Alle famiglie di Jesi
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anno XXVI n. 1 / Marzo 2019
Periodico del COMUNE DI JESI
NUOVO PONTE S.CARLO PRENDE IL VIA LA PROGETTAZIONE
Direttore responsabile: FRANCESCO CHERUBINI In redazione: Simone Brunori e Francesco Maria Tiberi Direzione e Redazione: piazza Indipendenza 1, Jesi (tel 0731 538365) jesioggi@comune.jesi.an.it Stampa: Rotopress International Srl Registrato al Tribunale di Ancona (n.27 del 14/12/93). Fondato nel 1972
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Il primo Centro regionale per l’Autismo
foto Cristiana Loccioni
JESI CITTÀ REGIA: ECCO IL LOGO © Ballarini
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CASE IN COOPERATIVA PIÙ FACILE ELIMINARE I VINCOLI p. 10
GEMMA PERCHI LA PIONIERA DELLE LOTTE SINDACALI Si celebrano i 100 anni delle 8 ore
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Il nostro cielo è ancora più blu Il 9 marzo 2019 è un’altra data che merita di restare scolpita nella storia di questa nostra città. Perché, al termine di un percorso durato lunghi anni, intralciato dalla burocrazia, ma anche da una situazione incancrenitasi che avevamo ereditato a vari livelli di responsabilità, Jesi ha finalmente aperto il Centro per l’Autismo, il primo in assoluto della nostra regione. Un risultato straordinario perché ottenuto con pazienza, tenacia e determinazione da Amministrazione comunale, famiglie, associazioni, Azienda Servizi alla Persona. Abbiamo fatto gruppo tutti insieme, siamo stati uniti anche nei momenti di maggior sconforto quando non ottenevamo risposte, quando sembrava paradossalmente impossibile sbloccare lo stallo che si era creato. Abbiamo lottato su più fronti, investito risorse comunali (quasi 340 mila euro, oltre ad aver messo a disposizione l’immobile) benché questa struttura, per altro più sanitaria che sociale, abbia valenza interprovinciale ed erano altri soggetti che avrebbero dovuto farsi carico delle spese. Abbiamo fatto sentire la nostra voce laddove era necessario. Ed alla fine abbiamo ottenuto quello che volevamo, quello che era giusto che fosse: una struttura residenziale capace di accogliere soggetti con questa particolare condizione, per aiutarli nelle loro attività quotidiane, ma anche per essere di supporto alle famiglie troppo spesso lasciate sole. Famiglie di Jesi, della Vallesina, della provincia di Ancona, e non solo. Perché Jesi sarà il cuore dell’assistenza ai soggetti autistici, in qualsiasi Comune essi abitino. Un ringraziamento lo merita il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, che si è impegnato con Jesi in prima
persona per superare i problemi e accelerare i tempi di realizzazione e attivazione di questa struttura. È stato il nostro punto di riferimento e ci ha fatto estremamente piacere che sia stato lui ad inaugurare la struttura, insieme al direttore generale dell’Asur Alessandro Marini; Asur che è stata fondamentale nel condividere questo progetto e farlo proprio per la parte di sua competenza. Ma un doveroso grazie lo merita anche il nostro assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri perché davvero si è spesa tantissimo affinché tutti gli aspetti amministrativi venissero risolti al meglio ed i rapporti tra la componente sanitaria e quella sociale trovassero la migliore sintesi possibile. Ed infine piena gratitudine anche al Rotary Club di Jesi che ha generosamente fornito gli apparati illuminotecnici di questa struttura. L’abbiamo messa ora a disposizione dell’Asp per la gestione, attraverso il qualificato personale della Coos Marche, ma idealmente l’abbiamo consegnata alle famiglie dei soggetti autistici, con la garanzia che non saranno lasciate più sole. Il 2 aprile di ogni anno, Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, proprio su suggerimento di una famiglia coloriamo di luce blu l’Arco Clementino. Il blu è infatti il colore che
universalmente rappresenta tale condizione. Quest’anno, mi piace pensare che non solo l’Arco, ma finalmente l’intero cielo sopra di noi sarà ancora più blu! Una data importante quella del 9 marzo, dicevo. Come importanti sono le date che hanno caratterizzato l’apertura di tante altre strutture destinate alle fasce sociali più fragili della popolazione. Penso al centro diurno Maschiamonte per persone con disabilità, costruito ex novo in Viale Aldo Moro, alla casa per i senza fissa dimora al Cascamificio, al centro per l’Alzheimer di Via San Giuseppe che per altro sarà presto trasferito in uno spazio nuovo e ancor più grande in Via Jugoslavia grazie alla generosa donazione di Cassio Morosetti. Penso anche all’emporio solidale che completa e rafforza il tavolo della solidarietà per dare pasti e alimenti alle famiglie in marginalità economica. Una rete capillare di servizi, resa possibile da due precise scelte: quella politica di non togliere neanche un euro dai servizi sociali, malgrado i costanti tagli di fondi statali; e quella organizzativa di dare gambe e strumenti all’Azienda Servizi alla Persona che oggi coordina l’attività sociale di 21 Comuni della Vallesina. Questo è il nostro modo di intendere il welfare. E così continueremo a lavorare per dare risposte ai tanti bisogni! Il sindaco Massimo Bacci www.facebook.com/massimobaccisindaco
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SI RIFARÀ L’INTERA
pubblica illuminazione Un investimento da 4,5 milioni per sostituire gli 8 mila punti luce presenti nella nostra città con lampade al led. Nei lampioni fibra ottica per videosorveglianza e wi-fi Con questo mese di marzo è stata assegnata la progettazione per l’intervento di riqualificazione energetica dell’intera pubblica illuminazione della città di Jesi che rappresenterà uno degli interventi principali del programma di mandato. Perché, con un investimento di circa 4,5 milioni, si procederà a sostituire progressivamente tutti gli 8 mila punti luce esistenti in città e si implementerà l’intera rete con la fibra per predisporre i servizi di videosorveglianza e di wi-fi. L’intera operazione sarà coordinata da JesiServizi, società sotto il totale controllo del Comune. La scelta di affidare internamente tale attività è infatti risultata più conveniente, sotto il profilo economico, rispetto a quella di un affidamento esterno perché permetterà di mantenere in capo all’amministrazione il controllo, in termini tecnici ed economici-finanziari, dell’intero processo di riqualificazione. In linea generale tutti i punti luce dell’intera illuminazione pubblica saranno sostituiti con lampade al led che garantiranno una migliore visibilità assicurando un significativo risparmio energetico e, di conseguenza, economico. Nei cavidotti sarà inserita anche la fibra ottica, attraverso la quale poter attivare una serie di servizi: oltre alla videosorveglianza e all’estensione del wi-fi, tramite fibra ottica si potranno ad esempio tenere sotto controllo i semafori, installare pannelli informativi luminosi. Insomma effettuare tutta una serie di azioni ed attività che vanno sotto il nome di “smart city”. Sotto il profilo finanziario, l’intera ope-
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razione si sosterrà con circa 850 mila euro l’anno che verranno messi a disposizione della società a cui sarà affidato
il servizio. Tale somma è quella che il Comune spende nello stesso periodo di tempo per i consumi di energia elettrica e per gli interventi di manutenzione. La ditta aggiudicataria avrà un tempo massimo di 4 mesi per completare il tutto, tenendo presente che dovrà sviluppare il progetto con una previsione di spesa di 4 milioni di euro per gli impianti luce e 500 mila euro per le tecnologie relative alla fibra.
PISCINA COMUNALE
Sarà totalmente rinnovata L’Amministrazione comunale ha perfezionato con il Credito Sportivo un mutuo di 360 mila euro a tasso zero che permette di avere così a disposizione tutti i 640 mila euro necessari per un importante intervento di riqualificazione ed efficienza energetica alla piscina comunale “Grazie Bocchini” di Via del Molino. Le risorse arrivate dal mutuo, infatti, si sommano ai 280 mila euro già stanziati dalla Regione Marche grazie al terzo posto raggiunto in graduatoria nel bando dedicato agli interventi su impianti sportivi. I lavori interesseranno innanzi tutto il rifacimento della copertura dell’impianto realizzato ormai più di 40 anni fa: al posto dell’attuale telo saranno installati pannelli metallici, di alta qualità architettonica e coibentati. In programma anche il rinnovamento di caldaie e del sistema di trattamento dell’aria, con l’installazione di un impianto di microcogenerazione che consentirà di rendere più efficienti e meno costosi gli impieghi di energia elettrica e calore. Grazie a tali lavori, saranno abbattuti i costi di gestione dell’impianto rispetto al quale, per altro, l’Amministrazione comunale farà anche richiesta di accesso ai benefici del conto termico. Non solo, nel piano delle opere pubbliche del 2019 è stata inserita anche la realizzazione di un project financing per la riqualificazione e la ristrutturazione delle vasche, il rifacimento degli spogliatoi con aumento della capacità di accoglienza, la sistemazione degli esterni. Lavori importanti che prevederanno necessariamente un periodo non breve di chiusa dell’impianto.
Nuovo ponte San Carlo Inizia la progettazione Il prof. Luigino Dezi guida il gruppo di lavoro È Luigino Dezi, professore ordinario di Teoria e Progetto dei Ponti dell’Università Politecnica delle Marche, a guidare il gruppo di lavoro chiamato a progettare la realizzazione del nuovo ponte San Carlo. L’incarico è stato affidato a dicembre alla Seitec, società di cui Dezi è presidente, vincitrice della relativa gara d’appalto. Le risorse per la progettazione, pari a 325 milia euro, sono state assegnate al Comune di Jesi dal Ministero dell’Interno, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di un passaggio fondamentale perché solo in presenza di un progetto definitivo si potranno attingere ai finanziamenti statali per la costruzione della nuova opera che ammonta a oltre 4 milioni di euro. Prof. Dezi, come state procedendo? “Il primo problema che stiamo affrontando, tutt’altro che irrilevante, è quello delle interferenze presenti sul ponte. Per interferenze intendo le condotte idriche, i tubi del metano ed i cavi della luce che scorrono sotto i marciapiedi dell’attuale ponte”. E come pensate di risolverlo? “C’è un confronto con Comune e società erogatrici dei servizi per trovare la migliore soluzione sia nella fase transitoria di costruzione di un nuovo ponte che in quella definitiva. Dobbiamo capire se devono rimanere nella nuova struttura, cosa che mi auguro non accada, o se farli passare altrove, oppure interrarli. Sembra un discorso semplice, ma vi sono da compiere numerose valutazioni tecniche”. Quando sarà definito il tutto? “Mi auguro nelle prossime settimane” Poi si partirà con la progettazione vera e propria? “In realtà c’è in corso un’altra riflessione, quella di riprendere una vecchia
// Il ponte San Carlo. Qui sotto il prof. Luigino Dezi
IL SINDACO: “PRIMO OBIETTIVO RAGGIUNTO” “Abbiamo preso di petto questo problema - ha sottolineato il sindaco Massimo Bacci - ben prima che in Italia si cominciasse a parlare di ponti a causa della tragedia di Genova. Doverosa la limitazione alla circolazione, costante i contatti con Regione e Ministero per trovare una soluzione. Un primo obiettivo è stato raggiunto con questo finanziamento che ci permette di avviare la progettazione. Continueremo la nostra azione per poter arrivare al traguardo che tutti auspichiamo”.
idea progettuale e far passare il ponte più a valle, praticamente unendo Via Ricci all’imbocco della superstrada Jesi Centro, bypassando così il quartiere Minonna. Ma ovviamente questa soluzione, che prevede un chilometro di strada in più da realizzarsi ex novo, prevede ben altro investimento”. Dunque, quando si avranno notizie più certe? “Credo che con aprile una soluzione definitiva sarà presa. Poi, qualunque essa sia, si procederà spediti nella progettazione così da terminare il lavoro nel giro di qualche mese”. Per vedere realizzato il nuovo ponte quanto dovremo attendere? “Tutto dipende da chi e quando sarà finanziato. Parliamo di risorse importanti che devono essere individuate da fondi statali dedicati. Facciamo in fretta ad avere il progetto, così da poter presentare poi la relativa domanda. Appena finanziato, si procederà con la gara d’appalto e la realizzazione dell’opera. Forse già nel 2020”. Nel frattempo? “Nel frattempo è bene che l’attuale ponte San Carlo sia limitato al transito delle sole auto. La scelta di bloccare i mezzi pesanti è sacrosanta. Capisco i disagi, ma la prudenza è d’obbligo, perché comunque il ponte ha i suoi problemi”.
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STATUTO COMUNALE
Modernità nella fedeltà ai valori
Da alcuni mesi un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale e da alcuni esponenti della società civile jesina ha lavorato a una proposta di modifica dello Statuto comunale. Si è trattato di un cammino impegnativo, prolungato nel tempo e vivace sia dal punto di vista giuridicoamministrativo che politico-culturale. Non solo. È stata un’ulteriore occasione, anche per i cosiddetti corpi intermedi che hanno preso parte a questo tavolo - partiti politici e liste civiche -, per riflettere su quali strumenti e soluzioni adottare per avvicinare le istituzioni alle esigenze dei cittadini - il paese reale e il paese legale -, ma anche per confrontarsi sulle nuove sfide che la nostra Città dovrà affrontare in uno scenario socioeconomico completamente trasformato. Proprio questi mutamenti, così repentini e profondi che hanno interessato tutto il tessuto cittadino, richiedono un continuo approfondimento e un rinnovato ancoraggio alle nostre radici democratiche e antifasciste. In questo senso la riformulazione dell’articolo che definisce i «principi e finalità» si colloca lungo il solco tracciato dalla storia di Jesi e del territorio della Vallesina. Con uno sguardo proiettato in avanti questi enunciati, nuovi nella forma ma essenzialmente in linea con quanto espresso dall’attuale art. 4, risalgono il nostro percorso di popolo e fissano la lente d’ingrandimento sopra un tema tanto delicato quanto attuale come il rapporto tra Paesi membri
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e Unione Europea, tra storia locale e appartenenza comunitaria. Inoltre, la solennità che conferisce il preambolo si esprime con la prima persona plurale; Noi come cittadine e cittadini, Noi come popolo manifesta il totale riconoscimento della nostra collettività nei «principi fondamentali» sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, e onora quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la pace e per il futuro della Città. Seguendo queste traiettorie, la rimodulazione del nuovo art. 1 rinnova la gratitudine per coloro che hanno sacrificato anche la propria vita per consentire che la democrazia e la giustizia rifiorissero nel nostro territorio. Così, ribadendo l’assetto fondativo vigente, questa proposta, con finalità esclusivamente turistiche e di promozione territoriale, recupera un elemento di cultura popolare e della tradizione come il riferimento a Jesi Città Regia, frutto dell’antico legame tra la nostra città e l’Imperatore Federico II. Ma c’è dell’altro. Questo lavoro di ristrutturazione consolida e innova sul piano del reale l’orizzonte ideale e i valori di trasparenza, efficienza e coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali dell’Ente. Infatti, le novità riguardanti il Titolo II recepiscono le disposizioni sovraordinate, che hanno abolito le Circoscrizioni e rilanciano con coraggio le forme della partecipazione mediante l’istituzione dei «Comitati di quartiere o di Frazione», sancendone i principi generali, le finalità e i riferimenti normativi. Invece, un vuoto
statutario che si andrebbe a colmare riguarda le Consulte, concretamente presenti da anni nella nostra vita politicoamministrativa, ma sostanzialmente non normate nell’attuale Statuto. Un altro cambiamento che si andrebbe a disciplinare è l’«Istituto del Difensore civico». Com’è noto, questo Istituto è stato abolito per legge e pertanto l’unica possibilità esistente in materia è l’affidamento al Difensore civico regionale, «previa specifica convenzione», come attualmente garantisce questa amministrazione. Una significativa novità è sicuramente l’introduzione del Questions time, ovvero un’opportunità in stile anglosassone per le cittadine e i cittadini di rivolgere, direttamente al Sindaco o a un suo delegato, quesiti circa le questioni che riguardano il nostro territorio comunale. Tra le novità più importanti si registra anche l’inserimento del «Consigliere giovane aggiunto»; in questo caso, sempre attraverso apposito metodo democratico, si consentirebbe ad un giovane jesino frequentante le scuole secondarie di secondo grado della nostra Città, di prendere parte ai lavori del Consiglio comunale. In conclusione, queste ed altre novità che arricchiscono la proposta di modifica, sono state recentemente presentate alla cittadinanza mediante pubblicazione nel sito del Comune e attraverso un incontro pubblico. Proprio in occasione di quest’ultimo appuntamento, sono emerse osservazioni e considerazioni che si uniscono ai contributi trasmessi alla Segreteria generale; certamente l’iter che porterà alla discussione in Consiglio comunale del testo definitivo permetterà di analizzare meticolosamente tutti questi spunti e consentirà ancora la condivisione con la Città e con tutta la popolazione. Tommaso Cioncolini coordinatore del gruppo di lavoro
Un potente brand per la nostra città JESI CITTÀ REGIA Ecco il logo vincente L’idea del giovane umbro Simone Scimmi prevale tra le 175 in gara Il concorso di idee per la realizzazione del logo “Jesi Città Regia” è stato vinto da Simone Scimmi, 31 anni, grafico di Assisi, con uno studio anche a Londra. L’ha spuntata tra i 175 partecipanti di tutta Italia, le cui proposte sono state esaminate da una giuria composta da Antonio Ramini, Silvia Ciccomascolo, Matteo Catani e Loretta Fabrizi. “Mi sono ispirato alla città - ha sottolineato Scimmi nel presentare il logo - ai dettagli delle strade, dei palazzi, delle decorazioni, del centro storico, dei colori. Un lavoro di un mese circa. Sono venuto a Jesi, che conoscevo bene, in un pomeriggio dello scorso settembre e l’ho percorsa, osservata, studiata”. Nel logo niente leone, niente richiami a Federico II, ma una valorizzazione dell’identità cittadina e del sistema dei fregi che emerge in tanti dettagli. Unanime il giudizio della giuria che ha evidenziato come il vincitore abbia saputo leggere la città, producendo un segno generativo che può svilupparsi ancora, un segno che ha in sé qualcosa di elegante, raffinato, nuovo.
// Simone Scimmi di fronte al logo Jesi Città Regia insieme ai componenti la giuria Se ci fossero ancora dubbi o perplessità circa l’esistenza di tracce od evidenze del titolo di “Jesi Città Regia”, potrebbe essere utile esaminare alcuni documenti e pubblicazioni rinvenuti nella nostra Biblioteca grazie al lavoro ed alla ricerca della dott.ssa Gianfranceschi: pur in assenza di un formale titolo di attribuzione di “Regia” alla città di Jesi, in realtà questo titolo, oltre che “scolpito” su carta, era nell’animo, nella tradizione e nella cultura popolare, e da tempo, ed in tempi non sospetti, vista la datazione dei citati documenti. Sono significativi anche i saggi storici del prof. Molinelli (per il quale, inutile la ricerca di una attribuzione formale del titolo, in quanto “regia” o regale è la connotazione naturale legata alla nascita a Jesi di un Re, e quale Re, come Federico II - solo gli stolti potrebbero pensare invece ad un binomio Jesi-Casa Savoia, che nulla c’entra -), e del prof. Ramini, esimie personalità jesine, certamente non sospettabili di essere fieri monarchici. Particolare curioso ma interessante, anche una foto risalente all’anno 1970 e dintorni (periodo in cui furono Sindaci Ciuffolotti, Politi, Massaccesi, Cascia, tutti pure sicuramente non fieri monarchici), che testimonia ulteriormente una tradizione popolare (è quella della
grancassa della Banda cittadina, su cui è scritta, fra l’altro, “Regia Città di Jesi”). Nella proposta di modifica dello Statuto che viene discussa in Città in questo periodo non è prevista l’attribuzione di alcun titolo a Jesi e non se ne cambia la denominazione, ma si ricorda e si cita che “questa città vanta una lunga storia, testimoniata nei secoli da titoli gloriosi come quello di Città Regia …”. Evidenti sono però le finalità promozionali, culturali e di valorizzazione della nostra realtà, anche grazie al logo che è risultato vincitore del concorso indetto dal Comune a cui hanno partecipato più di 150 artisti di ogni parte d’Italia, con elaborati pregevoli. Una importante occasione di promozione della Città: come già detto da altri, se ben contestualizzato anche dal punto di vista turistico e non solo, “potrebbe diventare un potente brand per la nostra città, un contributo, un valore aggiunto per una ripartenza, una novità affascinante, utile a valorizzare anche tutte le eccellenze dell’intero territorio, costituendo uno stimolo che potrebbe spronare a promuovere e valorizzare una regalità proficua e costruttiva ispirata alle nostre radici, per guardare però con solide basi al futuro”. Daniele Massaccesi Presidente del Consiglio Comunale
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Il certificato anagrafico? Lo puoi chiedere anche in altri Comuni Sei un residente di Jesi che si trova a Milano o Firenze o in qualsiasi altra grande città italiana ed hai bisogno urgentemente di uno stato di famiglia o di residenza? Nessun problema, sarà sufficiente recarsi all’anagrafe di quel Comune e farsi rilasciare in quattro e quattr’otto il relativo certificato. Jesi, prima città della provincia (a cui si sono unite poi anche Chiaravalle e Poggio San Marcello), è infatti entrata ufficialmente nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, una sorta di banca dati unica che semplifica notevolmente il servizio sia per la pubblica amministrazione che per il cittadino. Ad oggi sono circa 1500 i Comuni italiani che hanno accesso alla banca dati, a partire ovviamente da quelli di maggiore dimensione. Presto sarà questa l’unica fonte dove confluiranno tutte le anagrafi, consentendo ai Comuni di svolgere i servizi, di consultare o estrarre dati, monitorare attività, effettuare statistiche, diventando l’unico punto di riferimento per l’intera pubblica amministrazione e per tutti coloro che sono legalmente interessati a tali dati, in particolare i gestori di pubblici servizi. Di conseguenza, anche un cittadino residente in un Comune che ha aderito all’Anagrafe Nazionale potrà beneficiare del medesimo servizio rivolgendosi ai Servizi demografici di Jesi. “Ad oggi - spiegano dall’Anagrafe Nazionale - le nostre identità sono disperse in ottomila anagrafi comunali. Dobbiamo portarle in una sola anagrafe, guadagnando in efficienza e risparmiando soldi ed energia, perché il cittadino non debba più preoccuparsi di comunicare a ogni ufficio della pubblica amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza, per semplificare le pro-
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cedure di variazione e uniformarle a livello nazionale, perché sia possibile ottenere certificati senza più bisogno di recarsi allo sportello. Un passo essenziale nell’agenda digitale per rendere possibili successive innovazioni, poiché avere un database a livello nazionale permetterà di superare il modello dell’autocertificazione accorciando ed automatizzando tutte le procedure relative ai dati anagrafici”.
Tirocini nelle imprese per poveri e emarginati Iniziativa di Comune, Asp e Confindustria che coinvolgerà fino a 150 lavoratori
Comune e imprese uniti per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di persone in condizioni di fragilità, disagio e povertà. Il progetto, presentato dall’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri (insieme al presidente di Confindustria Vallesina Fabio Agabiti Rosei e al direttore dell’Asp Franco Pesaresi), si avvale di fondi europei per 322 mila euro. “Saranno finanziati mille mesi di tirocini nelle industrie aderenti, che potranno coinvolgere fra le 75 e le 150 persone - ha spiegato Pesaresi - i tirocini infatti avranno la durata di sei mesi, rinnovabili fino ad un anno. Il rimborso è di 350 euro mensili». Già altre 25 persone sono impegnate nei tirocini di una prima iniziativa di questo tipo in corso, con risultati incoraggianti, come evidenziato dal direttore dell’Asp: «Fra l’assunzione già effettuata prima della scadenza del tirocinio, successivi contratti a chiamata, corsi di formazione, ottime chance di conferma, sono già sette i casi con sviluppi positivi». Soddisfatto Agabiti Rosei: «Strumento ed esperienza estremamente innovativi, questi in cui siamo stati coinvolti dall’entusiasmo dell’assessore Quaglieri e dalla professionalità dell’Asp. Una iniziativa che non cala sovvenzioni o soluzioni dall’alto, ma aiuta le persone in maniera concreta, dando loro e alle loro famiglie la possibilità di rimettersi in gioco». «Un ulteriore segno di come il territorio e le sue realtà rispondano sempre alle chiamate in causa», ha sottolineato, con piena soddisfazione, l’assessore Quaglieri.
“No Tax Zone” si replica
Stanziati oltre 20 mila euro per sostenere l’avvio di nuove attività Jesi si conferma “no tax zone” per chi intende aprire una nuova attività. È andato in archivio con rinnovato interesse anche il relativo bando riservato ai nuovi esercizi commerciali o artigianali avviati nel corso del 2018. Attraverso tale strumento vengono concessi contributi a compensazione delle imposte comunali da versare nei primi tre anni (tassa rifiuti, imposta pubblicità, Tosap Tasi e Imu se dovute). Attenzione particolare viene posta al centro ed ai borghi storici. Ma con oltre 20 mila euro di risorse stanziate, l’obiettivo è quello di ammettere al beneficio tutte le attività in graduatoria, così come avviene regolarmente dal 2014, anno in cui il Consiglio comunale ha introdotto questa opportunità che l’aveva posta in primo piano in ambito regionale.
I contributi, come noto, sono riservati alle nuove attività costituite da ditte individuali, alle società di persone, alle srl anche unipersonali. Relativamente alle imprese artigiane, l’avviso è riservato alle attività di produzione di propri beni, compreso l’artigianato artistico e l’artigianato nel settore alimentare (pizzeria, rosticceria, pasta fresca, ecc.). In graduatoria il punteggio maggiore (60 punti) è attribuito alle attività ubi-
cate in centro o nei borghi storici così come individuati dal piano regolatore, nel rispetto dell’obiettivo di favorire le nuove attività di vicinato nei quartieri più datati. Vengono tenute in considerazione con punteggi significativi (15 punti) le attività presentate da donne o giovani fino a 35 anni, ma anche (12 punti) quelle di soggetti disoccupati da almeno 12 mesi. Il contributo, come noto, è pari a 500 euro l’anno per tre anni, calcolato su una stima di quello che potrebbe essere il gettito locale. Secondo le previsioni dell’Area Servizi Finanziari, le risorse stanziate dovrebbero comunque anche questa volta essere sufficienti per coprire tutte le domande che verranno correttamente presentate, indipendentemente dal quartiere dove le attività sono ubicate.
A MARZO ANCHE LA DOMENICA
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AL VIA IL PROGETTO DI RISCATTO DELLE ABITAZIONI COSTRUITE IN COOPERATIVA I proprietari degli alloggi P.E.E.P. potranno vendere o affittare liberamente Il Comune di Jesi avvia un nuovo progetto che agevola i cittadini proprietari di immobili costruiti in aree convenzionate (PEEP o altre tipologie) che vogliono eliminare i vincoli normativi che abbassano il valore della loro proprietà e non consentono di disporne liberamente per l’affitto o la vendita. A seguito di gara pubblica, la società R.S.T. RISORSE, SVILUPPO, TERRITORIO SRL si è aggiudicata la gestione del servizio che consente ai cittadini di diventare pieni proprietari del proprio alloggio, senza tuttavia incrementi di tasse e imposte. La procedura di riscatto consente, a fronte del pagamento di un corrispettivo al Comune, di eliminare i vincoli posseduti dagli alloggi costruiti in Diritto di Superficie e in Diritto di Proprietà. Tali vincoli, alcuni anche perenni, sono specificati esplicitamente o tramite riferimenti normativi nel rogito stipulato al momento dell’acquisto dell’immobile e stabiliscono gli oneri ai quali i proprietari devono attenersi per legge, ad esempio, in caso di affitto o di vendita, l’obbligo di prezzi molto inferiori rispetto a
quelli di mercato e/o a favore di soggetti in possesso di determinati requisiti. Appena saranno concluse le attività preliminari di avvio del progetto i proprietari di immobili coinvolti saranno informati dell’opportunità di riscatto e verrà attivato lo “Sportello Riscatto Aree PEEP” al quale sarà possibile rivolgersi per conoscere l’importo da pagare al Comune, qualora si desiderasse aderire, ed avviare la procedura di riscatto. Il procedimento è semplice: è necessaria la compilazione di un modulo di richiesta a cui allegare i documenti dell’immobile e dei proprietari e si conclude con la stipula di un rogito, singolo o cumulativo (se più proprietari decideranno di aderire congiuntamente).
PERCHÉ ELIMINARE I VINCOLI? SE SI VUOLE VENDERE O AFFITTARE LA CASA - per vendere a chi si vuole al prezzo di libero mercato, significativamente superiore rispetto a quello imposto - per affittare a chi si vuole al canone di locazione di libero mercato, significativamente superiore rispetto a quello imposto SE NON SI VUOLE VENDERE O AFFITTARE LA CASA - per approfittare dei vantaggi oggi offerti dal Comune il quale però, in futuro, dovendo allinearsi ad una normativa nazionale, potrebbe dover interrompere il servizio o aumentare i corrispettivi da pagare - per aumentare notevolmente il valore della casa e trarne vantaggio nel caso in cui - il proprietario stesso, o i suoi figli, debbano chiedere un prestito in banca e ci sia la necessità di offrire garanzie - si debba rinegoziare il mutuo o chiedere una surroga - si voglia lasciare, un domani, una eredità maggiore ai figli - si debba offrire l’alloggio in garanzia a una casa di cura o di riposo, o per avere un reddito integrativo
Per maggiori informazioni: http://www.comune.jesi.an.it/riscattopeep
JESI CAPOFILA DELLE CITTÀ LOTTESCHE L’assessore Butini alla Bit di Milano per presentare il biglietto unico L’assessore alla cultura Luca Butini è intervenuto alla Bit di Milano (la Borsa internazionale del turismo) per presentare il biglietto unico con cui ammirare le opere di Lorenzo Lotto nelle Marche, primo atto dell’accordo di rete tra i Comuni lotteschi che vede Jesi capofila. La presentazione è avvenuta alla presenza di Daniela Tisi, consigliere del Ministro dei Beni Culturali, di Peter Aufreiter, direttore della Galleria Nazionale delle Marche (nella foto). Il biglietto unico consentirà l’accesso ai musei di cinque località (Pinacoteca Civica di Ancona, Musei Civici di Palazzo Pianetti di Jesi, Musei Civici di Villa Colloredo Mels di Recanati, il MASM-
Museo Arte Sacra di Mogliano, Sala degli Stemmi del Palazzo Comunale di Cingoli) oltre alla visita del percorso multimediale dell’IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia di Via Federico Conti a Jesi, dedicato alla conoscenza, formazione, divulgazione
e degustazione dei prodotti enogastronomici marchigiani di qualità. Le opere del Lotto conservate presso il Museo Pontificio Santa Casa di Loreto e presso la chiesa di Santa Maria in Telusiano di Monte San Giusto sono visitabili gratuitamente, mentre l’ingresso alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino si paga a parte (consultare il sito www.gallerianazionalemarche.it). Chi acquista il biglietto unico (costo intero € 10,00; ridotto € 7,00 per le fasce di età 15-25 anni e per i gruppi oltre le 15 persone) risparmia ben 16 euro sul prezzo intero e può scegliere liberamente la successione di visita.
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POPOLAZIONE ANZIANA IN SENSIBILILE AUMENTO Quasi 11 mila i cittadini con più di 65 anni. Per garantire una efficace rete di servizi impegnati 4,4 milioni Gli over 65 sono passati a Jesi dai 9.434 del 2008 ai 10.873 del 2018, con un incremento nel decennio del 15,25%. Una crescita significativa che ha come conseguenza un aumento di bisogni ed aspettative per questa parte della popolazione che rappresenta ormai quasi un terzo dei residenti. Se ne sta rendendo conto anche l’Azienda Servizi alla Persona, l’organismo a cui il Comune di Jesi (insieme a quelli della Vallesina) ha affidato la gestione del welfare. Nel 2019, infatti, aumenta ancora il budget che sarà destinato alla terza età, sviluppando una rete di servizi che parte dalla casa di riposo e tocca una serie di prestazioni che provano a dare risposta alle molteplici esigenze presenti in città. Più in particolare nel corso dell’anno al settore anziani sono destinati complessivamente 4,4 milioni di euro in servizi per una platea di utenti che supererà le 300 unità. La quota principale, pari a 3,5 milioni, è ovviamente per la casa di riposo di Via Gramsci che oggi accoglie 113 ospiti e presenta una lista di attesa di almeno altre 100 unità. Proprio in considerazione di tale situazione, oltre che per la vetustà dell’edificio, sta partendo la progettazione per la riqualificazione e l’ampliamento per un investimento complessivo di 5 milioni. Obiettivo: oltre a rendere la casa di risposo perfettamente funzionale ed efficiente, anche quella di ricavare altri 40 posti, di cui 20 da destinare a Rsa (residenza sanitaria assistenziale) ed altrettanti aventi il medesimo standard. Il 2019 vedrà anche l’inizio dei lavori del nuovo centro Alzheimer che sorgerà in Via Jugoslavia (articolo nel riquadro), in sostituzione dell’attuale, provvisoriamente ospitato in Via San Giuseppe, dove gli utenti sono una decina
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per una spesa annua di 276 mila euro. Altri 20 pazienti con tale patologia partecipano al caffè Alzheimer, l’iniziativa settimanale promossa dall’Asp per favorire momenti di socializzazione. In 40 sono gli anziani ex dipendenti pubblici o loro familiari non autosufficienti a cui è destinato il fondo di 250 mila euro che l’Asp gestisce per conto dell’Inps. L’assistenza domiciliare
richiede 162 mila euro e ne beneficiano 32 utenti, mentre altri 21 si vedono ricevere a casa pasti a domicilio: in questo caso la spesa è di 21 mila euro. Sono 62 gli over 65 che beneficiano di un assegno di cura, capitolo che incide per 109 mila euro. Completa la rete dei servizi il telesoccorso e la teleassistenza per 10 utenti e l’integrazione alle rette per altri 2.
Dalle ceneri dell’ex asilo nido il nuovo centro per l’Alzheimer Sarà presto demolito l’ex asilo nido Cepi di Via Finlandia, dalle cui ceneri nascerà il nuovo centro per l’Alzheimer frutto della generosa donazione del vignettista e umorista Cassio Morosetti. Il progetto del nuovo edificio, che vedrà coinvolti i tecnici comunali con professionisti specialisti per interventi su particolari strutture, sarà calibrato per la tipologia di pazienti a cui è destinato. Distribuito in circa 450 metri quadrati in un unico livello, permetterà di ospitare oltre una ventina di pazienti. Una volta completato e arredato, sarà assegnato all’Asp per la relativa gestione. L’intera operazione, come detto, è finanziata con 800 mila euro donati da Cassio Morosetti, il celebre umorista che da Milano, a 96 anni, ha chiamato il sindaco Massimo Bacci per comunicargli la volontà di dare un concreto segnale di vicinanza alla sua città natale.
POVERTÀ
NUMERI IN CRESCITA Comune in prima linea insieme all’Asp per sostenere le famiglie in difficoltà: aiuti concreti ad oltre 1.300 utenti, in campo 1,3 milioni di euro Una platea di oltre 1.300 cittadini aggrappata al sostegno del Comune, tramite l’Azienda Servizi alla Persona, per far fronte a disagio economico se non addirittura a povertà. È un dato in crescita quello che fotografa la situazione del 2018 a Jesi dove i servizi attivati per far fronte alle criticità derivanti da situazioni economiche difficili trovano ampia richiesta da parte di un elevato numero di famiglie. Pari a un milione e 333 mila euro le risorse messe in campo per provare a dare risposta ad esigenze primarie. In particolare 380 mila euro sono stati destinati a contributi assistenziali per 392 cittadini in condizioni di indigenza, altri 75 mila euro sono stati impegnati per gestire il centro di pronta accoglienza per senza fissa dimora dove si sono fermati in 326 utenti. Per la socializzazione e l’integrazione di soggetti affetti da disturbi
mentali (129) e per il sostegno delle loro famiglie sono stati investiti 91 mila euro. Altri 25 mila euro sono stati destinati al funzionamento del Centro per l’integrazione sociale all’ex Appannaggio, finalizzato a favorire l’integrazione delle persone migranti nel tessuto sociale cittadino: in 241 ne hanno fatto accesso per ricevere un servizio di accoglienza, ascolto, informazione, orientamento e consulenza. La parte più significativa, pari a 760 mila euro, è stata infine destinata a progetti a valere sul Sostegno all’inclusione attiva e alla successiva misura del Reddito di inclusione, oltre che ad altre iniziative di contrasto alla povertà per complessivi 209 utenti. In tutto sono stati 1.364 nel corso del 2018 i destinatari dei vari benefici offerti. Sullo sfondo nuovi servizi che l’Azienda Servizi alla Persona intende imple-
// Operatori dell’Adra impegnati nella distribuzione di cibo e vestiario
mentare. È entrato da gennaio a regime l’emporio solidale alla Caritas dove, con una apposita card, le famiglie in difficoltà possono procedere a ritirare beni alimentari primari. Ed è pronto sempre presso la Caritas - con la presenza dell’Asp - il secondo centro di accoglienza, con possibilità di prolungare la presenza, per almeno altri 6 posti letto. Il tutto accompagnato dalla straordinaria solidarietà dell’associazionismo. Coordinate da Comune ed Asp, infatti, Adra, Amicizia a domicilio, Caritas e San Vincenzo de Paoli hanno creato una rete che si fa carico di ritirare pasti non consumati dalle mense centralizzate e prodotti alimentari a scadenza ravvicinata o non commerciabili da parte di supermercati, aziende agroalimentari e negozi: quasi 150 le famiglie a cui vengono ridistribuiti ogni anno, per 600 utenti complessivi. “Questi dati - sottolinea il sindaco Massimo Bacci - sono la conferma di una situazione che nel tempo sta peggiorando, nel senso che i numeri certificano uno stato di disagio sempre più evidente. Il fatto di affrontare queste problematiche in stretta collaborazione con i Comuni dell’Ambito si è dimostrata una scelta assolutamente adeguata per dare risposte concrete ai cittadini”. All’Azienda Servizi alla Persona sarà demandata anche l’attività relativa al nuovo Reddito di cittadinanza. Secondo le prime stime della stessa Asp, a poter beneficiare di questo sostegno potrebbero essere, a Jesi e nei 20 Comuni della Vallesina, tra i 500 ed i 600 cittadini.
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PREVENZIONE A SCUOLA JESI PRESA A MODELLO Contro i casi di maltrattamento la positiva esperienza nella nostra città all’esame del Ministero della Pubblica Istruzione L’esperienza di Jesi nella prevenzione dello stress psicologico delle insegnanti degli asili nido diventa un caso di studio nazionale. Sarà presentato all’Ordine Nazionale degli Psicologi che sta portando avanti con il Ministero dell’Istruzione una proposta per individuare i migliori strumenti contro il fenomeno di maltrattamento sui minori a scuola. Il percorso avviato dal Comune di Jesi è risultato infatti assolutamente innovativo e coerente con un obiettivo di fondo: quello di prendersi cura di chi cura la crescita dei più piccoli. Un percorso che supera l’idea delle telecamere nelle scuole dell’infanzia, perché punta alla prevenzione e a scongiurare fenomeni che, oltre a suscitare profonda indignazione, hanno costi sociali notevoli per la Comunità. L’assessore Campanelli spiega: “A Jesi da due anni abbiamo sperimentato un programma che coinvolge una psicologa-psicoterapeuta nei nidi comunali dove svolge un’attività di formazione, di ascolto e supervisione in gruppo con il personale insegnante e ausiliario delle due strutture pubbliche. Viene messo a disposizione anche uno sportello di ascolto ai genitori. I risultati sono stati molto positivi e contiamo di mutuare questa esperienza anche negli altri sei nidi e centri per l’infanzia in concessione o convenzionati, perché è un’esperienza che deve coinvolgere l’intera città. Di questo progetto sarò chiamata a riferire all’Ordine Nazionale degli Psicologi in un prossimo incontro e sinceramente la cosa non può far che piacere. La situazione nei nostri nidi pubblici continua l’assessore - è assolutamente tranquilla, perché abbiamo ottime professioniste. Ma è accaduto che alcuni
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genitori, a fronte del clamore mediatico suscitato da casi nazionali di maltrattamenti, chiedessero anche a Jesi l’installazione di telecamere interne. Come d’altro canto qualcuno in Parlamento tenta oggi di proporre. Io sono assolutamente contraria al lavoro di professionisti svolto sotto l’occhio del grande fratello. Occorre costruire un percorso che prevenga tali fenomeni, perché è oggettivamente vero che quello dell’insegnante nei nidi è uno dei lavori a più alto livello di stress correlato con l’attenzione e il nervosismo che ciò comporta. Ma proprio per questo risulta fondamentale lavorare sulla prevenzione”.
La “casa di Emma” per vivere... fuori casa Si chiama “La casa di Emma”, è in viale Puccini, quarto piano con ascensore, 95 mq più garage: ospiterà per due fine settimana al mese, dal sabato alle 10 alla domenica alle 17, giovani dai 18 ai 35 anni con disabilità intellettive. In tutto 14 - residenti nei 21 Comuni dell’Ambito 9 - che si alterneranno, sia maschi che femmine, in gruppi di 6, accompagnati dagli educatori del progetto. Si tratta del secondo appartamento dedicato al vivere fuori casa, l’altro si trova in Viale del Lavoro - ma è in affitto - per favorire un percorso di lento e graduale distacco dal contesto familiare in una situazione, comunque, inserita nella quotidianità del quartiere come modello di autonomia diffusa che fa proprio del territorio e del vicinato il suo punto di rilievo. L’appartamento prende il nome dalla signora Emma Petrini, ospite della casa di riposo, deceduta due anni fa che, attraverso una donazione, lo ha lasciato all’Asp Ambito 9 con un “atto di straordinaria generosità, lei era una persona difficile…”, ha sottolineato il direttore Asp 9, Franco Pesaresi, intervenuto all’inaugurazione con l’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri e Cristiana Pesaresi, responsabile dell’Unità operativa disabilità dell’Asp 9. Presenti anche i futuri ospiti, una rappresentanza del condominio e di quello di Viale del Lavoro per sancire una giornata di festa che rappresenta la forza della rete attraverso la quale si è potuto realizzare questo progetto. Una rete composta da Asp 9, Umea Asur Av 2, Coos
MATERNE,
mensa gratuita per più bambini I 52 mila euro che il Comune ha ottenuto dalla Regione Marche e dal Miur grazie ad un apposito progetto per la promozione del sistema integrato di educazione ed istruzione (0-6 anni) sono stati destinati all’esonero del pagamento delle mense e del trasporto scolastico per tutti gli alunni della scuola dell’infanzia delle famiglie con reddito Isee di prima e seconda fascia. Lo ha deciso la Giunta, su proposta dell’assessore ai servizi educativi Marisa Campanelli, disponendo l’effetto immediato dell’esonero a valere dallo scorso mese di gennaio a giugno prossimo. Conti alla mano, a beneficiare del servi-
zio mensa gratuito sono 153 bambini, a fronte dei 35 che ne usufruivano da settembre, mentre altri 13 ricevono senza oneri il trasporto scolastico (finora era “free” solo per 6 bambini).
Inaugurato il secondo appartamento dedicato all’autonomia e alla realizzazione di persone con disabilità intellettiva Marche con la fattiva collaborazione del Rotary Club - presente il past president Egiziano Jencinella - la Cat Impianti e Coltorti Tende. “Se puoi sognarlo puoi farlo” recita la frase impressa su alcune magliette che erano lì, nella Casa, e lo stesso direttore Pesaresi lo ha rimarcato affermando che “stiamo sperimentando percorsi diversi, molti ne parlano ma noi li facciamo e siamo molto soddisfatti dell’esperienza del primo appartamento, dove i ragazzi riescono anche a cucinare da soli e a impegnarsi per varie ore”. “Una giornata di gioia - ha detto un’entusiasta assessore Quaglieri, che ha tagliato il nastro - possiamo chiamarli come vogliamo questi progetti, ma il succo è quello di rendere autonome queste persone. Stiamo dando una risposta reale e concreta e abbiamo coinvolto anche altri soggetti con i quali è bastata soltanto una telefonata a dimostrazione che il territorio risponde e lo fa al meglio”. Gli educatori del progetto sono Mariano Fagioli, Silvia Tobaldi, Ilaria Stronati, Marzia Pennisi, Alvaro Sandroni, Gianluca Breccia e Marco Scarponi. I ragazzi e le ragazze ospitati vivranno in loro compagnia questa esperienza di condivisione propedeutica alla costruzione di una identità personale, svolgeranno attività, visiteranno luoghi, staranno fuori. E si sposteranno con “Donata”, una Lancia Fedra da 7 posti donata, appunto, dai genitori di una ragazza che partecipa al progetto. Pino Nardella
Fino ad oggi, infatti, tali servizi erano gratuiti solo per gli alunni di quelle famiglie con un reddito Isee fino a 2 mila euro. Ora, grazie alle ulteriori risorse messe in campo, la forbice dei beneficiari dell’esonero dal pagamento si allarga considerevolmente, ricomprendendo l’intera prima fascia Isee (da 0 a 6 mila euro) e la seconda fascia (fino a 12 mila euro). Non solo, le risorse - appositamente integrate con fondi propri del Comune - sono state sufficienti anche per esonerare dal pagamento dell’asilo nido le famiglie dei bambini con reddito Isee di prima fascia (da 0 a 4 mila euro) e seconda fascia (fino a 6.180 euro). “Si tratta di una scelta politica forte ha sottolineato l’assessore Campanelli - che va nella direzione di tutelare le fasce più deboli della popolazione, dando gratuità di servizi primari, anche se temporaneamente, in linea con gli obiettivi del programma di mandato. È molto importante che i bambini possano accedere il più possibile, ad esempio, al servizio mensa, perché anche questo è un momento educativo significativo nella formazione scolastica. Per la prima volta, poi, riusciamo a garantire il servizio di nido gratuito a 17 bambini, per i quali non era prevista prima alcuna forma di esonero. Ed anche questa è una buona cosa, perché favorisce la frequenza ai servizi educativi fin dalla più tenera età permettendo al bambino di poter sviluppare validi momenti di socializzazione educativa”.
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GEMMA PERCHI
LA PIONIERA DELLE LOTTE SINDACALI di Martina Marinangeli Quando le Marche, e Jesi in particolare, ad inizio Novecento, erano conosciute in Italia soprattutto per il settore del tessile, una delle “filandaie” accese i riflettori sulle precarie condizioni di lavoro a cui erano sottoposte le operaie, guidando una lotta fatta di scioperi e rivendicazioni che portò enormi risultati, come la riduzione dell’orario di lavoro e migliori condizioni igieniche. Il suo nome era Gemma Perchi, operaia e sindacalista di Jesi, rappresentante della Lega delle filandaie e tra le prime donne a ricoprire la carica di Segretaria della Camera del Lavoro dopo la Settimana Rossa e poi durante la Prima guerra mondiale. In un’epoca in cui le donne lavoratrici non erano ben viste, Perchi rivendicò con forza il loro ruolo sociale, permettendo passi in avanti anche nella lotta
E Jesi la celebra con “100 anni di 8 ore” 18
per l’emancipazione, e arrivò a sfidare anche le persecuzioni fasciste. A lei, che lottò anche per la costruzione di scuole nelle quali poter mandare i figli degli operai, è stata intitolata la scuola primaria di Minonna. LOTTA DI CLASSE Le filandaie jesine - come racconta Manuela Carloni nel suo saggio dedicato alla figura di Gemma Perchi e inserito nel libro #leviedelledonnemarchigiane: le biografie - erano tutte molto battagliere ed avevano avuto visibilità e riconoscimento sociale per essere state le prime ad aver ottenuto la riduzione delle ore di lavoro da 12 a 11, dopo ben 7 giorni di sciopero. Una lotta rossa a tinte rosa che portò fino alla conquista delle 8 ore di lavoro nel 1919, a seguito di manifestazioni e scioperi durati anche per mesi. Il settore tessile, e la produzione della seta in particolare, era
CHI ERA
Gemma Perchi nasce a Jesi il 1 aprile 1873. Una delle battagliere filandaie jesine, diventa loro rappresentante e guida il Comitato Amministrativo della Cassa Nazionale di Maternità. È tra le prime donne a ricoprire la carica di segretaria della Camera del Lavoro. Operaia e sindacalista, si batte per i diritti delle donne lavoratrici e viene perseguitata dal fascismo. Muore a Jesi il 22 gennaio 1957. A lei è intitolata una scuola.
Il 1° Maggio 1916, assieme ad altri rappresentanti sindacali nazionali, la jesina Gemma Perchi riuscì ad ottenere la riduzione del lavoro ad 8 ore. Con il titolo “100 anni di 8 ore” il 29 e 30 aprile e, soprattutto, nella successiva giornata dedicata alla festa del lavoro, la nostra città festeggerà questa conquista e ricorderà una delle sue figlie più insigni. San Giuseppe, Minonna e Prato saranno i quartieri dove si svolgeranno le diverse iniziative che coinvolgeranno personaggi e associazioni del territorio. “Sarà un’occasione di incontri, dibattiti, musica ed altro ancora” ha anticipato l’assessore alla cultura Luca Butini che ha presentato l’iniziativa insieme a Michael Bonelli, dell’Associazione Willer & Carson, coordinatore ed ideatore della manifestazione. Saranno coinvolti studenti ed insegnanti del Liceo Artistico che hanno realizzato opere ispirate alle filandaie. Le numerose sedi delle filande jesine non ci sono più, alcune sono state trasformate in condomini o comunque in abitazioni; quelle ancora
fondamentale per Jesi, dove erano presenti 14 filandaie e otto stabilimenti per la produzione ed il mantenimento dei bachi: un indotto da più di mille operai, al 90% donne. UN LAVORO USURANTE Un lavoro già di per sé usurante, aggravato dalla precarietà, la stagionalità e da stipendi molto bassi. Ma la cosa che forse più di tutte gravava alle filandaie,
erano le pessime condizioni igieniche in cui erano costrette a lavorare. Esistevano malattie specifiche che si diffondevano proprio dentro le filandaie come, ad esempio, il “bacio della morte”, una specie di tubercolosi causata “dalle tante volte in cui le filandaie erano costrette, durante il giorno, ad aspirazioni violente per far uscire il capo del filo dal gomitolo, al fine di attaccarlo alla macchina filatrice”.
riconoscibili saranno oggetto di una visita guidata da parte del gruppo diretto da Dante Ricci, che ha annunciato il coinvolgimento del gruppo di canto popolare “La Macina”. Saranno chiamati a Jesi rappresentanti sindacali e politici a livello nazionale, oltre a creare un legame con Torino dove i lavoratori dell’epoca fecero analoga battaglia per la riduzione delle ore di lavoro. Tra gli altri soggetti coinvolti in questo programma di manifestazioni ci sarà anche il “Comitato Cinema” che per l’occasione organizzerà nel teatro/cinema San Giuseppe una serie di proiezioni. La scuola intitolata alla storica sindacalista parteciperà alle manifestazioni con una serie di iniziative che vedranno protagonisti bambini ed insegnanti. Nel lungo elenco di soggetti coinvolti c’è il Teatro Cocuje, l’associazione Valvolare e tanti altri ancora. Nella giornata del 1° maggio si terrà anche una cerimonia commemorativa al campo VI del cimitero monumentale dove la salma di Gemma Perchi riposa.
LA VOCE DELLE FILANDAIE È in questo ambiente insalubre che si forma Gemma, donna combattiva che rivendicava diritti per chi all’epoca non aveva voce. Nel luglio del 1905 ha inizio uno sciopero di 45 giorni per la battaglia per le 10 ore di lavoro e Perchi prende parte al comitato di agitazione delle setaiole e tratterà direttamente al tavolo degli industriali in loro rappresentanza. Inizia così la sua scalata che la porterà a ricoprire incarichi fino a quel momento appannaggio degli uomini. Il suo animo battagliero la fa eleggere rappresentante della Lega delle Filandaie e della Cassa Nazionale di Maternità. Arriva così la Settimana Rossa, quell’insurrezione popolare che tra il 7 ed il 14 giugno 1914 infiammò Ancona e si propagò nel resto delle Marche, in Romagna ed in Toscana e portò allo sciopero generale in Italia, in reazione all’eccidio di tre manifestanti avvenuto nel capoluogo dorico ad opera delle forze dell’ordine. Dopo quegli eventi, i maggiori sindacalisti jesini furono mandati in esilio e fu così che Gemma divenne una delle prime donne a diventare segretaria della Camera del Lavoro. Tornerà a ricoprire questo incarico anche durante gli anni della Grande Guerra, quando tutti gli uomini, compreso l’allora segretario della Cdl, erano al fronte. OLTRE LA FABBRICA La più grande conquista, come si diceva, è quella del turno di 8 ore, ottenuta nel 1919, a Biennio Rosso già avviato, ma la storia della sindacalista-operaia non si esaurisce nelle fabbriche tessili di Jesi. Gemma continuerà a portare avanti le sue battaglie sul diritto di cittadinanza e per la costruzione di scuole per tutti. Le sue idee rivoluzionarie la faranno finire nel mirino dei fascisti, di cui dovrà subire le persecuzioni. Muore il 22 gennaio del 1957, ma il suo esempio di vita resta ancora vivido nelle donne che, come lei, combattono ancora per uguaglianza e diritti.
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VENTI ANNI di Consulta per la Pace Si prepara l’evento celebrativo Il valore del lancio dei palloncini colorati Anche quest’anno, nonostante un inconveniente che ci ha costretto a rinviarlo di una settimana, si è svolta la manifestazione “2000 idee per la pace”. L’evento ha visto la partecipazione di circa 1500 persone, tra bambini e loro famiglie, a dimostrazione di come tale appuntamento sia sempre molto sentito in città, nel rispetto di una tradizione ultra trentennale. Per il 2020 ci impegniamo a rivedere alcuni contenuti, tenendo conto dei suggerimenti che emergeranno dal tavolo di lavoro che abbiamo istituito proprio appositamente. Resta fondamentale la presenza dei palloncini, come gesto simbolico ed educativo per i bambini che ricorderanno, da grandi, di aver appeso le proprie speranze di pace ad un palloncino in volo verso terre lontane a persone che lo raccoglieranno. Anche stavolta, alcuni palloncini sono finiti in varie zone d’Italia; ci hanno scritto, infatti, dalla provincia di Macerata, di Frosinone e de L’Aquila. Stiamo contattando le persone che hanno raccolto i messaggi per poterli invitare a Jesi, ad incontrare i bambini che quei messaggi di pace hanno scritto di proprio pugno. Nel pomeriggio, per il consueto convegno che affronta temi di pace e difesa
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dei diritti umani, abbiamo ospitato Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, volontario e pacifista italiano ucciso a Gaza nel 2011. È stato un incontro davvero emozionante dove la signora Beretta ci ha raccontato la storia di Vittorio, la sua natura altruista e sempre dalla parte dei più deboli, fin da ragazzino e per tutta la sua, purtroppo, breve esistenza. A fare da cornice a questo incontro lo
splendido Teatro Pergolesi, gremito per tutta la platea. Quest’anno, la Consulta per la Pace festeggia i 20 anni dalla sua istituzione e per l’occasione prevediamo eventi celebrativi che ripercorreranno, con foto e video, la storia di questo Istituto di partecipazione del Comune di Jesi. Paolo Gubbi Coordinatore Consulta Pace Jesi
SEMAFORI SONORI E PERCORSI TATTILI Finanziato un progetto per ciechi e ipovedenti Saranno i 5 semafori distribuiti lungo gli assi Via San Francesco e Viale Verdi i primi ad essere sostituiti con impianti di ultima generazione e arricchiti con un percorso tattile per ciechi e ipovedenti, così da rendere i relativi incroci stradali totalmente privi di barriere architettoniche. Prende forma e sostanza il Peba, acronimo che sta per Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche elaborato dal Comune di Jesi in collaborazione con le associazioni interessate. Questo primo intervento sarà realizzato grazie anche ad un contributo del Ministero delle infrastrutture che ha inserito Jesi nella graduatoria nazionale, concedendo un finanziamento di 30 mila euro a concorrere sulla spesa di 90 mila euro prevista dal relativo progetto. I semafori sono quelli di Via San Francesco che incrociano Via Paladini, Viale Verdi e Viale della Vittoria, e quelli alle
estremità di Viale Verdi che incrociano Via Gramsci da una parte e Viale Cavallotti dall’altra (oltre ovviamente al
già citato incrocio con Via San Francesco). Saranno tutti dotati di effetti sonori, mentre il piano di calpestio degli attraversamenti pedonali sarà realizzato con apposite mattonelle tattili-plantari che creeranno superfici in rilievo per consentire alle persone con gravi problemi di vista di orientarsi al meglio. La Giunta comunale, nel prendere atto del finanziamento maturato, procederà a breve ad impegnare gli altri 60 mila euro necessari, così da poter affidare la progettazione dei lavori. L’intervento è considerato un primo progetto pilota, all’interno del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, finalizzato alla creazione di un “percorso protetto” che possa collegare, in sicurezza, la zona di Jesi più densamente popolata con il centro cittadino.
Resta dimezzato l’abbonamento bus Si rinnova l’azione dell’Amministrazione comunale per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico urbano. Fino al prossimo mese di giugno il prezzo dell’abbonamento degli autobus torna ad essere dimezzato: appena 17,50 euro mensili contro i 35 di listino. La riduzione riguarda anche gli abbonamenti per gli over 65 che già erano scontati del 40% e che dunque passano anch’essi a 17,50 euro rispetto ai 21 che si pagavano prima. La decisione è stata assunta sulla scorta del positivo riscontro registrato con la precedente campagna: nel 2018 gli abbonamenti sono stati infatti 5.927, il 18% in più dell’anno precedente quando ne erano stati venduti 5.045. Un saldo
positivo anche sotto il profilo economico, visto che l’incasso derivante dalla vendita degli abbonamenti è cresciuto di 20 mila euro, passando da 197 mila a 217 mila euro. Per garantire tali agevolazioni tariffarie, come noto, è il Comune che si fa carico della differenza del prezzo dell’abbonamento da corrispondere alla società che gestisce il servizio. “Scegli l’autobus per muoverti in città, abbiamo dimezzato l’abbonamento” è lo slogan scelto per sostenere l’iniziativa che vuole incentivare il mezzo pubblico, specialmente per chi si reca al lavoro alla zona industriale. Un’opportunità importante sotto il profilo economico per i cittadini, ma anche una rilevante azio-
ne ambientale nell’obiettivo di ridurre il traffico veicolare, tra le principali cause dell’inquinamento da polveri sottili. Oltre ai 5.927 abbonati, il servizio di trasporto pubblico locale ha visto salire sui mezzi nel corso del 2018 altri 80 mila cittadini muniti di biglietto (1.300 in meno rispetto all’anno precedente) con un incasso di 103 mila euro (più 1.700 euro sul 2017). “Continuiamo con questa azione di programmazione a lungo termine per diminuire il traffico e l’inquinamento - ha ricordato l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano - nell’obiettivo di mettere i cittadini nelle condizioni di avere servizi efficienti ed efficaci”.
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LA RISERVA DI RIPA BIANCA
NATURA, SOSTENIBILITÀ, EDUCAZIONE AMBIENTALE Il 2019 si è aperto con due eventi importanti per la Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi: il rinnovo della Convenzione tra Regione Marche, Comune di Jesi e WWF Oasi per la gestione dell’area protetta per altri tre anni e il rinnovo dell’accreditamento del Centro di Educazione Ambientale Sergio Romagnoli nel sistema regionale, che coordina le reti dei Centri educativi. La Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi si conferma e si rinnova come prezioso sito di interesse naturalistico, come laboratorio dove sperimentare soluzioni gestionali ecosostenibili del territorio finalizzate a conciliare la tutela ed incremento della biodiversità con la presenza delle attività umane e come centro di educazione ambientale di riferimento per la provincia di Ancona. Natura, sostenibilità, educazione ambientale: ecco le parole chiave che l’area protetta sta portando avanti da più di vent’anni, con visibili traguardi sia in chiave naturalistica che a livello sociale, con numerosi progetti dedicati all’educazione in natura, all’inclusione sociale e al turismo consapevole. A livello di numeri, basti pensare che in meno di dieci anni c’è stato un incremento da poco meno di 2 mila utenze a quasi 10 mila visitatori l’anno. Scolaresche, famiglie e singoli cittadini ogni anno frequentano Ripa Bianca, grazie alle innumerevoli iniziative ed attività che vengono proposte, sempre nel rispetto del contesto naturale. Durante la settimana la visita è riservata a gruppi organizzati e scuole, con esperienze in natura che vanno oltre la semplice visita guidata: vengono proposte attività ed esplorazioni per far conoscere il fiume
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Esino, la fauna e la flora del nostro territorio ed imparare a rispettare e tutelare i nostri ecosistemi, partendo da noi e dai nostri quotidiani, in chiave sistemica. Il fine settimana invece è dedicato alle visite con ingresso libero, al birdwatching (con quattro comodi osservatori) e ai laboratori per bambini e famiglie: per la stagione 2019 numerose novità sono già in programma. A Ripa Bianca sono presenti diversi ambienti naturali: il lago, le aree umide, il fiume Esino, tutti con un elevato indice di biodiversità e di presenza di avifauna (l’area protetta è uno dei maggiori siti di nidificazione della Regione Marche, inserita nel sistema europeo di aree protette Natura 2000), facilmente accessibili grazie ad una sentieristica comoda, pianeggiante e ben gestita, per una passeggiata in piena tranquillità in natura. A completare l’esperienza sono state realizzate due aree didattiche all’aperto dedicate all’agricoltura biologica e al mondo degli insetti. Da non perdere inoltre il sentiero a piedi nudi: un sentiero di 200 metri da percor-
rere scalzi con materiali naturali tutti da scoprire e calpestare e un’area ginnica dove mettere alla prova equilibrio e movimento. Un’esperienza unica per tutta la famiglia da fare tutte le domeniche nel pomeriggio. La Riserva svolge costantemente monitoraggi sulla fauna e sull’ambiente fluviale e sta portando avanti alcuni progetti di alto valore naturalistico e ambientale: progetto di reintroduzione del rospo smeraldino, progetto fasce inerbite per insetti impollinatori, siepi campestri e piccole aree umide. L’area protetta infine è promotrice del Contratto di fiume dell’Esino che vede il Comune di Jesi come capofila finalizzato ad una gestione sostenibile del nostro ambiente fluviale. Anche il volontariato in natura è una delle attività promosse dall’area protetta, per trascorrere del tempo all’aria aperta svolgendo attività di manutenzione, monitoraggio e promozione durante le manifestazioni organizzate dalla Riserva. Per avere informazioni su tutte le attività, gli eventi e gli orari di apertura: http://www.riservaripabianca.it
Raccolta differenziata in crescita
Secondo le prime stime di JesiServizi il 68% dei rifiuti non finisce più in discarica, ma viene avviato al recupero E nel 2019 si attendono risultati ancor più significativi Cresce di almeno 2 punti percentuali la raccolta differenziata in città. Secondo le prime stime di JesiServizi, i rifiuti avviati al recupero anziché in discarica nel corso del 2018 si attestano tra il 67,5 e il 68% contro il 65,6% certificato dall’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti nell’anno precedente. La conferma arriverà solo tra qualche settimana, con l’elaborazione dei dati ufficiali da parte del Catasto regionale dei rifiuti, ma la sensazione che il servizio stia migliorando - pur con qualche isolata criticità - è reale. Ed è un risultato importante perché incoraggia l’azione amministrativa in una attività volta a una sempre minore produzione di rifiuti indifferenziati. In questo senso nel 2019 si attendono risultati ancora più significativi, visto che sarà a regime per tutti e 12 i mesi la raccolta differenziata nella zona industriale avviata il 5 novembre scorso. Un’operazione complessa, con la sostituzione dei vecchi cassoni grigi dove veniva gettato di tutto e dunque portato in discarica e il posizionamento di circa 2.500 contenitori delle varie tipologie previste, a servizio di ciascuna azienda. Stessa azione si è completata in febbraio anche nelle zone rurali e nelle frazioni: anche in questi casi i grossi cassonetti di ferro o plastica sono stati sostituiti da isole complete, in grado di raccogliere le varie tipologie di rifiuti differenziati. Togliere i grandi contenitori, ottimizzando la differenziata, è un’azione che viene svolta anche ai margini del centro storico, proprio per evitare che la dimensione del cassone incentivi qualcuno a gettare di tutto. Problema, questo, che si è presentato anche per i cassoni del verde (destinati
agli sfalci e alle potature) presenti in città e che - proprio perché finivano per essere ricettacolo di qualsiasi tipo di rifiuto sono stati sostituiti da più piccoli e pratici bidoni. Al riguardo, JesiServizi ricorda che chi ha esigenze di smaltire un maggior quantitativo di verde ha tre opzioni:
portarli gratuitamente al centro ambiente al Campo Boario, fare richiesta di ritiro su chiamata oppure chiedere un bidone dedicato con servizio di svuotamento quindicinale. In questi ultimi due casi, trattandosi di servizio personalizzato a domicilio, è richiesto un piccolo contributo.
“Bevi a rendere” Bicchieri di plastica riutilizzabili nei locali del centro storico “Bevi a rendere”, a favore dell’ambiente, ma anche della pulizia e del decoro urbano. È il progetto, che il Comune di Jesi ha promosso insieme ad Ata rifiuti e Cna. Prevede, in dieci locali del centro, la sostituzione dei bicchieri di plastica usa e getta con bicchieri, sempre in plastica, lavabili e riutilizzabili. L’intento è ridurre la produzione di rifiuti e contrastare il problema dell’abbandono indiscriminato dei contenitori di plastica usa e getta in centro, con notevole disagio per i residenti che li ritrovano la mattina dopo. Insomma, se in base alle norme di sicurezza dopo una certa ora è obbligatorio, per le consumazioni all’aperto, l’utilizzo di bicchieri di plastica, l’invito è all’uso di quelli lavabili e riutilizzabili, da riconsegnare ai gestori a fine consumazione. Un primo set da 700 bicchieri è stato acquistato dal Comune, che li ha distribuiti ai gestori dei locali aderenti. “Si è partiti - ha spiegato l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano - con una prima fase sperimentale. Per poi passare a una seconda in cui sarà prevista l’introduzione di una cauzione per il bicchiere riutilizzabile. Cauzione da restituire quando il bicchiere verrà riconsegnato dal cliente”.
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BIBLIOTECA RAGAZZI
Il diritto-piacere di leggere La Biblioteca Planettiana Sezione Ragazzi di Jesi nasce nel 1964 con lo scopo di creare un luogo specificatamente dedicato al mondo delle letture per i più piccoli fino alla fascia di età YoungAdults. Il lavoro di questi anni ha permesso di collezionare più di 22 mila libri di grande interesse pedagogico ed educativo nonché artistico e letterario scelti tra le migliori proposte editoriali del settore. Qui si possono trovare Prime Letture, albi illustrati, silent book, libri didattici e multiculturali accessibili a tutti con una rapida e gratuita iscrizione. Oggi la nostra biblioteca dei ragazzi si colloca al 13° posto tra le più influenti d’Italia, merito anche del ricco calendario di attività con i ragazzi e i loro genitori lungo il corso dell’anno. In collaborazione con le scuole elementari e medie del territorio ogni mattina le classi vengono in visita nella nostra struttura: noi la consideriamo un’opportunità fondamentale di crescita culturale in quanto i piccoli visitatori hanno modo di scoprire cos’è e come funziona una biblioteca per ragazzi, instillando in loro la passione per la buona lettura. A cura della bibliotecaria Francesca Ciampichetti e il distretto materno infantile dell’Asur di Jesi mensilmente hanno luogo incontri con i futuri genitori per la promozione del progetto “Nati per Leggere” rivolto ai piccolissimi. In pomeriggi stabiliti i volontari dell’associazione nazionale “Nati per Leggere” svolgono le letture condivise con i più piccoli affiancando le operazioni del prestito bibliotecario. A fine dello scorso anno abbiamo aderito poi alla settimana “Andiamo diritti alle storie!” organizzato ancora una volta dalla stessa associazione: dal 17 al 25 novembre tra i nostri scaffali si sono susseguiti numerosi momenti di lettura e seminari di sensibilizzazione con le famiglie. L’evento si propone di contrastare la
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povertà educativa e prevenire lo svantaggio socio-culturale, promuovendo le letture in famiglia “a bassa voce”. “Nati per leggere”, infatti, da sempre sostiene che le storie sono un’occasione di sviluppo, una fonte inesauribile di stimoli e incidono in modo significativo e profondo sull’itinerario di vita di un bambino, diventando così un diritto imprescindibile. Tra i principali incontri menzioniamo quello con il pediatra Claudio Panfoli dove si è discussa l’importanza della lettura in età precoce, mentre la bibliotecaria Ciampichetti ha guidato un dibattito sulla lettura come dono per la vita. A chiudere la settimana ci ha pensato il laboratorio “Una musica ci fa...” (a cura di Nati per la Musica) coinvolgendo bambini e genitori in un’esperienza di suoni e ritmi che ha riscosso molto successo. Rinnoviamo l’appuntamento al prossimo
autunno e consigliamo di tenere d’occhio il sito del Comune per i prossimi appuntamenti. Umberto Bongiovanni
ORARI E CONTATTI
L’orario invernale di apertura al pubblico della Biblioteca dei Ragazzi è il seguente: dal Lunedì al Giovedì ore 15.30-18.30 (Venerdì e Sabato chiuso). Ci trovate in Via San Giuseppe, presso la scuola “Garibaldi” (tel. 0731-213888). Per le maestre, insegnanti, educatori e professionisti del settore interessati ad attività o consulenza si prega di contattare telefonicamente oppure recarsi in ufficio dal Lunedì al Venerdì, ore 9.00-13.00.
Biblioteca Planettiana sono numeri record
Oltre 73 mila accessi in un anno, 20 mila prestiti librati, 1.200 visite guidate, quasi 200 ricercatori per consultare i 18 archivi storici Fa il pieno di consensi la Biblioteca Planettiana che vede aumentare il numero di accessi e di prestiti, confermandosi un polo bibliotecario di primissimo piano nel panorama regionale. Nel corso dell’anno 2018 sono stati complessivamente 73.788 gli accessi ai due ingressi di Palazzo della Signoria che conducono l’uno alla Salara l’altro ai piani superiori. Un numero in significativa crescita rispetto all’anno precedente quando si era raggiunta la pur ragguardevole cifra di 70.803. Non solo: i numeratori che da alcuni anni marcano gli accessi, hanno registrato un malfunzionamento nel primo mese e mezzo dell’anno, dando così un valore per difetto in tale periodo. I prestiti librari sono stati quasi 20 mila (19.969 per l’esattezza), mentre sono stati effettuati oltre 500 prestiti interbibliotecari. Ai 18 archivi storici della Planettiana hanno fatto accesso, nel corso dell’anno, 193 ricercatori a
fronte di ben 381 diverse richieste, a conferma dell’alto valore storico e documentario delle carte, delle pergamene e dei manoscritti conservati. Elevate (quasi 1.200) anche le visite guidate di scolaresche e visitatori al Palazzo e ai preziosi fondi librari antichi della Sala Planettiana, tra i quali spicca l’antica libreria appartenuta alla nobile famiglia Pianetti, che spazia per l’universo del sapere sei-settecentesco e i due grandi globi in pergamena della seconda metà del XVII secolo, realizzati dal famoso cosmografo veneziano Vincenzo Coronelli. Ottima la performance anche della sezione Ragazzi della Biblioteca, ospitata presso i locali della scuola Garibaldi di Via San Giuseppe: nel 2018 ben 861 alunni delle scuole primarie di Jesi e dintorni hanno potuto far visita alla struttura e conoscere il ricco patrimonio librario al servizio dei più piccoli attraverso percorsi didattici guidati.
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FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI E STAGIONE LIRICA
EMOZIONI UNICHE
Il nuovo direttore artistico Cristian Carrara presenta i cartelloni 2019 di Cristian Carrara* Entrare in un teatro storico è sempre un’esperienza emozionante. Mettere piede al Teatro Pergolesi è respirarne la storia, la bellezza dell’architettura, immaginare i tanti spettacoli che, nel corso dei secoli, si sono succeduti, e gli artisti che hanno abitato quel palco. Il compito è far sì che questa storia continui. Viva ed appassionante. E che l’idea di passare una serata a teatro sia qualcosa di comune, naturale, semplice. Che il desiderio di provare emozioni vitali e coinvolgenti sia semplice ed immediato. Tutto questo ci ha spinto ad immaginare le nostre attività dei prossimi mesi tentando di offrire proposte capaci di coinvolgere gusti, e pubblici, diversi. Il Festival Pergolesi Spontini si intitolerà “Futuro.Infinito”. Sarà un Festival nuovo, in cui si incroceranno linguaggi e tipologie di spettacoli molto diversi tra loro, creati non solo dentro al Teatro Pergolesi, ma anche in altri luoghi suggestivi. Avremo, ovviamente, la musica classica e barocca, ma anche il jazz, il pop e il musical. Ogni spettacolo, inoltre, è concepito quasi sempre per offrire, assieme alla musica, un’esperienza unica. Da “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, eseguite in piazza delle Monachette, con uno spettacolo di video mapping appositamente commissionato per l’occasione, al concerto “A riveder le stelle”, al parco Colle Celeste di Maiolati, dove la musica ci condurrà in un percorso mozzafiato alla scoperta di astri e nebulose. E ancora grandi musicisti ospiti, come la giovanissima Francesca Dego, una delle più grandi violiniste italiane, o Richard Galliano, indiscusso re della fisarmoni-
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ca, Roberto Prosseda con un originale programma in cui sfiderà il pianista robot Teo Tronico, il compositore e pianista Matthieu Mantanus, a cui abbiamo commissionato la realizzazione di un nuovo spettacolo multimediale. Il Festival di quest’anno, inoltre, penserà ai bambini e alle loro famiglie. Molti sono gli spettacoli da poter godere assieme e, per gli altri, vi sarà la possibilità di lasciare i propri figli a divertirsi nei nostri laboratori musicali, e godersi in serenità lo spettacolo. Infine, il Festival ospiterà una prima mondiale di cui andiamo molto orgogliosi. L’apertura sarà dedicata, infatti, alla messa in scena di “Aucassin et Nicolette”, piccolo gioiello inedito del 1938, del compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco. Un’opera per tutti, grandi e piccoli, che narra di cavalieri e principesse e che, per la prima volta, andrà in scena nella versione italiana. Anche nella Stagione Lirica di Tradi-
zione non mancheranno le novità. Accanto a tre titoli noti ed amati - “Madama Butterfly”, “Turandot” e “Carmen” - una nuova produzione di CircOpera totalmente rinnovata nella forma e nella musica. Inoltre, un desiderio che inizia già a prendere forma: porremo particolare attenzione alla danza e alle sue varie forme. Già quest’anno avremo modo di ospitare nel nostro teatro l’anteprima mondiale di “Shine!” nuova creazione di Micha van Hoecke, balletto dedicato ai Pink Floyd su musiche dal vivo, con la più importante band italiana di cover dell’indimenticabile gruppo britannico. Le sorprese non mancheranno anche rispetto alla Stagione di Prosa. La nostra voglia è quella di far sì che, attraverso la meraviglia e lo stupore che solo la musica, la danza e la prosa possono offrire, il Teatro Pergolesi venga vissuto ed amato da più gente possibile. *Direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini
Dal 1 gennaio 2019, Cristian Carrara è il nuovo direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini. Considerato tra i compositori più brillanti della sua generazione, autore di musica sinfonica e cameristica, ma anche di opere destinate al teatro musicale e alla televisione, il M° Carrara resterà in carica per il biennio 2019-2020. Per la prima volta nella storia del Teatro Pergolesi di Jesi - fondato nel 1798, e dal 1968 teatro lirico di tradizione - la direzione artistica è stata affidata ad un compositore. Diplomatosi in Composizione presso il Conservatorio di Udine, scrive prevalentemente musica sinfonica e cameristica, ma anche opere destinate al teatro musicale e alla televisione. Le sue opere (oltre 40 titoli), edite da Casa Musicale Sonzogno ed Edizioni Curci, vengono commissionate ed eseguite da alcune tra le più importante istituzioni, nazionali e internazionali. Ha ideato e condotto, per Tv2000, “Symphonica” e “Cose di Musica”, programmi di divulgazione di musica classica.
Le lapidi della famiglia Pianetti
Recuperate dalla villa di Monsano e portate ai musei civici di Jesi Dalla fine del ‘500 fino ai primi del ‘900 la famiglia Pianetti contribuì a scrivere la storia politica e culturale di Jesi. Assume pertanto un grande valore simbolico, ancor prima che documentale, il ritorno nella nostra città delle lapidi della nobiliare famiglia ormai estinta, recuperate nella villa di Monsano e nella attigua chiesa, un meraviglioso complesso architettonico ormai in completo abbandono. L’operazione è stata portata a termine dal personale dei musei civici di Jesi, d’intesa con i Parodi, famiglia di Milano erede e dunque proprietaria dei beni immobili. Si tratta di sei lapidi e tre stele che si trovavano nel com-
plesso edilizio e che raccontano un passato glorioso legato ai personaggi più illustri tra i Pianetti. Alcune di esse, prima di essere portate nella prestigiosa villa di Monsano, facevano parte della chiesa di San Bernardo di Via Valle a Jesi, anch’essa a suo tempo di proprietà della medesima famiglia, ed oggi sede del Museo Arti della Stampa, dove sono tornate in forma di deposito. Le altre sono state portate, anch’esse in forma di deposito vincolato, a Palazzo Pianetti di Via XV Settembre, l’edificio che ospita i musei civici e dove risiedette per cinque secoli l’omonima famiglia, svolgendo un ruolo di primo piano nella nostra città.
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LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI
La realtà quotidiana ci mette di fronte a situazioni che non possono prescindere dall’assunzione di scelte che devono essere assunte e che, responsabilmente noi amministratori affrontiamo. La linea dell’informazione puntuale e del conseguente confronto pubblico con i cittadini mediante lo strumento delle assemblee pubbliche dimostra la volontà di ascoltare, confrontarsi e pone le basi per una proficua collaborazione tra le parti. Non è sempre facile ascoltare le esigenze, i problemi spesso di natura economica e sociale, di chi è arrabbiato perché vive o lavora in una zona chiassosa e/o caratterizzata da eventi dilettuosi, di chi si lamenta perché quel tratto di strada non è stato ancora oggetto di manutenzione e così via…. A volte sono stati confronti e dibattiti un po’ accesi ma, nessuna delle due parti si è sottratta al confronto leale e trasparente ed anche se, chi usciva da quelle assemblee non aveva cambiato la propria idea, rimane pur sempre valido ed importante il percorso comunicativo. In sede di confronto, non è mai venuta meno l’onestà di ammettere che la volontà di fare, spesso si scontra poi con la realtà delle sempre più scarse risorse finanziarie e che, di fatto, limitano la possibilità di interventi a più ampio spettro. Ci si trova di fronte a situazioni paradossali che, come nel caso dell’eredità di Daniela Cesarini, tecnicismi normativi ci costringono ad accendere un finanziamento per realizzare la volontà delle nostra concittadina che ha voluto destinare tutti i suoi averi per la realizzazione di una struttura da destinare ai soggetti con disabilità motoria. Ci è voluto molto tempo per poter monetizzare i suoi beni immobili, considerato che la crisi economica non ha facilitato la vendita degli appartamenti oggetto di donazione. La città sarà sempre grata alla signora Cesarini che ha mostrato grande generosità nei confronti di chi è meno fortunato, così come un grazie immenso è rivolto al signor Cassio
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Morosetti che, nato a Jesi e vivendo a Milano, ha voluto donare la cospicua somma di 800 mila euro per far sì che prendesse corpo la realizzazione del centro diurno Alzheimer. Ma se c’è un tema che accomuna, a prescindere dal colore politico, è certamente lo sport e ne abbiamo avuto la prova nei giorni scorsi durante la presentazione della tappa della corsa ciclistica Tirreno-Adriatico e che ha visto all’interno del teatro Pergolesi una grande partecipazione di ciclisti e non solo. Tante testimonianze, tanti ricordi per questo evento che partendo da Matelica si snoda fino alla nostra città con un percorso di 195 Km nel ricordo di Michele Scarponi. La “tappa del Verdicchio”, così come è stata definita tale manifestazione, ha più significati in quanto, da un lato accende i riflettori sulla nostra città dal punto di vista turistico facendo conoscere Jesi, le zone dove si produce il Verdicchio e dall’altro avvicina la nostra città con gli altri Comuni auspicando sempre maggiori sinergie di territorio. Gruppo consiliare JesInsieme
Un nuovo Statuto per la città, l’importante è che non lo si cambi. Sembra questo il filo della discussione sulla quale si sta muovendo il confronto tra maggioranza ed opposizione riguardante l’approvazione del nuovo Statuto Comunale. Indetto come gruppo di lavoro rappresentativo delle forze politiche presenti in Consiglio e come percorso partecipativo e di condivisione, giunti al traguardo c’è chi ha preferito fare marcia indietro, rinnegando il lavoro svolto. Eppure sono state numerose le riunioni tenutesi attorno ad un tavolo, come svariate le mail intercorse tra i partecipanti al tavolo, uno per ogni Gruppo Consiliare, con le varie bozze e gli argomenti trattati, le modifiche, le novità e le osservazioni. La domanda è semplice: perché chiedere a gran voce la partecipazione quando nel momento
che questa si attua non si riescono a rispettare le minime regole della condivisione? Risposta altrettanto semplice: si lotterà affinché nulla cambi, affinché chi vuol innovare non innovi, affinché l’io prevalga sul noi. In poche parole si attui la democrazia, ma che sia la mia. Alle soglie del 2020 queste non possono essere logiche ancora accettate, il cambiamento passa prima di tutto in un modo di pensare diverso, un agire e prendere decisioni ben oltre il semplice concetto di consenso elettorale che nel recente passato ha portato solo ad un immobilismo per non scontentare nessuno. In questo contesto diventa ancora più essenziale l’operato delle liste civiche cittadine - ed in generale del concetto di civismo sempre più di esempio anche a livello nazionale - per dare non solo una continuità nei fatti, ma anche nell’interpretare in maniera diversa il rapporto tra Amministrazione e cittadino. Proprio in questo ultimo senso vanno alcune delle modifiche proposte nella nuova versione dello Statuto, che riguardano un ampliamento degli organismi di partecipazione alla vita pubblica cittadina e ad un rinnovato, e speriamo ritrovato, senso di appartenenza alla vita della collettività ed al rispetto della cosa pubblica. L’introduzione dei Comitati di Quartiere è un passo importante verso un’effettiva e più ampia condivisione dei problemi delle singole zone della città con l’Amministrazione, ma anche un tentativo di far meglio comprendere l’effettiva realtà delle dinamiche amministrative di un Comune, e quanto sia importante pensare in un’ottica collettiva e non solo individuale. Sempre su tale strada va a porsi il “questions time” nuovo momento di confronto diretto tra cittadini ed amministrazione attraverso il quale si potranno proporre petizioni, proposte ed istanze su specifici argomenti di interesse direttamente in Consiglio Comunale. Un dialogo diretto senza barriere che costituisce un altro importante momento di crescita civica. Chi vuole ridurre la nuova proposta di Statuto Comunale solamente ad una diatriba verbale, sull’uso di un termine o puntando il dito sulla cancellazione di principi e valori che invece nella nuova versione sono ben presenti e valorizzati, probabilmente non ha nell’animo quello di consegnare un documento alla città e per la città, ma solo il piantare una bandiera che invece in questa occasione andrebbe accuratamente riposta per una condivisione di un lavoro svolto e
che appartiene alla collettività intera. Si parlava prima di crescita civica, passaggio importante per un migliore futuro della città, la consapevolezza che sono i singoli piccoli gesti civici a portare ad un miglioramento collettivo, il sentire la necessità di essere informato, correttamente informato, sui passaggi e sull’evoluzione dei fatti amministrativi senza ridurre sempre e tutto ad inutili e spesso infondate polemiche. Il dibattito ed il confronto costruttivo sono passi fondamentali affinché quei principi e valori trasmessi dal passato, e che con forza questa maggioranza vuole mantenere, non siano persi e ci permettano di guardare con una migliore visione alle prossime sfide. Gruppo consiliare JesiAmo
Non si può dire che la nostra città non sia una realtà in movimento viste le tante iniziative in corso. In particolare non possiamo non sottolineare la vivacità dal punto di vista degli interventi nei lavori pubblici, talvolta ritardati non sicuramente per volontà o negligenza dell’Amministrazione, altri puntualmente realizzati come da programma dopo che già nel 1999 se ne era parlato cioè il Centro per l’ Autismo regionale “Azzeruolo” inaugurato il 9 del corrente mese, nonché delle iniziative come la Tappa della Tirreno - Adriatico che ha riportato a Jesi il ciclismo che conta dopo ben 34 anni dall’ultima tappa del Giro d’Italia. Dal punto di vista politico, la necessità di adeguare lo Statuto Comunale alle nuove esigenze ha portato un’ampia e approfondita discussione con varie osservazioni da parte di cittadini e associazioni, mentre sono all’orizzonte le problematiche legate alla demolizione del vecchio Ospedale di Viale della Vittoria, della realizzazione dell’impianto di compostaggio richiesto dall’ATA, alla realizzazione del nuovo parcheggio al Carlo Urbani, alla predisposizione del nuovo Piano del Traffico e dei Parcheggi e alla ricostruzione del Ponte San Carlo.
Le tematiche sono tante e complesse, riteniamo che il 2019 sarà un anno determinante per la seconda Giunta Bacci per gli impegni che si dovranno affrontare e, come al solito, risolvere. Gruppo consiliare Patto X Jesi
Come sempre quando si inizia un nuovo anno si analizza il precedente e si ipotizzano degli obiettivi. Non siamo molto soddisfatti dell’anno 2018, nonostante gli sforzi fatti da questa Amministrazione. Ad oggi, per problemi burocratici o dipesi da altri enti, ci sono cantieri ancora aperti - vedi Piazza Pergolesi, Piazza Colocci - che creano non poche lamentele da parte di cittadini e attività. Certo che quando sarà finito, tutto sarà bello e magari si dimenticheranno le lamentale che, secondo noi, possono essere anche condivise. Certo è che, quando si iniziano dei lavori su alcune zone, si trovano sempre problematiche, vedi i lavori in via Garibaldi che dai 30 giorni previsti sono durati 5 mesi per mettere in sicurezza tutti gli impianti che erano disastrati come il gas, ecc. Ci preoccupano i lavori della scuola Martire della Libertà in Via Asiago che speriamo, nonostante gli intoppi dovuti dalla ditta, si concludano prima dell’inizio dell’anno scolastico a settembre. Sicuramente le problematiche della situazione delle strade - ma anche del verde, soprattutto delle piante che secondo noi sono troppo alte - ci porta a pensare che nonostante le difficoltà finanziarie di tutti, i Comuni rimangono sempre al palo, ma cercheremo in tutti i modi di spingere per trovare delle soluzioni. Dal punto di vista politico siamo soddisfatti che due jesini sono in Consiglio Provinciale; il primo Lorenzo Fiordelmondo con la lista Unione Democratica e con Ancona Provincia Civica il nostro consigliere Marco Giampaoletti. Siamo certi che le Province ritorneranno competitive, come erano prima
della legge Del Rio, avendo questi consiglieri della nostra città. Potranno collaborare con gli altri consiglieri per lo sviluppo di progetti riguardo Urbanistica, Ambiente, Scuole ecc. Auguriamo loro un buon lavoro. Cose molto positive sono la creazione del Centro Alzheimer e l’apertura del Centro autismo, una novità non solo regionale ma anche a livello nazionale che porteranno un aiuto concreto alle famiglie che hanno questo tipo di problematiche e dei loro cari. Un altro obiettivo importante che si sta raggiungendo è quello della raccolta differenziata, arrivata dopo molto tempo anche nella zona industriale e in alcune periferie. Questo porta quindi ad un miglioramento della raccolta con una quantità di rifiuti recuperata maggiore. Ci sono alcuni argomenti che dovranno essere affrontati come la situazione dei parcheggi, la viabilità, l’ambiente e sicuramente tutto ciò porterà a critiche di cittadini ma per ogni cambiamento ci saranno sempre critiche. Noi di Insieme Civico siamo disponibili a parlarne basta che ci interpellate per trovare e condividere soluzioni, come il nostro motto che ricordiamo “L’ascolto di tutti per decidere Insieme”. Gruppo consiliare Insieme Civico
Ristrutturazione della piscina comunale: perché Bacci vuol fare un project financing con il privato? Lo scorso 11 gennaio, con la delibera di Giunta n.5/2019, il sindaco Bacci e la sua Amministrazione hanno accettato la proposta di project financing presentata da una società sportiva privata per la ristrutturazione della piscina comunale. In pratica, con il project financing un privato si fa carico dei lavori per un’opera pubblica ed in cambio l’Ente pubblico garantisce la gestione (ed i conseguenti ricavi) della struttura per un determinato numero di anni, permettendo così al privato di rientrare dall’investimento. Questa volta, però, le condizioni appaiono
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diverse: per un importo dei lavori pari a € 712.850, al privato non arriverebbe solamente la garanzia della gestione e dei relativi introiti della piscina per 15 anni, ma anche la garanzia di un canone annuale pagato dal Comune di 65mila euro + Iva (cioè € 79.300) ogni anno per 15 anni. Un totale di ben € 1.189.500! Dalla Delibera di Giunta Comunale n.369 dell’11 dicembre 2018, propedeutica a quella di gennaio, risulta che se il Comune si facesse carico direttamente dei lavori aprendo un mutuo, si troverebbe a pagare per 15 anni una rata annuale di € 59.374, pari ad un totale di € 890.610. Per quale motivo, quindi, il Comune dovrebbe spendere oltre 298 mila euro in più, garantendo ad un privato la certezza della gestione e degli introiti e coprendo di fatto con il canone mensile il finanziamento che questo acquisirebbe con il proprio istituto finanziario? In mancanza di ulteriori chiarimenti, sorgono spontanee alcune domande: che convenienza ha il Comune ad addentrarsi in una operazione impostata così? Qual è l’interesse pubblico tutelato nella scelta di project financing operata dalla Giunta jesina? Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle
Due sono le questioni che ci stanno particolarmente a cuore in questo periodo e che hanno toccato le sensibilità di associazioni e cittadini: le proposte di modifica dello Statuto comunale e gli sconvolgimenti provocati dal cosiddetto Decreto sicurezza, ormai legge. È d’obbligo ricordare e precisare che il nostro Statuto comunale deve essere da tempo adeguato alla vigente normativa. Si tratta di modifiche tecniche necessarie, su cui nessuno è contrario. Diverso è invece il discorso quando si parla di cambiamenti sostanziali, e ancor più di principi generali, perché in tal caso ogni singola parola ha un aggancio con il passato, con il presente, con la progettualità attraverso la quale la nostra città vuole costruire il suo futuro. I principi generali de-
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vono pertanto rappresentare la cittadinanza, hanno il compito di unire e non dividere, di disegnare una carta d’identità comune e condivisa. Il nostro contributo è finalizzato a realizzare questo obiettivo, senza il raggiungimento del quale il nuovo Statuto, approvato in tal caso a “colpi di maggioranza”, rappresenterebbe la “brutta copia” del precedente e sarebbe destinato a fallire prima ancora di entrare in vigore. Riguardo alle modalità di applicazione del Decreto sicurezza in città, siamo in attesa di vedere concretizzata quella “accoglienza creativa”, con la quale si ritiene di poter garantire l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo in base a quanto sancito dal Testo Unico sull’immigrazione, indipendentemente da quanto previsto dalla nuova legge n.132/2018. Non ci risulta che, a tutt’oggi, si siano attuate azioni tangibili in merito. Vista l’urgenza di arginare gli effetti devastanti del “Decreto sicurezza”, chiediamo sin d’ora all’Amministrazione, che interrogheremo sulla questione anche in Consiglio, di comunicare le modalità e i tempi dell’azione proposta e non esposta nella risoluzione della maggioranza. Se il modello presentato alla stampa funzionerà, come ci auguriamo, saremo certamente felici di sapere che il nostro ordine del giorno, bocciato nonostante non chiedesse “disobbedienza istituzionale”, abbia ottenuto il principale risultato atteso: far attivare l’Amministrazione, che ora ha però il compito e il dovere di dimostrare nei fatti quanto pubblicamente annunciato. Gruppo consiliare Partito Democratico
Il nostro gruppo propone costantemente iniziative pubbliche nella propria sede, che continuano a suscitare interesse e a registrare un’ottima partecipazione. Ci riferiamo alla presentazione del libro “Fino a quando ci portano via” di M. Belluti o all’evento con il prof. Taffetani sul tema del verde pubblico.
Piccole iniziative dal basso a fronte dell’alto di un’Amministrazione che intanto ci consegna un museo Stupor Mundi a servizio limitato o che decide di prorogare i lavori necessari per far riaprire il Teatro Moriconi, di cui gli jesini cominciano a dimenticare l’esistenza. Intanto i residenti della zona del parco del Vallato lamentano una situazione di degrado e di insicurezza dovuta alla condotta disturbante di un gruppo di adolescenti che frequentano il luogo. Fanno bene tali cittadini a confrontarsi e chiedere aiuto alla Politica locale, che d’altra parte non può limitarsi a rispondere con strumenti volti esclusivamente a sorvegliare e punire i colpevoli. Le misure di tutela della sicurezza e del decoro della zona, devono essere affiancate da iniziative socio-educative volte a trasformare un luogo “critico” in uno di aggregazione e convivialità. Ciò avviene se si lavora sulla partecipazione inclusiva, promuovendo l’incontro fra le tante parti in causa a dispetto dello scontro. Esistono nel Paese esperienze molto positive di progettazione in questo senso, basate sulla mediazione, l’accoglienza e la promozione di attività ricreative, artistiche e sportive. Forse la maggioranza ogni tanto dovrebbe prendere in considerazione i testi delle nostre Mozioni in cui a volte non facciamo nient’altro che ispirarci a realtà virtuose che andrebbero più imitate che snobbate. Mozioni respinte con il mantra: “stiamo già facendo abbastanza”. Ma in questa “terra dell’abbastanza” il malcontento dei cittadini cresce relativamente anche a problematiche più ordinarie, per le quali spesso ci siamo espressi invano. Ad esempio sul mal funzionamento e sulla necessità di manutenzione degli impianti di risalita avevamo già fatto un’interrogazione. Prima di scegliere di mettere a pagamento i parcheggi vicini al centro, magari sarebbe opportuno ragionare sulle possibili alternative, a partire proprio da impianti di risalita funzionanti e sicuri, per arrivare anche ad immaginare un trasporto pubblico efficiente e fruibile. Ad oggi a questa città, incoronata di “regio prestigio”, manca tanto una visione futura quanto una riflessione presente. Gruppo consiliare Jesi in Comune
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