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Volami via

zarsi, il dolore per la propria solitudine. Infine il dolore per queste carni strappate, violentate, colpite, perforate, il tutto più e più volte, punteggiato solo da un lamento o da una smorfia che sa di disprezzo verso tutti ma non verso se stessa.

Anne vuole essere forte, sa di esserlo e si ostina a vincere la sua battaglia che celebra la fine del dolore e l’inizio di una nuova vita con un lavacro di sangue. Il sangue che scorre da Anne, la imbratta e l’avvolge diventa universale, trasforma la scena della stanza universitaria in una tinta di rosso, mobili e pareti rosse, corridoi rossi e spazza via il calvario, lascia la persona e gli ultimi suoi mesi di vita terribile.

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Il bianco abbagliante dell’ospedale che si sostituisce a tanto rosso è una luce sul futuro che accoglie presto la calma di Anne che ricomincia a studiare, pensare, scrivere: il gracchiare della sua stilografica sulla carta è l’unico suono che si sente a chiusura del film.

Da tante parti si sono levate critiche forti o, quantomeno, considerazioni aspre sul modo usato dalla regista Audrey Diwan per raccontare questa storia degli anni ’60 in Francia (ma che riguarda tutti i Paesi a cominciare dal nostro): troppa violenza, troppa crudezza, troppo sangue, quasi una storia d’aborto trasformata in horror. Ma l’aborto è proprio un horror, fisico, spirituale, psicologico, morale che le donne subivano, con la legislazione d’allora, sui loro corpi.

È questo che la regista ha voluto dirci, è proprio questo il modo voluto per puntualizzare la correttezza, la precisione dell’argomento che l’hanno portata a meritare il Leone d’Oro a Venezia 2021. Non c’era scelta allora: soffrire, morire oppure dichiarare irrimediabilmente sconfitta la propria esistenza.

Perfetta la protagonista Anamaria Vartolomei attrice rumena naturalizzata francese, sulla scena fin da bambina, non solo e non più una promessa ma una presenza forte, versatile, intelligente del cinema di oggi.

FaBrizio Moresco

di Christophe Barratier

T

Thomas è un giovane privo di aspirazioni, protagonista di una vita fuori dalle righe a spese del padre Henri, un ricco chirurgo che non sa più come gestirlo, soprattutto dopo che il figlio ha “parcheggiato” la sua auto nella piscina. Marcus, invece, è un dodicenne nato con una malformazione cardiaca che lo costringe in una vita di sacrifici che non lo soddisfa.

A fine serata, Thomas si accorge che le sue carte sono state bloccate e raggiunge il padre in ospedale. L’uomo porta il figlio da Marcus e, dopo avergli spiegato le difficoltà che vive, chiede lui di far provare nuove esperienze a quel ragazzino. Se rifiuta verrà cacciato di casa.

Il giorno seguente, Thomas raggiunge Marcus al centro per disabili e lo accompagna a casa. I due iniziano a studiarsi e il giovane inizia a comprendere da subito i privilegi di una vita normale. Prima di lasciarlo andare via e rimanere solo con la madre, Marcus da appuntamento al suo nuovo assistente alle 11 del giorno seguente il che lo costringe a svegliarsi molto prima del solito.

Notte brava e Thomas si presenta all’appuntamento in ritardo. Prima di uscire, la madre di Marcus si raccomanda: no schermi, no zuccheri, no sport, no emozioni forti e, fondamentale, bombola d’ossigeno sempre a portata. Thomas accompagna il ragazzi-

Origine: Francia, 2020 Produzione: Dimitri Rassam, Alexandre De La Patelliére, Matthieu Delaporte per Chapter 2, France 2 Cinéma, LDPR II, Palomar Regia: Christophe Barratier Soggetto e Sceneggiatura: Matthieu Delaporte, Alexandre de La Patellière, Anthony Marciano, Christophe Barratier Interpreti: Victor Belmondo (Thomas), Gérard Lanvin (Dott. Reinhard), Yoann Eloundou (Marcus), Andranic Manet (Caharles), Ornella Fleury (Julie), MarieSohna Condé (Maïssa), Lili Aupetit (Léa), François Bureloup (Sig. Rouvier), Daphné De Quatrebarbes (Zia di Léa/Sandrine) Durata: 93’ Distribuzione: I Wonder Pictures Uscita: 19 agosto 2021

no, controvoglia, a uno spettacolo teatrale per bambini dove, però, incontra e si innamora di Léa, la nipote della proprietaria del teatro, venuta da Parigi per le vacanze.

Altra nottata in discoteca e altro giorno di attività: stavolta Champs Elysees. In un bar, Thomas fa scrivere al ragazzo quali sono i suoi desideri prima di morire, in modo da esaudirli. Per prima cosa un nuovo cellulare, poi dritti al PSG Store in cui Marcus può indossare una maglia col suo nome e fare un giro sopra al Parco dei Principi grazie a un dispositivo di realtà virtuale. L’emozione è troppa e il ragazzino va in insufficienza respiratoria: serve l’ossigeno ma Thomas non lo trova. Fortunatamente, c’è un medico nei paraggi. Al rientro a casa i due litigano e le strade sembrano dividersi.

Quella sera in discoteca Thomas è pensieroso ma riesce comunque a portare una ragazza a casa. Il padre però ha cambiato la serratura: l’accordo era di non mollare Marcus e lui non l’ha rispettato.

Fuori casa e al freddo, dopo aver dormito un po’ in ospedale, Thomas si fa prestare un auto sportiva da un amico per andare da Marcus. Dopo aver fatto uno scherzo al vicino che non crede nella disabilità del bambino, i due vanno a fare un giro in auto e il giovane guida per la prima volta.

Il giorno successivo, Thomas organizza una serata al cinema con Léa e sua zia. Prima di andare, Marcus finge una crisi respiratoria per testare i riflessi del suo assistente. All’appuntamento, il ragazzino fa il timido ma si scioglie subito, mentre Thomas deve lottare per respingere le avance della zia di Léa. La sera i due esaudiscono un altro desiderio: cantare in pubblico la canzone “Volami via”.

Giorno di esami all’ospedale per Marcus che però non ne può più di farsi infilare aghi ovunque. Thomas ha conquistato la sua fiducia e riesce a convincerlo facilmente. I risultati delle analisi danno qualche risultato positivo, così per festeggiare Thomas invita Marcus a dormire a casa sua. Con l’occasione viene tirata fuori l’auto dalla piscina dopo giorni.

A seguito di un operazione, il ragazzino è costretto a una lunga riabilitazione che lo terrà in centro per molto. La buona notizia è che uscirà in tempo per i suoi 13 anni.

La lista dei desideri di Marcus deve essere ancora completata e il suo fidato assistente, conclusa la convalescenza, organizza per lui una vacanza in un hotel di lusso. Rendere felice la madre: fatto. Ultimo desiderio, innamorarsi. Thomas ha già previsto tutto: Léa si trova lì e Marcus alla sua vista non riesce a trattenere la felicità.

Questa relazione ha effetti positivi anche per il superficiale Thomas: dopo averla mollata tempo addietro, si re-iscrive a medicina nonostante l’età.

C

Con Les Choristes - I ragazzi del coro (2005), Christophe Barratier aveva convinto tutti, pubblico, critica (aggiudicandosi due candidature agli Oscar) e botteghino (soprattutto in Francia). Le aspettative per il secondo lungometraggio del regista erano alte, ma questa volta vengono, in parte, disattese.

Volami Via è un opera non originale. Si tratta di un remake di una pellicola tedesca del 2017, Conta su di me di Marc Rothemund, a sua volta adattamento del romanzo Dieses bescheuerte Herz: Über den Mut zu träumen, uscito nel 2013, che racconta in prima persona la vera storia di Lars Amend e Daniel Meyer.

Si tratta, questa, di una pellicola che riflette sulle disparità sociali (ma anche fisiche), sui privilegi di alcuni e le difficoltà di altri. Sull’incapacità di Thomas di far fruttare la propria condizione di rampollo contro la grande volontà di Marcus di superare i limiti imposti da una situazione impossibile da sanare (una malformazione cardiaca). Di fatto è un film che parla di aspirazioni, quelle troncate sul nascere del giovane e quelle inesistenti del suo assistente.

Ovviamente, entrambi i protagonisti hanno qualcosa da imparare l’uno dall’altro: la tenacia di Marcus e la noncuranza (a piccole dosi) di Thomas. Il primo può riscoprire l’entusiasmo per la vita, che lo esorta a lottare ogni giorno con la malattia; il secondo può ritrovare l’empatia e può ricominciare a sentire il peso (benevolo) dell’ambizione.

Volendo inquadrare l’opera di Barratier nell’ambito dei generi possiamo inserirla nel filone del dramedy, drammi con forti incursioni da commedia, ma anche in quello della sick literature, storie con protagonisti affetti da qualche grave malattia. Un inquadramento simile fa inevitabilmente pensare a un altro film,

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