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Sette donne e un mistero

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Temple

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gue, secrezioni, ferite e corpi martoriati.

Ma Titane è molto di più. È un film che riflette il suo tempo affrontando tematiche quali identità di genere e fluidità sessuale servendosi di svariati registri cinematografici - che spaziano dal thriller, al cyberpunk o al body horror per poi convergere in un melodramma quasi surreale - frantumando inoltre, la mascolinità tossica in favore del riscatto femminile e del puro bisogno d’amore.

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Dal punto di vista tecnico, oltre all’ottima prova di regia della Ducournau (qui al suo secondo lungometraggio dopo Raw - Una cruda verità), bisogna evidenziare la splendida fotografia dai toni psichedelici e laceranti di Ruben Impens (che ricorda l’estetica al neon, iconoclasta e stilizzata di Refn) così come l’ipnotica colonna sonora composta da Jim Williams che avvolge il film in un’atmosfera quasi futurista. Degno di nota anche l’inserimento di pezzi musicali eterogenei che vanno dall’indie rock (Future Islands, The Kills), al british rock anni Sessanta (The Zombies) o all’energico ultrapop della nostra Caterina Caselli con “Nessuno mi può giudicare”.

Presentato in anteprima mondiale il 13 luglio 2021 alla 74esima edizione del Festival di Cannes, il secondo lungometraggio di Julia Ducournau si è aggiudicato a sorpresa la Palma d’oro come miglior film, divenendo inoltre la seconda pellicola diretta da una regista donna a vincere il primo premio dopo Lezioni di piano di Jane Campion nel 1993.

Titane è stato distribuito nelle sale cinematografiche francesi da Diaphana Distribution a partire dal 14 luglio 2021 mentre in Italia nell’ottobre 2021 da I Wonder Picture con annesso divieto ai minori di 18 anni.

aLessio d’angeLo

di Alessandro Genovesi

Origine: Italia, 2021 Produzione: Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa per Wildsite, Warner Bros. Entertainment Italia Regia: Alessandro Genovesi Soggetto: dal film “8 donne e un mistero” di François Ozon (2002) Sceneggiatura: Alessandro Genovesi, Lisa Nur Sultan Interpreti: Margherita Buy (Margherita), Diana Del Bufalo (Susanna), Sabrina Impacciatore (Agostina), Benedetta Porcaroli (Caterina), Micaela Ramazzotti (Veronica), Luisa Ranieri (Maria), Ornella Vanoni (Rachele), Luca Pastorelli (Marcello), Marco Rossetti (Ispettore Giovanni Ripoldi) Durata: 83’ Distribuzione: Warner Bros. Pictures Uscita: 25 dicembre 2021

ÈÈ la vigilia di Natale. La giovane Susanna torna da Milano nella casa dei genitori in mezzo alla campagna innevata. Ad attenderla ci sono la madre Margherita, la nonna Rachele, la sorella minore Caterina, la zia Agostina. In casa c’è una nuova avvenente domestica napoletana, Maria. Poco dopo l’arrivo della giovane, le donne scoprono che l’uomo di casa, Marcello, marito di Margherita e padre di Caterina e Susanna, è morto, trafitto da una coltellata alla schiena. Le donne si chiedono chi sia l’assassino: mentre nella casa irrompe Veronica, ex amante di Marcello

Poco dopo, le donne scoprono di essere isolate da una tempesta di neve, il telefono ha i fili staccati, il cancello è chiuso dall’interno, la macchina non parte perché qualcuno ha manomesso il motore. L’assassina è quindi una di loro. Tutte sono sospettate perché ognuna aveva un movente valido per eliminare l’uomo: in primis Rachele, che teneva stretti i suoi titoli bancari pur sapendo delle difficoltà economiche di Marcello, e Margherita che ormai aveva solo un rapporto formale con il marito.

Iniziano a uscire fuori diverse verità: Susanna era arrivata in realtà qualche ora prima, quella notte, perché voleva parlare col papà tranquillamente. La ragazza rivela di essere incinta.

Maria serve il pranzo: alla fine del pasto la cameriera confessa di essere l’amante di Marcello. Bloccate dal cancello chiuso da un grosso catenaccio, le donne iniziano a rivelare scomodi segreti. Viene fuori che la primogenita Susanna non è figlia di Marcello: Margherita confessa che aveva conosciuto l’uomo quando era già incinta al terzo mese. Agostina ammette la sua frustrazione per non essere mai riuscita a conquistare un uomo e di essere innamorata di Marcello che l’aveva sempre respinta. Mentre aumentano i sospetti e gli interrogativi, improvvisamente va via la luce. Tutte le donne escono per cercare aiuto. Margherita e Veronica restano sole. Margherita confessa che stava per lasciare il marito per un altro uomo: se ne sarebbe andata prima di Capodanno. Anche Veronica confessa di avere un nuovo amante. Entrambe scoprono che si tratta dello stesso uomo. Le due donne lottano e finiscono per baciarsi; in quel momento rientrano tutte le altre. La nonna rivela di aver capito tutto e si rivolge alla più piccola di casa, Caterina, dicendole che tocca a lei.

La ragazza racconta la sequenza della nottata: tutte e sette le donne erano entrate a turno nella camera di Marcello per dirgli diverse cose, fino a quando, a tarda notte, la figlia Susanna aveva comunicato al padre di aspettare un bambino. Caterina confessa che aveva voluto farla pagare a tutte loro: il papà era esausto, per questo aveva simulato la sua morte con una finta pugnalata. La cameriera Maria dice che Marcello non era morto perché potesse sentire come loro avrebbero reagito alla notizia della sua scomparsa. Quel giorno sarebbe dovuto andare dal notaio e voleva avere le idee chiare sul testamento, ma poi si era lanciato giù dalla finestra.

Al poliziotto giunto presso la villa, le sette donne dicono che Marcello si era suicidato per le difficoltà economiche che stava attraversando. Agostina mette gli occhi sul poliziotto e gli fa delle avances, poi prende il suo numero e gli dice che lo chiamerà.

Rimaste sole, le sette donne si chiedono cosa ne sarà di loro e di quella casa. Pensano di avere a disposizione una grande villa, soldi per andare avanti oltre ai titoli della nonna e decidono di vivere lì tutte insieme. L’unione tra donne fa la forza, sempre.

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Le otto donne e un mistero portate sul grande schermo nel 2002 da François Ozon (ispirate al testo teatrale Huit femmes scritto da Robert Thomas, messo in scena per la prima volta nel 1958) sono diventate sette nel remake italiano firmato da Alessandro Genovesi.

Riscrivendo la sceneggiatura insieme a Lisa Nur Sultan, il regista italiano opta per lo spostamento temporale: dagli anni Cinquanta del film di Ozon qui si salta indietro agli anni Trenta. Inoltre vengono aboliti i siparietti musicali inseriti dal regista francese e si spinge di più sull’atmosfera da mystery con decise pennellate di commedia leggera.

Il resto è immutato: la tempesta di neve, i fili del telefono tagliati, il cancello chiuso con un catenaccio, e quindi l’isolamento delle sette donne. Ed ecco il girotondo delle ipocrisie, delle bugie, delle rivelazioni improvvise. E ancora le frecciatine, i veleni, le liti, stemperate da battute ironiche affidate soprattutto all’anziana nonna (una inedita quanto convincente Ornella Vanoni sempre a caccia di qualche bicchierino di troppo).

E così, ecco la padrona di casa divenuta ormai estranea per il marito, l’amante fatalona (nel film di Ozon questo personaggio era la sorella del protagonista), la figlia maggiore che vive in città, la figlia minore protettiva col papà, la sensuale cameriera del sud assunta da poco, la zia Agostina zitella ‘stagionata’ segretamente innamorata del marito della sorella e persa in sogni romantici, la suocera del defunto che gli ha sempre nascosto le sue ricchezze.

Un gineceo che riunisce una serie di caratteri forti in cui l’unico uomo è ridotto al silenzio da una pugnalata sulla schiena, ma è la stessa figura maschile ad essere al centro dei dialoghi delle donne. Tutte e sette le signore si ritrovano a sospettare e ad essere oggetto di sospetti.

Le prove convincenti delle attrici reggono un film di impianto fortemente teatrale che rispetta l’unità di tempo e di luogo. Su tutte spiccano le interpretazioni della matrona di casa Margherita Buy e della cameriera Luisa Ranieri mentre le occasionali parolacce della Vanoni strappano qualche sorriso. Tutte e sette le attrici hanno però l’agio, durante gli 82 minuti del film, di riuscire a conferire alle loro maschere, debolezze, punti di forza, vizi e virtù.

Il finale a sorpresa vira verso un senso di solidarietà femminile, con quel messaggio femminista che forse risulta un po’ fuori tempo se si pensa che la vicenda è ambientata negli anni Trenta. Ma è proprio questo stesso inno alla sorellanza che conferisce alla pellicola di Genovesi una sua identità.

Pur molto distante dal film di Ozon, dai suoi toni torbidi e dal lavoro di fine cesellatura compiuto dal regista francese sulle personalità delle protagoniste (le cui caratteristiche erano modellate su attrici del calibro di Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert ed Emanuelle Béart, per citarne solo quattro), il film di Genovesi rimane un apprezzabile tentativo di realizzare un giallo con plot e atmosfere alla Agatha Christie, cosa rara per un regista italiano e con un cast tutto al femminile. Da segnalare le belle scenografie di Massimiliano Sturiale che collocano la vicenda in una grande villa barocca traboccante di oggetti, tappeti, mobili e un grande albero di Natale.

Giallo d’atmosfera alleggerito da tocchi di ironia e battute al vetriolo, Sette donne e un mistero, allontanandosi dall’originale e planando progressivamente sempre di più sul terreno della commedia, resta un piacevole piccolo film che può intrattenere in un freddo pomeriggio d’inverno, con o senza neve fuori dalle finestre.

eLena Bartoni

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