La grande onda

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All’improvviso, mentre si preparano a gettare le reti, un’onda enorme si alza davanti a loro: più che un muro d’acqua, più che una fortezza marina, sembra di vedere una creatura gigante, bocca agghiacciante orlata di schiuma, pronta a inghiottire tutto: pescatori, barche e reti!

Respiro rotto dalla paura, gli uomini si aggrappano alle barche, stringono i denti, curvano la schiena, chiudono gli occhi...

Quando li riaprono, la grande onda è passata. Senza fragore né danni. Il mare si è calmato… Nel silenzio rasserenato degli uomini, si alza un piccolo grido ostinato, ben presto coperto da quello di Taro:

– Guardate là! Quel fagotto tutto bagnato, è un bambino! Un neonato, vivo! L’onda lo ha portato sulla nostra barca!

L’uomo si china, il cuore gli batte più forte di tutti i tamburi del mondo, e prende il bimbo fra le braccia. Il pianto cessa.

Sorrisi e risate!

Il figlio sognato, tanto desiderato, atteso così a lungo… alla fine è arrivato.

Il tempo passa e Naoki, sopravvissuto al mare, cresce... così così: nonostante il buon riso bianco, e il suo grande appetito, rimane piccino, piccino.

Alla vigilia dei sette anni, non è cresciuto neanche un po’!

«Resterà così per sempre?»

Aki è preoccupata.

«Come farà a pescare?» anche Taro ci pensa ogni giorno.

Eppure, entrambi conoscono la pazienza. Il figlio tanto amato non vuole più crescere? Sospiri, e ancora sospiri… Forse basta attendere? Una piccola vita, fra le loro braccia, è già così bello!

Via via che si allontanano dalla superficie, il bambino sente cambiare il paesaggio intorno a loro. Si fa buio. L’acqua diventa più fredda, e la corrente più forte. Ben presto, Naoki deve aggrapparsi al pesce per poter proseguire.

– Credevo che sott’acqua tutto fosse calmo e bello, bisbigliò fra sé e sé. Che si potesse raccogliere il corallo in mazzetti, giocare a nascondino fra gli anemoni, fare il girotondo con le stelle marine… e trovare dei tesori.

La sua guida, silenziosa, s’inabissa ancor di più nella notte sottomarina.

All’improvviso, quando il suo destriero si lancia in un vortice, Naoki è preso dal panico. Con tutte le sue forze, tira le pinne del pesce, lo costringe a impennarsi, a rallentare… e a fermarsi.

– Dove mi porti? Non ho più voglia di seguirti!

Ho freddo! Ho paura! Qui, mi sento lontano da tutto!

Per favore, inverti la rotta e riaccompagnami a casa!

I miei genitori forse mi stanno cercando…

Voglio rivederli! Presto!

A queste parole, il pesce d’argento freme.

Le sue squame lanciano luccichii di gioia.

Il dorso, dritto, si mette a ondeggiare.

Il suo corpo a crescere e crescere ancora.

Poi gli spuntano delle belle zampe e artigli d’oro ben affilati.

– Aggrappati! ruggisce il pesce, diventato un dragone.

La grande onda al largo di Kanagawa, Hokusai

La grande onda fa parte di una serie di stampe in cui è raffigurata la montagna sacra giapponese, il Monte Fuji. Le Trentasei vedute del Monte Fuji si possono ammirare sul sito della Biblioteca Nazionale di Francia: http://expositions.bnf.fr/ japonaises/fuji/album.html

Stampa

25,9 x 37,2 cm 1830-1832

Museo Guimet Parigi (Francia)

Chi era Hokusai?

Nato nel 1760, viene adottato all’età di tre anni da una famiglia di artigiani che fabbricano specchi per la Corte. Portato per il disegno già da bambino, pratica la sua arte tutti i giorni fino alla morte, dandosi lui stesso il soprannome di «vecchio folle del disegno». Ha continuato a cambiare nome d’arte e firma. Hokusai, nome che significa «studio della stella polare», è senza dubbio il pittore giapponese più famoso al mondo… e da molto tempo! Già alla fine del xix secolo, Van Gogh e Degas lo ammiravano e Claude Monet collezionava le sue stampe. Hokusai è anche l’inventore del manga, il fumetto giapponese!

Che cos’è una «stampa»?

È un’immagine stampata premendo la carta su un supporto inciso di legno o di cuoio. La stampa giapponese è un lavoro di squadra: il disegnatore (eshi) fornisce il suo modello all’incisore (horishi) che incide il legno e lo dà allo stampatore (surishi).

Da una sola matrice incisa, si possono produrre più stampe.

È per questa ragione che le stampe giapponesi, quelle di Hokusai in particolare, sono circolate molto a partire dal xix secolo!

Perchériconoscevanoin Hokusaiunagrandemodernità.InGiappone,erailperiododell’Ukiyo-e(«immaginedelmondofluttuante»), chemettevaalcentroscenedivitaquotidianalegateallosvago, maancheallavoro:ivenditorialmercato,icontadinineicampi, ipescatorisulmare…Ilpittoreescedalsuostudio,vaperlestrade, viaggiaerappresentalavitaintornoalui:lanaturadiventailsuoatelier!

Era un’idea assolutamente nuova, che gli «impressionisti» a loro volta hannomessoinpraticanelxixsecolo.

Perché

gli «impressionisti» amavano il suo lavoro?

Molto!

E lo ha fatto spesso. Il Giappone

Hokusai amava dipingere il mare?

è molto vicina alla natura e considera l’acqua (dolce o salata)

è un arcipelago che conta circa 30.000 chilometri di coste: il mare è dappertutto! La cultura giapponese

come un elemento fondamentale, fonte di vita. Così, Hokusai amava rappresentare il mare, i laghi, i fiumi, le cascate…

Il mare era anche l’occasione per sperimentare un nuovo colore, il blu di Prussia, importato dall’Olanda nel 1820.

Il 5 maggio i Giapponesi celebrano la Festa dei Bambini o Kodomo no hi in cui ondeggiano al vento, come se nuotassero, grandi pesci colorati di stoffa o di carta (Koinobori). Sono le carpe che simboleggiano lo slancio vitale che ogni bambino deve possedere per crescere e diventare un adulto coraggioso. In effetti, la leggenda (originaria della Cina e adottata dal Giappone) racconta che una piccola carpa si era dimostrata così coraggiosa risalendo controcorrente il fiume Giallo, da essere trasformata in dragone, animale portafortuna, venerato in Asia.

Cosa significano le «carpedistoffa»?

Perché La Grande Onda di Kanagawa

La Grande Onda fa parte di una serie di stampe realizzate da Hokusai dal 1830 al 1832, le Trentasei vedute del Monte Fuji, che hanno rivoluzionato la pittura giapponese perché sono dedicate alla rappresentazione dei paesaggi in grande formato, oban in giapponese. In ciascuna stampa viene rappresentato il Monte Fuji, la montagna sacra del Giappone. In questa veduta, il Monte Fuji si mescola con l’onda gigantesca che minaccia di inghiottire imbarcazioni e pescatori, sottomessi alla potenza della natura. Al Museo d’Arte Orientale di Torino si può vedere una delle poche copie in buono stato di conservazione.

Hokusaï
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