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Sono solo fantasmi

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Odio l’estate

Odio l’estate

di Christian De Sica

TThomas è un ex mago in bolletta, vive a Roma e attualmente fa degli spettacoli improbabili nelle periferie della città per sbarcare il lunario e pagare il mantenimento all’ex moglie. Carlo, suo fratello, sottomesso dalla moglie, vive a Milano ed è un aspirante imprenditore, frustrato nelle proprie ambizioni da un suocero ricchissimo. I due fratellastri si rincontrano dopo anni a Napoli per la morte del padre Vittorio, uomo di grande personalità, ma giocatore incallito e donnaiolo. Qui scoprono di avere un terzo fratello, Ugo, che entra ed esce dagli ospedali psichiatrici e crede all’esistenza dei fantasmi e ha raccolto amuleti e testi antichi per poterli catturare. L’eredità, agognata da Thomas e Carlo, entrambi squattrinati, sfuma a causa dei debiti del padre e a loro rimane solo la sontuosa casa di famiglia, che però è gravata da una consistente ipoteca. Così per saldare il debito i tre hanno una grande idea: sfruttare la superstizione e credulità napoletana, diventando degli “acchiappa fantasmi“. All’inizio i fratelli prendono il lavoro come un gioco, senza crederci troppo, ma proprio quando l’attività inaspettatamente sembra avere molto successo, lo spirito del padre Vittorio s’impossessa del corpo di Carlo. Strane apparizioni e voci convincono infatti ben presto i fratelli a prendere molto più sul serio l’intera faccenda. Così iniziano a credere che i fantasmi esistano davvero. Gli spettri catturati si liberano e, pronti alla vendetta, risvegliano il fantasma della terribile strega Janara, che inconsapevolmente i tre con la loro impresa hanno risvegliato. La temibile strega, arsa viva secoli prima, minaccia di distruggere Napoli. Con l’aiuto del padre i tre fratelli però riescono a salvare la città.

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AA nemmeno un anno di distanza da Amici Come Prima, cinepanettone uscito per il Natale del 2018 che sembrava decretare più la fine di un’epoca, Christian De Sica si riappropria ora della sala cinematografica con Sono Solo Fantasmi, progetto che fin dall’annuncio aveva scatenato un mix di perplessità e scherno da parte del pubblico. Il soggetto della pellicola è stato proposto a Christian De Sica in alternativa alla horror comedy Oscar insanguinato del 1973, un film inglese di cui avrebbe voluto fare il remake, ma non se ne fece nulla per una questione di diritti non reperiti. De Sica ha quindi mantenuto intatto il desiderio di mescolare paura e risate con questa idea sviluppata in una sceneggiatura scritta da lui stesso insieme a Andrea Bassi e Luigi di Capua. Il film è ufficialmente diretto da De Sica, ma la regia tecnica relativa alle inquadrature, ai movimenti e ai posizionamenti della camera, è stato il figlio Brando a seguirla. Senza necessariamente fare un omaggio in modo esplicito, Christian ha inserito nel suo film elementi che ricordano i film di Vittorio. Ma è proprio nel rendere omaggio al padre, accentuando la somiglianza con lui, che il film inciampa più dolorosamente: perché ci spinge ad un paragone non solo tra padre e figlio, ma anche fra la commedia all’italiana classica, il cinema d’autore e ciò che viene definito commedia oggi.

La trama pesca prevedibilmente dai Ghostbusters di Ivan Reit-

Origine: Italia, 2019 Produzione: Marco Cohen, Benedetto Habib, Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli per Indian Production in collaborazione con Medusa Film Regia: Christian De Sica Soggetto: Nicola Guaglianone Sceneggiatura: Andrea Bassi, Luigi Di Capua, Christian De Sica Interpreti: Christian De Sica (Thomas), Carlo Buccirosso (Carlo), Gian Marco Tognazzi (Ugo), Gianni Parisi (Notaio), Leo Gullotta (Signore distinto), Claudio Insegno (Egiziano), Francesco Bruni (Dante), Valentina Martone (Rosalia), Nadia Rinaldi (Gianna), Carmen Russo (Se stessa) Durata: 94’ Distribuzione: Medusa Film Uscita: 14 novembre 2019

man, seguendo un canovaccio praticamente identico, i tre fratelli si trasformano in acchiappafantasmi, con tanto di camici e furgoncino Fiat 850 rosso. In casa volano sedie e tavoli, appaiono ectoplasmi dagli armadi, insomma il consueto repertorio da poltergeist, ma non siamo affatto all’altezza del film americano. La commedia, farsesca e a tratti vagamente demenziale, è quanto i fan di Christian De Sica si aspettano da lui. I momenti horror tentano di essere quanto più seri e spaventosi possibile. Gli equilibri sono goffi, non mancano le scivolate e anche il finale appare frettoloso. Poi De Sica inizia a confrontarsi col fantasma del padre, nascondendosi dietro il dito dell’omaggio. Ma lo stile è sempre quello, vale a dire l’abuso di volgarità gratuite e del turpiloquio come

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