Un Sedicesimo: Luca Barcellona

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Indice 1//Luca Barcellona 2//Graffiti 3//Calligrafia 4//Wall painting

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Luca Barcellona nasce a Milano nel 1978. Frequenta una scuola di grafica dove viene a contatto con le nuove tecnologie offerte dai computer, una fase quasi traumatica: innamorato delle tecniche analogiche, termina nel 1997 gli studi in un mondo in cui tutto era ormai sostituito dal digitale. Parallelamente intraprende la sua formazione da writer: prepara le outlines dei lavori durante le ore di scuola e appena esce corre a dipingere sui vagoni parcheggiati alla periferia di Milano. Quello che caratterizza da subito la sua attitudine verso questo genere di arte è la voglia di migliorarsi attraverso lo studio umile dei professionisti ed esperti che lo precedono. Impara ad usare alcuni programmi di grafica, ma continua a vedere questi strumenti come responsabili dell’annientamento del lavoro manuale: un sentimento troppo forte e radicato per cedere a dei compromessi lavorativi. Inizia ad esercitarsi coi pennini, viene a contatto con il lettering e cominciano ad arrivare le richieste di lavoro più disparate: da personalizzare stand a scrivere inviti per stilisti. Nel 2003 fonda con Rae Martini e Marco Klefisch il collettivo Rebel Ink, dando vita ad un’esibizione live di calligrafia, writing e illustrazione. Ad oggi, oltre a collaborazioni con importanti brand come Carhartt, Nike, Mondadori, Universal ed Eni, Luca Barcellona dimostra col suo lavoro che un’arte antica come la calligrafia può assumere forme sempre nuove e mutevoli.

LUCA BARCELLONA

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GRAFFITI

Il graffitismo nasce negli anni ‘70 come parte attiva della cultura hip-hop dei ghetti newyorkesi e in breve tempo si sviluppa anche nel continente europeo. Per il panorama italiano è importante ricordare uno dei primi esponenti di questa cultura artistica, Carlo Torrighelli, conosciuto come C.T., che dipinge a Milano in zona Parco Sempione già dai primi anni ‘70. Luca Barcellona, anche se in questo contesto sarebbe più giusto chiamarlo Bean, si inserisce nel panorama del graffitismo italiano nella seconda metà degli anni ‘90. Lui stesso ricorda di aver scelto la sua prima tag nel 1994, senza che avesse un significato specifico, scegliendo le lettere che più gli piacevano: all’inizio era Been, poi si trasforma nella definitiva Bean.

Nicola Dee Mo Pressoni lo ricorda come “preciso da fare invidia, pulito nonostante le condizioni di massima allerta”. All’inizio del 2000 Bean subisce la sua prima grande evoluzione: se prima preferiva uno stampatello inclinato e abbastanza semplice, ora usa uno stile elegante, con grazie ed elementi decorativi allungati e sofisticati, figli dei caratteri script. Più approfondisce lo studio della calligrafia, più il suo spiccato talento nel lettering affiora nei suoi graffiti, la sua cifra artistica diventa unica, inconfondibile. “Quando ho iniziato a fare graffiti” afferma Luca Barcellona durante un’intervista a Il Giornale “cercavo di divertirmi scrivendo. L’evoluzione delle lettere, come la chiamano i writer, non può avvenire senza conoscerne le regole fondamentali. Quindi ho dovuto affrontare un duro percorso, abbassare la testa ed imparare umilmente da capo, dai maestri di lettering di una o due generazioni precedenti alla mia. Ora ho ancora piacere a disegnare lettere come quando facevo per un graffito, ma accade con più consapevolezza. È un cerchio che si chiude.” Fondendo la passione per la calligrafia al suo talento artistico, Luca Barcellona è diventato, oggi, uno dei calligrafi ed artisti più apprezzati a livello non solo italiano, bensì mondiale.

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“Quando ho iniziato a fare

graffiti cercavo di divertirmi scrivendo. L’evoluzione delle lettere, come la chiamano i writer, non può avvenire senza conoscerne le regole fondamentali

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Penso si possa affermare che la passione di Luca Barcellona nei confronti della calligrafia nasca per sfida e per negazione: negazione, come detto prima, verso l’uso dei mezzi tecnologici offerti dagli anni ‘90 che opprimevano le nobili arti manuali e sfida, per dimostrare come dietro a un movimento come il grafitismo, spesso relegato a una visione denigrante, si celi invece un grande studio, una vera e propria arte. Etimologicamente la parola calligrafia deriva dal greco kalós, bello, e graphía, scrittura. Un’origine che quindi lega strettamente, già dal principio, due aspetti fondamentali di questa arte: la bellezza e la scrittura. “Attualmente l’atto dello scrivere si potrebbe descrivere come segue. Sulla superficie di carta, di stoffa, o di pietra, le tracce di un pennino, di un pennello o di uno spruzzo espandono inchiostro nero o liquido di colore. Le linee ora scure e pesanti, poi chiare e leggere, gentili e aggressive, sinuose e rigide, a tratti si ripetono e si alternano in rapporti di pieni e vuoti (...) Si percepisce la danza, il fluire dei gesti, la forza vitale, la presenza di emozioni e sentimenti, l’espressione e la forma di un pensiero e forse qualcosa di più. Qualcosa che può affascinare lo spirito. Siamo di fronte a un’opera di calligrafia.” Parola di Giovanni De Faccio. Ed è con grande umiltà che Luca Barcellona si approccia a questa arte, un approccio che nasce con sperimentazioni di lettering da autodidatta e si trasforma, ben presto, in un vero e proprio mestiere.

CALLIGRAFIA

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Un mestiere, quello di calligrafo, che i più crederebbero senza mercato, senza futuro, un lavoro d’altri tempi e, come tale, obsoleto. Luca Barcellona dimostra il contrario: con le sue opere non solo dà nuovi impulsi ad un’arte antica, bensì la trasforma in un prodotto commerciale. Un prodotto commerciale che, però, è soggetto a un confronto costante con l’etica: è bene chiedersi sempre se valga la pena o meno lavorare per un cliente del quale non si condividono i valori. L’esperienza nel mondo commerciale permette a Luca Barcellona di trovare un equilibrio tra lavori su commissione e lavori personali, ma in entrambi i casi è lui stesso ad affermare, nel suo libro “Take your pleasure seriously”, come il tempo sia un elemento fondamentale per la produzione delle opere, poiché totalmente manuali e fedeli ai metodi tradizionali. Gli strumenti del mestiere e il suo stile sono espressione della contaminazione tra i due mondi del writing e della calligrafia: non solo pennini, ma anche bombolette spray, non solo caratteri tradizionali, ma anche forme estremamente moderne. Nella opere calligrafiche di Luca Barcellona è sempre lampante la ricerca di forme perfette, pulite; una ricerca che diventa stimolo e caratteristica artistica. Dall’unione di diverse tradizioni nasce una calligrafia contemporanea che si presta alle più disparate ed inaspettate applicazioni, grazie anche alla capacità di reinventarsi di questo artista: da sperimentazioni artistiche su parete, a lettering per t-shirt, da onorificenze su pergamena, a collaborazioni grafiche con la mai dimenticata e sempre amata cultura hip-hop.

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Tronando indietro, è il contatto con l’Associazione Calligrafica Italiana nel 1999 che segna la svolta dell’approccio di Luca Barcellona alla calligrafia: frequenta un corso di Italico che lui stesso identifica come un episodio che gli apre un mondo completamente diverso. Francesca Biassetton, Giovanni De Faccio, Anna Ronchi, James Clough, Lucio Passerini e molte altre sono le figure che hanno accompagnato il percorso di crescita di Luca Barcellona all’interno del mondo della calligrafia e lo aiutano ad evoleversi da un approccio tipico del writing ad uno più tecnico e dedicato. Questa arte antica diventa, corso dopo corso, studio dopo studio, una disciplina, quasi una filosofia di vita. Grazie a questo percorso la carriera di Luca Barcellona subisce un’ulteriore svolta: la calligrafia non è più solo un metodo dedicato allo sviluppo di opere personali e commerciali, bensì diventa una materia da insegnare. “Quando mi è stato chiesto di insegnare per la prima volta, non ero completamente convinto di esserne in grado (...) Ho compreso fin da subito che per insegnare bisogna saper trasmettere il piacere del fare calligrafia; sono necessarie una buona dose di generosità e di energia, perché alla fine di un workshop ci si sente quasi svuotati.”

L’insegnamento di Luca Barcellona tiene sempre conto dell’importanza che la storia della calligrafia riveste per la consapevolezza dell’utilizzo di questa arte stessa. Un’arte che affonda le sue radici in Italia, ma che suscita sempre più interesse in tutto il mondo, una peculiarità che dà la possibilità a Luca di viaggiare per tenere corsi, presentare mostre dei suoi lavori ed esibirsi in live show. In un momento dove la saturazione del panorama digitale crea una richiesta di ritorno a metodi manuali, quella di insegnare è un’occasione per diffondere un’arte che, come i racconti popolari, ha necessità di essere tramandata. La passione per la calligrafia si sta espandendo, basti pensare che i corsi tenuti da Luca Barcellona sono frequentati dai più disparati tipi di persone: da nostalgici del pennino, a tatuatori, da grafici ad appassionati di lettere. Il dato che fa meglio sperare per il futuro è l’alto numero di giovani che partecipamno ai corsi e la loro diversa estrazione, siano essi aspiranti artdirector o writer, una tendenza sostenuta anche dall’aumentare di pubblicazioni su type design. Queste sono dimostrazioni della correttezza della visione di Luca Barcellona sulla calligrafia: un’arte antica, che rivive grazie a nuovi stimoli.

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“Cerco di lasciare un segno

della mia presenza attraverso l’inchiostro, che rifletta il mio stato d’animo nel momento preciso in cui incontra la carta

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WALL PAINTING

Inchiostro e muro, così si intitola questo sedicesimo, perché inchiostro e muro sono la costante che unisce due mondi così apparentemente opposti come il graffitismo e la calligrafia. Luca Barcellona ha da sempre coltivato il desiderio di trovare un collegamento tra queste due realtà che sì condividono la passione per la forma delle lettere, ma lo fanno in modo così diverso da sembrare inconciliabili. Il punto di contatto tra questi due poli, a mio parere, risiede nella decorazione murale: gli spazi di Bean e la tecnica di Luca. Come due medaglie della stessa faccia, writing e calligrafia coesistono nella sintesi che ne fa Luca Barcellona sulle pareti, sulle vetrine dei negozi, durante i suoi live show: due anime in un solo corpo, due passioni in una sola arte. Quello che ne scaturisce è un lavoro caratterizzato dalla solidità della storia che ha alle spalle

la calligrafia e dalla dinamicità dell’inchiostro su parete: pennelli e bombolette spray danzano sul muro, equilibristi in un numero rischioso senza rete, basterebbe un soffio di vento per farli cadere, eppure che meraviglia vederli insieme. Passato e presente si rincorrono e scoppiano in un futuro tangibile, visibile, lì, sulle pareti. “È tutto strettamente collegato. Ultimamente ho fatto un workshop sulla calligrafia urbana, erano quasi tutti writer, fan dell’hip hop, e venivano ad imparare qualcosa sulla scrittura, con molta umiltà, cosa che nei graffiti si vede poco, dato che scrivere il proprio nome è un fatto di ego.” Le diverse conoscenze di Luca Barcellona si fondono in un movimento di setole, che dimostra come non si debba mai smettere di voler conoscere per evolversi, per maturare. Creare qualcosa di nuovo, da arti antiche, dare vita al futuro, grazie al passato.

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“Credo di aver aperto qualche

porta, di aver dimostrato che un’arte antica come la calligrafia può sopravvivere e trovare nuova linfa interagendo con i fenomeni più attuali

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Sitografia e immagini • http://www.ilgiornaleoff.it/2014/05/28/luca-barcellona-lartista-che-visse-due-volte/ • https://www.flickr.com/photos/luca-beanone-barcellona • www.calligrafia.org/ Bibliografia • Barcellona L., Take your pleasure seriously, Roma, 2012

Giulia Landoni Politecnico di Milano Design della Comunicazione Corso di Typographic Design C2 Prof. Giangiorgio Fuga A.A. 2014/15 15

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