmettono un’idea di grandezza. Di sopra, la facciata, che scintilla di mille colori, è ornata con balconcini in ferro battuto, intervallati da piccoli dischi piatti che assomigliano a scaglie di pesce e da tessere di mosaico che brillano al sole. I muri ondulati, senza angoli né spigoli, trovano corrispondenza all’interno della casa, in cui le pareti e i soffitti sembrano essere stati modellati; non ci sono linee dritte e nemmeno superfici piane. Sul tetto, dal lato che affaccia sulla strada, si trovano delle tegole di un rosa che vira verso l’azzurro, una torretta che ha in cima una croce, dei comignoli ornati con frammenti di piastrelle che formano un mosaico. Che creatività!
UN PROGETTO NARRATIVO
Gaudí si sarebbe ispirato al mondo marino, da qui si comprende la predominanza delle tonalità blu. Ma soprattutto racconta una storia che è molto conosciuta in Catalogna: la leggenda di san Giorgio che sconfigge il drago. Se si osservano attentamente la facciata e i balconi ci si rende subito conto che le forme longilinee fanno pensare a delle ossa, e che le forme dei balconi ricordano dei crani. È per questo che la Casa Batlló a Barcellona è conosciuta con il nome di Casa delle ossa. In cima, sul tetto, si vede il dorso di un drago e le scaglie che lo ricoprono; la croce è la punta della lancia che trafigge il fianco del drago. Si tratta di qualcosa di assolutamente nuovo in architettura, una casa che racconta una storia! i
DOVE SI POSSONO VEDERE LE OPERE DI GaudI ? A Barcellona! Casa Milá, Parco e Palazzo Güell e Casa Batlló. Queste opere appartengono al patrimonio mondiale dell’Unesco, così come la Sagrada Familia, basilica alla quale Gaudí ha dedicato gran parte della vita. Alla sua morte, nel 1926, aveva concluso solo la cripta, l’abside e la facciata della Natività. La costruzione della basilica prosegue ancora oggi, grazie alle donazioni.
Desideravo che Paloma, la nostra eroina solitaria, incontrasse un animaletto capace di farle cambiare idea. Questa creatura doveva essere insolita, affettuosa, vivace, audace e un po’ fantastica. Osservando con attenzione la facciata della Casa Batlló, ho scelto il pipistrello. Le finestre al primo piano hanno la forma delle grandi ali aperte di un pipistrello. C.A. i
PERCHe INVENTARE LA STORIA DI UN DRAGO? È l’architetto Gaudí che ha infilato il drago un po’ dappertutto in questa casa! La ringhiera scolpita della scala rappresenta la spina dorsale di un animale gigantesco. I 60 archi della soffitta ricordano la sua gabbia toracica: il salone del sottotetto viene chiamato il «ventre del drago». Ma è soprattutto il tetto ad essere spettacolare: è ricoperto di tegole colorate che sembrano le scaglie del dorso di un drago! C’è persino una piccola finestra triangolare che rappresenta l’occhio del drago! Mi affascinava l’idea di una casa normale che si deforma e viene stravolta all’arrivo di un drago che vuole abitarci. C.A.
IL MARE IN UNA CASA. STRANO, VERO? Ancora una volta, l’idea è di Gaudí che adorava ispirarsi alla natura e al mare, e ondulava le sue architetture. Entrando nella Casa Battló, si potrebbe immaginare di essere in una grotta sottomarina, con le vetrate che assomigliano al guscio delle tartarughe. Al primo piano, i vortici dei soffitti e le pareti ondulate ci immergono in un’atmosfera marina, mentre le finestre assomigliano alle pinne di un pesce. Le forme curve dei rivestimenti in legno evocano gli interni di una nave e sugli stipiti delle porte in quercia sono scolpiti serpenti marini, fossili e altre forme mutuate dalla natura. Nel cortile interno, grazie alle ceramiche di diverse tonalità di azzurro e a un pozzo di luce, Gaudí è riuscito a ottenere le sfumature di blu che ricordano la profondità del mare. Anche le vetrate che si affacciano sul patio danno la sensazione delle onde in movimento! C.A.
CHE ATMOSFERA... CHE ATMOSFERE! Un titolo della collana Ponte delle Arti dedicato a Gaudí? Che gioia! Il suo è un universo così ricco che un illustratore non può che essere felice di occuparsene, infatti io mi sono messo a lavorare con un tale entusiasmo, pronto a ispirarmi, nelle forme e nei colori «energizzanti», al Parco e al Palazzo Güell! Qualcosa di assolutamente colorato, con un impatto molto grafico e con, perché no, uno spirito da collage per rendere i mosaici. E poi… scopro Casa Batlló… Luci sottili, forme armoniose, un’atmosfera ovattata. Una grotta nelle profondità del mare e non un’esplosione solare di luce multicolore! Tutto un altro tipo di lavoro che consisteva nel ricreare ambienti diversi, soprattutto per gli interni, capaci di tradurre attraverso le immagini lo spirito del luogo. Senza dimenticare di armonizzare le atmosfere della storia con l’architettura, come la tempesta che oscura il salone e conferisce un’aria inquietante alle arcate e alle colonne di quell’ambiente. La stessa cosa vale per l’inondazione del patio, che mette in risalto le ceramiche blu, come sul fondo di una piscina un po’ barocca. Ho lavorato molto con l’effetto chiaroscuro: luci, trasparenze, spazi, sono gli ingredienti che occorrono per accompagnare il lettore a visitare questa casa. E così facendo i colori esplodono con il sole che illumina il tetto e la facciata nelle illustrazioni finali: un po’ di mosaici sui comignoli e sul muro, sotto lo «sguardo» dei balconi. Quanto al drago, bastava spingere ancora un po’ più in là la creazione di Gaudí perché prendesse vita! F.S.