MA COSA SUCCEDE IN CITTÀ?
NELLA NOSTRA CITTÀ COSÌ GRANDE, COSÌ VECCHIA, COSÌ GRIGIA…
DA UN PO’ DI TEMPO SI VEDONO DELLE COSE BEN STRANE.
LA VECCHIA FABBRICA DA CUI VENGONO I MOBILI DI NONNA SEMBRA UNA STRANA SCACCHIERA ZEBRATA.
PIÙ LONTANO, LA GRANDE CIMINIERA SI È MESSA
A BRILLARE…
CHI SI DIVERTE A BUTTARE TUTTO ALL’ARIA?
- IL FANTASMA DEI TETTI! SUSSURRA LEA.
- LA STREGA DEL BOSCO… MORMORA LEO.
TOKYO È SENZA PAROLE.
LUI CHE È UN CHIACCHIERONE, IL MIO BEL PAPPAGALLINO.
NELLA NOTTE, QUALCUNO DOVEVA ESSERE PASSATO DI LÌ
PERCHÉ, IL GIORNO DOPO, UNO STRANO
MANTELLO CIRCONDAVA IL VECCHIO TRONCO.
- UN MANTELLO DA ORCO… HA BALBETTATO LEO.
- UN MANTELLO DA DIAVOLO! HA FARFUGLIATO LEA.
ERA QUESTO FORSE UN SEGNO CHE INDICAVA DI ABBATTERLO? TUTTI I GIORNI LO OSSERVAVAMO, QUESTO POVERO RE CADUTO IN DISGRAZIA.
MA TRA LUI E NOI, I MURI DI MATTONI CRESCEVANO, CRESCEVANO E…
... ALL’IMPROVVISO, LE FOGLIE SONO SCOMPARSE PER SEMPRE DALLA NOSTRA VISTA.
MENTRE NEL CANTIERE, LE MACCHIE DI COLORE
SPEZZAVANO I MURI E, TUTT’INTORNO, LE LINEE FILAVANO
COME ONDE SERPEGGIANTI CHE SI RINCORRONO.
QUA E LÀ, MOSAICI A FORMA DI SPIRALE SI ARROTOLAVANO
E SI SROTOLAVANO COME LUMACHE NEL LORO GUSCIO.
IL GIORNO DOPO, DING-DONG!
IL CAMPANELLO DELLA BOTTEGA HA SUONATO. ERA
UN GIARDINIERE VENUTO A COMPRARE TUTTE LE PIANTE DEL NEGOZIO DI MAMMA.
E I FIORI! E I CESPUGLI!
E NE VOLEVA DI PIÙ, MOLTI DI PIÙ… UN INTERO BOSCO!
MA DOVE ANDAVA A METTERE TUTTA QUELLA ROBA???
QUALCHE MINUTO DOPO, ERAVAMO TUTTI RIUNITI
ATTORNO AL GROSSO TRONCO CHE TRONEGGIAVA NEL CORTILE CENTRALE.
SOTTO I RIFLESSI DEL BULBO DORATO, SEMBRAVA IL RE
DI UN NUOVO PICCOLO BOSCO.
- LO ABBIAMO BEN PROTETTO, IL TUO ALBERO, HA RACCONTATO L’UOMO.
POTRAI OCCUPARTI DI LUI E DEI MIEI CARI INQUILINI, INSIEME AI TUOI AMICI?
- VUOL DIRE... DI CHI ABITA QUI?
- NO, DEGLI ALBERI! ANCHE LORO VIVONO NELLA MIA CASA E DEVONO SENTIRSI
A PROPRIO AGIO. NON SIAMO TUTTI INQUILINI DELLA TERRA?
- TEERRRA! TEERRRA! HA CONFERMATO TOKYO SCAPPANDO A NASCONDERSI TRA I RAMI.
- E ORA, BAMBINI, VI FARÒ VISITARE QUESTA CASA FANTASTICA.
LA STORIA FATATA È APPENA INIZIATA…
e
Coautore
Architetto
NOME : Friedensreich
COGNOME : Hundertwasser
1928 - 2000
Pittore, architetto, ecologista, filosofo austriaco
Corrente: Arte moderna
È stato uno dei pionieri dell’architettura ecologica, uno dei primi a diagnosticare la frattura tra l’uomo e la natura all’interno della città. Fervente difensore dell’ambiente, Hundertwasser ha creato edifici e case in città o in campagna con alberi sui tetti («l’albero inquilino») con l’idea di dare al bosco uno spazio nelle sue costruzioni. Peraltro, i pavimenti non sono livellati e questo incoraggia chi ci abita e chi costruisce a mostrare la proprio creatività apportando un tocco personale.
I SUOI PRINCIPI PER UN’ARCHITETTURA ECOLOGICA
Per Hundertwasser la finestra è un ponte tra l’interno e l’esterno, ogni inquilino deve decorarla e personalizzarla come preferisce con mosaici, vetrate, vegetazione… La finestra rappresenta inoltre nostri occhi sul mondo esterno. È il «diritto della finestra». Rifiuta la linea dritta perché non esiste in natura.
L’utilizzo della riga e della squadra in architettura rappresenta per lui una forma di declino. Hundertwasser pensa che l’uomo viva in una prigione di linee dritte contro cui nessuno si oppone.
I suoi edifici sono tutti a curve come in natura.
Hundertwasser è favorevole al riciclo, in una società che sia in armonia con la natura, senza inquinarla.
Oltre a piantare gli alberi sui tetti, propone di mettere degli alberi anche negli appartamenti, davanti alle finestre. All’albero deve essere riservato un metro quadrato, in modo che possa crescere e svilupparsi verso l’esterno creando delle irregolarità sulla facciata. L’albero è un inquilino a pieno titolo, come l’uomo.
LA HUNDERTWASSERHAUS A VIENNA
Costruita dal 1983 al 1985, la Hundertwasserhaus (Casa Hundertwasser) viene inaugurata il 1° marzo 1986. L’edificio sintetizza tutti i principi architettonici elaborati da Hundertwasser a partire dagli anni Cinquanta. L’architetto Joseph Krawina ha collaborato con lui disegnando i progetti di questo complesso di case popolari fuori dal comune.
La casa è prima di tutto uno spazio conviviale al servizio dei suoi abitanti e della causa ambientale.
Per saperne di più sulla Hundertwasserhaus di Vienna http://www.hundertwasserfoundation.org/en/
Gli spazi comuni, troppo spesso trascurati nell’edilizia popolare tradizionale, qui sono invece particolarmente
curati e belli da vedere: corridoi decorati con mosaici a tema vegetale o animale, accogliente giardino d’inverno, «sala avventura» con suolo bombato e sala giochi per bambini. I leoni scolpiti e i pilastri a forma di birilli bombati multicolori ci ricordano che l’edificio si trova all’incrocio tra Löwenstrasse (via dei Leoni) e Kegelgasse (vicolo dei Birilli).
Cinquanta appartamenti, con numerose terrazze comuni o private, quattro negozi e uno studio medico formano la Casa Hundertwasser. Con una superficie che va dai 30 ai 150 metri quadrati, gli alloggi sono stati concepiti (persino bagni sono decorati con mosaici) per essere belli e funzionali. La parte del Kegelgasse dove sorge il complesso è solo pedonale, con uno spiazzo a pavé in parte piantumato, e delle onde di terreno che ricordano i suoli naturali. Una fontana con tre vasche in ceramica è installata davanti all’ingresso dell’edificio. A pochi passi da lì si apre il «Villaggio», centro commerciale progettato sempre da Hundertwasser.
UN BOSCO IN CITTÀ
Di fronte alle case di Hundertwasser, sembra di sognare. Ma il sogno è invece realtà, fatto di mattoni e di cemento, una profusione di forme e di colori e, ovunque, alberi che crescono sui balconi e sui tetti. Dal cielo, gli uccelli non immaginerebbero mai che in questa piccola foresta si nascondano delle case (o un centro termale o un impianto di depurazione…)!
Un’architettura di questo tipo riconcilia l’essere umano e la natura, rispettando entrambi. Gioia di vivere e personalizzazione dei luoghi per l’uno, terreno fertile per l’altra. Una vera spirale di vita ritrovata – motivo così caro anche al pittore Friedensreich Hundertwasser – il cui nome si può tradurre «il regno della pace e delle cento acque». G. E.
L’« ALBERO INQUILINO »
Ogni metro quadrato che viene sottratto alla natura per costruire le nostre case, deve esserle restituito negli edifici. Gli inquilini possono occupare lo spazio verticale. Alla natura, invece, sono destinate le superfici orizzontali, che la neve ricopre in inverno. Affinché la natura riacquistasse tutti questi diritti, 900 tonnellate di terra sono state riversate sui tetti e sui balconi della casa di Vienna! Noi non siamo altro che inquilini della Terra, dice Hundertwasser, e gli alberi devono essere inquilini delle nostre case. Un principio che mostra pienamente il suo significato di fronte alla deforestazione del nostro pianeta. Altri architetti operano oggi con questo spirito, come Stefano Boeri che fa crescere dei «boschi verticali», dalla Cina all’Italia. Sono pensate come «case per alberi che ospitano anche umani e volatili». G. E.
NELL’ATELIER DELLE AUTRICI
Hundertwasser? Un artista fondamentale, un vero maestro per me. Fin dai tempi dei miei studi d’arte plastica, il suo universo fantastico, colorato, audace mi ha ispirato, nutrito. Conoscevo meglio i suoi dipinti che i suoi lavori come architetto. Ho scoperto il suo pensiero e le sue teorie facendo ricerche per questo libro: il diritto alla bellezza per tutti, il desiderio di riportare la natura dentro alla città e di vivere in armonia con lei, il bulbo dorato che fa di tutti noi dei re e delle regine… Ho meditato profondamente su tutto questo.
Eppure, se in questo albo l’opera scelta era la Hundertwasserhaus, non potevo certo limitarmi a quella. Avrebbe significato tralasciare l’uomo, l’artista completo. Al contrario, ho cercato di moltiplicare i riferimenti anche alla sua opera pittorica.
Nelle mie illustrazioni, ho giocato con il mosaico, con gli scacchi e le griglie così cari a Hundertwasser, e ho cercato di riprenderli sui tetti, lungo i marciapiedi, nelle macchine della città. La linea che corre e che non deve mai essere dritta (Hundertwasser ha cercato di eliminarla in ogni modo) si trova dappertutto. I colori: la mia tavolozza era già molto vicina alla sua. Infine la spirale: simboleggia la finestra terrena, «l’occhio della casa» per Hundertwasser, il ponte tra il mondo esteriore e quello interiore. Qui, ha preso corpo nella casa immaginaria dei bambini. È presente dall’inizio alla fine e rappresenta il ponte tra il mondo immaginario dei bambini e quello dell’artista. Nell’ultima pagina, l’ho sostituita con un battello perché il legame tra i bambini e Hundertwasser è ormai assodato. L. V.