Pontormo - Jaca Book - estratto

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Alessandro Conti

PONTORMO


SOMMARIO

Nota editoriale

7

PONTORMO

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APPARATI

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CRONOLOGIA

157

INDICE DELLE TAVOLE

161

BIBLIOGRAFIA

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INDICE DEI NOMI E DEI LUOGHI

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Alle pagine seguenti:

TAV. 38 A

TAV. 38 B

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Deposizione di Cristo, 1523-1525 ca., affresco staccato, 300 x 250 cm, Certosa del Galluzzo, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Orazione nell'orto, 1523-1525 ca., affresco staccato, 300 x 290 cm, Certosa del Galluzzo, Firenze.

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TAV. 39 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Trasporto di Cristo e particolari, 1526-1528 ca., tempera a uovo su tavola, 313 x 192 cm, cappella Capponi, chiesa di Santa Felicita, Firenze.

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figure enucleate dal Clapp e presenti in ogni affresco, salvo la Resurrezione. E proprio su queste, sul loro stilismo, che esce dai canoni della Maniera italiana, si accanisce il Vasari. In realtà, le durezze dureriane, il colorito chiaro e le forme spezzate hanno, in quegli anni, un altro precedente molto illustre: la Cox-Rearick ha richiamato, credo giustamente, la Deposizione del Rosso a Volterra, del 1521 (Tav. 40). Sono peculiarità non caratteristiche di tutte le opere del Rosso, si può richiamare anche il Mosè difende le figlie di Jetro degli Uffizi, ma le grandi pale fiorentine, la Pala Dei in Santo Spirito e Lo Sposalizio della Vergine (o Pala Ginori) in San Lorenzo (Tav. 41), ammiratissime dal Vasari, che ci presentano l’unione dei colori, che costruiscono le figure e gli scuri avvolgenti, sono quanto di più lontano si possa pensare dal mondo del Pontormo. Ma l’insistenza sul rapporto con Dürer, pittore tedesco, da parte del Vasari è solamente una critica artistica o non è piuttosto un’avversione motivata dal messaggio degli affreschi? Ancora nel 1573 si rimproveravano a Paolo Veronese i soldati in costume tedesco della sua Ultima cena di San Zanipolo; esisteva un rapporto che si intuiva fra personaggi vestiti alla tedesca e la simpatia per la Riforma? Il Vasari non chiarisce quella che sarebbe stata una grave maldicenza contro uno dei principali maestri dell’arte, ma ruota continuamente attorno al problema con insinuazioni alle quali il lettore non poteva restare sordo. Spesso i conventi erano sede privilegiata delle nuove idee religiose e non c’è da aspettarsi che, con la Controriforma, si sia lasciata sopravvivere una gran documentazione, al di là dei casi di scandalo palese, di religiosi che abbandonano l’ordine, si sposano o vanno all’estero per farsi protestanti; tutto un contesto di vita spirituale dei primi decenni del Cinquecento è rimasto ed è destinato a restare sommerso. Il Pontormo, si deve però osservare, è solamente nella Deposizione, e non, ad esempio, nell’Andata al Calvario, che rappresenta le Marie con le grandi cuffie da matrone tedesche, e in questo seguiva proba-

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TAV. 40 Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino, Deposizione dalla croce, 1521, olio su tavola, 375 x 196 cm, Pinaocteca e Museo Civico, Volterra.

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TAV. 41 Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino, Sposalizio della Vergine, 1523, olio su tavola, 325 x 250 cm, Pinacoteca e Museo Civico,Volterra.

Alle pagine seguenti:

TAV. 42 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Sacra famiglia con san Giovannino, 1522-1524 ca., olio su tavola, 120 x 99 cm, Ermitage, San Pietroburgo.

TAV. 43 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di giovane con liuto, 1532-1540, olio su tavola, 98 x 82,5 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

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bilmente un’indicazione gradita anche ai religiosi responsabili della nuova decorazione. Alcune opere si mettono in rapporto col periodo della Certosa, e forse piuttosto prima che dopo il 1525 dell’Emmaus degli Uffizi. Sono una Sacra Famiglia dell’Ermitage (Tav. 42)– forse dipinta dal Bronzino –, la Madonna col Bambino e san Giovannino della collezione Corsini, e l’esemplare della stessa composizione, ma senza paesaggio e di stesura più controllata, nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Poi c’è il bellissimo Ritratto di giovane con liuto che si trovava in casa Guicciardini, per il quale è stato pensato anche al giovane Bronzino, ma che non sembra di dover allontanare da Jacopo (Tav. 43). Vi sono anche alcuni disegni, fra i più belli del Pontormo, che appartengono a questi anni, il Ragazzo con turbante (449 F degli Uffizi), uno studio, su modello ovviamente maschile, per le acconciature delle Madonne di questi anni; un bello schizzo di Madonna degli Uffizi (6728 F), una figura ammantata nel gusto degli affreschi della Certosa (British Museum 1933-83-13) e soprattutto il grande foglio del Boijmans Van Beuningen Museum di Rotterdam (1117) con due giovinetti in atto di consultare un libro (Tav. 44). Questo disegno mi sembra possa riaprire la discussione su una tavoletta danneggiata conservata alla National Gallery di Londra con una scena di conversazione, un’opera per la quale, da Janet Cox-Rearick a Luciano Bellosi e Antonio Natali, c’è stato un orientamento concorde sull’attribuzione a Mirabello Cavalori. Mi sembra da osservare, però, che il costume dei personaggi appartiene al terzo decennio – quando ancora il Cavalori non dipingeva –, e davanti a un’operetta così sciupata questi dati esterni devono servire da guida più che le impressioni di stile, che divengono molto soggettive: quindi un Pontormo del tempo della Certosa e del disegno di Rotterdam.

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TAV. 44 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Due giovinetti seduti, 1520 ca., sanguigna su

carta, 98 x 82,5 cm, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam.

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L’attività per la Certosa, la familiarità con quei frati, portò poi alla realizzazione di altre opere, perdute o disperse, delle quali resta la Cena in Emmaus, datata 1525, degli Uffizi. È sorprendente come il Pontormo, in un insieme di accentuato stilismo, di figure quanto mai allungate, riesca a inserire singoli particolari di un naturalismo da pittore spagnolo del Seicento nel cane, nel gatto e nei ritratti di certosini sul fondo. È questa la strada degli inserimenti di singoli particolari naturalistici che aveva sperimentato il Rosso con la figura di san Giovanni nella Deposizione di Volterra, e che percorrerà spesso Agnolo Bronzino. Il Vasari ci dà poi l’indizio per un rapporto con un artista al quale di solito non si pensa per il Pontormo: il Parmigianino. Fra le opere eseguite per i certosini ricorda una «Natività di Cristo, fingendo che Giuseppo nelle tenebre di quella notte faccia lume a Gesù Cristo con una lanterna: e questo per stare in sulle medesime invenzioni e capricci che gli mettevano in animo le stampe tedesche». Il quadro è perduto e non possiamo giudicare il suo rapporto con la grafica nordica, si deve però sottolineare che questi effetti di luce artificiale si incontrano piuttosto nel Parmigianino, e in particolare nella sua Circoncisione di Gesù del Detroit Institute of Arts, più che in opere tedesche (Tav. 45). Altri sono gli indizi di una conoscenza del Parmigianino: il recto di foglio che ha sul verso uno studio per l’inchiodamento (6652 F degli Uffizi) è un’elegante esercitazione di nudo in stile parmense, e anche gli studi per quest’affresco (447 F, pure degli Uffizi) rivelano un’andatura, una grazia, che ricordano il maestro emiliano. Poi esiste il Ritratto virile di una collezione fiorentina, ormai verso il 1534, del quale Roberto Longhi osservava: «Si tratta di far “parer vivo” un “uomo-liuto” e cioè un uomo anticipatamente immaginario, stremato com’è da tutte le implicazioni manieristiche dell’epoca. Su questa “performazione” intellettuale della figura è chiaro infatti che ha già agito l’“uomo anfora” del Parmigianino, il primo a in-

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TAV. 48 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Visitazione e dettaglio, 1528-1530 ca.,

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olio su tavola, 202 x 156 cm, Prespositura dei Santi Michele e Francesco, Carmignano.

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Alle pagine seguenti:

TAV. 50

TAV. 49 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Madonna col Bambino, sant'Anna e quattro santi e dettaglio, 1528-1529 ca., olio su tavola, 228 x 176 cm, Musée du Louvre, Parigi.

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Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di giovinetto, 1525-1526, olio su tavola, 85 x 61 cm, Palazzo Mansi, Lucca.

TAV. 51 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di Alessandro de' Medici, 1535, olio su tavola, 101,3 x 81,9 cm, Museum of Art, Philadelphia.

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nella tavola dei Diecimila martiri, oggi nella Galleria Palatina (vedi Tav. 37), e nella Madonna col Bambino e san Giovannino degli Uffizi (vedi Tav. 36), una tavola che conserva ancora la cornice di noce «tocca d’oro» con cui la citano gli antichi inventari, e la cui acerba femminilità è stata studiata dal Pontormo, come era d’uso, su modelli maschili (6649 F degli Uffizi). All’epoca dell’assedio risale un importante quadro perduto che Giovanni Battista Della Palla fa eseguire per Francesco i, di cui il Vasari dà una descrizione entusiastica, pur non avendolo visto – l’informazione questa volta doveva venire dal Bronzino –, una Resurrezione di Lazzaro: «... la figura di Lazzaro, il quale ritornando in vita ripigliava i spiriti nella carne morta, non poteva essere più maravigliosa, avendo anco il fradiciccio intorno agl’occhi, e le carni morte affatto nell’estremità de’ piedi e delle mani, là dove non era ancora lo spirito arrivato». Dello stesso periodo è il ritratto, ricordato dal Vasari, di Francesco Guardi armato, noto come l’Alabardiere (Tavv. 52 e 53), che si credeva fosse un anziano cittadino con un ruolo nel governo repubblicano. Le instancabili ricerche di prosopografia fiorentina di Alessandro Cecchi hanno invece dimostrato che esisteva un omonimo nato nel 1514; perciò il quadro sul quale hanno sognato tanti visitatori della Frick Collection – dove l’opera è stata esposta per tanti anni per poi arrivare al Getty Museum di Los Angeles – ritraeva davvero un giovane che si chiamava Francesco Guardi. Ne resta anche la mirabile «coperta» che il Vasari specifica dipinta dal Bronzino con Pigmalione e Galatea, oggi agli Uffizi (Tav. 54). La sua testimonianza è importante per la ricostruzione della pittura del Bronzino, del suo cromatismo più aspro di quello del Pontormo, con accostamenti di verde e di rosa, e di uno stilismo, se si può, ancor più accentuato che nel Pontormo. Certi particolari di stesura del quadro del Getty Museum, come la mano che impugna l’alabarda, di resa quasi post-caravagge-

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TAV. 52 Jacopo Carucci detto il Pontormo, disegno preparatorio per il ritratto di Francesco Guardi, Gallerie degli Uffizi, Firenze.

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TAV. 53 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto dell'alabardiere Francesco Guardi, 1529-1530, olio su tavola trasferito su tela, 92 x 72 cm, Getty Museum, Los Angeles.

Alle pagine seguenti:

TAV. 54 Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, Pigmalione e Galatea, 1529-1530, olio su tela, 81 x 63 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

TAV. 55 Jacopino del Conte, Madonna degli Innocenti, 1530-1539 ca., tempera su tela, 90 x 140 cm, Museo dello Spedale degli Innocenti, Firenze.

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sca, fanno però dubitare che il Bronzino, oltre a dipingere la coperta, abbia partecipato anche alla realizzazione del ritratto. I cambiamenti portati dall’assedio di Firenze non sembrano coinvolgere in maniera particolare il Pontormo, il quale procede da artista in un calmo lavoro, qualunque cosa accada allo Stato e ai grandi che gli sono legati. Con la scomparsa di Andrea del Sarto, nella pestilenza che seguì l’assedio, egli è il protagonista incontrastato della pittura fiorentina. E da Andrea deve avere «ereditato» per un certo periodo Jacopino del Conte in veste di aiutante; lo fa pensare lo stile di alcune opere di questo maestro come la Madonna con sant’Elisabetta, già Contini Bonacossi e ora a Washington, riconosciuta da Federico Zeri nel 1948, o la Madonna degli Innocenti dell’ospedale fiorentino (Tav. 55); ma è in un’opera ritenuta della bottega del Pontormo, in certe sue sfasature compositive, che credo si possa riconoscere la collaborazione di Jacopino: la Sacra Famiglia Kress di Washington. Probabilmente vi è presente anche il Bronzino che, nato nel 1503, era ormai un artista di una trentina d’anni, non più un giovane di bottega. Il Pontormo sembra ben inserito nel nuovo stato di cose che si stabilisce a Firenze col duca Alessandro, figlio naturale di Clemente vii e di una schiava di colore. Spesso è difficile, e lontano dai criteri che ci orientano oggi nella vita politica, capire gli allineamenti repubblicani o medicei, legati ora a Clemente vii e poi fedeli a Cosimo i. Nonostante le ipotesi che vogliono vedere nel Pontormo un simpatizzante repubblicano, le commissioni e le frequentazioni di questi anni sembrano suggerire il contrario. D’altronde, si ricordi che un artista era ancora associato, per i governanti, a una condizione di artigiano che lo escludeva dalle questioni politiche dei grandi. Nelle discussioni fra fuorusciti che avverranno a Roma alla morte del duca Alessandro è proprio un personaggio spavaldo come Benvenuto Cellini a osservare: «O isciocconi, io sono solo un povero orefice, il quale serve chi paga, e voi mi fate baie coma se io fossi un capo di

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Alle pagine successive: A fronte:

TAV. 58

TAV. 56

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di gentiluomo con libro e guanti, 1540-1541 ca., olio su tavola, 88,2 x 71,5 cm, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli, Torino.

Jacopo Carucci detto il Pontormo o Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (?), Noli me tangere, 1532 ca., olio su tavola, 172 x 134 cm, Casa Buonarroti, Firenze.

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TAV. 57 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Venere e Amore, 1533 ca., olio su tavola, 128 x 194 cm, Galleria dell'Accademia, Firenze.

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A fronte: Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di gentiluomo con libro e guanti, particolare.

Alle pagine successive:

TAV. 59 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di dama in rosso, 1530-1540, olio su tavola, Städel Museum, Francoforte.

TAV. 60 Giorgio Vasari, Ritratto del duca Alessandro de' Medici, 1534, olio su tavola, 157 x 114 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

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morte del padre, Clemente vii, è in atto di disegnare una figura di donna, allusione garbatissima alle sue inclinazioni di sfrenato libertino; una composizione a cui la porta aperta nel fondo dà un carattere di sapore quattrocentesco, botticelliano. In questi anni si colloca un episodio illuminante, ricordato dal Vasari, per la vita degli artisti e per il modo di considerare come fatto contestuale la pittura. Il Pontormo, al di fuori della sua stessa Vita, vi appare gentile e un po’ paterno verso Giorgino d’Arezzo, come veniva chiamato il giovane Vasari, alle prese con i riflessi dell’armatura nel Ritratto del duca Alessandro de’ Medici del 1534 (Tav. 60): «... disperato di potere in questa cosa accostarmi al vero, menai Jacopo da Puntormo, il quale io per la sua molta virtù osservava, a vedere l’opera e consigliarmi; il quale, veduto il quadro e conosciuta la mia passione, mi disse amorevolmente: “Figliuol mio, insino a che queste armi vere e lustranti stanno a canto a questo quadro, le tue ti parranno sempre dipinte, perciò che se bene la biacca è il più fiero colore che adoperi l’arte, è nondimeno più fiero e lustrante è il ferro. Togli via le vere, e vedrai poi che non sono le tue finte armi così cattiva cosa come le tieni”». Per Alessandro de’ Medici il Pontormo aveva poi intrapreso la decorazione di una loggia nella villa di Careggi, per la quale sollecita al duca stesso dei collaboratori che permettano di finirla più velocemente; il Bronzino, in cinque peducci della volta, dipinse la Fortuna, la Giustizia, la Vittoria, la Face e la Fama e in un ultimo peduccio il Pontormo stesso dipinse una figura di Amore. Soggetti che suggeriscono un programma ispirato alle vicende e al carattere del duca Alessandro: fece dipingere al Bronzino, nell’ovato al centro della volta, putti «con diversi animali», salvo uno che dipinse lui stesso. Per le parti decorative si avvalse di Pier Francesco di Jacopo Foschi – di lì a poco autore delle tre pale in Santo Spirito alle quali è dovuta la sua fama – e dello Jacone, il pittore dai comportamenti bassamente saturnini che figura come esempio negativo nel Vasari. Forse lui, a darci un’idea dei dipinti perduti di Careggi e di Castello,

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che il Gamba pubblicava in un esemplare allora a Indianapolis, passato nel 1984 sul mercato antiquario di New York, che, nella sua semplificazione, facilita il riconoscimento di un esemplare pontormesco anche nella tavola di Firenze. Pure il Ritratto di fanciullo già nella collezione Contini Bonacossi, esposto nella mostra del 1956, è un’opera tarda del Pontormo (Tav. 64), e anzi quel volto un po’ stralunato, quello sguardo, è proprio ciò che ci possiamo aspettare dall’età e dal genere del ritratto, in parallelo agli «uomini palla» di San Lorenzo, come li chiama Roberto Longhi. Nella corte di Cosimo i il Pontormo è ben inserito anche grazie all’amicizia col Bronzino, il vecchio allievo che adesso riceve giusti riconoscimenti per i suoi ritratti, per i suoi quadri e per gli affreschi bellissimi della cappella di Eleonora di Toledo a Palazzo Vecchio. E al Bronzino viene affidata una commissione molto impegnativa e altamente suntuaria: la realizzazione dei cartoni per gli arazzi con Storie di Giuseppe per il Salone dei Duecento, che dovevano tessere i maestri di Bruxelles Giovanni Rost e Niccolò Karcher, la prima serie che sarà realizzata dall’arazzeria medicea. L’inserimento del Pontormo in questo lavoro – oltre al Bronzino e Raffaellino del Colle, che partecipa al lavoro come semplice aiuto, la serie vede uno dei cartoni eseguito da Francesco Salviati – non fu molto felice, e molti dei critici pontormeschi più autorevoli, come Roberto Longhi o Anna Forlani Tempesti, pensarono che i suoi cartoni non venissero messi in opera dato che «non piacquero né al Duca né a que’ maestri che gl’avevano a mettere in opera». Janet Cox-Rearick pensa che un cartone del Pontormo sia stato seguito solamente per il Giuseppe che trattiene in Egitto Beniamino, per il quale esistono alcuni studi (6593 F) agli Uffizi. Il rapporto con la corte inserisce il Pontormo in quell’ambiente di simpatie per l’evangelismo riformato che, in quel momento, non era scoraggiato dal duca, nemico di Paolo iii Farnese e pronto a dare spazio a tutto ciò che fosse antipapale. In questo clima si inserisce la commissione degli affreschi Storie

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TAV. 64 Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di fanciullo, secondo quarto del dopo xvi secolo, olio su tavola, 66 x 51 cm, collezione Contini Bonacossi, Firenze.

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CRONOLOGIA 1494

Jacopo Carucci nacque a Pontorme, nei pressi di Empoli, in data 24 maggio. Il padre, Bartolomeo, svolge il mestiere di pittore e la madre si chiama Alessandra di Pasquale.

1503

Il pittore risulta a Firenze. Orfano di padre nel 1499, perderà anche la madre nel 1504. Forse inizia il suo apprendistato nella bottega di Leonardo da Vinci. Entra quindi in quella di Piero di Cosimo e successivamente in quella di Mariotto Albertinelli.

1512

Passa alla bottega di Andrea del Sarto. Parallelamente esegue quella che forse è la sua prima opera, una Annunciazione andata perduta.

1515

Esegue alcuni lavori in Santa Maria Novella tra cui un affresco che rappresenta Veronica col sudario di Cristo: si tratta dei suoi primi lavori importanti.

1518

Dipinge la Pala Pucci.

1523

Inizia a lavorare nella Certosa del Galluzzo a un ciclo di affreschi sul tema della Passione di Cristo. L'opera sarà terminata due anni più tardi.

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1525

Dipinge la Cena in Emmaus conservata agli Uffizi. Nello stesso anno la famiglia Capponi lo incarica di eseguire alcune opere per la propria cappella nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, tra le quali la Deposizione, il capolavoro più famoso dell'artista. L'artista lavorerà nella cappella insieme al suo migliore allievo, il Bronzino, che compie qui il suo esordio.

1526

Esegue la Nascita di Giovanni Battista, singolare desco da parto conservato agli Uffizi.

1528

Jacopo consegna il Trasporto di Cristo (Deposizione) per la chiesa di Santa Felicita. Nello stesso anno inizia a dipingere la famosa Visitazione conservata nella chiesa di San Michele a Carmignano.

1530 ca.

Intorno a quest'anno viene dipinta la famosa Dama col cagnolino conservata a Francoforte ma la critica è ancora discorde sul ritenerla opera di Jacopo oppure del Bronzino.

1535

A partire da quest'anno inizia a lavorare nella villa medicea di Careggi, ma le decorazioni del pittore sono andate perdute.

1538

Viene incaricato di eseguire affreschi nella villa medicea di Castello. L'artista finirà di lavorare qui nel 1543 ma i suoi dipinti non si sono conservati.

1546

Ultima grande impresa del pittore: il duca Cosimo i gli affida la realizzazione degli

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affreschi della basilica di San Lorenzo che lo terranno impegnato fino alla data della sua scomparsa. Purtroppo l'opera non avrebbe incontrato il favore né dei contemporanei né delle generazioni successive, pertanto gli affreschi verranno distrutti nel 1738. Rimangono comunque i disegni preparatori a testimonianza del ciclo. 1555

Inizia a scrivere il suo Diario, resoconto delle sue attività quotidiane che testimonia tutte le bizzarrie della sua personalità alienata e stravagante.

1557

Scompare a Firenze il 1° gennaio.

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INDICE DELLE TAVOLE

Tav. 1

Tav. 2

Jacopo Carucci detto il Pontormo, disegno preparatorio per il presunto autoritratto della Deposizione, 1526-1528 ca., cappella Capponi in Santa Felicita, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di Monsignor della Casa, 1541-1544, olio su tavola, 102 x 78,9 cm, The National Gallery of Art, Washington.

Tav. 3

Tav. 4

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Pala Pucci, olio su tavola, 1518, 214 x 195 cm, chiesa di San Michele Visdomini, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Fede e Carità, 1513 ca., affresco, 430 x 500 cm, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze.

Tav. 5

Tav. 6

Agnolo di Cosimo Tori, detto il Bronzino, Discesa di Cristo al Limbo, 1552, olio su tavola, 443 x 291 cm, Noviziato, Cappella Medici, in deposito alle Gallerie Fiorentine, inv. 1890, n° 1580.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Studio per autoritratto, 1522-1525, sanguigna su carta, 28 x 19,5 cm, The British Museum, Londra.

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Tav. 7

Tav. 8

Tav. 9

Tav. 10

Agnolo di Cosimo Tori, detto il Bronzino, Autoritratto, senza data, gesso nero su carta, Gabinetto Disegni e Stampe, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Piero di Cosimo, Perseo che libera Andromeda, 1510-1515, tempera grassa su tavola, 70 x 120 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Andrea del Sarto, Morte di san Filippo Benizi e Resurrezione del fanciullo, 1510, affresco, 362 x 306 cm, chiostro dei Voti, basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Tav. 11

Tav. 12

Aristotile Da Sangallo, copia del cartone preparatorio di Michelangelo Buonarroti della Battaglia di Cascina, 1505-1506, 76,4 x 130 cm, già a Palazzo Vecchio a Firenze, andato perduto.

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Andrea del Sarto, Ritratto di Becuccio Bicchieraio, 1522-1523 ca., olio su tavola, 86 x 67 cm, National Gallery of Scotland, Edimburgo.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Episodio di vita ospedaliera, 1514 ca., affresco staccato, 91 x 150 cm, Galleria dell'Accademia, Firenze.

Tav. 13

Tav. 14

Pietro Perugino e Filippino Lippi, Polittico dell'Annunziata (Deposizione), 1504-1507, olio su tavola, 334 x 225 cm, Galleria dell'Accademia e basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, (attr.) San Sebastiano, 1515 ca., olio su tavola, 65 x 48 cm, Musée des Beaux Arts, Digione.

Tav. 15

Tav. 16

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di donna, 1513-1514 ca., olio su tavola, 42 x 35,5 cm, Palazzo Pitti, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Studio, senza data, disegno, 48 x 50 cm, The British Museum, Londra.

Tav. 17

Tav. 18

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Visitazione, 1514-1516, affresco, 392 x 337 cm, chiostro dei Voti, basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

Giovan Battista di Jacopo o Rosso Fiorentino, Assunzione di Maria, 1513-1514 ca., affresco, 385 x 337 cm, basilica della Santissima Annunziata, Firenze.

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Tav. 25

Tav. 19

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Giuseppe in Egitto, 1518 ca., olio su tavola, 96,5 x 109, 5 cm, The National Gallery, Londra.

Tav. 20

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Giuseppe riceve richieste d’aiuto dai

Tav. 21

Tav. 22

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Sant'Antonio Abate, 1519 ca., olio su tela, 79 x 66 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Tav. 27

Tav. 28

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Giuseppe venduto a Putifarre, 1515 ca., olio su tavola, 61 x 51,6 cm, The National Gallery, Londra.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Studio per la Pala Pucci, 1518 ca., disegno su carta, Gabinetto Nazionale delle Stampe, F.C. 124229.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, San Paolo, senza data ca., olio su tavola, 69,2 x 50 cm, Christie's Images, Londra/Scala, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Madonna col Bambino, 1520, olio su tavola, Museo Nacional de San Carlos, Città del Messico.

Tav. 23

Tav. 24

Tav. 29

Tav. 30

Jacopo Carucci detto il Pontormo, San Giuseppe Evangelista e san Michele Arcangelo, 1519 ca., olio su tavola, 173 x 59 cm, chiesa di San Michele Arcangelo, Pontorme.

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fratelli, 1515 ca., olio su tavola, 36,3 x 142, 5 cm, The National Gallery, Londra/Scala, Firenze.

Tav. 26

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Cosimo il Vecchio de' Medici, 1519-1520 ca., olio su tavola, 86 x 65 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di un musicista, 1518-1519 ca., olio su tavola, 86 x 67 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo o Andrea del Sarto (?), Donna con cestello di fusi, 1514-1515, olio su tavola, 76 x 54 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di due amici, 1522 ca., olio su tavola, 88 x 68 cm, Collezione Vittorio Cini, Venezia.

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Tav. 31

Tavv. 32 A e B

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Vertumno e Pomona, 1519-1521 ca., affresco, 460 x 990 cm, villa medicea, Poggio a Caiano. Particolari alle pagine seguenti.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, studi preparatori per gli affreschi della lunetta di Poggio a Caiano, Gabinetto Disegni e Stampe, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Tav. 33

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Cristo davanti a Pilato, 1522-1523, disegno, 27 x 28 cm, Art Institute, Chicago.

Tav. 34

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Adorazione

Tav. 35

Francesco di Cristofano, detto il Franciabigio, Betsabea al bagno,1523, olio su tavola, 86 x 172 cm, Gemäldegalerie, Dresda.

166 | PONTORMO

dei Magi, 1522-1523 ca., olio su tavola, 85 x 190 cm, Galleria Palatina, Firenze.

Tav. 36

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Madonna col Bambino e san Giovannino, 1522-1523 ca., olio su tavola, 115,5 x 85,5 cm, collezione privata, Francia.

Tav. 37

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Diecimila martiri,1529-1530 ca., olio su tavola, 65 x 73 cm, Galleria Palatina, Firenze.

Tav. 38 A

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Deposizione di Cristo, 1523-1525 ca., affresco staccato, 300 x 250 cm, Certosa del Galluzzo, Firenze.

Tav. 38 B

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Orazione nell'orto, 1523-1525 ca., affresco staccato, 300 x 290 cm, Certosa del Galluzzo, Firenze.

Tav. 39

Tav. 40

Tav. 41

Tav. 42

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Trasporto di Cristo e particolari, 1526-1528 ca., tempera a uovo su tavola, 313 x 192 cm, cappella Capponi, chiesa di Santa Felicita, Firenze.

Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino, Sposalizio della Vergine, 1523, olio su tavola, 325 x 250 cm, Pinacoteca e Museo Civico,Volterra.

Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino, Deposizione dalla croce, 1521, olio su tavola, 375 x 196 cm, Pinaocteca e Museo Civico,Volterra.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Sacra famiglia con san Giovannino, 1522-1524 ca., olio su tavola, 120 x 99 cm, Ermitage, San Pietroburgo.

PONTORMO | 167


Tav. 43

Tav. 49

Tav. 50

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Due giovinetti seduti, 1520 ca., sanguigna su carta, 98 x 82,5 cm, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Madonna col Bambino, sant'Anna e quattro santi e dettaglio, 1528-1529 ca., olio su tavola, 228 x 176 cm, Musée du Louvre, Parigi.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di giovinetto, 1525-1526, olio su tavola, 85 x 61 cm, Palazzo Mansi, Lucca.

Tav. 45

Tav. 46 A e B

Tav. 51

Tav. 52

Girolamo Francesco Maria Mazzola detto Parmigianino, Circoncisione di Gesù, 1523 ca., olio su tavola, 42 x 32 cm, Institute of Arts, Detroit.

Tav. 47

Jacopo Carucci detto il Pontormo, San Girolamo penitente, 1525-1528 ca., olio su tavola, 105 x 80 cm, Landesmuseum, Hannover.

168 | PONTORMO

Tav. 44

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di giovane con liuto, 1532-1540, olio su tavola, 98 x 82,5 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo e Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, Evangelisti della cappella Capponi, San Luca, (46 A) San Matteo, (46 B) 1525-1526 ca., olio su tavola, 70 x 70 cm, chiesa di Santa Felicita, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di Alessandro de' Medici, 1535, olio su tavola, 101,3 x 81,9 cm, Museum of Art, Philadelphia.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, disegno preparatorio per il ritratto di Francesco Guardi, Gallerie degli Uffizi, Firenze.

Tav. 48

Tav. 53

Tav. 54

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Visitazione e dettaglio, 1528-1530 ca., olio su tavola, 202 x 156 cm, Prespositura dei Santi Michele e Francesco, Carmignano.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto dell'alabardiere Francesco Guardi, 1529-1530, olio su tavola trasferito su tela, 92 x 72 cm, Getty Museum, Los Angeles.

Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, Pigmalione e Galatea, 1529-1530, olio su tela, 81 x 63 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

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Tav. 55

Tav. 61

Tav. 62

Jacopo Carucci detto il Pontormo o Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (?), Noli me tangere, 1532 ca., olio su tavola, 172 x 134 cm, Casa Buonarroti, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Madonna con Bambino e il Battista infante, 1538-1540 ca., olio su tavola, The National Gallery, Londra.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di Maria Salviati, 1543-1545 ca., olio su tavola, 87 x 71 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Tav. 57

Tav. 58

Tav. 63

Tav. 64

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Venere e Amore, 1533 ca., olio su tavola, 128 x 194 cm, Galleria dell'Accademia, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di gentiluomo con libro e guanti, 1540-1541 ca., olio su tavola, 88,2 x 71,5 cm, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivol, Torino.

Tav. 59

Tav. 60

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di dama in rosso, 1530-1540, olio su tavola, Städel Museum, Francoforte.

170 | PONTORMO

Tav. 56

Jacopino del Conte, Madonna degli Innocenti, 1530-1539 ca., tempera su tela, 90 x 140 cm, Museo dello Spedale degli Innocenti, Firenze.

Giorgio Vasari, Ritratto del duca Alessandro de' Medici, 1534, olio su tavola, 157 x 114 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di Maria Maria Salviati con Giulia de' Medici, 1539 ca., olio su tavola, 88 x 71,3 cm, Walters Arts Museum, Baltimora.

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Ritratto di fanciullo, secondo quarto del xvi, olio su tavola, 66 x 51 cm, collezione Contini Bonacossi, Firenze.

Tav. 65

Tav. 66

Jacopo Carucci detto il Pontormo, Cristo giudice e la creazione di Eva, 1550 ca., gesso nero su carta, 32 x 18 cm, Gabinetto Disegni e Stampe, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Jean-Auguste-Dominque Ingres, Il bagno turco, 1862, olio su tavola, 108 x 108 cm, Musée du Louvre, Parigi.

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BIBLIOGRAFIA

Tav. 67

Tav. 68

Tav. 69

Tav. 70

Jacopo Carucci detto il Pontormo o Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (?), soggetto non identificato, disegno su carta, The National Gallery, Londra.

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INDICE DEI NOMI E DEI LUOGHI Albertinelli M. 24, 149, 159, 173 Allori A. 68, 174 Altoviti B. 125 Andrea del Sarto (A. d’Agnolo detto) 17, 19, 23, 24, 26, 32, 33, 38, 50, 65, 68, 80, 121, 148, 159 Andrea di Cosimo Feltrini 32, 35 Arcangeli F. 149, 173 Arezzo 131 Arno 134, Aspertini A. 149, Baccio d’Agnolo 50 Baccio da Montelupo 38 Bachiacca (Francesco d’Ubertino detto) 50, 176 Bandinelli B. (Baccio Brandini detto) 35 Barbadori famiglia 105 Bartolomeo Fra’ (Bartolomeo della Porta detto) 38, 105 Beccafumi D. (Domenico di Giacomo di Pace detto) 40, 136, 148, 149, 150

Becuccio “bicchieraio” 19, 23, 164 Bellosi L. 99, 147, 173 Berenson B. 65, 76, 77 Berruguete A. 24 Bettini B. 125 Bibbiena 33 Bologna 18, 149, 174, 177 Borgherini P. 50, 55, 60, 87, 145 Borghini V. 18 Bosco ai Frati 135 Boullée E.L. 60 Briganti G. 148, 173 Brigida 11, 19 Bronzino A. (Agnolo di Cosimo detto) 14, 19, 64, 84, 99, 103, 105, 106, 107, 110, 118, 121, 124, 125, 127, 131, 134, 136, 140, 142, 145, 146, 148, 158 Brunelleschi F. 12 Buonarroti M.: vedi Michelangelo Canossa famiglia 124 Capponi L. di Ludovico 11, 105, 124 Careggi 131, 134, 135,

145, 147, 158 Carmignano, villa Pinadori 110, 113, 149, Carrucci B., 11 Casa G. della 12, 135 Castello 14, 18, 65, 131, 134, 135, 145, 147, 158 Cavalori M. 99, 147, Cecchi A. 118 Cellini B. 108, 121, 134 Cicerone M.T. 65, 68, 80 Cinelli G. 110 Clapp F.M. 87, 96, 147, Clemente vii 121, 131 Cleopatra 35 Colle R. del: vedi Raffaellino del C. Colonna V. 124 Correggio (Antonio Allegri detto) 149 Cortona 33 Cosimo i: vedi Medici C. i de’ Costa L. 149 Cox-Rearick J. 96, 99, 140, 142, d’Avalos A. 124 Desiderio da Settignano 12

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Dosso D. 149 Duca d’Atene (Gualtieri di Brienne) 111 Dürer A. 12, 60, 96, 136,

80, 105 Frick Collection, New York 118 Friuli 76

Empoli 11, 148

Gamba C. 33, 65, 110, 140, Gambassi 33 Garofalo (Benvenuto Tisi detto) 149 Gelli G. B. 18 Gerini collezione 80 Ghirlandaio D. 11, 24, 35 Giles L.M. 77 Giovio P. 65, 124 Granacci F. 50 Guardi F. 118, 145, Guerrini R. 80

Feltrini, A. di Cosimo: vedi Andrea di Cosimo F. Ferrara 149 Firenze 8, 11, 12, 14, 16, 23, 24, 33, 38, 40, 65, 68, 77, 87, 105, 108, 111, 121, 124, 125, 135, 136, 140, 142; archivio dei Pupilli 24; Biblioteca Nazionale 16; Carmine 80; Duomo 135; Galleria Palatina 33, 80; ospedale di S. Matteo 19; palazzo Borgherini di Borgo SS. Apostoli 50; palazzo Capponi di via de’ Bardi 107; palazzo del Bargello 38; Palazzo Vecchio 35, 80, 134, 140, Forlani Tempesti A. 84, 140, 147 Foschi P. di Jacopo: vedi Pierfrancesco di J. Foschi Francesco i 131, 147 Francia 38, 68 Francia F. (Francesco Raibolini detto) 149 Franciabigio (Francesco di Cristoforo detto) 38, 68,

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Henfield 50 Indianapolis 140 Ingres J.-A.-D. 142 Jacone (Jacopo di Giovanni detto) 65, 105, 131, 147 Jacopino del Conte 121, 147 Jacopo da Empoli 148 Karcher N. 140 Kliemann J. 68 Leida, Luca di: vedi Luca di Leida

Leonardo da Vinci 24 Leonbruno 149 Leone x 32, 33, 35, 38, 65, 68, 105 Lippi Filippino 24 Longhi R. 38, 65, 103, 108, 110, 140, 142, 149 Luca di Leida 12, 60 Ludolfo di Sassonia 77

125, 127, 145, 150, 152 Mieli P. 148 Montici 105 Montughi 105 Morandi G. 18

Maineri G.F. 149 Mantova 149 Marcillat G. 107 Martini L. 18 Masaccio (Tommaso di ser Giovanni detto) 80 Maso da San Friano (Tommaso Manzuoli detto) 148 Masolino (Tommaso di Cristoforo Fini detto) 80 Mazzolino L. 149 Medici A. de’ 46, 111, 125, 131 Medici Cosimo i de’ 12, 14, 55, 134 Medici de’ famiglia 47 Medici F. I. de’ 62 Medici G. de’ 35, 68 Medici I. de’ 111, 150 Medici Lorenzino de’ 134 Medici L. de’ 21 Medici M. de’ 136 Medici O. de’ 125, 147 Michelangelo 28, 40, 124,

Palla G. della 118 Paolo iii 140 Paolo Uccello (P. di Dono detto) 32 Parmigianino (Francesco Mazzola detto) 103, 125 Pasquale di Zanobi 11 Penni G. 105 Perìn del Vaga (Pietro Bonaccorsi detto) 80 Perugino (Pietro Vannucci detto) 32, 33, 149 Pescara marchesa di: vedi Colonna V. Petraia, villa della 111 Pichi G. 64, 65, 145 Pierfrancesco di Jacopo

Naldini B. 147 Napoli 135, 140, 142 Natali A. 65, 99, 147

Foschi 50 Piero di Cosimo (P. di Lorenzo detto) 18 Pinadori famiglia 110 Pio v 14 Pontorme, 55, 60

Tasso B. del 12 Tiziano 11 Toscana 33 Trento D. 14 Tribolo (Niccolò Pericoli detto) 12, 134

Raffaellino del Colle 140 Raffaello 12, 32, 105, 108, 149, 150 Rodon 111 Roma 12, 40, 55, 80, 84, 87, 105, 121 Rossino 147 Rosso Fiorentino (Giambattista di Jacopo detto) 24, 40, 150 Rost G. 140

Vaga Perino del: vedi Perino Vallombrosa 33, Varchi B. 11, 16, 108, 125, 150 Vasari G. 18, 24, 32, 38, 40, 55, 60, 64, 68, 76, 87, 96, 103, 105, 107, 108, 110, 118, 124, 125, 131, 136, 142, 145, 147, 158 Vasto marchese del: vedi d’Avalos A. Vecellio T.: vedi Tiziano Veronese (Paolo Calliari detto) 96 Vespucci N. 107 Virgilio 27, 32 Vitelli A. 124

Salviati F. 12, 14, 140 Salviati M. 134, 136 Salviati P. 125 San Sepolcro 64, 145 Sanzio R.: vedi Raffaello Sarzana 33 Shearman J. 64 Steinberg L. 107

Zeri F. 121

PONTORMO | 183


© 2021 Editoriale Jaca Book Srl, Milano Tutti i diritti riservati Nuova edizione dicembre 2021 Prima edizione italiana maggio 1995

Grafica e copertina Jaca Book / Paola Forini

Stampa e confezione Dedalo Litostampa Srl Bari (BA) novembre 2021

ISBN 978-88-16-60667-8 Editoriale Jaca Book via Giuseppe Frua 11, 20146 Milano; tel. 02 48561520 – 342 5084046 libreria@jacabook.it; ebook: www.jacabook.org Seguici su


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