Alle famiglie di Jesi
Jesi Oggi
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anno XXVI n. 2 / Giugno 2019
Periodico del COMUNE DI JESI
PIAZZA PERGOLESI PRONTA A SETTEMBRE. POI TOCCA AL CORSO
Direttore responsabile: FRANCESCO CHERUBINI In redazione: Simone Brunori e Francesco Maria Tiberi Direzione e Redazione: piazza Indipendenza 1, Jesi (tel 0731 538365) jesioggi@comune.jesi.an.it Stampa: Rotopress International Srl Registrato al Tribunale di Ancona (n.27 del 14/12/93). Fondato nel 1972
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Ciclovia dell’Esino, finalmente si parte
IL COMUNE DI JESI TRA I PRIMI IN ITALIA PER EFFICIENZA
UN CENTRO AMBIENTE PIÙ ORDINATO E FUNZIONALE
Entro il mese di luglio la decisione del Consiglio comunale
L’Osservatorio sui conti pubblici premia la gestione dell’amministrazione © Ballarini
BIODIGESTORE: IL TEMPO DELLE SCELTE
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Clima, ambiente e responsabilità Emozionante vedere i nostri ragazzi in prima linea nella difesa dell’ambiente. Ne ho incontrati tanti ed in diverse occasioni, tutte con il medesimo comune denominatore: la richiesta ai governi di interventi concreti contro i cambiamenti climatici. Li ho sentiti protagonisti di un movimento globale ancorché viviamo in una realtà di provincia; e soprattutto li ho visti consapevoli che gli interventi per l’ambiente si cominciano a costruire in ambito locale. Un impeto giovanile incoraggiante per lo sforzo che ci siamo impegnati a portare avanti sottoscrivendo il Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia, un movimento su scala mondiale, che riunisce migliaia di governi locali i quali scelgono, su base volontaria, di adoperarsi per accelerare la decarbonizzazione dei loro territori, consentendo ai loro cittadini - e dunque ai nostri figli principalmente - di accedere ad una energia sicura, sostenibile e accessibile. Sono impegni concreti, seri e responsabili. Non si aderisce ad un simile Patto solo perché va di moda o fa chic. Se si firma, poi ci si comporta coerentemente. E si compiono scelte. Che possono anche non piacere. Perché tutti sono a parole a favore dell’ambiente e contro i cambiamenti climatici. Poi, però, quando tali scelte incidono inevitabilmente sui comportamenti da tenere ogni giorno, scatta l’obiezione. No, ma… Gli inglesi, con il loro pragmatismo anglosassone, l’hanno definita la “sindrome di Nimby”, acronimo che sta per “not in my back yard”, che tradotto significa “non nel mio cortile”. In sostanza: bene in generale le opere di interesse pubblico, ma non sotto casa mia. Accade periodicamente, a Jesi come altrove. Obiezioni che non si possono accogliere perché quello a cui dobbiamo tendere non è l’interesse ancorché
legittimo di un privato, ma il bene pubblico a cui improntare sempre l’azione di governo cittadino. Il bene pubblico a volte, o forse spesso, non collima con l’interesse privato. Ma non può essere oggetto né di trattativa né di merce di scambio: perché a valere è sempre l’interesse generale di una Comunità. Ed il bene pubblico, in fatto di ambiente, è il bene dei nostri ragazzi che reclamano da noi scelte coerenti e responsabili verso tutto ciò che riduce l’inquinamento, che abbatte l’emissione di anidride carbonica, che evita la combustione di sostanze fossili. Già scelte. Oggi Jesi è chiamata a compierne una importante in materia di rifiuti: scegliere un’economia circolare dove il rifiuto diventa risorsa per il territorio che lo produce. Una scelta forte, attraverso la realizzazione di un biodigestore che trasforma la componente organica in metano, una scelta di rottura rispetto ad una situazione attuale che vede i nostri rifiuti organici imballati su autoarticolati e portati a smaltire a 400 chilometri di distanza, con notevoli costi economici ed ambientali. Non siamo i soli a doverla compiere questa scelta: spetta, in virtù di una legge regionale, a tutta la provincia di Ancona. A differenza degli altri Comuni c’è però un aspetto tutt’altro che secondario: il territorio di Jesi, zona interporto, è stato considerato dai tecnici dell’organismo competente sui rifiuti in ambito provinciale (l’Assemblea Territoriale d’Ambito) il sito più idoneo ad ospitare l’impianto di raccolta e trattamento di questi rifiuti organici. Un impianto che viene descritto con le seguenti caratteristiche: chiuso e coperto, dunque senza l’emanazione di cattivi odori, che lavora in assenza di ossigeno e dove la decomposizione anaerobica dei rifiuti organici sviluppa biogas che va ad alimentare la
rete del metano. La parte residuale diventa invece concime naturale per i terreni. L’impianto è a servizio dei Comuni della provincia. I camion che trasportano i rifiuti organici utilizzeranno la superstrada per arrivare all’impianto. Il biodigestore garantirà, al Comune che lo ospita, importanti risorse ogni anno da destinare ad opere pubbliche. Sull’importanza e sulla volontà di realizzare il biodigestore già si sono pronunciati favorevolmente autorevoli rappresentanti dei partiti che si trovano a Jesi all’opposizione, come il Pd (tramite molti Sindaci della Vallesina, oltre al Presidente della Provincia) o come i 5 Stelle (il Sindaco di Fabriano aveva proposto di realizzarlo nel proprio territorio). Lo ritengo un elemento importante nel confronto che si dovrà aprire. Perché sulla scelta del biodigestore non si può giocare su due tavoli: quello dell’ambiente e quello dell’opportunismo politico. Sappiamo che sul piatto della bilancia vi sono diversi contrappesi: sta a noi esprimerci e decidere a quali vogliamo dare maggior rilevanza. E compiere la scelta più giusta che vale per gli anni a venire. Una scelta da assumere guardando negli occhi i nostri ragazzi: perché è a loro e al loro diritto di avere un futuro migliore che dobbiamo sempre pensare. Il sindaco Massimo Bacci www.facebook.com/massimobaccisindaco
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Il Comune di Jesi
tra i primi in Italia per efficienza È un risultato davvero prestigioso per la città quello reso noto dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani diretto dall’economista Carlo Cottarelli. Il Comune di Jesi risulta infatti tra i primi in Italia per efficienza sulla base di uno studio analitico che prende in considerazione da un lato la spesa dell’Amministrazione comunale e dall’altro i servizi offerti alla comunità. In particolare Jesi si colloca al 12° posto tra le 170 città sopra i 40 mila abitanti delle regioni a statuto ordinario, nettamente davanti a tutti gli altri Comuni delle Marche e prima del Centro Sud Italia. La metodologia utilizzata dall’Osservatorio per stilare la classifica si basa su un indicatore di efficienza derivante dal confronto tra un indicatore di spesa e un indicatore di offerta di specifici servizi: la viabilità ed il territorio, l’istruzione pubblica (inclusi gli asili nido), le funzioni generali di amministrazione e controllo (es. gestione del personale comunale), le funzioni di polizia locale, i servizi inerenti al settore sociale a carico dei Comuni (es. strutture residenziali di ricovero per anziani) e lo smaltimento rifiuti. Gli indicatori relativi alla spesa e all’offerta di servizi e quindi l’indicatore di efficienza si riferiscono al 2016 sulla base dei dati
pubblicati da Sose Spa, una società partecipata dal Ministero delle Finanze e dalla Banca d’Italia, nell’ambito dei lavori sui fabbisogni standard dei Comuni. L’Osservatorio sui conti pubblici italiani è un punto di riferimento nazionale in ambito finanziario per la pubblica amministrazione. Promuove, attraverso analisi, ricerca e comunicazione, una migliore gestione della finanza pubblica e una maggiore comprensione dei conti pubblici nel nostro paese, con l’obiettivo di favorire la trasparenza degli stessi, analizzando i
vantaggi derivanti dalla riduzione del debito pubblico, dalla lotta agli sprechi all’evasione fiscale, promuovendo una spesa pubblica snella, moderna e incentrata all’economia di mercato sia a livello centrale che a livello locale. “Orgogliosi che un soggetto così autorevole certifichi l’efficienza del nostro Comune” ha sottolineato il sindaco Massimo Bacci che ha aggiunto: “Questo riconoscimento che pone Jesi ai vertici nazionali è un ulteriore stimolo per continuare a lavorare nell’interesse della Comunità con grande serietà e senso di responsabilità”.
Bilancio, conti sempre più in ordine Con un generale apprezzamento da parte dei revisori dei conti, è stato approvato il bilancio consuntivo 2018 che si chiude con un avanzo di amministrazione di 5,7 milioni. Tali risorse sono state destinate ad accantonamenti, sia quelli obbligatori per legge e relativi al fondo crediti di dubbia esigibilità, sia quelli facoltativi per implementare il fondo contenzioso. Il primo fondo compensa risorse previste ma non ancora riscosse, come nel caso del mancato pagamento di quegli avvisi di accertamento per tributi o di sanzioni al
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Codice del Strada per i quali il carico è stato affidato all’Agenzia per le Entrate per la riscossione coattiva. Con il secondo si mettono da parte risorse (pari a 600 mila euro) in via prudenziale per far fronte ad eventuali contenziosi. Un accantonamento, quest’ultimo, che è un presupposto irrinunciabile di oculata gestione finanziaria e che, se solo fosse stato correttamente previsto in passato, avrebbe ad esempio evitato di dover sborsare dall’oggi al domani 1,7 milioni di entrate correnti per pagare il salvo conguaglio degli anni ‘80.
Uniti per la sicurezza Incontro tra sindaco e nuovo questore Impegno comune per garantire la migliore vivibilità ad una città che presenta alcune criticità, ma che in fatto di sicurezza registra dati assolutamente incoraggianti. È quanto // L’incontro in Comune tra il Sindaco Bacci e il questore scaturito dall’incon- Cracovia tro tra il sindaco Massimo Bacci e il nuo- ho già avuto la certezza che il nuovo vo questore di Ancona Claudio Cracovia questore sia attento alle problematiche nella sua visita alla nostra città pochi della nostra città, come dimostra la sua giorni dopo il suo insediamento. volontà di verificare di persona situazio“Da quando sono sindaco - ha esordito ni che presentano criticità. Rimane un Bacci incontrando i giornalisti - ho con- fatto: viviamo in un luogo dove la sicustatato una grande e vera collaborazione rezza non dà grandi problemi, anche se all’interno delle forze dell’ordine e tra lo dico incrociando le dita perché basta queste ed il Comune. Siamo probabil- un nulla per far cadere determinate cermente fortunati, perché anche stavolta tezze”.
Gli ha fatto eco il questore Cracovia: “Concordo con il sindaco che la città di Jesi, ma anche i Comuni del circondario, abbiano livelli di vivibilità più che accettabili. Questo comporta l’impegno non solo a mantenerli tali, ma a provare a migliorarli ancora, perché guai ad essere soddisfatti di un successo ottenuto e guai ad abbassare la guardia. Ho voluto di persona prendere visione di alcune situazioni, come quella del Parco del Vallato dove ho incontrato anche alcuni residenti percependo il disagio che vivono. È un disagio che merita una risposta che contiamo di dare. Metteremo in campo iniziative nell’ambito di una strategia ben precisa che si potranno percepire nel nostro agire quotidiano. Fare rete tra istituzioni è la ricetta vincente per restituire ai cittadini quel sentimento di sicurezza percepita che si avverte minacciato indipendentemente dai dati che sono assolutamente incoraggianti”.
Buona Estate da
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NUOVA “LORENZINI”
il Comune farà da solo
Troppo lunghe le procedure Inail, si contrae un mutuo di 4,1 milioni Troppo lunghi i tempi dell’Inail per realizzare la nuova “Lorenzini”. Specialmente se gli alunni oggi sono ospitati in una struttura, come l’ex seminario, che presenta inevitabili limiti per il miglior svolgimento dell’attività didattica. E così l’Amministrazione comunale ha deciso di abbandonare l’ipotesi del doppio appalto (l’Inail si sarebbe dovuta far carico di quello maggiore tramite la formula “rent to buy”) e di procedere interamente per conto proprio, approfittando anche del fatto che nel 2019 sono venuti meno i vincoli di indebitamento dei Comuni. Dunque, appalto unico con le seguenti risorse: mutuo da 4,1 milioni da contrarre, fondi di bilancio per 245 mila euro e infine contributo del Ministero dell’Istruzione per 1,7 milioni. Totale oltre 6 milioni per la nuova scuola secondaria di primo grado che sorgerà in Via Schweitzer. Tre anni per completare l’opera che sarà pronta, se tutto va nel verso giusto, nel 2021. Articolato, ma perfettamente logico, il ragionamento compiuto dal Comune: nel 2017, non essendo possibile procedere a mutui per la legge di stabilità, l’Inail era stato individuato come soggetto a cui affidare l’investimento principale con pagamento di un canone annuo fino al completo riscatto, fermo restando che per la parte residuale finanziata con risorse del Ministero, l’appalto lo avrebbe avviato direttamente il Comune. Di fatto, però, da dicembre 2017, quando il progetto è stato inviato per l’approvazione, l’Inail non ha concluso alcunché, con la fase istruttoria ancora aperta. Un ritardo che non si concilia né con la volontà del Comune di realizzare la nuova scuola in tempi certi né con le scadenze del finanziamento del Ministero (che va
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// Due rendering della nuova scuola Lorenzini speso entro una data certa, pena la revoca dello stesso). Senza contare che, essendo doppia la modalità di finanziamento, due avrebbero dovuto essere gli appalti con chiari problemi gestionali in fase di cantierizzazione e di esecuzione dei lavori. Alla luce del fatto che, come detto, sono venuti meno i vincoli di indebitamento dei Comuni, l’Amministrazione comunale ne ha approfittato per un completo cambio di rotta: approvazione immediata di un nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica con operazione interamente in capo al Comune, ok del Consiglio comunale per la necessaria modifica del piano opere pubbliche, pieno mandato all’Area Servizi Tecnici per
tutti gli atti conseguenti. Sotto il profilo finanziario, questa nuova scelta comporta anche significativi risparmi. Parliamo sempre di un finanziamento spalmato comunque su 30 anni che, fatti i dovuti calcoli dall’Area Servizi Finanziari, evidenzia una spesa complessiva (comprese le opere di manutenzione straordinarie nei tre decenni) nel caso Inail di 7,6 milioni, nella nuova ipotesi con mutuo del Comune di 6,9 milioni. Non solo: nell’ipotesi Inail vi sarebbero state da imputare spese correlate al trasferimento di proprietà di diverse decine di migliaia di euro. In aggiunta un appalto unico rispetto ai due previsti, lascia ipotizzare un maggiore ribasso d’asta per le evidenti economie di gestione.
Un nuovo sito internet
Prestazioni migliorate per garantire più informazioni al cittadino Procede, di pari passo, la piena digitalizzazione del Comune Dallo scorso mese di maggio il Comune di Jesi ha rinnovato il proprio sito internet. Tante le novità a partire dall’adattabilità a qualsiasi tipo di dispositivo: a seconda che si utilizzi smartphone, tablet o grande monitor il sito cambia forma “reattivamente” in base alla grandezza dello schermo. Rispetta inoltre le norme di accessibilità per le persone con disabilità e consente una migliore integrazione con gli altri strumenti di comunicazione al cittadino che il Comune vanta, a partire dai più diffusi come l’App Municipium e il servizio Whatsapp. Per la sua realizzazione il Servizio Relazioni Esterne del Comune si è avvalso della norma che permette il riutilizzo delle applicazioni delle pubbliche amministrazioni, ricevendo gratuitamente la grafica dal Comune di Venezia e dal
Comune di Firenze. Operazione questa che ha garantito un risparmio del 25% dei costi. L’occasione della presentazione del sito rinnovato ha permesso di fare il punto anche sulla trasformazione al digitale del Comune di Jesi. Ne ha parlato Elena Calabrese, la figura individuata dal Sindaco proprio per accelerare tale processo. “È un lavoro - ha spiegato la Calabrese - condotto su due fronti: verso l’esterno, così da essere più accessibile ai cittadini e verso l’interno con il passaggio dalla carta al digitale per tutto ciò che riguarda la documentazione e le pratiche degli uffici amministrativi. Il completo passaggio al digitale avverrà in autunno. Stiamo anche affinando un gestionale per
le manutenzioni, attualmente attivo per il verde pubblico, che sarà poi esteso a strade, marciapiedi, arredo urbano e pubblica illuminazione. Obiettivo è renderlo accessibile ai cittadini. In questo senso, entro la fine dell’anno sarà disponibile una App che racchiude in sé tutti questi servizi, come anche il portale per la gestione delle segnalazioni”.
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Alle ex Giuseppine autorecupero e “dopo di noi” Si ristruttura l’edificio abbandonato per trasferirci il progetto del San Martino e dare pieno corso alle ultime volontà di Daniela Cesarini Il complesso delle ex Giuseppine che si affaccia su piazza Pergolesi potrà essere oggetto di un importante intervento di ristrutturazione per destinarne una parte ad edilizia residenziale in autorecupero e l’altra ad una struttura per il “dopo di noi”. Il tutto non solo restituendo piena funzionalità ad un contenitore storico degradato che si affaccia su una piazza rinnovata, ma valorizzando anche l’attigua chiesa di San Nicolò. La Giunta comunale ha infatti approvato un atto di indirizzo con cui dà mandato all’Area Servizi Tecnici di adottare tutti gli atti conseguenti per tale obiettivo. Premessa di un’operazione urbanistica di rilevante spessore per il centro storico è stata la comunicazione della cooperativa autocostruttori costituita per il complesso San Martino di non essere più interessata all’intervento su tale immobile, proponendo di indirizzare le risorse del contributo regionale (oltre 560 mila euro) nell’edificio delle ex Giuseppine di proprietà di due ditte immobiliari che hanno sottoscritto la medesima richiesta. La scelta di rinunciare al San Martino è legata sia agli elevati costi di recupero dell’immobile, sia alle problematiche connesse al parziale intervento rispetto all’intero complesso, con conseguente permanenza di condizioni di degrado nella parte restante, certamente non compatibili con la destinazione residenziale. Nella comunicazione la cooperativa si è detta disponibile - nell’ambito dell’operazione di recupero del nuovo immobile individuato - ad accogliere anche funzioni di interesse pubblico. Occasione che ha permesso all’Amministrazione comunale di valutare la possibilità di
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L’intervento consente anche una migliore valorizzazione della chiesa di San Nicolò realizzare proprio alle ex Giuseppine la struttura del “dopo di noi” destinata a soggetti con gravi forme di disabilità e finanziata con il lascito testamentario di Daniela Cesarini. L’intervento consentirà, allo stesso tempo, di ottenere una migliore valo-
rizzazione della chiesa di San Nicolò, mediante il recupero ad uso collettivo della corte interna e soluzioni che ne migliorano la percezione visiva, con particolare riferimento alle absidi. L’operazione, sotto il profilo urbanistico, sarà possibile considerato che l’Area Servizi Tecnici sta procedendo proprio in queste settimane alla variante parziale al Piano regolatore con la quale si prevede che lungo corso Matteotti (dall’Arco del Magistrato fino al complesso San Martino), oltre al risanamento conservativo attualmente previsto, sarà possibile operare anche parziali ristrutturazioni interne, salvaguardando gli elementi architettonici di pregio esterni. La stessa variante prevede inoltre la possibilità di dare a tali edifici anche destinazioni residenziali.
PIAZZA PERGOLESI PRONTA A SETTEMBRE Accelerazione dei lavori dopo lo spostamento del monumento
E dal prossimo anno sarà la volta della riqualificazione del Corso
// Il monumento a Pergolesi arretrato di una decina di metri per trovare piena centralità nella nuova concezione di piazza
Arretrato di una decina di metri il monumento a Pergolesi che dunque troverà piena centralità nella nuova conformazione della omonima piazza, si confida che a settembre lo spazio davanti al Santuario delle Grazie sia completo e funzionale. Perché la nuova piazza Pergolesi dovrà non solo diventare una nuova area di aggregazione, ma anche il prototipo della prossima riqualificazione di corso Matteotti che si intende avviare nei primi mesi del prossimo anno. Dunque le aspettative sono alte. Non è stato facile l’intervento di riqualificazione di piazza Pergolesi, complice una burocrazia per certi versi asfissiante. Ora non resta che recuperare il tempo perduto e restituire alla città uno spazio che - sulla base del progetto vincitore del concorso idi idee appositamente organizzato - dovrebbe portare un valore aggiunto all’intero centro cittadino. I tempi come detto sono pressoché defi-
niti: l’Amministrazione comunale conta di inaugurarla per San Settimio. Nessun particolare problema per l’arretramento del monumento a Pergolesi che pure tante preoccupazioni - poi rilevatesi infondate - aveva destato in taluno. La nuova posizione del monumento, come detto, sarà centrale nella nuova idea di piazza che si potrà apprezzare ad intervento ultimato. I lavori vanno avanti secondo un crono-programma che deve tener conto dei tempi della Soprintendenza e che prevedono ora il completamento di alcuni sottoservizi, prima di procedere ad una copertura di cemento su cui infine sarà posta la nuova pavimentazione. Lo spazio così configurato contribuirà anche a dare maggiore risalto sia alla chiesa di San Nicolò che al palazzo ex Giuseppine, ora che l’Amministrazione comunale ne ha definito un nuovo ruolo, come casa del “dopo di noi” - grazie
all’eredità di Daniela Cesarini - e residenze in autorecupero (come si può leggere nella pagina precedente). L’intervento a piazza Pergolesi, come detto, anticipa quello di corso Matteotti. Lo studio Sardellini Marasca, vincitore del concorso di idee, sta completando insieme all’Area Servizi Tecnici del Comune la progettazione definitiva che coinvolgerà, in una seconda fase, anche piazza della Repubblica. Dunque via marciapiedi ed asfalto, e finalmente un corso degno di una città moderna, con adeguata pavimentazione - della stessa tipologia di quella di piazza Pergolesi che lo valorizzi ulteriormente. Aperto già un confronto con i negozianti e gli operatori economici per condividere tempi e modalità dell’intervento, così da attenuare i disagi con il cantiere aperto. L’operazione sarà possibile grazie alle modifiche introdotte dalla Finanziaria che mette a disposizione del Comune la possibilità di effettuare mutui, avendo i conti perfettamente in ordine.
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ASFALTATURA di viali e parcheggi Ci sono i parcheggi delle Conce e di Via Zannoni, ma anche tratti di Viale Cavallotti e Viale Don Minzoni, oltre ad un vicolo e una piazzetta del centro storico, nei nuovi interventi di manutenzione stradale programmati dall’Amministrazione comunale. I 300 mila euro previsti in bilancio saranno tutti utilizzati per far fronte alle criticità più evidenti, fermo restando che si è ben consapevoli che la situazione delle strade nella nostra città richiede interventi ben più cospicui, stimati dall’Area Servizi Tecnici in 15 milioni di euro, assolutamente non alla portata del Comune. Approvati gli interventi dall’organo esecutivo, si è contratto il relativo mutuo e sono state effettuate le gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori che saranno effettuati durante l’estate. Il primo e più corposo intervento, per una spesa di 209 mila euro, interessa innanzitutto i due parcheggi delle Conce e di Via Zannoni da tempo in situazioni più che precarie, con inevitabili disagi e rischi sia per le auto che per i pedoni. Si procederà in entrambi i casi a rimuovere l’asfalto deteriorato e ripristinare un nuovo manto in grado di restituire piena funzionalità alle aree di sosta. Parallelamente i lavori interesseranno anche due delle strade a maggior tasso di traffico: Viale Cavallotti nel tratto dei giardini pubblici e dunque tra l’incrocio con Viale Verdi e l’incrocio con Viale della Vittoria dove già si è proceduto ad un primo parziale intervento per coprire gli avvallamenti, e Viale Don Minzoni nel tratto compreso tra la grande rotatoria all’incrocio con Via Pasquinelli e l’incrocio con la rotatoria di Via Cartiere Vecchie. Anche in questi casi la ditta aggiudicataria dell’appalto provvederà a rimuovere il manto usurato e ridistendere un tappeto d’asfalto. Il secondo intervento, per 91 mila euro, riguarderà invece vicolo Fiorenzuola
Al via lavori per 300 mila euro entro l’estate. Restyling completo anche per vicolo Fiorenzuola
// Il parcheggio delle Conce e (a destra) Viale Cavallotti e la piazzetta omonima. Si tratta della suggestiva stradina in selciato, parallela a Via Pergolesi, che collega Piazza Indipendenza a Via Federico Conti (scala mobile). Conosciuta per una significativa presenza ebraica fin dal 1300 e una sinagoga, Vicolo Fiorenzuola presenta oggi una pavimentazione con i più diversi tipi di pietra, in pessimo stato di conservazione. I lavori prevedono l’intera rimozione delle pietre presenti, il rifacimento del sottofondo stradale e
dei pozzetti della rete fognaria, l’interramento di cavi adibiti a servizi oggi pendenti lungo le abitazioni e una nuova pavimentazione in pietra sia per il vicolo che per l’omonima piazza. Sempre in materia di strade è stata disposta anche la prima spesa di 14 mila euro per asfaltare in forma provvisoria il nuovo tratto di strada di Via Tessitori aperto per garantire il transito dei veicoli dopo la creazione del cantiere per realizzare l’edificio dell’Erap.
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Agnese Cerioni
SI RIQUALIFICA
IL CENTRO AMBIENTE Dopo quasi 40 anni si mette mano all’area del Boario per offrire servizi migliori ai cittadini. Ospiterà anche un Centro per il riuso. Messa una pietra tombale sul progetto che prevedeva nuove massicce cementificazioni Dopo quasi 40 anni in cui è rimasto praticamente abbandonato a se stesso, il Centro Ambiente del Campo Boario sarà oggetto di un importante intervento di riqualificazione. Un intervento che ha una duplice valenza: da un lato restituire piena dignità ad un’area destinata a diventare un punto di riferimento importante per la città grazie ai vari servizi che offre alla popolazione; dall’altro seppellire definitivamente il vecchio progetto che puntava invece a cementificare l’intera zona, costruendo palazzoni ed edifici di ogni genere.
I LAVORI
L’intervento prevede la demolizione degli edifici pericolanti e non necessari, una migliore distribuzione degli spazi aperti per separare l’area riservata ai cittadini da quella in cui operano i dipendenti della JesiServizi, la messa in sicurezza e il miglioramento ambientale dei piazzali, l’apertura di un cancello in Viale Don Minzoni (vicino al torrente Granita) che servirà come ingresso ed uscita dei mezzi della raccolta dei rifiuti e degli scuolabus, senza che gli stessi debbano più entrare da Via Granita e dunque attraversare il quartiere San Giuseppe.
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I SERVIZI CHE OSPITA
Il Centro Ambiente sarà a servizio dei cittadini per la raccolta dei materiali da avviare al recupero e che, per dimensioni o quantità, non possono essere lasciati nei contenitori della raccolta differenziata: parliamo di carta, vetro, plastica, legno, ferro, sfalci e potature, materiale elettronico. Da sottolineare che non vengono portati al Centro Ambiente i rifiuti raccolti con il servizio porta a porta, ad eccezione del vetro. I materiali raccolti, vengono portati ai centri di recupero entro 48 ore dal loro arrivo.
I RIFIUTI CHE NON CI SONO
Al Centro Ambiente non possono essere in alcun modo lasciati dai cittadini né i rifiuti organici né quelli indifferenziati (il grigio), vale a dire le tipologie di rifiuti che sono più soggette a cattivo odore.
IL CENTRO PER IL RIUSO
Il Centro Ambiente, una volta completamente riqualificato, ospiterà anche il Centro per il riuso: si tratta di uno spazio allestito dove verranno messi gratuitamente a disposizione dei cittadini beni e oggetti che le famiglie non utilizzano più, ma che sono ancora in buone condizioni e possono tornare utili a chi magari vive in condizioni di disagio economico, come poltrone, divani, armadi, ecc.
COME È
Da circa 40 anni il Centro Ambiente del Campo Boario è lasciato a se stesso, ospitando varie tipologie di servizi: dall’officina dei mezzi comunali al parcheggio di mezzi per la raccolta dei rifiuti e degli scuolabus, dalla raccolta dei rifiuti all’ammasso di sfalci e potature. Non è mai stato oggetto di alcun intervento, tanto che alcuni edifici, in stato di abbandono, sono pericolanti. I mezzi vanno e vengono uscendo da Viale Don Minzoni e rientrando da Via Granita.
COME VOLEVANO FARLO DIVENTARE
Nel 2007 venne approvata una variante al Piano regolatore per cementificare l’intera area: erano previsti nella zona dell’ex mattatoio due grandi palazzi residenziali delle stesse dimensioni della costruenda torre Erap di Via Tessitori (che fa parte della stessa variante); non solo: nella zona tra gli spogliatoi del campo Boario e Viale Don Minzoni si sarebbero dovuti tirar su edifici per una distesa di cemento pari a 5 volte la volumetria della già citata torre Erap.
COME SARÀ
Niente colate di cemento, anzi, demolizione degli edifici pericolanti e non necessari; piena riqualificazione dell’area esterna. Il Centro Ambiente ospiterà solo rifiuti conferiti dai cittadini: carta, vetro e plastica, ingombranti, ecc., tutti in partenza entro 48 ore dall’arrivo. Non vi sarà ammasso né di rifiuti organici né di indifferenziati. I mezzi del servizio igiene urbana entreranno e usciranno da Viale Don Minzoni senza più passare per il quartiere San Giuseppe. Aprirà un Centro del Riuso a favore delle famiglie in difficoltà.
// Nella pagina a fianco il rendering del nuovo Centro Ambiente
MAI PIÙ COLATE DI CEMENTO
Viene definitivamente abbandonato il Piano di recupero approvato nel 2007 che prevedeva l’intera cementificazione dell’area. Attraverso quel Piano, nell’area ex mattatoio sarebbero dovuti sorgere due palazzi come la cosiddetta torre Erap di Via Tessitori (oltre 5.500 metri quadrati di superficie residenziale). Non solo nell’area dove sorge il Centro Ambiente era addirittura prevista una cementificazione di oltre 13 mila metri quadrati di superficie residenziale e commerciale, pari a quasi cinque volte la volumetria della già detta torre Erap. Il termine di paragone con la torre Erap non è casuale, visto che fa parte dello stesso Piano di recupero approvato nel 2007 ed è l’unica costruzione che l’attuale Amministrazione comunale non
ha potuto impedire, essendo stata nel frattempo l’area venduta all’Ente che sta costruendo il palazzo.
L’IMPEGNO PER IL FUTURO
Quanto resterà il Centro Ambiente nell’area del Campo Boario? Difficile dirlo, perché all’orizzonte vi è la strada del gestore unico dei rifiuti della provincia che poi sarà il soggetto che prenderà in carico l’intero ciclo del servizio rifiuti di Jesi. Per questo l’Amministrazione comunale si è voluta cautelare: fintanto che resterà al Boario, il Centro Ambiente deve essere in condizioni più che decorose. Non solo: nell’atto che assegna a tale area, dopo quasi 40 anni, la reale destinazione urbanistica, è previsto che l’eventuale riconversione sia esclusivamente per usi a servizi ed attrezzature collettive.
Spostare il Centro altrove? Un percorso non immediato Spostare altrove il Centro per l’Ambiente come richiesto da una petizione di cittadini potrebbe essere auspicabile sotto alcuni punti di vista, ma con la massima onestà va detto che non è un’operazione attualmente fattibile. Innanzitutto va chiarito che un Centro per l’Ambiente, per il servizio che deve offrire ai cittadini, non può essere portato in una estrema periferia come qualcuno suggerisce, perché altrimenti si disincentiva il suo utilizzo. Ma vi è soprattutto un dato di fatto oggettivo da tenere in considerazione: realizzare un Centro Ambiente nuovo ha costi talmente rilevanti che oggi un Comune come Jesi - ancorché considerato tra i migliori in Italia per efficienza e conti pubblici - non può certamente permettersi. Uno studio effettuato dal precedente amministratore di JesiServizi nella legislatura 2007-2012, quella in cui si era deciso di cementificare l’area del Boario con palazzi e centri commerciali, aveva stimato in 3/3,5 milioni di euro l’allestimento di un nuovo Centro in un altro sito. E questo senza contare le spese per destinare l’attuale Centro Ambiente ad altra funzione. C’è da aggiungere che all’orizzonte vi è poi l’arrivo del gestore unico del rifiuti della provincia di Ancona. E dunque sarà questo soggetto, per legge, a determinare le future scelte di tutto ciò che attiene ai rifiuti. Qualora ad esempio decidesse di creare un Centro Ambiente altrove, magari su scala intercomunale - siamo ovviamente solo nel campo delle ipotesi - l’area del Boario potrà in quel momento sì essere liberata. E inquadrata, come ha deciso l’attuale Amministrazione comunale, a servizi ed attrezzature collettive, come parco pubblico o spazio di aggregazione. Ecco perché, nel frattempo di una scelta non immediata, era necessario sistemare l’attuale Centro Ambiente per offrire, finché resterà in funzione, servizi sempre migliori ai cittadini.
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BIODIGESTORE,
IL TEMPO DELLE SCELTE L’impianto di trattamento dei rifiuti organici previsto in zona interporto. Entro luglio si dovrà pronunciare il Consiglio comunale
// Il biodigestore di Foligno simile a quello che potrebbe essere proposto per Jesi Entro il mese di luglio il Consiglio comunale di Jesi deve decidere se autorizzare l’Ata (vale a dire l’ente che gestisce i rifiuti nel nostro territorio, rappresentato da tutti i Comuni della provincia, eccetto Loreto) a realizzare un biodigestore in zona interporto. Si tratta, come noto, di un impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti proveniente dalla raccolta differenziata dell’intera provincia. Attraverso un processo anaerobico, vale a dire in assenza di ossigeno, la parte organica costituita dall’umido domestico e da sfalci e potature viene trasformata in biogas che andrà ad alimentare la rete del metano. La parte residuale verrà invece utilizzata come ammendante per i terreni agricoli. La richiesta dell’Ata nasce dal fatto che la legge regionale ha attribuito a tale organismo il compito della gestione dei rifiuti, compreso il dovere di limitare la loro movimentazione e individuare impianti vicino ai luoghi di produzione. Oggi, infatti, tutti i rifiuti biodegradabili (di cucine e mense e da sfalci e potature) provenienti dall’intera provincia sono conferiti presso impianti collocati fuori
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dalla regione, anche a distanza di 400 chilometri con notevoli ripercussioni sugli aspetti ambientali ed economici. Per i rifiuti biodegradabili, l’Ata ha previsto la realizzazione di un apposito impianto di trattamento. Ad oggi ve ne sono di due tipi: uno di decomposizione biologica in condizioni aerobiche (con presen-
za di ossigeno), chiamato compostaggio, l’altro in assenza di ossigeno, chiamato digestione anaerobica. La digestione anaerobica è un processo biologico che trasforma la frazione organica in biogas, che viene successivamente raffinato per produrre metano, che nel caso di rifiuti è definito biometano avanzato.
Tutte le informazioni sul sito internet del Comune Con l’obiettivo di spiegare bene come nasce l’idea di un biodigestore in ambito provinciale da collocarsi a Jesi, quali sono le sue caratteristiche, i volumi che lavora ed ogni altra informazione utile, l’Amministrazione comunale ha aperto una sezione speciale nella propria pagina internet. Chiunque può accedervi per leggere documenti, atti, relazioni, per visionare filmati. Il sito viene di volta in volta implementato con quant’altro prodotto da incontri istituzionali o pubblici. Vi è anche una sezione FAQ, acronimo che sta per “Frequently Asked Questions”, che in italiano possiamo tradurre come “domande ricorrenti”. Si tratta di una raccolta delle domande più comuni sul biodigestore e delle relative risposte per aiutare in modo veloce gli utenti di avere una informazione il più possibile esaustiva. Vi è inoltre la possibilità di inviare quesiti tecnici sull’impianto avvalendosi di un apposito indirizzo mail. I tecnici dell’Ata forniranno le risposte adeguate.
Legambiente e Anci Marche: “Un sì convinto” “Non c’è più tempo da perdere. Le Marche hanno bisogno di nuovi impianti di riciclo per accelerare la transizione verso l’economia circolare, altrimenti tutti gli sforzi per far crescere la raccolta differenziata e migliorare le performance di gestione dei rifiuti sul territorio regionale saranno vani”. Lo sostiene il documento firmato da Legambiente, Associazione dei Comuni, Cisl, Uil e Movimento Difesa del Cittadino presentato a Jesi in occasione della visita del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani insieme al presidente dell’Anci Marche Maurizio Mangialardi. “Le Marche - hanno sottolineato - hanno bisogno, subito e prioritariamente, degli impianti (almeno due) per trattare l’organico differenziato, che rappresenta circa il 30% dei rifiuti urbani che produciamo, altrimenti questa parte continuerà a finire, riempiendole, nelle discariche producendo cattivi odori e percolato, o in impianti di riciclo lontani anche centinaia di chilometri, a costi insopportabili per le tasche dei cittadini, consumando gasolio, inquinando l’aria e rendendo sempre più insicure strade e autostrade. Noi riteniamo che gli impianti migliori, più moderni, effi-
A rendere particolarmente conveniente, sotto il profilo economico, quest’ultimo tipo di impianto sono gli incentivi previsti da un decreto ministeriale del 2018 che eroga importanti risorse per la pro-
// Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani con i sindaci di Jesi massimo Bacci e Senigallia Maurizio Mangialardi, quest’ultimo presidente di Anci Marche cienti ed economicamente convenienti, siano gli impianti di digestione anaerobica, che producono compost di qualità e biometano per l’autotrazione o l’immissione nella rete di distribuzione del gas, e che hanno un impatto trascurabile sull’ambiente e sul territorio. Occorre fare presto altrimenti perderemo tutti la scommessa di far continuare a crescere le Marche nella buona gestione dei rifiuti”.
duzione di biometano avanzato, in particolare per un utilizzo finalizzato ai trasporti. Il limite che però pone il decreto è che l’entrata in esercizio dell’impianto di trattamento deve avvenire entro il
Da sapere sull’impianto biodigestore · la localizzazione proposta è in prossimità dell’interporto; · l’impianto è al chiuso, lavora in assenza di ossigeno, dunque non emana cattivi odori; non vi è alcuna combustione, dunque non brucia alcunché; · trasforma i rifiuti organici e gli sfalci in biogas che alimenta la rete del metano; la parte residuale viene utilizzata come ammendante per concimare i terreni; · l’ipotesi di fattibilità prevede un impianto che possa lavorare 71 mila tonnellate, all’anno, pari a 48 mila tonnellate di scarti di cucina e mense e 23 mila tonnellate di sfalci e potature, pari a circa 250 tonnellate al giorno; · l’ingresso e l’uscita dei mezzi che trasportano i rifiuti è lo svincolo interporto della superstrada; · questi mezzi non sono ovviamente i camion dei rifiuti che vediamo girare per la città, ma tir con vasche dove è convogliato il materiale raccolto dai camion dei rifiuti e che hanno una capacità fino a 30 tonnellate. · l’investimento complessivo per realizzare un impianto biodigestore come quello proposto per Jesi è di circa 30 milioni di euro; · la gestione operativa è pari a circa 3,4 milioni di euro l’anno, mentre i ricavi sono circa 7 milioni annui.
31 dicembre 2022. Ecco perché l’Ata, stante la necessità di realizzare un impianto di trattamento così come richiesto dalla legge e di fronte agli incentivi per i biodigestori si è orientata verso questa soluzione. Va aggiunto che, lavorando in assenza di ossigeno, l’impianto - per altro totalmente coperto anche nel punto di arrivo della frazione organica - non emette i cattivi odori dati dalla decomposizione e non registra alcun tipo di combustione. Quattro i siti analizzati: nel Comune di Fabriano che si è autocandidato, Jesi nell’area interporto individuata dai tecnici dell’Ata ed altri due a Maiolati Sponitini (l’uno proposto dal Comune, l’altro ipotizzato dai tecnici Ata). La scelta di Jesi è risultata la più idonea per tre motivi: la più baricentrica della provincia, la meglio servita dalla superstrada con uno svincolo dedicato, quella più vicina alla rete del metano. Da qui dunque è nato lo studio di fattibilità tecnica - economica per approfondire diversi aspetti. Ed è su tutta questa partita che si è aperto il dibattito che dovrà sfociare con la votazione finale del Consiglio comunale di luglio.
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LA FONDAZIONE COLOCCI RIPARTE CON UN MASTER IN INFORMATICA Formare una fucina di laureati in grado di supportare le aziende affinché siano sempre più competitive ed innovative sul mercato: questo è l’obiettivo del Master di 1° livello Digital Solution Manager organizzato dall’Università di Camerino in collaborazione con Apra, Loccioni, Maggioli e Teamsystem in programma alla Fondazione Angelo Colocci di Jesi dal prossimo ottobre. Inizia un nuovo futuro per la Colocci che, in vista della chiusura dei rapporti con l’Università di Macerata, è pronta ad aprire un altro capitolo di storia dedicato alla formazione. “Un nuovo inizio, rivolto a giovani laureati, che offre loro prospettive di lavoro concrete e radicate nel territorio - ha detto il sindaco Massimo Bacci Perché i migliori cervelli, oltre che formarli, bisogna anche saperli trattenere con noi. Un grazie all’assessore Marisa Campanelli per aver coordinato il progetto per conto del Comune di Jesi, un in bocca al lupo alla Fondazione Colocci per nuovi e più ambiziosi traguardi”. Il Master di 1° livello in Informatica partirà a novembre ed è destinato ad un minimo di 15 fino ad un massimo di 30 studenti. Il percorso si rivolge in particolare al laureato triennale in discipline non informatiche che, avendo una preparazione di base matematica, intenda acquisire le conoscenze e competenze necessarie a poter avviare una carriera professionale nel mondo dell’ICT. Al termine del percorso di studio, che sarà principalmente basato su attività laboratoriali, lo studente sarà capace di pianificare soluzioni digitali per l’impresa, integrare tecniche di Machine Learning e Data Analysis, adottare il paradigma del Cloud Computing allo sviluppo di soluzioni digitali.
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“Le aziende hanno messo in chiaro quali sono le esigenze - ha spiegato l’assessore all’Istruzione Marisa Campanelli - Una volta comprese quali sono i profili professionali utili, i giovani potranno cogliere le opportunità”. A siglare l’accordo che dà il via alla partenza del nuovo Master è stato il rettore dell’Università di Camerino
Claudio Pettinari che ha commentato: “Siamo partiti condividendo un progetto. Il nuovo percorso sarà ricco di punti di contatto con le aziende. Inizia una nuova stagione per la Fondazione Colocci”. Bando, procedura e scadenze presto disponibili su: www.unicam.it/laureato, www.fondazionecolocci.it
// La presentazione ufficiale del nuovo Master in informatica
CICLOVIA DELL’ESINO Jesi fa centro
Il progetto promosso dal nostro Comune è stato fatto proprio dalla Regione Marche che lo ha finanziato con 7,1 milioni di fondi europei. Dal mare ai monti in bici Partirà da Jesi la ciclovia dell’Esino. Partirà sia fisicamente che sotto il profilo dei lavori da realizzare. Ed unirà un ampio territorio che va dal mare alla montagna, attraversando la provincia con il fiume che scorre accanto. A disposizione 7,1 milioni di euro, risorse europee sufficienti per realizzare buona parte del tracciato mancante che si aggiunge ai tratti già realizzati. Serviranno a completare una ciclovia che avrà uno sviluppo complessivo di 122 chilometri. Partirà da Jesi, dicevamo, in particolare alla Coppetella al confine con Chiaravalle. E a Chiaravalle si congiungerà con la Ciclovia dell’Adriatico che accompagnerà i ciclisti al mare fino a Falconara e poi, in futuro, lungo l’intera costa sia a nord che a sud. Per il nostro territorio comunale previste indicativamente risorse per 800 mila euro. Si realizzeranno nuovi tratti di pista ciclabile e si sistemeranno gli altri ancora abbozzati. Coppetella dunque, per poi risalire passando vicino l’Oasi di Ripa Bianca, continuare dietro la zona dell’Ipersimply, raggiungere l’area dietro alla stazione (con collegamento per favorire poi anche lo scambio bicicletta-rotaia), per proseguire quindi nella zona del Moreggio e raggiungere la pista ciclabile di Via Spina dopo il centro commerciale Arcobaleno. Da qui ulteriori interventi nel percorso parzialmente presente fino a raggiungere Pantiere. Obiettivo è completare la progettazione nell’anno corrente e dare il via i lavori nel 2020. Anche perché, trattandosi di fondi europei, c’è un limite di tempo da rispettare, pena la perdita delle risorse.
// Due tratti già esistenti della ciclovia dell’Esino Un grande risultato per il Comune di Jesi che aveva a suo tempo messo intorno ad un tavolo tutti i Comuni attraversati dall’Esino per proporre un progetto condiviso di un distretto cicloturistico della Vallesina di cui proprio la nostra città si era resa capofila. Un progetto che la Regione Marche ha fatto proprio, finanziandolo in maniera importante, e coinvolgendo tutti i Comuni nelle linee progettuali. Il percorso, che arriverà fino a Fabriano, interesserà aree demaniali in prossimità degli argini, reticoli stradali minori, tracciati esistenti. Sono previste opere accessorie, come aree di sosta attrezzate in prossimità di nodi di scambio o in luoghi di particolare interesse paesaggistico. Si ipotizzano undici connessioni con stazioni ferroviarie e fermate varie lungo l’intera tratta. “La Regione sta dando vita a un progetto di crescita del territorio costruito attorno allo sviluppo della rete ciclabile - ha commentato l’assessora Manuela Bora a margine dell’incontro - Investe risorse importanti, anche europee, per promuovere una mobilità
dolce che contribuisca alla lotta all’inquinamento, al rilancio sostenibile delle città, alla promozione del turismo. L’obiettivo è favorire lo sviluppo delle Marche, valorizzando le tante località ricche di qualità ambientali, paesaggistiche e culturali”. In un incontro con gli amministratori locali, presente per Jesi l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano, è stato sottolineato come l’obiettivo è quello di dar vita a una “infrastruttura che abbia un futuro e non si limiti al semplice investimento iniziale. Fa parte di un disegno complessivo attorno al quale costruire un pezzo dello sviluppo economico della regione”. La ciclovia dell’Esino è una delle tredici principali direttrici di sviluppo della Rete ciclabile regionale: un sistema di mobilità dolce che collega l’entroterra alla costa, attraverso percorsi ciclopedonabili lungo le vallate dei fiumi che vanno a congiungersi con la Ciclovia Adriatica: l’arteria strategica nazionale che corre da Venezia al Gargano, lungo la costa, attraversando sei regioni di cui le Marche sono capofila.
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Il tempo dell’ascolto Nei mesi febbraio-maggio 2019 sono stati realizzati incontri tematici dove abbiamo affrontato un argomento molto vasto quanto attuale come quello dell’ascolto rivolto ai genitori di ogni sezione, insieme alla collaborazione della dott.ssa Romina Pulita, psicologa-psicoterapeuta coordinatrice del progetto di supervisione, formazione e gestione dello sportello di ascolto dei nidi comunali Oasi e Romero. Siamo partite da una semplice ma quanto poco edificante riflessione e cioè che i bambini di oggi non sanno ascoltare o quantomeno faticano a farlo soprattutto nei contesti strutturati; i genitori che cosa ne pensano? Come si comportano da questo punto di vista? Dedicarci del tempo e condividerne uno speciale destinato all’ascolto con i nostri genitori è stata un’esperienza preziosa, di crescita non solo professionale ma soprattutto umana. Abbiamo insieme sperimentato
la differenza tra sentire ed ascoltare in modo attivo ed autentico e poter creare così uno spazio interiore che genera anche il silenzio e fa fiorire un dialogo vero. Un sincero ringraziamento alla sensibilità di tutti i genitori che hanno partecipato con entusiasmo agli incon-
tri proposti, alla disponibilità della dott. ssa Romina Pulita e alla concretezza dell’assessore Marisa Campanelli che ha reso possibile la realizzazione dell’intero progetto. Le insegnanti dei nido Oasi e Romero
Contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici residenziali privati Ammontano a circa 346 mila euro le risorse destinate dalla Regione Marche al Comune di Jesi affinché le ripartisca tra tutti i cittadini che hanno presentato domanda di accesso ai contributi per l’eliminazione ed il superamento delle barriere architettoniche degli edifici residenziali privati. Parliamo di istanze che partono dal 2007 e tra le quali, sulla base della graduatoria che si compone di 115 cittadini, potranno esserne liquidate 72. Riguardano 59 richieste presentate da cittadini con invalidità totale e 29 da cittadini con invalidità parziale, tutte protocollate prima del marzo 2016. I 346 mila euro sono stati ripartiti in tre annualità. Al Comune di Jesi è pervenuta la prima tranche, pari a poco più di 150 mila euro, con la quale procederà al pagamento dei primi 24 contributi a favore di cittadini con invalidità totale (per un importo complessivo di circa 125 mila euro) e 6 contributi a favore dei cittadini con invalidità parziale (per
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quasi 29 mila euro). Purtroppo gli Uffici hanno però verificato che gran parte dei cittadini aventi diritto - in particolare quelli che hanno presentato le istanze più datate - sono nel frattempo deceduti. Secondo le indicazioni fornite dalla stessa Regione Marche, i Comuni possono procedere alla liquidazione dei contributi a favore degli eredi. Gli Uffici pertanto in questi casi stanno provvedendo a contattare il coniuge o i figli al fine di procedere alla liquidazione delle somme dovute, dietro presentazione di apposito atto di notorietà circa la propria qualità di eredi (il cui fac-simile sarà fornito dal Comune). È bene precisare che il pagamento potrà avere luogo solo ed esclusivamente dietro presentazione delle fatture - debitamente quietanzate - relative alla realizzazione degli interventi previsti, come richiesto dalla norma stessa.
GEMMA PERCHI E LE “SEDAROLE” JESI RECUPERA LA PROPRIA IDENTITÀ Dal 26 Aprile al 1° Maggio Jesi ha commemorato Gemma Perchi e le “sedarole” jesine che, 100 anni fa, dopo decenni di lotte dure e tenaci, ottennero le 8 ore lavorative. Jesi fu uno dei primi Comuni in Italia e nel mondo a raggiungere questo importante risultato. Con questo progetto, denominato “100 anni di 8 ore” si sono riportate alla luce le lotte delle donne jesine e restituito alla città un tassello importante della sua identità. L’insieme di eventi è nato da un’idea di Michael Bonelli e da un progetto dell’associazione Willer & Carson ben presto condivisi dal Comune di Jesi ed ha visto in poco tempo il coinvolgimento attivo di diverse associazioni locali, organizzazioni, artisti, sindacati, storici, economisti, professionisti, Comuni limitrofi e soprattutto di tanti jesini alla riscoperta delle proprie radici, del proprio passato combattivo e della propria identità. “Un metodo partecipativo iniziato con una conferenza stampa aperta lo scorso 16 febbraio che ha aperto il progetto alla Città e a quanti avessero voluto prendere parte all’idea. - ha spiegato Michael Bonelli - I Comuni di Morro d’Alba e Staffolo hanno aderito immediatamente, così come numerose altre associazioni e artisti del territorio che han fatto, tutti insieme, lievitare il programma dagli iniziali tre giorni a ben otto giorni su due settimane densi di iniziative ed eventi; un programma condiviso da tutti i partecipanti, che ha coinvolto la cittadinanza intera, compresi bambini e ragazzi”. “100 anni di 8 ore” è stato infatti, un susseguirsi di convegni e tavole rotonde tematici, mostre fotografiche e multimediali, eventi teatrali, musica, rassegne cinematografiche, percorsi enogastronomici, mostre artistiche, presentazione di libri, discussioni, passeggiate nei luoghi delle filande e condivisione di ricordi e conoscenze tra i partecipanti. L’intento del progetto era quello di dare
Successo di partecipazione e di pubblico per il progetto “100 anni di 8 ore” in cui non solo si è commemorata la pioniera delle lotte sindacali, ma si è riscoperta una pagina importante della storia sociale e industriale della nostra città
// Alcuni momenti delle iniziative per i 100 anni di 8 ore luce e giusta memoria e prospettiva ad una lotta che ha poi avuto risvolti anche a livello nazionale: commemorare Gemma Perchi e le duemila filandare, instancabili ed ostinate donne jesine che credettero e portarono avanti tale battaglia, si è trasformato in una commovente celebrazione di Gemma Perchi e delle “filandare” e anche della storia, dei personaggi e dell’identità jesina. Tutta la cittadinanza si è appassionata ed ha partecipato attivamente alle attività in programma, i bambini ed i ragazzi delle scuole si sono impegnati nello studio e nella realizzazione di spettacoli e mostre che hanno rappresentato una storia di tutti Noi. “Non si è trattato però di un’operazione di nostalgia, quanto piuttosto di un occasione per stimolare ragionamenti sul futuro del lavoro. - ha aggiunto il vicesindaco e assessore alla cultura Luca Bu-
tini - Aver guardato indietro a ciò che c’era cento anni fa ci deve far volgere lo sguardo a ciò che verrà. Questo progetto ha lasciato un’eredità di riflessioni sull’evoluzione dell’impatto del lavoro nell’individuo, nelle famiglie, nel tessuto sociale, sul mutamento della relazione fra lavoratore e datore di lavoro, sul ruolo del sindacato. Una eredità che tradurremo in nuove iniziative non più commemorative bensì proiettate al futuro. L’evento ha avuto anche un valore di promozione per la città; fra i partecipanti alle attività in programma molti, non provenienti dal nostro territorio, non conoscevano la storia di Jesi “piccola Milano”; essendosi trattato, inoltre, della principale manifestazione dedicata al centenario delle “otto ore” sul territorio nazionale ha comportato la copertura mediatica anche da parte di testate nazionali.”
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JESI città della seta Una mostra a Palazzo della Signoria ripercorre la storia della lavorazione nelle filande aprendo uno spaccato sulle condizioni in cui vivevano le donne del ‘900
di Enrico Libani Una mostra che continua ad avere grande successo e per questo viene prolungata fino a tutto giugno. Si tratta del percorso espositivo sulla lavorazione della seta a Jesi, nato all’interno della celebrazione di Gemma Perchi, filandaia e sindacalista locale che si è battuta per i diritti delle donne lavoratrici, avvenuta tra il 26 aprile e il 1 maggio con numerosi eventi. Al primo piano del suggestivo Palazzo della Signoria, documenti e immagini storiche accompagnano il visitatore a ripercorrere cronologicamente “l’arte della seta”, comparsa la prima volta nella nostra regione in un documento del 1308 a San Severino.
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I primi tentativi di introdurre quest’arte a Jesi risalgono verosimilmente al ‘600 e da un documento del 1673 conservato presso l’Archivio storico del Comune di Jesi apprendiamo che il Magistrato cittadino ordina la “messa a dimora” di gelsi, le cui foglie erano utilizzate come alimento base per i bachi da seta, lungo la strada del Verziere, Mercatale e nei pressi delle sponde del fiume Esino in località Moreggio. IL MERCATO DEI BOZZOLI L’anno di svolta per la gelsicoltura e bachicoltura a Jesi fu il 1834, quando venne istituito il mercato pubblico dei bozzoli. Inizialmente si svolgeva presso il cortile di Palazzo Pianetti e dal 1855 nel cortile dell’ex Appannaggio.
Regolando il prezzo dei bachi da seta, il Comune rese agevoli le operazioni di vendita ostacolando in questo modo le azioni speculative. Ma come funzionava il mercato? Alle sette del mattino veniva esposta una banderuola che dava inizio alla compravendita. Le operazioni di pesatura e la registrazione dei contratti venivano eseguite da impiegati, “i più nobili ed intelligenti della città”, e i prezzi massimi, medi e minimi venivano segnati giornalmente in un registro e poi affissi il giorno seguente con la firma del Sindaco. Erano presenti altri inservienti che intervenivano sulle contrattazioni, controversie e puliture della piazza. Con l’istituzione di questo mercato i prezzi dei bozzoli aumentarono subito
di un terzo e questo stimolò i proprietari terrieri ed agricoltori a voler estendere e migliorare la bachicoltura. Nel 1858 un’inchiesta del Comune di Jesi rivelò l’esistenza di 118 proprietà con bigattiere (locale attrezzato per l’allevamento dei bachi di seta). IL LAVORO NELLE FILANDE La prima filanda a carattere industriale, alimentata con caldaia a vapore, fu quella di Pasquale Mancini nel 1837, in via dei Macelli (oggi via Castelfidardo), dove bacinelle piene di acqua bollente venivano usate per far morire i bachi e i bozzoli venivano sfregati con una spazzola. Questo tipo di lavoro era affidato alle “sottiere”, o “scopinatrici”, ed erano impiegate anche bambine dagli 8 ai 12 anni con salari veramente bassi (da 0,05 a 0,30 lire giornaliere). Esistevano anche le “piegatore”, chiamate così perchè piegavano le matasse, le “giuntine”, saldavano le rotture del filo di seta, la “giratora”, controllava e girava lungo le corsie di lavoro, le cernitrici, le provinatrici, ecc. Ogni persona all’interno della filanda aveva un ruolo ben definito e il tutto funzionava perfettamente come una catena di montaggio. CONDIZIONI IGIENICO-AMBIENTALI Le condizioni di lavoro erano, però, terrificanti. Oltre il 50% delle operaie, tra il 1896 e il 1905 ebbero dei figli morti nei primi due anni di vita. Le donne erano costrette a lavorare fino all’ultimo giorno del parto e ci furono anche casi di doglie all’interno delle strutture. Oltre a una forte incidenza documentata di aborti spontanei. Inoltre la filanda era l’ambiente di lavoro maggiormente imputabile per la propagazione della tubercolosi a causa dei luoghi surriscaldati e senza adeguata aerazione, della giovane età e dei lunghi orari di lavoro. Il tristemente noto “bacio della morte” causato dall’atto ripetuto infinite volte nell’arco della giornata di portarsi alla bocca i bozzoli macerati nell’acqua bollente per far uscire il capo del filo di seta da attaccare alla macchina filatrice, è la testimonianza
più viva e sofferta. Toccante la testimonianza di Giulia Benigni, setaiola jesina che ha lavorato per ben 55 anni all’interno della filanda, riportata per intero nel percorso espositivo. Ricorda le mani fradicie e piene di vesciche, le spalle bagnate di sudore, il poco tempo a disposizione per lei e la sua famiglia tanto da dover mangiare lungo il tragitto per andare a lavorare. Ma non è tutto. Non dimentica il trattamento dispotico dei padroni delle filande nei confronti delle lavoratrici, i duri regolamenti interni da osservare, alcuni dei quali esposti in mostra. LE LOTTE SINDACALI Le condizioni di lavoro erano molto difficili non solo dal punto di vista fisico, ma anche per i ferrei regolamenti da seguire rigorosamente per evitare multe o espulsioni. Non era permesso alcun ritardo, obbligatorio il lavoro straordinario e vietato “il ciarlare ed il mangiare nella propria bacinella”. Come detto, la paga era molto bassa e si lavorava anche 12 ore al giorno e soprattutto solo in determinati periodi dell’anno, solitamente da maggio a settembre. Sul finire dell’800, iniziarono le prime proteste e le prime lotte sindacali. La prima protesta a Jesi di cui si ha notizia risale al 1889 con un migliaio di per-
sone coinvolte, senza una vera e propria organizzazione di base. I primi anni del 900 furono caratterizzati da un intenso movimento sindacale e politico: nel 1903 venne costituita la Camera del Lavoro di Jesi e nel 1905, altro grande sciopero durato ben 45 giorni delle circa 2000 setaiole partecipanti, guidate dalla passione e dalla tenacia di Gemma Perchi, anche lei setaiola, divenuta negli anni della prima guerra mondiale anche segretaria della Camera del Lavoro. Le rivendicazioni delle “sedarole” jesine, diminuzione dell’orario giornaliero a 8 ore e aumento della paga per tutti i lavoratoti degli stabilimenti tessili, vennero finalmente accolte e riconosciute il 1 maggio 1919, prime in Italia. UN PERCORSO DOCUMENTARIO E MULTIMEDIALE La mostra tratta in modo accurato e coinvolgente questo spaccato del nostro recente passato, attraverso documenti di archivio, libri, fotografie e filmati. Una storia che ci appartiene, che accomuna tante famiglie della nostra città e che ancora oggi ci coinvolge emotivamente. Per il visitatore che si appresta per la prima volta a conoscere Jesi come Città della seta, l’esposizione di Palazzo della Signoria lo guiderà alla scoperta di una storia fatta di fatica, umiltà e orgoglio.
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IL RINGRAZIAMENTO DI ARQUATA DEL TRONTO Inaugurato il nuovo centro polivalente finanziato anche grazie alla raccolta fondi del Comune di Jesi Edilizia, pacchetto di misure per incentivare il recupero
// I rappresentanti del Comune e del Rotary alla cerimonia di Arquata del Tronto Sono stati sentiti e sinceri i ringraziamenti della Comunità di Arquata del Tronto al Comune di Jesi per il contributo dato alla realizzazione del centro polifunzionale inaugurato lo scorso 6 maggio nel paesino ascolano che ha pagato uno dei prezzi più alti in termine di vite umane per il sisma del 2016. Per l’occasione erano presenti il sindaco Massimo Bacci ed il vice Luca Butini, insieme al Rotary Club di Jesi, in una sinergia che ha contraddistinto il nostro territorio per i valori di solidarietà concreta e vicinanza alla popolazione colpita dalla violenta calamità naturale. Lo stesso Bacci ha ricordato come, all’indomani del sisma, aveva contattato il collega di Arquata del Tronto per chiedergli dove potevano essere indirizzate le risorse della raccolta fondi che Jesi aveva organizzato, persuaso che proprio chi rappresenta la comunità locale conoscesse bene le esigenze principali. Si era condivisa la scelta di finanziare la realizzazione di un centro polivalente, progetto poi sviluppato in maniera più artico-
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lata dal Distretto del Rotary del centro Italia che lo ha arricchito di infrastrutture per la crescita di piccole aziende locali, e-commerce, marketing territoriale e creazioni di spin-off. Ad Arquata, con gli amministratori jesini, è intervenuta una folta delegazione del Rotary Club di Jesi, insieme al presidente internazionale del Rotary, Barry Rassin che il giorno aveva fatto visita proprio alla nostra città ed era stato ricevuto dal sindaco a Palazzo Pianetti, accompagnato dal Governatore del Distretto, lo jesino Gabrio Filonzi, e dal presidente del Club di Jesi Paola Duca. “Ringrazio il presidente internazionale del Rotary per la sua presenza - ha avuto modo di sottolineare Bacci - il Distretto e l’intero Club di Jesi che ancora una volta si è reso protagonista di una iniziativa di alto valore sociale e solidale. Abbiamo dato una immagine molto bella della nostra città e dei valori che sa esprimere, anche perché mi risulta che pochi altri Comuni abbiano organizzato iniziative analoghe a favore di realtà fortemente colpite dal terremoto”.
Approvato dal Consiglio comunale un pacchetto di misure per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, favorendo non solo la ristrutturazione, ma anche piccoli ampliamenti di edifici. L’occasione l’ha fornita l’aggiornamento quinquennale degli oneri di urbanizzazione, provvedimento che l’Area Servizi Tecnici ha predisposto con l’obiettivo di ampliare la gamma di agevolazioni. Nel determinare i nuovi contributi di costruzione, infatti, ci si è avvalsi della facoltà data dalla norma di procedere a delle riduzioni. E così, mantenendo le tariffe precedenti, adeguate all’indice Istat obbligatorio per legge, si è confermata una riduzione del 20% degli oneri per gli interventi di ristrutturazione ad edifici già esistenti in tutta la città, percentuale che sale al 40% se l’intervento è effettuato in un edificio del centro storico. Non solo: per la prima volta viene estesa la medesima percentuale di riduzione (20% in città, 40% nel centro storico) anche a modesti ampliamenti di edifici, nella misura massima del 20%. Con ciò si facilita anche l’applicazione del cosiddetto Piano Casa introdotto negli anni scorsi che consente appunto l’ampliamento degli edifici già presenti nel territorio urbano, proprio con l’obiettivo di ridurre altrove ulteriore consumo di suolo.
Un Municipio
Importante momento di confronto con il “Progetto Giovani e Istituzioni”
a misura di ragazzi Il 28 maggio Aula Consiliare affollata dai ragazzi del “Progetto Giovani ed Istituzioni”, attivato dal Comune ormai da cinque anni, che insieme ad altri studenti del Liceo Artistico Mannucci, del Liceo Classico Vittorio Emanuele II, del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, dell’IIS Cuppari Salvati, dell’IIS Galilei, dell’IIS Marconi Pieralisi, hanno incontrato l’Amministrazione comunale per un confronto con il sindaco Massimo Bacci, i componenti della Giunta e i Consiglieri comunali. L’appuntamento si è svolto attraverso la formulazione da parte loro di domande sulla vita della città, sotto forma di question time, e presentando anche alcune proposte, emerse da un questionario formulato dagli stessi studenti e inviato ai giovani tramite le scuole per capire le loro esigenze di aggregazione e come gradirebbero relazionarsi con il Comune. L’iniziativa, promossa dall’assessore alla partecipazione e associazionismo Paola Lenti e organizzata in collaborazione con il presidente del consiglio Daniele Massaccesi, è stata un’esperienza di cittadinanza attiva e di partecipazione, che ha permesso ai giovani di entrare da protagonisti nei luoghi deputati ad amministrare la città e, al tempo stesso, ha permesso al Comune di entrare nelle scuole mediante il collegamento streaming previsto con alcune classi degli istituti superiori. Si è cercato di accorciare la distanza dal “Palazzo Comunale” per stimolare in loro la voglia di partecipazione alla vita cittadina e all’impegno per la realizzazione del loro futuro e di quello della collettività. Sono intervenuti in Aula anche l’avv. Cristina Perozzi, consigliere del Comitato Regionale della Croce Rossa ed esperta di tutela internazionale dei diritti umani che ha parlato di comunicazione,
// L’incontro dei giovani nella sala consiliare la prof.ssa Roberta Cardinali, promotrice a Jesi del progetto TEDx Youth, nuova piattaforma di forum tematici per i giovani. A seguire i ragazzi che stanno svolgendo in Comune il servizio civile, come testimonianza di un impegno civico, giovani imprenditori dell’azienda FlyFood, come esempio di riuscita dei giovani nel mondo del lavoro. Gli istituti scolastici hanno poi presentato alcuni progetti di valore realizzati dalle scuole nei loro ambiti formativi, mettendo in evidenza, anche agli occhi dei cittadini, la qualità dell’offerta scolastica presente nel nostro territorio e
l’impegno dei ragazzi nel recepirla. Nel corso della seduta alcuni studenti dell’Artistico Mannucci hanno realizzato due murales donati al Comune che, tramite il Sindaco, ha consegnato un attestato di partecipazione con il quale il primo cittadino ha espresso ai ragazzi intervenuti “un sentito ringraziamento per la vostra partecipazione e il vostro impegno. Con la vostra freschezza e il vostro entusiasmo sono certo che saprete dare un contributo importante alla vita della nostra città. Vi auguro un buon lavoro e un grande in bocca al lupo per il vostro futuro”!
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UNA CONSULTA PER LA PACE SEMPRE PIÙ AGGREGANTE Salgono a 30 le realtà associative che la compongono Al lavoro per le celebrazioni dei 20 anni di attività La Consulta per la pace cresce ancora. Il 30 Aprile scorso hanno aderito, infatti, l’Associazione “Spaziostello”, vecchia conoscenza della Consulta e l’Istituto Comprensivo “Federico II” di Jesi portando le realtà associative che la compongono a 30. L’istituzione scolastica è molto importante all’interno della Consulta soprattutto se persegue i fini di integrazione e solidarietà fra ragazzi di provenienze e religioni diverse. Tali attività, sono svolte da anni dal “Federico II” non soltanto a scuola, ma anche coinvolgendo il quartiere in cui è inserito e la popolazione che vi risiede. Inoltre, la Consulta per la pace ha aderito alla manifestazione “Le Marche plurali e accoglienti”, promossa dall’Università Regionale della Pace, svoltasi in Ancona il 6 Aprile scorso. Quest’anno, per i 20 anni della Consulta, abbiamo in programma una mostra celebrativa a Palazzo dei convegni ed
un convegno che ripercorreranno la storia, gli eventi e le tematiche affrontate in questi 20 anni. Sono stati costituiti due gruppi di lavoro che hanno il compito il primo di organizzare la mostra suddetta ed il secondo di rivedere ed rielaborare la manifestazione del 6 gennaio mattina “2000 idee per la pace”. La Consulta è stata sempre attenta ai temi ambientalisti, utilizzando palloncini e buste di plastica biodegradabile certificati, ma vuole ulteriormente contribuire alla salvaguardia del territorio in cui viviamo, rivedendo gradualmente la quantità dei palloncini (e del gas Elio, sempre più raro e costoso) e studiando una nuova formula che integri questa riduzione affinché sempre più bambini possano partecipare e lanciare il proprio messaggio di pace al mondo intero. Paolo Gubbi Coordinatore Consulta Pace Jesi
Nuovo Albo per le associazioni Grandi novità per il mondo dell’associazionismo con l’approvazione del Codice del Terzo Settore, un corposo decreto legislativo che riordina il variegato mondo del no-profit. In un solo testo sono state raggruppate tutte le tipologie di associazioni che prenderanno il nome tecnico Ets (Enti del Terzo Settore) e che eserciteranno in via esclusiva o principale attività di interesse generale: dalla sanità all’assistenza, dall’istruzione all’ambiente, dallo sport alla cultura, dalla legalità al commercio equo ecc.). Previsto un Registro Unico Nazionale del Terzo Settore a cui le associazioni che si iscriveranno si troveranno in una condizione più favorevole. Da un lato saranno infatti tenute al rispetto di vari obblighi riguardanti la democrazia interna, la trasparenza nei bilanci, i rapporti di lavoro e i relativi stipendi, l’assicurazione dei volontari, la destinazione degli eventuali utili. Ma dall’altro avranno anche la
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possibilità di accedere ad esenzioni o vantaggi economici o ancora rapportarsi con la pubblica amministrazione per essere coinvolti in iniziative varie o ottenere ulteriori benefici (sedi, canoni agevolati, riduzione di tariffe, ecc.). Anche il Comune di Jesi ha deciso di adeguare il proprio Albo Comunale in applicazione dei principi indicati dal Codice del Terzo Settore. A tal fine, si invitano le associazioni di Jesi ad iscriversi entro il 31 agosto prossimo nel nuovo portale delle Associazioni presenti nel rinnovato sito internet comunale (www.comune.jesi.an.it) inserendo tutti i dati richiesti. L’iscrizione va effettuata anche dalle associazioni precedentemente iscritte nel vecchio Albo Comunale. L’Ufficio Associazionismo è a disposizione per ogni informazione o chiarimento, tutti i giorni in orario di apertura al pubblico (0731 538423).
RICHIEDENTI ASILO E ANZIANI, una reciproca conoscenza Conoscersi, raccontare le proprie esperienze di vita, abbattere il muro dei pregiudizi: ne sono protagonisti alcuni giovani richiedenti asilo provenienti da Gambia, Senegal, Nigeria e Libia e cinque anziane ospiti della casa di riposo di Jesi. Partecipano gli uni e le altre al progetto “A-f-Fidarsi”, una serie di incontri settimanali con l’obiettivo di avvicinare due mondi agli antipodi per età, provenienza, status sociale e culturale. I richiedenti asilo fanno parte del progetto Siproimi (ex Sprar) denominato “Ancona Provincia d’Asilo”, gestito dall’Azienda Servizi alla Persona e di cui il Comune di Jesi è titolare. Il progetto si svolge nei locali della casa di riposo di Via Gramsci e prevede attività quali il racconto verbale di storie di vita vissuta attraverso l’ausilio di immagini e materiale fotografico, laboratori di cucina attraverso lo scambio di ricette, dei procedimenti, della preparazione e degli assaggi in clima di convivialità, volte a creare una relazione tra i beneficiari e gli ospiti. Nel corso del primo incontro, dopo un primo momento di presentazione e conoscenza reciproca, gli anziani hanno raccontato le loro storie personali con il supporto di immagini storiche. I beneficiari hanno visto e ascoltato storie di difficoltà economiche dell’Italia del dopoguerra, di partenze e abbandoni dei luoghi di origine in cerca di una vita migliore. Racconti di separazioni, spesso dolorose, che hanno profondamente “segnato” il corso delle loro esistenze. Ma anche di resilienza, di sacrificio e di rivincita. Storie che, anche se nate e vissute in contesti completamente diversi, hanno delle analogie, più di quello che si potrebbe pensare. In questo contesto si è rotto il muro della diffidenza e si è compiuto un primo passo verso l’altro, non più così
Una bella iniziativa promossa dall’Azienda Servizi alla Persona per favorire una sana integrazione
sconosciuto: due mondi che ora sono sicuramente più vicini! Il progetto Siproimi (ex Sprar) è il primo in Italia per numero di Comuni coinvolti - ben 22 dislocati in tre ambiti territoriali sociali - e terzo per numero di posti in accoglienza: 492 dedicati a uomini soli, donne con minori e famiglie. L’ente attuatore è un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da Coos Marche Onlus, Cooperativa Sociale
Polo 9, Associazione Anolf Marche, con capofila la Cooperativa Sociale Vivere Verde Onlus. Il sistema Sprar rinominato recentemente, dal “Decreto Salvini”, Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e Minori Stranieri Non Accompagnati (Siproimi) garantisce “un’accoglienza emancipante” attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento sociale, lavorativo e abitativo.
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ENERGIA IN MUSICA CON IL FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI “Futuro. Infinito” ovvero… Energia in musica, è il filo conduttore del XIX Festival Pergolesi Spontini, che si terrà dal 31 agosto al 29 settembre a Jesi e dintorni, a cura della Fondazione Pergolesi Spontini e con la direzione artistica di Cristian Carrara. In cartellone, 29 eventi in 22 giorni e 11 location, con 2 prime mondiali, 2 co-produzioni, 3 nuove commissioni, 5 eventi per tutta la famiglia. 150 gli artisti coinvolti, di cui 65 under 35 ed 1 robot, attraverso diversi generi musicali e la contaminazione tra differenti linguaggi: poesia, danza, arte, visual design, mapping, astronomia, robotica, clownerie, narrazione, enogastronomia. Il Festival si apre sabato 31 agosto, alle ore 21, al Teatro Pergolesi di Jesi, con la prima mondiale della versione italiana di “Aucassin et Nicolette” (1938) cantafavola del XII secolo per una voce, qualche strumento e marionette di Mario Castelnuovo-Tedesco, con la direzione di Flavio Emilio Scogna sul podio del Time Machine Ensemble, regia di Paul-Émile Fourny, scene di Benito Leonori, mezzosoprano Alessia Nadin, per una coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole. Il Festival contribuisce alla riscoperta di un capolavoro destinato a tutti, grandi e piccoli, producendo un nuovo fiabesco allestimento. Per famiglie e bambini sono anche il concerto-sfida tra il pianista Roberto Prosseda e il pianista robot Teo Tronico (2/09, ore 18, Jesi Piazza delle Monachette), il “Concert Jouet” tra clown e musica (8/09, ore 17,30 Piazza delle Monachette), il musical “Into the woods” (22/09, ore 17, Teatro Pergolesi), il Social Opera “Carmen, dove sono le emozioni” (27/09, ore 21, Teatro Pergo-
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lesi). L’omaggio a Pergolesi e Vivaldi vede ospiti internazionali. In “Baroque Reloaded” (4/09, ore 21, Piazza delle Monachette) il compositore Matthieu Mantanus e la visual designer Sara Caliumi rileggono la musica barocca in chiave elettronica e con il video mapping. La soprano Gemma Bertagnolli con Gli Archi del Cherubino propone “La Furia e l’Estasi” (11/09, ore 21, Chiesa di San Nicolò); il violoncellista Gaetano Nasillo nel “Giardino di Partenope” (19/09, ore 21, Chiesa degli Aroli di Monsano); “Le quattro stagioni” di Vivaldi con I Solisti Aquilani e uno spettacolo di videomapping in piazza delle Monachette (15/09, ore 21). In ambito classico: la violinista Francesca Dego in duo con Francesca Leonardi nel concerto “Suite Italienne” (1/09, ore 21, Piazza delle Monachette); il pianista Ramin Barhami in duo con il flautista Massimo Mercelli in “Bach Sanssouci” (8/09, ore 21, Piazza delle Monachette); il concerto “Vibrato sublime” in collaborazione con Residart Festival (12/09, ore 21, Teatro Pergolesi); “Opera!” in prima assoluta diretto da Beatrice Venezi (Teatro Pergolesi, 20/09, ore 21), con i giovani solisti del Time Machine Ensemble su musiche di compositori contemporanei; “Popularia Aurea” (28/09, ore 18, Teatro Pergolesi). Numerosi i concerti dal jazz ai confini del pop. Il 3/09, ore 21, al Teatro Pergolesi c’è Richard Galliano, il più importante fisarmonicista vivente, con il suo quintetto; il 9/09, ore 21, in Piazza delle Monachette suona il “Accordi e disaccordi”, trio gipsy & swing jazz. Tra le grandi voci quelle di Antonella Ruggiero (14/09, Teatro Pergolesi, ore
// Alice
// Beatrice Venezi
// Antonella Ruggiero
Stagione Lirica
// Matthieu Mantanus
// Roberto Posseda 21) in un programma di grandi successi, e di Alice in “Art e Décoration” (21/09, ore 21, Teatro Pergolesi) su musiche di Satie, Fauré, Ravel, Villa-Lobos, SaintSaëns. Il 17/09, ore 21, il sassofonista Baptiste Herbin con la Colours Jazz Orchestra sarà in Piazza delle Monachette. Molti gli spettacoli che offrono un’esperienza unica e multisensoriale. Come “Pianetti Experience” (1/09, ore
Tre titoli del grande repertorio e una nuova produzione di “Circopera” caratterizzano il cartellone della 52ª Stagione Lirica del Teatro Pergolesi. L’inaugurazione venerdì 18 ottobre (ore 20.30) e domenica 20 ottobre (ore 16) con anteprima giovani mercoledì 16 ottobre (ore 16) con “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, diretta da David Crescenzi, con la regia di Matteo Mazzoni, le scene di Benito Leonori, i costumi di Patricia Toffolutti. Si tratta di una nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini. Venerdì 22 e sabato 23 novembre alle ore 20.30, e domenica 24 alle ore 16, con anteprima giovani il 19, 20 e 21 novembre, debutta in prima rappresentazione assoluta la nuova produzione “Il Lato Nascosto. CircOpera lunare” della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con El Grito Circo Contemporaneo all’antica. Lo spettacolo, diretto da Marco Attura sul podio del Time Machine Ensemble, con la regia di Giacomo Costantini, le scene di Benito Leonori ed i costumi di Beatrice Giannini, coniuga la tradizione operistica italiana con la tradizione musicale del circo. Venerdì 29 novembre, ore 20.30, e domenica 1° dicembre, ore 16, con anteprima giovani mercoledì 27 novembre, va in scena l’opera “Turandot” di Giacomo Puccini, diretta da Pietro Rizzo con la regia, le scene, costumi e luci di Pier Luigi Pizzi, in una nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con Fondazione Rete Lirica delle Marche e Teatro Marrucino di Chieti. Venerdì 20 dicembre, ore 20.30, domenica 22, ore 16, con anteprima giovani mercoledì 18, c’è “Carmen” di Georges Bizet, diretta da Beatrice Venezi con la regia di Paul-Émile Fourny, le scene di Benito Leonori, i costumi di Giovanna Fiorentini, light designer Patrick Méeüs, per una nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in co-produzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole, Opéra de Massy, Opéra de Reims et Centre lyrique Clermont Auvergne, Fondazione Rete Lirica delle Marche.
17 e 19), percorso musicale dal ‘500 all’800 con allestimento di luci e colori; il concerto “A riveder le stelle” (7/09, ore 21) con il pianoforte di Carlo Guaitoli al parco Colle Celeste di Maiolati e la scoperta di astri e nebulose grazie alla partecipazione dell’astrofisico Gianluca Masi; lo spettacolo “E come il vento” per i 200 anni della scrittura de L’infinito di Giacomo Leopardi (10/09, ore
21, Chiesa di San Nicolò), con il poeta Carlo Rondoni, il pianoforte di Nazzareno Carusi e la danza di Agnese Trippa; l’evento “Nijinsky. Danza musica e poesie” a cura di Daniele Cipriani (13/09, ore 21, Chiesa di San Nicolò) con l’attrice Vanessa Gravina; infine tre concerti “Wine opera” (8, 15 e 22/09, ore 11) nelle cantine Pievalta, Vignamato e Colonnara.
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LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI
Si sono da poco tempo concluse le elezioni amministrative in molti Comuni della Vallesina che hanno per certi versi modificato alcuni scenari fino a poco tempo fa impensabili di cambiamento. Al di là di vincitori e vinti, su cui molto è già stato scritto, la nostra riflessione va a posarsi sull’impressionante numero di liste civiche presenti nei cartelloni elettorali, tutte pronte a chiedere la fiducia ai propri elettori nel segno di un cambiamento. Poco tempo fa, in occasione di un’importante manifestazione cittadina, un guru della comunicazione politica sottolineava l’importanza delle parole usate durante la campagna elettorale e come tra queste “cambiamento” aveva oramai raggiunto un alto grado di inflazione, e come la lista civica potesse essere il “brand”, tanto da spingere alcuni se non molti partiti a rivestire essi stessi tali sembianze. Il fenomeno è sicuramente da studiare e non può essere affrontato in poche righe, proveremo in poco spazio a mettere l’accento su uno dei tanti aspetti. La Politica, badate bene alla P maiuscola, da molti anni fa molta fatica a fornire quelle soluzioni che la quotidianità richiede, risultato ottenuto anche per una mancanza cronica del Paese di programmare su grandi temi e su larga scala. Si lavora in una campagna elettorale senza sosta, basata più sul distruggere l’altro che su proposte e programmi concreti: non va bene nulla, ma non sono in grado di darti un’altra soluzione. La Politica non sceglie più, perché effettuare delle scelte vuol dire inevitabilmente accontentare qualcuno e scontentare altri ed i voti in tal maniera spesso non tornano. Meglio non muoversi, barcamenarsi, non risolvere, spostare la decisione o non decidere affatto. A Jesi il civismo, quello per l’interesse dei cittadini, è arrivato nel 2012 quando ancora il termine cambiamento era poco conosciuto o per lo meno poco utilizzato. Nel
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2017 ha avuto la conferma del suo operato e della fiducia nello stesso da quasi il 60% dei cittadini. Un cambiamento che ha permesso in questi anni di destinare fondi per la sicurezza scolastica, per realizzare strutture per i deboli e per il sociale, sono nate le prime piste ciclabili, si è tornati a parlare di investimenti grazie alla messa in sicurezza del bilancio comunale, si è tornati a programmare il futuro della città con una piscina riammodernata e più efficiente, una nuova scuola, una nuova illuminazione cittadina meno dispendiosa, si è messo mano alle infrastrutture viarie cosi come si stanno portando a termine progetti di riqualificazione delle principali piazze cittadine, la città come meta turistica sta muovendo i suoi primi ma significativi passi, si affrontano temi importanti e “scomodi” come quello dei rifiuti visti come risorsa e come evoluzione necessaria nel loro trattamento e smaltimento, in tal senso anche la questione Centro Ambiente. Si sono date soluzioni, risposte, in un termine più semplice, ma non per questo riduttivo: si è fatto. Si è scelto nell’interesse ed in una visione della città nella sua interezza, ponderando e motivando la linea presa, siamo andati incontro a critiche e perché no a dissenso - soprattutto sulle piazze social - ma intraprendendo sempre una rotta, si sono realizzati alcuni di quei sogni che qualche anno fa per molti potevano essere custoditi solo in un libro. Scegliere, decidere, costruire concretamente un futuro, siamo convinti che sia proprio questo il senso del cambiamento che si cercava e per cui abbiamo e continueremo a lavorare come forza politica di maggioranza, Jesi non è solo un bene di tutti ma deve essere anche l’orgoglio di chi la vive quotidianamente, apportando il proprio mattoncino in maniera civica e partecipe. Non un sogno, un traguardo. Gruppo consiliare JesiAmo
Grande soddisfazione si è provata nell’apprendere che il Comune di Jesi è tra i primi in Italia per la sua efficienza e tale risultato è stato reso noto dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani diretto dall’economista Carlo Cottarelli. In una classifica di 170 città sopra 40.000 abitanti a statuto ordinario, la nostra Jesi si colloca al 12° posto ed è il primo Comune della regione Marche. Il meccanismo si basa su un confronto tra indicatori di spesa dell’amministrazione e quelli relativi ai servizi offerti alla città tra cui, la viabilità ed il territorio, i servizi per il sociale, lo smaltimento dei rifiuti ecc. La nostra amministrazione ha da sempre posto l’attenzione sui conti di bilancio e talvolta siamo stati etichettati come “contabili” ma - come in ogni famiglia, impresa o ente - è indispensabile tenere sotto controllo la situazione finanziaria cercando di contenere le spese, evitando gli sprechi ed impiegando le risorse a disposizione per migliorare la qualità di vita della propria comunità. In quest’ottica sono state realizzate strutture come il Maschiamonte, la Casa delle Genti, l’Azzaruolo, il Centro Diurno per l’Alzheimer e si stanno affidando i lavori per la ristrutturazione della Casa di riposo in modo da aumentare i posti degli ospiti fino a 150 e da ridurre la lista di attesa. Massima attenzione rivolta ai più deboli, ai disabili ed alle loro famiglie. L’oculatezza impiegata in questi due mandati ha permesso di poter aver i conti in ordine e ciò, a sua volta, ha comportato la possibilità tra l’altro di poter accendere mutui per procedere alla sistemazione delle strade cittadine ed alla compartecipazione con il Ministero dell’Istruzione per la costruzione della nuova scuola Lorenzini. L’accensione di un mutuo per poter velocizzare la realizzazione del nuovo plesso scolastico, scollegandosi dall’Inail, permetterà a tanti studenti della scuola media Lorenzini di poter lasciare le aule del Seminario dove attualmente si trovano a causa dell’inagibilità della loro
vecchia struttura scolastica. Ciò significherà che i giovani avranno spazi più adeguati ed il Comune non dovrà più sostenere la spesa per l’affitto dei locali. Attenzione per il territorio mostrata con la sinergia instaurata tra la Fondazione Colocci, l’Università di Camerino ed alcune imprese, per la realizzazione di Master affinché ci sia formazione di giovani laureati che possano essere di supporto alle aziende e ciò, certamente, rappresenta una grande opportunità per i giovani e le aziende. Gruppo consiliare JesInsieme
La pazza primavera ci ha lasciato una serie di impegni che l’Amministrazione Bacci sta portando avanti in un confronto continuo con la cittadinanza. In particolare la tematica principale, a questo punto, è la salvaguardia dei livelli dei servizi ospedalieri del Carlo Urbani, messi in discussione dalle non scelte della Giunta Ceriscioli rispetto al piano ferie, alla mancata conferma del personale necessario per tenere aperti i reparti e per le sostituzioni. Fatto gravissimo che solo con la determinazione del Sindaco Bacci e dei Sindaci coinvolti, con un forte impulso politico, potrà essere sbloccato. Con la salute non si scherza! Altro tema di particolare attualità è l’impianto di compostaggio, oggetto di attenta valutazione da parte dell’Amministrazione comunale e dei gruppi di maggioranza, con viaggi di approfondimento in impianti similari a Trento e a Foligno e incontri con gli interessati e la cittadinanza. Abbiamo chiesto la massima garanzia delle scelte basate su eventuali tecnologie all’avanguardia, informazione e condivisione con la popolazione, controllo del procedimento e sulla eventuale gestione con il nostro Comune protagonista. Le premesse per tali accorgimenti ci sono tutte. Il Sindaco e l’Amministrazione si stanno muovendo proprio su questo versante garantendo una valutazione seria e il piu’ possibile condivisa nell’interesse esclusivo della città. Gruppo consiliare PattoXJesi
Carissimi concittadini, dal 2012 al 2017 abbiamo scelto di condividere il percorso con il Sindaco Bacci. Come ben sapete è iniziato tutto con l’apparentamento visto che ci eravamo presentanti con il nostro candidato sindaco Giampaoletti e dopo l’esperienza positiva abbiamo condiviso la scelta con Bacci per il suo secondo mandato creando una lista civica senza tesserati politici, in modo da cercare di amministrare al meglio la nostra città. Il 59% degli Jesini ha scelto di far eleggere Bacci e anche la nostra lista è stata eletta, ma con un solo Consigliere Comunale: Giampaoletti. In questi ultimi due anni la collaborazione con la maggioranza molto spesso non coincideva con il nostro modo di lavorare e anche in campagna elettorale alcune cose non sono andate bene, ma ormai sono questioni passate. In questo periodo alcune nostre proposte non sono state accettate o non condivise, come ad esempio la chiusura dell’università che per noi, come abbiamo sempre detto, era un valore aggiunto e anche se oggi ci saranno altri corsi diventando quasi come un polo universitario non sarà più come prima. Altro punto fondamentale è la costruzione della torre Erap che Insieme Civico dal 2012 ha dato sempre parere negativo e ha continuamente cercato di stimolare il Sindaco a trovare delle soluzioni alternative che secondo noi potevano essere fattibili, inoltre secondo noi la tassa di soggiorno risulta essere troppo alta per la nostra città e si poteva procedere diversamente magari facendola valere solo nei mesi estivi. Riguardo la tassa di soggiorno non ci ha trovato d’accordo neanche i primi investimenti che sono stati fatti con i soldi incassati. Ci sono molti punti critici come la manutenzione delle strade, i giardini, l’illuminazione, la scelta riguardo le piste ciclabili, i parcheggi, i trasporti pubblici… Inoltre anche delle interrogazioni e mozioni che il nostro gruppo ha cercato di presentare tramite il suo consigliere non sono
state accettate dalla maggioranza perché poteva mettere in difficoltà la Giunta. Da notare, dopo il primo mandato la mancanza di meritocrazia che la nostra lista ha avuto, mentre le altre tre liste sono state tutte premiate; vogliamo ricordare cari concittadini che nell’ultima tornata elettorale Insieme Civico non è stato determinante per la vittoria, ma nel primo mandato 2012 invece sì, perciò Bacci questo lo doveva ricordare nel secondo mandato. Altre difficoltà sono state quelle nel segnalare delle problematiche che poi venivamo messe nel dimenticatoio o visto che, per Bacci e alcuni componenti della maggioranza, non siamo stati determinanti per la sua elezione venivano magari cancellate dalla lista delle cose da fare. Queste cose, e anche la mancanza di molti mesi del nostro consigliere per infortunio, ha determinato una vivibilità difficile nella maggioranza, ma è stata una scelta sofferta dal punto di vista politico visto che uscire dalla maggioranza e andare in opposizione è stata difficilissimo e, nonostante una lettera personale che il nostro consigliere ha scritto al Sindaco, per spiegare le motivazioni di questa decisione condivisa da tutto il direttivo non è pervenuta nessuna risposta o telefonata in merito alla questione. Lasciamo ai cittadini la risposta in merito. Ora che siamo in opposizione, per noi non cambia nulla visto che siamo e saremo sempre disponibili a parlare con tutti i cittadini e anche con le altre forze politiche, per trovare “insieme” delle soluzioni riguardo le problematiche di tutta la città. Il tutto sarà in modo diverso con mozioni, interrogazioni e interpellanze in Consiglio Comunale e attraverso comunicati stampa e social media. Tutto ciò anche tramite l’Associazione Insieme Civico, rispettando il nostro motto “Ascolto di tutti per decidere insieme”; anche se questo non è stato compreso dai nostri ex colleghi di maggioranza. L’Associazione è disponibile a prendere in considerazione tutte le questioni, basta scrivere ad insiemecivico@libero.it Gruppo consiliare Insieme Civico
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Qualcosa è cambiato, come titolava quel famoso film. Finalmente dopo tanti video girati sul posto, diverse interrogazioni e una mozione respinta sulla situazione del Parco del Vallato in cui si chiedeva l’intervento del Prefetto data la elevata tensione culminante spesso con risse fra bande, presentata da parte della sottoscritta, fondatrice del Comitato Parco del Vallato - Via del Molino. Finalmente un pugno deciso contro una situazione marginale forse per alcuni, ma che i n realtà nasconde una delle più importanti piazze di spaccio per chi detiene stupefacenti al fine del consumo e della vendita, si ricorda come si possa tranquillamente arrivare in treno e ripartire con la corriera o viceversa dopo aver commissionato il fatto. Uno scenario ostile verso gli spacciatori, messo in atto dalla sinergia delle forze dell’ordine come in questi giorni, è un segnale preciso e senza dubbi per chi invece sin’ora ha pensato che il grido di aiuto dei residenti del Parco del Vallato - Via del Molino cadesse nel vuoto. Ciò mi spinge a dare il mio caloroso benvenuto al nuovo questore dr. Cracovia che insieme al dirigente della polizia dr. Sica e all’Arma dei carabinieri stanno setacciando il territorio svolgendo un lavoro egregio. Al di là infatti dei dati sui crimini in calo e l’errata percezione della sicurezza o insicurezza sarebbe meglio dire. I cittadini, tutti, non vogliono sentirsi so li a combattere con situazioni più grandi di loro. È certamente, poi, un risultato evidente come i cittadini di buona volontà attraverso l’uso corretto degli organismi giuridici possano ottenere risultati concreti. Anche l’incontro avuto con il signor Rachetta titolare della discoteca Noir per diminuire i problemi legati alla presenza della discoteca in via del Molino, hanno di gran lunga migliorato la situazione, riducendo al minimo l’impatto con gli abitanti della via e limitando i casi di vandalismo e forte inciviltà da parte di alcuni avventori del locale. Se c’è un morale della favola per così dire è che “dividi et impera” può andar bene
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per certi partiti al Governo o su alcuni pseudo rappresentanti locali che si presentano risolutori di qualsiasi problema ispirando violenza verso l’altro, fomentando focolai dove esistono situazioni difficili. Ma si sa che il fuoco si spegne con l’acqua e alla base delle conquiste sociali o del raggiungimento di obbiettivi nel contrasto alla criminalità. Esiste sempre un dialogo, spesso non sempre felice con le Amministrazioni, come quello nel confronto con i cittadini che hanno bisogno di essere ascoltati e compresi. Ma fautore di punti di riflessione sulle decisioni da prendere per chi amministra e pattuglia il territorio. Anche questo il compito che mi sono prefissa di portare avanti ascoltando tutti! Continuando con questo dialogo senza ostruzionismo ma bensì punti di incontro per convergere alla risoluzione dei problemi. Gruppo consiliare Forza Italia
È paradossale come questa Amministrazione comunale, dopo aver detto ai quattro venti di non avere 4 milioni di euro per rifare il ponte di Minonna, all’improvviso ha preso a debito proprio 4 milioni di euro per completare il progetto della nuova scuola Lorenzini. L’Amministrazione comunale ha recentemente portato questa pratica in Consiglio, in cui il Comune di Jesi avrebbe contratto un mutuo di 4 milioni, al fine di completare più celermente la Lorenzini, senza aspettare l’esito della domanda che il Comune stesso aveva fatto all’Inail e che (è bene sottolinearlo) l’Inail non ha nemmeno negato. La stessa Direzione Centrale dell’Inail ha affermato che le lungaggini su questo progetto non sono da addebitare all’Inail (che avrebbe chiuso la valutazione a breve) ma al Comune, nella trasmissione dei documenti. Non da ultimo la realizzazione della nuova Lorenzini lievita di €
300.000 passando da 5,7 milioni a 6 milioni. Premesso che su come sono andate le cose servirebbe una maggiore chiarezza, la realizzazione della nuova struttura scolastica è sicuramente positiva per gli studenti, che potranno usufruire di un plesso scolastico adeguato. Ma su questa questione rimane da valutare in particolare la nuova localizzazione della Lorenzini in Via Schweitzer, che darà sicuramente problemi per il traffico e la viabilità cittadina. In secondo luogo questa Amministrazione comunale, che ha sempre detto di abbassare il debito, non appena il Governo gli ha lasciato la possibilità di farlo, non si è fatta certo pregare nel contratte nuovi debiti. Per quanto ci riguarda pensiamo invece che la realizzazione del nuovo ponte San Carlo debba essere la priorità per questa Amministrazione comunale e che in questo caso si è persa un’occasione importante per risolvere problema. Di questo la Giunta Bacci dovrà dare spiegazioni, agli abitanti di Minonna ed a tutta la città, sul perché si è compiuta questa scelta. Per la realizzazione del nuovo ponte San Carlo il Partito Democratico è pronto a fare la sua parte, ma ci auguriamo che questa sia anche l’intenzione di questa Amministrazione comunale dopo quanto accaduto. Gruppo consiliare Partito Democratico
Abbiamo presentato un Ordine del giorno a sostegno della prof.ssa palermitana Dell’Aria, colpita da un assurdo provvedimento disciplinare ministeriale poiché rea di “omessa vigilanza” sul prodotto di una ricerca dei suoi studenti, in cui venivano accostati alcuni punti del Decreto Salvini con le mussoliniane leggi razziali del ‘38. Al netto delle considerazioni che si possono fare sui contenuti della ricerca, il Ministero non può punire né il libero insegnamento, né la libera espressione. Il pre-
sidente del Consiglio Comunale jesino ha deciso di non iscrivere il nostro atto all’ultima seduta perché non lo ha ritenuto pertinente e in ciò è stato sostenuto dai tutti i gruppi di maggioranza (nonché dalla Lega locale). Veniamo spesso criticati per il nostro interesse a questioni “sovracomunali” che, per alcuni nostri avversari politici, non dovrebbero rientrare nelle funzioni di un attivista locale, poiché non riguardano strettamente la vita del cittadino. Ammesso e assolutamente non concesso che sia così, ribadiamo come fin dal primo giorno di attività politica, il nostro Gruppo si sia contraddistinto per l’impegno profuso nel trattare tutto ciò che a nostro avviso fa parte dell’universo politico-sociale in cui è immerso e da cui è influenzato ciascuno di noi. Le nostre Interrogazioni e Mozioni, i nostri incontri pubblici aperti, le nostre riunioni di gruppo, la nostra comunicazione virtuale e cartacea (vedi giornalino del gruppo distribuito gratuitamente in città) parlano tanto di antifascismo quanto di semafori mal funzionanti, tanto di promozione dei Diritti Umani quanto della difesa del verde pubblico; tanto della valorizzazione della nostra Costituzione quanto dei problemi specifici dei nostri quartieri. Ecco come, ad esempio, con gli introiti del partecipatissimo pranzo del 25 aprile, organizzato con partiti e realtà associative locali, interverremo sul fatiscente campo da calcio a 5 del Boario. Un’altra piccola azione concreta che va ad incidere su una zona di città per cui l’Amministrazione attuale, in connivenza con le precedenti, ha per ora arredato con tre murales, un centro
ambiente e una torre ERAP di sette piani che presto vedremo svettare sul quartiere. E mentre la Coppetella (area ad elevato rischio catastrofe ambientale) si prepara ad ospitare il Biodigestore, col benestare e l’entusiasmo della maggioranza e della Giunta, noi continuiamo col nostro percorso di lotta e proposta, critica e autocritica, filosofia politica e azione concreta dal basso e da dentro. Gruppo consiliare Jesi in Comune
Siamo contrari all’insediamento del mega biodigestore per trattare i rifiuti organici di (almeno) tutta la provincia qui a Jesi. I motivi: 1) si decide di caricare ancora una volta una zona (Coppetella) con già enormi pressioni ambientali e inserita dalla Regione in una Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale. L’AERCA va risanata, non ulteriormente inquinata! 2) “Più mangia più guadagna” La sostenibilità economica di questo impianto è data unicamente dalla quantità di materiali im-
messi e strettamente dipendente dal “drogaggio” degli incentivi pubblici. Oltre non esserci garanzia sulla durata degli stessi, questo rende, paradossalmente, sconveniente qualsiasi prassi virtuosa di riduzione a monte. 3) Non risulta siano state adeguatamente valutate tutte le possibili soluzioni alternative. La discussione è iniziata subito sul “dove” fare il megadigestore e mai sul “cosa” fare e sul “se fare” questo impianto. 4) L’affidamento per la stesura dello studio di fattibilità è stato effettuato dall’ATA indicando già la volontà di fare il digestore provinciale a Jesi, senza che il Consiglio comunale lo abbia deciso e senza un mandato chiaro preventivo votato esplicitamente dall’assemblea dei Sindaci. 5) Lo stesso studio di fattibilità parla di un costo esorbitante (circa 35milioni di euro), che, in situazione ottimale sarebbe ammortizzato in almeno 9/10 anni. Solo dopo 20 di esercizio si ipotizzano utili bassissimi. Sempre nel caso che gli incentivi pubblici perdurino per tutta la durata di vita dell’impianto. Altrimenti un ampliamento dello stesso diverrebbe sicuro. 6) Sono già pensati ed approvati insediamenti importanti, come il centro unico di risposta per le emergenze regionale e il magazzino regionale del farmaco, che vanno a coincidere proprio con la zona proposta per l’impianto. Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle
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